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Grosseto

IL TIRRENO DOMENICA 26 MARZO 2017

CAFFÈ CENTRO STORICO I giornalisti insieme a te per una citt񡖒 migliore

◗ GROSSETO

«Questo centro dovrebbe in realtà chiamarsi periferia». Giuseppe Iuorio, bancario in pensione, abita nel centro storico di Grosseto da quindici anni. Quindici anni nei quali ha visto cambiare profondamente queste strade, chiudere negozi, disgregarsi un intero tessuto sociale, mirato sulle rotte della grande distribuzione nei satelliti cittadini che sono i centri commerciali. Non sono neanche le 11 e il signor Giuseppe è già al Gallery Cafè di via Cairoli, una delle più trafficate traverse di corso Carducci, che conduce al Museo Archeologico e d’arte della Maremma, al San Francesco e al polo universitario. È qui, nel locale di Mauro Sbrana, che ieri i cittadini sono venuti a incontrare i giornalisti a Caffè Tirreno, l’appuntamento che il quotidiano dedica ogni settimana all’ascolto dei cittadini, immortalato dalla matita dell’artista grossetana Dominga Tammone. Nel cuore antico della città l’argomento che ha tenuto banco è stato ovviamente il centro storico. E purtroppo sono molti i problemi emersi. «Da quando ho comprato casa nel 2012 a oggi – dice Iuorio – ho visto un declino inarrestabile. Nella via dove abito, di sette fondi che ci sono, cinque sono chiusi». Gli affitti per i negozianti sono troppo alti». Lo svuotamento del centro ha colpito anche il settore immobiliare. «Ho messo in vendita il mio appartamento, comprato a 165.000 euro nel 2005, e in un anno ho ricevuto una sola offerta da 120.000 euro...». La colpa della crisi del centro? Per il signor Giuseppe è stato l’arrivo dei centri commerciali. «E purtroppo – dice – non c’è soluzione, è un fenomeno ingovernabile, perché la decisione di ostruire grandi centri commerciali, che non servono a niente se non a distruggere i rapporti sociali, la prendono i “grandi poteri”».

«Un cuore spento Ridiamogli vita» I negozianti: «Troppa concorrenza dai centri commerciali» I residenti: «Molti fondi vuoti: svalutate anche le case»

Giuseppe Iuorio

A sinistra Cristian Staderini e a destra i giornalisti della redazione del Tirreno di Grosseto insieme ai cittadini che abitano e lavorano nel centro storico (fotoservizio Agenzia Bf)

Cristian Staderini nella vignetta fatta in presa diretta da Dominga Tammone

«Il centro è morto perché non ci sono quasi mai iniziative – spiega Cristian Staderini, che lavora nella pizzeria “L’Archetto” della sorella, in via Garibaldi – poi con la liberalizzazione delle licenze i locali storici hanno perso e basta: i clienti sono sempre i soliti e le attività sono troppe, quindi la fetta di mercato se la dividono in tanti, troppi. E soffriamo la concorrenza dei centri commerciali». Per fermare l’emorragia – secondo il ristoratore – servono più iniziative. E bisogna fermare il degrado e lo spaccio. «C’è anche in via Fanti – continua Staderini – alle 11 la mattina e alle 4 del pomeriggio, sempre. Se il centro stori-

il passeggio che non c’è

co fosse curato, non ci sarebbe questo degrado». «Il centro è diventato una desolazione», chiosa una commerciante con l’aria di chi neppure ha più voglia di arrabbiarsi. E siccome la commerciante in questione è Vanna Palmieri, una che del settore a Grosseto a contribuito a scrivere la storia, queste parole hanno un sapore ancora più amaro. Il negozio Palmieri a metà di Corso Carducci, quello che ha venduto a un’intera generazione di grossetani i migliori oggetti di design per casa e cucina, a fine mese chiude. «Eravamo lì da vent’anni – ricorda Vanna – e ora ho deciso. Le spese ormai

Vanna Palmieri

erano insostenibili, nonostante il fondo fosse nostro: le tasse di ogni genere, il costo del personale, l’elettricità. Per fortuna noi siamo nati commercianti e abbiamo le spalle forti, se no... Quest’estate apriremo un negozio a Marina, in via XXIV Maggio, e da quattro anni ne abbiamo uno a Castiglione». Fuga dal centro, allora? No. Vanna Palmieri vuole crederci ancora: il negozio aperto da poco (abbigliamento moda Positano, in cima al corso) è di nicchia e funziona. «E presto riapriremo in città. Dove? Sarà una sorpresa. Ma una cosa è certa: sarà in centro, e non in un centro commerciale».

LA PROPOSTA /1

l’anticipazione

Una nuova “puntata” su parcheggi e ztl Sono tante le segnalazioni, le idee e le proposte che ieri abbiamo ascoltato e raccolto incontrando tanti cittadini ai tavoli del Gallery Café di via Cairoli (nella foto), ospiti di Mauro Sbrana: quelle che non hanno trovato spazio nell’edizione di oggi le leggerete nei prossimi giorni. Ad esempio, domani parleremo di un progetto che arriva dal basso – da commercianti ed esercenti di locali del centro – per una rivisitazione di ciò che prevede e impone la zona a traffico limitato; parleremo anche dell’annosa questione dei parcheggi nel centro storico, soprattutto dal punto di vista dei residenti, e non solo.

LA PROPOSTA /2

«Noi pronti a tassarci per vedere un po’ di vita» «Il mercato dei fiori in piazza San Francesco» «Un Caffè letterario dentro la Chelliana» I commercianti del centro storico sono pronti a mettersi le mani in tasca pur di vedere un po’ di vita nelle strade e nelle piazze del cuore della città. «Vi è mai capitato di passare in piazza Dante – chiede Margherita Pastorelli (nella foto) del negozio “Mondo di Pietra” – tra le 11 e le 12 della mattina? È deserta. Da quando è aperto il centro commerciale Maremà i negozianti del centro hanno subito un crollo delle vendite. E l’assurdo è che quel flusso di clienti che oggi prende la strada del Commendone a noi poteva bastare per sopravvivere mentre per quella grande struttura, che necessiterebbe di grandi numeri, è una goccia nell’oceano. Ci perdiamo tutti». Ed ecco la proposta di Margherita: «Noi non ci tiriamo indietro e possiamo investire una trentina di euro al mese per organizzare iniziative – descrive – che possano riportare la gente in centro. Serve però un esperto, un coordinamento. Serve che il Comune si occupi degli spazi pubblici: li pulisca e li tiri a lucido».

«Il centro storico va rivitalizzato. E allora perché non spostare il mercato dei fiori attualmente in piazza De Maria in centro? Penso a piazza San Francesco e a un migliore allestimento con dei chioschi un po’ più carini rispetto ai furgoni». A lanciare questa proposta è Maria Pia Treviglio (nella foto), che ha molto a cuore lo spazio della piazza come luogo di socializzazione e aggregazione. Non a caso la signora propone anche di riportare eventi sportivi in piazza per coinvolgere i giovani. «Ci sono sport molto gettonati come il beach tennis e il beach volley – dice la Maria Pia Treviglio – e in tante città si fanno eventi dedicati a questi sport ricoprendo di sabbia per un fine settimana l’intera piazza. Sono eventi partecipati che richiamano gente e promuovono oltretutto lo sport, quindi stili di vita sani».

«Per rinascere, il centro storico ha bisogno di aggregazione e proposte di qualità – dice Generoso Petrillo (nella foto) – e penso che a queste esigenze possa rispondere perfettamente la formula del caffè letterario che a Grosseto purtroppo manca». Petrillo precisa: «Un’iniziativa del genere o la fa il privato, oppure può farsene carico il Comune come progetto organico. A quel punto l’amministrazione potrebbe, tramite l’ufficio Europa che nasce con questa funzione specifica, accedere ai fondi comunitari per trovare le risorse necessarie a questo tipo di attività». Sulla sua collocazione ideale, il giovane non ha alcun dubbio. «Lo vedrei bene dentro la Chelliana quando tornerà in via Mazzini – conclude – visto che è stato annunciata per il 2018 l’apertura almeno del primo piano di palazzo Mensini».


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