Ad Quartum Leonem - Luglio 2013

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“… ’na quàt paròlå dèlå Bàså Bresànå” Il vocabolario aggiornato del Maestro Tomaso Romano di Marco Sacchi |

marco.sacchi@fondazionedominatoleonense.it

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l dialetto è l’essenza di un territorio e delle persone che lo ne del volume: “Nel terzo millennio la saggezza popolare della vivono. Possiede una grande forza espressiva che rappre- nostra lingua è e rimarrà intatta. Il dialetto della Bassa Bresciasenta la memoria di esperienze umane e sentimenti genui- na esiste, anche al di fuori di grandi clamori culturali e storici. ni e autentici ed è intriso dell’intelligenza e della fatica, del Si sente, pulsa, vive e si perpetua. Ma soprattutto, ci dà voce: sapere e delle esperienze culturali della popolazione. salvando la nostra lingua, salveremo la nostra identità.” Il maestro Tomaso Romano, insegnante e scrittore novanLa nuova edizione aggiornata del vocabolario non è soltunenne di Alfianello, bassa bresciana, con la sua passione per tanto una semplice raccolta di parole. Nelle prime pagine si il dialetto si è fatto portavoce in questi anni di tali sentimenti, trovano le note per entrare nel merito della grafia del dialetpromuovendo ricerche e studi su questa lingua al fine di con- to, accompagnate da consigli pratici di pronuncia. Il dialetto servarla, valorizzarla e divulgarla. infatti possiede regole di scrittura e dizione ben precise: ogni L’amore per il dialetto traspare fin dal suo primo libro di lemma quindi è spiegato sia mediante la definizione sia attraracconti e tradizioni di una volta, verso espressioni e modi di dire “Emusiù e fragransa” del 2002. che aiutano a comprenderne meLa Fondazione Dominato Leoglio il significato e l’utilizzo. Tomaso Romano nense ha riconosciuto nel dialetIl vocabolario sarà presentato un valore da promuovere e da non dimenticare. Per questo, dopo aver promosso, lo scorso anno, la pubblicazione del volume “Tradisiù e superstisiù dela Basa Bresana”, ora presenta la versione ampliata del vocabolario “…’na quàt paròla dela Basa Bresana”, già edito da Cassa Padana nel 1998, oggi aggiornato con nuovi lemmi. Scrive Romano nella prefazio-

…’na quàt paròlå dèlå Bàså Bresànå

to sabato 6 luglio in Villa Badia a Leno durante l’XI edizione della Fiera di San Benedetto. Per chi fosse interessato sarà poi in vendita presso la sede della Fondazione Dominato Leonense in via Marconi 28 a Leno. Per info: Tel. 0309038463. ●

Info www.fieradisanbenedetto.it Nuova edizione ampliata

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Acqua, bene comune alla Fiera di San Benedetto

di Marco Sacchi |

marco.sacchi@fondazionedominatoleonense.it

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a fiera delle produzioni biologiche torna ad animare il parco di Villa Badia a Leno, nella bassa bresciana. Da 11 anni la Fondazione Dominato Leonense e Cassa Padana organizzano questa manifestazione con l’intento di incoraggiare la produzione biologica di qualità, presentando esempi concreti di prodotti e attività. Nell’anno internazionale della cooperazione per l’acqua, il filo conduttore di questa edizione non poteva che essere l’acqua. Perché l’acqua è fonte di vita. Perché l’acqua è un bene comu-

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ne dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Mostre a tema – tra cui quella del maestro cinese Zhu Renmin, della fotografa Elena Pivato e dell’Accademia del Gamber – spettacoli e presentazioni saranno proposte per sensibilizzare i presenti su questo importante tema. Il programma della Fiera di San Benedetto si presenta molto ricco: si inizia venerdì 5 luglio con lo spettacolo Popolis is Music. Il mercato sarà invece aperto sabato 6 luglio e domenica 7 luglio dalle 17 alle 23.30. Saranno presenti anche gli hobbisti che hanno fatto del riciclo un’arte e le associazioni di volontariato che rappresentano il cuore pulsante della società. Da non perdere è la presentazione, sabato pomeriggio, della nuova edizione ampliata del dizionario “…’na quàt paròla dè la Basa Bresàna” del maestro Tomaso Romano; mentre domenica pomeriggio sarà presentato in anteprima il completamento del restauro di Villa Badia, realizzato grazie a una collaborazione fra Cassa Padana e Libera Accademia delle Belle Arti, a cui seguirà una visita guidata nelle meravigliose sale affrescate. Durante il fine settimana non mancheranno gli intrattenimenti per i bambini e la possibilità di cenare in Villa Badia con squisiti piatti biologici, tra cui il tipico spiedo. L’ingresso alla manifestazione è gratuito. ●

In viaggio con verdi

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uecento anni fa nasceva Giuseppe Verdi, poi soprannominato il “cigno” di Busseto, per l’eleganza e la delicatezza del suo stile musicale. Il maestro ha rivoluzionato la storia della musica. Cosa sarebbe il mondo senza le sue opere? Senza Rigoletto, Traviata, Trovatore, Nabucco, Macbeth, Aida, Don Carlo, Otello… Anche Leno vuole celebrare questo artista: sabato 6 luglio, il Corpo Musicale Lenese “V. Capirola”, con il coro “Città di Brescia”, proporrà una serata interamente dedicata a Verdi. Nella magica atmosfera del parco di Villa Badia aleggeranno le arie più celebri. Ingresso libero.

info Tel. 030-9038463 www.fondazionedominatoleonense.it www.fieradisanbenedetto.it

Popolis is music

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la storia di un lungo viaggio a bordo di una nave durante il quale i membri dell’equipaggio saranno costretti a rivedere le loro vite da una prospettiva diversa. La collaborazione può vincere su tutto? Molte le domande: qual è la destinazione? Cosa nascondono le vite dei passeggeri? Questa è la trama dello spettacolo Popolis is music, che sarà rappresentato venerdì 5 luglio dai partecipanti del corso “TEATRIAMO”, organizzato dalla compagnia teatrale Caramella presso il Teatro di Desiderio di Leno. Lo spettacolo è nato su proposta di Cassa Padana per celebrare i 10 anni del portale Popolis.

Anubisquaw for Africa

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uando lo spettacolo è a fin di bene. La compagnia teatrale Anubisquaw presenta, domenica 7 luglio, Il Segreto della Dark Lady (Otto Misteri per una Donna), per sostenere l’associazione Harambee onlus, impegnata nella costruzione di un pozzo di acqua potabile nella Chang’ombe School in Tanzania. In Africa l’acqua potabile è un lusso: spesso ciò che dovrebbe dare la vita diventa fattore di malattie e di morte. Per questo Anubisquaw ha creato questo spettacolo, per contribuire a dare al più presto a questi bambini acqua sana che li possa fare crescere e portare verso il futuro.

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Leno e la Val Trompia: un legame lungo secoli di Angelo Baronio

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e più recenti scoperte della ricerca storica ci testimoniano che lo stretto rapporto tra la fertile pianura della Bassa e le valli bresciane, in particolare la Val Trompia, risale a tempi assai remoti. È soprattutto il fenomeno della transumanza che mette in collegamento le due realtà. Avviata già in età romana, la pratica di svernare in pianura e di portare capre e pecore in montagna durante l’estate si intensifica nell’alto medioevo per iniziativa delle grandi abbazie benedettine di Santa Giulia, San Faustino e Sant’Eufemia in città e San Benedetto di Leno in pianura. È dalle grandi corti monastiche della Bassa che in primavera partono le greggi per raggiungere le malghe delle prealpi sia bresciane, che bergamasche, per farvi ritorno poi in autunno. Le conducono malghesi e pecorari che nell’alto medioevo operano al servizio dei titolari delle corti monastiche e in età comunale con il contratto di soccida si trasformano in veri e propri pastori-imprenditori. In Val Trompia innumerevoli sono le testimonianze del fenomeno, che si intreccia alla commercializzazione del ferro estratto dalle miniere e dei semilavorati che uscivano dai forni della media e alta valle, diretti verso la città, la pianura e la Franciacorta da un lato, dall’altro attraverso la Val Sabbia al

lago di Garda per giungere infine ai mercati lungo il Po. Sono queste attività che nell’alto medioevo le grandi abbazie mettono sotto controllo, organizzando un sistema che promuove la crescita di professionalità e in età comunale e signorile si traduce nella nascita di imprese autonome. Si alimenta così un fecondo collegamento che lascia tracce evidenti nel panorama della valle. Curiosa ed emblematica quella della località di Aleno, frazione del comune di Marcheno. Un’antica tradizione collega il borgo a Leno e al monastero di San Benedetto, fondato dal re longobardo Desiderio nel 758, in rapporto tanto stretto d’averne mutuato il nome. Alla luce delle attuali conoscenze, le fonti non ci consentono di confermare i racconti della tradizione. Un’ipotesi si può tuttavia avanzare ed è quella che collega il toponimo Aleno al nome della famiglia Aleni, i cui membri ricordano nel cognome l’originaria provenienza dal paese della Bassa, sede della grande abbazia. Non si può escludere che membri di tale famiglia protagonisti della transumanza o del commercio dei manufatti di ferro si siano stanziati nella media Val Trompia, presumibilmente su beni dipendenti dal monastero leonense, dando vita a un nucleo abitativo cresciuto fino a diventare comune, il Comune di Lè come segnalano le fonti quattro-cinquecentesche, da cui si originerà l’attuale Comune di Marcheno. ●

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