Expo Milano 2015

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uella che si svolgerà a Milano dal 1° Maggio al 31 Ottobre 2015 sarà una delle più importanti manifestazioni internazionali che il nostro Paese abbia mai ospitato: la fiera universale Milano Expo 2015. Il fatto che si parli di Milano Expo 2015 con così ampio anticipo è indicativo della sua rilevanza e dell’eccezionale eco dei suoi temi, ovvero alimentazione e sostenibilità. Infatti, il tema ufficiale con cui la città di Milano si è aggiudicata la titolarità dell’evento è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, un tema con il quale si è voluto prendere atto sia dell’urgenza posta dalla crescita della popolazione mondiale, sia della responsabilità dei Governi di affrontare e risolvere le grandi sfide del nostro tempo, fra le quali garantire un’alimentazione equa e sana a tutti gli abitanti del Pianeta, salvaguardando quest’ultimo dallo sfruttamento indiscriminato delle sue risorse. Ecco perché un evento dell’importanza di Expo 2015 deve coinvolgere tutti i cittadini. Infatti, il potenziale successo di Expo 2015 e dei suoi obiettivi comincia già oggi, dall’occasione che ci viene offerta di progettarla insieme, cominciando con il comprendere meglio cos’è, come si svolgerà e che opportunità sarà in grado di generare anche per tutti noi e il nostro territorio.

L’Assessore alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale, Expo Arch. Silvia Lanzani

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PARTE PRIMA Che cos’è l’Expo

Cos’è un’Esposizione Univer- secolo e mezzo di storia, scandita anno per anno dall’inarrestabile avanzata sale (EXPO)

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xpo è una grande manifestazione fieristica capace di coinvolgere milioni di persone da tutto il mondo. L’idea di un evento di tale portata germoglia in Francia e si realizza pienamente in Gran Bretagna nel 1851, quando Londra ospita la prima grande fiera a carattere internazionale. Da allora, a cadenza regolare, altre esposizioni del genere si sono succedute in varie città del mondo. Tra queste di rilievo fu l’Exposition Universelle di Parigi del 1889, nella cui occasione fu inaugurata la Tour Eiffel. Successivamente, a partire dal 1928, le esposizioni universali furono regolate da un organismo internazionale, il Bureau International des Expositions (BIE) a cui attualmente aderiscono 156 Paesi. Expo ha dunque sulle spalle oltre un

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della tecnologia e dal genio inventivo di migliaia di uomini. Una storia a cui Milano ha già preso parte con l’edizione del 1906, dedicata al tema dei trasporti, che richiamò nel capoluogo lombardo oltre cinque milioni di visitatori (un record per l’epoca) e che è diventata il punto di partenza del percorso di una mostra allestita negli spazi della Triennale dal titolo 1906-2015 verso l’Expo di Milano.

Che scopo ha

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e esposizioni universali sono nate con lo scopo di promuovere il progresso industriale e tecnologico, offrendo una vetrina mondiale alle novità tecniche e scientifiche in grado di contribuire fattivamente e effica-


La Torre Eiffel e il Globo Celeste, costruiti per l’Esposizione Universale del 1889.

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cemente a una trasformazione positiva delle condizioni di vita sociale ed economica del Pianeta. Per esempio, Shanghai 2010, l’ultima fiera universale in ordine di tempo, fu imperniata sul tema della crescita delle città e offrì una panoramica del possibile sviluppo urbano nel mondo alle soglie del XXI secolo. Una scelta non casuale visto che ad oggi il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane. Quindi, nei 184 giorni della sua durata “Better City, Better Life” (Una Città Migliore, una Vita Migliore), questo il titolo dell’esposizione di Shanghai, ha raccolto ed esposto idee, allestimenti, progetti, scambi, richiamando nella metropoli cinese 73 milioni di visitatori da tutto il mondo. I numeri, gli investimenti e le ricadute economiche che questo tipo di evento genera, nonché la natura dei temi che affronta, fanno sì che quanto più ampia è la partecipazione, tanto più la città ospitante e i territori limitrofi beneficiano dei risultati. Non deve quindi stupire se gli organizzatori e le istituzioni, a tutti i livelli, si muovano con congruo anticipo per coinvolgere quanto più possibile i cittadini ad essere preparati a cogliere tutte le opportunità che un tale evento porta con sé. Nell’esposizione universale va infatti colta l’opportunità di dare slancio all’economia di un terri-

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torio coinvolgendo in tale sviluppo realtà produttive, talenti individuali, eccellenze regionali, patrimoni storici e culturali, dando a tutti la possibilità di esprimere la propria visione, proporre la propria esperienza, confrontare progetti, finanziare idee, immaginare il proprio futuro e realizzarlo entro una vetrina su cui si poseranno gli occhi di tutto il mondo.

Expo Milano 2015

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ilano, candidata vincente per il 2015, è dunque già attiva per ospitare la prossima edizione il cui tema, in linea con le scelte di indirizzo delle ultime manifestazioni, offre una forte valenza sociale, ambientale ed economica: “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, sfida che l’umanità deve affrontare nel futuro più prossimo. Il tema richiama necessariamente l’allarme lanciato da tempo sia dall’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione, sia dalle associazioni non governative di tutto il mondo, sui rischi derivanti dallo sfruttamento del pianeta e dal ridursi delle risorse atte a sfamare l’intera popolazione mondiale. Mirando proprio a scongiurare questo pericolo e cogliendo l’urgenza


del tema, Expo Milano 2015 non sarà dunque una manifestazione accademica ma una vera e propria opportunità di analisi, confronto, raccolta di idee, pianificazione di progettualità e

individuazione di azioni tangibili, una “officina” del concreto pensare che parte ora per arrivare pronta al periodo del suo effettivo svolgimento: dal 1° Maggio al 31 Ottobre del 2015.

Mappa di Expo Milano 2015.

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PERFORMANCE CENTRE

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PALAZZO ITALIA

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THEMATIC SPACES

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CASCINA TRIULZA

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AGROECOSYSTEM

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AMPHITHEATRE

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EXPO VILLAGE

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EAST ACCESS

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HILL

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PIAZZA ITALIA

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WEST ACCESS

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LAKE ARENA

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WATER CANAL

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Il tema

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l capoluogo lombardo si è aggiudicato la candidatura con il tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, suddiviso in 7 sottotemi: • La scienza per la sicurezza e la qualità alimentare • L’innovazione nella filiera alimentare • La tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità • L’educazione alimentare • La solidarietà e la cooperazione alimentare • L’alimentazione per migliori stili di vita • L’alimentazione nelle culture e nelle etnie

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1. La scienza per la sicurezza e la qualità alimentare Per noi italiani la sicurezza alimentare è la consapevolezza della qualità igienico-sanitaria, nutrizionale e organolettica degli alimenti, e della qualità ambientale dei processi di produzione, trasformazione, preparazione e consumo dei cibi (Food safety). Tuttavia sempre di più leggiamo le parole “sicurezza alimentare” intese come la possibilità di garantire in modo costante acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in condizioni igieniche (Food security).


Infatti, laddove le condizioni di base della popolazione sono caratterizzate da forte rischio di denutrizione, per sicurezza alimentare si intendono primariamente le misure che assicurano la copertura delle esigenze delle popolazioni da un raccolto all’altro, con un sufficiente livello di scorte per le evenienze negative. Sulla qualità, il discorso è molto complesso e anche qui dobbiamo constatare che esistono molte forme di qualità che contraddistinguono gli alimenti: qualità nutrizionale, qualità organolettica, qualità igienico sanitaria, qualità commerciale. Ma qualità significa anche comodità d’uso, modalità di conservazione. Le scienze hanno lavorato molto per aumentare la qualità alimentare. Si pensi ai materiali sviluppati per stare a contatto e conservare al meglio gli alimenti o alle tecnologie di produzione. 2. L’innovazione nella filiera alimentare Per poter assicurare sicurezza e qualità a tutta la popolazione mondiale l’innovazione del settore agroalimentare è davvero fondamentale e riguarda numerose scienze: agronomia, ingegneria, tecnologia alimentare, chimica, nutrizione. Tutti gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole sono materie prime lavorate e condizionate, che subiscono

una serie di trasformazioni e condizionamenti. Tutti questi “processi” di cui non siamo sempre consapevoli, ma che ci permettono di conservare e di trasportare gli alimenti, sono il risultato di numerose ricerche dell’industria alimentare. Cambiano gli stili di vita, cambiano le esigenze nutrizionali, cambiano i prodotti alimentari. Il Grana Padano DOP, formaggio che da anni è il simbolo della Pianura Padana e che tutti conosciamo, non è lo stesso di cento anni fa. Le tecniche di allevamento, di coltivazione, di produzione si rinnovano migliorando continuamente. Quindi l’innovazione alimentare va sì alla ricerca di nuovi prodotti per rispondere a nuovi bisogni e alle esigenze degli stili di vita moderni (qui possiamo pensare a tutti gli alimenti funzionali e nutraceutici), ma c’è anche innovazione nella produzione delle materie prime, nei controlli sulla qualità, nell’informare i consumatori. 3. La tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità La tecnologia per l’agricoltura ci fa subito pensare alle macchine utilizzate nella produzione agricola oppure alla chimica e alla genetica. Nessuno può rimanere indifferente davanti a certi trattori, mietitrebbie o seminatrici - per parlare di ciò che è più conosciuto - che

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hanno migliorato la vita degli agricoltori e anche la qualità dei prodotti. L’industria e la ricerca sono continuamente impegnate nello studio di nuovi mezzi, di miglioramenti genetici, come al mantenimento di tutto il patrimonio genetico esistente attraverso la valorizzazione della biodiversità. 4. L’educazione alimentare Non si pensi semplicemente al sapere che riguarda cosa è bene e cosa non è bene mangiare. L’atto alimentare è di ben altra portata e riguarda tutta la nostra cultura ed esprime il nostro essere. L’educazione alimentare deve comprendere tutto ciò e portarci a un consumo sempre più consapevole dei prodotti che mettiamo sulle nostre tavole. L’educazione alimentare è quindi materia interdisciplinare che comprende la conoscenza del percorso “dalla terra alla tavola”, il saper leggere le etichette dei prodotti alimentari, l’acquisizione della consapevolezza di poter influenzare il mercato attraverso le proprie scelte alimentari. 5. La solidarietà e cooperazione alimentare A questo proposito, numerose ONG (Organizzazioni Non Governative) avranno l’occasione di incontrarsi e di

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riflettere in materia di cooperazione e di assistenza allo sviluppo delle popolazioni del Sud del mondo. Secondo uno studio della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il 70% della popolazione di queste aree vive infatti in zone rurali, dove l’agricoltura alimenta direttamente le persone o ne rappresenta comunque la principale fonte di introiti. I piccoli produttori, tuttavia, fronteggiano spesso molti ostacoli che sfuggono al loro controllo: problemi climatici, instabilità politica, insicurezza del possesso della terra, carenza di mezzi di lavoro e di trasporti, mancanza di credito, ecc. I progetti di cooperazione che riguardano l’agricoltura e l’alimentazione mirano a realizzare piccole infrastrutture di base (reti idriche, orti, piccoli caseifici, scuole per l’insegnamento delle basi di tecniche di coltivazione ecc.), quali condizioni essenziali per un miglioramento della produttività, laddove naturalmente le condizioni politiche e sociali lo consentono. Tutto ciò dovrebbe in futuro aiutare a combattere la fame e ad assicurare una maggiore possibilità di equilibrio tra paesi in via di sviluppo agricolo sostenibile e paesi avanzati.


6. L’alimentazione per migliori stili di vita Il benessere di ciascuno di noi riguarda molteplici aspetti: la nostra alimentazione, l’attività fisica, il tempo libero. Tuttavia, se restringiamo il campo valutando soprattutto il fattore alimentazione in relazione agli stili di vita dobbiamo prendere in considerazione che: • non esiste un modello alimentare valido per tutti; • la fisiologia umana è a grandi linee la stessa per tutta l’umanità, tutti abbiamo bisogno degli stessi principi nutritivi che però ricaviamo da fonti diverse; • la scienza della nutrizione non è una scienza esatta; • la dieta mediterranea, ora diventata patrimonio dell’UNESCO, è una buona dieta per le popolazioni che abitano una certa zona del pianeta che presenta determinate caratteristiche climatiche, mentre è meno adatta a popolazioni che hanno climi e produzioni diverse. Tuttavia possono essere fatte delle considerazioni generali, che tutti più o meno conosciamo ma che non sempre mettiamo in pratica: un’alimentazione varia, che sia rispettosa delle stagioni e delle produzioni locali e rispettosa dell’ambiente, l’importanza di praticare regolarmente attività sportiva, ecc.

7. L’alimentazione nelle culture e nelle etnie Si dice spesso “siamo quello che mangiamo”, ma vale anche il contrario: mangiamo quello che siamo. Ciascuno di noi si riconosce nella cucina familiare, nella cucina regionale. Si pensi, soltanto a livello italiano, alla varietà di piatti e di tradizioni enogastronomiche: la polenta al Nord, la pasta al Sud. Alle spalle di ogni piatto è sottesa una storia unica e complessa derivata da processi di sedimentazione storica e culturale. Eppure in Lombardia ci sono piante esotiche come il riso e il mais, che la loro intensiva e plurisecolare cultura ha reso tipiche, tanto che il risotto per eccellenza è quello alla milanese. Questa è una storia come tante altre: EXPO sarà una grande occasione per conoscerle meglio tutte e per rendersi conto di quello che il mondo mangia! Il tema centrale della grande manifestazione sarà dunque l’alimentazione affrontata nei suoi diversi aspetti: nutrizione, salute, ambiente, educazione, sostenibilità, identità e cultura. La scelta non è casuale, poiché coniuga i fattori che specificano le identità culturali di un territorio con i relativi parametri economici e sociali. Da questa visuale il legame tra Nutrimento e Energia risulta evidente tanto sul piano della realtà produttiva quanto nella

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sua dimensione simbolica. Expo Milano 2015 rappresenta un’opportunità da afferrare per l’intera Lombardia e dunque anche per la nostra provincia: una vetrina per far conoscere a livello internazionale le numerose eccellenze che Bergamo può mettere a disposizione: produzione agroalimentare, tecnologia e innovazione, ospitalità, cultura e tradizioni, solidarietà e collaborazione, progettazione didattica e formazione delle nuove generazioni.

Perché proprio l’alimentazione?

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er spiegare la scelta di concentrarsi sull’alimentazione sarebbero sufficienti i dati forniti annualmente dalla FAO che stimano in circa un miliardo il numero di persone nel mondo che non riesce a procurarsi cibo sufficiente per sopravvivere. Un numero che, a dispetto degli obiettivi formulati dalle ultime Assemblee generali dell’ONU, rischia di aumentare non solo a causa dell’inefficacia dei provvedimenti assunti finora, ma anche in ragione del progressivo impoverimento delle risorse naturali della Terra: una situazione complessa che vede indissolubilmente legati l’uno all’altro nel destino del Pianeta e dell’Umanità termini come globalizza-

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zione, degrado ambientale, alterazioni del clima, sfruttamento, ingiustizie sociali, economie d’assalto. Per questo è necessario dare avvio a programmi di respiro internazionale improntati al concetto di sviluppo sostenibile, ovvero a un modo diverso di programmare la crescita economica, orientandola a principi di equilibrio e solidarietà.

Il tema letto attraverso le sue parole chiave (Alimentazione, Energia, Pianeta, Vita) In tal senso, Expo Milano 2015 va letta anche come un evento per promuovere un’alleanza globale grazie alla quale garantire alle generazioni future, e in senso più generale a tutta l’Umanità, un futuro fatto di riconosciuti diritti a cibo, istruzione, salute, lavoro e identità culturale; dove il cibo, quindi l’alimentazione, è posto come il fondamento della vita, punto di avvio di un circolo virtuoso che – anche simbolicamente – unisce all’atto di procurarsi l’energia per fare e agire consapevolmente, in armonia con i ritmi del pianeta che ci ospita e la cui distruzione per mano dell’Uomo non può che rappresentare la fine dell’Uomo stesso.


Piantagione di granoturco.

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Un tema complesso, oggetto che ha fatto conoscere in tutto il mondi riflessione e rappresenta- do un pezzo di storia bergamasca e delzione anche attraverso l’arte le sue tradizioni.

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l cibo e l’alimentazione come elementi della condizione umana dall’antichità ad oggi sono stati e sono tutt’ora oggetto di osservazione e rappresentazione di tutte le arti visive, dalla pittura alla fotografia, fino al cinema. Quest’ultimo in particolare, con la sua straordinaria forza comunicativa e popolarità, è fra gli strumenti più potenti ed efficaci nel raccontare le complesse relazioni tra Uomo, cibo, storia e territori, come nell’indicabile capolavoro di Ermanno Olmi, L’albero degli zoccoli, ineguagliato, poetico affresco della realtà rurale

Scena tratta dal film “L’albero degli zoccoli”: la scartocciatura del granoturco.

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Ma sono numerosi gli esempi di film, documentari e cortometraggi che hanno portato sul grande schermo la rappresentazione di quegli eccessi che sintetizzano le grandi contraddizioni del nostro tempo. Sappiamo infatti che alcuni Paesi producono e dispongono di cibo in abbondanza al punto da ammalarsi e morire di troppo cibo, come racconta il regista Marco Ferreri nel suo film La grande abbuffata, o viceversa privarsene volontariamente fino alla morte come racconta Matteo Garrone in Primo amore. Al contrario, in altri Paesi il tormento e la paura di non avere cibo


a sufficienza generano storie drammatiche come quelle vissute dai protagonisti del film Il pane nudo del regista Rachid Benhadj. Un paradosso a cui ci siamo tragicamente assuefatti e che non mancherà di emergere nel corso di questa grande kermesse. Expo Milano 2015, infatti, è anche un’occasione per (ri)pensare e (ri)costruire un rapporto ancestrale con ciò che da tempo immemorabile è fonte di sussistenza e che nel tempo si è colmato di simbolismi le cui radici appartengono e affondano nei recessi più remoti dell’animo umano.

Alla radice del bisogno di nutrirsi; da necessità a fonte di piacere

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a radice etimologica della parola cibo (dal latino “capio”) rimanda all’atto di “prendere”, ovvero assumere quegli elementi che ci consentono di vivere e di crescere. Un atto che, come si è detto, è innanzitutto bisogno primario ma che declina anche tutta la potenzialità creativa, artistica e razionale dell’essere umano. Il cibo si insinua in tutti i meandri della mente e dell’attività umana: determina i sogni e le aspirazioni, stimola la ricerca di strategie sempre più efficaci volte a procurarlo, ha accompagnato le prime

grandi esplorazioni e ricerche geografiche che, a partire dalla preistoria, hanno determinato la colonizzazione del pianeta. Accompagna il bisogno di rassicurazione che si esprime nei riti e nelle arti figurative. Suggerisce lo sviluppo delle prime forme rudimentali di artigianato attraverso la produzione di armi per la caccia, di attrezzi per coltivare, di contenitori per raccogliere e conservare. Racconta di relazioni tra uomini (compagni=cum panis), di convivialità. Assurge a significati alti, dal nutrire il corpo al nutrire l’anima; è simbolo dell’amore e della misericordia della divinità. È fonte di un piacere che diventa arte del gusto e sinonimo di altri piaceri del corpo e della mente.

Il futuro è anche nuove abitudini. La necessità di cogliere il nesso tra alimentazione, etica, agricoltura e ambiente

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er cogliere fino in fondo le implicazioni espresse dalle parole chiave del tema e dei sottotemi di Expo 2015, una volta stabilito l’assioma cibo=vita è necessario cogliere anche le implicazioni legate all’alimentazione, ovvero all’atto di nutrirsi, alla relazione con il cibo e alla necessità di sviluppare una nuova consapevolezza.

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Il cibo può essere paragonato a un perno attorno al quale ruota tutto ciò che attiene alla vita dell’uomo e all’ambiente che lo circonda: l’esistenza stessa dipende dalla possibilità di nutrirsi e la qualità dell’esistenza è in relazione con la qualità del cibo. Non c’è produzione di energia chimica per la vita se non a partire dal cibo, così come non c’è costruzione del corpo fisico se non attraverso la rielaborazione dei principi nutrizionali contenuti nel cibo. L’attuabilità della vita è imprescindibile dal cibo. Ma da dove arriva il cibo? Cosa sappiamo dei processi produttivi che lo fanno arrivare sulle nostre tavole, sulla sua qualità? Cosa conosciamo del mondo agricolo? Come stanno cambiando gli habitat naturali anche in relazione alle produzioni agricole? Quali alterazioni portano al paesaggio? Quanto contribuiscono a proteggerlo? Da quando le tematiche ambientali hanno fatto la loro apparizione nei forum e in politica, queste domande sono diventate più frequenti e comuni tra la gente, ma sono proprio le urgenze ambientali a premere affinché sempre più cittadini se le pongano, sia per sollecitare l’intervento delle istituzioni in favore di una più efficace tutela dell’ambiente, sia per maturare una responsabilità soggettiva, un’etica ambientale che si traduca in compor-

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tamenti più consapevoli verso l’origine del cibo e la fonte primaria del nostro sostentamento: la terra. Da quest’ottica è facile individuare anche l’ampio significato simbolico del cibo, che in questo caso diventa metafora di nutrimento della vita psichica e spirituale, investendo così tutte le forme attraverso cui l’Uomo si esprime, e tutto quello che attiene lo sviluppo armonico della personalità. Ecco allora che il cibo diventa quasi una mappa antropologica (cioè che ci parla dell’Uomo di oggi e di ieri) dove troviamo elementi d’identità culturale, economia, ecologia, moda, salute, che allargano la prospettiva dalle realtà locali fino a includere l’intero pianeta attraverso quel fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi noto come globalizzazione. Ai nostri giorni le problematiche relative al modo di alimentarsi possono derivare da cause alquanto diverse: da una parte possono essere, come si accennava poc’anzi, la difficoltà o impossibilità oggettiva ad accedere a fonti di nutrimento. Dall’altra possono essere l’espressione e/o la risultante di una fatica di vivere che si traduce in atteggiamenti eccessivi di rifiuto totale del cibo, nel caso per esempio dell’anoressia nervosa, o di assunzione incontrollata dello stesso, come nel caso della bulimia nervosa.


Nel corso degli ultimi decenni il tema “alimentazione” è stato al centro dell’interesse d’istituzioni pubbliche e private e di organismi scientifici che si sono adoperati per favorire nei cittadini l’adozione di stili di vita corretti, finalizzati al conseguimento del benessere psicofisico delle persone e dell’ambiente. Numerosi Paesi nel mondo si sono attivati per costruire Linee guida o Direttive alimentari, destinate ai consumatori, contenenti semplici informazioni e indicazioni “per mangiare meglio e con gusto, nel

rispetto delle tradizioni alimentari” dei Paesi di appartenenza. L’assunzione di nuove abitudini alimentari si potrebbe inscrivere tra le azioni che ogni cittadino dovrebbe porre nel proprio decalogo etico. Ecco quindi perché insistere sull’informazione e sull’educazione alimentare che, a partire dalla scuola e dalle famiglie, diventano strumenti di conoscenza di sé, delle proprie origini e tradizioni, del territorio di appartenenza; un “sostanzioso piatto” di cultura, storia e tradizioni a servizio di tutti, in particolare dei più giovani.

Nicolaes Gillis, Laid table, 1611.

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PARTE SECONDA La Provincia di Bergamo e l’Expo 2015 L’impegno della Provincia

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utta la Lombardia sarà direttamente o indirettamente coinvolta da Expo 2015, se non altro per supportare Milano nell’accoglienza dei visitatori. Bergamo, in considerazione della vicinanza al capoluogo lombardo e della presenza dell’aeroporto di Orio, sarà necessariamente investita dal flusso di visitatori e turisti. Consapevole della situazione, la Provincia di Bergamo è sin da ora attiva in tal senso e ritiene essenziale la pianificazione e realizzazione di progetti che coinvolgano diversi attori del territorio in prospettiva 2015. La cittadinanza intera deve avere l’opportunità di essere informata e coinvolta: Expo 2015 è un’occasione per tutti in termini di cultura e di sviluppo economico. Le istituzioni ritengono indispensabile agire per tempo al fine di ottimizzare le ricadute

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positive che tale evento determinerà. Se ne deduce che è quanto mai necessaria un coordinamento ampio e ben articolato e, soprattutto, un’informazione che raggiunga quanto più capillarmente possibile tutto il territorio.

Ad ognuno il proprio ruolo

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d ognuno, nel proprio ambito, è affidata una quota, sia pur piccola, di responsabilità rispetto ai grandi temi del pianeta. Nello stesso tempo tale imperativo etico consente di aprirsi a possibilità capaci di coniugare “dovere” e “piacere”. Expo 2015 è infatti un’opportunità culturale, economica e sociale di ampio respiro a disposizione dell’intera Lombardia e dunque anche di Bergamo. La Provincia di Bergamo ritiene che tale manifestazione rivesta una notevole impor-


tanza nella sostanza e intende favorire l’avvicinamento della cittadinanza a questo evento di portata planetaria. Fondamentale, in tal senso, il ruolo dei Comuni, osservatori privilegiati sulle nostre realtà locali nonché istituzioni amministrative attente e competenti circa potenzialità e risorse delle aree sottoposte alla loro gestione. A ciascuna delle amministrazioni comunali della nostra provincia dovrebbe risultare chiara l’importanza di sfruttare al meglio le opportunità di Expo Milano 2015 e, conseguentemente, di mettere in campo tutte le azioni utili sia a favorire lo sviluppo di idee incentivanti le economie locali, sia a promuovere tra i cittadini l’interesse verso il potenziale di crescita offerto da questa manifestazione, stimolandone la partecipazione attiva. Nella sensibilizzazione al tema della salute del pianeta e di una più equa distribuzione delle sue risorse è attivamente coinvolta anche la Diocesi bergamasca, da sempre vicina a tutte le comunità del territorio. Una presenza forte e sensibile, capace di dare un enorme contributo all’adozione di principi etici vicini alla dottrina cristiana, che pongono al centro la difesa della Vita, non ultimo quindi il diritto a nutrirsi tutelando al tempo stesso l’habitat naturale che fornisce tale nutrimento.

Un’opportunità per le economie locali

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on i suoi 21 milioni di visitatori previsti, Expo Milano 2015 rappresenterà un’occasione di sviluppo anche per le economie locali, sia in relazione al tema della manifestazione (dunque tutto il comparto agroalimentare), sia in termini di ricadute occupazionali e di investimenti finanziari in altri settori dell’economia, primi fra tutti turismo e infrastrutture. La nostra vicinanza geografica alla sede di Expo 2015 e , sotto il profilo logistico, lo scalo aeroportuale di Orio al Serio, mettono la provincia di Bergamo tra le aree limitrofe all’evento maggiormente interessate a sviluppare sinergie e progettazioni condivise al fine di promuovere il territorio. Infatti, nell’accogliere convegni, simposi, dibattiti, esposizioni di varia natura, Expo proporrà ai visitatori anche la possibilità di conoscere direttamente la tradizione alimentare del territorio lombardo.

Contributi progettuali tutto il territorio

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n tutto ciò la Provincia di Bergamo è pronta a dare il suo contributo originale e ha dunque senso essere pronti

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fin da ora a mettere in campo tutte le risorse per offrire al mondo l’opportunità di conoscere un territorio che raccoglie una così ampia varietà di ricchezze architettoniche e paesaggistiche rintracciabili in tutta l’estensione della nostra provincia: monti, colline, valli, laghi e pianura. In linea con i temi di Expo Milano 2015, la Provincia di Bergamo può inoltre far conoscere anche la sua arte in campo alimentare: Bergamo Città dei Mille certo, ma altresì provincia di formaggi che raccontano al palato di erbe, odori e colori delle diverse valli, a volte addirittura di singole località. Quest’ultime sono assai numerose, tutte interessanti e imprescindibili nella composizione del ricco mosaico che disegna la tradizione gastronomica bergamasca, tutte ugualmente in grado di esprimere nel proprio prodotto tipico unicità, eccellenza e il sigillo della nostra identità culturale. Un patrimonio che è anche artistico, con capolavori rintracciabili un po’ ovunque, spesso poco conosciuti agli stessi bergamaschi, ma che hanno formato e formano un permanente, vivo, catalogo di bellezze e attrazioni ampio quanto lo è l’intera provincia bergamasca. L’idea a cui richiamarsi è quella di una grande, scintillante vetrina, dove ognuno può ritagliare un proprio spazio in cui

esporre, suggerire, promuovere, sollecitare idee e progetti che valorizzino la nostra terra e il paziente lavoro che ha coinvolto nella sua crescita generazioni di persone.

Expo Milano 2015 – Un trampolino internazionale per le località bergamasche

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el corso dei paragrafi precedenti si è ripetuto spesso che i sei mesi in cui si svolgerà Expo Milano 2015 costituiranno l’apice di un lavoro di studio e progettazione intorno al tema del cibo e delle sue declinazioni che comincia oggi e che porterà nei quartieri espositivi e nelle aree interessate dalla manifestazione la summa di idee, progetti e piattaforme cooperative che sono state concepite ben prima dell’inaugurazione ufficiale. Quel tempo è ora, nelle settimane che precedono di quattro anni il 1° Maggio 2015. Si è detto altresì che sono numerose le iniziative a cui mettere mano per trarre i migliori vantaggi possibili da questa magnifica vetrina internazionale. Per quanto riguarda la nostra provincia, le carte da mettere in gioco sono numerose e pescano a piene mani nella ricchezza del nostro territorio e negli esempi di sviluppo sostenibile già ampiamente spe-

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rimentati in diverse aree e settori della nostra economia. Oltre al segmento agroalimentare, è il turismo e tutti i suoi indotti il secondo settore da stimolare più attivamente affinché si arrivi a una promozione del territorio che coinvolga o abbia ricadute su tutti i settori dell’economia, primario, secondario e terziario. Da privilegiare senz’altro iniziative progettuali congiunte e/o consorziali, che riuniscano cioè più soggetti, pubblici e privati, nella formulazione di proposte che valorizzino il territorio, sia sfruttando quanto già esiste in termini di strutture, pubblicazioni, attrattive e percorsi turistici, sia individuando nuovi, più originali pacchetti turistici entro cui far rientrare le molte attrattive del nostro territorio.

Natura, storia, arte e spiritualità. Occasioni per il turismo locale

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utti gli habitat naturali presenti entro la nostra area geografica (la montagna, i bacini orografici, i laghi o i fontanili, la pianura, le aree d’interesse archeologico) sono già di per sé l’ossatura perfetta per costruire percorsi naturalistici o migliorare quelli esistenti integrandoli con nuove idee tese ad ampliare l’offerta e,

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dunque, la possibilità di rendere visibili e disponibili luoghi e servizi finora sconosciuti o latenti. La provincia di Bergamo è ricchissima di monumenti artistici, religiosi e laici, e di opere figurative di rilievo. Del resto Bergamo ha dato i natali e ospitato intellettuali e artisti di fama mondiale. Le loro opere, come quelle dei cosiddetti “minori”, sono sparse in tutto il territorio della provincia e potrebbero fornire l’occasione per costruire percorsi a tema. Piazze, chiese, castelli, santuari, corti, musei, ognuna di queste testimonianze certifica al turista che sta visitando luoghi ricchi di storia, civiltà, tradizione, dove radici e cultura si legano nello slancio verso un’offerta turistica sempre più variegata, intelligente e nuova. Un’offerta che, attingendo alla profonda religiosità della gente bergamasca e alle testimonianze che questo sentimento ha lasciato nel territorio, può rispondere con pieno soddisfacimento alla domanda di un segmento del turismo in costante crescita negli ultimi anni e che vede nella visita ai cosiddetti “luoghi dello Spirito”, ovvero siti e località di interesse religioso e spirituale di cui la nostra provincia è ricca, un’occasione per conoscere il territorio anche attraverso i suoi luoghi di culto e devozione religiosa.


Nei prodotti tipici i molti le- climi e fantasia applicata alla produgami tra cultura, arte, gastro- zione di cibo non solo necessario, ma anche gustoso. Il territorio di Berganomia e turismo

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l ritorno dall’alpeggio dopo una lunga camminata, le vacche stracche fornivano un latte usato per fare, appunto, lo stracchino. Secondo un’altra versione era il latte a essere stracco, ossia povero di nutrienti perché ricavato da vacche durante gli inverni in cui scarseggiava il nutrimento anche per gli animali da allevamento. Sta di fatto che le fatiche di anni nemmeno troppo lontani si traducono oggi in prodotti alimentari di qualità, a volte di nicchia, comunque espressione di paesaggi,

mo offre l’opportunità di conoscere la sua storia e le sue bellezze ambientali attraverso percorsi turistico - gastronomici, in cui la visita a un sito di produzione di prodotti tipici si completa con l’assaggio di quest’ultimi. La diversificazione geografica di una provincia come la nostra, in cui si alternano montagne, colline e pianura, con anche l’opportunità di incontrare paesaggi lacustri - tutti ambiti che si differenziano tra l’altro per flora e fauna-, si affianca alla diversificazione delle ricette di una cucina nata povera. Le difficoltà di comunicazione

Vacche al pascolo ai piedi del Monte Arera, in Val Seriana.

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tra le diverse valli della provincia in tempi ormai passati ha determinato produzioni alimentari peculiari, come è accaduto per esempio per i formaggi, che oggi caratterizzano non solo le valli ma a volte anche singoli paesi. Mangiare è di tale importanza che molte attività umane sono direttamente o indirettamente connesse al cibo, si pensi solamente all’ambito della ristorazione o del commercio di prodotti alimentari. Offrire cibo, possibilmente gustoso, rappresenta indubbiamente un biglietto da visita ragguardevole. Del resto le località turistiche sono apprezzate sia per le bellezze naturalistiche sia per l’accoglienza delle strutture alberghiere e l’ospitalità a tavola. E quest’ultima è quasi sempre presupposto di buona cucina. Se poi una località turistica è in grado di proporre l’uno e l’altro, allora lo sviluppo del turismo è garantito. Expo 2015 rappresenta appunto l’occasione di far evolvere ulteriormente questa vocazione già ben presente nel nostro territorio, partendo proprio dai prodotti tipici.

Territorio e sviluppo sostenibile

I

n termini generali, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, Expo Milano 2015 rappresenta un’enorme opportunità di valorizza-

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zione del territorio lombardo – e pertanto anche bergamasco – sotto una molteplicità di punti di vista. Una delle linee guida di questa grande azione di promozione territoriale che la nostra comunità è chiamata a compiere è sicuramente quella della sostenibilità. La sfida che oggi ci troviamo ad affrontare con assoluta urgenza è improntata alla scelta del modello di sviluppo più adeguato alle esigenze e al benessere delle generazioni presenti e future. Posta l’imprescindibile necessità di continuare a garantire al sistema lombardo uno spazio di crescita economica all’altezza delle sue potenzialità, d’altro canto ci s’interroga da tempo su quali siano le migliori modalità di tutela del patrimonio paesaggistico, inteso come elemento fondamentale d’identità e condizione essenziale per il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni. Entra qui in campo una riflessione sullo schema di utilizzo più o meno intensivo delle risorse naturali proprio di una regione che è per un verso la più agricola d’Italia, ma soprattutto la più popolata e la più industrializzata. A questo proposito la Provincia di Bergamo si è posta come obiettivo una gestione del territorio che possa dirsi veramente sostenibile dal punto di vista ambientale e, al tempo stesso, attenta


a sondare ogni utile percorso di sviluppo economico e sociale. Il 2011 vedrà la Provincia impegnata, tra le altre cose, nell’individuazione dei cosiddetti ambiti agricoli strategici, ovvero quelle vaste aree del territorio bergamasco che saranno vincolate per gli anni a venire ad un uso esclusivamente agricolo, a garanzia di una duratura possibilità di fruizione di queste stesse aree dal punto di vista naturalistico e in un’ottica di pieno rispetto ambientale. In tali ambiti territoriali potrà anche trovare il proprio spazio privilegiato un articolato progetto di turismo sostenibile, fondato sulla promozione di percorsi agrituristici, di cultura ed enogastronomia locale alla riscoperta di prodotti, tradizioni e buone pratiche a contatto con la natura. I percorsi elaborati dalla Provincia, dai Comuni, dalle Associazioni e dai Consorzi consentiranno di visitare luoghi di interesse culturale, storico e artistico e, insieme, di conoscere i sapori e i profumi dei migliori prodotti della tradizione agroalimentare bergamasca.

Tutto il “Made in Bergamo” in una vetrina sul mondo

A

lla luce di tutto ciò potremmo affermare che Expo Milano 2015 è destinata ad aprire una

grande finestra sulla realtà della nostra regione. In questo modo quanto di meglio caratterizza il territorio bergamasco – dal punto di vista turistico, culturale, produttivo, oltre che della tecnologia e dell’innovazione – si offrirà potenzialmente agli occhi di tutto il mondo in una grande vetrina planetaria che sarà a disposizione anche della comunità bergamasca. Proprio con lo scopo di garantire il massimo grado di accessibilità al “Made in Bergamo” da parte di visitatori italiani e stranieri, le istituzioni operanti sul territorio bergamasco - pur con i limiti imposti dalle difficoltà contingenti della finanza pubblica – sono impegnate in un grande sforzo di potenziamento della rete infrastrutturale e dei sistemi di trasporto. Si stanno programmando operativamente gli interventi relativi alle grandi opere di comunicazione: rete ferroviaria e tram, trasporto pubblico, aree d’interscambio e logistica delle merci. Ogni intervento dovrà rispondere ai requisiti di massima integrazione, accessibilità e qualità. In questo scenario, accanto al ruolo della pubblica amministrazione e degli enti locali, il mondo dell’impresa e i soggetti economici e sociali organizzati sono chiamati a scendere in campo concretamente per contribuire a governare le grandi trasformazioni in corso.

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Nuove prospettive per l’eco- l’impatto della grande massa di visitatori che si riverserà sul nostro territorio. nomia locale

L

a nostra provincia si colloca al centro di un territorio, quello lombardo, destinato a vivere una delle più grandi trasformazioni infrastrutturali, economiche e sociali nello scenario dell’Europa contemporanea. Nei prossimi dieci anni ci aspettano più cambiamenti di quanti ne possiamo immaginare. Il nostro sforzo principale dovrà essere proprio quello di anticipare il cambiamento stesso, di intuire prima degli altri alcuni tratti significativi degli assetti economici e sociali con cui ci dovremo presto confrontare, consapevoli che le trasformazioni in atto potranno generare prospettive benefiche solo se si sarà in grado di governarle adeguatamente e nel quadro di un coerente progetto di sviluppo. Expo 2015 potrà generare positive ricadute su tutti i settori della nostra economia a partire dall’agricoltura, punto di partenza naturale di qualsiasi discorso sull’alimentazione, per poi proseguire con l’artigianato di qualità legato alle specificità locali, con l’industria della trasformazione alimentare e con tutte le attività promosse da imprese orientate all’innovazione; fino ad arrivare al settore del commercio e dei servizi, chiamato a sostenere direttamente

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Il beneficio complessivo che Expo 2015 porterà ai diversi settori della nostra economia dipenderà, in ultima analisi, dalla disponibilità di tutti gli attori verso un disegno strategico mirante a integrare le capacità di diverse imprese in vista di obiettivi comuni: il miglioramento dei prodotti, la ricerca della qualità, la soddisfazione dei consumatori.

La sfida della condivisione

A

nche per Expo Milano 2015 vale una regola semplice nell’enunciazione, ma a volte di difficile applicazione: nessuno può costruire il proprio successo da solo. Nessuno può raggiungere grandi traguardi facendo a meno di coloro che lo circondano. Il cammino della collaborazione spesso presenta difficoltà sia di carattere operativo sia culturale, nonché sotto il profilo delle relazioni interpersonali tra gli attori in gioco. Per cogliere tutte le opportunità di questo evento bisognerà saper creare meccanismi di collaborazione basati su una sana e trasparente ricerca di benefici per tutti. Con la consapevolezza che collaborare non significa suddividere un patrimonio limitato di


opportunità e risorse, bensì condividere una ricchezza che si moltiplica grazie agli sforzi comuni. In altre parole, occorre crescere facendo crescere anche gli altri: fare insieme un buon tratto di strada per arrivare prima alla meta. Per questa serie di considerazioni possiamo affermare, a buon diritto, che l’appuntamento di Expo 2015 rappresenta per tutti noi – cittadini, imprese, istituzioni – un invito aperto a cooperare, a ricercare alleanze positive e durature, ad impegnarci con fiducia gli uni a fianco degli altri per puntare a vincere tutti insieme la grande sfida dell’integrazione.

La Provincia di Bergamo per l’Expo Milano 2015

C

onsapevole della straordinaria occasione che l’Esposizione Universale di Milano può rappresentare per la crescita e lo sviluppo del territorio, la Provincia di Bergamo si è mossa immediatamente per cogliere le opportunità e porsi quale attore di primo piano. Nell’ottica di creare un percorso condiviso, la prima fase ha visto la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con la società Expo 2015 Spa al fine di realizzare iniziative congiunte e promuovere temi chiave (valorizzazione del patrimonio storico, artisti-

Sottoscrizione del Protocollo d’Intesa: Ettore Pirovano, Letizia Moratti, Lucio Stanca, Silvia Lanzani.

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co, culturale e delle risorse paesistico - ambientali, sviluppo della ricettività e dell’offerta turistica, potenziamento delle infrastrutture di trasporto). Il protocollo garantisce il coinvolgimento della Provincia nel programma di attività che verranno sviluppate per la realizzazione dell’Esposizione Universale, occasione fondamentale di promozione del territorio provinciale.

Il Tavolo di coordinamento provinciale per l’Expo

L’insediamento del Tavolo di coordinamento provinciale.

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A

lla luce della complessità della gestione del percorso di avvicinamento ai temi dell’Expo e della volontà di valorizzare la condivisione, la Provincia ha costituito un Tavolo di coordinamento provinciale. Al fine di raccogliere e coordinare le iniziative del territorio provinciale da proporre in vista dell’Expo 2015 e nell’ottica di “fare sistema”, al Tavolo partecipano i rappresentanti delle istituzioni locali e del mondo economico e culturale. Oltre alla Provincia di Bergamo, ente costituente, sono presenti la Camera di Commercio e l’Università di Bergamo, che rappresentano realtà molto significative nella prospettiva di un’azione integrata degli attori locali. Al Tavolo siedono inoltre i rappresentanti del comune capoluogo di provincia (Bergamo) e i sindaci di Bonate di Sopra, di Covo e di Bianzano (per i piccoli comuni) individuati di comune accordo come rappresentanti dei comuni bergamaschi. Le Comunità montane sono presenti al Tavolo tramite il Presidente della Comunità montana dei laghi, da loro stesse individuato quale rappresentante unitario. Al Tavolo sono inoltre stati invitati come membri permanenti la Diocesi di Bergamo, in ragione del rilievo delle attività da essa svolte, il prof. Fabio Marazzi membro del consiglio di amministrazione della società Expo 2015 Spa e Confindustria Bergamo.


I giovani e l’Expo

P

er valorizzare la partecipazione dei giovani al processo di costruzione del percorso verso Expo, la Provincia di Bergamo ha avviato l’iniziativa “I giovani e l’Expo”, strutturata in più fasi. La prima fase “illustra e componi la tua idea” si è svolta il 20 Marzo 2010 e ha voluto offrire ai giovani l’opportunità di conoscere il tema dell’Expo, illustrando le proprie idee, progetti, proposte. La seconda fase “esponi la tua idea”

(19-20 Novembre 2010) ha premiato le migliori idee e progetti presentati sul bando di premiazione finanziato grazie al contributo della Fondazione Istituti Educativi e della Fondazione della Comunità Bergamasca ONLUS. Il grande successo dell’iniziativa, che ha visto oltre 160 partecipanti e 48 progetti presentati ha testimoniato l’interesse dei giovani per i temi dell’Expo e le notevoli potenzialità che le giovani generazioni possono garantire al percorso di Expo.

Seconda fase de “I Giovani e l’Expo”, nell’auditorium del Liceo Scientifico L. Mascheroni.

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La Provincia di Bergamo incontra il territorio

P

er contrastare la carenza di informazioni sui temi dell’Expo e sulle opportunità che questo può offrire al territorio bergamasco, la Provincia si è adoperata nell’organizzazione di una serie di appuntamenti con le realtà locali. Sono stati organizzati alcuni incontri con gli amministratori locali a Spirano, Zogno, Trescore Bal-

Silvia Lanzani, Fabio Marazzi e Paolo Nozza all’incontro con i sindaci di Spirano.

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neario, Clusone, Presezzo, Bergamo, località scelte dal tavolo di coordinamento provinciale, al fine di essere presenti in Comuni rappresentativi di tutto il territorio. Intensa anche l’attività nelle scuole e presso altri attori strategici, quali ad esempio Confindustria Bergamo, a testimonianza del rilievo che l’informazione deve costituire il primo passo di ogni percorso condiviso.


Silvia Lanzani e Antonio Savoldelli, all’incontro con gli studenti dell’Istituto Fantoni di Clusone. (foto di Giuliano Fronzi)

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L’Expo aperto al pubblico

I

n un’ottica di progressivo avvicinamento alla cittadinanza e agli amministratori locali e al fine di promuovere la conoscenza dei temi oggetto dell’Esposizione Universale del 2015, la Provincia di Bergamo ha avviato una struttura aperta al pubblico. Presso gli spazi Expo, il personale è a disposizione di chi abbia necessità o anche semplice curiosità e suggerimenti sull’Expo. L’indirizzo è via Sora, 4 – passaggio via Camozzi. Un info point è altresì disponibile presso il nuovo spazio della Provincia a Treviglio, in via Crivelli 26.

Uffici della sede di Treviglio.

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Uffici della sede di Bergamo.


I progetti della Provincia di Bergamo

L

a Provincia di Bergamo sta avviando alcune attività mirate alla costruzione di un percorso condiviso con il territorio, attraverso la realizzazione d’iniziative e progetti strategici. L’individuazione dei progetti da promuovere o supportare avviene su impulso della Provincia stessa o di soggetti pubblici o privati che presentano le proprie idee al Tavolo di coordinamento o all’assessorato.

Il Parco Agricolo Tecnologico

C

on l’obiettivo di mettere in luce la compatibilità fra la realizzazione di grandi infrastrutture e la sostenibilità dell’ambiente circostante, intesa come vivibilità delle zone su cui insistono le grandi infrastrutture, la Provincia di Bergamo ha promosso un progetto finalizzato alla creazione di un Parco Agricolo Tecnologico nelle aree della Bassa bergamasca, area a vocazione tradizionalmente agricola. L’individuazione di questa porzione di territorio è dovuta alla strategicità che essa sta assumendo nella prospettiva della prossima realizzazione di alcune

grandi infrastrutture chiave rispetto al sito dell’Esposizione Universale del 2015 di Milano. L’ultimazione di Brebemi, l’autostrada che collegherà Brescia a Milano, di Pedemontana, l’autostrada che collegherà Osio sotto a Varese, e dell’interconnessione fra le due infrastrutture (realizzata dalla società Autostrade Bergamasche), nonché il quadruplicamento della Treviglio-Milano e il raddoppio della Bergamo-Treviglio, rappresentano un’importante occasione di crescita per il territorio. Così come, in chiave Expo, grande rilievo va riconosciuto alla realizzazione di un collegamento ferroviario fra gli aeroporti di Milano (Malpensa e Linate) e Orio al Serio, anche rispetto alla città di Bergamo e al recupero dell’area di Zingonia, aggregato urbano realizzato negli anni ‘60 a cavallo dei territori dei comuni di Ciserano, Verdellino, Boltiere, Osio Sotto e Verdello. Quest’area, situata in un ambito territoriale strategico, sia in termini di accessibilità, sia per la presenza di centri produttivi di eccellenza, presenta da tempo gravi problematiche dal punto di vista della sicurezza, dell’integrazione sociale, di degrado urbano e delle costruzioni, di carenza di servizi e l’Expo può rappresentare un volano per avviarne la riconversione socio-economica.

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7

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2

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1 8

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PARCO AGRICOLO TECNOLOGICO

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BREBEMI

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PEDEMONTANA

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INTERCONNESSIONE PEDEMONTANA-BREBEMI

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COLLEGAMENTO AEREOPORTO ORIO AL SERIO RADDOPPIO BERGAMO - TREVIGLIO

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GRONDA EST SEREGNO - BERGAMO QUADRUPLICAMENTO TREVIGLIO - MILANO LINEA FERROVIARIA ALTA VELOCITÀ


Inoltre, la localizzazione di questa parte della provincia all’interno del cosiddetto Corridoio 5 (il corridoio europeo di grande comunicazione che collega Lisbona a Kiev) la proietta al centro delle grandi vie di comunicazione sovranazionali quali la linea ferroviaria Alta Velocità per la quale partiranno a breve i lavori del lotto Treviglio-Brescia e la sua connessione, nel nodo di Treviglio, con la Gronda Est Seregno-Bergamo, prolungamento della linea merci per Chiasso e il traforo del Gottardo. La creazione di un Parco Agricolo Tecnologico, proprio all’interno di un’area che sta volgendo la propria vocazione da puramente agricola a infrastrutturale e di servizi, rappresenta una sfida, che può essere vinta soltanto mettendo insieme due aspetti che solo apparentemente non sono conciliabili: quello dell’agricoltura e quello dell’innovazione. Il progetto del Parco Agricolo Tecnologico potrebbe porsi come “contenitore” di una serie di attività connesse e funzionali a una riattivazione e rivitalizzazione delle attività agricole, in chiave di innovazione tecnologica. In particolare, potrebbe comprendere progetti di ricerca e di formazione, oltre ad una serie di attività d’impulso al settore florovivaistico e dell’agroalimentare. Partendo dalle attività di ricerca, l’idea di partenza consiste nella creazione

di un parco tecnologico in cui avviare sperimentazioni delle nanotecnologie in agricoltura. In effetti, se esistono già degli esempi di applicazione di biotecnologie in agricoltura, l’applicazione di nanotecnologie è ancora ridotta sia a livello italiano che a livello europeo. L’aspetto della non invasività rappresenta il punto di forza del progetto: mentre, infatti, l’innovazione tecnologica viene spesso abbinata a un venir meno dei processi naturali propri del mondo agricolo e rurale, l’eccellenza di questa applicazione sta nel fatto che, a fronte del miglioramento delle produzioni (anche attraverso un aumento della produttività), non vi saranno stravolgimenti dei cicli biologici naturali. A livello concreto, per garantire un miglior utilizzo ai fini delle attività di ricerca, il parco potrebbe essere attrezzato oltre che da laboratori scientifici, anche con aule per la didattica, spazi espositivi e informativi, nonché con residenze per gli studenti e per i visitatori. Ciò potrebbe conferire al parco le caratteristiche di una multifunzionalità che rappresenta la garanzia di una continuità dell’attività e della sua sostenibilità anche in termini economici. Per quanto riguarda le attività di formazione, l’idea potrebbe essere quella di realizzare una sorta di “fattoria didattica” rivolta agli esperti del setto-

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re. Questi potrebbero venire nel Parco come fruitori-visitatori per toccare con mano quanto in esso viene sperimentato. Sarebbe interessante, sotto questo profilo, prevedere all’interno del parco, delle serre e/o delle aree agricole in cui le sperimentazioni possano trovare diretta concretizzazione. Attraverso l’inserimento nel tessuto socioeconomico circostante, la realizzazione del Parco potrebbe inoltre rappresentare un’occasione di valorizzazione delle imprese del territorio che potrebbero inserirsi nelle attività di fornitura dei beni e dei servizi necessari, verso Paesi terzi, sviluppando le eccellenze locali. A margine, va segnalata la possibilità di collocare le principali funzioni di ricerca e formazione nel contesto di ulteriori attività, sempre in un’ottica della valorizzazione delle eccellenze locali e di multifunzionalità. Il riferimento è, ad esempio, alla creazione di orti florovivaistici, serre, allevamenti. L’ambito degli allevamenti potrebbe essere inserito in funzione di un trasferimento del know how verso i paesi africani, soprattutto per ciò che concerne la catena del freddo e le modalità di conservazione del cibo. Infatti queste allo stato attuale non ne consentono un adeguato mantenimento, impedendone la trasformazione in prodotti meno

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deperibili e a maggiore valore aggiunto. In termini concreti, quest’attività si traduce principalmente in formazione che valorizzerebbe il know how presente nella bergamasca, consentendo altresì la valorizzazione di imprese attive nella realizzazione di macchinari, che s’inseriscono nell’ambito della cosiddetta “catena del freddo”. Inoltre, vista la tipologia di attività e la presenza in molte parti del territorio di cascine tradizionali, potrebbero essere previste anche strutture ad uso foresteria e ricezione, ma anche in funzione ricreativa, implementando la già solida rete di fattorie didattiche presente nel territorio provinciale. L’opportunità di prevedere attività multifunzionali suggerisce altresì la previsione di forme di agricoltura di prossimità, cosiddetta a Kilometro Zero, che valorizzino il mondo rurale nel suo rapporto con l’uomo, sotto molteplici aspetti: la limitazione dei viaggi delle merci, che permette un minor consumo di CO2; la coltivazione di prodotti in base della stagionalità e con l’obiettivo di una filiera minima tra produttore e consumatore; la diversificazione delle produzioni, che accolga sia colture intensive, sia produzioni agricole “d’eccellenza”, sia le tipicità locali. Sarebbe poi interessante destinare o prevedere un’area coperta a mostra


CIBOTERRITORIO NANOTECNOLOGIE VIVIBILITÀ AGRICOLTURA EXPO SCUOLE TECNOLOGICO

CRESCITA

2015

TIPICITÀ ECOSOSTENIBILE FLOROVIVAISTICO CONNESSIONE

AGRICOLO

BERGAMO

RICERCA NATURA

AFRICA

PARCO AMBIENTE

SCIENZA

AGROALIMENTARE STAGIONALITÀ

FATTORIA

INNOVAZIONE

COOPERAZIONE

FORMAZIONE LABORATORI

DIDATTICA

FORMAZIONE


mercato permanente di prodotti tipici locali. Sulla falsariga di quanto già attuato in numerose città europee, l’idea potrebbe essere di realizzare una sede idonea per un’esposizione temporanea e/o permanente in cui prodotti tipici locali, del settore vitivinicolo, caseario etc., ambiti in cui la provincia di Bergamo rappresenta un’eccellenza a livello nazionale, possano essere conosciuti, provati, acquistati. Questo darebbe un nuovo slancio ad un comparto, quale quello agroalimentare, in cui la naturale evoluzione delle tecnologie e delle metodologie di realizzazione, rischia di determinare una perdita di specificità e di eccellenza.

Località dove verrà realizzato il Parco Agricolo Tecnologico.

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Anche la prospettiva della valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio come bene da proteggere e promuovere, impone di valutare il potenziamento o la creazione di percorsi turistici ecosostenibili o anche di percorsi ciclopedonali. Per garantire il mantenimento della valenza naturalistica dell’area, è possibile pensare a una mobilità sostenibile all’interno dell’area, anche grazie ai parcheggi d’interscambio in prossimità della nuova fermata ferroviaria e delle principali strade di accesso. L’insieme di queste attività garantirebbe una funzionalità del parco come meta di gite scolastiche tematiche e come sede per attività formative specifiche o di orti urbani e sociali. La creazione di un polo di eccellenza per le nanotecnologie agroalimentari consentirà il coinvolgimento dei principali attori del settore, quali università, centri di ricerca, enti di controllo e imprese. L’obiettivo, anche qui, è di dare nuovo slancio ad un comparto che, in una competizione sempre più globale, presenta un forte bisogno d’innovazione. In particolare, visti la strutturazione e i contenuti, il progetto porrebbe la provincia di Bergamo come trait d’union fra i paesi africani che necessitano di disporre di nuove tecnologie e di formazione specializzata che li renda autonomi nell’utilizzazione delle nuo-


Provi di Ber

PARC AGRICOL TECNOLOGIC PARCO AGRICOLO TECNOLOGICO

PARCO AGRICOLO TECNOLOGICO

PARCO AGRICOLO TECNOLOGICO

Provincia di Bergamo TECNOLOGIE SPERIMENTAZIONE

India Israele Stati Uniti ...

Africa KNOW HOW FORMAZIONE TECNOLOGIE BENI E SERVIZI

Silvia Lanzani ASSESSORE GRANDI INFRASTRUTTURE, PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, EXPO

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ve tecnologie e paesi industrializzati e all’avanguardia nell’uso di nanotecnologie, come Israele, India, USA, le cui imprese potrebbero trovare in quest’area una sede per le sperimentazioni. Il progetto, inserendosi nel tessuto agricolo e agroalimentare bergamasco, si caratterizza per le ricadute economiche in termini di valorizzazione del know how già presente nella provincia di Bergamo e di arricchimento del tessuto economico grazie alla sperimentazione e diffusione di nuove tecnologie. Il connubio fra gli enti di ricerca che si occupano di queste materie e le aziende che producono beni e servizi necessari per l’applicazione di queste tecnologie rappresenta la “garanzia” di una continuità nell’azione, che produrrebbe

Renato Ravasio, Silvia Lanzani, Alessio Saltarelli, Ettore Pirovano alla firma del Protocollo. (foto di Maria Zanchi)

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i propri effetti anche oltre e a prescindere dall’Expo 2015. Il progetto intende porsi quale attività finalizzata e funzionale all’Esposizione Universale del 2015, garantendo però una continuità negli effetti e una stabilità che ridondi i propri effetti al di là dei sei mesi dell’Expo. Per dare immediata concretezza all’idea, la Provincia di Bergamo si è subito mossa nel ricercare partner operativi. A tal fine, con l’obiettivo di creare un’azione sinergica con potenziali attori del territorio, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Fondazione Istituti Educativi di Bergamo per l’individuazione delle aree in cui realizzare il parco e la condivisione di comuni attività.


Il recupero dell’ex Cementificio di Alzano Lombardo

S

u impulso del Comune di Alzano Lombardo, la Provincia si è attivata per sostenere il recupero di una struttura di straordinaria importanza nel panorama nazionale dell’archeologia industriale, quale l’ex Cementificio Italcementi di Alzano Lombardo. L’Officina Pesenti per la Produzione di Portland, la cui prima pietra venne posata nel 1883, è stata per lungo tempo uno dei cementifici più grandi e moderni di tutta Europa fino a quando, negli anni Sessanta/Settanta, l’attività produttiva venne abbandonata. Sotto tutela della Soprintendenza per i beni architettonici dal 1980, protagonista e testimone della storia, dello sviluppo e delle vicende del territorio della Valle Seriana fino ai giorni nostri, questo imponente complesso architettonico dallo stile eclettico è innanzitutto un luogo della memoria. Sebbene in stato di quasi abbandono da anni si trova fortunatamente ancora in buone condizioni dal punto di vista strutturale e le potenzialità che racchiude, qualora integralmente recuperato, sono molteplici. Ciò anche in virtù della sua collocazione strategica all’ingresso della Valle Seriana – già raggiunta dalla tramvia –,

Scorcio del cementificio.

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alla sua vicinanza all’aeroporto di Orio al Serio in costante crescita e al sostanziale miglioramento della viabilità provinciale che le nuove infrastrutture come Pedemontana e Brebemi renderanno possibile nei prossimi anni. Nella consapevolezza delle ingenti risorse necessarie per il recupero della struttura, il primo passaggio è stato individuato nella sensibilizzazione del valore e dell’importanza dell’immobile fra gli attori locali. Soltanto un’intensa e consapevole attività di comunicazione può, infatti, rappresentare la base per reperire le risorse finanziarie

Da sinistra: Marco Dezzi Bardeschi, Philippe Daverio, Silvia Lanzani, Agostino Tironi, Ettore Pirovano, Roberto Anelli.

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necessarie per riconvertire la struttura mirabile esempio di archeologia industriale unico nel suo genere in Europa, conferendo una nuova funzionalità in grado di garantirne il mantenimento. Con quest’obiettivo, la Provincia ha supportato un’apertura straordinaria dell’ex Cementificio, organizzando un convegno il 5 Settembre 2010 al fine di creare le condizioni per il recupero attraverso contributi in termini di idee e sostegno finanziario. Alla presenza del critico d’arte Philippe Daverio, che ha esaltato la bellezza e le qualità della struttura, oltre mille persone han-


no potuto visitare un patrimonio poco conosciuto. Nell’ottica di un rilancio, la struttura potrebbe diventare una moderna “Cittadella della cultura e del tempo libero”, uno spazio espositivo, un luogo ove avviare attività formative, un incubatore di imprese. Potrebbe anche divenire un luogo dove promuovere i prodotti tipici e l’artigianato del nostro territorio, un ponte tra passato e futuro anche in vista dell’Expo di Milano del 2015, occasione perfetta con cui confrontarsi. Il risanamento e il recupero del complesso verrebbe effettuato coerentemente al tema dell’Expo nell’ottica di una“Expo diffusa” rispettosa dell’ecosistema e nella direzione di una crescita sostenibile. La struttura esistente, una volta adeguatamente recuperata, non verrà smantellata quando i riflettori dell’Expo si spegneranno alla fine del 2015 ma, luogo vivo e pulsante di aggregazione, sarà riconsegnata ai cittadini e a tutti quanti ne vorranno usufruire per un rilancio economico, sociale e culturale della valle e dell’intera bergamasca. L’occasione di un rilancio appare tanto più significativa se valutata in relazione al momento di forte difficoltà dell’area, a causa della pesante congiuntura economica che ha innescato una profonda crisi occupazionale. Questa appare

ancora più temibile se rapportata a un contesto territoriale già afflitto dallo spopolamento tipico delle zone montane, che non ha risparmiato la Valle Seriana. La crisi ha posto anche all’attenzione la necessità di valutare prospettive di riconversione delle vocazioni economiche tradizionali dell’area, alla ricerca di una nuova dimensione. Il territorio seriano, provato dalla crisi che ne ha messo a dura prova i settori che tradizionalmente rappresentavano un traino, il tessile soprattutto, potrebbe ripartire dalle opportunità offerte da questa importante eredità del passato, per costruire o reinventare il futuro. Il pensare alle potenzialità dell’ex Cementificio anche in funzione di Expo ne rappresenta un sicuro volano. Perché è attraverso le opportunità offerte da Expo Milano 2015 che passa il futuro del territorio. E queste occasioni e opportunità vanno colte e ottimizzate per una crescita duratura e sostenibile. Proprio il tema della sostenibilità è stato al centro del Convegno Internazionale GREAT 2011, acronimo che sta per Grandi Eventi e Architettura del Territorio. Importanti architetti di fama mondiale - Oriol Capdevila, Michele De Lucchi, Richard Meier, Enzo Siviero, Massimo Venturi Ferriolo, Aymeric Zublena hanno dato vita ad un interessante dibattito volto a verificare la compatibilità

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di trasformazioni territoriali incisive (realizzazione di autostrade, ferrovie, ecc) con uno sviluppo sostenibile. Il tema dell’esposizione universale è Nutrire il pianeta, Energia per la vita. In primo piano va quindi posta la prospettiva di una valorizzazione delle singolari tipicità locali del territorio bergamasco e dell’intera filiera agroalimentare che, nella cornice offerta dal Cementificio, potrebbe trovare una sede adeguata e di sicuro prestigio. La valorizzazione delle tradizioni alimentari locali anche come elementi culturali espressione

L’evento GREAT 2011 presso il Seminario Vescovile di Bergamo, in Città Alta.

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della tradizione deve necessariamente accompagnarsi ad un’adeguata valorizzazione del patrimonio culturale. Il tema dell’agroalimentare e della valorizzazione dei prodotti tipici, già fortemente radicato in ambito locale, consentirebbe di disinnescare il rischio che le iniziative legate ad Expo possano risolversi in una meteora. Al contrario rappresenterebbe la garanzia di una conversione in un’opportunità che dia al territorio una solida concretezza delle idee e dei progetti di vario ambito messi in campo.


Una delle sale interne del cementificio di Alzano Lombardo.

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Testi: Anna Lorenzetti Stefania Pendezza Progetto grafico e impaginazione: Flavia Pellegrinelli Stampa: AGVA srl, Bagnolo Mella (BS) Si ringraziano per l’apporto prestato: Mariagrazia Amadei, Franca Bonanomi, Silvano Cornolti, Luigi D’Alessandro, Giuseppe Epinati, Silvia Garbelli, Cristina Gustinetti, Carlo Lavelli, Doralice Maffeis, Giuseppe Milanesi, Sara Pace, Paola Toffenetti. Seconda e terza di copertina: Rendering di Expo Milano 2015 © Provincia di Bergamo - 2010

ASSESSORE SILVIA LANZANI Settore Grandi Infrastrutture, Pianificazione Territoriale, Expo Via G. Sora, 4 - 24121 Bergamo Tel. 035 387502 - Fax 035 387501 www.provincia.bergamo.it Email: segreteria.expo@provincia.bergamo.it


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CON IL PATROCINIO DI EXPO MILANO 2015


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