Magazine Humanitas San Pio X

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Anno IV - n. 5

Marzo 2019

Il vostro ospedale, le vostre storie Francesca, Sergio, Daniela e Evelyn. Ecco come la loro storia è diventata parte della nostra storia.

Macchie solari Via con il laser L’ABC dell’ecografia Il promemoria della prevenzione rosa

Francesca con le figlie Greta e Viola


Sommario COVER STORY

Il vostro ospedale,

3 le vostre storie PREVENZIONE

6 Endoscopia dormendo FOCUS

Via le macchie solari

8 con il laser

INNOVAZIONE & RICERCA

9 Robotica e Parkinson PREVENZIONE ROSA

10 A tutta prevenzione SPECIALE ECOGRAFIA

12 L’ABC dell’ecografia PUNTO NASCITA

Babyblues, la tristezza

14 dopo la gioia

Testa piatta,

16 come prevenire e curare 18 Mille bambini mille sorrisi FOCUS

Mani, 3 consigli per

19 prendersene cura ogni giorni SICUREZZA

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La sicurezza. Tutti possiamo prendercene cura NEWS

22 Vita in Humanitas NUMERI UTILI

23 Pronto Humanitas San Pio X

COVER STORY

EDITORIALE

Cura e sicurezza, sono le persone che fanno la differenza Giuseppe Fraizzoli Amministratore Delegato L’ospedale è una comunità di persone. Fatta dai pazienti e dai loro cari, e dagli operatori sanitari, con diverse professionalità. Ma sotto il camice o il pigiama c’è una persona, con la sua storia, le sue aspettative, le sue ansie, le sue percezioni. Ci siamo noi, con tutta la nostra complessità e tutta la nostra bellezza. È questo che ci accomuna. In questo numero del magazine vogliamo cominciare a raccontare cosa succede quando queste storie si incrociano in ospedale. Francesca, che ha affrontato la malattia con il sorriso delle figlie Viola e Greta. Evelyn e la piccola Egle, Sergio e la sua passione per la bicicletta, Daniela e la sua nuova vita. Ma anche Giulia, Dafne, Sebastiano, Leonardo e i 1.042 bambini che sono nati nel 2018 nel nostro ospedale. È per loro e per tutte queste persone che ogni giorno lavorano altre persone con le competenze di medici, infermieri, ostetriche, tecnici e staff. Il prenderci cura è il nostro impegno sociale, un’espressione di quella umanità che portiamo nel nome del nostro ospedale. Nel rapporto speciale che si crea con chi ci sceglie, la fiducia è un elemento indispensabile. Per questo siamo impegnati ogni giorno a garantire la sicurezza di tutti, pazienti e operatori, all’interno della struttura e in tutti i percorsi clinico-assistenziali. Abbiamo fatto inoltre importanti investimenti strutturali che stanno già cambiando il volto dell’ospedale per renderlo più moderno e confortevole, e stiamo promuovendo iniziative di formazione e sensibilizzazione dedicate al personale. Come la campagna “La sicurezza. Tutti possiamo prendercene cura”. Perché ognuno di noi ha affetti che vuole proteggere, a casa come in ospedale. In questo numero di inizio anno del nostro giornale spazio anche a tanti servizi dedicati ai nostri pazienti: dalle novità del Punto Nascita (come l’ambulatorio Baby Move per i neonati a rischio neurologico e il servizio di ascolto psicologico) al Centro Laser, dall’endoscopia con sedazione profonda fino allo speciale sull’ecografia. Buona lettura

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Humanitas San Pio X Magazine - N.5

Il vostro ospedale, le vostre storie # NOIPERVOI

#VINCEREINSIEME

Francesca, Sergio, Daniela e Evelyn. Sono solo alcuni dei pazienti che ogni giorno si rivolgono agli specialisti di Humanitas San Pio X per essere accolti, ascoltati e curati. Ecco come la loro storia è diventata parte della nostra storia.

Daniela:

perdere peso è una questione “anche” di cuore Daniela e la sua famiglia

“La bilancia segnava 132 kg. Non riuscivo più a camminare e alzarmi da sola dal divano. La notte era un incubo: non riposavo mai a causa dei formicolii alle braccia” ricorda Daniela. “Mi rendevo conto che dovevo cambiare il mio stile di vita, mettermi a dieta e fare attività fisica. Ma è stato solo il colloquio con la dietista Francesca Albani e con il responsabile di Chirurgia Bariatrica Ezio Lattuada a farmi scattare un campanello di allarme. Era giunto il momento di prendermi cura di me”. Daniela si sottopone a un intervento di bypass gastrico nel maggio 2015.

Di fianco a lei i figli e il marito che l’hanno sempre sostenuta con affetto in questo percorso. “Alla fine l’ho fatto per loro, più che per me. Mi sono sempre stati accanto, sia nel momento acuto della malattia sia nel difficile post operatorio che ho affrontato. È con mia figlia che un giorno, sul lungomare di Milano Marittima, ho cominciato ad affrettare il passo fino a sentire la voglia di mettermi a correre. È stato come rinascere”. E ora, per mantenere i tanto sudati 86 kg, Daniela continua a fare sport e a mangiar sano, insieme a tanti amici e familiari con cui ha ritrovato la voglia di vivere.

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Francesca in vacanza con un sacchetto disegnato dalle sue figlie

Francesca: curiosità, grinta e ironia

per affrontare la stomia

Sintomo principale: dolore. Così Francesca si è accorta nel settembre 2017 che qualcosa non andava. “Non riuscivo più a fare cose normali, come camminare, alzarmi, sedermi. Ho dovuto dire addio ai miei viaggi per lavoro”. Diagnosi: fistola retto vaginale. Soluzione: una stomia temporanea, per far riposare l’intestino. “Dissi al medico che non se ne parlava neanche – ricorda Francesca –. Stomia per me era puzza, disagio, schifo. Poi ho cominciato a fare quello che da giornalista faccio di mestiere, ovvero informarmi. Ho guardato sul web, ho parlato con amici e parenti. E ho esposto tutti i miei dubbi e le mie paure al chirurgo Leonardo Lenisa che ha risposto con delicatezza, disponibilità e attenzione a tutte le mie domande. E mi ha fatto capire che questa sarebbe stata la soluzione giusta per me”. “Il giorno dopo l’intervento ero già in piedi, stavo bene e ho ripreso subito una vita normale. Con in più un sacchettino sempre attaccato a me e di cui ho cominciato a prendermi cura

grazie anche ai puntuali consigli dell’infermiera stomaterapista Simona Furlan. Fin da subito ho coinvolto le mie figlie di 9 e 7 anni facendole assistere al primo cambio in bagno, vestite con guanti e camice. Hanno capito che la loro mamma era speciale, hanno parlato di me agli amici e mi hanno obbligato a mostrare la pancia anche a scuola. E hanno colorato per me i sacchetti, ogni giorno, come fossero dei fogli da disegno, per renderli allegri e colorati. Così, insieme alla mia famiglia e con il sorriso, ho affrontato la convivenza con la stomia fino allo scorso ottobre, quando mi sono sottoposta all’intervento di ricanalizzazione”. Francesca ha incontrato durante questo percorso tanti altri pazienti. Sono circa 75.000 le persone stomizzate in Italia, ma in pochi conoscono il problema e in pochissimi ne parlano, anche per vergogna. “Il mio consiglio? Parlarne senza nascondersi, sia con altri pazienti sia soprattutto con i professionisti a disposizione nei centri di riferimento”.

della campagna del 5x1000 di Humanitas.

Evelyn: la nostra Quando il 18 dicembre la piccola Egle vede per la prima volta il mondo, certo non immagina che sta realizzando un momento speciale non solo per la sua mamma e il suo papà, ma anche per medici, infermieri e ostetriche del Punto Nascita. Perché la nascita di Egle è il millesimo parto dell’anno 2018. Un traguardo molto importante per l’ospedale che in tre anni ha quasi raddoppiato i parti, con 1.042 bambini nati al 31 dicembre 2018. Un risultato in controtendenza rispetto al calo generale delle nascite in Italia.

una vita a tutto sport Una passione per il calcio, come giocatore e allenatore. Oltre a tennis, bici e corsa, anche in montagna. 4 maratone e una scalata sul Kilimangiaro all’attivo. Di sforzi, il ginocchio di Sergio, ne ha sostenuti parecchi fin dalla giovane età. Fino a quando è stato necessario intervenire, anche a causa di un trauma casalingo. “Un primo intervento a Torino, e poi ancora infiltrazioni di acido ialuronico. Ma la soluzione è stata nel 2011 l’intervento di protesi monocompartimentale che è stato realizzato dal dott. Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia. A una settimana dall’intervento ho cominciato a guidare, e dopo 15 giorni sono rimontato in sella e sono andato al Santuario di Vicoforte, dove abito. Ho affrontato una salita con pendenza al 12% per una lunghezza di 850m”. E ora Sergio, 71 anni, tra la passione per la bicicletta e il lavoro nella falegnameria di famiglia non ha più un minuto libero.

“Mi hanno informato della bella notizia appena uscita dalla sala parto – racconta mamma Evelyn – non me l’aspettavo. Ci hanno fatto una grande festa e sono anche stata intervistata e fotografata dal Corriere della Sera. È stato emozionante. Ho incorniciato l’intervista uscita sul giornale con la nostro foto insieme ai medici”. Un traguardo di gioia raggiunto grazie allo staff multidisciplinare del Punto Nascita, all’impegno sul fronte dell’assistenza clinica con un’attenzione particolare alla qualità, sicurezza e privacy prima, durante e dopo il parto. “Sono stata talmente bene in reparto che non avrei più voluto andar via, ma a casa mi aspettava la mia primogenita Lisbeth e ora abbiamo cominciato la nostra movimentata vita a 4”. Sergio in sella al Passo Pordoi

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Viola e Greta hanno disegnato anche il logo

mamma 1000

Sergio:

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Su uno dei sacchetti per la stomia della loro mamma

Evelyn e la piccola Egle Humanitas San Pio X Magazine - N.5

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PREVENZIONE

Endoscopia dormendo #GUARDAREDENTRO

SEDAZIONE COSCIENTE

#NESSUNRICORDO

È possibile non ricordare un esame invasivo come una colonscopia o gastroscopia? Sì, con la sedazione profonda.

La sedazione è uno dei fattori che migliora la tollerabilità del paziente all’esame. Colonscopia e gastroscopia infatti non sono esami semplici da affrontare, anche quando sono necessari. “Nel nostro Paese, la maggior parte degli esami endoscopici del tratto digestivo si effettua in sedazione cosciente con l’aggiunta, talvolta, di analgesici, benzodiazepine o oppiacei – spiega il dott. Marco Dal Fante, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia di Humanitas San Pio X –. Se per molti l’esame è tollerabile, per altri, pur non sentendo dolore, basta il solo ricordo dell’esame per non tornare ai controlli successivi, anche se raccomandati, come in caso di polipi, per esempio. Favorire quella che gli americani chiamano “disponibilità a ripetere lo stesso esame in futuro”, significa per il paziente una maggiore adesione ai protocolli di prevenzione e trattamento precoce per molte patologie intestinali, anche tumorali, e quindi maggiori probabilità di guarigione”. Dimenticare l’esame aiuta la prevenzione Sedazione cosciente e sedazione profonda influenzano l’esperienza del paziente in modo diverso. “Sedazione profonda – continua il dott. Matteo Parrinello, responsabile di Anestesia e Rianimazione – non significa anestesia generale, ma addormentare farmacologicamente il paziente mantenendo l’autonomia delle sue funzioni vitali. Sebbene la sedazione profonda sia priva di rischi, per garantire la massima sicurezza al paziente l’esame viene effettuato in un ambiente protetto, ovvero la sala di endoscopia, con la presenza di un anestesista. La sedazione si effettua con farmaci di nuova generazione, uno dei quali utilizza un’emulsione derivata da uova e soia. Un’eventuale allergia a tali sostanze andrà segnalata in modo che l’anestesista possa scegliere il farmaco più sicuro per eseguire la sedazione. Al termine dell’esame, il paziente viene risvegliato e in breve può tornare alle attività quotidiane quasi senza risentire degli effetti neurologici dovuti alla “coda” dei farmaci, né avere ricordo dell’esame. Infine, la sedazione profonda è ripetibile perché i farmaci usati vengono smaltiti velocemente, e chiunque può richiederla, specie chi non ha tollerato un precedente esame endoscopico”.

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• Paziente sveglio o facilmente risvegliabile • Dolore ridotto con farmaci • Ricordo della procedura • Rapido ritorno alle proprie attività (no guida) • Possibili effetti neurologici da “coda” di farmaci (prolungata difficoltà di concentrazione, attenzione, sonnolenza)

Controindicazioni Nessuna

SEDAZIONE PROFONDA • Paziente addormentato • Dolore assente • Nessun ricordo della procedura • Rapido ritorno alle proprie attività (no guida) • Ridotti effetti neurologici

Controindicazioni Nessuna Humanitas San Pio X Magazine - N.5

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Innovazione & Ricerca

FOCUS

Via le macchie solari con il laser

ROBOTICA

I vantaggi nel trattamento del tumore del colon retto

Compaiono su volto, décolleté e dorso delle mani. Si chiamano macchie senili o lentigo solari, fanno sembrare più vecchia la pelle, ma possono essere eliminate definitivamente in una o due sedute di laserterapia.

Uno studio americano ha mostrato che il 90% delle persone over60 ha lentigo solari, piccole macchie brune sulla pelle causate da età e fotoinvecchiamento, ovvero l’eccessiva e prolungata esposizione alle radiazioni ultraviolette. “Non tutte le macchie sono

lentigo solari – dice la dott.ssa Marta Brumana, dermatologa del Centro di Laserterapia e Laserchirurgia in Humanitas San Pio X –. La visita dermatologica è importante per stabilire la diagnosi ed escludere che le macchie cutanee siano patologiche. La diagnosi viene effettuata

dal dermatologo durante la visita con la dermatoscopia: mediante l’utilizzo di uno strumento con luce polarizzata, il dermatologo è in grado di riconoscere la tipologia di macchia e di individuare il trattamento specifico. In base alla diagnosi, infatti, possono essere utilizzati differenti tipi di laser come il laser Q-switched a picosecondi, il laser CO2 e il laser vascolare”. Le macchie solari possono essere eliminate in 1-2 sedute di laserterapia a distanza di un mese, con ottimi risultati estetici e senza dolore. “Il laser Q-switched a picosecondi è il più efficace contro le macchie – continua il dott. Fernando Bianchi, dermatologo esperto in laserterapia –. Caratterizzato da un potente impulso di breve durata, colpisce la melanina responsabile del colore bruno della macchia senza creare danni alla pelle. Dopo il trattamento, le macchie potrebbero diventare più scure per pochi giorni per poi scomparire”. Con la laserterapia si possono eliminare neoformazioni, macchie, tatuaggi, capillari, angiomi, cicatrici e smagliature.

Laser, come funzionano

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La tecnologia laser utilizza lunghezze d’onda determinate per colpire diversi bersagli della cute: ogni lunghezza d’onda colpisce un bersaglio specifico, permettendo di effettuare un trattamento mirato e sicuro. Humanitas San Pio X Magazine - N.5

• Laser Q-switched a picosecondi trattamento di lentigo solari, iperpigmentazioni cutanee e rimozione dei tatuaggi

• Laser CO2 asportazione di cheratosi, fibromi, smagliature e cicatrici chirurgiche e da acne

• Laser vascolare asportazione di angiomi, capillari, neoformazioni vascolari, couperose, verruche

Nel moderno trattamento chirurgico del tumore del colon retto, la mininvasività ha dimostrato avere vantaggi immediati nel post-operatorio, e nel lungo periodo in termini di sopravvivenza e miglior risposta del paziente alla malattia oncologica. Un recente studio realizzato dal team del prof. Jacques Mégevand, responsabile di Chirurgia Generale di Humanitas San Pio X e pubblicato sul Giornale Ufficiale della Società Italiana di Chirurgia, ha messo a confronto le due principali tecniche mininvasive, laparoscopica e robotica, effettuate su 100 pazienti con tumore del

colon destro. I risultati dello studio dimostrano che i pazienti trattati in chirurgia robotica riprendono le funzioni intestinali più velocemente, hanno un miglior decorso post-operatorio in termini di riduzione del dolore, delle giornate di ricovero e una più rapida ripresa dell’attività lavorativa. Se però dal punto di vista della sicurezza ed efficacia, laparoscopia e robotica sono tecniche mininvasive sovrapponibili, tuttavia gli interventi per tumore del colon destro effettuati in chirurgia robotica non si trasformano mai in chirurgia aperta, a differenza di quelli effettuati in laparoscopia.

Luce verde in sala operatoria Come fa il chirurgo a sapere che l’intestino appena operato è perfuso correttamente dal sangue e quindi guarirà in maniera ottimale dopo l’intervento? Grazie a un colorante fluorescente (tecnica di immunofluorescenza intraoperatoria con verde indocianina) che, iniettato in vena al paziente, colora il tessuto intestinale e viene reso visibile al chirurgo grazie ad un particolare software che mette in evidenza i segmenti di intestino meglio perfusi. Questa tecnologia moderna permette inoltre di evidenziare tutte le ghiandole linfatiche da asportare durante l’operazione per tumore intestinale rendendo così l’intervento chirurgico radicale dal punto di vista oncologico.

PARKINSON

Ciò che si impara durante la vita riduce gli effetti della malattia Istruzione, lavoro, socialità, partecipazione a corsi e attività ricreative, ovvero tutto quello che costituisce la riserva cognitiva che ogni persona costruisce nell’arco di una vita, per i malati di Parkinson potrebbe fare la differenza in termini di declino motorio e cognitivo. A suggerirlo, uno studio recente pubblicato dalla rivista internazionale Experimental Gerontology, e condotto dalla dott.ssa Sabrina Guzzetti, psicologa di Humanitas San Pio X, in collaborazione con NeuroMi e il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca. Attraverso interviste semi-strutturate per valutare l’Indice di Riserva Cognitiva su pazienti in diversi stadi della malattia,

da medio-basso (1-9 anni) e medio-alto (più di 9 anni), i ricercatori sono arrivati alla conclusione che tutto il bagaglio di esperienze e conoscenze acquisite abbia un ruolo protettivo specie negli stadi medio-avanzati della malattia. Lo studio è tra i primi a evidenziare che malati di Parkinson con una maggior riserva cognitiva riescono a mettere in campo più risorse per far fronte ai danni cerebrali della malattia rispetto a chi ha minori riserve cognitive. Questo contribuisce sia a ridurre gli effetti del declino motorio, sia ad avere una migliore performance cognitiva, in particolare in attività che richiedono pianificazione, problem solving e ragionamento. Humanitas San Pio X Magazine - N.5

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PREVENZIONE ROSA

Promemoria rosa della prevenzione

FOCUS

Prenditi cura della tua salute!

Prima dei 20 anni:

Nel referto ci sono sigle e termini difficili da capire? Non cercare aiuto in internet. Rivolgiti al tuo medico per saperne di più.

costruisci il tuo scudo Ricordati di questi esami:

All’inizio dell’attività sessuale • Visita ginecologica (successive visite programmate dal medico)

Dai 36 ai 50 anni:

A tutta prevenzione

Da 21 ai 35 anni:

la salute è nelle tue mani

#SPECIALMENTEDONNA

Proteggi la tua salute, evita sovrappeso, fumo di sigaretta, e segui uno stile di vita sano.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, tumore al seno e alla cervice uterina colpiscono circa 1 donna su 3, anche in giovane età, ma la prevenzione è a portata di mano. Autopalpazione, stile di vita, controlli periodici, esami e diagnosi precoce sono le armi che la medicina mette nelle mani delle donne per eliminare o ridurre il rischio di ammalarsi di tumori oggi evitabili. Come il tumore al seno o alcuni tumori ginecologici, per i quali già prima dei 25 anni, la donna può iniziare a costruire il proprio “scudo protettivo” adottando uno stile di vita sano che includa attività fisica, dieta equilibrata, no fumo e poco alcool, oltre ai controlli ginecologici e senologici periodici. Determinante, infatti, è intercettare i primi segni di malattia sia con esami

Specialmente Donna

di routine sia con la diagnostica avanzata, quali ecografia, mammografia, anche digitale (chiamata tomosintesi). Il percorso di prevenzione e diagnostica viene personalizzato in base ai fattori di rischio individuali, inclusa la familiarità, come nel tumore al seno, e all’età della donna. Dalla vaccinazione contro il papilloma virus (HPV) che si può contrarre fin dal primo rapporto sessuale ed è responsabile del tumore della cervice, fino a dopo la menopausa, quando aumenta l’incidenza di tumore al seno, la prevenzione accompagna la donna per tutta la durata della sua vita.

Una settimana dedicata a tutte le donne che hanno a cuore la propria salute. Dal 4 al 9 marzo appuntamenti gratuiti con esperti, esami di screening e test innovativi per ogni donna, per ogni età. Il programma completo sul sito www.sanpiox.net

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Predisposizione genetica e tumore al seno. Facciamo chiarezza Cosa significa predisposizione genetica La predisposizione genetica indica un rischio maggiore di sviluppare tumore rispetto alle persone che non hanno alcuna predisposizione. Se in famiglia, tra i parenti di primo grado, si sono verificati casi di tumore alla mammella prima dei 50 anni, aumentano le probabilità di aver ereditato, da entrambi i genitori, mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2 che si trovano su alcuni cromosomi.

Predisposizione genetica significa certezza di tumore? No. E non significa neppure che lo sviluppo del tumore sia già in corso, ma indica invece un rischio aumentato di sviluppare tumore al seno. Per questo motivo, in presenza di mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2 è fondamentale (e non solo consigliato): 1. sottoporsi a una stretta sorveglianza diagnostica 2. tenere sotto controllo i fattori di rischio modificabili come alimentazione e stile di vita 3. evitare l’esposizione a cancerogeni

Ricordati di questi esami: Ogni 3 mesi • Autopalpazione del seno (lontano dai giorni del ciclo, non sostituisce l’ecografia) Con periodicità consigliata dal medico • Visita ginecologica con eventuale ecografia transvaginale • Visita senologica e ecografia mammaria (dai 30 anni) Ogni 2-3 anni (dai 25 anni) • HPV-Dna Test e Pap Test (secondo i risultati e le indicazioni del ginecologo) Almeno una volta (e sempre in gravidanza) • Controllo dei nei (salvo diversa indicazione del medico) Ricorda: i cambiamenti ormonali possono influenzare dimensione e quantità dei nei.

Lo sai che...

non abbassare la guardia! La menopausa porta con sé molti cambiamenti nell’equilibrio psicofisico della donna. È il momento per rinforzare la prevenzione!

Ricordati di questi esami: Ogni 3 mesi • Autopalpazione del seno Una volta l’anno • Visita ginecologica con eventuale ecografia transvaginale • Visita senologica Ogni 2 anni (dai 45 anni) • Mammografia Ogni 2-3 anni • HPV-Dna Test e Pap Test (secondo i risultati e le indicazioni del ginecologo) • Controllo dei nei (salvo diversa indicazione del medico)

Non aspettare! Se hai familiarità per patologie a seno, ovaie o tumori del colon, oppure noti perdite vaginali anomale o hai disturbi inusuali, rivolgiti al tuo medico.

Il papillomavirus (HPV) è responsabile del tumore alla cervice. Come sai se sei protetta? In ogni fase della tua vita, te lo dice l’HPV-Dna Test. È offerto nel corso del 12° anno di età il vaccino HPV.

Dai 51 ai 65 anni: rinforza la prevenzione! Ricordati di questi esami: Ogni 2 anni • Esame delle feci per ricerca sangue occulto (per il tumore del colon-retto) • Mammografia

Ogni 2-3 anni (dai 25 anni) • Visita ginecologica • HPV-Dna Test e Pap Test • Controllo dei nei (salvo diversa indicazione del medico)

Dai 66 anni:

Non smettere di seguire gli esami preventivi secondo le indicazioni del tuo medico.

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SPECIALE ECOGRAFIA

L’ABC dell’ecografia #ECOGRAFIA

#ONDESONORE

L’ecografia è l’esame diagnostico più comune, ben tollerato da tutti, dai neonati agli anziani e anche in gravidanza. Per vedere all’interno di molti organi e tessuti del nostro organismo, l’ecografia utilizza gli stessi ultrasuoni dei sonar dei sottomarini. Se in origine l’ecografia era usata solo in campo internistico e ginecologico, oggi è un esame di routine considerato di primo livello, fondamentale in molti ambiti della medicina. L’ecografia non ha solo uno scopo diagnostico, viene infatti utilizzata moltissimo come guida per manovre di tipo interventistico: biopsie, drenaggi di ascessi, posizionamento di cateteri.

Sfrutta gli ultrasuoni dei sonar di navi e sottomarini per guardare dentro il corpo umano. È l’ecografia, l’esame diagnostico non invasivo che permette di viaggiare all’interno di organi e tessuti in completa sicurezza. Ecco come funziona e a che cosa serve.

Preparazione In genere, l’ecografia non richiede alcuna preparazione, se non in casi specifici: ECOGRAFIA ADDOMINALE digiuno 6 ore prima dell’esame, oppure dieta priva di fibre in caso di paziente con abbondante gas intestinale. Meglio evitare caffè e dolci perché favoriscono la contrazione della colecisti ECOGRAFIA VESCICALE è necessaria vescica piena, bere circa 1 litro di acqua naturale 30-60 minuti prima dell’esame

Emessi dalla sonda dell’ecografo, gli ultrasuoni sono impulsi sonori ECOGRAFIA TRANSRETTALE (prostata) (vibrazioni). Quando l’impulso, nella sua propagazione verso l’area piccolo clistere 60 minuti prima dell’esame. da esaminare, incontra un organo o un “ostacolo”, per esempio Si esegue in posizione supina, sdraiati sul una cavità con liquido, calcificazioni, bolle d’aria o corpi estranei, lettino, ma l’ecografista può richiedere di invia alla sonda echi ultrasonici di rimbalzo spostarsi sul fianco per permettere una che, grazie a un software, si trasformigliore visione dell’area da esaminare, mano in immagini. In questo modo, è oppure di trattenere il fiato per pochi secondi, IESTE possibile effettuare lo studio di organi LE ECOGRAFIE PIÙ RICH o sollevare le braccia, specie per l’ecografia interni, vasi sanguigni, linfonodi, ghianfino a 3 mesi bi m bi e i at mammaria. Dopo l’esame, che dura tra 5 e on ne Per dole, tessuti molli, strutture muscolari, reni • addome • e ch an • : di 15 minuti anche nei bambini, si può tornare fia Ecogra tendinee e legamentose. Gli ultrasuoni, o. lor pi alle proprie attività senza limitazioni. completo • non essendo né radiazioni né onde iliare può essere Un genitore o fam l’ecografia magnetiche, rendono l’ecografia l’esame presente durante diagnostico più sicuro per tutti.

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Per penetrare nelle aree da esaminare, gli ultrasuoni necessitano del gel all’acqua che permette una perfetta aderenza, eliminando l’aria tra sonda e cute. Non tossico, neppure per la pelle dei neonati, si toglie con un panno carta e non macchia, ma è controindicato il suo utilizzo su ferite aperte e cicatrici recenti da intervento chirurgico.

Curiosità su... OSSA E TENDINI

L’ecografia non è in grado di studiare le ossa – spiega la dott.ssa Saeid Pour Mausoleh Fatemeh, radiologa esperta in diagnostica muscoloscheletrica – ma permette di vedere lesioni muscolari e tendinee, infiammazioni dei tessuti molli e neoformazioni superficiali.

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Per adulti

ella • Addome Screening mamm , milza, pancreas, completo (fegato le, ri, aorta addomina colecisti e vie bilia olo sc scica) • Mu linfonodi, reni, ve ini, legamenti, scheletriche (tend li ttali e transvagina muscoli) • Transre te e sottocute Tiroide e collo • Cu idanza Ecografie in grav

Lo sai che... TIROIDE

L’ecografia è l’esame più adatto a rilevare la presenza di noduli, definirne morfologia, dimensione, struttura e valutare ulteriori alterazioni della ghiandola tiroidea – spiega la dott.ssa Giovanna Ferratini –. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato un aumento delle tiroiditi autoimmuni, ad esempio come quella di Hashimoto che colpisce particolarmente le donne.

OBESITÀ

L’ecografia è un esame operatore-dipendente, ovvero il risultato dipende anche dall’esperienza dell’ecografista. Ad esempio, l’ecografia addominale su persone obese richiede particolari competenze – dice il dott. Roberto Grignani, ecografista esperto in chirurgia bariatrica.

NEONATI

Rispetto ad altri esami di diagnostica strumentale – spiega la dott.ssa Bibiana Bozzini – l’ecografia è frequentemente ripetibile e per questo permette di monitorare patologie o malformazioni anche nei neonati. Richiede solo la presenza rassicurante della mamma.

dai 2-3 anni, i bimbi seguono le stesse raccomandazioni degli adulti, cioè digiuno e vescica piena? Nei neonati, la preparazione non è necessaria.

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PUNTO NASCITA

Babyblues, la tristezza dopo la gioia #DEPRESSIONE

#POSTPARTUM

Accade che ansia e malinconia prendano il posto della felicità dopo il parto. Ma le psicologhe e psicoterapeute del Punto Nascita ascoltano e aiutano le neomamme ad affrontare questo momento complesso. Quando la nascita diventa crisi Dopo il parto, a causa di fattori ormonali e psicologici, il 90% delle donne al primo figlio sviluppa una ‘malinconia’ chiamata baby blues. “Si tratta di una serie di disturbi che hanno una base di ansia della genitorialità – spiega la dott.ssa Maria Caterina Cattaneo, psicologa e psicoterapeuta del Punto Nascita –. Ansie da separazione, ansie che possono derivare da parti traumatici o da difficoltà di allattamento, oppure connesse alla responsabilità genitoriale, che all’inizio può essere avvertita come un peso, o all’inevitabile cambiamento di ruolo sociale. Il baby blues può presentarsi subito dopo il parto, soprattutto al rientro a casa, e può avere una durata variabile, ma con risoluzione spontanea entro i due mesi di vita del bambino. Mentre la depressione post partum insorge più tardi, intorno ai due mesi o a volte, anche a un anno di vita del bambino, dura nel tempo e spesso necessita di un intervento specialistico. Intercettare i segnali sfumati di babyblues nella mamma prima che diventino sofferenza psichica, aumenta le probabilità di risolverla in modo efficace”.

“La nascita di un figlio è un momento forte e delicato allo stesso tempo, che coinvolge anche gli aspetti psicologici della donna – dice la dott.ssa Paola Marangione, responsabile di Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X –. I ritmi diversi dettati dalle esigenze del neonato, ansia o paura nell’accudirlo, il timore dell’allattamento, i sensi di colpa se il bimbo ha problemi di salute, e qualche volta la difficoltà della donna a ritrovarsi nella dimensione di mamma in coppia, possono diventare depressione. Intercettare i segnali, e intervenire precocemente, può aiutare la mamma a creare quel forte legame con il suo bambino che favorisce l’accudimento”.

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L’ascolto che cura la psiche Nel Punto Nascita, il colloquio con la psicoterapeuta è parte del percorso di nascita della famiglia. “Con un colloquio mirato dopo il parto – spiega la psicologa e psicoterapeuta Cattaneo – e usando un approccio innovativo da noi ideato, l’EMDR, siamo in grado di comprendere quando la nascita diventa crisi e quando questa crisi può diventare bisognosa di un intervento psicologico, anche breve. Alcune frasi e commenti indirizzano subito lo psicoterapeuta, come per esempio, considerazioni negative di sé («non sono una brava mamma») o autocolpevolizzanti («non riesco ad allattare»), oppure proiezioni sul bambino («il bambino mi prosciuga, non ce la faccio»). Intervenire subito con trattamenti specifici sulla base del problema permette l’elaborazione della crisi e costituisce un fattore di protezione per l’insorgenza delle depressioni post partum, che alla lunga possono causare nel bambino disturbi dell’attaccamento”.

Segnali che parlano di Babyblues 1. Disturbi del sonno 2. Ansia 3. Irritabilità 4. Malinconia

Si chiama EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) il metodo innovativo per l’intervento tempestivo nelle sintomatologie ansioso-depressive nel post partum, ideato dal team di psicologhe e psicoterapeute del Punto Nascita (Maria Caterina Cattaneo, Valentina Chiorino, Sara Roveraro e Roberta Salerno). Il trattamento terapeutico dipende dal problema psicologico: possono essere sufficienti anche solo alcuni colloqui o il supporto a casa di un’ostetrica che rassicuri la neomamma nella cura del proprio bimbo, fino a terapie più lunghe, quando la donna si trova a fronteggiare un disturbo depressivo vero e proprio. In questo caso l’intervento elettivo abbina la psicoterapia al supporto farmacologico, consigliato dallo psichiatra. Questo modello è diventato parte delle linee guida della Regione Lombardia sulla prevenzione della depressione post partum.

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PUNTO NASCITA

Testa piatta, come prevenire e curare #RISCHIONEUROLOGICO

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consigli posturali utili fin dai primi giorni di vita

#POSTURA

La plagiocefalia e le asimmetrie posturali del neonato si curano con esercizi mirati e tanto amore. Grazie ai consigli degli specialisti dell’ambulatorio Baby Move.

In braccio

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Alternare il lato in cui si tiene il proprio bimbo usando anche quello più scomodo (se destrimani a sinistra e viceversa)

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Quando il piccolo è completamente rilassato, tenerlo con la pancia sull’avambraccio e la testa in prossimità del gomito, alternando entrambi i lati

Il cambio pannolino

Il sonnellino

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Dedicare un paio di minuti ogni volta alla posizione prona (a pancia in giù): all’inizio il bimbo non solleverà la testa, ma inizierà ad “allenare” i muscoli posteriori che serviranno per il controllo del capo

Le sdraiette

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Nei primi mesi, evitare lunghe permanenze in sdraiette dove il bimbo, non avendo ancora il controllo di capo e tronco, tenderà ad assecondare le sue piccole asimmetrie e a mantenere, senza poterla variare, la medesima posizione per tutto il tempo

Alla nascita, tutti i bimbi nati da parto vaginale presentano deformità della testa che, nella maggior parte dei casi, si risolvono spontaneamente nei primi giorni di vita. “Quando sono presenti asimmetrie del capo dovute a una posizione supina costretta all’interno dell’utero materno – spiega il dott. Francesco Scimone, neonatologo con grande esperienza in campo neurologico che gestisce l’ambulatorio Baby Move di Humanitas San Pio X –, la deformità o asimmetria del capo non si risolve spontaneamente. Il neonato, quindi, viene sottoposto fin dai primi giorni di vita, durante la degenza al nido, a valutazione neurologica

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con ecografia cerebrale e, se necessario, sacrale. Successivamente, in ambulatorio, durante il percorso di follow up è importante seguire le diverse tappe dello sviluppo del neonato, considerato a rischio neurologico”. Fin dai primi giorni di vita, la postura è importante per lo sviluppo del bimbo. “Ai genitori vengono indicati gli esercizi da eseguire a casa – continua Eleonora Resnati, fisioterapista e osteopata –. Durante i periodici controlli in ambulatorio, in base all’evoluzione del quadro clinico, verranno suggerite anche eventuali modifiche degli esercizi dati in precedenza alla famiglia”.

Insieme alla mamma, durante i sonni diurni mettere il piccolo in una posizione di semi-decubito laterale utilizzando uno spessore (un piccolo cuscino o una salvietta arrotolata dietro alla schiena) e alternando i lati: in questo modo la testa sarà in asse con il corpo e il punto di appoggio varierà di continuo

LE TAPPE DEL FOLLOW UP NEUROLOGIO La prima visita è durante la degenza in ospedale. La durata del follow up che segue può variare da bambino a bambino, a seconda del problema alla nascita e può durare fino ai 3 anni di vita.

1 mese Prima visita ambulatoriale: verifica dell’evoluzione del quadro clinico, nuovi consigli posturali, se necessario

6 mesi Seconda visita ambulatoriale: visita neurologica, valutazione psicomotoria

12-16 mesi Terza visita ambulatoriale: visita neurologica, valutazione psicomotoria, con l’obiettivo di valutare anche la deambulazione, importante indicatore di un corretto sviluppo motorio

2 anni Valutazione clinica per verificare le modalità di relazione e di comportamento, lo sviluppo del linguaggio e la coordinazione motoria

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PUNTO NASCITA

FOCUS

mille bambini mille sorrisi

Valentina

Massimiliano

Sofia

Nel 2018 la cicogna ha portato in Humanitas San Pio X oltre 1000 neonati. Grazie ai genitori e a medici, infermieri e ostetriche che hanno reso possibile questo traguardo. Ecco i sorrisi di alcuni partecipanti all’iniziativa social. LORENZO 6 OTTOBRE 2018

Humanitas San Pio X Humanitas

Gioia per essere stati noi la ragione di quel sorriso! Promessa di regalargliene ogni giorno! Lorenzo è luce… lui sorride e tutto passa!

#HumanitasMAMA

CHIARA

20 SETTEMBRE 2018 Un’emozione unica il cuore che batteva a 1000 e poi quei due occhietti in uno scricciolo di appena 1,4 kg ad illuminare la nostra vita.

AMBRA

31 LUGLIO 2018 Il primo sorriso Ambra me lo fece a 15 giorni. Mi ricordo che ho pensato che non poteva esserci meraviglia più bella di quel sorriso.

DIANA

12 OTTOBRE 2018 Il sorriso di un bimbo dà sempre gioia ma l’emozione e il tuffo al cuore che ti dona vedere il sorriso di tua figlia è unico, è la tua vita.

ARON

2 APRILE 2018 Indescrivibile… Ogni suo sorriso è in grado di far superare momenti bui…

NICOLÒ

26 FEBBRAIO 2018

EMMA

Il sorriso di mio figlio mi riempie il cuore di amore.

GIULIA

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L’emozione più bella di essere mamma è vedere Giulia sorridere Humanitas San Pio Xche Magazine - N.5 di quel e sapere la ragione sorriso sono io.

18 AGOSTO 2018

TOMMASO 3 OTTOBRE 2018

Mio figlio, a 2 mesi e mezzo mi ha regalato l’emozione più grande, guardandomi, si é illuminato con un sorriso che non dimenticherò mai.

Il primo sorriso è stato inaspettato ed abbiamo provato un’emozione indescrivibile. Da quel giorno ce ne regala sempre di più!

Mani, 3 consigli per prendersene cura ogni giorno Sempre in prima linea, le mani sono strumenti da proteggere, specie da traumi e malattie che ne possono alterare la funzionalità.

Sindrome del tunnel carpale, dito a scatto, cisti, morbo di De Quervain ma anche traumi e lesioni. In base alle indicazioni del medico il paziente può seguire una terapia conservativa con riabilitazione e utilizzo di tutori. In presenza di una patologia o di un trauma che richiedono un trattamento chirurgico, l’intervento è generalmente in una sola giornata, senza ricovero e con un approccio mini-invasivo. “Fisioterapia e dispositivi costruiti per il problema specifico del paziente sono, in molti casi, sufficienti per ridurre il dolore e migliorare la qualità di vita del paziente – dice il dott. Giorgio Pivato, responsabile di Chirurgia della Mano –. In caso di intervento chirurgico, la soluzione nel nostro centro è sempre ‘sartoriale’, ovvero servizi clinici all’avanguardia, innovativi nel trattamento, personalizzati nella procedura e multidisciplinari, passando da diagnosi, chirurgia e riabilitazione su misura”.

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cura Prenditi cura di mani e unghie • Lavale con acqua tiepida e saponi delicati • Usa crema idratante e protettiva • Tamponale invece di asciugarle • Spazzola e rifinisci le unghie

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proteggi

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impara

Proteggile sempre

• Indossa guanti quando lavi, fa freddo o maneggi utensili caldi • Ricorda i dispositivi di protezione individuale, se il tuo lavoro lo richiede

Impara a rispettarle • Evita posture o gesti che fanno sentire dolore • Cambia spesso mano se sorreggi un libro o uno smartphone • Riduci la velocità dei gesti e fai pause frequenti Humanitas San Pio X Magazine - N.5

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SICUREZZA

La sicurezza. Tutti possiamo prendercene cura #OCCHIAPERTI

#QUALITÀ

Medici, infermieri, personale di staff, tecnici e operatori socio sanitari, sono protagonisti della nuova campagna interna dedicata alla sicurezza in ospedale. Perché la qualità della cura ai nostri pazienti è ciò in cui crediamo.

Speciali dispositivi di protezione per i piccoli pazienti pediatrici che devono sottoporsi a esami radiologici, diete personalizzate per i degenti, nuove procedure con codici colore nei processi di sterilizzazione. E ancora lotta alle infezioni ospedaliere con un team multidisciplinare dedicato. Sono solo alcuni esempi dell’impegno di Humanitas San Pio X per garantire la massima sicurezza di

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pazienti e operatori in ospedale. Un impegno che passa anche dall’aggiornamento periodico alla gestione dell’emergenza di tutto il personale e ai continui investimenti strutturali. Sui muri dell’ospedale, e in particolare nel corridoio che va verso la Radiologia al piano -1, si snoda la mostra con i volti dei nostri operatori, tutti in prima linea, sentinelle formate, attive e responsabili sul tema della sicurezza.

Guarda sul sito dell’ospedale il

video della campagna

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NEWS

#WELCOMEINHUMANITAS

GINECOLOGIA, SI RAFFORZA IL TEAM È entrato in Humanitas San Pio X il prof. Luigi Fedele, già direttore del Dipartimento Donna-BambinoNeonato della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, e professore ordinario della Facoltà di Ostetricia e Ginecologia dell’Università Statale di Milano. Ha sviluppato negli anni una grande passione per la chirurgia conservativa ginecologica, con un focus particolare sullo studio e la terapia dell’endometriosi e sulla correzione delle malformazioni genitali. Ha collaborato a più di 300 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali ed è stato presidente e responsabile di numerosi convegni scientifici in Italia e all’estero. In qualità di senior consultant, condividerà la sua esperienza con il team di Ginecologia e Ostetricia, guidato dal dott. Alessandro Bulfoni, e con tutto il Punto Nascita.

#OSPEDALECHECAMBIA

UNA NUOVA AREA AMBULATORIALE È nata al piano -1 dell’ospedale una nuova area ambulatoriale. 400 mq che ospitano 9 nuovi ambulatori con 2 sale d’attesa per i pazienti e uffici per news ambulatori. Gli spazi, pensati per essere più accoglienti, funzionali e confortevoli per pazienti e operatori, sono arredati con uno stile moderno in continuità con gli ambulatori già presenti al piano.

CENTRALINO 02.6951.1 PRENOTAZIONI

RICOVERI

PRENOTAZIONI SSN

RICOVERI PRIVATI E CONVENZIONATI

02.6951.6000

02.6951.6598/6599

lunedì - venerdì 9:00 - 16:00 di persona: lunedì - venerdì 8:30 - 16:00

lunedì - venerdì 9:00 - 17:00 di persona: lunedì - venerdì 7:00 - 17:00

PRENOTAZIONI PRIVATI E CONVENZIONATI

RICOVERI SSN

02.6951.7000

lunedì - venerdì 8:00 - 18:00 sabato 8:00 - 13:00 di persona: lunedì - venerdì 7:00 - 20:00 sabato 8:00 - 12:00

ANNULLAMENTO APPUNTAMENTI

02.6951.7801 servizio con segreteria telefonica

Segreterie Area Chirurgica per info telefoniche: lunedì - venerdì 9:00 - 12:30 e 14:00 - 17:00 di persona 10:00 - 11:00 e 14:00 - 15:00

02.6951.6841

PRELIEVI SSN

02.6951.6842

lunedì - venerdì 7:00 - 14:00 sabato 8:00 - 12:00

SEGRETERIA RADIOTERAPIA 02.6951.6108 lunedì - venerdì 8:00 - 16:00 servizio con segreteria telefonica dedicata

A gennaio l’ospedale ha ottenuto una nuova certificazione ISO 9001 dalla Bureau Veritas, ente leader a livello mondiale nelle verifiche di qualità, salute e sicurezza. La certificazione attesta la solidità dei processi di pianificazione, erogazione e controllo delle prestazioni sanitarie di Humanitas San Pio X, garantendone la conformità con i più elevati standard internazionali. La verifica Bureau Veritas si inserisce all’interno dell’ampio piano di attività e di audit interni in corso in ospedale per garantire qualità e sicurezza delle cure.

PRELIEVI

PRELIEVI PRIVATI E CONVENZIONATI

NUOVA CERTIFICAZIONE BUREAU VERITAS

lunedì - venerdì 9:00 - 15:00 di persona: lunedì - venerdì 7:00 - 15:00 per abilitazione carta regionale 10:00 - 12:00

lunedì - venerdì 7:00 - 11:00 sabato 7:00 - 11:00

#ATUTTAQUALITÀ

02.6951.6507

Numeri utili

Vita in Humanitas

Pronto Humanitas San Pio X

Chirurgia della Spalla Chirurgia Protesica e Ricostruzione Biologica Articolare Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio

Chirurgia della Mano Chirurgia Plastica Ricostruttiva Otorinolaringoiatria

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Oculistica Ostetricia e Ginecologia Urologia Ortopedia della Colonna

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Chirurgia Bariatrica Chirurgia Generale Chirurgia Colo-proctologica

CONSEGNA REFERTI

02.6951.6971

lunedì - venerdì 8:00 - 19:00

sabato 8:00 - 14:00

Humanitas San Pio X Magazine

I verificatori Claudio Dalla Benetta e Carlo Prandini, insieme al Direttore Sanitario Giorgio Tarassi e ad alcuni degli specialisti e degli operatori sanitari e di staff intervistati.

Via F. Nava, 31 - 20159 Milano | Ufficio stampa: Laura Capardoni | ufficio.comunicazione@sanpiox.humanitas.it Anno 4 - Numero 5 - Marzo 2019 | Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 247 del 3 ottobre 2016 Direttore responsabile: Walter Bruno | Responsabile comunicazione: Laura Capardoni | Redazione: Laura Capardoni, Liana Zorzi, Francesca Bariselli Grafica: Tortuga s.r.l. | Immagini: Archivio Humanitas San Pio X, iStockphoto | Stampa: Tipografia F.lli Verderio - Milano Direttore Sanitario: dott. Giorgio Tarassi

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Grazie per aver destinato il vostro 5x1000 alla ricerca Humanitas San Pio X che ogni giorno combatte i disturbi dell’alimentazione e le malattie materno-infantili, di ossa e articolazioni.


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