Libretto musica nelle corti di capiatanata xxii 2018

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Conservatorio di musica

MIUR - AFAM

Umberto Giordano FOGGIA

Regione Puglia

Unione Europea

Assessorato Industria Turistica e Culturale

Comune di Foggia

Musica nelle Corti di Capitanata XXII Edizione

Ringraziamenti Franco Landella

Direttore artistico

Sindaco di Foggia

Coordinamento

Assessore alla Cultura del Comune di Foggia

Francesco Montaruli Laurent Masi Mi.U.R.

Ministero dell’Università e della Ricerca

A.F.A.M.

Alta Formazione Artistica e Musicale

Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” Foggia Anno Accademico 2017-2018

Direttore

M° Francesco Montaruli Presidente

Dott. Saverio Russo Direttore Amministrativo

Dott.ssa Rosanna Saragaglia

ISBN 978-88-8431-702-5 2018 Claudio Grenzi Editore Tutti i diritti riservati.

Claudio Grenzi sas

Via Le Maestre, 71 · 71121 Foggia info@claudiogrenzieditore.it www.claudiogrenzieditore.it

Anna Paola Giuliani Carlo Dicesare

Dirigente del Servizio Cultura del Comune di Foggia

Mariolina Goduto

Dirigente del VI Circolo Scuola Primaria “Santa Chiara”

Vittorio Fabbrini

per la gentile concessione del pianoforte

I redattori delle note di sala Un particolare ringraziamento al personale coadiutore del Conservatorio:

Angela Accadia, Vincenzo Astuto, Michelina Cariello, Salvatore Caravelli, Maria Pia De Battista, Aldo Giraldi, Michele Morese, Filippo Nunziante, Giovanna Palmieri, Pellegrino Rendine, Rinaldo Stefania.


Francesco Montaruli

Direttore del Conservatorio

Con grande orgoglio ed emozione presento alla cittadinanza la XXII edizione della rassegna “Musica nelle Corti di Capitanata”, per la mia prima volta in qualità di Direttore artistico e didattico del Conservatorio. Un appuntamento che è sempre più atteso dai tanti amici appassionati di musica e che allieterà e stimolerà le serate estive di giugno e luglio nella suggestiva cornice del Chiostro di Santa Chiara. La proposta concertistica di quest’anno è davvero imponente, ventitré concerti che vedranno esibirsi gli organici strumentali più disparati, in un percorso musicale che spazierà dal barocco alla musica dei nostri giorni. Come imponente sarà il concerto di inaugurazione che vedrà protagonista la nostra Orchestra Sinfonica impegnata in uno dei più significativi e complessi capolavori del Novecento, il Don Quixote di Richard Strauss nella sua prima esecuzione assoluta nella città di Foggia, che prevedrà un organico complessivo di settantaquattro musicisti.

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XXII edizione

Grande spazio sarà dato ai nostri migliori studenti che abbiamo selezionato con procedure rigorose e che saranno protagonisti di quattro serate a loro completamente dedicate, quelle dei “Giovani Talenti in concerto” e del “Il Solista e l’Orchestra”. A complemento di questa attenzione ai nostri studenti è da evidenziare una preziosa novità che abbiamo voluto introdurre, il “Premio Corti di Capitanata” I edizione, a loro dedicato, la cui serata di premiazione sarà all’interno del concerto finale della rassegna, il 13 luglio. Quest’anno inoltre, grazie al generoso contributo della Regione Puglia ed alla disponibilità del Comune di Lucera, dell’Associazione Amici della Musica di San Severo e dell’Associazione Musica e Cultura Curci, riusciremo a compiere pienamente lo spirito della rassegna, con il decentramento nelle “Corti di Capitanata” di ben nove concerti in alcuni dei luoghi più belli della provincia, quali l’Anfiteatro Romano e il Chiostro di San Pasquale a Lucera, il Chiostro del Museo Archeologico e del Palazzo Celestini a San Severo, il


Porto Turistico di Rodi Garganico, in aggiunta ai concerti programmati a Foggia. Un notevole sforzo di programmazione artistica ed organizzativo che pone il nostro Conservatorio fra le eccellenze del sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale. Una grande kermesse musicale che si è realizzata grazie alla positiva sinergia che coinvolge tutto il personale dell’Istituto, dal Consiglio accademico all’Amministrazione guidata dalla Dott.ssa Rosanna Saragaglia, oltre ai preziosi contributi dei docenti, degli studenti e dei coadiutori. Un particolare ringrazia-

mento mio personale alla Dirigente Maria Goduto che come ogni anno ci mette a disposizione l’incantevole Chiostro, al prezioso e fondamentale Vicedirettore Donato Della Vista che mi supporta nell’azione didattica, ed al coordinatore delle attività di produzione, Prof. Laurent Masi, che ha strenuamente lavorato con me alla stesura di tutto il programma.


Saverio Russo

Presidente del Conservatorio

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XXII edizione

L’inizio della mio mandato di presidente del Conservatorio ha preceduto di poche settimane l’avvio della rassegna “Musica nelle Corti di Capitanata”, giunta ormai alla sua ventiduesima edizione, con un programma che, ancora una volta, propone l’esibizione delle eccellenze della nostra prestigiosa istituzione, docenti e allievi, cui si aggiungono musicisti che vengono da altre sedi, come il Conservatorio di Latina e l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia. Non spetta a me soffermarmi sui contenuti del fitto programma, se non per segnalare la prima a Foggia del poema sinfonico Don Quixote di Richard Strauss, composto nel 1897 ed eseguito per la prima volta l’anno successivo a Colonia, o il Galà rossiniano organizzato per ricordare il compositore pesarese a 150 anni dalla sua morte. Mi piace, inoltre, far rilevare la sempre più marcata espansione territoriale delle iniziative concertistiche del Conservatorio, che è mia intenzione mantenere e potenziare nei prossimi anni,

per coniugare la proposta musicale alla valorizzazione del territorio e dei beni culturali, per andare alla ricerca di nuovi pubblici e operare in maniera più decisa per la costruzione di un’immagine di “area vasta”, per usare un’espressione della vecchia programmazione, della nostra istituzione. Ringrazio, in conclusione, quanti hanno reso possibile l’organizzazione di questa complessa Rassegna, a partire dal Direttore, Francesco Montaruli, e dal coordinatore delle attività di produzione, Laurent Masi.


Calendario 2018 Chiostro di Santa Chiara GIUGNO 15 Venerdì

Concerto di inaugurazione Don Quixote, un poema in musica Orchestra Sinfonica del Conservatorio » Benedetto Montebello direttore 18 Lunedì

Recital Da Bach a Liszt » Gianluca Luisi pianoforte 19 Martedì

Dalle corti austriache ai salotti parigini dell’ottocento » Trio Masi - Miatto - Gioiosa

20 Mercoledì

Teatro Giordano Gran Galà Rossini Orchestra Sinfonica del Conservatorio » Pasquale Somma direttore 21 Giovedì Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma ONLUS

23 Sabato

Magico Flauto II Edizione FlutEnsemble Day 25 Lunedì

Antonio Amenduni e... ’Top Flutists’ » Antonio Amenduni flauto

26 Martedì

Jazz Night Concert

a cura del Dipartimento Jazz del Conservatorio

27 Mercoledì

Bach the Favourite » Ettore Pellegrino, Orazio Sarcina violini Ensemble d’Archi del Conservatorio

28 Giovedì

Auditorium del Conservatorio Musique de la Chambre du Roi » Pasquale Rinaldi traversiere, flauto dolce » Susanna Piolanti clavicembalo » Antonella Parisi viola da gamba

29 Venerdì

Il Solista e l’Orchestra concerto in memoria di Betty Terminello Orchestra Sinfonica Young » Rocco Cianciotta direttore

» Monica Paciolla, Michele Augelli, Giuseppe Tucci, Teresa Viola solisti musiche di Mozart, Saint-Saëns, Čajkovskij

30 Sabato Concerto dedicato all’

Il violino nel tardo Romanticismo francese » Duo Cammarano - Deljavan violino e pianoforte

22 Venerdì

Giovani Talenti in Concerto Dal Classicismo al tardo Romanticismo russo

Biccari (Foggia) Parco Avventura ore 16.00 Festa Nazionale Borghi Autentici in collaborazione con Daunia Avventura » Michele Tenace fisarmonica » Quartetto Bruno - Cavaliere - Leone - Russo sassofoni musiche di Glazunov, Rossini, Semionov, Piazzolla


LUGLIO

10 Martedì

2 Lunedì

Percussionisti fuori...classe

Giovani Talenti in Concerto Tra Europa ed America » Leone Monaco pianoforte » Duo Pedone - Augelli violino e pianoforte

musiche di Gauger, Mazzariello, Paschal, Hatch, Santangelo, Sollima, Varése

» Trio Tomaiuolo - Sevi - Nasuto clarinetto, violino e pianoforte musiche di Beethoven, Mussorgsky, Milhaud, Stravinskij

3 Martedì

Recital La Tastiera, miniera inesauribile di suoni » Antonio Di Dedda pianoforte musiche di Bach, Mozart, Šostakovič, Debussy

4 Mercoledì

L’inCanto della voce: arie, canzoni e danze » Trio Pacetti - Ciobanu - Della Vista soprano, violino e pianoforte musiche di Debussy, Paganini, Tosti, Puccini, D’Esposito, Gershwin

5 Giovedì

La vita celestiale: tra ironia ed esistenzialismo Ensemble del Conservatorio » Mimma Campanale direttore » Stefania Donzelli soprano Mahler Quarta Sinfonia

6 Venerdì

Corde Brasiliane » Duo Persichetti, Aureli chitarre musiche di Villa-Lobos, Nazareth, Pixinguinha, Nogueira, Pernambuco, Powel, Bosco, Mariano

9 Lunedì

Conversazioni: quando il metallo respira Brass Ensemble e percussioni del Conservatorio » Carretta De Marco Falcone » Antonio Falcone direttore musiche di Tomasi, Copland, Dukas, Albeniz, Nehls

Drums Ensemble del Conservatorio » Palumbo Ramadori Santangelo Tanzi

11 Mercoledì

Il Solista e Orchestra Orchestra Sinfonica del Conservatorio » Mimma Campanale, Antonio Pio Russo, Pasquale Somma direttori » Leonardo Pierdomenico, Beatrice Mappa, Stefano Bruno solisti musiche di Beethoven, Reinecke, Čajkovskij

12 Giovedì

Immer Wien » Trio Inglese - Musco - Trisciuoglio corno, violino e pianoforte musiche di Mozart, Strauss, Brahms

13 Venerdì

Serata di Gala ’Premio Corti di Capitanata’ Quint’etto...Giocando con la musica » Professori dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia da Vivaldi a Bacharach


venerdĂŹ15giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Johannes Brahms

Amburgo, 1833 - Vienna, 1897

Ouverture Accademica op. 80

Richard Strauss

Monaco di Baviera, 11 giugno 1864 Garmisch-Partenkirchen, 8 settembre 1949

Concerto di inaugurazione

Don Quixote, un poema in musica I Conservatori si incontrano Progetto concertistico in collaborazione con il

Conservatorio Ottorino Respighi di Latina

Orchestra Sinfonica del Conservatorio Benedetto Montebello direttore Gianluca Montaruli violoncello solista Barbara Ciccone prima viola solista

Don Quixote Variazioni fantastiche su un tema cavalleresco op. 35 Introduzione Tema con variazioni Finale


L’Ouverture Accademica op. 80 fu scritta da Johannes Brahms nel 1879 in occasione del conferimento da parte dell’Università di Breslavia della laurea honoris causa in filosofia: è un ringraziamento del compositore a chi aveva ritenuto tributargli un così importante riconoscimento e costituisce una sorta di lectio magistralis, una insolita prolusione, elaborata in musica anziché in parole. Adeguandosi al contesto Brahms offre al pubblico universitario, primo destinatario del brano, un divertissement musicale che mostra al contempo la sapienza compositiva del ‘neo laureato’. L’Ouverture si divide in quattro parti, ognuna delle quali propone come tema principale melodie della tradizione goliardica tedesca. Un gioco sapiente, un continuo intrecciarsi di momenti di scherzosa ironia e di elementi colti e seri che costituiscono la cifra complessiva di questa insolita pagina sinfonica. Del tutto diverso per complessità, organico, durata, concezione, è il secondo brano in programma, il poema sinfonico Don Quixote, Variazioni fantastiche su un tema cavalleresco op. 35. Composto da Richard Strauss nel 1897, l’opera si pone in stretta linea di continuità con i precedenti poemi sinfonici dell’autore, che avevano riscosso grande successo internazionale. Alquanto diversa dai lavori precedenti ne è però la struttura: le variazioni orchestrali rappresentano un vero campionario di virtuosismo compositivo ove gli argomenti sembrano costituire un mero pretesto finalizzato a dar sfoggio di soluzioni timbriche sempre più audaci e inedite; il tutto in un contesto armonico che conferma l’agire in ambito di tonalità pur non evitando arditezze e combinazioni ‘inaudite’. A una vasta introduzione seguono dieci variazioni costruite su due temi (uno principale, il tema di Don Chisciotte, uno secondario, quello di Sancho Panza) che raccontano in musica altrettanti episodi del capolavoro di Miguel de Cervantes. Protagonista musicale assoluto di quest’opera è il violoncello e Strauss esalta appieno sia le straordinarie possibilità virtuosistiche di questo strumento, sia la sua capacità di canto, canto che si dispiega nel melanconico finale, la decima e ultima variazione che ci racconta della morte dell’eroe per antonomasia della letteratura spagnola. Lilly Carfagno

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Benedetto Montebello

Si diploma al Conservatorio Santa Cecilia di Roma in Chitarra, Strumentazione per banda, Composizione e, col massimo dei voti, in Direzione d’orchestra sotto la guida di Bruno Aprea. È laureato in lettere presso l’Università La Sapienza di Roma, col massimo dei voti. Vincitore del premio Rinaldi per giovani direttori d’orchestra e del 1° Premio assoluto al Primo concorso internazionale di direzione d’orchestra Giuseppe Patanè. In una trentennale carriera dirige in importanti istituzioni come: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro dell’Opera di Roma, Fondazione Teatro Petruzzelli, Orchestra Regionale di Roma e del Lazio, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Istituzione Sinfonica Abruzzese, ecc. È docente titolare di Direzione d’orchestra da 25 anni nei Conservatori Umberto Giordano di Foggia prima e, attualmente, presso il Conservatorio Ottorino Respighi di Latina. Gianluca Montaruli

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Diplomato con 10, Lode e Menzione, ha iniziato i suoi studi sotto la guida del padre Francesco perfezionandosi con Luigi Piovano e con il Massimo Polidori. Prosegue il suo percorso sotto la guida di Antonio Meneses all’Accademia Stauffer di Cremona, Giovanni Gnocchi alla Scuola di Musica di Fiesole e Giovanni Sollima all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Vincitore di diversi concorsi internazionali fra cui il 1° Premio Crescendo 2016 di Firenze, 1° Premio all’International Grand Prix Virtuoso 2017, 1° Premio al eMuse International Competition 2017 e Finalista con Menzione d’Onore al Concorso Internazionale Janigro 2016 for Cellist Under 20. Può vantare recitals ed esibizioni al Teatro Ponchielli di Cremona, alla Royal Albert Hall di Londra, al Byzantine Museum di Atene ed al Institut Culturel Italien de Paris.


Barbara Ciccone

Si è diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara sotto la guida di Roberto Molinelli e ha conseguito la laurea del biennio specialistico con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto la guida di Rocco De Massis. Si è classificata prima in diversi concorsi, tra cui l’International Music Competition Salzburg Grand Prize Virtuoso 2017. Ha fatto parte dell’orchestra del Collegium Musicum Scholss Pommersfelden Sommerakademie 2015, ha collaborato con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e i Solisti Aquilani. Ha partecipato a masterclass tenute da Simonide Braconi, Rocco De Massis, Danilo Rossi, Kathrin Tenhagen e Gilad Karni. Attualmente si sta perfezionando con Simonide Braconi. Orchestra Sinfonica del Conservatorio

Sorta nel 1992 a sostegno delle attività didattiche della classe di Direzione d’orchestra del Conservatorio, l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio Umberto Giordano è divenuta una solida compagine di riferimento nella produzione musicale della Capitanata. L’alta qualità dei docenti nei ruoli di prime parti e l’entusiasmo dei giovani diplomati e diplomandi del Conservatorio (scelti attraverso severe prove di selezione) si sono rivelati fattori vincenti non solo per il consolidamento del lavoro didattico ma ancor più per aver garantito all’orchestra traguardi artistici assai elevati. Ha collaborato infatti con illustri solisti e direttori quali Mirella Freni, Paolo Bordoni, Alexander Lonquich, Enrico Dindo, Massimo Quarta, Pietro Bellugi, Donato Renzetti, Bruno Bartoletti. In veste di orchestra barocca ha inciso per Dynamics La Daunia felice di Giovanni Paisiello a seguito della prima esecuzione in tempi moderni avvenuta nel 2002 al Teatro Giordano di Foggia.

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lunedì18giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Da Bach a Liszt Recital pianistico Gianluca Luisi pianoforte Johann Sebastian Bach Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750

Suite francese n. 5 in sol maggiore BWV 816 Allemande Courante Sarabande Gavotta Bourrée I e II Loure Gigue

Franz Schubert Vienna, 1797 - ivi, 1828

Improvviso op. 90 n. 2 Wanderer Fantasie op. 15 Allegro con fuoco ma non troppo Adagio Presto Allegro

***

Fryderyk Chopin

Zelazowa Wola, Varsavia, 1810 Parigi, 1849

Valzer n. 2 op. 64 Scherzo n. 2 op. 31 Polacca op. 53 Eroica

Franz Liszt

Raiding, 1811 - Bayreuth,1886

Étude d’exécution transcendante d’apré Paganini n. 3 “La campanella”


Il recital di questa sera offre un ampio ventaglio di proposte del repertorio pianistico di circa due secoli. Il programma si apre con la Suite francese n. 5 BVW 816, scritta da Johann Sebastian Bach fra i due soggiorni di Weimar e Köthen, città nelle cui corti era molto forte l’influenza della cultura e della musica francesi. E a modelli strutturali e compositivi francesi si ispira questa come tutte le altre Suite francesi pur non mancando, soprattutto nella Giga finale, elementi contrappuntistici che rimandano alla tradizione tedesca. Tutt’altra atmosfera determina l’Impromptu op. 90 n. 2, uno dei picchi più celebri della produzione pianistica di Franz Schubert. Si tratta di una pagina compiutamente romantica dove un incipit apparentemente scorrevole e spensierato irrompe con alternanze ‘improvvise’ contrapponendosi a un episodio più intenso e drammatico. Sempre in ambito pienamente romantico si collocano il Valzer op. 64 n. 2, lo Scherzo n. 2 op. 31 e la Polacca op. 53 Eroica di Fryderyk Chopin. Si tratta di composizioni di grande notorietà e popolarità che tuttora conservano tutto il loro peso culturale e la loro valenza estetica. Le forme del valzer, dello scherzo, della polacca sono impiegati dall’autore a mo’ di contenitori, quasi ridotti a mero pretesto: le usuali strutture vengono stravolte, l’andamento armonico, la ricerca timbrica raggiungono vette mai toccate di innovazione e rivoluzione sonora. Sempre romantiche e sempre dense di innovazione sono le ultime due composizioni in programma. Anche le due parafrasi da La Campanella di Paganini e dal verdiano Rigoletto di Franz Liszt, partendo da intenzioni artistiche apparentemente di routine e salottiere, rivelano invece un portato fortemente innovativo e rivoluzionario. Qui l’inserimento di brani e melodie popolari non è finalizzato a suscitare evocazioni suggestive o semplice compiacimento virtuosistico, proponendo invece speculazioni timbriche e compositive ben evidenti a un ascolto attento. Si tratta in qualche modo di opere leggibili a più livelli: uno di contemplazione attenta alla valenza tecnica, l’altro di percezione di una delicata e sottile vena poetica. E il gradimento dell’uno non esclude quello dell’altro. Lilly Carfagno

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Gianluca Luisi

È considerato dalla critica internazionale uno dei migliori pianisti italiani del nostro tempo. Si è esibito in sale prestigiose ed in importanti associazioni fra le quali la Maison Simphonyque di Montreal, Carnegie Hall, il Musikverein, la Toyota Concert Hall, per lo Schleswig Holstein MusikFestival ed in molte altre istituzioni musicali . È risultato vincitore di concorsi internazionali tra cui il Primo premio al 4° concorso Johannes Sebastian Bach di SaarbruckenWurtzburg . I suoi programmi hanno incluso repertori rari e di difficile esecuzione come l’integrale del Clavicembalo ben Temperato di Johannes Sebastian Bach eseguito a memoria in due serate . Ha registrato 26 Cds. È stato in giuria al prestigioso concorso Čajkovskij dove è risultato vincitore anche il famoso pianista cinese Lang Lang e nel 2015 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Osimo.

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martedĂŹ19giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Dalle corti austriache ai salotti parigini dell’ottocento Laurent Masi flauto Daniele Miatto violoncello Michele Gioiosa pianoforte

Joseph Haydn

Rohrau, 1732 - Vienna, 1809

Trio in sol maggiore Hoboken XV:15 Allegro Andante Finale. Allegro moderato

Renaud de Vilbac

Montpellier, 1829 - Ixelles, 1884

Il barbiere di Siviglia Adagio, Allegro moderato, Andante, Vivace ***

Louise Farrenc Parigi, 1804 - ivi, 1875

Trio in mi minore op. 45 Allegro deciso Andante Vivace Finale. Presto


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Nel Settecento il Trio con pianoforte era un genere musicale poco frequentato e Franz Joseph Haydn non solo diede un grande impulso alla forma, ma la portò a una posizione di primissimo piano. Nel corpus dell’opera si nota un’evoluzione stilistica del compositore: esplorazione di tonalità, di temi e di carattere da dare alla musica. L’impostazione sinfonica aiuta il compositore a trovare interessanti soluzioni sia dal punto di vista del timbro del singolo strumento che dei temi, vari e ben caratterizzati. Il Trio in sol maggiore Hob XV n.15 fu composto nel 1790; pubblicato a Londra, è dedicato al flauto. L’Allegro iniziale è un dialogo tra il pianoforte e il flauto; l’Andante ha uno splendido tema in do maggiore che cede il posto al movimento centrale in do minore e che contrasta con esso fortemente. Il Finale (Allegro moderato) ha lo spirito giusto per concludere una delle pagine più belle di tutta la produzione di fine secolo. Renaud de Vilbac e Narcisse Augustin Lefort erano due dei tanti musicisti che amavano improvvisare sui temi più famosi delle opere. Questo tipo di musica era improvvisata e raramente veniva messa su carta. Vilbac e Lefort pubblicarono due volumi con queste loro fantasie e improvvisazioni, per trio. “Rossini” è il brano scelto per l’esecuzione ed è dedicato interamente ai temi tratti da Il barbiere di Siviglia. Musica che ti trasporta e ti induce a cantare. Jeanne-Louise Farrenc fu una straordinaria compositrice parigina; il Trio op. 45, scritto nel 1857, è intriso di temi romantici poetici e travolgenti. Ultimamente Farrenc ha avuto una riscoperta nel mondo musicale francese e molte sue opere sono state eseguite nei tanti cartelloni concertistici. Il primo movimento della composizione, l’Allegro deciso, è una breve introduzione che subito si dissolve e che porta al tema dolce ed espressivo enunciato dal flauto e dal violoncello. La coda finale è travolgente, sinfonica. Il primo tema dell’Andante è semplice e toccante; la parte centrale è occupata da un contrasto netto e doloroso. Lo Scherzo (Vivace) è ritmico e interessante, il trio cantabile e calmo. Il Finale (Presto) è costruito con una sapienza contrappuntistica mai scontata e piena di pathos. Michele Gioiosa


Laurent Masi

Figlio d’arte ha studiato flauto con il padre Jean Claude e perfezionato con Conrad Klemm, Maxence Larrieu e Lukas Graf. Ha collaborato in qualità di Primo flauto con le orchestre Alessandro Scarlatti della RAI di Napoli, Sinfonica del Conservatorio Giordano, Unione Musicisti Napoletani, Suoni del Sud sotto la guida di direttori quali Caracciolo, Pradella, Gavazzeni, Zigante, Martin, Renna, Piemontese. Ha partecipato a varie edizioni del Festival Pontino di musica contemporanea. Ha tenuto concerti sia da solista che in varie formazioni cameristiche in Italia e all’estero. È stato vincitore con il Trio strumentale di Napoli del Concorso Nazionale RAI Auditorium. Ha presenziato giurie di vari concorsi nazionali ed internazionali. È il coordinatore, dalla prima edizione, della rassegna Musica nelle Corti di Capitanata. È titolare della cattedra di flauto al Conservatorio Umberto Giordano di Foggia. Michele Gioiosa

Ha studiato con Michele Marvulli e Sergio Perticaroli. Si è esibito in prestigiose sale da concerto porgendo al pubblico programmi particolarmente interessanti dal punto di vista storico e musicale. Laureato in Filosofia, giornalista e musicologo, si è interessato alla prassi esecutiva della musica antica pubblicando libri con testo originale di Bach, ma con fraseggi e indicazioni musicali storicamente informati adatti anche sul pianoforte moderno. Da molti anni suona in complessi di musica da camera e si dedica all’attività didattica; ha realizzato con la classe l’integrale delle Invenzioni e Sinfonie di Bach, del Mikrokosmos di Bartók e del I Libro de Il Clavicembalo ben Temperato di Bach. Ogni anno tiene Masterclasses sia in Italia che in Germania (Kassel). Daniele Miatto

Si è diplomato in violoncello con il massimo dei voti sotto la guida di Francesco Montaruli presso il Conservatorio di Musica Umberto Giordano di Foggia dove ha conseguito la laurea in Discipline Musicali con 110/110 e lode e l’abilitazione all’insegnamento del violoncello nelle scuole medie ad indirizzo musicale. Si è perfezionato con Luigi Piovano. Ha al suo attivo numerosi recitals in duo violoncello e pianoforte e per violoncello solo e concerti da solista con orchestra. Collabora con importanti orchestre nazionali, con le quali ha contribuito alla realizzazione di colonne sonore. Ha suonato in Austria, Germania, Grecia, Stati Uniti, Turchia, Israele, Albania. Attualmente è titolare della cattedra di violoncello presso il Liceo Musicale Carlo Poerio di Foggia.

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mercoledì20giugno Teatro Giordano ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Gran Galà Rossini

Celebrazioni del 150° anniversario di Gioacchino Rossini (1868-2018) Solisti delle classi di Canto del Conservatorio Bianca D’Errico soprano Clorinda

Coro maschile del Conservatorio Coro maschile Stefano Manduzio di San Nicandro Coro maschile Cappella Icona Vetere di Foggia maestro di Coro Angelo Ceddia

Gaetana Frasca soprano Clorinda*

Orchestra Sinfonica del Conservatorio

Hyeon Kyeong Mun soprano Tisbe

Pasquale Somma direttore

Michela Rago mezzosoprano Isabella, Cenerentola Francesco Canestrale tenore Lindoro, Ramiro Emanuel Gatta baritono Mustafà, Alì, Alidoro Massimiliano Guerrieri baritono Taddeo, Dandini


Gioachino Rossini

Pesaro, 1792 - Passy de Paris, 1868

L’italiana in Algeri** Ouverture Per lui che adoro Isabella, Lindoro, Taddeo, Mustafà Ai capricci della sorte Isabella, Taddeo Oh, come il cor di giubilo Lindoro Le femmine d’Italia Alì Oh, come il cor di giubilo Lindoro *** Cenerentola ossia la bontà in trionfo** Ouverture Atto I, Scena I Clorinda, Tisbe, Cenerentola Alidoro Finale primo Atto Duetto Ramiro, Dandini Quartetto Ramiro, Dandini, Tisbe e Clorinda* **Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro

in collaborazione con la Casa Ricordi Milano


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Il 22 maggio 1813, giorno della nascita di Wagner, il ventiduenne Gioacchino Rossini presenta al pubblico veneziano la sua undicesima opera: L’italiana in Algeri. È un successo. Il compositore, nel pieno del fervore creativo, scrive a ritmi frenetici e con una facilità incredibile (L’italiana in Algeri fu ultimata in appena 18 giorni). La grazia della scrittura vocale, la spontaneità dell’invenzione melodica, gli hanno già regalato la fama e perfino i complimenti di Beethoven. Il libretto de L’italiana in Algeri era già stato musicato nel 1808 da Luigi Mosca, vagamente ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1805: il rapimento da parte dei corsari di una signora milanese. Nell’opera l’ eroe è invece una donna coraggiosa che parte alla ricerca del suo amato per liberarlo dalla schiavitù. Ne L’italiana in Algeri si sente la leggerezza di Venezia, “la più allegra città del mondo e sicuramente la meno pedante” (Stendhal). Diversa sorte per La Cenerentola, destinata al difficile pubblico romano. La composizione, ispirata alla fiaba di Perrault, nell’adattarsi alle forme più tradizionali dell’opera comica e soprattutto alla rigida censura, perde il carattere fiabesco e assume toni realistici e grotteschi. La scarpetta è sostituita da un braccialetto, la matrigna diventa un patrigno (Don Magnifico), alla fata subentra Alidoro. La musica del Cigno di Pesaro “con le sue filigrane sonore così aeree e miracolosamente fresche, con quel suo zampillo di note, ora garbate, ora sgargianti” (Roncaglia), restituisce all’opera leggerezza e grazia. Nonostante ciò, La Cenerentola faticò a farsi apprezzare e fino al secondo dopoguerra venne relegata tra le “opere minori” del compositore pesarese. Particolarmente riuscite le due ouvertures; in quella de L’italiana in Algeri, scritta appositamente per l’opera, sentiamo tutta la genialità di Rossini come orchestratore. Un’introduzione lenta, un primo e un secondo tema, una ripetizione e una coda, dunque un’elegante contrazione della “forma sonata” classica, che colori orchestrali “turchi” trasportano in una deliziosa atmosfera ottomana. L’Ouverture di Cenerentola (presa dall’opera La Gazzetta) è un brano vivacissimo e divertente. Dopo il maestoso e severo inizio, “all’improvviso dall’ultimo accordo sospeso di dominante salta fuori il temino ridarello e danzante dell’Allegro vivace” (Roncaglia). In entrambe ritroviamo l’effetto quasi ipnotico del “crescendo rossiniano”, unico e sempre sorprendente. Alessandra De Luca


Bianca D’Errico

Classe ‘91, diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto la guida del mezzosoprano Angela Bonfitto e laureata con il massimo profitto in Scienze Pedagogiche e della progettazione educativa presso l’ateneo di Foggia. Debutta nelle stagioni di Musica nelle Corti di Capitanata con Le nozze di Figaro e Così fan tutte e si esibisce in teatri di lustro con diverse e notevoli opere come Macbeth, Andrea Chénier, Giove a Pompei. Tra le collaborazioni vanta rappresentazioni di nota con l’Orchestra Bulgara diretta da maestro Leonardo Quadrini. Vincitrice di concorsi nazionali e internazionali, e vocata a stagioni concertistiche . Recentemente protagonista presso il Teatro Orfeo di Taranto. Gaetana Frasca

Inizia gli studi di pianoforte e violino all’età di 7 anni. Partecipa in qualità di soprano solista nel festival dell’opera buffa di Martinsicuro. Debutta nelle opere di Hayden nei ruoli di Volpino ne Lo Speziale, Canterina in Don Ettore, Lesbina in Le Pescatrici, la Petite Messe Solennelle di Rossini. Debutta anche nei ruoli Contessa e Suor Cristina ne Mese Mariano di Giordano, Contessa ne Le Nozze di Figaro di Mozart e Fiordiligi nel Così fan tutte di Mozart. Partecipa a master di alto perfezionamento con Bruno Praticò, Mirella Freni, Leontina Vaduva, Mara Naddei. Viene diretta da Molinelli, Muti, Acocella, Starinieri. Attualmente si perfeziona con Mara Naddei. Hyeon Kyeong Mun

Attualmente iscritta al Dipartimento di Canto Classico all’università femminile Sungshin dal 2016 sta frequentando il terzo anno. Dal 2013 al 2015 ha passato una serie di provini durante gli anni della scuola superiore ed è stata sul palco più di 8 volte nel Concerto improvvisato, Concerto Regolare e Concerto rilassante. Nel 2015 vince un Gran Premio nella competizione della Korean New World Music. Nel 2017 ha tenuto un concerto al Centro d’arti di Seoul con il coro Nona Sinfonia dell’Università Femminile Sungshin. Sempre nel 2017 ha cantato nel Concerto Hyangran presso l’Auditorium dell’Università Femminile Sungshin. Attualmente è iscritta al Conservatorio di musica Umberto Giordano di Foggia,dopo essere selezionata per uno scambio studentesco, nella classe di Angela Bonfitto.

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Michela Rago

Nata a Salerno, studia canto lirico dal 2009 con il soprano A. De Chiara. Ha conseguito il biennio specialistico in Canto Lirico presso il Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, nella classe di M. Laurenza, con 110/110 e lode e menzione speciale. Ha compiuto inoltre gli studi umanistici presso l’Università degli Studi di Salerno (laurea triennale nel 2013 e laurea specialistica in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità nel 2015, con 110 e lode, con menzione accademica). Ha conseguito il 1° Premio assoluto al CIMN 2018 con 100/100, premiata dal tenore Piero Giuliacci. Ha debuttato nel ruolo di Zia Principessa nel 2017 presso il teatro di Ruse, in Bulgaria. Segue un corso libero presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia con Angela Bonfitto. Massimiliano Guerrieri

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Si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia. Si perfeziona presso l’Accademia Rodolfo Celletti con artisti di chiara fama. Ha debuttato il ruolo di Belcore nell’opera L’Elisir d’amore, il Barone di Trombonok ne Il Viaggio a Reims di Rossini sotto la direzione di Pablo Varela. Il ruolo di Guglielmo nel Così fan tutte di Mozart presso il Teatro Giordano, Slook ne La Cambiale di Matrimonio di Rossini diretta da Maurizio Colasanti. Per la Stagione Lirica del Teatro Comunale di Sassari nell’Andrea Chénier debutta il ruolo di Fléville con la regia di Marco Spada e la direzione di Maurizio Mottadelli. Per il Festival della Valle ha cantato in Gianni Schicchi e Margherita d’Anjou diretta da Fabio Luisi. Francesco Canestrale

Ventiquattrenne, si laurea brillantemente in canto lirico sotto la guida di Rosa Ricciotti presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, sezione staccata di Rodi Garganico. Si avvicina giovanissimo alla musica intraprendendo lo studio della chitarra e del pianoforte. Ha frequentato diverse master di canto ed interpretazione con Roberto Scaltriti, Leontina Vaduva e Carlo Monticelli Cuggiò. Partecipa a diverse manifestazioni in qualità di solista tra cu il Festival delle Corrispondenze in Umbria, il Festival della via Francigena del sud, le rassegne concertistiche Apulia Felix e Musica nelle Corti di Capitanata, a Roma presso l’Accademia Nazionale della Canzone napoletana e operetta. Oltre al canto ha intrapreso lo studio delle percussioni e del basso tuba. Ha seguito diversi corsi di perfezionamento con i maestri Lorenzo della Fonte e Marco Pierobon.


Emanuel Gatta

Nato nel 1996 inizia gli studi di canto a 8 anni. Attualmente è iscritto al secondo anno del Triennio sotto la guida della mezzosoprano Angela Bonfitto. Ha partecipato alle produzioni di Giove a Pompei al Teatro Giordano di Foggia e al Teatro Marruccino di Chieti e collaborato ad alcune produzioni del Requiem di Mozart presso il Teatro del Fuoco di Foggia e al Teatro Garibaldi di Lucera

Pasquale Somma

È diplomato in Pianoforte e laureato in Direzione d’orchestra con il massimo dei voti e la lode. Attualmente è iscritto al biennio di Direzione d’orchestra. Vincitore di numerosi premi in concorsi tra cui il 24° Concorso Internazionale per Giovani musicisti Città di Barletta, il Premio Musica Italia, il Concorso Europeo Don Matteo Colucci. Ha debuttato nel teatro lirico dirigendo Così fan tutte di Mozart presso il Teatro Umberto Giordano di Foggia e Brundibàr di Hans Krasa. Ha diretto l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Foggia con la Sinfonia Il Titano di Gustav Mahler ed il Siegfried Idyll di Richard Wagner, il Coro Polifonico e l’Orchestra sinfonica dell’Associazione Luigi Capotorti di Molfetta. Incide in qualità di direttore un disco di musiche natalizie ChristmaSong con l’Orchestra Soundiff. È stato assistente di Marco Angius per la messa in scena dell’Arlésienne presso il Teatro Verdi di Padova con la partecipazione di Chiara Muti.

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giovedì21giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma ONLUS

Gabriel Fauré

Pamiers, Ariége, 1845 - Parigi, 1924

Romanza in sib maggiore op. 28 Andantino molto moderato Sonata n. 1 in la maggiore op. 13 Allegro molto Andante Allegro vivo Allegro quasi presto

Claude Debussy

Saint-Germain-en-Laye, 1862 Parigi, 1918

concerto dedicato all’

Il violino nel tardo Romanticismo francese Daniela Cammarano violino Alessandro Deljavan pianoforte

Sonata n. 3 in sol minore Allegro vivo Interméde. Fantasque et léger Finale. Très animé ***

César Franck

Liegi, 1822 - Parigi, 1890

Sonata in la maggiore Allegretto ben moderato Allegro Recitativo. Fantasia: Ben moderato. Largamente con fantasia Allegretto poco mosso


Scritta nel 1877, la Romanza op. 28 in si bemolle maggiore di Fauré fu dedicata ad Arma Harkness, promettente violinista americana di soli tredici anni. La prima esecuzione ebbe luogo il 9 febbraio 1883 nella casa di Paul Viardots, la cui figlia Marianne era promessa sposa allo stesso Fauré. La prima parte del brano è una barcarola, la melodia è soave, dolce e tranquilla. Con il suo andamento altalenante culla l’ascoltatore proiettandolo in un mondo onirico. La parte centrale della romanza è in sol minore, è più veloce e ha carattere drammatico. Qui la tensione si accumula fino alla cadenza del violino solo. Con la ripresa della barcarola e la coda finale tornano anche la serenità e la pace. La Sonata n. 1 op. 13 in La maggiore, eseguita per la prima volta nel 1877, riscosse subito molta approvazione tanto che fu chiesto a gran voce il bis del terzo movimento: Saint-Saëns la recensì come ‘brillante’ nel Journal de Musique. Nell’ Allegro iniziale sia il primo che il secondo tema sono soggetti a continue modulazioni. Solo nelle battute finali si raggiunge una stabilità armonica. Il secondo movimento è un’ Andante in re minore: impostato in 9/8 assume i lineamenti di una barcarola. Il terzo movimento invece è uno scherzo in 2/8, inframezzato da un 3/4 lirico e passionale, da cui prenderà spunto il trio. Nella coda del Finale troviamo l’unico spunto virtuosistico dell’intera composizione. La Sonata per violino e pianoforte di Claude Debussy fu eseguita il 5 maggio 1917 con Gaston Poulet al violino e lo stesso Debussy al pianoforte. Fu l’ultima performance pubblica del compositore e musicien français. Strutturata in tre tempi, la Sonata assume i tratti della suite grazie all’accostamento di idee musicali diverse. La forma generale è comunque solida ed equilibrata per la riproposizione di idee tematiche tra i vari movimenti, che conferisce una certa ciclicità all’opera. L’esplorazione timbrica del pianoforte è del tutto originale. L’attenzione per il timbro come componente fondamentale della scrittura musicale comincia a prendere corpo all’inizio del secolo grazie all’opera delle avanguardie e al lavoro teorico di Schönberg con la Klangfarbenmelodie (melodia di timbri). La parte del violino richiede all’esecutore notevole abilità e scioltezza tecnica: viene toccata quasi l’intera gamma dello strumento, spingendosi fino al Do#6. Risalgono al 1886 la stesura e il debutto in pubblico della Sonata per violino e pianoforte di Cesar Franck, una pagina di straordinaria bellezza la cui impostazione costruttiva è un paradigma di libertà e coerenza. La dialettica strumentale tra la tastiera e l’arco è condotta con strabiliante maestria e raffinatezza compositiva. La linea melodica principale, basata sull’intervallo di terza, ricorre in tutti i movimenti variata e rieloborata, ora con estrema dolcezza, ora con impeto, con toni misteriosi e suggestivi, poi ancora con ardore e grande intensità. Fulvio Panunzio

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Daniela Cammarano

Protagonista in prestigiose sale e teatri in Italia e all’estero si è confermata come violinista a 360 gradi, svolgendo un’intensa attività solistica (diretta da Kuhn, Rath, Frisina, Bujuc...) affiancata da quella cameristica (da violinista del Quartetto di Fiesole ha collaborato con Lucchesini, Bogino, De Maria, e in altre formazioni con nomi quali Pieranunzi, Fiore, Carbonare, Gulda, Gazeau, Braconi, Canino, Bronzi) e orchestrale come prima parte presso il Teatro Lirico di Cagliari, il San Carlo di Napoli, l’Opera di Roma, il Teatro Carlo Felice di Genova, la Filarmonica ed il Teatro alla Scala di Milano. Dal 2009 suona in Duo col pianista Alessandro Deljavan, incidendo per etichette come Brilliant Classics, Aevea. Unisce all’attività concertistica quella didattica: insegna violino al Conservatorio Antonio Scontrino di Trapani e tiene Master Class per Conservatori ed Accademie. Alessandro Deljavan

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Il tono entusiastico delle recensioni al Van Cliburn nel 2009 e 2013 dove si è aggiudicato i premi della giuria John Giordano e Raymond E. Buck, confermano il carisma e il talento di uno dei più interessanti interpreti della sua generazione. Inizia lo studio del pianoforte prima di aver compiuto i due anni di età e, in oltre 20 anni di attività concertistica , è stato applaudito nei maggiori palchi di tutto il mondo e in prestigiosi teatri. Dal 2009 è membro del Duo nato dalla collaborazione con la violinista Daniela Cammarano. Ha registrato oltre 40 dischi, e prossimi all’uscita sono i due dedicati alle Variazioni Goldberg di Bach e ad un programma dedicato a Liszt. Tiene regolarmente corsi di perfezionamento pianistico e di musica d’insieme in Italia e all’estero. Insegna pianoforte principale al Conservatorio Umberto Giordano di Foggia.


venerdì22giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Giovani Talenti in Concerto Dal Classicismo al tardo Romanticismo russo Debora Perrone pianoforte Michele Tenace fisarmonica Antonio Bruno Riccardo Cavaliere Sante Leone Stefano Russo quartetto di sassofoni

Wolfgang Amadeus Mozart Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791

Fantasia in do minore KV 475 Adagio. Allegro. Andantino. Più Allegro. Tempo primo

Fryderyk Chopin

Zelazowa Wola, Varsavia, 1810 Parigi, 1849

Fantaisie - Impromptu in do minore op. 66 per pianoforte Allegro agitato

Viacheslav Semionov Trubchevsk, 1946

Sonata n. 1 per fisarmonica Largo Andante sostenuto Presto ritmico

Alexsandr Glazunov

Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1936

Quatuor in sib maggiore op. 109 per quartetto di sassofoni Allegro, Più mosso Tema. Canzona variée. Andante I. même mouvement II. con anima III. à la Schumann, Grave IV. à la Chopin, Allegretto V. Scherzo, Presto Finale. Allegro moderato, Più mosso


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Nel 1785, anno in cui la Fantasia in do minore K. 475 è stata scritta, Mozart aveva ormai 29 anni. In questo periodo la giocosità e la geniale semplicità della fanciullezza lasciavano il posto a toni più drammatici, espressi attraverso una scrittura più matura e ricca di raffinatezze armoniche. L’opera è stata concepita per il fortepiano, strumento che permetteva una maggiore escursione sonora rispetto ai suoi antenati. La maggiore gamma dinamica a disposizione consentiva infatti all’autore di comporre pensando ai colori dell’orchestra e agli episodi scenici da rappresentare sul palco. L’alternanza di tempi lenti e veloci, la dinamica, il cromatismo, le tonalità lontane, sono adoperati per suscitare emozioni contrastanti. Perciò la Fantasia può considerarsi uno dei primi esempi di sturm und drang in musica. Scritta nel 1834 ma pubblicata postuma nel 1855, la Fantasie-Impromptu op. 66 di Chopin è divenuta un cliché del repertorio pianistico, molto eseguita nei concerti ma anche pezzo d’obbligo nel percorso didattico di ogni studente di pianoforte. Qualche secondo di sospensione sulla dominante prima che irrompa l’ Improvviso: un vortice sonoro travolgente e incessante prosegue fino alla Fantasia. Attraverso l’enarmonia (lo stesso suono chiamato in un altro modo) il do diesis minore dell’ Allegro agitato diventa re bemolle maggiore nel Moderato cantabile. Più che una modulazione ciò che vi si avverte è un cambiamento di scenario, intriso di nostalgia dei momenti lieti. Poi ritorna l’ Improvviso. Nella coda la tensione aumenta mentre sopraggiunge un flashback della Fantasia: un esempio di coesistenza di inquietudine e nostalgia. La fisarmonica, considerata di particolare bruttezza, (“...la bruttezza del suono che non si amalgama con nessun altro istrumento...”) da A. Casella e V. Mortari ne La tecnica dell’orchestra contemporanea, viene fortemente rivalutata da Viatcheslav Semionov. Nella Sonata n. 1 così come in tutta la sua produzione per fisarmonica, l’autore smentisce questa definizione. Egli ha contribuito allo sviluppo della tecnica dello strumento e all’arricchimento del suo repertorio. Ha inoltre apportato alcune modifiche allo strumento, potenziandone le qualità timbriche. Nel Saxophone quartet in B flat major op. 109 di Glazounov possiamo trovare riassunti l’essenza e la sonorità del Romanticismo. Nel primo movimento, un Allegro in forma-sonata, sembra di ascoltare uno streichquartet di Brahms unito al pathos melodico e al cromatismo wagneriani. Nel secondo movimento un corale su tema russo con variazioni, la terza e la quarta variazione sono un esplicito omaggio a Schumann e a Chopin. Il terzo movimento è un rondò il cui ritornello presenta chiari cenni di contrappunto bachiano. Fulvio Panunzio


Debora Perrone

Nata nel 2008 inizia gli studi musicali all’età di 6 anni sotto la guida di Rosanna Pasqua. Ha partecipato a numerosi concorsi classificandosi sempre ai primi posti ai Concorsi Eratai, Civitas, Euterpe, Internazionale per Giovani Musicisti Città di Barletta, Pianistico Internazionale Arturo Benedetti Michelangeli. Attualmente è iscritta al primo anno preaccademico presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, nella classe di Tatiana Pavlova.

Michele Tenace

Nato nel 1996. Inizia lo studio della fisarmonica con Adolfo Del Cont. Attualmente frequenta il II anno del Triennio di Fisarmonica presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto la guida di Cesare Chiacchiaretta. È risultato vincitore dei seguenti concorsi: 1° Premio al 2° Concorso Nazionale SGT Music Awards 2017, 1° Premio al 10° Concorso Nazionale Umberto Giordano, 1° Premio al 7° Concorso Nazionale per Giovani Musicisti Santa Cecilia, 1° Assoluto al Concorso Internazionale Città di Fasano 2018, 3° Premio all’XI Concorso Internazionale AccordionArtFestival Italia Award, al 3° Concorso Internazionale All Music Festival Vittoria. Ha seguito le masterclass di Alexander Dmitriev del Conservatorio di San Pietroburgo e di Marco Gemelli. Antonio Bruno

Nato a Foggia nel 1998, frequenta il 2° anno del Triennio sotto la guida di Leonardo Sbaffi. Ha ricevuto primi premi assoluti e premiazioni varie in concorsi nazionali ed internazionali (Biondi, Luigi Rossi, Eratai, Le Sarriadi, San Severo, Greci, Garganum, Luigi IX, M. Fiorindo, F. Rossomandi, Mirabello Sannito ecc.). Si è esibito in concerto presso l’Ististuto Pontificio di Musica Sacra a Roma, Premio Bindi Gargonza (AR), Teatro Comunale di Bologna, Rumore Bianco (FG), e nelle diverse edizioni di “Musica nelle Corti di Capitanata, anche in qualità di solista con orchestra. Ha debuttato inoltre al Teatro Olimpico di Vicenza con l’orchestra del teatro, sotto la direzione di Alexander Lonquich. È membro del Novosaxensemble, con il quale ha svolto una tournée in Corea del Sud , in collaborazione con i solisti del Teatro alla Scala di Milano.

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Riccardo Cavaliere

Riccardo Cavaliere è nato a Foggia nel 1997. Dal 2011 frequenta il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, nella classe di Sassofono di Leonardo Sbaffi, dove è attualmente iscritto e laureando. È vincitore di premi in importanti concorsi nazionali ed internazionali (2° Premio al TIM nel 2012, a Parigi). Ha partecipato a masterclass con Jean-Marie Londeix, Jean-Yves Fourmeau, Victor Morosco, François Rossé e frequentando durante l’a.a. 2016/2017 il CSMA di Saragozza (Spagna) nella classe di sax di Mariano Garcia.

Antonio Russo

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Nato Foggia il 1996, inizia il suo percorso di studi come sassofonista presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto la guida di Daniele Berdini. Nel corso degli anni si perfeziona nello studio del sassofono baritono in ambiti di musica d’insieme, quartetti e orchestre, diventando infine componente stabile del NovoSaxEnsemble, con il quale inizia un percorso concertistico che vede partecipazioni ad eventi di rilevanza intenazionale come il Festival Fiati di Novara ed il Corea Wind Festival che lo hanno portato ad esibirsi in importanti sale da concerto come la Sala Greppi di Bergamo e la Concert Hall di Seoul (Art Center). Attualmente è iscritto presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia al secondo anno del Triennio Accademico di primo livello. Sante Leone

Sante Leone nato a San Giovanni Rotondo nel 1996, inizia lo studio del sassofono all’età di 8 anni. Dal 2010 frequenta il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto la guida di Leonardo Sbaffi. Durante gli anni di studio partecipa alle masterclass di Ensemble di sassofono tenute in Conservatorio da Angelo Bolciaghi, a varie edizioni del Festival Musicale Savinese e alla prima edizione dei corsi di perfezionamento di Crecchio (Chieti). Negli ultimi anni si perfeziona nello studio del repertorio cameristico iniziando un intenso percorso di studio con il Gflat Quartet che lo porta ad esibirsi in importanti realtà musicali sul territorio nazionale. Attualmente frequenta il secondo anno del Triennio Accademico presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia.


sabato23giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Il Conservatorio incontra le scuole ad indirizzo musicale

Magico Flauto II Edizione 1a Parte Gruppi flautistici degli studenti provenienti dalle Istituzioni Scolastiche Pubbliche pugliesi Conservatori di Musica Istituti musicali Pareggiati Scuole Civiche Scuole Civiche Licei Musicali Scuole Secondarie di primo grado ad indirizzo musicale Scuole di Musica

James-Michael Sellers Exspresso Energetic per ensemble di flauti

Michele Gravino

San Marco in Lamis, 1993

Movie Fantasy per ensemble di flauti

Nell’ambito del Magico Flauto II edizione il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia ha organizzato il FlutEnsemble Day, manifestazione coordinata dai docenti Antonio Amenduni e Laurent Masi, e aperta a tutti gli studenti di flauto regolarmente iscritti presso Istituzioni musicali (Conservatori di Musica, Istituti Musicali Pareggiati, Licei Musicali, Scuole Civiche di Musica, SMIM, Scuole di Musica), per dare l’opportunità di ampliare l’offerta formativa del percorso di studio flautistico con la musica d’insieme per ensemble e di esibirsi nella prestigiosa rassegna di “Musica nelle Corti di Capitanata”.


lunedì25giugno Chiostro di Santa Chiara

Giulio Briccialdi

ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Duettino op.49 su “Soirées musicales” di Gioachino Rossini Bartolo Piccolo

Magico Flauto

Franz Doppler

II Edizione

Duettino americano op. 37 Matteo la Spada

Antonio Amenduni e... ‘Top flutists’

Franz e Karl Doppler

Flauti Antonio Amenduni Mario Bruno Tony Chessa Ilaria Di Lernia Davide Giove Michele Gravino Matteo La Spada Beatrice Mappa Bartolo Piccolo Tommaso Troisi Luigi Zazzarino Domenico Monaco pianoforte

Luigi Hugues

Fantasia op. 28 su “La Favorita” di Gaetano Donizetti Davide Giove

Anton Bernhard Fürstenau Rondò Brillante op. 102 Luigi Zazzarino

Fantasia ungherese op. 35 Tommaso Troisi

Giuseppe Rabboni

Fantasia su “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi Ilaria Di lernia

Frank e Karl Doppler

Fantasia op.38 sul “Rigoletto” di Giuseppe Verdi Mario Bruno

Franz Doppler

Andante e Rondò op. 25 Beatrice Mappa

Franz Doppler

Duettino ungherese op. 36 Michele Gravino

Franz e Karl Doppler Souvenir di Praga op.24 Tony Chessa


Il progetto Top Flutist nasce da un’idea di Antonio Amenduni: poter riunire a distanza di anni, in un incontro musicale ma soprattutto umano, gli allievi migliori, diplomatisi con lui con il massimo dei voti presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, molti dei quali sono già stimati musicisti nelle varie realtà orchestrali e didattiche italiane, mentre altri a questo mondo si stanno affacciando, ma tutti legati tra loro da un filo rosso che rimanda ad una ben individuabile Scuola flautistica: diverse generazioni di musicisti, tutti allievi dello stesso Maestro. Il genere scelto, ovvero le Fantasie per due flauti e pianoforte, occupano uno spazio non indifferente nel repertorio flautistico ottocentesco. Opere di grandissimi virtuosi portate in giro per l’Europa (come i fratelli Karl e Franz Doppler), oppure di leggendari flautisti che le eseguivano insieme con i loro pupilli, come nel caso di Giulio Briccialdi, o ancora, affidando a queste composizioni una duplice valenza, musicale e didattica, come testimonia Luigi Hugues. Il genere della Parafrasi ha trovato grandissima fortuna nell’800, sia perché repertorio prediletto dai musicisti dilettanti nei salotti musicali dell’epoca, sia perché spesso veniva ad essere un pretesto per portare l’Opera all’interno delle case e quindi, in un certo senso, renderla fruibile a tutti. Parallelamente a queste opere di carattere dilettantistico sono però nate composizioni di ben altra difficoltà e valenza musicale e ne sono esplicito esempio i brani in programma, con il virtuosismo tecnico e strumentale che li contraddistingue, pur mai fine a sé stesso. I temi preferiti per queste parafrasi erano quelli operistici oppure popolari, strutturati in maniera tale da mettere entrambi gli esecutori sullo stesso piano. Il modello compositivo preferito è quello del tema e variazioni. Quasi tutti i flautisti compositori dell’800 si sono cimentati in questo genere, con il lascito di una vastissima letteratura in continua riscoperta, un’autentica renaissance, risultato della continua ricerca di alcuni musicisti nelle più antiche biblioteche e negli archivi musicali italiani, che sta dando i suoi frutti e sta cospicuamente ampliando il già vasto repertorio. Michele Gravino

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Antonio Amenduni

Si è esibito da solista al Carnegie Hall-Perelman Hall, Lincoln Center (New York), Parco della Musica (Roma), Regio (Parma), Dal Verme e Sala Verdi (Milano), Mozart Hall (Seoul), Concert Hall (Pechino), Oriental Arts Center (Shanghai), Atheneum Enescu (Bucarest), Musikverein (Vienna), Philharmonie Hall (Berlino), Gasteig-Orff Hall (Monaco) con orchestre come Berliner Symphoniker, London Orchestra, Russian Symphony Orchestra, Bangkok Symphony Orchestra. Invitato alle conventions flautistiche di Roma, Milano, Kansas City e Sidney è stato Primo flauto del Teatro dell’Opera di Roma e Filarmonica Teatro alla Scala di Milano. Ha registrato per RAI-Radiotre, Decca, Sony, Valdom, Rugginenti, Falaut, Radio Slovena, Millenium. È citato nel prestigioso DEUMM dell’enciclopedia UTET. Domenico Monaco

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È risultato vincitore di premi in concorsi internazionali pianistici fra i quali Allegro Vivo, Repubblica di San Marino, Pozzoli di Seregno, Badura Skoda di Villa Seca, Bellini di Caltanissetta, Speranza di Taranto. Si è esibito da solista con orchestre quali Radio Televisione Albanese, Galilei - Scuola di Musica di Fiesole, Sinfonica dell’Hochschule Weber di Dresda, Sinfonica di San Remo ed in sale come auditorium Giovanni Agnelli di Torino, Accademia delle Arti di Tirana, Wienner Saal di Salisburgo, Silcher Saal di Tuebingen (Germania). Ha registrato per Brilliant Classics l’integrale di Moszkowsky per pianoforte a 4 mani. È docente di pianoforte presso il Conservatorio di Foggia. Mario Bruno

Lavello (PZ) - Diploma (2015 v.o.) - voto 10, lode e menzione. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali (Krakamp, Rassegna migliori diplomati d’Italia, Koehler, Gazzelloni, Cilea di Palmi). Suona con l’OSM di Bari, Youth Orchestra del teatro dell’opera di Roma, Orchestra del Conservatorio di Foggia diretto dai maestri Ceccato, Biondi, Arrivabeni, Bignamini, Rizzo, Pérez, Videnoff, Angius. Si è perfezionato con Graf, Simeoli, Fassbender, Grossi, Oliva, Formisano, Jacot, Gallois. Attualmente studia con Marasco presso l’Accademia italiana del flauto di Roma.


Tony Chessa

Sassari - Biennio in corso Diplomato a Sassari. Si perfeziona con Pretto, Ancillotti, Marasco, Ghiani, Cavallo, Pontecorvo, Persichilli, Bennett, Formisano, Tonelli, Bandino, Mazzanti, Careddu e con Masi per la musica da camera. Vincitore del posto di 1° flauto in molteplici orchestre stabili si esibisce con direttori quali Shambadal, Renzetti, Borgonovo, BenedettiMichelangeli, Vismara, Ranzani. Dal 2004 è 1° flauto stabile dell’Orchestra Sinfonica di Sassari, svolge intensa attività didattica ed è docente titolare presso la SMIM di Sassari. Ilaria Di Lernia

Barletta - Biennio (2014) - voto 110 e lode. Si perfeziona con Formisano, Marasco, Jacot, Fassbender e Mattei. Vincitrice di numerosi concorsi tra cui EurOrchestra, Bari, Città di Crispiano, Città di Barletta, festival musicale Città delle Ceramiche, Eratai, Il solista e l’orchestra esibendosi con il Concerto di Mozart KV 314 e l’orchestra del Conservatorio di Foggia. Collabora con l’orchestra Sinfonica di Foggia e l’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari. Attualmente, dopo aver vinto l’audizione, frequenta il corso orchestrale Marche Music College. Davide Giove

Ginosa (TA) - Biennio (2004) - voto 110. Si perfeziona con Cavallo, Fomisano, Gallois, Marasco, Gerard, Bruneel. Ha inciso prime assolute radiotelevisive su diverse emittenti tra cui Rai Radio3 e ha al suo attivo concerti in importanti teatri italiani ed esteri come solista, orchestrale, camerista, spaziando in generi e stili musicali assai differenti, dalla lirica alla musica contemporanea, dal Musical Drama al sinfonico. Da giornalista pubblicista, ha curato recensioni per importanti testate specialistiche europee ed asiatiche. È docente titolare presso la SMIM di Sava (TA). Michele Gravino

San Marco in Lamis (FG) - Biennio (2016) - voto 110, lode e menzione. Perfeziona gli studi flautistici all’Accademia italiana del flauto di Roma, Accademia Chigiana (Gallois) con Graf, Manco, Marasco, Simeoli, Formisano. Solista nel concerto n. 7 di Devienne (Teatro Giordano) e nella Sonata di Poulenc-Berkeley a Foggia. Suona nell’ICO di Bari, Orchestra Conservatorio di Foggia e Nazionale dei Conservatori italiani. Vincitore di concorsi nazionali ed internazionali ha al suo attivo pubblicazioni di analisi musicali. Frequenta il corso di flauto presso l’Accademia di Santa Cecilia con Andrea Oliva.

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Matteo La Spada

Roma - Biennio (2009) - voto 110. Diplomatosi a Roma si perfeziona con Cavallo, Macalli, Formisano, Oliva e Bruneel. Ottiene il 3° Premio al Concorso Visconti (Roma), e il 1° Premio al Krakamp di Torre del Greco. Collabora con l’Orchestra Lirico-Sinfonica, Roma Tre, Virtuosi dell’Opera di Roma, Giovanile dell’Etruria, Roma Ensemble, Conservatorio Santa Cecilia. Registra per Sky, TEM-Taukay e Eufonia. Già titolare di cattedra presso la SMIM nel 2014 attualmente è flautista e ottavinista presso la Banda musicale della Marina Militare. Beatrice Mappa

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Brindisi - Biennio (2017) - voto 110 e lode. Si perfeziona con Oliva (Accademia Santa Cecilia), Formisano, Gallois, Caroli, Kuijken, Graf. Vincitrice di 32 concorsi nazionali e internazionale, finalista Premio Abbado. Ha eseguito più volte il concerto di Mozart KV 313, Reinecke concerto e Borne Carmen-Fantasy in Finlandia, Bielorussia, Romania. Collabora con le ICO di Bari, Lecce e Taranto, Suoni del Sud di Foggia, l’Italian Phihlarmonic e Orchestra del Conservatorio di Foggia con maestri quali Aprea, Piovano, Bacalov, Shambadal. È docente titolare presso la SMIM di Nardò. Bartolo Piccolo

Barletta - Diploma (v.o. 2009) - voto 10, lode e menzione. Si perfeziona con Cavallo, Bruneel, Formisano, Manco, Marasco, Oliva e Pretto. Vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali, si esibisce da solista e varie formazioni orchestrali nell’Auditorium Parco della Musica di Roma, Teatro degli Arcimboldi di Milano, Grand Theatre di Shanghai, Festival della Valle d’Itria, Festival dei Due Mondi di Spoleto e ad EXPO Milano 2015 collaborando con artisti e direttori come Gavrilov, Carreras, Bellugi, Renzetti, Oren. Attualmente è docente titolare presso la SMIM di Cerignola.


Tommaso Troisi

Racale (LE) - Diploma (2012 v.o.) - voto 10. Inizia gli studi flautistici presso il Conservatorio di Lecce per proseguirli al Conservatorio di Foggia. Si perfeziona con Ancillotti, Manco, Graf, Cavallo e Oliva. Vincitore dell’audizione per l’esecuzione da palcoscenico ne Il viaggio a Reimes di Rossini produzione allestita dal Conservatorio di Foggia ed ha conseguito numerosi primi premi in concorsi nazionali come Erik Satie, Lucia Iurleo, La Vallonea, Carmelo Preite, Donato Russo, Symphonia. Attualmente è docente presso la SMIM e Liceo musicale a Nuoro.

Luigi Zazzarino

Alife (CE) - Biennio (2005) - voto 110 e lode Diplomato a Napoli. Si perfeziona con Cambursano, Pretto, Formisano, Larrieu, Marasco, Cavallo, Gèrard. Vincitore di concorsi nazionali ed internazionali (Krakamp, Pergolesi, Cimarosa, Palmi, Gazzelloni) esibendosi in festival (Ravello, Capri, Aosta Classica, Stresa Gazzelloni). Ha registrato per Rai, Stradivarius, Amadeus. 1° flauto dell’O.G.I., E.U.Y.O., Regionale Toscana, Sinfonica di Sanremo, di Roma, di Bari e Scarlatti di Napoli. Attualmente è flautista stabile della Banda musicale della Guardia di finanza a Roma.

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martedĂŹ26giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Jazz Night Concert Daniele Scannapieco tenor sax Gaetano Partipilo alto sax Giuseppe Spagnoli piano Antonio Tosques chitarra Tommaso Scannapieco contrabbasso Fabio Accardi batteria Mara De Mutiis voce


Daniele Scannapieco

Nasce nel salernitano nel 1970, figlio d’arte cresce a contatto con l’ambiente jazz, prima italiano poi europeo. Completa gli studi classici nel 1990 al Conservatorio di Salerno. Collabora con R. Gatto, S. Sabatini, S. Di Battista, T. Scott, E. Pietropaoli, S. Bollani, F. Bosso, H. Salvador, J. Lovano, H. Ruiz, G. Hutchinson, E. Reed, J. Locke, I. Coleman e altri. Incide diversi Cd e collabora molti anni con Mario Biondi. Insegna Sax Jazz presso il Conservatorio “Giordano” di Rodi Garganico. Gaetano Partipilo

Nel 1997, consegue il diploma presso il Conservatorio di musica “N. Piccinni” di Bari. Vincitore della borsa di studio per rappresentare l’Italia al meeting internazionale 1999 della I.A.S.J. (International Association of Schools of Jazz). Suona con Dave Liebman, Giacomo Aula, John Schroder e Peter Klinke, Tarus Mateen, Nasheet Waits e lo stesso Greg Osby e tanti altri. Insegna Sax jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico. 39 Giuseppe Spagnoli

Pianista e compositore, si diploma ai Conservatori di Foggia e Bari. Si forma nell’area Jazz con Enrico Pieranunzi, Giancarlo Schiaffini, Franco D’Andrea, Collabora con Fabrizio Sferra, Enzo Pietropaoli, Marco Tamburini, Paolo Fresu, Sandro Satta, Antonello Salis, Bob Mover, Mia Cooper, Alicia Perkins, Geoff Warren, Antonio Tosques, Claudio e Mario Corvini, Steve Cantarano e altri. Insegna pianoforte principale e piano Jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico. Antonio Tosques

Chitarrista poliedrico ha suonato in diversi contesti musicali. Nel ’92 partecipa come finalista al “Roma Jazz Fest” per giovani emergenti al foro italico. Collabora con Bob Mover, Massimo Manzi, Mike Melillo, Paolino Dalla Porta, Paolo Birro, Robert Bonisolo, Kile Gregory, Ernst Rijseger, Giuseppe Spagnoli, Fabio Accardi, Mirko Signorile, Daniele Scannapieco, Gianni Le Noci, Sandro Satta e altri. Insegna chitarra Jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.


Tommaso Scannapieco

È un musicista che spicca per il suo approccio energico alla musica. Nato in una famiglia di musicisti, in piccola età si approccia a vari strumenti come la fisarmonica (suonata dal suo Papà Antonio) e al pianoforte, ma scopre presto l’amore per le quattro corde. Dopo essersi diplomato in contrabbasso con eccellenti risultati inizia la sua lunga carriera di collaborazioni che spaziano in diversi generi musicali come: Mario Biondi, Enzo Avitabile, Daniele Sepe, Tony Esposito, Francesca Alotta, Marco Ferradini, Enzo Gragnaniello, Gianluca Guidi ecc. Ma presto si specializza nel suo vero amore cioè il Jazz, collaborando con artisti dal calibro di: Sonny Fortune, Dee Dee Bridgewater, New York Voice, Geremy Pelt, Steve Grossman, Roy Hargrove e tanti altri. Fabio Accardi

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Nato a Bari il 1973, frequenta il corso di percussioni con B. Forestiere al Conservatorio di Bari. Ha collaborato con Dave Liebman, Greg Osby, Roberto Ottaviano, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Enrico Rava, Furio Di Castri, Javier Girotto, Maria Pia De Vito, Gianni Basso, Rosario Giuliani, Fabio Zappetella, Luca Bulgarelli, Flavio Boltro, Daniele Scannapieco, Fabrizio Bosso Eric Vloehiman e altri. Insegna batteria Jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico. Mara De Mutiis

Diplomata in Canto lirico presso il Conservatorio di musica Gesualdo da Venosa di Potenza e laureata con il massimo dei voti in Discipline musicali indirizzo Jazz presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia. Si laurea in Giurisprudenza e consegue un Master Universitario all’Università la Sapienza di Roma in Ideazione management e marketing degli eventi culturali. Vanta numerose collaborazioni con artisti del calibro di Bruno Tommaso e Dick Halligan (fondatore del gruppo Blood, Sweat and Tears). È la voce solista dell’Orchestra Sunsea Big Band, della Daunia Jazz Orchestra e del Daunia Gospel Choir.


mercoledĂŹ27giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Bach The Favourite Ettore Pellegrino Orazio Sarcina violini Ensemble d’archi del Conservatorio Dino De Palma Raffaele De Sanio violini Flavio Maddonni viola Francesco Montaruli violoncello Massimiliano Mauthe contrabbasso Donato Della Vista clavicembalo

Johann Sebastian Bach Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750

Concerto in la minore BWV 1041 per violino, archi e continuo Allegro Andante Allegro Assai Concerto in mi maggiore BWV 1042 per violino, archi e continuo Allegro Adagio Allegro Assai Concerto in re minore BWV 1043 per due violini, archi e continuo Vivace Largo ma non tanto Allegro


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I tre concerti in programma sono gli unici rimasti tra quelli composti da Bach per violino. I manoscritti risalgono agli anni Trenta del ‘700 ma si tratta quasi certamente di copie di concerti scritti una decina d’anni prima dall’autore quando lavorava presso la corte di Cothen, durante quello che è considerato il suo periodo più proficuo per la composizione di musica profana. È noto che Bach aveva studiato con grande attenzione i concerti ‘all’italiana’ e quelli di Vivaldi in particolare. Sicuro frutto di tale interesse sono anche questi concerti per violino che presentano una successione ‘all’italiana’ (veloce/lento/veloce) dei tre movimenti in cui sono articolati. Inoltre, nei movimenti veloci, l’alternanza di soli e tutti (da Concerto Grosso o Solista), vede il rigido stile tedesco, imitativo fugato, mescolarsi a quello più vivace del vivaldiano Concerto a Ritornello precursore del Rondò dell’Epoca Classica. Il Concerto. a Violino certato, 2 Violini, una Viola obbligati e Basso Continuo in la minore BWV 1041 ci arriva dalle sole parti, copiate dallo stesso Bach e da altri copisti tra i quali il figlio Carl Philipp Emanuel. Il primo movimento è in genere eseguito come Allegro moderato, ma l’indicazione agogica non è presente nell’autografo. Nel secondo movimento, Andante, una ricca presenza di figurazioni in terzine vivacizza l’andamento lirico e cantabile del violino, sostenuto da un basso ostinato particolarmente marcato. L’ultimo movimento Allegro assai è un tempo di danza in 9/8, una Giga. Il Concerto per violino in Mi maggiore BWV 1042, con lo stesso organico del precedente, arriva da varie fonti manoscritte, non bachiane. Il lungo Allegro iniziale presenta un’interessante cadenza del solista prima della ripresa conclusiva. Come nel concerto precedente, nell’Adagio centrale una spiccata cantabilità del violino si appoggia sull’accompagnamento di un basso ostinato. Il Concerto. à 6. 2 Violini Concertini, 2 Violini e 1 Viola Ripieni, Violoncello e Continuo in re minore BWV 1043 vede sia la mano di Bach sia quella del figlio, come il concerto BWV 1041. È uno tra i più celebri concerti di Bach, spesso utilizzato nella musica da film. Nel 1941 George Balanchine lo riprenderà nel balletto Concerto Barocco, dove la trama imitativa dialogante dei due violini solisti è ricreata facendoli impersonare da due ballerine. Il movimento di mezzo, Largo ma non tanto, 12/8 in forma ABA, ha un andamento di Siciliana, danza vicina alla Giga e alla Tarantella, ma in tempo moderato. Riccardo Carnesecchi


Ettore Pellegrino

Si è diplomato con lode presso il Conservatorio di musica di Frosinone e perfezionato con Carmignola, Ayo, Gulli, Vernikov e Grubert. Ha collaborato come spalla con le più grandi orchestre italiane. Si è esibito come solista con il complesso d’archi dell’Orchestra di Roma in Giappone, con Philipp Moll e i Solisti della Scala e con l’orchestra del Teatro alla Scala. Tiene corsi di alto perfezionamento per varie fondazioni ed accademie, è assistente di Ilya Grubert presso la Fondazione Santa Cecilia. È stato docente presso l’Istituto Gaetano Braga di Teramo e dal 2014 insegna presso il conservatorio Umberto Giordano di Rodi Garganico. È membro ufficiale del complesso da camera I Musici. È direttore artistico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese e del Teatro Marrucino di Chieti. Orazio Sarcina

Docente di violino presso il Conservatorio di Foggia, si è diplomato col massimo dei voti e lode sotto la guida di G. Francavilla e Riccardo Pellegrino. Perfezionatosi con Carlo Romano e Felix Ayo è stato per otto anni primo violino di spalla dell’Orchestra del Petruzzelli di Bari. Ha inoltre rivestito lo stesso ruolo con l’orchestra del teatro di Salerno e con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. È stato per oltre quindici anni il violinista del complesso da camera I Solisti Dauni.

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giovedì28giugno Auditorium del Conservatorio ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Musique de la Chambre du Roi Susanna Piolanti clavicembalo Pasquale Antonio Rinaldi traversiere e flauto dolce Antonella Parisi viola da gamba

Jean-Marie Leclair Lione, 1697 - Parigi, 1764

Sonata VIII a tre dal secondo libro di sonate traversiere, viola da gamba e basso continuo Adagio Allegro Sarabanda Allegro assai

François Couperin Parigi, 1668 - Parigi, 1733

da “Quatorzième ordre” Le Rossignol en amour per clavicembalo e traversiere Le Rossignol vainqueur per clavicembalo da “Concerts Royeaux” Troisième concert per traversiere e basso continuo Chaconne da “L’Art de Toucher le Clavecin” Quatrième prélude per clavicembalo da “Les Gout Reunis” Douzième concert per flauto dolce e viola da gamba Pointè-coulè da “Concerts Royeaux” Premier concert per traversiere e basso continuo Prélude Allemande Sarabande Gavotte Menuette en Trio-Gigue

Louis Nicolas Clérambault

Parigi, 1676 - ivi, 1749

Prélude non mesuré per clavicembalo

Jean-Philippe Rameau Digione, 1683 - Parigi, 1764

da “Piéces de clavecin en concerts” Premier concert per clavicembalo, traversiere e viola da gamba La Coulican La Livri La Vézinet


Alla corte di Francia le attività quotidiane erano in buona parte sottolineate dalla musica. Strumento privilegiato per l’encomio e la celebrazione del re, l’apparato della musique du Roy all’epoca di Luigi XIV comprendeva tre corpi distinti: la Chambre, che prevedeva anche la grande orchestra dei 24 violini, la Ecurie e la Chapelle. Nel 1693 François Couperin, entrò a far parte del grande apparato musicale come organista della Chapelle, clavicembalista della Chambre e maestro di musica dei prìncipi reali. A Couperin dobbiamo uno dei primi trattati didattici francesi intitolato ”L’Art de Toucher le Clavecin” che include otto raffinatissimi preludi testimoni del gusto estetico e della poetica dell’autore evidente anche in tutta la sua produzione clavicembalistica, raccolta in ventisette Ordres ovvero grandi suites di brani con titoli evocativi, piccoli ritratti, come Le Rossignol en amour e Le Rossignol vainqueur. I “Concerts royaux” furono composti da Couperin specialmente per il Re Sole per essere eseguiti durante gli incontri domenicali nella Chambre, scritti in forma di suite, prevedono un organico modulabile, dal clavicembalo solo che può eseguire tutte le parti, al duo o al trio con il violino, l’oboe o il flauto, la viola o il fagotto a piacere. Nel 1734, la fama di virtuoso del violino, valse a Jean Marie Leclair un posto, anche se per poco, nella Chapelle di Luigi XV. Gli studi giovanili a Torino con G.B.Somis, già allievo di Corelli, gli permisero di assorbire il gusto italiano e di coniugarlo, nelle sue composizioni, a quello francese, riunendo i due stili, “les gouts-reunis”, che da sempre si respingono e si attraggono. Louis Nicolas Clérambault, figlio di uno dei ventiquattro violini della Chambre, svolse un importante ruolo di didatta nella Maison royale de SaintLouis, fondata da Luigi XIV. È del 1704 il suo libro di Pièces de Clavecin contenente due suites, ciascuna introdotta da un Prélude non misurato scritto nello stile seicentesco di Louis Couperin, zio di François Couperin. J.Ph. Rameau, membro della Chambre du Roy dal 1745, diede alle stampe la sua unica raccolta di musica da camera intitolata “Pièces de clavecin en concerts...” nel 1741. L’idea di affidare al cembalo una parte concertante non era nuova, già J.S.Bach lo aveva preceduto con le sei sonate a Violino solo e Cembalo concertato e pure J.J.De Mondoville lo anticipò con le “Pieces de Clavecin en sonates avec accompagnement de Violon”, quest’ultima opera fu probabilmente per Rameau una preziosa fonte d’ispirazione. I brani di ciascun Concert, come negli Ordres di Couperin, hanno un titolo evocativo a volte enigmatico come La Coulican, a volte identificabile come La Livri, pièce dedicata al Conte di Livry, benefattore e amico di Rameau, morto da poco o come La Vezinet, riconducibile al Bois de Vesinet, piccolo e vivace villaggio nella campagna francese. Susanna Piolanti

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Susanna Piolanti

Diplomata in Pianoforte, Didattica della Musica e Clavicembalo presso il Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro, ha proseguito gli studi presso il Centro di Musica Antica di Ginevra conseguendo il diploma di specializzazione in Musica Antica. Ha effettuato diverse registrazioni per l’etichetta discografica Tactus: di Padre Giovanni Battista Martini Sonate d’intavolatura per l’Organo e il Cembalo op. 2 in 3 CD (Premio della critica discografica tedesca), di Luigi Boccherini Quartetti” op. 26 di a due Fortepiani con strumenti originali J. Schanz 1800 e 1810, di Giovan Battista Sammartini Sonate per clavicembalo. Ha inoltre registrato per l’etichetta Brillant Classics i duetti di Ch.Burney a quattro mani, su fortepiano a tavolo inglese originale J. Kirckman - Londra - 1800. A tutt’oggi è titolare della cattedra di Clavicembalo e tastiere storiche del Conservatorio di Foggia. Pasquale Antonio Rinaldi

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È titolare della cattedra di Flauto Traverso presso il Liceo Musicale Carolina Poerio di Foggia. Ha partecipato a rassegne e festival di musica antica con la Pietà dei Turchini di Napoli, Festival Barocco di Viterbo, Giubileo delle Università a Roma, Festival Ottaviano Alberti di Orte, Giornata Europea della Musica Antica (Edem 2017 e 2018), con Fabio Bonizzoni, Laura Pontecorvo, Evengelina Mascardi. È fondatore della Camerata Mvsica Anticva, ensemble vocale e strumentale, fra le poche operanti sul territorio, impegnata nella promozione e nella diffusione della musica antica. Antonella Parisi

Intraprende lo studio della viola da gamba sotto la guida di Sofia Ruffino e si diploma presso il Conservatorio di Musica Niccolò Piccinni di Bari con Patxi Montero, conseguendo successivamente la laurea di II livello in Viola da gamba indirizzo pratico-esecutivo con il massimo dei voti. Collabora stabilmente con diverse formazioni specializzate nell’esecuzione del repertorio rinascimentale e barocco, partecipando a Festival internazionali tra cui Le Vie del Barocco (Savona), il Festival Internazionale de l’Architasto (Roma), Festival Ritratti (Monopoli), Festival Mousikè (Bari), Musica di corte (Campobasso), Anima Mea (Bari). Ha partecipato a diverse edizioni dello Scarlattilab/Barocco in collaborazione con I Turchini di Antonio Florio. Ha registrato per l’etichetta Baryton madrigali inediti di Pietro Vinci.


venerdì29giugno Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Concerto in memoria di Betty Terminello Orchestra Sinfonica Young Rocco Cianciotta direttore Monica Paciolla soprano Michele Augelli pianoforte Teresa Viola arpa Giuseppe Tucci violino

Wolfgang Amadeus Mozart Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791

Aria KV 505 per soprano, pianoforte obbligato e orchestra I. Ch’io mi scordi di te? (Recitativo) II. Non temer, amato bene. Rondò. Andante

Camille Saint-Saëns Parigi, 1835 - Algeri, 1921

Morceau de Concert op. 154 per arpa e orchestra Allegro non troppo Allegro moderato Molto allegro quasi

Camille Saint-Saëns Parigi, 1835 - Algeri, 1921

Introduction et Rondò capriccioso in la minore op. 28 per violino e orchestra Andante malinconico, Allegro ma non tanto

Pëtr Il’ič Čajkovskij Vótkinsk, 1840 - 1893, San Pietroburgo

Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 per orchestra Andante, Allegro con anima Andante cantabile con alcuna licenza Valse. Allegro moderato Finale. Andante maestoso, Allegro vivace


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Mozart compose l’aria Ch’io mi scordi di te! K. 505 il 26-27 dicembre 1786 per la cantante britannica Anna Selina Storace, che la eseguì a Vienna al Burththeater il 23 febbraio 1787. Il testo è tratto dall’opera seria Idomeneo. La musica, ricca di pathos, mette in risalto le doti espressive del soprano in un contesto strumentale cameristico arricchito dal suono brillante e percussivo del pianoforte obbligato. La composizione si articola in un Recitativo-Andantino, un Allegro assai che confluisce nel Rondò. L’Introduzione e Rondò capriccioso per violino e orchestra fu composto da Saint-Saëns nel 1863 per il virtuoso violinista spagnolo Pablo De Sarasate. La composizione, destinata a diventare uno dei pezzi più celebri e favoriti da molti violinisti è ispirata al folklore spagnolo, contiene elementi di grande lirismo e raffinati espedienti tecnici abbinati a una fresca e brillante inventiva tematica. Di uguale impegno tecnico e virtuosistico è il Morceau de concert per arpa e orchestra op. 154. Composto nel 1918 e dedicato all’arpista Nicole Anlkier, il “pezzo” è articolato in quattro parti. La prima è un tema con variazioni, la seconda un movimento lento, la terza una sorta di Scherzo con Trio e l’ultima una Coda che riporta al tema d’esordio. Čajkovskij compose la Quinta sinfonia in brevissimo tempo, tra maggio e ottobre del 1888 e la diresse il 5 novembre di quell’anno a San Pietroburgo. In continuità con la Quarta, anche la Quinta nasce sotto il segno del fato, ovvero esprime “sottomissione totale davanti al destino”, come ebbe a scrivere egli stesso. Il tema cupo e malinconico ricorrente in tutti e quattro i movimenti è introdotto dai clarinetti nell’Andante iniziale insieme agli archi scuri. L’Allegro con anima che segue presenta un nuovo tema che sottolinea la “rassegnazione di fronte all’ineluttabile”, ma che sfocia in un secondo tema di tonalità maggiore dal carattere di danza. L’Andante cantabile in forma tripartita rappresenta una delle più belle pagine della storia della musica sinfonica per bellezza di temi e per unità stilistica e formale. Il tema ricorrente del fato è qui evocato dal suono duro e sferzante degli ottoni nella sezione centrale, che sfocia nella ripresa più distesa e rassegnata con il primo tema affidato ai violini primi. Il terzo movimento Valse-Allegro moderato è in tempo di valzer è caratterizzato da un’eleganza tipicamente ciaikovskiana. Il Finale-Andante maestoso apre con il tema del destino in tonalità maggiore, cui fa seguito l’Allegro vivace con i due temi, il primo basato su accordi ovvero “strappate” degli archi e l’altro marziale. Dopo il lungo sviluppo, la ripresa e la Coda dal carattere maestoso e trionfante concludono la sinfonia. Rocco Cianciotta


Monica Paciolla

Laureata al Triennio di I livello in canto lirico con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida del mezzosoprano Angela Bonfitto, è iscritta al II anno di Biennio specialistico al Conservatorio Umberto Giordano. Attualmente studia canto all’University of Stavange in Norvegia sotto la guida del soprano Elizabeth Norberg-Schulz. Ha vinto il Primo Premio al X Concorso Nazionale per giovani musicisti Luigi Rossi e al IX Concorso Internazionale Trofeo città di Greci. Nel 2015 partecipa alla rappresentazione dell’opera Le nozze di Figaro nel ruolo di Marcellina e nel 2016 interpreta il ruolo di Fiordiligi nell’opera Così fan tutte. Il 2018 la vede impegnata con l’Operagalà alla Konserthus di Stavanger. Molti eventi culturali la vedono come soprano solista, fra i quali la partecipazione a diverse edizioni del Deliceto Musica Festival. Michele Augelli

Nata a San Giovanni Rotondo il 1995 e vive a Lesina. Frequenta il secondo anno del Biennio di II livello di pianoforte presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia; parallelamente presta servizio presso scuole musicali e associazioni come insegnante di pianoforte, musica ed informatica musicale. Svolge regolarmente attività concertistica come solista, in formazioni da camera e come pianista accompagnatore. Comincia il suo percorso musicale all’età di cinque anni e mezzo e, nel 2006, inizia i suoi studi presso il Conservatorio Giordano, ove si diploma nel 2016 sotto la guida di Alessandro Drago. Si perfeziona in masterclass e risulta vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Ha avuto modo di approfondire anche il jazz e la musica pop. Dal 2018 intraprende una ricerca filologica per portare alla luce le composizioni poco eseguite o inedite del patrimonio musicale. Si dedica inoltre alla composizione, alla riduzione pianistica e alla trascrizione di brani musicali. Giuseppe Tucci

Frequenta il secondo anno accademico del Triennio al Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, sotto la guida di Maurizio Tarsitani. Ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali con primi premi assoluti, su tutto il territorio pugliese e nazionale, e premiato come miglior solista d’Italia. Ha frequentato l’Accademia Ottava di Roma con Marco Fiorentini vincendo una borsa di studio. Ha tenuto un concerto presso il Circolo della Camera dei Deputati di Montecitorio. Ha seguito le masterclass di Francesca Dego e

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Francesco Manara e Albert e Alex Markov. Ha vinto l’audizione per la rassegna Musica nelle Corti di Capitanata come solista, eseguendo un Concerto di Bach con l’Orchestra Giovanile del Conservatorio diretta da Rocco Cianciotta. Teresa Viola

Teresa Viola, nata nel 1999, inizia lo studio dell’arpa all’età di 12 anni con Tamara Riscica. Inizia il suo percorso di studi nel Conservatorio Umberto Giordano di Foggia dove attualmente frequenta il primo anno del triennio sotto la guida di Anna Pasetti. Ha frequentato il Liceo Musicale Carlo Poerio di Foggia sotto la guida di Roberta Procaccini. Ha seguito le masterclass di Fabrice Pierre a Milano, Judith Liber a Verona, Corsi di Arpa Classica e Musica della tradizione popolare a Viggiano. Vincitrice di premi internazionali tra cui il Concorso Musicale Florestano Rossomandi di Bovino, l’VIII Concorso di Arpa Marcel Tournier di Cosenza. Ha ricevuto premi anche in formazione di trio come il primo premio al XVI Concorso Internazionale Un Po di note di Occhiobello. Si è esibita, inoltre, come solista a Foggia, Troia, Napoli e Vicenza. 50


sabato30giugno Biccari (Foggia) Parco Avventura ore 16.00

Festa Nazionale

Borghi Autentici In collaborazione con Daunia Avventura

Concerto nell’ambito della Festa Nazionale dei Borghi Antichi Il borgo autentico di Biccari è uno dei 30 Comuni dell’Appennino Dauno (o Monti Dauni): una catena montuosa che occupa la parte occidentale della provincia di Foggia e si colloca lungo il confine della Puglia con il Molise e la Campania www.borghiautenticiditalia.it

Michele Tenace fisarmonica Antonio Bruno Riccardo Cavaliere Sante Leone Stefano Russo quartetto di sassofoni musiche di Bach, Seminov, Piazzolla Godunov


lunedì2luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Giovani talenti in concerto

Tra Europa e America Leone Monaco pianoforte Domenico Pedone violino Michele Augelli pianoforte Sara Tomaiuolo clarinetto Giovanna Sevi violino Angelo Nasuto pianoforte

Ludwig van Beethoven Bonn, 1770 - Vienna, 1827

Sonata in la maggiore n. 2 op. 12 per violino e pianoforte Allegro vivace Andante, più tosto allegretto Allegro piacevole

Modest Mussorgskij

Pskov, 1839 - San Pietroburgo, 1881

Quadri di un’esposizione (Promenade) per pianoforte Promenade I. Lo gnomo Promenade II. Il vecchio castello Promenade III. Tuileries (Litigio di fanciulli dopo il gioco) IV. Bydlo Promenade V. Balletto dei pulcini nei loro gusci VI. Samuel Goldenberg e Schmuÿle Promenade VII. Limoge, il mercato (La grande notizia) VIII. Catacombe (Sepolcro romano – Con i morti in una lingua morta IX. La capanna sulle zampe di gallina (Baba Jaga) X. La grande porta (Nella capitale Kiev)

Darius Milhaud

Marsiglia, 1892 - Ginevra, 1974

Suite pour trio per clarinetto, violino e pianoforte Ouverture Divertissement Jeu Introduction et Final


Igor Stravinsky

Pietroburgo, 1882 - New York, 1971

Suite da “Histoire du Soldat” per clarinetto, violino e pianoforte Marche du Soldat Le violon du Soldat Petit Concert Tango. Valse. Ragtime Danse du Diable

La Sonata per violino e pianoforte op. 12 n. 2 di Ludwig van Beethoven fa parte di un gruppo di tre sonate per violino e pianoforte composte nel 1797/‘98 e dedicate ad Antonio Salieri. Il brano è in tre movimenti: un Allegro vivace in forma sonata è seguito da un Andante, più tosto Allegretto con struttura ABA concluso da una coda, il movimento finale è un Allegro piacevole, la forma è quella del Rondò. La sonata fu accolta con difficoltà dal pubblico e dalla critica, che la trovò troppo complessa e diversa dagli standard abituali per gli eccessivi contrasti dinamici, i frequenti spostamenti di accenti e l’abbondanza di modulazioni innovative. Per descrivere i quadri della mostra organizzata dopo la morte del pittore Viktor Hartmann nel 1874 Modest Mussorgsky scrive la Suite Quadri da un’esposizione. L’uso fortemente percussivo del pianoforte è in un ambito di lunghi pedali, dissonanze, armonizzazioni per quarte e metri come il 5/4 e il 7/4, tipicamente russi, anzi ‘russici’, come indicato nel primo brano: Allegro giusto, nel modo russico […]. Il grande fascino della composizione è attestato da numerose orchestrazioni, la più celebre quella di Maurice Ravel del 1922, ma vale anche ricordare Pictures at an Exhibition del gruppo rock Emerson, Lake & Palmer del 1971. Nel 1936 Darius Milhaud scrive le musiche di scena per la pièce teatrale Le voyageur sans bagages di Jean Anouilh che narra le vicende di un veterano amnesico della prima guerra mondiale. Visto il successo della commedia, Milhaud ne ricava una Suite in quattro movimenti per violino, clarinetto e pianoforte. La Suite è particolarmente ricca: imitazioni, tecniche politonali, ritmi sincopati, andamenti di danze… si può percepire

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l’influsso del periodo trascorso dal compositore in Brasile, ma ci sono anche sentori country jazz che sembrano rinviare ai cow boys nord americani. Basata su fiabe popolari russe, l’Histoire du soldat di Igor Stravinsky narra di un soldato che cede il suo violino al diavolo in cambio di un libro che dovrebbe portargli enormi ricchezze. È un brano cameristico per una voce narrante, due attori dialoganti, sette strumentisti e un numero imprecisato di ballerini e mimi. In scena per la prima volta nel 1918, l’anno seguente il compositore ne trae due Suites: una è per concerto, in 11 movimenti con l’organico originale ma senza le parti vocali, l’altra, in 5 movimenti, è una riduzione in Trio per violino, clarinetto e pianoforte. La suggestione delle nuove musiche di provenienza americana si può ravvisare nel quarto movimento che, oltre a un Tango e un Waltz, comprende anche un jazzistico Ragtime. Riccardo Carnesecchi Leone Monaco

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Nato a Foggia nel 1998, inizia a studiare il pianoforte a 9 anni. Attualmente è iscritto al terzo anno del Trienno accademico sotto la guida di Domenico Monaco presso il Conservatorio Umberto Giordano. Si è distinto in diversi concorsi pianistici nazionali ed internazionali tra cui il 2° Premio al Concorso Internazionale Città di Barletta, 1° Premio concorso Mirabello in musica, 1° Premio assoluto Concorso Al chiaro di Luna di Torano Nuovo (TE) 2016, 3° Premio Concorso Internazionale Pietro Argento di Gioia del Colle, 2° Premio Concorso Internazionale di Esecuzione Pianistica Arturo Benedetti Michelangeli di Foggia. Si è perfezionato con Giuseppe Andaloro, Michele Marvulli, Oxana Yablonskaya, Pietro De Maria, Antonio Pompa-Baldi, Đuro Tikvica, Andrzej Jasinski, Alexander Lonquich e si è esibito in diverse manifestazioni musicali su tutto il territorio italiano in recital, con orchestra ed in musica da camera. Sara Tomaiuolo

Nata nel 1998 a Manfredonia, attualmente frequenta il terzo anno del Triennio di clarinetto, presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, sotto la guida di Vincenzo Conteduca. Ha eseguito nell’ambito di Musica nelle Corti di Capitanata il Concerto n. 1 op. 73 di Carl Maria von Weber con l’Orchestra Giovanile del Conservatorio. Partecipa con regolarità ai saggi di classe e ai concerti dell’Orchestra del Conservatorio.


Domenico Pedone

Iscritto al Triennio di Violino presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia studia con il docente Cataldo De Palma. Membro stabile della SEYO (Sistema Europe Youth Orchestra) e dell’ Orchestra Nazionale del Sistema, ha avuto la possibilità di lavorare con Gustavo Dudamel, D. Parades, Alessandro Cadario e di esibirsi in teatri quali Teatro alla Scala, Teatro Arcimboldi di Milano, Teatro Argentina e Parco della Musica di Roma. Attualmente collabora con l’AMP (Orchestra dell’Accademia Musicale Pescarese) diretta da Donato Renzetti , con la Dongmun Symphony Orchestra a Seoul (KR) e con la OGI (Orchestra Giovanile Italiana). Prende regolarmente lezione, attraverso seminari e masterclass, con Vadim Brodsky presso la Civica Scuola delle Arti di Roma. Giovanna Sevi

Nata a Foggia nel 1999, Giovanna Sevi ha conseguito la maturità classica lo scorso anno e attualmente frequenta l’ultimo anno del corso accademico di Violino presso il Conservatorio Umberto Giordano sotto la guida di Orazio Sarcina. Vincitrice di primi premi e borse di studio in vari concorsi musicali, in qualità di solista ha eseguito il Concerto op. 26 di Bruch (Trani, 2016) ed il Concerto op. 64 di Mendelssohn (Barletta, 2017) con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio. Nel luglio 2016 si è esibita nell’ambito del Festival Paganiniano della Liguria e nel gennaio 2018 ha tenuto un concerto a Bolzano su invito di Francesco Lotoro. Lo scorso maggio è risultata vincitrice del Premio Giovani Eccellenze Pugliesi. Angelo Nasuto

Diplomato e Laureato in Pianoforte Solistico con il massimo dei voti, Lode e Menzione Speciale presso il Conservatorio di Bari con Cinzia Falco, si è perfezionato con pianisti di calibro internazionale tra i quali Aldo Ciccolini, Antonio Pompa-Baldi e Pierluigi Camicia . Ha studiato anche Organo con Francesco Di Lernia e Direzione d’Orchestra con Ovidiu Balan. Vincitore di Primi Premi in numerosi concorsi quali Annarosa Taddei (Roma), Premio Crescendo (Firenze), vince il Premio Aldo Ciccolini della European Arts Academy di Trani per il suo pregevole pianismo. Ha all’attivo diversi concerti in Italia e all’estero tra cui l’ultimo negli Stati Uniti presso la Public Library di Cleveland. Attualmente si sta perfezionando con Pasquale Iannone presso l’Accademia Pescarese.

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martedì3luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Recital

La Tastiera, miniera inesauribile di suoni Antonio Di Dedda pianoforte

Johann Sebastian Bach Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750

Partita in do minore BWV 826 Sinfonia. Grave Adagio…Andante Allemande Courante Sarabande Rondeau Capriccio

Wolfgang Amadeus Mozart Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791

Preludio e fuga in do maggiore KV 394

Johann Sebastian Bach Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750

Preludio e fuga in si maggiore BWV 868

Dmitrij Šostakovič

Pietroburgo, 1906 - Mosca, 1975

Preludio e fuga in re bemolle maggiore n. 15 op. 87 ***

Claude Debussy

Saint-Germain-en-Laye, 1862 - Parigi, 1918

dal secondo libro di preludi Brouillards Feuilles mortes La puerta del vino Bruyères General Lavine “excentric” La terrasse des audiences du Clair de lune Ondine Canope Les tierces alternées Feux d’artifice


In quasi tre secoli di storia della musica occidentale la ricerca e la sperimentazione compositiva ed esecutiva su strumenti a tastiera hanno generato il più vasto e ricco tra tutti i repertori per strumenti musicali. Bach, sintesi e catalizzatore della musica barocca tedesca, italiana e francese, diede un forte impulso alla composizione per tastiera con la pubblicazione del Clavier-Übung, “esercizio per la tastiera”, una raccolta di composizioni per clavicembalo, clavicordo ed organo divisa in quattro parti. La Partita in do minore BWV 826 è la seconda delle sei Partite contenute nella prima parte della Clavier-Übung. Ispirandosi alle forme musicali francesi della Suite (Allemande, Courante ecc.) Bach esplora le risorse tecniche del clavicembalo. Il preludio e fuga in si maggiore BWV 868 è contenuto in un’altra grande raccolta di composizioni, pietra miliare del repertorio per tastiera nonché della musica occidentale, il Clavicembalo ben temperato. Divisa in due libri, è una raccolta di 48 preludi e fughe nelle 12 tonalità, nei modi maggiori e minori. Un colossale esempio di sperimentazione e ricerca nell’ambito delle tonalità e dello stile contrappuntistico. Tutte le generazioni di grandi musicisti successivi a Bach sono stati ispirati da quest’opera, che usa la forma del Preludio e fuga come base per l’inventiva compositiva. Il Preludio (o Fantasia) e fuga in do maggiore KV 394 di Mozart ne è un esempio. Fu composto nel 1782 nel periodo viennese, durante il quale Mozart conobbe il barone Gottfried van Swieten (profondo ammiratore di Bach e Haendel, prefetto della biblioteca della corte imperiale di Vienna, fu grazie al lui che Mozart poté conoscere e studiare la musica di Bach). Con un salto di più di un secolo arriviamo a Shostakovich che nel 1950/1951 compose il ciclo di 24 preludi e fughe op. 87. Di ispirazione bachiana nella concezione dell’opera e nella tecnica contrappuntistica, Shostakovich trasfigura, con il proprio linguaggio, il concetto bachiano nel ‘900. Se per i compositori sopracitati, la forma Preludio e Fuga è un binomio in cui il preludio funge da Preambulum o introduzione alla Fuga, nell’‘800 e nel ‘900 il Preludio diventa una vera e propria forma musicale indipendente. Ne sono un esempio i Preludi di Debussy, una raccolta di 24 preludi divisi in due libri, composti tra 1909 e 1913. Usando la forma libera del Preludio e sperimentando le grandi potenzialità timbriche del Pianoforte, Debussy evoca paesaggi, immagini, personaggi. Il Preludio di Debussy è una vera e propria Poesia di suoni, il cui titolo viene posto dallo stesso autore alla fine del brano. Un capovolgimento simbolico quasi a voler sottolineare la supremazia dell’ispirazione musicale che genera l’immagine verbale e idea letteraria. Antonio Di Dedda

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Antonio Di Dedda

Nato a Milano nel 1992. Inizia lo studio del pianoforte con Jarmila Klatovska diplomandosi presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia col massimo dei voti nella classe di Rossella Di Chio. Si perfeziona con Gennaro Pesce e Claudio Trovajoli. Da sempre affianca l’attività pianistica a quella organistica. Inizia lo studio dell’organo con Luca Scandali e si diploma nella classe di Francesco Di Lernia. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali si esibito in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Russia, Israele, Cina. Nel 2015 consegue il Master of music in pianoforte con Evgeni Koroliov ed in organo con Pieter Van Dijk con il massimo dei voti presso la Hochschule für Musik und Theater di Amburgo dove riceve un incarico di docenza. Dal novembre 2017 insegna pianoforte presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia.

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mercoledì4luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Melinda Dimitrescu Sinaia, 1975

Danze Tarenesce per violino e pianoforte

Franz Liszt

Raiding, 1811 - Bayreuth, 1886

L’inCanto della voce: arie, canzoni e danze

Oh, quand je dors

Sandra Pacetti soprano

Saint-Étienne, 1842 - Parigi,1912

Costantino Ciobanu violino Donato della Vista pianoforte

Joseph Hector Fiocco

Jules Massenet

Meditation per violino e pianoforte

Debussy Air de Lia ***

Bruxelles, 1703 - ivi 1741

Allegro per violino e pianoforte

Claude Debussy

Saint-Germain-en-Laye, 1862 Parigi, 1918

Nuit d’étoiles

Nicolò Paganini

Genova, 1782 - Nizza, 1840

Cantabile per violino e pianoforte

Paolo Tosti

Ortona a Mare, 1846 - Roma, 1916

A’ vucchella

Georg Gershwin

New York, 1898 - Beverly Hills, 1937

Summertime

Pablo de Sarasate

Pamplona, 1844 - Biarritz, 1908

Zigeunerweisen per violino e pianoforte

Edoardo Di Capua Napoli, 1865 - ivi, 1917

I’ te vurria vasà

Salve D’Esposito

Sorrento, 1903 - Roma, 1982

Anema e core


John Williams Floral Park, 1932

Por una gabeza

Francesco Paolo Tosti Ortona, 1846 - Roma, 1916

L’ultima canzone

František Drdla

Ždár nad Sázavou, 1868 Bad Gastein, 1944

Carmen Fantasy per violino e pianoforte

Giacomo Puccini

Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924

Tu che di gel sei cinta

Vittorio Monti Napoli, 1868 - ivi, 1922

Czarda per violino e pianoforte


Sandra Pacetti

Soprano di fama internazionale, ha calcato i più importanti Teatri del mondo come: Teatro alla Scala, Arena di Verona, Petruzzelli, Sferisterio, Regio di Parma, Opera House di San Francisco, Philadelphia, Opera di Parigi, San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia ,Genova, Spagna, Francia, Cina, accanto ad artisti come: Luciano Pavarotti, Renato Bruson, Leo Nucci, Giandrea Gavazzeni, Franco. Zeffirelli, Daniel Oren con opere quali Ernani, La Bohème, Il Trovatore, Madama Butterfly, Turandot, Aida, Carmen, La Forza del Destino, I Racconti di Hoffmann, Simon Boccanegra, La Traviata.

Costantin Ciobanu

Nato a Bucarest ha iniziato lo studio del violino all’età di 6 anni. Ha svolto gli studi al Liceo Musicale Dinu Lipatti ed ha conseguito poi la laurea nel 1977 in Violino al Conservatorio Porumbescu, dopo 16 anni di studi e perfezionamento. Ha iniziato l’attività professionale dal 1974 con l’Orchestra Sinfonica Radio Televisione Romena fino al 1981. Ha contemporaneamente svolto attività concertistica con l’Orchestra da camera della Radio Televisione ed Orchestra Studio, oltre che con Trii e Quartetti. Dal 1981 si è stabilito in Italia inizialmente nell’Orchestra Sinfonica di San Remo quindi dal 1984, avendo avuto anche il ruolo di concertino, si è stabilito nell’Orchestra dell’Opera di Genova. Da allora ha svolto contemporaneamente al ruolo di professore nei primi violini anche attività concertistica in molte città italiane come solista e spalla dell’ensemble orchestrale del Teatro Felice di Genova. Donato Della Vista

Diplomato in pianoforte col massimo dei voti presso il Conservatorio Umberto Giordano, ha affiancato all’attività solistica quella cameristica producendosi in diverse formazioni e tenendo concerti in molte città italiane ed europee. È stato premiato in diversi concorsi pianistici e per musica da camera. Già premiato come miglior pianista accompagnatore in concorsi nazionali, ha collaborato con enti lirici ed ha ricoperto il ruolo di maestro collaboratore al pianoforte presso i teatri e Foggia e San Severo. Pianista del Master di Alta Scuola in Direzione d’Orchestra, ha collaborato con direttori di fama internazionale quali Bartoletti, Renzetti, Lou Jia. È docente titolare di accompagnamento pianistico presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia e dal 2005 ricopre la carica di vice Direttore.

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giovedì5luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

La vita celestiale: tra ironia ed esistenzialismo Ensemble del Conservatorio Stefania Donzelli soprano Mimma Campanale direttore

Gustav Mahler

KalištĔ (Boemia), 1860 - Vienna, 1911

Sinfonia n. 4 in sol maggiore (1900) per soprano e ensemble (arrangiamento di Klaus Simon - 2007) 1. Bedächtig, Nicht eilen, Recht gemächlich (Riflessivo, Non affrettato, Molto comodo) 2. Im gemächlich Bewegung (Con movimento tranquillo, Senza fretta) 3. Ruhevoll (Calmo) 4. Sehr behaglich “Das himmlische Leben” (Molto comodamente “La vita celeste”) per soprano solo da “Des Knaben Wunderhorn” (Il miracolo del ragazzo)


Composta tra il 1899 e 1900, la Quarta Sinfonia di Gustav Mahler rimane una delle opere più eseguite di questo autore. Ritenuta la composizione che chiude il ciclo delle Wunderhorn-Symphonien, è uno spartiacque nel sinfonismo mahleriano, molto diversa dalle prime tre, sia dal punto di vista dell’organico, più contenuto, sia per la monumentalità della struttura. È lo stesso compositore a dichiararlo, nell’agosto del 1900, all’amica Natalie Bauer-Lechner: “Per la verità volevo scrivere solo una umoresca sinfonica, e me ne è uscita la misura normale di una Sinfonia, mentre prima, quando pensavo di dover comporre una Sinfonia, saltava fuori un’opera che durava tre volte di più, com’è stato il caso della Seconda e della Terza”. Molti grandi studiosi hanno visto in quest’opera una ironica riflessione sui temi della morte e dell’infanzia. Articolata in quattro movimenti, il primo tempo colpisce subito per l’innovazione timbrica. È in forma sonata con continue citazioni popolari ma anche di autori a lui cari, come Schubert. Il secondo movimento è uno Scherzo in forma di Rondò. Molto interessante si rivela la scelta di affidare alla spalla un lungo solo con un violino “scordato”, o meglio accordato esattamente un tono sopra rispetto alla canonica accordatura, che produce un particolare impasto timbrico, un suono quasi stridente e grottesco, a imitazione di un antico strumento popolare boemo, il fiedel. Il terzo tempo è considerato dallo stesso Mahler “la più grande mescolanza di colori mai apparsa”. Si tratta di variazioni su due diversi temi, dove luci e ombre sono combinati con maestria. L’ultimo movimento è un Lied la cui stesura risale al 1892, gli anni di composizione della sua Terza Sinfonia, in cui il l’Autore affida a un soprano la descrizione di quel luogo ultraterreno dove “tutto vive in una pace dolcissima” e, con l’ingenuità di un bambino, dipinge uno spazio dell’utopia, il tutto sorretto da una orchestrazione più che mai leggera. La versione cameristica in programma, scritta per la Holst-Sinfonietta ed eseguita in prima nel 2007, è quella di Klaus Simon, che nell’introduzione alla partitura sottolinea il suo intento “… di arrangiarla alla maniera del Verein für musikalische Privataufführungen di Schönberg, […] mantenendo il più possibile intatto l’inconfondibile suono orchestrale mahleriano”. Pur nella riduzione cospicua dell’organico infatti, proprio l’aver conservato la particolare tavolozza timbrica creata da Mahler ne ha determinato il successo e le frequenti esecuzioni. Michele Gravino

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Stefania Donzelli

Perfettamente a suo agio tanto nel repertorio barocco-classico, specie mozartiano, quanto in quello moderno-contemporaneo ha avuto una ricca formazione artistica, iniziata con Patricia Brown al Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro, dove si è diplomata con il massimo dei voti, e proseguita poi nel corso della sua carriera con il direttore Peter Maag, specialista di Mozart, e con didatti del livello di Elly Ameling, Regina Resnik, Leyla Gencer, Irwing Gage, Liliana Poli, Wolfram Rieger, Piernarciso Masi. Vincitrice di diversi premi in numerosi Concorsi Internazionali ha collaborato con i direttori Trevor Pinnock, Bruno Campanella, Ottavio Dantone, Fabio Luisi, esibendosi in Italia e all’estero, fra cui il Comunale di Firenze, il Regio di Torino, il San Carlo di Napoli, la Suntory Hall di Tokyo, il Concertgebouw di Amsterdam ed incidendo con importanti case discografiche. Mimma Campanale

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Nata nel 1990, comincia lo studio del pianoforte sin dall’età di sei anni. Ha partecipato a numerosi concorsi a livello nazionale e internazionale vincendo primi premi nella sua categoria. Studia canto e composizione presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari. Nel 2012 consegue la laurea in Psicologia presso l’Università Aldo Moro di Bari e nel luglio 2016 consegue la laurea in Direzione d’Orchestra, presso il Teatro Umberto Giordano di Foggia dirigendo il primo atto di Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart. Attualmente è iscritta al Biennio specialistico di II livello in Direzione d’Orchestra sotto la guida di Marco Angius.


venerdĂŹ6luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Corde Brasiliane Duo Gianluca Persichetti chitarra Massimo Aureli chitarra a 7 corde

Musiche di Villa-Lobos Nazareth Pixinguinha Nogueira Pernambuco Bosco Mariano


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Il Duo nasce da una lunghissima e consolidata collaborazione tra i chitarristi Gianluca Persichetti e Massimo Aureli, i quali uniti da una profonda passione per la Musica Popolare Brasiliana (MPB), propongono un viaggio attraverso i suoi vari stili e i più importanti autori in una personale rielaborazione. Il concerto inizia con un omaggio a quello che è ritenuto il più importante compositore classico brasiliano, Heitor Villa Lobos fortemente legato alla tradizione popolare del suo paese. La Mazurka-Choro di Villa Lobos, rappresenta infatti la fusione delle forme classiche con la tradizione popolare. Tale fusione dà vita in Brasile a uno stile chiamato Choro. Questa musica nasce alla fine dell’800 ed è ritenuta la prima e più importante espressione musicale di quel paese, precedente al Samba e alla Bossa Nova. Legato a questa forma musicale è anche il pianista Ernesto Nazareth che ne è anche uno dei maggiori rappresentanti. Di lui il duo interpreta Batuque e Odeon. Altro grande esponente dello Choro è Alfredo Vianna (Pixinguinha), del quale verrà eseguito Lamento. Non poteva mancare un omaggio a uno degli stili più importanti della MPB, la Bossa Nova. Questo stile nasce alla fine degli anni ’50 e rappresenta una svolta importante per la modernizzazione e divulgazione della MPB in tutto il mondo. Grande merito ha avuto il suo più importante rappresentante A.C. Jobim, del quale verrà eseguito Eu não existo sem voce. Corposo l’omaggio ai compositori-chitarristi: Paulinho Nogueira - Bachianinha, Joao Pernambuco - Sons de carrilhoes, Baden Powell - Medley, Joao Bosco - Incompatibilidade de genios, Anibal Sardinha (Garoto) - Lamentos do morro Tra le varie contaminazione della MPB, rilevante importanza ha il Samba Jazz, stile che nasce intorno agli anni ’60 e che vede nel pianista - compositore Cesar Camargo-Mariano uno tra i principali esponenti. Il brano eseguito è Samambaia. Tra i vari movimenti musicali che hanno animato il Brasile negli anni 60/70 vanno annoverati il Tropicalismo di Caetano Veloso e Gilberto Gil e il Clube da Esquina, i cui maggiori rappresentanti sono Toninho Horta e Milton Nascimento. Di quest’ultimo verrà eseguita una fantasia su Morro Velho e San Vicente


Gianluca Persichetti

Si diploma al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. È membro del Trio Chitarristico Santa Cecilia, con il quale si esibisce in tutto il mondo e pubblica il CD Mutation. Esperto di musica brasiliana, è considerato uno dei maggiori esecutori italiani di questo genere e collabora con alcuni tra i maggiori musicisti brasiliani e italiani (Guinga, T. Horta, Sergio Galvao, Daniela Spielmann,Massimo Aureli, Stefano Rossini, Fabio Zeppetella, M. Giammarco, Eddy Palermo, S. Tallini, Nic Stilo). Nel 2014 costituisce la Prima Orchestra di Choro in Italia. Ha registrato per Morricone, Piovani, Bacalov. Nel 2007 inizia la sua collaborazione con Lina Sastri e nel 2015, insieme alla cantante Angela Bonfitto da vita al duo Retratos. È titolare della cattedra di Chitarra Classica al Conservatorio di Foggia. Massimo Aureli

Nato a Roma, si è diplomato nel 1981 con il massimo dei voti presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Svolge un’intensa attività concertistica sia come solista che in varie formazioni da camera, tra cui il Trio Chitarristico Santa Cecilia. Con tale formazione ha inciso il CD Rhapsody e si è esibito in numerose tournèes all’estero. Nell’ambito della musica brasiliana collabora da molti anni con Gianluca Persichetti-. Dal 2009 si dedica alla chitarra a 7 corde approfondendo con tale strumento il genere brasiliano dello Choro. Nel 2015 ha registrato un CD col quartetto ChoRoma dedicato interamente allo Choro. Nel 2017 ha suonato a Rio de Janeiro presso la Casa do Choro insieme al celebre Ronaldo Do Bandolim.

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lunedì9luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Conversazioni: quando il metallo respira Brass Ensemble del Conservatorio

Antonio Di Biccari

Tuba Salvatore Continenza Percussioni Raffaele Delle Fave Monica Perna

Aaron Copland

New York, 1900 - IVI, 1990

Fanfare for the Common Man

Paul Dukas Antonio Falcone direttore

Trombe Antonio Carretta Antonio Spadone Enzo Di Rodi Ciro Piancone Mariangela Gentile Corni Vincenzo Celozzi Michele Rosito Luigi Pensato Carlo La Porta

Parigi, 1865 - ivi, 1935

Fanfare pour précéder “La Péri”

Steven Verhelst Wilrijk, 1981

Song for Japan

Isaac Albéniz

Camprodon, 1860 Cambo-les-Bains,1909

Tango in D

Uli Nehls Husum, 1959

Good Morning

Antonio Falcone

Monte Sant’Angelo, 1957

Tromboni Giuseppe De Marco Fedele Di Mucci Paolo Accogli

Brass in Ether

(prima esecuzione assoluta)

***


Giacomo Puccini

Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924

Nessun dorma**

Ennio Morricone Roma, 1928

Gabriel’s Oboe*

Astor Piazzolla Mar del Plata, 1921 Bueno Aires, 1992

Libertango*

Glen Miller

Clarinda, 1904 Canale della Manica, 1944

Moonlight Serenade**

Freddy Mercury

Zanzibar, 1946 - Londra, 1991

Bohemian Rhapsody**

Dmitrij Šostakovič

Pietroburgo, 1906 - Mosca, 1975

Walzer n.2*

Nicola Piovani Roma, 1946

La vita è bella* Arrangiamenti *Antonio Falcone e **Vincenzo Celozzi


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L’ensemble di ottoni si caratterizza per una elevata proiezione sonora, una grandissima varietà timbrica, dinamica, di articolazione, per la capacità di evocare (specialmente in gruppo) immagini eroiche, maestose, trionfali, marziali, epiche ma anche sacre, velate, meditative, richiamando il suono dell’organo o di un coro, o addirittura misteriose, orride, lugubri, infernali e apocalittiche. Anche presi singolarmente, gli ottoni hanno una forte “personalità”. Le scelte interpretative, legate alla sfera dell’espressione e del contenuto ideale della musica, per gli ottoni, sono scelte dialogiche: l’articolazione negli ottoni segue le stesse regole della linguaggio verbale, ovvero l’uso e la disposizione delle varie parti mobili dell’apparato di fonazione (labbra, mandibola, lingua, velo del palato, faringe e glottide) per modellare l’aria al fine della realizzazione di un dato suono o fonema. L’aria è la base di tutto, lo strumento vive del respiro del suo suonatore, e tra essi si instaura un rapporto intimo, simbiotico, dove lo strumento musicale diventa un’estensione del corpo umano permettendo al musicista di «parlare» ma senza parole, con suoni. Ed è così che un concerto può prendere la forma di una conversazione, di un continuo dialogo: un dialogo tra strumenti affini ma eterogenei, e parallelamente un dialogo tra docenti, allievi ed ex allievi. L’ensemble di ottoni, che per l’occasione si è arricchita delle percussioni, con la sua versatilità e brillantezza, presenta un programma vario che tocca più stili ed evoca diverse atmosfere: dai quartieri di New York con Aaron Copland, alle Avenue des Champs-Élysées con Paul Dukas, dai giardini giapponesi nell’interpretazione del tedesco Verhelst allo swing di Glenn Miller, dalla vivacità porteña con Astor Piazzolla e Isaac Albeniz, alla fredda ed elegante Russia di Dmitrij Šostakovič, ai paesaggi del Bel Paese con Giacomo Puccini, Ennio Morricone, Nicola Piovani. L’ensemble è diretta da Antonio Falcone che ha voluto dedicare per l’occasione il brano in programma Brass in Ether. Vincenzo Celozzi


Antonio Falcone

Intraprende gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica Umberto Giordano di Foggia diplomandosi giovanissimo in Corno con il massimo dei voti sotto la guida di Giuseppe Selvaggio. Già Primo corno in diverse orchestre, entra come primo strumento nel complesso de I Solisti Dauni, svolgendo intensa attività concertistica in Italia e all’estero, incidendo per la Edipan musiche di Nino Rota, Teresa Procaccini, Franco Donadoni, Donne in Musica per la Rai. Ha partecipato a varie edizioni di festival nazionali e internazionali: Pro musica d’Assisi, Festival della Valle d’Itria, Festival del cinema di Lione. Titolare della cattedra di Corno presso il Conservatorio di musica di Foggia, affianca all’attività didattica e concertistica lo studio della composizione. Attualmente ricopre il ruolo di Primo Corno nell’Orchestra Sinfonica Umberto Giordano di Foggia.

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martedì10luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Percussionisti fuori... classe

Salvatore Sciotti Leonardo Ramadori Claudio Romagnolo Vincenzo Raddato Flavio Tanzi Palma Mangiacotti pianoforte

Drums Ensemble del Conservatorio

Thomas Gauger

delle Classi di Percussioni di Fabio Palumbo Claudio Santangelo Leonardo Ramadori Flavio Tanzi

Gainsborough, 1965 Fabio Palumbo, Giuseppe Padalino, Vincenzo Raddato, Claudio Patruno, Alessandro Sarni, Alessandro Morsuillo

Esecutori Michele Armillotta Cosimo Azzinnari Diego Basile Giuliano Caposeno Giuseppe Cioffi Nicola D’Auria Antonio Gaggiano Viviana Garbetta Giuseppe Marino Alessandro Morsuillo Giuseppe Padalino Fabio Palumbo Claudio Patruno Vincenzo Raddato Alessandro Sarni Claudio Santangelo

Wheaton Illinois, 1935

Andrea Mazzariello

“Polybot h” (2010) Diego Basile, Antonio Gaggiano, Giuseppe Marino, Flavio Tanzi

Brett Paschal

Rosebush (2007) Nicola d’Auria, Claudio Santangelo, Giuseppe Cioffi, Michele Armillotta

Earl Hatch

Furioso and Valse (1998) Claudio Santangelo, Giuliano Caposeno, Viviana Garbetta

Claudio Santangelo 1987

Vulcano


Giovanni Sollima Palermo, 1962

Millennium Bug (1999) Salvatore Sciotti, Leonardo Ramadori, Claudio Romagnolo, Cosimo Azzinnari

Edgard Varèsè

Parigi, 1883 - New York, 1965

Ionisation (1931)

Gainsborough - Brano in tre tempi composto da Thomas Gauger. Il primo movimento è uno spritly dance in 9/8 che presenta per lo più linee veloci tra due marimbe, con frequenti interruzioni dei timpani e set-up di percussioni a suono indeterminato; Il secondo movimento, lento ed esitante, è caratterizzato da sonorità metalliche prodotte dal suono delle campane tubolari, glockenspiel, gong e vibrafono. Un recitativo jazzistico appare nel mezzo di questo movimento creando un’atmosfera di grande tranquillità. L’ultimo movimento, veloce e ritmicamente attivo è caratterizzato da una buona quantità di call-and-response tra diverse sezioni. Polybot - Nato da una collaborazione con il gruppo di percussioni So Percussion, Polybot fa parte di una raccolta di brani composti da Andrea Mazzariello per quartetto o ensemble di percussioni. Il brano è costituito da un groove il quale viene condiviso fra i quattro esecutori e variato successivamente attraverso delle modulazioni ritmiche molto interessanti. Il set-up, costituito da piatti e pelli, consiste in un drum set condiviso fra gli esecutori il quale garantisce sonorità esplosive e un mix di suoni molto gradevole. Rosebush - Brano composto da Brett Paschal è un assolo di quattro bacchette per marimba a 5 ottave. Questo pezzo amichevole per il pubblico presenta una varietà di abilità tra cui l’improvvisazione. Questo brano è stato arrangiato da Claudio Santangelo per 2 marimbe e due cajon. Furioso and Valse in Dm, composto da Earl Hatch, nasce come studio per l’impugnatura a due bacchette recentemente adattato

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da Claudio Santangelo per 3 esecutori su marimbe a 5 ottave. Brano pubblicato da L.H. Stevens (Studio4Music) inventore dell’impugnatura delle 4 bacchette. Vulcano, composto da Claudio Santangelo è un brano per solista, marimba e tre percussioni ed è diviso in tre fasi. Nel primo, c’è la descrizione del mondo esterno, cioè di una meravigliosa montagna, la stella dello scenario panoramico, e il tema presentato è un climax di dolcezza espresso fino al momento in cui il potere all’interno del vulcano (seconda fase) inizia a rivelarsi. Questi movimenti rappresentano i dettagli di un viaggio introspettivo che preannuncia l’esplosione vulcanica rappresentata dalle percussioni che ben descrivono l’atmosfera, mentre la marimba mette in relazione i desideri e le intenzioni del vulcano stesso. Ma questa esplosione (terza fase) non è distruttiva; al contrario, irradia una grande e meravigliosa energia che coinvolge la mente e il cuore dell’ascoltatore che vive lo spettacolo di una vera esplosione di gioia. 74

Millennium Bug - Del compositore e Giovanni Sollima, è diviso in cinque movimenti: il primo per quattro esecutori alla marimba e tamburi, il secondo dove ognuno suona il vibrafono con un archetto da contrabbasso, il terzo per djembé, darabukké e bongos, il quarto per due al vibrafono e due alla marimba e l’ultimo che è una sorta di ripresa del primo. Brano di enorme effetto sonoro e visivo. Ionisation è un’opera musicale del compositore Edgar Varèse scritta per tredici percussionisti, ed è la prima opera da concerto dedicata soltanto a percussioni. La prima esibizione si tenne alla Carnegie Hall di New York, il 6 marzo 1933, sotto la direzione di Nikolas Slonimsky, a cui il pezzo fu poi dedicato. Un critico descrisse la performance come un “pugno nella mandibola”. Ionisation è centrato sull’espansione e sulla variazione delle cellule ritmiche, e il titolo si riferisce alla ionizzazione delle molecole.


mercoledì11luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Il Solista e l’orchestra Beatrice Mappa flauto Stefano Bruno violoncello Leonardo Pierdomenico pianoforte

Orchestra Sinfonica del Conservatorio Pasquale Somma Antonio Pio Russo* Mimma Campanale** direttori

Ludwig van Beethoven Bonn, 1770 - Vienna, 1827

Concerto n. 4 in sol maggiore op. 58 per pianoforte e orchestra Allegro moderato Andante con moto Rondò. Vivace

Carl Reinecke *

Altona, 1824 - Berlino, 1910

Concerto in re maggiore op. 283 per flauto e orchestra Allegro molto moderato Lento e mesto Moderato, In tempo animato, Tempo I, Più mosso, Più lento maestoso

*** Pëtr Il’ič Čajkovskij **

Vótkinsk, 1840 - San Pietroburgo, 1893

Variazioni su un tema rococò op.33 per violoncello e orchestra Tema. Moderato assai quasi andante. Moderato semplice I. Tempo del Tema II. Tempo del Tema III. Andante IV. Allegro vivo V. Andante grazioso VI. Allegro moderato VII. Andante sostenuto VIII. Variazione . Coda. Allegro moderato con anima


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Il Concerto n. 4 in sol Maggiore op. 58 per pianoforte e orchestra fu completato da Beethoven (1770-1827) sul finire del 1806 ed ebbe la sua prima esecuzione con l’autore al pianoforte nel marzo successivo nella residenza del Principe Lobkowitz. Il concerto è uno dei picchi del periodo più importante, creativo e rivoluzionario dell’intera attività di Beethoven, scritto quasi contemporaneamente alla Quinta Sinfonia. E l’empito innovativo, la volontà di scardinare tutti i precedenti esempi stilistici si disvelano in questo brano con potenza rivoluzionaria sin dall’insolito breve incipit a pianoforte solo. La cristallina serenità strutturale del Classicismo viene sostituita da imprevedibili e brusche alternanze tra solista e orchestra che più che dialogare fra loro sembrano combattersi e contendersi la supremazia del suono: si noti ad esempio il contrasto fra la cantabilità della parte pianistica e l’ incisività degli archi nel secondo movimento. Il Concerto in Re Maggiore op. 283 di Carl Reinecke (1824-1910) è uno dei pochi brani noti del pur prolifico compositore tedesco e assieme alla Ballade e alla Sonata Undine per flauto e pianoforte costituisce uno dei pochissimi brani romantici che vede l’impiego solistico di questo strumento. Il flauto, ricco di letteratura e di autentici capolavori per tutto l’arco del Settecento, fra i grandi compositori romantici trova scarsissima attenzione: bisognerà aspettare il Novecento per un gran ritorno in veste solistica, dove le sue possibilità virtuosistiche avranno ancor più rilievo, soprattutto nei repertori del periodo delle avanguardie post-weberniane. Questo concerto rappresenta pienamente l’idea compositiva romantica e trova il suo maggior pregio nella bellezza di alcune melodie e nella capacità dell’autore di ben amalgamare il suono del flauto solista con l’assieme dei suoni orchestrali. Le Variazioni su un tema Rococò per violoncello e orchestra furono scritte da Petr Ilic Cajkovskij (1840-1893) nel 1876, nello stesso periodo in cui il compositore progettava due opere capitali del suo catalogo, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. L’opera si caratterizza come una sorta di ricreazione musicale, leggera, quasi spensierata, quasi in contrasto con il carattere delle due opere coeve citate. Le sette variazioni valorizzano esemplarmente le capacità e le possibilità virtuosistiche dello strumento che sono ancor più enfatizzate dai piccoli intermezzi sinfonici che le ‘incorniciano’: il tutto a ricreare un ideale mondo perduto, leggero e spensierato. Lilly Carfagno


Beatrice Mappa

Diplomata in flauto e laureata in musica da camera con il massimo dei voti e lode. Attualmente frequenta il I anno del biennio di flauto nella classe di Antonio Amenduni con il quale si è diplomata presso l’Accademia Italiana del Flauto a Roma nel 2015. Si è perfezionata inoltre con Andrea Oliva presso l’Accademia Santa Cecilia di Roma, con Davide Formisano, Patrick Gallois, Peter-Lukas Graf, Mario Caroli, Bartold Kuijken. Vincitrice di 32 concorsi, risulta finalista al prestigioso Premio Abbado. Ha eseguito più volte da solista il concerto di Mozart KV 313 e Carmen-Fantasy di Borne in Finlandia, Bielorussia, Cina, Romania. Collabora con le ICO di Bari, Lecce e Taranto, con l’Italian Philarmonic Orchestra con la direzione di Oren, Aprea, Balan, Piovano, Bacalov, Shambadal. È docente titolare presso la SMIM di Nardò. Stefano Bruno

Nato nel 2000, inizia fin da piccolo lo studio del violoncello, vincendo da subito primi premi e primi premi assoluti in numerosi concorsi nazionali ed internazionali, tra cui il 9° Concorso Nazionale Premio Musica Italia di Barletta, il 17th International Music Competition Euterpe di Corato e il 16° Concorso Internazionale Florestano Rossomandi di Bovino. Ha partecipato con il fratello Mario (flautista) al programma Occhio di Bue, Rai 3. Si è esibito da solista con l’Orchestra Giovanile del Conservatorio Umberto Giordano, (di cui ricopre il ruolo di primo violoncello) presso il Teatro Garibaldi di Lucera e ha suonato in diverse formazioni cameristiche ed orchestrali. Si è perfezionato con Piovano, Polidori, Gnocchi, Montaruli, Shapovalov, Tsang, Trainini, Diaz, Florea. Attualmente frequenta il decimo anno di violoncello a Foggia, nella classe di Giuseppe Carabellese. Leonardo Pierdomenico

Vincitore del Raymond E. Buck Jury Discretionary Award al prestigioso concorso pianistico internazionale Van Cliburn 2017, Leonardo Pierdomenico conquista la 28esima edizione del Premio Venezia al teatro La Fenice a soli 18 anni, risultando il miglior diplomato dei conservatori italiani e ricevendo nella stessa occasione la Medaglia di bronzo dal Presidente della Repubblica per meriti artistici. Si esibisce al fianco di orchestre del calibro della Fort Worth Symphony, dell’Orchestre Royal De Chambre de Wallonie, dell’Orchestra sinfonica del Teatro La Fenice e de La Verdi di Milano e di direttori quali Nicholas Mcgegan, Paul Meyer e Diego Matheuz tra gli altri. Sue registrazioni sono state trasmesse da Medici.tv, RTBF (Belgio), Rai radio 3, Radio France tra le altre.

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Mimma Campanale

Nata nel 1990, comincia lo studio del pianoforte sin dall’età di sei anni. Ha partecipato a numerosi concorsi a livello nazionale e internazionale vincendo primi premi nella sua categoria. Studia canto e composizione presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari. Nel 2012 consegue la laurea in Psicologia presso l’Università Aldo Moro di Bari e nel luglio 2016 consegue la laurea in Direzione d’Orchestra, presso il Teatro Umberto Giordano di Foggia dirigendo il primo atto di Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart. Attualmente è iscritta al Biennio specialistico di II livello in Direzione d’Orchestra sotto la guida di Marco Angius. Antonio Pio Russo

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Musicista brillante, classe 1987, si diploma in sassofono con 10 e lode presso il conservatorio Umberto Giordano. In seguito, sviluppando una poliedrica versatilità, matura una speciale attitudine per la direzione d’orchestra ed una particolare, fascinosa attrazione per la letteratura sinfonica e operistica. Consegue brillantemente il diploma in direzione d’orchestra sotto la guida di Donato Renzetti presso l’Accademia Musicale Pescarese. Si sta perfezionando con Marco Angius. La sua irrefrenabile, eclettica curiosità ed i molteplici interessi di studio e ricerca, fanno di lui un musicista capace ed entusiasmante, apprezzato dalla critica e amato dal pubblico in cui, fino ad ora, ha operato. Pasquale Somma

È diplomato in Pianoforte e laureato in Direzione d’Orchestra con i massimo dei voti e la lode. Attualmente è iscritto al biennio di direzione d’orchestra. Vincitore di numerosi premi in concorsi tra cui il 24° Concorso Internazionale per Giovani musicisti Città di Barletta, il Premio Musica Italia, il Concorso Europeo Don Matteo Colucci. Ha debuttato nel teatro lirico dirigendo Così fan tutte di Mozart presso il Teatro Umberto Giordano di Foggia e Brundibàr di H. Krasa. Ha diretto l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Foggia con la Sinfonia Il Titano di Gustav Mahler ed il Siegfried Idyll di Richard Wagner, il Coro Polifonico e l’Orchestra sinfonica dell’Associazione Luigi Capotorti di Molfetta. Incide in qualità di direttore un disco di musiche natalizie ChristmaSong con l’Orchestra Soundiff. È stato assistente di Marco Angius per la messa in scena dell’Arlesienne presso il Teatro Verdi di Padova con la partecipazione di Chiara Muti.


giovedĂŹ12luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Immer Wien Donato Inglese corno Marco Musco violino Antonella Trisciuoglio-Inglese pianoforte

Richard Strauss

Monaco di Baviera, 1864 Garmisch-Partenkirchen, 1949

Introduktion, Thema und variationen in mi bemolle maggiore per corno e pianoforte Introduktion. Moderato assai Thema. Allegretto Variationen

Wolfgang Amadeus Mozart

Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791

Sonata in sol maggiore KV 301 per violino e pianoforte Allegro con spirito Allegro

Johannes Brahms

Amburgo, 1833 - Vienna, 1897

Trio in mi bemolle maggiore per violino, corno e pianoforte Andante Scherzo. Allegro, Trio: molto meno allegro Adagio mesto Finale. Allegro con brio


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La Sonata in sol maggiore di Mozart che ascolterete questa sera composta nel 1778 è in soli due tempi. Il primo Allegro con spirito è composto da due temi principali ai quali si accostano spunti secondari. Il violino svolge un ruolo predominante e soltanto in un secondo momento il pianoforte riafferma i suoi diritti e sviluppa il tema principale in un dialogo vivace e ricco di trovate melodiche. Il secondo movimento Allegro ha la forma di rondò variato di gusto francese che fa pensare però allo stile di Haydn per quella freschezza e naturalezza di idee musicali, che sembrano scaturire con facile spontaneità dall’interno stesso del discorso sonoro. Motivi vivaci e popolari incorniciano l’episodio centrale in minore, di delicata poesia. Come figlio del più famoso cornista francese del XIX secolo Franz Strauss, Richard Strauss fu quasi predestinato a comporre opere per corno. Buona parte delle sue prime opere è concepita senza dubbio per lo strumento del suo amato padre che adorava. Uno stile molto più personale delle opere precedenti inizia ad evidenziarsi in particolare in questo brano in mi bemolle maggiore del 1878 nella quale non è difficile scorgere nuovi elementi stilistici. La composizione dopo una introduzione con una ritmica irregolare prosegue con un tema cantabile, lirico, che si apre ben presto a variazioni di natura diversa sia nel contenuto che nella ritmica dove il corno è messo a dura prova. Lo stesso autore in una lettera indirizzata ad un suo caro amico d’infanzia definì testualmente questo brano da virtuosi, difficile ,insostenibile per i polmoni ed insuonabile per le labbra umane. Pur essendo uno degli strumenti più amati da Johannes Brahms, il corno venne utilizzato quasi esclusivamente nelle opere orchestrali, mentre la sua unica comparsa nella musica da camera fu in questo trio in quattro movimenti in mi bemolle maggiore. Il corno qui assolve l’importante compito di collante sonoro, dando a questo singolare complesso strumentale un impasto timbrico suggestivamente e profondamente romantico. Composto nel 1864-65, poi revisionato dallo stesso autore nel 1891, la composizione commemora la morte della madre di Brahms scomparsa nel medesimo anno. Ispirato dalla Foresta Nera, Brahms scriveva al suo amico Dietrich : «……un mattino camminavo, e nel momento in cui arrivai dove il sole brillava tra i tronchi degli alberi l’idea del trio mi venne in spirito, col suo primo tema...». Antonella Trisciuoglio


Donato Inglese

Nato a Foggia da madre pianista e padre contrabbassista, si diploma brillantemente alla scuola del Antonio Falcone presso il Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia. Successivamente si perfeziona con Dale Clevenger, Primo Corno della Chicago Symphony Orchestra. Ha vinto Concorsi Nazionali ed Internazionali. Svolge intensa attività concertistica in Italia ed all’estero in festival e rassegne, per Enti ed Associazioni in qualità di solista, solista ed orchestra ed in formazioni cameristiche. Nel 2005 esegue ed incide la Grande Messa di Saverio Mercadante per corno solista, soprano ed orchestra. Nel 2017 incide per la Phonotype Record il Quintetto di Mozart KV 407. Nel marzo 2018 termina l’incisione dell’integrale dei quattro concerti di Mozart per corno ed orchestra con l’Orchestra San Giovanni di Napoli diretta da Keith Goodman. Antonella Trisciuoglio-Inglese

Compie i suoi studi musicali alla scuola di Mina Consagro, figlia del fondatore del Conservatorio di Musica Umberto Giordano di Foggia e qui si diploma diciottenne con il massimo dei voti. Successivamente si perfeziona con Antonio Bacchelli e Tamàs Vàsàry. Seguono concorsi, corsi di formazione e percorsi di approfondimento didattico tra i quali nel 2005 il 9° corso Nazionale di Didattica Pianistica a Roma. Ha svolto attività concertistica prevalentemente in ambito cameristico per vari Enti, Associazioni, Festival e Rassegne: pianoforte a quattro mani, due pianoforti e due pianoforti ad otto mani, in ensemble con i tre figli (cornista, flautista e sassofonista) nonché in duo con il marito contrabbassista. È titolare di una cattedra di Pianoforte principale presso il Conservatorio Giordano di Foggia Marco Musco

Intraprende lo studio del violino sotto la guida di Giuseppe Morante e Massimo Marin con i quali si diploma col massimo dei voti e la lode presso il conservatorio Lorenzo Perosi di Campobasso. Parallelamente si laurea in Scienze dell’Educazione. Si perfeziona successivamente con Felix Ayo, Francesco Manara, Carlo Parazzoli e Felice Cusano. Ha vinto audizioni e concorsi in orchestra che lo hanno visto impegnato in tournèe in Italia ed all’estero. Inoltre è risultato vincitore di concorsi nazionali ed internazionali sia in qualità di solista che in formazioni cameristiche che lo hanno portato ad esibirsi in importanti teatri e sale da concerto. È titolare di una cattedra presso l’Istituto Comprensivo De Filippo - Vico di Arzano.

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venerdĂŹ13luglio Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00

Sponsor AVL Tek

Premio Corti di Capitanata I Edizione

Giocando con la Musica Quint’etto Rosario Genovese Ruggero Sfregola violini Giovanni Leonetti viola Francesco Di Donna violoncello Andrea Pighi contrabbasso Musiche dalle origini della musica fino a Bacharach, passando per Vivaldi


Premio Corti di Capitanata Il Premio è assegnato al miglior talento esibito ne Il Solista e l’Orchestra, con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio e con l’Orchestra Sinfonica Young, e consiste nella realizzazione di un videoclip professionale della durata di circa dieci minuti con relativa pubblicazione editoriale, da realizzarsi entro la fine dell’anno accademico con un brano a scelta. La Commissione che determinerà il vincitore del premio sarà composta dal Direttore, dal Vicedirettore, da due docenti componenti il Consiglio Accademico e da un docente Prima parte dell’Orchestra Sinfonica. Il premio viene offerto dalla azienda AVLTech di Foggia.

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Il Quint’ètto: Anomalia classica

Formato da professori dell’orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il Quint’ètto (con l’apostrofo) si cimenta in ogni genere musicale, rivolgendosi quindi, ad ogni pubblico, o più semplicemente a chiunque ami la Musica, sia essa di genere Rock, Jazz, Pop, Folk o anche Classica.

Perchè Quint’ètto?

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Mezzo Kilo di Musica composto da 5 ètti di personalità provenienti da esperienze musicali personali avventurose e molto varie fondono il lato classico del Rock con il lato Rock del Jazz in una continua ricerca formale e sonora, nata dal piacere di fare e far ascoltare la Musica, in una serie di arrangiamenti assolutamente originali, elaborati con l’esperienza dei musicisti classici avvezzi al sinfonismo e la vivacità degli improvvisatori trascinati dal ritmo irresistibile delle danze Sudamericane, trasportando l’ascoltatore su piani imprevisti di brani notissimi con i suoni di una inconsueta formazione di cinque strumenti ad arco. Il repertorio del Quint’etto comprende brani di Demetrius, Glenn Miller, Tristan Coster, Jimmy Giuffrè, Domenico Modugno Astor Piazzolla, Wolfgang Amadeus Mozart, Gianni Ferrio, B. Crabs, Renato Carosone, Django Reinhardt e...tanti altri! Il Quint’ètto esegue esclusivamente brani arrangiati dai suoi componenti e composizioni originali; è ospite di importanti istituzioni musicali in Italia e all’estero.


Il contributo raccolto con la vendita di quest’opuscolo sarà devoluto a

“Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità democratica, l’impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall’Eurispes tra le eccellenze italiane. Nel 2012 è stata inserita dalla rivista The Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo: è l’unica organizzazione italiana di “community empowerment” che figuri in questa lista, la prima dedicata all’universo del no-profit.






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