Coltivatore Cuneese n.01 Anno 2019

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Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.

N. 01 Gennaio 2019 - Anno 73

IN PRIMO PIANO

ATTUALITÀ

SPECIALE

IL NOSTRO CIBO SI DIFENDE DENTRO E FUORI LE MURA!

CINGHIALI, SÌ INTERVENTO DEGLI AGRICOLTORI PER IL “CONTENIMENTO”

CIMICE ASIATICA, I PRIMI RISULTATI DELLA RICERCA APPLICATA

L’impegno Coldiretti per ridare valore al lavoro dei nostri agricoltori

Coldiretti ottiene l’OK della Regione. Ora, avanti tutta in Provincia

Diffusione e lotta, gli ultimi dati e gli spunti per la futura campagna



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Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario, 18 - 12100 CUNEO Direttore Amministrativo: Tino Arosio Direttore Responsabile: Tino Arosio Coordinamento di redazione: Francesca Vinai Grafica e impaginazione: Mara Chiardola Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Fabrizio Bonardo, Luca Castellino, Mara Chiardola, Simona Daniele, Damiano Dutto, Cesare Gallesio, Rosanna Giraudo, Elena Gola, Hada Kamela, Attilio Ianniello, Romina Imberti, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Franco Parola, Nadia Olivero, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Enrico Rinaldi, Davide Roà Progetto grafico: Edizioni il Coltivatore Srl - TEC arti grafiche Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 (CN) Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 e-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it

OMMARIO 6

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IN PRIMO PIANO

Il nostro cibo si difende dentro e fuori le mura!

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FONDO

Don Abbondio e il coraggio da recuperare

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ATTUALITÀ

• L’etichettatura è il nostro reddito di cittadinanza! • Avanti tutta per dire stop al cibo anonimo • Manovra: da biogas a vendita diretta le novità nei campi • Speculazioni contro agricoltori: bene lo stop UE • PSR: investimenti, giovani e montagna le priorità • Moria kiwi: presto indennizzo ad ettaro per l’estirpo • Amianto a Priola, terreni ancora inutilizzati • “Contenimento” cinghiali, ok intervento degli agricoltori • Foreste, nuove modifiche alla legge regionale • San Daniele, modifiche in corso al disciplinare • Controlli sanitari, l’esenzione dal pagamento • Pane, bene etichettatura ma serve filiera piemontese

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nel segno del “più”

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FISCALE

• Fattura elettronica: più tempo per emetterla

• Cartelle ex Equitalia, “Rottamazione ter” al via • Assegni, sanzioni ridotte per clausola “Non Trasferibile”

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LAVORO

• Paghe: pagamenti tracciati e redazione del cedolino

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• + 4,2% di lavoro, agricoltura batte industria

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ECONOMICO

• Italatte, torna l’indice ai prezzi di Grana e latte UE S.S. Laghi di Avigliana, 51/B S. Chiaffredo · Tarantasca (Cn) · tel. 0171 937197 ricambi.garelli@gmail.com · www.garelliricambi.it


• Le risorse OCM 2019 per il vino piemontese • Speciale “Cimice asiatica”

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• Pensionati: Cavallino rieletto Presidente regionale

AIUTA

LA NATURA

• Giovani, scatta la corsa all’Oscar Green 2019 • Donne in prima linea nelle sfide di Coldiretti

49 EVENTI

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• Alla fiera del Bue Grasso firme per l’etichetta d’origine

• Fedeltà al lavoro, “Sigillo d’oro” a Carlo Gabetti

50/51 CONSULENZA AGRONOMICA

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• Gennaio: operazioni colturali, meteo e curiosità

52/53 NATURA CURIOSA

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• Cachi: la forma dei semi dice che inverno sarà?

54/55 CONSULENZA LEGALE

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• Successione: qual è il valore di un terreno donato

57 CONSULENZA FINANZIARIA

Semi di GIRASOLE NATURE PER OGNI STAGIONE Sacco 10 Kg

16,90Sacco 18 Kg € 29,80

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• Moratoria per le imprese: prorogata l’opportunità

59/61 SERVIZI ALLA PERSONA

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• Indebito su RED, comunicazioni all’INPS • Riduzione contributiva per titolari di pensioni dirette ultra65enni • Malattie professionali e infortuni sul lavoro

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• Burocrazia: “cappio” per 7 aziende su 10

57 SALUTE

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• Adozione e affidamenti: l’impegno dell’ANFAA • Infezioni della pelle, micosi o dermatite?

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68 CONSIGLI DI LETTURA

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• Vitenda 2019, l’agenda del vitivinicultore

70/74 MERCATINO

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IN PRIMO PIANO

IL NOSTRO CIBO SI DIFENDE DENTRO E FUORI LE MURA! Roberto Moncalvo

Delegato Confederale Coldiretti Cuneo

L’

anno degli “attacchi alla dieta mediterranea” e l’anno dei “Villaggi Coldiretti”. Dovessimo definire il 2018 appena terminato, non potremmo dimenticare queste due caratteristiche. La prima ha avuto come campo di battaglia le più alte Istituzioni europee e mondiali. La seconda ha avuto il Bel Paese, in particolare i più importanti capoluoghi di regione, tra cui Torino, come protagonista. I “Villaggi” sono stati la più grande risposta agli attacchi al nostro cibo. Lo sono stati con i milioni di cittadini che li hanno vissuti insieme ai nostri “contadini”, lo sono stati per il cibo di qualità gustato al prezzo giusto da tutti. Lo sono stati con i mercati di Campagna Amica e con i tanti politici e rappresentanti delle Istituzioni che all’unisono hanno indicato le cose che gli italiani (non solo gli agricoltori) si aspettano: sì alla trasparenza obbligatoria in etichetta, no all’Europa che vuole tagliare la PAC, no allo strapotere dei soliti noti dentro le filiere agroalimentari, ecc. Ritorniamo agli attacchi al nostro cibo. Sono stati enormi i pericoli, ma per ora sono stati almeno in parte rintuzzati. Altri saranno definitivamente evitati grazie al successo di iniziative popolari come la petizione “Scegli l’origine!” che Coldiretti ha lanciato nel nostro Paese e in altri Stati europei con l’obiettivo di “costringere” l’Europa a rendere obbligatoria l’origine in etichetta. In prima fila nell’attacco alla dieta mediterranea e quindi all’Italia Paese dove si vive più a lungo e dove c’è la più alta qualità del cibo, come certifica la classifica di Bloomberg Global Health Index - c’è

addirittura l’ONU con la proposta del “semaforo rosso” ai prodotti contenenti sale, zucchero e grassi, guarda caso ingredienti cardine dei nostri formaggi, dei nostri prosciutti o del nostro olio d’oliva. Ciò non accade per un fatto culturale o per una rinnovata attenzione alla salute: se così fosse bisognerebbe vietare il consumo di molte schifezze che stanno provocando gravi problemi alla vita di buona parte della popolazione del mondo occidentale. Si attaccano la dieta mediterranea e i nostri prodotti agroalimentari per danneggiare la nostra economia e imporre un modello di alimentazione fatto di prodotti con ricette “artificiali” che mettono a rischio la salute dei consumatori. In gioco ci sono, quindi, straordinari interessi economici di chi vuole ad esempio sostituire le nostre razze bovine pregiate con la carne prodotta in laboratorio. Ma i problemi non sono solo fuori dai nostri confini. Per questo c’è bisogno di una forza d’urto decisa e intelligente, senza se e senza ma, trasparente e capace di costruire percorsi virtuosi con chi ama veramente l’Italia, senza far finta di starci quando conviene e tirarsi indietro quando si tratta, ad esempio, di firmare contratti di filiera che paghino correttamente il prodotto agricolo alle nostre imprese. Abbiamo costruito per questo Filiera Italia, ma chi vuol starci lo deve fare a tutto tondo, perché il nostro Made in Italy lo si difende certamente contrastando l’ONU e la Commissione europea, ma anche valorizzando, cioè pagandolo bene, il frutto del lavoro dei nostri agricoltori. Ce la faremo, come ce l’abbiamo sempre fatta. Buon 2019 alle imprese della Granda!


Gennaio | 2019

FONDO

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DON ABBONDIO E IL CORAGGIO DA RECUPERARE Tino Arosio

Direttore Coldiretti Cuneo

P

rendo a prestito l’invito ad avere coraggio che ha fatto Bruno Rivarossa durante la recente assemblea di Compral Latte a Fossano. Non si riferiva agli allevatori soci, che di coraggio ne hanno avuto tanto quando diedero vita alla loro cooperativa e continuano ad averne oggi. Si riferiva al comportamento di qualche importante protagonista della filiera agroalimentare locale che, forse, al coraggio che genera cambiamento preferisce la “paura” che lascia le cose immutate, credendo che solo così si possa continuare a star sul mercato e fare affari, quasi sempre pagando poco gli agricoltori. Bisogna decidere a chi somigliare: se a Don Abbondio che diceva che “il coraggio uno non se lo può dare” o a chi, in una filiera rigenerata, ha capito che senza la giusta valorizzazione del prodotto agricolo delle nostre campagne non c’è futuro per il nostro cibo, per l’Italia e quindi per loro. Facciamo il tifo perché anche nella Granda qualcuno recuperi questo coraggio. Coraggio, quindi, per l’anno nuovo che si è aperto con qualche importante novità che leggerete sfogliando Il Coltivatore Cuneese. Forse c’è voluta più perseveranza che coraggio, ma un importante risultato lo abbiamo ottenuto sul fronte del contenimento dei cinghiali. Non è senz’altro la soluzione del problema, ma l’aver ottenuto che proprietari e conduttori di fondi agricoli, a determinate condizioni, sono autorizzati ad intervenire nelle operazioni di “contenimento” dei cinghiali è senz’altro un importante passo avanti. La soluzione definitiva arriverà - ce lo auguriamo - da azioni di altra natura sulle quali sta lavorando l’Istituto zooprofilattico.

Comunque una buona notizia! Servono coraggio e intelligenza per spendere bene le ultime risorse disponibili del PSR. Abbiamo segnalato alla Regione tre priorità: giovani, investimenti e montagna. Vedrete che a breve si apriranno nuovi bandi per l’insediamento di giovani imprenditori e per gli investimenti! Sarebbe questa la miglior risposta alla dinamicità dei nostri imprenditori e dei tanti giovani che si sono insediati in agricoltura, spesso arrivando da mondi diversi. E implicitamente - come ha ricordato recentemente il Presidente Moncalvo - non ci sarebbe miglior modo per riconoscere le straordinarie innovazioni messe in campo dalle nostre imprese. E quindi la montagna, dove c’è bisogno di garantire e sviluppare la presenza delle imprese agricole. Ci aspettiamo che a questo tema sia riservata la massima attenzione. Basterebbe una buona dose di sano realismo per riconoscere che la tutela ambientale e paesaggistica, la difesa idrogeologica e dei prodotti di montagna dipendono dalla capacità di sostenere la permanenza in montagna degli agricoltori. Infine, un cenno alle grandi difficoltà che stanno vivendo i produttori di kiwi alle prese non solo con l’estirpo, ma anche con la miopia di chi non vuol concedere deroghe agli abbruciamenti, senza alcun intervento che possa venire in loro soccorso. Ci sono voluti molto coraggio e insistenza da parte nostra, ma siamo convinti che verranno ripagati. È, infatti, in dirittura di approvazione un provvedimento regionale che stanzia un indennizzo ad ettaro per l’estirpo dei kiwi colpiti da moria. Alla prossima e buon 2019!


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ATTUALITÀ

Prandini: più trasparenza e meno burocrazia sono i migliori investimenti

L’ETICHETTATURA È IL NOSTRO REDDITO DI CITTADINANZA! Secondo il Presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini (nella foto) “l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti è il nostro reddito di cittadinanza perché, oltre ad offrire ai consumatori la possibilità di fare scelte di acquisto consapevoli, consente alle nostre imprese agricole di difendersi dalla concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero e spacciati come Made in Italy”. Da qui la battaglia che la nostra Organizzazione sta portando avanti con la raccolta firme “Eat Original - Scegli l’origine!”, di cui trovate i dettagli nelle pagine che seguono. Il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita è la trasparenza dell’informazione ai consumatori, insieme allo snellimento delle procedure amministrative per le imprese. “La burocrazia - dichiara Prandini - ruba fino a 100 giorni all’anno al

lavoro in azienda, ma soprattutto frena con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso dei giovani”. Il peso della burocrazia nel nostro Paese è molto più elevato rispetto alla media dei Paesi dell’Unione europea. L’ultima analisi di Euroba-

ACCORDO SU MANOVRA 2019: SALVI 5 MILIARDI L’accordo tra Governo e Unione Europea sulla Manovra 2019, raggiunto pochi giorni prima di Natale, ha scongiurato una procedura d’infrazione che avrebbe messo a rischio i fondi europei per l’Italia, che solo nell’agroalimentare valgono oltre 5 miliardi all’anno. “Una conclusione positiva necessaria - ha commentato Prandini anche per non indebolire l’Italia in una fase delicata del futuro UE con le scelte sul bilancio comunitario dal quale dipenderanno molte delle opportunità di sviluppo fino al 2027. Il nostro Paese si deve battere ora contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della PAC”.

rometro della Commissione europea evidenzia come la complessità delle procedure amministrative sia ritenuto un problema nell’attività aziendale dall’84% degli imprenditori in Italia, oltre venti punti superiore al 60% della media UE. “Siamo di fronte ad un vero spread per la competitività delle imprese italiane in Europa - denuncia Prandini - che va recuperato in una situazione in cui l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile”. Occorre lavorare in tutti settori ad una semplificazione normativa per consentire una minor pressione sulle imprese che lavorano nel rispetto delle regole e controlli più efficienti su coloro che non le rispettano. In più, sostiene Prandini, “è necessario che lo Stato si concentri prioritariamente sulle sole attività di controllo, valorizzando secondo i principi di sussidiarietà il ruolo di semplificazione dei Centri di Assistenza Agricola, in rapporto diretto con le imprese. Infine, nella gestione delle risorse pubbliche vanno decisamente aumentate le perfomances di Stato e Regioni, facendo leva sul ruolo dei CAA per velocizzare i processi di erogazione ed evitare la perdita di risorse comunitarie, anche uniformando i sistemi informatici degli Organismi pagatori.


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TESSERAMENTO 2019


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ATTUALITÀ

Prosegue la raccolta firme per una maggiore trasparenza in etichetta

AVANTI TUTTA PER DIRE STOP AL CIBO ANONIMO Prosegue l’impegno di Coldiretti Cuneo sul territorio per sostenere la raccolta firme “Eat Original - Scegli l’origine!” promossa da dieci Organizzazioni e Sindacati di rappresentanza in Europa. Al fianco di Coldiretti e Campagna Amica ci sono FNSEA (il maggior Sindacato agricolo francese), GAIA (Associazione degli agricoltori greci), OCU (la più grande Associazione di consumatori spagnola), Slow Food, Solidarnosc (storico Sindacato polacco), UPA (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), Fondazione UniVerde e Green Protein (ONG svedese). “Scegli l’origine!” è un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), ossia

AVETE GIÀ DATO IL VOSTRO SOSTEGNO? Tutti i soci e i cittadini sono invitati a partecipare all’ICE “Scegli l’origine!”. È possibile avere più informazioni e firmare presso gli Uffici Coldiretti. Per aderire all’iniziativa, occorre avere con sé la carta d’identità (la patente di guida non è considerata un documento d’identità valido), a garanzia di autenticità del sostegno.

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Bruno Rivarossa Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo

una richiesta formale rivolta alla

Commissione europea perché proponga una nuova normativa sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Ai fini della sua ammissibilità, l’ICE dev’essere sostenuta da almeno 1 milione di persone. Tante sono le firme da raccogliere tra i cittadini maggiorenni in sette Paesi UE, entro e non oltre il 1° ottobre 2019. L’obiettivo è rendere obbligatoria in etichetta l’indicazione d’origine degli ingredienti di tutti gli alimenti, allo scopo di tutelare le nostre aziende agricole dalle frodi alimentari, garantire trasparenza ai consumatori e proteggere la salute di tutti. “I nostri imprenditori agricoli -


Gennaio | 2019

dichiara il Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Bruno Rivarossa - hanno il diritto di essere tutelati dalle frodi, se consideriamo che il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo è salito ad oltre 100 miliardi di euro, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. L’indicazione d’origine che chiediamo con la nuova ICE consentirebbe proprio di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia”. La contraffazione dei prodotti alimentari rappresenta anche un grave rischio per la nostra salute, soprattutto quando vengono utilizzati ingredienti di bassa qualità

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o addirittura tossici provenienti da altri Paesi. I consumatori hanno il diritto di ricevere informazioni accurate sul cibo che scelgono di acquistare. Devono conoscere il luogo di raccolta e trasformazione degli alimenti, l’origine degli ingredienti e i metodi di produzione e lavorazione. Va nella giusta direzione la risoluzione sulla nutrizione approvata in via definitiva dall’ONU lo scorso 13 dicembre, che mette un freno alla diffusione di sistemi di informazione fuorvianti come l’etichetta a semaforo inglese, il ‘nutriscore’ francese o i bollini neri cileni che puntano il dito contro i prodotti Made in Italy a denominazione di origine, per via del loro contenuto in sale, zucchero e grassi. In tal senso, è stata preziosa l’attività diplomatica del nostro Paese contro l’introduzione di bollini allarmistici o tasse per dissuadere il consumo di certi alimenti, che avrebbe messo in pericolo l’85% in valore del Made in Italy a marchio DOP. “Ora siamo al lavoro - conclude Rivarossa - perché il bisogno di informazioni del consumatore sia soddisfatto con completezza e chiarezza, grazie all’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti. Da qui l’importanza di sostenere con una firma la nostra Iniziativa Europea dei Cittadini”.

IL FALSO MADE IN ITALY VALE PIÙ DEL VERO Nel 2018 l’agroalimentare Made in Italy ha messo a segno un nuovo record delle esportazioni con un +3% nei primi sei mesi dopo il valore di 41,03 miliardi del 2017. Ma a crescere, e di molto, è anche l’“Italian sounding”, il fenomeno della pirateria internazionale che utilizza impropriamente richiami all’Italia sulle etichette di alimenti taroccati, che non hanno nulla a che fare con il nostro sistema produttivo. Ad incoraggiare il falso Made in Italy è la nuova stagione di accordi commerciali bilaterali inaugurata con il CETA, che ha dato il via libera in Canada alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più prestigiosi. Dopo il CETA, sono arrivati altri accordi - con Giappone, Singapore e Messico - pericolosi per le nostre tipicità, mentre è in corso il negoziato con i Paesi del Sud America (Mercosur) dove la produzione locale del “falso” è tra le più fiorenti al mondo. Le conseguenze sono disastrose, come dimostra il fatto che per il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano - i due prodotti italiani DOP più importanti per fatturato - la produzione di falsi nel mondo ha superato quella degli originali.


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ATTUALITÀ

Una Legge di Stabilità tra luci e ombre, senza stanziamenti per i giovani

MANOVRA: DA BIOGAS A VENDITA DIRETTA LE NOVITÀ NEI CAMPI Incentivi per impianti di biogas realizzati dagli agricoltori, proroga del bonus verde per i giardini, valorizzazione della vendita diretta dei prodotti agricoli, equiparazione sul piano del trattamento fiscale tra familiari che coadiuvano il coltivatore diretto e titolari dell’impresa coltivatrice diretta: la nuova Legge di Stabilità contiene importanti risultati per le campagne italiane, fortemente sostenute da Coldiretti. Resta, tuttavia, una Manovra tra luci e ombre, in cui mancano interventi molto attesi dalle nostre aziende. Ecco una sintesi delle principali novità. Sono stati estesi gli incentivi per la produzione di energia elettrica agli impianti alimentati a biogas di potenza fino a 300 kW con il requisito che siano realizzati da imprenditori agricoli e che vengano alimentati per l’80% da reflui o comunque scarti che derivano dalle aziende agricole e per il 20% da colture di secondo raccolto. Sarà riconosciuto anche un bonus per la rimozione e il recupero degli alberi caduti in occasione delle calamità atmosferiche dello scorso autunno. Lo stanziamento per il “voucher” è di 3 milioni di euro per il 2019 ed è finalizzato a coprire il 50% delle spese sostenute. Viene valorizzato il rapporto diretto tra imprenditori agricoli e consumatori: gli imprenditori agricoli potranno vendere al dettaglio, oltre che in misura prevalente i prodotti di produzione aziendale, soltanto prodotti agricoli e alimenSul prossimo numero de Il Coltivatore Cuneese pubblicheremo un approfondimento sugli interventi della Legge di Stabilità 2019 che più interessano il mondo agricolo.

tari acquistati direttamente da altri imprenditori agricoli, garantendo così ai consumatori l’origine dei prodotti acquistati. Da segnalare, la proroga del cosiddetto “bonus verde” che prevede la detrazione del 19% per le spese di investimento in verde: dalla realizzazione di giardini e impianti di irrigazioni alla sistemazione delle aree scoperte degli edifici privati. È stata anche ottenuta la riduzione dell’accisa sulla birra da 3 euro a 2,99 euro per ettolitro e grado-plato, e la previsione per i birrifici artigianali di minore dimensione (con produzione annua non superiore a 10.000 ettolitri) di poter considerare accertato il prodotto finito a conclusione e non a monte delle operazioni, nonché la riduzione del 40% dell’aliquota dell’accisa ordinaria. Quello delle birre artigianali è un settore in crescita che, oltre a contribuire all’economia, assicura anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35, spesso grazie ad un legame diretto con l’attività agricola di produzione dei cereali utilizzati nella preparazione della birra. Un altro importante risultato è la proroga al 1° gennaio 2020 dell’entrata in vigore del sistema Uniemens, il nuovo sistema di ge-

stione delle deleghe per le aziende agricole con dipendenti che adottano il Dmag, che prevede l’invio mensile delle denunce retributive e contributive degli operai agricoli (trimestrale, invece, con il Dmag). Permangono, tuttavia, preoccupazioni per la mancata previsione di interventi indispensabili per il sostegno alla competitività delle imprese, all’occupazione e all’ambiente. Ad esempio, mancano nella Legge di Stabilità misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti Regioni del Paese. Si registra negativamente anche la mancata defiscalizzazione dell’IVA per tutto il comparto zootecnico nelle aree montane, al fine di favorire il presidio del territorio e prevenire il dissesto idrogeologico dopo gli ultimi eventi calamitosi. Non è stata prevista, poi, la proroga degli sgravi contributivi per i nuovi imprenditori agricoli under 40, mettendo a rischio il ricambio generazionale. Una carenza grave che va al più presto superata in un momento in cui l’agricoltura può offrire grandi opportunità per l’occupazione e la crescita economica del Paese.


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Per ogni euro di spesa solo pochi centesimi arrivano alle aziende agricole

SPECULAZIONI CONTRO AGRICOLTORI: BENE LO STOP UE Bene lo stop UE alle speculazioni contro gli agricoltori da parte dei poteri forti dell’industria e della distribuzione grazie all’accordo raggiunto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione europea per mettere al bando le pratiche commerciali sleali lungo la catena agroalimentare. La nuova Direttiva europea contro le azioni commerciali inique e immorali - di cui è relatore il Vice Presidente della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro - è un passaggio fondamentale per il futuro del settore agroalimentare europeo, perché riconosce l’esistenza di un squilibrio commerciale che comporta speculazioni lungo la filiera e la necessità di intervenire per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari. È necessario sanare un’ingiustiPRODOTTO DETINATO AL MERCATO FRESCO

zia profonda rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli, spesso al di sotto dei costi di produzione, senza alcun beneficio per i consumatori. In media per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo, ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati, dal pane ai salumi fino ai formaggi. Sul mercato dell’ortofrutta (di cui le tabelle seguenti riportano alcuni esempi di prezzi rilevati alla produzione e al consumo) nella maggior parte dei casi il produttore non partecipa alla formazione del prezzo ed essendo il primo a vendere ma l’ultimo ad essere pagato, spesso viene lasciato da solo a pagare i costi delle pratiche sleali, delle storture del mercato e delle eventuali inefficienze degli

PREZZO ALLA PRODUZIONE CAT. I

PREZZO AL CONSUMATORE

Albicocche

0,60 €/Kg

1,99 €/Kg

Castagne tradizionali

0,30 €/Kg

1,99 €/Kg

Ciliegie

2,50 €/Kg

6,00 €/Kg

Mele Golden Delicious

0,40 €/Kg

1,29 €/Kg

Mirtillo gigante

3,00 €/Kg

11,50 €/Kg

Pere Conference

0,35 €/Kg

1,49 €/Kg

Pere Abate Fetel

0,42 €/Kg

1,99 €/Kg

Pesche

0,45 €/Kg

1,29 €/Kg

Susine autunnali

0,40 €/Kg

1,49 €/Kg

Susine damaschine

0,80 €/Kg

3,78 €/Kg

PREZZO ALLA PRODUZIONE CAT. I

PREZZO AL CONSUMATORE

Albicocche / Succo di frutta

0,10 €/Kg

1,75 €/l

Mela / Succo di frutta

0,2 €/Kg

1,54 €/l

Mirtillo / Succo di frutta

1,00 €/Kg

6,30 €/l

Pera / Succo di frutta

0,4 €/Kg

1,54 €/l

Pesca / Succo di frutta

0,2 €/Kg

1,54 €/l

PRODOTTO DESTINATO ALLA TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE

altri attori della filiera. Per difendere gli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive la nuova norma prevede la cancellazione delle condizioni capestro, dalle vendite last minute degli ordini ai ritardi di pagamento delle forniture alle modifiche non concordate dei contratti, fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti e alle vendite sotto costo e doppie aste. È stato introdotto nel provvedimento anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle Associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci. Da anni Coldiretti chiedeva una normativa UE contro le pratiche commerciali sleali, per una filiera agricola e alimentare più giusta, trasparente, equa e sostenibile in tutta Europa, dalla quale ogni operatore possa trarre beneficio.


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ATTUALITÀ

Nel Cuneese il 70% dei finanziamenti sinora stanziati in Piemonte

PSR: INVESTIMENTI, GIOVANI E MONTAGNA LE PRIORITÀ Nel 2018 in Piemonte sono stati pagati 196 milioni di euro per i bandi del Piano di Sviluppo rurale. Dall’inizio del PSR 2014-2020 sono stati pagati in totale 335 milioni del budget disponibile (1,078 miliardi), oltre il 31%. Un dato che colloca il Piemonte ai primi posti in Italia tra le grandi Regioni. Delle risorse sinora stanziate a livello regionale per l’insediamento di giovani imprenditori e l’ammodernamento aziendale, il 70% è stato destinato ai produttori agricoli della provincia di Cuneo. Si tratta di un segnale importante che testimonia la dinamicità degli imprenditori agricoli e di tanti nostri giovani che hanno scelto di investire nel lavoro in campagna, spesso arrivando da mondi diversi. È anche la dimostrazione della straordinarietà di quanto siamo

riusciti a fare in questi anni, dalla legge sulla multifunzionalità in agricoltura che ha sviluppato, ad esempio, la vendita diretta con i mercati di Campagna Amica, al riconoscimento dei nostri imprenditori quali garanti del cibo di qualità, di origine certa e sicura. Fatti che ci fanno guardare al futuro con

GIOVANI IN AGRICOLTURA, LA SVOLTA 55.000 giovani italiani hanno investito in agricoltura, protagonisti di un’importante svolta che vede le nuove generazioni sognare un futuro in campagna. La rinnovata attrattività del nostro settore si riflette nella sempre più diffusa convinzione che l’agricoltura crei opportunità occupazionali e di crescita professionale. Non a caso, secondo un’analisi Coldiretti/Censis, oltre 8 italiani su 10 (l’82,1%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura, con una percentuale che sale addirittura all’86,2% se si considerano i soli genitori laureati.

grande ottimismo. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di insistere sui giovani, sul cambio generazionale e sulle misure a sostegno degli investimenti e siamo fiduciosi che vedremo presto l’apertura di due nuovi bandi proprio a sostegno di giovani e investimenti. Non solo attenzione ai millennial farmers, ma anche all’agricoltura in montagna. Sulle nostre montagne, infatti, c’è bisogno di sostenere e rafforzare la permanenza di produttori agricoli e allevatori, essenziale per la tutela dell’ambiente e del paesaggio e per la difesa dei prodotti di montagna. Ci aspettiamo che la Regione riservi la massima attenzione a questo tema: senza le nostre imprese agricole in montagna vincerebbero degrado e spopolamento.

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Arrivano i primi risultati della nostra azione sindacale

MORIA KIWI: PRESTO INDENNIZZO AD ETTARO PER L’ESTIRPO Sulle problematiche della moria del kiwi e della batteriosi, Coldiretti è impegnata da mesi per ottenere un aiuto concreto dalla Regione Piemonte in grado di smorzare la perdita economica dei produttori. Sul fronte della moria, la nostra pressante azione sindacale sta portando a casa i primi risultati. È, infatti, in dirittura di approvazione un provvedimento regionale

che stanzia un indennizzo ad ettaro per l’estirpo dei kiwi colpiti da moria, in merito al quale già alcuni mesi fa Coldiretti si era fatta promotrice di una specifica ricognizione delle superfici estirpate, proprio come azione propedeutica a questo possibile intervento, che ora pare imminente. Per quanto riguarda la batteriosi, il nostro obiettivo a breve termine è una deroga per l’abbruciamento

delle ceppaie o una facilitazione nella consegna di questo materiale a centrali termiche che nel contempo verranno intercettate e sensibilizzate dalla Regione. Abbiamo, inoltre, chiesto di prevedere una raccolta del materiale a costo zero per le imprese agricole interessate. Vi informeremo con i necessari approfondimenti, non appena i provvedimenti saranno emanati.

Coldiretti chiede l’intervento regionale perché il lavoro agricolo riprenda

AMIANTO A PRIOLA, TERRENI ANCORA INUTILIZZABILI Il nostro Delegato Confederale Roberto Moncalvo ha scritto al Presidente della Regione, Sergio Chiamparino, sulla vicenda dei residui d’amianto in Alta Val Tanaro. Nella lettera Moncalvo esprime preoccupazione per quanto gli associati dell’Alta Val Tanaro ci hanno manifestato per la presenza di residui d’amianto dovuti all’esondazione del Tanaro nel novembre 2016, che da allora hanno contaminato la superficie di diversi terreni agricoli impedendone la coltivazione. Coldiretti ha da sempre coniugato

la rappresentanza delle imprese agricole con la tutela del territorio, della salubrità dei prodotti alimentari, dei consumatori, insieme alla qualità della vita nelle comunità rurali. La presenza di inquinamento da amianto in alcune aree del Comune di Priola costituisce una grave ferita per un territorio importante come l’Alta Val Tanaro, che merita di ritornare a far parlare di sé per i suoi prodotti agricoli di eccellenza, per il lavoro che produce, per le giovani imprese che si stanno insediando, per la tenacia con cui

UN NATALE… IN CAMPO Durante le Festività natalizie il Comune di Priola è stato presidiato dal Sindaco Luciano Sciandra e da un nutrito gruppo di cittadini, che hanno denunciato il deposito di materiali contenenti amianto sulle sponde del Tanaro, dopo l’alluvione del 2016. Sindaco e cittadini hanno chiesto a gran voce che il danno sia riconosciuto come alluvionale e che, conseguentemente, la Regione provveda ad inviare i contributi per un rapido intervento di raccolta e smaltimento delle scorie dai campi interessati. Allo scopo è stata lanciata anche una raccolta firme.

combatte contro il dissesto idrogeologico e per le azioni che mette in atto per scongiurare il degrado e l’abbandono. A due anni dai tragici eventi alluvionali riteniamo doveroso che le nostre imprese agricole possano ritornare a coltivare i loro terreni adeguatamente bonificati ed i cittadini dell’intera vallata ritornare ad essere certi di vivere in un ambiente risanato. Per questo Moncalvo ha chiesto che la Regione metta in atto tutte le azioni necessarie per raggiungere questi obiettivi.


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ATTUALITÀ

Coldiretti ottiene il sì della Regione. Ora, avanti tutta in Provincia

“CONTENIMENTO” CINGHIALI, OK INTERVENTO DEGLI AGRICOLTORI Lo scorso 19 giugno la Regione Piemonte, a seguito di un lungo iter di valutazione, ha approvato la Legge regionale “Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria”, contenente una serie di disposizioni innovative sull’attività di controllo dei selvatici e di mitigazione dei danni causati all’agricoltura. Su alcuni punti della nuova norma, tuttavia, i Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura hanno sollevato riserve e avanzato dubbi di incostituzionalità, inducendo la Regione Piemonte ad intervenire, ad inizio dicembre, con il cosiddetto “provvedimento Omnibus” per correggere ed abrogare alcune importanti misure della nuova Legge regionale. Tra le disposizioni colpite dall’Omnibus, quelle in materia di contenimento delle specie dannose, che prevedono la possibilità in capo al proprietario o al conduttore del fondo in possesso di porto d’armi ad uso caccia di intervenire direttamente a difesa dei propri raccolti. Per scongiurare il rischio di veder vanificati anni di sforzi tesi ad introdurre norme a tutela delle imprese agricole danneggiate dai selvatici, Coldiretti ha chiesto con forza un intervento della Regione. La nostra azione sindacale ha portato alla reintroduzione degli aspetti più innovativi della nuova Legge sulla caccia, come le misure

straordinarie di controllo della fauna selvatica. Alcuni giorni prima di Natale, infatti, la Giunta regionale ha approvato la disposizione che corregge le storture contenute nell’Omnibus. Per i proprietari e conduttori dei fondi si apre, così, la possibilità di intervenire direttamente nell’azione di contenimento dei cinghiali, in possesso delle necessarie autorizzazioni. In attesa di una soluzione definitiva al grave problema della presenza incontrollata dei cinghiali, il nuovo provvedimento regionale rappresenta un passo avanti per tutti gli imprenditori agricoli che da anni fanno i conti con gli ingenti danni causati alle coltivazioni. Secondo la nuova norma, i Piani predisposti dalle Province per controllare la proliferazione dei cinghiali devono comprendere interventi d’urgenza per garantire una tempestiva azione in caso di

danneggiamenti in atto e interventi programmati per il controllo della presenza della specie sul territorio. Tuttavia, il Piano di controllo della fauna selvatica della Provincia di Cuneo risulta scaduto. Si tratta di un paradosso che paralizza ogni possibilità di intervento a tutela delle aziende agricole su un territorio già pesantemente colpito. Alla luce delle possibilità che la Regione mette a disposizione di proprietari e conduttori dei fondi, è indispensabile che la Provincia intervenga rapidamente per predisporre e rendere operativo al più presto un nuovo Piano. Come più volte segnalato, la situazione in molti casi è così grave da rendere incompatibile la normale attività agricola con la diffusione dei cinghiali, senza contare il rischio di incidenti stradali di cui sono responsabili questi animali, seria minaccia all’incolumità delle persone.

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Selvicoltura piemontese in crisi: servono più incentivi e meno vincoli

FORESTE, NUOVE MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE A dicembre il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la Legge annuale di riordino dell’Ordinamento regionale, anno 2018, che introduce anche alcune modifiche alla Legge forestale 4/2009. Nello specifico, all’art. 3 (“Bosco e foresta”) della suddetta Legge regionale 4/2009, nell’elenco delle coltivazioni che non vanno considerate bosco, sono stati aggiunti i noccioleti e i castagneti da frutto oggetto di ripristino colturale autorizzato dalla Giunta regionale. Altra modifica riguarda l’introduzione dell’art. 3 bis (“Alberi monumentali”), che definisce alberi monumentali gli alberi di alto fusto, i filari e le alberate, censiti sull’elenco regionale degli alberi monumentali. Si specifica che è vietato l’abbattimento o il danneggiamento di alberi monumentali censiti, fatti salvi gli abbattimenti, le modifiche della chioma e dell’apparato radicale effettuati per casi motivati e improcrastinabili. Per l’abbattimento o il danneggiamento degli alberi monumentali è stata definita la sanzione da 5.000 a 100.000 euro. Infine, l’art. 19 (“Trasformazione del bosco in altra destinazione d’uso”), così come ritoccato, introduce il divieto di trasformazione dei boschi aventi funzione di protezione diretta di abitati, di beni e infrastrutture strategiche, individuati e riconosciuti dalla Regione, fatti

salvi i casi legati a motivi imperativi di rilevante interesse pubblico. Conteggiando queste ultime modifiche, la Legge forestale piemontese ne ha subìte in totale ben 27 dalla sua emanazione. In più, dal 2010 sono stati approvati e/o modificati almeno 6 diversi Regolamenti e prodotte varie circolari esplicative che hanno creato un vero e proprio ginepraio di norme attraverso cui è difficile districarsi. La politica forestale regionale si mostra farraginosa, a fronte del calo drastico delle ditte forestali e di un livello di utilizzazione dei boschi inferiore allo 0,4% del totale regionale. Il problema di fondo della selvicoltura piemontese è l’elevato costo di produzione del legname che

azzera la competitività del settore. Paradossalmente, risulta più conveniente far arrivare un carico di legname dalla Francia piuttosto che dai boschi situati a 5 km dal centro di consumo. I limiti di prelievo imposti dal Regolamento forestale costringono le ditte a percorrere sempre maggiori superfici per mantenere la produzione, ma l’aumento delle superfici da lavorare in un territorio carente di strade e piste forestali come quello piemontese, non fa che accrescere ulteriormente i costi di produzione. Coldiretti continuerà a lavorare per far sì che il settore venga incentivato piuttosto che vincolato, nel rispetto di una gestione forestale sostenibile sotto tutti gli aspetti, ambientali ed economici.


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ATTUALITÀ

Coldiretti non chiude alla revisione ma chiede garanzie per gli allevatori

SAN DANIELE, MODIFICHE IN CORSO AL DISCIPLINARE Il Consorzio del Prosciutto San Daniele intende apportare modifiche al disciplinare della DOP riconosciuta dal 1996 che, insieme al Prosciutto di Parma, rappresenta una delle principali filiere cui è destinata la maggior parte dei suini allevati nella nostra Regione. Anche il Consorzio del Parma è al lavoro per aggiornare il proprio disciplinare di produzione. Considerati i numeri della nostra suinicoltura, le modifiche risultano estremamente importanti per gli allevatori, primo anello della filiera, tenuto anche conto che entrambe le DOP rilasciano le medesime certificazioni (CUC o CI) per giungere, attraverso i successivi passaggi, alla produzione dei due pregiati prosciutti. A novembre, una delegazione di allevatori cuneesi ha partecipato all’incontro, organizzato a Verona dalla Confederazione nazionale con il Consorzio del Prosciutto San Daniele, avente ad oggetto le modifiche del disciplinare. Il Presidente del Consorzio, Giuseppe Villani, e il Direttore Mario Cichetti hanno spiegato che i 31 prosciuttifici consorziati sono determinati a revisionare il disciplinare, in particolare nei seguenti ambiti: alimentazione, genetica e peso. Il Consorzio ha già fatto un passaggio con la Commissione europea. Le modifiche rientrerebbero

tra quelle minori, pertanto verrebbero concordate solamente con il Ministero, informando successivamente la Commissione UE. Nel corso della riunione si è discusso soprattutto sull’ultimo punto, quello del peso. Il Consorzio intende abbandonare il peso medio per partita, ritenuto non più adeguato, e introdurre il requisito del peso della singola carcassa. Le carcasse ammesse dovranno rientrare nelle categorie U, R, O, previste dalla griglia comunitaria SEUROP. Partendo dalla classificazione della singola carcassa, si dovrà stabilire se le cosce abbiano o meno i requisiti per divenire successivamente San Daniele DOP. Gli allevatori di Coldiretti non

hanno espresso chiusura ad una revisione del disciplinare, purché si rimanga nel solco della tradizione e non si vada a snaturare la DOP. Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’UE (DOP e IGP) mira a favorire il sistema produttivo e l’economia di un territorio, la tutela dell’ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari DOP e IGP riconosciuti dall’Unione europea. Un’ulteriore dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italia-

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ne al proprio territorio di origine. Allo stesso tempo, grazie alla certificazione comunitaria si danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti. Coldiretti, in linea con il Consorzio, chiede che sul tema dell’alimentazione dei suini si vada verso una maggiore valorizzazione delle materie prime ed un maggiore legame con il territorio o l’italianità. Sul tema della genetica, Coldiretti è favorevole al fatto che il disciplinare fornisca maggiori certezze, purché non prenda strade che possano portare ad un’industrializzazione dell’allevamento. In generale, ma in modo particolare sul tema del peso, gli allevatori di Coldiretti chiedono garanzie e rassicurazioni sulle nuove modalità che si intendono introdurre, nell’ottica di fornire piena trasparenza alla filiera e al consumatore finale. Prevedere un soggetto terzo che si occupi del controllo delle classificazioni potrebbe andare in questa direzione. Anche perché ad oggi

la classificazione delle carcasse al macello, nonostante venga effettuata ormai da anni, è utilizzata come indicatore economico dal Ministero, ma non per stabilire o meno la conformità delle cosce di una DOP. Per questo motivo sarebbe molto importante poter avere un periodo di sperimentazione per testare il sistema di classificazione, prima di modificare il disciplinare di produzione. Coldiretti, con il supporto di ANAS, oltre a fornire le propria posizione sugli standard ottimali (per esempio peso carcasse conforme, peso cosce, ecc.), chiederà che possa venire messo a punto un sistema di interscambio dei dati tra i diversi attori, che vada a ritroso della filiera. Ciò a favore soprattutto degli allevatori, in modo tale che possano avere un riscontro e dati oggettivi sulla destinazione dei suini che hanno introdotto nel circuito del Prosciutto San Daniele DOP. Sempre in un’ottica di trasparenza, garanzia e rafforzamento di tutta la filiera.

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I NUMERI DELLA NOSTRA SUINICOLTURA Il comparto in Piemonte raggiunge numeri ragguardevoli con circa 2.000 allevamenti per un totale di oltre 1,1 milioni di suini. La provincia di Cuneo si colloca al primo posto a livello regionale con 800 aziende e 840.000 capi, quasi per l’80% destinati ai circuiti tutelati dei Prosciutti San Daniele e di Parma.


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ATTUALITÀ

Occorre inviare l’autocertificazione all’ASL di competenza per il 2019

CONTROLLI SANITARI, L’ESENZIONE DAL PAGAMENTO Le aziende agricole possono beneficiare, annualmente, dell’esenzione dal pagamento delle tariffe dei controlli sanitari obbligatori, previsti dal D. Lgs. 194/2008. Per poter ottenere l’esenzione, che va rinnovata di anno in anno, occorre inviare all’ASL di competenza un’apposita autocertificazione. La normativa, in vigore dal 2009, ha subìto nel corso degli anni alcune modifiche. Per l’anno 2009 era possibile avere l’esenzione solo per il produttore primario (per attività primaria s’intende l’attività che non altera la natura del prodotto). Questa interpretazione parziale e riduttiva della figura dell’imprenditore agricolo escludeva dall’esenzione tutte quelle imprese agricole di trasformazione e vendita diretta, che erano perciò tenute al pagamento delle rispettive tariffe. Successivamente, grazie all’azione portata avanti da Coldiretti, si è riusciti ad ottenere l’esenzione dal pagamento per tutte le attività svolte dall’imprenditore agricolo ai sensi dell’articolo 2135 del Codice Civile (introdotto dalla Legge d’Orientamento del 2001), senza alcun vincolo sui volumi di produzione. Questa esenzione, totale, è stata applicata negli anni 2010, 2011 e 2012. Dal 2013 in avanti, dopo la modifica introdotta dal Decreto Balduzzi, le imprese agricole pos-

sono ancora beneficiare dell’esenzione, a condizione di essere imprenditore agricolo ai sensi dell’articolo 2135 del Codice Civile e se rientranti in determinate fasce produttive, di seguito dettagliate. • Per impianti di macellazione, a seconda delle specie: bovini, solipedi, ovicaprini e ratiti fino a 200 UGB (Unità Grande Bovino); suini fino a 1.000 UGB; faraone fino a 30.000 capi; tacchini fino a 60.000 capi; polli, anatre, oche e selvaggina da penna fino a 150.000 capi; conigli fino a 300.000 capi. • Per impianti di sezionamento: fino a 50 tonnellate annue per bovini, solipedi, ovicaprini, ratiti e avicunicoli; fino a 500 tonnellate annue per i suini. • Per centri di lavorazione della selvaggina cacciata: fino a 30 tonnellate annue. • Per stabilimenti riconosciuti per la successiva lavorazione del latte crudo: fino a 1.000 tonnellate annue. • Per lavorazione e trasformazione per l’immissione in commercio dei prodotti della pesca e dell’acquicoltura: fino a 100 tonnellate annue. • Per stabilimenti di lavorazione del risone e del riso: fino a 3.000 tonnellate. Per la maggior parte delle attività, elencate nella Sezione 6 dell’Al-

legato A del D. Lgs. 194/2008 (si veda la tabella nella pagina a fianco), è possibile beneficiare dell’esenzione solo se l’azienda rientra nella fascia produttiva annua A o nella fascia B. L’azienda che rientra nella fascia produttiva C è tenuta a pagare una tariffa annuale di 1.500 euro, salvo nel caso in cui svolga prevalentemente attività al dettaglio.

ESEMPIO PRATICO Un’azienda agricola che vinifica è esente dal pagamento della tariffe dei controlli sanitari se rientra nelle fasce A (fino a 5.000 hl) oppure B (da 5.001 fino a 50.000 hl). Se la produzione rientra nella fascia C (oltre 50.000 hl) scatta l’obbligo di pagamento. In quest’ultimo caso, potrebbe comunque essere esonerata se fa attività prevalente al dettaglio (maggiore del 50%).

La verifica o meno dei requisiti è annuale, per cui all’inizio di ogni anno è necessario trasmettere all’ASL CN1 o all’ASL CN2 l’autocertificazione, scaricabile dai rispettivi siti web.


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Fascia produttiva annua A

Fascia produttiva annua B

Fascia produttiva annua C

Prodotti e preparazioni di carne

fino a 200 ton

da 201 a 1000 ton

oltre 1000 ton

Latte trattato termicamente e prodotti lattieri ( nei casi in cui non sia possibile applicare la sezione 4 )

fino a 200 ton

da 201 a 1000 ton

oltre 1000 ton

Ovoprodotti

fino a 200 ton

da 201 a 1000 ton

oltre 1000 ton

fino a 10.000.000 uova

da 10.000.000 a 50.000.000

oltre 50.000.000 di uova

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

fino a 10 ton

da 11 a 100 ton

oltre 100 ton

Centri imballaggio uova Miele Molluschi bivalvi vivi Cosce di rana e lumache

fino a 10 ton

da 11 a 100 ton

oltre 100 ton

Grassi fusi di origine animale e ciccioli

fino a 100 ton

da 101 a 500 ton

oltre 500 ton

Stomaci vesciche e budella

fino a 100 ton

da 101 a 500 ton

oltre 500 ton

Gelatina e collagene Centri di cottura Acque minerali e bevande analcoliche

fino a 100 ton

da 101 a 500 ton

oltre 500 ton

fino a 10 ton di materie prime

da 11 a 100 ton di materie prime

oltre 100 ton di materie prime

fino a 10.000 hl

da 10.001 a 100.000 hl

oltre 100.000 hl

Integratori alimentari e prodotti dietetici

fino a 100 ton

da 101 a 500 ton

oltre 500 ton

Prodotti di IV gamma e di V gamma

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Molini industriali, pastifici, panifici e prodotti da forno industriali

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Pasticcerie industriali

fino a 100 ton

da 101 a 500 ton

oltre 500 ton

Produzione surgelati

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Conserve vegetali frutta secca e spezie

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Alimenti vegetali non considerati altrove

fino a 500 ton

da 501 a 10.000 ton

oltre 10.000 ton

Vino e bevande alcoliche

fino a 5.000 hl

da 5.001 a 50.000 hl

oltre 50.000 hl

Produzione ed imbottigliamento olii

fino a 1.000 hl

da 1.001 a 10.000 hl

oltre 10.000 hl

Caffè e the

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Cioccolato e prodotti a base di latte ottenuti da materia prima trasformata

fino a 500 ton

da 500 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Additivi e coloranti alimentari

fino a 100 ton

da 101 a 500 ton

oltre 500 ton

Operatori del settore alimentari operanti in mercati generali e del settore ortofrutticoli freschi

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Depositi alimentari

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Depositi alimentari per prodotti in regime di freddo e piattaforme di distribuzione

fino a 500 ton

da 501 a 1.000 ton

oltre 1.000 ton

Stabilimenti di lavorazione del risone e del riso

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ATTUALITÀ

Solo un pane di filiera, prodotto con grano locale, farebbe la differenza

PANE, BENE ETICHETTATURA MA SERVE FILIERA PIEMONTESE Il 19 dicembre è entrato in vigore il Decreto 131/2018, contenente le nuove norme per distinguere in etichetta il pane fresco da quello “conservato o a durabilità prolungata”, con specifiche prescrizioni in merito alla denominazione e alla modalità di esposizione in vendita di quest’ultimo. Il pane che ha subìto processi di surgelazione e congelamento o che contiene additivi chimici e conservanti non potrà più essere venduto per fresco e dovrà obbligatoriamente avere un’etichetta con la scritta “conservato” o “a durabilità prolungata”. Può essere denominato “pane fresco” soltanto il pane preparato secondo un processo di preparazione continuo (per il quale non intercorra un intervallo di tempo superiore alle 72 ore dall’inizio del-

Lo specialista italiano del fotovoltaico

la lavorazione alla messa in vendita) senza interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di lievitazione. Inoltre, per potersi dire “fresco”, il pane

Gruppo

dev’essere privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante. Il Decreto 131/2018 è certamente un provvedimento utile per regolamentare in modo più chiaro la


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panificazione, tuttavia è ancora assente in etichetta il Paese d’origine del grano contenuto nelle farine utilizzate. Solo un’etichettatura trasparente può consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli e alle imprese di far emergere il valore distintivo dei prodotti agricoli. Per questo i panificatori piemontesi dovrebbero capire che un pane di filiera, prodotto con grano tracciabile e dei nostri territori, può fare la differenza. Insieme alla rete dei Consorzi Agrari, Coldiretti Piemonte ha proposto un progetto per cui ha già

presentato il disciplinare in Regione, ma adesso occorre stringere i tempi per partire concretamente facendo sinergia fra i mulini e i panificatori, che in Piemonte sono

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oltre 2500. In questo modo, oltretutto, potremo invertire il trend negativo che vede dimezzato negli ultimi 10 anni il consumo di pane.

COLTIVAZIONE DI FRUMENTO TENERO La produzione di frumento tenero piemontese conta numeri importanti, con una superficie dedicata di oltre 84.000 ettari nell’ultimo anno. Tra le province spiccano Alessandria con oltre 34.000 ettari di superficie e più di 2 milioni di quintali di produzione, Torino con 19.500 ettari e più di 1 milione di quintali e Cuneo con 17.000 ettari e 934.000 quintali prodotti.

Cresce la visibilità della certificazione collettiva e dei viticoltori aderenti

THE GREEN EXPERIENCE, AL VIA LA PAGINA FACEBOOK Il progetto The Green Experience cresce sempre più, non solo nei numeri - sono oltre 100 i produttori vitivinicoli che hanno scommesso nella conduzione sostenibile dei vigneti - ma anche per le opportunità di promozione che offre alle aziende aderenti. Si aggiunge un nuovo tassello nel racconto del progetto: grazie anche al contributo economico della Fondazione CRC, è nata la pagina Facebook “The Green Experience”. Dunque, accanto al sito web www.thegreenexperience.it e al video promozionale - biglietti da visita essenziali per la diffusione online della certificazione collettiva - la pagina Facebook sarà una nuova e più dinamica vetrina interattiva. Protagonisti saranno il territorio, i vini e i produttori piemontesi che praticano una viticoltura ripensata e sostenibile, secondo quanto previsto dai due disciplinari del progetto, The Green Experience e The Green Experience Plus. L’obiettivo è raccontare in modo più coinvolgente il lavoro dei viticoltori aderenti al progetto, sia in italiano che in inglese, appassionando buyer e consumatori finali in Italia e oltre confine. Le campagne di sponsorizzazione The Green Experience su Facebook saranno mirate principalmente ai mercati esteri in cui il marchio della

certificazione è stato registrato e in cui è forte la presenza dei vini italiani, così da incrementare l’appeal dei vini piemontesi prodotti con particolare attenzione all’ambiente e alla cura del paesaggio.

Siete tutti invitati a seguire con un “mi piace” la pagina Facebook di The Green Experience per far crescere, insieme, il progetto di una viticoltura più green sulle nostre colline.

COMUNICARE IL VINO CON I SOCIAL MEDIA Coldiretti offre ai viticoltori aderenti alla rete The Green Experience un’occasione irripetibile di formazione, rivolta anzitutto a chi gestisce quotidianamente le pagine social aziendali. L’appuntamento è per giovedì 24 gennaio, dalle ore 14 alle 17.30, al Castello di Barolo. Nel seminario “Comunicare il vino con i social media” professionisti di settore insegneranno ad utilizzare al meglio i social media con teoria ed esempi pratici dal mondo del vino, perché la comunicazione digitale ha rivoluzionato il modo di raccontarsi e raggiungere nuovo pubblico, ma pochi ne conoscono tutti i “segreti”. L’evento è gratuito, con prenotazione obbligatoria (0173 292750) entro il 21 gennaio.


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ATTUALITÀ

Ma servono più coraggio e attivismo da parte dell’industria

LATTE, PER COMPRAL LATTE UN’ANNATA NEL SEGNO DEL “PIÙ” Si è tenuto a Fossano il 18 dicembre scorso l’incontro di fine anno della cooperativa Compral Latte, cui hanno preso parte 230 soci. L’incontro è giunto al termine di una campagna dagli ottimi risultati per Compral Latte e per le aziende cuneesi e piemontesi che, aderendovi, conferiscono il latte - 5.000 quintali al giorno - al polverizzatore Inalpi di Moretta, in cui si produce latte in polvere destinato principalmente alla Ferrero di Alba. Il Presidente della cooperativa, Raffaele Tortalla (nella foto), ha ribadito l’importanza di far parte della filiera Inalpi-Ferrero per una maggiore valorizzazione del latte dei soci e la necessità dei controlli Ferrero, cui sono sottoposti annualmente i conferenti, per garantire un ulteriore premio economico. “Per i produttori della cooperativa ci sono stati riscontri positivi sul prezzo, con buone ricadute per l’economia dell’intero territorio - commenta Tortalla -. La campagna 2019 si appresta ad iniziare sotto i migliori auspici”. A livello generale la produzione di latte, dopo il calo fisiologico dell’estate, è tornata ad aumentare progressivamente, attestandosi su valori eccellenti. Quanto ai prezzi, tra aprile ed inizio dicembre il prezzo medio pagato ai soci Compral Latte, già al netto dei costi di gestione, è stato di circa 40,5 centesimi al litro. A novem-

bre il prezzo medio pagato agli allevatori è stato di 40,7 cent/litro e a dicembre, complice la risalita dell’indice di 1 millesimo, è arrivato a 41,3 cent/litro. La nostra provincia vanta un progetto virtuoso di filiera, basato sul lavoro sinergico di Compral Latte e di importanti gruppi industriali, che speriamo sia da esempio per ulteriori sviluppi nel settore lattiero-caseario, ma non solo. Servono coraggio e attivismo da parte dell’industria per investimenti concreti, che valorizzino al meglio le peculiarità del nostro prodotto, garantiscano la giusta remunerazione alle nostre aziende e creino nuove, importanti opportunità.

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FISCALE

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Sanzioni congelate fino al 30 settembre 2019 per i contribuenti mensili

FATTURA ELETTRONICA: PIÙ TEMPO PER EMETTERLA La Legge di conversione del Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019 ha ammorbidito l’avvio a regime della fatturazione elettronica. Se già il testo precedente alla Legge di conversione aveva stabilito la non applicabilità delle sanzioni nel primo semestre 2019, qualora la fattura sia emessa entro i termini della liquidazione periodica, la norma riformulata stabilisce che per i contribuenti con periodicità di liquidazione IVA mensile il periodo di non applicazione delle sanzioni, alle medesime condizioni, va dal 1° gennaio al 30 settembre 2019. Rimane, invece, confermata l’applicazione ridotta al 20% se l’emissione avviene entro la liquidazione periodica del periodo successivo. Per esemplificare, quindi, un soggetto con periodicità mensile potrà

emettere una fattura relativa al mese di gennaio fino al 16 febbraio senza applicazione di sanzioni, o entro il 16 marzo con sanzione ridotta; lo stesso per i mesi successivi fino al mese di settembre. Invece, un contribuente con periodicità trimestrale potrà emettere una fattura relativa ai primi tre mesi (gennaio, febbraio e marzo) entro il 16 maggio senza applicazione di sanzioni oppure entro il 20 agosto con la sanzione ridot-

ta; lo stesso vale per il trimestre successivo. Viene poi confermato che a decorre dal 1° luglio 2019 la fattura deve essere emessa entro 10 giorni dal momento di effettuazione dell’operazione, ma in tal caso dovrà riportare, se diverse, sia la data di emissione che quella di effettuazione, in quanto è questa che determina il momento di esigibilità dell’IVA e che ne stabilisce il momento di registrazione nel registro delle vendite. Le norme così stabilite riducono agli operatori economici i disagi che le iniziali previsioni della Legge di Bilancio avrebbero comportato. Gli Uffici Zona di Impresa Verde sono a disposizione degli associati per tutte le ulteriori informazioni necessarie.

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FISCALE

Si allungano i tempi di pagamento delle rate per estinguere i debiti

CARTELLE EX EQUITALIA, “ROTTAMAZIONE TER” AL VIA La Legge di conversione del Decreto Fiscale ha confermato, con alcune novità, la nuova rottamazione delle cartelle dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia), la cosiddetta “rottamazione ter”. Come negli anni passati, mediante la rottamazione è possibile estinguere i debiti senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora.

Chi può aderire

È possibile aderire alla Definizione agevolata per i debiti affidati agli Agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Possono, inoltre, aderire alla nuova Definizione agevolata 2018 tutti coloro che hanno carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, che avevano già aderito: • alla “prima rottamazione” e sono decaduti per non aver versato tempestivamente ed integralmente le rate del piano di Definizione; • alla “rottamazione bis”, solo nel caso in cui abbiano integralmente pagato entro il 7 dicembre 2018 tutte le rate in scadenza nei mesi di luglio, settembre e ottobre 2018. Chi non ha saldato le rate scadute entro il 7 dicembre non potrà

più aderire alla Definizione agevolata 2018.

Come funziona

È possibile definire cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivo dell’Agenzia delle Entrate/Dogane e Monopoli, avvisi di addebito dell’INPS. Con riferimento alle sanzioni amministrative per le violazioni del Codice della Strada, non pagate ed iscritte a ruolo, è possibile usufruire della Definizione agevolata in questione limitatamente agli interessi. La Legge di conversione del De-

creto Fiscale introduce un’importante novità a favore del contribuente per il pagamento in forma rateale, prevedendo un periodo temporale più ampio per rateizzare le somme dovute. In particolare, il pagamento può essere effettuato nel numero massimo di 18 rate consecutive con scadenza: • il 31 luglio e il 30 novembre 2019 rispettivamente la prima e la seconda, pari al 10% delle somme complessivamente dovute ai fini della Definizione; • il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2020, le restanti, di pari ammontare. È altresì previsto un tasso di interesse ridotto rispetto agli anni passati, definito nella misura del 2% annuo a partire dal 1° agosto 2019 (nelle precedenti edizioni il tasso di interesse era pari al 4,5%). Il mancato o tardivo versamento anche di una sola rata determina la decadenza dalla Definizione agevolata. Tuttavia, la Legge di conversione ha previsto che la Definizione agevolata prosegua nel caso di tardivo versamento non superiore a cinque giorni.

Come aderire

Per aderire alla Definizione agevolata 2018 è necessario presentare,


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entro il 30 aprile 2019, l’apposito modello di adesione reperibile sul sito agenziaentrateriscossione.gov.it La domanda può essere alternativamente: • consegnata presso gli sportelli di Agenzia delle Entrate-Riscossione; • inviata via PEC alla casella della Direzione regionale di Agenzia delle Entrate-Riscossione competente, unitamente alla copia del documento di identità. Non è necessario presentare la domanda per coloro che hanno già aderito alla “rottamazione bis” e si sono già messi in regola entro il 7 dicembre 2018, pagando l’importo delle rate in scadenza nei mesi di luglio, settembre e ottobre 2018. In tal caso, è previsto un differimento automatico del versamento delle restanti somme effettuato in dieci rate consecutive di pari importo, con scadenza il 31 luglio

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STRALCIO DEI DEBITI FINO A 1.000 EURO

e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2019, sulle quali sono dovuti interessi dal 1° agosto 2019 al tasso 0,3% annuo. Ulteriore novità introdotta dalla Legge di conversione riguarda il documento unico di regolarità contributiva (DURC), che potrà esser rilasciato previa presentazione della domanda di Definizione agevolata. I nostri Uffici rimangono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Il Decreto Fiscale convertito in Legge prevede “lo stralcio” dei debiti di importo fino a 1.000 euro. In particolare, sono automaticamente annullati i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore del Decreto (24 ottobre 2018), fino a 1.000 euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli Agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, ancorché riferiti alle cartelle per le quali è già intervenuta la richiesta di Definizione agevolata.

Sanzione minima pari al 10% dell’importo trasferito senza clausola

ASSEGNI, SANZIONI RIDOTTE PER CLAUSOLA “NON TRASFERIBILE” La Legge di conversione del Decreto Fiscale ha modificato le disposizioni relative alle sanzioni per assegni privi della clausola di non trasferibilità oppure senza l’indicazione del nome del beneficiario. Le norme antiriciclaggio stabiliscono che, per un importo pari o superiore ai 1.000 euro, gli assegni devono riportare la clausola di non trasferibilità e l’indicazione del nome del beneficiario, pena una sanzione che varia da 3.000 a 50.000 euro. La norma prevede la possibilità di definire la contestazione pagando una sanzione ridotta pari a 6.000 euro, la cosiddetta “oblazione”, pari al doppio del minimo della sanzione. Purtroppo in questa violazione sono incappati numerosi piccoli consumatori, anziché i pericolosi riciclatori seriali. Emblematico il caso di un uomo che, per aver pagato il funerale del padre con un vecchio assegno da 3.200 euro senza la clausola “non trasferibile”,

ha ricevuto una sanzione amministrativa di 6.000 euro. C’è chi ha comprato l’auto nuova, chi ha pagato la retta dell’ospizio, chi ha prenotato un viaggio: è bastato un banale errore, utilizzare un vecchio libretto di assegni, per finire nel mirino del Ministero dell’Economia e delle finanze. Il legislatore ha quindi deciso di ridurre la sanzione, evidentemente sproporzionata rispetto alla gravità dei fatti contestati: per le violazioni sopra descritte, relative ad importi inferiori a 30.000 euro, l’entità

della sanzione minima è pari al 10% dell’importo trasferito. Quindi, se si opta per l’oblazione, definendo il procedimento, si potrà pagare il doppio del minimo pari al 20% dell’importo indicato nell’assegno. È specificato che la riduzione si applica anche ai procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata in vigore del Decreto, il 24 ottobre 2018. Quindi, potranno beneficiare della nuova disposizione anche coloro che non hanno ancora pagato la sanzione, avendo presentato scritti difensivi.


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LAVORO

Per i datori di lavoro è importante una puntuale consulenza preventiva

PAGHE: PAGAMENTI TRACCIATI E REDAZIONE DEL CEDOLINO Come noto, dal 1° luglio 2018 la legge prevede che le retribuzioni dei lavoratori dipendenti possano essere corrisposte solo in modalità tracciata. Più precisamente, i datori di lavoro o committenti corrispondono ai lavoratori la retribuzione, nonché ogni anticipo di essa, attraverso una banca o un ufficio postale con uno dei seguenti mezzi: • bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore; • strumenti di pagamento elettronico; • pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento; • emissione di un assegno

consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato. L’impedimento s’intende comprovato quando il delegato a ricevere il pagamento è il coniuge, il conviven-

te o un familiare, in linea retta o collaterale, del lavoratore, purché di età non inferiore a sedici anni. I datori di lavoro o committenti non possono corrispondere la retribuzione per mezzo di denaro

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contante direttamente al lavoratore, qualunque sia la tipologia del rapporto di lavoro instaurato. La firma apposta dal lavoratore sulla busta paga non costituisce prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione. In una nota del 22 maggio 2018, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha sottolineato che “si ritiene sia necessario verificare non soltanto che il datore di lavoro abbia disposto il pagamento utilizzando gli strumenti previsti ex lege ma che lo stesso sia andato a buon fine”. La norma non si applica ai rapporti di lavoro domestico.

ha fornito indicazioni in merito alle sanzioni per la violazione dell’obbligo del pagamento in modalità tracciata delle retribuzioni. In particolare, nella nota si evidenzia che il regime sanzionatorio è da intendersi riferito alla totalità dei lavoratori in forza presso il singolo datore di lavoro. Conseguentemente la determinazione della sanzione non deve tener conto del numero dei lavoratori coinvolti quanto piuttosto, in presenza di pagamenti mensili, del numero dei mesi per i quali si è protratto l’illecito.

ESEMPIO

SANZIONI AMMINISTRATIVE

In caso di pagamenti non tracciati trova applicazione la sanzione amministrativa da 1.000 a 5.000 euro. Con una nota del 4 luglio 2018, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro

Qualora la violazione si sia protratta per 3 mensilità in relazione a 2 lavoratori, la sanzione, calcolata ai sensi dell’art. 16 della Legge 689/1981, sarà pari a: 1666,66 euro x 3 mesi = 5.000 euro.

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CONSULENZA PREVENTIVA

Alla luce delle nuove disposizioni, diventa fondamentale per i datori di lavoro porre la massima attenzione nella gestione dei rapporti con i lavoratori. Può, infatti, accadere che all’interno del normale rapporto di lavoro si inseriscano esigenze personali del lavoratore - come l’anticipazione per spese straordinarie, il rimborso di spese, ecc. - da gestire all’interno della busta paga dopo un’attenta e puntuale ricostruzione giuridica della fattispecie. Occorre che queste valutazioni siano preventive in modo da porre in essere i comportamenti giuridicamente corretti. Gli Uffici di Zona Coldiretti sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e consulenza.

+4,2% DI LAVORO, AGRICOLTURA BATTE INDUSTRIA E SERVIZI denti che per esprimere creatività imprenditoriale. È in atto un cambiamento epocale, con il mestiere della terra che attrae giovani generazioni fortemente motivate a costruirsi un futuro in agricoltura, tanto che sono quasi 34.000 i giovani italiani che, a settembre 2018, hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale dell’Unione europea e ai quali le Regioni devono dare responsabilmente una risposta.

Con un balzo del 4,2% nelle ore lavorate è l’agricoltura a far registrare la maggiore crescita tra tutti i settori produttivi, con l’industria che aumenta del 2,6% e i servizi di appena lo 0,7%. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati ISTAT sul mercato del lavoro nel terzo trimestre 2018. Il dato conferma la dinamicità del nostro settore, capace di attrarre moltissimi giovani sia per fare una esperienza di lavoro come dipen-

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DOPO


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ECONOMICO

Ma in Piemonte prezzo ridotto di 1 cent/litro rispetto a quello lombardo

ITALATTE, TORNA L’INDICE AI PREZZI DI GRANA E LATTE UE Ha decorrenza fino a dicembre 2019 l’accordo tra Italatte e Coldiretti sul prezzo del latte, raggiunto in Lombardia lo scorso ottobre. Da alcuni anni a questa parte, i contratti proposti dalla multinazionale Italatte, che fa capo al gruppo Lactalis con i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Cademartori, fanno riferimento all’anno solare (dal 1° gennaio al 31 dicembre) e non più, come da consuetudine, alla campagna lattiero-casearia (dal 1° aprile al 31 marzo). L’accordo ha stabilito un prezzo del latte di 37,5 cent/litro a ottobre, 38 a novembre e 38,5 a dicembre. Da gennaio a dicembre 2019 torna il meccanismo dell’indicizzazione, con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano (che peserà per il 30%) e il prezzo medio del latte nei Paesi UE (che inciderà per il 70%), ma con l’introduzione di meccanismi che consentiranno di premiare maggiormente il latte prodotto durante il periodo estivo. Il prezzo base a cui applicare l’indicizzazione non sarà più di 37 cent/ litro per tutto l’anno, ma varierà nel corso del 2019: • 36,5 cent/litro per i mesi di gennaio, febbraio, marzo e dicembre; • 37 cent/litro per i mesi di aprile, maggio, giugno e novembre; • 37,5 cent/litro per i mesi di

luglio, agosto, settembre e ottobre. L’impostazione dell’accordo lombardo è stata assunta, conseguentemente, per le aziende conferenti piemontesi, ma con due sostanziali differenze: • la riduzione di 1 centesimo rispetto al prezzo applicato in Lombardia; • prezzo riferito a consegne da 60 quintali e, a scalare, con l’applicazione delle cosiddette “fasce di conferimento”, che per le partite fino a 20 quintali significa un ulteriore taglio di 1,8 centesimi. Dunque, ad ottobre 2018 Italatte ha pagato in Piemonte 36,5 cent/ litro base 6.000 litri (34,7 per conferimenti fino a 20 quintali), 37 cent/litro a novembre (35,2 fino a 20 quintali) e 37,5 cent/litro a dicembre (35,7 fino a 20 quintali).

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Da gennaio ad aprile 2018 Italatte aveva applicato in Piemonte il sistema indicizzato, come in Lombardia, ma sempre decurtato di 1 centesimo e base 60 quintali, che aveva portato a: • 39,3 cent/litro a gennaio e febbraio 2018 (35,2 fino a 20 quintali); • 36,2 cent/litro a marzo 2018 (34,4 fino a 20 quintali); • 35,3 cent/litro ad aprile 2018 (33,5 fino a 20 quintali). Da maggio a settembre 2018 era stato abbandonato il sistema indicizzato: il latte era stato pagato ai produttori 35 cent/litro, sempre base 60 quintali (33,2 fino a 20 quintali). Perciò, nell’anno solare 2018 il prezzo medio pagato in Piemonte è stato di 36,38 cent/litro, base 60 quintali, mentre in Lombardia è stato di 37,4 cent/litro. 49 O A 19 IZI TUR L V L DA SER ICO R L A AG ’ LL E D


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Coldiretti al fianco delle imprese per i progetti e le domande

LE RISORSE OCM 2019 PER IL VINO PIEMONTESE È di oltre 21 milioni di euro il portafoglio disponibile per finanziare le misure OCM del vino piemontese nel 2019, secondo quanto deliberato dalla Giunta regionale il 14 dicembre scorso. La promozione nei Paesi extraeuropei è la misura più sostenuta con 10,5 milioni. Questo intervento è ormai consolidato da anni e consente a molte imprese vitivinicole di espandere le vendite nei vari mercati esteri. Le domande devono essere presentate in forma collettiva, tramite Consorzi, Associazioni e vari raggruppamenti. Coldiretti opera su livello nazionale già dall’anno scorso e realizza progetti che possono contenere al loro interno specifiche richieste e microprogettazioni, assecondando le esigenze delle singole aziende, vale a dire “su misura”. Recentemente la nostra Organizzazione si è dotata di un servizio altamente specializzato che, ai già presenti ambiti di consulenza circa le formalità doganali e fiscali per la vendita all’estero, la contrattuali-

stica, la tutela dei marchi aziendali, ecc., aggiunge un tassello che prevede la nuova figura dell’export manager, professionista al quale è affidato l’orientamento ai mercati più a misura di azienda. L’obiettivo è indirizzare le attività di promozione e marketing verso le mete più opportune, evitando inutili sprechi di denaro o attese non concretizzabili. La ristrutturazione dei vigneti è la misura più diffusamente utilizzata poiché è legata a singole domande. Viene resa applicativa con determinazioni annuali che fissano regole e priorità. L’ultima misura, relativa agli investimenti, è sottoposta alla regola della “demarcazione”, che consiste nel non ammettere interventi che possono già essere ricompresi in altre fonti di finanziamento, iniziando dal PSR. Fino all’an-

no scorso a tale misura, di fatto limitata ai soli punti vendita extra aziendali, era assegnato un budget molto limitato. Per il 2019, invece, la misura investimenti viene estesa anche ai punti vendita in azienda, allo scopo di favorire l’accoglienza enoturistica, un’attività in crescita che rappresenta un “pezzo” di economia sempre più importante per il nostro territorio. In relazione a questa misura, Coldiretti evidenzia la necessità di estenderla ad ulteriori azioni e di renderla confacente a più realtà, con adeguati finanziamenti. Gli uffici Coldiretti sono aperti per ogni ulteriore ragguaglio, finalizzato alla conoscenza, ma soprattutto alla programmazione, poiché è fondamentale impostare con cura le attività e gli investimenti aziendali.

21.069.000 euro

Budget totale per bandi regionali OCM vino

10.500.000 euro

Promozione vini piemontesi sui mercati extra UE

7.443.000 euro

Ristrutturazione e riconversione dei vigneti

3.126.000 euro

Finanziamento di punti vendita aziendali


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SPECIALE A. L’osservatorio Cimice Asiatica B. Il monitoraggio sul territorio

regionale e la gestione dei dati C. Coordinamento della difesa contro

la cimice asiatica, focus sul nocciolo D. Cimice asiatica, dallo svernamento

alla colonizzazione delle colture E. Prove di lotta contro la cimice

asiatica in noccioleto F. Eliminazione del simbionte

intestinale: una nuova strategia G. Parassitoidi oofagi: conoscenze

attuali e prospettive future

Il recente convegno promosso dall’Osservatorio Cimice Asiatica ha fatto il punto sulla diffusione dell’insetto sul nostro territorio e ha presentato i primi risultati della ricerca applicata portata avanti nel corso del 2018. Nelle prossime pagine trovate le informazioni e gli spunti emersi nel convegno, utili per organizzare al meglio la futura campagna.


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SPECIALE CIMICE ASIATICA

A L’Osservatorio Cimice Asiatica L’anno appena concluso è stato nuovamente interessato dalla presenza della cimice asiatica sul nostro territorio. È dal 2012 che questa specie aliena di cimice, originaria della Cina e del Giappone, infastidisce la popolazione e provoca danni alle colture nel nostro Paese. L’Halyomorpha halys appartiene alla famiglia dei pentatomidi, provoca danni ai vegetali (ma non a persone, animali o cose) in tutte le fasi del proprio ciclo biologico,

dalle neanidi allo stadio adulto, attraverso l’apparato boccale pungente-succhiante, con il quale si nutre a scapito delle cellule vegetali. Si tratta di una specie fortemente invasiva innanzitutto perché sverna al riparo dal freddo in anfratti o direttamente nelle case per poi fuoriuscire in primavera, poi perché è molto prolifica: sono certe due generazioni per anno e almeno 8-10 ovideposizioni per femmina.

Preoccupano i danni, in quanto la cimice asiatica può nutrirsi su più di 300 specie vegetali, selvatiche e coltivate. Tra le specie coltivate, le fruttifere sono le più colpite, in particolare ciliegie, albicocche, pesche, susine, kiwi, mele, pere, nashi, ma anche vite e nocciolo. Seguono gli ortaggi (fagioli, peperoni, asparagi, pomodori), piccoli frutti e i cereali (soia e mais). Riportiamo di seguito le caratteristiche per riconoscere la cimice asiatica.

STADIO GIOVANILE: CARATTERI DISTINTIVI

ADULTO: CARATTERI DISTINTIVI

I giovani di cimice asiatica presentano spine sul torace e banda di colore biancastro su tutte le zampe, caratteristiche che li contraddistinguono visivamente dalle altre forme giovanili.

L’adulto è di colore grigio-marrone, misura da 12 a 17 mm, con alcuni caratteri cromatici che permettono di distinguerlo: disegno del bordo dorsale dell’addome e nervature nere sulla parte membranosa del primo paio di ali.

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Tante le attività di ricerca intraprese per individuare soluzioni pratiche e arginare i danni, dalle reti ai trattamenti fitosanitari, con un’attenzione particolare alla lotta biologica e ai metodi alternativi di lotta. Molte di queste proposte sono state illustrate al convegno tenutosi a Cherasco il 12 dicembre scorso, cui hanno preso parte oltre 400 persone tra imprenditori, ricercatori e studenti universitari. Il convegno ha presentato i primi risultati della ricerca applicata portata avanti dall’Osservatorio Cimice Asiatica, costituito ad inizio 2018, che raggruppa ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, della Fondazione Agrion, del Settore Fitosanitario Regionale

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Il convegno promosso dall’Osservatorio Cimice Asiatica il 12 dicembre scorso

e i tecnici Coldiretti, con il contributo economico di Fondazione CRC, Ferrero Hazelnut Company e Regione Piemonte.

Riportiamo di seguito le informazioni e gli spunti emersi nel convegno di Cherasco per organizzare al meglio la futura campagna.

CIMICE ASIATICA, FRUTTO AMARO DELLA GLOBALIZZAZIONE “I parassiti alieni - ha commentato il nostro Delegato Confederale Roberto Moncalvo (in foto) durante il convegno di Cherasco - sono frutti amari della globalizzazione. La cimice asiatica non è la prima né sarà l’ultima delle minacce alla nostra agricoltura”. “Abbiamo già superato emergenze gravi come il cinipide

B

del castagno, oggi abbiamo un’importante squadra al lavoro per arginare un’invasione che danneggia i noccioleti e molte altre colture in tutta la Regione - ha proseguito Moncalvo -. I passi avanti fatti nell’ultimo anno sono significativi e le prospettive concrete sono buone, anche se resta molta strada da fare”.

Il monitoraggio sul territorio regionale e la gestione dei dati Lorenzo Martinengo | Coldiretti Cuneo

Per tutto il 2018, i tecnici Coldiretti sono stati impegnati in un lavoro di monitoraggio capillare della cimice asiatica sul territorio regionale. Questo il cuore dell’intervento che ha rimarcato l’importanza e la necessità da parte delle aziende di effettuare queste buone pratiche agricole monitorando gli appezzamenti per verificare la reale presenza della cimice. Tutti gli insetticidi, infatti, agiscono unicamente per contatto, quindi con presenza del patogeno e il comportamento “veloce” e mobile della cimice asiatica rende indispensabile il controllo della presenza in campo. Esistono due tipi di monitoraggio:

quello attivo (monitoraggi visivi e frappage), che non ha limiti di applicazione potendosi adottare su tutti i tipi di coltura e facilmente applicabile dalle imprese, e quello passivo (attraverso le trappole attrattive), che però deve essere gestito correttamente in quanto se condotto in maniera errata potrebbe provocare un aumento del danno. Le trappole utilizzate, infatti, contengono un feromone di aggregazione molto potente, in grado di attirare le cimici presenti nell’ambiente, pertanto non devono mai essere installate dentro gli appezzamenti. Il lavoro svolto dai 65 tecnici di Coldiretti ha portato all’individua-

zione di 88 punti di controllo attivo tramite frappage - lo scuotimento delle branche delle piante alle prime luce dell’alba per catturare tutti gli insetti che cadono dalle stesse - sui quali sono stati effettuati 397 campionamenti. Sono, inoltre, stati installati 249 punti di monitoraggio passivi tramite trappole attrattive americane, controllate 4740 volte durante tutta l’annata agraria, da maggio ad ottobre. Sono state monitorate tutte le colture e sono molto interessanti i dati ottenuti dall’indagine: in totale sono state catturate quasi 131.000 cimici adulte e quasi 57.000 neanidi di tutte le età. Lo studio delle catture ha per-


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CIMICE ASIATICA

messo di “aiutare” le imprese a scegliere i momenti corretti per l’esecuzione dei trattamenti, verificando se necessari, e a delineare l’andamento delle generazioni nell’annata 2018, identificando il

momento della comparsa delle prime ovature e delle neanidi e la seconda generazione. Sono stati così identificati i “picchi” di catture e della presenza nei vari areali regionali e in tutta l’annata

agraria. Il monitoraggio, pertanto, deve diventare parte integrante dello studio delle cimice per adottare corrette strategie di lotta nelle aziende agricole.

ANDAMENTO REGIONALE DELLE CATTURE NELLE TRAPPOLE, IN EVIDENZA LE DUE GENERAZIONI

20000

18068

18000 16000 14000 12000 10000

Totale adulti

8989

Totale giovani

8000 6000

4862

4579 3352

4000 1235

2000 0 11/5/2018

ATOMIZZATORI -TRINCIATRICI DISERBATRICI MECCANICHE 11/6/2018

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11/8/2018

11/9/2018

11/10/2018

11/11/2018

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Coordinamento difesa contro la cimice asiatica, focus sul nocciolo Vittone Graziano, Simone Bardella, Maria Corte e Claudio Sonnati | Fondazione Agrion

La Fondazione Agrion ha relazionato sul coordinamento della difesa contro la cimice asiatica, con un focus sul nocciolo e sul “tipo” di correlazione esistente tra le due diverse tipologie di monitoraggio, attivo e passivo, nei confronti del danno da cimiciato nelle campionature corilicole degli appezzamenti indagati. Il coordinamento tecnico, gestito settimanalmente dalla Fondazione Agrion, che ha visto come partecipanti il Servizio Fitosanitario Regionale e i tecnici di Coldiretti, altre organizzazioni, Ascopiemonte ed Asprocor, ha avuto in primis, durante il corso della stagione corilicola, la funzione di coordinare le attività di difesa nei confronti della cimice asiatica sul territorio piemontese, stabilendo la necessità di effettuare interventi con-

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tenitivi attraverso i dati scaturiti dall’attività di monitoraggio. Inoltre, essendo il nocciolo soggetto ad altre avversità, è stato definito volta per volta durante i coordinamenti un programma di difesa e di pratiche colturali il quale veniva inoltrato, attraverso una nota tecnica (Info Nocciòlo), a tutti i partecipanti del coordinamento a fine di ogni incontro. Un’ulteriore attività è stata la valutazione di una possibile correlazione fra l’entità della popolazione monitorata e il danno effettivamente arrecato alla produzione, attraverso la rielaborazione dei dati ottenuti dai monitoraggi effettuati sul territorio dai tecnici dei diversi Enti partecipanti al coordinamento, che ha dimostrato solo in parte la sua significatività. Il controllo visivo (frappage) ha

dimostrato una maggiore significatività rispetto ai dati ottenuti con le trappole in funzione del danno subito e che l’interpolazione dei dati ottenuti delle due tipologie di monitoraggio, attivo e passivo, ha permesso un posizionamento ottimale degli interventi nei confronti della cimice con conseguente riduzione dei danni alla raccolta. Si ritiene pertanto opportuno, nel corso del prossimo anno, proseguire nei rilievi finalizzati a individuare il periodo di fuoriuscita della popolazione svernante e, con il monitoraggio, il trasferimento verso le colture sensibili, in maniera da posizionare in modo ottimale gli interventi già da inizio stagione, mediando l’abbattimento dei primi individui fuoriusciti dallo svernamento.

Cimice asiatica, dallo svernamento alla colonizzazione delle colture Lara Bosco, Marco Giuseppe Pansa, Luciana Tavella | DISAFA, ULF Entomologia Generale e Applicata, Università degli Studi di Torino

Lo studio della bioetologia di che si è insediata nella coltivazioHalyomorpha halys, a partire dalla ne (ad esempio, il nocciolo) e ha fuoriuscita dai siti di svernamendato il via alla generazione succesto fino alla colonizzazione delle siva, con un aumento esponenziacolture, può rivelarsi estremamenle della popolazione. te utile nell’ottica di una gestione Gli adulti abbandonano i rifugi integrata che preveda di contenere invernali da fine febbraio, nelle gli adulti prima dell’inizio dell’ovigiornate più calde, sino a inizio deposizione. giugno, con picchi di fuoriuscita di È infatti nota la difficoltà di contrasolito1 ad aprile-maggio, in relaziotmc bozza1:Layout 1 24-11-2008 16:59 Pagina stare la cimice asiatica una volta ne alle annate (seconda metà di

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aprile nel 2018). Nelle prove di svernamento la sopravvivenza degli adulti è stata variabile dal 34% nel 2016 al 18% nel 2018. Gli adulti sopravvissuti si disperdono poi sul territorio, coprendo anche lunghe distanze di volo, alla ricerca delle prime piante ospiti. Già a partire da aprile gli adulti rispondono ai feromoni di aggrega-


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CIMICE ASIATICA

zione disponibili in commercio (ad esempio, Trécé), come emerso dalle prove condotte nel 2018. Questa risposta precoce ai feromoni può presentare utili ricadute applicative nella gestione degli adulti svernanti, difficili da trovare in questa fase di dispersione. I movimenti della cimice sulle diverse piante ospiti sono stati indagati in cinque aree di circa 100 ettari ciascuna, caratterizzate da presenza di policoltura. Durante i campionamenti, i primi adulti di H. halys sono stati rinvenuti su robinia, noce, quercia, pioppo, ciliegio e nocciolo. Il maggior numero, tuttavia, è stato catturato sulle piante situate in prossimità (entro 5 metri) delle trappole a feromoni, indipen-

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dentemente dalla specie vegetale. L’utilizzo della tecnica dell’immunomarcatura nelle cinque aree ha poi consentito di ricavare informazioni aggiuntive sui movimenti della cimice asiatica in primavera. Tale tecnica consiste nel trattare con proteine, quali caseina o albumina, probabili siti di svernamento e prime piante ospiti, così da permettere la marcatura diretta degli insetti presenti, o indiretta di quelli giunti secondariamente sulle superfici trattate. Le cimici catturate (con trappole collanti o direttamente sulla vegetazione) vengono poi singolarmente analizzate attraverso saggio enzimatico immuno-assorbente (ELISA). È stato così possibile

creare una mappa di distribuzione degli adulti svernanti ed evidenziare la grande mobilità di H. halys e l’attiva ricerca di piante ospiti idonee. Inoltre, la distribuzione degli individui provenienti dai siti di svernamento, o dalle prime piante ospiti disponibili, è risultata poco influenzata dal gradiente di distanza, quindi piuttosto omogenea nelle aree indagate. Questo porta a considerare, tra le possibili strategie di lotta, anche l’individuazione dei “corridoi” dai siti di svernamento alle piante ospiti, e l’impiego precoce dei feromoni di aggregazione per aumentare l’attrattività dei primi ospiti vegetali.

Prove di lotta contro la cimice asiatica in noccioleto Giovanni Bosio | Settore Fitosanitario Regione Piemonte

Nel corso del 2018 sono state realizzate prove di contenimento dei danni da cimice asiatica in alcuni noccioleti dell’Albese. Una prova, finanziata da Regione Piemonte, prevedeva il confronto tra diverse linee di intervento con la distribuzione sia di insetticidi convenzionali usati contro le cimici sia di prodotti con possibile azione repellente o fagodeterrente (ad esempio caolino, zeolite e fertilizzanti fogliari). La seconda prova, finanziata da Ferrero Hazelnut Company, prevedeva invece la ripetizione di tre diverse linee di difesa in due noccioleti caratterizzati da una diversa gestione della chioma delle piante: in un caso (La Morra) non “controllata”, mentre nel secondo (Grinzane Cavour) sottoposta a interventi di potatura per contenerne lo sviluppo. Le prove sono state realizzate da Sagea Centro di Saggio Srl. La presenza delle cimici nei noccioleti è stata periodicamente monitorata con controlli visivi e “frappage” per stabilire le date dei trattamenti. L’efficacia delle diverse linee di difesa è stata valutata confrontando le percentuali di cimiciato dei frutti in prima e seconda epoca di raccolta.

PROVA A) Sagea - Settore

5. 5 trattamenti: Lambdacialo-

Fitosanitario Sono state messe a confronto con il Testimone non trattato le tesi seguenti: 1. 5 trattamenti: Lambdacialotrina, Acetamiprid, Lambdacialotrina, Etofenprox, Etofenprox. 2. 5 trattamenti: Lambdacialotrina, Caolino + Sapone molle, Acetamiprid, Caolino + Sapone molle, Etofenprox. 3. 5 trattamenti con Zeolite a Chabasite micronizzata in sospensione acquosa. 4. 5 trattamenti con Zeolite a Chabasite in polvere.

6.

trina, Fertilizzante fogliare, Acetamiprid, Fertilizz. fogliare, Etofenprox. 5 trattamenti: Lambdacialotrina, Zeolitite micron. + Rameico, Acetamiprid, Zeolitite micron. + Rameico, Etofenprox.

PROVA B) Sagea - Ferrero Hazelnut Company In due noccioleti sono state messe a confronto con il Testimone non trattato le tesi seguenti: 1. 5 trattamenti: Etofenprox, 2 Acetamiprid, Etofenprox, Lambdacialotrina (tra le due raccolte).


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2. 4 trattamenti: Etofenprox,

Acetamiprid, Etofenprox, Lambdacialotrina, abbinati a un fertilizzante fogliare. 3. 4 trattamenti: Etofenprox, Acetamiprid, Etofenprox, Lambdacialotrina. Nella prima prova la presenza di cimice asiatica nel noccioleto oggetto della prova (come in molti altri) è aumentata notevolmente nel periodo di raccolta. Nella prima raccolta le percentuali di cimiciato, piuttosto ridotte (4% nel non trattato) non presentavano differenze statisticamente significative tra le diverse tesi. Nella seconda epoca di raccolta l’incidenza del cimiciato è aumentata, raggiungendo il 19% sul Testimone non trattato. Le sole tesi che hanno determinato una riduzione statisticamente significativa della percentuale di cimiciato sono state la T1 (5 trattamenti con soli insetticidi) con una percentuale pari a 9,8 e la T2 (3 insetticidi + 2 trattamenti caolino e sapone molle) con una percentuale pari a 10,8. Le altre tesi non si sono differenziate in modo significativo

dal Testimone non trattato. Nella seconda prova la percentuale di danno da cimiciato nel Testimone non trattato è stata decisamente minore nel noccioleto di Grinzane (media 16,9%) rispetto al noccioleto di La Morra (media 28,3%), dove le piante avevano uno sviluppo eccessivo, non regolato da specifici interventi di potatura. Tutte le tesi hanno determinato una riduzione significativa della percentuale di cimiciato (tra il 60 e il 75%) che però si è attestata a livelli tra l’8-10% a La Morra e 4-5 % a Grinzane. Non sono risultate differenze significative tra le tesi: il trattamento insetticida posizionato tra la prima e la seconda raccolta o l’aggiunta di un fertilizzante fogliare ai trattamenti insetticidi non paiono aver contribuito a una riduzione dei danni. L’annata 2018 è stata caratterizzata in molte aree corilicole da una comparsa tardiva della cimice asiatica, le cui popolazioni sono però aumentate in modo consistente proprio a ridosso del periodo di raccolta, con la comparsa di danni

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da cimiciato ancora rilevanti. Nelle prove realizzate i risultati migliori sono stati ottenuti con 4 o 5 trattamenti con insetticidi di sintesi e in minor misura, in un caso, con tre insetticidi di sintesi alternati a 2 trattamenti con caolino e sapone molle. I prodotti con azione di diversa natura (repellenti, fagodeterrenti, fertilizzanti fogliari) non hanno manifestato in queste prove risultati significativi. Va sottolineato comunque che anche i trattamenti con insetticidi di sintesi, anche se risultati più efficaci, faticano a contenere i danni da cimiciato al di sotto dei livelli tollerabili per l’industria di trasformazione. La loro efficacia, inoltre, trattandosi di prodotti attivi soprattutto per contatto, è inferiore nei casi di chiome molto fitte e sviluppate in altezza. Considerate le difficoltà di lotta alla cimice asiatica anche in un’annata con minor pressione dell’insetto, sarà senz’altro opportuno proseguire nella sperimentazione in campo anche nel prossimo anno.


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CIMICE ASIATICA Eliminazione del simbionte intestinale: una nuova strategia Bianca Orrù, Elena Gonella, Alberto Alma | DISAFA, Università degli Studi di Torino

In considerazione della rilevanza economica di Halyomorpha halys in Europa e in particolar modo in Italia, è importante sviluppare nuovi metodi di lotta a basso impatto ambientale contro questo insetto. Un approccio innovativo e interessante per la lotta alla cimice asiatica trae vantaggio dalle simbiosi intestinali di questi emitteri. Come altri eterotteri, i pentatomidi dipendono da batteri simbionti primari che forniscono loro nutrienti essenziali mancanti nella dieta. Questi simbionti vengono trasmessi verticalmente alle neanidi neonate da una secrezione rilasciata dalla madre sulla superficie dell’uovo. Uno degli studi condotti dal DISAFA dell’Università di Torino è stato quello di sperimentare un controllo alternativo e promettente ad H. halys, basato sull’eliminazione del simbionte primario intestinale Pantoea carbekii. Il lavoro è stato svolto in maniera da rispondere ai seguenti punti: • quali prodotti antimicrobici utilizzare in campo, in seguito a prove di laboratorio; • quando intervenire in campo; • come interferiscono queste sostanze con i nemici naturali di H. halys. Per valutare il primo aspetto, sono state effettuate prove di laboratorio volte a misurare la mortalità delle neanidi emerse da ovature trattate con tre fertilizzanti integrati presenti in commercio (Den-

tamet®, Bio-D®, Keos®) e uno in fase sperimentale. Il Dentamet®, essendo emerso come il prodotto più efficace, è stato impiegato anche per prove di semi-campo, che hanno confermato la sua attività rispetto al controllo. Al fine di rispondere al secondo quesito, la realizzazione di una curva di ovideposizione attraverso il campionamento delle ovature effettuato nel corileto del DISAFA da giugno a settembre 2018, ha fornito indicazioni preliminari sul periodo ottimale di utilizzo in campo dei prodotti saggiati in laboratorio e semi-campo. Per verificare l’interazione tra l’applicazione dei prodotti antimicrobici utilizzati in precedenza e l’attività degli antagonisti naturali di H. halys, sono state allestite tre prove (Dentamet®, controllo trattato con acqua distillata, controllo non trattato) con i parassitoidi oofagi

indigeni Anastatus bifasciatus e Ooencyrtus telenomicida. Dalle osservazioni sulle emergenze dei parassitoidi e/o delle neanidi di H. halys non è stata riscontrata alcuna differenza significativa tra le tre tesi, sia per A. bifasciatus che per O. telenomicida, a dimostrazione che l’applicazione di Dentamet® non incide sull’attività dei parassitoidi. Questo lavoro è solamente uno studio preliminare che dovrà essere ulteriormente perfezionato in campo. Per sviluppi applicativi sarà necessario verificare l’efficacia e la persistenza dei prodotti utilizzati in laboratorio e semi-campo, l’efficienza di azione in relazione all’assenza delle ovature al momento del trattamento e l’interazione con altri nemici naturali della cimice asiatica, come gli eterotteri predatori.

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CIMICE ASIATICA Parassitoidi oofagi: conoscenze attuali e prospettive future Silvia T. Moraglio, Sara Visentin, Luciana Tavella | DISAFA, ULF Entomologia Generale e Applicata, Università degli Studi di Torino

Quando viene accidentalmente introdotto un fitofago esotico, generalmente arriva non accompagnato dal complesso di nemici naturali che nell’area di origine possono contenerne efficacemente le infestazioni. È il caso della cimice asiatica (Halyomorpha halys) che nel proprio areale è mantenuta sotto controllo da vari limitatori fra cui i parassitoidi oofagi, come Trissolcus japonicus. Parassitoidi oofagi appartenenti ai generi Anastatus, Telenomus e Trissolcus, cioè piccoli imenotteri in grado di ovideporre e svilupparsi all’interno delle uova delle cimici, sono comuni in Piemonte. Pertanto, nel triennio 2016-2018, le indagini sono state volte alla ricerca sul territorio di parassitoidi indigeni che fossero in grado di adattarsi all’ospite esotico. In particolare, sono state raccolte in campo ovature di cimici indigene da cui sono stati ottenuti adulti dei generi Telenomus e Trissolcus, utilizzati poi in prove di laboratorio per verificarne l’efficacia su uova fresche di H. halys. Purtroppo questi parassitoidi hanno attaccato e in parte anche ucciso le uova, ma non sono riusciti a svilupparsi. Parallelamente sono state raccolte uova di H. halys (oltre 17.500 nel 2016, 11.300 nel 2017 e 15.600 nel 2018) e, sia nel 2016 sia nel 2017, il 12-13% di queste uova sono risultate parassitizzate prevalentemente da Anastatus bifasciatus,

oofago generalista, e solo occasionalmente da Telenomus sp. e Trissolcus sp. Quest’ultima specie, ritenuta più promettente, è stata saggiata nel 2018 in prove di rilascio in campo, ma con scarsi risultati. Nel 2018, la parassitizzazione delle uova di H. halys raccolte in campo è salita al 19%, per un aumento sia di A. bifasciatus che di Trissolcus spp., fra le cui specie è stato reperito anche T. japonicus. Nello stesso periodo il parassitoide esotico è stato rinvenuto in Lombardia, mentre in Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige è stato rilevato Trissolcus mitsukurii, altro antagonista esotico di H. halys. Anche in Nord America, a partire dal 2014, è stata segnalata la presenza in campo di T. japonicus,

e sono tuttora in corso studi sulla sua diffusione (sembra infatti diffondersi soprattutto in ambienti boschivi) e attività nei confronti di H. halys. Inoltre, questi parassitoidi non sono specifici, quindi sarà necessario valutarne l’impatto negli agroecosistemi mediante studi di risk assessment, come quelli in corso presso il CABI di Delémont, in Svizzera. In conclusione, nei prossimi anni occorrerà non abbassare la guardia nei confronti della cimice asiatica mettendo in atto le strategie di difesa risultate più efficaci e sostenibili, poiché l’eventuale equilibrio tra insetti dannosi e utili (indigeni o esotici) necessita di anni per stabilizzarsi e non deve essere disturbato dall’impiego di insetticidi.


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SIAMO PRESENTI A: Bra, Carrù, Ceva, Cherasco, Dogliani, Fossano, Racconigi e Sommariva del Bosco. SIAMO SIAMO PRESENTI PRESENTI PRESENTI A:A:Bra, A:Bra, Bra, Carrù, Carrù, Carrù, Ceva, Ceva, Ceva, Cherasco, Cherasco, Cherasco, Dogliani, Dogliani, Dogliani, Fossano, Fossano, Fossano, Racconigi Racconigi Racconigi e eSommariva eSommariva Sommariva del del del Bosco. Bosco. Bosco. SIAMO


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MOVIMENTI

Dino Ambrogio è Vicepresidente dell’Associazione Pensionati regionale

PENSIONATI: CAVALLINO RIELETTO PRESIDENTE REGIONALE Pierluigi Cavallino è stato confermato alla guida dell’Associazione Pensionati di Coldiretti Piemonte al termine dell’Assemblea elettiva, svoltasi il 13 dicembre scorso a Torino, alla presenza del Presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e del Delegato Confederale Bruno Rivarossa. Due i Vicepresidenti eletti: Dino Ambrogio, Presidente dell’Associazione Pensionati di Cuneo, ed Emilio Simonelli, Presidente dell’Associazione Pensionati di Novara. Cavallino, agricoltore di Poirino in provincia di Torino, conduce insieme alla figlia Marina un’azienda a indirizzo cerealicolo ed orticolo, con allevamento di bovini di razza Piemontese. Ringraziando per la fiducia che gli è stata rinnovata, Pierluigi Cavallino ha dichiarato: “È un orgoglio poter proseguire a lavorare sui progetti che abbiamo già avviato sui nostri territori e farli diventare sempre più capillari. Sicuramente ho a cuore temi quali la salute, la prevenzione e l’alimentazione, oltre alle tematiche più marcatamente sindacali, ma più di tutto sono convinto che dovremo operare in sinergia con gli altri movimenti della nostra Organizzazione, Donne Impresa e Giovani Impresa perché, in particolare a questi ultimi, siamo chiamati

Da sinistra: Emilio Simonelli, Pierluigi Cavallino (neo Presidente Associazione Pensionati di Coldiretti Piemonte), Roberto Moncalvo e Dino Ambrogio.

a trasmettere l’esperienza che abbiamo accumulato nel tempo”. “Ci impegniamo - ha concluso Cavallino - in questo importante momento di raccolta firme per la petizione contro il cibo anonimo a dare il nostro contributo, su tutti i territori, a favore della difesa della salute e della prevenzione dalle frodi alimentari”. Il progetto di Coldiretti si basa anche sull’importante contributo che l’Associazione Pensionati dà e darà nel tempo. I pensionati

rappresentano il forte anello di congiunzione tra la tradizione ed il futuro e mantengono un ruolo importante nel trasmettere il loro sapere. La nuova agricoltura, che concilia innovazione e tradizione, non può fare a meno del patrimonio di esperienza dei pensionati all’interno delle aziende. Rappresentano un’importantissima risorsa, per l’esperienza che hanno alle spalle e per la voglia di dimostrare ancora il loro valore.

Sono aperte le iscrizioni al prestigioso concorso nazionale

GIOVANI, SCATTA LA CORSA ALL’OSCAR GREEN 2019 Parte la corsa all’Oscar Green 2019, il concorso di Coldiretti Giovani Impresa che premia l’innovazione in agricoltura. Le iscrizioni al concorso, giunto alla 13esima edizione, sono aperte fino al 18 marzo 2019. È possibile partecipare attraverso il

sito web giovanimpresa.coldiretti.it oppure direttamente sul sito www.oscargreen.it, scegliendo la categoria per la quale si vuole concorrere. L’Oscar Green punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradi-

zioni e ai prodotti locali. Ma è più di un concorso: è il resoconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi, affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli, che creano sviluppo e lavoro.


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Nella nostra Regione le aziende under 40, rispetto all’ultimo anno, sono aumentate del 30%, a dimostrazione che i giovani sono fondamentali per il rinnovamento dell’agricoltura italiana nella quale sanno cogliere nuove opportunità di reddito e crescita. Tra il 2014 e il 2016 in Piemonte

sono state avviate complessivamente più di 10.000 imprese individuali con titolare di età compresa tra i 15 e i 29 anni; il loro numero è cresciuto del 54,7% in tre anni. Delle 2800 aziende avviate nel 2014, inoltre, il 70,7% è ancora operativo a quattro anni di distanza. Particolarmente positiva la perfor-

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mance delle aziende giovanili nel settore agricolo, contraddistinto da un indice di sopravvivenza superiore alla media (87,3%), da un numero notevole di nuove iscrizioni (9,3% del totale) e da un incremento molto significativo di nuove attività imprenditoriali nell’ultimo anno (+453%).

LE CATEGORIE DI CONCORSO IMPRESA 4.TERRA Premierà i progetti dei giovani che hanno creato una cultura d’impresa agricola esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e abilità progettuale.

SOSTENIBILITÀ Premierà i progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti e risparmiando energia e materiali.

NOI PER IL SOCIALE Premierà i progetti che realizzano servizi e prodotti che rispondono a bisogni della persona e della collettività e, al tempo stesso, creano valore economico e sociale.

CAMPAGNA AMICA Premierà i progetti che valorizzano i prodotti tipici su scala locale, nazionale e mondiale, rispondendo alle esigenze di sicurezza e qualità dei consumatori.

FARE RETE Premierà i modelli di imprese, cooperative, consorzi e società agricole, che fanno rete con i soggetti della filiera per massimizzare i vantaggi di aziende e consumatori.

CREATIVITÀ Premierà la creatività di idee capaci di apportare un’innovazione di prodotto e/o di processo che renda più efficiente la produzione aziendale.

Per le nostre imprenditrici il 2018 è stato un anno ricco di impegni

DONNE IN PRIMA LINEA NELLE SFIDE DI COLDIRETTI In occasione del coordinamento Donne Impresa che si è svolto nel mese di dicembre, Donne Impresa ha confermato l’impegno a sostenere la raccolta firme “Eat Original - Scegli l’origine!” promossa dalle principali Organizzazioni europee di agricoltori e di tutela dei consumatori. Durante l’incontro sono intervenuti il Direttore di Coldiretti Cuneo, Tino Arosio, e la Responsabile provinciale di Donne Impresa, Silvia Viazzi, che hanno ribadito l’importanza di una normativa che imponga di indicare in etichetta l’origine degli ingredienti di tutti gli alimenti, per tutelare le nostre aziende agricole dalle frodi alimentari, garantire trasparenza ai consumatori e proteggere la salute di tutti. Si è parlato, inoltre, di fatturazione elettronica insieme al Vicedirettore

di Coldiretti Cuneo, Lauro Pelazza, e di contratti di filiera insieme a Davide Roà dell’area tecnicoeconomica di Coldiretti Cuneo. Per il coordinamento Donne Impresa è stato un anno ricco

di impegni che hanno visto le imprenditrici agricole protagoniste nelle sfide di Coldiretti, con l’auspicio che il 2019 sia l’anno della definitiva riscossa dell’agroalimentare Made in Italy.


CUNEO Sede provinciale: Cuneo – piazza Foro Boario, 18 tel. 0171447211 fax 0171447300 – tutti i giorni* direttore: Tino Arosio *Orario apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30 martedì e venerdì pomeriggio dalle 14 alle 17

ALBA Corso Matteotti, 7 - tel. 0173292711, fax 0173292777 tutti i giorni* Segretario di zona: Cesare Gilli Canale - Via B.Fenoglio,2 - mar. 8.30-12 e 14-17 - tel. 0173978333 apertura straordinaria da gennaio a giugno il giovedì 8.30-12.00 Lequio Berria - Piazza Roma (palazzo Protezione Civile) mercoledì 9-11.30 - tel. 0173522017 Mango - Palazzo Comunale, P. XX Settembre, piano secondo lunedì 9-11.30 - tel. 014189704 Neive – Via XX Settembre, 10 - merc. 8.30-12 - tel. 0173677137 Santo Stefano Belbo – Corso IV Novembre 35 - Tel. 0141840635 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30 martedì e venerdì pomeriggio dalle 14 alle 17

BRA Via A. Mathis, 3 - tel. 0172429411 - fax 017244920 - tutti i giorni* Segretario di zona: Giorgio Bergia Cherasco - Corso L. Einaudi, 1/A giovedì 8.30-12 - tel. 0172489465 La Morra – Via Richieri, 1 presso sede Avis - lun. 8.30-12 tel. 0173509794

CEVA Piazza Cappuccini - tel. 0174701103 - fax 0174700203 - tutti i giorni* Segretario di zona: Gianni Gentile Garessio – Piazza Bava, 5 - giovedì 8.30-12 Monesiglio – Municipio - martedì 8.30-12 Murazzano – Via Roma, 34 (c/o Municipio) venerdì 8.30-12 - tel. 0173791611 Ormea – Piazza Romita, 6 - 2º e 4º sabato 9-12 Saliceto – Municipio (piano terra) - 4º venerdì 9- 12

CORTEMILIA Via Alfieri, 15/a - Cond. Viola, 2 Segretario di zona: Cesare Gilli tel. e fax 017381153 - ogni martedì 8.30-12 e 14-17 venerdì 8.30-12 apertura straordinaria da gennaio a giugno il venerdì’ 14-17

Piazza Foro Boario, 18 - tel. 0171447227 - fax 0171447400 - tutti i giorni* Segretario di zona: Massimo Meineri Borgo San Dalmazzo – Via Lovera, 50 - giovedì 8.30-12 Boves – Via Moschetti, 8 - merc. 8.30-12 - tel. 0171387441 Busca - C.so Giolitti,10 - c/o CAP - merc./ven. 8.30-12 - tel. 0171944567 Caraglio - Via Vecchia di Cuneo n.2 merc. 8.30-12 - tel. 0171618532 Chiusa Pesio - P. Cavour, 14 - venerdì 8.30-12 - tel. 0171734125 Demonte – Via Martiri e Caduti Libertà, 20 giovedì 8.30-12 - tel. 0171955079 Dronero – Via Garibaldi, 16 - lun./ven. 8.30-12 - tel. 0171905551 Peveragno - Via Piave, 23 - lunedì 8.30-12 - tel. 0171339785 Roccavione – Via Barale, 38 - mercoledì 8.30-12 Tarantasca – Municipio - 1º e 3º lunedì 8.30-12 Villafalletto – V. Roma, 28 - martedì/giovedì 8.30-12 - tel. 0171938650

FOSSANO Via Foro Boario, 3 - tel. 0172698711 - fax 0172698777 - tutti i giorni* Segretario di zona: Corrado Bertello Benevagienna - Via G. Marconi, 21 venerdì 8.30-12 - tel. 0172654884 Centallo – Via Ospedale, 30 - c/o Cassa di Risparmio lunedì, martedì, giovedì ore 8.30-12 - tel. 0171214814

MONDOVÌ Via Biglia, 5 - tel. 0174560211 - fax 0174560300 - tutti i giorni* Segretario di zona: Gianni Gentile Carrù - P. Mercato, 6 - lun./giov. 8.30-12 - tel. 0173759130 Dogliani -P. Umberto I, 21 - mar./ven. 8.30-12 - tel. 0173721269 Morozzo – Via Marconi, 60 - lunedì 8.30-12 - tel. 0171772285

SALUZZO Via Circonvallazione, 25/h - tel. 0175210211 - fax 0175210300 - tutti i giorni* Segretario di zona: Mario Dotto Bagnolo P. - Via Einaudi 1 - mercoledì 8.30-12 - tel. 0175348340 Barge – Piazza S. Giovanni martedì/giovedì 8.30-12 - tel. 0175343337 Lagnasco – Saletta CRS (entrata cortile Municipio) - martedì 9-11 Paesana – Via Roma, 35 - venerdì 8.30-12 - tel. 0175987299 Sampeyre – P.zza della Vittoria, 45 venerdì 8.30-12 - tel. 3381947007 Sanfront – Piazza Statuto - lunedì 8.30-12 - tel. 0175986214 Venasca – Via G. Marconi, 5 - lunedì 8.30-12 - tel. 0175567109

SAVIGLIANO Piazza Schiaparelli, 10 - tel. 0172727000 - fax 0172715903 - tutti i giorni* Segretario di zona: Daniele Caffaro Caramagna Piemonte – Municipio - mercoledì 9,30-12 Cavallermaggiore – Via Roma, 112 - lunedì 8.30-12 - tel. 0172389306 Racconigi – Piazza Vitt. Emanuele - giovedì 8.30-12 - tel. 0172820705


EVENTI

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A Carrù, oltre al mercato Campagna Amica la raccolta firme di Coldiretti

ALLA FIERA DEL BUE GRASSO FIRME PER L’ETICHETTA D’ORIGINE Giovedì 13 dicembre a Carrù, in occasione della Fiera nazionale del Bue Grasso, è andato in scena un variegato mercato di Campagna Amica. In piazza Divisione Alpina Cuneense, davanti al Padiglione dedicato alla degustazione del bollito, sono state protagoniste le eccellenze agroalimentari stagionali, 100% italiane, delle aziende agricole aderenti alla rete Campagna Amica. Oltre venti i produttori dal Cuneese, dalle altre province piemontesi e dalla Liguria, che hanno proposto capponi, lumache, ortofrutta, formaggi, salumi, farine, prodotti da forno, riso, miele, vino e olio. Per i visitatori è stata un’ottima occasione per acquistare gustose specialità a pochi giorni delle festività natalizie, ma anche un’opportunità per partecipare alla raccolta firme “Eat Original - Scegli l’origine!”, che ha visto coinvolti gli

imprenditori agricoli del movimento Giovani Impresa Coldiretti. A Carrù, infatti, i nostri giovani imprenditori sono stati ambasciatori dell’Iniziativa dei Cittadini Europei promossa da Coldiretti contro il cibo anonimo. Hanno trasmesso il

messaggio ai visitatori della Fiera e raccolto centinaia di firme, con l’obiettivo di tutelare il Made in Italy e le aziende agricole italiane, garantendo al contempo il diritto dei consumatori ad un’informazione chiara e corretta in etichetta.

Premiato per il grande impegno a tutela della razza bovina piemontese

FEDELTÀ AL LAVORO, “SIGILLO D’ORO” A CARLO GABETTI Lo scorso 8 dicembre a Boves si è svolta l’annuale cerimonia di consegna delle onorificenze “Fedeltà al Lavoro”, indetta dalla Camera di Commercio di Cuneo. Oltre ai diplomi e alle medaglie assegnate ad industriali, commercianti, artigiani, cooperative e coltivatori, sono stati consegnati alcuni riconoscimenti speciali. Il premio “Cuneese nel Mondo” è andato a Baldassarre Monge, 84 anni, imprenditore saviglianese fondatore dell’omonima azienda di alimenti per cani e gatti. Sei “Sigilli d’Oro” sono andati ad altrettanti personaggi che si sono particolarmente distinti nei diversi settori economici. Tra i vincitori del Sigillo d’Oro 2018

Carlo Gabetti (in foto), premiato dall’Ente camerale per lo spirito associazionistico sempre dimostrato a favore del mondo agricolo e per la capacità e l’impegno investiti nella certificazione delle eccellenze cuneesi, strumento strategico per lo sviluppo dell’imprenditoria locale. Il doglianese Gabetti, classe 1950, ha iniziato nel 1985 la carriera come dirigente in Coldiretti, da consigliere della sezione di Dogliani fino a componente di giunta della Federazione provinciale di Cuneo. Presidente di Coalvi dal 2005, è stato promotore dell’iter per la certificazione IGP Vitelloni Piemontesi della Coscia, ottenuta nel 2017.


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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

GENNAIO: OPERAZIONI COLTURALI, METEO E CURIOSITÀ Il nome “gennaio” deriva dal Dio romano Giano (Ianuarius), antica divinità che veniva preferibilmente collocata accanto o nei pressi delle porte delle abitazioni e dei templi o agli ingressi dei ponti, indicando un mutamento e un passaggio. Per questo motivo, gennaio è il primo mese dell’anno, mese che apre le porte agli altri. Dal punto di vista agricolo e agronomico, gennaio rappresenta il mese di riposo delle attività di campo, ma fondamentale per l’impostazione della futura campagna. I produttori dotati di certificazione biologica hanno, infatti, l’obbligo di

In ottemperanza a quanto disposto dal Decreto 22 gennaio 2014 (PAN), punto A.7.2 “Difesa integrata obbligatoria” presentare il piano annuale delle produzioni (PAP), in scadenza il 31 gennaio, con una stima delle future produzioni dell’anno. Gennaio, inoltre, segna l’inizio dell’attività di aggiornamento dei fascicoli aziendali, basilare per una corretta impostazione delle rotazioni colturali e per la diversifi-

cazione delle colture. A tal proposito: • per le aziende biologiche la rotazione prevede il ritorno della stessa coltura sull’appezzamento soltanto dopo il succedersi di due colture principali (a fascicolo) diverse, di cui una leguminosa. Ricordiamo che da quest’anno il sovescio non conta più ai fini della rotazione colturale; • per le aziende aderenti alla Misura del PSR 10.1.1 (ex 214.1) per la lotta integrata, la rotazione prevede il susseguirsi di tre colture differenti nei cinque anni, con al massimo un ristoppio per coltura; • le aziende che richiedono la PAC hanno l’obbligo di incrementare il numero di colture per soddisfare il greening e la diversificazione colturale. Anche i proverbi locali fanno intendere l’importanza del mese sulla futura annata agraria: “Freddo e asciutto di gennaio, riempiono il granaio”. Per quanto riguarda il meteo, sarà un mese caratterizzato da temperature basse con gelate notturne e poche precipitazioni. Di seguito le principali operazioni colturali del mese. CEREALI Non sono necessari interventi.

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PICCOLI FRUTTI Sul mirtillo proseguire nelle operazioni di potatura delle piante. FRUTTA Proseguire nella potatura, da interrompere invece su albicocco, ciliegio e pero, in modo particolare sulle varietà Abate Fetel, Conference e Decana del Comizio.

Ricordiamo di gestire correttamente le ferite di potatura: le più grandi vanno protette con pasta cicatrizzante o cera mentre le più piccole si possono coprire con l’applicazione di rame. NOCCIOLO A gennaio fanno la prima comparsa i fiori femminili sul nocciolo.

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Non sono necessari interventi. ORTICOLE Gennaio è il mese da dedicare all’impostazione del lavoro della futura ed imminente campagna agraria. VITE Continuare con la potatura.

LA COLTURA DEL MESE: IL CARDO Il cardo è un ortaggio invernale tipico della tradizione contadina cuneese, specialmente per l’utilizzo nella “bagna caoda”. Viene seminato nel mese di luglio/agosto in pieno campo, a file distanti circa 2 m, e 4-5 cm tra piante. Il cardo è una coltura rustica che richiede poche cure e concimazioni. È importante, però, mantenere pulito il suolo dalle malerbe.

Viene raccolto nel mese di gennaio e febbraio in maniera scalare. Prima della raccolta, circa 20-25 giorni prima, occorre procedere con la pratica dell’imbianchimento, che consiste nel piegare a terra le piante di cardo coprendole con appositi teli. Questa pratica serve per garantirne le caratteristiche peculiari: la curvatura dovuta alla piegatura e la colorazione biancastra dovuta

alla mancanza di clorofilla. Il cardo gobbo di Nizza, ad esempio, è così chiamato proprio per la tipica curvatura. Alla raccolta vengono eliminate e lasciate in campo le radici e le punte. Si asporta il vegetale dal colletto fino alle punte capitozzate, le cosiddette coste, che costituiscono la parte edule dell’ortaggio.

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NATURA CURIOSA

Il frutto e i suoi semi nella tradizione popolare italiana, da Nord a Sud

CACHI: LA FORMA DEI SEMI DICE CHE INVERNO SARÀ? La natura si manifesta con fenomeni che affascinano ed attirano da sempre il nostro interesse: le caratteriste morfologiche e/o comportamentali dei diversi esseri viventi, come le proprietà fisico-chimiche di ciò che ci circonda, sono da sempre stati oggetto di osservazione e di studio. Si è cercato di dar loro spiegazioni, avvalorate o meno dal mondo scientifico, pur di soddisfare l’innata curiosità del genere umano. Talvolta, sviscerare questi aspetti ha fatto emergere delle verità scientifiche, altre volte ha dato origine a credenze, molte altre ancora ha semplicemente fornito

Questo vegetale appartiene alla famiglia botanica delle Ebanacee, dal greco ébenos, termine che designa un legno molto duro, pesante e di colore scuro, noto con il nome generico di ebano. All’interno di questa famiglia la specie più nota è il Dyospyros kaki, originaria della Cina Settentrionale. Anche in tal caso l’etimologia è greca: Diospyros, che identifica il genere, deriva da Diós (di Giove) e pyrós (frumento, frutto), ovvero “frutto divino”, mentre il termine kaki, identificativo della specie, è di origine giapponese.

spunti che poi trovano riscontro nella vita quotidiana delle diverse culture e società. Emblematico è il caso del seme dei frutti di cachi. II frutto del cachi è una bacca con polpa giallo-rossastra più o meno croccante o deliquescente a maturità, contenente generalmente quattro grossi semi, se il frutto è il risultato di un processo di fecon-

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stoviglie: cucchiaio, forchetta e coltello. Il voler dare una spiegazione scientifica alla forma del germoglio, associata probabilmente all’epoca di raccolta tardo-autunnale delle bacche e quindi al momento in cui viene sezionato il seme per l’osservazione, ha fatto sì che nella tradizione rurale del Nord Italia la forma assunta dall’embrione fosse correlata ad una previsione del clima invernale. La forma a cucchiaio dell’embrione sarebbe associata alla previsione di un inverno con abbondanti nevicate (con quindi palate, cucchiaiate di neve), la forma a forchetta sarebbe sintomo di

Sezione di semi di cachi con le differenti forme dell’embrione

un inverno mite, con poca neve (la forchetta difficilmente riesce a spostare o accumulare neve) mentre la forma a coltello sarebbe premonitrice di un inverno tagliente e molto freddo. Più concreti e meno fantasiosi sono i napoletani. Nel dialetto campano, il cachi viene chiamato Legnasanta, perché tagliando a metà la polpa della bacca si può vedere un triangolo bianco che ricorda la sagoma di Cristo in croce. A questo punto sorge il dubbio, chi avrà ragione? La tradizione rurale del nord o quella campana? A voi lettori la curiosità di verificare!

Sezione della bacca di cachi con immagine di Cristo in croce

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dazione gamica. Se invece lo sviluppo del frutto avviene per effetto della partenocarpia, ovvero senza l’intervento dei gameti, la bacca risulta priva di semi. Veniamo all’aspetto che da secoli suscita la fantasia e la curiosità dell’uomo. Provando a sezionare longitudinalmente i semi, si potrà osservare immerso nell’endosperma (ammasso di sostanze di riserva di colore marrone scuro) l’embrione, ovvero l’abbozzo della futura pianta con radichette, fusto e foglie, di colore albino. Questo può assumere tre differenti forme che ricordano le tre

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CONSULENZA LEGALE

Il bene donato dev’essere stimato in base al valore di mercato attuale

SUCCESSIONE: QUAL È IL VALORE DI UN TERRENO DONATO Recentemente la Cassazione si è pronunciata su una questione relativa al valore dei beni donati in vita ai fini della successione. Il caso riguarda tre fratelli. Il padre in vita decide di donare un terreno agricolo alla figlia, la quale intende seguire le orme dei genitori coltivatori diretti. Dopo qualche anno la ragazza abbandona l’idea di proseguire l’attività agricola e decide di vendere il terreno ricevuto in regalo per 15.000.000 delle vecchie lire. Morto il padre, si apre la successione e i fratelli si accorgono che nel patrimonio rimane ben poco e che la donazione fatta in vita dal padre lede la loro quota di legittima. All’unanimità decidono di fare causa alla sorella. Piccolo particolare: alla data di

apertura della successione, quel terreno donato alla sorella è diventato edificabile e il suo valore stimato ammonta ad 108.000 euro. Com’è noto, la donazione può essere rimessa in discussione nell’ambito della futura successio-

ne. Gli eredi che dovessero risultare danneggiati dalla generosità del defunto possono impugnare la donazione entro dieci anni dalla morte. Il nostro ordinamento giuridico, infatti, prevede che in seguito alla

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morte di una persona, al coniuge e ai figli del defunto sia in ogni caso riservata una certa quota del suo patrimonio, indipendentemente dalla sua volontà e anche contro la sua volontà. Nel caso in esame, la donazione fatta in vita dal padre ha leso la quota di legittima dei due figli. Il problema che si pone è però il seguente: per calcolare la quota del terreno che spetta ai due legittimari, quale valore bisogna attribuire al bene donato? Il valore al momento della donazione oppure il valore al momento della morte del donante? 15.000.000 delle vecchie lire oppure 108.000 euro? Il Codice civile risolve il quesito stabilendo che per calcolare la quota di legittima occorre aver riguardo al valore dell’immobile al momento dell’apertura della successione, quindi al valore del terreno divenuto edificabile. La Corte di Appello condanna, quindi, la ragazza a versare ai fratelli la quota di riserva calcolata sul valore del terreno edificabile. Purtroppo la ragazza ha già venduto il bene e si trova a dover pagare

ai legittimari una somma ingente, che di fatto non ha mai ricevuto. La donna impugna la sentenza sostenendo che per stabilire la quota di legittima occorre conferire alla massa ereditaria solo il valore rappresentato dall’effettivo arricchimento di cui essa ha goduto a seguito della donazione. Se così non fosse, i fratelli sarebbero favoriti, nella determinazione delle loro quote ereditarie, dall’aumento del valore del terreno. Secondo la ricorrente, se il valore del bene donato dev’essere quantificato al momento dell’apertura della successione, occorre tenere in considerazione, ai fini del computo del valore, i miglioramenti che hanno interessato l’immobile fino a quel momento. Difatti, per legge il valore del bene al momento dell’apertura della successione dev’essere ridotto in ragione del valore delle migliorie apportate al bene, ivi comprese quelle realizzate dall’acquirente. La donna sostiene che la sopravvenuta edificabilità del terreno possa essere considerata una

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miglioria, quale incremento di valore del fondo, che deve essere scomputata dal valore dell’immobile donato. La Corte di Cassazione rigetta però il ricorso affermando che l’acquisizione da parte del fondo di un’attitudine edificatoria prima mancante non può essere considerata miglioria. Il cambiamento della destinazione del bene non dipende da un’attività del donatario o del terzo acquirente diretta ad incrementare il valore del bene: non è correlato ad un esborso del donatario. Viceversa, tale mutamento rappresenta una variabile economica da tenere in conto ai fini della stima del bene al momento dell’apertura della successione. Pertanto, il donatario vende a proprio rischio e pericolo se cede il bene oggetto di donazione prima del momento dell’apertura della successione. Nulla da fare, quindi, per la ragazza, che si è vista costretta a pagare una considerevole somma ai fratelli per la donazione ricevuta in vita dal padre.

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CONSULENZA FINANZIARIA

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Credito: nuove misure a cui possono accedere le piccole imprese

MORATORIA PER LE IMPRESE: PROROGATA L’OPPORTUNITÀ Si rinnova per il biennio 2019-2020 l’impegno del sistema bancario, attraverso l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), a supportare le micro, piccole e medie imprese operanti nei diversi settori produttivi, nell’ambito del processo di consolidamento della ripresa economica e di riequilibrio della struttura finanziaria aziendale. Un impegno nato dalla collaborazione che, dal 2009, vede coinvolte in prima linea le Associazioni di rappresentanza del mondo produttivo, in primis Coldiretti, mediante il quale è stato possibile immettere liquidità nel sistema produttivo per circa 25 miliardi di euro. Attraverso l’intervento “Imprese in Ripresa 2.0”, le aziende in una condizione di regolarità per quanto concerne il rimborso dei finanziamenti in essere, a decorrere dal 1° gennaio 2019 hanno la possibilità di sospendere, per un periodo massimo di 12 mesi, il pagamento della quota capitale delle rate in scadenza. Un’opportunità che, fino al 31 dicembre 2020 (termine di validità dell’Accordo), potrà consentire di alleggerire la gestione finanziaria e generare risorse utili per la copertura delle spese correnti. Per usufruire di tale possibilità è necessario verificare, innanzitutto, che la banca con la quale sono stati stipulati i finanziamenti a me-

dio e lungo termine - perfezionati anche tramite il rilascio di cambiali agrarie - per i quali si intende presentare domanda per l’adozione della moratoria, abbia aderito all’iniziativa e, quindi, valutare con la stessa le modalità di applicazione, anche in termini di condizioni ed eventuali garanzie. Parallelamente, è prevista la possibilità di richiedere l’allungamento dei mutui in essere, fino ad un massimo del 100% della durata residua del periodo di ammortamento, oltre che per quanto riguarda il credito a breve termine, sia ordinario, che agrario. Tale intervento di allungamento può consentire di ottenere una riduzione, anche apprezzabile, della rata

di ammortamento, rispetto a quella originaria. Tali azioni possono essere richieste a condizione che, nel corso dei 24 mesi precedenti, non si sia già usufruito delle stesse. Affinché, inoltre, l’Accordo siglato possa gettare le basi per uno sviluppo duraturo del tessuto imprenditoriale italiano, entro il primo trimestre 2019 è stata concordata tra le parti firmatarie la definizione di un documento contenente misure di carattere strutturale quali: l’avvio e il funzionamento della riforma del Fondo di garanzia per le PMI e l’operatività delle garanzie Ismea (riguardanti direttamente il settore primario), lo sviluppo e la valorizzazione delle garanzie private, l’ottimizzazione dell’utilizzo dei fondi strutturali europei dedicati allo sviluppo territoriale.

Prima di richiedere l’applicazione delle citate misure, è opportuno effettuare un’attenta valutazione rispetto al posizionamento finanziario dell’impresa. Per una consulenza si contatti CreditAgri Italia al numero 0171 447350.

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SERVIZI ALLA PERSONA

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Si verifichino con attenzione i possibili errori sulle richieste dell’INPS

INDEBITO SU RED, COMUNICAZIONI DALL’INPS La Direzione Centrale INPS sta inviando a numerosi pensionati una lettera con la richiesta di restituzione di quote di pensione riferite principalmente all’anno 2016 per quei soggetti che in tale anno avrebbero superato limiti di reddito previsti dalle vigenti normative. Tali indebiti, a detta dell’Istituto, sarebbero derivati sia dal controllo incrociato con l’Agenzia delle Entrate, relativamente alle dichiarazioni fiscali presentate nel corso del 2017, che dai modelli RED inviati dai pensionati nel medesimo anno. Bisogna evidenziare che, sulla base di quanto previsto dall’art. 13 della Legge 412/1991, qualora non vi sia stato un comportamento doloso del pensionato, l’INPS può formulare la richiesta di restituzio-

ne dell’indebito entro il 31 dicembre dell’anno solare successivo al momento in cui ne è venuto materialmente a conoscenza. Decorso tale termine, l’Istituto può rettificare l’importo pensionistico in pagamento, ma non può richiedere in restituzione quanto

pagato in eccedenza. Invitiamo tutti coloro che dovessero ricevere la comunicazione INPS a verificare presso gli uffici EPACA se la richiesta sia stata effettuata nei termini ovvero se sia necessario presentare una specifica istanza in opposizione a tale indebito.

RIDUZIONE CONTRIBUTIVA PER TITOLARI DI PENSIONI DIRETTE ULTRA65ENNI ridotto della metà. Si precisa che il beneficio non è applicabile ai lavoratori autonomi già pensionati delle gestioni ex Ipost, ex Inpdap ed ex Enpals, che abbiano compiuto l’età di 65 anni. Gli associati Coldiretti che compiono 65 anni di età nel corso dell’anno 2019 possono chiedere tale riduzione presentandosi presso gli uffici EPACA di Coldiretti.

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Come noto, la Legge 449/1997 ha previsto che per i lavoratori autonomi già pensionati presso le gestioni dell’INPS con più di 65 anni di età, le cui pensioni sono state liquidate con il sistema misto/retributivo, il contributo previdenziale può essere, a richiesta, applicato nella misura della metà; il relativo supplemento di pensione viene corrispondentemente

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SERVIZI ALLA PERSONA

Le tutele INAIL previste per lavoratori dipendenti e autonomi

MALATTIE PROFESSIONALI E INFORTUNI SUL LAVORO Durante lo svolgimento dell’attività lavorativa si può essere esposti ad una molteplicità di rischi. Capita spesso di sentire gli interessati lamentarsi per problematiche fisiche che nel tempo sono peggiorate, soprattutto in relazione ed a causa del lavoro svolto in ambito professionale. Non tutti sanno che questa situazione particolare potrebbe rientrare, a buon diritto, nel riconoscimento della malattia professionale da parte dell’INAIL. Sono in molti, infatti, a pensare che questo tipo di indennizzo sia riservato solo ai lavoratori dipendenti, mentre anche i lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani, commercianti, ecc.), versando regolarmente la loro quota di contributi infortunistici, hanno titolo ad ottenere, in determinate situazioni, tali indennità.

MALATTIA PROFESSIONALE La malattia professionale è una patologia che si realizza in funzione di una causa o concausa lenta nel tempo che sia riconducibile ad

una o più attività svolte e ripetute nell’arco di più anni. Alcune tipologie di attività lavorative, come lavorazioni edili, lavorazioni industriali, lavorazioni agricole, ecc., si esplicitano nella ripetizione di movimenti e nell’esposizione ad agenti che, con il trascorrere del tempo, possono provocare una patologia. Secondo la vigente normativa, qualora venga riconosciuta la malattia professionale (tunnel carpale, tendinite, ecc.) e dalla stessa derivi una percentuale di invalidità permanente, verrà erogato un indennizzo una tantum per i danni dal 6 al 15% ed una rendita mensile per i danni cui venga riconosciuta una percentuale superiore al 15%.

MALATTIE TABELLATE E NON Le malattie tabellate sono quelle elencate nelle tabelle - una per l’industria e una per l’agricoltura - allegate a provvedimenti legislativi in cui viene riportato, oltre al tipo di malattia e alla lavorazione, anche il periodo massimo di indennizzabilità da quando è

cessata l’esposizione. Nelle tabelle sono inserite 85 malattie per l’industria e 24 per l’agricoltura. Le malattie professionali non tabellate sono quelle non elencate nelle tabelle per le quali è il lavoratore deve “dimostrare” l’origine professionale.

DENUNCIA DI MALATTIA L’INAIL con la circolare n. 10 del 2016 ha confermato che per i lavoratori autonomi agricoli - titolari e coadiuvanti coltivatori diretti - e per i lavoratori subordinati a tempo determinato, la denuncia di malattia professionale dev’essere effettuata dal medico mediante (l’invio del certificato medico che funge anche da denuncia). È importante che tali patologie siano denunciate all’INAIL tempestivamente al fine di poter ottenere, dimostrato in nesso con l’attività lavorativa, il giusto indennizzo. A titolo esemplificativo si elencano alcune patologie che potrebbero essere ricondotte a malattie professionali.

PATOLOGIE

LAVORAZIONI

TUNNEL CARPALE

La sindrome del tunnel carpale può essere riconosciuta a chi è impegnato in lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento di posture incongrue e impegno di forza.

TENDINITI

Le tendiniti della spalla, del gomito, del polso, della mano possono colpire chi è occupato in lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento di posture incongrue e impegno di forza.

ERNIA AL DISCO

Può contrarre ernia discale lombare chi è impegnato in lavorazioni di movimentazione manuale dei carichi, svolte in modo non occasionale, o in lavorazioni svolte con macchine.

ASMA BRONCHIALE

L’asma bronchiale può colpire chi è esposto a polveri di granaglie, pollini da coltivazioni di graminacee, spore fungine, acari, derivati dermici, deiezioni animali, ecc.

MALATTIE CAUSATE DA RADIAZIONE SOLARI

Cheratosi, epiteliomi cutanei delle sedi foto esposte e altre malattie possono essere causate dall’esposizione professionale alle radiazioni solari.

DERMATITE ALLERGICA

Può derivare dalle sostanze usate nello svolgimento dell’attività lavorativa.


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INFORTUNIO SUL LAVORO L’assicurazione obbligatoria INAIL, oltre che le malattie professionali, copre ogni incidente avvenuto per “causa violenta in occasione di lavoro” da cui derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni. La causa violenta è un fattore che opera dall’esterno nell’ambiente di lavoro, con azione intensa e concentrata nel tempo. Può essere provocata da sostanze tossiche, sforzi muscolari, microrganismi, virus o parassiti e da condizioni climatiche e microclimatiche. In sintesi, una causa violenta è ogni aggressione che dall’esterno danneggia l’integrità psico-fisica del lavoratore. L’occasione di lavoro è rappresentato dalle situazioni, comprese quelle ambientali, nelle quali si svolge l’attività lavorativa e nelle quali è imminente il rischio per il lavoratore. Il D. Lgs. 151/2015, attuativo del Jobs Act, pone a carico dell’INAIL l’obbligo di trasmissione all’Autorità di pubblica sicurezza delle informazioni concernenti le denunce di infortunio, esonerando il datore di lavoro da tale adempimento. Tale obbligo rimane a carico del datore di lavoro e del titolare del nucleo coltivatore diretto, relativamente agli infortuni mortali o con prognosi superiore a trenta giorni.

Per i coltivatori diretti e i datori di lavoro agricoli (anche per i lavoratori a tempo determinato) nulla è cambiato nei confronti dell’INAIL: è obbligatorio denunciare telematicamente gli infortuni all’Istituto entro due giorni dall’evento infortunistico. La corretta denuncia di infortunio, presentata nei termini di legge, attiva l’iter di indennizzo della indennità temporanea ed, eventualmente, l’indennizzo dei postumi che derivino dallo stesso. Per l’inoltro della denuncia non è sufficiente il foglio del Pronto soc-

corso, ma bisogna necessariamente usufruire dell’assistenza presso gli uffici del Patronato EPACA di Coldiretti.

Il Patronato EPACA garantisce una qualificata consulenza medico-legale in materia di infortuni sul lavoro, malattie professionali, prestazioni di invalidità civile e invalidità INPS. l patrocinati possono usufruire della consulenza medica presso l’Ufficio provinciale EPACA. Per un appuntamento rivolgersi agli Uffici Zona o telefonare al numero 0171 447265.

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COOPERAZIONE

In aumento il “peso delle carte” che rallenta l’attività delle imprese

BUROCRAZIA: “CAPPIO” PER 7 AZIENDE SU 10 Nell’ultimo anno, in più di 7 aziende su 10 (il 72,7%) è aumentato il tempo perso per colpa della burocrazia, che ha assorbito in media due mesi di lavoro. È quanto emerge da una rilevazione a livello nazionale fra le realtà associate dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in relazione agli ultimi dati Istat che a ottobre segnalavano un calo per l’industria sia del fatturato (-0,5%) che degli ordinativi (-0,3%). Per la competitività delle imprese e per una ripartenza dell’economia è necessario alleggerire il carico burocratico che rallenta l’attività e quindi la reattività del sistema produttivo ai cambiamenti di mercato. Un insieme di regole per rapportarsi con la macchina della Pubblica Amministrazione - dal Fisco ai Comuni, dall’INPS all’INAIL - è fondamentale per un corretto rapporto fra lo Stato e il mondo produttivo. È necessario riorganizzare il sistema in modo che le aziende non debbano affrontare obblighi di compilazione e conservazione documentali che creano un’impressionante massa di carte e fanno perdere ore di lavoro. La situazione più pesante si rileva nelle cooperative sociali, dove l’81% dice di aver visto aumentare nel corso del 2018 i tempi assorbiti dalla burocrazia, contro un 16% che ha dichiarato di non aver notato

variazioni di rilievo e solo un 3% ha affermato di aver visto una diminuzione. Situazione simile in agricoltura, dove per 7 imprese su 10 la situazione è peggiorata, mentre nel campo dei servizi il 41% ha dichiarato di non aver rilevato cambiamenti significativi, ma per il restante 59% c’è stato un aggravio dei tempi per carte e bolli. In generale, è aumentato in media di oltre 1/4 (+26,5%) il tempo rubato dalla burocrazia al lavoro ordinario con un picco del 29,4% nelle cooperative di servizi e del 27,7% in quelle sociali, considerando un campione di piccole realtà con meno di 10 dipendenti e fino a 2 milioni di euro di fatturato e di medie cooperative con più di 50

dipendenti e oltre 10 milioni di euro di fatturato. Il costo della burocrazia sul sistema delle imprese italiane pesa per circa 5 miliardi di euro all’anno, ai quali si aggiungono i costi legati alla cosiddetta “burocrazia dei pagamenti” della Pubblica Amministrazione: per il 2017 restano ancora 24 miliardi da saldare, con un tempo medio di pagamento di 55 giorni, mentre nel primo semestre del 2018 l’attesa si è ridotta a 37 giorni. Tuttavia, fra i 496 Enti pubblici peggiori pagatori a livello nazionale si rileva un ritardo di 200 giorni dalla scadenza della fattura, con punte di oltre 500 giorni e il saldo di appena 1/3 del totale del valore.

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Nel 2018 organici invariati o potenzianti in 8 realtà sociali su 10

LAVORO: IL WELFARE TRAINA L’OCCUPAZIONE Il welfare e l’assistenza ad anziani, disabili, donne e bambini in difficoltà ha trainato il lavoro nel 2018, con 6 cooperative sociali su 10 che dichiarano di aver aumentato gli occupati di oltre il 28% nell’ultimo anno. È quanto emerge dall’analisi, diffusa a dicembre, dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) fra le realtà associate su tutto il territorio italiano. Secondo Uecoop, il settore che nel 2018 ha tenuto meglio sul fronte dell’occupazione è stato quello sociale, con il 16% delle realtà associate che ha dichiarato di aver diminuito gli addetti, a fronte di un 84% che ha invece affermato di averli aumentati o di aver continuato a lavorare con gli stessi dipendenti di prima. Un trend legato alla spesa sociale dei Comuni italiani che, seppur in diminuzione, si attesta su una media di 141 euro per abitante durante l’anno. Il record di investimenti spetta ai Comuni del Friuli Venezia Giulia con 346 euro, seguiti dalla Sardegna con 309 e dalle provincie di Bolzano (275 euro) e Trento (218 euro). Tenuto conto che il mondo cooperativo socio-sanitario segue già 7 milioni di italiani grazie al lavoro di oltre 355.000 addetti, la sfida del futuro è potenziare l’assistenza creando un sistema che integri ri-

sorse pubbliche e private, formando personale altamente professionalizzato in grado di rispondere al meglio alle richieste del mercato del lavoro e rilanciando così anche l’occupazione. Uecoop punta sui valori che contraddistinguono un modello di vera cooperazione in grado di dare un contributo reale alla soluzione dei problemi del Paese: dal lavoro ai migranti, dallo sviluppo economico al welfare. Per un sistema opposto a quello che guarda alla cooperazione come a uno strumento per risparmiare sul costo del lavoro e sulla qualità dei servizi o come a un modo per sfruttare il business delle migrazioni. Il mondo delle cooperative in Italia

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SALUTE

Sportello d’ascolto ANFAA attivo presso l’ASL CN1, ex Villa Santa Croce

ADOZIONI E AFFIDAMENTI: L’IMPEGNO DELL’ANFAA Un’Associazione di volontariato formata da famiglie adottive e affidatarie, figli adottivi e affidati: è l’ANFAA, che ogni anno offre un affetto in più ad un centinaio di nuovi minori. Attraverso la collaborazione di esperti e di chi ci è già passato promuove l’informazione e il sostegno per coppie, singoli e famiglie sia in relazione all’adozione che all’affido. A Cuneo l’ANFAA è attiva dal 1982, grazie ad alcuni cittadini sensibili alla tematica di proporre soluzioni alternative all’inserimento in comunità per minori con difficoltà familiari. In primo luogo si propongono interventi diretti ad assicurare alle famiglie di origine i necessari servizi sociali e assistenziali. Marcella Cavallera Amerio, Presidente dell’ANFAA Cuneo, e Silvia Audisio vantano una lunga esperienza di auto mutuo aiuto, come famiglie affidatarie/adottive: “Aiutare bambini e adolescenti in difficoltà a trovare il caldo abbraccio di una famiglia dà soddisfazioni così grandi da ricompensare dell’impegno e dell’energia che

richiede. Si instaurano legami solidi e duraturi, che restano per tutta la vita. Entrambe abbiamo figli biologici e questa esperienza ha arricchito tutti i componenti dei nostri nuclei”. L’ANFAA collabora con il Consultorio familiare dell’ASL CN1, l’équipe affidi del Consorzio Socio Assistenziale e la Cooperativa Emmanuele, con una rete professionale di alta qualità. L’associazione è aperta al pubblico con lo sportello d’ascolto nella sede dell’ASL

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I fattori di rischio e gli esami per una corretta diagnosi

INFEZIONI DELLA PELLE, MICOSI O DERMATITE? Le micosi sono infezioni della cute e degli annessi, provocate da microrganismi chiamati funghi o miceti che fanno parte della flora microbica dell’uomo, dell’animale, del terreno. In particolare, sono frequenti le infezioni da dermatofiti, un gruppo di funghi responsabili di quelle lesioni che interessano gli strati superficiali ricchi di cheratina come la cute, le unghie ed i peli.

FATTORI DI RISCHIO L’incidenza di tali infezioni ha subìto un costante incremento negli ultimi anni e si stima che interessi il 20-25% della popolazione globale. Questo progressivo aumento è dovuto a diversi fattori: • cambiamenti climatici; • utilizzo assiduo di impianti sportivi (palestre, piscine); • utilizzo di vestiario occlusivo;

• crescente diffusione di animali • • •

da compagnia; aumento delle malattie metaboliche e vascolari correlate al progressivo invecchiamento della popolazione; terapie immunosoppressive; utilizzo non sempre oculato di farmaci antibatterici.

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Il test micologico è un esame strumentale che consiste in un prelievo totalmente indolore di un campione biologico della zona sospetta, finalizzato a chiarire la natura delle infezioni, differenziarle da altre patologie ed impostare una terapia mirata. Il test micologico si compone di due fasi: • l’esame micologico diretto, ossia l’analisi al microscopio del materiale prelevato per evidenziare la presenza dei miceti; • l’esame micologico colturale, ossia l’identificazione dell’agente infettante mediante semina del materiale prelevato su un opportuno terreno di coltura che consenta la crescita degli eventuali miceti.

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SCADENZE

25 GENNAIO ACQUISTI - CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili e trimestrali per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti rispettivamente nel mese di dicembre e nel 4° trimestre 2018.

31 GENNAIO DENUNCIA DELLE RETRIBUZIONI RELATIVE ALLA MANODOPERA AGRICOLA Entro tale data, devono essere trasmesse, in via telematica all’INPS (ex Scau) le denunce delle retribuzioni corrisposte agli operai agricoli a tempo determinato ed indeterminato nel trimestre ottobre-dicembre 2018.

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IMPRENDITORI AGRICOLI ESONERATI Gli imprenditori agricoli in regime di esonero ai sensi dell’art. 34, comma 6 del DPR 633/1972 devono verificare di non avere superato nel corso del 2018 il limite di 7.000 euro di volume d’affari (cessioni per almeno due terzi di prodotti prima parte tabella A). Al superamento del limite decadono dal regime di esonero con obbligo di tenuta della contabilità con effetto dal 1° gennaio dell’anno successivo, comunicando entro 30 giorni la variazione all’Agenzia delle Entrate. VARIAZIONI COLTURALI ANNO 2018 Entro tale data, i soggetti che hanno effettuato la variazione di coltura nel corso dell’anno 2018 devono presentare all’Agenzia del Territorio apposita denuncia. Sono esclusi i soggetti che richiedono contributi ad AGEA per i quali le variazioni vengono effettuate automaticamente.

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COMUNICAZIONE DEI SOCI ALLE COOPERATIVE AGRICOLE IN REGIME AGRICOLO I soci delle cooperative agricole devono comunicare di possedere i requisiti per l’applicazione della detrazione IVA in base alle percentuali di compensazione. In sostanza la dichiarazione del socio deve attestare soltanto che i prodotti conferiti sono di propria produzione come da circolare ministeriale n. 328/97. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 25 ovvero 39, secondo comma D.P.R. 633/72, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente.

15 FEBBRAIO FATTURAZIONE DIFFERITA Scade il termine per l’emissione e la registrazione delle fatture differite relative ai beni spediti con documento di trasporto nel mese di gennaio.

18 FEBBRAIO (essendo il 16 sabato) VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nei mesi di gennaio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IVA MESE DI GENNAIO Annotazione di liquidazione per il mese di gennaio e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola, d’impresa e di lavoro autonomo, che nell’anno 2018 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro, se prestazione di servizio, o 700.000 euro per le altre attività. VERSAMENTO DEL SALDO RIVALUTAZIONE TFR Entro tale data i datori di lavoro devono versare il saldo dell’imposta sostitutiva dovuta sulle rivalutazioni TFR calcolate al 31 dicembre 2018 per i propri dipendenti. Entro il 16 dicembre era già stato versato un acconto pari al 90% delle rivalutazioni calcolate al 31 dicembre 2017. Il codice tributo da utilizzare è il 1713.

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Strumento utilissimo per chi opera in vigneto e in cantina

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belle e schemi per appuntare note e rilevamenti periodici importanti e le fasi fenologiche dell’anno. Insomma, Vitenda contiene tutto ciò che occorre per essere aggiornati ed avere sempre sottomano quanto e quando serve. Ogni giorno ha il suo aforisma o detto popolare o un piccolo grano di saggezza. Vengono ricordate le scadenze e gli eventi del settore, mentre sul foglio settimanale si riportano le DOC e le DOCG italiane con un’efficace sintesi del disciplinare di produzione. Non mancano, infine, le recensioni giornalistiche ed alcuni siti internet d’interesse specifico. La casa editrice di Vitenda, Vit.En., propone altri libri e manuali in materia di vite e vino, anche biologico. Buona lettura.


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