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UN ANNO DI

IMMAGINI

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David Cenciotti

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n tutte le attivita` lavorativa cosi` come nella vita privata , la fine di un anno e i primi giorni del successivo costituiscono un periodo di bilanci. Anche noi abbiamo voluto ripercorrere i momenti salienti del 2011, attraverso alcune delle immagini piu` significative dell anno appena passato; immagini che per bellezza o rappresentativita` abbiamo voluto inserire nel calendario 2012. Ecco dunque le fotografie che tra le migliaia scattate negli scorsi 12 mesi abbiamo scelto per accompagnarci nel nuovo anno.

Copertina Uno dei quattordici F-15E del 494th Fighter Squadron Panthers del 48th Fighter Wing Liberty di base a RAF Lakenheath, nel Regno Unito, decolla da Decimomannu al termine del rischieramento in Sardegna degli Strike Eagle dell USAFE. Svoltasi tra il 20 gennaio e il 4 febbraio 2011, la campagna addestrativa ha visto gli equipaggi statunitensi svolgere missioni aria-aria, e aria-terra.

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Gennaio Un Tornado ECR del 155째 Gruppo del 50째 Stormo decolla dalla base di Trapani Birgi per una missione di supporto all operazione a guida NATO Unified Protector . Le Pantere dell Aeronautica Militare hanno svolto missioni SEAD Suppression of Enemy Air Defense di soppressione delle difese aeree libiche e di deterrenza.

Febbraio Uno dei Predator B del 28째 Gruppo del 32째 Stormo di Amendola rulla al termine di una missione ISR Intelligence Surveillance Reconnaissance addestrativa. A partire dal mese di agosto, i droni italiani hanno condotto missioni di ricognizione e sorveglianza in Libia.

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Marzo Il canopy appannato di un F16 della Royal Danish Air Force a poche ore dalla prima sortita giornaliera dell esercitazione Winter Hide 2011. Dal 17 gennaio all 11 febbraio 2011, undici velivoli si sono rischierati in Italia per permettere ai piloti danesi di continuare l addestramento anche in un periodo nel quale, normalmente, le condizioni meteorologiche riscontrate a Skrydstrup in Danimarca sono particolarmente rigide e il rateo di cancellazione delle sortite e` piuttosto elevato.


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Aprile Un CL-415 del Dipartimento della Protezione Civile decolla dall aeroporto di Ciampino per una missione d addestramento. I Canadair del DPC sono tra gli assetti piu` importanti nella lotta antincendio in Italia.

Maggio Un NH-90 dell Esercito impegnato in una missione della Italian Call 2011 all interno del poligono di Monte Romano. All esercitazione hanno preso parte 32 elicotteri, veicoli tattici Lince , mortai pesanti da 120 mm e piu` di 350 unita` tra equipaggi e staff provenienti da Italia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania e Slovenia con osservatori di Grecia e Lituania .

Giugno Gli ugelli di scarico dei motori Eurojet EJ200 degli Eurofighter Typhoon del 4째 e del 36째 Stormo rischierati a Trapani per la crisi libica. Gli F-2000째 italiani hanno svolto missioni DCA Defensive Counter Air e scorta HVAA High Value Air Asset .

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Luglio Un F-16 dei Thunderbirds durante il volo di prova dell Air Extreme 2011 di Jesolo, unica tappa italiana del tour europeo del team di dimostrazione dell USAF.

Agosto Un AB.212ICO del 21째 Gruppo del 9째 Stormo di Grazzanise saluta gli spotter assiepati fuori dalla base di Cambrai, in Francia, sede del NATO Tiger Meet 2011. Nell ambito dell esercitazione, gli elicotteri dell Aeronautica Militare hanno svolto missioni di Personnel Recovery, quali Combat SAR ricerca e soccorso di personale in territorio ostile e Combat Recovery, missioni N.E.O. Noncombatant Evacuation Operation e di supporto alle Forze Speciali. Settembre Un AV-8B+ Harrier II della Marina Militare solleva una nuvola di vapore decollando dalla pista 35 di Decimomannu per una missione di addestramento al tiro aria-suolo sul poligono di Capo Frasca. Anche gli Harrier della Marina hanno preso parte alla Unified Protector in Libia, operando dalla portaerei Garibaldi.

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Ottobre Un Tupolev 154M decolla dall aeroporto di Ciampino per riportare in patria la delegazione della Repubblica Slovacca che ha preso parte alla cerimonia di beatificazione del defunto Papa Giovanni Paolo II in Vaticano il 1 maggio 2011.

Novembre L F-2000 del maggiore Raffaele Beltrame del Reparto Sperimentale Volo dell Aeronautica Militare durante l esibizione nell ambito dell Air Extreme 2011 a Jesolo. Finalista nella gara per il nuovo caccia indiano, nel corso del 2011 il Typhoon del 311째 Gruppo volo si e` esibito ai comandi del maggiore Beltrame anche ad Aero India 2011, a Bangalore.

Dicembre Un F-15E del 494th FS in decollo da Decimomannu per una missione DACT Dissimilar Air Combat Training con gli F-16 MLU danesi e gli Eurofighter Typhoon del 4째 Stormo impegnati nella Winter Hide 2011 sulla base di Grosseto.

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un martedi` mattina di settembre apparentemente come tutti gli altri quando arrivo alla stazione ferroviaria di Grosseto; ma mi basta scendere dal treno e ascoltare i suoni nell aria attorno a me per rendermi conto che non e` assolutamente cosi`. Un rumore, all inizio sordo e lontano, a poco a poco cresce e si scandisce inconfondibile: e` quello di un Eurofighter. In effetti sono qui proprio per conoscere quanto piu` da vicino possibile il 4° Stormo dell A.M., che ha in dotazione questi caccia-intercettori. In pochi minuti sono gia` all interno dell Ufficio Comando e come al solito l accoglienza riservatami e` calorosa e piena di premure.

Il 4° Stormo e` uno dei centri focali in ordine alla realizzazione dell operato svolto dalla nostra Aeronautica Militare e sono qui proprio per cercare di capire perche´, come e quanto esso lo sia. Cosi` comincia il mio primo colloquio ufficiale della giornata, in cui ho il piacere di fare la conoscenza del Cap.Pil. Federica Maddalena, pilota del IX Guppo qui al 4° Stormo e una tra le prime donne pilota di caccia. Il gruppo a cui appartiene il Capitano Maddalena si occupa di garantire la sicurezza dello spazio aereo nazionale, montando d allarme 365 giorni l anno, 24 ore su 24, grazie alla presenza di due piloti pronti a decollare in una manciata di minuti nel momento in cui dovesse suonare la sirena attivata in caso vi sia un aereo in difficolta` per

Visita al 4° Stormo, la “Tana” degli EFA: “Il Cap. Maddalena e il Comandante Marzinotto raccontano…”

Comando 20° Gruppo.

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Lodovica Palazzoli

particolari emergenze o qualora il velivolo abbia intenzioni potenzialmente ostili. A quel punto, subito dopo il decollo, i piloti intercettano l aereo per dargli assistenza, scortarlo fuori dallo spazio aereo nazionale o addirittura forzarlo all atterraggio, a seconda dei singoli casi. Data la complessita` dell attivita` svolta e del velivolo impiegato nel compierla, domando al Capitano se le sia mai capitato di dover fronteggiare un emergenza: In realta` le emergenze avvengono con una certa frequenza; ovviamente non si tratta di emergenze gravi, ma l aeroplano che noi pilotiamo e` molto complesso e quindi e` facile che qualche sistema non funzioni in modo proprio e in quel caso noi seguiamo una check list che ci dice esattamente cosa fare, non lasciando a noi nulla da improvvisare. Tra l altro con l ausilio del simulatore proviamo gia` da terra le varie emergenze che possono realmente manifestarsi, in modo da essere assolutamente


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in grado di fronteggiarle in aria. Poi, non senza qualche sorriso nel ricordarlo, il Capitano mi racconta che proprio questo sistema di addestramento le e` stato molto utile il giorno in cui era sotto esame per conseguire la combat readiness, perche´ fortunatamente si verifico` in volo la medesima avaria al computer di bordo che aveva affrontato al simulatore il giorno prima! Quindi certamente un attivita` molto particolare, che non si esaurisce o meglio non si vive soltanto durante l orario lavorativo, perche´ proprio al fine di essere realizzata nel miglior modo possibile prevede momenti di ritrovo sociali, informali il cui obiettivo e` quello di accrescere i rapporti di fiducia, collaborazione e adesione tra tutti i vari componenti del reparto. Cosi` dalle parole del Capitano Maddalena scopro l esistenza di feste ormai consolidate come la Ballata, dove si saluta il Comandante di Gruppo uscente e con l occasione si festeggiano anche quelli precedenti o la Casaccia, cosi` chiamata perche´ si tiene in una sorta di rudere ed e` dedicata agli ultimi arrivati che hanno il precipuo compito di ripulirla, una festa goliardica insomma in cui sono invitate le famiglie e si fanno quadretti divertenti su ciascun pilota con riguardo ai fatti avvenuti nell ultimo anno. Ma a parte queste amene occasioni di ritrovo, che sicuramente rendono anche piu` peculiare l appartenenza a questa forza armata, quando chiedo al Capitano di raccontarmi un episodio che le e` rimasto particolarmente impresso, la risposta e` immediata: il primo scramble reale. Proprio ascoltando e vedendo la naturalezza e la semplicita` con cui il Capitano Maddalena parla del suo lavoro, mi sorge spontanea una domanda: quale reazione consegue alla scoperta del suo lavoro in una persona esterna all ambiente militare? Sconcerto, nelle sue

Lodovica Palazzoli insieme al Comandante del 20° Gruppo Ten. Col. Pil. Davide Marzinotto.

Motto del 20° Gruppo.

varie forme. Soprattutto le persone anziane sono le piu` incredule. In generale, in realta` sono piu` le persone che restano sorprese di quelle che invece vedono come normale questo lavoro, se svolto da una donna, nonostante siano trascorsi ormai undici anni da quando le Forze Armate hanno cominciato ad aprirsi anche a noi donne. Forse tanta sorpresa si deve anche all idea che conciliare il ruolo di donna con una vita lavorativa intensa e a volte anche imprevedibile negli orari, come lo e` questa, non sia cosa facile. In realta` l esperienza dal Capitano Maddalena toglie qualsiasi dubbio, perche´ nonostante lei sia la prima a testimoniare l esistenza di alcune complicazioni a livello organizzativo, soprattutto nella gestione della casa, e` sempre lei ad affermare di non aver incontrato particolari difficolta`, perche´ come per la vita nel reparto anche in casa la parola chiave e` collaborazione . Giunta al termine del nostro incontro, non posso non ammirare la personalita` e la determinazione del Capitano Maddalena, che ringrazio per la disponibilita` e per l esempio di capacita` e tenacia che con il suo lavoro e la sua naturalezza ogni giorno incarna, per tutte. Al 4° Stormo non fa capo soltanto il IX Gruppo, ma anche il 20°; proprio per meglio conoscere l attivita` di coloro che vi lavorano vengo accompagnata in Palazzina Allarme, dove avviene la seconda intervista della giornata, quella con il Ten. Col. Pil. Davide Marzinotto. Il 20° Gruppo, di cui il Ten. Col. Marzinotto e` Comandante, ha finalita` istituzionali differenti dal IX. Infatti nel percorso di crescita professionale di un pilota, dopo aver conseguito il BPM Brevetto di Pilota Militare si puo` essere assegnati alla linea Eurofighter presente qui

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e la funzione principale di questo gruppo e` quella di seguire la conversione dei piloti su questa nuova macchina. Ecco perche´ il 20° Gruppo e` detto OCU, Operational Conversion Unit; naturalmente questo corso di conversione ha durata diversa a seconda dell esperienza pregressa dei piloti e quindi puo` variare dai tre, quattro mesi ai sette, otto, tempi necessari per completare l addestramento basico sulla macchina e raggiungere cosi` la Capacita` al Combattimento Limitata, primo gradino delle capacita` di un pilota operativo. Dopo questa fase i piloti possono essere assegnati ai gruppi operativi; in Italia ci sono quattro gruppi EFA, tre puramente operativi mentre il quarto e` appunto questo, che in virtu` del suo scopo primario istruzionale e` composto esclusivamente da istruttori. Ma la suddetta finalita` non e` l unica, perche´ il 20° ha anche la responsabilita` della standardizzazione operativa; quindi all interno della comunita` Eurofighter composta dai quattro gruppi, su questo grava il compito di gestire e redigere tutte le pubblicazioni operative riguardanti la manualistica operativa e la manualistica addestrativa, al fine di aggiornare le modalita` di impiego della macchina. Inoltre sempre il 20° Gruppo segue come focal point tutte le attivita` di sviluppo di questo velivolo, percio` raccoglie le esigenze dei gruppi operativi, le coordina con gli alti comandi, con le ditte e il Reparto Sperimentale, garantendo allo stesso tempo il medesimo flusso di informazioni dall alto verso il basso, di nuovo verso i gruppi operativi, che potranno cosi` conoscere le innovazioni della macchina, quali evoluzioni software si appronteranno e se saranno piu` o meno aderenti alle loro richieste. Infine, ma non certo come ultimo, all interno dello Stormo il 20° Gruppo contribuisce alla protezione dello spazio aereo, montando d allarme e svolgendo circa 1/6 di tale attivita`, agendo come un gruppo operativo. Dopo questa panoramica sul gruppo, con il Comandante Marzinotto cominciamo a parlare dell indiscusso protagonista: l Eurofighter Typhoon. L EFA e` una macchina molto avanzata; attualmente e` uno dei caccia piu` performanti al mondo. Ha capacita` di eccellenza sotto tanti punti di vista che lo pongono su un piano di primazia nell ambito delle comunita` fighter mondiali. Spiega il Comandante, che in seguito aggiunge Oggi non ci sono piu` singoli aspetti che caratterizzano un velivolo; ad esempio negli anni Settanta la velocita` poteva rivelarsi un fattore determinante per la primazia nell impiego. Adesso la tecnologia ha portato i velivoli a primeggiare in altri modi, tra cui la cosiddetta sensor fusion, cioe` la capacita` di gestire piu` sensori tramite computer estremamente complessi, sensori che forniscono informazioni all aeroplano che e` in grado di ge-

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Cap. Pil. Federica Maddalena.

stirle e rappresentarle al pilota, dando loro pesi differenti in funzione dell esattezza e della necessita` delle stesse. La tecnologia permette oggi di condividere tutte queste informazioni in una sorta di network locale, tra piu` velivoli, tra piu` assetti. In questo modo gli aeroplani sono dei veri e propri sistemi d arma molto complessi che si inseriscono in una piattaforma informativa, una sorta di rete internet , in modo da scambiare, ricevere e fornire informazioni ad altre piattaforme, in una parola: dialogare. Il nostrro velivolo e` nato con questo scopo ed e` uno dei pochi al mondo insieme ad esempio all F22 americano , mentre la maggior parte di essi magari ha queste caratteristiche, ma non sin dalla genesi. In tal modo si profila cosi` un pilota inteso come gestore di informazioni, molto precise, esatte, grazie a questa caratteristica tecnologica che rende l Eurofighter uno dei caccia piu` efficaci al mondo, senza dimenticare che anche dal punto di vista delle prestazioni aerodinamiche non e` secondo a nessun altro. A questo punto la domanda suscitata dall intervista e` assolutamente naturale: come e` possibile riuscire gestire la mole di informazioni incamerate dallo stesso velivolo e essere in grado, al contempo, di occuparsi del volo in senso stretto? Il Comandante mi risponde af-


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fermando che questo e` uno degli aspetti piu` interessanti delle nuove tecnologie; infatti negli anni si e` passati da aerei complessi dal punto di vista della loro condotta a velivoli tecnologicamente avanzati. In questo modo gli aerei sono divenuti piu` semplici da volare, solo da volare non comunque da impiegare, ma richiedono un esercizio e un attenzione intellettiva maggiore da parte del pilota. Il problema e` che la strumentazione, la capacita` di calcolo, la sensoristica di bordo sono tutte componenti che pongono il pilota in primo piano e questi deve essere in grado di gestirle tenendo conto del lasso temporale critico e ridotto che ha a disposizione. Ecco perche´ questo aereo a seconda della fase di volo affrontata, a seconda della situazione, cambia il tipo di informazioni in maniera automatica: infatti seguire tutto non sarebbe materialmente possibile. Inoltre un altra caratteristica riguardo la gestione dei dati si riscontra nella personalizzazione delle informazioni, grazie alla quale l aereo e` in grado di auto personalizzare la tipologia e il formato delle informazioni in funzione delle caratteristiche personali del pilota, che in volo carica i propri setup di default al fine di migliorare e rendere piu` efficacie l interfaccia tra uomo e macchina. Dopo aver dato un occhiata anche io alla strumentazione di questa piattaforma volante , dove gia` soltanto sulla cloche ci sono ben sette comandi ognuno dei quali ha varie configurazioni, mi domando quali siano in concreto le difficolta` incontrate da chi si approccia per la prima volta a questo velivolo non da semplice visitatore come me, ma da pilota. Noi del 20° Gruppo seguiamo due filoni addestrativi; uno si occupa della riqualificazione di piloti esperti che hanno volato da intercettori sui velivoli F-16 e che ora effettuano un corso ridot-

Lodovica Palazzoli insieme al Cap.Pil. Federica Maddalena a bordo di un EFA.

to di conversione sull EFA. Per questi piloti, a parte la nuova tecnologia, difficolta` non ce ne sono. Diverso e` quando si tratta del cosiddetto full course, dove ci sono piloti provenienti dal corso pre-operativo e che vengono assegnati alla linea EFA; le difficolta` che questi ragazzi incontrano sono dovute proprio alla complessita` della macchina, alla tecnologia avanzata, alla mole di studio estremamente consistente e alla capacita` di rapportarsi con le informazioni. Per agevolare questo processo di apprendimento abbiamo alcuni strumenti molto innovativi riguardanti la simulazione, che permettono un maggiore apprendimento a costi decisamente ridotti, garantendo prestazioni in volo estremamente piu` consistenti a fronte della possibilita` di replicare innumerevoli volte situazioni che magari in volo non sarebbe possibile riproporre o per impossibilita`, come nel caso di emergenze gravissime, o a causa dei costi molto elevati che richiederebbero. Inoltre gli strumenti di simulazione sono scaglionati a seconda delle esigenze e utilizzati in maniera graduale, ad esempio nelle prime fasi didattiche sulla conoscenza dei sistemi di bordo una simulazione molto complicata sarebbe addirittura eccessiva, invece e` meglio accompagnare le lezioni frontali a simulazioni semplici, li` per li`, in modo da insegnare e poter subito toccare con mano quanto spiegato. Racconta il Comandante che indica come unico neo di questo sistema il fatto che il simulatore sia piu` che altro un emulatore, perche` la pressione psicologica del volo reale e` irreplicabile e insostituibile. Conclusa la piacevole chiacchierata con il Ten.Col. Marzinotto, ho la possibilita` di scattare qualche foto seduta a bordo del mitico Eurofighter guidata da un mentore di eccellenza: nuovamente il Cap. Maddalena. Dopo le foto e` il momento di visitare la palazzina che ospita il 20° Gruppo il cui simbolo, un leone, e` presente un po dappertutto, dagli oggetti al motto dello stesso gruppo, appunto Unus sed leo. Qui incontro ancora il Comandante Marzinotto, che ringrazio per l ospitalita` e che giustamente ha sulla porta del suo ufficio una testa di leone per bussare. Purtroppo la giornata trascorre davvero rapidamente e cosi` dopo aver assistito al decollo di qualche ruggente EFA e` ora di tornare a casa, ma sara` difficile anzi impossibile dimenticare la visita qui allo stormo del cavallino rampante, alla tana degli EFA ; inoltre il simulatore che avrei dovuto provare era in manutenzione e ho potuto soltanto vederlo da fuori notando l indovinata scritta simulatione siderum tenus presente fuori dal locale dove e` ospitato. In compenso il personale della base mi ha gentilmente invitato a tornare un altra volta per testarlo e io, sinceramente, non vedo l ora di poter raccontare anche questa esperienza!

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F r e c c e Tr i c o l o r i a To r r e S u d a

Lodovica Palazzoli

“Il solista racconta”

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Silenzio e cinguettii ono le dieci ora regnano sovradi domenini, ma il loro domica mattina nio e` destinato a al Fortunaessere sovrastato to Cesari e la base dal rombo delle salentina e` ovviaFrecce Tricolori, mente sveglia, ma pronte a decollare straordinariamente in vista della manisilenziosa. festazione di Torre Esco dal mio allogSuda, a pochi chigio e mi avventuro lometri da questo in questa piccola aeroporto. citta` il cui colore Ed e` proprio poco dominante e` il verlontano da dove si de, quello delle patrova il suo maclazzine, quello dei Lodovica Palazzoli insieme al cap. pil. Fabio Capodanno. chino che con granmezzi, dei tanti alde piacere inconberi e naturalmente tro il cap. pil. Fabio dei Macchini del 61° Stormo. Ma non di tutti. A ben guardare infatti, Capodanno, Pony 10 da questa stagione. Il cap. Casulla linea di volo sono schierati dieci MB339 blu con podanno prima di essere impiegato nel 313° Gruppo una caratteristica livrea tricolore a renderli ancor piu` acrobatico ha volato sul velivolo AMX presso il 13° inconfondibili: e` la Pattuglia Acrobatica Nazionale. Gruppo di Amendola 72° Stormo , effettuando cosi`

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missioni aria-suolo in ordine al supporto di forze terrestri. Entrato a far parte della PAN, dopo aver ricoperto per alcuni anni varie posizioni, e` stato scelto per il ruolo di Solista e quando gli domando come sia trascorso questo primo anno, a lui bastano letteralmente tre parole per arrivare al punto: Purtroppo sta finendo ammette a malincuore prima di continuare l anno e` passato molto piu` in fretta di quanto io potessi pensare o sperare e in termini di esperienza mi ha portato tantissimo, perche´ il passaggio dalla posizione di Pony 4 secondo gregario sinistro a quella di Pony 10 mi ha molto impegnato sia dal punto fisico che mentale. Infatti ho dovuto affrontare, come e` naturale, alcune difficolta` tecniche, ma anche nuove assunzioni di responsabilita` sia nei miei confronti che di quelli del gruppo, dato che come incarico secondario sono l ufficiale di sicurezza volo . Nonostante da terra il Solista appaia il piu` esuberante dei nostri piloti acrobatici, e` bene tenere a mente che non c e` nulla di improvvisato o meramente arbitrario nella sua performance; infatti i suoi compiti sono essenzialmente due: quello di riempire gli spazi vuoti lasciati dalla formazione e quello di presentare questo velivolo tutto italiano portandolo al limite del suo inviluppo di volo, limite che pero` e` gia` precedentemente individuato e testato, grazie anche all operato svolto in collaborazione con il Reparto Sperimentale della A.M. Dunque quello del Solista e` un compito molto delicato, che chi e` chiamato a svolgere deve affrontare con umilta`, preparazione e serieta`; ecco perche´ il pilota romano ci rivela essersi sentito molto contento e lusingato nell essere stato chiamato a compier-

lo. Ma ascoltando le sue parole, inevitabilmente vedo scorrere nella mia mente le tante figure acrobatiche presenti nel suo display e non resisto dal porgli una domanda forse banale, ma assolutamente spontanea: qual e` la sua preferita? In realta` le figure piu` spettacolari non sempre sono quelle piu` tecnicamente complesse e viceversa. Quindi come pilota sicuramente provo grande soddisfazione a realizzare un tonnau lento o un quattro tempi in maniera molto buona, perche´ appunto sono manovre abbastanza impegnative. Ma ammetto che con grande dispiacere rinuncerei a fare la celebre scampanata o il caratteristico lomcevak. Giunti quasi al termine della nostra chiacchierata, realizzo che l uomo in tuta blu accanto a me vive con un puro entusiasmo che nulla ha a che fare con l esaltazione, questo momento assolutamente irripetibile della sua carriera ma anche della sua vita, a cui e` giunto per gradi, maturando il desidero del volo acrobatico della PAN solo quando gia` pilota di Aeronautica. Cosi` lo ringrazio e lo saluto, certa di conservare un ricordo ottimo e unico di questo incontro. Ma passano pochi minuti che un rombo, misto ai potenti sibili dovuti al motore turbo puro dei macchini, si leva dalla distesa di asfalto dell aeroporto e i dieci aerei tricolori rullano in fila indiana. Lungo la pista li vedo e li sento decollare e ora, immersa in questo boato di coro, mi sembra impossibile trovarmi nello stesso posto che poco prima era un oasi di tranquillita`. Intanto i jet della Pan si ricongiungono rapidi nel cielo e basta una manciata di secondi per vederli stagliarsi lontani: davanti a loro Torre Suda, in coda una distesa di asfalto e di verde nuovamente silenziosa‌ma ancora per poco, si spera!

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A tu per tu con il Magg. Pil. PINARDI

“Quando il Volo si insegna” “Professionalità, competenza, serietà”, in queste tre parole si condensano i requisiti di un istruttore di volo. A svelarli è il Magg. Pil. Massimo Pinardi, istruttore presso il 213° Gruppo (I Verdi) del 61° Stormo di stanza a Galatina (Le).

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o il piacere di incontrarlo in una calda mattina di settembre, in cui racconta come un pilota chiamato ad insegnare il volo debba porsi di fronte all allievo. La professionalita` e la preparazione sono i tratti fondamentali di questa attivita`, a cui fanno da corollario l umilta`, la disponibilita` e la passione, perche´ solo in questo modo si e` in grado di raggiungere il fine ultimo: addestrare quelli che saranno i nuovi piloti dell A.M., giovane linfa di tutto il sistema. Cosi` domando quale sia stato il motivo che spinge un pilota in generale, e il Magg. Pinardi in particolare, a scegliere questo ruolo: Io credo che la novita`, uno stimolo nuovo debba essere ricercato ogni tanto. Percio`, dopo aver volato per sette anni sull AMX, ho sentito l esigenza di fare qualcosa di diverso; cosi` ho intrapreso questo profilo di carriera, non senza qualche naturale incertezza dovuta proprio all originalita` della situazione, compensata pero` dell ottimo ricordo che il mio istruttore aveva lasciato in me, facendo si` che in questo frangente piu` che mai guardassi a lui come a un esempio da seguire. Data la delicatezza e l importanza del compito svolto da ogni istruttore, una delle doti o delle attitudini che certamente questi e` tenuto ad avere e sviluppare e` la capacita` di ascoltare il proprio allievo, in modo da poter comprendere me-

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Lodovica Palazzoli

glio qualsiasi suo atteggiamento ed essere in grado di rapportarsi con lui nel miglior modo possibile. A tal fine l istruttore deve essere versatile, adottando metodo e maniere piu` congeniali a seconda della persona che si trova di fronte, non agendo in modo stereotipato e impersonale, ma al contrario ponendo l allievo al centro del suo sistema di insegnamento, soppesando azioni e parole sulla base del tipo e del carattere con cui si confronta. Incuriosita sempre di piu` dall argomento, domando al Maggiore quale sia la scaletta che contraddistingue gli impegni giornalieri di ogni istruttore: La scaletta e`, per cosi` dire, standard. Alle 8.05 ci si trova nell aula briefing di stormo, alla presenza del Comandante di Stormo e dei comandanti di gruppo, ci vengono presentati i NOTAM, la manutenzione ci indica il numero degli aerei disponibili. Dopodiche´ c e` il briefing con l allievo che dura di media una mezzoretta quando l addestramento e` in fase inoltrata, mentre all inizio preferiamo prenderci un po piu` di tempo. L appuntamento successivo e` al duty desk, per verificare anche le condizioni meteo, seguito dalla sala equipaggiamento. Poi si va verso l aereo, si compie insieme il giro di controllo esterno del velivolo e da li`, a cominciare dalla chiamata radio, e` tutto addestramento. Per quanto riguarda la fase di volo, noi facciamo missioni


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di volo a vista, strumentale, di coppia basica a bassa quota. Il corso e` in sostanza un building block, che va dall accensione del motore alla graduation. Una volta atterrati dopo un attivita` volativa di circa ottanta minuti, si torna in aula briefing dove noi istruttori analizziamo il volo insieme all allievo per mettere in evidenza eventuali progressi o difficolta` emerse. Poi ci si congeda e si incontra l allievo successivo a cui e` dedicato lo stesso iter del precedente e davanti al quale ci poniamo con la medesima attenzione e dedizione, nonostante magari sia per noi gia` il secondo evento della giornata. Infatti normalmente ogni istruttore vede la propria giornata scandita da due eventi, raramente da tre, perche´ ognuno di questi richiede in media quattro ore di lavoro. La chiave di tutto comunque, svela il magg., e` riuscire a mandare l allievo in volo rilassato, consapevole che il suo obiettivo e` lo stesso dell istruttore e che questo non ha come precipuo compito quello di evidenziare i suoi errori ma di sviluppare le capacita` e le conoscenze gia` acquisite nelle fasi precedenti, uno e due, del conseguimento del BPM Brevetto di Pilota Militare che lo hanno portato ad affrontare la terza ed ultima fase qui a Lecce. Ecco perche´ al termine di ogni briefing, pochi minuti prima del volo, il magg ripete a tutti i suoi allievi la stessa frase: ok, adesso andiamo a divertirci! Per fare questo, l Aeronautica Militare affida l addestramento dei suoi pinguini ad una macchina che proprio quest anno festeggia il trentennale di dotazione al 213° Gruppo: l Aermacchi MB339. Percio` questo e` un velivolo assolutamente rodato, soprannominato padre di famiglia , perche´ e` piuttosto semplice da volare quanto a impiantistica di bordo e

Lodovica Palazzoli insieme al Magg. Pil. Massimo Pinardi

sistemi, ma soprattutto permette di pensare, di sbagliare, non esigendo dall allievo il massimo della precisione a pena dell irreparabile; per usare le parole del Maggiore, e` un aereo che perdona parecchio , perche´ anche in acrobazia non tende allo stallo, per giungervi necessita invece di una certa forzatura nell errore. In sostanza il macchino si rivela un ottimo addestratore sia per queste sue caratteristiche di stabilita`, che per il fatto di mantenere tuttora una strumentazione analogica, dunque di piu` complessa interpretazione, rispetto alle macchine moderne su cui i giovani piloti saranno destinati e che di conseguenza appariranno loro, almeno da questo punto di vista, piu` semplici e immediate. Proprio perche´ l errore e` una componente praticamente essenziale per l apprendimento, il magg Pinardi non ha ancora smesso di lasciarsi sorprendere dai suoi allievi un po perche´ non si puo` andare in volo pensando che si e` gia` visto di tutto e un po perche´ loro si inventano sempre qualcosa di nuovo, magari nel momento meno opportuno. Ecco perche´ e` necessario essere sempre piu` che vigili . Alla luce di tutto questo il giorno della consegna delle aquile turrite, della graduation, riveste un importanza particolare, soprattutto per quell istruttore, come il magg. Pinardi, che ha seguito passo dopo passo, o meglio, volo dopo volo veramente da vicino il proprio allievo; infatti e` lui stesso a raccontare che essere presente alla cerimonia e` un po come rivivere l emozione della propria e cosi` nella loro gioia raggiante si trova non il compenso per l impegno e lo sforzo impiegato, ma lo stimolo per quello ancora da compiere, con altri. A questo punto ho ancora il tempo per una domanda da porre al disponibilissimo magg. Pinardi: e` piu` difficile essere allievo o istruttore? Assolutamente essere istruttore. Perche´ e` colui che deve riuscire a insegnare, a prescindere dalla bravura, dall attitudine di chi si ha di fronte e a portare al brevetto. Inoltre l allievo in volo pensa sempre una cosa: tanto c e` l istruttore. Quindi io devo essere pronto a intervenire in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa, perche´ io sono per lui quello che sa e insegna…quello che comunque c e`! D altro canto, ogni volo, ogni allievo e` un occasione di miglioramento e di crescita anche per me, per essere domani un istruttore migliore per un altro, magari per un suo parico ! L intervista con il Magg. Pinardi, indiscusso comunicatore d entusiasmo, si conclude con un sorriso e con le sue icastiche parole di chiusura: non e` facile. Effettivamente il lavoro, ma soprattutto la premura e la dedizione richiesta a queste persone, sono davvero consistenti, perche´ l attivita` che svolgono e` al contempo importante e delicata e va gestita con la capacita` adeguata. Uscendo dall aeroporto Cesari, incrocio i nuovi allievi appena arrivati e in procinto di cominciare il corso e non posso fare altro che augurare loro, seppur mentalmente, un grande in bocca al lupo..a loro come al Magg. Pinardi!

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Simone Bovi

L’ A e r o

Club d i M a n t ov a t ra passato e modernitĂ

L

a storia del rinato Aero Club di Mantova affonda le proprie radici nella meta` degli anni 80, quando alcuni appassionati di volo costruiscono la prima sede, alcuni hangar ed una pista di 500 metri in localita` Curtatone. Pur rimanendo situata nel medesimo Comune, dal 1993 la struttura viene riposizionata in localita` Ponte Ventuno, dando vita ad una nuova pista lunga 750 metri ed a nuove strutture connesse. Dal 2006 avviene poi la svolta anche sul piano prettamente istituzionale, e l allora Associazione di amanti del volo si trasforma finalmente in un moderno Aero Club, ottenendone la qualifica di Ente federato nazionale.

La struttura Intitolato alla memoria del Gen. Pil. Alessandro Bladelli aviatore originario di Mantova e uno dei padri fondatori della pattuglia acrobatica Getti Tonanti , l Aero Club di Mantova svolge le proprie attivita` su un aviosuperficie in erba di 750 metri, e` dotato di 10 hangar capaci di ospitare fino ad una trentina di velivoli e di una sede che offre ogni servizio utile ai naviganti che qui si recano per svolgere le loro attivita` di volo.

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Da dx Fabrizio Bovi, il presidente dell Aero Club Mantova Gian Paolo Sbarbada, il sindaco della Citta` di Curtatone Antonio Badolato e il consigliere comunale Alcide Imperiali vicino a un magnifico Shorts Skyvan.

La scuola di volo Invitato a visitare la struttura, un sabato di inizio primavera arrivo all Aeroclub di Mantova. Giunto di prima mattina vengo accolto calorosamente dal Presidente Giampaolo Sbarbada, personaggio di spicco nella realta` dell aviazione generale del nord-

est Italia. Il Presidente mi spiega fin da subito che la struttura locale ospita una Scuola di Pilotaggio per il Volo da Diporto o Sportivo, unica in ambito provinciale ad essere autorizzata dall Aero Club d Italia su delega del Ministero dei Trasporti. I corsi, generalmente con cadenza annuale, si strut-

Il nuovo Tecnam P 92 Classic della scuola di volo.

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Lo splendido quadriposto Yak 18T.

turano in due parti: una teorica - nella quale gli aspiranti piloti apprendono le nozioni basilari sulle tecniche di pilotaggio, la meteorologia aeronautica e la normativa - e una pratica, al termine della quale gli allievi devono superare un esame per ricevere l abilitazione al pilotaggio. La flotta in dotazione all Aeroclub e` attualmente composta da un velivolo Euro FlyFire Fox 503 I-8343 e da un Tecnam P 92 Classic 100 I-A001 Nel primo caso si tratta di un classico aereo alquanto diffuso nelle scuole di volo: biposto in tandem, sicuro e robusto, e` caratterizzato da praticita` e facilita` di pilotaggio tali da essere lo strumento ideale per gli allievi piloti. Diversamente, il P92 Classic presente in Aeroclub e` ideale per una scuola di pilotaggio avanzata, in quanto macchina molto performante e dotata di un motore Rotax 912 ULS2 capace di sprigionare fino a 100 cavalli di potenza. La visita prosegue tra i numerosi hangar, all interno dei quali sono ospitati numerosi velivoli: Zlin Savage Cruiser, EvektorEurostar, ICP Savannah XL VG, P92 e persino un favoloso Yak 52 di origine ungherese. Sono per lo piu` aeromobili privati utilizzati da singoli o gruppi di associati alla locale struttura.

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In volo con il Savage Cruiser Sfruttando le buone condizioni meteo della giornata mi viene concessa dal Vice Presidente Cristiano Azzoni l opportunita` di salire con lui a bordo del Savage Cruiser di sua proprieta`, ospitato permanentemente negli hangar dell Aeroclub. E` la prima volta che effettuo un volo con questo genere di velivolo. Vengo aiutato ad accomodarmi nell abitacolo, e fin da subito noto che le dimensioni ristrette, insieme alle cinghie ed all apparecchiatura fotografica che mi porto in volo, limitano moltissimo i miei movimenti. In breve tempo mettiamo in moto. Tutta la strumentazione di bordo semplice ma funzionale non da` alcuna indicazione di anomalia e cominciamo a rullare a fondo pista pronti per la corsa di decollo. Il fondo erboso rende la nostra corsa di decollo movimentata ma e` solo questione di pochi secondi e siamo gia` in volo, con il motore che ruggisce quasi al limite della potenza massima. Le condizioni meteo sono buone ma fronti freddi in arrivo da nord fanno ballare frequentemente il nostro Savage, obbligando il pilota a frequenti correzioni di rotta e quota. Chiedo al pilota di poter aprire il finestrino per avere una migliore visuale durante


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i miei scatti ma veniamo investiti da un vento gelido che ci obbliga subito ad una rapida chiusura dello stesso. Per questa volta dovro` accontentarmi per non rischiare un rapido assideramento! Attestati ad una quota di circa mille piedi proseguiamo in direzione nordest verso la citta` di Mantova, della quale ci e` facile distinguere dall alto le sue opere architettoniche piu` importanti: il Duomo, la Torre dell Orologio, Palazzo Ducale, Palazzo Te, Piazza Sordello e Piazza delle Erbe. Da Mantova ci abbassiamo di quota per poter meglio scorgere le bellezze naturali della Riserva naturale del fiume Mincio, che, con i suoi 15942 ettari di estensione da` rifugio ad una grande varieta` di uccelli acquatici e a distese di fiori di loto visibili anche dall alto. Invertiamo rotta e ci dirigiamo verso sud, in direzione Ponte d Oglio, riportando il nostro Savage ad una quota di 3000 piedi. L interfono mi consente di comunicare col pilota senza difficolta`, mentre nei dintorni apprendiamo dalle comunicazioni in frequenza che e` in corso un lan-

cio di paracadutisti. Il pilota scende nuovamente di quota, dandomi la possibilita` di scattare le ultime foto in volo, questa volta al famoso ponte costruito nel 1926 su alcune chiatte sul fiume Oglio. E` tempo di rientrare e dopo pochi minuti siamo a terra, anche in questo caso con spazi di atterraggio veramente ridotti. Giusto il tempo per un rapido debriefing ed uno scambio di opinioni sul volo trascorso. Concludiamo la giornata in una tipica trattoria del mantovano tra specialita` enogastronomiche della provincia. In fondo, Mantova e` anche questo! www.aeroclubmantova.it

L autore ringrazia sentitamente il Presidente dell Aeroclub Mantova Giampaolo Sbarbada, il Vicepresidente Cristiano Azzoni e Gabriele Orlandi per la disponibilita` nella preparazione di questo articolo.

Il Savage, velivolo protagonista di un raduno di grande successo organizzato dall Aero Club Mantova lo scorso anno che verra` riproposto il prossimo 20 maggio 2012.

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Periodico di Aeronautica e Spazio iscritto al n. 47/2007 del registro della stampa presso il tribunale di Roma Editore: Associazione IDEAE - Direttore Responsabile: Alessio Piano - Vicedirettore: David Cenciotti Via Gianfilippo Usellini, 434 - 00125 Roma - tel. +39 06.52440791- fax +39 06.892.804.66 www.airplanesmagazine.it - e-mail: info@airplanesmagazine.it - Cod.Fisc. e Part. Iva: 09339321003 Testi e Redazionali: Aeronautica Militare, Brochure PAN, Alessio Piano, David Cenciotti, Lodovica Palazzoli, Simone Bovi Foto: Frecce Tricolori, Troupe Azzurra, David Cenciotti, Lodovica Palazzoli, Alessio Piano Progetto grafico e Videoimpaginazione: Paolo Lazzari Anno 5° - numero 9 - dicembre 2011 Finito di stampare nel mese di gennaio 2012 presso gli stabilimenti dell azienda tipografica LITOGRAFTODI srl Zona Industriale Pian di Porto, 148 - 06059 TODI PG - Tel. 075.898041 - Fax. 075.8987110 www.litograftodi.it

Come ricevere in Abbonamento la rivista “Airplanes” Visitando il sito www.airplanesmagazine.it o www.aviatorzone.com oppure invia una mail di richiesta a: info@airplanesmagazine.it o scrivi a: Edizioni Aviator - Via G. Usellini, 434 - 00125 - Roma o invia un Fax al numero 06.892.804.66. Informazioni Utili Abbonamento: La rivista Airplanes “The Italian Aviation Magazine” ha una cadenza bimestrale (gennaio/febbraiomarzo/aprile-novembre/dicembre). Durante gli Air Show, dove partecipano le Frecce Tricolori Italiane (da maggio a settembre/ottobre), seguirà nelle varie città, con un minimo di 8/10 uscite, le loro esibizioni. È possibile sottoscrivere l’abbonamento: Classic € 40,00 Abbonamento Annuale. Si ricevono tutte le uscite via posta.

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