El Tanguero n°12 - Tango magazine (Ottobre-Dicembre 2013)

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Foto di Matteo Marotta

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Quello del tango pare essere davvero un fenomeno, infatti il suo successo in Italia e nel mondo aumenta ogni giorno di più nonostante la crisi. Le imprese chiudono mentre le scuole di tango aprono; ogni negozio che fallisce è una nuova milonga che si inaugura. Come fa, ci chiediamo, il mondo del tango a resistere alla crisi? È una domanda aperta, che vorremmo fare ai nostri lettori dai quali ci piacerebbe ricevere risposte per aprire un interessante dibattito. Sicuramente per sopravvivere e per far fronte all’ondata di nuova concorrenza, ognuno fa quel che può, e la creatività non manca! E così vediamo apparire anche nel tango, sconti su sconti, pacchetti e superpacchetti… quand’è la stagione dei saldi nel tango?! E sì, delle vere e proprie Offerte con la O maiuscola! Si arriva a pagare persino un’ora di corso di tango 0,81 centesimi… sì, avete letto bene, un ora di tango = ottantunocentesimi. Meno di UN EURO! Aiuto… abbiamo la sensazione di essere ad un supermercato! Ci domandiamo, ma riusciranno con 81 centesimi a pagare l’affitto della sala? Forse ci saranno un centinaio di persone, ah ecco, così sì! Ma come si fanno le lezione con il megafono? O forse è una lezione in videoconferenza? Siamo curiosi assai… Siamo certamente nel mondo del libero mercato ma è possibile pagare un professionista così poco? Come si fa a svendere il proprio lavoro ad un prezzo così basso? Ahhhh… quanto ci piacerebbe che anche il dentista ci presentasse lo stesso importo nella fattura! No forse è meglio non parlare di fatture… Dobbiamo però ammettere che sicuramente il meccanismo dello sconto è un ottimo stratagemma per attirare principianti, che si sa, quasi mai oggigiorno scelgono un corso per la qualità degli insegnanti, del locale e dei servizi offerti, ma il più delle volte la scelta avviene con un paragone economico. Ma economico vuol dire sempre qualità? Ci viene in mente un proverbio che dice “Paghi per quello che mangi”… Ma cambiamo discorso, perché per noi in realtà il numero di ottobre è un numero speciale, il numero del compleanno della rivista. Quest’anno sono 3 le candeline sulla torta! Altri 100 di questi numeri El Tanguero! Con l’augurio di continuare, nonostante la crisi, a diffondere la cultura del tango! Per la copertina del nostro terzo compleanno abbiamo scelto due grandi ballerini, professionisti ed amici: Neri Piliu e Yanina Quiñones. Buona lettura a tutti!

Helga Corpora e Andrea De Dominicis

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El Tanguero Anno IV n°12 Ottobre-Novembre 2013 Rivista periodica trimestrale di cultura tanguera rioplatense a cura dell’Associazione TangoJazz Scaricabile online Abbonamento annuale cartaceo €20 per 4 numeri Editore Associazione TangoJazz Direttore editoriale Andrea De Dominicis Direttore artistico Helga Corpora Direttore responsabile Luciana Squadrilli Grafica e impaginazione Montag Frazier gianfrancodefelice2012@gmail.com Foto in copertina Matteo Marotta www.matteomarotta.it Redazione redazione@eltanguero.it Pubblicità e abbonamenti info@eltanguero.it +39.348.2915008 +39.328.4830095 Collaboratori Paolino Fierro Giulia Zimei Mario Abbati Memè Vanna Gasparini Stampa Poligrafica Srl Via Friuli 29, Dalmine (BG) Reg. al Tribunale di L’Aquila n°6/2010 del 21/07/2010 Iscrizione al ROC n°20287 del 08/11/10 Errata corrige: n°11 pag.15. La foto dei campionati è di Emanuele Scalise

www.eltanguero.it /eltangueroII Con il patrocinio della Ambasciata Argentina Con il patrocinio della Ambasciata dell’Uruguay

Indice il mondo del tango Maestri di tango Neri Piliu e Yanina Quiñones

Speciale

Il folclore argentino

El cantor de tango Rubén Peloni

A tu per tu…

Musicalizadores: Supersabino Organizzatori: Laura Brandi e Paolino Fierro

pag 8

pag 20 pag 26 pag 32 pag 33

tango arts Pintura de tango

Massimo Pennacchi

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curiosando News & Pillole Tangueri impossibili

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La tanguera nera

pag 18

Recensioni Voci di tango

pag 34

Tango da Marilyn

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Lezioni di tango

pag 38

tango agenda pag 40 Festivalmap Milonghe, pratiche, lezioni, scuole pag 44/46


il mondo del tango maestri di tango

Neri Piliu e Yanina Quiñones La nuova rivelazione del tango argentino Capita, nel fare alcune interviste,di essere più emozionati del solito. Questa è una di quelle volte. Perché oltre all’ammirazione per questi straordinari ballerini, c’è anche la stima e l’affetto. Un onore per noi presentarvi la coppia rivelazione del momento presente nei più importanti festival e teatri d’Europa che sta facendo innamorare migliaia di tangueri, due professionisti con la P maiuscola: Neri Piliu e Yanina Quiñones. uando avete iniziato e come vi siete conosciuti? Neri: Un giorno vidi ballare i miei genitori in cucina, stavano provando dei passi, mi piacque tantissimo e iniziai ad andare con loro tutte le domeniche in milonga, me ne innamorai… Era il 2001, avevo 18 anni. Yanina: Io ho avuto un approccio diverso. A 13 anni mi volevo iscrivere ad una scuola di danza classica, ma non mi presero perché ero già grande. Mi avrebbero preso per fare tango o folklore, a me non piacevano ma scelsi il tango perché mia madre mi costrinse a scegliere. Le lezioni erano il sabato mattina, eravamo 24 ragazze e 4 ragazzi e io mi annoiavo terribilmente! Un giorno vidi ballare tango escenario da una coppia di amici e ne rimasi affascinata a tal punto che decisi di voler ballare in quel modo. Iniziai a studiare con loro per un anno finché loro non si trasferirono in Giappone e mi fermai. Ma da li in poi capii che l’escenario era quello che volevo fare. Nel frat-

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tempo avevo conosciuto Neri, perché abitavamo nello stesso quartiere e avevamo amici in comune; ci vedevamo di tanto in tanto. Dopo circa 3 anni quando stavo cercando di entrare nella facoltà di psicologia, ci siamo incontrati in una banca e parlando del più e del meno gli dissi che mi sarebbe piaciuto ricominciare a ballare il tango. Lui mi rispose che stava facendo il dj in una milonga e che se fossi passata a trovarlo mi avrebbe insegnato a ballare. Decisi di andare e subito mi mise a camminare, “avanti e indietro per una riga” mi diceva, non mi insegnava quello che volevo io, il tango escenario, ma solo a camminare! Mi diceva che non sapevo ballare, mi ha fatto piangere non poco!

Foto di Matteo Marotta

“Quando io mi esibisco faccio tutto quello che so fare, ma sono da solo in pista, quando vado a ballare in milonga non faccio niente, cerco di godermi la musica.” 9


N.: Ma non sapeva camminare con le scarpe alte… come poteva saper ballare jajaja? Y.: Da lì a poco abbiamo iniziato a ballare insieme, ci siamo innamorati e siamo andati a vivere insieme a Caminito dato che iniziammo a lavorare la ed il nostro quartiere era molto distante. Vi lascio immaginare come l’hanno presa i miei a casa avendo lasciato l’università! Il turista che passeggia a Caminito è attratto da quei tanghi ballati per strada. Però ne vedono uno, due e poi passano avanti. Per chi invece balla, e lo fa per ore, deve essere molto faticoso… N.: Si abbastanza, noi iniziavamo a ballare alle dieci del mattino e finivamo alle sei del pomeriggio. Y.: Si faticoso ma costruttivo. Noi praticamente li studiavamo, provavamo, tutto il giorno! E con i soldi che guadagnavamo andavamo a prendere lezioni, o compravamo scarpe e vestiti, da tango ovviamente! Un investimento durato 2 anni, tutti i giorni. N.: Mentre lavoravamo a Caminito, era il 2006, ci preparavamo per partecipare ai campionati mondiali di tango, e la sera lavoravamo in un teatro. Quell’anno e quello successivo conseguimmo il titolo di campione pre-mondiale in Tango salon e in Tango escenario e nel 2008 siamo arrivati secondi al Campionato Metropolitano e secondi nel Campionato Mondiale nella categoria Salon e al sesto posto nella categoria Escenario. In quell’occasione ci vide un produttore giapponese che ci chiamò con un contratto di un mese prima e di 10 mesi in seguito.

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Dall’Argentina al Giappone… un trasferimento “importante”! Y.: Si quando ci chiamarono per il primo mese, andammo senza pensarci. Poi quando si trattò di stare li 10 mesi la decisione fu dura, però il tango era diventato il nostro lavoro, ci piaceva e decidemmo di partire. In fin dei conti fare un lavoro che ami non stanca. E poi come siete arrivati in Italia? N.: Dopo aver chiuso il contratto con il Giappone, ci arrivò una email di un organizzatore del nord Italia che ci aveva visto ballare nel 2006 in una milonga di Buenos Aires, nella quale ci diceva che voleva organizzare uno stage. Siamo venuti a lavorare per un mese. Ci videro ballare e ci chiamarono al festival di Padova, il nostro primo Festival in Italia, era il 2009. Perché avete deciso di mettere “radici” in Italia e non in Giappone? N.: Il Giappone ci piaceva tantissimo, ma ci fu un forte terremoto e decidemmo di tornare a Buenos Aires. Siamo stati un po’ di mesi là e poi è arrivata la proposta da parte di una scuola di Salerno che ci voleno come maestri fissi della scuola. Poiché a me piace la montagna e a Yanina il mare e Salerno offriva tutte e due le possibilità abbiamo deciso di accettare e di trasferirci. E così siamo rimasti in Italia. Avete lavorato in tante compagnie, tra cui quella di Natalia Hills e oggi in quella di Miguel Angel Zotto. Ci volete raccontare queste esperienze? Y.: Quella con Natalia è stata una esperienza bellissima. Siamo stati negli stati Uniti, a Gerusalemme, a Buenos Aires. Lei è una bravissima ballerina di escenario e anche un ottima milonguera; ci insegnò tutto del tango, ci raccontava la storia, dei vecchi milongueri, tutte quelle cose che oggi non si vedono, ma che esistono. Lavoravamo dalla mattina alla sera, 5 minuti per mangiare, solo mandorle e banane! N.: Si un’esperienza che ci ha lasciato tantissimo, come tantissimo ci sta lasciando lavorare in “Tango por dos” di Zotto. Una fortuna incredibile perché abbiamo iniziato a lavorare un’altra volta in teatro, cosa che per un artista è fondamentale. Non è come esibirsi in una milonga, io amo la milonga, ci sono cresciuto ma credo


dell’abbraccio, della persona con cui si balla e delle coppie che si hanno intorno, rispettandole senza disturbare. Se si va in una milonga vuol dire che si ha il piacere di stare tutti insieme altrimenti ci si affitta una sala e si balla da soli. Il tango è un ballo SOCIALE e questo non va dimenticato. Lo scorso mese sono finiti i campionati mondiali a Buenos Aires e quest’anno la categoria “Tango Salon” ha cambiato nome, ora si chiama “Tango de Pista”. Cosa cambia? N.: Questo cambio è stato positivo secondo me, perché negli ultimi anni stavamo vedendo crescere troppe coppie “simili” nel ballo e nell’abbraccio, troppa standardizzazione. Inserendo la dicitura Tango de Pista hanno voluto che il completamento di un artista avviene su un palcoscenico. Sei cresciuto nelle milonghe porteñe, che ne pensi delle milonghe italiane? N.: Mhhhh a me non piacciono molto, tranne alcune. I ballerini fanno troppe cose, troppi passi e non ce n’è bisogno. Quando io mi esibisco faccio tutto quello che so fare, ma sono da solo in pista, quando vado a ballare in milonga non faccio niente, cerco di godermi la musica. Spesso la gente si dimentica la differenza tra esibizione e tango sociale. E qual’è la soluzione? Come si può arrivare ad avere una milonga ideale anche in Italia? N.: Io penso che con il tempo la gente riuscirà ad andare a Buenos Aires, allora si renderà conto che non si ballano solo passi e sequenze. Y.: E chi non può andare a Buenos Aires? N.: Ma che mi fai la domanda tu a me? Jajajaja… Y.: Si, perché io credo che devono essere i maestri ad insegnarlo. Un maestro di tango che si rispetti, che sia argentino o italiano deve aver studiato oltre al tango argentino come ballo anche la cultura argentina, il comportamento in milonga, deve conoscere l’abbraccio e tramettere ai propri allievi che nel ballo si deve godere

“Per me quando si parla di tango salon, si parla di improvvisazione, io ballo per me e per Yanina, ed improvviso dall’inizio alla fine.” 11


dire, secondo me, che ognuno può mantenere il proprio stile, rispettando l’abbraccio e la musica. Adesso non dovrebbe più esistere la regola della postura che uno deve avere. In teoria non c’era nemmeno prima quella regola. N.: No… però era implicita, si avvertiva nell’aria. Quest’anno si sono presentate coppie che di solito non si presentavano. Io credo con il tempo la cosa andrà a migliorare. In generale a me le gare piacciono perché sono una formazione, ma attenzione, non vuol dire che il vincitore è sempre il più bravo perché non dimentichiamoci che il giudizio della giuria è soggettivo. Y.: Si diciamo che la gara va presa come obiettivo per migliorarsi, per allenarsi. Una curiosità, spesso in alcune esibizioni vediamo coreografie di tango salon. Secondo voi è giusto coreografare quello che per natura è improvvisazione? N.: Per me quando si parla di tango salon, si parla di improvvisazione, soprattutto quando è un tango salon tranquillo, io lo ballo per me e per Yanina, non per il pubblico e lo improvviso dall’inizio alla fine; quando invece si parla di tango escenario, allora è necessario parlare di coreografia. Dal punto di vista fisico, per preparare una coreografia di escenario, ci vuole una preparazione particolare. Per voi com’è stato l’approccio? N.: All’inizio è stata una sfida difficile, perché co-

munque io sono molto magro e avere lo stesso peso di Yanina non mi ha certo aiutato. Però poi scopri che è solo una questione di tecnica, non di forza, tanto più che a me non piace far forza quando ballo. Y.: Ci sono coppie che ballano solo tango escenario e non sanno improvvisare un tango, questione di tecnica e allenamento! Quali maestri portate ancora oggi nel cuore? N.: Sicuramente Carlos e Rosa Perez e Vanesa Villalba e David Leguizamon. Loro per me sono i miei maestri. Poi ho studiato con tanti altri e con tanti vecchi milongueri. Addirittura nel 2006 sono entrato tramite audizione in una compagnia di studio, finanziata dal governo della città di Buenos Aires, che ogni mese ti faceva studiare gratuitamente con un vecchio milonguero. Così il governo ha potuto filmare tutte le lezioni per avere un archivio di tutti gli stili, ogni milonguero infatti aveva un suo stile proprio. È stata un esperienza molto bella ed interessante. Ho fatto lezione con Pupi Castello, Portalea, Carlos Gavito, Paiva, Coca e Osvaldo, El Chino Perico e tanti altri. Y.: Avendo studiato insieme, anche per me sono stati gli stessi maestri. E aggiungo che non sono solo i miei maestri di tango ma i miei maestri di vita perché loro mi hanno insegnato anche tante cose nel lavoro e non solo, e mi hanno inserito nel mondo del tango. Maestri a Salerno durante la settimana, maestri in tutto il mondo nel weekend. E un

Foto di Matteo Marotta

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nuovo progetto che già sta riscuotendo un grande successo la “Tango Rouge Company”, la vostra compagnia. Volete parlarcene? N.: Si, diciamo che questo è un anno fortunato! Stiamo aprendo un Accademia vera e propria a Salerno, ci hanno chiamato i più importanti festival d’Italia: Firenze, Senigallia, L’Aquila… per citarne solo alcuni e poi siamo riusciti a realizzare concretamente questo progetto che avevamo in mente da tempo, creare una nostra compagnia. L’idea era di riunire un gruppo di amici giovani che volevano in primo luogo divertirsi, poi studiare insieme e siamo riusciti a formarla. Abbiamo avuto la fortuna di aver commissionato lo spettacolo “Noches de Buenos Aires” in anteprima all’International L’Aquila Tango Festival, lo scorso maggio e ha riscosso moltissimo successo. Da allora ci hanno iniziato a chiamare in diverse parti d’Italia e dell’Europa dell’est e non immaginavamo di raggiungere un successo così, siamo molto soddisfatti e felici soprattutto perché siamo un gruppo di amici e ci divertiamo! Com’è articolato lo spettacolo? Y.: Lo spettacolo vuole rappresentare come noi vediamo il tango e come la gente vede il tango. Nella prima parte dello spettacolo facciamo vedere un tango più di quartiere dove ci sono dei ragazzi che ballano tra loro, bambini che si divertono, più tradizionale, facciamo vedere che si può ballare anche in spazi ridotti, non c’è bisogno di avere molto spazio per ballare. Poi c’è un intermezzo di tango americano, come si ballava una volta con l’abbraccio più aperto, e in ultimo una parte di tango escenario ed una sorpresa! N.: L’idea è anche quella di far vedere che il tango può essere ballato da tutte le età e tutti i ceti sociali, dai bambini ai vecchietti di 80 anni, insomma il tango non ha frontiere, non ha limiti. Oltre ad essere bravissimi maestri e ballerini, siete dei veri professionisti e avete una dote che oggi secondo noi spesso viene a mancare, l’UMILTA! Perché secondo voi? Y.: Grazie! Non lo so perché, noi siamo sempre stati così. Credo che la formazione che ti viene data in famiglia conta tantissimo. Dai genitori si impara molto. N.: Io credo che per il tipo di lavoro che facciamo spesso la nostra testa si “monta”. Ma noi quando saliamo sul palcoscenico dobbia-

mo competere con tutti e sentirci i migliori per cercare di dare il massimo ma dopo, quando scendiamo dal palco, a noi piace stare con la gente, con gli allievi, godere e imparare da loro! Ascoltare e confrontarsi, mi è sempre piaciuto sentire i racconti della gente più grande di me, perché così imparo. La parte culturale che più mi piace è condividere esperienza, e per farlo devi diventare come un principiante, che fa mille domande e cerca di imparare continuamente. Godere di ogni momento, sentire la magia del tango, la stessa magia che si è avvertita la prima volta che si è entrati in una milonga! Per noi per fortuna è così! Noi ci divertiamo quando andiamo a ballare e quando facciamo lezione! È possibile insegnare il tango e non divertirsi? N.: No, io credo che sia impossibile. Il tango una volta che si avvicina a te e ti entra dentro al corpo è impossibile non amarlo. Entra nella vene, nel tuo DNA. Io lo dico sempre alla prima lezione ai miei allievi, “attenzione che questo è un tunnel senza uscita” perché ti riempie così tanto che è bellissimo. Io non sono nessuno per giudicare, ma per me è impossibile insegnare il tango pensando che sia solo un lavoro! Un consiglio ai lettori di El Tanguero. Y.: Siamo felici che in Italia, come in Europa, si balla tantissimo, e siamo convinti che i tangueri cresceranno sempre più, ma l’importante è ricordare sempre che il tango è un linguaggio corporale tra l’uomo e la donna e tra la coppia e le altre coppie che stanno in pista. E inoltre non dimenticare che il tango si balla in due! È vero che l’uomo “comanda” ma non bisogna confondere il comandare con il trascinare. Il movimento lo fa la donna con il suo corpo, un limite sottile tra il ballare da sola e sentire il comando. Così tutti godranno di più. N.: Il mio consiglio? Di non incasellare il tango in stili… il TANGO è TANGO, ed è UNO SOLO. E con questa frase, con cui siamo pienamente d’accordo li ringraziamo. Ci è venuta voglia di accendere lo stereo, Troilo ci accompagna. Balliamo un tango… nessuno stile, solo un abbraccio e un cuore che batte. Helga Corpora e Andrea De Dominicis

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curiosando news & pillole Due giovani campioni “made in Italy” Ventiquattro anni lei, ventitré lui, e ballano insieme da quattordici! Sono Gioia Abballe e Simone Facchini i nuovi campioni Europei di tango escenario, e vice-campioni nella categoria salon qualificati lo scorso luglio a Roma durante i campionati, subsede ufficiale italiana del campionato mondiale di Buenos Aires. Tra sorrisi e lacrime mostrano il trofeo e con ancora il cuore in gola rispondono a qualche domanda: Ragazzi, il vostro traguardo è sicuramente solo l’inizio di nuove opportunità. Cosa cambierà dopo questa vittoria? Come dite voi questo è solo un punto di partenza. La vittoria è senz’altro una soddisfazione, sia per noi che per le persone che ci sono state vicino e le nostre famiglie che ci hanno sostenuto sempre nel nostro cammino. Diventare campioni Europei ci ha dato la possibilità di partecipare al campionato mondiale di Buenos Aires; per noi è stata la gioia più grande perché ci ha permesso di raggiungere un sogno, un’emozione straordinaria che conserveremo sempre nel nostro cuore. Forse da ora in poi la nostra vita sarà più densa di eventi, ma noi continueremo sempre ad essere noi stessi e a dare il massimo in ciò che facciamo perché non si finisce mai di imparare. Una coppia “di ballo” che dura da 14 anni, quasi un record di questi tempi! Ciò che ci lega è principalmente la forte passione e l’amore per il ballo. Ballare per così tanto tempo insieme ci ha fatti diventare molto amici, quasi come fratello e sorella e ci apprezziamo per quello che siamo (sia per i nostri pregi che per i nostri difetti). Che cos’è per voi il tango? Il tango è una passione che ci fa stare bene e ci permette di lasciare qualcosa di noi agli altri. È voler emozionare lasciandosi emozionare, un abbraccio che comunica benessere. Il tango è cultura, è arte, è vita.

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Ritorna il Tango tra uomini Tre anni fa l’Argentina è diventata il primo paese latinoamericano ad accettare le nozze gay, ma ora lo spirito di apertura ha raggiunto anche uno dei pilastri culturali del paese, nonché bastione tradizionale del ‘’machismo’’ locale: il tango. Lo scorso agosto infatti, al Campionato Mondiale del Tango di Buenos Aires per la prima volta fra le 556 coppie provenienti da 37 paesi si sono presentate anche coppie composte da uomini e coppie composte da donne. “Bisogna essere in due per ballare il tango - ha detto Juan Pablo Ramirez in coppia con Daniel Arroyo - ma non necessariamente di sesso diverso”. Il ballo della passionalità torna così alle sue origini, quando, all’inizio del secolo si ballava tra uomini. Il gradino più alto del podio è andato a due coppie argentine (etero): Jesica Arfenoni e Maximiliano Cristiani per il tango salon e Guido Palacios e Florencia Castilla per il tango escenario.

Un duetto irresistibile… asado e tango! I tangueri che quest’anno non sono partiti per le vacanze o che le vacanze hanno deciso di trascorrerle a Roma, hanno potuto godere di splendide serate all’interno di un parco immerso nel verde a due passi da San Pietro. Degli eventi settimanali, “Asado y Tango” per condividere la passione del tango, ascoltato e ballato, per scambiare due chiacchere e mangiare insieme. Gli eventi sono stati organizzati da Manuela D’Orazio, Juan Mateo Lupin e Roberto Minozzi, in collaborazione con Alfredo Gomez e Javier Alejandro Garnica del Club del Asado. Una bella iniziativa che speriamo venga riproposta anche il prossimo anno!


“TANGO TONGUE la Lingua del Tango” opera prima, lungometraggio indipendente di Marta Lìmoli Si accendono i riflettori su una nuova operazione artistica tutta dedicata al tango. Il mediterraneo ne è la culla, alle pendici del vulcano più alto d’Europa, in una “piccola metropoli” dall’humus brulicante di personalità multisfaccettate dalle idee ferventi, si dà vita a un progetto che si fregia d’esser il primo a dar voce al tango vissuto in Sicilia. In questa terra, dove il respiro va di pari passo con la cultura della trasmissione di memorie e ci si accosta all’arte riconoscendola come entità onnipresente nella vita e nelle cose, ciascun individuo può abbracciare il Tango con naturalezza ed abbandono. Catania, nello specifico, è il nucleo della vicenda, del racconto. Il percorso di una “Lei” alla scoperta della propria città e di sé, luoghi che ne accompagnano la conoscenza e attraverso i quali incontra Maestri argentini che di mese in mese si avvicendano per tenere lezioni, laboratori, per ballare: esprimere l’amore per la terra-madre di un passato mai sommerso. Nell’arco di un anno di studio, nei dialoghi con artisti del panorama internazionale porge domande secondo lo stile proposto da ogni singola coppia: tango salon, tango escenario, tango milonghero, tango queer, tango nuevo. S’interroga e li interroga sui motivi che spingono ad accostarsi a questo ballo ‘sociale’, cerca risposte da un’analisi della propria esperienza e dalle testimonianze dei maestri che scoprono nel territorio catanese – così ricco di tango – atmosfere che ne vivificano l’essenza stessa. Mediante i codici del tango si esplorano concettualità, fisicità, intellettualità, pulsioni e si sperimentano potenziali espressivi. Passione per la vita, ricerca di significati di un linguaggio da scoprire. La storia creata dall’autrice dà occasione di far godere tutti dell’energia del vortice tango – nella sua universalità – e ne offre una corposa proposta in un lungometraggio-report che sarà presentato a breve nell’ambito di rassegne e festival nazionali. L’attrice ed autrice, alla sua opera prima, trascrive alcuni passi della sceneggiatura: “Quello che non sanno – ancora – gli occhi, è che addormento le note dell’ultimo stridore del violino lasciando precipitare nel sonno profondo gli umori, gli scatti, l’insolente tenersi la mano nella bugia fittizia di una ‘tanda’.” Il Tango offre spazi e tempi per farsi spazio in chi lo balla, in silenzio; nel Tempo. Il Tango parla con la lingua che gli appartiene o veste il linguaggio di chi lo interpreta? Una vita femminile irretita dalla musica dei piedi, delle scarpe sfreganti sul pavimento; la voce dei corpi muti immersi in un devoto, profondo, giocoso sentirsi. “Senti che la percezione di ciò che vedi, si tramuta. Inizia così, adesso lo so: saetta una scossa dentro gli occhi, li attraversa un’oscillazione che fa succedere di sentirsi. Lì. Appartenenti a quell’estraneo ‘nulla’ che colma il tutto”. Con la partecipazione dei maestri, in ordine di apparizione: Roberto Reis e Natalia Lavandeira, Ezequiel Herrera e Maria Antonieta Tuozzo, Luis Castro e Claudia Mendoza, Gustavo Rosas e Gisela Natoli, Adrian Aragon e Erica Boaglio, Mariano Otero e Alejandra Heredia, Walter Cardozo e Margarita Klurfan, Carina Morrudo, Ricardo Barrios e Laura Melo Opieczonek, Pablo Rodriguez e Natasha Lewinger. E con Angelo Grasso e Donatella Grasso e molti altri artisti. Musiche arrangiate dal maestro Enrico Dibennardo. L’Anteprima nazionale del lungometraggio sarà il prossimo 19 dicembre, presso il Palazzo della Cultura di Catania. Tutti invitati alla visione! 16

OG IN


OGNI MARTEDI’ ORE 22:30 MILONGA STABILE SAN SALVADOR - ROMA EUR INFO E PRENOTAZIONE TAVOLI: 339.8209385,347.4099140 tangoeventi@gmail.com


curiosando tangueri impossibili La tanguera nera

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foto: Laura Sabatino

i chiama Consuelo ma per me è sempre stata la tanguera nera. Colpa di quei lunghi capelli corvini, gli abiti scuri e le unghie smaltate di tenebra, le scarpe color pece coi tacchi a spillo. Pensavo si conciasse così per un’esigenza di ordine estetico, poi, tempo dopo, ho scoperto che si trattava di qualcosa di più occulto. Stavamo alla Milonga dei Fori. Ballavo una tanda tormentata di Pugliese insieme a Consuelo quando siamo capitati nell’orbita di Alberto R. Lui è il maestro più odioso della comunità, arrogante, presuntuoso, convinto che un fenomeno del suo calibro debba sempre entrare in milonga senza pagare il biglietto. Ci ha tagliato la strada eseguendo una giravolta multipla da funambolo. Consuelo per evitare l’impatto ha poggiato male il piede, il tacco le ha ceduto e si è accasciata sul parquet. «Ma che fai!» Alberto si è avvicinato con passo da duce. «Sei tu che ti sei messo in mezzo» ho ribattuto. «Se il tango non lo sapete ballare, in milonga non ci venite!» Consuelo, da terra, non ha aggiunto una sillaba, si è limitata a fissarlo con gli occhi iniettati d’odio. Lui ci ha girato le spalle con un ghigno sprezzante e si è rimesso a ballare. «Prima o poi» ho detto a Consuelo mentre la scortavo verso il suo tavolo, «qualcuno lo prenderà a schiaffi sul serio.» L’hanno ritrovato morto un’ora più tardi, nel prefabbricato dei bagni. Seduto sul water a gambe larghe, coi

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by Memè vestiti addosso, le suole di produzione argentina che annaspavano in una pozza di sangue. «Prima è stato tramortito» ci ha spiegato con voce ferma l’ufficiale di polizia, lui al centro della pista e noi tangueri intorno, «e poi gli hanno trapassato l’occhio con un corpo tagliente. Un cacciavite, forse un coltello. È morto dissanguato in pochi minuti.» Tutti che ci guardavamo in faccia, nessuno che voleva crederci. Dopo mezzora d’interrogatorio collettivo ci hanno permesso di uscire dal locale. Il caso mi ha fatto ritrovare sul marciapiede insieme a Consuelo. «Alberto era i n s o p p o rtabile, te lo confesso» non riuscivo a parlare d’altro. «Però una fine così violenta non se la meritava, poveraccio.» «Gli sta troppo bene» ha sibilato lei, senza pietà. «Quelle scarpe erano nuove, le avevo inaugurate stasera.» Ci siamo salutati davanti alla sua macchina, una Peugeot più scura della notte. La mia era parcheggiata pochi metri più avanti. Mentre aprivo lo sportello ho visto Consuelo che gettava qualcosa per terra, poi è salita a bordo e se n’è andata. Non so perché l’ho fatto, se per un riflesso automatico o un impulso cosciente, fatto sta che sono tornato indietro e mi sono messo a scandagliare il marciapiede. Era il tacco della sua scarpa, quello che si era spezzato durante la tanda di Pugliese. L’ho raccolto, vicino all’estremità acuminata presentava una slabbratura tendente al rosso. Ho grattato la zona con l’unghia di un dito. Ho portato il dito alle labbra e l’ho sfiorato con la punta della lingua. Sapeva di sangue.



Il Folclore Argentino speciale

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Una sera a Buenos Aires, dopo uno spettacolo di folklore, un’anziana signora mi disse: “Spesso ci esibiamo nelle milonghe, ma in verità il folklore argentino ha più dignità del tango storicamente e culturalmente”. Non ho resistito alla provocazione e quindi, ho fatto una ricerca soprattutto perché è vero che il tango è conosciuto in tutto il mondo, ma è vero anche che quest’ultimo è espressione della città di Buenos Aires, mentre il folklore argentino nasce e si sviluppa in tutto il resto del Paese. Il Folklore, infatti, è materia di studio nella scuola elementare argentina oltre che materia di studio all’università attraverso corsi di laurea in Folklore. Lo stesso Generale Peron nel 1949 impose con una legge specifica che nelle confiterias almeno il 50% della musica proposta ai clienti doveva essere “natia”. La musica popolare dell’Argentina ha una storia secolare che trova le sue radici nelle culture indigene. Tre grandi eventi storici e culturali ne hanno determinato lo sviluppo: l’insediamento spagnolo (secoli XVI-XVIII), l’intensa immigrazione europea (1880-1940), la migrazione interna (1930-1980). Anche se tecnicamente il “folklore” è solo l’espressione culturale che soddisfa i requisiti di essere anonima, popolare e tradizionale, in Argentina è conosciuta come “folclore” o “musica popolare” quella di autori conosciuti, ispirata a ritmi e stili tipici della cultura della provincia dalle radici afroispanica e coloniale. In Argentina, la musica folk ha iniziato a guadagnare popolarità negli anni Trenta e Quaranta, in coincidenza con l’ondata di migrazione interna dalle campagne verso le città e dalla provincia verso Buenos Aires per stabilizzarsi negli anni Cinquanta, con il “boom del folklore”, come genere principe della musica popolare del paese insieme al tango. Negli anni sessanta e settanta la popolarità del “folklore” aumentò insieme a quella di espressioni culturali simili dell’America Latina, grazie anche all’aiuto di vari movimenti di riforma musicale e lirica, e alla comparsa di grandi festival del genere, in particolare quello di Cosquín, sicuramente il più importante nel mondo in questo campo. Dopo essere stato gravemente colpito dalla repressione culturale imposta dalla dittatura militare tra il 1976 e il 1983, la musica popolare è stata rilanciata dopo la guerra delle Falkland del 1982, anche se con espressioni musicali più vicine ad altri generi di musica popolare Argentina e latinoamericana, come il tango, il ‘rock nacional’, e la cumbia. Il folclore assume determinazioni tipiche in ciascun’area del paese, ma si cristallizza in forme tipiche che sono la chacarera, il gato, la zamba.

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La Chacarera la chacarera

a chacarera

La chacarera è probabilmente la più nota tra le danza del folclore, cerchiamo di capire dove è nata. Non essendoci delle fonti esatte che permettono di definire le sue origini, lasciamoci guidare dalla leggenda secondo la quale si racconta che questo ballo ebbe origine nella provincia di Santiago del Estero, nella parte nord ovest dell’Argentina, anche se alcuni obbiettano sul fatto che abbia delle radici boliviane. La cosa importante da ricordare al riguardo è che tutte le zone, tra loro limitrofe, dove si pensa sia nata la chacarera, sono caratterizzate da un clima abbastanza arido, con grandi distese di terra polverosa. Questo dettaglio è importante per immaginarsi e capire una parte molto importante della chacarera, el zapateo, dove l’uomo con dei movimenti al limite della slogatura delle caviglie e delle ginocchia, colpisce violentemente la terra con l’interno e l’esterno del piede. Il nome di questo ballo deriva dal vocabolo “chacarero”, ossia lavoratore della fattoria, perché generalmente si ballava nelle zone di campagna, anche se lentamente riuscì a penetrare anche nelle città. Agli inizi del XIX secolo la chacarera arrivò a Buenos Aires, dove però per la sua caratteristica di musica legata strettamente alle tradizioni argentine si scontrò con le culture delle diverse etnie presenti nella città, frutto della massiccia immigrazione che dalla metà del secolo aveva inondato le coste del Rio de la Plata. Questa Babele di lingue, di suoni, di colori e tradizioni aveva già innescato un processo di fusione che era riuscito a filtrare attraverso le varie differenti culture una musica ed un ballo che rappresentava tutti: il tango. Per questo motivo la chacarera non riuscì ad attecchire nella capitale argentina, ma si propagò con grande prosperità in altre zone, dove l’ondata migratoria si era stemperata con le popolazioni native. Negli anni sessanta la musica, e conseguentemente il ballo della chacarera, aumentò la sua diffusione grazie a musicisti, quali Los Chalchaleros, Los Tucu Tucu, Los Carabajal, che seppero nobilitare il genere, portandolo al di fuori dalle esecuzioni

improvvisate o dilettantistiche, ed offrendo delle interpretazioni di brani tradizionali altamente professionali. La magia di questa musica fece il resto. La coreografia Il ritmo della chacarera è abbastanza composito e, per chi la balla le prime volte, decisamente ingannevole. Osservando da vicino gli ingredienti musicali che la compongono si può notare che la misura solitamente usata è il 6/8, ossia ogni battuta è formata da due gruppi di tre note ciascuno. Ma mentre la parte della melodia, che può essere il canto, i violini oppure la chitarra segue questo andamento incalzante, il sostegno ritmico dato dalle percussioni, dal basso o dalle chitarre, con il loro andamento sincopato, sono in 3/4. Tutte le parti poi si intrecciano e scivolano per arrivare ad unirsi nella nota accentata che è la prima della battuta. La tonalità usata è solitamente in minore e questo conferisce un’atmosfera illuminata da una luce tenue ed ondeggiante, come fosse un ricordo. Il dondolio quasi ipnotico che si crea con la continua ripetizione di questa figura ritmica è la caratteristica che permette di dare alla chacarera un andamento circolare, sognante, quasi magico, che da quasi l’impressione che i ballerini siano trascinati dai vortici creati dalla musica. La prima parte della chacarera è una introduzione, durante la quale i ballerini rimangono fermi e seguono il ritmo battendo solo le mani. L’introduzione solitamente viene iniziata da uno dei musicisti che grida “¡Se va la primera!” (o semplicemente “¡Prímera!”). Una volta finita l’introduzione musicale un secondo grido “¡Adentro!”, avverte che inizia la parte ballata.

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Ilil Gato gato Ballato in tutta l’Argentina durante il XIX secolo, è una delle danze più rappresentative. Appartiene al quel folklore vivo in alcune aree (nord-ovest) ed ormai fenomeno storico in altre (centrale e costiera). Era conosciuto con altri nomi, il più antico e completo era Gato Mis Mis. In alcune province (Tucuman, Cordoba, San Luis) è chiamato Bailecito, il che ha provocato qualche confusione con la danza che ora è conosciuta con quel nome. Ha ricevuto anche il nome di Cielito. È stata una danza molto praticata nelle sale da ballo di provincia. È inserito in molte altre danze come El Cuando, El Pericón, La Zamba Alegre, etc. Allo stesso modo il Gato prevede molte varianti ovvero El Gato Cuya-

la zamba

no, El Gato Encadenado, El Gato Patriótico, El Gato Polkeado y El Gato con Relaciones. Danza di corteggiamento, viene ballato da una coppia separata e presenta un movimento molto vivo. Coreografia. Posizione iniziale: Ballerini sull’attenti, di fronte la linea mediana che divide in due l’area di ballo. Si usano spesso nacchere, con passo tipico criollo.

La Zamba

La zamba, da non confondersi con il samba brasiliano, è un genere musicale ballabile del folklore argentino e popolare anche nelle zone confinanti della Bolivia e del Cile. I musicologi sono d’accordo nel sostenere che le origini della zamba siano peruviane. Il nome infatti pare che derivi dalla zamacueca, forma musicale nata a Lima nel 1824, esattamente nel momento in cui il Perù otteneva l’indipendenza grazie all’intervento del generale argentino José de San Martín. Secondo la leggenda, la denominazione zamba si riferisce al termine coloniale che veniva utilizzato per indicare donne considerate particolarmente belle: le meticce discendenti da incroci tra popolazioni indigene del posto e quelle di colore, arrivate nel continente americano principalmente come schiave. Le zambas erano talmente affascinanti e desiderate che venne creata addirittura una danza, appunto la zamba, per poterle sedurre. Forse per tale motivo l’elemento che più seduce nell’ascoltare la zamba è la sua capacità di suscitare sentimenti romantici per poter esprime il lato più dolce, tenero e sensibile del rapporto d’amore tra uomo e donna. Infatti tra tutte le danze folkloristiche argentine è senz’altro quella amatoria per eccellenza. L’uomo festeggia la donna con tenerezza e lei sembra accettare i sentimenti che le sono offerti, ma non su-

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bito. Infatti prima di dischiudersi tra le braccia del compagno lei scappa, evitandolo con movimenti provocatori, circolari, che la fanno allontanare, quasi voltare per andarsene, per poi farla ritornare sui suoi passi. L’atteggiamento ambiguo della donna non fa altro che rendere ancora più desideroso, premuroso e comprensivo l’uomo che inizia ad intravedere la disponibilità di lei ad essere conquistata. Alla fine arriva il trionfo dell’amore con l’incoronamento, rappresentato dall’incontro della coppia e dall’abbraccio finale. Questo passo conclusivo, comune ad altri balli folkloristici come la chacarera, viene reso con la zamba più morbido e sensuale anche grazie all’uso del pañuelo. Questo panno (el pañuelo), fazzoletto che viene sventolano durante la zamba, ha un ruolo molto im-


portante. Infatti con esso i ballerini esprimono i loro sentimenti, gli stati d’animo, suggerendo i propri desideri. È una estensione del corpo o meglio è il punto dove il corpo e l’anima si fondono prendendo vita. Come abbiamo visto per la chacarera anche nel caso della zamba il ritmo della musica è motivo di controversia. Per alcuni musicologi il ritmo è puramente in 6/8 mentre altri sostengono che è caratterizzata da un ritmo misto, con una base in 6/8 ed una melodia in 3/4. Elemento comunque fondamentale è la caratteristi-

La Murga la murga

parte della sequenza della murga quando il ballerino, accompagnato dai tamburi e dai cimbali, spicca energici salti nell’aria). La murga è una parte del tango che si sveglia. Juan Carlos Caceres, con il suo occhio preciso rivolto al passato, apre una porta nuova al tango contemporaneo. I suoi temi rinnovano lo spirito tanghero, permettendo alla murga porteña d’entrare finalmente nelle milonghe del mondo intero. Ariel Prat autore, musicista e ballerino di murga portena, è stato il primo a portare a Parigi quest’arte, quel tango di protesta che è la murga porteña attuale, la murga che svela al mondo i sentimenti e le aspirazioni di un popolo, il medesimo popolo che, da più di cent’anni, ha creato quella magnifica danza che è il ‘tango argentino’. Una lezione per i tangheri d’oggi? La murga ci dona qualcosa di essenziale: il contatto ed il ritmo con la terra. Un ritmo calmo e profondo, molto difficile da tenere da un ballerino di tango. Il rilassamento del corpo ed i movimenti disinibiti che esprimono la murga sono particolarmente utili per il tanguero. Poter contare su un corpo libero è uno dei punti chiave per i ballerini di qualsiasi danza. La murga è in grado di apportare quegli elementi che non sono sempre evidenti nel tango: ritmo a terra e disinibizione. La murga apre una nuova porta alla creatività.

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Per chiudere questo reportage sul folklore argentino, vorrei parlare di un fenomeno argentino folcloristico, ma non folclorico: la Murga. La murga è un fenomeno tipico del carnevale, che si tiene una volta all’anno. È un qualcosa di integrato, dove i vari ‘ingredienti’ pesano allo stesso modo: la danza, la musica, le parole picaresche ed i costumi. La sua storia è antica come la storia del carnevale. Le prime manifestazioni della murga o delle comparse sono legate alla presenza degli schiavi negri. L’aristocrazia ne prende parte più tardi, organizzando il primo carnevale ufficiale nel 1850. All’inizio del 20° secolo il carnevale era ravvivato principalmente dall’immigrazione spagnola e italiana, che usciva per le strade con i carri del latte decorati come se fossero delle carrozze (è in questo contesto che l’aristocrazia cominciò a ritirarsi). Negli anni recenti la murga si è svincolata dal carnevale ed ha cominciato ad essere presente tutto l’anno. La sua musica e le sue canzoni sono divenute strumento di protesta per far sentire la propria voce contro la difficile situazione sociale del popolo argentino. Le sue parole riflettono le problematiche attuali del paese.

ca di questi ritmi. Infatti le scelte di tempo utilizzate hanno qualcosa di magico, di primordiale, ricordano qualcosa che si ascolta ancora prima di nascere: il palpitare del cuore. Caratteristica della zamba è l’andamento a spirale dei ballerini che incrociano nel loro incedere avanti ed indietro le gambe formando un disegno, un passo caratteristico che probabilmente potrebbe aver ispirato qualche tangueros.

L’eredità del tango La murga rivela chiaramente l’eredità nera dell’Argentina: la ‘negritudine’, in tutto il suo splendore, si conserva nella murga. Importanti ballerini di tango sono stati a loro volta importanti ballerini di murga. La murga gli dava la possibilità di esprimersi liberamente, di lasciare da parte i pregiudizi ed i balli codificati e di lasciarsi abbandonare, anima e corpo, alla trance magica di questa danza. La murga porteña, ‘la catarsi del tango’, è il momento in cui la passione controllata del tanghero esplode e si esprime senza limite fino al salto più alto della ‘mantanza’ (l’ultima

Paolino Fierro - Salon Baires Napoli puroestilomilonguero@gmail.com FONTI: BsTango.com, www.argentina.gov.ar, Tobías, Rafael (1998) «El folklore y la moda del folklore», ‘El Farolito 2003’ N°6.

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Rubén Peloni Rubén Peloni, argentino di nascita, è una delle migliore voci di tango oggi in circolazione. Alto, con il capello lungo ed una voce che tocca l’anima. Quando sale sul palco è capace d’incantare ed emozionare qualsiasi platea, sia essa tanguera o meno. Lo abbiamo incontrato ed intevistato dopo un suo concerto.

Rubén come è iniziata la tua carriera? Forse non tutti sanno che sei un architetto. Come sei diventato poi cantor de tango? Mio padre era un gran fanatico del tango e quando ero piccolo a casa si ascoltava continuamente. Qualche anno più avanti, avrò avuto 18 anni, scoprii una collezione di dischi di mio padre tra cui molti di tango, da Gardel, a Goyeneche, da Rivero a Troilo e Pugliese. Passavo pomeriggi interi ad ascoltarli, ancora non cantavo, ero uno studente e un giocatore di basket. Fu mentre mi stavo laureando in architettura che ho conosciuto il maestro Ruben Coria, insegnante di canto lirico e direttore del Coro lirico Pia Malagoli di Rosario. Lui veniva ogni sabato a Cañada de Gomez per insegnare canto ai miei concittadini. Quel sabato avevo portato la mia tesina di storia dell’architettura al mio ex insegnate di liceo, che mi aiutava a scriverla; quando arrivai, insieme a lui c’era pure Coria e me lo presentò. Quando Coria mi sentì parlare mi disse che avevo un bel tono di voce, e mi domandò se cantavo, la mia risposta fu: “canto nelle riunioni tra amici

e soltanto dopo qualche bicchiere”. Allora mi invitò a prendere qualche lezione con lui e fu così che iniziai. Fu subito passione! Ricordo che alla fine di ogni lezione mi chiedeva di cantare un pezzo a mia scelta, ed io sceglievo sempre di cantare un tango. Non so perché, forse perché era quello che mi veniva meglio. E mi diceva: “secondo me dovresti provare a buttarti sul tango”. Io non avevo intenzioni di esibirmi, ma un giorno mi proposero di farlo insieme al trio “Tritango” della città di Rosario e il 27 di ottobre di 1999 ho cantato per la prima volta in pubblico. È stato un momento magico per me, non avevo mai sentito un’energia così. Da lì non ho più smesso. Cominciai a viaggiare tutti i mercoledì per Rosario a provare con il trio e tutti i sabati continuai le mie lezioni con Coria fino al 2002. Cosa ti ha spinto a trasferirti in Europa? Nel 2002 la situazione economica Argentina non mi presentava un futuro promettente e come architetto non riuscivo a decollare. Allora pensai, come tanti altri amici che l’Europa fosse la soluzione. Qui avevo parenti che ancora non conoscevo e c’era il lavoro. Ho lavorato per tre anni in fabbrica e altri tre come arredatore di una azienda di mobili. Nel frattempo conobbi Adrian Fioramonti, un chitarrista e compositore argentino e insieme a lui ho fatto le mie prime apparizioni artistiche.

Foto di Mathias Bertrand

ilelmondo cantor de tango del tango 26


go ssa

Qual è il cantante a cui ti senti più vicino per stile e interpretazione? Senza dubbio i due cantanti di tango che adoro di più sono Gardel e Goyeneche, “El Zorzal” y “El Polaco”. Il primo di loro a colpirmi è stato Roberto Goyeneche. Ho ascoltato praticamente tutto di lui. Quando cantò nelle orchestre di Horacio Salgàn, successivamente in quella di Anibal Troilo. Ma sono rimasto affascinato quando scoprii i dischi che ha inciso insieme all’orchestra di Atilio Stamponi. A Gardel mi avvicinai più tardi, ovviamente conoscevo i suoi classici, ma il resto della sua opera no. Un giorno scaricai la sua discografia completa e cominciai a studiarlo, a leggere su di lui e ad ascoltarlo. Lì ho capito perché dicono che “ogni giorno canta meglio”, posso ascoltarlo giorno dopo giorno senza stancarmi mai, un talento unico. È stato all’avanguardia su tutto, un vero precursore del tango cantato. Nel 2009 la grande collaborazione con Luis Bacalov in “Mi Buenos Aires Querido”. Che ricordo hai di questa esperienza? È stata una esperienza meravigliosa. Un grande onore che non mi aspettavo. Abbiamo fatto 6 repliche all’Ambra Jovinelli di Roma e si è creato un gruppo fantastico, una vera “Compagnia”. Alla fine dello spettacolo piangevo sempre dalla commozione. L’abbiamo rifatto altre volte: nel 2010 al Teatro Regio di Parma, nel 2011 al teatro Manzoni di Bologna. L’ultimo spettacolo è stato a dicembre scorso al Teatro D’annunzio a Latina. Anche quest’estate ho avuto la fortuna di lavorare con Bacalov, spero di continuare a collaborare con lui, perché è veramente un grande, come artista e come persona. Hai cantato in tantissimi teatri in Italia e in Europa, lo avresti mai pensato? No, perché le mie aspirazioni artistiche inizialmente non andavano oltre il cantare come passatempo, ma dopo un primo periodo in cui facevo piccoli concerti in duo, cominciai ad incontrare altri musicisti e cominciarono a chiamarmi per diverse collaborazioni. Ho lavorato molto con Hugo Aisemberg, lui mi coinvolse in molti dei suoi progetti, ricordo con molta gioia un concerto col suo ensemble “Novitango” insieme alla Sinfonica di Pesaro, al Teatro Rossini nel 2004, quello è stato il mio primo teatro importante. Più tardi ho fatto molti concerti di tango con orchestre d’archi e orchestre sinfoniche. Questo lo devo al mio amico bandoneonista Massimiliano Pitocco, che mi propose innumerevole volte. Grazie a lui ho lavorato insieme all’orchestra d’archi di Savoia, all’orchestra sinfonica Ungherese “Dohnany”, all’orchestra sinfonica di Bari. Con un ensemble compo-

sto da musicisti del conservatorio di Vicenza, creato e diretto dal Maestro Marco Tezza, ho fatto per la prima volta L’operita “Maria de Buenos Aires”. Ho collaborato pure con i Virtuosi italiani della città di Verona per due anni consecutivi, al Teatro Nuovo e al Filarmonico. E poi, grazie a tutte le orchestre ed ensemble con cui ho lavorato sono riuscito a conoscere tanti bellissimi teatri sia in Italia che nel resto dell’Europa. Una grande fortuna… Infatti praticamente possiamo dire che hai monopolizzato il “microfono” di quasi tutte le orchestre di tango italiane! Diciamo che quando cominciai a transitare le strade del tango, qui in Italia le diverse formazioni che esistevano non avevano un cantante fisso. La prima formazione che mi chiamò fu Tango Tinto nel 2006 e con loro abbiamo fatto un percorso bello e lungo insieme che tutt’ora dura. Dopo sono arrivati anche l’orchestra di Marcucci, Viento de Tango, Ensemble Hyperion e Lo Que Vendrà. Posso dire che grazie all’Ensemble Hyperion ho avuto la possibilità di frequentare i più importanti festival di tango d’Europa. Quali sono i pezzi che ti piace cantare di più, a cui sei più legato e perché? Sarebbe lunghissima la lista ma potrei nominare “Malena”, “La novia ausente”, “Trenzas” e “Volver”. In fondo penso che se amo cantare tango è perché amo sia i poeti che i compositori musicali che hanno popolato questo genere . Le loro sono vere opere d’arte. Che progetti o sogni da realizzare hai nel cassetto? Sono in mezzo a due progetti che spero con ansia di realizzare a breve; Il primo si tratta di un disco composto interamente di brani originali, tutte composizioni del mio amico Adrian Fioramonti, che oltre ad essere un grande musicista si è dimostrato anche un ottimo scrittore di testi. Sono brani veramente belli. Adesso siamo in fase di arrangiamenti, anche se quest’estate, in trio insieme a Juanjo Mosalini, abbiamo fatto tre concerti presentando i brani per la prima volta in pubblico, ed è andata molto bene. Il secondo progetto sarebbe uno spettacolo su Carlos Gardel che stiamo ideando insieme ad un amico regista di ancona di nome Gianluca Barbadori. Un saluto ai lettori di El Tanguero… Un caro saluto a tutto lo staff di “El Tanguero”, complimentissimi per il lavoro che fate e per il prodotto che offrite a tutto il mondo Tanguero, mi sento onorato di essere nelle pagine della vostra rivista!

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Helga Corpora e Andrea De Dominicis

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Massimo Pennacchini www.pennacchini.it

pintura tango arts de tango


U

na coppia allacciata nel tango, che danza sui ritmi accesi e passionali di un bandoneón, e di una musica che Astor Piazzola ha innovato e trasportato dalle milonghe di Buenos Aires fino al limbo della classicità, senza mai tradirne l’origine popolare; tutto questo ha fatto di Massimo Pennacchini, interprete di un rito sensuale e scenografico, in cui si celebra, ancor più che la passione amorosa, lo scontro e l’incontro fra due corpi in movimento, che si attraggono e si respingono, in un gioco impenetrabile di sguardi e di gesti, isolati dal mondo, apparentemente incuranti di chi li guarda, e interpreti assoluti di una partitura prefissata e ogni volta reinventata. La pittura di Pennacchini ha valenze compositive e coloristiche di grande spessore, essendosi confrontata in passato con la classicità della natura morta e della ritrattistica. La sua tecnica ha percorso quindi le tappe evolutive di una riflessione approfondita su forma e colore; in questa ultima fase si assiste a un processo di depurazione, per cui il moto della danza tende inevitabilmente a dissolversi in puro richiamo luminoso e dinamico, e in una colta ricognizione del rapporto fra spazio e figura, dove il riferimento temporale si scioglie in un’indeterminatezza sospesa. E il resto è solo musica.


A tu per tu con... i Musicalizadores Nome: Sabino Cirulli. Età: 39. Temperamento: Virtuoso.

Quando e come hai iniziato a mettere musica? Nel secolo scorso, convinto e sostenuto da un amico che non c’è più. Com’è maturato il tuo approccio alla consolle da allora? Si è evoluto nel corso degli anni. Se pensi che spesso 2 anni sono una eternità misurata con il metro tanguero, figurati quello che può succedere in 15 anni. In Italia il tango è cambiato nell’ultimo decennio. Non so dirti se in meglio o in peggio. Ma è cambiato. La tanda di tango del mese di Super Sabino? Troilo con Marino: Torrente, Sin Palabras, Cristal, Sombras y nada mas. La tanda di vals e/o milonga del mese di Super Sabino? Vals: Biagi - Viejo porton, Dichas que vivi, El ultimo adios. Milonghe: D’Arienzo - Milonga del Corazon, Milonga del Recuerdo, Milonga del 83. 3 orchestre che non possono mai mancare nelle tue serate? Me ne concedi quattro? Di Sarli, Pugliese, Troilo, D’Arienzo… e mi piange il cuore lasciar fuori Calo’. Cosa cerchi di trasmettere da dietro la consolle? La voglia di ballare e divertirsi. Festival o milonghe? Dove ti trovi più a tuo agio? Festival. Mi piacerebbe sempre partecipare a serate con performance di grandi maestri e musica dal vivo di qualità, ma spesso questo non è possibile. C’è una tua serata che ricordi in particolare o alla quale sei rimasto particolarmente legato? Una selezione durissima, se non impossibile… ed allora dico The best is yet to come! L’errore che un musicalizador non dovrebbe fare mai? Pensare di essere un collezionista o ritenere il pubblico ignorante. Un errore madornale. Come cercare di ammorbare la serata con brani sconosciuti. Lo ripeto da sempre: se un pezzo non lo mette nessuno in milonga, un motivo ci sarà… e non perché non ce l’ha nessuno. Mettere musica in Italia o all’estero? Fa differenza per te? Non ne faccio una questione geografica. Piuttosto reputo la tipologia di evento a fare la differenza, ma in primis il pubblico. Non mettiamo musica per noi stessi, altrimenti rimarrei a casa seduto in poltrona ad ascoltare in cuffia Di Sarli, ma per i tangueri. Senza il pubblico non esiste la milonga, e lo sforzo maggiore per un dj è entrare in sintonia con la gente. Ma quando si crea il feeling giusto, le sensazioni sono da brivido!

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A tu per tu con... gli organizzatori Nome: Laura Br andi, Paolino Fierro . Età: 49, 42. Temperamento: Assolutamente latino (Laura ), Assolutamente del sud (Paoli no). Laura Brandi e Paolino Fierro = Salon Baires/Club Majestic a Napoli. Una milonga di tutto rispetto! Qual è il segreto del vostro successo? Crediamo che il successo di un’iniziativa sia funzione dell’autenticità del progetto proposto che trae origine da quello che è in Argentina una milonga ovvero uno spazio sociale nel quale sono importanti l’accoglienza, lo spazio fisico, la qualità della musica e chiaramente del pavimento. Personalmente (Laura) cerco di collocare al meglio tutti in milonga, perché spesso la posizione del tavolo per una ballerina è fondamentale per la riuscita della serata, perché possa essere vista dai milongueros, invitata, magari con lo sguardo. Questi codici non sono delle imposizioni, servono solo per far funzionare al meglio la piccola società chiamata “milonga”. Oggi nascono a più non posso organizzatori dell’ultimo minuto. Pensate che questo farà del bene al tango? Non è un bene per il tango in sé, ma purtroppo il tango non ha barriere all’ingresso, per cui si pensa che basti un locale per fare una milonga. Ci si dimentica che il tango non è un mercato, ma una comunità che funziona con regole diverse. Il problema è che quando ci sono molti eventi nello stesso giorno, molti decidono di non uscire o di fare altro per non trovarsi in milonghe semivuote. Per cui nel lungo periodo la coerenza e la qualità di un organizzatore secondo noi pagano. L’evento più bello che avete organizzato o quello a cui siete particolarmente legati? Ogni qual volta Osvaldo Roldan e Annamaria Ferrara si esibiscono per la comunità napoletana è sempre un evento emozionante. Quest’anno siete giunti alla terza edizione del “Raduno milonguero di Capodanno”, qual è la cosa più soddisfacente nell’organizzare un evento del genere? Come sempre la soddisfazione più grande è leggere nei sorrisi dei partecipanti il piacere di condividere un momento. Per noi è anche un motivo di orgoglio quello di mostrare la nostra città, Napoli, una città tanto complessa e contraddittoria a persone che non la conoscono. La cosa più fastidiosa nell’organizzazione di un evento? Le navette per gli spostamenti. Costano molto e pochi le usano! Preferite lavorare da soli o creare sinergie anche con altri organizzatori? Le sinergie generano risultati che sono superiori a quelli conseguiti dai singoli. Certamente lavorare insieme agli altri è più faticoso, ma quando si condivide un progetto è una gran bella soddisfazione. 3 ragioni per venire a trovarvi a Napoli? La musica, l’accoglienza, l’onda milonguera! 2 cose che vorreste si realizzassero entro la fine dell’anno? Invitare un’orchestra tipica argentina, questo sul piano dei progetti, e più in generale lavorare in armonia e con un po’ più di umiltà con gli alti operatori, perché come sosteneva il maestro Pugliese, riferendosi alla propria orchestra “siamo tutti un ingranaggio della macchina tanguera”! 1 saluto per i lettori de El Tanguero... Vi aspettiamo a Napoli, ma nel frattempo leggete El Tanguero 33 NO TE LO PIERDAS!


curiosando recensioni libro • Un Tango Ancora di Francesco Giovannini e Andrea Zanichelli

Un Tango Ancora è il nuovo libro di Francesco Giovannini e Andrea Zanichelli, uscito a giugno 2013. È un libro giallo sul tango argentino ambientato interamente in Italia. Claudio è un commissario di polizia che si ritrova a dover indagare su un omicidio commesso all’uscita di una milonga. Durante l’indagine si ritrova coinvolto in un mondo di cui non sospettava l’esistenza: il mondo del tango argentino. Un ballo, una passione, fumettistici personaggi e molteplici intrighi. Un romanzo che descrive un mondo parallelo che cattura non solo chi quel mondo lo vive dall’interno ma anche chi quel mondo non lo conosce ancora. “Lascia perdere i passi, quelli non ti servono, abbracciami, ascolta la musica e muoviti lentamente, così, come ti viene” così lo stesso protagonista, grazie all’indagine, si avvicina a questo meraviglioso mondo e ne resterà affascinato. Gli autori utilizzano un linguaggio semplice e coinvolgente sempre condito con un pizzico di ironia che non guasta e che farà appassionare ogni singolo lettore al mondo del tango e lo farà rimanere con il fiato sospeso fino alla fine! Tutti i personaggi sono assolutamente inventati e privi di qualsiasi riferimento a personaggi e luoghi reali. È possibile acquistare il libro a soli 15€, con spedizione a casa inclusa e dedica autografa da parte degli autori, inviando una e-mail a andrea.zanichelli@gmail.com.

libro • Dieci passi di di Andrea Sardi

Tango

L’autore di questi libro non ha pensato al “solito libro” di tango, ma propone una emozionante rappresentazione teatrale. Dieci testi di Tango che raccontano anche i più segreti moti dell’anima. Pensieri che molti hanno senza il coraggio di esprimerli, spesso neppure a se stessi. Andrea Sardi vuole esplorare l’animo umano identificando gli schemi che talvolta lo imprigionano, portando l’individuo a smarrire la propria identità sino a perdersi. Una metafora della vita: accettare i vuoti e le pause. Apprezzarle e goderle poiché dal vuoto, dalla pausa, nascono infiniti cammini, infinite possibilità. Non bisogna avere fretta, nel tango come nella vita, si rischia di non comprendere e non godere al meglio. Ascoltare. Ascoltare l’altro e non avere paura dell’errore. Un testo accompagnato anche da una dimensione olfattiva che racconta scene in cui “l’aria è d’improvviso greve di legno impregnato di vino e di fumo di sigaro d’altre notti” passando a scene dove la percezione del profumo del mare, dei gelsomini e dei fiori d’arancio raggiunge il lettore. Un percorso narrativo ed emozionale che come dice lo stesso autore rappresenta “uno schizzo, un insieme d’immagini, d’idee, di emozioni, che ognuno può far sue e sviluppare, assecondando il proprio animo, la propria creatività”. Il libro pubblicato tramite “Il Mio Libro”, del “Gruppo Editoriale l’Espresso”, si può acquistare nelle librerie La Feltrinelli oppure direttamente sul sito www.lafeltrinelli.it 34



voci di tango

Tango da Marilyn

È

da tanto che non pratico, spero sia un po’ come la faccenda della bicicletta. Non ho il tempo di ricordarmi come si sta sui tacchi che già una mano mi invita in pista. Sfilo gli occhiali che scivolano ubbidienti nella borsa, mi alzo e spero di non fare un casino. Prima milonga di rodaggio; al secondo tango lui mi sfila la punta della scarpa sinistra e quasi cadiamo, il terzo giro va liscio, decisamente meglio. Fortuna che ci conosciamo e la figuraccia non scotta troppo. Torno a sedere con quell’aria appagata, riconoscente, un po’ ebete ma piacevolmente incantata. Resto con la stessa espressione a contemplare la varia umanità di gambe e piedi che girano intorno alla pista. C’è chi si trascina pesante e molle sulle piastrelle, come ballasse negligentemente un liscio, chi saltella ed appena sfiora il pavimento, chi sorride accennando piano una risata in risposta a chissà quale commento sussurrato provocatoriamente nell’orecchio. Noti i movimenti, intuisci le persone. Ci sono donne rigide come scope che accennano

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di Marta Ciambotti

incerti passettini compunti, visibilmente attente a non far scappare fuori posto ciocche di capelli; uomini che ammortizzano artificiosamente ogni passo come incarnassero la patetica caricatura di uno che balla da solo davanti lo specchio. Ci sono poi coppie impossibili da separare, da discernere come singoli individui tanto la loro danza è affiatata, partecipe, totalmente assorta seppur vigile e precisa. Nella penombra elettrica della stanza alberga un sottile crocevia di storie raccontate dai soli occhi di chi balla. Puoi incrociare periferiche di sguardi banalmente fissi sulla spalla del compagno; perderti nelle lunghe traiettorie di sguardi distanti, persi dietro lontani pensieri o suggestioni; ancora, puoi imbatterti in sguardi incredibilmente espressivi che fremono dietro occhi chiusi, immersi nelle profondità recondite della musica. Loro due, quando ballano, non sono più qui, in questa dimensione, in questo anonimo bar di un centro commerciale. Li vedi ballare e li avverti come in un’atmosfera interplanetaria tutta loro. Quando li guardi abbracciati comporre figure con sottile maestria, credi vera persino questa musica: sparisce il computer collegato alle casse, sparisce l’amplificazione, vedi l’esatta orchestrina con il cantante argentino con la cera sui capelli e l’aria malinconica e vibrante. Non c’è esuberanza né superbia, non c’è gioco di potere, non c’è appariscenza. Il tango non lascia spazio alla volgarità. C’è un solo corpo inscindibile, un unico respiro che inspira ed espira note e pause, il trasporto e la fiducia, l’intenzione e l’abbandono, il Tango e l’amore. Ora lui la lascia fluire in voluttuosi ocho davanti al banco dei gelati, e la sua gonna a campana, in una


pioggia di pois, levita sotto lo sguardo indiscreto di creme colorate e cialde stantie. Passerei la notte a seguire i loro voli pindarici, ma termina la tanda: lui raggiunge la consolle, lei trova una sedia per riprender fiato. Un uomo mi tende la mano, la musica riparte; sono determinata a concentrarmi sul rilassamento. Perché tanto è l’unica arma plausibile: lasciarsi andare, soprattutto se non si è molto sicuri delle proprie (in)capacità. La danza, come la musica (e tutte le viscerali attività ancestrali) cozza contro gli spigoli della razionalità, non concede successi se vissuta solo attraverso elucubrazioni mentali. Non devi pensare ai passi, mentre balli, piuttosto comportarti come se fossi acqua che fluisce, che asseconda forme e percorsi senza però mai tradire alcuna passività d’intenzione. E allora dai, buttati, chiudi gli occhi e lascia la paura sotto il tavolinetto, vicino ai mocassini. Il tango va con la fluidità di un foulard, tranne che per sporadici intoppi che non riescono comunque ad inibire il movimento. Durante un giro animato (di quelli che ti fanno sentire l’acqua frizzante salire nelle vene) la coda dell’occhio mi cade sul suo volto, o almeno sulla porzione che mi è data conoscere da questa angolazione, e vi trova un sorriso divertito ad increspargli il viso. Ride? Avrò sbagliato? La curiosità è orticante. Questo è il genere di domande che frequentemente incombono nella mente di un principiante, ma a cui non segue alcuna risposta. Non si può certo domandare al compagno “Scusa, ridi di me o per me?” una simile interferenza romperebbe la magia, oltre a generare sicuramente una risata maggiore. Quindi d’accordo, richiudo le palpebre e smetto di macchinare con il cervello, lasciando accesi solo i segnali di default: sii sensibile al comando ed all’invito, cura la postura, mantieni morbide le gambe, chiudi i passi, capta sensibilmente le indicazioni per il peso, segui la musica, respira. Guida piuttosto bene, chiama con chiarezza e dovuto anticipo il mio corpo che lo segue senza difficoltosi tentennamenti. Così chiudiamo l’ultimo brano; mi stringe forte la mano sudata e mi stampa persino due baci veloci sulle guance. Sorrido, ringrazio, torno al posto un po’ frastornata e divertita. Segue uno stacchetto di salsa durante il quale la pista non accenna a vuotarsi, anzi: i corpi che prima danzavano ordinati in passionale concentrazione, ora si sciolgono con i piedi veloci, il bacino basculante, il sorriso largo ad illuminare il volto. La danza è così: ogni genere ha i suoi passi base da imparare, ma tutto il resto è governato dal ritmo, dal momento, dalla casualità dell’evento e dall’eventualità del caso. Ed io che, nel guardare divertita questi tangueri cimentarsi sfrenatamente nella salsa, mi convinco di

“non saperla ballare”, dovrei regalare più libertà al mio corpo impaurito. Ché il corpo lasciato in balia del ritmo sa sorprendere davvero, perché regredisce, riconoscendo nella musica l’ancestrale tamburo che sentiva battere nella sua camera embrionale. Si, questo è l’unico pensiero a cui ho prestato ascolto mentre con Andrea ballavamo insieme l’ultima tanda. L’impaccio iniziale mi è servito per staccare la spina dallo spazio e dal tempo che contornava il tango in cui mi conduceva. Poi, è stata solo musica. Anche la coda di aria fresca che mi accarezzava la pelle ogni volta che raggiungevamo la porta aperta, persino quella si è confusa nella mia mente tradendo la razionalità. Credevo di uscire nella notte ogni volta che la sentivo. Un paio d’ore di pratica tra conoscenti sono riuscite a regalarmi tutto questo. Ecco, regalare, questo è un verbo giusto per il tango. Come il “regalo” che ti fa un compagno quando ti aiuta a rompere il ghiaccio con la serata, invitandoti per primo pur sapendoti un po’ arrugginita; o il sorriso bonario regalato da uno sconosciuto che tacitamente accoglie divertito i tuoi errori. Come le emozioni che regalano Helga e Andrea semplicemente abbracciandosi nel loro tango; come il piacere regalatomi dal maestro che mi offre la chiusura della serata. Un regalo incondizionato di chi mi dona con la consapevolezza di non poter ricevere da me altrettanto. Eppure mi tende la mano, costringendomi con un sorriso ad abbandonare l’idea di riporre le scarpe, e mi conduce nell’incomparabile sogno scandito dal tango. Ringraziamo Marta… le sue parole ci hanno emozionato non poco. Helga e Andrea

Su ww w potret .eltangue ro.it e legg er raccon to di M e il nuovo a r “Sagg io di fi io Abbati ne edito d corso” a Terre S omme rse

curiosando …la parola

ai nostri lett

ori

Mandateci le vissuti nel ta vostre storie, le vostre poesie, idee ngo, sul tang , Le più belle o... e per il tango. saranno pu bblicate! Potete man da redazione@ re il vostro contributo a: eltanguero .it OGGETTO : “Voci di ta ngo”

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lezioni di tango lei...

Hai deciso di entrare a far parte di questo grande mondo e ti sei iscritta al corso di tango. Sei sola, senza ballerino, come quasi tutte; infatti è dura schiodare gli uomini dal divano davanti alla tele se non con cospicue dosi di sesso preventivo e minacce di non farne più. Ti siedi sulla prima panca della tua vita, quella del corso. Entrano i maestri che sembrano bravissimi e leggeri, mentre tu che sei appena uscita dal lavoro, vestita un po’ così, con l’espressione un po’ così, stanca e imprigionata nelle scarpe da neve col pelo dentro, ti senti un ippopotamo imbranato. Inizi camminando da sola e vabbè, poi se riesci a procurarti un uomo magari part-time con un’altra avventrice, lo farai in coppia e vabbè, però quando devi passare all’abbraccio, ah no ehhh… Ti senti strizzata e maldestra, non sai dove mettere i piedi, le gambe si trasformano in tronchi di legno, la schiena ti fa male e tutto questo mentre la maestra dice che devi rilassarti… Per non parlare dell’imbarazzo di abbracciare qualcuno imbranato come te, col maglioncino da ufficio peloso e caldo che lo fa sudare come una bestia, ma che non si toglie (chissà perché?). Se invece sei tra le fortunate che hanno un compagno e sono riuscite a convincerlo, devi imparare a tenere la bocca chiusa. Le coppie nella vita si riconoscono subito perché hanno più confidenza nell’abbraccio o iniziano a litigare dopo la prima mezz’ora. Quando i maestri diranno che è l’uomo a guidare e noi dobbiamo seguire, spunterà un sorriso sulla faccia di lui. Quando diranno che lui deve essere chiaro e preciso e la donna può scollegare il cervello, il sorriso spunterà a te. In ogni caso, visto che nel tango un uomo resta ancora merce rara e preziosa, dobbiamo tenercelo stretto, alFoto di Gaz Blanco trimenti quando avrà imparato a ballare, ci snobberà lasciandoci al palo. Quindi armiamoci di pazienza, evitiamo di dirgli “Te l’avevo detto che non si faceva così” perché loro imparano più lentamente e non sono abituati nè ad usare il tempo musicale, nè tantomeno a decidere e guidare. Ci vorrà qualche mese, forse un anno, però ci daranno grandi soddisfazioni… 38


lui...

Foto di Gaz Blanco

Ti hanno detto che se vuoi cuccare, devi frequentare un corso di tango quindi ti sei iscritto. Non hai mai ballato in vita tua, anzi l’hai considerato come “qualcosa da finocchi” e ti senti rigido come un palo, però eccoti qui, davanti a dieci donne sedute su una pachina al lato della sala. Dopo un primo momento di imbarazzo e le insistenze dei maestri, cerchi la più giovane e carina (fanno TUTTI così) e le chiedi se vuol provare. Ti senti una foca sul pack, non sai dove mettere braccia e piedi, cosa vuol dire “marcare”? e “la dissociazione” cos’è? Perchè dovrei mandare le gambe da una parte e il busto da un’altra? Sei già pentito, però ti casca l’occhio sulla scollatura e tieni duro ancora un po’. Sei a disagio perché hai messo il maglione preferito, quello azzurrino e peloso che in ufficio è perfetto, però adesso ti fa sudare a fontana. Come puoi toglierlo e magari mostrare la camicia pezzata? Non sei neanche riuscito a passare da casa e cambiarti la maglietta della salute… Ti dicono che devi rilassarti e non strattonare la povera ballerina; nel frattempo ti hanno affibbiato una vecchia carampana, perché la didattica prevede che si debba cambiare spesso partner. Se invece sei tra gli sfortunati trascinati al corso di tango da una compagna senza cuore, strappati al comodo divano e al tuo programma preferito, con la minaccia dell’astinenza sessuale assoluta, dovrai imparare a tacere. I maestri ti diranno che tocca a te “marcare” e che finalmente la tua donna dovrà seguire senza discutere: esperienza nuova e bellissima, che ripaga da tanto scoramento. Non puntualizzate con “Mi sembra di spostare un masso” e “La maestra è molto più leggera di te”. Dalle le soddisfazioni che merita, se riuscirai ad evitare il litigio, ne riceverai grandi soddisfazioni. Tratto da: “Tango in scatola”, ed.“Il Fiorino” - www.edizioniilfiorino.com di Vanna Gasparini - Maestra dell’associazione TangoLoco di Reggio Emilia 39


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milonghe ed eventi in italia

ABRUZZO L’AQUILA La milonga di Camila… Domenica 20.30-02.00 @ Movi dance, via B.Vecchioni 3, Tel. 348.2915008 MONTESILVANO (PE) Milonga La Buena Onda Venerdì 22.00-03.00 @ La balera, via F. Cavallotti 9/B, Tel. 340.3401442 MONTESILVANO (PE) Tango Club Sabato (a settimane alterne) 22.00-03.00 @ via Verrotti 61, Tel. 368.534592 PESCARA Gricel Domenica 21.00-02.00 @ Kidland, via Ravasco 7, Tel. 348.8979928 CALABRIA REGGIO CALABRIA La Milonga di Reggio Tango Venerdì 21.30-01.00 @ Scuola da ballo “Nuova fata morgana”, via delle Industrie 6, Tel. 338.9853711 CASTROLIBERO (CS) Casita Calabriatango Milonga Tradicional Sabato 22.00-03.00 @ contradada Motta 10, Tel. 338.4996611 CAMPANIA SALERNO La Milonguita Giovedi 22.00 @ Corazon Al Sur Tango Club, Via Petrosino 2, Tel. 347.3591568 Napoli Salon Baires Venerdi 22.30-03.30 @ Club Majestic, Via D.Padula 109, Tel. 348.2622770 Napoli Milonga Dominguera Al Salone Margherita Domenica 21.30 @ Via Verdi 5, Tel. 081.426097 Napoli La Milonga Porteña Venerdì E Sabato 22.30 @ Via G.Capuozzo 52, Tel. 081.2428567 Napoli Milonga Al Quater Venerdì 22.30-03.00 @ Quater, Via Diocleziano 400, Tel. 081.19570369 Napoli Salon Baires La Tardecita Domenica 20.00-01.30 @ Salon Baires, Via G.Piscicelli, 36 (Zona Chiaia), Tel. 348.2622770 Avellino La Milonga Di Argentango

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Venerdi o Sabato (Settimane Alterne)22.00 @ Via Molino Santo Spirito, Tel. 327.06696060 Pellezzano (Sa) Milonga La Federal Domenica 21.30-01.00 @ Al Palato Fino, Via S. De Vita 5 Battipaglia (Sa) El Abrazo Sabato 22.00-02.30 @ Maminacafè, Tel. 393.388353799 Capua (Ce) Milonga Di Casertango Domenica (ultima del mese) 21.30-00.30 @ Ex-Libris, C.So Gran Priorato Di Malta, Tel 0823.622924 EMILIA ROMAGNA RIMINI La maquina tanguera Sabato o Domenica 22.00 @ via P. Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN) Tel. 334.7693051 PARMA Carmin Cafe’ Sabato 22.30 @ via Meazza 23/A Tel. 347.9658980 LIGURIA GENOVA Milonga Brava Sabato 22.30-03.00 @ Via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539 LOMBARDIA SOLA (BG) Milonga Malena Venerdi 22.00-02.00 @ Via Biagi, Tel. 340.6053315 BERGAMO Milonga de la Tarde Domenica 20.30-02.00 @ Via Bergamo 64 ss Briantea Cumo, Tel. 389.2716121 MARCHE CASTEL DI LAMA (AP) La milonga di tango Rodoldo Domenica 21.00-01.00 @ Via 232/ ma - zona industriale Campolungo Tel. 339.4868987 PESARO La casa del tango Venerdì 22.30-03.00 @ Via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403 PIEMONTE ASTI Milonga alma y pasion Sabato 22.00-02.00 @ Via al Mulino 8, Tel. 347.8890073 SICILIA PALERMO Milonga dell’Accademia di Danza Sabato 21.30-02.00 @ Via D.Trentacoste 36, Tel. 327.3474116

TOSCANA FIRENZE Bailongo Milonguero Martedì 21.30-00.30 @ Via di Brozzi 312, Tel. 055.340166 FIRENZE La milonga del teatro Affratellamento Giovedì 21.30-01.30 @ Via Orsini 73, Tel. 055.340166 FIRENZE Milonga delle Caldine Sabato 22.30-03.00 @ Via Faentina 183, Tel. 055.340166 FIRENZE Buenos Aires Tango Club Domenica 21.30-01.30 @ Via Vittorio Emanuele 135, Tel. 055.496670 MASSAROSA (LU) La Chandelle Domenica 19.00-02.00 @ Via Casa Rossa 303, Tel. 333 7882977 FORTE DEI MARMI (LU) La Milonga del Forte (1° e 3° sabato del mese) Mercoledì 22.00-02.00 @ Via G. Montauti 6, Tel. 347.6565311 PONTELUNGO (PT) Mas Tango circolo Arci 21.00-24.00 @ Via Lucchese 85, Tel. 328 3119994 UMBRIA PERUGIA La Milonga di Alice Sabato 22.00-04.00@ Via Alessandro Arienti 3, Tel. 340.4580573 PERUGIA Milonga del Atardecer Domenica 19.30-24.00 @ Via dei mestieri 13, Tel. 348.8762534 PERUGIA Music All Domenica 21.00-00.30 @ Music Hall, Via Ruggero D’Andreotto, 19 Tel. 348.7033658 - 349.3752408 TODI (PG) Milonga a Todi Sabato 21.30-03.00 @ Via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307 TERNI Interamnatango Domenica 21.30-01.30 @ strada di sabbione 28b, Tel. 333.7825680 VENETO SPINEA (VE) Contatto Sabato 22.00-03.00 @ Via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 VILLORBA (TV) El Garufa tango club Venerdi 22.00-02.00 @ Via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866


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milonghe a milano

LUNEDI’ COMoUNAvez 22.30-02.00 @ via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 MARTEDI’ Le Banque 19.00-02.00 @ via Porrone Bassano 6, Tel. 02.86996565 La milonga del Sio 22.00-02.00 @ Via Temolo 1, Tel. 347.7588350 Arcibellezza 22.30-01.30 @ Via Bellezza 16/a, Tel. 347.2446899 Maison Milano 22.30 @ via Montegani 68, Tel. 02.89540234 MERCOLEDI’ Cafè Caribe 22.30-02.00 @ via Natale Battaglia 12, Tel. 02.312922 La parada del miercoles 22.30 @ Shangai caffè, via Giovanni Battista Sammartini 124, Tel. 333.6177426 GIOVEDI’ La Mariposa 22.00-02.00 @ via Prandina 31, Tel. 338.2877110 VENERDI’ Tangoy 22.30-02.00 @ Via Monza 140, Tel. 334.5240235 La Liberty di Casa Cambalache 22.30 @ Largo Marinai d’Italia 1, Tel. 333.4711727 Che Bailarin 22.00 @ via G.Watt 5, Tel. 334.9837399 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel.331.632105 COMoUNAvez 22.30-03.00 @ via Parenzo 7, Tel. 329.6541562

SABATO Milano Milonga 21.30 @ Via Riva Di Trento 5, Tel. 333.3749663 La Mariposa 22.00-02.00 @ Via Prandina 31, Tel. 338.2877110 Milonga de Las Brujas 22.00 @ Via Granelli 1, c/o Il Maglio, SESTO SAN GIOVANNI Tel. 339.6819769 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105 Milonga Dorada 22.00 @ via Amendola 21, Paderno Dugnano - Tel. 339 3810993 COMoUNAvez 22.30-03.00 @ via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 DOMENICA Milonga Shuheta 18.30 @ via R. Livatino 8 - Melzo, Tel. 333.4393430 Milonga del Treno 21.30 @ via San Gregorio 46, Tel. 02.6700479 Sentimento Gaucho 21.30 @ c/o Principe - viale Jenner 67, Tel. 02.69018437 Milonga Pensalobien 19.00 @ Via Tito Speri ang. Via Maroncelli 8 Milonga La Viruta 21.30 @ Via F.lli Gracchi, 39 Cinisello Balsamo, Tel. 340.6053416 Milonga Dorada 21.00 @ Via Amendola 21, Paderno Dugnano Tel. 339 3810993 Milonga La Baldosa 21.00 @ via Albano 1 Cesano Maderno Tel. 348.2791077

Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre in corso) dai diretti interessati. I dati verranno ricompilati da capo dal prossimo numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione non è pertanto responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze. Per inserire e/o modificare i dati scrivere a redazione@eltanguero.it

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milonghe a roma

LUNEDI’ La Pulperia 22.30-02.00 Via L. F. De Magistris 91 328.1249409 MARTEDI’ MILONGA DI TRASPIE’ 22.30-01.00 P.zza San Pancrazio 7 339.7627738 MILONGA DEL BARRIO 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 SAN SALVADOR 21.00-02.00 Via dell’Oceano Atlantico 271 339.8209385 TANGOFFICINA 21.00-01.30 Via Cupa, 5 338.1104076 MILONGA DOUBLEART 22.30-02.00 Via degli Ausoni 84 349.4018084 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MERCOLEDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga Sin Rumbo 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 OBSCURA 23.00-03.30 Via Locri 42 333.2650562 ANTIGUA MILONGA 21.45-02.00 Via degli Angeli 146 342.7719084 CAFETIN DE ROMA 22.00-01.30 V. Bordoni, 50 347.6937644 GIOVEDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 EL ARRABAL 22.30-03.00 Via Luigi Bombicci 60 392.8481847 44

QUERER 22.00-02.00 P.le K. Adenauer 12 o Via Ciro il Grande 348.3862271 IL GIARDINO DEL TANGO Cachirulo 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 KRIMINAL TANGO (a giovedì alterni) c/o Spartaco 22.00-03.00 Via Selinunte 57 VENERDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 TANGUERA 22.30-03.00 Via degli Angeli 146 342.7719084 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga dell’Abbraccio 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 LA MILONGA DELLE CILIEGIE (4° venerdì del mese) 22.30-03.00 Via delle Ciliegie 42 328.1516410 MALQUERIDA Milonga queer 22.30-03.00 Via Macerata 9 347.870 8871 SABATO MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 RECOLETA 44 22.30-03.00 Via Deserto Di Gobi 44 339.4366587 MILONGA CLASSICA c/o Spazio Diamante 22.30-03.00 Via Prenestina 230 B 346.3481823 CONVENTILLO c/o Arca Dancing 22.30-03.00 Via degli Angeli 146 335.435473 IL GIARDINO DEL TANGO La Milonga de los Artistas 22.30-03.00

Via degli Olimpionici 7 333.1881716 TANGOFFICINA 22.30-03.00 Via Cupa 5 360.602693 - 06.9374270 MIO TANGO - GRICEL (2° e 4° sabato del mese) 22.00-02.30 Via Filoteo Alberini 53 329.9170544 LA MIRADA 22.30-04.00 c/o Los Latinos, Via della Divina Provvidenza 90 06.66411175 MILONGA CASA DEL TANGO 18.30-22.00 Via dei Gordiani 401/413 331.3725008 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335. 5913434 MILONGA DELLE CILIEGIE (2° sabato del mese) 22.00-03.00 Via delle Ciliegie 42 328 151 6410 DOMENICA LA MILONGA DEL BARRIO 21.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 LA MILONGA DI ALICE 20.00-00.00 Via Romolo Gessi 6 340.4580573 MILONGA ASSISI 33 20.00-01.00 Via Assisi, 33 338.7440845 TANGOFFICINA TE’ TANGO 18.00-21.00 Via Cupa 5 360.602693 - 06.9374270 IL MITREO 21.30-01.30 Via M. Mazzacurati 63 333.5300844 TANGO BAR 18.30-23.00 Via Macerata 9 06.70301101 POMERIDIANA AL BESO c/o Saturno dancing 19.00-22.00 Via Appia Nuova, Km 17.800 366.7178018


pratiche a roma

LUNEDI’ La Pratica del Barrio a rotazione con maestri della scuola 22.45-00.30 Via di Pietralata 135 349.5629314 MERCOLEDI’ La Pratica di Alice 12.30-14.30 Via Romolo Gessi 6 340.4580573 GIOVEDI’ PRATICA ARTETOILS con Fabiana Fusaro 21.30-23.00 Via di Casal Boccone 102/b 339.7429160 PRATICA TANGOALLEGRIA con Silvia Colli e Fernando Serrano (1 volta al mese) Dalle 22.00 in poi Via Mazzacurati 63 333.5300844 VENERDI’ PRATICA DELLE CILIEGIE

23.00-00.30 con D. Coda e C. D Stefano Via delle Ciliegie 42 328.1516410 SABATO PRATICA Tea come Tango Aperitango con Giulia Zimei e Maurizio Bovini 17.30-21.00 Via A. Avoli 3/a 338.5213943 DOMENICA PRATICA di BAILEDEORO (3° domenica del mese) 19.30-21.00 con E. Rojeva e M. Pianelli Piazzale delle Regioni, 19 ( Pomezia) 349.5659351 La Pratica di Alice 18.00-20.00 Via Romolo Gessi 6 340.4580573 La Pratica di OrangoTango 18.30-21.30 Via Enea 91 349.2942190

Crociera e Tango Venezia - Istanbul Stoccolma - Mar Baltico Buenos Aires - Capo Horn


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LAZIO Lezioni a Roma Scuola Traspiè Piazza San Pancrazio 7 con Marco Evola e Paola Palaia Martedì 20.00 – 2° livello; 21.15 – Intermedi Giovedì 20.00 – Principianti assoluti 21.15 – Avanzati Venerdì dalle 21.00 alle 23.00 Pratica /Seminario di Milonga www.traspie.it Scuola Prati Tango Club Via Donatello 20 Lunedì con Pablo Moyano e Roberta Beccarini 20.30 – Principianti/Intermedi 21.45 – Avanzati Martedì con P. Moyano, R. Beccarini, M. Navone, C. Fusillo 20.30 – “Figure in musica” 22.00 – Tecnica di Coppia Mercoledì con Pablo Moyano e Roberta Beccarini 20.30 – Intermedi; 21.45 – Milonga Giovedì con Mariano Navone e Claudia Fusillo 20.30 – Principianti 21.45 – Intermedi/Avanzati www.pratitangoclub.it Accademia Barrio Tango via di Pietralata 135 con maestri argentini Lunedì c/o Salòn Blanco 20.15 – Tango 1 21.30 – Salonisimo c/o Salòn Negro 20.15 – Tango 2; 21.30 – Milonga 2 22.30 – Improvisando (Percorso M.E.SS.I.) c/o Sala Soft Club Lanciani; 21.00 Tango 1/2 Martedì c/o Salòn Blanco 20.15 – Tecnica 1; 21.15 – Tango 2 c/o Salòn Negro; 21.15 – Tango 1 c/o Sala Soft Club Lanciani 22.30 – Enroscando (Percorso M.E.SS.I.) Mercoledì c/o Salòn Blanco 20.15 – Musicalità; 21.15 – Salonisimo c/o Salòn Negro 20.15 – Tango 3; 21.30 – Milonga 3 c/o Sala Soft Club Lanciani 22.30 – Musicalisimo (Percorso M.E.SS.I.) Giovedì c/o Salòn Blanco 20.15 – Milonga 2; 21.15 – Tango 2 c/o Salòn Negro; 20.15 – Tecnica 2 21.15 – SuperSalonisimo (Percorso M.E.SS.I.) Venerdì c/o Salòn Blanco 20.15 – Tango km0 (0 esperienza) c/o Salòn Negro 21.30 – Tango km0 (0 esperienza) Domenica – Salòn Blanco 18.30 – Tango km0 (0 esperienza) www.barriotango.it

Scuola Royal Tango con Roberto Castrucci e Alessia Leoni Lunedì c/o via dell’Arcadia 108 21.00 – Intermedio II Martedì c/o via Santa Lucia 12/a – Bracciano 20.00 – Principianti assoluti Giovedì c/o via Romolo Gessi 6 20.30 – Principianti; 21.45 – Intermedi www.royaltango.it Scuola Tango al Piso con Pablo Moyano e Roberta Beccarini Lunedì c/o via donatello 20 20.30 – Principianti/Intermedi 21.45 – Avanzati Martedì c/o via donatello 20 20.30 – Musicalità 21.45 – Tecnica Femminile Mercoledì c/o via Donatello 20 20.30 – Intermedi/Avanzati 21.45 – Lezione di Milonga Giovedì c/o Circonvallazione Appia 107 20.00 – Principianti Assoluti Domenica c/o via Fracassini 60 17.00 – Principianti assoluti 18.15 – Principianti Intermedi www.robertabeccarini.com Scuola Artetoiles via di Casal Boccone 102/b Lunedì con Fabiana Fusaro e Mariano Navone 21.30 – Avanzati Martedì con Fabiana Fusaro ed Emanuele Zangara 20.30 – Principianti assoluti Mercoledì con Fabiana Fusaro ed Emanuele Zangara 20.30 – Intermedi Venerdì con Fabiana Fusaro e Claudio Jurman 21.15 – Intermedi I /II Domenica con Fabiana Fusaro, Mariano Navone e Pablo Garcia a domeniche alterne, seminari tematici www.artetoiles.it Scuola Tanguedia con Dario Pizzini ed Emanuela Pansera Lunedì c/o via degli Olimpionici 7 19.30 – Principianti assoluti 20.45 – Intermedi 1 22.00 – Avanzati Martedì c/o via Angelo Battelli 6 19.30 – Principianti assoluti 20.45 – Intermedi 1 22.00 – Avanzati Mercoledì c/o via dei Cessati Spiriti 89 20.00 – Intermedi 1 21.30 – Principianti assoluti Domenica c/o via Appia Nuova 665 16.45 – Principianti 18.00 – Intermedi 2 19.30 – Avanzati www.tanguedia.net Scuola La Violeta Tango con Giulia Zimei, Maurizio Bovini e Luigi Vai

Lunedì c/o via A. Avoli 3/a 20.00 – Principianti 21.15 – Avanzati Martedì c/o Via Pellegrino Matteucci, 98 18.30 – Principianti Mercoledì c/o Via Pellegrino Matteucci, 98 19.45 – Intermedi 21.00 – Principianti Sabato c/o via Locri 42 19.00 – Principianti www.lavioletatango.it Scuola Baile de Oro con Massimo Pianelli e Elena Rojeva Mercoledì c/o Via dei Piani di Monte Savello, 48/b – Albano Laziale 20.30 – Principianti 22.00 – Intermedi /Avanzati Giovedì c/o Via Fratelli Wright, 47 – Ciampino 21.00 – Principianti Venerdì c/o Piazzale delle Regioni, 19 – Pomezia 21.30 – Principianti Sabato c/o Riviera Zanardelli, 76 – Anzio; 19.00 – Livello Unico www.bailedeoro.com Scuola Tangoeventi c/o via degli aldobrandeschi 16 Lunedì con Matteo e Ludovica Antonietti 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi /Avanzati Giovedì con Massimo Imparato e Daniela Ayala 21.00 – Principianti Venerdì con Luciano Donda e Cinzia Lombardi 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi / Avanzati www.tangoeventi.com Scuola Avenida Corrientes con Manuele Marconi e Flavia Valentini Domenica c/o presso Teatro lo spazio, via Locri 46: 19.00 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi ore 21 Martedì c/o scuola E. Toti, via De Magistris 49 20.30 – Principianti assoluti www.avenidatango.net Scuola Vida Tanguera con Daniele Rosa e Manuela D’Orazio Martedì c/o Roma Danza, via Fridiano Cavara, 17 20.00 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi FB: Vida Tanguera Scuola di Tango Argentino con Julian Althabe e Paola Palaia Lunedì c/o via Tabarrini 7 21.00 – Principianti Scuola Tangoamor con Fabrizio Calvieri e Lora Capodaglio Martedì c/o via Zago n°1 20.00 – Principianti 21.30 – Intermedi/ Avanzati Mercoledì c/o via Zago n°1 20.00 – Principianti 21.30 – Intermedi Mercoledì c/o via C. Fracassini 60 21.30 – Principianti Giovedì c/o via C. Fracassini

60 20.30 – Intermedi 21.30 – Avanzati Venerdì c/o via della Divina Provvidenza 90 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi/Avanzati www.tangoamor.it Scuola Animatango con Francesco Andreotti e Silvia Vincenti Mercoledì c/o via Ruggero di Lauria 22 20.15 – Principianti 21.15 – Intermedi www.animatango.it Scuola Tangoallegria con Fernando Serrano e Silvia Colli Lunedì c/o V.le San Paolo 12 21.00 – Tecnica – LU 22.00 – Lezione di Milonga – LU Martedì c/o Via A. Serra 93b 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi Giovedì c/o via M. Mazzacurati 63 19.30 – Principianti Assoluti 20.30 – Intermedi/Avanzati Venerdì c/o viale delle Milizie 40 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi Domenica c/o via M. Mazzacurati 63 19.30 – Principianti Assoluti 20.30 – Open Class a Tema www.tangoallegria.it LOMBARDIA Lezioni a Milano Scuola Love is Dance con Cecilia Signorelli Lunedì c/o via Veglia 59 20.30 – Principianti assoluti 21.15 – Intermedi www.loveisdance.it Scuola Attrazione Danza con Cecilia Signorelli e Massimo Basilico Giovedì c/o via Livatino 8 – Melzo 20.30 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi a seguire pratica www.attrazionedanza.it CAMPANIA Lezioni a Salerno Accademia Corazon al Sur di Neri Piliu e Yanina Quiñones Via Nicola Petrosino 2 Lunedì 20.00 – Principianti assoluti 21.30 – Avanzati Martedì 21.00 – Tecnica Femminile Mercoledì 20.00 – Pratica Guidata 21.00 – Intermedi Giovedì 21.00 – Lezione di Milonga Dalle 22.00 Milonguita www.corazonalsurtangoclub.com TOSCANA Lezioni a Massarosa (LU) Scuola Tangoverso Domenica 19.00 – Livello Unico www.Tangoverso.blogspot. com


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