El tanguero n° 13

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Il 2014 inizia per “El Tanguero” dando il benvenuto al nostro nuovo Direttore Responsabile, il Dott. Pier Paolo Pedriali che avrete modo di leggere ad ogni numero. Ben arrivato Direttore!

C’è

un dato sorprendente e in contraddizione con il prisma sfaccettato della crisi aspra e complessa, che continua ad attanagliare ed esasperare il nostro Paese. È il fascino crescente con cui si propone o ripropone il tango argentino, non solo seducente ballo di coppia o esibizione artistica sotto i riflettori di un palcoscenico, ma articolata espressione culturale che accresce la sua influenza e la sua presa, con formidabile progressiva accelerazione di simpatia e di consenso, su migliaia di appassionati oltre ogni steccato anagrafico o sociale. Si tratti di moda o di “follia” – “locura” dicono con qualche ironia i “callejeros” di Baires – il tango attrae per il suo straordinario continuo scomporsi e ricomporsi in un variopinto caleidoscopio di poesia, musica e danza secondo modelli, che certo si sono perfezionati e definiti nel tempo, ma che non hanno mai escluso ampi margini di suggestiva creatività e di magistrale improvvisazione. E per comprenderne tutte le impreviste rifrazioni negli ambiti più diversi, basti citare l’opera di uno scrittore come Jorge Luis Borges, in cui troviamo conferma di quanto profonda ed intensa sia ancora percepibile l’eco del tango o della milonga anche a livello poetico e letterario. Se poi volessimo individuare e motivare il segreto del suo più recente successo di pubblico nel nostro paese, dovremmo dire che esso prende nome e sostanza dalla miriade di festival, di milonghe, di “stage” e di corsi a vario livello, che si snodano ed intrecciano lungo itinerari noti e meno noti di un’Italia maggiore e minore, aperta all’incontro e alla celebrazione di un rito coinvolgente, insieme individuale e sociale. Qualcosa che si sta affermando persino grazie al contributo inatteso di un Papa, che, venuto dalla fine del mondo e libero da ingessature clericali, ci conferma nel volume autobiografico “El Jesuita” l’amore mai rinnegato per un ballo che si presenta innanzi tutto come espressione della stratificata cultura di un popolo disposto a raccontarsi anche attraverso questa poliedrica forma artistica. Nel momento in cui un periodico specializzato come “El Tanguero” inaugura il suo quinto anno di vita può forse valere la pena tentare di riannodare con sempre maggiore sommessa tenacia i fili di una cultura rioplatense e latinoamericana dall’ordito caldo di colori senza rinunciare a proporre, almeno in sede di ipotesi di lavoro, il profilo di una linea editoriale, che coniughi in modo sempre più efficace il dato culturale con quello sociale e tecnico-didattico o promozionale in senso lato, teso alla sensibilizzazione e al coinvolgimento di sempre nuovi appassionati, giovani e meno giovani. È questo l’augurio con cui ci accingiamo ad assumere la responsabilità della condivisione di un percorso, che con una nota di ottimismo vorremmo immaginare di reciproco ascolto e di consapevole attenzione a tutto ciò che di interessante e di nuovo potrà via via presentarsi sulla scena italiana ed internazionale.

Pier Paolo Pedriali

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El Tanguero Anno V n°13 Gennaio-Marzo 2014 Rivista periodica trimestrale di cultura tanguera rioplatense a cura dell’Associazione TangoJazz Scaricabile online Abbonamento annuale cartaceo €20 per 4 numeri Editore Associazione TangoJazz Direttore editoriale Andrea De Dominicis Direttore artistico Helga Corpora Direttore responsabile Pier Paolo Pedriali Grafica e impaginazione Montag Frazier gianfrancodefelice2012@gmail.com Redazione redazione@eltanguero.it Pubblicità e abbonamenti info@eltanguero.it +39.348.2915008 +39.328.4830095 Collaboratori Paolino Fierro Giulia Zimei Mario Abbati Memè Vanna Gasparini Zuleika Fusco Stampa Poligrafica Srl Via Friuli 29, Dalmine (BG) Reg. al Tribunale di L’Aquila n°6/2010 del 21/07/2010 Iscrizione al ROC n°20287 del 08/11/10

www.eltanguero.it

Indice il mondo del tango Maestri di tango

pag 8

Gloria e Eduardo Arquimbau Hector Verela: croce e delizia

pag 20

Il tango vestito da Emanuela Pansèra

pag 26

A tu per tu… Musicalizadores: Analia Del Giglio “La Rubia” Organizzatori: Pietro Colella

pag 30 pag 31

tango arts Orchestre

pag 32

Pintura de tango

pag 40

Hijos ilegitimos de Astor Maria Luisa Russo

curiosando News & Pillole Tangueri impossibili

pag 16

Empanadas

pag 28

Dipendenza o Autonomia?

pag 36

Recensioni

pag 38

Maurilio maestro per caso

pag 23

/eltangueroII Con il patrocinio della Ambasciata Argentina Con il patrocinio della Ambasciata dell’Uruguay

tango agenda pag 42 Festivalmap Milonghe, eventi, scuole pag 44/46


Gloria e Eduardo Arquimbau Una vita insieme nel Tango Impossibile ballare il tango e non conoscerne un pezzo di storia! Gloria e Eduardo ballano insieme da più di 50 anni e sono una delle coppie che hanno fatto conoscere al mondo il tango argentino. Hanno ballato con tutte le orchestre più famose tra i sipari dei teatri più importanti del mondo e per noi è un vero onore conoscerli e ascoltare i loro affascinanti racconti.

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loria, Eduardo raccontateci come vi siete conosciuti. G.: Ci siamo conosciuti il giorno che sono nata! Eravamo vicini di casa ed Eduardo, che aveva già 10 anni, quel giorno stava giocando a casa mia con mio fratello quando ha sentito il mio pianto… E.: Si, io non mi ricordo ma ce lo hanno raccontato! G.: Nemmeno io mi ricordo jajajaj ero appena venuta al mondo! E.: Vivevamo del quartiere Parque Patricios, dove è nato il tango, era un quartiere di mercanzia e molti emigranti andavano lì perché c’era molto lavoro, c’erano i soldi e c’erano le donne. Essendo nato in quel quartiere ho iniziato a praticare tango a 12 anni con un amico più grande di me perché volevo andare a ballare al “Baile de Carnaval”, un evento che si ripeteva una volta l’anno dove andavano tutti coloro che iniziavano a ballare perché se sbagliavi nessuno ti diceva niente, una specie di battesimo dei ballerini. E quando arrivava il mese del carnevale tutti volevano andare a questo evento! Tre mesi prima ci si iniziava a preparare praticando tra uomini. Ci si preparava prima per andare a ballare una volta l’anno? E.: No no, quella era la prima uscita ufficiale, dopo il “Baile de Carnaval”, che durava circa 1 mese, si poteva andare a ballare ovunque. In questo mese si poteva sbagliare senza che gli altri ti guardassero male, eravamo tutti giovani! Dopo gli anni ‘50 con il boom del rock tutti i giovani iniziarono a spostare la loro attenzione su questo ballo e noi eravamo dei vecchi ventenni che ballavano tango! Si perse così l’essenza del tango… per questioni commerciali spingevano il rock e ciò accade in tutto il mondo. G.: Adesso se Eduardo mi permette visto che parla sempre lui, vi racconto come ho iniziato io a ballare tango! jajaja… in realtà io ballo da quando avevo 5 anni, danza classica, spagnola, zapadeo americano, folklore, musica italiana… Musica italiana? G.: Si, c’erano molti emigranti italiani e nei club spesso si metteva musica italiana per ballare. A 8 anni ho iniziato a ballare con Eduardo questa musica, e qualche anno dopo lui formò un corpo di ballo per uno spettacolo che doveva andare in scena per la tv argentina e

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maestri di tango


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“Per assaporare veramente il tango bisogna aspettare, nessuno può ballare con sentimento se non passano almeno sei, sette anni!”

mi chiese se volevo partecipare. Gli dissi di si, ma avrei dovuto ottenere il permesso di mio padre perché una ragazzina di 13 anni che ballava tango non era usuale in quell’epoca, quasi impossibile. Però visto che mio padre era ballerino di tango e conosceva Eduardo dalla nascita mi disse di si. Così a 13 anni, e lui a 23, cominciammo a ballare tango! Caspita a 13 anni già in televisione! E.: E già! A quel tempo in televisione c’erano vari programmi dove si vedeva il tango ed io conoscevo il primo ballerino di Anibal Troilo di quel periodo che lavorava in questo programma, lui ballava solo tango, non era coreografo e mi chiese di aiutarlo a montare una coreografia. Nemmeno noi eravamo coreografi, avevamo appena iniziato, però avevamo più esperienza di lui e così cominciammo. Poiché la televisione si sa è mezzo potentissimo di popolarità, la gente iniziò a conoscerci rapidamente e diventammo da lì a breve i primi ballerini di Francisco Canaro e nel ‘61 andammo per la prima volta in Giappone. Un viaggio che non dimenticherò mai, con Gloria e sua madre! G.: jajajaj io avevo solo 15 anni quando partimmo per il Giappone, potevano lasciarmi partire da sola a quell’età e in quell’epoca? Francisco Canaro pagò a mia madre tutto il viaggio, l’hotel e tutte le spese facendola passare per una ballerina e nel programma figurava anche lei! E così siamo potuti rimanere un mese e mezzo! Parliamo dei luoghi dove si ballava il tango, com’era la milonga in quell’epoca? E.: Io ho iniziato ad andare presto in milonga, nel mio quartiere. In realtà in milonga si poteva entrare solo se avevi compiuto 18 9


anni, però se conoscevi qualcuno riuscivi ad entrare anche a 16/17 anni! I più vecchi avevano 28 anni circa… La maggior parte eravamo giovanissimi, sui vent’anni e le ragazze venivano tutte accompagnate dalle madri! Gli uomini stavano al centro, le donne intorno e le mamme in una specie di tribuna ad aspettare che finissero di ballare! Quando si avevano più soldi, perché si iniziava a lavorare, si andava nelle milonghe del centro della città frequentate da gente più grande dove le ragazze andavano sole ed era possibile quindi invitarle a bere qualcosa, a relazionarsi di più. L’età in queste milonghe andava dai 28 ai 35 anni circa. Esistevano le cortine? E.: Si, ogni

2 tanghi, per permettere di cambiare più rapidamente ballerino. Dopo gli anni ‘50 si iniziarono a mettere dopo 4 tanghi, anche perché iniziavano ad esserci i tavoli intorno alla pista e si poteva aspettare seduti, non dovevi aspettare in piedi 4 temi! E da quando si decise di mettere due tande di tango una di vals, due di tango e una di milonga? E.: Da poco, dall’epoca del turismo. Quando ero giovane durante le serate il 50% era tango e l’altro 50% si metteva Jazz, conga, rumba, vals, milonga, etc… C’erano locali che mettevano 3 tanghi in una tanda, altri che ne mettevano 2. Il musicalizador annunciava sempre la tanda che seguiva e la successione era la seguente: una tanda di

“Il cabeceo era importantissimo e utilissimo perché non ti comprometteva con nessuno.”

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tango, una di jazz, una di tango, una di tropical, una di tango e una di milonga, sempre così. La milonga che frequentavo io addirittura metteva, tutta una sera 50% Di Sarli, un’altra sera 50% di D’Arienzo e così via e poi l’altro 50% come vi ho detto prima. Era la migliore milonga di Buenos Aires che oggi non esiste più, si chiamava “El Buenos Aires”. Oggi invece, in Europa e in Italia in particolar modo, mettono troppa musica degli anni ‘30 e si è persa l’epoca d’oro, troppo noiosa tutta la sera con quella musica. Il musicalizador, inoltre, non guarda la pista, invece quando propone una tanda deve guardarla, deve gestire la gente in pista, far in modo che tutti ballino. Nel tango si invitava con la “mirada e cabeceo”, durante le tande di jazz o rumba come avveniva l’invito? G.: Uguale! Il cabeceo era importantissimo e utilissimo perché non ti comprometteva con nessuno. La donna quando voleva ballare con qualcuno lo guardava e così avveniva l’invito altrimenti l’uomo non poteva andare a prendere la donna, era ritenuto scortese poiché in un certo senso la obbligava a dirgli di si. Il cabeceo si iniziò ad usare prima degli anni ‘40 poiché quando un uomo invitava una donna, ma a lei non piaceva e gli diceva di no, lui reagiva male, si intromettevano le famiglie e litigavano. Con il “cabeceo” si introdusse l’invito a distanza che garantiva il consenso di entrambi. È un rituale che anche oggi andrebbe usato senza alcun dubbio per essere sicuri che la voglia di ballare ci sia da entrambe le parti.

“Abbiamo ballato con Canaro, con D’Arienzo, con Troilo, con Fresedo, con De Angelis, con Calò, con Pugliese e con moltissime altre orchestre!”

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momento però Claudio Segovia, il direttore dello spettacolo, non voleva che le coppie dello spettacolo insegnassero durante il tour, l’unico che aveva il permesso di farlo era Eduardo perché glielo aveva chiesto prima di partire e prima del successo dello spettacolo! Erano d’accordo già da prima! E così abbiamo iniziato ad insegnare. E.: Era difficile prevedere quello che sarebbe successo con lo spettacolo! Un successo mondiale, in Francia, in Germania, In Giappone, in Italia. Cosa ricordate del vostro lavoro con maggiore emozione? E.:Tutti i nostri spettacoli! Noi abbiamo fatto tantissimi spettacoli, ideati e realizzati da noi. In particolare lo spettacolo “Tokio Luminoso”, tango che Pugliese dedicò a Daisaku Ikeda, il presidente di una associazione buddista, e ancora “Corazon de Tango”, “Alma de Tango”, “Tanghissimo” con quest’ultimo siamo stati 3 volte in Giappone. Una vita piena di tango, fin da giovanissimi, che bello… e oggi? Che ne pensate dei giovani che ballano tango oggi? Cosa c’è di diverso rispetto alla gioventù di allora? E.: Intanto sono contento che ci sono tanti giovani che ballano, un po’ come ai miei tempi, e questa è una cosa buona. La differenza forse è che oggi si ha fretta, tutti diventano maestri subito, credono di saper ballare dopo due, tre anni! Per assaporare veramente il tango bisogna aspettare, nessuno può ballare con sentimento se non passano almeno sei, sette anni. Per essere coppia con la “C” maiuscola bisogna provare insieme almeno 5 anni per 6/7 ore al giorno, per trasmettere del sentimento, poi, io credo che debbano trascorrere almeno dieci anni! Gloria, una vita per il tango o una vita per Eduardo? G.: Una vita per Eduardo, perché Eduardo è il tango! E.: jajajaj molto bene Gloria, giusta risposta! G.: È la verità, per me è così, senza ombra di dubbio… Gloria e Eduardo con Pugliese

E le orchestre quanto suonavano? E.: Le orchestre suonavano per 45 minuti, c’era un presentatore (ogni orchestra aveva il proprio presentatore) che conduceva il ballo annunciando le tande che avrebbero suonato. In genere si facevano tande da tre, poi si suonava un vals, poi nuovamente tre tanghi, poi entrava il cantante e così via. Non c’erano regole come adesso, nella stessa serata si ballava anche paso doble, musica tropicale; era più divertente! Chi non sapeva ballare tango poteva ballare altro! Con quali orchestre avete lavorato e ballato? E.: Professionalmente abbiamo ballato con tutte tranne che con Di Sarli poiché morì quando avevamo appena cominciato. Abbiamo ballato con Canaro, con D’Arienzo, con Troilo, con Fresedo, con De Angelis, con Calò, con Pugliese e con moltissime altre orchestre! Dal ‘62 al ‘67 abbiamo lavorato ad un programma televisivo dove ogni due mesi cambiava orchestra, per cui sono passate di là tutte le orchestre più o meno famose dell’epoca! Il programma si chiamava “Yo soy porteño” e raccontava la vita di alcune famiglie di Buenos Aires degli anni ‘30. Poi viaggiando in tutto il mondo abbiamo ballato con tantissime altre orchestre! Qual è la vostra orchestra preferita? E.: Non ho un’orchestra preferita, in realtà mi piacciono le epoche delle orchestre, per esempio D’Arienzo del ‘35, Di Sarli del ‘40, ma anche del ‘50, Pugliese del ‘40, Troilo mi piace del ‘40 e non del ‘50 e così via. Quando avete iniziato a insegnare il tango? E.: Tutto quello che oggi voi state vivendo è grazie allo spettacolo “Tango Argentino”, fino a che non siamo andati a Broadway il tango non era così conosciuto. Prima di allora non c’erano maestri di tango, eravamo ballerini di tango. Dopo Broadway la gente iniziò a chiamarci, tutto il mondo voleva imparare il tango argentino! G.: Si incredibile! Questo perché lo spettacolo aveva coppie diverse, per età, per costituzione fisica e la gente ci riconosceva come persone normali con le quali era facile identificarsi, “se ballano loro, possiamo ballare anche noi” pensavano. Il quel

E con questa frase bellissima ringraziamo Gloria ed Eduardo per i loro racconti che ci hanno portato, seppur per qualche ora, indietro nel tempo. Helga Corpora e Andrea De Dominicis

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curiosando news & pillole Tango ad alta quota! Si ballerà a più di 1100 metri sul livello del mare in questa terza edizione dell’International L’Aquila Tango Festival & Marathon, un weekend lungo, quello del 30 maggio - 2 giugno, che vi lascerà senza fiato, una location unica in una stagione che offre una magia intensa di colori e di profumi! Quattro giorni di tango nel verde della località “La Villetta” alla base del Gran Sasso una delle vette più affascinanti d’Italia! Escursioni, passeggiate, coccole alla spa ed esperienze culinarie per i palati più raffinati accompagneranno i centinaia di tangueri che arriveranno per l’evento. Il tutto farà da cornice agli artisti del festival: Fausto Carpino e Stephanie Fesnau, Neri Piliu e Yanina Quiñones, Osvaldo Roldan e Anna Maria Ferrara, Andrea De Dominicis ed Helga Corpora. Novità del 2014, oltre alla nuova location, le milonghe pomeridiane oltre a quelle serali ed una speciale milonga a 2.100 metri proprio in cima al Gran Sasso! Otto dj internazionali faranno ballare gli appassionati dal pomeriggio all’alba tra cui Vivi La Falce (Argentina), Mauro Berardi (Italia), Analia La Rubia (Argentina), Alexandra Kotelnitskaya (Ucraina), Andrea Dedò (Italia). Tutte le info su www.laquilatangofestival.com

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Buon compleanno alla radio 2x4 La famosa radio argentina 2x4 FM 92.7 ha festeggiato con un grande spettacolo al teatro Maipo di Buenos Aires, il tredicesimo anno di trasmissione tanguera. Un emittente che possiamo ascoltare 24 ore su 24 anche il Italia: www.buenosaires.gob.ar/ la2x4. Feliz Cumple da El Tanguero!

A Bari la primavera arriva a suon di tango! Che ne dite di festeggiare l’arrivo della primavera ballando tango? Proprio il 21 marzo, fino al 23, si inaugura nella bellissima città di Bari la terza edizione del Bari tango Congress, un appuntamento che vede come protagonisti Sebastian Arce e Mariana Montes, Stefano Giudice e Marcela Guevara con tre giorni intensi di workshop. Il Dj set delle milonghe in programma è affidato a SuperSabino, Sergio Chiaverini e Andrea Dedò. Durante la kermesse anche proiezioni video, istallazioni artistiche ed esposizioni tanguere. Per maggiori dettagli visitate il sito www.tangon.it


“Memorie di un Tanguero” in scena al teatro Greco di Roma Una storia d’amore e tradimento alla ricerca del perdono. “Memorie di un tanguero”, lo spettacolo scritto e diretto da Fabiana Fusaro che si terrà domenica 23 febbraio al Teatro Greco di Roma ore 21, parte dal ritrovamento di un fascio di lettere che man mano sveleranno i segreti nascosti di una famiglia. Nello spettacolo si intrecciano storie di artisti importanti tra la Parigi di inizio ‘900, Buenos Aires all’epoca d’oro e l’attualità nelle milonghe di oggi. Un opera ricca di suspense, romanticismo, ironia liberamente ispirata alla storia di Flora Rodriguez e Alfredo Gobbi. Lo spettacolo vedrà come protagonisti: Fabiana Fusaro, Claudia Fusillo, Laura Grandi, Claudio Jurman, Adriano Mauriello, Mariano Navone e Giogio Carosi come voce narrante. Prevendita biglietti presso Artetoiles, Via Casal Boccone 102 b, o direttamente al botteghino la sera dello spettacolo.



il mondo

Hector Varela: Croce e delizia

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ualche anno fa avrei intitolato questo articolo “Il Dio Varela” per quanto fossero richiesti i suoi brani nelle milonghe italiane dei primi anni duemila. Puntuali come un orologio svizzero, verso la fine della serata i TJ mandavano la tanda di Varela, che aveva un potere così evocativo da far risvegliare i ballerini più assonnati, ma soprattutto le ballerine più romantiche. “El flaco Varela” è probabilmente il direttore d’orchestra tipica più chiacchierato sui blog e sui social networks. Attraverso le sue opere è stato capace, negli ultimi anni, di creare schieramenti contrapposti tra fan agguerritissimi e puristi de la decada del ‘40. E questa contrapposizione ha prima di tutto generato centinaia di post sui principali social network, cosa che normalmente incuriosisce le persone, ma soprattutto ha acceso una falsa polemica, alimentata da una chiosa di pareri di opinionisti della domenica, che continua ad infervorare i ballerini. A dire il vero, Varela non è mai stato un personaggio anonimo nella storia del tango. Il primo bandoneon e arrangiatore dell’orchestra di Juan D’Arienzo, “Per dieci anni è stato identificato con le correnti di netta estrazione tradizionale, facendo emergere, come elemento qualificante la sua Orchestra, la precisione di una difficile realizzazione tecnica, all’interno di un’attenta marca ritmica che gli è propria”. Jorge ”Faruk” Palacio in un bellissimo libro intitolato La storia dell’orchestra tipica aggiunge: “Tutto ciò è, né più né meno, quello che ha cercato Varela durante tutta la sua carriera, ottenere che con la sua orchestra si potesse ballare”. Nacque nel 1914 nel quartiere di Avellaneda, dove visse la sua infanzia e la sua giovinezza. Divenne ragioniere ma mai praticò questa professione. Iniziò i primi studi del bandoneon con maestri locali, ma poi proseguì presso il Conservatorio diretto da Eladio Blanco per poi iniziare a suonare, giovanissimo, nella prima

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orchestra di Juan D’Arienzo. Nel 1940 a 26 anni era già un bandoneonista consacrato, che condivideva i teatri e i club con grandi musicisti di tango: il violinista Cayetano Puglisi, il collega Carlos Lazzari ed il pianista Fulvio Salamanca. È stato il primo bandoneon e arrangiatore di D’Arienzo nel corso dei dieci anni trascorsi nella sua orchestra. Furono pieni anni di successo su Radio El Mundo, nei club, nel cabaret “Chantecler”, con il principe cubano, durante le estati uruguaiane, quando il pubblico inondava l’Hotel Casino Carrasco (a Montevideo), per godere delle interpretazioni del grande maestro.” Durante quel periodo Varela compose diversi tanghi diventati poi dei classici: “Mirame en la cara”, “Lilian”, “Si supiera que la extraño”, “Salí de perdedor”, “Chichipía”, “Don Alfonso”, “Te espero en Rodríguez Peña”, “Tres horas” e “Bien pulenta”. Solo D’Arienzo ha registrato una ventina delle sue opere.


Di quel periodo Jorge “Faruk” Palacio, storico del tango, scrive: “La decade del ’40 divenne straordinaria grazie ad un bandoneonista eccezionale: Anibal Troilo. Non che gli altri grandi maestri fossero da meno, ma la gente scelse Troilo come suo idolo, in virtù delle sue doti di musicista e di direttore. Chi ha avuto la fortuna di vivere in quell’epoca non si rese conto di tale meraviglia, fin quando, giunta la decade successiva, quella del ’50, risultava sempre più difficile trovare locali dove si potesse ballare un buon tango”. Così come nel 1935 irruppe D’Arienzo con tutta la sua forza, negli anni ‘50 Buenos Aires stava cercando un altro scossone ritmico. Naturalmente quello che tutti stavano cercando non poteva che uscire dalle fila dell’orchestra del Rey del compas: Hector Varela! Se un “grassone malinconico e geniale” si era appropriato della decade del ’40, “uno smilzo dinamico e nervoso” stava diventando astro incontrastato della decade che iniziava. Lascia l’orchestra nel 1950, nel periodo di maggior successo, per formarne una propria. Il pubblico e la critica avevano previsto, la nascita di un nuovo raggruppamento con il vecchio stile D’Arienzo, ma Varela sorprese praticamente tutti presentando un mix di ritmo e suono assolutamente personale.

Varela ebbe un successo esagerato. In radio era sempre in prima serata e fu assunto al cabaret “Chantecler”, il club di D’Arienzo. Inserì nell’orchestra il cantante Armando Laborde e quando questi si svincolò assunse Argentino Ledesma e Rodolfo Lesica proponendo un tango romantico che gli procurò, grazie anche alla diffusione in radio, una popolarità impressionante. Colgo l’occasione per raccontare un aneddoto personale. Mia suocera argentina Yuli, classe 1930, ascolta tutto il giorno la Radio 2x4, ricorda vagamente orchestre come Troilo con Fiorentino o D’Agostino con Vargas, ma quando va in onda Varela con Lesica, l’espressione del suo viso, segnato dalla vita, cambia, si commuove e dalla sua bocca esce il verso di una canzone ascoltata nella decade del ’50 la prima volta. Questa è stata la potenza di Hector Varela, arrivare negli anni ’50 al cuore delle gente, soprattutto di quelli che non ballavano il tango. Piaceva praticamente a tutti… tranne che ai ballerini, forse delusi della vena così commerciale che aveva assunto la sua proposta. Questa dura critica giunse fino alla fine degli anni ’70, quando Astor Piazzolla si scomodò per criticare duramente il lavoro di Varela in una intervista di fuoco a una rivista specializzata. In quell’occasione il Maestro disse: “Oggi, 1979, non è pos-

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sibile che due tipi cantino facendo gesti con la bocca e con le mani. Questo è il tango di oggi? Questa è la canzone maschia che vogliamo imporre? I cantanti di oggi sono uno peggio dell’altro e la colpa è certamente dei direttori come Hector Varela o come altri che è meglio non nominare. Escludendo Osvaldo Pugliese, Raul Garello o Rodolfo Mederos, quanto tempo è che non si sente una buona orchestra di tango popolare? Tutto ciò è volgare e di pessimo gusto” (Rivista Spot, 1979). Varela rispose a questa dura critica per le rime, pubblicando una lettera su un quotidiano di tiratura nazionale: “Penso che Piazzolla sia un risentito sociale, un antiargentino e un denigratore di tutto ciò che rappresenta l’immagine

del nostro paese. Viene a guadagnare dollari qui per poi spenderli in Costa Azzurra insieme a pseudointellettuali che gli girano intorno. Si sente il messia del Tango, il padrone della musica porteña, ma con la terribile disgrazia di non essere né Beethoven né tantomeno Francisco Canaro. Attaccare in questo modo i sui colleghi vuol dire sentirsi inferiore e incapace di competere”. (Asì Cronica, 24 settembre 1979). Qualche tempo dopo, Varela ad un giornalista che ricordava i fatti del 1979 rispose, infastidito nel rammentare gli eventi, di non essere una persona polemica, ma che il fatto di essere uno di quelli che aveva venduto più dischi nella storia del tango aveva un significato e cioè di essere benvoluto dalla gente. “Me buscan y me encuentran” soleva spesso dire. Certo Piazzolla non aveva un buon carattere. La sua arroganza veniva perdonata in relazione al suo genio. D’altronde aveva criticato lo stesso Troilo, el bandoneon major de Buenos Aires, sostenendo che pur essendo stato un buon musicista “era rimasto incastrato nel tango”. Che dire di Varela, un arrangiatore geniale e un ottimo bandoneonista, croce e delizia del popolo dei ballerini, c’è chi lo ama e chi lo odia. A mio avviso, ritengo che il Varela del ’50 sia eccessivo in milonga, ma amo da morire gli arrangiamenti degli istrumental di D’Arienzo della decade del ’40. D’altronde dove c’è gusto non c’è perdenza. Paolino Fierro - Salon Baires Napoli puroestilomilonguero@gmail.com

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curiosando tangueri impossibili Maurilio il maestro per caso

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Foto: Laura Sabatino

o conoscono tutti ma di lui nessuno sa nulla, quando ha cominciato a ballare il tango, dove ha imparato, chi sono stati i suoi insegnanti. Però in milonga non manca mai, se uno decidesse di provare un nuovo locale nell’angolo più assurdo della città, di sicuro lo troverebbe. Penso che abbia il dono dell’ubiquità, che nella stessa notte riesca a frequentare tutte le milonghe segnate sul calendario, altrimenti non si spiegherebbe. È Maurilio, il ballerino che conosce il tango meglio delle sue scarpe, che non perde mai occasione per elargire dritte fondamentali alle fanciulle che si concedono al suo abbraccio. Un ometto distinto sulla sessantina, sempre vestito in camicia a righe e cravatta, il cappello alla Gardel con la falda di traverso. Spesso mi accorgo di lui mentre ballo, non perché me lo trovi davanti o inciampi nei suoi piedi, no, lo riconosco dalla sua voce da baritono. Lui quando balla parla. Ogni dama che gli capita fra le braccia lui la passa ai raggi x, in pochi metri di parquet riesce a scovare difetti congeniti e a fornire in diretta i rimedi tecnici per superarli. Me l’hanno confermato diverse amiche, dopo che Maurilio le ha arpionate a bordo pista e le ha obbligate a sorbirsi la teoria ristretta del tango universale. Una sera ho deciso di fare un esperimento. Ero alla Milonga dei bicchieri insieme a Gisela, una carissima amica di Buenos Aires che passava per Roma in incognito e che, per risparmiarle l’albergo, avevo ospitato a casa mia. Quando ho visto Maurilio che scansionava i paraggi in cerca di una preda da invitare ho chiesto a Gisela d’immolarsi e ballare come se stesse gareggiando ai mondiali. Lei si è avvicinata al suo tavolo, Maurilio ha notato

by Memè

una faccia nuova da sottoporre al tirocinio e non si è fatto sfuggire l’occasione. Al termine della tanda, quando si è separato dalla mia amica, l’ho bloccato al limite della pista. «Ciao Maurilio.» Lui ha incurvato la bocca in un sorriso tattico. «Ti ho visto che ballavi» ho accennato alla scia di Gisela. «Brava, eh?» «Era argentina» il suo sorriso presuntuoso è salito di un’ottava. «Leggera come una piuma» l’ho provocato. «Sembrava esperta, però…» ha sollevato un dito ammonitorio, «l’asse non era del tutto stabile, con la fronte spingeva troppo e ogni tanto si perdeva la gamba sinistra.» A quel punto avrei potuto mollare e salutarlo, invece no, ho deciso di affondare il colpo. «Sai chi era?» gli ho chiesto con aria innocente. «Chi.» «La tizia con cui hai appena ballato.» La sua testa mi ha detto di no. «Gisela Fernandez» gli ho rivelato. «Quella che ha vinto le ultime due edizioni dei campionati del mondo.» Il sorriso di Maurilio si è spento come se gli avessero tolto la corrente. «Va a Berlino per esibirsi in un festival» gli ho assestato un’ultima stilettata. «Si ferma a Roma solo oggi.» Pochi istanti dopo Gisela ci è sfrecciata davanti mentre piroettava con Fernando Muñoz, il maestro più osannato della comunità locale. Maurilio l’ha seguita per un tratto di pista con le pupille sgranate e le labbra schiuse. Poi, senza aggiungere una sillaba, ha girato le spalle ed è sparito. Da quella notte non l’ho più incontrato. 23




Il Tango vestito da Emanuela Pansèra Un pomeriggio tra stoffe e lustrini penso che lo vorrebbero trascorrere un po’ tutte le donne, tanguere e non! E mentre aspetto che Emanuela finisca con una cliente sbircio tra i suoi book e mi accorgo che in molte riviste di moda di qualche anno fa si parla di lei… Emanuela il tuo background stilistico inizia prima del tango o sbaglio? E.: No, non sbagli! Nasco come stilista di moda, modellista e sarta dall’Università popolare della Svezia e a 19 anni mi sono trasferita in Italia per studiare moda all’Istituto Europeo di Design dove mi sono specializzata in sartoria e modellismo di alta moda. Ho lavorato presso alcune case di moda, in seguito ho aperto un mio atelier e nel 2006 ho iniziato a creare abiti per la danza, prima per la salsa e poi per il tango. Raccontaci della tua prima produzione tanguera… E.: Ah ah ah… mi ricordo come se fosse ieri, un’esperienza negativa! Confezionai dieci pezzi uguali e lì capii che la donna tanguera voleva il pezzo unico piuttosto che l’abito in serie. Tuttora è così, la donna vuole sentirsi unica nel capo. E dopo una breve collaborazione con mie due carissime amiche, Bruna Pardo e Francesca Del Buono, che mi hanno spronata e sostenuta in questa impresa, ho deciso di creare il marchio “Semplice Danza”. La linea “Semplice Danza” nasce comunque dalla tua passione per il tango! E.: Si, sicuramente la passione per il ballo mi ha stimolata. Ai tempi non c’erano molti abiti disegnati per il tango e allora decisi di proporre una linea che ha avuto molto successo anche perché è stata tra le prime a Roma ad essere completamente e unicamente dedicata al tango argentino. In quel periodo si trovavano in giro per le milonghe alcuni espositori dall’Argentina con i loro abiti, ma io volevo realizzare qualcosa di diverso, di qualità e di design. Quali sono le richieste che ti fanno le tanguere per il confezionamento dei loro abiti? E.: C’è chi vuole un abito per apparire senza essere volgare o ancora chi vuole essere sensuale senza esagerare… a me piace, prima di realizzare l’abito,

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scoprire cosa desiderano e come vorrebbero sentirsi per poi cercare di creare un abito che esalti meglio non solo le loro forme, ma anche il loro carattere! Quindi è proprio il caso di dire che l’abito fa il monaco! E.: Ah ah ah… si, direi proprio di si, secondo me aiuta molto! Da quando lo pensi a quando lo realizzi, come avviene la creazione di un abito? E.: L’ispirazione può avvenire da un testo di una canzone, da uno stato d’animo, dal colore di un fiore o anche da una scollatura, spesso inizio da un particolare per disegnare un abito. Pian piano gli schizzi diventano modelli ben disegnati, scelgo il tessuto e in base ad esso creo il cartamodello. Realizzo il modello, si correggono i difetti e si realizza il modello definitivo. Questo processo a volte può essere molto lungo, spesso ho dovuto correggere varie volte i modelli prima di arrivare a quello finale che mi soddisfacesse. Chi sceglie le stoffe degli abiti? E.: Io, assolutamente. Ho un’esperienza ventennale sulla ricerca dei tessuti e la loro scelta per un abito da tango direi che è fondamentale per la sua riuscita! Quante linee ha “Semplice danza” e quale ti stimola di più nella creazione? E.: Direi quattro: una per la pratica, una per la milonga, una per le competizioni e una per le esibizioni.Tutti pezzi quasi unici in modo da essere sicura che ogni cliente abbia il suo pezzo. La mia preferenza sicuramente va alla linea per l’esibizione poiché posso sbizzarrirmi di più e dove devo tirar fuori il meglio della ballerina perché quel giorno lei deve sentirsi speciale e comoda. Una bella sfida! Hai vestito qualche “stella del tango” in particolare? E.: Si, ho avuto l’onore di vestire Andrea Missè, Mariana Montes e Juana Sepulveda e ti assicuro che vedere i tuoi abiti addosso a ballerine come loro è veramente emozionante. Poi ho vestito tantissime maestre e ballerine in giro per l’Europa e ho vestito alcune attrici in delle puntate “tanguere” di alcune fiction

televisive come Don Matteo e il Commissario Rex. Com’è l’abito ideale di Emanuela Pansera? E.: È un abito seducente, un abito che esalta la femminilità, un abito firmato “Semplice Danza”! Nero o Colorato? E.: Assolutamente nero! D’altronde da sempre il black dress è il capo passepartout per eccellenza e un po’ come per i diamanti sarebbe proprio il caso di dire: “L’abito nero è per sempre”. Per chi volesse un abito firmato Emanuela Pansera può contattarla su facebook alla pagina “Semplice Danza”; per e-mail: emanuela.pansera@ gmail.com e da febbraio 2014 www.emanuela. pansera.com. Helga Corpora

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EMPANADAS

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apori sono sapori, dentro la nobile pasta della EMPANADA può trovarsi ogni tipo di ripieno. Le più tradizionali sono di carne ma anche di pesce, verdure, prosciutto e formaggio, mille e una variante di lì e di là. Sottili differenze tra i gusti dell’entroterra e della sua origine, più remote di quanto si immagini insieme con l’ASADO, le EMPANADAS hanno conquistato il cuore degli argentini. Le più tradizionali sono ripiene di tenera carne di manzo tritata o tagliata a coltello con l’aggiunta di cumino. Ci sono 9 specialità provinciali ben differenziate, per esempio en LA RIOJA contiene porro e patate ma esiste una variante della stessa provincia un po’ più piccante dovuta al peperoncino che si aggiunge alla preparazione. In TUCUMAN si preparano con olive, uvette e tantissimo pimento in polvere. A MENDOZA e SAN JUAN il segreto è nel saggio abbinamento in parti uguali di cipolla e carne aggiungendo inoltre peperoni. A JUJUY e CATAMARCA alcuni aggiungono grani di mais. A CORDOBA si mettono carote e si lucidano con uovo e zucchero regalando così un delizioso sapore dolce. A SALTA si riconoscono perché sono molto succose e allo stesso tempo molto piccanti. SANTIAGO DEL ESTERO rivendica il primato della EMPANADA più succosa del mondo, in PATAGONIA ci sono

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perfino quelle con ripieno di carne di agnello o coniglio, limone, cipolla, uovo sodo e uvette. Nella zona del litorale MESOPOTANICO (Misiones, Corrientes, Entre Rios) si fanno con la carne di pesce di fiume. Molti secoli prima di Cristo gli antichi persiani mangiano qualcosa di molto somigliante alle EMPANADAS, come può vedersi nelle sculture e basso rilievi dell’epoca. Erano dei panini tondi che gli arabi dopo trasformarono in “FATAY o ESFIHA”, con carne di agnello e grano burgol molto simili a quelle che mangiamo oggi. Quando i Mori occuparono la Spagna arrivando poi in America, las EMPANADAS fecero lo stesso cammino. Ovviamente nei distinti paesi Sudamericani troverà differenti varianti, più o meno succosa più o meno piccante, al forno, fritta, con orli in alto o di lato e ripiena di ogni cosa. Ma gli argentini sono i campioni, si fanno tornei internazionali premiando un vincitore ogni anno, generalmente donna, che per queste cose ha la mano migliore. Tratto dal libro “Tango in scatola-Manuale tattico culinario di sopravvivenza tanguera” di Vanna Gasparini. Articolo pubblicato nella pagina Gourmet della rivista Aerolines Argentinas Magazine n.124 di settembre 2004 e artisticamente tradotto dal Maestro HUGO AISEMBERG.


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A tu per tu con... i Musicalizadores Nome: Analia Del Giglio “La Rubia” Età: Ah Ah Ah Tantissimi Quasi 40! Temperamento: Mio padre mi chiama la ragazza effervescente!

Quando e come hai iniziato a mettere musica? Ho iniziato a mettere musica esattamente 10 anni fa dopo vari anni di ricerca e studio perché avevo come obiettivo quello di dare luce alla scena del tango nella mia città: Rosario in Argentina. Com’è maturato il tuo approccio alla consolle da allora? Il mio cammino e la crescita sono maturati contemporaneamente dalla mia ricerca e dalle diverse opportunità di lavoro a Rosario, Buenos Aires in Europa e in Asia. La tanda di tango del mese di Analia La Rubia. Non ho una tanda del mese… diciamo che adesso sono innamorata di Osmar Maderna. Tre orchestre che non possono mai mancare alle tue serate? Difficile dirlo… però senza Pugliese mi verrebbe da piangere! Cosa cerchi di trasmettere da dietro la consolle? Spero sempre di entrare in sintonia con le emozioni dei ballerini. Festival , maratone o milonghe? Dove ti trovi più a tuo agio? Basta che sia Tango, con organizzatori che amano il Tango, solo questo importa. C’è una serata che ricordi in particolare o alla quale sei rimasta particolarmente legata? Vari Festival in realtà… però quello di Berlino del 2011 non lo dimenticherò mai! L’errore che un musicalizador non dovrebbe mai fare. Non amare il tango è un grosso peccato! C’è differenza tra mettere musica in Italia e all’estero? La differenza direi che sta tra Buenos Aires e il resto del mondo. Ma se c’è una differenza tra l’Italia e il resto d’Europa è sicuramente la maggiore vicinanza della cultura italiana a quella argentina pertanto il feeling emotivo tra musicalizador e ballerini è maggiore. Un saluto ai lettori di El Tanguero. Buon anno, buon tango a tutti e tanti abbracci! Per contattarmi: analiadelgiglio@gmail.com

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A tu per tu con... gli organizzatori Nome: Pietro Co lella Età: 45 Temperamento: Riflessivo e dinamico

L’Associazione Contratango in Puglia, di cui tu fai parte, propone in Puglia già da parecchi anni eventi di vario tipo per promuovere e far crescere la cultura del tango. Come si è evoluto nella vostra regione il tango negli ultimi anni? Ho iniziato 15 anni fa la mia esperienza tanguera. Per me è stato amore a prima vista, all’inizio soprattutto per la musica delle orchestre tradizionali, dei tempi d’oro. Poi è arrivato anche il piacere di ballare il tango e la voglia di divulgare anche la cultura, le sonorità, le emozioni e la socialità del tango argentino, insieme alle sue movenze eleganti e sensuali. Per questo abbiamo fondato l’associazione ContraTango nel 2004 e promosso una serie di iniziative, corsi, seminari, eventi musicali e milonghe classiche, soprattutto per gettare le basi di un’affiatata comunità tanguera nel capoluogo pugliese, impegnata a evitare sterili rivalità e a favorire socializzazione e coesione tra ContraTango e altre comunità presenti o fiorite progressivamente in tutta la regione, tra le più interessanti negli ultimi per vivacità nel panorama nazionale. Un artista che prima o poi ti piacerebbe chiamare? Desideravo coinvolgerli da tempo, ora è arrivato finalmente il momento: saranno proprio loro gli ospiti speciali della prima edizione de La Reuniòn Tango Marathon, i musicisti della Solo Tango Orquesta. Lo spessore musicale del quartetto moscovita, ormai orchestra ufficiale dei maggiori festival di tango internazionali, sarà tra le colonne portanti del nostro evento. Il viatico migliore per lanciare una manifestazione e un appuntamento annuale che vuole e sa puntare solo sulla qualità. Ho anche altri sogni nel cassetto. Mi auguro di realizzarli nelle prossime edizioni della Reuniòn! Raccontaci a grande linee il programma di “La Reuniòn Tango Marathon”, la full immersion di tango che Monopoli (Bari) ospiterà dal prossimo 24 al 27 aprile. Sarà una maratona intensissima, 63 ore suddivise in quattro giorni e quattro notti. Sono attesi talenti straordinari, artisti, tdj e ballerini, che si incontreranno per rinnovare nel modo più autentico la magia del Tango argentino, le atmosfere, l’eleganza e l’armonia che solo le note della danza più sensuale del mondo possono suscitare, dando vita a nuove sinergie creative. Da queste, prevedo, nascerà lo spettacolo più bello e le emozioni più grandi. Per una volta, in onore del Tango, la bellezza della Puglia farà da contorno, pronta però a offrire ai nostri ospiti, nelle “cortine” dell’evento, una ospitalità straordinaria, ormai universalmente apprezzata, dando il meglio in tema di sole, mare, vegetazione e panorami e sapori unici. La cosa più “fastidiosa” nell’organizzazione di un evento? Nessun fastidio particolare. Per organizzare eventi servono due elementi fondamentali: capacità organizzativa e passione. Se ci sono questi ingredienti, le difficoltà scompaiono per magia. Il giorno in cui dovessi avvertire fastidi, prometto di passare la mano ad altri più motivati. Un saluto per i lettori de El Tanguero Un forte abbraccio agli amici di El Tanguero, spero di condividere anche con voi una quattro giorni di divertimento e musica indimenticabile. Se, come noi, non riuscite a resistere all’attrazione del Tango, vi aspettiamo numerosi a Monopoli! 31


Hijos ilegitimos de Astor

Hijos ilegitimos de Astor è un’incredibile orchestra composta da ben dieci elementi, un sound contemporaneo con gli strumenti tipici del tango. In occasione dell’uscita del loro secondo disco “Intuición Tango”, incontriamo l’ideatore del progetto, il compositore e bandoneonista Alejandro Fasanini, insieme al suo fido primo bandoneonista Giampaolo Costantini.

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uest’anno a distanza di 3 anni dal precedente lavoro “Tentación Tango” è uscito il secondo disco dell’orchestra, “Intuición Tango” editato da Rai Trade. Tutti i brani sono di tua composizione. Come nasce questo secondo lavoro? Alejandro: Questo disco è nato una mattina, la notte precedente avevo sognato Riccardo il chitarrista dell’orchestra, la cui moglie Annalisa era incinta di 9 mesi. Mi son svegliato con l’immagine di loro due nudi abbracciati, lei con il pancione. Subito mi alzai, sul tavolo c’era un foglio e scrissi una frase musicale in 5/4. Non finisco di scriverla che mi viene in mente subito la risposta, e così decisi di scrivere una fuga (una forma musicale solitamente formata da tre o quattro frasi). Mi venne subito di getto la terza frase, e poi la quarta e poi la quinta… a quel punto lasciai la matita e mi alzai. Ero lì con l’emozione nel petto quando mi ricordo ancora suonò il telefono, era Riccardo che mi comunicava la nascita di Linda! Ancora mi emoziono quando lo racconto…

Bellissimo! Così nascono tutte le tue composizioni? A.: La mia musica nasce sempre da un’emozione fortissima che mi coinvolge tanto. Un’emozione che poi diventa suono. Non mi siedo però mai subito a scriverla. Discepolo diceva che scriveva nel ricordo dell’emozione. Quando la vivi, l’emozione, rimani lì a godertela o a soffrirla, paralizzato, o volando! Se ti siedi a scrivere immediatamente è troppo banale, machiavellico. Queste emozioni diventano suoni, se poi qualche suono rimane dentro di me lo scrivo. Sai quante volte vivendo un l’emozione avevo un suono da scrivere? Tantissime… poi aspettavo qualche giorno per farlo e non me lo ricordavo più, se avessi preso nota subito avrei altri 5-10 dischi già pronti! Per comporre quindi bisogna sapersi emozionare? A.: Bisogna saper ascoltare, ascoltare, ascoltare, non solo se si compone. L’essere umano fa fatica ad ascoltare l’altro. Io non potrei vivere senza ascoltare, non solo musica, ma le altre persone e tutto ciò che accade intorno a me. Allenando l’ascolto riesci a sentire le emozioni da un’altro punto di vista, ascoltare non è solo con le orecchie, si può ascolta con tutto il corpo. Ogni cosa ha una sua vibrazione, gli oggetti vibrano se li stimoli, le emozioni vibrano, anche i pensieri vibrano. Questa vibrazione ha un suono, che poi io metto su carta. È facile, perlomeno per me. Questo secondo disco è molto più rilassato e riflessivo del precedente, cosa c’è di diverso?

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Sono contento che questo sia il secondo e non il primo. Il primo è stato un disco molto sentito, ma costruito. “Tentación Tango” l’ho composto nel 2000, poi ho formato l’orchestra, ma solo dopo 9 anni di ricerca, di prove e con un mutuo di 10.000 € in banca sono riuscito a registrarlo! Questo invece è un disco che ha l’imprinting, l’intuizione, qualcosa che accade senza essere pensata, se la pensi già non è più. Ci siamo visti la domenica, il lunedì eravamo in studio e dopo 2 giorni il disco era già finito. Giampaolo: È stata parecchio dura. Le giornate di lavoro erano molte lunghe, iniziavano alle otto di mattina e finivano alle otto di sera. Tornai a casa giovedì morto di fatica. Gli spartiti di Alejandro sono dei misteri, sono difficilissimi da suonare. Il primo disco è stato più facile da registrare, perché abbiamo avuto molto tempo per fare prove ed assimilare la sua musica. Questa volta invece non è stato facile, immagina dieci persone che suonano una musica nuova per la prima volta. Lui aveva fatto tutte le prove separatamente, non ci ha fatto provare mai tutti insieme. A.: Volevo cercare la spontaneità e la freschezza. Per fortuna con loro è facile suonare questa musica, con altri musicisti non si potrebbe suonare. G.: Secondo me questo secondo disco è più emotivo rispetto al primo. Ci siamo trovati con le parti a scoprire improvvisamente l’emotività del lavoro, è stato complicato entrarci subito in sintonia, non è una cosa che hai pensato e che gestisci. A.: Non si arriva con il pensiero a tutto. Ci son cose che non possono essere capite, come gran parte della vita. Ascoltata si, ma non con la mente. Allenarsi a non pensare, la meditazione è buona per questo. Anche quando si balla non si pensa. E se uno pensa forse non sta ballando. Quando si suona è la stessa cosa. In Intuición Tango quanto c’è d’Italia e quanto di Buenos Aires?

A.: C’è un pizzico d’Italia in questo disco, infatti due dei tre brani cantati sono in Italiano, ormai sono 14 anni che vivo qua e non so perché non riesco a tornare a Buenos Aires. Forse perché la città è cambiata o forse perché sono cambiato io. “A Buenos Aires” è la seconda traccia del disco, e come dico lì, per me Buenos Aires è una bella prostituta, della quale sei innamorato, ma sai che appartiene anche ad altri uomini e a te va bene così. A me la città ha salvato la vita, ho vissuto per le sue strade tutta la mia adolescenza. Ho studiato tantissimo il tango, ma vivere nelle strade di Buenos Aires te lo fa davvero capire. E lei accoglie, accogli tutti. Anche quando la maltrattano. Se ti siedi ad ascoltare la storia del tango raccontata nei tanghi stessi, tutta quella poesia dedicata alla città, ti rendi conto di quanti uomini hanno amato questa donna chiamata Buenos Aires; le hanno scritto tante cose comparate con la letteratura mondiale più alta. Come definiresti la musica degli Hijos ilegitimos, tango contemporaneo? G.: Non è sicuramente musica da milonga, non è ballabile. Prendi per esempio il primo tema in tempo 5/4, all’ascoltatore o al tanguero che lo sente per la prima volta, gli avanzerà un pezzo, non si troverà col ritmo. Come tutte le cose nuove, come tutti i tanghi nuovi, non è tanto tango al momento, però se non conosci il tango “tradizionale” non riesci a suonarlo, non lo puoi suonare. A.: Si non c’è lo stereotipo tanguero, lo stereotipo per me non è arte. C’è la ricerca del nuovo sicuramente, se una cosa è già sentita, è già stata fatta che senso ha ripeterla? Una curiosità perché questo nome: Hijos ilegitimos de Astor? A.: Una volta mi hanno fatto la stessa domanda in una radio di Buenos Aires, e mi è scappato senza pensare questa frase: “Ho preferito essere un figlio illegittimo di qualcuno che figlio legittimo di nessuno”. Io a 12 anni sono andato via da casa e

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Hijos ilegitimos de Astor - Musicisti Alejandro Fasanini - Bandoneon, Compositore Giampaolo Costantini - Bandoneon Daniela Ferrati - Piano Riccardo Bertozzini - Chitarra Francesco Bonacini - Violino Aurelio Venanzi - Viola Andrea Agostinelli - Violoncello Valeria Visconti - Voce Ivan Gambini - Percussioni Giacomo Dominici - Contrabasso non ho visto mai più nessuno della famiglia. Mi è sempre piaciuto studiare e a Buenos Aires era facile, poiché il conservatorio di sera era gratis. Ho sempre lavorato e studiato. Quindi se dovessi essere figlio di qualcuno, vorrei esserlo di Astor, con la sua musica ti parte la testa. È musica molto semplice da suonare per un musicista, per come è scritta. Ma quasi tutti suonano male Astor Piazzolla, perché tralasciano il lato emozionale della sua musica. Portare avanti un’orchestra di tango di 10 elementi al giorno d’oggi è una scelta davvero coraggiosa. G.: In un mondo economico come il nostro, spesso purtroppo un musicista si arrangia suonando in duo o trio, ma suonare con un’orchestra completa di 10 elementi è una bomba. Per il musicista è straordinario! Nella vita tante cose le fai per te stesso. Suonare “Recuerdo” in dieci, con la variazione all’unisono è una gioia che si trasmette. L’orchestra che è felice di fare quello che fa rende felici anche gli ascoltatori, questo è matematico. A.: Il mio dono più grande è essere riuscito a raccogliere questi miei fratelli, questi mostri della musica, perché nel momento in cui suonano non ci stanno più con la testa. La partitura la guardiamo prima, ma nel momento di suonare c’è una magia, e quando finiamo non abbiamo parole in bocca. Alejandro oltre alle tue composizioni proponete anche un repertorio di tango classico ballabile? A.: Io ho un database con ventimila tanghi e molto altro materiale che negli anni ho passato ai miei musicisti, facendogleli ascoltare, cercando di

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capire le diverse orchestre. Due anni fa ho scritto gli arrangiamenti di una trentina di brani che suoniamo in milonga e nei festival, facciamo una tanda di D’Arienzo, una di Troilo, una di Pugliese, una di Di Sarli e così via, ognuna con il suo stile. Vi racconto un’aneddoto: la seconda volta che abbiamo suonato in milonga, non c’era spazio a sufficienza per l’orchestra, allora ho detto: “Benissimo andiamo in mezzo alla pista”, e tutti mi han dato del pazzo. Abbiamo suonato in 10 nel mezzo della pista, strettissimi, tanto che il bandoneon non potevamo aprirlo tanto. Guardandoci tra noi con la gente che ballava alle nostre spalle. Senza amplificazione. È stato eccezionale! G.: Io adoro suonare in milonga. Non per tutti i musicisti è così, ma se io dovessi scegliere tra il teatro e una milonga, sicuramente preferirei quest’ultima. Mi sento proprio a casa. Il posto del tango prima di tutto è quello, e suonarci in mezzo è bellissimo! Dopo tentazione e intuito cosa verrà? G.: Meditazione… ahahahah A.: Il prossimo disco si chiamerà Contemplation Tango, la copertina è in bianco ed il disco è vuoto.… ahahahah! Dischi vuoti a parte progetti per il futuro? G.: Dai confessa.… stiamo lavorando per il tradizionale… A.: Si è vero sto scrivendo un disco di tango tradizionale strumentale, per ballare. Tutto con brani miei originali. Ed in attesa di poter ballare sulle note degli “Hijos ilegitimos de Astor” per ora ci godiamo questo bellissimo lavoro seduti in poltrona in cerca di… Intuizioni! www.hijosilegitimosdeastor.com Andrea De Dominicis e Helga Corpora



Dipendenza o Autonomia? Il tango come metafora della propria condizione

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l tango… La ricerca spasmodica di armonia, un incrocio di anime che si esprimono attraverso due corpi nel tentativo di essere uno. Ma armonia significa prima di tutto fiducia. Di chi? Dell’altro? Certamente… ma come secondo passaggio, perché prima di tutto per ballare un tango bisogna fidarsi di sé, del proprio corpo e del proprio sentire. Bisogna avere equilibrio e la postura è semplicemente una metafora della nostra condizione interiore. Una relazione che si crea nel tempo di una tanda presuppone una notevole autonomia. Ballare per cercare un’intesa, costruire un dialogo, senza proiettare sull’altro i nostri desideri, le aspettative o i bisogni non è semplice, soprattutto quando ci concediamo un abbraccio stretto, in cui il contatto è intenso, ma non dobbiamo pesare sull’altro o prevaricarlo né esserne dipendente. Il tempo di una tanda è una relazione in cui si investe tantissimo sapendo che tutto finirà lì. È praticamente l’esemplificazione di un concetto filosofico di oraziana memoria, ma anche tanto più antico. Vivere l’eterno presente. Sapere che esiste solo l’attimo e coglierne la preziosità, le risorse. Non dobbiamo infatti aver fretta. Ogni atto è fine a se stesso. Di ogni movenza si gode, perché dà un’emozione che basta. Il tango potrebbe cessare lì, esattamente alla conclusione di ogni movimento, e dovremmo per questo viverlo come se a seguire non esistesse nulla. L’alta qualità di quello stare, di quel sentire, cercando equilibrio e armonia, diventa il presupposto fondamentale al pregio del passo che verrà dopo, poiché solo quando si comincia bene, la sequenza si costrui-

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sce con pulizia e si conclude con soddisfazione. Questa ricerca ideale dell’intesa perfetta rende i tangueri schiavi o liberi? Coraggiosi o pavidi? Trasgressivi o riflessivi? Generosi o egoisti? Come fatto sociale ballare tango non è solo piacere, ma anche una responsabilità e spesso non ce ne rendiamo conto, perché manca in noi la consapevolezza che l’intesa non è una condizione naturale, ma necessita di una educazione, di regole di buon comportamento e di condivisione. Ballare ci rende liberi o schiavi a seconda della nostra capacità proprio di saper gestire corpo e sentimenti e l’equilibrio nelle relazioni non è innato. Si conquista per il proprio e per l’altrui benessere. Quel senso di fusione con l’altro che a volte viviamo con soddisfazione e con gratificazione, quando balliamo, diventa la chiave della felicità o la trappola che ci pone in una condizione di dipendenza. Infatti il desiderio di fusione, di perdersi nel partner, è adatto solo ad una condizione della nostra vita. Ai momenti di intimità, quelli in cui facciamo l’amore, consci che cadranno confini, perché ci lasciamo andare, abbandonandoci a noi stessi e al compagno. Un tango invece non è sessualità, non presuppone il concedersi completamente e il lasciarsi andare senza riserve. Richiede una presenza, la consapevolezza dei propri limiti e della propria individualità. La tensione – il pathos – è data proprio da uno spostamento continuo del baricentro fisico ed emotivo e che non deve trovarci impreparati. Quando invece sentiamo che nella danza il bisogno dell’altro è totale non stiamo più ballando, dipendiamo, e la dipendenza esprime sempre un disagio. L’elezione di anime che si scelgono è un con-

cetto goethiano e romantico, che ci nutre l’intelletto e suggestiona i cuori, ma la quotidianità è fatta di contratti e di mediazioni. Ogni coppia, nel tango come nella vita, ha le sue leggi, uniche, originali, elette in maniera esplicita o silente dai suoi due componenti. Qualsiasi scelta dell’anima, anche la più profonda, nulla può contro le banali avversità di un corpo che non risponde, di un odore non gradito, di una pista affollata che ci mettono costantemente alla prova, ed, essendo noi fatti anche di materia, ci confrontiamo prima di tutto con quei limiti che imbrigliano l’anima e che spesso non ne assecondano le inclinazioni. Ballare diventa bello e buono anche per questo, perché ci mette in difficoltà. Ci fa misurare con l’altro, schermo su cui proiettiamo il nostro sentire e le nostre vulnerabilità, e non è questione facile. Qual è la risposta a tutto questo in termini psicologici? Curare la propria autonomia, rendersi persone libere nel movimento come nel vivere. Pensare che il tango funziona se l’applicazione del principio di libertà riguarda prima di tutto la nostra capacità di gestirci e di darci delle regole. Il tango non può essere solo sentimento. Richiede concentrazione e volontà di crescere. Prevede un aspetto tecnico e la disciplina che ci consente di apprenderlo. Il nostro essere da questo punto di vista esigenti con noi stessi ci offre l’opportunità di essere più disponibili, accoglienti e fluidi nel dialogo corporale che si instaura tra noi e la persona con cui abbiamo scelto di condividere la tanda. E che soddisfazione camminare con l’altro, quando siamo consapevoli di saper camminare da soli! Zuleika Fusco

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curiosando recensioni libro • Amore… a passo di Maria Calzolari

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Una storia di passione e amicizia che parla la lingua di una danza sensuale e avvolgente. “La Magia di un tango si sente, come se un’energia particolare fluisse tra due corpi. La sua mano sinistra, ferma e delicata, stringe la mia. Balliamo. Balliamo per ore. Balliamo e viviamo. I nostri corpi volteggiano al ritmo della musica… condividiamo tempo e spazio. Condividiamo emozioni.“ Un esordio letterario vivace e spontaneo quello dell’autrice bolognese in cui il tango fa da cornice alle emozioni di Maggie e Sara, amiche d’infanzia che scopriranno, tra insicurezze, fragilità, fantasie, un nuovo modo di percepire il loro corpo e i loro sentimenti. Il tango diventerà un canale privilegiato di conoscenza di sé e dell’altro, rivelerà emozioni che abitano nel profondo e soprattutto insegnerà loro a far uscire allo scoperto ogni sfumatura, femminilità, dolcezza, creatività, sensualità e insegnerà loro a ritrovarsi, ad azzerare le distanze con se stesse e con gli altri. “Ballare il tango è danzare la vita, con tutto ciò che siamo, sta solo a noi decidere se guardarci riflessi dentro quell’abbraccio, oppure no.” Un libro sicuramente da leggere! www.mariacalzolari.it

libro • Tango

Guida tecnica ai fondamenti e analisi dei comportamenti emotivi nella danza di Carlo Colajanni

“Il tango è chiaramente un’arte e come tutte le forme d’arte richiede conoscenza, disciplina e passione. C’è un unico strumento che il ballerino deve conoscere e saper usare: è il proprio corpo, un corpo i cui singoli elementi danzano all’unisono in perfetta armonia ed equilibrio tra loro e con quelli del proprio partner”. Così l’autore apre la prima parte del libro intitolata “I Fondamenti del Tango” una vera e propria guida ricca di dettagli, suggerimenti e consigli pratici che servono ad avvicinarsi allo studio della danza in maniera corretta, ottimizzando tempi e metodi di apprendimento senza perdersi nei meandri delle connotazioni stilistiche e delle “figure”. A questa parte più tecnica ne segue una seconda sui “Comportamenti emotivi del tango” in cui vengono analizzati gli aspetti psicologici, comportamentali ed emozionali del tanguero nel contesto “sociale” della milonga, cosa si può esprimere attraverso il tango, quali possono essere i punti di forza o i limiti di questa danza. Una lettura interessante non solo per chi si è avvicinato da poco al tango! Il libro è edito da Youcanprint. www.percorsotango.com 38



tango arts Maria Luisa Russo

Sono nata in una Sicilia di mare e di fuoco. Girovaga per il mondo, per il desiderio di conoscere il nuovo e la curiosità di scoprire gli uomini e le cose. La voglia di creare ed i sogni del costruire, mi portano a Roma ed alla laurea in Architettura. Architettando, architettando, passando per moschee e deserti, arrivo in Africa ed in Oman, per costruire case e cose. Tornata nella mia terra, creo ancora case, gusci di anime e sogni; ed ogni volta è un’avventura nuova. Poi il tango mi incontra e sono travolta da questa scoperta che cresce e cambia con me. Come un marinaio venuto da lontano che incanta, apre la porta del cuore e racconta storie, condite con poche gocce d’acqua.

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pintura de tango



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milonghe ed eventi in italia

ABRUZZO L’AQUILA La milonga di Camila… Domenica 20.30-02.00 @ Movi dance, Via B.Vecchioni 3, Tel. 348.2915008 MONTESILVANO (PE) La Milonga al Club La Balera Venerdì 22.00-03.00 @ La balera, Via F. Cavallotti 9/B, Tel. 340.3401442 MONTESILVANO (PE) Tango Club Sabato (a settimane alterne) 22.00-03.00 @ Via Verrotti 61, Tel. 368.534592 PESCARA Milonga Popolare della Tipografia Giovedì 22.00-02.30 @ Circolo Arci, Via Raiale 169, Tel. 328.3514207 PESCARA Gricel Domenica 21.00-02.00 @ Kidland, Via Ravasco 7, Tel. 348.8979928 CALABRIA REGGIO CALABRIA (San Gregorio) – La milonga di Reggiotango Venerdì 21.30-01.00 @ Scuola da ballo “Nuova fata morgana”, Via delle Industrie 6, Tel. 338.9853711 CASTROLIBERO (CS) Casita Calabriatango Milonga Tradicional Sabato 22.00-03.00 @ contradada Motta 10, Tel. 338.4996611 CAMPANIA SALERNO La Milonguita Giovedi 22.00-00.30 @ Corazon Al Sur Tango Club, Via Petrosino 2, Tel. 347.3591568 SALERNO La Milonga Argentina Sabato 22.00-02.00 @ Corazon Al Sur Tango Club, Via Petrosino 2, Tel. 347.3591568 Napoli Salon Baires Venerdi 22.30-03.30 @ Club Majestic, Via D.Padula 109, Tel. 348.2622770 Napoli La Milonga Porteña Venerdì E Sabato 22.30 @ Via G.Capuozzo 52, Tel. 081.2428567 Napoli Milonga Al Quater Venerdì 22.30-03.00 @ Quater, Via Diocleziano 400, Tel. 081.19570369 Napoli Salon Baires La Tardecita Domenica 20.00-01.30 @ Salon Baires, Via G.Piscicelli, 36 (Zona Chiaia), Tel. 348.2622770 Napoli Milonga Dominguera al Salone 44

Margherita Domenica 21.30 @ Via Verdi 5, Tel. 081.426097 Battipaglia (Sa) El Abrazo Sabato 22.00-02.30 @ Maminacafè, Tel. 393.388353799 Capua (Ce) Milonga Di Casertango Domenica (ultima del mese) 21.30-00.30 @ Ex-Libris, C.So Gran Priorato Di Malta, Tel 0823.622924 EMILIA ROMAGNA RIMINI La maquina tanguera Sabato o Domenica 22.00 @ Via P. Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN) Tel. 334.7693051 PARMA Carmin Cafe’ Sabato 22.30 @ Via Meazza 23/A Tel. 347.9658980 BOLOGNA La fabrika del tango Venerdì 21.30 @ Via Del Colle n.1 - San Lazzaro di Savena (Bo) Tel. 335.7032968 LIGURIA GENOVA Milonga Brava Sabato 22.30-03.00 @ Via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539 LOMBARDIA SOLA (BG) Milonga Malena Venerdi 22.00-02.00 @ Via Biagi, Tel. 340.6053315 BERGAMO Milonga de la Tarde Domenica 20.30-02.00 @ Via Bergamo 64 ss Briantea Cumo, Tel. 389.2716121 MARCHE CASTEL DI LAMA (AP) La milonga di tango Rodoldo Domenica 21.00-01.00 @ Via 232/ ma - zona industriale Campolungo Tel. 339.4868987 PESARO La casa del tango Venerdì 22.30-03.00 @ Via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403 PIEMONTE ASTI Milonga alma y pasion Sabato 22.00-02.00 @ Via al Mulino 8, Tel. 347.8890073 PUGLIA BARI La Milonga del Giovedi Giovedì 22.00-02.00 @ Reef (ex Cafè del Mar) Via Alfredo Giovine 60, Tel.333.2762572 GIOVINAZZO (BA) La Reuniòn Sabato 22.30-03.30 @ L’ancora, Via Fossato 64, Tel. 333.9241820 SICILIA PALERMO Milonga dell’Accademia di Danza

Sabato 21.30-02.00 @ Via D.Trentacoste 36, Tel. 327.3474116 TOSCANA FIRENZE Bailongo Milonguero Martedì 21.30-00.30 @ Via di Brozzi 312, Tel. 055.340166 FIRENZE La milonga del teatro Affratellamento Giovedì 21.30-01.30 @ Via Orsini 73, Tel. 055.340166 FIRENZE Milonga delle Caldine Sabato 22.30-03.00 @ Via Faentina 183, Tel. 055.340166 FIRENZE Buenos Aires Tango Club Domenica 21.30-01.30 @ Via Vittorio Emanuele 135, Tel. 055.496670 MASSAROSA (LU) La Chandelle Domenica 19.00-02.00 @ Via Casa Rossa 303, Tel. 333.7882977 FORTE DEI MARMI (LU) La Milonga del Forte (1° e 3° sabato del mese) Mercoledì 22.00-02.00 @ Via G. Montauti 6, Tel. 347.6565311 PONTELUNGO (PT) Mas Tango circolo Arci 21.00-24.00 @ Via Lucchese 85, Tel. 328.3119994 UMBRIA PERUGIA La Milonga di Alice Sabato 22.00-04.00 @ Via Alessandro Arienti 3, Tel. 340.4580573 PERUGIA Milonga del Atardecer Domenica 19.30-24.00 @ Via dei mestieri 13, Tel. 348.8762534 PERUGIA Music All Domenica 21.00-00.30 @ Music Hall, Via Ruggero D’Andreotto, 19 Tel. 348.7033658 - 349.3752408 TODI (PG) Milonga a Todi Sabato 21.30-03.00 @ Via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307 TERNI Interamnatango Domenica 21.30-01.30 @ strada di sabbione 28b, Tel. 333.7825680 VENETO SPINEA (VE) Contatto Sabato 22.00-03.00 @ Via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 SPINEA (VE) Contatto Domenica 20.00-01.00 @ Via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 VILLORBA (TV) El Garufa tango club Venerdi 22.00-02.00 @ Via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866


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partner della rivista El Tanguero

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scuole di tango in italia,

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LAZIO Lezioni a Roma Scuola Traspiè Piazza San Pancrazio 7 con Marco Evola e Paola Palaia Martedì 20.00 – 2° livello; 21.15 – Intermedi Giovedì 20.00 – Principianti assoluti 21.15 – Avanzati Venerdì dalle 21.00 alle 23.00 Pratica/Seminario di Milonga www.traspie.it

22.00 – Avanzati Mercoledì c/o Via dei Cessati Spiriti 89 20.00 – Intermedi 1 21.30 – Principianti assoluti Domenica c/o Via Appia Nuova 665 16.45 – Principianti 18.00 – Intermedi 2 19.30 – Avanzati www.tanguedia.net

Scuola Prati Tango Club Via Donatello 20 Lunedì con Pablo Moyano e Roberta Beccarini Scuola Royal Tango 20.30 – Principianti/Intermedi con Roberto Castrucci e Alessia Leoni 21.45 – Avanzati Lunedì c/o Via dell’Arcadia 108 Martedì con P. Moyano, R. Beccarini, 21.00 – Intermedio II M. Navone, C. Fusillo Martedì c/o Via Santa Lucia 12/a – 20.30 – “Figure in musica” Bracciano 22.00 – Tecnica di Coppia 20.00 – Principianti assoluti Mercoledì con Pablo Moyano e Giovedì c/o Via Romolo Gessi 6 Roberta Beccarini 20.30 – Principianti; 21.45 – Intermedi 20.30 – Intermedi; 21.45 – Milonga www.royaltango.it Giovedì con Mariano Navone e Claudia Fusillo Scuola Tango al Piso 20.30 – Principianti con Pablo Moyano e Roberta 21.45 – Intermedi/Avanzati Beccarini www.pratitangoclub.it Lunedì c/o Via Donatello 20 20.30 – Principianti/Intermedi Scuola La Violeta Tango 21.45 – Avanzati con Giulia Zimei, Maurizio Bovini e Martedì c/o Via Donatello 20 Luigi Vai 20.30 – Musicalità Lunedì c/o via A. Avoli 3/a 21.45 – Tecnica Femminile 20.00 – Principianti Mercoledì c/o Via Donatello 20 21.15 – Avanzati 20.30 – Intermedi/Avanzati Martedì c/o Via Pellegrino Matteucci, 21.45 – Lezione di Milonga 98 Giovedì c/o Circonvallazione Appia 18.30 – Principianti 107 Mercoledì c/o Via Pellegrino Mat20.00 – Principianti Assoluti teucci, 98 Domenica c/o Via Fracassini 60 19.45 – Intermedi 17.00 – Principianti assoluti 21.00 – Principianti 18.15 – Principianti Intermedi Sabato c/o via Locri 42 www.robertabeccarini.com 19.00 – Principianti www.lavioletatango.it Scuola Artetoiles Via di Casal Boccone 102/b Scuola Baile de Oro Lunedì con Fabiana Fusaro e Mariano con Massimo Pianelli e Elena Rojeva Navone Mercoledì c/o Via dei Piani di Monte 21.30 – Avanzati Savello, 48/b – Albano Laziale Martedì con Fabiana Fusaro ed Ema- 20.30 – Principianti nuele Zangara 22.00 – Intermedi /Avanzati 20.30 – Principianti assoluti Giovedì c/o Via Fratelli Wright, 47 – Mercoledì con Fabiana Fusaro ed Ciampino Emanuele Zangara 21.00 – Principianti 20.30 – Intermedi Venerdì c/o Piazzale delle Regioni, Venerdì con Fabiana Fusaro e Claudio 19 – Pomezia Jurman 21.30 – Principianti 21.15 – Intermedi I /II Sabato c/o Riviera Zanardelli, 76 – Domenica con Fabiana Fusaro, MaAnzio; 19.00 – Livello Unico riano Navone e Pablo Garcia www.bailedeoro.com a domeniche alterne, seminari Lezioni a Rieti tematici Scuola Istinto Tango www.artetoiles.it con Andrea De Dominicis e Helga Scuola Tanguedia Corpora con Dario Pizzini ed Emanuela Giovedì c/o Viale Maraini 75 Pansera 19.30 – Principianti assoluti Lunedì c/o Via degli Olimpionici 7 21.00 – Intermedi 19.30 – Principianti assoluti www.istintotango.it 20.45 – Intermedi 1 LOMBARDIA 22.00 – Avanzati Lezioni a Milano Martedì c/o Via Angelo Battelli 6 Scuola di Tango 19.30 – Principianti assoluti con Selene Gamba e 20.45 – Intermedi 1

Alessandro Antonucci Lunedì c/o ABC Dance 20.00 – Principianti Via Taormina 9 – Busto Arsizio (VA) Lunedì c/o Jungle Gym 22.00 – Avanzati Via Sabonet 1 Vercelli Martedì c/o Il Melograno 20.30 – Principianti 21.30 – Intermedi Avanzati Via Novara 25, Castellanza (VA) Giovedì c/o Love Dance 21.00 – Principianti via Garibaldi 84 – Carnago (Va) Venerdì c/o Alkimia Tanguera 20.30 – Principianti 21.30 – Intermedi/Avanzati Viale dei Fontanili 49 – Rho (MI) www.selenegamba.com CAMPANIA Lezioni a Salerno Accademia Corazon al Sur di Neri Piliu e Yanina Quiñones Via Nicola Petrosino 2 Lunedì 20.00 – Principianti assoluti 21.30 – Avanzati Martedì 21.00 – Tecnica Femminile Mercoledì 20.00 – Pratica Guidata 21.00 – Intermedi Giovedì 21.00 – Lezione di Milonga Dalle 22.00 Milonguita www.corazonalsurtangoclub.com ABRUZZO Lezioni a L’Aquila Scuola Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Domenica c/o Via Rocco Carabba 17 17.00 – Principianti assoluti 18.30 – Intermedi I Lunedì c/o Piazza San Bernardino 4 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi II/Avanzati www.istintotango.it Lezioni ad Avezzano (AQ) Scuola Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Martedì c/o Via Tiburtina Valeria Km 111,500 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi /Avanzati www.istintotango.it Lezioni a Montesilvano (PE) Scuola Calesita c/o Via Verrotti 61 con Gianluca Viola e Monica Chiavarini Lunedì 20. 00 – Intermedi II 21.30 – Intermedi I Martedì 20.00 – Principianti 21.30 – Principianti assoluti Mercoledì 20.00 – Principianti assoluti 21.30 – Pratica livello unico www.calecita.it

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milonghe a roma

LUNEDI’ La Pulperia 22.30-02.00 Via L. F. De Magistris 91 328.1249409 MARTEDI’ MILONGA DI TRASPIE’ 22.30-01.00 P.zza San Pancrazio 7 339.7627738 MILONGA DEL BARRIO 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 SAN SALVADOR 21.00-02.00 Via dell’Oceano Atlantico 271 339.8209385 TANGOFFICINA 21.00-01.30 Via Cupa 5 338.1104076 MILONGA DOUBLEART 22.30-02.00 Via degli Ausoni 84 349.4018084 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MERCOLEDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga Sin Rumbo 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 OBSCURA 23.00-03.30 Via Locri 42 333.2650562 ANTIGUA MILONGA 21.45-02.00 Via Cupa 5 342.7719084 CAFETIN DE ROMA 22.00-01.30 Via Bordoni 50 347.6937644 GIOVEDI’ SIN PALABRAS 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 QUERER 22.00-02.00 P.le K. Adenauer 12 o 46

Via Ciro il Grande 348.3862271 IL GIARDINO DEL TANGO Cachirulo 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 KRIMINAL TANGO (a giovedì alterni) c/o Spartaco 22.00-03.00 Via Selinunte 57 VENERDI’ EL ARRABAL 22.30-03.00 Via Luigi Bombicci 60 392.8481847 MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 TANGUERA 22.30-03.00 Via degli Angeli 146 342.7719084 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga dell’Abbraccio 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 LA MILONGA DELLE CILIEGIE (4° venerdì del mese) 22.30-03.00 Via delle Ciliegie 42 328.1516410 MALQUERIDA Milonga queer 22.30-03.00 Via Macerata 9 347.870 8871 SABATO RECOLETA 44 22.30-03.00 Via Deserto Di Gobi 44 339.4366587 CONVENTILLO c/o Arca Dancing 22.30-03.00 Via degli Angeli 146 335.435473 MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 MILONGA CLASSICA c/o Spazio Diamante 22.30-03.00 Via Prenestina 230 B 346.3481823 IL GIARDINO DEL TANGO La Milonga de los Artistas

22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 TANGOFFICINA 22.30-03.00 Via Cupa 5 360.602693 - 06.9374270 MIO TANGO - GRICEL (2° e 4° sabato del mese) 22.00-02.30 Via Filoteo Alberini 53 329.9170544 LA MIRADA 22.30-04.00 c/o Los Latinos, Via della Divina Provvidenza 90 06.66411175 MILONGA CASA DEL TANGO 18.30-22.00 Via dei Gordiani 401/413 331.3725008 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MILONGA DELLE CILIEGIE (2° sabato del mese) 22.00-03.00 Via delle Ciliegie 42 328.1516410 DOMENICA MILONGA ASSISI 33 20.00-01.00 Via Assisi 33 338.7440845 LA MILONGA DEL BARRIO 21.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 LA MILONGA PIGRA 17.30-23.30 Via Capistrano 36 LA MILONGA DI ALICE 20.00-00.00 Via Romolo Gessi 6 340.4580573 TANGOFFICINA Tè Tango 18.00-21.00 Via Cupa 5 360.602693 - 06.9374270 IL MITREO 21.30-01.30 Via M. Mazzacurati 63 333.5300844 TANGO BAR 18.30-23.00 Via Macerata 9 06.70301101 POMERIDIANA AL BESO c/o Saturno dancing 19.00-22.00 Via Appia Nuova, Km 17.800 366.7178018


milonghe a milano

LUNEDI’ Puro Tango 21.30-01.30 @ Via Gallarate 200, Tel. 334.9540036 COMoUNAvez 22.30-02.00 @ Via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 MARTEDI’ Le Banque 19.00-02.00 @ Via Porrone Bassano 6, Tel. 02.86996565 La milonga del Sio 22.00-02.00 @ Via Temolo 1, Tel. 347.7588350 Arcibellezza 22.30-01.30 @ Via Bellezza 16/a, Tel. 347.2446899 Maison Milano 22.30 @ Via Montegani 68, Tel. 02.89540234 MERCOLEDI’ Cafè Caribe 22.30-02.00 @ Via Natale Battaglia 12, Tel. 02.312922 La parada del miercoles 22.30 @ Shangai caffè, Via Giovanni Battista Sammartini 124, Tel. 333.6177426 GIOVEDI’ La Mariposa 22.00-02.00 @ Via Prandina 31, Tel. 338.2877110 VENERDI’ Tangoy 22.30-02.00 @ Via Monza 140, Tel. 334.5240235 La Liberty di Casa Cambalache 22.30 @ Largo Marinai d’Italia 1, Tel. 333.4711727 Che Bailarin 22.00 @ Via G.Watt 5, Tel. 334.9837399 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ Via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105 COMoUNAvez 22.30-03.00 @ Via Parenzo 7,

Tel. 329.6541562 SABATO Milano Milonga 21.30 @ Via Riva Di Trento 5, Tel. 333.3749663 La Mariposa 22.00-02.00 @ Via Prandina 31, Tel. 338.2877110 Milonga de Las Brujas 22.00 @ Via Granelli 1, c/o Il Maglio, SESTO SAN GIOVANNI Tel. 339.6819769 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ Via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105 Milonga Dorada 22.00 @ Via Amendola 21, Paderno Dugnano - Tel. 339.3810993 COMoUNAvez 22.30-03.00 @ Via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 DOMENICA Milonga Shuheta 18.30 @ Via R. Livatino 8 - Melzo, Tel. 333.4393430 Milonga del Treno 21.30 @ Via San Gregorio 46, Tel. 02.6700479 Sentimento Gaucho 21.30 @ c/o Principe - Viale Jenner 67, Tel. 02.69018437 Milonga Pensalobien 19.00 @ Via Tito Speri ang. Via Maroncelli 8 Milonga La Viruta 21.30 @ Via F.lli Gracchi, 39 Cinisello Balsamo, Tel. 340.6053416 Milonga Dorada 21.00 @ Via Amendola 21, Paderno Dugnano Tel. 339.3810993 Milonga La Baldosa 21.00 @ Via Albano 1 Cesano Maderno Tel. 348.2791077

Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre in corso) dai diretti interessati. I dati verranno ricompilati da capo dal prossimo numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione non è pertanto responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze. Per inserire e/o modificare i dati scrivere a redazione@eltanguero.it 47



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