El tanguero numero 15

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ll’apparire delle prime brume autunnali, dopo un’estate rannuvolata e piovosa che poco ha concesso all’abbronzatura dei vacanzieri, si ripropongono da parte di scuole e accademie di tango i riti iniziatici che dovrebbero avviare e modellare primi e secondi passi di allievi sempre ansiosi di scendere in pista e popolare le italiche milonghe fino al prossimo Calendimaggio e oltre. Molte sono ormai le “parejas” di grido che, dalle Alpi al Lilibeo, hanno scelto lo stivale come sede delle loro esercitazioni pedagogiche a denominazione di origine controllata. Ne risulta così arricchita l’offerta didattica anche sul piano della qualità, con ricadute che ci si augura positive sull’esercizio diffuso di un ballo non sempre esteticamente ineccepibile quando dal chiuso delle scuole si trasferisce nelle esuberanti “ronde” milonguere. Del resto basta intromettersi, in modo più o meno clandestino, nelle conversazioni tematiche che affiorano dall’oceano mare della rete per misurare tutta la distanza tra una poliedrica espressione culturale e la sua pratica così come viene recepita nella realtà delle milonghe del Belpaese, secondo variabili in cui al primo posto si colloca spesso “altro” rispetto alla godibilità della musica offerta da vecchi e nuovi “musicalizadores” o del ballo vissuto come incontro tra persone, oltre che come evento tecnico di auspicabile mutua gratificazione. L’elemento positivo, in un contesto quanto mai vario e magmatico, è che si osserva una continua crescita della domanda e dell’offerta, segno che il tango si va affermando anche come tendenza fino ad acquisire una visibilità nuova, da autentico protagonista, nel panorama della società italiana. Non è un caso quindi se anche le “parejas” più note ed affermate tendono a fare rete tra loro ed a proporsi sul palcoscenico con sofisticate ed elaborate coreografie al servizio di temi narrativi in cui vengono messe alla prova creatività e professionalità. Abbiamo citato le scuole, ma accanto a queste dobbiamo registrare lungo l’arco delle quattro stagioni il dispiegarsi di un’ampia e variegata offerta di vacanze a tema e di “stage”, spesso di alto livello, dov’ è possibile coniugare lezioni e pratica, seguite dal tradizionale intrattenimento in milonga. Da questa marea montante di note e di colori nemmeno Piazza San Pietro verrà risparmiata, grazie all’appuntamento che il prossimo 17 dicembre vedrà convergere per la grande “Milonga Illegal” un singolare popolo di “devoti” che festeggeranno a passo di tango il genetliaco del Papa argentino. Un avvenimento in controtendenza e di buon auspicio per il futuro, considerando che ad una bassa pressione pressoché generalizzata il tango sembra volersi sottrarre grazie alla sua indiscutibile capacità di motivare e insieme di divertire un numero sempre maggiore di persone di ogni ceto e di ogni età. Rischiando di peccare per eccesso di ottimismo, a noi di “El Tanguero” questo appare un segnale molto positivo. Pier Paolo Pedriali

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El Tanguero Anno V n° 15 Ottobre-Dicembre 2014 Rivista periodica trimestrale di cultura tanguera rioplatense a cura dell’Associazione TangoJazz Scaricabile online Abbonamento annuale cartaceo €20 per 4 numeri Editore Associazione TangoJazz Direttore editoriale Andrea De Dominicis Direttore artistico Helga Corpora Direttore responsabile Pier Paolo Pedriali Grafica e impaginazione Montag Frazier gianfrancodefelice2012@gmail.com Redazione redazione@eltanguero.it Pubblicità e abbonamenti info@eltanguero.it +39.348.2915008 +39.328.4830095 Collaboratori Paolino Fierro Zuleika Fusco Mario Abbati Memè Enrico Vecchiotti Michele Mollica Josè Capuano Stampa Grafica Ripoli snc Via Paterno-Villa Adriana Tivoli (RM) Reg. al Tribunale di L’Aquila n° 6/2010 del 21/07/2010 Iscrizione al ROC n° 20287 del 08/11/10

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Indice il mondo del tango Maestri di tango

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Codici della gelosia

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Centenario Anibel Troilo

A tu per tu… DJ di tango: Andrea Dedò Organizzatori: Tommaso Battaglia e Paola Perruccio

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tango arts Tango Rouge Company

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Pedro Benavente

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Noches de Buenos Aires El Indio di Buenos Aires

curiosando News & Pillole Tangueri impossibili

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Psicotango

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Recensioni

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Federico, il rubacuori del tango Donna e tango

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tango agenda pag 42 Festivalmap Milonghe, eventi, scuole pag 44/47


ilmaestri mondo del tango di tango

centenario

ANIBAL TROILO 1914-2014

Troilo ed il suo stile: la decade d’oro Quest’anno corre il centenario di uno dei bandoneonisti e direttore d’orchestra più grande della storia del tango se non il più grande! Nasceva infatti l’11 luglio 1914 Anìbal Carmelo Troilo. La rivista “El Tanguero” ha giustamente pensato di dedicare la copertina ad un così importante evento.

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Anibal Troilo, detto “El Gordo”, “Pichuco, el bandoneón mayor de Buenos Aires”, il “Budda impomatato”. Forse solo Carlos Gardel ebbe più soprannomi di lui. Fu la figura del tango più amata dai suoi contemporanei e la più rispettata dalle nuove generazioni. Il suo lavoro comprende non solo le grandi creazioni, anche le interpretazioni sono pietre miliari nella storia della musica urbana di Buenos Aires. El Gordo “Pichuco” rappresenta un pezzo di storia non solo del tango, ma della stessa notte porteña. La sua vita artistica che è coincisa con il periodo migliore del tango argentino ha regalato al mondo opere di tal livello, che hanno permesso di superare la visione del tango “con la rosa in bocca” e di far conoscere ed apprezzare l’”olor a tango” delle notti di Buenos Aires. Il potere evocativo del suono del bandoneon di Troilo, il cosiddetto “singhiozzo” è tale da trasportare immediatamente l’ascoltatore a Buenos Aires, quantunque non vi sia mai stato. Era un frequentatore delle milonghe, un

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personaggio delle notti porteñe, sempre circondato, sebbene non avesse nobili origini, da quanto di meglio esprimesse la cultura argentina del tempo. Homero Manzi, José María Contursi, Enrique Cadicamo, Homero Exposito, Enrique Santos Discepolo erano suoi amici. La leggenda vuole che un giorno Pichuco a dieci anni, giocando a calcio in strada, scagliasse il pallone dentro un caffè del suo quartiere. Correndo a raccoglierlo venne folgorato da un suono magico proveniente dal locale; entrò e vide un greco che suonava uno strumento stranissimo e mai visto. Pichuco rimase ad ascoltarlo incantato. Fu così che Pichuco incontrò il bandoneón e il bandoneón incontrò Pichuco. Il giorno dopo Troilo convinse la madre a comprare il bandoneón da cui non si separerà più per tutta la sua carriera fin quando come scrisse un poeta “il 18 maggio 1975, il bandoneon gli cadde dalle mani”. Benché giovane, grazie alle sue grandi doti di strumentista – fu il primo bandoneonista capace di passare dal legato allo staccato senza soluzione di continuità – Troilo suonò nelle maggiori orchestre dell’epoca, da quella di De Caro a quella di D’Agostino a quella di D’Arienzo. Raramente il dipanarsi della storia del tango ha espresso un equilibrio di forma ed un gusto d’arrangiamento come quelli testimoniati dalla musica dell’orchestra di Anibal Troilo. La figura di questo bandoneonista, compositore e direttore d’orchestra, giustamente ricordata come una delle più rappresentative nell’ambito dell’evoluzione musicale bonaerense, si impose non solo per le capacità tecniche tramite cui seppe recare una nuova espressività del suo strumento, quanto per uno stile di conduzione orchestrale improntato ad un buon gusto e ad un senso della misura eccezionali, ed al contempo capace di grande espressione sentimentale. La modalità esecutiva della sua orchestra andò conservando questa natura, anche al netto delle differenti formazioni e degli alti e bassi che le mutate circostanze dell’ambiente musicale e storico degli anni ‘60 e ‘70 determinarono. Pichuco rifinì l’idea musicale che era andata emergendo chiaramente fin dalle prime incisioni, scegliendo a tal fine i musicisti di volta in volta più adatti ad incarnarla. La tensione che senza posa guidò Troilo alla ridefinizione dei ruoli nell’orchestra, del rap-

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porto tra questa ed il suo strumento, e tra gli strumenti ed il testo dei tanghi delineano un insieme strutturato di intenti espressivi che consentono di parlare di una vera e propria poetica musicale. Se si riguarda alle circostanze che portarono all’esordio della sua prima orchestra e poi alle caratteristiche che innervano le prove discografiche dei primi anni ‘40, salta subito all’orecchio l’eccezionalità di quel primo tempo troileano, riconosciuto dagli appassionati come una delle pagine più preziose della decade d’oro del tango. Sia per i musicisti che per i ballerini, infatti, gli anni ricordati anche per collaborazione col cantante Francisco Fiorentino rappresentano un tesoro nel tesoro. Guardare a quel periodo significa dischiudere le ragioni dello sviluppo strumentale della sua orchestra ma anche dell’intera espressività musicale del tango. Nel repertorio di questo fortunato periodo musicale sono numerosissimi i brani che si potrebbero prendere come esemplari. Alcuni di essi sono dei capolavori del genere, perfettamente compenetrati con l’ispirato stile di Pichuco, tanto che è normale chiedersi quanto l’ispirazione dei compositori che lavorarono con lui debba al suo tocco e alla sua modalità interpretativa. En Esta Tarde Gris, incisa nel 1941, è sicuramente uno di questi brani. Quando la sua prima vera Orchestra debuttò presso il Cabaret Marabù, Anibal Troilo non aveva ancora compiuto ventritre anni, ma la sua esperienza nell’ambiente del tango lo aveva già portato ad affiancare tutte le figure leggendarie della sua epoca. Fu un accumularsi di esperienze come a pochi altri musicisti è toccato in sorte, e merita di essere riassunto per sommi capi. “El bandoneon mayor de Buenos Aires”, come lo avrebbe chiamato il poeta lunfardo Julian Centeya, mosse i primi passi da musicista da ragazzino, se vero che già nel 1927, tredicenne, lo troviamo ingaggiato per la stagione del Cine Palace Medrano a capo di un Quinteto che, come era in uso a quel tempo, accompagnava la proiezione delle pellicole mute. Nella fattispecie questa sua primissima formazione si alternava con un’orchestra jazz diretta dal pianista Antonio Tanturi, fratello di Ricardo. Dopo altre esperienze minori, nel 1929 Troilo ebbe l’occasione di suonare per un paio di mesi nell’orchestra condotta dal bandoneonista Juan Pacho Maglio, una celebrità già all’epoca, per poi approdare nel Sexteto del violinista Alfredo Gobbi.


Fu proprio in quest’ultima formazione che avvenne l’incontro col pianista Orlando Goñi, un musicista che si rivelerà essenziale nella definizione della futura orchestra di Troilo. Nel 1930 Pichuco approdò in una formazione che per gli appassionati ha contorni quasi mitologici. Benché non vi sia alcun documento sonoro che possa renderne testimonianza diretta, bastano i nomi dei musicisti che la costituirono a giustificarne la memoria: diretta dal pianista Osvaldo Pugliese e dal violinista Elvino Vardaro, vedeva Gobbi al secondo violino, Luis Adesso al contrabbasso, Troilo e Miguel Jurado ai bandoneones. Quest’ultimo venne presto sostituito da chi sarebbe diventato uno dei maggiori ispiratore dello stile strumentale di Troilo, il cordobese Ciriaco Ortiz. Nel 1932 è Julio De Caro ad integrarlo in un grande organico (secondo un certo intendimento sinfonico che agli inizi degli anni ‘30 si andava affermando) composto da due pianoforti, cinque violini, cinque bandoneones, due contrabbassi ed un cantante. In questa circostanza Pichuco ebbe l’occasione di lavorare fianco a fianco con un’altra figura di prima grandezza nella storia del bandoneon, Pedro Laurenz. La grande capacità strumentale porterà Troilo a suonare con tutti gli altri protagonisti maggiori del tango anni ‘30. Si avvalsero del suo bandoneon

le orchestre di Juan D’Arienzo, Angel D’Agostino, Luis Petrucelli e la Típica Victor, diretta all’epoca da un altro bandoneonista di gran fama, Federico Scorticati. Prima di esordire con una formazione che portasse il suo nome Troilo accompagna il trio di Lucio Demare, appare nell’orchestra di Juan Carlos Cobain e quindi in quella di Ciriaco Ortiz, alternando esibizioni in teatro, locali ed alla radio. Poco più che ventenne, dunque, Troilo si trova ad avere avuto esperienza e confronto con i più grandi strumentisti che il bandoneon avesse espresso fino ad allora, nonché con i più importanti direttori d’orchestra. E si arriva quindi a metà del 1937, quando il Cabaret Marabù interpella Troilo per un ingaggio che prevede uno spettacolo pomeridiano ed uno serale. Il primo luglio di quell’anno il cartello davanti al Marabù proclama: “Todo el mundo al Marabú la boite de más alto rango donde Pichuco y su orquesta harán bailar buenos tango” Esordisce così l’orchestra Pichuco, e per l’occasione tutti i musicisti indossarono un completo blu confezionato dallo stesso cantante dell’orchestra, Francisco Fiorentino, ex sarto oltre che ex bandoneonista. I primissimi anni di attività l’orchestra di Anibal Troilo sono fitti di appuntamenti, un po’ per il periodo particolarmente felice per il tango, ma

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soprattutto per la qualità musicali espressa dalla formazione, il che portò immediatamente un notevole successo di pubblico. Come quasi tutti i suoi contemporanei, anche Troilo si affida alla pulsazione rapida che aveva portato D’Arienzo ed i suoi emuli ad un’enorme popolarità presso il pubblico del ballo. Le prime incisioni dell’orchestra (Comme il Faut e Tinta Verde, del 1938) presentano vistosamente l’impronta della marca ritmica allora in auge. Tuttavia fin da questi primi documenti sonori l’ascoltatore attento può ritrovare elementi di cesura con il modo interpretativo dell’epoca. Oltre alla perizia tecnica della sezione ritmica nello spingere impeccabilmente la rapida marca darenziana, infatti, si avvertono fin da queste prime prove i segni di un’impostazione che, benché in uno stato embrionale, additano un esito diametralmente opposto a quello di D’Arienzo. La musicalità espressa dall’orchestra, intanto, è eccellente: il calore interpretativo e la misura degli interventi strumentali additano un’espressività che è per natura agli antipodi dell’inesorabilità ritmica dell’estetica darienziana. Soprattutto, si coglie una complessità d’arrangiamento che volge a spezzare la meccanica del compas serrato cui il direttore più celebrato dai ballerini dell’epoca sottometteva ogni altro aspetto musicale: alcuni frammenti melodici e in generale l’approccio al pezzo fanno della serrata veste ritmica, per l’appunto, solo una veste attraverso cui si intravvedono intenzioni che di lì a poco si andranno precisando. È bene ricordare che l’ispirazione di Troilo è e sarà sempre irriducibilmente decareana, ovvero dedita ad una ricerca armonico-melodica che in D’Arienzo, a prescindere da come la si pensi sul suo ruolo nella storia del tango, indiscutibilmente latita. La strutturazione di queste tensioni dell’orchestra, già presenti nei due primi brani del 1937, si coglie più chiaramente nelle registrazioni che, a partire dal 1941, vedranno Troilo impegnato con le edizioni RCA, casa con cui il musicista rimarrà legato per tutti gli anni ‘40. Nel percorso dell’orchestra lungo la decade de oro, che produce risultati sempre molto ballabili, riluce un vieppiù cospicuo arricchimento strumentale e di arrangiamento che, oltre alla maturazione di un’intuizione estetica già felice in origine, beneficia dall’ingresso nella formazione di strumentisti sempre di assoluto valore. Tra gli altri, non si può

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non ricordare l’arrivo nel 1939 di Enrique Kicho Diaz al contrabbasso, che con Pichuco incise circa 300 brani lungo un ventennio. Nello stesso anno la fila dei bandoneones si arricchì di un talentuoso diciannovenne di nome Astor Piazzolla. Gli aneddoti circa il freno che il direttore dovette reiteratamente porre alla costante tensione innovativa di Piazzolla, cui erano demandati anche compiti di arrangiatore, non fa che confermare la fermezza con cui Troilo salvaguardò la propria idea di orchestrazione, oramai definita, seppure dalle invenzioni di un vero e proprio genio della musica. La maturazione estetica costante ed originalissima di questi anni, di sicura cifra tanghera, rese Troilo un personaggio emblematico di un’epoca che, anche grazie a lui, si definì d’oro: in ciascuno dei suoi brani riluce il lavoro svolto al suo strumento e nel rapporto con tutta la formazione, tanto che ciascuno di essi potrebbe essere preso ad esempio per illustrare i tratti sostanziali dell’ammirato stile del giovane Troilo. Un tratto di sicura rilevanza risiede nell’equilibrio formale tra le varie sezioni orchestrali. A partire dalla lezione di De Caro, Pichuco distende la sua musica attraverso un’equilibrata distribuzione strumentale, e la orna con un contrappunto sempre di ottima fattura; col passare del tempo, peraltro, il ritmo va rallentando, dispiengando un ventaglio più ampio di ruoli e funzioni per le diverse sezioni strumentali. Di incisione in incisione la modalità esecutiva va quindi connotandosi come sempre più elastica, seppure con formazioni e strumen-


tazioni differenti ma efficacemente guidate dalle linee guida dell’estetica troileana. In questo equilibrio strumentale un ruolo di primo piano è ricoperto dal pianismo di Orlando Goñi, su cui si basa l’approccio ritmico dell’orchestra. Goñi era un pianista eccellente per la sua epoca, con una mano sinistra solida e densa, capace di supportare la trama ritmica dei brani, ed una mano destra dal fraseggio personalissimo, dedita al rubato ed alla sincope.

Il marchio distintivo di Goñi è proprio nel tessuto morbido ed elastico che quelle notas sveltas non fanno mai mancare sui toni bassi. In questo senso è possibile definirlo agli antipodi di Rodolfo Biagi, il pianista che caratterizzò lo stile di D’Arienzo: quanto questi si concentrava sul tutto acuto, accelerato, tagliato, dissonante, nervoso, fin aggressivo, così Orlando Goñi era dedito agli accordi legati, all’uso importante dei toni gravi nel fraseggio, al

La sua è una forma assai particolare di condurre l’orchestra, che tanto deve del suo approccio ‘elastico’ proprio alla marcazione di Goñi. Il suo stile strumentale ha qualcosa di informale, probabilmente derivato dai pianisti jazz suoi coevi, come anche la sua attitudine all’improvvisazione conferma. Eppure il suono risulta del tutto tanghero, caratterizzato da un predominio dei bassi bordoneados, tendenti a trasporre nel lavoro della mano sinistra il ruolo ritmico ed armonico che nel tango delle origini era stato della chitarra (bordona).Si prenda ad esempio l’esecuzione di C.V.T., che vede il piano come protagonista dell’orchestra con tutte le sue peculiarità stilistiche.

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tempo rubato, al suono morbido ma ricco di pause e fantasiose sincopi grazie a cui l’articolazione ritmica dell’intera orchestra si andò via via distinguendo. Non è senza significato che i pianisti che succedettero a Goñi dopo il suo addio all’orchestra nell’autunno del 1943 (e poco più di un anno dalla sua prematura scomparsa a causa degli abusi di una vita bohemienne) mantennero la stessa modalità esecutiva dando continuità timbrica alla formazione di Troilo, e questo almeno fino all’ingresso in formazione di Orlando Berlingheri, negli anni ‘50. In generale il fiuto dimostrato da Troilo per la qualità dei musicisti scelti in vista del perseguimento della propria linea musicale è innegabile, e tale resterà fino al termine della sua carriera. Lungo gli anni di cui ci stiamo occupando e più in generale per tutta la decade dei ‘40 gli arrangiamenti della sua formazione andarono arricchendosi e dispiegandosi in una sorprendente varietà strumentale, grazie al lavoro d’orchestrazione prima di Piazzolla, e poi di Emilio Balcarce e Argentino Galvan.

Va da sè che sarebbe del tutto scorretto ricondurre il successo della sua orchestra e la qualità delle interpretazioni al valore dei musicisti che vi collaborarono giacchè, si è già accennato, fu il direttore a disciplinarli secondo una sensibilità ammirevole ed un buon gusto universalmente riconosciuto. La sua orchestra seppe imporsi ed imporre da lì in poi un uso molto raffinato e misurato del chiaroscuro: grazie ad improvvisi cambi di velocità, pause, ben dosati passaggi dal forte al pianissimo, Troilo seppe guidare la sua formazione ad un’espressività ad allora inusitata. In tal senso è inevitabile spendere qualche parola sul suo bandoneon. Come ha efficacemente riassunto Luis Adolfo Sierra: “Troilo riuniva nel suo stile la delicatezza sonora di Pedro Maffia, la brillantezza armonica di Pedro Laurenz, e l’inconfondibile ‘fraseo octavado’ di Ciriaco Ortiz. Il tutto attraverso una maniera personale, la maniera Troilo, a giudizio di molti autorevoli opinioni il più completo esecutore di bandoneon del nostro tango”. In effetti le qualità esecutive di Troilo sono straordinarie, con quella capacità tecnica nel dosare legati e staccati in fraseggi di grande effetto, soprattutto grazie alla sua maestria nel rubato. Questo elemento non è da intendersi come mero espediente tecnico. L’esecuzione non metronomica (non puntuale) nella quale ogni ritenuto o rallentando viene subito compensato da un accelerando o viceversa è frutto di un’intenzione espressiva che al contempo se ne nutre e se ne rafforza; il lavoro di Pichuco al suo strumento è ricco di queste evasioni dalla quadratura ritmica, volto costantemente a sottolineare questo o quell’elemento della melodia. Il risultato espressivo come detto è unico, tanto da rendere il suo stile strumentale inconfondibile nella sua emotività. Horacio Ferrer ha parlato del rubato di Troilo come di una “sempre inattesa maniera di sentire e di trattare la frase nella divisione ritmica, incantevole miscuglio di logica e di capriccio”. Riassumendo, l’orchestra di Troilo vede emergere e maturare una perizia tecnica ed un equilibrio formale fra le varie sezioni strumentali con intenti fortemente espressivi, dando l’avvio ad una nuova modalità di orchestrazione che caratterizzerà tanta parte delle formazioni degli anni ‘40. Tuttavia, il discorso rimarrebbe monco se non si mettesse più in luce l’elemento centrale e fondante della sua poetica musicale, ovvero ciò che diede il senso estetico dell’approccio musicale di Pichuco.

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Come può evincere l’ascoltatore attento, e come le testimonianze dello stesso direttore e di chi ha lavorato con lui confermano, al fondo della sua ispirazione vi fu la passione verso storie e situazioni che fossero il paradigma di un sentimento doloroso del vivere. La spinta verso quella musica era insomma aderente ad una sensibilità volta a cogliere la precarietà delle situazioni umane, la transitorietà dei rapporti, l’incertezza dell’esistenza. Forse la più ammirata qualità di Troilo sta proprio nel mirabile equilibrio con cui seppe travasare questo modo di sentire in un sistema musicale disciplinato e curato fin nei dettagli, sorvegliato costantemente da un senso della misura senza il quale sarebbe stato piuttosto facile far scadere tanta tensione espressiva e, potremmo dire, esistenziale, in uno sterile patetismo melodrammatico. La sensibilità particolarmente pronunciata e l’attitudine naturale all’introspezione sono state spesso descritte da quanti lo conobbero; lo stesso atteggiamento del corpo che ci rimandano i vecchi filmati, lontano dai cliché sopra le righe del tanguero, quel socchiudere spesso gli occhi mentre suonava e di cui non seppe dare una ragione sono immagini care agli appassionati. Il poeta Alberto Mosquera Montana ricorda che: Troilo era un uomo molto, molto dolce. Non era solo una posa il socchiudere gli occhi: era la meditazione, una meditazione non esibita, aveva un intero mondo musicale dentro di sè. Non aveva i comportamenti del tipico uomo di tango, si muoveva appena; si alzava, salutava, poi si sedeva ancora, e prendeva il suo bandoneon, sistemandolo sulle ginocchia. E poi suonava… Nell’ambito di queste tematiche, a metà tra ragioni musicali e ragioni emotive, si chiarisce uno degli elementi di maggior rilievo nella cornice estetica appena tratteggiata. Non può sfuggire, infatti, il costante e stretto rapporto tra musica, canto e letras lungo tutta la sua evoluzione orchestrale. Il rapporto con poeti come Homero Manzi, José María Contursi, Enrique Cadicamo, Homero Exposito, Enrique Santos Discepolo fornì il nutrimento verbale alla sua tensione artistico espressiva, grazie alla verità distillata dalla penna del poeta che è capace di farsi ispirazione e quindi musica. La poetica musicale di Troilo utilizzò grandemente le parole di questi autori non al fine di creare una musica descrittiva e furbescamente volta a commuovere il pubblico; come s’è già detto, il brandel-

lo di vita che per lui diventa ispirazione è lo stesso di tanti testi di tango, che nel breve svolgersi del brano divengono loro stessi musica, evocando non solo ciò che le parole significano, ma il modo stesso dell’orchestra di introdurle ed accompagnarle. In altri termini, il pathos dei parolieri di tango diventano traccia e musica dietro alla musica di cui Troilo si incarica di ricamare la trama. In questo contesto il ruolo del canto diventa fondamentale. Come si è avuto già modo di rilevare, a cavallo tra anni ‘30 ed anni ‘40 il cantante di tango vero e proprio non esisteva, essendo relegato all’esecuzione dei estribillos, oppure al ruolo di canto national, con modalità strumentali e repertorio distanti da quelli dell’orchestra Tipica. L’esigenza poetica di Troilo contribuì quindi al tramonto dell’epoca degli estribillistas, a tutto vantaggio di un cantante che, interpretando l’interezza della letra del tango, smetteva di essere un estraneo rispetto al corpo orchestrale per diventarne un effettivo componente. Torna utile ricordare che la decade del ‘40 ha rappresentato una situazione musicalmente eccezionale per l’orchestra di tango. La qualità dei testi e degli interpreti, insieme al giusto e paritario rapporto tra il cantante e le altre sezioni orchestrali consentirono la migliore espressione che il ruolo della voce abbia avuto. Non si trovano cioè gli eccessi e a volte il cattivo gusto con cui alcuni cantores solistas dei decenni successivi asservirono del tutto le orchestre alle proprie esigenze, limitandone significativamente le qualità musicali. L’orchestra di Troilo rappresentò uno dei picchi più ammirati di questo incontro tra grandi composizioni musicali, testi di qualità, importanti interpretazioni sonore e finissima capacità d’arrangiamento, il tutto temperato da un raro gusto e, come abbiamo visto, determinato da una conduzione emozionale.

Fonti : Horacio Ferrer, El Libro de Tango Cronica y Diccionario (1850 - 1977) - (ed. Galerna) Luis Adolfo Sierra, Historia de la Orquestra Tipica. Evolución instrumental del tango (ed. Corregidor) tangolosi.blogspot.it Paolino Fierro. Salon Baires, Napoli

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curiosando news & pillole Il tuo tango al 100% Vi starete chiedendo cosa ci fa il calore dei sentimenti del “Vostro” tango, al fianco della freddezza di un dato statistico? La risposta è che… ballano insieme Eta’ delle persone intervistate ad oggi in percentuale in un sondaggio. Qualche mese fa, data la sempre maggiore offerta di serate, eventi e corsi, mi venne un intuizione. Mi sono detto: il tango sta crescendo in “quantità” ed i ballerini di tango possono aiutarlo a crescere in “qualità”. Bisognava trovare una serie di elementi oggettivi condivisi da tutti (al di là delle tifoserie e delle magliette), ed un insieme di “unità di misura” che ci indichino cosa oggettivamente intendiamo per “qualità”. E chi meglio di un/a “ballerino/a di tango”, proprio come Voi, sa dire cos’è “qualità” quando partecipate a serate, eventi e corsi? Allora Ditelo Voi! Mi sono messo alla ricerca in rete ed ho trovato una piattaforma informatica per sondaggi. Tra i vari modelli preconfezionati proposti, ne scelgo uno destinato a verificare la “qualità avvertita” da parte dei clienti di una casa farmaceutica; mi convinco che faccia proprio al caso nostro, d’altronde siamo tutti un po’ “ammalati” di tango. Adatto le domande del sondaggio al “microcosmo tango” ed inizio a chiederlo, in maniera assolutamente anonima, gratuita e stando comodamente davanti ad uno schermo “direttamente ai ballerini” (prima ad un gruppo ristretto di 100 tester che si sono prestati tra i miei amici di Facebook e mi hanno aiutato a migliorare le domande per il sondaggio definitivo). Dal 10 maggio il sondaggio definitivo è in linea e richiede per le risposte giusto il tempo di una tanda. Sarà attivo fino al prossimo 31 marzo 2015 sia in italiano, che in inglese per i ballerini di tango residenti in Europa, con l’obiettivo di tendere a quota 10.000 questionari compilati. Questo perché il sondaggio possa diventare un osservatorio sullo stato di salute del “tango”. Alla fine del periodo di osservazione, i dati verranno resi pubblici, così da mettere al corrente l’intera “comunità tanguera”. Voglio ringraziare la Rivista “El Tanguero” per aver concesso questo spazio per dare visibilità all’iniziativa e FAITANGO, la Federazione delle Associazioni Italiane di Tango Argentino, che ha deciso di appoggiare e patrocinare l’iniziativa. Un tango di “qualità”, dipende dalle Vostre scelte, allora Ditelo Voi! Questo è il link al sondaggio: www.survio.com/survey/d/il-tuo-tango

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Michele Mollica


In uscita il calendario “C’era una volta il tango” Da un’idea di Vanna Gasparini e Bruno Tebaldi nasce “C’era una volta il tango”, il primo calendario solidale per l’anno 2015. Per raccogliere fondi a favore dell’Associazione Nondasola – Donne insieme contro la violenza, è stata realizzata questa bellissima opera con dodici immagini di noti fotografi che hanno interpretato, gratuitamente e con foto inedite, il mondo del tango in modo personale e libero. Gli artisti che hanno collaborato con noi sono: Gaz Blanco, Rossana Capasso, Sergio Caselli, Roberto Delbarba, Beatrice Mancini e Massimiliano Orazi. Preziosissimo è stato il lavoro del grafico Roberto Zambelloni che ha ideato e realizzato sia la copertina che le parti descrittive. Il calendario sarà prodotto in 500 copie disponibili dalla fine di settembre per privati, associazioni, organizzatori di milonghe. La distribuzione è a offerta libera con contributo minimo di 10 euro ed il ricavato sarà interamente devoluto all’Associazione Nondasola. Ulteriori informazioni si possono trovare sulla pagina FB “Un anno di Tango”. Per prenotazioni e ordini: Bruno Tebaldi (FB) cell: 3405734938 - E-Mail: tibbit53@libero.it

Muore una delle più belle voci del tango: Nelly Omar Protagonista indiscussa della storia musicale argentina, Nilda Elvira Vattuone, attrice, compositrice e cantante si spegne all’età di 102 anni. Soprannominata la “Gardel con la gonna”, Nelly inizia la sua carriera nel 1924 grazie alla sua potente voce e raggiunge l’apice della sua carriera tra il 1930 e il 1940. Famosissime le sue versioni dei tanghi Callecita mía, Solo para ti, Latido tras latido e Intriga y pasión. Legata sentimentalmente a Homero Manzi, autore di innumerevoli brani di tango, sembra si stata l’ispiratrice del brano Malena. Amica del cuore di Evita Peron, dovette lasciare l’Argentina nel 1955 a seguito del golpe di stato “Revolución Libertadora” contro il generale Peron e si trasferì prima in Uruguay e dopo in Venezuela dove visse fino a pochi anni fa. L’ultima volta che ha cantato su un palco è stata durante i festeggiamenti dei suoi 100 anni, al Luna Park di Buenos Aires.

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Campionati di Tango Tantissime sono ormai le coppie che si presentano ai diversi campionati di tango in tutto il mondo. Sicuramente i più prestigiosi sono il Campionato del Mondo che si svolge tutti gli anni a Buenos Aires e che quest’anno ha visto vincitori per la categoria “Tango de Pista” Lorenza Gonzàles e Sebatiàn Acosta e per la categoria “Tango Escenario” Juan Malizia Gatti e Manuela Rossi. Anche l’Italia è stata protagonista di due campionati: quelli Italiani che hanno visto vincitori i pugliesi Vito Rafanelli e Giogia Rossello nella categoria escenario ed i toscani Alessio Altieri e Aretuza Viana nella categoria tango de pista; e quelli Europei che si sono svolti lo scorso luglio nella storica Piazza del Popolo di Todi, dove vestiti sfavillanti e performance straordinarie hanno entusiasmato il pubblico presente. A vincere, per la categoria Tango Escenario i greci Christos Bakopoulos e Maria Ziloti mentre per la categoria Tango de Pista, sono stati gli Italiani Giuseppe Bianchi e Sabina Cipolla arrivati direttamente dalla capitale. Giuseppe e Sabina li incontriamo nella loro Accademia Barrio Tango a Roma. Ragazzi cosa si prova a essere campioni? Innanzitutto grazie ragazzi per questa intervista e cogliamo l’occasione per complimentarci con voi per divulgare il tango e la cultura tanguera attraverso la rivista. Veniamo a noi… Sentirsi proclamare Campioni Europei è stata una grandissima emozione anche se già vissuta qualche mese prima con la vittoria dell’ancor più prestigioso titolo del Milongueros del Mundo a Buenos Aires. Per noi è motivo di grande soddisfazione essere la prima coppia Italiana ad aver vinto il Campionato Europeo de pista e la prima coppia Europea ad aver vinto il Milongueros del Mundo, ma viviamo questi trionfi con grande umiltà continuando a studiare tutti i giorni con i grandi maestri che si alternano periodicamente in Accademia e con la consapevolezza che la strada è ancora lunga anche se è quella giusta. Quanto avete capito che la vostra “coppia” poteva funzionare? In realtà dal primo abbraccio abbiamo capito che c’era qualcosa di speciale, di magico, di inspiegabile, poi quando dopo sei mesi che avevamo intrapreso un percorso di studi insieme siamo diventati Vice Campioni Italiani (questo accadeva nel 2012), abbiamo avuto la conferma che le sensazioni che sentivamo si vedevano e che qualcosa di importante si poteva costruire; fortunatamente finora i risultati ce lo confermano. Cos’è il tango per voi? Sabina: non so spiegare cos’è il tango per me ma posso dire che mi sento bene e mi riempie di bellissime sensazioni quando lo ballo, che mi gratifica quando lo ascolto, che rimango incantata quando lo studio e affascinata quando me lo raccontano. Giuseppe: è tutta la mia vita, da quando circa 8 anni fa, da ingegnere, ho lasciato il mio lavoro da dirigente di una nota società di consulenza strategica per avviare un’attività imprenditoriale nel tango, realizzando il progetto di creare un posto dove si potesse respirare tango 24h al giorno con milonghe, pratiche e lezioni di tango e dove poter crescere come ballerino e come insegnate. Oggi la Milonga del Barrio e l’Accademia BARRIO TANGO sono due realtà molto consolidate del tango romano e questo mi riempie di soddisfazione, ed essendo stati io e Sabina anche i primi allievi della nostra Accademia siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti perché è proprio vero che con tanta passione e lavoro si possono realizzare i propri sogni nel tango così come nella vita. Che progetti avete per il futuro? Giuseppe: Continuare ad innamorarmi ogni giorno del tango e contribuire come organizzatore di milonga e di eventi di tango e come maestro e ballerino a diffondere la passione per questa cultura che ci ha stregato, e di continuarlo a fare con Sabina che è anche la mia compagna nella vita. Sabina: continuare a lavorare per creare un ambiente sempre più cordiale e professionale tra tutti coloro che hanno la nostra stessa passione, affinché nel tango ci possa essere più unione e condivisione per poter crescere tutti insieme, rispettando il nostro amato Tango “PATRIMONIO DELL’UMANITA’“!

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CODICI DELLA GELOSIA: GLI UNICI RISPETTATI IN PISTA?

Confidenze di un bandoneonista milonguero

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proprio vero, nel tango non si finisce mai di apprendere. Ma non voglio parlare di tecnica, perché il campo è già abbondantemente “arato” da maestri, maestrini ed aspiranti vari alla carica. Voglio parlare delle regole di comportamento nella milonga, in una parola dei “codigos”, che la maggior parte degli italiani ignora o finge di ignorare (Tanto detto alla romana, chettefrega qua no’ stamo llà!). Eppure nonostante siano in molti ad auspicare che tali regole trovino ingresso nella maggior parte delle milonghe per porre un freno all’anarchia ed alla maleducazione che regnano sovrane in pista, nessuno sforzo concreto per applicarle è stato finora posto in essere, eccettuata la pubblicazione di “memorandum” e “decaloghi” della buona educazione milonguera che nessuno (insegnanti titolari delle serate e gestori delle milonghe) si prende la briga di far rispettare. In compenso, con divertita meraviglia, ho recentemente appreso, in diverse occasioni e da diverse coppie di milongueros, l’esistenza di altre

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strane “regole non scritte” ed accettate, si potrebbe dire “per mutuo consenso” sia dall’uomo che dalla donna e che potrebbero riassumersi in due precetti fondamentali: 1) Il primo ballo della serata va fatto col partner abituale, coniuge, compagno/a fidanzato/a o amante che sia. 2) Al di fuori della coppia non possono ballarsi più di due “tandas” con la stessa persona. E qui casca l’asino, perché uno dei postulati fondamentali del tango, preesistente anche ai “codigos” di cui sopra, è sempre stato il principio per cui En el tango no existe matrimonio (nel tango non esiste matrimonio), comprendendosi in tale locuzione ogni altra forma di relazione interumana. Chi ha frequentato le più blasonate e tradizionali “milongas porteñas” sa bene che all’ingresso viene rivolta la fatidica domanda “juntos o separados” (in coppia o da soli?) dalla cui risposta dipende la collocazione nella sala degli interessati nella parte riservata agli uomini, alle donne o, appunto, alle coppie.


Capita spesso, in tale ultima ipotesi, di sentire, soprattutto da parte degli uomini, la battuta: “juntos, pero no tanto” (in coppia, ma non del tutto) come a sottolineare che la permanenza in coppia, anche in milonga, è vissuta, sì, come una limitazione alla libertà d’invito ma, pur tuttavia, accettata come un compromesso “pro bono pacis” (per il bene della pace), quasi una sorta di offerta sacrificale alla stabilità del rapporto… Sarebbe interessante chiedersi il perché di un tale atteggiamento così negativo e contrario allo spirito del tango che, piaccia o non piaccia, è la sublimazione coreografica dell’adulterio (“romance de dos minutos”) e non serve la laurea in psicologia per capire che, alla base di tutto, c’è la gelosia. Ma anche la gelosia è uno dei più significativi ingredienti del tango… Ed allora, il fatto che una coppia, nonostante sia tendenzialmente gelosa della propria intimità, balli, comunque, il tango, va interpretato come indice di una perversione sessuale latente o di una fiducia totale nell’altro, nonostante le circostanze? In tale secondo caso, che, ci si augura, sia quello più diffuso, perché imporsi delle regole? Le risposte fornite “alla spicciolata” e “oralmente” (nessuno dei chiamati in causa ha voluto finora impegnarsi per iscritto) a questo fondamentale interrogativo peccano un po’ di pretestuosità, se non di ipocrisia e, sostanzialmente, possono riassumersi in un’unica proposizione: “Il primo ballo va fatto col compagno della vita perché così uno/a ha modo di riscaldarsi e mettersi in vetrina (sic!) nel modo migliore, per attirare successivi inviti”. La replica è scontata: “Ma, cari amici, a meno che non vi troviate in capo al mondo, in un posto dove assolutamente non conoscete nessuno, ci sarà sempre sicuramente, nelle milonghe

che abitualmente frequentate, qualcuno con cui ballate come ed anche meglio che col partner abituale. Ed allora, quale riscaldamento e quale vetrina migliore per iniziare la serata?” Senza contare che assolutamente scontato che col partner abituale ci sia affiatamento, ma questo non significa automaticamente ballare bene. Ed invero, a prescindere dal fatto che il rischio di ballare molto in coppia è quello di “affiatarsi” anche negli errori, il livello delle coppie molto raramente è omologo e spesso, direi, sono proprio le donne a primeggiare, perché curano di più la loro formazione tecnica e la loro preparazione fisica individuale, con la conseguenza che i risultati della disarmonia appaiono, poi, fin troppo evidenti in pista. Sarebbe quindi auspicabile che la prima tanda della serata si svolgesse con un partner di livello pari o superiore, se l’obbiettivo perseguito è quello di farsi notare al meglio delle proprie possibilità. Un’altra cosa: le donne vivono di più e meglio le emozioni del tango nella sua interezza. Si meritano, quindi, anche fuori dal normale rapporto di coppia, di ballare con chi sia in grado di fargliele provare con tutta l’intensità possibile. Gli uomini, poi, dovrebbero smetterla di vedere nel tango solo un esercizio fisico o un cimento tecnico, per abbracciarne i significati più profondi, come, avviene, del resto, per la maggior parte delle loro compagne. La speranza è che, prima o poi, “el sentido verdadero” del tango diventi patrimonio comune di tutti coloro che vogliano andare oltre i passi e le figure per viverlo davvero non solo come una danza, ma come una filosofia ed uno stile di vita, oltre che come un modo di relazionarsi con gli altri. Chi non proverà ad impegnarsi in tal senso potrà anche spendere una fortuna in lezioni e stages ma è destinato a rimanere sempre in superficie, con la conseguenza che anche la qualità del suo tango rimarrà, comunque, mediocre. José Capuano

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Lo spettacolo “Noches de Buenos Aires” incanta i teatri d’italia

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no spettacolo dal ritmo travolgente che racchiude attimi, racconti, atmosfere della storia e della vita del tango con una nuova concezione dell’arte popolare argentina, a metà strada tra la danza e il teatro danza. Una pièce teatrale che al ballo del tango aggiunge anche momenti di ilarità e racconti. Veri e propri quadri narrativi dipingono un affresco del tango che guarda alle sue origini fino ad arrivare ai nostri giorni.

La compagnia è diretta da Neri Piliu e Yanina Quiñones, due giovani artisti argentini che vantano moltissime esperienze nel panorama del tango internazionale e che li vede continuamente protagonisti di festival, tournée e seminari in giro per il mondo. Essi rappresentano lo spirito stesso dello spettacolo di cui sono i primi ballerini e di cui hanno curato tutte le coreografie. Grande debutto per lo spettacolo “Noches de Buenos Aires” in tournée questa estate in tutta Italia.


Qual è stato il segreto del vostro successo? Neri e Yanina: Sicuramente la rappresentazione del tango in tutte le sue forme. Un tango che prima di immergersi nei lustrini del palcoscenico ha attraversato la polvere delle strade. Un tango dove la gente si è riconosciuta e un tango che la gente ha riconosciuto. Un racconto di crescita del tango, nel tango e per il tango. Creare una compagnia di tango è sicuramente un grande impegno. È stato difficile? N. e Y.: È stato da sempre il nostro sogno. Abbiamo sempre ballato per diverse compagnie, ma ballare per la propria è tutta un’altra emozione. Curare le coreografie, la regia, tutti i particolari. Difficile no, però impegnativo si, perché non si è trattato solo di creare tutte le coreografie di gruppo e delle singole coppie ma si è lavorato tanto sull’espressività degli sguardi, sull’interpretazione per riuscire a trasmettere emozioni diverse in ciascuna coreografia. Siete sempre in giro per il mondo, quando vi è venuta l’idea e dove avete trovato il tempo per ideare lo spettacolo? N. e Y.: L’idea è nata circa due anni fa, in un caldo pomeriggio d’estate in piscina con i nostri amici Helga e Andrea. Loro stavano organizzando la seconda edizione dell’International L’Aquila Tango Festival e volevano proporre uno spettacolo di tango. Noi gli parlammo del nostro sogno di voler

creare una compagnia tutta nostra e senza pensarci due volte ci presero in parola! Da lì a qualche mese dopo l’idea, il filo conduttore di “Noches de Buenos Aires” prese corpo. Qual è il filo conduttore dello spettacolo? N. e Y.: Abbiamo voluto portare in scena il tango nei suoi luoghi più comuni, la strada, la milonga e il teatro. Tre fasi della vita che descrivono tre volti allo stesso tempo: il divertimento, la passione e l’arte. Si inizia con i giochi dei bambini in cui il tango irrompe come divertimento e trasgressione nelle strade del quartiere “La Boca” di Buenos Aires fino ad arrivare al tango degli adulti, fatto di eleganza, raffinatezza e sensualità. In scena anche una coppia di vecchietti a dimostrazione del fatto che il tango lo si può ballare a tutte le età. Chi sono le altre coppie della compagnia e come sono state scelte? N. e Y.: Siamo undici amici, per noi era importante creare una compagnia dove la sintonia e il divertimento fossero alla base di tutto. Sono tutte coppie professioniste. La volontà e la voglia di imparare poi hanno fatto il resto. Oltre a noi ci sono Emilio Cornejo direttamente dall’Argentina che ha presentato al pubblico il folklore (Chacarera, Malambo e Zamba), Gioia Abballe e Simone Facchini (Frosinone), Helga Corpora e Andrea De Dominicis (L’Aquila), Francesca Santangelo e Luca

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N. e Y.: Sono state tutte bellissime, cariche di applausi e consensi della gente però sicuramente salire sul palco dell’Ariston di Sanremo ha fatto un certo effetto. Ancor di più perché a fine spettacolo ci hanno confermato un’altra data per il prossimo anno. E ricordiamo anche con emozione l’ultima data del tour in un teatro all’aperto all’interno dell’area archeologica di Paestum. Una scenografia naturale meravigliosa. Avete altri spettacoli in programma? N. e Y.: Abbiamo già una seconda tournèe in programma che partirà i primi di gennaio del 2015 e che toccherà tante città Italiane. Ma non è tutto, sempre del 2015 in estate lo spettacolo approderà in Giappone e in Russia. Non possiamo che essere orgogliosi e felici.

Morale (Napoli), Emanuela Benagiano e Michele Lobefaro (Bari). Ad impreziosire lo spettacolo gli straordinari arrangiamenti, creati e suonati per “Noches de Buenos Aires” dell’Orchestra Tango Spleen diretta da Mariano Speranza. Avete portato in scena lo spettacolo in diversi teatri Italiani. C’è stata qualche serata che vi è rimasta particolarmente nel cuore?

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Uno spettacolo che seduce, travolge, emoziona tangueri e non tangueri. Uno spettacolo che esprime passione, drammaticità e benessere, attraverso le interpretazioni delle coppie danzanti, che strette in un abbraccio, riescono costantemente a coinvolgere ed emozionare il pubblico grazie a quella incredibile comunicazione tra corpi che solo il ballo rioplatense riesce a generare. E per chi volesse assaporare qualche scatto dello spettacolo può sbirciare il sito: www.tangorougecompany.com. Aspettando la prossima tournèe! I ballerini della Tango Rouge Company danzano con scarpe Melarancio www.melaranciodesign.com


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curiosando tangueri impossibili Federico, il rubacuori del tango by Memè

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on ricordo quand’è stata la prima volta che l’ho visto, so solo che si chiama Federico. Alto, corporatura media, veste sempre di nero, giacca, cravatta e camicia, pantaloni larghi e mocassini, ha i capelli tinti di un biondo esagerato, quasi platino e sparati all’insù. Sarà per questo suo stile aerodinamico che ha un successo così smodato con le donne, in pista è sempre avvinghiato alle pupe più imbarazzanti del circondario. Da quando frequento le milonghe non l’ho mai visto invitare una dama, lui si apposta in un angolino strategico, scansiona il locale e dopo un po’ arriva la tipa di turno che gli si getta fra le braccia. A parte un velo di sana invidia, le sue performance da conquistatore mi lasciano abbastanza indifferente, in realtà c’è un dettaglio di lui che attira in modo insano la mia curiosità. È l’unico che balla col marsupio. Di color argento, un modello in pelle lucida con chiusura lampo e cinghia regolabile che tiene agganciato alla vita come una protesi. Una volta – ero alla Milonga Romantica – ho chiesto a un’amica di chiamarlo al cellulare col numero nascosto, se avesse aperto il marsupio e tirato fuori il telefono mi sarei tolto il dubbio. Invece no, il cellulare lo teneva nella giacca. Allora l’ho convinta a invitarlo a ballare, era appena partita una tanda di Pugliese che tra frenate e accelerazioni ben si prestava al contatto clandestino. Niente da fare, li ho ritrovati mezz’ora più tardi che pomiciavano su un divanetto. Per nulla scoraggiato ho deciso d’investire la serata sulle orme di Federico per capire cosa nascondesse quel marsupio. A un certo punto lui è andato alla toilette e io l’ho seguito. Il marsupio nero stava là. Federico si era imboscato nel bagno e l’aveva abbandonato sulla mensola fra il lavandino e lo specchio. L’ho aperto. La tasca conteneva un corpo cilindrico lungo pochi centimetri, uno di quei campioncini che regalano in profumeria. Ho premuto lo spray e mi sono inondato la testa. Non aveva odore. Mi sono concesso il bis, il tris, non sapeva di niente. Allora ho pensato che servisse per l’alito, me lo sono spruzzato in bocca ma anche là nessun tipo di gusto. L’ho rimesso a posto e mi sono dileguato.

Da quel momento per me è iniziato l’inferno. Io incrociavo una fanciulla, quella m’inquadrava e schiudeva le labbra come se le fosse apparso il gemello di Zotto. Donne che avevano sempre eluso la mia mirada, non solo m’invitavano a ballare violando la regola numero uno del galateo, ma addirittura, sulla pista, mi si strusciavano addosso deformando le figure classiche del tango in una variante argentina del kamasutra. Alla fine, braccato come un animale selvaggio, ho recuperato il mio sacchetto e sono fuggito dalla sala senza nemmeno cambiarmi le scarpe. Di fronte al bancone della cassa sono stato bloccato da Federico. «Il mio elisir è come il tango» mi ha sbuffato in faccia con voce profonda e venata d’alcol. «Se ne prendi troppo, finisce che ti fai male. Caschi dentro un vortice e non ne esci più.» L’ho piantato sul posto e me ne sono andato con quelle parole sibilline che mi rimbombavano nel cervello. Fuori dal locale ho incrociato Omar il parcheggiatore, un signore pelato di origine egiziana. Di solito gli sganciavo sempre un euro di mancia, ma quella volta non vedevo l’ora di arrivare a casa e buttarmi sotto la doccia, per ridurre a zero gli effetti dell’intruglio che mi ero sparato sul corpo. Mentre procedevo verso la macchina ho avuto la sensazione viscerale che qualcuno mi stesse tallonando. Mi sono voltato, era Omar il parcheggiatore. Ho accelerato il passo, quando sono tornato a girarmi lui era ancora là. Ce l’aveva proprio con me. Non osavo immaginare cosa volesse, ma di una cosa ero certo. Che non mi stava seguendo per riscuotere l’euro di mancia.

Foto: Laura Sabatino 31


il mondo del tango

PEDRO BENAVENTE

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“El Indio” di Buenos Aires

mio primo viaggio a Buenos Aires fu nell’aprile del 2007, da qualche mese avevo iniziato a prendere lezioni di tango in Italia e già stavo in Argentina. Con degli amici ci siamo recati a San Telmo, in Piazza Dorrego dove si ballava all’aperto. Che musica, che atmosfera. Dopo qualche tanda vidi ballare per la prima volta Pedro, “El Indio”. Un vero porteño, una bellissima esibizione che in pochi minuti mostrava l’essenza del tango, il tango di strada, della gente comune, del tango come cultura sociale. Quest’anno di nuovo a Buenos Aires con Indio abbiamo parlato un po’ del tango e dell’Argentina. Pedro, raccontami un po’ di te, come hai incontrato il tango? P.: Il tango già stava nella pancia di mia madre, viveva da sempre nella mia famiglia, come il folclore, ma anche il rock, siamo un Paese dove ci sono indigeni, immigranti, neri, abbiamo preso da ogni etnia e abbiamo formato una identità comune, il tango è frutto di tutto que-

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sto. Il tango mi è stato sempre familiare, si ascoltava sempre in casa in ogni momento della giornata. Se tu dovessi spiegare che cos’è il tango che definizione daresti? P.: Più che dare una definizione passerei all’azione, e magari inviterei una persona a cui piace il tango ad una lezione, ad un ballo in piazza, a ballare ad una milonga, per fargli scoprire il tango in un luogo propriamente suo, io credo che il problema più grande sia che la gente a volte non si appropria delle cose che sente e vive, non si appropria degli spazi ludici, degli spazi di tutti i giorni, quindi dobbiamo riappropriarci degli spazi della nostra vita. E per questo che balli? P.: Si è per questo, così sento di essere vivo, ho necessità di sentirmi vivo. Cerco di vivere con molto intensità la vita senza diventare pazzo perché voglio essere cosciente di quello che vivo. Cerco di pensare a cosa mi piacerebbe potendo vivere e stare in un luogo, trovare la felicità. Ci sono differenti stili di tango, queste forme sono solo parole per identificare qualcosa o serve soltanto per capire che si stanno formando diversi tipi di tango? P.: Per me il tango è il tango, anche se, essendo un fatto culturale, assume molte forme! Il tango è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco… che relazione ha il Tango con l’Argentina di oggi? P.: Il tango avrà sempre una relazione con l’Argentina del passato perché è parte dalla nostra identità. Oggi si parla di patrimonio dell’umanità perché il Ministro della Cultura della Città di Buenos Aires, ha richiesto e ottenuto nel 2009 questo riconoscimento dall’UNESCO, al fine di una promozione turistica commerciale e per ottenere fondi. Dobbiamo pensare invece a cosa significa “Patrimonio dell’Umanità”. È ipocrita parlare di patrimonio dell’umanità mentre invece si sta distruggendo tutto, si vende tutto, tutto è rapportato al mercato mentre la gente perde terra e lavoro. Quando mettono qualche cosa sotto l’etichetta di patrimonio dell’umanità non la possiamo più toccare, a noi argentini o agli uruguaiani non hanno mai chiesto se eravamo d’accordo. Magari fanno un film con la musica di Gardel ed i diritti d’autore non sono pagati perché è patrimonio dell’umanità? Quando parliamo di patrimonio dell’umanità parliamo di diritti, sarebbe importante sapere a quali diritti ci riferiamo? Noi non abbiamo un festival del tango di strada come sarebbe giusto. Oggi abbiamo solo i campionati di tango, come se il tango fosse una concorrenza feroce tra coppie. E i giovani che scrivono

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poesie ma che non hanno uno spazio o un luogo dove editare? Non vengono pubblicati libri di poesie, sulla musica, sulla danza niente su quello che è l’arte adesso a Buenos Aires e in Argentina, solo titoloni e mega eventi. Ci sono dei ragazzi che hanno un grandissimo talento come ballerini e in realtà di tanti se ne scelgono uno e due e poi si mollano tutti gli altri perché non sono arrivati al podio oppure perché non hanno le scarpe. Perché il tango non diventa materia obbligatoria nelle scuole? Non c’è un impulso per far diventare il tango una “cosa pubblica”. Tango, argomento uomini e donne. Cosa ne pensi? P.: All’inizio il tango si ballava tra uomini perché c’erano poche donne sul Rio de La Plata, quelle che lo ballavano lo facevano in luoghi pericolosi, erano donne qualificate come di “malaffare” come la Maleva. Non c’erano molte donne a causa dei pregiudizi, perché andare a ballare vestite in una certa maniera non era sicuramente per donne di classe media. Quando il tango ebbe successo in Francia le cose iniziarono a cambiare. Con il trascorrere degli anni il tango iniziò a crescere fino ai giorni nostri dove viene ballato da un uomo e una donna, da due donne o da due uomini al di là del ruolo che si sceglie. Questa possibilità di incontro è una cosa meravigliosa visto che viviamo in un epoca nella quale sia l’uomo che la donna sono tanto indipendenti. Questo succede in Argentina? P.: Il Tango non si distacca dalla realtà politica e sociale che abbiamo, in Argentina siamo il primo pae-


se dell’America latina dove c’è stata l’uguaglianza di genere, io penso che in qualche forma il tango ha mostrato la realtà che viviamo come Paese. Oggi ci sono molte milonghe dove si può ballare tra uomini o tra donne e questo va benissimo perché il tango non è bloccato rispetto ad una realtà politica sociale ma vive insieme a questi cambiamenti. Quando si balla dovrebbe essere la coppia a risaltare. Da noi il ruolo appare più fisso, l’uomo che porta e la donna che segue. Sei stato in Europa hai notato come si balla il tango? Che differenza trovi con il tango che si balla in Argentina? Cosa pensi delle scuole di tango che ci sono in Europa? P.: Ovviamente le scuole di Tango in Europa creano molti posti di lavoro, e tante possibilità per tanti ballerini e molti artisti, questo è una cosa positiva. Il problema è se questo genera inclusione o esclusione, pensare di generare il tango come un elite sarebbe un fatto negativo. Nel tango, come in molti altri ambiti, le cose sono rese mediatiche e questo porta a renderle di elite. Non ci sono canoni, può andar bene tutto a patto che porti successo in quello che fai. Il problema è che spesso si pensa che tutto sia finalizzato al successo perché siamo in un mondo che si rappresenta come un concorso, una gara, dove dobbiamo vedere chi trionfa e chi no. La vita non è questo, mi sembra che questo sia un problema da superare. La gente deve vivere il tango come una cosa naturale e non come forma. Esiste un “mondo tango” per cui occorre tener conto di quello che fa il vestito, di quello che fa le scarpe, un mondo che deve reggersi intorno e per questo si crea un’idea di concorso e diventa una moda, un modo di pensare e non altro. Io non sono contrario a chi compra le scarpe per ballare il tango ma bisogna pensare anche a chi non se le può comprare e quindi facilitare la partecipazione anche degli altri. Quali sono stati i tuoi maestri di tango e cosa ti hanno lasciato? P.: Moltissimi, Tete per esempio, Pupy Castello, Gustavo Naveira, Nina e Luis e tanti altri, maestri che non mi hanno dato solo un passo di tango. Mi hanno insegnato a vivere la vita del tango, mi dicevano di abbracciare e ballare e ricordare di quanto possa essere dolce farlo. Mi hanno insegnato a pensare che se il tango ci ha dato molto, dovremmo aprire di più il nostro cuore e aprirci ad un Tango che non è soltanto un passo, che non è soltanto una poesia, non è soltanto una musica ma è un insieme di queste cose. Anche “Las Madres de Plaza de Mayo” sono state le tue maestre di “Tango”? P.: La cosa più importante del tango è “camminare”,

dicono che la donna che sa camminare è quella che balla meglio il tango. Le Madres hanno camminato e continuano a camminare nella Plaza de Mayo, hanno insegnato a passare all’azione, amare profondamente e vivere la vita, con l’allegria del vivere pienamente, perché tutti noi possiamo sentirci vivi, stare insieme, amare, lottare per quello che uno ama, desidera. Nella milonga, si cammina e si balla nel senso contrario a quello dell’orologio, esattamente come fanno le madri quando sono in piazza ogni giovedì, da trentasette anni, come camminare contro il tempo dominante per riprendersi il proprio. Sei molto romantico e sognatore Indio? Ci racconti un tuo sogno? P.: Come tutti i sognatori vorrei che nel futuro non ci sia gente che muore di fame, un mondo più pulito, più cosciente di sè, far vivere l’arte e la cultura affinché si possa cambiare e curare meglio il nostro mondo e fare qualcosa per nostra madre terra. Rispetto al tango spero che si riesca a tramandarne anche la cultura nel futuro. Che ne pensi della frase di Discepolo “il tango è un pensiero triste che si balla”? P.: Dicono che Discepolo fosse un tipo molto pessimista, io penso che la sua vita sia stata influenzata dalla situazione sociale molto difficile dell’epoca, quello che vedo in positivo di lui è che ha lasciato tutto per amore, ha dedicato la sua vita ad una donna che lui amava profondamente come tutte le persone che vivono il tango. E questa frase era il suo modo di vivere il tango. Io non ho mai pensato che fosse un pensiero triste che si balla. Per me è un’allegria costante, sicuramente attraverso il tango, ho sofferto e ho amato, no, non è un pensiero triste è un’utopia meravigliosa… …è una passione che cammina allora? Si può essere, mi piace “una passione che cammina”! Enrico Vecchiotti

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A tu per tu con... i DJ di tango

Nome: cis Andrea De Domini Età: 32 Temperamento: Creativo Quando e perché hai iniziato a mettere musica? È stato un processo naturale, sin da piccolo ho sempre ascoltato tantissima musica, l’ho studiata, ho preso due diplomi in conservatorio ed ho fatto il musicista. Poi ho scoperto il tango e l’ho iniziato ad ascoltare, a ballare ovunque e continuamente, finché la curiosità non mi ha spinto ad iniziarlo a studiare approfonditamente. Nel 2009, già insegnavo tango da un paio d’anni, abbiamo iniziato ad organizzare la Milonga di Camila a L’Aquila, e da lì ho iniziato con le mie prime esperienze alla consolle. Credi che per un ballerino sia più facile approcciare alla consolle? Se balli e frequenti spesso le milonghe, ascolti tanti altri DJ ed osservi, sicuramente riesci meglio a capire cosa i ballerini vogliono ballare. Questo ti aiuta ad interagire con la sala in tempo reale e a generare l’energia giusta ogni notte! Cosa dovrebbe fare secondo te un DJ per essere definito un bravo DJ? Apparentemente fare il DJ è semplice, basta avere un PC ed una playlist di tanghi. In realtà ci sono una serie di conoscenze e di piccole accortezze che fanno veramente la differenza. Un buon DJ deve avere conoscenze tecniche e musicali, deve avere una spiccata sensibilità e disponibilità all’ascolto, buon gusto e deve amare profondamente il tango, la milonga e… la vita notturna! ! L’errore che un musicalizador non dovrebbe mai fare. Dimenticare il PC a casa… ahahaha! A parte gli scherzi credo che un musicalizador dovrebbe sempre essere al servizio della milonga e non del suo esclusivo gusto di sperimentare. Non dovrebbe mai dimenticarsi dei grandi classici del tango, quelli che fanno battere il cuore, rimpiazzandoli con troppi brani “ricercati” e mai sentiti. C’è una serata che ricordi in particolare o alla quale sei rimasto particolarmente legato? Molte ne ho nel cuore, ma credo la notte al Remolino, per me il più bel festival d’Europa, la porterò sempre nel cuore. Più di 700 persone che hanno ballato fino all’ultima tanda senza che nessuno abbandonasse la pista prima delle 5 di mattina con un’energia nell’aria che si poteva toccare con mano. Indimenticabile! C’è differenza nel musicalizzare in Italia o in Europa? Domanda difficile. C’è differenza tra città e città, tra milonga e milonga, tra serata e serata. È diverso musicalizzare in un grande festival, in una maratona o in un raduno. C’è sicuramente differenza tra mettere musica a Mosca piuttosto che a Roma. La gente è diversa, ogni popolo ha una cultura differente e di conseguenza un proprio modo di approcciare la vita, il tango e la musica. Ma è in questa diversità che io trovo il bello, andare in una milonga dove non sono mai stato o in un’altra nazione e scoprire un sentimento nuovo, mi arricchisce. Tre orchestre che non possono mai mancare alle tue serate e perché. Troilo, Calò, D’Arienzo e Di Sarli… ops sono quattro! No non potete levarmene una sarebbe un peccato! Un saluto ai lettori di El Tanguero. Continuate a ballare, abbracciarvi, amare il tango e… leggere El Tanguero! 36


A tu per tu con... gli organizzatori

Nome: Tommaso – Paola Età: Tommaso - 46 Paola - quelli giusti! ☺ Temperamento: Tommaso: aperto e indipendente Paola: direi vivace

4° Edizione del Bari Tango Congress, 6-9 novembre 2014, un successo già scritto con il cast artisti che proponete. Sin dalla prima edizione del Festival abbiamo avuto un’attenzione particolare per la proposta artistica con un riscontro e un consenso di anno in anno sempre più ampio. In questa edizione, per la prima volta, siamo riusciti a mettere insieme buona parte degli artisti con i quali in questi anni abbiamo collaborato. Avere in un unico evento 4 coppie icone del Tango come Sebastian Arce e Mariana Montes, Ruben e Sabrina Veliz, Sebastian Achaval e Roxana Suarez, Maria Ines Bogado e Sebastian Jimenez è un sogno che accarezzavamo da tempo! Un occasione unica ed irripetibile per tutti gli amanti del Tango. Durante le 4 serate di Milonga le scelte musicali sono garantite da un cast di 4 DJ internazionali: SuperSabino, Mauro Berardi, Sergio Chiaverini e Andrea Dedò che ci faranno ballare fino a notte inoltrata! E il contenitore ovviamente si arricchisce di altri ospiti e sorprese! Un festival è sempre un gran’evento a prescindere o ci sono dei fattori che lo rendono tale? Sicuramente ci sono tanti fattori: gli artisti, i partecipanti, le location, selezioni musicali eccellenti, un’organizzazione attenta alle esigenze di tutti e il sostegno della comunità tanguera locale… e poi non deve mai mancare l’energia e un clima di condivisione! La cosa più divertente nell’organizzare un festival. In questo momento non ve la saprei dire! L’impegno è sicuramente grande, per fortuna la passione e l’entusiasmo ti fanno sorridere e affrontare anche le mille difficoltà! E la più fastidiosa? In generale non possiamo dire che sia fastidioso ma tutt’al più impegnativo e in alcuni momenti faticoso, un enorme dispendio di energie. Ovviamente quando si organizza si è preparati a questo e il desiderio e la voglia di far bene alla fine vengono sempre ricompensati dall’entusiasmo della gente. 3 ragioni per venire al 4° Bari Tango Congress. Oltre al cast che abbiamo già citato le tre ragioni sono: una terra, la Puglia, piena di sole anche a novembre e di luoghi meravigliosi da scoprire, una grande comunità tanguera ospitale e prezzi super competitivi. Abbiamo infatti, dal nascere della manifestazione fino ad oggi, sempre proposto un’ottima struttura alberghiera a 4 stelle come sede del Festival con costi molti invitanti, location accoglienti per le 4 serate di Milonga, sale comode per le lezioni e prezzi di serate e milonghe convenienti, un’opportunità straordinaria per ammirare e studiare con quattro delle migliori coppie al momento nel panorama tanguero internazionale e poi tantissimi ospiti da tutto il mondo e uno spettacolo in Teatro interamente “Made in Puglia” che aprirà il giovedi la manifestazione, con un cast di attori e ballerini di sicuro interesse e di giovani ed emergenti proposte. E poi ce ne sarebbe una quarta… l’ottima cucina pugliese! 2 cose che vorreste si realizzassero quest’anno al festival. La cosa che ci ha sempre entusiasmato nelle scorse edizioni è stato il clima nel quale si sono svolte tutte le giornate del Festival, sempre rilassato, amichevole e di condivisione tra i numerosi partecipanti intervenuti per ballare da tutta Italia, Europa e da più continenti. Questo per noi il più grande dei riconoscimenti. Ovviamente il nostro desiderio è che l’atmosfera straordinaria creatasi in tutte le edizioni precedenti si rafforzi ancora di più. 1 saluto per i lettori de El Tanguero. Un caro saluto a tutti i lettori e lettrici de “El Tanguero” veniteci a trovare e a ballare al Bari Tango Congress… a wonderful Festival!

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DONNA E TANGO

Il coraggio di esporsi, il coraggio di essere.

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el tango la donna compie un percorso che la vede trasformarsi. Non impara semplicemente dei passi, ma conosce se stessa, ed il lavoro sul corpo può diventare un percorso di consapevolezza. Incomincia dall’affrontare la sua timidezza. Non a caso prima di tutto si confronta con l’imbarazzo di quella intimità che l’abbraccio del tango produce almeno all’inizio. Certo, non è semplice per una persona comune condividere lo spazio ristretto che l’abbraccio delimita, mettendola a nudo, perché inconsciamente le fa fare i conti con la sua capacità di relazionarsi con l’altro, ma anche con se stessa e il suo corpo… Per la donna di oggi, così abituata a lottare per l’autonomia, così abituata a fare da sola, è difficile concedersi di chiudere gli occhi per farsi guidare in pista dall’uomo, che ha il compito di scegliere la direzione e i passi da eseguire. Eppure attraverso il tango lei può recuperare fiducia nel suo sentire, apprezzare il piacere dell’accudimento da parte del maschile ed esprimere tutta la sensibilità che la contraddistingue. Di fatto la donna è protagonista insieme all’uomo. Dobbiamo pensare che il tango è il risultato di un progetto condiviso, in cui due persone creano una terza entità che si chiama coppia e che si nutre del carattere di entrambe. La donna non è passiva, come molti pensano, convinti che questa sia una danza macha o maschilista. Lei rappresenta il gioiello che rende bella la coppia, mentre l’uomo lavora per mostrarla e ne guadagna in cambio soddisfazione e nutrimento. Nell’eseguire la loro danza, i due ballerini contribuiscono in egual misura, nel valore dei ruoli diversi che interpretano. Il tango evidenzia il valore della diversità. Ma ad un tratto avviene un passaggio… Tutto comincia nel momento in cui si capisce che lei nel tango è come la luna. Rende d’argento quel filo sottile che si chiama connessione, trasforma in magia quella luce che raccoglie dall’uomo, facendolo diventare un silenzioso re. Perché se l’uomo mentre danza ha la responsabilità di accompagna-


re e di proteggere, la donna ha il ruolo di sentire e di tramutare con delicatezza quell’input in bellezza, fidandosi del proprio partner, onorando la sua energia e interpretando il suo messaggio, affinché appaia piacevole anche agli occhi di chi guarda. Secondo il galateo di questa relazione che si chiama tango, la donna consapevole non sceglie, ma favorisce la scelta, la induce sottilmente, mostrandosi al meglio di sé e donando incondizionatamente la sua buona energia. Fa intendere con un linguaggio che non utilizza parole, piuttosto comportamenti e sguardi. La tanguera lo comprende sin dalla sua prima esperienza in milonga, quando con ardire decide di esporsi, accettando di sedersi ad un tavolo nell’attesa di un invito. Quello giusto, sognerebbe lei… ma il tango, come la vita, è fatto di mille sfumature e vissuti, di incontri disastrosi, con lieve sapore, o incantevoli. La tanguera in altri termini è una creatura coraggiosa. Accetta infatti le sue vulnerabilità e le trasforma in risorse, sedendosi su quella sedia e accettando con stile che durante una serata potrà essere invitata o meno, potrà ballare o no. Impara ad apprezzare lo stare, ascoltando la musica e conversando, interpretando la dimensione sociale del tango e soprattutto lavorando su di sé per com-

prendere che l’eventualità di mancati inviti non è fatto personale, ma la risultante di una complessità di fattori, non ultimo la fragilità di un maschile che spesso nasconde infinite sfaccettature. E nel momento del ballo? La donna è signora quando impara l’arte più fine. L’ascolto. Nel tango ascoltare significa prestare orecchio alla musica e al suo reale messaggio, poiché non tutto si balla nello stesso modo. Significa sentire realmente il partner, accogliendo la sua personalità e lavorando per creare un incontro piacevole che si tramuti in intesa. Significa soprattutto portare attenzione a sé, non in modo egoistico, ma per sapersi gestire, far sì che l’equilibrio del proprio corpo parta prima da un conoscersi profondamente, da un rispettare i propri bisogni, dall’onorare i propri limiti oltre che le proprie ricchezze. Essere se stesse senza frenesie o ansie. Comprendere che la propria bellezza risiede nelle signorilità dei propri comportamenti e nell’eleganza dei piedi. Far sentire l’altro a proprio agio, ma anche saper dire con garbo ‘no’. La signora del tango non scende a compromessi, cerca un punto d’incontro. Non si mostra esageratamente. Assapora le atmosfere, ne ricava piacere per l’anima, offre la sua qualità. Zuleika Fusco Counselor supervisor, tango-terapeuta


curiosando recensioni libro • T

come Tango

Rime leggere tra un passo e l’altro

di Francesco De Lucia T come…Tango, o semplicemente T come…Ti va di ballare? Con questa frase, l’autore introduce il suo lavoro e ci accompagna sulle rime leggere tra un passo e l’altro. Il Tango non è maschio o femmina: è coppia. E non è nato per essere ballato da una coppia fissa: la sua magia risiede nel passaggio di emozioni che si crea fra persone che magari prima non si erano mai neppure incontrate. Nessun ballo raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: erotismo, energia, respirazione, passione, palpitazione. Un contatto fisico che coinvolge i sensi e l’anima, un abbraccio struggente che intreccia due persone in un’unica emozione. Una raccolta di poesie ispirate alla passione dell’autore per questo ballo, alcune scritte su emozioni realmente vissute, altre assolutamente inventate. Ogni verso viene associato a delle note di tango per far immergere il lettore ancora di più in profondità e così, come scrive lo stesso autore “sarete circondati dai meravigliosi toni di colore e dalle infinite sfumature del tango”. Il libro, edito da Elis Colombini, è disponibile nelle librerie online, presso le librerie (Feltrinelli, L.A. Muratori e Nuova Tarantola a Modena), oppure contattando direttamente l’autore all’indirizzo e-mail: cescodl@libero.it

libro • La

musica nell’anima

Diventare DJ di tango argentino di Nuccio Rubino

Un libro bello e completo quello scritto da Nuccio Rubino, DJ messinese e appassionato di tango dal 2005. Un libro indirizzato ai musicalizador o aspiranti tali, ma che secondo noi può essere letto da tutti i tangueri curiosi di conoscere un po’ di più sulla musica, sulle orchestre di tango o anche semplicemente per capire ed acuire il proprio spirito critico quando si va in milonga e comprendere la differenza tra un DJ bravo e preparato da uno improvvisato. Nella prima parte del libro si parte con la storia del tango dalle origini, passando per tutte le epoche, epoca d’oro, decadenza e nuove correnti. Si passano in rassegna tutte le principali orchestre con le loro caratteristiche. Nella seconda parte si entra più nello specifico “nell’arte di mettere musica” come lo stesso Nuccio la definisce. Si racconta della nascita del musicalizador come figura professionale, di come costruire un archivio musicale valido e di come costruire le tandas e metterle in sequenza per la buona riuscita di una serata, gestire l’energia della sala analizzando le “tensioni” musicali. Per finire un capitolo sull’attrezzatura tecnica del DJ ed un bell’elenco dei tanghi Top delle maggiori orchestre. Un manuale ben scritto, scorrevole, piacevole ed utile da leggere.

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milonghe ed eventi in italia

ABRUZZO L’AQUILA La milonga di Camila… Domenica 18.30 02.00 @ Movi dance, via B. Vecchioni 3, Tel. 348.2915008 MONTESILVANO (PE) La Milonga al Club La Balera Venerdì 22.00-03.00 @ La balera, via F. Cavallotti 9/B, Tel. 340.3401442 MONTESILVANO (PE) Tango Club Sabato (a settimane alterne) 22.00-03.00 @ via Verrotti 61, Tel. 368.534592 PESCARA Gricel Domenica 21.00-02.00 @ Kidland, via Ravasco 7, Tel. 348.8979928 PESCARA Milonga Popolare della Tipografia Giovedì 22.00-02.30 @ Circolo Arci, via Raiale, n. 169, Tel. 328.3514207 CALABRIA REGGIO CALABRIA (San Gregorio) La milonga di Reggiotango Venerdì 21.30-01.00 @ Scuola da ballo “Nuova fata morgana”, via delle Industrie 6, Tel. 338.9853711 CASTROLIBERO (CS) Casita Calabriatango Milonga Tradicional Sabato 22.00-03.00@ contradada Motta 10, Tel. 338.4996611 CAMPANIA SALERNO La Milonga Argentina Venerdì 22.00-02.00 Corazon Al Sur @ via Petrosino 2, Tel. 3473591568 NAPOLI Salon Baires Venerdì 22.30-03.30 @ Club Majestic, via D.Padula 109, Tel. 348.2622770 NAPOLI Milonga Dominguera al Salone Margherita Domenica 21.30 @ via Verdi 5, Tel. 081.426097 NAPOLI La milonga porteña Venerdì e Sabato 22.30 @ via G. Capuozzo 52, Tel. 081.2428567 NAPOLI Milonga al Quater Venerdì 22.30-03.00@ Quater, via Diocleziano 400, Tel. 081.19570369 NAPOLI Salon Baires La Tardecita Domenica 20.00-01.30 @ Salon Baires, via G.Piscicelli, 36 (zona chiaia), Tel. 348.2622770 BATTIPAGLIA (SA) El Abrazo

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Sabato 22.00-02.30 @ Maminacafè, Tel. 393.3883537 NOLA (NA) Milonga Bixelle Mercoledì 21.30-00.30 @ via Polveriera 131, Tel. 333.7151952 EMILIA ROMAGNA RIMINI La Maquina Tanguera Sabato o Domenica 22.00 @ via P. Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN) Tel. 334.7693051 PARMA Carmin Cafe’ Sabato 22.30 @ via Meazza 23/A Tel. 347.9658980 BOLOGNA La Fabrika del Tango Venerdì 21.30 @ via Del Colle n.1 San Lazzaro di Savena (Bo) Tel. 335.7032968 LIGURIA GENOVA Milonga Brava Sabato 22.30-03.00 @ via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539 LOMBARDIA SOLA (BG) Milonga Malena Venerdì 22.00-02.00 @ via Biagi, Tel. 340.6053315 BERGAMO Milonga de la Tarde Domenica 20.30-02.00@via Bergamo 64 ss Briantea Cumo, Tel. 389.2716121 MARCHE CASTEL DI LAMA (AP) La milonga di tango Rodoldo Domenica 21.00-01.00 @ via 232/ ma - zona industriale Campolungo Tel. 339.4868987 PESARO La casa del tango Venerdì 22.30-03.00 @ via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403 PIEMONTE ASTI Milonga alma y pasion Sabato 22.00-02.00 @ via al Mulino 8, Tel. 347.8890073 PUGLIA BARI La Milonga del Giovedi Giovedì 22.00-02.00 @ Reef (ex Cafè del Mar) via Alfredo Giovine 60, Tel. 333.2762572 GIOVINAZZO (BA) La Reuniòn Sabato 22.30-03.30 @ L’ancora, via Fossato 64, Tel. 333.9241820 SICILIA PALERMO Milonga dell’Accademia di Danza Sabato 21.30-02.00 @ via D. Trentacoste 36, Tel. 327.3474116 TOSCANA

FIRENZE Bailongo Milonguero Martedì 21.30-00.30 @ via di Brozzi 312, Tel. 055.340166 FIRENZE La milonga del teatro Affratellamento Giovedì 21.30-01.30 @ via Orsini 73, Tel. 055.340166 FIRENZE Milonga delle Caldine Sabato 22.30-03.00 @ via Faentina 183, Tel. 055.340166 FIRENZE Buenos Aires Tango Club Domenica 21.30-01.30 @ via Vittorio Emanuele 135, Tel. 055.496670 MASSAROSA (LU) La Chandelle Domenica 19.00-02.00 @ via Casa Rossa 303, Tel. 333.7882977 FORTE DEI MARMI (LU) La Milonga del Forte (1° e 3° sabato del mese) Mercoledì 22.00-02.00 @ via G. Montauti 6, Tel. 347.6565311 PONTELUNGO (PT) Mas Tango circolo Arci 21.00-24.00 @ via Lucchese 85, Tel. 328.3119994 UMBRIA PERUGIA La Milonga di Alice Sabato 22.00-04.00@ via Alessandro Arienti 3, Tel. 340.4580573 PERUGIA Milonga del Atardecer Domenica 19.30-24.00 @ via dei mestieri 13, Tel. 348.8762534 PERUGIA Music All Domenica 21.00-00.30 @ Music Hall, via Ruggero D’Andreotto, 19 Tel. 348.7033658 - 349.3752408 TODI (PG) Milonga a Todi Sabato 21.30-03.00 @ via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307 TERNI Interamnatango Domenica 21.30-01.30 @ strada di sabbione 28b, Tel. 333.7825680 VENETO SPINEA (VE) Contatto Sabato 22.00-03.00 @ via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 SPINEA (VE) Contatto Domenica 20.00-01.00 @ via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 VILLORBA (TV) El Garufa tango club Venerdì 22.00-02.00 @ via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866


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partner della rivista El Tanguero

scuole di tango in italia,

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LAZIO Lezioni a Roma Scuola Traspiè Piazza San Pancrazio 7 con Marco Evola e Paola Palaia Martedì 20.00 – 2° livello 21.15 – Intermedi Mercoledì c/o via Eschilo, 85 con Silvia Tiddi e Federico Busetta 20.00 – 1° livello 21.15 – 2° livello Giovedì 20.00 – Principianti assoluti 21.15 – Avanzati Venerdì dalle 20.30 alle 23.00 Pratica www.traspie.it Scuola Tango al Piso con Pablo Moyano e Roberta Beccarini Lunedì c/o via donatello 20 20.30 – Intermedi 1 21.45 – Avanzati Martedì c/o via donatello 20 20.30 – Principianti 21.45 – Avanzati Mercoledì c/o via Donatello 20 20.30 – Intermedi/Avanzati 21.45 – Tecnica Femminile Domenica c/o via Fracassini 60 17.00 – Principianti assoluti 18.15 – Principianti I www.robertabeccarini.com Scuola di Tango con Laura Grandi e Francesco Scoppio Lunedì c/o Circonvallazione Appia 107 20.30 – Principianti 21.30 – Intermedi/Avanzati con Laura Grandi e assistenti Martedì c/o via delle Albizzie 14 20.30 – Principianti Giovedì c/o via Camperio 27 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi www.lauragrandi.com Scuola Tanguedia con Dario Pizzini ed Emanuela Pansera Lunedì c/o via degli Olimpionici 7 19.30 – Intermedi 1 20.45 – Principianti assoluti 22.00 – Avanzati Martedì c/o via Angelo Battelli 6 19.30 – Intermedi 1 20.45 – Principianti assoluti 22.00 – Avanzati Mercoledì c/o via Appia Nuova 665 20.15 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi 1 Domenica c/o via Appia Nuova 665 18.15 – Intermedi 2 19.40 – Avanzati www.tanguedia.net Scuola di Tango con Francesco Scoppio e Laura Grandi Lunedì c/o Circonvallazione

Lunedì c/o via Abruzzo 14 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi II/Avanzati www.istintotango.it Lezioni ad Avezzano (AQ) Accademia Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Martedì c/o via Tiburtina Valeria Km 111,500 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi /Avanzati www.istintotango.it LOMBARDIA Lezioni a Milano Scuola di Tango con ANgela Quacquarella y Mauro Rossi ANyMA TANGO Lunedì c/o via Isonzo 16 Garbagnate Milanese (MI) 21.00 – Principianti assoluti 22.00 – Intermedi / Avanzati Martedì c/o via Isonzo 16 Garbagnate Milanese (MI) 21.00 – Principianti/Intermedi 22.00 – Intermedi Mercoledì c/o via Bianca Milesi 4 Milano 21.00 – Principianti assoluti 22.00 – Intermedi Giovedì c/o via Novara 25 Castellanza (VA) 20.30 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi / Avanzati Venerdì c/o via Pogliano 30/32 Lainate (Mi) 20.30 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi / Avanzati Scuola di Tango con Cecilia Signorelli Lunedì via Imbonati, 11 Milano 20.30 – Intermedi/avanzati 1 21.30 – Principianti Martedì via Bizzozzero, 3 – Cormano 20.15 – Principianti 21.15 – Lezioni di milonga per intermedi/avanzati Mercoledì via Imbonati, 11 Milano 21.00 – Tecnica femminile Giovedì c/o via R. Livatino, 8 – Melzo (Mi) 19.30 – Tango junior 20.30 – Principianti 21.30 – Intermedi/avanzati 1 www.attrazionedanza.it EMILIA ROMAGNA Lezioni a Riccione RiccioneTangoClub Con Eva Natarja e Marco Lunedì c/o viale Settembrini 3 20.30 – Principianti 21.45 – Intermedi Mercoledì c/o viale Settembrini 3 20.30 – Primcipianti/Intermedi 21.45 – Intermedi/Avanzati Domenica c/o via Rocco Carabba 17 http://evaemarcotangorimini. blogspot.it 17.00 – Intermedi I/II 18.30 – Principianti Appia 107 20.30 – Principianti 21.30 – Intermedi/Avanzati con Francesco Scoppio e Manuela D’Orazio Mercoledì via casale di san basilio 19 20.45 – Principianti 22.00 – Intermedi/Avanzati Giovedì via Antonino lo Surdo 51 20.00 – Principianti 21.15 – Intermedi/Avanzati www.francescoscoppiotango.it Scuola Baile de Oro con Massimo Pianelli e Elena Rojeva Mercoledì c/o via dei Piani di Monte Savello, 48/b – Albano Laziale 20.30 – Intermedi /Avanzati 22.00 – Principianti Giovedì c/o via Fratelli Wright, 47 – Ciampino 21.00 – Principianti Venerdì c/o Piazzale delle Regioni, 19 – Pomezia 20.30 – Principianti 21.45 – Intermedi Sabato c/o via Nettunense, 61/63 – Anzio 19.00 – Unico Livello www.bailedeoro.com Scuola di Tango con Paola Palaia e Julian Althabe Lunedì c/o via Tabbarrini 7 20.00 – Principianti 21.00 Intermedi Fb Paola Palaia, Fb Julian Althabe Scuola di Tango con Anna Maria Ferrara e Pino Bongiorno Lunedì c/o via Galileo Galilei 57 21.00 – Intermedi/Avanzati Martedì c/o via Assisi 33 21.00 – Principianti 1 Mercoledì c/o via Assisi 33 20.00 – 21.15 – Intermedi 1 21.15 – Intermedi/Avanzati CAMPANIA Lezioni a Salerno Accademia Corazon al Sur di Neri Piliu e Yanina Quiñones via Nicola Petrosino 2 Martedì 20.00 – Classe A 21.30 – Classe B Mercoledì 21.00 – Classe C Giovedì 20.30 – Principianti assoluti 22.00 – Pratica Guidata www.corazonalsurtangoclub.com ABRUZZO Lezioni a L’Aquila Accademia Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora

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milonghe a roma

LUNEDI’ La Pulperia 22.30-02.00 via L. F. De Magistris 91 328.1249409 MARTEDI’ MILONGA DI TRASPIE’ 22.30-01.30 P.zza San Pancrazio 7 339.7627738 SAN SALVADOR 22.30-03.00 via dell’Oceano Atlantico 271 339.8209385 TANGOFFICINA 21.30-01.30 via Cupa 5 360.602693 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MERCOLEDI’ IL GIARDINO DEL TANGO Milonga Sin Rumbo 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 NEOLONGA LE DUE PORTE (selezioni di tango nuevo) 22.00-01.30 via de Messapi 8 347.4099140 CAFETIN DE ROMA 22.30-01.30 via Bordoni 50 347.6937644 GIOVEDI’ QUERER 22.00-02.00 P.le K. Adenauer 12 o via Ciro il Grande 348.3862271 IL GIARDINO DEL TANGO Felina Milonga 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 LA MILONGA DI ANGIE 21.00-02.00 via delle Conchiglie 23 Fiumicino 333/4324506

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VENERDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 via di Pietralata 135 349.5629314 LA PASIONAL 22.30-03.30 via Trequanda 14 338.9506654 EL ARRABAL (a venerdì alterni) 22.30-03.00 via Luigi Bombicci 60 392.8481847 LA MILONGA DEI BARBARI (a venerdì alterni) 22.00-03.00 via del Campo Barbarico 80 348.7633639 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga La Gardel 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 TANGUERA 22.30-06.00 via Appia Nuova Km. 17,800 342.7719084 MILONGA MAFALDA 22.30-03.00 via Amilcare Cucchini 38 327.0206106 MALQUERIDA Milonga queer 22.30-03.00 via Macerata 9 347.8708871 SABATO MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 via di Pietralata 135 349.5629314 RECOLETA 44 22.30-02.00 via Deserto Di Gobi 44 339.4366587 CONVENTILLO c/o Arca Dancing 22.30-03.00 via degli Angeli 146 335.435473 MILONGA CLASSICA c/o Spazio Diamante 22.30-03.00

via Prenestina 230 B 346.3481823 IL GIARDINO DEL TANGO Bien Porteña 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 TANGOFFICINA 22.30-03.00 via Cupa, 5 360.602693 MIO TANGO - GRICEL (2° e 4° sabato del mese) 22.00-02.30 via Filoteo Alberini 25 329.9170544 LA MIRADA 22.30-04.00 c/o Los Latinos, via della Divina Provvidenza 90 06.66411175 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 DOMENICA MILONGA DEL BARRIO 20.30-02.00 via di Pietralata 135 349.5629314 LA MILONGA MUST 17.30-23.30 via Capistrano 36 320.6496516 MILONGA DELLE FORMICHE 19.00-24.00 via Vitorchiano 42 338.7440845 MILONGA GARAGE (a domeniche alterne) 17.30-22.30 via Panfilo Castaldi 28 320.4864188 TANGOFFICINA TE’ TANGO 18.00-21.00 via Cupa 5 360.602693 TANGO BAR 18.30-23.00 via Macerata 9 06.70301101


milonghe a milano

LUNEDI’ BIKO Milano 22.00-02.00 @ via Ettore Ponti 40, 20143 Milano, Tel. 393.7703248 MARTEDI’ Milonga MIB Piazza Affari 21.30-02.00 @ via Gaetano Negri, 10 Tel. 02.89093854-340.2823830 Hierba Buena al Sio Café 22.00-02.00 @ via Temolo 1, Tel. 333.3645823-338.9210123 Arcibellezza 22.30-01.30 @ c/o Circolo ARCI, via Bellezza 16/a, Tel. 347.2446899 Milonga Loka 21.30-02.00 @ c/o COMoUNAvez, via Parenzo 7, Tel. 333.7326232 MERCOLEDI’ Cafè Caribe 22.30-02.00 @ via Natale Battaglia 12, Tel. 02.312922 La parada del miercoles 22.30 @ c/o Shangai Café, via Giovanni Battista Sammartini 124, Tel. 333.6177426 La Liberty di Casa Cambalache 22.30-02.00 @ L.go Marinai d’Italia 1, Tel. 335.5243176-331.8162499 GIOVEDI’ Spazio A 22.00-01.45 @ via Maestri del Lavoro SESTO SAN GIOVANNI, Tel. 373.8064172 La Calesita 21.30-02.00 @ c/o Fantasy, viale Sicilia 64 MONZA (MB), Tel. 339.3810993 348.1410182 VENERDI’ Tangoy 22.30-02.00 @ via Monza 140, Tel. 334.5240235

Milonga La Mimada (una volta al mese) 22.00-02.00 @ c/o Circolo Cagnola, via Cesare Ajraghi 40, Tel. 389.6322508 La Liberty di Casa Cambalache 22.30-02.00 @ L.go Marinai d’Italia 1, Tel. 335.5243176-331.8162499 Che Bailarin 22.00-03.00 @ via G.Watt 5, Tel. 334.9837399 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 0331.632105 SABATO La Mariposa 22.00-02.00 @ c/o Oasi Club, via Prandina 31, Tel. 338.2877110 Milonga de Las Brujas 22.00 @ via Granelli 1, c/o Il Maglio, SESTO SAN GIOVANNI Tel. 339.6819769 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 0331.632105 Milonga Pensalo Bien 22.30-03.00 @ c/o COMoUNAvez, via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 DOMENICA Milonga Shusheta 19.00-00.30 @ c/o Les Folies via R. Livatino 8 Z.I. - MELZO, Tel. 333.4393430 Milonga del Treno 21.30- 02.00 @ via San Gregorio 46, Tel. 02.6700479 Sentimiento Gaucho 21.30-02.00 @ c/o Principe - viale Jenner 67, Tel. 02.69018437

Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre in corso) dai diretti interessati. I dati verranno ricompilati da capo dal prossimo numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione non è pertanto responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze. Per inserire e/o modificare i dati scrivere a redazione@eltanguero.it 47



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