Caffè tirreno 1 e 2

Page 1

IV

Grosseto

IL TIRRENO DOMENICA 19 MARZO 2017

CAFFÈ il quartiere pace I giornalisti insieme a te per una citt񡖒 migliore

◗ GROSSETO

Il quartiere Pace ha una priorità: la riapertura del supermercato Coop di via Inghilterra chiuso dal 26 ottobre, ufficialmente «per ristrutturazione». Lo storico punto vendita offriva un servizio essenziale ai tanti residenti anziani, ma assicurava anche ai negozi di vicinato – che si aprono al piano terra del complesso pubblico-privato 167 Nord – di brillare di luce riflessa, contando su un buon “movimento” giornaliero di potenziali clienti. E pensare che i titolari di queste attività stanno pure investendo risorse proprie per la ristrutturazione del condominio che alla fine costerà 500.000 euro. Il circolo virtuoso si è spezzato. «Rivogliamo la nostra Coop» è il primo tra i desiderata dei grossetani del quartiere Pace, che ieri abbiamo incontrato al bar Espressamente Illy di via Abruzzo per la partenza del tour Caffè Tirreno, l’iniziativa per cui – facendo tappa nei quartieri cittadini – i giornalisti incontrano i cittadini per raccogliere segnalazioni e spunti, idee e proposte per sollevare le questioni che stanno a cuore a chi vive la città e cercare di trovare una soluzione. “Il Pace” è un grossa “pancia” di Grosseto, una maxi contrada assai popolosa – dal Sacro Cuore all’ospedale alla zona Regioni – ma è tutt’altro che un ventre molle; qui i cittadini dicono la loro in modo fermo ma non fazioso. Non protestano ma sollecitano, propongono. Ce ne siamo accorti subito, sorseggiando un caffè con loro e ascoltando ciò che hanno voluto dirci. Residenti e commercianti hanno già fatto molto per far riaprire la loro Coop: hanno dato vita a un comitato cittadino che ha raccolto 860 firme che hanno spedito sia al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ai top manager di Unicoop Tirreno. Ad aggiornarci sulla loro battaglia è Sabina Rombaldi, (ritratta nella vignetta di Domin-

La Coop chiusa è unÕemergenza Via Inghilterra: non c’è una data per la riapertura del market Fissati un incontro con Piombino e un’assemblea pubblica addio buone abitudini

Dove lo butto l’olio da cucina? «Basta fare una convenzione» C’è un altro servizio che è sparito dal quartiere Pace da quando la Coop è chiusa: la raccolta degli oli (usati) da cucina. I residenti avevano la buona abitudine di versarli in bottiglie e depositarli al punto raccolta del supermercato, tant’è che alcuni di loro hanno scritto, diverse settimane fa, una lettera aperta al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna per segnalare il problema. E ora? «Non si sa come fare – ci dice durante il Caffè Tirreno Franco Innocenti – Vedo tanta gente che lascia le bottiglie accanto ai cassonetti. È una pratica da “fessacchiotti” perché Un raccoglitore di olio usato prima o poi qualcuno le prende a calci, le getta a terra, il recipiente si rovescia e l’olio si sparge. Chi è a piedi rischia di scivolarci sopra o le auto di sbandare». Ecco la proposta: «Il Comune – dice Innocenti – potrebbe fare una convenzione con una ditta specializzata, ad esempio, la Calussi srl di Barbaruta, o altre imprese. Basterebbe che passassero per il ritiro una volta ogni 15 giorni. C’è anche chi – conclude – getta le bottiglie piene d’olio nel cassonetto: peggio che lasciarle accanto».

ga Tammone) tra i promotori del comitato. Mercoledì 22 marzo, alle 15, Paolo Bertini, responsabile soci e relazioni esterne di Unicoop, incontrerà i cittadini in via Unione Sovietica 62. Uscirà una data per la riapertura? «Non ci hanno garantito niente. Ci hanno detto che riaprirà, ma non quando», dice Sabina. Da una recente verifica dell’assessore al commercio Riccardo Ginanneschi risulta che la Coop riaprirà «ma entro la fine dell’anno – dice l’assessore – o presumibilmente non prima della fine dell’estate». Intanto, il comitato si sta dando da fare, non sempre in-

piccole manutenzioni

contrando porte aperte. «Volevamo parlare con il sindaco – dice Sabina – ma la sua segretaria ci ha detto che non era possibile prima di tre o quattro mesi». Anche l’altra richiesta non è andata in porto. «Avevamo chiesto di indire un consiglio comunale aperto perché secondo noi è un tema importante da affrontare – dice Rombaldi – ma Ginanneschi ci ha detto che non è possibile. Strano: a Follonica lo hanno fatto...». Il comitato ha ottenuto comunque che, dopo che si sarà riunito il cda di Unicoop, il 27 marzo, il Comune terrà una conferenza stampa congiunta col comitato stesso e l’azienda,

un’occasione per poter fare domande. Nell’attesa il comitato ha organizzato per venerdì 24 marzo alle 17.30 al centro anziani Pace di via Inghilterra un’assemblea pubblica per informare i firmatari la petizione di quanto si è fatto e ottenuto finora e se necessario per escogitare nuove azioni. La questione Coop non è l’unica tra i problemi segnalati: i residenti alzano il velo su parcheggi e traffico, barriere architettoniche, verde pubblico trascurato, sporcizia... Nelle edizioni dei prossimi giorni continueremo a rendere conto di quanto i cittadini ci hanno segnalato.

verde pubblico

In alto a sinistra una delle caricature realizzate ieri mattina da Dominga Tammone Sopra un momento del Caffè Tirreno Qui a sinistra la Coop di via Inghilterra ormai chiusa (foto Agenzia Bf)

vandali in azione

Sanpietrini da sistemare sotto le panchine La proposta di Franco: «Pecore nei parchi» E la casetta dell’acqua è sempre “a secco” Piccoli problemi di manutenzione vengono segnalati da Lino Signori, già manager della Usl 9, che da tempo abita nei pressi dell’incrocio tra via Europa e via Emilia. «Mi riferisco alla zona dove ci sono le panchine dove gli anziani si siedono abitualmente - dice - Lì i sanpietrini sono divelti. Una parte, quella proprio davanti a casa mia, l’ho rimessa a posto. Per la rimanente, ho fatto una segnalazione al Comune: mi hanno promesso che la prossima settimana interverranno». E poi la maleducazione di chi getta i rifiuti fuori dai cestini, per non parlare dei proprietari di cani che non raccolgono le feci dei propri animali. Piccole cose, sottolinea lo stesso Signori, «ma che se risolte possono portare a una convivenza migliore». Anche in quella zona c’è la piaga dei furti («due anni fa sono entrati anche in casa mia, ci siamo protetti con allarmi e telecamere») e quello è comunque «un incrocio pericoloso».

Le pecore contro il degrado del verde pubblico della città. Franco Innocenti – ex giornalaio e saldatore – ha le idee chiare e le ha esposte ai giornalisti durante il Caffè Tirreno di ieri. «Per tentare di risolvere il problema delle aiuole e dell’erba alta – spiega il cittadino del quartiere della Pace – inviterei i pastori con le loro pecorelle facendoli stare dalla mattina alla sera in tutta la città, in modo che le greggi possano cibarsi di tutta l’erba gratuitamente». La proposta di Franco, che per altro è stata già adottata in diverse parti d’Italia (e non solo), l’ultima delle quali nel Comune siciliano di Aliminusa, a suo dire potrebbe risolvere in parte il degrado provocato all’erba incolta nei parchi pubblici di Grosseto e del quartiere. «Gli animali ingrasserebbero e farebbero felice sia il pastore che i cittadini – conclude l’ex giornalaio – e risolverebbero, in parte, i problemi del verde pubblico della nostra città».

Possibile che la casetta dell’acqua di via Germania sia sempre ko? È quanto segnalano alcuni residenti di via Repubblica Dominicana e delle strade vicine. Andare a prendere l’acqua alle “casine” è un’abitudine a cui molti grossetani sono affezionati. Il problema è – segnalano alcuni residenti del quartiere Pace in occasione del Caffè Tirreno di ieri mattina – che al punto prelievo di via Germania il meccanismo delle monetine è sempre guasto. Forse c’è chi lo manomette per rubare l’incasso contenuto all’interno, forse è solo un poco visibile ma fastidioso atto vandalico. I residenti vorrebbero che la casina dell’acqua di via Germania funzionasse quando si recano per il “prelievo”. Che fare? Forse sarebbero necessarie, anche qui, delle telecamere? Forse bisognerebbe cambiare il meccanismo? Chiedono all’amministrazione comunale di trovare un rimedio.


Grosseto

LUNEDÌ 20 MARZO 2017 IL TIRRENO

13

la parola ai cittadini

I 5 nodi da sciogliere

Ecco tre sentinelle in prima linea su tutto il territorio ◗ GROSSETO

Coop di via Inghilterra, certezze sulla riapertura e riqualificazione condominio 167 Sottopasso dell’ospedale, serve rampa per disabili o ascensore Parcheggio dell’ospedale, soluzioni per evitare l’occupazione degli stalli per disabili Via Emilia, risposte per evitare gli allagamenti Soluzioni su parcheggi selvaggi, bus in ritardo, attraversamenti pedonali di via Senese

Dalla prima tappa di Caffè Tirreno sono anche emerse tre sentinelle, ovvero tre persone residenti nel quartiere Pace e che si sono dette disponibili a segnalarci i problemi della zona monitorando ciò che non va o che sarà risolto dalle istituzioni; tre cittadini in prima linea come efficaci “segnalatori” dei problemi del quartiere e che potranno costituire un buon punto di riferimento per altri cittadini. Sabina Rombaldi, insegnante in pensione, residente nelle vicinanze della Coop, fa parte del comitato promotore per la riapertura in tempi brevi del supermercato Coop di via Inghilterra: è tra i firmatari della lettera aperta al sindaco Vivarelli Colonna con cui si chiede di risolvere il problema degli oli esausti da cucina ed è tra coloro che hanno consegnato in Comune 860 firme sollecitando un incontro con Unicoop Tirreno. Come lei Franco Paolucci, seconda sentinella; è lui il neo presidente del centro sociale anziani Pace la cui sede è al primo piano del condominio 167 nord, nonché uno degli organizzatori della festa dello scorso an-

La Coop chiusa (foto Bf)

no al quartiere. Ha tante idee e proposte anche per la terza età, tantissime attività che nei prossimi mesi animeranno il centro sociale. Infine Franco Innocenti, terza sentinella del quartiere: è lui l’altro cittadino interessato a risolvere i problemi della città, è stato edicolante e saldatore. È sua l’originale proposta di impiegare pecore (iniziativa già in uso in altre zone d’Italia, per esempio in Sicilia) contro il degrado del verde pubblico e dell’erba incolta; idea che potrebbe coinvolgere scuole e studenti per favorire anche un contatto con la natura.

Un’idea per via Senese: il rondò anticode All’incrocio con via Andorra, potrebbe risolvere molti problemi: ecco il progetto del geometra Vinicio Zanchi ◗ GROSSETO

C’è una strada di Grosseto dove ritrovarsi in coda, nelle ore di punta, non è un rischio ma una certezza. È via Senese, nel tratto urbano tra piazza Volturno e l’ospedale. Qui da sempre – di prima mattina, in tarda mattinata e nel tardo pomeriggio, il traffico si blocca. Perché? Perché tutti coloro che devono raggiungere in automobile la zona nordovest della città sono costretti a svoltare a sinistra in via Andorra, subito prima dell’ospedale, per imboccare viale Europa. Per svoltare devono fermarsi a uno stop e attendere il passaggio delle auto che provengono da Siena. Così, nonostante il piccolo slargo, inevitabilmente si crea una lunga fila che a volte arriva fino proprio alla rotonda di piazza Volturno. Un disagio e anche un problema serio, basti pensare agli scooter che sorpassano la coda sulla sinistra nella strettissima via Senese, ma soprattutto alle difficoltà che possono incontrare le ambulanze proprio nella strada che va e viene dall’ospedale. Si può fare qualcosa? Vinicio Zanchi, per 35 anni geometra all’ufficio lavori pubblici del Comune e oggi in pensione, un’idea ce l’ha. Anzi, molto più di un’idea: un vero e proprio progetto, con tanto di planimetrie e cartine, che Zanchi tra il gennaio 2012 e il novembre 2016 ha consegnato – con tanto di raccomandata – a due amministrazioni comunali differenti. L’idea è semplice: una rotatoria proprio all’incrocio tra via Senese e via Andorra, con quest’ultima trasformata a doppio senso di circolazione; con la

LA RICHIESTA

«Pochi giornali in Biblioteca»

Via Senese all’altezza del Villaggio Curiel (foto Bf)

Un rondò per via Senese: la vignetta di Dominga Tammone

Una soluzione fattibile e che appare efficace II cittadino l’ha proposta al Comune già nel 2013 e il nuovo sindaco ce l’ha nel programma elettorale Si attende l’intervento Una delle carte elaborate da Zanchi (a destra) per il suo progetto

possibilità cioè per chi arriva da viale Europa di immettersi su via Senese, cosa che potrebbe anche consentire di decongestionare le code che – nelle stesse ore – si creano in viale Unione Sovietica, oggi unico collegamento tra la parte ovest e la parte nord est della città.

Il progetto del geometra Zanchi, almeno sulla carta, appare semplice e convincente. Lo spazio per la rotonda c’è tutto (area ex Diversivo), peraltro assai più ampio di quello disponibile per altre rotonde ipotizzate in zona, come quella tra via Emilia e via Senese.

Nel 2012 e nel 2013 la precedente amministrazione, spiega Zanchi, non la prese neppure in considerazione. Stavolta alla sua raccomandata ha fatto seguito una nota della polizia municipale, che informa Zanchi come la sua proposta sia stata inserita nel Piano generale del

traffico urbano come “intervento strategico”. Peraltro nel programma elettorale del neosindaco Vivarelli Colonna la rotatoria tra via Andorra e via Senese è tra i primi punti della “città efficiente”. Insomma, l’idea di farla c’è. Ma quando? All’amministrazione la risposta.

Pochi quotidiani alla Biblioteca Chelliana. La segnalazione, fatta sabato al Caffè Tirreno, arriva da Sergio Dugaro. Non un “divoratore” di notizie, ma semplicemente una persona che vuole tenersi informata. E per farlo servono i quotidiani. «Alla Biblioteca comunale Chelliana _ lamenta Dugaro _ non ci sono quotidiani a tiratura nazionale, e nemmeno all’Informagiovani. Frequento molte biblioteche di tutta Italia e ovunque c’è una ricca scelta di quotidiani. A Grosseto no». Quella di Dugaro non è una lamentela dell’ultim’ora. «A settembre ho chiesto un appuntamento con l’assessore alla cultura Luca Agresti _ spiega _ Me lo hanno dato dopo due mesi. Confesso: ho fatto prima ad avere un appuntamento con il ministero delle Infrastrutture per parlare dell’autostrada…». L’attesa, purtroppo, non ha sortito grandi effetti. «Non ha saputo spiegarmi come mai alla Chelliana non sono consultabili i giornali a tiratura nazionale _ prosegue _ Credo si tratti di una questione di costi, ma è solo una mia ipotesi. Ho avuto l’impressione che per l’assessore non fosse un gran problema. E comunque non ne ho poi saputo più nulla». Ormai sono passati oltre quattro mesi. «Mi spiace», dice Dugaro. «I politici si lamentano sempre che i cittadini sono disaffezionati alla politica. Ma leggere i giornali e informarsi è la prima cosa da fare».


VI

Grosseto

IL TIRRENO DOMENICA 26 MARZO 2017

CAFFÈ CENTRO STORICO I giornalisti insieme a te per una citt񡖒 migliore

◗ GROSSETO

«Questo centro dovrebbe in realtà chiamarsi periferia». Giuseppe Iuorio, bancario in pensione, abita nel centro storico di Grosseto da quindici anni. Quindici anni nei quali ha visto cambiare profondamente queste strade, chiudere negozi, disgregarsi un intero tessuto sociale, mirato sulle rotte della grande distribuzione nei satelliti cittadini che sono i centri commerciali. Non sono neanche le 11 e il signor Giuseppe è già al Gallery Cafè di via Cairoli, una delle più trafficate traverse di corso Carducci, che conduce al Museo Archeologico e d’arte della Maremma, al San Francesco e al polo universitario. È qui, nel locale di Mauro Sbrana, che ieri i cittadini sono venuti a incontrare i giornalisti a Caffè Tirreno, l’appuntamento che il quotidiano dedica ogni settimana all’ascolto dei cittadini, immortalato dalla matita dell’artista grossetana Dominga Tammone. Nel cuore antico della città l’argomento che ha tenuto banco è stato ovviamente il centro storico. E purtroppo sono molti i problemi emersi. «Da quando ho comprato casa nel 2012 a oggi – dice Iuorio – ho visto un declino inarrestabile. Nella via dove abito, di sette fondi che ci sono, cinque sono chiusi». Gli affitti per i negozianti sono troppo alti». Lo svuotamento del centro ha colpito anche il settore immobiliare. «Ho messo in vendita il mio appartamento, comprato a 165.000 euro nel 2005, e in un anno ho ricevuto una sola offerta da 120.000 euro...». La colpa della crisi del centro? Per il signor Giuseppe è stato l’arrivo dei centri commerciali. «E purtroppo – dice – non c’è soluzione, è un fenomeno ingovernabile, perché la decisione di ostruire grandi centri commerciali, che non servono a niente se non a distruggere i rapporti sociali, la prendono i “grandi poteri”».

«Un cuore spento Ridiamogli vita» I negozianti: «Troppa concorrenza dai centri commerciali» I residenti: «Molti fondi vuoti: svalutate anche le case»

Giuseppe Iuorio

A sinistra Cristian Staderini e a destra i giornalisti della redazione del Tirreno di Grosseto insieme ai cittadini che abitano e lavorano nel centro storico (fotoservizio Agenzia Bf)

Cristian Staderini nella vignetta fatta in presa diretta da Dominga Tammone

«Il centro è morto perché non ci sono quasi mai iniziative – spiega Cristian Staderini, che lavora nella pizzeria “L’Archetto” della sorella, in via Garibaldi – poi con la liberalizzazione delle licenze i locali storici hanno perso e basta: i clienti sono sempre i soliti e le attività sono troppe, quindi la fetta di mercato se la dividono in tanti, troppi. E soffriamo la concorrenza dei centri commerciali». Per fermare l’emorragia – secondo il ristoratore – servono più iniziative. E bisogna fermare il degrado e lo spaccio. «C’è anche in via Fanti – continua Staderini – alle 11 la mattina e alle 4 del pomeriggio, sempre. Se il centro stori-

il passeggio che non c’è

co fosse curato, non ci sarebbe questo degrado». «Il centro è diventato una desolazione», chiosa una commerciante con l’aria di chi neppure ha più voglia di arrabbiarsi. E siccome la commerciante in questione è Vanna Palmieri, una che del settore a Grosseto a contribuito a scrivere la storia, queste parole hanno un sapore ancora più amaro. Il negozio Palmieri a metà di Corso Carducci, quello che ha venduto a un’intera generazione di grossetani i migliori oggetti di design per casa e cucina, a fine mese chiude. «Eravamo lì da vent’anni – ricorda Vanna – e ora ho deciso. Le spese ormai

Vanna Palmieri

erano insostenibili, nonostante il fondo fosse nostro: le tasse di ogni genere, il costo del personale, l’elettricità. Per fortuna noi siamo nati commercianti e abbiamo le spalle forti, se no... Quest’estate apriremo un negozio a Marina, in via XXIV Maggio, e da quattro anni ne abbiamo uno a Castiglione». Fuga dal centro, allora? No. Vanna Palmieri vuole crederci ancora: il negozio aperto da poco (abbigliamento moda Positano, in cima al corso) è di nicchia e funziona. «E presto riapriremo in città. Dove? Sarà una sorpresa. Ma una cosa è certa: sarà in centro, e non in un centro commerciale».

LA PROPOSTA /1

l’anticipazione

Una nuova “puntata” su parcheggi e ztl Sono tante le segnalazioni, le idee e le proposte che ieri abbiamo ascoltato e raccolto incontrando tanti cittadini ai tavoli del Gallery Café di via Cairoli (nella foto), ospiti di Mauro Sbrana: quelle che non hanno trovato spazio nell’edizione di oggi le leggerete nei prossimi giorni. Ad esempio, domani parleremo di un progetto che arriva dal basso – da commercianti ed esercenti di locali del centro – per una rivisitazione di ciò che prevede e impone la zona a traffico limitato; parleremo anche dell’annosa questione dei parcheggi nel centro storico, soprattutto dal punto di vista dei residenti, e non solo.

LA PROPOSTA /2

«Noi pronti a tassarci per vedere un po’ di vita» «Il mercato dei fiori in piazza San Francesco» «Un Caffè letterario dentro la Chelliana» I commercianti del centro storico sono pronti a mettersi le mani in tasca pur di vedere un po’ di vita nelle strade e nelle piazze del cuore della città. «Vi è mai capitato di passare in piazza Dante – chiede Margherita Pastorelli (nella foto) del negozio “Mondo di Pietra” – tra le 11 e le 12 della mattina? È deserta. Da quando è aperto il centro commerciale Maremà i negozianti del centro hanno subito un crollo delle vendite. E l’assurdo è che quel flusso di clienti che oggi prende la strada del Commendone a noi poteva bastare per sopravvivere mentre per quella grande struttura, che necessiterebbe di grandi numeri, è una goccia nell’oceano. Ci perdiamo tutti». Ed ecco la proposta di Margherita: «Noi non ci tiriamo indietro e possiamo investire una trentina di euro al mese per organizzare iniziative – descrive – che possano riportare la gente in centro. Serve però un esperto, un coordinamento. Serve che il Comune si occupi degli spazi pubblici: li pulisca e li tiri a lucido».

«Il centro storico va rivitalizzato. E allora perché non spostare il mercato dei fiori attualmente in piazza De Maria in centro? Penso a piazza San Francesco e a un migliore allestimento con dei chioschi un po’ più carini rispetto ai furgoni». A lanciare questa proposta è Maria Pia Treviglio (nella foto), che ha molto a cuore lo spazio della piazza come luogo di socializzazione e aggregazione. Non a caso la signora propone anche di riportare eventi sportivi in piazza per coinvolgere i giovani. «Ci sono sport molto gettonati come il beach tennis e il beach volley – dice la Maria Pia Treviglio – e in tante città si fanno eventi dedicati a questi sport ricoprendo di sabbia per un fine settimana l’intera piazza. Sono eventi partecipati che richiamano gente e promuovono oltretutto lo sport, quindi stili di vita sani».

«Per rinascere, il centro storico ha bisogno di aggregazione e proposte di qualità – dice Generoso Petrillo (nella foto) – e penso che a queste esigenze possa rispondere perfettamente la formula del caffè letterario che a Grosseto purtroppo manca». Petrillo precisa: «Un’iniziativa del genere o la fa il privato, oppure può farsene carico il Comune come progetto organico. A quel punto l’amministrazione potrebbe, tramite l’ufficio Europa che nasce con questa funzione specifica, accedere ai fondi comunitari per trovare le risorse necessarie a questo tipo di attività». Sulla sua collocazione ideale, il giovane non ha alcun dubbio. «Lo vedrei bene dentro la Chelliana quando tornerà in via Mazzini – conclude – visto che è stato annunciata per il 2018 l’apertura almeno del primo piano di palazzo Mensini».


Grosseto

DOMENICA 26 MARZO 2017 IL TIRRENO

VII

In bici e col passeggino uno slalom quotidiano per evitare le insidie I lastroni del vecchio selciato sono irregolari e pericolosi L’autista dell’ambulanza: «Trasportare i malati è difficile» ◗ GROSSETO

A cura di Emilio Guariglia, Pierluigi Sposato, Francesca Ferri, Elisabetta Giorgi, Giovanna Mezzana, Stefano Taglione e Sara Landi

la denuncia

la richiesta

«Spostarsi su queste strade è doloroso» Non solo passeggini e pedoni. Anche per i disabili che sono costretti in carrozzina l’accesso al centro storico è un’impresa a causa delle strade sconnesse. «Ho molti amici disabili e purtroppo la maggior parte delle strade del centro sono inaccessibili per chi sta sulla carrozzina o usa il Triride – dice Chiara Arezzini –. La pavimentazione è talmente sconnessa che gli spostamenti o sono dolorosi e faticosi o del tutto impossibili ma questo non è giusto.

Bisognerebbe mettersi un po’ di più nei panni degli altri e in questa occasione è giusto dare voce anche a loro». Del resto la pavimentazione sconnessa non danneggia solo chi ha una disabilità fisica (fatto già di per sé molto grave che si configura come barriera architettonica) ma una comunità ancora più ampia in cui rientrano tutti coloro che hanno una mobilità ridotta, dagli anziani a chi ha un infortunio temporaneo fino ai genitori con passeggini e carrozzine.

La città che vorrei è a misura di nonno

Tutte le strade lastricate in pietra – e nel centro storico lo sono pressoché tutte – rappresentano una trappola per chi non è più un giovanotto. «Cammini e sobbalzi perché sono tutte dissestate – dice Vinicio Papini (nella foto), ragioniere in pensione, un signore di 88 anni portati con grande stile – E se cado, alla mia età, mi “stronco”». Chi è giovane e indossa scarpe da tennis non pensa a quale affanno e rischio possano rappresentare: «L’amministrazione Antichi – descrive Papini – tolse il bitume ma non si preoccupò di altro e ora tutte le vie ricoperte di pietra sono “sobbalzanti”. Eppure ci sono sempre più anziani che vivono a Grosseto: sono costretti a trasferirsi in città perché dai piccoli comuni della Provincia e dalle frazioni spariscono i servizi sanitari e per l’assistenza. Il Comune deve pensarci, deve mettere a posto le strade del centro anziché, per esempio, spendere quattrini in gemellaggi pagati coi soldi dei bischeri, cioè nostri». Generoso Petrillo lancia la sua proposta dalla vignetta di Dominga Tammone

È il nemico di chi lo calpesta con le ruote: neomamme con il passeggino o persone in bicicletta. Ma anche dei disabili e delle donne che camminano sui tacchi. Il vecchio selciato del centro storico – installato una quindicina di anni fa – è stato al centro delle proteste durante la seconda tappa del Caffè Tirreno, la nostra iniziativa per incontrare chi abita e lavora in città che si è svolta ieri mattina, a partire dalle 11, al Gallery Cafè di via Cairoli. Proprio là davanti, la vecchia pavimentazione stradale, mette in difficoltà chi la percorre con i passeggini, la bici o sui tacchi. «Mia madre, tanti anni fa, è finita per terra – racconta Roberto Buzzichelli, autista delle ambulanze della Misericordia – ma nonostante questo non ha ricevuto nessun rimborso dal Comune». Anche quando trasporta i malati, percorrere le vie interne alle mura è una tragedia. «Una volta soccorremmo anche l’ex sindaco – continua Buzzichelli – e si è reso conto in prima persona di come sia difficile guidare qui. Disse che non c’erano soldi...». Roberto, che sta portando in giro suo figlio sul passeggino insieme all’amico Rosario Augeri, è deluso. «Il selciato che hanno messo non va bene – dice – tanto valeva lasciare quello che c’era prima». Le sue lamentele sono anche quelle di Caterina Maretti, residente del centro storico. «C’è troppo dislivello fra i lastoni – racconta la donna – mentre i sampietrini vanno bene: fanno da culla naturale al mio bambino». Maddalena Musto, dal sud, si è da poco trasferita in città. Ma le difficoltà le ha notate subito. «Andare in giro col passeggino è difficile – dice – meglio la pavimentazione nuova, come quella che c’è in via Bertani». Non va meglio ai ciclisti, che più o meno hanno gli stessi problemi. Fabio – preferisce non indicare il suo cognome – sta portando in giro il figlioletto sulle due ruote. Non sa che sul corso rischia di prendere la multa. «Neanche lo sapevo – spiega – ma è impossibile passare con la bici dalle altre strade, dove ci sono i vecchi lastroni irregolari. Se mi costringono a passare da lì, che almeno stendano un manto stradale migliore. Così non si può». Eppure la questione delle bici in area pedonale pare essere molto sentita. Generoso Petrillo, ad esempio, dice: «Dal momento che vige l’ordinanza che impone di non andare in bicicletta per il corso bisogna che i vigili la facciano rispettare. È una questione di sicurezza anche perché molti ciclisti sfrecciano ad alta velocità». E a proposito di sicurezza, il Caffè Tirreno ha già “svegliato” qualcuno. Ieri alle 14, a poche ore dall’incontro al Gallery Cafè, operai comunali sono stati immortalati mentre sistemavano i lastroni della strada proprio davanti alla pedana del locale. ©RIPRODUZIONERISERVATA

La giornalista Francesca Ferri con Rosario Augeri, babbo di un bambino

Una strada sconnessa del centro storico (foto Agenzia Bf)

Maddalena Musto

Roberto Buzzichelli

Operai all’opera, ieri alle 14, per sistemare le pietre davanti al Gallery Cafè


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.