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RESTAURO

L’ORATORIO TORNA ALLA LUCE LA MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI IN VIA RAVEGNANA RITROVATO

DI ANNA DE LUTIIS FOTO MASSIMO FIORENTINI

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La piccola costruzione settecentesca intitolata alla Madonna del Rosario di Pompei è stata sottoposta a un lungo e attento restauro e, finalmente, è tornato a vivere. Può sembrare un evento secondario dal momento che Ravenna può vantare otto monumenti riconosciuti dall’Unesco, ma questa è anche la storia di una comunità che vede nell’Oratorio la memoria della propria vita, e si deve proprio a questo desiderio, alla raccolta di ben 2.000 firme e all’interesse dell’allora assessore allo Sviluppo economico Massimo Cameliani, il restauro che è stato realizzato. “Il percorso col quale si è giunti al restauro,” racconta Cameliani, “ha davvero qualcosa di fuori dal comune. Un piccolo edificio, seminascosto da uno svincolo stradale, fatiscente, ma che manteneva una radicata identità, una memoria diffusa nei cittadini.

Anche io da piccolo frequentavo l’Oratorio e accompagnavo

mio nonno alle funzioni. Poi ho cambiato abitazione ma ogni volta che vi passavo davanti con la bicicletta e ne vedevo il degrado pensavo che dovevo fare qualcosa. Era evidentemente un pensiero comune a tanti perché mi venne presentata una raccolta di firme, quindi pensai che era giunto il momento di agire. Bisognava prima di tutto avere l’autorizzazione dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e poi un preventivo.” Cameliani, grazie anche all’attenzione e all’impegno dell’Arcidiocesi, avviò una raccolta di disponibilità per la realizzazione gratuita di opere, donazioni di materiali, raccolta fondi (oggi si dice crowfunding) per le risorse necessarie. “Mi sono meravigliato,” continua, “nel vedere che, mentre si concretizzava il progetto di restauro, un gruppo di imprese univa gratuitamente le proprie forze lavorando fianco a fianco, sotto la vigilanza della Soprintendenza e dell’architetto Paolo Focaccia.” Pur essendo un piccolo monumento, era neces-

sario tutelarne le caratteristiche visto che la sua costruzione ri-

sale al Settecento. Il committente fu il cardinale Gaetano Fantuzzi e il luogo individuato fu alle porte di Ravenna, sulla via Ravegnana, in prossimità del Ponte delle Assi. Era l’anno 1766 e la consacrazione avvenne il 23 ottobre dello stesso anno. Le notizie che raccontano la storia dell’Oratorio ci dicono che era una pertinenza estiva delle suore Tavelle e che l’edificio era officiato dai monaci Cavaldolesi di Classe. La lapide marmorea ancora in situ conferma la forma attuale ma manca una piccola pala d’altare che raffigurava la Fuga in Egitto del Bambino Gesù, Maria e San Giuseppe dipinto che dava, inizialmente, il nome all’Oratorio in quanto S. Giuseppe è il protettore della congregazione religiosa delle Tavelle. Nel 1786 l’oratorio passò sotto la giurisdizione della parrocchia di San Rocco; in seguito, con l’arrivo delle truppe francesi, nel

FONDAMENTALI PER PORTARE A TERMINE IL RESTAURO SONO STATI LA RACCOLTA DI BEN 2.000 FIRME, L’INTERESSE DELL’EX ASSESSORE MASSIMO CAMELIANI, LE NUMEROSE DONAZIONI E OPERE GRATUITE.

IN ALTO, L’EX ASSESSORE MASSIMO CAMELIANI, IMPEGNATO IN UNA LETTURA, NELL’AMATO ORATORIO. 1796, e con le conseguenti leggi di soppressione degli ordini religiosi del ‘98, le suore Tavelle dovettero abbandonare il loro convento cittadino e persero le loro proprietà, oratorio compreso. Solo nel 1914, grazie a Teresa Fabbri in Donati Orioli, nuova proprietaria, il monumento venne restaurato e riaperto al pubblico con la nuova dedicazione alla Madonna del Rosario di Pompei. Si iniziò a celebrare la Santa Messa tutte le domeniche e la festività della protettrice, il 7 ottobre, e ancora la recita del Santo Rosario, tutto il mese di maggio. Le ultime notizie sulla chiesina risalgono al 1994 quando scomparve Maria Luisa Berti che l’aveva mantenuta in maniera dignitosa negli ultimi anni. Non si hanno notizie certe, invece, sull’architetto che aveva progettato il piccolo monumento che oggi risplende nella veste rinnovata ed è aperta a nuovi eventi. “Abbiamo pensato,” prosegue Cameliani, “di far vivere questo piccolo luogo suggestivo e, grazie a Giovanni Andrea Luisi, maestro d’organo e cardiologo all’ospedale di Ravenna, e numerosi musicisti,

è stato messo a punto un programma di musica da camera e

concertistica che è partito con grande successo il 30 aprile e proseguirà con gli appuntamenti fino al 15 ottobre. Abbiamo ricevuto in donazione anche un organo dalle dimensioni compatibili con quelle dell’ambiente. Il ricavato delle offerte è destinato alla manutenzione.” Certamente sono concerti molto raccolti, quasi intimi perché lo spazio è limitato. Infatti il piccolo oratorio è costituito da un semplice corpo rettangolare, con un corpo minore retrostante destinato a sacrestia. La pala d’altare attuale rappresenta la Madonna del Rosario di Pompei. Va infine annotato che, a causa dell’evoluzione della topografia del sito e alla riduzione dell’area di pertinenza, oggi l’oratorio si trova sotto il livello stradale quindi con una limitata visibilità mentre una volta era quello che dava il benvenuto a chi raggiungeva Ravenna dalla Ravegnana.

ARAN RAVENNA

L’ECCELLENZA DELLA CUCINA

PIETRO CARLÀ GUIDA IL GRUPPO INN CUCINA, CHE COMPRENDE TRE STORE IN ROMAGNA, PER PORTARE NELLE CASE CUCINE SARTORIALI.

La maestria artigianale italiana si fonde con le più moderne tecnologie per creare cucine in cui ogni dettaglio è studiato con grande attenzione e competenza. Tutto questo è Aran Cucine che sorprende con le sue molteplici soluzioni, sempre innovative ed eleganti, per quella che ormai è considerata il cuore di ogni casa: la cucina. Dopo l’apertura del primo store a Cesena nel 2018, poi di quello a Faenza nel 2020, è stata la volta di Ravenna lo scorso 25 marzo. Lo showroom di via Panfilia 36, in posizione comoda e strategica, è di grande impatto e lascia ai visitatori l’opportunità di vedere e toccare con mano alcune delle linee più apprezzate. “Siamo soddisfatti di aver raggiunto l’obiettivo di abbracciare tutta la Romagna,” racconta il titolare Pietro Carlà, “e non è escluso in futuro di poterci allargare anche in Emilia. Aran è un’azienda storica italiana che vanta ben sette stabilimenti in Abruzzo, oltre a essere il primo marchio per esportazione all’estero, visto che è presente in ben 120 Paesi in tutto il mondo.” L’offerta copre un po’ tutti i gusti e le varie esigenze, grazie a una produzione che spazia dal classico al contemporaneo. Attualmente lo stile di maggiore tendenza, particolarmente apprezzato dai più giovani, è l’industrial che ben si adatta alle abitazioni moderne o da ristrutturare. Prevede l’utilizzo di materiali, finiture e complementi d’arredo che ricordano quelli tipici delle fabbriche, per un risultato finale di sicuro effetto. In Romagna, si vende nell’80% dei casi il moderno. “Le nostre sono cucine di fascia medio-alta con ante in legno prodotte direttamente in azienda. Da noi non esiste il fuori misura, perché siamo in grado di realizzare ante, cassetti o colonne di ogni dimensione. Portiamo nelle case una vera cucina sartoriale,” tiene a precisare Carlà, che vanta una lunga esperienza nel settore. Suo nonno infatti produceva cucine, mentre suo padre era un mobiliere generalista. Lui ama definirsi un cuciniere, visto che dal 1989 si è specializzato

“OGGI SI APPREZZANO DI PIÙ I GRANDI OPEN SPACE DOVE VIVERE AL MEGLIO LA CONVIVIALITÀ. IN CUCINA, NON CONTANO PIÙ SOLO L’ESTETICA E IL DESIGN, MA ANCHE LA FUNZIONALITÀ CON GRANDI PIANI DI LAVORO DOVE IMPASTARE O PREPARARE I PROPRI PIATTI.”

sul prodotto cucina, sposando in particolare il negozio monomarca Aran che ha nelle cucine il fiore all’occhiello. La sua vena imprenditoriale l’ha portato a fondare, nel 2018, il gruppo INN Cucina che comprende i tre store romagnoli e può contare su uno staff di 11 persone, fra venditori, capo negozi e collaboratori per i magazzini. “Siamo molto seguiti e ben supportati dalla casa madre che, a sua volta, è fatta di persone serie e competenti,” racconta Carlà. “In più, per soddisfare al meglio le richieste della clientela in termini di personalizzazione, mettiamo a disposizione un team di architetti e interior designer in grado di progettare la cucina e l’ambiente living anche dal punto di vista degli arredi, dei complementi d’arredo e dell’illuminazione, per un risultato finale armonioso. Ogni cosa viene messa al posto giusto e il cliente può seguire passo passo la fase progettuale attraverso rendering che danno l’idea di quello che sarà il risultato finale. Le nostre cucine poi sono montate da professionisti formati dalla casa madre, sempre precisi e attenti in ogni fase.” La pandemia da Covid ha contribuito a cambiare le esigenze delle persone? “Sì, inevitabilmente,” spiega il titolare di Aran Ravenna. “Se in passato si tendevano a prediligere ambienti dal taglio classico con uno spazioso salotto ben separato dalla cucina, spesso un angusto cucinino, oggi si apprezzano maggiormente i grandi open space dove vivere al meglio la convivialità in famiglia o in compagnia di amici. In cucina, non contano più solo l’estetica e il design, ma anche la funzionalità con grandi piani di lavoro dove impastare o preparare i propri piatti.” Tra le novità, da segnalare anche le nuove richieste in materia di elettrodomestici, disponibili da Aran nelle migliori marche presenti sul mercato: per la prima volta, fanno la comparsa i forni al vapore, gli abbattitori, oltre a cantinette super-attrezzate. Sul fronte delle tonalità, oltre al bianco che è intramontabile, vanno molto bene anche i grigi e i beige per le finiture, mentre a livello di materiali c’è chi ha imparato ad apprezzare i nuovi ripiani in grès porcellanato, dekton e neolith. “Aran non è solo cucine,” conclude Carlà, “ma anche armadi per ogni ambiente e mobili per il bagno presentati al Salone del Mobile di Milano 2022.”