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monografie

Antropologia di Cucurbita

prova costitutiva di un primo contatto con l’agricoltura del Nuovo Mondo, e si pensa che essa si rifaccia semplicemente ad alcune piante viste crescere nella Costa del Golfo dove ora sono presenti gli Stati Uniti. Nel 1591 poi, viene menzionata anche Cucurbita moschata, mentrerisultaposteriorel’introduzionediCucurbitamaxima. n Descrizione botanica La famiglia comprende quasi un centinaio di generi e circa 800 specie. Si tratta di piante erbacee, in genere annue, rampicanti o striscianti che presentano solitamente foglie alterne picciolate, fiori monoici pentameri con una corolla grande giallo-aranciatadall’odorecaratteristico,echeproduconoun frutto grosso carnoso (peponide) con molti semi, che a volte sono commestibili. n Composizione ed interesse alimentare Cucurbita spp., chiamata più comunemente “zucca” (senza quindi recare distinzione tra le tante specie e varietà che questo genere comprende), è grande produttrice di frutti eduli, generati da piante erbacee, dagli esili fusti e capaci di giungere a cospicue dimensioni e ad un peso a volte non inferiore ai cento chili. Talifruttisonogeneralmentepococonsideratiedapprezzati, forse per il loro sapore poco marcato e per il valore nutritivo modesto o forse perché storicamente legati al mondo povero, quello contadino (anche se in realtà ciò si verifica solo a partire dal ‘900. Nei secoli precedenti infatti, ‘700 e ‘800, la zucca era presente anche in alimenti consumati in importanti corti italiane: Napoli, Torino, Ferrara…). In realtà, la pianta in toto non andrebbe assolutamente sottovalutata in quanto contiene molteplici principi benefici in ognuna delle sue parti: Semi In base a studi effettuati su semi di frutti cresciuti in Argentina si è scoperto che in essi sono contenuti in percentuali variabili: - proteine - glicosidi - terpenoidi - sali minerali - lipidi 40 ERBORISTERIA DOMANI Maggio 2011

In particolare, si è valutata anche l’esatta composizione della frazione degli acidi grassi: ne fanno parte infatti sia saturi (C 14:0, C 16:0, C 18:0, C 20:0, C 22:0), sia insaturi (C 18:1, C 18:2, C18:3, C22:1), i quali prevalgonoquantitativamentedi gran lunga sui primi (addirittura i C 18:2 ed i C 18:1 costituiscono circa il 75-80 % dell’intera frazione acidica. Questi valori ovviamente, cambiano con il variare del genere e della specie della pianta da cui i semi stessi provengono. Solitamente comunque, ad eccezione di Cucurbita pepo, i valori riportati di C 18:1 sono più bassi rispetto a quelli di C 18:2). Tutto questo è molto importante dal punto di vista nutritivo ed alimentare, anche se in alcuni casi i semi non sono considerati eduli (si riporta l’esempio dei semi di Cucurbita pepo, che non sono commestibili a causa della presenza di cucurbitacine,chedannolorounsaporeestremamenteamaro), proprioperl’importanzacherivestonoinquestosettorealcuni tipi di acidi grassi insaturi, che sono considerati essenziali per la nostra dieta, anche perché i più importanti tra questi fanno da precursori alle categorie degli ω-6 e degli ω-3. Per quanto riguarda le sopraccitate cucurbitacine, si tratta di triterpeni tetraciclici altamente ossigenati, conosciute per la loro amarezza e prodotte non solo nelle Cucurbitaceae ma anche in altre famiglie. Sono inoltre alquanto tossiche per i mammiferi con attività catartica, emetica e citotossica, ed utilizzate come “antifeedants” (“antiappetito”) per insetti dannosi. Recentemente sono state sfruttate per le loro proprietà anti-tumorali e citotossicità differenziale per le linee cellulari di tumori ai reni e al cervello e di melanoma, per la loro inibizione all’adesione delle cellule, per i loro possibili effetti anti-fungini e per i loro già noti effetti contro alcuni tipi di scarafaggi. Per questo, in ambito biotecnologico sono stati compiuti esperimenti al fine per ottenere in vitro cucurbitacine, evitando così le estrazioni dalla pianta. Ciò è stato eseguitoinducendolaformazionedicallopartendodacolture cellulari di Cucurbita andreana e dell’ibrido Cucurbita andreana/maxima. I risultati sono stati positivi in quanto si è scopertochecelluleindifferenziatesonoingradodi produrre tali metaboliti secondari (il che generalmente è assai complicato), ed inoltre che le sospensioni cellulari ne producono in quantitativi maggiori, per di più nel mezzo di coltura (spesso in colture di questo genere è necessario cambiare diverse condizioni affinché il rilascio delle sostanze desiderate avvenga nel mezzo). La produttività già così elevata può essere ulteriormente incrementata, compiendo delle selezioni sulle linee di coltura cellulare. Frutto Per quanto riguarda il frutto invece, esso presenta elevate quantitàdi carotenoidi, evidenziati conl’applicazioneditecniche di HPLC in Cucurbita pepo, Cucurbita maxima e Cucurbita moschata (varietà coltivate in Austria), in particolare α-carotene, β-carotene e luteina (indicata come luteina + zeaxantina),importantissimiperlalorofunzioneprovitaminica, in quanto sono precursori della vitamina A, il cui fabbisogno quotidiano è indicato per ciascuno in quantità di 1mg/giorno nei paesi di lingua tedesca, mentre di 3mg/giorno nel Nord America. Inoltre, queste sostanze svolgono anche un’importante funzione anti-cancerogena per la loro capacità di agire contro i radicali liberi (spezzano infatti le catene di questi agenti dannosi, che favoriscono l’insorgere sia del cancro, sia di tante altre situazioni patologiche, come l’invecchiamen-


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