Nascita di un padre - Giorgio Bertini, Paolo Dalla Vecchia - prefazione di Paola Milani

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Giorgio Bertini Paolo Dalla Vecchia

NASCITA DI UN PADRE Esperienze di sostegno alla genitorialità paterna Prefazione di Paola Milani


© Il Segno dei Gabrielli editori 2021 Via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 – fax 045 6858595 mail: info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Tuti i diritti riservati ISBN 978-88-6099-473-8 © Immagine di copertina proprietà dell’Autore Stampa Grafica Veneta spa, Trebaseleghe (PD), Settembre 2021


“Non riesco a pensare ad alcun bisogno dell’infanzia altrettanto forte quanto il bisogno della protezione di un padre.” Sigmud Freud



INDICE

PREFAZIONE di Paola Milani

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INTRODUZIONE Funzione paterna e funzione materna La narrazione La struttura del libro

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1. FIGURE DI PADRI 23 Diventare padre 23 MI È CRESCIUTA LA PANCIA 23 Una gravidanza mentale 27 La sindrome di Couvade 28 Il nome e il sesso del bambino 29 Il padre materno ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA

Il padre affettivo Il padre assente MIO PADRE È MORTO

Muore il padre di un bambino Crescere senza la figura del padre Se i padri sono assenti solo emotivamente Sostituti paterni GIULIA AL SUPERMERCATO BOBBY E JACK, UNA STORIA AMERICANA

La “deprivazione” paterna

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Forme di deprivazione paterna Figure sostitutive di padri

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Il padre che abbiamo avuto

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C’ERA ANCHE KAFKA

Il padre che abbiamo avuto e i padri che siamo Le storie che si ripetono Il segreto di un padre MIO PADRE HA CAMBIATO LAVORO

Segreti di famiglia Il padre separato

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A VOLTE MI MANCA

Genitori separati Il padre alienato

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NON MI VUOLE VEDERE

L’alienazione genitoriale La violenza domestica

77 QUANDO VENGONO I BRUTTI PENSIERI 77 La violenza di genere 82 Il circolo vizioso della violenza di genere 83 La violenza assistita 85 Padri di figli adolescenti SULLA PANCHINA DEL PARCO

I cambiamenti in adolescenza La figura del padre in adolescenza Il padre adottivo SAUDADE

L’adolescenza dei figli adottati Le difficoltà dei genitori adottivi Il padre adottivo

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Altri padri MANUEL, VITTORIO E MOUNIR

Padri emarginati – Padri stranieri JONATHAN E SUO PADRE

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Paternità e omosessualità Padri che diventano nonni Il ruolo del nonno

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2. ESPERIENZE DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ PATERNA

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“Sentirsi padre” – I gruppi di sostegno alla paternità

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LA TENDA DEGLI INDIANI

Introduzione 115 Il progetto

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1° Incontro: papà a confronto: incontro introduttivo 2° Incontro: la rappresentazione della paternità 3° Incontro: ieri figlio, oggi padre 4° Incontro: faccio il papà: quale paternità viviamo 5° Incontro: “Sei forte papà”: cosa ne pensano i figli

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Il metodo

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Le finalità: sensibilizzazione e cambiamento 126 Il gruppo

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La motivazione 130 La strutturazione degli incontri

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La figura del padre nel Disegno del Cerchio Familiare

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Il fiume che scorre tra due rive

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Teatro e narrazione – Sulle tracce di Geppetto 140 La presentazione dell’esperienza 140 1° incontro: la costruzione del figlio immaginario 141

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2° incontro: il distacco dal padre e l’avventura nel mondo 3° incontro: l’assenza e la ricerca 4° incontro: il ricongiungimento 5° incontro: riflessioni finali e rielaborazione dell’esperienza

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3. INCONTRI CON PAPÀ IN TEMPI DI PANDEMIA 159 COINCIDENZE 162 Conclusioni Il “valore del padre” in ambito educativo

164 164

BIBLIOGRAFIA

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Ringraziamenti

172

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PREFAZIONE di Paola Milani

È un vero privilegio prefare questo volume di Giorgio Bertini e Paolo Dalla Vecchia, uno psicologo e un educatore profondamente in dialogo, da molti anni oramai, con i genitori, nei diversi servizi territoriali del welfare dei bambini e delle famiglie in cui operano. Un dialogo finalizzato ad accompagnare i genitori nell’esercizio del loro ruolo, che ogni giorno, in questa società complessa, rapida e multiforme, si fa sempre più impegnativo. Ma loro non giudicano, hanno scelto di ascoltare e accompagnare. Accompagnare, ossia mangiare il pane con, stare a fianco, non un passo indietro e non un passo avanti, partecipare alle sfide e alle fatiche che i genitori affrontano nell’incedere quotidiano. In questo denso volume, di piacevolissima lettura, ci propongono di entrare nella loro esperienza, singolare e illuminante, di professionisti uomini che accompagnano padri, solo padri. Da tempo Paolo e Giorgio sanno che si fa tanto nel nostro paese per sostenere la genitorialità, ma che troppo spesso nei diversi contesti in cui si realizza questo sostegno in realtà sono presenti, in misura di gran lunga maggiore, le madri, piuttosto che i padri, e che era quindi necessario costruire un luogo, o meglio uno spazio-tempo, dedicato ai soli padri, accompagnato da professionisti uomini e padri. Un luogo di ascolto reciproco, basato sulla possibilità di narrare l’esperienza quotidiana, per irrorarla di riflessività. Infatti, come genitori, quando possiamo sostare con altri genitori, 11


ascoltare le esperienze altrui, narrare le nostre, rifletterci sopra, si genera un piccolo miracolo: l’essere con altri, in un tempo di parola, permette all’esperienza di disvelare il suo potenziale e di rendere manifeste le soluzioni nascoste nelle pieghe del quotidiano. Si parla molto di padri, oggi, nella letteratura scientifica, nei media e nel discorso pubblico: spesso come padri assenti, deleganti o, all’opposto, permissivi e iperprotettivi, o autoritari e incapaci di trovare il punto di equilibrio fra regole, affetti e valori. Padri, mammi o papà? Paolo e Giorgio vanno oltre questo tipo di discorso, non si limitano alle analisi. Ascoltano, si siedono a fianco, raccolgono storie, documentano, restituiscono. Nella prima parte di questo volume c’è tutto questo: un insieme plurale e aperto di figure paterne che costituisce un ritratto dinamico e sostanziale della poliedrica realtà familiare, che ci è dato di vivere in questo tempo. Ma non basta. Non raccolgono solo storie, fanno un altro passo. Il passo che fanno in quanto operatori e attenzione a questo termine: gli operatori nei servizi pubblici non stanno fermi a guardare, a fare diagnosi e restituire valutazioni, ma operano: fanno vivere le analisi e le diagnosi nei progetti, nei percorsi di cambiamento che co-costruiscono con le famiglie. Gli operatori fanno dell’operosità la loro cifra, che consiste nel rimboccarsi le maniche e nel costruire spazi di gruppo dove le esperienze non solo possono essere dette e, così, farsi storie, ma possono trasformarsi in azioni riflesse e sensate, ossia in progetti, che danno un nuovo significato a quelle stesse storie perché si sono cercate le possibilità di un agire diverso e generativo, e per questo educativo, nascosto dentro quelle storie, che ha aperto a nuove possibilità. Quindi è vero e concreto il titolo di questo libro 12


Nascita di un padre. Esperienze di sostegno alla genitorialità paterna: Giorgio e Paolo fanno nascere i padri. Li fanno nascere riconoscendo l’importanza ineguagliabile della funzione paterna all’interno di uno spazio pubblico, il gruppo, che offre piena cittadinanza ai loro percorsi, talvolta maldestri e sofferti, volti ad apprendere ad l’esercizio di un ruolo che nella società del XXI secolo si è fatto esigente e impervio. Millenni di storia delle generazioni precedenti, infatti, non sono stati sufficienti a preparare i padri al confronto con le/i compagne/i di oggi, con i figli di oggi, con le avversità di oggi, non ultima la pandemia. Giorgio e Paolo sono lì, ad attenderli, la sera dopo il lavoro, on line o in presenza, in quel contesto di gruppo in cui la libertà di essere fra soli uomini rende aperto e franco il confronto, promettente l’ascolto, sempre possibile e fertile l’educare.

Paola Milani, Ph.D., professore ordinario di Pedagogia Sociale e Pedagogia delle Famiglie, research leader di LabRIEF, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, responsabile scientifico nazionale di P.I.P.P.I., Programma di Intervento Per Prevenire l’Istituzionalizzazione, il più ampio programma mai finanziato nella storia delle politiche sociali in Italia per il contrasto alla vulnerabilità familiare. Dal 2019 rappresentante italiano nella COST Action della Commissione Europea, The European Family Support Network, dal 2020 esperto di nomina del Ministro nell’Osservatorio nazionale Infanzia e Adolescenza. Autrice di più di 200 pubblicazioni scientifiche, sia a livello nazionale che internazionale, fra cui Educazione e famiglie. Ricerche e nuove pratiche per la genitorialità, per i tipi Carocci.

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INTRODUZIONE

Per troppo tempo la figura paterna, dal punto di vista psicologico, ma anche da quello sociologico e culturale, è rimasta relegata sullo sfondo, secondaria rispetto al ruolo della madre, ritenuto da sempre come più centrale e determinante nello sviluppo psico-emotivo del bambino. Solo negli ultimi venti anni i padri sono stati considerati dagli psicologi qualcosa di più che non l’“altrogenitore”. Nella realtà attuale le differenze tra funzione paterna e materna non dipendono necessariamente dal genere maschile e femminile e possono essere svolte in modo intercambiabile da entrambi i genitori. Ripensare oggi al valore della funzione paterna significa tener conto del contesto sociale in cui viviamo e dei profondi cambiamenti che hanno comportato una progressiva modificazione nel modo di interpretare ruoli e funzioni genitoriali. Mentre un tempo alla figura paterna era socialmente attribuito un potere indiscutibile nel trasmettere regole e valori, i padri di oggi sono alla ricerca di un diverso riconoscimento della propria funzione e di nuovi modi di svolgere il proprio ruolo. Molti uomini non vogliono semplicemente fare i padri, che è un semplice riconoscimento di compiti e funzioni, ma di “sentirsi padri”, che ha a che fare con la percezione emotiva della paternità – il cosiddetto padre affettivo – e con la capacità di costruirsi un’immagine di padre accanto al proprio bambino.

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Funzione materna e funzione paterna La funzione materna da sempre è preposta alla cura, alla protezione del bambino, alla soddisfazione dei suoi bisogni primari, alla sua gratificazione. Nel primo anno di vita la prevalenza di questo tipo di funzione è fondamentale. Il neonato necessita d’instaurare una relazione simbiotica con la madre, improntata alla cura e all’accudimento che è fondamentale per la sopravvivenza e l’acquisizione di alcune importanti competenze di natura psichica come l’attaccamento e l’autostima. Il padre nei primi mesi di vita offre sostegno e protezione alla relazione madre-bambino; può prendersi cura del figlio e della madre e in questo modo alleviare sofferenze e dolori. Man mano che il bambino cresce e si sviluppa, si costituirà un legame di attaccamento anche con il padre. La figura paterna aiuta il bambino nel processo di separazione dal “grembo” materno per uscire dalla con-fusione e arrivare all’individuazione, all’affrancamento di sé, a uscire dall’onnipotenza. Il padre ha il compito di favorire l’autonomia dei figli, promuovere il primo abbozzo di coscienza e di disciplina degli impulsi, il senso del limite, le regole di vita, la socializzazione. In questo senso egli si presenta come un “altro” dalla madre, mediatore del mondo esterno, primo interprete della realtà. Al padre spetta il compito di rendere capace il figlio di far parte di una comunità più ampia, mettendolo precocemente a confronto con le regole necessarie alla convivenza. È il passaggio del figlio dal regno dei bisogni, soddisfatto dalla madre, al regno del desiderio verso il mondo esterno. Attualmente i padri sono maggiormente coinvolti nel rapporto con i figli, ma rischiano di fare “maternage” e di prolungare la dipendenza affettiva. C’è il rischio che nell’assenza di un ruolo definito di paternità alcuni uomini vogliano 16


costituire una diade relazionale padre-figlio che si aggiunga alla relazione madre-bambino o addirittura che la sostituisca. Ciò dipende in larga misura dal tipo di relazione vissuta all’interno della coppia genitoriale. Il bambino non nasce da una madre ma da una coppia e il suo sviluppo è garantito dalla qualità della relazione di coppia. È necessario quindi che la madre si dimostri disponibile a far entrare il padre in relazione con il figlio, visto che nei primi mesi di vita è soprattutto la donna ad avere un contatto stretto e diretto con il bambino. La relazione tra padre e figlio si costruisce in maniera progressiva e in funzione della modalità con cui l’uomo sceglie di vivere la propria paternità, ma anche in funzione degli spazi che la donna gli concede. Il padre non può sostituirsi né sovrapporsi alla madre, ma deve gradualmente inserirsi nel rapporto madre-bambino, fino a trasformare la diade in triade. La psicoanalisi definisce questa triangolazione “edipica”, ed è una fase cruciale dello sviluppo psicosessuale del bambino, dopo le fasi orale e anale, e prima della latenza. Il padre non è l’elemento opzionale delle relazioni familiari, ma l’altro polo di un amore di cui i figli hanno bisogno per crescere in maniera sana ed equilibrata, dal momento che la vita si sviluppa su due direttrici parallele, maschile e femminile, e la riuscita non è nell’annullamento delle differenze dei due sessi, ma nella loro comune destinazione. La madre nutre il bambino mediante il “seno”, il padre nutre il figlio mediante la “parola”; la madre nutre il “cuore” del bambino, il padre nutre la “mente” del figlio. Per questo l’assenza del padre o la carenza di questa funzione sono spesso collegate a difficoltà e disagi che bloccano o impediscono lo sviluppo psicologico di un bambino. Continua 17



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