HUMANITAS Magazine 2016/2

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Anno XXII, 2016

Humanitas compie

1996 2016

anni In collaborazione con

Istituto Clinico Humanitas - Periodico di informazione riservato ai medici e agli operatori - Poste Italiane spa - Sped. abb. postale 45% Art. 1 comma 1 LO/MI


Sommario ricerca

34 Una cartolina per la ricerca: così i nostri pazienti scelgono quali progetti sostenere

Anche quest’anno i fondi ricavati da Humanitas con il 5x1000 sono assegnati ai settori di ricerca sulla base delle preferenze espresse dai pazienti.

logico nuove stanno apr end ta che e straordina o, annunc rie pro ia immuniil fun zionam spettiv Mantovan e. La sco i, dament tarie incide ento del le per te que o di molte sulla com nostre dif le vac lle oncologic patologie parsa e sul ese l’an, cin propri azioni nonhe, prefigu pri me fra tuttro cheamente tera più solo ra un uso delpiego fantas cie peutico, renpreventivo nti fica ma den cancro dei vaccin i l’ipote do tut t’al paura. , la malatt anche nella si di un ia che imcontin lotta contro ua a far il ci più Alberto fessor Mantovan e nit as di Patologiai, milanese, Un ive me Ge dic dicina nerale rsit y, o, è pro scientif e alle scie ateneo ded presso Hu ma nze del ica nitas. ico dell’IR la Vit to alla me CC In pas negli sato ha S Istituto a, e diretto Sta Clinic re lavora timent ti Un iti, ed è sta to in Ing o HumaNegri o di Im mu hilt nologi to capo del erra e so del di Milano. a dell’Is Diparle tituto co sia conoscenz Ha contrib Ma uto formu rio e tifican lando nel settore al progre ricerca do nuove nuovi paradi immunolog smolec ra scie tore italian ole e gmi sia ide io ntifica fun ntà di rice internapiù citato nel zioni. È il la lett conosc rca ha otte zionale. Per eratuimenti nut nazion o numero la sua attiviali e inte si premi e rnazio nali. ri-

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37 Una squadra di donne per le donne

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PRIMO PIANO

HUMANITAS

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Anno XXII - numero 2 maggio 2016 Autorizzazione

Humanitas: un’avventura che compie 20 anni 1996-2016

I pionieri e il senso dell’avventura, i passaggi cruciali di una grande storia, le sfide che ci attendono. Il racconto del presidente Gianfelice Rocca.

del Tribunale di Milano N. 386 del 10 luglio 1995

Direttore responsabile

cancer center

Mario Galli Direttore Comunicazione

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molecolari alla cura dei tumori del sangue

Walter Bruno

Continui scambi tra ricerca e clinica sono l’arma vincente contro leucemie, linfomi e mielomi. L’esperienza di Humanitas Cancer Center.

Coordinamento redazionale Monica Florianello e Simona Camarda (Humanitas), Roberta Villa (Zadig)

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Hanno collaborato Valentina Casiraghi, Francesca Naboni, Matteo Nicolosi

Luisa Goglio

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Archivio ICH, Massimo Brega,

Con i robot in Urologia Humanitas fa scuola in Europa La Società Europea di Urologia ha certificato Humanitas come primo centro in Italia, e uno dei pochi in Europa, abilitato a effettuare un training internazionale sulla chirurgia robotica in ambito urologico.

Impaginazione e infografica

Immagini

Dallo studio dei meccanismi

Chirurghi e robot per la cura del polmone

Paolo Carlini, Renzo Chiesa, Emanuela Gambazza

neuro CENTER

12 Parkinson: un aiuto dagli elettrodi

L’impianto di elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS) si esegue in Humanitas con lo stesso approccio adottato nei migliori centri del Nord America.

14 È il momento di dar tempo al cervello

In occasione della Settimana mondiale del cervello, una mostra multimediale in ospedale. Un viaggio nello sviluppo dell’organo e nella storia di diagnosi e cura, tra i consigli degli esperti per la prevenzione e il trattamento tempestivo delle malattie neurologiche, in particolare l’ictus.

innovazione

18 In procinto di dire addio all’epatite C La diffusione dei nuovi farmaci potrebbe rendere la malattia rara nel giro di pochi anni.

19 Giro di boa sulle staminali per il morbo di Crohn Dal centro di Malattie infiammatorie intestinali di Humanitas nuove prospettive per il trattamento delle malattie croniche attraverso le terapie cellulari.

21 Protesi vascolari: l’app del dott. Spada vince il concorso Bioupper Sviluppata dal chirurgo vascolare di Humanitas, ha vinto il concorso Bioupper, promosso da Novartis e Fondazione Cariplo in collaborazione con PoliHub.

ortho center

22 Corsa, come prendersi cura delle ginocchia

È una delle passioni più diffuse, anche tra le persone di mezza età. Ma prima di infilare le scarpette e correre al parco, meglio ascoltare i consigli dell’esperto.

CARDIO center

Stampa Tipografia F.lli Verderio

10 Al cuore della ricerca

Milano

per la salute dei pazienti

Anche in campo cardiologico l’obiettivo degli studi che si conducono in Humanitas è sempre mirato alla diagnosi e alla terapia.

IRCCS Istituto Clinico Humanitas Via Manzoni 56 20089 Rozzano (MI)

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Humanitas - N. 2/2016

CENTRO OCULISTICO

24 Astigmatismo: sintomi, prevenzione e cure innovative

Un disturbo comune, ma non banale, che è importante individuare e correggere presto.

«Cinqu e vite 7200 ogn salv i giorno ate nel mo entro ndo ogn , il dico a 2020. I vac 25 milioni i basso cini son di mortiminuto, to la nos costo o l’interv evitati assicu tra salute, che più di ento me tut raz re, neg ione sul e costituisco ti ha cam la bia li tato il ultimi ann vita dell’umno la miglior non vacnumero dei i è sensibi anità» epp e lme zionat cinare i pro gen itori che nte aum ua su un dalla diffuspri figli, una decidono enpre tale stru sunto leg ione di voc scelta con di gen za mento di ame tra que i incontroll ditutela ate e i pre di alc une della sto fondam gra dopo giudizi non vi ma lattsalute e l’in enche la sor mente comunisono scompie. E le pau sment sono dav ito tali tà medica arsi neppurre uno dei vero per «leggende»ha categor e icol icanazion più noti imm osi? Alb . Ma i vac unolog erto Manto cini le com ale, spiega van i in in tario e funziona modo chi campo inte i, e facend cosa succedil nostro sistaro e access rdesti) o un bila nci e qua ndo ema imm ibiuni pag ne e dei benefic o dei risc ci vaccin iam hi o, ti, sar vaccin ali i (enormi). (più che mo em vaiolo mo ancoradel l’ultimo Sen za le cam latt ie e la poliom esposti a secolo, inf comune flagelli ielite, atcome il mo mente con e a tutte que come il rbi llo invece sidera lle ma dan ni essere cau o la parotit te «in noc sa di ue», e, per che ma gravi Riguar nenti complic possono dispon do, poi, alla o, addirit tura, anze, di è sulla ibili, i dati sicurezza di mo dei statisti rte. semplicbase di que ci par vaccini ogg nare su i suggestionste informazilano chiaro i , ed oni – la salu un argom i – che si dovreb e non di Decid te su scala ento tanto glo ere import be ragioè infatti di vaccin bale. ante per are mente una scelta o meno quella la salute del che non rig i propri figl del uarda singol i l’intera to qua o ind uni una cerndo la cop collett ività, ividuo bencaertura per debella ta soglia vaccin ché soltansì le te con te e la lor malatt ie ale raggiu posson nge tra quindi stata. Soto dif fusion o ess rietà nei, è anche untoporsi allae efficacem ere envaccin tutti colo confronti gesto di azione con , medic ro che nondei soggetti creta sol i. più deb idaposson ultimi Inoltre, i anni dal passi da o farlo per oli e di mo gig la rice rca in ante fatti tivi campo neg immunoli -

ATTUALItà

26 Chiarezza sui vaccini Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas, ha scritto un libro per rispondere ai dubbi, ma anche alla disinformazione, che si stanno diffondendo su uno dei presidi medici più preziosi per l’umanità.

Questa l’idea che ha guidato Fondazione Humanitas nella creazione di un gruppo di volontarie dedicate alle pazienti che si sottopongono a visite ed esami per la prevenzione - e l’eventuale diagnosi - del tumore al seno.

38 Quando la disabilità entra in ospedale

Il diritto alla salute e a cure sanitarie personalizzate per le persone con esigenze specifiche e con disabilità è un obiettivo importante, purtroppo ancora lontano in molte realtà ospedaliere. I risultati dell’indagine conoscitiva promossa da Fondazione Ariel insieme alla cooperativa sociale Spes contra spem.

28 NEWS NEWS DA HUMANITASALUTE.IT stili di vita

30 Il carbone vegetale non rende il pane più salutare

L’additivo può essere usato come colorante per la realizzazione di ricette accattivanti, ma mancano le prove che possa apportare benefici alla salute.

RESEARCH AND TEACHING HOSPITAL

32 Humanitas University Molto più di un Open day La scelta del corso universitario ogni anno coinvolge migliaia di famiglie. Con il Professional day, Humanitas University offre ai ragazzi la possibilità di sperimentare sul campo alcune attività di medici e infermieri.

33 Humanitas University Master per specialisti

40 Humanitas Salute La ricerca e le ultime news di salute commentate dai medici di Humanitas sul nostro giornale on line.


1996 2016

I pionieri e il senso dell’avventura, i passaggi cruciali di una grande storia, le sfide che ci attendono. Il racconto del presidente Gianfelice Rocca.

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Humanitas:

un’avventura che compie

20 anni

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umanitas è nata ben prima del 1996, nella mente e nel cuore di manager, imprenditori e medici - in primis il professor Nicola Dioguardi e il dottor Piercarlo Romagnoli - che hanno creduto nel sogno di un ospedale innovativo, che unisse clinica, ricerca e didattica, e facesse dell’umanizzazione la sua parola chiave. L’idea ha incontrato l’esperienza di Techint, leader nella costruzione “dal prato” e nella gestione di grandi impianti nel mondo, ed è scattata la scintilla. Così una grande visione è diventata realtà. Abbiamo preso decisioni importanti (la scelta di dove costruire, la dimensione iniziale dell’ospedale) e abbiamo affrontato passaggi complessi come il reperimento dei capitali e l’accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale. Tutte sfide superate grazie al coraggio e alla determinazione di una squadra di professionisti che ha messo al servizio del progetto competenze e know how differenti e che ha utilizzato in modo innovativo gli strumenti del project financing per reperire le risorse necessarie. Abbiamo deciso di fare una gara internazionale per la costruzione dell’ospedale e scegliere in libertà il progetto migliore. Ricordo le dieci tavole ad acquerello proposte dallo studio di architettura inglese di James Gowan. Non erano rendering tecnologici, ma disegni fatti a mano, quasi scoloriti, che ci colpirono subito per l’armonia e l’equilibrio degli spazi che garantivano la flessibilità interna (cioè la capacità di adattarsi ai cambiamenti) di cui avevamo bisogno. Grazie a questa intuizione l’edificio si è adattato a tutte le modifiche di destinazione degli spazi che si sono susseguite in questi venti anni. Da quando il 4 marzo del 1996 è stato accolto in Humanitas il primo paziente, è stata fatta tanta strada. Tra le tappe più importanti, l’accreditamento con il Sistema Sanitario, l’apertura del Pronto Soccorso e della Radioterapia nel 2003, lo sviluppo delle attività di ricerca e l’arrivo dell’Università che hanno cambiato il volto dell’ospedale.

Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas

La Ricerca ci ha stimolato ad essere curiosi, a guardare all’innovazione in modo diverso. L’arrivo dell’Università ha animato la comunità dei professionisti, cambiando il nostro modo di fare didattica: i docenti - tra cui due premi Nobel e visiting professor provenienti da tutto il mondo - imparano insegnando e gli studenti facendo. Benjamin Franklin diceva: “Learning is experience. Everything else is just information”, “Imparare significa sperimentare. Tutto il resto è solo informazione”. Humanitas è un percorso a sliding doors, in cui incontri fortuiti e occasioni diverse hanno accelerato la crescita. Siamo diventati un ospedale innovativo, un policlinico e un politecnico, che vive in un triangolo della conoscenza con clinica, ricerca e didattica. Molti medici e ricercatori di talento hanno creduto in questa sfida e hanno portato qui le loro competenze. Abbiamo contribuito a cambiare il mondo attorno a noi e il territorio circostante, arricchendo di servizi ed opportunità una vasta area metropolitana. Il modello Humanitas è finanziariamente sostenibile. L’efficienza economica - dovuta alla nostra passione per la qualità, alla nostra cura per i dettagli e alla virtuosa collaborazione tra il settore pubblico e privato - ci ha garantito autonomia e indipendenza. E la bontà di questo progetto continua ad attrarre investimenti privati, come la donazione che ci permetterà di costruire il nuovo campus universitario. Humanitas è oggi un melting pot, un crocevia di culture professionali e personali differenti, unite dalla comune vocazione del servizio al paziente. In mensa respiro tensione all’innovazione, immerso in una comunità aperta di medici, ricercatori, studenti, personale sanitario e non, che si abbeverano reciprocamente. Una contaminazione di culture che pone Humanitas al pari di grandi realtà internazionali in cui si uniscono clinica, ricerca e didattica in modo sostenibile. Riuscire a realizzare questo modello di qualità all’interno del contesto pubblico italiano ci rende assolutamente unici. È sul fronte internazionale che dobbiamo posizionarci oggi, cogliendo anche le occasioni che

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offre la città di Milano, catalizzatrice di eventi, culture e innovazione, come dimostra la scelta di IBM di mettere a disposizione dei nostri studenti, e quindi al servizio della Medicina, la piattaforma di intelligenza cognitiva Watson. Molte sono le sfide davanti a noi. Innanzitutto una Medicina che cambia: malattie croniche e invecchiamento della popolazione ci spingono a ripensare l’ospedale come uno degli snodi di un percorso che si sviluppa anche sul territorio. La continuità di cura e la gestione del paziente fuori dall’ospedale diventano quindi indispensabili oggi. La seconda sfida è la qualità clinica (e della sicurezza nei confronti del paziente), in cui il medico continua ad avere un ruolo centrale. Misurazione e valutazione saranno sempre più le parole chiave, in un’ottica nazionale e internazionale. La terza sfida è di tipo etico e riguarda l’evoluzione della medicina e della tecnologia per la salute in un contesto sociale in profondo cambiamento. Ciò pone nuovi interrogativi delicati e importanti. Al centro deve sempre restare l’unità dell’uomo e l’ospedale diventa un faro di riflessione sull’epoca moderna, una cattedrale del pensiero, un luogo di dibattito e confronto. Un confronto che va oltre le nostre mura, che vede attraverso il web e i social network un’evoluzione dei confini, e che ci impone di relazionarci in una nuova dinamica con la società. È proprio dai continui cambiamenti del mondo esterno intorno a noi che dobbiamo imparare. Viviamo in una learning society in cui ogni giorno impariamo da noi stessi e da chi ci circonda. Questa sete di conoscenza e questa curiosità permetteranno a Humanitas di crescere anche nei prossimi 20 anni, di continuare a innovare con coraggio. Per portare il meglio della medicina moderna ai nostri pazienti.

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Humanitas 20 anni, ripercorriamo le tappe principali

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e origini di Humanitas risalgono alla seconda metà degli anni ‘80 quando dall’incontro del professor Nicola Dioguardi e Pier Carlo Romagnoli, allora Presidente di Reale Mutua, con Gianfelice Rocca e un gruppo di

imprenditori, nacque l’idea di realizzare “un ospedale moderno, ben organizzato, efficiente, con il binomio medico-paziente al centro di tutto”.

1989 Techint conduce uno studio di fattibilità con la partecipazione di due società inglesi specializ-

2003 Inaugurazione del Pronto Soccorso EAS e della Radioterapia.

zate, la W.S. Atkins e la Bupa - The British United Association. Tra i progetti presentati viene scelto uno fra i più originali e avveniristici, quello dell’architetto James Gowan. Attraverso studi preliminari, il bacino di utenza viene individuato nell’area metropolitana a sud di Milano.

1993

Inizio dei lavori.

1996 Ultimata la costruzione dell’ospedale: il 4 marzo 1996 Humanitas apre le porte e accoglie il primo paziente.

1997 Entra in vigore la convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale per i servizi di ricovero.

2005 Humanitas

è riconosciuto dal Ministero della

Salute come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

2007 Inaugurazione del Centro di Ricerca e Didattica. 2010 Nasce l’International Medical School in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.

2014 Cresce

la produzione scientifica che supera i

3.000 punti di Impact Factor, l’indicatore della rilevanza delle pubblicazioni. Humanitas è tra i primi Irccs italiani e tra i primi al mondo secondo il ranking internazionale Scimago. Nasce Humanitas University, ateneo dedicato

1999 Nasce la Fondazione Humanitas con lo scopo di

alle Scienze mediche.

aiutare il paziente e chi lo assiste dal punto di vista pratico e psicologico.

2015 Iniziano i lavori per la costruzione del nuovo campus universitario.

2000 Humanitas

diviene sede di insegnamento

dell’Università degli Studi di Milano per il corso di laurea in Infermieristica, seguito poi da Medicina e Biotecnologie.

2002 Humanitas diventa case-study per il Master in Business Administration dell’Università di Harvard ed è il primo policlinico italiano a ottenere l’accreditamento di eccellenza da Joint Commission International, uno dei più importanti enti mondiali di certificazione della qualità ospedaliera.

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Dallo studio dei meccanismi molecolari alla cura dei tumori del sangue assumono nuovi farmaci a bersaglio molecolare, sintomi come la diarrea o la fatica a respirare devono essere prontamente riconosciuti e trattati: essere seguiti in un centro dove si fa anche ricerca significa avere a che fare con medici che conoscono bene gli effetti molecolari dei prodotti che usano”.

Continui scambi tra ricerca e clinica sono l’arma vincente contro leucemie, linfomi e mielomi. L’esperienza di Humanitas Cancer Center.

L’

ematologia ha fatto da apripista a tutti i più importanti successi ottenuti negli ultimi decenni nella cura del cancro: questo per due motivi: in primo luogo perché è più semplice studiare le cellule tumorali delle malattie ematologiche che sono presenti nel sangue; in secondo luogo per la maggiore semplicità delle anomalie genetiche che le provocano. “La leucemia mieloide cronica, per esempio, è provocata da una sola mutazione genetica (BCR-ABL), mentre in un tumore solido generalmente se ne trovano migliaia - spiega il professor Armando Santoro, direttore di Humanitas Cancer Center e docente di Humanitas University -. Intervenire su un unico bersaglio noto è più semplice che non dover intervenire su una molteplicità di bersagli”. Per la cura dei tumori ematologici, i continui scambi tra laboratorio e letto del paziente sono l’arma vincente. “Per questo presso Humanitas Cancer Center abbiamo organizzato l’ematologia in tre filoni dedicati a leucemie, linfomi, mielomi e trapianti di midollo osseo, in cui ricerca e cura sono strettamente legate tra loro” precisa il professore.

Verso una Medicina sempre più personalizzata L’attenzione ai meccanismi molecolari alla base dei tumori è al centro dell’attività di ricerca e cura in Humanitas: con un considerevole investimento sostenuto anche dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) è stata messa a disposizione di ricercatori e clinici una piattaforma per l’analisi genetica e molecolare delle leucemie acute e croniche. “Questa struttura - spiega il

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Le nuove frontiere del trapianto di midollo osseo

Armando Santoro è direttore di Humanitas Cancer Center e docente di Humanitas University

Matteo Della Porta è responsabile leucemie mielodisplasie e docente di Humanitas University

professor Matteo Della Porta, ematologo di Humanitas - si propone di portare nel giro di tre anni al letto del paziente nuove tecniche per capire e curare meglio le malattie ematologiche, offrendo la possibilità di perfezionare la diagnosi, prevedere con maggiore affidabilità come la malattia si evolverà in quel singolo caso, mettere a punto e scegliere i trattamenti mirati specifici più efficaci. Nel caso delle leucemie e dei linfomi, in particolare, ogni paziente fa storia a sé, ed è indispensabile quindi personalizzare il più possibile l’approccio”. Un progetto di ricerca sostenuto da AIRC cui partecipano i ricercatori di Humanitas prevede per esempio di sviluppare programmi di medicina personalizzata per i pazienti con mielodisplasia, una malattia che spesso precede lo sviluppo di una vera e propria leucemia, e che quindi è molto importante per capire quali sono i meccanismi alla base di questa evoluzione maligna. “Le nuove tecnologie di analisi genomica, e quindi l’accurata diagnosi genetica di ogni paziente, hanno in un certo senso aumentato il livello di risoluzione e ingrandimento con cui possiamo osservare il tumore - prosegue il professor Santoro -. Questa visione più ravvicinata e precisa, insieme con lo sviluppo di nuove terapie mirate, ci ha permesso di ridurre sempre più negli ultimi anni l’uso della chemioterapia tradizionale, con il ben noto carico di tossicità che queste cure portano con sé”.

In alcune forme di leucemia mieloide cronica, i vecchi medicinali sono stati completamente soppiantati dai trattamenti più innovativi, e progressivamente si sta arrivando allo stesso traguardo anche per altre forme di leucemia cronica, alcuni tipi di linfomi come quello follicolare o nel mieloma multiplo. “Contemporaneamente - spiega il professor Carmelo Carlo-Stella, responsabile della sezione di Ematologia e Terapie Sperimentali Oncologiche di Humanitas Cancer Center – le cure mirate hanno cambiato la storia naturale di numerosi tumori del sangue, allungando in maniera significativa le aspettative di vita dei pazienti che ne sono colpiti: condizioni che un tempo non lasciavano che pochi anni di vita oggi diventano croniche. La sopravvivenza del mieloma multiplo, per esempio, negli ultimi vent’anni è aumentata di 3-4 volte”. I nuovi farmaci a bersaglio molecolare hanno quindi migliorato e personalizzato le cure, evitando gli effetti collaterali della chemioterapia tradizionale, ma l’efficacia e la sicurezza devono comunque essere accertate attraverso attenti studi clinici, a cui i pazienti di Humanitas possono accedere, usufruendo così di prospettive terapeutiche innovative. “Anche questi farmaci, spesso assunti per bocca dai pazienti a casa loro, pur non provocando gli effetti collaterali tipici della chemioterapia possono causare tipi diversi di tossicità - spiega Carlo-Stella -. In pazienti che

Carmelo CarloStella è responsabile della sezione di Ematologia e Terapie Sperimentali Oncologiche di Humanitas Cancer Center

Luca Castagna è responsabile delle Terapie Cellulari di Humanitas

Uno studio condotto da due ricercatori di Humanitas, Enrico Lugli e Domenico Mavilio, ha per esempio consentito di approfondire i meccanismi immunologici che si innescano nei pazienti sottoposti a trapianto di midollo da donatore familiare non identico (definito aploidentico). “Da queste ricerche - spiega il dottor Luca Castagna, responsabile delle Terapie Cellulari di Humanitas - è stato programmato uno studio clinico, sostenuto da AIRC, in cui i pazienti vengono trattati dopo il trapianto con linfociti del donatore per potere migliorare la ripresa immunologica e aumentare le risposte immunitarie con microrganismi e cellule della malattia ematologica”. Humanitas Cancer Center ha raggiunto negli anni una particolare esperienza nel trapianto aploidentico. “La disponibilità di un donatore familiare aploidentico, infatti, consente di eliminare il problema della ricerca di un donatore - spiega il dottor Castagna -. Il lavoro di ricerca e clinica condotto a partire dal 2009 ci permette di affermare che questo tipo di trapianto oggi offre tassi di successo comparabili a quelli del trapianto identico. Anzi, con il metodo sviluppato nei nostri laboratori, l’incidenza di complicazioni gravi come le reazioni del trapianto contro l’ospite acute e croniche sono addirittura inferiori a quelle registrate con il trapianto da donatore perfettamente compatibile”. Ancora una volta, l’alleanza tra ricerca e cura si rivela vincente.

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Chirurghi e robot per la cura del polmone

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Con i robot in Urologia Humanitas fa scuola in Europa La Società Europea di Urologia ha certificato Humanitas come primo centro in Italia, e uno dei pochi in Europa, abilitato a effettuare un training internazionale sulla chirurgia robotica in ambito urologico.

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G Giorgio Ferruccio Guazzoni è fra i protagonisti della campagna 5x1000 di Humanitas (www. humanitas.it/5x1000)

li urologi imparano in Humanitas a diventare chirurghi robotici. Grazie al riconoscimento di training centre attribuito all’ospedale dalla Società Europea di Urologia, gli specialisti dell’Urologia di Humanitas, diretti dal professor Giorgio Guazzoni, offrono ai colleghi l’opportunità di approfondire sul campo tecniche operatorie e simulazioni di intervento. Attraverso i corsi pratici hands-on, i medici in formazione provenienti da tutta Europa potranno prendere parte alle sessioni di addestramento e approfondire i diversi aspetti di questa chirurgia all’avanguardia. “La complessità delle tecniche chirurgiche - spiega il professor Guazzoni - impone una formazione approfondita presso centri dedicati, dove l’alto volume delle prestazioni e l’elevata specializzazione dei chirurghi vadano di pari passo con l’utilizzo delle tecnologie più moderne”. “Il nostro centro - aggiunge il dottor Nicolò Buffi, urologo di Humanitas - è stato riconosciuto come punto di riferimento per la robotica applicata all’Urologia sulla base del numero di interventi annui effettuati (oltre 250), delle pubblicazioni in ambito robotico (più di 5) e della presenza di almeno due specialisti senior che utilizzano il robot”.

a chirurgia può essere più efficace e mini invasiva grazie all’uso dei robot in sala operatoria. Non è una promessa del futuro, ma già il nostro presente, come è emerso dal workshop che si è tenuto in Humanitas, organizzato dal dottor Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell’ospedale e dalla dottoressa Giulia Veronesi, responsabile della sezione di Chirurgia robotica. Con loro si sono scambiati esperienze chirurghi provenienti da tutto il mondo, mentre il professor Marco Montorsi, rettore di Humanitas University e responsabile di Chirurgia generale e digestiva, ha parlato della sfida che la robotica lancia al mondo accademico. Il direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Roberto Cingolani, si è poi soffermato sui nuovi dispositivi allo studio, tra cui uno strumento per il trattamento robotizzato delle lesioni della laringe e un robot che consente l’approccio chirurgico al corpo umano attraverso i vasi sanguigni. “Viviamo un tempo di accelerazioni - spiega il dottor Alloisio - che sposta in avanti anche le frontiere della chirurgia. Il robot non sostituisce il chirurgo, ma lo aiuta e soprattutto migliora la qualità della vita al paziente. La robotica sarà sempre più protagonista e non può che diventare

più diffusa, in considerazione della sua zione della visione, che è tridimensionale operatività a distanza, grazie alla tele- e a immersione. Mancano tuttavia ancora chirurgia”. dati solidi sui benefici per i paL’Italia è storicamente tra i Paesi zienti, in termini di decorso post all’avanguardia per l’impiego deloperatorio e complicanze rispetto la chirurgia robotica per la cura di alla videotoracoscopia manuale”. diverse malattie. La chirurgia robotica replica le “Il ricorso al bisturi per i tumori stesse fasi di quella aperta tradidel torace, in particolare quelli del zionale ma con un minor trauma polmone, tuttavia, non è ancora per i pazienti, migliorandone quinabbastanza diffuso - prosegue di la qualità di vita. L’uso del robot Marco Alloisio è Alloisio -: in questo ambito la responsabile della permette inoltre di rimuovere i robotica rappresenta una nicchia Chirurgia Toracica in linfonodi mediastinici con magperché l’asportazione dei lobi Humanitas giore efficacia e di raggiungere del polmone è fra gli interventi punti dove la videotoracoscopia più delicati. Sono pochi i centri manuale ha difficoltà ad arrivare. che utilizzano la robotica su base Questa tecnica è prevalentemente routinaria e tra questi c’è Humaindicata infatti per l’asportazione nitas”. di tumori più precoci mentre la Tuttavia, la comunità scientifica robotica potrebbe essere impieha documentato con diverse gata per tumori anche in stadio pubblicazioni i vantaggi della più avanzato in modo che più chirurgia robotica anche a livello Giulia Veronesi è pazienti possano beneficiare di toracico: “Rispetto alla videoto- responsabile della racoscopia, cioè all’approccio sezione di Chirurgia trattamenti meno traumatici. robotica in Humanitas Uno studio prospettico, di cui mininvasivo manuale precursore sono state messe le basi nel corso della robotica, quest’ultima - spiedel workshop, metterà a confronga la dottoressa Giulia Veronesi to le due tecniche nei diversi tipi di pa- ha apportato vantaggi tecnici indiscuzienti, per raccogliere prove sui rispettivi tibili, quali la maggiore ergonomicità e precisione dei movimenti e l’ottimizza- vantaggi e limiti.

senologia, Quinta certificazione internazionale per la Breast Unit di Humanitas

L

a Senologia di Humanitas ha ottenuto per il quinto anno consecutivo la riconferma della certificazione di qualità europea Eusoma (European Society of Breast Cancer Specialist),

basato su ben 22 indicatori di qualità. “Un riconoscimento importante - spiega il dottor Corrado Tinterri, responsabile della Breast Unit di Humanitas Cancer Center - che contraddistingue le strutture senologiche di eccellenza”. “La Breast Unit di Humanitas Cancer Center - aggiunge il dottor Wolfgang Gatzemeier, vice direttore dell’Unità operativa di Senologia - offre alla paziente un valore aggiunto in termini di qualità delle cure, comfort, percorsi dedicati e multidisciplinarietà degli specialisti, con una case manager che accompagna le pazienti durante tutto il percorso. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che le donne trattate all’interno di queste unità certificate hanno fino al 18% di probabilità in più di sopravvivere alla malattia rispetto a quelle curate in strutture ospedaliere generaliste”.

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Al cuore della ricerca per la salute dei pazienti

Anche in campo cardiologico l’obiettivo degli studi che si conducono in Humanitas è sempre mirato alla diagnosi e alla terapia.

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econdo l’Organizzazione mondiale della sanità, le malattie cardiovascolari colpiscono circa l’1% della popolazione mondiale provocando circa 17,3 milioni di vittime l’anno. Il loro peso sulla salute globale va inoltre aumentando, via via che i Paesi a medio e basso reddito acquisiscono stili di vita più simili a quelli delle zone più ricche del pianeta. Sebbene nei decenni scorsi il miglior controllo di alcuni fattori di rischio, come la pressione arteriosa e i tassi di colesterolo, abbia permesso di ridurre la mortalità per queste malattie in Europa e negli Stati Uniti, esse continuano a detenere il triste primate di prima causa di morte, solo in alcune zone sovrastate dal cancro. Occorre quindi ancora un grosso sforzo per individuare nuovi metodi di diagnosi precoce e di trattamento per ridurne l’impatto. Al Cardio Center di Humanitas, ricercatori e clinici lavorano fianco a fianco perché le più recenti acquisizioni della scienza siano trasferite più rapidamente

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Humanitas - N. 2/2016

possibile alla clinica, apportando benefici per la cura dei pazienti. “Un campo molto promettente su cui stiamo lavorando è per esempio quello dei microRNA, piccole molecole che regolano l’espressione dei geni nelle cellule che si pos-

sono ritrovare in diversa proporzione anche nel sangue - spiega il professor Gianluigi Condorelli, direttore della Ricerca cardiovascolare in Humanitas e professore di Cardiologia all’Università degli studi di Milano -. Alcuni di questi microRNA possono servire come marcatori per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie, oppure, considerato il loro ruolo fondamentale nell’attività della cellula, possono essere utilizzati come bersagli per lo sviluppo di nuove terapie che, a seconda dei casi, mimino o inibiscano la loro funzione”. Lo studio del dottor Leonardo Elia, per esempio, ha messo in luce nuovi aspetti del ruolo di queste molecole, e in particolare del complesso microRNA 143-145: il giovane ricercatore di Humanitas ha dimostrato che questi fattori intervengono nella comunicazione tra diversi tipi di cellule che costituiscono i vasi sanguigni. In questo modo riducono la crescita e la formazione di nuovi vasi, un fenomeno, detto “angiogenesi”, importante nei meccanismi di sviluppo e disseminazione del cancro, ma che potrebbe avere ricadute anche per le malattie di cuore e vasi. Anche le nanotecnologie, basate sull’uso di particelle di dimensioni inferiori a un millesimo di millimetro, potrebbero essere in futuro utilizzate per migliorare l’efficacia delle cure nelle malattie cardiovascolari. L’approccio che si sta sperimentando nella cura del cancro, provando a portare i medicinali all’interno dei tumori dopo averli legati a nanoparticelle di diverso tipo, potrebbe recare vantaggi anche in alcune malattie cardiache. “Uno studio condotto in Humanitas dal dottor Daniele Catalucci, finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero della Salute, ha dimostrato le brillanti prospettive offerte da particolari nanoparticelle a base di fosfato di calcio, biocompatibili e riassorbibili dall’organismo senza danno, che possono por-

Gianluigi Condorelli è fra i protagonisti della campagna 5x1000 di Humanitas (www. humanitas.it/5x1000)

tare all’interno delle cellule cardiache molecole attive e potenzialmente terapeutiche senza interferire con l’eccitabilità e la contrattilità delle cellule stesse, né provocando altre conseguenze tossiche” prosegue il professor Condorelli. Infine, non mancherà probabilmente di avere effetti in cardiologia, come nel resto della medicina, quella che da molti è considerata la più importante conquista scientifica degli ultimi anni, cioè la possibilità di correggere facilmente il DNA con il metodo chiamato CRISPR/Cas9. “L’impatto di questa nuova tecnologia sarà importante per le malattie cardiache su base genetica - conclude il cardiologo - ma potrebbe estendersi anche ad altre patologie”.

A caccia del migliore “stent”

N Giulio Stefanini è specialista dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica e Interventistica

egli ultimi decenni sono state messe a punto diverse strategie per ristabilire il flusso sanguigno nelle coronarie ostruite dall’aterosclerosi, attraverso l’inserimento di tubicini chiamati “stent”, fatti risalire dall’arteria femorale fino al cuore. Il dottor Giulio Stefanini, della sezione di Emodinamica, Cardiologia invasiva e Unità di cura coronarica di Humanitas ha partecipato a un grande studio internazionale, che ha esaminato i risultati ottenuti da 27 studi clinici pubblicati tra il 2001 e il 2014 per passare in rassegna i risultati ottenuti con i diversi approcci. Obiettivo del lavoro verificare quale metodo riducesse di più il rischio che l’arteria disostruita si occludesse di nuovo, andando incontro cioè a una nuova restenosi. Le conclusioni, pubblicate sull’importante rivista medica The Lancet, suggeriscono una superiorità del trattamento con stent medicati di ultima generazione che rilasciano un farmaco, l’everolimus sebbene anche i cosiddetti “palloncini” medicati possano presentare dei vantaggi. Il risultato di questa ricerca ha riflessi pratici importanti: ogni anno nel mondo, infatti, più di 2 milioni di persone sono sottoposte a questo tipo di trattamenti. Solo in Humanitas se ne effettua circa un migliaio.

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Alberto Albanese è fra i protagonisti della campagna 5x1000 di Humanitas (www. humanitas.it/5x1000)

Parkinson: un aiuto dagli elettrodi L’impianto di elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS) si esegue in Humanitas con lo stesso approccio adottato nei migliori centri del Nord America: ricoveri brevi, regolazione fine ottenuta nel tempo.

12

Humanitas - N. 2/2016

D

opo una sola settimana, la paziente è uscita dall’ospedale, per poi tornare al primo controllo a distanza di un mese. Eppure era stata sottoposta a un intervento delicato e impegnativo, che prevede l’impianto di un elettrodo in un nucleo profondo del cervello, da associare ai farmaci per la cura del morbo di Parkinson. “L’approccio seguito in Humanitas è lo stesso adottato nei grandi centri del Nord America - dice

Piero Picozzi è responsabile di Gamma Knife di Humanitas

il professor Alberto Albanese, responsabile di Neurologia in Humanitas -. Invece di tenere ricoverati i pazienti a lungo, per regolare la stimolazione elettrica necessaria a ottenere un controllo ottimale del movimento, aspettiamo che anche l’ultimo residuo di edema cerebrale conseguente all’operazione si sia assorbito. Solo allora accendiamo il generatore di impulsi”. “La stimolazione cerebrale profonda (o Deep Brain Stimulation, in sigla DBS) è una tecnica che prevede di impiantare nel nucleo subtalamico del paziente, nella profondità del mesencefalo (vedi figura), un elettrodo capace di modulare l’attività di questo nucleo, che è sregolata nel morbo di Parkinson e in altre malattie del movimento spiega il dottor Piero Picozzi, responsabile di Gamma Knife di Humanitas -. Ciò permette di migliorare le prestazioni del paziente stesso e ridurre le dosi dei farmaci, limitandone gli effetti collaterali”. Il delicato equilibrio necessario a raggiungere questo obiettivo si raggiunge lentamente, nel giro di tre mesi, riducendo progressivamente il dosaggio dei farmaci a mano a mano che si aumenta la forza della stimolazione elettrica, fino a quando si ottiene il miglior controllo del movimento con il minor contributo possibile dei medicinali. “L’intervento comunque non è per tutti - precisa il professor Albanese -. È indicata solo, in combinazione con i farmaci, per i pazienti più giovani, senza segni di malattia nella parte centrale del corpo ma solo agli arti, in cui le capacità cognitive non sono compromesse”. La nuova tecnica è particolarmente raccomandata anche per coloro in cui il Parkinson si manifesta in maniera asimmetrica, poiché la malattia colpisce diversamente le due parti del cervello. “Mentre i farmaci si diffondono allo stesso modo in tutto il cervello, la stimolazione elettrica può essere modulata in modo da agire più in un emisfero che nell’altro”. In questi sottogruppi di malati, quindi, la stimolazione cerebrale profonda può cambiare decisamente la qualità della vita, migliorando il movimento e riducendo gli effetti collaterali indesiderati provocati dai farmaci.

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is

Lobo ParIetaLe > sensazioni > linguaggio > lettura > comprensione e concentrazione > orientamento topografico Lobo oCCIPItaLe > visione

IPPoCamPo > formazione e gestione della memoria

04

L

nelli, ha mostrato i vasi aspetti sotto cui il tempo è importante

È il momento di dar tempo al cervello

numero sinapsi

1016 SInaPSI

SPIne dendrItIChe

Le sinapsi permettono al segnale di trasferirsi da un neurone all’altro (trasmissione sinaptica). Le sinapsi sono anche il magazzino della memoria (apprendimento e ricordo).

molte sinapsi si formano sulle spine dendritiche. durante l’apprendimento le spine dendritiche aumentano di numero e dimensione.

• Un pannello ha mostrato la storia della diagnosi, come cioè

individuo sano

rimodellamento sinapsi età adulta Fonte: Penzes et al. 2011

nell’immagine si evidenzia la zona colpita dalla malattia

Parkinson

la degenerazione riguarda

la degenerazione riguarda

LA SoStAnzA nerA

la degenerazione riguarda

Le malattie neurologiche degenerative causano una progressiva perdita di neuroni nel sistema nervoso. Si tratta di un anticipato “invecchiamento” di popolazioni neuronali specifiche, ciascuna delle quali svolge funzioni diverse.

nell’immagine in basso l’atrofia del cervelletto in un paziente con atassia degenerativa. In quella in alto un cervelletto sano

Kumar et al: robbins & Cotran Pathologic basis of disease, 8th ed. Copyright 2009 by Sauders

W. Xu et al., alzheimer’s disease: a Clinical Perspective, In: “neurodegenerative diseases”, a cura di U. Kishore, Intech 2013

Immagine di repertorio

holmes G., brain, 30; 466–489 (1907)

Sinapsi perse fino a 830 bilioni fino a 14 bilioni fino a 230 milioni

09.23

ore

10.01 somministrazione farmaco fibrinolitico ed eventuale intervento di disostruzione dell’arteria cerebrale media di destra risultato finale: ricanalizzazione completa dell’arteria.

CHe CoS’è? ImpArAre A rIApprenDere

nell’immagine la risonanza magnetica con studio di fiber tracking descrive i fasci rilevanti per il linguaggio e per altre funzioni cognitive superiori, in rapporto al tumore

1895

perCHè è ImporTAnTe? per il recupero dei pazienti che hanno subito lesioni cerebrali o del sistema nervoso centrale (quali ictus, malattie degenerative, lesioni di diversa natura) e per la neuroriabilitazione, si propone di potenziare al massimo il fenomeno della neuroplasticità per raggiungere recuperi migliori.

tumore primitivo

TECNOLOGIE DI ImAGING:

tecnOLOgia è sicurezza

UN SECOLO DI PrOGrESSI STrAOrDINArI

materiali e apparecchiature sofisticati consentono interventi sempre più complessi con livelli di sicurezza mai raggiunti prima. Alcuni degli strumenti utilizzati nella chirurgia endovascolare: > spirali > stent > diversore di flusso > diversore intrasacculare

Un viaggio dalla diagnostica invasiva alla moderna diagnostica non invasiva.

Scoperta dei raggi X. Wilhelm Conrad röntgen: Nobel 1901

1972

1980

1990

L’invenzione della TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) rivoluziona la diagnostica per immagini. Sir Godfrey Hounsfield: Nobel 1979

Introduzione della risonanza magnetica a uso clinico. Lauterbur e mansfield: Nobel 2003

Introduzione di PET (tomografia a emissione di positroni), SPECT (tomografia a emissione di protone singolo) e risonanza magnetica funzionale per lo studio del Cervello

Diagnosticare per immagini

Ricostruzione 3D delle arterie cerebrali e dell’aneurisma

La terapia endOvascOLare deLLe patOLOgie vascOLari cerebraLi > è mini-invasiva > richiede tempi di degenza molto brevi > è possibile tornare immediatamente alle proprie normali attività

Un aneurisma cerebrale (possibile causa di emorragia) documentato con un’angiografia

Il cervello è un organo in continuo movimento. I neuroni e le loro connessioni sono “plastici”, possono cioè modificarsi nel corso del tempo. La neuroplasticità è il processo attraverso cui il cervello nel tempo riorganizza i propri circuiti e quindi le proprie funzioni.

neuroriabilitazione

nell’immagine con studio PET si documenta l’attività metabolica di una lesione cerebrale sospetta (in giallo e arancione)

nell’immagine la risonanza magnetica con studio di fiber tracking descrive i fasci rilevanti per il controllo e l’esecuzione del movimento

06

05

neuroplasticità

tumore primitivo

vità dei neuroni, danneggiati da lesioni di diversa natura.

migliore sarà la qualità di vita dei pazienti

La temPIStICa è tUtto: daLLa dIaGnoSI PreCoCe aLL’Intervento Il nuovo orizzonte della ricerca punta a ritardare il processo degenerativo grazie a una diagnosi più precoce, individuando i soggetti a rischio e i sintomi premonitori che possono rappresentare eventi sentinella. Si punta a somministrare “terapie protettive”.

Fonte immagini

Neuroni persi fino a 120 milioni fino a 1,9 milioni fino a 32.000

• Il tempo infine è anche quel che consente il recupero dell’attiL’Ictus: malattia tempo-dipendente

Le malattie progressive l’inizio delle terapie protettive è precoce

ore

diagnosi di territorio già infartuato e a rischio infarto

dopo il processo di apprendimento

trattamenti di alcune patologie, soprattutto l’ictus.

la degenerazione riguarda

iL cerveLLetto

TrATTAmenTo DegLI ICTuS > nuovi trattamenti che ripristinano il flusso di sangue al cervello, riducendo al minimo i danni: terapie farmacologiche o interventistiche > devono essere attuate entro pochissime ore dall’evento ischemico.

nell’immagine due dendriti: prima dell’apprendimento

• Il fattore tempo è però vitale anche e soprattutto per l’esito dei

Atassie

i motoneuroni

diagnosi con angio TAC, ricostruzione 3D ed eventuale TAC perfusionale: nell’immagine si evidenzia un’ostruzione dell’arteria cerebrale media

Fonte: Stroke-Journal of the American Heart Association Autore: J. L. Saver 2006

progressi tecnologici.

Laterale amiotrofica SLA Sclerosi

midollo spinale

Come FunzIonA? La neuroplasticità consente alle parti del sistema nervoso che non sono state colpite, di assumere una parte delle funzioni perdute in seguito alla lesione Il cervello si riorganizza salvaguardando le funzioni (ad esempio: capacità di muoversi, parlare, contare).

Come SI ATTIvA?

La neuroplasticità in presenza di un tumore Anche in presenza di un tumore il cervello si riorganizza salvaguardando le funzioni. per questo motivo la neurochirurgia più avanzata studia come i circuiti si sono riprogrammati intorno al tumore nel singolo paziente, li riconosce durante l’intervento e preserva al massimo l’integrità della persona.

La neuroplasticità non è un fenomeno istantaneo, ma un processo continuo, che si attiva sia spontaneamente, sia mediante esercizi specifici mirati a facilitare questa capacità di “compensazione” del sistema nervoso.

Il risultato del trattamento endovascolare dell’aneurisma

Tecnologie avanzate per la cura

Oggi in Humanitas

07

LA rADIOCHIrUrGIA CON GAmmA KNIfE Tra le tecnologie a disposizione degli specialisti dell’Humanitas Neuro Center: TAC in sala operatoria O-Arm, risonanza magnetica, diagnosi di Alzheimer tramite PET.

Humanitas - N. 2/2016

all’ora al minuto al secondo

lattie del cervello, che anche in questo caso si è avvalsa dei

Alzheimer

I motoneuroni contenuti nel midollo spinale e nell’area motoria del cervello degenerano nella SLa. La freccia indica l’area in degenerazione

09.19

Stima della perdita di circuiti neuronali, durante l’ictus da ostruzione di una grossa arteria del cervello

• Fondamentale è l’evoluzione nel tempo della cura delle ma-

Neurone

...e come invecchia

14

L’ISCHemIA TrAnSITorIA è un “ALLArme ICTuS” > un segnale che va preso molto sul serio > in 1/3 dei casi l’ictus è preceduto da un attacco ischemico transitorio > in genere l’ictus potrà avvenire entro 1 anno > alla comparsa dell’attacco ischemico transitorio, attuare azioni per prevenire l’ictus.

Sostanza nera

L’iPPocAmPo

ore

ICTuS CerebrALe se si impedisce al sangue, ricco di ossigeno, di raggiungere il cervello i neuroni muoiono, creando grave danno e disabilità.

e delle sue malattie. 03

La freccia nell’immagine a destra, indicata l’atrofia dell’ippocampo. nell’immagine a sinistra un cervello sano

09.09

L’Ictus: malattia tempo-dipendente

sempre più la capacità di risoluzione per l’imaging del cervello

schizofrenia alzheimer

adolescenza

ore

ATTACCo ISCHemICo TrAnSITorIo > causato da un’ostruzione transitoria temporanea > i sintomi compaiono rapidamente > durano per un tempo abbastanza breve: di norma poche ore > quando l’attacco termina, in genere, non lascia lesioni permanenti nel cervello.

l’avanzamento delle tecnologie abbia permesso di aumentare

autismo

infanzia

Q

gressi della ricerca sul cervello, dai suoi albori fino a oggi.

fisiologia e patologie

mantenimento formazione sinapsi

nascita

uattro passi nello sviluppo del cervello nell’arco della nostra vita (dalla nascita all’invecchiamento), nel meraviglioso e vasto mondo delle Neuroscienze, nelle immagini e nelle tecnologie che ci permettono di “vedere il cervello”, per diagnosticare per tempo le patologie (tempo-dipendenti o croniche), intervenire tempestivamente, curare al meglio e riabilitare. Ma la mostra “Tempo è cervello” esposta in Humanitas in occasione della settimana del cervello, promossa dalla Società italiana di Neurologia e dall’European Academy of Neurology, è anche un salto nel tempo, dal passato al futuro della Ricerca: dal primo papiro “neurochirurgico” egiziano, alle straordinarie scoperte scientifiche degli ultimi 100 anni, fino alle frontiere future.

• Una linea del tempo attraverso due poster ha illustrato i pro-

SvILUPPo deLLe ConneSSIonI SInaPtIChe

02

In occasione della Settimana mondiale del cervello, una mostra multimediale in ospedale. Un viaggio nello sviluppo dell’organo e nella storia di diagnosi e cura, tra i consigli degli esperti per la prevenzione e il trattamento tempestivo delle malattie neurologiche, in particolare l’ictus.

per la conoscenza e la salute del cervello.

1011 neUronI

pAzIenTe CoLpITo DA ICTuS: eCCo CoSA ACCADe, mInuTo per mInuTo, neL noSTro pronTo SoCCorSo e STroke unIT

arrivo in pronto soccorso e TAC immediata

a mostra che si è tenuta in Humanitas, attraverso diversi pan-

Come si sviluppa il cervello... miliardi di neuroni comunicano attraverso centinaia di miliardi di sinapsi.

n

Il fattore tempo si declina così

Lobo temPoraLe > abilità uditive > articolazione della parola > comportamento

anatomIa e FUnzIonI deL CerveLLo

brai

Time

Lobo FrontaLe > funzioni motorie > personalità > organizzazione del pensiero razionale > pianificazione

TAC in sala operatoria, O-Arm

risonanza magnetica

> la macchina focalizza con precisione 192 fasci di radiazione generati da sorgenti di Cobalto 60 > è possibile colpire con una precisione di decimi di millimetro piccole lesioni all’interno del cranio.

> non richiede incisioni della cute, né di tagliare i capelli > con un ricovero day-hospital, in anestesia locale, è possibile curare piccoli tumori intracranici (neurinomi, metastasi, meningiomi) e malformazioni Artero-Venose senza interventi chirurgici invasivi.

PrImA

malformazione artero venosa prima e dopo il trattamento con gamma-Knife

DOPO

N. 2/2016 - Humanitas 15


video pillole dei nostri esperti neurologi sul giornale on line www.humanitasalute.it

E soprattutto: una guida con i consigli del team Humanitas Neuro Center per far star bene il nostro cervello e vivere meglio, grazie all’alimentazione, all’attività fisica, all’allenamento cognitivo. “Tempo è cervello” perché intervenire per tempo nell’ictus, che in un terzo dei casi è preceduto da un attacco ischemico transitorio, permette di ridurne o neutralizzarne l’impatto. Nelle malattie neurologiche croniche significa ritardare il processo degenerativo che causa la perdita di neuroni e quindi l’invecchiamento precoce del cervello. Vuol dire anche intercettare gli eventi sentinella che possono individuare i soggetti a rischio, fare diagnosi precoce e infine curare al meglio e quindi riabilitare, perché la diagnosi precoce delle patologie neurologiche ha dimostrato essere fondamentale per garantire al paziente un’evoluzione della malattia il più favorevole possibile.

Tempo di prevenzione Tra i contenuti della mostra, i consigli degli specialisti per prendersi cura del cervello: 1. BUON SONNO durante il sonno le connessioni cerebrali (sinapsi) si riorganizzano. Alcuni circuiti neuronali si rafforzano, mentre altri vengono depotenziati e

11 test di memoriA verbAle

(effetto strooP)

(15 PArole di rey)

10

verde rosso blu rosso

test visuo-costruttivo e di memoriA non-verbAle

verde

(fiGurA di rey)

blu rosso rosso

...buon sonno durante il sonno le connessioni cerebrali (sinapsi) si riorganizzano: alcuni circuiti neuronali si rafforzano, mentre altri vengono depotenziati e eliminati.

verde blu

rare le prestazioni o i l g d mi

cervello? ostro el n

Tenda Tamburo caffè cintura Sole giardino Baffi forestra fiume Paesano colore Tacchino Scuola casa cappello

eliminati.

+ letture che stimolino la fantasia + apprendimento di una lingua + studio di uno strumento musicale o tecnologico permettono di modellare i nostri schemi cognitivi e renderli più flessibili.

test esecutivo

com e

test di rAGionAmento non-verbAle (mAtrici di rAven)

...AllenAmento dellA mente

dedicAre temPo A...

2. ALLENARE LA MENTE • letture che stimolino la fantasia • apprendimento di una lingua • studio di uno strumento musicale o tecnologico

...Attività fisicA

permettono di modellare i nostri schemi cognitivi e ren-

è un modo eccezionale per ottenere: + ossigenazione del sistema nervoso + produzione di endorfine che tengono alto il tono dell’umore + fattori neurotrofici

sferi che corrispondono a importanti facoltà della mente. Un modo divertente per valutare la capacità del proprio cervello di: • risolvere problemi in situazioni nuove, indipendentemente dalle conoscenze acquisite. • apprendere e richiamare informazioni verbali, a distanza

e

attraverso giochi come quelli proposti nella mostra,

per aiutare il cervello ad accendere e allenare specifici emi-

Aree AttivAte dAl test

ro

o de fer

mi

Corteccia occipitale Corteccia parietale Corteccia prefrontale

A cosA serve il test? valuta la capacità di risolvere problemi in situazioni nuove, indipendentemente dalle conoscenze acquisite.

istruZioni non leggere le parole, ma identifica e nomina il colore con cui le parole sono scritte. cerca di essere il più veloce (cronometrati) e accurato possibile.

stro

sin

o sinistro sfer ippocampo sinistro Corteccia temporale mesiale sinistra

A cosA serve il test? valuta la capacità di apprendere e richiamare informazioni verbali, a distanza di tempo.

ippocampo destro Corteccia temporale mesiale destra

A cosA serve il test? valuta la capacità di costruire strutture complesse e quella di apprendere e richiamare informazioni non-verbali a distanza di tempo.

Corteccia prefrontale Giro frontale inferiore Corteccia cingolata anteriore

A cosA serve il test? valuta la capacità di inibire una risposta automatica per privilegiare una risposta alternativa pianificata.

informazioni non-verbali a distanza di tempo. • inibire una risposta automatica per privilegiare una risposta alternativa pianificata.

16

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• ossigenazione del sistema nervoso • produzione di endorfine che tengono alto il tono dell’u-

Tra tutti gli sport, la corsa aumenta i livelli
 di produziocervello a riposo...

...AlimentAZione e dietA

cArAtteristiche

broccoli e Altre brAssicAcee (cAvoli, alto contenuto di vitamina c cAvolini, cAvolfiori...) e acido folico

...e dopo 20 minuti di camminata

effetti

aumento di memoria, concentrazione e attenzione

costituite al 20% di proteine contengono acido linoleico (acidi mantenimento delle noci grassi omega 6), acido alfafunzionalità del sistema linoleico (acidi grassi omega 3) nervoso e vitamina e e b6 curcumA contiene la curcumina

che potenzia la funzione delle nostre sinapsi, favorisce la antidepressivo.

LA LISTA DELLA SPESA “BrAIn frIEnDLy” conSIgLIATA DALL’humAnITAS nEuro cEnTEr Alimento

ne del fattore BDNF, una proteina chiave per il cervello, formazione di nuovi neuroni e ha un importante effetto

proprietà antinfiammatorie, aiuto nella prevenzione dell’Alzheimer

antocianine mirtilli contengono e cianidine

riduzione dell’attività dei radicali liberi e azione antinfiammatoria

cioccolAto ricco di flavonoidi del cacao fondente

prevenzione del declino cognitivo

lo sAPevi che? correre fA bene Al cervello la corsa aumenta i livelli di produzione del fattore bdnf che potenzia la funzione delle nostre sinapsi, favorisce la formazione di nuovi neuroni e ha un importante effetto antidepressivo. fonte: neeper s.A., Gómez-Pinilla f., choi J., cotman c. exercise and brain neurotrophins. nature.1995 vol 373, p.109

4. ALIMENTAZIONE E DIETA BRAIN FRIENDLY • Broccoli e brassicacee (cavoli, cavolfiori e cavolini): aumentano la memoria, concentrazione e attenzione; • Noci: mantengono la funzionalità del sistema nervoso; • Curcuma: ha proprietà antinfiammatorie e aiuta nella prevenzione dell’Alzheimer; • Mirtilli: riducono l’attività dei radicali liberi e hanno proprietà antinfiammatorie; • Cioccolato: previene il declino cognitivo. 5. ATTIVITÀ SOCIALE

di tempo. • costruire strutture complesse, apprendere e richiamare

È un modo eccezionale per ottenere

• fattori neurotrofici.

è importante essere attivi nella comunità e nel mondo che ci circonda. È fondamentale combinare dieta, esercizio fisico e mentale, meglio se in compagnia.

istro

e m i s fe

ro

s

e st

istruZioni osserva bene questo disegno astratto, perchè dovrai riprodurlo. cerca di essere il più preciso possibile, mantenendo le proporzioni e copiando tutti gli elementi. dopo 15 minuti riproduci ciò che ricordi del disegno.

e mi

O

gnuno può e deve dedicare tempo al cervello, anche

e m i s fe r od

Il gioco fa bene alla mente

istruZioni leggi con attenzione le 15 parole della lista e cerca di ripeterne il maggior numero possibile (non è importante l’ordine con cui richiami le parole). fallo 5 volte. Poi, dopo 15 minuti, quante parole della lista ricordi?

3. ATTIVITÀ FISICA

more

...Attività sociAle

istruZioni ci sono una serie di disegni cui manca un pezzo. identifica il pezzo mancante tra i 6 proposti, scegliendo quello che completa al meglio il disegno incompleto.

derli più flessibili.

È importante essere attivi nella comunità e nel mondo che ci circonda. È fondamentale combinare dieta, esercizio fisico e mentale, meglio se in compagnia.

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Giro di boa sulle staminali per il morbo di Crohn

In procinto di dire

addio all’

La diffusione dei nuovi farmaci potrebbe rendere la malattia rara nel giro di pochi anni.

L’

epatite C è una malattia la cui storia naturale è cambiata drasticamente negli ultimi due anni, tanto che qualcuno ritiene che entro il 2020 questa comune infezione possa diventare una malattia rara. Merito della recente introduzione di nuovi farmaci, di straordinaria efficacia e con pochissimi effetti collaterali, che per la prima volta nella storia della medicina permettono non solo di controllare un’infezione virale, come già si fa anche con altre condizioni come l’AIDS, ma di estirpare completamente il virus dall’organismo del paziente, in media con sole 12 settimane di trattamento. “Tra qualche anno, entrando in reparto, mi aspetto di non trovare più pazienti con cirrosi epatica scompensata provocata dal virus dell’epatite C - dice il professor Savino Bruno, responsabile dell’Unità operativa di Medicina interna ed Epatologia dell’Istituto Clinico Humanitas -. Per ora la priorità è stata data ai pazienti con fibrosi avanzata e cirrosi, ma una volta trattati questi casi più gravi si dovrà estendere la possibilità di accedere ai farmaci anche agli altri”. La scelta si è resa necessaria per il costo esor-

18

Humanitas - N. 2/2016

Savino Bruno è direttore del Dipartimento di Medicina interna di Humanitas

bitante di queste terapie, che inizialmente sono state messe sul mercato al prezzo di circa 90.000 dollari negli Stati Uniti e 50.000 euro in Europa. L’Agenzia italiana del farmaco è riuscita a negoziare con le aziende condizioni più favorevoli, che dovrebbero consentire di trattare gratuitamente circa 50.000 pazienti, a spese del Sistema sanitario nazionale. I portatori del virus, tuttavia, sono molti di più. Spesso non sanno di esserlo, perché il virus può restare nell’organismo per molti decenni prima che in circa l’80% dei casi comincino a manifestarsi disturbi, sintomatici di un iniziale danno epatico che in una piccola quota di pazienti possono portare fino all’insufficienza epatica e a richiedere il trapianto di fegato. “Eliminare l’infezione nei pazienti con cirrosi significa restituire loro la stessa aspettativa di vita della popolazione generale di pari sesso ed età - spiega il professore, raccontando come si è ottenuto questo risultato senza precedenti -. Nel 2000 si è creata in laboratorio una sorta di virus artificiale, il “replicone”, su cui è stato possibile testare una lunga serie di molecole, alla ricerca di quelle capaci di bloccare la replicazione. Da lì a trovare i farmaci più efficaci, è stato un gioco da ragazzi”.

Dal Centro di Malattie infiammatorie intestinali di Humanitas nuove prospettive per il trattamento delle malattie croniche attraverso le terapie cellulari.

Silvio Danese è stato di recente nominato Presidente Eletto della European Crohn’s and Colitis Organisation (ECCO), la più grande associazione internazionale di specialisti in Malattie Infiammatorie Intestinali, fondata nel 2001 con l’obiettivo di migliorare le cure dei pazienti affetti da queste patologie

P

er i pazienti con malattia di Crohn refrattaria ad altre terapie, la soluzione del trapianto di cellule staminali emopoietiche non si è rivelata vincente. Si pensava che questa procedura, utilizzata per la cura di alcune forme di leucemia, potesse “resettare” il sistema immunitario e quindi interrompere il processo infiammatorio cronico alla base della malattia intestinale. “Ma in un lavoro che abbiamo pubblicato sul Journal of the American Medical Association insieme ad altri ricercatori di tutto il mondo abbiamo dimostrato che, nonostante vi sia un buon grado di risposta clinica in alcuni pazienti, i rischi della procedura possono sovrastare i possibili benefici” spiega il professor Silvio Danese, responsabile del Centro per le malattie infiammatore intestinali di Humanitas e docente di Humanitas University. “Più promettente sembra invece l’uso di un tipo completamente diverso di staminali, dette mesenchimali, che da molti anni sono oggetto di interesse da parte dei ricercatori perché, oltre alla loro capacità di generare nuove linee di cellule di grasso, osso e cartilagine rilasciano intorno a sé sostanze che sembrano capaci di modulare l’attività del sistema immunitario”. Al recente congresso ECCO di Amsterdam, dedicato a que-

ste malattie, sono stati presentati gli interessanti risultati ottenuti applicando localmente queste cellule nella zona perianale quando questa è colpita dalle fistole tipiche della malattia di Crohn: “In questi casi è importante la bonifica locale effettuata dal chirurgo per rimuovere i focolai di infezione, ma poi il trattamento con i farmaci attualmente a disposizione (sostanzialmente l’inibitore del fattore di necrosi tumorale, anti TNF) risolve il disturbo solo in un terzo dei pazienti - precisa il professor Antonino Spinelli, responsabile della Sezione di chirurgia del Colon e del retto di Humanitas e docente di Humanitas University - . Il trattamento topico con staminali mesenchimali ha invece permesso di ottenere un beneficio che si è prolungato per un anno più che con il placebo”. Ma la ricerca di Humanitas in questo campo non si ferma: “In modelli sperimentali abbiamo dimostrato che iniettando queste cellule in alcune tasche di biomateriali è possibile ridurre l’infiammazione tramite la produzione di mediatori solubili, tra cui è stato identificato TSG6” conclude Stefania Vetrano, la ricercatrice di Humanitas che ha recentemente pubblicato questi risultati su Gastroenterology.

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Protesi vascolari: l’app del dott. Spada vince il concorso Bioupper Sviluppata dal chirurgo vascolare di Humanitas, ha vinto il concorso Bioupper, promosso da Novartis e Fondazione Cariplo in collaborazione con PoliHub.

S

i chiama EVARplanning (EndoVascular Aortic Repair planning) ed è un innovativo sistema computerizzato, destinato agli specialisti vascolari, per la pianificazione e il rendering dell’impianto endo-protesico dell’aorta. Il progetto è stato selezionato fra i vincitori della prima edizione di BioUpper, piattaforma italiana di training e accelerazione nata dalla partnership tra Novartis e Fondazione Cariplo con l’obiettivo di finanziare nuove idee di impresa nell’ambito delle scienze della vita. L’applicazione, fruibile gratuitamente tramite il sito internet www.evarplanning.com, è nata per agevolare l’impianto di protesi endovascolari, uno strumento di trattamento mininvasivo per gli aneurismi dell’aorta addominale e toracica. A partire dalle misure aortiche fornite dalla TAC, l’applicazione permette di scegliere la protesi più adatta al paziente, a partire tra quelle disponibili in commercio. Un valido aiuto, che consente al chirurgo di pianificare con precisione l’intervento, scegliendo l’impianto protesico migliore caso per caso. “Mi sono cimentato nel ruolo di sviluppatore di un algoritmo e relativo programma per dare alla chirurgia endovascolare uno strumento di pianificazione e personalizzazione degli interventi che prima non esisteva - spiega il dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare di Humanitas -. Gli strumenti del chirurgo sono ogni giorno più tecnologici e complessi. Oggi non c’è più spazio per l’improvvisazione: il successo dei nostri interventi si decide in gran parte prima ancora di iniziare. La pianificazione, la nostra capacità di elaborare strategie su misura, sempre meno invasive, più

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precise, efficaci e sicure, sono le armi vincenti per offrire al paziente le migliori cure”. Il successo ottenuto con questa prima esperienza come sviluppatore non basta a fermare il dottor Spada, in Humanitas dal 1997, dove ha effettuato oltre 2.000 interventi di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell’aorta toracica e addominale, dei tronchi sovraortici (carotidi) e degli arti. “L’applicazione funge da prototipo per lo sviluppo successivo - già pianificato - che vedrà il coinvolgimento di investitori e di partner tecnologici - aggiunge il chirurgo diventato anche imprenditore -. Già utilizzato oggi da oltre 1000 chirurghi da tutto il mondo, l’EVARplanning del domani si propone di diventare un nuovo standard nel planning cardiovascolare”.

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Corsa, come prendersi

cura delle ginocchia

È una delle passioni più diffuse, anche tra le persone di mezza età. Ma prima di infilare le scarpette e correre al parco, meglio ascoltare i consigli dell’esperto.

C’

è il gomito del tennista ma anche il ginocchio del corridore. Gli anglosassoni lo chiamano runner’s knee, una tra le condizioni dolorose più frequenti in chi pratica abitualmente jogging. Il dolore può essere acuto o sordo, il ginocchio si può gonfiare o meno, si può sentir male sotto o intorno la rotula. Ma al ginocchio del corridore si può porre rimedio e soprattutto si può provare a prevenirlo. Dice il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del ginocchio e Traumatologia dello sport dell’ospedale Humanitas. “Se praticata con criterio, la corsa è un ottimo tipo di esercizio fisico che può far bene a tutto l’organismo, articolazioni comprese. Ma essendo un’attività fisica d’impatto, a determinate condizioni, anche il semplice jogging può far male alle ginocchia”. Un primo fattore di cui tener conto è naturalmente l’età: “Fino ai 40 anni la corsa è praticabile senza eccessivi rischi. È uno sport che si può praticare a livello amatoriale con facilità: basta avere del tempo libero e un luogo in cui correre, non c’è bisogno di strutture attrezzate o di particolari strumenti” dice l’esperto. Oltre i 40, la corsa comincia invece a essere controindicata. Lo conferma il dottor Enrico Arnaldi, responsabile di Ortopedia Artroscopica e Ricostruttiva del Ginocchio di Humanitas: “Con l’avanzare dell’età non è la forma di attività fisica migliore. Il ginocchio comincia a subire uno stress biomeccanico maggiore soprattutto se le condizioni fisiche della persona non sono ottimali. L’essere sovrappeso o l’essere fuori allenamento sono ulteriori fattori di stress per le ginocchia di una persona di mezza età, così come avere le ginocchia in uno stato non ottimale”. Cosa si rischia? “Crisi dolorose e scompensi di tipo biomeccanico Piero Volpi è responsabile che saranno più acuti se il menisco sarà già deteriorato o le cartilagini di Ortopedia usurate. In questo caso - risponde il dottor Arnaldi - il sovraccarico del ginocchio e sull’osso sarà maggiore e potrà innescare un processo artrosico Traumatologia dello sport dell’ospedale degenerativo”. Humanitas Tutto ciò che accresce l’impatto tipico della corsa diventa un possibile fattore di rischio per le ginocchia. “Per questo è fondamentale scegliere le scarpe giuste, che siano confortevoli; altrettanto importante è il terreno su cui si correre - riprende Volpi -. L’asfalto o il cemento non sono l’ideale perché non ammortizzano l’impatto, a differenza di terreni più morbidi, che sono quindi da preferire”. Da non sottovalutare il riscaldamento: il National Health System inglese consiglia alcuni esercizi, ad esempio piegamenti sulle ginocchia, tenendo le spalle al muro con le gambe leggermente divaricate; contrazioni dei muscoli delle cosce alzando una gamba alla volta seduti su una sedia (15 secondi per ciascuna gamba); squat e affondi. Cosa fare se si avverte dolore? “Il dolore è una spia di qualcosa che Enrico Arnaldi è responsabile non va. La prima cosa è fermarsi immediatamente e rivolgersi a uno di Ortopedia specialista. Dopo gli esami, e gli eventuali trattamenti, si potranno Artroscopica indossare nuovamente le scarpe da corsa anche se l’indicazione sarà e Ricostruttiva del Ginocchio di probabilmente quella di praticare jogging in maniera più blanda” Humanitas conclude Volpi.

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I più comuni disturbi della vista Prevalenza in Europa

Astigmatismo,

sintomi, prevenzione e cure innovative

Un disturbo comune, ma non banale, che è importante individuare e correggere presto, anche con le innovazioni tecnologiche presentate al convegno internazionale tenutosi in Humanitas.

cornea

L’

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30,6%

Ipermetropia

25,2%

Astigmatismo

24,0%

occhio normale

occhio astigmatico

astigmatismo è un disturbo della vista che può colpire a tutte le età, ma col passare degli anni le probabilità che compaia aumentano. “Anche chi non ha mai sofferto di astigmatismo, potrebbe svilupparlo col tempo”, dice il professor Paolo Vinciguerra, direttore del Centro Oculistico dell’ospedale Humanitas e docente di Humanitas University. In questi casi, la deformazione della cornea o di altre strutture interne al bulbo oculare fanno perdere all’occhio la sua caratteristica forma sferica: ciò riduce la nitidezza della visione e, nei casi più gravi, fa sì che il paziente veda gli oggetti addirittura distorti. Secondo le stime di uno studio dell’European Eye Epidemiology Consortium, pubblicato nel 2015 su European Journal of Epidemiology, poco meno di una persona su quattro in Europa (poco meno

Miopia

Paolo Vinciguerra è fra i protagonisti della campagna 5x1000 di Humanitas (www. humanitas.it/5x1000)

del 24%) in Europa è portatore di questo disturbo della vista. Il valore tiene in conto le differenze di età: il dato oscilla infatti fra il 15 e il 25% tra le fasce più giovani e in mezza età, mentre dopo i 65 anni la percentuale degli astigmatici aumenta e superati gli 80 anni si può dire astigmatica una persona su due. E nella terza età la distinzione tra uomini e donne si fa più marcata. Perché se non si è già astigmatici si può diventarlo? “Perché con il passare degli anni la palpebra perde la sua elasticità e così viene a mancare la sua forza di compressione sull’occhio. In tal modo l’astigmatismo può insorgere per il mancato compenso di forze in gioco: è il cosiddetto astigmatismo ‘contro regola’, opposto a quello più frequente. La prevalenza di astigmatismo è dunque maggiore di quella che pensiamo”, aggiunge il professore.

L’evoluzione dell’anomalia nel tempo è variabile. “Le forme di origine genetica tendono a rimanere stabili, mentre l’astigmatismo associato ad altre malattie può andare peggiorando. Inoltre è importante distinguere tra astigmatismo e patologie gravi come il cheratocono, con cui può essere confuso, specie nelle fasi iniziali”. È fondamentale cogliere in tempo questo disturbo della vista: “Una forma di prevenzione si può praticare facendo diagnosi precoce. Diagnosticando per tempo l’astigmatismo si può intervenire e correggerlo in maniera adeguata per garantire uno sviluppo armonioso e corretto della vista. È cruciale, dunque, cercare di capire quali sono le cause dell’astigmatismo: se è dovuta ad alterazioni delle palpebre - nei bambini, ad esempio, la cornea può essere deformata temporaneamente per l’eccesso di pressione esercitata dalle palpebre più toniche - o se indotta da cattive abitudini come strofinarsi gli occhi”, spiega il professor Vinciguerra. All’astigmatismo è stato dedicato un convegno internazionale organizzato, e ospitato, dall’ospedale Humanitas il 29 aprile. Nel corso dell’evento sono state presentate le principali novità su diagnosi e trattamento di questo disturbo della vista. L’astigmatismo congenito è stabile, ma se cambia cosa vuol dire? Per capirlo non basta la diagnostica elementare, altrimenti lo specialista si limiterà a certificare la presenza dell’astigmatismo, senza preoccuparsi di capire quale ne sia la causa. “Una novità presentata al convegno è l’aberrometro

video pillole su occhi e tecnologia sul nostro giornale on line www. humanitasalute.it

totale e sottrattivo, uno strumento che offre un quadro totale di tutte le caratteristiche dell’occhio e dei suoi difetti, non solo relativi alla cornea, grazie a 50mila punti di analisi che rendono questa apparecchiatura molto più precisa di quelle già in uso nell’identificare l’origine dell’astigmatismo”. Un’altra innovazione è rappresentata da nuovi laser che permettono di rinforzare la cornea indebolita con un segmento in plastica o aumentando il legame delle fibre cornee. Un nuovo strumento per il calcolo è stato presentato al Convegno internazionale di ESASO svoltosi qui in Humanitas. L’analisi delle caratteristiche del cristallino permetterà di definire una migliore profondità di fuoco. “Per fare un paragone basti pensare a quando scattiamo una fotografia: il soggetto in primo piano è a fuoco mentre quanto sta dietro risulta più o meno sfuocato. Più la profondità di fuoco è estesa, più si sarà in grado di vedere a fuoco anche gli oggetti più lontani o più vicini al soggetto. Dopo un intervento di cataratta è dunque cruciale ridefinire la profondità di fuoco ed estenderla, per migliorare la visione e anche fare a meno degli occhiali in molte occasioni”, conclude il professore.

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Chiarezza sui

vaccini

Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas, ha scritto un libro per rispondere ai dubbi, ma anche alla disinformazione, che si stanno diffondendo su uno dei presidi medici più preziosi per l’umanità.

● I vaccini sono sicuri? Sì, ma come qualsiasi altro intervento medico comportano rischi e benefici che vanno valutati e bilanciati. In questa valutazione si deve tener conto del fatto che eventi avversi gravi in seguito a una vaccinazione sono estremamente rari, mentre le probabilità di complicazioni serie, fino alla morte, legate a malattie prevenibili con i vaccini sono molto alte.

“C

logico stanno aprendo, annuncia Mantovani, nuove e straordinarie prospettive. La scoperta che il funzionamento delle nostre difese immunitarie incide sulla comparsa e sull’andamento di molte patologie, prime fra tutte quelle oncologiche, prefigura un uso delle vaccinazioni non più solo preventivo ma propriamente terapeutico, rendendo tutt’altro che fantascientifica l’ipotesi di un impiego dei vaccini anche nella lotta contro il cancro, la malattia che continua a farci più paura. Alberto Mantovani, milanese, medico, è professore di Patologia Generale presso Humanitas University, ateneo dedicato alla medicina e alle scienze della Vita, e direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas. In passato ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti, ed è stato capo del Dipartimento di Immunologia dell’Istituto Mario Negri di Milano. Ha contributo al progresso delle conoscenze nel settore immunologico sia formulando nuovi paradigmi sia identificando nuove molecole e funzioni. È il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.

GRAPHIC DESIGNER: GAIA STELLA DESANGUINE

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inque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7.200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020. I vaccini sono l’intervento medico a basso costo che più di tutti ha cambiato la nostra salute, e costituiscono la migliore assicurazione sulla vita dell’umanità”. Eppure, negli ultimi anni è sensibilmente aumentato il numero dei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli, una scelta condizionata dalla diffusione di voci incontrollate su un presunto legame tra questo fondamentale strumento di tutela della salute e l’insorgenza di alcune gravi malattie. E le paure e i pregiudizi non sono scomparsi neppure dopo che la comunità medica ha categoricamente smentito Perché è giusto proteggere tali “leggende”. la nostra salute e Nel suo nuovo libro Immunità e vaccini - scritquella dei nostri figli to in collaborazione con Monica Florianello e pubblicato da Mondadori - Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e professore di patologia generale presso Humanitas University, uno dei più noti immunologi in campo internazionale e il ricercatore italiano più citato al mondo, spiega in modo chiaro e accessibile come funziona il nostro sistema immunitario e cosa succede quando ci vacciniamo, facendo un bilancio dei rischi (più che modesti) e dei benefici (enormi). Inoltre Mantovani annuncia come i passi da gigante fatti negli ultimi anni dalla ricerca in campo immunologico stiano aprendo nuove e straordinarie prospettive per l’impiego dei vaccini nella lotta contro il cancro. Ecco alcune delle sue risposte alle domande più comuni sull’argomento. «Cinque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020. I vaccini sono l’intervento medico a basso costo che più di tutti ha cambiato la nostra salute, e costituiscono la migliore assicurazione sulla vita dell’umanità» eppure, negli ultimi anni è sensibilmente aumentato il numero dei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli, una scelta condizionata dalla diffusione di voci incontrollate su un presunto legame tra questo fondamentale strumento di tutela della salute e l’insorgenza di alcune gravi malattie. E le paure e i pregiudizi non sono scomparsi neppure dopo che la comunità medica ha categoricamente smentito tali «leggende». Ma i vaccini sono davvero pericolosi? Alberto Mantovani, uno dei più noti immunologi in campo internazionale, spiega in modo chiaro e accessibile come funziona il nostro sistema immunitario e cosa succede quando ci vacciniamo, facendo un bilancio dei rischi (più che modesti) e dei benefici (enormi). Senza le campagne vaccinali dell’ultimo secolo, infatti, saremmo ancora esposti a flagelli come il vaiolo e la poliomielite, e a tutte quelle malattie comunemente considerate «innocue», come il morbillo o la parotite, che possono invece essere causa di gravi complicanze, di danni permanenti o, addirittura, di morte. Riguardo, poi, alla sicurezza dei vaccini oggi disponibili, i dati statistici parlano chiaro, ed è sulla base di queste informazioni – e non di semplici suggestioni – che si dovrebbe ragionare su un argomento tanto importante per la salute su scala globale. Decidere di vaccinare o meno i propri figli è infatti una scelta che non riguarda unicamente la salute del singolo individuo bensì quella dell’intera collettività, perché soltanto quando la copertura vaccinale raggiunge una certa soglia le malattie possono essere debellate e la loro diffusione efficacemente contrastata. Sottoporsi alla vaccinazione, quindi, è anche un gesto di concreta solidarietà nei confronti dei soggetti più deboli e di tutti coloro che non possono farlo per motivi medici. Inoltre, i passi da gigante fatti negli ultimi anni dalla ricerca in campo immuno-

● Perché è necessario vaccinarsi? I vaccini sono lo strumento di prevenzione più efficace nei confronti di malattie gravi e a volte mortali. Grazie ad essi, malattie come poliomielite e difterite, che negli anni passati costituivano dei veri e propri flagelli, sono diventate rare nel nostro Paese: tuttavia, è importante continuare a vaccinarsi contro di esse per evitare che si ripresentino, poiché non sono ancora state eradicate a livello mondiale.

● Perché alcuni genitori sono restii a far vaccinare i propri figli? In un certo senso, i vaccini sono vittime del proprio successo: grazie a loro, malattie che in passato hanno causato milioni di morti e di gravi disabilità sono diventate rare o sono state eliminate. Si è così dimenticato quanto siano pericolose alcune di queste, come la poliomielite e la difterite.In altri casi, invece, la causa della scarsa propensione alla vaccinazione è la poca consapevolezza della gravità di alcune malattie infettive e delle loro complicanze: il morbillo, ad esempio.

● I vaccini possono causare autismo? No. L’autismo è un disordine comportamentale che ha origine prima della nascita, anche se i sintomi iniziano a comparire solo tra i 12 e i 18 mesi di vita, quindi il periodo in cui viene somministrato il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia, ossia. Lo studio che suggeriva un legame tra questo vaccino e l’autismo è ormai universalmente screditato e accertato come falso. Al contrario, numerosissimi studi scientificamente validi hanno dimostrato che non esistono correlazioni di questo tipo.

● È possibile prevenire il cancro con i vaccini? Attualmente disponiamo di due vaccini preventivi contro il cancro, rivolti contro due virus responsabili dello sviluppo di forme tumorali: HPV che causa il cancro della cervice uterina nelle donne e alcune neoplasie della testa e del collo e dell’ano nei maschi, ed il virus dell’epatite B che provoca il tumore del fegato. La sfida, ora, è rappresentata dai vaccini terapeutici, che per ora è solo una frontiera della ricerca su cui però si sta lavorando in tutto il mondo.

guarda la videonews su www.humanitasalute.it 26

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torino, Humanitas È sotto la mole

H

umanitas cresce anche a Torino: da gennaio l’Ospedale Gradenigo ha fatto il suo ingresso nel gruppo e la Clinica Cellini ha adottato

milano, La San Pio X da febbraio È Humanitas

un nuovo logo e un’immagine che ora la caratterizzano come Humanitas Cellini. L’Ospedale Gradenigo è una consolidata realtà sanitaria di eccellenza

L

Arese, con Humanitas la salute è al Centro Humanitas porta la sua esperienza e le competenze dei suoi medici all’interno di una delle più grandi gallerie commerciali d’Europa, e la più estesa di Italia: “IL CENTRO” di Arese.

H

umanitas Medical Care è il nuovo Centro medico a firma Humanitas. Tutto quello che serve per prendersi cura della propria salute con l’aiuto dei migliori specialisti: tecnologie, percorsi di prevenzione e check-up personalizzati,

all’interno del più grande mall d’Italia, “IL CENTRO” di Arese. Lo shopping center sorge sull’area che un tempo fu dello stabilimento Alfa Romeo, su di una superficie di oltre 93.000 mq. Obiettivo di Humanitas Medical Care è inaugurare un

a San Pio X è da oltre 50 anni una realtà consolidata nel panorama della sanità milanese, punto di riferimento per pazienti e medici. Con i suoi 182 posti letto di degenza accreditati dal Servizio Sanitario Nazionale, la San Pio X offre servizi e assistenza sanitaria in regime di ricovero ordinario, Day Hospital o Day Surgery. “Humanitas si pone l’obiettivo di potenziare i servizi della San Pio X investendo in tecnologie - spiega l’amministratore delegato del gruppo Humanitas, Ivan Colombo -, nel rispetto dello spirito e dei valori che hanno fatto crescere la clinica in questi anni. La presenza, all’interno della Casa di Cura, di Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia e Patologia Neonatale, consente inoltre ad Humanitas di completare la propria offerta di specialità mediche, fondamentale dal punto di vista dell’insegnamento universitario”.

del territorio di Torino e di tutto il Piemonte. Conta su 184 posti letto ed è inserita a pieno titolo nella Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e nella rete regionale dell’emergenza-urgenza. La nuova immagine di Humanitas Cellini coincide invece con l’avvio del nuovo Centro di Patologia vascolare - riferimento regionale per la Radiologia interventistica -, attività in sintonia con la crescita avvenuta nel 2015 attraverso il Centro di Chirurgia uretrale e il potenziame nto dell’attività ortopedica. Da oggi i due Centri lavoreranno su percorsi diagnostico-terapeutici comuni per mettere a disposizione dei pazienti servizi ancora più completi e integrati.

modo innovativo di fare sanità: Humanitas va incontro alle persone, con un approccio friendly e smart che garantisce facilità di accesso alla prestazione sanitaria, disponibile ogni giorno, anche prenotando on-line. Il tutto rafforzando i valori propri di Humanitas che pongono il paziente al centro dell’attività.

Il Fertility Center di Humanitas è Training Center internazionale

I

l Fertility Center di Humanitas ha ottenuto la certificazione di “Center for Reproductive Medicine”, rilasciata da EBCOG (European Board of Obstetrics and Ginecology) e ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embriology), enti specializzati nella formazione post-specialistica dei ginecologi. Un accreditamento importante che riconosce a Humanitas il ruolo di Training Center. La certificazione ha una durata di 5 anni, e riguarda, nello specifico, la formazione successiva alla specializzazione in Ginecologia e Ostetricia in Medicina della Riproduzione, in molti Paesi Europei ritenuto requisito indispensabile per fornire assistenza in questo aspetto della salute della coppia. “Il riconoscimento - spiega il professor Emanuele Levi Setti - giunge al termine di una visita da parte di due commissari di EBCOG e ESHRE, che ha comportato un esame approfondito di tutte le attività del centro, compresa la capacità di proporsi come punto di riferimento per gli specializzandi. Una corretta formazione nell’ambito della medicina della riproduzione è infatti fondamentale per offrire le procedure più avanzate, efficaci e sicure per le pazienti affette da una delle disfunzioni endocrine riproduttive o che richiedono assistenza e prevenzione in ambito riproduttivo”.

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La professoressa Matteoli premiata a Montecitorio el prestigioso scenario

N

le donne svolgono per il progresso scientifico.

della Sala della Regina a

La professoressa Matteoli è stata postdoctoral

Palazzo Montecitorio, la pro-

fellow presso la School of Medicine dell’Università

fessoressa Michela Matteoli,

di Yale e ha ricoperto il ruolo di visiting scientist

direttore dell’Istituto di Neuro-

presso la School of Medicine dell’Università della

scienze del Consiglio Naziona-

Virginia, nel Dipartimento di Neuroscienze. È nota

le delle Ricerche e direttore del

a livello internazionale per il suo lavoro nel setto-

programma di Neuroscienze

re delle neuroscienze e in particolare delle patolo-

presso Humanitas, ha rice-

gie sinaptiche. In passato ha anche ricevuto, dalla

vuto un riconoscimento nell’ambito del Premio

rivista Nature, una delle più importanti a livello

Sapio per la ricerca e l’innovazione, in particolare

internazionale, il premio annuale “2013 Nature

all’interno di uno spazio speciale dedicato alla

Award for Mentoring in Science”, per aver ispira-

presenza femminile nella scienza e al ruolo che

to una generazione di giovani scienziati.

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L’additivo può essere usato come colorante per la realizzazione di ricette accattivanti, ma mancano le prove che possa apportare benefici alla salute.

I

l cosiddetto “pane nero” al carbone vegetale, da non confondere con il pane di segale o con altri cereali o integrali, è una delle tante mode alimentari del momento. E come tutte le mode che possono avere un impatto sulla nostra salute, deve essere valutata accuratamente.

Il carbone vegetale “Il carbone vegetale è una polvere ottenuta dal legno carbonizzato e si tratta quindi di una sostanza organica naturale che può essere utilizzata come additivo colorante o come integratore alimentare - spiega la dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas -. Anche l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, nel 2012 ha espresso un parere rassicurante sull’uso di carbone vegetale come additivo colorante privo di rischi, ma ciò non significa che, al contrario, possa apportare benefici”.

Non proprio pane Prima di tutto, secondo la normativa vigente, non può essere chiamato “pane” un alimento arricchito da un qualunque colorante, come di fatto è il carbone vegetale. I prodotti da forno con carbone vegetale non possono quindi essere commercializzati con la denominazione di “pane”, ma con la denominazione di “prodotto della panetteria fine”. Lo stesso vale per la pizza. Anzi, quando il carbone vegetale è aggiunto quale additivo colorante, è vietato vantare gli effetti benefici per l’organismo umano. “Non sappiamo infatti se, inserito negli alimenti, il carbone vegetale possa esercitare la stessa azione anti-flatulenza che gli viene riconosciuta quando usato da solo, come integratore” prosegue la dottoressa.

L’integratore è un’altra cosa La Commissione europea si è espressa a favore riguardo all’uso degli integratori a base di carbone vegetale, che “contribuisce alla riduzione dell’eccessiva flatulenza post-prandiale”. Come integratore, tuttavia, l’effetto benefico del carbone vegetale si può ottenere assumendone 1 grammo almeno 30 minuti prima del pasto e 1 grammo subito dopo il pasto. Se si pensa che nella preparazione dei prodotti da forno l’impiego è di 15-20 g di carbone vegetale per kg di farina, si deduce che le quantità utilizzate e consumate come additivo nel pane sono insufficienti per avere effetti benefici, pertanto non è possibile classificarlo come alimento funzionale, cioè che possa migliorare la salute. “Nel caso si voglia utilizzarne le proprietà, meglio quindi assumerlo sotto forma di integratore” consiglia Pastore.

Il carbone vegetale

non rende il pane più salutare 30

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Non fa dimagrire La dottoressa Sara Testa, dietologa del Centro Obesità dell’ospedale Humanitas, smentisce l’idea che il pane nero con aggiunta di carbone vegetale possa aiutare a perdere peso: “È calorico tanto quanto il pane tradizionale e il carbone vegetale in esso contenuto non dà alcun beneficio alle persone che accusano flatulenza o problemi come la sindrome del colon irritabile - spiega la specialista -. Inoltre, nonostante il colore nero, non è più ricco di fibre rispetto a quello bianco, come invece è il pane integrale”.

Attenzione se si assumono farmaci! Il carbone vegetale ha la capacità di legare qualsiasi cosa transiti lungo il canale digerente, anche nutrienti come alcune vitamine e sali minerali e farmaci, rendendoli indisponibili. In generale, ciò non rappresenta una controindicazione per il consumo, tuttavia, proprio a causa dell’azione chelante del carbone vegetale, è opportuno evitare di consumarli se si assumono farmaci in concomitanza dei pasti o se si hanno situazioni nutrizionali critiche.

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Humanitas University

Molto più di un Open day La scelta del corso universitario ogni anno coinvolge migliaia di famiglie. Con il Professional day, Humanitas University offre ai ragazzi la possibilità di sperimentare sul campo alcune attività di medici e infermieri.

L

a prima edizione ha avuto grande successo, tanto che sono già state fissate altre due date, sabato 21 maggio e sabato 25 giugno, per consentire a ragazzi delle superiori provenienti da tutta Italia di sperimentare l’approccio pratico che affianca l’insegnamento teorico in Humanitas University. Accanto ai consueti Open day, giornate informative sul corso di laurea, Humanitas University ha sperimentato un nuovo modo per presentarsi agli studenti del quarto, quinto, ma anche terzo anno delle superiori che prendono in considerazione l’ipotesi di iscriversi a una facoltà di tipo sanitario. Dopo un breve discorso introduttivo, i 120 partecipanti sono infatti invitati a cimentarsi in prima persona con una serie di attività, guidati da medici e infermieri che li attendono presso diversi stand dove possono imparare a effettuare un Come partecipare? massaggio cardiaco o dare punti di sutura, prendere la pressione o inserire un sondino naso-gastrico ma anche esercitarsi a lavarsi Ci si può registrare a questa come a tutte le altre inile mani come prevedono le linee guida dell’Organizzazione monziative di formazione di Humanitas University dal link diale della sanità. www.hunimed.eu/it/orientamento All’iniziativa ci si iscrive individualmente (vedi box), ma il legame con le scuole ha permesso comunque di configurare questa attività nell’ambito del Progetto ministeriale di alternanza scuola-lavoro. Alla fine della mattinata i ragazzi ricevono quindi un certificato da consegnare alla scuola, che attesterà la loro partecipazione.

test di ammissione e preparation week

P

er accompagnare gli studenti al percorso di avvicinamento ai test d’ammissione di Humanitas University (2 settembre per le future matricole di Infermieristica, 8 settembre per gli aspiranti studenti di Medicina), spazio alla Preparation Week, iniziativa dedicata all’orientamento di 30 studenti per settimana provenienti da tutto il mondo. Si tratta di sette settimane all’anno (prossimi appuntamenti 20-24 giugno, 4-8 luglio per gli studenti del quarto anno;18-22 luglio, 25-29 luglio, 1-5 agosto per gli studenti del quinto anno) dedicate alla preparazione al test da un punto di vista metodologico (tipologia di domande e approfondimento sulle conoscenze richieste per rispondere al meglio ai quesiti). Ma non solo. Gli studenti sperimentano e discutono della loro futura professione con tutor medici che incontrano durante momenti dedicati all’orientamento.

Un Nobel parla agli studenti

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no dei vantaggi di studiare in un Centro all’avanguardia nella ricerca scientifica a livello internazionale è la possibilità di venire a contatto con personalità che è difficile incontrare nella vita quotidiana. Agli studenti di Humanitas University è stata data, per esempio, l’opportunità di seguire la lecture del professor Erwin Neher, premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina del 1991. Il prestigioso premio gli è stato conferito per le sue scoperte riguardanti la funzione dei canali ionici nelle cellule. Tema della lecture, la comunicazione tra neuroni attraverso le sinapsi.

Humanitas University Master per specialisti

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o scorso febbraio 2016 è partita la prima edizione del Master in Endoscopia Bilio Pancreatica diretto dal pro-

fessor Alessandro Repici e coordinato dalla dottoressa Silvia Carrara e dal dottor Andrea Anderloni. “Il Master è rivolto agli specialisti che già praticano l’endoscopia, questo il motivo per cui si è cercato di dare un forte riscontro pratico nell’attività clinica quotidiana sia in ambito oncologico che nelle patologie benigne del pancreas e delle vie biliari” spiega la dottoressa Carrara. Il Master in Endoscopia è attualmente in corso e terminerà il prossimo novembre 2016. Recentissima invece è la pubblicazione del bando relativo al Master Laser in Chirurgia Urologica scaricabile dal sito internet dell’università www.hunimed.eu Il Master, diretto dal professor Giorgio Ferruccio Guazzoni, intende fornire agli specialisti in Urologia le competenze necessarie per un moderno e completo approccio al paziente con affezioni chirurgiche urologiche, che, partendo da un completamento del contesto culturale, comprenda tutte le opzioni terapeutiche che possano richiedere e prevedere l’impiego dell’energia o sorgente laser. Viste le numerose richieste provenienti anche dall’estero, l’università sta lavorando affinché la seconda edizione di entrambi i Master sia di respiro internazionale e condotta completamente in lingua inglese.

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Una cartolina per la ricerca:

così i nostri pazienti scelgono quali progetti sostenere Anche quest’anno i fondi ricavati da Humanitas con il 5x1000 sono assegnati ai settori di ricerca sulla base delle preferenze espresse dai pazienti.

S

ono stati selezionati dalla Commissione interna di Valutazione della ricerca finalizzata i progetti di ricerca clinica che entreranno a far parte dell’iniziativa “una cartolina per la ricerca”, edizione 2016. Anche quest’anno infatti i 2/3 dei fondi ricavati da Humanitas con il 5x1000 saranno destinati a progetti di ricerca clinica, sulla base di un meccanismo semplice che vedrà i pazienti e i loro accompagnatori direttamente coinvolti - insieme al medico - e protagonisti della scelta dell’ambito di ricerca da finanziare. I fondi verranno attribuiti alle varie aree di ricerca sulla base dei voti ottenuti dai cittadini attraverso l’apposita cartolina distribuita in ospedale nei prossimi mesi, da imbucare nelle urne presenti, o attraverso il form on-line su Humanitas.it Di seguito i progetti selezionati dalla Commissione, raggruppati in 5 aree per tipologia di malattia:

PIAZZAL

E LORET O, APRIL E

2016, MIL

ANO

1. TUMORI Guido Torzilli

Invecchiamento cellulare: un nuovo marcatore? Armando Santoro

Alla ricerca della chiave genetica dei tumori 2. MALATTIE AUTOIMMUNI E DEGENERATIVE Eduardo Nobile-Orazio

Malattie neurologiche e infiammazioni croniche: il ruolo del cibo 3. MALATTIE CARDIO POLMONARI Giulio Stefanini

Ictus e infarto, nel cuore dei nuovi marcatori predittivi

Vota online La propria preferenza sull’area di ricerca da sostenere con il 5x1000 si può esprimere anche online. Basta andare a questo link: http://www. humanitas.it/5x1000 e sul box di destra inserire i propri dati e la propria preferenza.

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4. MALATTIE NEUROMOTORIE Marco Grimaldi

Ictus, tecniche di RMN possono svelare la capacità di recupero? 5. MALATTIE DELL’APPARATO DIGERENTE Luigi Laghi

Tumori gastrointestinali alla ricerca delle cellule trasformiste

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Una squadra di donne per le donne

I

l tumore al seno è uno dei più significativi per la donna, non solo per la sua incidenza (circa il 25% di tutti i tumori femminili), ma anche perché colpisce in una delle parti del corpo più rappresentative della femminilità, con conseguenze specifiche sui vissuti emotivi legati alla malattia e alle cure. Quando si affronta un percorso senologico, avere qualcuno accanto con cui condividere ansie e preoccupazioni, può fare la differenza. Per questo motivo, Fondazione Humanitas, in collaborazione con i medici e gli infermieri del Cancer Center dell’ospedale, ha deciso di creare un gruppo di volontarie che, a fianco della case manager del reparto, Margarita Gjeloshi, fossero un punto di riferimento “al femminile” per le donne che affrontano il percorso di senologia. “In Lombardia, così come in altre regioni, il bisogno delle donne di non essere lasciate sole nell’affrontare la malattia, è un diritto sancito anche dalla legge. Il gruppo di volontarie della Fondazione è un modo per tutelare questo diritto”, chiarisce Gjeloshi. Nove volontarie che, con una formazione specifica, sono presenti in reparto ogni giorno, dal mattino alla sera, per prendersi cura delle pazienti attraverso piccoli aiuti pratici, un accompagnamento per l’orientamento in ospedale o la condivisione di emozioni e pensieri. Un modo per aiutarle a vivere più serenamente l’intero percorso. “È facile incontrarci nella sala dei pre-ricoveri dove accogliamo le pazienti, oppure al Centro Donna, in Medicina Nucleare, o nel reparto di degenza dove verranno ricoverate dopo l’intervento. Ma ci vedrete anche al bar mentre beviamo un tè insieme, magari per alleggerire un po’ un momento di tensione - racconta Ornella, referente del gruppo di volontarie -. Ogni giorno il contatto umano con le pazienti, con le loro storie, con il loro coraggio ci arricchisce tantissimo interiormente e ci ricorda quali sono i reali valori della vita” conclude Ornella.

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Questa l’idea che ha guidato Fondazione Humanitas nella creazione di un gruppo di volontarie dedicate alle pazienti che si sottopongono a visite ed esami per la prevenzione - e l’eventuale diagnosi del tumore al seno.

Idee per la testa

I

trattamenti di chemioterapia o radioterapia possono avere come conseguenza la perdita dei capelli. Questo effetto collaterale è temporaneo e

reversibile nella maggioranza dei casi, ma può preoccupare la persona coinvolta. Per le donne che devono affrontare percorsi di terapia, ritrovare una buona immagine di sé può rappresentare il punto di partenza per affrontare con fiducia ogni impegno quotidiano, anche in presenza di una malattia debilitante. Fondazione Humanitas, avvalendosi della collaborazione di esperti, e grazie all’aiuto delle volontarie del Cancer Center di Humanitas, promuove incontri di informazione sull’utilizzo della parrucca e di eventuali altri accessori, con l’obiettivo di accompagnare le pazienti nella scelta di una soluzione personalizzata e il più possibile mirata alle specifiche esigenze. La partecipazione è gratuita, previa prenotazione. Per informazioni e prenotazioni, contattare il numero: 02.8224.2305

Per informazioni sul progetto: Fondazione Humanitas 02.8224.2305 fondazione.humanitas@humanitas.it www.fondazionehumanitas.it

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Quando la disabilità entra in ospedale

Il diritto alla salute e a cure sanitarie personalizzate per le persone con esigenze specifiche e con disabilità è un obiettivo importante, purtroppo ancora lontano in molte realtà ospedaliere. I risultati dell’indagine conoscitiva promossa da Fondazione Ariel insieme alla cooperativa sociale Spes contra spem.

S

tessi diritti ma bisogni più complessi. Situazioni che possono creare disorientamento a qualsiasi paziente, come l’attesa al pronto soccorso, un esame invasivo o la degenza in reparto, possono trasformarsi in un vero e proprio ostacolo per chi vive in una condizione di fragilità e necessita di un percorso di accesso alle cure personalizzato. È questo il caso dei bambini e degli adulti con disabilità che devono essere ricoverati o visitati in ospedale, anche per una patologia non inerente la propria disabilità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone con disabilità hanno il doppio delle possibilità di trovare operatori non preparati e strutture inadeguate rispetto alle persone senza disabilità ed è tre volte più alta la probabilità che venga loro negato l’accesso a cure sanitarie nonostante il diritto alla cura sulla base di eguaglianza e non discriminazione sia sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Cosa accade più vicino a noi? Le statistiche italiane mostrano che le persone con disabilità si recano in ospedale il doppio delle volte rispetto a quelle senza disabilità, ma i nosocomi italiani - fatto salvo alcune eccellenze - ancora non prevedono percorsi di cura personalizzati. Da qui nasce l’Indagine conoscitiva sui percorsi ospedalieri delle persone con disabilità in Italia, con disabilità in Italia, promossa - con il contributo di Fonda-

zione Umana Mente del Gruppo Allianz - dalla Cooperativa sociale “Spes contra spem” e Fondazione Ariel, ente no profit nato nel 2003 all’interno dell’Istituto Clinico Humanitas per sostenere le famiglie con bambini con Paralisi cerebrale infantile e altre disabilità neuromotorie. L’indagine - la prima in Italia che cerca di far luce, in modo sistematico, sulla disparità dei trattamenti sanitari tra persone con e senza disabilità - è stata presentata venerdì 1° aprile 2016 presso l’Istituto Superiore di Sanità. Condotta in partenariato con l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’indagine mette in luce che, fatto salvo alcuni casi di eccellenza, gli ospedali italiani ancora non sembrano pronti ad affrontare le complessità della gestione intraospedaliera delle persone con disabilità. Quasi due strutture sanitarie su tre non hanno un percorso prioritario per i pazienti con disabilità. Solo il 36% ha percorsi dedicati; nessuna struttura ha mappe in rilievo per i non vedenti, il 10% ha realizzato percorsi tattili; oltre il 78% degli ospedali non prevede spazi adatti di

assistenza per chi ha una disabilità intellettiva, motoria e sensoriale. Le “barriere sanitarie” si concentrano in particolare negli ospedali del sud Italia, dove i percorsi sanitari ad hoc per persone con disabilità cognitiva sono previsti solo nel 6,5% degli ambulatori, contro il 29% dedicati al nord. Migliore, invece, la situazione per quanto riguarda la presenza della figura del case manager (prevista nel 61,5% delle strutture), il “coordinatore del caso” che si fa carico del percorso individuale di cura della persona malata. La grandissima maggioranza degli ospedali (95,7%) ha risposto di consentire la permanenza, oltre l’orario previsto per le visite, del caregiver della persona con disabilità, ossia la figura che appunto se ne prende cura. Buone notizie anche sul fronte degli incontri tra la governance dell’ospedale e le rappresentanze delle associazioni familiari delle persone con disabilità. Il percorso perché tutte le persone con disabilità vedano riconosciuti i loro diritti è complesso e parte dalla sensibilizzazione e l’informazione. “Diritti uguali per tutti significa risposte diverse per ciascuno”, commenta il professor Nicola Portinaro, direttore scientifico di Fondazione Ariel, impegnata da anni sul tema. “Soprattutto quando si lavora con i bambini con disabilità è importante riconoscere la complessità e le esigenze specifiche di questi piccoli per garantire loro le migliori cure possibili e un’esperienza serena perché possano affrontare nel modo migliore il complesso percorso chirurgico e sanitario che li attende”. I dati completi della ricerca sono disponibili sul sito di Fondazione Ariel. Bitly//DisabilitàinOspedale_Ariel

www.fondazioneariel.it mail fondazione.ariel@humanitas.it tel. 02.8224.2315

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S 6 mosse per la tiroide (ma non solo)

La ricerca e le ultime news di salute commentate dai medici di Humanitas sul nostro giornale on line.

Marco Bianchi contro il colesterolo Marco Bianchi, divulgatore scientifico di Fondazione Veronesi ed esperto di alimentazione, opinion leader sul web e in TV e autore di bestseller, propone una sua ricetta che può aiutare a mantenere il colesterolo a livelli normali, nel contesto di un’alimentazione ricca di frutta, sia fresca che secca, verdura, carboidrati integrali, legumi, pesce e formaggi magri. I protagonisti funzionali? Le antocianine del riso rosso, i fitosteroli delle noci e delle lenticchie per non parlare delle fibre insolubili e solubili che “ripuliscono” il sangue e proteggono il colon. I minerali più presenti? Fosforo, calcio, ferro e zinco.

La ricetta Ingredienti: • 320 g di riso rosso • 200 g di lenticchie lessate • 1 mazzetto di prezzemolo • 15 noci sgusciate • Scorza e succo di 1 limone biologico • 1 cipolla rossa di Tropea • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva Cuocete il riso rosso in due parti di acqua, fate sobbollire per 20 minuti, quindi spegnete la fiamma e proseguite la cottura a fuoco spento per altri 20 minuti mantenendo il coperchio della pentola chiuso. Nel frattempo tritate finemente il mazzetto di prezzemolo insieme alle noci e alla cipolla. Condite questo trito con quattro cucchiai di olio extravergine di oliva. Raffreddate il riso lessato e quindi conditelo con le lenticchie, il trito preparato in precedenza, il succo e la scorza del limone.

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Il professor Andrea Lania, responsabile dell’Unità operativa di Endocrinologia dell’Ospedale Humanitas e docente di Endocrinologia presso Humanitas University dà qualche consiglio per il benessere della tiroide: 1. Iodio Il sale iodato è la fonte regina di iodio, indispensabile per il buon funzionamento della tiroide. Altri alimenti particolarmente ricchi in iodio sono crostacei, cozze, vongole, calamari, alcuni pesci, alghe essiccate, yogurt, mirtilli rossi, fagioli, uova e latte. 2. Selenio Anche il selenio è fondamentale per il corretto funzionamento di alcuni enzimi (seleno-proteine) coinvolti nella produzione e nel metabolismo degli ormoni tiroidei. Tra gli alimenti più ricchi in selenio vanno ricordati il fegato, il tonno, le sardine e le cozze. 3. Esercizio È sempre buona norma mantenersi attivi.

Sono sufficienti anche solo 20-30 minuti di camminata al giorno. 4. No al fumo Potrebbe esserci un legame tra funzione tiroidea e fumo di sigaretta, ma sicuro è l’effetto negativo del fumo sulle complicanze oculari dell’ipertiroidismo autoimmune o malattia di GravesBasedow.

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5. Attenti all’alcol Nelle fasi di astinenza dall’alcol si è osservato che i livelli circolanti degli ormoni tiroidei si modificano, suggerendo un possibile effetto diretto dell’alcol sulla tiroide. 6. Niente scorciatoie per dimagrire No agli integratori e ai prodotti di erboristeria utilizzati a fini dimagranti. Tali prodotti possono interferire con la funzionalità tiroidea dando quadri clinici anche rilevanti. Meglio puntare sull’attività fisica e una alimentazione corretta ed equilibrata.

Così gli smartphone ci rendono “sordi” Avere gli occhi incollati agli smartphone può rendere momentaneamente “sordi”. Essere concentrati su uno stimolo visivo fa sì che l’udito sia meno sensibile a suoni e rumori esterni. Così sostiene un team di ricercatori dello University College London (Regno Unito) in una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Neuroscience. A illustrare la ricerca il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra dell’ospedale Humanitas: “Con ‘inattentional deafness’ si intende la mancata percezione di stimoli sonori sotto elevato carico percettivo visivo, che i ricercatori hanno osservato monitorando la risposta del cervello stimolato contemporaneamente sia sul piano sonoro che su quello visivo - spiega l’esperto di Humanitas -. Attraverso un monitoraggio magnetoencefalografico (una tecnica di studio dell’attività magnetica cerebrale) si è potuto osservare il livello di attenzione di 13 volontari concentrati a risolvere un impegnativo test visivo. La risposta del cervello allo stimolo sonoro si presentava ridotta rispetto alla soglia rilevata nella risoluzione di un test visivo meno impegnativo”. La possibilità che questo modello di funzionamento cerebrale coinvolga tutti i sistemi sensoriali avrebbe implicazioni importanti anche in situazioni comuni di vita reale, in particolare nell’era moderna ricca di carichi o “sovraccarichi multisensoriali”. La nostra soglia di attenzione rischia di essere intercettata da troppi stimoli e fare tilt nel momento più inatteso, come ad esempio non accorgersi di un’auto o una bicicletta che ci si avvicina pericolosamente perché troppo distolti dall’inviare un sms e focalizzati unicamente sullo schermo dello smartphone.

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