Il Coltivatore Cuneese n.05 anno 2019

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Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.

N. 05 Maggio 2019 - Anno 73

IN PRIMO PIANO

ATTUALITÀ

SPECIALE

IL “CONTRATTO COLDIRETTI” PER LE ELEZIONI EUROPEE 2019

PIANO DI CONTENIMENTO CINGHIALI, TEMPI RAPIDI PER L’OPERATIVITÀ

FARE FILIERA SUL TERRITORIO E PER IL TERRITORIO

Al centro PAC, origine in etichetta, accordi di libero scambio e standard produttivi

I danni sono già ingenti per il mais appena seminato e i prati destinati a foraggio

Crescono le progettualità di Coldiretti dai cereali agli ortaggi, dal latte alla frutta


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Riferimento internazionale di produzione “green” del mirtillo lanciato dalla rivista

The Journal of Record

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Piemonte

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OMMARIO 6

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FONDO

• Il nostro “contratto” per le elezioni europee Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario, 18 - 12100 CUNEO Direttore Amministrativo: Tino Arosio

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IN PRIMO PIANO

• Europarlamento, gli impegni Coldiretti da assumere

Direttore Responsabile: Tino Arosio Coordinamento di redazione: Francesca Vinai Grafica e impaginazione: Mara Chiardola Hanno collaborato: Cristina Allisiardi, Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Monica Brignone, Lorenzo Calorio, Luca Castellino, Damiano Dutto, Cesare Gallesio, Roberto Giobergia, Elena Gola, Hada Kamela, Vittorio Marabotto, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Nadia Olivero, Franco Parola, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Davide Roà. Progetto grafico: Edizioni il Coltivatore Srl - TEC arti grafiche Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 (CN) Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 e-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it Stampa e Concessionaria esclusiva della pubblicità: TEC arti grafiche, via dei Fontanili, 12 - 12045 Fossano (CN) Tel. 0172 695770 - Fax 0172 695898 e-mail: adv@tec-artigrafiche.it “Il Coltivatore Cuneese” Registrazione del tribunale di Cuneo n. 100 del 7/12/1955 Reg. Cronol. n. 3296 - 1 copia € 3.00 Abbonamento annuo € 30,00 Abbonamento annuo soci Coldiretti Cuneo € 5.00 Abbonamento annuo soci Coldiretti altre province € 20.00 - Altri abbonamenti ridotti € 6.00

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ATTUALITÀ

• IVA e pressione fiscale, no ad aumenti per le imprese • I pascoli piemontesi vanno difesi da lupi e canidi • Piano cinghiali, servono tempi rapidi per l’operatività • Moria kiwi, bene le risorse per riconvertire i frutteti • Meli, non è finita la conta dei danni da gelo 2018 • Tarlo asiatico: contributi in arrivo per i vivai colpiti • Primo insediamento giovani, aperto il bando ISMEA 2019 • Alternanza scuola-lavoro, aperto il bando • Ristrutturazione vigneti, le novità del bando 2019 • Montelupo, il Dolcetto nel “distretto” sostenibile • Nocciola Piemonte, avanti con il Consorzio di tutela • Nocciola delle Langhe, sì al disciplinare modificato • Ricetta elettronica, è scattato l’obbligo • Compral Latte, Tortalla confermato alla presidenza • Gestione acque irrigue, nuovi bandi regionali • In Italia addio a 100.000 ettari di terra coltivata • Influenza aviaria, misure di biosicurezza rafforzate

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RICAMBI AGRICOLI ASSORTIMENTO QUALITÀ PREZZO

• Modelli 730 e redditi, le agevolazioni in vigore

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FISCALE

LAVORO

• Decreto Flussi 2019, le quote di ingresso e conversione


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SPECIALE PROGETTI DI FILIERA

ECONOMICO

• Dalle vigne italiane lavoro per 1,3 milioni di persone

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GIORNATA

PULCINO e dell’

CAMPAGNA AMICA

• Agricoltura sociale, la rete Campagna Amica • Borgo San Dalmazzo, al via il mercato Campagna Amica • Coldiretti e LILT insieme contro i tumori

53/55 MOVIMENTI

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• Donne Impresa, eletto il nuovo Coordinamento • Ad Entracque la Festa provinciale Pensionati • Viaggio in Cilento e Costa Amalfitana

56/57 EVENTI

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58/61 CONSULENZA AGRONOMICA

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• Allevamento, arriva la consulenza che lo migliora • Mal dell’esca, sintomi e strategie di lotta • Maggio: curiosità, meteo e operazioni colturali

62/63 NATURA CURIOSA

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del

OVAIOLA

VI ASPETTA tutti i venerdì

GIORNATA

del

CONIGLIO VI ASPETTA

i seguenti venerdì

31 maggio 28 giugno

GIORNATA

delle

QUAGLIE FARAONE

e

da CARNE / PRONTE UOVA

VI ASPETTA

• Ailanto, l’invasione silenziosa delle aree verdi

64 CONSULENZA LEGALE

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• Polizza vita, quando il premio va agli eredi legittimi

67/71 SERVIZI ALLA PERSONA

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• Un ventaglio di convenzioni per i soci Coldiretti • Agevolazioni per le famiglie con la nuova Carta F6G • Rinnovo delle pensioni, ultimi aggiornamenti • Assegni familiari ai coltivatori diretti

72 COOPERAZIONE

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• Cooperative del vino in forte crescita • Negli asili nido c’è posto per 1 bambino su 4

74/75 SALUTE

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76/77 SCADENZE

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IN PRIMO PIANO FONDO

IL NOSTRO “CONTRATTO” PER LE ELEZIONI EUROPEE Roberto Moncalvo

Delegato Confederale Coldiretti Cuneo Arrivano le elezioni. In un sol colpo si eleggono i rappresentanti italiani al Parlamento europeo, il Presidente e il Consiglio regionale del Piemonte, e ben 179 Sindaci della Granda. Ai candidati Sindaci abbiamo già lanciato alcune sfide con la certezza che rafforzare le imprese agricole significa costruire il bene comune dei nostri paesi. Ai candidati Presidenti della Regione dedichiamo un momento particolare con un incontro che si svolgerà tra qualche giorno. A loro rappresenteremo il modello di sviluppo verso il quale una Regione come il Piemonte dovrebbe andare. Dedichiamo, invece, questo spazio alle elezioni europee. A quell’Europa che, da valore, ricchezza ed esempio per il mondo, oggi viene percepita come un problema. Entriamo nel merito. A chi sarà eletto a Strasburgo chiediamo una cosa semplice: che sappia tutelare e proteggere bene il nostro sistema agricolo e agroalimentare, dentro la difficile convivenza di interessi nazionali ed europei. Partiamo dalla PAC: non può essere messa in discussione né può diventare il borsino dal quale prelevare soldi per pagare i costi della Brexit o di altro. Non si deve tagliare, ma si deve cambiare perché torni ad essere lo strumento per sostenere redditi e occupazione, introducendo nuovi criteri come i costi di produzione, il lavoro e il valore aggiunto per suddividere le risorse fra gli Stati membri e per quantificare i contributi alle imprese. Con la PAC, la trasparenza. Finora l’Europa ha purtroppo dimostrato di essere miope su questo tema e dipendente da alcuni interessi. Dopo che numerosi Paesi hanno introdotto l’obbligo di indicare l’origine in etichetta, ora l’Europa deve fare la sua parte. Lo chiedono cittadini e agricoltori. Sempre in tema di trasparenza è giunto

anche il momento di cambiare le regole sui “codici doganali” bloccando la possibilità che siano etichettati come Made In Italy prodotti che nel nostro Paese hanno subìto solo l’ultima trasformazione e neanche così rilevante. Crediamo che la prossima potrà essere una legislatura importante se vedrà in Parlamento uomini che vorranno rimettere al centro il saper fare dell’Europa e in particolare dell’Italia, evitando accordi internazionali di libero scambio come quelli finora definiti, che stanno svendendo l’identità delle nostre produzioni, lasciando a Paesi come il Canada la possibilità legalizzata di fare e vendere prosciutti con il marchio Prosciutto crudo di Parma! C’è poi un modo nuovo che va introdotto nella definizione di tali accordi coinvolgendo nell’elaborazione le Organizzazioni agricole. Stiamo lavorando con impegno alla situazione della nostra frutticoltura e sempre più emerge come sia indispensabile un’Europa più attenta alla realtà. Pensiamo alla necessità che gli standard produttivi siano analoghi per tutti con prodotti importati che devono garantire le medesime garanzie di qualità e di sicurezza dei nostri e con la certezza che siano rispettati il lavoro e la salute di chi ha operato in quelle filiere. Accordi intelligenti e standard analoghi per evitare che le nostre mele non possano andare in Cina mentre quelle cinesi possono arrivare indisturbate sulle nostre tavole con forti dubbi sul grado di sicurezza alimentare offerta. Nella pagina accanto troverete la sintesi degli impegni che chiediamo di assumere. Ai candidati un caloroso in bocca la lupo, ma un altrettanto forte invito ad un impegno intelligente per il bene della nostra Italia, dell’Europa e per chi vi lavora.


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IN PRIMO PIANO

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EUROPARLAMENTO, GLI IMPEGNI COLDIRETTI DA ASSUMERE Per vincere le sfide dell’agricoltura in Europa, difendendo le risorse PAC e il Made in Italy, puntando su trasparenza e standard produttivi omogenei Sono cinque gli impegni cardine che Coldiretti, in vista delle elezioni europee del 26 maggio, chiede di assumere ai candidati italiani al Parlamento europeo. 1. Obbligo dell’origine in etichetta. La nuova legislatura dovrà assicurare le stesse garanzie di trasparenza nell’informazione sui cibi in tutta l’Unione europea. Occorre scongiurare l’entrata in vigore, nell’aprile 2020, dell’attuale impostazione delle norme comunitarie, fortemente ingannevoli per i consumatori, per portare a compimento il lavoro avviato in Italia prima con i Decreti sperimentali su pasta, riso, latte e pomodoro e ora con l’estensione a tutta la produzione alimentare nazionale. 2. Difesa delle risorse per l’agricoltura. L’idea che sia il settore agricolo a pagare il conto per la Brexit non è accettabile; in questo senso chiediamo un impegno esplicito a chi si candida a rappresentare l’Italia in Europa. L’uscita del Regno Unito dall’UE dev’essere quanto più possibile posticipata - se non scongiurata - per ragioni sia di bilancio che commerciali. In ogni caso va preservata l’appartenenza britannica all’Unione doganale. Chiediamo, infine, che la ripartizione delle risorse PAC tra i Paesi membri sappia riconoscere il valore delle diverse agricolture dell’Europa e premiare il valore socioeconomico aggiunto e l’occupazione. 3. Codice doganale e Made in Italy. Il Codice doganale, che definisce come “luogo di origine” dei prodotti il Paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, non può più essere una cassetta degli attrezzi con cui costruire opacità. Per ricomporre un quadro di trasparenza verso i consumatori e di sana competizione tra gli imprenditori del settore,

bisogna revisionare la classificazione doganale che fa riferimento al principio di ultima trasformazione sostanziale, definendo nuovi sistemi coerenti con l’esigenza di comunicare chi, dove e come ha contribuito a produrre ciò che mangiamo. 4. Revisione degli accordi di libero scambio. Chiediamo che nella costruzione degli accordi commerciali e nella loro valutazione siano coinvolte le Organizzazioni agricole più rappresentative. Negli accordi bilaterali occorre ridurre alcune anomalie. La prima riguarda il riconoscimento delle indicazioni geografiche, poiché il sistema, e non solo una parte di questo, dev’essere riconosciuto nel suo complesso; si devono, dunque, rivedere gli accordi (a partire dal CETA) ampliando la lista delle indicazioni geografiche riconosciute. La seconda anomalia è la mancanza di strumenti credibili per il contrasto all’italian sounding: se da un lato il CETA dice di riconoscere alcune indicazioni geografiche italiane, dall’altro non le tutela dalle imitazioni, la cui presenza sul mercato canadese, al contrario, cresce. Infine, chiediamo di rivedere negli accordi il sistema delle quote di importazione, dei nostri formaggi in particolare, che penalizza i produttori italiani. 5. Omogeneità degli standard produttivi. È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri: dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali dev’esserci un analogo percorso di qualità riguardante l’ambiente, il lavoro e la salute. Ciò, del resto, è in linea con il recente pronunciamento della Corte dei Conti europea sul mancato rispetto nei cibi di provenienza extra UE degli stessi standard di sicurezza europea sui residui di pesticidi.


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ATTUALITÀ

PAC, etichettatura e innovazione: gli impegni del Governo nel DEF

IVA E PRESSIONE FISCALE, NO AD AUMENTI PER LE IMPRESE Con 2,7 milioni di persone che in Italia si trovano costretti a chiedere aiuto per il cibo, è necessario scongiurare l’aumento IVA su beni di prima necessità come gli alimentari. Lo chiede il Presidente Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al dibattito in corso sull’ipotesi di far salire l’IVA. L’aumento dell’imposta rischia di riguardare anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero, con aliquota al 10%, e vino e birra, al 22%. “È una misura che andrebbe ad indebolire l’impegno del Governo sul reddito di cittadinanza a difesa delle fasce più deboli” commenta Prandini, che aggiunge: “l’aumento dell’IVA rischia di aggravare pesantemente la situazione di stagnazione dei consumi alimentari in Italia che hanno fatto registrare un

debole aumento di appena lo 0,3%”. D’altra parte, le imprese agricole non possono sopportare un aumento della pressione fiscale

IMPIANTO TRADIZIONALE

Lo specialista italiano del fotovoltaico

per mantenere l’attuale livello delle aliquote IVA. Gli eventuali tagli alle agevolazioni fiscali devono essere selettivi, ossia incidere esclusivamente sulle agevolazioni diverse da quelle strettamente connesse all’esercizio dell’attività di impresa, come ha precisato Coldiretti nel corso delle audizioni nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, impegnate nell’esame del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2019 approvato dal Governo. Secondo Prandini il DEF appare condivisibile laddove razionalizza il quadro normativo ed amministrativo attinente all’agricoltura. A tal proposito grandi aspettative sono riposte nell’attuazione della cosiddetta “delega agricola” che demanda al Governo l’approvazione di

IMPIANTO CON ACCUMULO

Gruppo


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disposizioni per assicurare il funzionamento delle regole della concorrenza e per favorire la crescita dimensionale delle imprese agricole, lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e l’ammodernamento delle filiere agroalimentari. Bene l’impegno dell’Esecutivo, rimarcato nel DEF, a difendere il budget attuale della PAC, anche se - rimarca Prandini - “sarebbe utile, nei prossimi negoziati, coinvolgere direttamente le Organizzazioni agricole più rappresentative”. Viene indicato nel DEF l’impegno a promuovere e valorizzare il Made in Italy enfatizzando i punti di forza dell’agroalimentare italiano, dalla biodiversità al patrimonio paesaggistico e culturale alla capacità di innovazione. Prioritaria, si legge nel Documento, è l’adozione di un sistema di etichettatura corretto e trasparente, fondato su un sistema unico di controlli in materia di qualità dei

prodotti, in particolare quelli a denominazione di origine. Nel DEF c’è spazio anche per l’innovazione tecnologica, che comporta la valorizzazione delle pratiche di agricoltura di precisione,

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dai sistemi GPS all’utilizzo dei droni ai sensori nei campi: un processo di innovazione che, coinvolgendo in modo sensibile imprenditori di età inferiore ai 40 anni e laureati, è anche un supporto al ricambio generazionale. Secondo Coldiretti, in vista della predisposizione della manovra di bilancio - che conterrà le misure necessarie a realizzare gli obiettivi del DEF - il Governo dovrebbe considerare la necessità di attivare il Piano straordinario sugli invasi multi-obiettivo e il risparmio di acqua negli usi agricoli e civili per il quale sono stati sbloccati circa 250 milioni. Fondamentale per Coldiretti è, infine, la verifica dell’applicazione delle norme sull’intermediazione nei rapporti di lavoro in agricoltura. Il corretto funzionamento del mercato del lavoro, infatti, ha ricadute positive in termini di gettito fiscale e previdenziale nonché di contrasto all’immigrazione clandestina.

BREXIT, BENE LA PROROGA SOSTENUTA DALL’ITALIA È positiva la proroga concessa al Regno Unito per un’uscita ordinata dall’Unione europea. Secondo Prandini, che aveva sollecitato questa posizione in una lettera al Premier Giuseppe Conte a Bruxelles, “la concessione di scadenze più lunghe per la Brexit costituisce una maggiore garanzia del rispetto degli obblighi del Regno Unito in materia di contribuzione al bilancio dell’UE sino alla fine dell’attuale programmazione finanziaria, salvaguardando il mantenimento

delle risorse per le politiche essenziali per il nostro Paese, prima fra tutte la Politica Agricola Comune”. Lo scenario di una Brexit senza accordo dev’essere assolutamente scongiurato, considerato che metterebbe in difficoltà interi comparti del settore agroalimentare italiano che oggi esportano nel Regno Unito prodotti per un valore di 3,4 miliardi di euro all’anno. “Non devono essere i nostri agricoltori - dichiara Prandini - a pagare il conto della Brexit”.


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ATTUALITÀ

In scadenza le domande di contributo per indennizzi e prevenzione

I PASCOLI PIEMONTESI VANNO DIFESI DA LUPI E CANIDI La presenza dei lupi sulle nostre montagne, moltiplicatasi negli ultimi anni, costringe alla fuga migliaia di famiglie che le popolano da generazioni e i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero di razze storiche. “In un momento di grande difficoltà per la nostra pastorizia occorre far valere con forza il valore sociale, economico, storico e ambientale dell’attività delle nostre imprese, impegnate a presidiare le montagne, a preservarne le tradizioni, a garantirne la bellezza e a prevenire degrado ambientale e dissesti idrogeologici” sottolinea Bruno Rivarossa, Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo. Per questo Rivarossa invoca “un forte impegno dalla Regione Piemonte affinché in sede di Conferenza Stato-Regioni si possa velocizzare l’iter e rafforzare, dove necessario, il Piano Lupi proposto dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa”. In particolare, precisa Rivarossa, “è essenziale che siano presenti a livello territoriale misure anche coraggiose per controllare e contenere i lupi e gli ibridi canelupo”. Per mitigare il problema della predazione da canidi, lo scorso 5 aprile la Regione Piemonte ha adottato una Deliberazione volta ad incentivare e rafforzare le misure di prevenzione e, parallelamente, riconoscere un indennizzo agli

allevatori piemontesi colpiti. Allo scopo è stato approvato per il 2019 il programma regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame e per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni da canidi sui pascoli piemontesi. L’intervento è riservato agli allevatori di specie di interesse zootecnico che non possono aderire alle Operazioni 10.1.6 e 4.4.2 del PSR. Sono previste due tipologie di sostegno: A. Indennizzo per predazioni avvenute tra il 1° gennaio 2018 e il 30 maggio 2019, pari a 100 euro per capo predato (100 euro ogni 10 capi predati per le specie avicunicole) fino ad un massimo di 1.000 euro. L’avvenuta predazione dev’essere attestata da dichiarazione del veterinario ASL. B. Aiuto per la prevenzione, subordinato all’attuazione di uno dei seguenti impegni: montare recinzioni elettrificate per il ricovero notturno o provvedere alla stabulazione notturna degli animali; assicurare la presenza di cani da guardiania. Parallelamente è richiesta la presenza continua dell’uomo a custodia del gregge.

Bruno Rivarossa, Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo

Il contributo riconoscibile per ogni allevatore, rientrante nell’ambito del regime del de minimis attualmente fissato a 20.000 euro/triennio, non può superare il tetto massimo di 3.000 euro. Le domande potranno essere presentate fino al 30 maggio 2019 per gli interventi di cui al punto A e fino al 30 giugno 2019 per gli indennizzi di cui al punto B.

Gli uffici Coldiretti rimangono a disposizione per eventuali chiarimenti in merito alle domande di contributo


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I danni sono già ingenti per il mais appena seminato e l’erba per il fieno

PIANO CINGHIALI, SERVONO TEMPI RAPIDI PER L’OPERATIVITÀ Dopo il forte pressing esercitato da Coldiretti negli ultimi mesi, culminato con l’approvazione della delibera regionale sul contenimento dei cinghiali, e a seguito dell’incontro avuto con il Presidente della Provincia Federico Borgna, è arrivato il via libera del Consiglio provinciale al nuovo Piano di controllo della specie cinghiale, che avrà valore fino al 2023. Così come richiesto da Coldiretti, il Piano recepisce pienamente le indicazioni regionali sulla possibilità per gli agricoltori proprietari e conduttori dei fondi di intervenire direttamente nell’azione di contenimento dei cinghiali. Questa possibilità è subordinata allo svolgimento, da parte degli agricoltori, di specifiche attività formative. Ancora una volta

spetta alla Provincia - che ha già predisposto una bozza di Regolamento - definire le modalità di svolgimento di tali attività e la nostra Organizzazione si sta impegnando per velocizzare quanto più possibile l’iter. Ci sono già state le prime consultazioni durante cui abbiamo ribadito l’estrema urgenza, stante la rilevanza dei danni registrati sul territorio nelle ultime settimane. Le recenti nevicate in montagna, infatti, hanno spinto gli animali verso basse quote, dove hanno letteralmente invaso i terreni resi soffici dalla pioggia. Il problema si ripropone, puntuale, ogni primavera, ma quest’anno assume contorni ancor più gravosi perché l’inverno particolarmente mite non ha ridotto la popolazione di questi selvatici, che ha raggiunto numeri

allarmanti in tutta la provincia. Nel Braidese, tra Sommariva Bosco, Cherasco e Cervere, in pochi giorni sono state colpite una trentina di aziende agricole; 75 gli ettari interessati, seminati a mais: a nulla sono serviti i fili elettrici a protezione dei campi. Altre segnalazioni sono arrivate da molte vallate della Granda, dove gruppi di cinghiali in cerca di cibo hanno sollevato zolle nei prati umidi di pioggia, devastando la cotica erbosa, con gravi danni per gli agricoltori in vista degli sfalci dei prossimi mesi. Si tratta di un fenomeno diffuso a livello provinciale che coinvolge vaste aree in prossimità di fiumi e boschi, dal Fossanese al Saluzzese, dal Cuneese al Monregalese, dal Cebano all’Alta Langa fino al Cortemiliese.


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ATTUALITÀ

La Regione ha risposto alle nostre sollecitazioni a sostegno delle imprese

MORIA KIWI, BENE LE RISORSE PER RICONVERTIRE I FRUTTETI La Giunta regionale ha approvato un finanziamento pari a 1,8 milioni di euro per la riconversione degli impianti di actinidia colpiti da moria. L’intervento giunge a seguito delle molte sollecitazioni di Coldiretti volte a sostenere le aziende agricole duramente colpite dalla moria del kiwi, in particolare nel Saluzzese. Il bando riguarda le aziende che, nel luglio 2018, hanno estirpato i frutteti per una superficie minima di 500 mq. Il finanziamento, inoltre, riconosce un contributo di 4.000

euro ad ettaro per le strutture impiantate dal 2007 e un contributo di 2.000 euro ad ettaro per quelle impiantate prima del 2007. Solo nell’ultimo anno sono andati persi centinaia di ettari coltivati a kiwi in Piemonte. Il rischio è di perdere del tutto una coltura frutticola di cui la nostra Provincia è tra i principali produttori e poli di lavorazione a livello nazionale ed internazionale. La moria ha già decimato gli impianti di molte nostre aziende,

determinando nelle ultime due annate una perdita del 30% di superficie coltivata a kiwi e del 40% di produzione potenziale. Una produzione potenziale che, fino agli estirpi, si attestava oltre le 84.000 tonnellate, coinvolgendo circa 1.700 aziende e 3.100 ettari. Vista la strategicità di questa coltivazione, continueremo a chiedere alla Regione un forte interessamento, per lo stanziamento di misure concrete a sostegno delle nostre imprese.

Crescono i danni riconducibili alla forte gelata di oltre un anno fa

MELI, NON È FINITA LA CONTA DEI DANNI DA GELO 2018 I danni agli impianti di melo ascrivibili alla forte gelata registrata nel mese di febbraio 2018 sembrano non aver fine. I nostri tecnici dell’Agenzia 4A continuano, infatti, a ricevere segnalazioni di impianti che manifestano forti problematiche derivanti da quella gelata. Lo scorso anno, un gennaio particolarmente caldo aveva favorito la ripresa vegetativa anticipata delle piante di melo, specialmente nell’areale collinare e montano, il più vocato per la produzione di mele. Ma un marcato ritorno di freddo nel mese di febbraio, con punte di -20° C nelle zone più elevate, aveva provocato rotture e fessurazioni dei tronchi di melo, che nei casi più leggeri si sono cicatrizzati mentre in

PREOCCUPA LA SCARSA FIORITURA Questa primavera la fioritura del melo ha fatto registrare una netta diminuzione del numero di fiori e, soprattutto per le varietà del gruppo Red Delicious, la completa assenza di fiori su molti alberi. Il fenomeno ha colto di sorpresa sia i produttori che i tecnici, perché durante il periodo invernale la predisposizione a frutto delle gemme sembrava ovunque più che sufficiente. Al momento è difficile prevedere quanto grave sarà la perdita produttiva percentuale, ma è certo che, soprattutto per alcuni gruppi varietali, il 2019 segnerà un’importante contrazione produttiva.

quelli più gravi hanno provocato un graduale deperimento delle piante, che ha raggiunto il suo culmine nella ripresa vegetativa del 2019. Come rilevato dai nostri tecnici, in molti frutteti di melo di tutte le età si registrano ancora oggi, a distanza di oltre un anno dall’evento, numerosi casi di moria delle piante. Alcuni agricoltori sono stati addirittura costretti a ripristinare completamente i meleti, perché la percentuale di piante danneggiate dal freddo non ne rendeva più possibile la gestione economica. Si tratta di un ulteriore incremento dei danni che va ad aggiungersi a quelli già registrati la scorsa stagione e che, oltretutto, arriva in un momento difficile per le nostre imprese, che devono fare i conti sia con la riduzione delle entrate che con i pesanti ritardi nei pagamenti della frutta. In più, dover togliere le piante prima del loro naturale ammortamento provoca problemi di natura burocratica, oltre che economica. Per queste ragioni, Coldiretti chiede un tavolo di confronto regionale allo scopo di individuare soluzioni che vadano ad alleviare il disagio delle imprese colpite.


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C’è tempo fino al 17 maggio per presentare domanda di sostegno

TARLO ASIATICO: CONTRIBUTI IN ARRIVO PER I VIVAI COLPITI Il Settore Fitosanitario Regionale e i Carabinieri forestali continuano i monitoraggi nelle province di Cuneo e Torino per verificare la presenza di tarlo asiatico, l’insetto xilofago molto dannoso, riscontrato lo scorso anno nei Comuni di Cuneo, in località Madonna dell’Olmo, e Vaie. I nuovi focolai recentemente individuati hanno indotto la Regione Piemonte ad allargare le zone di contenimento dell’insetto, adottare nuovi divieti e stanziare risorse, per un totale di 50.000 euro, a favore delle imprese vivaistiche danneggiate dall’applicazione delle misure fitosanitarie per la lotta al tarlo asiatico. Possono presentare domanda di contributo, entro e non oltre le ore 18.00 di venerdì 17 maggio 2019: • le microimprese, piccole e medie imprese (PMI) operanti nella produzione agricola primaria,

in possesso di autorizzazione all’attività vivaistica, ricadenti nelle zone delimitate individuate; • le PMI che hanno correttamente rispettato il blocco della movimentazione delle piante come ingiunto dal Settore Fitosanitario; • le PMI che hanno conferito le piante da distruggere al punto di raccolta indicato dal Settore Fitosanitario e hanno provveduto alla cippatura e allo smaltimento sotto controllo fitosanitario; • le PMI iscritte all’anagrafe delle aziende agricole del Piemonte. L’agevolazione prevista è un contributo in conto capitale, erogato in relazione al numero di piante oggetto di blocco riportato nei verbali di constatazione redatti dal Settore Fitosanitario e in relazione

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al loro valore commerciale stabilito in base a genere, specie, varietà (se indicata) e caratteristiche dimensionali. Per maggiori informazioni si può fare riferimento agli Uffici Zona di Coldiretti.


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ATTUALITÀ

C’è tempo fino al 27 maggio per presentare domanda

PRIMO INSEDIAMENTO GIOVANI, APERTO IL BANDO ISMEA 2019 Via libera al bando ISMEA 2019 per il primo insediamento di giovani in agricoltura. La dotazione finanziaria complessiva è pari a 70 milioni di euro suddivisi in due Lotti; la Regione Piemonte rientra nel Lotto 1, avente un plafond disponibile di 35 milioni di euro. L’intervento si pone l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale in agricoltura, sostenendo i neo imprenditori agricoli nell’acquisto del fondo, compresi gli eventuali fabbricati, su cui intendono svolgere la propria attività. Nello specifico, il regime di aiuto prevede l’erogazione di un premio in conto interessi del valore massimo di 70.000 euro per l’acquisto di strutture fondiarie agricole in favore di giovani che si insediano per la prima volta in agricoltura. Il finanziamento sarà erogato ad un tasso fisso che, stante gli attuali parametri di riferimento, si attesta intorno allo 0,87%, aumentato di uno spread fino a 220 punti base. La durata del piano di ammortamento, su richiesta del beneficiario, può essere compresa tra i 15 e i 30 anni. Qualora se ne ravvisi la necessità, è anche possibile usufruire di un periodo iniziale di pre-ammortamento della durata massima di 24 mesi. L’aiuto al primo insediamento si rivolge ai giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti e coinvolge sia le imprese individuali che le società agricole (di persone,

di capitali ovvero cooperative). Non possono partecipare i soggetti che al momento della presentazione della domanda risultano già insediati. In particolare, il richiedente deve: • avere un’età compresa tra 18 e 41 anni non ancora compiuti; • avere cittadinanza in uno degli Stati membri dell’UE; • risiedere nel territorio della Repubblica Italiana; • essere in possesso di adeguata competenza e conoscenza professionale e insediarsi in agricoltura per la prima volta in qualità di capo azienda di ditta individuale oppure di società agricola entro 3 mesi dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni. Condizione per poter accedere è la presentazione di un piano aziendale articolato su un periodo di almeno 5

anni, che consenta di dimostrare la sostenibilità economica e finanziaria dell’intervento. La domanda di partecipazione al bando dev’essere presentata in forma telematica mediante il portale dedicato ISMEA secondo le modalità indicate. La finestra temporale per la presentazione delle domande, aperta dallo scorso 12 aprile, si chiuderà alle ore 12.00 del 27 maggio 2019. Alla definizione delle graduatorie concorre, oltre al rispetto delle condizioni di ammissibilità, l’ordine cronologico di presentazione delle domande (click day). Evidenziamo come risulti opportuno analizzare con attenzione, in via preventiva all’impostazione di un eventuale intervento, tutte le cause di esclusione indicate all’art. 5 del bando ISMEA.

V I A S . N . O. S . 2 / V I A D E L L’ A RT I G I A NATO 3 9 - 1 2 0 3 8 - S AV I G L I A N O ( C N ) T E L . / FA X 0 1 7 2 . 6 3 3 6 5 5 - 0 1 7 2 . 6 0 9 2 1 - E M A I L m t a @ m t a a g e n z i e . i t - w w w. m t a a g e n z i e . i t


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Iniziativa della Camera di Commercio: previsti contributi alle imprese

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, APERTO IL BANDO La Giunta della Camera di Commercio di Cuneo promuove un bando per l’erogazione di contributi a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese che pongano in essere percorsi di alternanza scuola-lavoro, intrapresi da studenti della Scuola secondaria di secondo grado e dei Centri di formazione professionale (CFP), presso la sede legale e/o operativa dell’impresa sita in provincia di Cuneo. L’obiettivo è fornire ai giovani studenti le competenze necessarie a inserirsi nel mercato del lavoro, affiancando alla formazione scolastica un periodo di esperienza pratica in azienda. I percorsi devono essere realizzati dal 1° gennaio 2019 al 30 ottobre 2019, avere una durata di almeno 80 ore lavorative e appoggiarsi a convenzioni stipulate tra Istituto scolastico/CFP e soggetto ospitante. L’agevolazione prevede il riconoscimento di un contributo a fondo perduto a favore dell’impresa ospitante di 400 euro per la realizzazione di ogni percorso di alternanza scuola-lavoro e di ulteriori 200 euro per ogni inserimento in azienda di studente diversamente abile con

certificazione ai sensi della Legge 104/92. Il contributo massimo erogabile ad ogni azienda non può superare l’importo di 1.200 euro, oltre alle premialità sopra descritte. I soggetti beneficiari, per poter partecipare la bando, devono: • essere regolarmente iscritti al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Cuneo e in regola con il pagamento del diritto annuale; • essere iscritti al “Registro nazionale alternanza scuola-lavoro” e mantenere l’iscrizione per almeno un triennio (www.scuolalavoro. registroimprese.it); • essere in regola con gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali (DURC regolare); • non aver beneficiato di altri aiuti pubblici a valere sui medesimi interventi agevolativi; • non aver in corso contratti di fornitura di beni o servizi con la Camera di Commercio di Cuneo; • non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione, ecc. Ciascuna impresa potrà presentare un’unica domanda di contributo entro il 30 novembre 2019, salvo

chiusura anticipata per esaurimento fondi, anche se ha ottenuto analogo contributo nel 2018. In caso di attivazione da parte di un’azienda di più percorsi con lo stesso studente sarà riconosciuto un solo contributo. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Zona Coldiretti di riferimento.

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ATTUALITÀ

Le domande di contributo si devono presentare entro il 31 maggio

RISTRUTTURAZIONE VIGNETI, LE NOVITÀ DEL BANDO 2019 È di 7,5 milioni di euro la dotazione finanziaria per la campagna 2019/2020 per le domande di contributo di cui alla Misura “Ristrutturazione e riconversione vigneti”, che prevede un regime di aiuti per adeguare e razionalizzare i vigneti piemontesi destinati alla produzione di vini di qualità a denominazione di origine. Le domande devono essere presentate entro il 31 maggio.

Per presentare le domande di contributo ci si può rivolgere quanto prima agli Uffici Coldiretti

NOVITÀ GENERALI Il bando 2019/2020 scade il prossimo 31 maggio. Considerando che questa OCM ed i Regolamenti annessi vengono a decadere prossimamente, alcune tempistiche potrebbero variare, accorciandosi, e potrebbe non essere garantita la copertura totale del contributo previsto (al massimo decade il saldo 20%) e la conclusione dei lavori

potrebbe essere anticipata al 20 giugno 2022, differentemente dai soliti tre anni in caso di domande con formula con anticipo e fidejussione e fissata al 20 giugno 2020 per la forma a collaudo, senza garanzia. Altra ipotesi, poco probabile, potrebbe essere l’annullamento della prossima annualità di bando 2020.

FATTURA ELETTRONICA La Regione stabilirà a breve la forma per documentare le spese tramite i documenti fiscali emessi dopo il 1° gennaio 2019, considerando l’introduzione della fatturazione elettronica. Poiché la “copia di cortesia” della fattura elettronica non è valida fiscalmente, sul tracciato della fattura elettronica verrà richiesto (in attesa di migliori prescrizioni) di inserire note che contengano “Bando Ristrutturazione vigneti campagna/ anno … - domanda n° …”. Alla presenza di più domande in anni differenti e/o per tipologie d’interventi diversi, è necessario emettere fatture sempre separate. Inoltre il pagamento deve avvenire solo con specifico bonifico o carta di credito, riferiti all’IBAN indicati in

domanda e corrispondente fascicolo, non essendo ammessi pagamenti in contanti o bancomat.

CERTIFICAZIONI VIVAISTICHE Se l’acquisto avviene direttamente da vivaio produttore, occorre allegare al collaudo la documentazione che rilascia il vivaio o che il medesimo indica sulla bolla o fattura. Consigliamo di conservare i cartellini apposti sui mazzi di barbatelle. Se l’acquisto, invece, avviene da rivenditore, occorre chiedergli una documentazione di tracciabilità di provenienza del materiale vivaistico.

PREZZARIO REGIONALE Coldiretti ha richiesto e ottenuto l’aggiornamento del prezzario con l’aumento dei costi riferiti ad alcune voci e lavori che risultavano inferiori al reale. Inoltre, ha ottenuto che per il valore imponibile indicato nelle fatture dei mezzi tecnici acquistati ci si rimetta al prezzario vigente al momento dell’acquisto del mezzo stesso e non all’anno della domanda, come fino ad oggi previsto.

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Maggio | 2019

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Vigne coltivate secondo il disciplinare The Green Experience

MONTELUPO, IL DOLCETTO NEL “DISTRETTO” SOSTENIBILE Da un quinquennio, dunque ben prima che la Regione desse vita alla campagna “2019 Anno del Dolcetto”, quattro vitivinicoltori di Montelupo organizzano una serata per presentare la nuova annata in bottiglia. Brangero Teresio, Giachino Claudio, Sobrero Giorgio e Marello Raffaella, i “magnifici quattro” di Montelupo, producono Dolcetto secondo il disciplinare The Green Experience di Coldiretti, che prevede il non impiego di diserbanti, l’utilizzo ridotto e ragionato di fitofarmaci, l’aggiunta di soli concimi naturali, l’introduzione di buone pratiche per la tutela di ambiente e salute, e rigidi controlli da parte di un Organismo riconosciuto e autorizzato dal Ministero. I quattro coltivano tutte le loro vigne seguendo questo protocollo, dando origine ad un ampio territorio, un vero e proprio “distretto”, interamente sostenibile. Abbiamo raccolto le loro considerazioni in occasione dell’ultimo incontro a Montelupo. I nostri produttori auspicano che la sinergia con le altre denominazioni d’origine piemontesi a base Dolcetto possa estenderne la conoscenza e l’apprezzamento anche oltre i confini attuali. Infatti, la principale criticità di questo vino sta nella localizzazione

Da sinistra: Giorgio Sobrero, Sergio Taricco (Az. agr. Marello Raffaella), Claudio Giachino e Teresio Brangero

ristretta del consumo, che riguarda principalmente il Nord-Ovest italiano. Il gusto peculiare poco internazionale e le caratteristiche intrinseche lo collocano in una fascia di prodotti concorrenti che si avvantaggiano di un prezzo più basso: parliamo di vini ottenuti in pianura, con alte rese produttive e raccolta meccanica. Però, con il riscaldamento climatico

in atto, le colline di Montelupo oggi danno origine a vini di 13-14 gradi con caratteristiche di gusto più “internazionale” (meno acidità e più rotondità), gradito da un pubblico potenzialmente molto più vasto. Su questo puntano i produttori, che confidano nell’efficacia della campagna di comunicazione regionale che si sta attivando per il vino dell’ultima vendemmia.

PIEMONTE DOC: L’UE APPROVA MODIFICHE AL DISCIPLINARE La Commissione europea ha approvato la modifica del disciplinare di produzione dei vini a DOC Piemonte. Con le modificazioni introdotte, in vigore dallo scorso 25 aprile, sono state inserite le seguenti nuove tipologie di vini.

Merlot, Syrah, Pinot nero nelle loro combinazioni). Per i vini spumanti Piemonte Pinot nero, Piemonte Pinot, Piemonte Chardonnay-Pinot e Piemonte Pinot-Chardonnay, già preesistenti e producibili come bianchi, viene introdotta la versione rosata.

SPUMANTI

FRIZZANTI

Piemonte Rosso, Piemonte Rosato, Piemonte con specificazione di due vitigni a bacca bianca (Cortese Chardonnay, Sauvignon e loro combinazioni) e Piemonte con specificazione di due vitigni a bacca nera (Barbera, Dolcetto, Freisa, Bonarda, Cabernet Sauvignon,

Piemonte con specificazione di due vitigni a bacca bianca (Cortese Chardonnay, Sauvignon e loro combinazioni) e Piemonte con specificazione di due vitigni a bacca nera (Barbera, Dolcetto, Freisa, Bonarda, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot nero nelle loro

combinazioni).

TIPOLOGIE QUALIFICATE CON LA MENZIONE TRADIZIONALE “PASSITO” Piemonte rosso, Piemonte bianco, Piemonte Barbera, ognuno distinto nelle tre categorie - vino, vino ottenuto da uve appassite, vino di uve stramature - come consentito dalla normativa UE (Allegato VII, parte II, del Regolamento UE 1308/2013).Viene inserita la possibilità di produrre le tipologie Piemonte “Moscato passito” e Piemonte “Brachetto passito”, già esistenti, nelle categorie sopracitate (vino, vino ottenuto da uve appassite, vino di uve stramature).


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ATTUALITÀ

Confermata la rappresentanza dei 2/3 della produzione certificata IGP

NOCCIOLA PIEMONTE, AVANTI CON IL CONSORZIO DI TUTELA Il Ministero delle Politiche agricole ha confermato per i prossimi 3 anni, fino al 4 marzo 2022, l’incarico al Consorzio per la valorizzazione e la tutela della Nocciola Piemonte IGP a svolgere le funzioni di cui all’articolo 14, comma 15, della Legge 526/1999. La conferma è giunta a seguito della verifica del Ministero, da cui è emerso che il Consorzio ha una rappresentatività di oltre i 2/3 della produzione totale di Nocciola Piemonte IGP. Costituito nel 1984, oggi il Consorzio - presieduto da Sergio Lasagna, corilicoltore di Piozzo - ha una compagine sociale di circa 800 produttori tra singoli ed associati. Tra gli associati figurano due Organizzazioni di Produttori e una società cooperativa di conferimento. Vi sono, inoltre, una trentina tra sgusciatori, utilizzatori, imprese industriali ed altri operatori commerciali che vanno a completare la filiera corilicola. L’attività del Consorzio è di promozione, tutela e vigilanza della Nocciola Piemonte IGP.

Promozione

La promozione è realizzata attraverso la partecipazione ad eventi di settore, come “Gelatissimo” a Stoccarda, una tra le fiere più importanti in Europa per il mercato della gelateria, o “Intersicop” a Madrid, fiera internazionale dedicata al mondo della pasticceria, della gelateria e della caffetteria. Iniziative come queste si aggiun-

gono a quelle in cui il Consorzio ha consolidato la propria presenza, finalizzate a valorizzare la produzione di nocciole che si fregiano del riconoscimento dell’IGP, per qualificarne l’utilizzo nelle lavorazioni di qualità, sia di tipo artigianale che industriale.

Tutela

L’attività di tutela ha vissuto, recentemente, il suo momento più delicato con il ricorso collettivo al TAR del Lazio e con le successive modifiche al disciplinare di produzione della Nocciola Piemonte. Nell’attività ordinaria, la tutela consiste nell’autorizzare gli operatori che, per prodotti composti, elaborati o trasformati, intendano indicare l’IGP Nocciola Piemonte in etichetta o presentazioni o pubblicità. L’autorizzazione viene rilasciata dal

CI.EMME di Murialdo Arturo & C.

Consorzio, che provvede ad inserirne il nominativo in un apposito registro di cui fanno parte oltre 400 utilizzatori. In caso di semplice indicazione sull’etichetta della Nocciola Piemonte tra gli ingredienti, non è necessaria alcuna autorizzazione.

Vigilanza

Il Consorzio ha incaricato tre agenti vigilatori, iscritti nell’apposito Istituito presso il Ministero delle Politiche agricole, perché controllino la corretta commercializzazione dei prodotti ottenuti da Nocciola Piemonte IGP lavorata. Il controllo avviene, all’interno dei vari spazi di vendita, sia sui prodotti autorizzati che non. Per questo tipo di controlli ci si avvale anche della collaborazione dell’ICQRF (ex Repressione Frodi).

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Maggio | 2019

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Ora l’iter prosegue a livello comunitario per il via libera definitivo

NOCCIOLA DELLE LANGHE, SÌ AL DISCIPLINARE MODIFICATO Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 43 del 20 febbraio è stata pubblicata la proposta di modifica del disciplinare di produzione dell’IGP Nocciola Piemonte. La modifica sostanziale del disciplinare riguarda l’art. 8, in cui è stata inserita la possibilità di indicare, oltre alle diciture “Nocciola del Piemonte” o “Nocciola Piemonte”, seguita da “Indicazione geografica protetta” o “IGP”, anche quella aggiuntiva “delle Langhe” qualora le nocciole utilizzate derivino esclusivamente da noccioleti siti nell’areale geografico delle Langhe, comprendente i territori comunali specificati nelle Province di Cuneo e Asti (per la Granda si veda il riquadro in basso a destra). Non essendo pervenute osservazioni nei 30 giorni successivi alla pubblicazione, il disciplinare così modificato ha proseguito l’iter per l’approvazione definitiva da parte della Commissione europea. In attesa dell’ultimo via libera dall’UE, si è compiuto un ulteriore passo in avanti in una partita complicata e delicata per il settore corilicolo piemontese. La ripercorriamo di seguito. Alcuni anni fa si era scelto di inserire nel disciplinare dell’IGP Nocciola Piemonte la varietà Tonda Gentile Trilobata (anziché Tonda e Gentile delle Langhe), in quanto il toponimo “Langhe” si riferisce ad una zona geografica inclusa nell’areale di coltivazione della Nocciola Piemonte IGP e il Regolamento comunitario prevede che le denominazioni DOP e IGP non debbano essere in conflitto con nomi che possano indurre erroneamente il consumatore a pensare che i prodotti siano originari di un altro territorio. Nel 2016 il Ministero delle Politiche agricole iscrisse due varietà di noccioli piemontesi nel Registro nazionale delle varietà di piante da frutto: “Tonda Gentile” e “Tonda Gentile Trilobata”, indicando come sinonimo della varietà “Tonda Gentile” la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. Con successivo Decreto si eliminò dal Registro l’iscrizione di una delle

due varietà di nocciolo piemontese e si attribuì all’unica varietà iscritta la denominazione “Tonda Gentile” lasciando quale sinonimo, oltre a “Tonda Gentile Trilobata”, anche la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. In opposizione a questi provvedimenti del Ministero, Associazioni di categoria, Consorzio di tutela Nocciola Piemonte e Comuni presentarono un ricorso collettivo al TAR del Lazio per eliminare il sinonimo “Tonda Gentile delle Langhe”.

Il problema di fondo era che, mentre per il prodotto IGP Nocciola Piemonte, che ben identifica le nocciole del nostro territorio, non era possibile da Regolamento comunitario utilizzare il nome “Langhe”, paradossalmente, lo avrebbero potuto fare produttori di altri territori che nulla avevano a che fare con il territorio delle Langhe. Con sentenza del 14 marzo 2018, il TAR del Lazio diede ragione ai produttori e al territorio, stabilendo che per indicare la varietà “Tonda gentile” si può utilizzare solamente il sinonimo “Tonda Gentile Trilobata”. A recepimento della sentenza del TAR, con Decreto del 2 ottobre è stato ufficialmente adeguato il Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto, cancellando una volta per tutte la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. E per legare una volta per tutte il nome “Langhe” al suo territorio, il Consorzio di tutela Nocciola Piemonte, con il sostegno di Coldiretti, ha dato il via alla modifica del disciplinare della Nocciola Piemonte IGP. Ora non resta che attendere la conclusione dell’iter in sede comunitaria; Coldiretti continuerà a seguirne gli sviluppi.

TERRITORI DI PRODUZIONE NELLA GRANDA I Comuni di Albaretto della Torre, Arguello, Barolo, Belvedere Langhe, Benevello, Bergolo, Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Camerana, Camo, Castelletto Uzzone, Castellino Tanaro, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cerretto Langhe, Cigliè, Cissone, Cortemilia, Cossano Belbo, Cravanzana, Diano d’Alba, Dogliani, Feisoglio, Gorzegno, Gottasecca, Grinzane Cavour, Igliano, La Morra, Lequio Berria, Levice, Mango, Marsaglia, Mombarcaro, Monesiglio, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Montezemolo, Murazzano, Neviglie, Niella Belbo, Paroldo, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone, Prunetto, Roascio, Rocca Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, Sale Langhe, Sale San Giovanni, Saliceto, San Benedetto Belbo, Santo Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Serravalle Langhe, Sinio, Somano, Torre Bormida, Torresina, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno. Per i Comuni di Alba, Barbaresco, Bastia Mondovì, Cherasco, Clavesana, Farigliano, Lequio Tanaro, Monchiero, Narzole, Neive, Niella Tanaro e Novello: l’areale geografico situato alla destra orografica del fiume Tanaro. Per i Comuni di Castelnuovo di Ceva, Ceva e Priero: l’areale geografico situato alla destra orografica del torrente Cevetta fino alla confluenza nel Tanaro, da qui l’areale geografico alla destra orografica del Tanaro.


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ATTUALITÀ

Riguarda la prescrizione medico-veterinaria di farmaci e mangimi

RICETTA ELETTRONICA, È SCATTATO L’OBBLIGO Dal 16 aprile scorso è in vigore l’obbligo di ricetta elettronica riguardante la prescrizione di farmaci veterinari e mangimi medicati. Lo ha previsto il Decreto del Ministero della Salute datato 8 febbraio 2019, che stabilisce le modalità applicative delle norme sulla tracciabilità di medicinali veterinari e mangimi medicati. L’obbligo sarebbe dovuto scattare già lo scorso anno, ma prima le proroghe poi il ritardo nella pubblicazione del Decreto attutivo ne hanno rinviato per mesi l’introduzione. La dematerializzazione della ricetta ha l’obiettivo di garantire la totale tracciabilità del farmaco dalla produzione all’utilizzo negli allevamenti, come avviene già in campo umano e, al contempo, favorire i controlli da parte delle Autorità competenti. Il veterinario non rilascia più la ricetta cartacea all’allevatore: la prescrizione avviene tramite la procedura prevista dal portale del Ministero della Salute, utilizzando eventualmente dispositivi mobili (tablet o smartphone). All’allevatore vengono rilasciati due codici (numero ricetta e codice PIN) oppure il codice dell’azienda zootecnica (codice identificativo dell’unità epidemiologica) e il PIN con i quali può successivamente acquistare il farmaco. L’allevatore continua a riportare nell’apposito Registro dei trattamenti il periodo di inizio e di fine della somministrazione del farmaco. Il Registro potrà essere ancora cartaceo, informatizzato oppure elettronico, previsto dall’apposita sezione della Banca Dati Naziona-

le (BDN). Scegliendo quest’ultima opzione è possibile semplificare le seguenti procedure: • scarico dei medicinali facenti parte della scorta; • compilazione di altri modelli, quali la precompilazione automatica dell’apposita sezione ICA del Modello 4 informatizzato e del Modello 12 (vaccinazioni); • calcolo dell’effettivo consumo degli antibiotici (DDDvet e DCDvet); • integrazione tra sistemi già in uso presso le aziende zootecniche. Per quanto riguarda la gestione della scorta autorizzata presso l’impianto, faranno fede solo le registrazioni effettuate sul Registro Movimentazioni Scorta elettronico: se l’azienda ha adottato il Registro elettronico dei trattamenti lo scarico del medicinale è automatico nel momento in cui l’allevatore registra elettronicamente la data di inizio e fine trattamento; se l’azienda non ha il Registro dei trattamenti elettronico, lo scarico del medicinale nel sistema elettronico dev’essere gestito manualmente. Qualora fosse impossibile per cause di forza maggiore utilizzare le modalità digitali, il Decreto prevede il ricorso al sistema cartaceo con la registrazione digitale dei dati entro 24 ore dal ripristino della funzionalità. Riepilogando, i servizi messi a disposizione dei proprietari e dei detentori di animali destinati alla produzione di alimenti attraverso il sistema elettronico sono i seguenti:

servizio per la consultazione delle ricette veterinarie elettroniche emesse (Registro Ricette); • servizio per la consultazione della scorta autorizzata presso l’impianto (Registro Movimentazioni Scorta); • servizio per la consultazione dei protocolli terapeutici; • servizio per l’utilizzo del protocollo terapeutico (solo per le aziende zootecniche che hanno adottato il Registro dei trattamenti elettronico); • servizio per la registrazione dei trattamenti (solo per le aziende zootecniche che hanno adottato il Registro dei trattamenti elettronico); • servizio per la consultazione del Registro dei trattamenti; • servizio per la gestione dei dati e delle anagrafiche di supporto alla compilazione della ricetta elettronica. Il proprietario o detentore degli animali può operare esclusivamente sugli allevamenti di competenza e può decidere se operare nel Sistema Informativo Nazionale per la farmacosorveglianza (ricetta veterinaria elettronica) direttamente o tramite proprio delegato. In caso di delega occorre registrare nel sistema tale scelta. Il conferimento della delega e l’accettazione da parte del delegato non sono tacite ma esplicite e documentabili. Il soggetto delegante registra nel sistema anche le variazioni di scelta del proprio delegato.


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Cresce la filiera che valorizza il nostro latte, garantendo prezzi equi

COMPRAL LATTE, TORTALLA CONFERMATO ALLA PRESIDENZA Lo scorso 15 aprile si è svolto il Consiglio d’Amministrazione della Compral Latte, il primo dopo il rinnovo cariche per il triennio 2019-2021 avvenuto nell’Assemblea dei soci il 28 marzo scorso. Il Consiglio ha eletto Presidente, per acclamazione, Raffaele Tortalla (nella foto accanto). La conferma di Tortalla alla Presidenza di Compral Latte garantisce la prosecuzione del grande lavoro compiuto in questi anni, che ha reso la cooperativa uno degli esempi più virtuosi del settore zootecnico e, in generale, dell’agricoltura piemontese. Oggi Compral Latte aggrega 230 allevatori e raccoglie giornalmente oltre 5.000 quintali di latte, conferiti principalmente alla Inalpi di Moretta, dove viene trasformato in polvere di latte per la Ferrero di Alba. Una filiera nata quasi 10 anni fa su iniziativa di Coldiretti e delle due imprese cuneesi che, come ha ricordato il Presidente

coltivatore

Tortalla, garantisce ai conferenti soci un’importante valorizzazione del loro prodotto. Auspichiamo che si possano generare nuove filiere volte ad incentivare l’utilizzo della polvere di latte Made in Piemonte, a tutela di una sana e corretta alimentazione, come i consumatori stessi chiedono. Esempi di questo genere devono servire per dare coraggio all’agroindustria piemontese per creare nuove e concrete opportunità di sviluppo e crescita economica nel comparto lattiero-caseario e non solo.

GIUNTA E CONSIGLIO La Giunta è composta - oltre che da Raffaele Tortalla e dal Vicepresidente Roberto Chialva - da Ernesto Bertola, Dino Ambrogio, Michele Giletta e Andrea Magliana. Fanno parte del Consiglio Sergio Portis, Livio Diale, Giuseppe Feira Cottino, Mario Gianoglio, Antonio Fassino, Elio Pettiti e Roberto Tortone.

I SISTEMI INGRANDENTI IN ODONTOIATRIA: CERCHIAMO DI VEDERCI CHIARO! Tra le tante innovazioni che hanno migliorato la qualità delle terapie dei dentisti un posto importante lo occupa l’introduzione nell’attività clinica di sistemi di ingrandimento. Si parte da occhialini ingrandenti e si arriva a microscopi utilizzati anche in interventi di neurochirurgia! Potendo vedere il dente da 2 a 20 volte più grande con sistemi di illuminazione dedicata anche la precisione dei lavori migliora in maniera importante. Non solo: senza ingrandimenti alcune terapie, in particolare le devitalizzazioni, subiscono delle importanti limitazioni. Se non vede cosa sta facendo, infatti, il dentista può essere impossibilitato ad individuare tutti i canali nervosi presenti in un dente o eseguire manovre complesse, come la rimozione di strumenti rotti o la riparazione di danni all’interno delle radici del dente. Il perché è molto semplice. Si riesce a risolvere solo quello che si riesce a vedere. Per questo nel nostro studio tutti gli operatori utilizzano sistemi ingrandenti, igienisti compresi, visto che vedendo meglio possono rimuovere con maggior efficacia piccoli depositi di tartaro ed individuare problemi che ad occhio nudo possono sfuggire. Ma l’ingrandimento degli occhialini a volte non basta e quindi abbiamo a disposizione anche tre microscopi di ultima generazione con i quali affrontiamo le devitalizzazioni e gli interventi di microchirurgia, spingendoli al limite delle possibilità tecniche e qualitative che ad oggi la tecnologia consente. Condividiamo quotidianamente il nostro operato sui social network nei gruppi di addetti ai lavori e la qualità dei nostri lavori è ormai riconosciuta a livello italiano e internazionale e l’utilizzo dei sistemi ingrandenti gioca un ruolo fondamentale nell’ottenimento di questi risultati. Siamo assolutamente convinti che per ottenere risultati eccellenti l’utilizzo di sistemi ingrandenti in odontoiatria non possa più essere un optional. STUDIO ODONTOIATRICO SALZANO TIRONE • Via Cascina Colombaro, 37 - CUNEO • Tel. 0171.619210 • www.studiosalzanotirone.it


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ATTUALITÀ

Per finanziare infrastrutture e interventi di raccolta e distribuzione

GESTIONE ACQUE IRRIGUE, NUOVI BANDI REGIONALI La Regione Piemonte, con due Deliberazioni, ha definito i criteri per l’attivazione di due bandi per la concessione di contributi a favore dei Consorzi d’irrigazione gestori dei comprensori irrigui delimitati ai sensi dell’art. 44 della L.R. 21/1999. In un caso (D.G.R. 41-8722 del 5 aprile 2019) si tratta di 1,6 milioni di euro destinati a sostenere progetti o interventi finalizzati al miglioramento della gestione delle infrastrutture irrigue, utili a supportare un efficiente utilizzo delle acque, compresa la manutenzione delle infrastrutture ad uso consortile. Ammissibili a finanziamento sono anche i sistemi di misurazione e teletrasmissione dei dati relativi ai prelievi e alle restituzioni di acqua in

corrispondenza di infrastrutture irrigue esistenti, la realizzazione o implementazione di catasti consortili informatizzati e georeferiti, le iniziative di studio e ricerca finalizzate a supportare un efficiente utilizzo delle infrastrutture irrigue e l’acquisizione di dotazioni strumentali finalizzate ad una migliore

gestione delle risorse idriche. Con la D.G.R. 38-8649 del 29 marzo 2019 sono stati stanziati fondi ed approvati i criteri per attivare un bando per la realizzazione di interventi strutturali relativi alla raccolta e distribuzione delle acque a scopo irriguo. La dotazione del bando si attesta in 1,5 milioni di euro, la cui ripartizione tra i soggetti beneficiari è stato previsto avvenga adottando le seguenti modalità: • dotazione fissa del 35% ripartita equamente tra i Consorzi ritenuti ammissibili e finanziabili; • dotazione del 65% ripartita equamente tra i Consorzi con superficie irrigua superiore a 5.000 ettari.

INDENNIZZI PER PIOGGE ECCEZIONALI ESTATE 2018 Sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile è stato pubblicato il Decreto con cui il Ministero delle Politiche agricole, esaminata la proposta della Regione Piemonte, ha riconosciuto e dichiarato il carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatisi la scorsa estate in alcuni Comuni delle Province di Alessandria, Asti, Biella e Cuneo, per i danni causati alle strutture aziendali e alle infrastrutture connesse all’attività agricola. Nella Granda, l’eccezionalità riguarda le piogge persistenti dal 21 luglio al 9 agosto 2018 nel territorio dei Comuni

di Castino, Cossano Belbo, Prunetto e Rocchetta Belbo. Possono qui trovare applicazione le misure di intervento previste dall’art. 5, comma 6, del D.Lgs. 102/2004. Le domande di indennizzo devono essere presentate entro il 21 maggio 2019.

NOVEMBRE 2016 Il 24 aprile sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte è stata pubblicata la deliberazione della Giunta riguardante le misure di ripristino dei danni al settore agricolo causati dalle piogge alluvionali del novembre 2016. Le risorse ammontano a poco più di 14

milioni di euro. Nello specifico: a) circa 7,6 milioni finanzieranno gli interventi per ripristinare le strutture aziendali, nella misura del 30% dei costi effettivi riconducibili ai lavori di ripristino realizzati. I contributi, ripartiti tra le province di Cuneo, Alessandria, Torino, Asti e Vercelli, ammontano a quasi 2,5 milioni per la Granda; b) circa 6,5 milioni finanzieranno gli interventi per ripristinare le infrastrutture al servizio dell’agricoltura, nella misura del 40% dei danni accertati. Tale tipologia di contributi non rientra nell’ambito di applicazione del de minimis.

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ATTUALITÀ

Tra le cause consumo di suolo, attacchi di selvatici e concorrenza sleale

IN ITALIA ADDIO A 100.000 ETTARI DI TERRA COLTIVATA Nell’ultimo anno sono scomparsi in Italia 100.000 ettari di terra coltivata. Le cause principali sono il massiccio consumo di suolo e la cementificazione. Ma incidono il mancato riconoscimento del lavoro dei nostri agricoltori, la concorrenza sleale di prodotti stranieri spacciati per nazionali, i bassi prezzi pagati per i prodotti dei nostri campi e gli attacchi da parte di animali selvatici. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat relativi alle intenzioni di semina, nel 2019 la superficie coltivata in Italia è scesa ancora a 11,3 milioni di ettari. Nell’ultimo anno sono andati persi 21.000 ettari di prati permanenti e pascoli, mentre sono calati di 24.000 ettari i terreni coltivati a foraggere destinate all’alimentazione degli animali negli allevamenti. Un trend che aggrava il fenomeno della perdita di suolo fertile, dopo che

negli ultimi 25 anni è già scomparso oltre un quarto della terra coltivata. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con precipitazioni sempre più intense che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che sono saliti a 7.275 i Comuni a rischio frane e alluvioni, in Piemonte il 90% del totale di Comuni. Il nostro Paese deve difendere il

patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Con la chiusura di un’azienda agricola, infatti, insieme alla perdita di posti di lavoro e di reddito viene anche a mancare il ruolo insostituibile di presidio del territorio. Allo scopo, occorre risolvere il problema degli attacchi degli animali selvatici, dai cinghiali ai lupi, responsabili di danni ingentissimi alle nostre aziende. Ed è indispensabile garantire un giusto prezzo per i prodotti agricoli, eliminando le distorsioni all’interno delle filiere e la concorrenza sleale delle importazioni da Paesi stranieri e assicurando piena trasparenza dal campo alla tavola grazie all’obbligo dell’origine in etichetta, da estendere a tutto il cibo in commercio.

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ATTUALITÀ

Ecco le modifiche alle norme di conduzione in allevamento

INFLUENZA AVIARIA, MISURE DI BIOSICUREZZA RAFFORZATE Come già evidenziato su Il Coltivatore Cuneese di aprile, la recente modifica intervenuta sulla normativa in materia di influenza aviaria ha rafforzato le misure di biosicurezza. Le variazioni introdotte riguardano i requisiti strutturali degli allevamenti, che abbiamo analizzato sullo scorso numero del nostro giornale, e le norme di conduzione che approfondiamo di seguito.

Obblighi del proprietario

Innanzitutto, è fatto obbligo al proprietario dell’allevamento di: • vietare l’ingresso a persone estranee. In deroga, negli allevamenti di svezzamento, il responsabile deve limitare il più possibile l’accesso di estranei all’area di allevamento e impedire il contatto diretto con i volatili; • dotare il personale di vestiario e calzature monouso o in alternativa lavabili e puliti per ogni intervento da effettuare in allevamento; • mantenere le aree circostanti i capannoni pulite e ordinate con erba tagliata, assenza di oggetti e materiali; • predisporre un protocollo di pulizia e disinfezione dei locali e degli automezzi; • vietare al personale che opera anche saltuariamente nell’allevamento di detenere volatili propri.

Personale in allevamento

In più, relativamente al personale che opera nell’allevamento, il proprietario ha l’obbligo di assicurare che il personale di cui si avvale per le operazioni in allevamento abbia ricevuto specifica formazione sulle modalità operative che garantiscono il rispetto dei requisiti di biosicurezza. Tale formazione deve essere attestata da un documento firmato dallo stesso detentore/proprietario; la procedura dev’essere garantita

anche per il personale esterno che opera saltuariamente in allevamento. Il proprietario dell’allevamento deve tenere registrazione del personale impiegato, compreso quello esterno come squadre di carico, vaccinatori, ecc., con indicazione della mansione, tenendo copia dei documenti d’identità e dei documenti comprovanti la formazione. Deve tenere anche la dichiarazione scritta e firmata da parte del personale che opera all’interno dell’allevamento, sia in modo continuativo sia saltuario, di non detenere volatili propri. Le ditte e i soggetti che forniscono servizi agli allevamenti (vaccinazione, carico animali, ecc.) devono assicurare che il personale che lavora a contatto con gli animali sia in regola con quanto previsto dal provvedimento. Inoltre, devono tenere una registrazione puntuale e velocemente consultabile di tutte le movimentazioni del personale con le date e gli allevamenti in cui ha operato. I veterinari e le altre figure tecnico-sanitarie che entrano negli allevamenti a qualsiasi titolo (veterinari, mangimisti, incaricati dalle filiere, libero professionisti, ecc.) sono tenuti a registrare le proprie movimentazioni come previsto al punto precedente. Relativamente alle operazioni di pulizia e disinfezione è stato specifica-

to che il proprietario dell’allevamento è tenuto a verificare anche l’avvenuta disinfezione degli automezzi destinati al trasporto degli animali per la macellazione.

Allevamenti di tacchini da carne

Per quanto riguarda la gestione degli allevamenti di tacchini da carne, si è specificato che lo spostamento tra i diversi capannoni, limitato alle situazioni in cui è strettamente necessario, dev’essere effettuato con mezzi adeguati evitando il contatto diretto o indiretto con selvatici. In presenza di situazione epidemiologica a rischio, l’accasamento dei pulcini di un giorno dovrà avvenire per singolo capannone; l’accasamento a sessi misti dovrà prevedere la separazione degli animali all’interno dello stesso capannone in modo che, dopo il carico delle femmine, non sia necessario spostare i maschi. Il carico dei tacchini al macello dev’essere effettuato in un arco di tempo massimo di 10 giorni. L’eventuale deroga può essere concessa a seguito di verifica della scrupolosa applicazione dei requisiti strutturali e gestionali di biosicurezza e dell’effettuazione di controlli virologici e sierologici, che prevedano almeno il prelievo trascorsi 14 giorni dal carico delle femmine e 10 giorni prima del carico dei maschi.


Maggio | 2019

Allevamenti di galline ovaiole

Negli allevamenti di galline ovaiole per la produzione di uova da consumo, sono stati introdotti divieti specifici per i centri d’imballaggio annessi agli allevamenti: • ricevere e lavorare uova provenienti da altri allevamenti e/o centri di imballaggio; • completare il carico delle uova su automezzi provenienti da altri allevamenti. È consentito il carico di uova su automezzi che trasportano materiali (contenitori per uova e bancali) a condizione che questi ultimi siano correttamente lavati e disinfettati. In deroga, i centri di imballaggio annessi ad allevamenti di piccole dimensioni che lavorano fino a un massimo di 50.000 uova al giorno con capacità non superiore a 250.000 volatili, possono essere autorizzati a ricevere uova da allevamenti di piccole dimensioni, con i quali esistono rapporti commerciali consolidati; inoltre, questi ultimi non devono conferire uova ad altri centri di imballaggio annessi ad allevamenti.

Dal 1° gennaio 2020 sarà vietato l’utilizzo di bancali di legno sia nei locali deposito uova sia nei centri di imballaggio. Nella sala uova dev’essere presente un lavandino dotato di sapone e asciugamano. Relativamente alla pulizia e disinfezione del materiale non monouso utilizzato nei centri di imballaggio, è stato specificato che: • dev’essere presente e regolarmente verificata una procedura di pulizia e disinfezione degli automezzi e dei materiali non monouso; • se i materiali vengono spediti ad altro stabilimento per la pulizia e disinfezione, quest’ultimo non deve essere annesso ad allevamento; • dev’essere presente e correttamente applicata una procedura per garantire la rintracciabilità di tali movimentazioni.

Operazioni di pulizia e disinfezione

Quanto alle operazioni di pulizia e disinfezione, si è specificato che: • alla fine di ogni ciclo produttivo

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e prima dell’inizio del successivo, i locali e le attrezzature devono essere accuratamente sottoposti a pulizia e disinfezione, da eseguire secondo un protocollo scritto che deve essere disponibile per le verifiche da parte dell’Autorità di controllo; le attrezzature impiegate durante il ciclo produttivo per attività anche al di fuori dei capannoni (ad esempio trasporto di tacchini tra un capannone e l’altro, fresatrici, muletti, ecc.) devono essere correttamente pulite e disinfettate prima del successivo utilizzo; la procedura deve garantire che le attrezzature, una volta pulite e disinfettate, vengano correttamente gestiste e stoccate in modo da evitare la successiva contaminazione; nel caso di allevamenti che effettuano il tutto pieno/tutto vuoto, i silos devono essere puliti e disinfettati ad ogni nuovo ingresso di animali; non è obbligatorio pulire i silos nei quali è presente ancora del mangime alla fine del ciclo produttivo;


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ATTUALITÀ in tutti gli altri allevamenti la pulizia e disinfezione dei silos dev’essere effettuata almeno una volta l’anno; negli allevamenti di svezzamento la pulizia dei capannoni deve essere effettuata almeno una volta l’anno.

Vuoto biologico e vuoto sanitario

Sono state introdotte le definizioni di vuoto biologico e vuoto sanitario per cui: • per vuoto biologico si intende il periodo di tempo che trascorre dal momento del completamento del carico degli animali al momento del successivo accasamento; • per vuoto sanitario si intende il periodo di tempo che trascorre dal momento del completamento delle operazioni di pulizia e disinfezione al momento del successivo accasamento. È stato specificato che il vuoto biologico minimo per allevamento dev’essere di 21 giorni per i tacchini, per gli anatidi destinati alla produzione di carne e per i riproduttori di

qualsiasi specie sia in fase pollastra sia in fase deposizione. È stato, poi, precisato che il vuoto biologico minimo per capannone di 14 giorni è da rispettare per i galli golden e livornesi, i capponi, le faraone destinate alla produzione di carne, quaglie, piccioni da carne, polli a collo nudo e comunque polli da carne a lento accrescimento. Dopo le operazioni di pulizia e disinfezione, prima dell’inizio del nuovo ciclo, è obbligatorio effettuare un vuoto sanitario di almeno 3 giorni dell’intero allevamento, o del capannone. Nel caso in cui nella medesima

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azienda, con l’esclusione degli svezzatori, siano allevate specie avicole per le quali è previsto il vuoto biologico per allevamento e altre per le quali è previsto il vuoto biologico per unità produttiva, dev’essere garantito il vuoto biologico per allevamento. Eventuali deroghe possono essere valutate nelle aree non a rischio e solo nel caso si tratti di allevamenti di piccole dimensioni, che non effettuano vendita di animali vivi a terzi e conferiscono esclusivamente al proprio macello aziendale (macellazione sino a 10.000 capi di pollame all’anno) annesso all’allevamento di origine degli animali e che macella prevalentemente volatili da questo provenienti, la cui attività sia finalizzata alla vendita diretta delle carni degli animali macellati al consumatore finale o a dettaglianti a livello locale che forniscano direttamente il consumatore locale.

Gestione della lettiera e della pollina

Relativamente alla gestione della lettiera e della pollina è stato specificato che, qualora il ritiro non avvenga a fine ciclo senza presenza di animali

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Maggio | 2019

ma a cadenza ravvicinata (ad esempio per destinazione biogas): • gli automezzi che accedono in allevamento per tale ritiro, dopo ogni scarico e comunque prima di accedere all’allevamento, devono essere sottoposti ad accurata pulizia e disinfezione presso un idoneo impianto, con obbligo di lasciare a disposizione dell’allevatore un documento che attesti tale operazione; • gli automezzi devono essere attrezzati in modo da non disperdere materiale nel tragitto e il materiale dev’essere adeguatamente coperto; • se la pollina o lettiera esausta è destinata ad uso agronomico, gli allevatori devono accertarsi che nella giornata l’automezzo non sia precedentemente entrato in un altro allevamento a meno che il proprio allevamento non risulti vuoto; nel caso di ripetuti carichi nella stessa giornata nello stesso allevamento, non è necessario effettuare il lavaggio e disinfezione dell’automezzo tra un carico e l’altro, fermo restando l’obbligo di disinfezione all’ingresso dell’allevamento;

per i nuovi allevamenti, e anche per gli esistenti dove la situazione lo consenta, dev’essere previsto un ingresso dedicato che consenta il ritiro del materiale senza che gli automezzi entrino in allevamento; • per gli allevamenti preesistenti, gli automezzi devono accedere al punto di carico attraverso percorsi dedicati che evitino il più possibile l’accesso all’area di allevamento; tali percorsi devono avere una superficie lavabile e disinfettabile. Se la situazione ambientale non consente una corretta separazione delle attività, per quanto possibile, il carico dev’essere effettuato all’esterno dell’allevamento; sul registro di entrata e uscita automezzi devono essere registrate le informazioni relative agli automezzi deputati al ritiro del materiale, anche se destinato ad uso agronomico. Le suddette disposizioni sulla gestione della lettiera e della pollina diventeranno vincolanti a partire dal 1° gennaio 2020. Riguardo allo stoccaggio della pollina è stato precisato che gli

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allevamenti che detengono galline in gabbia e in voliera, devono garantire lo stoccaggio della pollina, in condizioni adeguate, per almeno 60 giorni. Tale disposizione è immediatamente applicabile per i nuovi allevamenti, mentre entra in vigore per gli allevamenti esistenti a partire dal 1° gennaio 2020. Relativamente alla gestione della pollina in focolaio è stato precisato che la pollina presente in un allevamento sede di focolaio, trascorso il periodo previsto dalla vigente normativa in materia di influenza aviaria, non può in alcun caso essere destinata ad uso agronomico, ma dev’essere trattata presso un impianto in grado di garantire l’inattivazione del virus. Riguardo agli impianti che ricevono o utilizzano pollina è stato precisato che: • per i nuovi insediamenti produttivi avicoli la distanza da un impianto che riceve/utilizza pollina non può essere inferiore a 500 metri; • per i nuovi impianti che ricevono/utilizzano pollina la distanza da insediamenti produttivi avicoli non può essere inferiore a 500 metri.


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FISCALE

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Conferme e novità sulle facilitazioni concesse per terreni e casa

MODELLI 730 E REDDITI, LE AGEVOLAZIONI IN VIGORE Approfondiamo di seguito alcuni aspetti delle dichiarazioni 730 e Redditi 2019, cui abbiamo dedicato lo Speciale de Il Coltivatore Cuneese di aprile.

Redditi dei terreni

Nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi relativi all’anno 2018 troverà nuovamente applicazione la norma della Legge 232/2016 (Legge di Bilancio 2017, comma 44) con cui veniva stabilito che, per gli anni di imposta dal 2017 al 2019, i redditi dei terreni dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali (IAP) di cui al D.Lgs. 99/2004, iscritti nella previdenza agricola, non concorrono alla formazione del reddito ai fini IRPEF. I redditi dei terreni andranno pertanto comunque esposti nei modelli 730 e Redditi 2019, salvo poi non concorrere alla formazione della base imponibile. L’agevolazione si applica anche alle società semplici qualificate IAP che attribuiscono per trasparenza il reddito dei terreni ai soci persone fisiche, mentre non spetta alle società di persone o di capitali (S.a.s, S.n.c. e S.r.l.) che hanno optato per la tassazione catastale ai sensi dell’art. 1, comma 1093 della Legge 296/2006. In quest’ultima ipotesi, infatti, ancorché il reddito sia determinato in “misura” catastale, mantiene la natura di reddito di impresa. I soggetti non coltivatori o non IAP dovranno invece continuare a

RISERVE D’ACQUA

dichiarare tali redditi nelle consuete modalità, ossia il reddito dominicale rivalutato dell’80%, per quanto riguarda il proprietario del terreno, e il reddito agrario rivalutato del 70% in capo al conduttore del fondo, qualora questi sia soggetto diverso dal proprietario e sempre che non abbia la qualifica professionale. I soggetti non professionali devono poi applicare, sui redditi così determinati, l’ulteriore rivalutazione del 30%. La norma agevolativa va poi considerata in combinazione anche con le norme proprie dell’IMU: l’imposta municipale sostituisce, infatti, per norma, il reddito degli immobili non affittati. Pertanto sono soggetti ad IRPEF solo gli immobili su cui non sia pagata l’IMU. Tale evenienza non si verifica, invece, per i soggetti professionali i quali, oltre alle esenzioni già in essere ai fini IMU, potranno

applicare anche la non imponibilità IRPEF.

Bonus verde

Fa il suo esordio nelle dichiarazioni 730 e Redditi 2019, anno di imposta 2018, il cosiddetto “bonus verde”. Si tratta di una novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2018, per cui viene prevista una detrazione del 36% su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare ad uso abitativo, da ripartire in 10 quote annuali costanti, in relazione alle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, comprese le pertinenze, le recinzioni, gli impianti di irrigazione e la realizzazione di pozzi, coperture a verde e giardini pensili. Le spese di progettazione e manutenzione sono agevolabili se con-

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FISCALE

nesse all’esecuzione degli interventi indicati. La Legge di Bilancio 2019 ha prorogato l’agevolazione anche alle spese sostenute per l’anno 2019.

Detrazioni casa

Anche per il 2018 vengono prorogate le molteplici disposizioni che prevedono detrazioni IRPEF per interventi di recupero del patrimonio edilizio, interventi di efficienza energetica sugli edifici, acquisto mobili e per lavori antisismici. La Legge di Bilancio, oltre a prorogare le disposizioni agevolative in questione, interviene anche apportando qualche novità.

INTERVENTI DI EFFICIENZA ENERGETICA Per quanto riguarda gli interventi di efficienza energetica vengono distinte le percentuali di detrazione, mentre fino allo scorso anno si aveva un’unica misura pari al 65% per tutte le tipologie di intervento. Dal 2018 la detrazione è ridotta al 50% per: • acquisto e posa in opera di finestre, comprensive di infissi e di schermature solari;

sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal Regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013; • spese sostenute nel 2018 per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati d generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, fino a un valore massimo di 30.000 euro. Diversamente la detrazione è prevista nella misura del 65%, oltre che per le spese già previste per gli anni prece-

denti, anche per le spese relative a: • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal Regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013 e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VII della Comunicazione della Commissione 2014/C 207/02; • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata


Maggio | 2019

• •

con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro; spese sostenute per l’acquisto e posa in opera di generatori di aria calda a condensazione; acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino ad un valore massimo della detrazione di 100.000 euro.

LAVORI ANTISISMICI E RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA Ulteriore novità è rappresentata dalle

detrazioni previste per interventi su parti comuni condominiali degli edifici ricadenti in zone sismiche 1, 2 e 3, che siano finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica. In particolare, viene riconosciuta una detrazione da ripartire in 10 quote annuali costanti, nella misura dell’80%, se l’intervento determina il passaggio a una minore classe di rischio, e dell’85% nel caso in cui si determini un miglioramento di due classi di rischio. L’agevolazione si applica su un ammontare non superiore a 136.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità che compongono il condominio.

RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE E ACQUISTO MOBILI Le detrazioni in parola vengono confermate alle medesime condizioni per tutto il 2018, con due novità. La prima è l’estensione delle detrazioni per ristrutturazione anche agli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, agli Enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti, Istituiti in forma di

società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di in house providing e alle cooperative edilizie di abitazione a proprietà indivisa. La seconda novità è la detrazione per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore ad A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo di un immobile anche oggetto di intervento di ristrutturazione. La detrazione è del 50%, da ripartire in 10 quote annuali. Su una spesa non superiore a 10.000 euro, tuttavia, compete per le spese sostenute nel 2018 a condizione che l’intervento sia iniziato a decorrere dal 1° gennaio 2017. Al raggiungimento della soglia concorrono anche le spese già sostenute nell’anno 2017.

Rivalutazione terreni e partecipazioni societarie

La vendita di terreni suscettibili di capacità edificatoria, secondo gli strumenti urbanistici vigenti, può determinare ai fini reddituali il realizzo di una plusvalenza imponibile ai fini IRPEF. Tale plusvalenza è quantificata in misura pari alla differenza tra il corrispettivo percepito dalla vendita e il costo fiscalmente riconosciuto. Negli ultimi anni le varie Leggi finanziarie hanno più volte riaperto la possibilità di affrancare tali plusvalenze pagando un’imposta sostitutiva dell’8% sul valore di mercato del terreno, determinato in base a una perizia giurata di stima, redatta da un professionista abilitato. Anche per il periodo di imposta 2018 è stata riaperta tale possibilità per le persone fisiche, società semplici ed

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Enti non commerciali, in relazione ai terreni posseduti alla data del 1° gennaio 2018. La perizia di stima dev’essere redatta entro il 30 giugno 2018 e la relativa imposta pagata entro la medesima data in unica soluzione, ovvero in tre rate annuali di pari importo con l’applicazione degli interessi nella misura del 3% annuo. È possibile, inoltre, detrarre dall’imposta dovuta quanto eventualmente versato in occasione di precedenti rivalutazioni sul medesimo terreno. Le stesse procedure possono essere poste in essere per rivalutare il costo fiscalmente riconosciuto di terreni agricoli, in quanto anche la loro cessione, se interviene in un arco temporale di 5 anni dall’acquisto a titolo oneroso, comporta il realizzo di plusvalenze imponibili. Determinano sempre il realizzo di plusvalenze le cessioni di quote di partecipazione; anche per tali fattispecie l’aliquota da applicare al valore rideterminato è pari all’8%. La Legge di Bilancio 2019 ha ulteriormente prorogato tali possibilità, con riferimento a terreni e partecipazioni posseduti alla data del 1° gennaio 2019. Le procedure sono sempre le medesime, tuttavia le aliquote dell’imposta sostitutiva sono state aumentate in misura pari al 10%, nonché all’11% per le partecipazioni qualificate. Si ricorda che l’effettuazione di tali operazioni non può essere riportata nel modello 730. Tuttavia, i contribuenti che possiedono altri redditi che possono essere riportati nel modello 730 hanno facoltà di continuare a usare il modello 730, salvo presentare anche il frontespizio e i quadri RM e/o RT del modello Redditi 2019, con le modalità e nei termini previsti per tale tipo di dichiarazione.


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LAVORO

Dallo scorso 24 aprile l’invio delle domande per gli stagionali

DECRETO FLUSSI 2019, LE QUOTE DI INGRESSO E CONVERSIONE Il Decreto Flussi 2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 9 aprile scorso, ha previsto una quota complessiva di ingressi a livello nazionale pari a 30.850 quote, divise per stagionali (18.000 unità) e non stagionali (12.850). L’invio delle quote non stagionali (conversioni comprese) ha avuto luogo a partire dalle ore 9 del 16 aprile, l’invio delle quote stagionali dalle ore 9 del 24 aprile.

Quota stagionale

Sono ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turisticoalberghiero, entro una quota massima di 18.000 unità, i cittadini dei seguenti Paesi: Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. Delle 18.000 unità, 2.000 sono riservate ai lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi suindicati, che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali il datore di lavoro

presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale. Rimane salvo che extracomunitari provenienti da Paesi diversi da quelli suindicati (ad esempio il Pakistan) possono entrare nella quota per diritto di precedenza (art. 24, comma 9, del D.Lgs. 286/1998), qualora abbiano fatto ingresso stagionale almeno una volta negli ultimi cinque anni e abbiano rispettato le regole di entrata e uscita dall’Italia.

Quota non stagionale

Sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro un massimo di 12.850 unità. All’interno di questa quota sono previsti: • 4.750 conversioni in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di permessi di soggiorno per lavoro stagionale; • 3.500 conversioni in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale; • 500 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs.

QUOTE DI CONVERSIONE Le conversioni da stagionale a non stagionale rappresentano uno strumento utile alle aziende agricole per consolidare rapporti di lavoro già sviluppati in diverse esperienze stagionali. Visto il numero ridotto di quote di conversione assegnate quest’anno (30) rispetto alle domande presentate (oltre un centinaio), Coldiretti si è attivata presso il Ministero del Lavoro al fine di ottenere un’integrazione della quota.

286/1998; 100 lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo; • 800 conversioni in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro UE; • 700 conversioni in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale; • 100 conversioni in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro UE. È consentito l’ingresso in Italia per motivi di lavoro autonomo di 2.400 cittadini non comunitari residenti all’estero, appartenenti alle diverse categorie particolari (artisti, titolari di cariche societarie, ecc.). •

Ripartizione territoriale

Con circolare n. 9 del 16 aprile, il Ministero del Lavoro ha provveduto alla ripartizione territoriale delle quote. In provincia di Cuneo sono state previste 30 quote per le conversioni da stagionale a non stagionale, rispetto alle 99 quote assegnate nel 2018, e 1.200 quote di lavoro stagionale, in aumento, come richiesto da Coldiretti Cuneo, rispetto alle 1.100 assegnate lo scorso anno. Coldiretti è in stretto contatto con gli uffici pubblici preposti - UTG Prefettura, ITL, Questura - per consentire il rilascio sollecito dei nulla osta e far sì che i lavoratori stranieri entrino quanto prima nella disponibilità delle aziende agricole.


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Fare filiera sul territorio e per il territorio è strategico per la nostra agricoltura, oltre che per l’intera economia locale. Per questo, crescono le progettualità di Coldiretti che mettono al centro la giusta remunerazione del prezzo all’impresa agricola.

Che cos’è la filiera? Qualità alimentare e tracciabilità Filiera lunga o filiera corta? Una filiera agricola tutta italiana Polvere di latte Nocciola Piemonte IGP Ortaggi del Piemonte Frumento tenero Frumento tenero biologico ed enkir Fagiolo Cuneo IGP Carne bovina Polline, la deumidificazione a freddo Acquisti collettivi I progetti di filiera in cantiere


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PROGETTI DI FILIERA

A Che cos’è la filiera? Da anni Coldiretti è in prima linea per dare riposte concrete alle imprese agricole associate, non solo in termini di rappresentanza nei confronti delle Autorità regionali politiche ed amministrative - e nei rapporti con Enti ed Istituzioni, ma anche nello studiare, promuovere e coordinare, in ambito regionale, ogni iniziativa tesa a conseguire un miglioramento delle condizioni economiche delle aziende agricole. E tale miglioramento passa inevita-

La filiera agroalimentare rappresenta il percorso che compie un prodotto alimentare dalla terra alla tavola, ossia dalle materie prime a ciò che mangiamo. È un processo scandito secondo precise fasi e che vede coinvolti numerosi attori: agricoltori, produttori di mangimi e sementi, allevatori, industria di trasformazione, trasportatori e distributori, commercianti all’ingrosso e al dettaglio, fino al consumatore.

Qualità alimentare e tracciabilità

“Qualità alimentare” è un’espressione molto utilizzata, che assume un significato preciso sulla base della normativa europea: si valuta la qualità di un prodotto quando si è in grado di conoscere e verificare non soltanto la qualità dell’alimento, ma anche quella dell’intero processo produttivo, che passa dalla coltivazione, dall’allevamento, dalla trasformazione, dalla conservazione, dalla distribuzione, dalla commercializzazione, fino al consumo. Viene, dunque, presa in considerazione tutta la filiera alimentare, ossia il percorso che un prodotto agroalimentare fa “dal campo alla tavola”: è la cosiddetta tracciabilità.

Attraverso l’applicazione della tracciabilità alimentare è possibile recuperare velocemente tutte le informazioni specifiche di sicurezza e qualità dei prodotti, verificare ed identificare anche a ritroso -rintracciare, insomma - ogni singola azione svolta, identificare e tenere traccia di ogni aspetto dell’attività degli operatori coinvolti nel processo. Oggi, addirittura, si parla sempre più di “blockchain”, che consiste nella creazione di un sistema di tracciabilità che, sfruttando le nuove tecnologie, metta a disposizione del consumatore tutta una serie di informazioni dei prodotti che acquista, oggi solamente a disposizione degli

operatori della filiera. Si tratta di uno strumento nato per il mercato finanziario ma che, trasferito all’agroalimentare, creerebbe un registro distribuito e immodificabile per l’appunto una “catena di blocchi” con data certa e sicura - per tracciare un prodotto lungo tutta la filiera, a disposizione del consumatore, il quale diventa un soggetto attivo con la possibilità di controllare i processi in modo totalmente trasparente. Tutti i passaggi nella filiera non restano solo in rete ma, mentre con l’attuale sistema i controlli avvengono solo a campione, tutti con il blockchain possono accedere ai dati inseriti e verificarli.

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bilmente da percorsi e nuove progettualità che diano un’opportunità di sviluppo e garantiscano una giusta remunerazione all’interno delle diverse filiere che caratterizzano il territorio della nostra Provincia e, più in generale, del Piemonte. La filiera è l’insieme di attività che concorrono alla produzione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un prodotto, partendo dalla produzione di base fino alla vendita al consumatore finale.


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Filiera lunga o filiera corta?

Per Coldiretti filiera lunga e filiera corta non sono in antitesi ma possono, anzi devono, convivere integrandosi in modo complementare per poter valorizzare pienamente il potenziale dell’agroalimentare Made in Italy. Del resto, sarebbe pura utopia sostenere che tutta la produzione agricola possa trovare una collocazione sul mercato esclusivamente per la via offerta dalla filiera corta, ossia dal rapporto diretto tra impresa agricola e consumatore finale. Per questo motivo Coldiretti ha lanciato dieci anni fa, a livello nazionale, il progetto economico “Filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori”, affiancandolo alla rete di Campagna Amica.

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Una filiera agricola tutta italiana

Il progetto economico “Filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori” si pone l’obiettivo di un nuovo sviluppo dell’agricoltura italiana. Si basa su eticità dei comportamenti, dei prezzi e dei redditi, qualità delle

produzioni, trasparenza dei processi di produzione e massima informazione al consumatore. Si tratta di una filiera: • agricola perché gli agricoltori sono protagonisti dal campo

fino al cibo. La filiera è di loro proprietà, controllata e partecipata, più corta e dunque più efficiente; italiana perché realizzata con prodotti che provengono solo

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PROGETTI DI FILIERA

ed esclusivamente dai campi e dagli allevamenti italiani, creando valore aggiunto del Made in Italy; • firmata dagli agricoltori che ci mettono la faccia, perché il consumatore deve conoscere chi produce ciò che mangia nella logica di un consumo informato e consapevole. Molte imprese agricole operano già in filiera lunga tradizionale, ma occorre sottolineare due distinzioni: • le imprese agricole che lavorano sul territorio di altri territori; • le imprese agricole che lavorano sul territorio per filiere del territorio. Nel primo caso il valore aggiunto dato dal prodotto finale ricade su altre realtà territoriali, come per esempio avviene per le produzioni di prosciutto Crudo di Parma o San Daniele DOP. In Piemonte, infatti, sono allevati circa un milione di suini, la quasi totalità della tipologia

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pesante e destinati prevalentemente alle filiere del Crudo di Parma o San Daniele DOP. I progetti di filiera Coldiretti, invece, hanno come obiettivo la sottoscrizione di un apposito accordo in cui una pluralità di soggetti del territorio si impegnano, nel contrattualizzare i loro rapporti, alla definizione di ob-

blighi e responsabilità reciproche e di ripartizione concordata del valore aggiunto. In pratica, una sorta di Km zero della filiera tradizionale. E da alcuni anni Coldiretti si è impegnata a realizzare e a consolidare alcuni importanti progetti di filiera, partendo dal territorio e per il territorio. Vediamoli insieme.

produzione di latte del Piemonte. La cooperativa, composta inizialmente da circa 100 conferenti, oggi associa oltre 210 allevatori che, grazie alla partnership industriale dell’Inalpi e commerciale della Ferrero, rappresenta un esempio di filiera unica nel panorama nazionale ed europeo. Quello che probabilmente rappresenta il più importante accordo di filiera agroalimentare siglato sul territorio cuneese, nasce circa 15 anni

fa, con i primi incontri tra Coldiretti e la Ferrero di Alba. L’importante gruppo albese era alla ricerca di un interlocutore con cui dialogare per gettare le basi per la creazione di un innovativo polo locale per la produzione di latte in polvere, storicamente monopolio di Germania e Nuova Zelanda. Contemporaneamente, Coldiretti stava vagliando alcune possibilità per offrire nuovi sbocchi commerciali alle imprese della produzione

Polvere di latte

Compral Latte, costituita l’11 novembre 2009 e prossima a compiere i 10 anni di attività, è la cooperativa nata dall’importante sinergia tra Coldiretti e APA per gestire la fornitura del latte al polverizzatore di Moretta, presso lo stabilimento Inalpi, destinato principalmente alla Ferrero di Alba. Dei 5.000 quintali di latte al giorno lavorati attualmente dalla torre di sprayatura, oltre l’80% è fornito dalla Compral Latte, la quale è arrivata a rappresentare circa il 15% dell’intera

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primaria lattiero-casearia. Elemento fortemente innovativo, che ha caratterizzato dall’inizio l’intera progettualità, è stato il sistema di determinazione del prezzo del latte alla stalla conferito dagli allevatori. Il meccanismo prevede sostanzialmente la definizione del costo/litro del latte in relazione all’andamento mensile del mercato dei prodotti lattiero-caseari italiani ed esteri e dei costi di produzione dell’impresa agricola. In particolare, il paniere risulta composto di 14 prodotti, di cui 5 di valenza internazionale (Cheeddar, polvere di latte intero, polvere di latte scremato, burro e Edammer), 4 di importanza nazionale (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, mozzarella 125 g) e 5 legati strettamente ai costi di produzione

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del settore primario (fieno, orzo, soia, mais e costo energia). Operativamente è stato individuato un “prezzo base” (70% prezzo latte Lombardia gennaio 2011 - 30% prezzo Baviera con standard grasso 38 g/litro e standard proteine 33 g/ litro). Applicando lo schema del paniere si ha un valore aggiornato mensilmente che viene utilizzato per determinare la periodica variazione del prezzo riconosciuto al latte. Inoltre, per valorizzare il latte in relazione alle caratteristiche qualitative utili alla trasformazione in polvere sono stati introdotti dei fattori di moltiplicazione in relazione ai tenori di grasso espressi dalle partite conferite da ogni singolo allevatore e in particolare: • incidenza del valore delle protei-

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ne sul Kg di latte pari al 55%; incidenza del valore del grasso sul Kg di latte pari al 45%. Per testare la validità del meccanismo, si sono poi effettuate numerose simulazioni, confrontando le remunerazioni storicamente percepite dai produttori con quelle simulate utilizzando il prezzo indicizzato. Nel corso degli anni i rapporti di filiera sono stati ulteriormente rafforzati sulla base di prescrizioni e protocolli che ogni socio è tenuto a condividere e osservare, a fronte del riconoscimento di apposite premialità. A distanza di 10 anni l’indicizzato, oltre ad essere uno strumento valido per la quantificazione del prezzo, divenendo un riferimento per il mercato nazionale, ha il pregio di riconoscere oggettivamente la qualità del latte. •

Nocciola Piemonte IGP

Negli ultimi anni il noccioleto piemontese è aumentato notevolmente, raggiungendo oltre 23.000 ettari a livello di superficie, come risulta censito dall’Anagrafe Agricola del Piemonte. E nella sola provincia di Cuneo si sfiorano i 15.000 ettari, pari al 65% del totale delle nostra Regione. Dati che indicano un crescente interesse da parte sia degli imprenditori agricoli, che vedono nella nocciola una coltura dalla quale poter ricavare reddito, sia dell’industria agroalimentare, quale materia prima per le proprie lavorazioni.

La produzione corilicola in Piemonte vuol dire “Tonda Gentile Trilobata”, la pregiata varietà che da più di 25 anni può avvalersi del riconoscimento dell’IGP Nocciola Piemonte. E grazie al piano dei controlli dell’IGP è possibile avere una certificazione del

rispetto del disciplinare di produzione e la completa tracciabilità dei vari passaggi di filiera della nocciola, dal campi sino al consumatore finale. Parallelamente all’importanza della produzione anche l’IGP Nocciola Piemonte sta crescendo. Attualmen-

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PROGETTI DI FILIERA

te vengono certificati IGP all’incirca 100.000 quintali di nocciole, pari al 50% della produzione complessiva della “Tonda Gentile Trilobata”. Numeri che testimoniano la crescita costante negli ultimi anni, tenuto contro che solamente alcuni anni fa l’IGP rappresentava “solamente” 40-50.000 quintali del totale delle nocciole. A contribuire alla crescita del comparto hanno contribuito alcune importanti progettualità messe in campo negli ultimi anni. Nell’agosto 2010 è stata costituita la Corilanga

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Società Agricola Cooperativa, con l’obiettivo di commercializzare e valorizzare esclusivamente nocciole certificate IGP. Nata inizialmente per rifornire alcune importanti aziende dolciarie del territorio, oggi la cooperativa si occupa prevalentemente della trasformazione della materia prima di nocciole fornita dai soci. Attraverso il proprio impianto di trasformazione di Rocchetta Belbo, commercializza non solo nocciole in guscio, ma anche nocciole sgusciate, tostate, in granella oppure farina

e crema. Tutti lavorati e semilavorati che consentono di valorizzare le nocciole conferite dai soci. Nelle vicine Province di Asti e Alessandria, invece, da alcuni anni è in essere un accordo di filiera siglato da Coldiretti con la nota azienda dolciaria Elah Novi Dufour di Novi Ligure. E per realizzare la fornitura di quasi 10.000 quintali di nocciole è stata costituita, nel 2016, la cooperativa Monferrato Frutta Società Cooperativa Agricola di Alessandria, che raggruppa attualmente circa 300 corilicoltori.

Ortaggi del Piemonte

Dal 2011 è in essere un importante accordo di filiera siglato da Coldiretti e dalla F.lli Saclà Spa di Asti. L’accordo prevede la fornitura di ortaggi semilavorati (peperoni, scalogno, carote, cavolfiori, cipolle, sedano e rape) che, una volta raccolti e conferiti dai produttori, vengono destinati

al centro di lavorazione della cooperativa Fresche Terre di Scrivia Società Cooperativa Agricola di Castelnuovo Scrivia (Alessandria). Una volta concluse le fasi di prima lavorazione, quali la pelatura, lavatura e scollettatura per le carote, il taglio dei peperoni o la suddivisione in ciuffetti

dei cavolfiori, gli ortaggi sono inviati alla F.lli Saclà Spa, in fusti da 220 Kg in salamoia. Successivamente Saclà provvede alla produzione delle sue tradizionali composte. Sono all’incirca 3.000 i quintali totali di ortaggi locali ritirati ogni anno dall’azienda conserviera astigiana.

H Frumento tenero Altro importante tassello sono gli accordi di filiera che, da diversi anni, vengono realizzati dal Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest, con il supporto di Coldiretti, e da alcuni importanti gruppi industriali, con l’obiettivo di valorizzare le produzioni cerealicole di qualità e garantire prezzi migliori ai produttori. Partito da uno sparuto gruppo di produttori del CATAC di Fossano, ad oggi sono circa 600 i cerealicoltori che annualmente sottoscrivono i contratti di filiera, impegnandosi a rispettare le tecniche colturali previste e i disciplinari di produzione

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con il supporto dei tecnici di campo dell’Agenzia 4A di Coldiretti. Obiettivo degli accordi di filiera è la fornitura differenziata, a seconda delle tipologie delle varietà di frumento, che vanno a soddisfare le esigenze qualitative e quantitative dell’industria, con la quale ogni anno si definiscono volumi, parametri qualitativi e premi di produzione. In questo modo ai produttori cerealicoli è possibile fornire riferimenti oggettivi per poter affrontare nel breve periodo il mercato. Le forniture riguardano alcune importanti aziende agroalimentari del

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territorio ma anche realtà di livello nazionale quali: Barilla SpA, Distilleria Sacchetto SpA di Lagnasco, Molino Gaiero & Gabutti Srl di Carrù, Molini Valente - Nova SpA di Felizzano, Molino Stenca di Cortemilia. Il modello dei contratti di filiera è

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stato replicato anche nelle vicine Province di Asti e Alessandria, con la sottoscrizione di un accordo di filiera, sempre tra il Consorzio Agrario e la Mondelēz International, azienda proprietaria del marchio Saiwa.

Alla commercializzazione collettiva di frumento si è affiancata la commercializzazione collettiva e in filiera di: orzo di qualità - con particolari caratteristiche molitorie; favino; pisello proteico; mais sia per uso alimentare che zoote-cnico; soia; girasole.

Frumento tenero biologico ed enkir

Parallelamente alla filiera del frumento tenero convenzionale, sono in essere accordi con alcune aziende molitorie per la fornitura di prodotto certificato biologico. Si tratta del Molino Sobrino di La Morra e del Mulino Marino di Cossano Belbo. I volumi, circa 3.000 quintali, sono ovviamente più contenuti considerando sia le diverse rese alla produzione tra convenzionale e biologico, sia il fatto che la maggior parte della produzione proviene principalmente dalle aree collinari del Cebano e Monregalese. La commercializzazione del frumento biologico è svolta dalla cooperativa 7 Vie del Belbo di Mombarcaro. Per dare un ulteriore impulso a que-

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sta importante filiera, i tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti sono al lavoro per ampliare le aree di produzione a frumento tenero biologico, soprattutto verso gli areali di pianura. Da alcuni anni è stato concretizzato un altro accordo di filiera legato alla fornitura dell’enkir. L’enkir è un farro monococco ed è tra i più antichi cereali coltivati dall’uomo. Molto rustico, ha un elevato profilo nutrizionale ed è destinato alla panificazione. L’ottima resistenza naturale a malattie e stress, la necessità di bassi livelli di concimazione ed una spiccata adattabilità ad ambienti colturali diversi lo rendono un cereale particolarmente adatto ad un’agricoltura biologica.

Fagiolo Cuneo IGP

La commercializzazione del fagiolo borlotto rampicante, nello specifico della tipologia Billò, da alcuni anni avviene in forma collettiva attraverso Fagiolcoop delle Valli Cuneesi, cooperativa che raggruppa circa 15 produttori e che ogni anno fornisce principalmente confezionatori, grossisti, aziende agroalimentari provenienti dal Centro-Nord Italia. La cooperativa si è costituita nel 2010 e commercializza all’incirca 1.000 quintali di fagiolo secco. Prima ancora della costituzione della

prima

cooperativa, i produttori avevano già avviato una commercializzazione in forma collettiva per cercare di ottenere una maggiore remunerazione, al di sopra delle quotazioni medie di mercato. La cooperativa è stato il naturale proseguimento di un percorso che ha portato alla creazione di un’organizzazione ed una struttura per i produttori. Tra i principali clienti della cooperativa si evidenziano la Indena SpA di Milano, azienda farmaceutica che

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PROGETTI DI FILIERA

estrae la faseolamina dal fagiolo per uso farmaceutico, e la D&D Italia, azienda presente sul mercato con i brand D’Amico, Logrò e Montello, per la preparazione di fagiolo lessato e appertizzato. Parte della produzione viene, inoltre, certificata e commercializzata Fagiolo Cuneo IGP, riconoscimento ottenuto nel maggio 2011 a livello europeo, dopo un lungo lavoro da parte del Consorzio per la Valorizza-

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zione e la Tutela del Fagiolo Cuneo, e che permette di valorizzare e differenziare maggiormente il prodotto della cooperativa. L’IGP Fagiolo Cuneo sta lentamente trovando nuovi spazi di mercato anche per quanto riguarda il prodotto fresco. Grazie all’intraprendenza di alcune aziende - Lingua Valerio Giuseppe di Busca, Politano Pierfranco di Cuneo e Mondino Alessandro di Peveragno - che hanno scommesso sulla

valorizzazione del proprio prodotto, da alcuni anni anche una parte della produzione di fagiolo da raccolta cerosa rampicante è certificato IGP Fagiolo Cuneo. Si tratta ancora di volumi esigui rispetto al prodotto potenzialmente certificabile, ma sono comunque segnali importanti per un prodotto considerato, a torto, non di primaria importanza nella gestione della superficie aziendale.

130 allevatori, che conferiscono annualmente 500 capi. Sempre per quanto riguarda i bovini

da carne, sul territorio sono attive alcune importanti realtà cooperative, CO&CO, Compral e Asprocarne, che hanno l’obiettivo di concentrare l’offerta degli allevatori, per quanto riguarda sia la razza Piemontese che le altre razze quali Blonde d’Aquitaine, Limousine e Charolaise, in modo tale da poter ottenere una migliore collocazione sul mercato. Oltre all’offerta di bovini vivi queste cooperative, che si rivolgono principalmente agli operatori della distribuzione dotati di macellazione e sezionamento, hanno indirizzato il loro business verso la fornitura di mezzene, quarti, sesti, tagli anatomici, sino ad arrivare alla carne fresca porzionata o trasformata. In particolare la Compral ha realizzato presso il Mercato Ingrosso Agroalimentare Cuneo (MIAC) un proprio laboratorio per la lavorazione delle mezzene di bovini di razza Piemonte-

Carne bovina

Nel 2013, a concretizzazione dell’accordo tra Coldiretti e Cremonini-Inalca è stata costituita la cooperativa Lolacoop, per rendere operativa la commercializzazione di vacche fine carriera e vitelloni di razze da latte/ incroci. La cooperativa fornisce alle aziende associate la possibilità di conferire le vacche fine carriera con lo scopo di valorizzarle tramite un sistema assolutamente trasparente. Oltre al ritiro delle vacche fine carriera, Lolacoop fornisce alle aziende associate interessanti possibilità di ritiro per i vitelloni da macello di razze da latte/incroci. Il prezzo delle vacche e dei vitelloni da macello è calcolato a peso morto, in base alla classificazione ufficiale europea (Griglia SEUROP), secondo il Listino Vacche e Vitelloni Inalca aggiornato alla settimana di consegna. Attualmente la cooperativa associa

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se destinate alle macellerie, ai banchi del fresco della grande distribuzione, alle comunità e ai catering. Ricordiamo che la razza Piemontese nel 2017 ha ottenuto il riconoscimento della Commissione europea dell’IGP Vitelloni Piemontesi della Coscia. Il raggiungimento dell’IGP rappresenta per questa razza e per gli allevatori uno strumento economico fondamentale, riservato alle carni ottenute dalla macellazione di bovini maschi e femmine di razza Piemontese iscritti al relativo Libro Genealogico o figli di genitori entrambi iscritti al Libro Genealogico, di età superiore a 12 mesi, allevati e ingrassati, dallo svezzamento alla macellazione, nella zona di produzione che riguarda le Province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino ed alcuni Comuni delle Province di Biella, Novara,

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Vercelli, Savona e Imperia. La carne sarà riconoscibile dall’etichetta che contiene la denominazione “Vitelloni Piemontesi della Coscia”, il logo della denominazione, la dicitura “Indicazione Geografica Protetta” (IGP) e il simbolo dell’Unione europea. In etichetta dovrà essere riportata la denominazione di vendita

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“bovino adulto” prevista dalla normativa nazionale vigente. Attualmente si sta completando l’iter burocratico per avere il via libera a piano dei controlli da parte del Ministero delle Politiche agricole. Una volta approvato, sarà possibile certificare i primi capi con l’IGP e dare il via ad una forte campagna promozionale.

Polline, la deumidificazione a freddo

La peculiarità della deumidificazione a freddo consente di mantenere pressoché inalterate le caratteristiche nutraceutiche dei prodotti alimentari in linea con la filosofia crudista, che prevede il consumo di alimenti crudi o sottoposti a blandi trattamenti termici al di sotto dei 40°C. Essendo il polline un prodotto molto ricco di princìpi nutrizionali ma termolabili, è importante mantenerne invariata la qualità. Il processo di deumidificazione a freddo del polline da alcuni anni è reso possibile nella nostra Provincia grazie alla sinergia messa in campo da Coldiretti Cuneo, Aspromiele e la cooperativa Albifrutta di Costigliole Saluzzo. Ad oggi le lavorazioni di deumidificazione, vagliatura e confeziona-

mento sono effettuate dalla cooperativa sociale Il Ramo di Piasco, che ha rilevato gli impianti precedentemente utilizzati da Albifrutta. Il polline è deumidificato in cella di essicazione a freddo, vagliato,

pulito e confezionato in sacchetti termosaldati da 3 o 5 Kg. Queste operazioni vengono svolte sia per produzioni convenzionali che biologiche. I tecnici Aspromiele coordinano i conferimenti e controllano le fasi di lavorazione con particolare attenzione al contenuto di umidità del prodotto in ingresso e a fine lavorazione; la determinazione del livello di umidità è effettuata dal laboratorio interno di analisi fisico-chimiche di Coldiretti a Cuneo. Per poter dare evidenza sul mercato alle diverse produzioni alimentari ottenute con la deumidificazione a freddo - oltre al polline, frutta e ortaggi - dal 2014 Coldiretti Cuneo ha messo a disposizione delle aziende interessate uno specifico marchio “deumidificato a freddo”.

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PROGETTI DI FILIERA

M Acquisti collettivi A sostegno delle imprese agricole Coldiretti ha contribuito, nel 2011, alla costituzione di Amica Società Cooperativa. La cooperativa nasce con lo scopo di effettuare acquisti collettivi di prodotti impiegati dalle aziende agricole nelle diverse attività di produzione, trasformazione e confezionamento. L’attività di Amica si traduce nell’ac-

N

quisto diretto dalle fabbriche di produzione, consentendo alle imprese agricole socie, insieme all’organizzazione precisa delle forniture, di risparmiare sugli approvvigionamenti (materiali, oggetti, strumenti, prodotti, ecc.) contenendo i costi. La gamma dei prodotti acquistabili è aperta alle richieste e necessità espresse dai soci. Attualmente la Cooperativa può fornire bottiglie

per vino, succhi di frutta, latte, ecc., vasi e barattoli di vetro per conserve alimentari, miele, yogurt, ecc., capsule per barattoli e articoli vari per la sicurezza degli operatori agricoli e agroindustriali (guanti, scarpe e stivali antinfortunistici, tute protettive, maschere antipolveri), trappole cromotropiche, sementi, diffusori per la lotta biologica (confusione sessuale degli insetti parassiti).

I progetti di filiera in cantiere

Oltre alle progettualità consolidate, Coldiretti è alla continua ricerca di nuovi partner con i quali poter interloquire e concretizzare nuovi accordi, che possano creare sbocchi commerciali e portare reddito alle imprese agricole. In particolare sono in fase di studio 3 nuove progettualità. La prima riguarda la definizione di un accordo di filiera con Raspini SpA di Viotto per la fornitura di suini, allevati con elevati standard di benessere e destinati alla produzione di

prosciutto cotto. Un’altra importante progettualità è in itinere con la Noberasco SpA di Albenga per la fornitura di frutta fresca, successivamente sottoposta ad essicazione, disidratazione e commercializzata nelle bustine monodose come snack pronti all’uso. Un’ultima progettualità riguarda la fornitura di grano saraceno al Pastificio Moro di Prata Camportaccio, in Provincia di Sondrio. L’azienda è specializzata nella produzione di pa-

sta senza glutine, pasta per bambini (baby food) e altre paste dietetiche, e il grano saraceno rappresenta un’importante materia prima per le sue lavorazioni. Grazie al supporto del Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest, il grano saraceno ha riscontrato un crescente interesse da parte degli imprenditori agricoli, quale ulteriore opportunità economica, ed ha portato allo sviluppo di un’importante realtà produttiva.

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ECONOMICO

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A Vinitaly 2019 tra promozione, tutela, opportunità e minacce

DALLE VIGNE ITALIANE LAVORO PER 1,3 MILIONI DI PERSONE Dal vino italiano nascono opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone per un fatturato che è salito nel 2018 alla quota record di 11 miliardi. Il dato emerge dall’analisi che Coldiretti ha presentato all’ultimo Vinitaly. Secondo questo studio, la raccolta di un grappolo genera opportunità di lavoro in ben 20 settori: 1) agricoltura; 2) industria trasformazione; 3) commercio e ristorazione; 4) vetro per bicchieri e bottiglie; 5) lavorazione del sughero per tappi; 6) trasporti; 7) assicurazioni, credito e finanza; 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri; 9) vivaismo; 10) imballaggi come etichette e cartoni; 11) ricerca, formazione e divulgazione; 12) enoturismo; 13) cosmetica; 14) benessere e salute con l’enoterapia; 15) editoria; 16) pubblicità; 17) informatica; 18) bioenergie; 19) laboratori di analisi; 20) sostanze enologiche. Un “circuito” alimentato anche dai record fatti registrare dall’export, cresciuto nel 2018 a quota 6,2 miliardi di euro, e dai consumi interni, che hanno raggiunto il valore di 4,8 miliardi. La produzione italiana nel 2018 è stata di 48,5 milioni di ettolitri, in aumento rispetto alla scorsa annata e in linea con la media dell’ultimo decennio, che garantisce all’Italia il primato mondiale davanti a Francia (46 milioni di ettolitri) e Spagna (41 milioni).

IL VINO ITALIANO IN PILLOLE Addetti

1,3 milioni

Fatturato

11 miliardi

Esportazioni

6,2 miliardi

Produzione

48,5 milioni di ettolitri

Qualità

70% della produzione per DOCG, DOC e IGT

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

La produzione italiana è destinata per oltre il 70% a vini a denominazione d’origine, con 332 DOC, 73 DOCG e 118 IGT. Eccellenze che, anche quest’anno, sono state protagoniste al Vinitaly di Verona. Alla più importante Fiera del vino italiano, “Casa Coldiretti” ha ospitato

numerose cantine e organizzato un ricco programma di eventi, a partire da quello sui vini da vitigni autoctoni. La forte biodiversità vitivinicola nazionale è uno dei principali valori del nostro vino: in Piemonte produciamo quasi esclusivamente vini ottenuti da varietà storicamente presenti nel nostro territorio. Le cantine presenti al padiglione 10, dedicato alla nostra Regione, erano per il 90% socie Coldiretti. Particolarmente apprezzato lo stand “Piccole Vigne” in cui molti piccoli produttori, in sinergia tra loro, hanno offerto ad operatori e visitatori la possibilità di scoprire in pochi metri quadrati le eccellenze dei vini albesi, di Langa, Roero e Piemonte. L’edizione 2019 di Vinitaly si è chiusa positivamente. I contatti con gli operatori ci sono stati e l’interesse suscitato dai vini italiani resta forte, anche se - ci riferiscono i produttori si concentra sulla domenica e il lunedì, si affievolisce il martedì e si annulla quasi il mercoledì. Un quarto giorno che non avrebbe più ragione d’esserci.


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CAMPAGNA AMICA

Per valorizzare le aziende che si impegnano a beneficio della collettività

AGRICOLTURA SOCIALE, LA RETE CAMPAGNA AMICA L’agricoltura sociale rappresenta la punta più avanzata della multifunzionalità che Coldiretti sostiene fortemente per avvicinare le imprese agricole alla collettività e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità sociale e una miglior qualità della vita nelle aree rurali, a beneficio dell’intera cittadinanza. Negli ultimi anni l’agricoltura sociale, promossa dalla Legge 141/2015, si è sviluppata grazie all’impegno di singoli portatori di progetto, senza che vi fosse un approccio sistemico alla sua diffusione nazionale. Tale approccio è oggi assicurato da Campagna Amica e dalla sua rete di agricoltura sociale, passo in avanti importante per valorizzare come meritano le imprese agricole impegnate a sviluppare un nuovo modello di welfare sul territorio. Recentemente anche la Regione Piemonte è intervenuta in materia di agricoltura sociale con la Legge 1/2019, in cui regolamenta le attività che possono definirsi di agricoltura sociale e riconosce le “fattorie sociali”. Alla rete Campagna Amica di agricoltura sociale aderiscono aziende agricole che, oltre a svolgere l’attività produttiva, hanno scelto di intraprendere percorsi di agricoltura sociale.

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L’offerta è molto diversificata lungo tutta la Penisola. C’è chi include nei processi produttivi soggetti fragili, ad esempio persone con problemi di dipendenza o devianza, chi segue il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate, disoccupate di lunga durata o diversamente abili. Ci sono realtà che, in sinergia con le professionalità sociosanitarie ed educative del territorio, propongono attività a carattere socializzante, ortoterapia o ippoterapia con disabili fisici e psichici di diversa gravità. C’è chi punta a sviluppare attività di agriasilo o nidi in famiglia in ambito rurale (Agritata) e chi offre attività volte al mantenimento psicofisico

attivo di persone in età avanzata per consentire loro di far fronte all’impoverimento relazionale, cognitivo e fisico. L’agricoltura sociale rappresenta, dunque, per l’azienda agricola l’opportunità di fornire servizi alternativi nel segno di una multifunzionalità che fa bene all’intera comunità.

PER MAGGIORI INFO Le aziende interessate a cogliere le opportunità di Campagna Amica per l’agricoltura sociale possono contattare l’Ufficio provinciale Coldiretti al numero 0171 447267


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Ogni giovedì mattina gazebo gialli nella centrale via Roma

BORGO SAN DALMAZZO, AL VIA IL MERCATO CAMPAGNA AMICA Lo scorso 18 aprile è stato ufficialmente inaugurato il nuovo mercato Campagna Amica a Borgo San Dalmazzo. In via Roma, ogni giovedì si rinnova l’appuntamento con il buon cibo a Km zero sotto gli inconfondibili gazebo gialli Coldiretti. Tra le produzioni proposte dalle aziende Campagna Amica, frutta e verdura di stagione, prodotti trasformati, pane e farine, formaggi, vino, miele e altro ancora, tutto rigorosamente Made in Piemonte. Da anni Campagna Amica valorizza e sostiene la filiera agricola italiana e dà un fondamentale contributo alla diffusione di una nuova consapevolezza tra i consumatori: i prodotti locali e di stagione sono più buoni, oltre ad offrire maggiori garanzie in termini di qualità e sicurezza alimentare. E l’apertura di nuovi mercati sul terri-

torio conferma l’impegno di Campagna Amica nel promuovere un consumo sostenibile, responsabile e vantaggioso per l’intera filiera. La nascita del nuovo mercato, grazie alla fattiva collaborazione con l’Amministrazione comunale di Borgo San Dalmazzo, da un lato risponde

alle esigenze di consumatori sempre più attenti, che avranno una nuova possibilità di acquisto da filiera garantita, dall’altro restituisce valore e giusti guadagni alle aziende agricole del territorio, che avranno un’occasione in più per presentare il meglio delle loro produzioni.

Al mercato Campagna Amica di Cuneo per sostenere la ricerca

COLDIRETTI E LILT INSIEME CONTRO I TUMORI Lo scorso 13 aprile il mercato Campagna Amica di Cuneo, in piazza della Costituzione, ha ospitato la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Presso lo stand dei volontari LILT, i visitatori del nostro mercato hanno potuto acquistare l’olio extravergine

d’oliva che, oltre a far bene alla salute, fa del bene alla ricerca medica. Infatti, i ricavati dalla vendita delle bottiglie d’olio hanno contribuito a sostenere la ricerca contro i tumori. L’iniziativa ha rinnovato la collaborazione, attiva da tempo, tra Campagna Amica e la sezione cuneese

della LILT, finalizzata a mantenere alta l’attenzione sull’importanza di abbracciare una dieta sana ed equilibrata, a base di prodotti genuini. Prodotti genuini come l’olio extravergine d’oliva, tra i simboli della dieta mediterranea, ricca di effetti cardioprotettivi e anti-cancro. Coldiretti, da parte sua, conferma il suo impegno per la tracciabilità a tutela della salute dei consumatori, che hanno la garanzia di scegliere, nei mercati di Campagna Amica sul territorio, olio di oliva italiano e tanti altri prodotti, genuini al 100%. Prosegue, inoltre, sul mercato Campagna Amica a Cuneo la raccolta firme “Eat Original - Scegli l’origine!” per chiedere alla Commissione europea di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore, attraverso l’obbligo dell’origine in etichetta su tutti gli alimenti.



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MOVIMENTI

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Innovazione, multifunzionalità e tenacia al centro dell’agricoltura in rosa

DONNE IMPRESA, ELETTO IL NUOVO COORDINAMENTO Salone gremito al Dama Hotel di Fossano, lo scorso 8 aprile, per il Forum provinciale Donne Impresa, giunto a conclusione di un intenso periodo di incontri territoriali con le imprenditrici agricole in tutta la provincia. Il Forum ha eletto le 25 componenti del Coordinamento Donne Impresa in carica per il prossimo quinquennio, chiamate a designare la nuova Responsabile provinciale. “Sono stati quattro anni di impegno, passione e risultati portati a casa per le nostre imprese - ha commentato Silvia Viazzi, Responsabile Donne Impresa -. Il nostro movimento ha partecipato in prima linea alle tante manifestazioni Coldiretti a livello locale, regionale e nazionale e ha organizzato molte occasioni di formazione a 360 gradi, importanti occasioni di crescita per le nostre aziende”. Proprio la formazione è l’elemento chiave del successo delle imprese sul mercato. A rimarcarlo è stata Milena Viassone, Coordinatrice del Campus di Management ed Economia dell’Università degli Studi di Torino - sede di Cuneo, chiamata

al Forum di Donne Impresa per approfondire il quadro provinciale dell’imprenditoria femminile. La Prof.ssa Viassone ha illustrato come le aziende agricole gestite e coadiuvate da donne, che rappresentano il 40% delle imprese rosa della Granda, contribuiscono a sviluppare la vita socioeconomica delle aree rurali. Ha spiegato che i maggiori punti di forza delle nostre aziende agricole femminili sono una maggior propensione all’innovazione e alla multifunzionalità, una superiore capacità di adattamento, un più accentuato legame con la terra e con le origini e una migliore sensibilità per il rispetto dell’ambiente. A confermare questi trend ci hanno pensato le stesse imprenditrici che, nel corso del Forum, hanno raccontato le loro esperienze. Come il passaggio generazionale in un’azienda agricola di Cavallermaggiore, che ne ha reinventato l’attività: dall’allevamento di lumache a quello di pecore per la produzione di carne, latte e prodotti cosmetici. O la storia di una giovane cuneese che, dopo anni da impiegata,

è tornata alla terra cimentandosi nella coltivazione dello zafferano, con l’impiego di tecniche rispettose dell’ambiente. O ancora, una storia di ospitalità e contatto con la natura, quella di un’imprenditrice ortofrutticola di Pamparato che offre ai turisti esperienze uniche di soggiorno in case sugli alberi. Sono storie autentiche, di idee coraggiose e ricerca innovativa, che ben sintetizzano l’ampio e variegato scenario della nostra imprenditoria agricola in rosa.

IL NUOVO COORDINAMENTO PROVINCIALE DONNE IMPRESA • • • • •

Marta Allodi di Fossano Rosa Banchio di Revello Valeria Beltramo di Barge Laura Cappellino di Bastia Mondovì Luisa Cravero di Savigliano

• • • • •

Antonietta De Masi di Cortemilia Stefania Dho di Roccaforte Mondovì Alessandra Dutto di Boves Milena Dutto di Tarantasca Maria Rosa Ferrero di Villanova

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Solaro Laura Gallino di Canale Cinzia Gerbino di Mondovì Bruna Giordano di Melle Laura Grosso di Bra Simona Grosso di Roascio Giuseppina Michelis di Saluzzo Carla Mondino di Bene Vagienna Silvana Pecollo di Castelletto Stura Gabriella Perrone di Castiglione Tinella Francesca Pignata di Caramagna Piemonte Monia Rullo di Monforte Alba Laura Rosso di Sommariva Perno Mafalda Schievenin di Demonte Debora Serra di Bernezzo Silvia Viazzi di Barolo


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MOVIMENTI

La 23esima edizione è in programma giovedì 20 giugno

AD ENTRACQUE LA FESTA PROVINCIALE PENSIONATI Torna la tradizionale Festa provinciale organizzata dall’Associazione Pensionati di Coldiretti Cuneo. L’appuntamento, all’insegna della condivisione e della convivialità, è per giovedì 20 giugno al Real Park di Entracque. Il programma di massima prevede la Santa Messa alle ore 11, un saluto di benvenuto, il pranzo presso il ristorante Real Park e, nel primo pomeriggio, giochi, musica e balli con Sonia De Castelli e la sua band. Quest’anno la Festa Pensionati sarà anche l’occasione per dire grazie ad un gruppo di anziani che ha fatto un percorso dirigenziale a servizio di Coldiretti Cuneo. Un piccolo riconoscimento al prezioso impegno che i nostri pensionati hanno messo a servizio delle aziende agricole, diventando esempio trainante per i giovani di oggi, per costruire l’agricoltura di domani. Per maggiori dettagli e prenotazioni, potete rivolgervi alla Segreteria provinciale dell’Associazione Pensionati (0171 447280).

Soggiorno-tour dal 6 al 13 ottobre con i Pensionati Coldiretti

VIAGGIO IN CILENTO E COSTIERA AMALFITANA Un’occasione imperdibile per scoprire un angolo meraviglioso d’Italia in Campania, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, il prossimo autunno, dal 6 al 13 ottobre. Patria della dieta mediterranea e Patrimonio Unesco dal 1998, il Parco è attraversato da 1800 km di sentieri che portano ad entrare in contatto con la gente locale, testimonianza di come uomo, cultura e natura possano ancora essere un tutt’uno inscindibile. Il programma prevede il trasferimento in bus verso la stazione ferroviaria di Milano Centrale e il viaggio su treno ad alta velocità in seconda classe. All’arrivo a Salerno, si raggiungerà l’Olimpia Cilento Resort (4 stelle) collocato direttamente

sulla spiaggia: luogo perfetto per trascorrere una vacanza di relax e benessere.

Ad arricchire il soggiorno, le visite presso la Tenuta Chirico, azienda agricola zootecnica con annesso caseificio in cui si potranno degustare prodotti tipici locali, e l’antica città della Magna Grecia, Paestum. Sono, inoltre, previste alcune escursioni facoltative alla scoperta di Positano, Amalfi, Pompei, Salerno, Castellabate e Acciaroli. La quota di partecipazione (calcolata con minimo 30 partecipanti) è di 750 euro a persona in camera doppia; le adesioni dovranno pervenire al più presto, dietro versamento di un acconto pari a 250 euro a persona. Per richiedere il programma dettagliato potete contattare la Segreteria provinciale Pensionati (0171 447280) o gli Uffici Zona Coldiretti.



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EVENTI

Eccellenze Campagna Amica in Via Garibaldi

A SAVIGLIANO TORNA QUINTESSENZA A Savigliano, domenica 19 maggio, si rinnova l’appuntamento con Quintessenza, che porterà in piazza Santa Rosa e nel centro cittadino spezie, piante ed erbe aromatiche in un mercato dai mille colori e profumi. Oltre venti aziende aderenti alla rete Campagna Amica di Coldiretti arricchiranno la 22esima edizione dell’evento, con cui rivive l’antica tradizione del monastero benedettino di San Pietro, i cui monaci erano maestri nel coltivare erbe aromatiche e curative. Nella nuova location di via Garibaldi, di fronte alla prestigiosa Sede universitaria, i visitatori potranno degustare e acquistare le eccellenze a km zero dei produttori Campagna Amica: frutta e ortaggi freschi e trasformati, erbe aromatiche, cereali, miele, pane, dolci, formaggi freschi e stagionati, vini, salumi. Non mancheranno gustose prelibatezze delle

aziende agricole di Campagna Amica provenienti dalla Liguria, come l’olio, le olive e le acciughe. Verrà dedicato uno spazio anche alle produzioni biologiche, da sempre protagoniste della manifestazione, a cura delle aziende agricole di Terramica. Sarà un tripudio di gusto e qualità, con l’assoluta garanzia di genuinità e tracciabilità che contraddistingue le aziende aderenti ai due circuiti Coldiretti.

SAGRA DEL CONIGLIO A TARANTASCA A Tarantasca è tempo di Sagra del Coniglio. L’11esima edizione dell’evento si svolgerà nelle giornate di venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 maggio presso il campo sportivo e nella zona di via Vittorio Veneto, di fronte al Municipio. All’interno della manifestazione, come da tradizione, si terrà la Mostra mercato delle razze cunicole locali, accompagnata da spettacoli, mostre, cene ed intrattenimenti. Durante la giornata di domenica saranno presenti la Fattoria didattica Tortalla Raffaele, per le attività ludico-educative con bimbi e famiglie, e le aziende agricole aderenti al circuito di Campagna Amica, con le loro eccellenze a Km zero.


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Agricoltura protagonista con Campagna Amica e i nostri giovani

DOGLIANI, A FINE MAGGIO C’È L’ANTICA FIERA DELLA CILIEGIA Appuntamento dalla tradizione centenaria, l’Antica Fiera della Ciliegia si prepara ad animare le vie di Dogliani Borgo e Castello. Oltre alla tradizionale vetrina per l’artigianato e il commercio locali, quest’anno la Fiera dedicherà ampio spazio all’agricoltura. Così, domenica 26 maggio, in piazza Vittorio Grasso ci saranno i banchi del mercato di Campagna Amica e dei contadini che, oltre ad esporre e vendere i loro prodotti, proporranno piattini da

asporto. Per tutta la giornata, non mancheranno la mostra mercato di artigianato locale “Manufatti d’autore” per le vie di Dogliani Castello e la rassegna commerciale per le vie di Dogliani Borgo. In programma anche una cena a Km zero, giovedì 23 maggio, finalizzata a promuovere il consumo di prodotti tipici locali, e il convegno “AgriCulture”, che si svolgerà sabato 25 maggio alle 20.30 al Teatro Sacra Famiglia.

Organizzato dall’Amministrazione Comunale e da Dogliani Eventi con il supporto, tra gli altri, di Coldiretti Cuneo, il convegno racconterà le esperienze di giovani che hanno deciso di dedicarsi con passione all’agricoltura, seguendo tecniche di produzione e gestione rispettose del territorio e dell’ambiente: un successo che si nutre del continuo dialogo con la tradizione, con uno sguardo rivolto al futuro e pronto alle sfide del nostro tempo.

CUNEO IN FIORE

FIERA DI PRIMAVERA

Domenica 28 aprile si è svolta con successo la manifestazione “Cuneo in Fiore e Biofotovoltaico” che ha dato vita ad un percorso itinerante composto da bancarelle multicolori tra via Roma, piazza Galimberti e corso Nizza. Oltre ai principali produttori locali di fiori e vivaisti, hanno partecipato espositori di attrezzature ed impiantistica di produzione di energie alternative ed ecologiche. In piazza Galimberti le aziende agricole di Campagna Amica hanno proposto tipicità enogastronomiche quali miele, salumi tipici, pasta, olio, olive, vini, biscotti e torte.

La 60esima edizione della Fiera di Primavera è andata in scena a Mondovì gli scorsi 13 e 14 aprile. Presente anche Coldiretti con le aziende di Campagna Amica dal Cuneese, dall’Astigiano, dall’Imperiese e dal Savonese, impegnate nel mercato di corso Statuto e nelle attività ludicodidattiche in piazza Carlo Ferrero. Sulla stessa piazza è andata in scena - novità della Fiera 2019 - la rassegna zootecnica “PrimaVera Piemontese”, organizzata dal Comune e dal Comizio Agrario con la collaborazione, fra gli altri, di Coldiretti Cuneo.

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CONSULENZA AGRONOMICA

Nuova convenzione Agenzia 4A - Istituto Zooprofilattico Sperimentale

ALLEVAMENTO, ARRIVA LA CONSULENZA CHE LO MIGLIORA

direttamente in allevamento o in locali idonei appositamente messi a disposizione dall’IZS. Tale attività sarà svolta dal personale dell’Istituto in collaborazione con i veterinari aziendali. La convenzione si rivolge principalmente all’allevamento bovino

linea vacca-vitello, ma le analisi e i sopralluoghi verranno effettuati su richiesta delle aziende, per qualsiasi altra specie animale. Per informazioni specifiche, è possibile rivolgersi al nostro tecnico Simone Dotta, riferimento provinciale per il settore zootecnico.

Per i soci che scelgono la consulenza tecnica 4A sono attive scontistiche su molti servizi, derivanti dalle convenzioni stipulate dal Catac di Fossano, con il suo Presidente Raffaele Tortalla, e ora estese sull’intero territorio provinciale: • EVISO per la fornitura di energia elettrica; • GARELLI OSVALDO per l’acquisto di ricambi per macchine agricole; • RESSIA & COMPIANI per l’acquisto di pneumatici agricoli; • TEKFIRE per cartellonistica, armadietto fitofarmaci e materiale ed abbigliamento anti-infortunistico ed anti-incendio; • VETEFAR per i farmaci veterinari; • CAP NORD-OVEST per le cisterne del gasolio.

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L’Agenzia 4A è l’emanazione di Coldiretti che si occupa di fornire assistenza tecnico-agronomica, “libera” da interessi economici di tipo commerciale, alle aziende agricole del territorio provinciale nei vari orientamenti produttivi: orticolo, frutticolo, cerealicolo, vitivinicolo, corilicolo, vivaistico e servizio certificazioni. Aderire alla consulenza tecnica 4A non significa unicamente disporre di una figura professionale che fornisca assistenza sulle colture aziendali, ma significa poter anche aderire a contratti di filiera, ad esempio nel settore cerealicolo, e fruire di una serie di opportunità e convenzioni sul territorio, come quelle elencate nel riquadro in basso a destra. Recentemente l’Agenzia 4A ha stipulato una nuova convenzione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. La convenzione si rivolge a tutti i soci aderenti al servizio di consulenza tecnica dell’Agenzia 4A di Coldiretti, che intendono approfondire eventuali problematiche aziendali riguardanti la zootecnia e l’allevamento. L’obiettivo di questo servizio è migliorare l’efficienza tecnico-economica dell’azienda zootecnica, attraverso un accertamento delle cause di morte degli animali, integrato con indagini cliniche e valutazioni di tipo sanitario e gestionale, da effettuarsi


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Un complesso di malattie fungine che colpisce la vite

MAL DELL’ESCA, SINTOMI E STRATEGIE DI LOTTA Il mal dell’esca è un complesso di malattie causato dall’attività di tre diversi funghi, due tracheomicotici (Phaeomoniella chlamydospora, Phaeocremonium aleophilum) e uno capace di colonizzare il legno della pianta (Fomitiporia mediterranea), contro cui non esistono soluzioni semplici ma occorre un approccio agronomico a 360 gradi. Sono riconosciute cinque diverse manifestazioni dell’esca nella vite. MALATTIA DELLE VENATURE BRUNE DELLE BARBATELLE È provocata dai funghi tracheomicotici la cui attività va a limitare la possibilità di cicatrizzazione necessaria in seguito ad innesto. Nelle barbatelle innestate malate si notano striature o punteggiature nerastre, a volte unite a emissione di sostanze gommose, rispettivamente nelle zone longitudinali e trasversali. MALATTIA DI PETRI L’agente esclusivo è P. chlamydospora che può colpire piante anche molto giovani, fino a 6-8 anni di età. I sintomi esteriori sono riconducibili ad un deperimento vegetativo, accompagnato da lievi fenomeni cloritici; internamente si nota l’annerimento dei vasi colpiti da cui fuoriescono sostanze gommose nerastre. ESCA GIOVANE È causata dai due funghi tracheomicotici ed interessa piante dai 3 ai 10 anni di età. Può essere conseguente all’evoluzione in vigneto delle due malattie precedenti, quando non si siano verificati esiti mortali, o insorgere direttamente in caso di infezioni su materiale originariamente sano. Si manifesta con la tigratura delle foglie e la maculatura degli acini. Nei casi più gravi porta all’avvizzimento dell’infiorescenza provocando una perdita netta della produzione. A livello interno si notano diffusi imbrunimenti del legno. CARIE BIANCA È provocata dal fungo F. mediterranea che penetra da ferite sul legno e può espandersi in tutte le direzio-

ni, fino a determinare fessurazioni nel tronco. È identificabile con una massa spugnosa biancastra costituita dalla cellulosa lasciata intatta diversamente dalla lignina più scura che è invece degradata dal fungo. ESCA PROPRIA Quando si uniscono i sintomi dell’esca giovane e della carie bianca si parla di esca propria, che interessa normalmente viti con più di 10 anni di età e presenta un decorso cronico ed uno acuto. Il decorso cronico è rappresentato dall’aggravarsi progressivo delle sintomatologie sopra descritte, quello acuto (apoplessia) si manifesta con un rapido avvizzimento del germoglio, delle foglie e dei grappoli. La diffusione nell’ambiente dei funghi responsabili del mal dell’esca avviene, relativamente alle spore, per via aerea con gli schizzi di pioggia, soprattutto nel periodo invernale (epoca di potatura), e attraverso la riproduzione di materiale di propagazione infetto. La suscettibilità della vite a questo tipo di infezioni fungine è favorita

dall’incapacità della pianta di cicatrizzare le ferite da taglio sul legno di più di un anno di età. Per questo è importante proteggere prontamente le ferite utilizzando prodotti a base di Trichoderma. In passato per contenere la diffusione venivano utilizzati prodotti a base di arseniti, ora vietati. Scarsi livelli di sostanza organica nel terreno, carenze di potassio e fosforo, terreni argillosi, sensibilità varietali (ad esempio Sauvignon, Cabernet, Moscato), stress dovuti ad andamenti climatici sono tutte cause predisponenti all’attacco di questi funghi. Le pratiche colturali più efficaci sono: protezione dei tagli di potatura con mastici o trichoderma; potatura separata delle piante sintomatiche e disinfezione degli strumenti; rimozione dal vigneto del materiale di potatura di piante infette e morte; asportazione e distruzione dei tralci malati. Ultimamente sono anche proposte tecniche di risanamento per mezzo di capitozzatura da realizzare precocemente, ai primi sintomi della malattia, e pulizia del tronco tramite dendrochirurgia.

CORSI DI FORMAZIONE Durante due corsi formativi tenuti recentemente a Santo Stefano Belbo e ad Alba sono state illustrate le caratteristiche del mal dell’esca. A fine giugno seguiranno le esercitazioni in campo sulle tecniche di contenimento attuabili, compresa la dendrochirurgia.


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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

MAGGIO: CURIOSITÀ, METEO E OPERAZIONI COLTURALI Maggio è da sempre il mese legato ai fiori e all’esordio della bella stagione dopo l’inverno e la prima parte di primavera. Deve il suo nome a Maia, dea romana dell’abbondanza, che rappresentava la grande Madre Terra alla quale si dedicavano tutte le feste pagane come segno di riconoscenza e buon auspicio per l’anno. Al mese di maggio vengono sempre accostati i fiori, specialmente le rose, sia nella storia che nelle canzoni popolari, poiché è proprio questo il mese della fioritura delle principali varietà di rose, come attesta anche il proverbio Per Santa Rita (il 22 maggio) ogni rosa è fiorita. Anche la religione cristiana affida questo mese al culto della Madre per eccellenza, la Vergine Maria, tanto che lo stesso rosario prende il nome dalle rose di maggio. Le principali festività del mese sono la Festa dei lavoratori, il primo maggio, e la Festa della mamma, che quest’anno ricorre il 12 maggio. Per le aziende agricole, da un punto di vista burocratico maggio rappresenta il mese di chiusura delle

In ottemperanza a quanto disposto dal Decreto 22 gennaio 2014 (PAN), punto A.7.2 “Difesa integrata obbligatoria” pratiche a fascicolo, PAC e PSR, con l’ultimazione delle validazioni. Il meteo del mese sembra portare temperature in media con il periodo e precipitazioni sparse non abbondanti. Di seguito uno sguardo alle principali operazioni colturali del mese.

CEREALI

Su grano ed orzo posizionare fungicidi specifici per il controllo delle malattie fungine quali fusariosi e septoria. Monitorare gli appezzamenti e verificare eventuali deleterie presenze di insetti quali cimici, afidi e lema; in caso di presenza sopra soglia consigliata dal tecnico, intervenire con insetticidi specifici. Procedere con le semine della soia e del mais in presenza di favorevoli condizioni pedo-climatiche. Con presenza accertata di insetti terricoli, come elateridi o diabrotica, impiegare seme di mais conciato con insetticidi o impiegare geodisinfestanti da posizionare nel solco di semina mediante i microgranulatori. Valutare la presenza di corvidi ed eventualmente impiegare seme di

mais conciato con repellenti per uccelli. Quanto ai diserbi di pre-emergenza e di post-emergenza precoce su mais, posizionarli possibilmente su terreno fresco o in previsione di pioggia. Per quanto riguarda il mais di primo raccolto (semine di marzo), valutare in campo la necessità di posizionamento di diserbi di post-emergenza contro le principali infestanti annuali e perenni.

FRAGOLA E PICCOLI FRUTTI

Sono consigliati interventi a base di rame su lampone per la gestione delle malattie fungine sui nuovi tralci degli impianti rifiorenti. Procedere ed ultimare i trapianti delle fragole rifiorenti. Su fragola unifera monitorare la presenza degli afidi sia sui tralci fiorali che sulle giovani foglie delle piante. Continuare a mantenere la copertura anti oidica già in fase fenologica di bottoni fiorali in distensione. Prima della fioritura del rovo si consigliano interventi per la gestione dell’eriofide con zolfo, continuando a monitorare la presenza degli afidi sui nuovi tralci.

FRUTTA

Iniziare a diradare i frutticini nei frutteti per pareggiare il “carico” produttivo delle varie specie. Si consiglia di continuare con la dife-

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sa preventiva dalle principali malattie fungine intervenendo prima delle piogge e monitorare con attenzione l’eventuale presenza di lepidotteri carpofagi su tutte le specie.

NOCCIOLO E CASTAGNO

Su castagno non sono richiesti interventi specifici fino alla fase di pre-fioritura per gli impianti in produzione per il controllo dei marciumi interni. Entro metà maggio provvedere alle concimazioni per gli impianti produttivi. Sui giovani impianti non sono richiesti interventi fitosanitari e sono sconsigliate concimazioni in questa fase. Su nocciolo monitorare la migrazione dell’eriofide ed eventualmente man-

tenere la copertura con zolfo. Per chi utilizza zolfi bagnabili è buon consiglio miscelare un prodotto a base di rame per il controllo della batteriosi e delle malattie del legno. Controllare la crescita dei polloni ed intervenire con i prodotti registrati quando sono di altezza entro i 10/15 centimetri per ottimizzare il risultato.

ORTICOLE

Iniziano i trapianti sotto tunnel di pomodori, peperoni e melanzane. Sempre in serra verificare afidi e mal bianco su zucchino. In pieno campo, invece, effettuare le sarchiature su aglio per favorire l’arieggiamento delle radici e nello stesso tempo per effettuare il diserbo meccanico ed effettuare i primi trattamenti insetticidi contro la mosca e

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fungicidi per la ruggine. Terminare le concimazioni e provvedere alla lavorazione/rincalzatura dei piselli. Effettuare le semine dei fagioli solo se nei successivi giorni non siano previsti forti precipitazioni che potrebbero danneggiare il germogliamento. Sistemare i terreni in modo da evitare ristagni idrici, deleteri per tutte le colture in generale.

VITE

Iniziano i lavori stagionali di pulizia del sottofila e di trinciatura del sovescio tra i filari. Nelle zone precoci iniziare a spollonare e “sfemminellare” i tralci. Verranno consigliati i primi trattamenti per il controllo della peronospora e dell’oidio in base all’evoluzione meteorologica del mese.

LA COLTURA DEL MESE: FRAGOLA La coltivazione della fragola è molto legata al territorio piemontese e cuneese: basti pensare alla fragola di Peveragno e a quella dei Roeri. La fragaria vesca è una pianta originaria del Nord Europa, dell’Asia e dell’America del Nord e appartiene alla famiglia delle rosaceae. I caratteri tipici della specie sono le foglie trifogliate riunite in piccoli ciuffi alla base ed i fiori di colore bianco che possono contare da 4 a 6 petali (oggigiorno sono presenti in commercio varietà a fiore colorato a scopo estetico). Spontanea negli areali sopra descritti, preferisce un suolo fresco, piuttosto acido ed un’esposizione soleggiata o di mezz’ombra.

La parte edibile, la cosiddetta fragola, in botanica non è un frutto, bensì un “falso frutto” o un “frutto aggregato”, ottenuto dall’ingrossa-

mento del ricettacolo dell’infiorescenza. Il vero frutto sono i semini di colore nero (acheni) racchiusi nel falso frutto di colore rosso o bianco. Altra particolarità della coltura sono gli stoloni, sistemi di moltiplicazione non sessuali, ovvero ramificazioni radicanti che permettono alla piante di produrre nuovi ceppi. La fragola viene coltivata per la dolcezza dei “frutti” che vengono consumati freschi oppure trasformati od essiccati. Molte sono le varietà presenti in commercio, da quelle cromatiche a quelle varietali che presentano differenti sapori ma anche di presenza dei frutti: unifere o rifiorenti.


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NATURA CURIOSA

Questa pianta, originaria dell’Asia, si diffonde molto rapidamente

AILANTO, L’INVASIONE SILENZIOSA DELLE AREE VERDI Il termine “ecologia” (dal greco oikos, ovvero “casa” o “ambiente”, e logos, ovvero “discorso” o “studio”), coniato nel 1866 dal biologo tedesco Ernest Haeckel (1834-1919) nel libro “Generelle Morphologie der Organismen”, indica la scienza che studia le interazioni esistenti tra tutti gli organismi, simili e diversi tra loro, e il loro ambiente di sviluppo. Dunque, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ecologia non è sinonimo né di ambientalismo né di

Colonizzazione di aree incolte da parte di ailanto

Ernest Haeckel, padre dell’ecologia

scienze ambientali o di storia naturale. È, invece, una scienza pluridisciplinare basata sulla biologia evolutiva, sulla genetica, sull’etologia e sulle diverse scienze della Terra (dalla pedologia alla meteorologia, dall’idrologia alla geologia). Oggetto di studio dell’ecologia sono pertanto la diversità, la distribuzione, la quantità (biomassa) e il numero (popolazione) di particolari organismi, nonché la concorrenza e la

cooperazione tra di essi e i rapporti con le componenti abiotiche (non viventi) sia all’interno che all’esterno degli ecosistemi. Spesso il numero di individui di una popolazione è soggetto a variazioni sia nella densità che nella struttura: queste dinamiche, nonché i processi biologici ed ambientali che le determinano, sono argomenti di studio dell’ecologia. Emblematico il caso dell’ailanto,

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esponente della famiglia botanica delle Simaroubaceae ed originario del Sud-Est asiatico, che lentamente sta colonizzando gli spazi verdi a discapito di altri vegetali autoctoni. Appartenente al genere Ailanthus, specie altissima, la sua estrema velocità di crescita viene riconosciuta già nel nome “ailanto” che, in lingua cinese, significa “albero del cielo”. Anche “albero del paradiso”, altro modo di identificarlo in Europa, ha la stessa motivazione: l’albero cresce rapidamente ed è capace di raggiungere i quindici metri di altezza in pochi anni. Venne importato in Europa nel XVIII secolo dal botanico gesuita francese Pierre D’Incarville (1706-1757), che lo introdusse nei giardini botanici inglesi e francesi confondendolo con il più prezioso Rhus verniciflua, l’albero dalla cui resina si estrae la lacca. In Italia la sua diffusione fu favorita dall’idea di sostituirlo al gelso per la produzione della seta. Vennero così piantati molti esemplari in Piemonte e Lombardia, Regioni in cui l’industria tessile era già ben avviata. Contemporaneamente all’ailanto

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Samare di ailanto, responsabili della sua propagazione gamica

venne introdotto il suo parassita, la Philosamia cynthia, una farfalla che, così come il baco da seta, produce un bozzolo dal quale si può ricavare il prezioso filamento. L’esperimento, però, risultò un totale fallimento in quanto i bruchi non riuscirono mai a riprodursi e colonizzare le piantagioni di ailanto in numero sufficiente da giustificare la massiccia coltivazione. Ciò che rende l’ailanto una specie altamente aggressiva ed invasiva, quindi in grado di colonizzare vaste

aree in precedenza occupate da altre specie vegetali, è soprattutto la possibilità di una singola pianta di produrre fino a 300.000 samare, frutti secchi alati che posso spostarsi per centinaia di metri favorendo la propagazione gamica. A ciò si aggiungono la capacità dell’ailanto di riprodursi agamicamente per mezzo di talea (ramo e radice) e di polloni, lo sviluppo esteso del suo apparato radicale e la produzione di sostanze allelopatiche (ailanthone).

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CONSULENZA LEGALE

Al momento della stipula è importante designare beneficiari specifici

POLIZZA VITA, QUANDO IL PREMIO VA AGLI EREDI LEGITTIMI La Corte di Cassazione, con una recente Ordinanza, ha offerto alcuni spunti interessanti sul tema della designazione del beneficiario nelle polizze vita. Il caso riguarda un signore che nel 2004 stipulava un’assicurazione sulla vita per un capitale di 35.000 euro indicando come beneficiari gli “eredi legittimi”. Chiariamo che cosa si intende per eredi legittimi: se una persona non redige un testamento, al momento del suo decesso interviene la legge ad indicare a chi e come i beni del defunto devono essere assegnati; è la cosiddetta successione legittima. Le categorie di successibili, ossia i soggetti appartenenti alla famiglia del defunto che la legge istituisce quali suoi eredi in mancanza di testamento, sono le seguenti: il coniuge, i discendenti (figli, nipoti), gli

ascendenti (padre, madre, nonno e nonna), i collaterali (fratelli), gli altri parenti entro il sesto grado e lo Stato. Nell’ordine e secondo le regole stabilite dal Codice Civile.

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Ebbene, al momento della morte dell’assicurato veniva trovato un testamento olografo (scritto per intero, datato e sottoscritto di mano dal testatore) in cui veniva designa-


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ta quale erede universale l’attuale compagna. L’assicurazione, nonostante la presenza di un testamento che incava come erede l’attuale compagna del defunto, versava la somma della polizza ai parenti del defunto. Ciò in quanto sulla polizza venivano indicati come beneficiari gli eredi “legittimi” e non “testamentari”. La donna citava quindi in giudizio l’Assicurazione, sostenendo che l’art. 1920 del Codice Civile consente di revocare l’indicazione del beneficiario con successiva dichiarazione scritta, cioè negoziale, o per testamento. I giudici di merito davano ragione all’erede testamentaria affermando che la stessa redazione di un testamento successivo alla stipula del contratto di assicurazione, che contenga l’istituzione di erede, assume chiara valenza di revoca dell’originario beneficiario. La Corte di Cassazione ha ribaltato, però, le decisioni dei giudici di primo e secondo grado, sostenendo che qualora i beneficiari siano individuati, come nella specie, negli eredi legittimi, gli stessi sono

NOCCIO LE

Quindi, l’Assicurazione ha correttamente liquidato il premio della polizza agli eredi legittimi esclusi dal testamento. La vicenda processuale mette in luce come le designazioni generiche all’interno delle polizze possano causare non pochi problemi a livello operativo. A questo proposito, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) ha manifestato un certo sfavore per le designazioni generiche, suggerendo e incentivando, per contro, l’individuazione dei beneficiari nella maniera più specifica possibile. Infatti, il Regolamento IVASS 41/2018 ha previsto, proprio a tal fine, che nel modulo di polizza debba essere inserito un apposito campo dove indicare i dati identificativi (incluso il codice fiscale e/o la partita IVA italiani o esteri e i relativi recapiti anche di posta elettronica) dei beneficiari, ammonendo che in assenza di designazione nominativa l’impresa potrebbe incontrare difficoltà nell’identificazione dei soggetti legittimati alla prestazione assicurativa.

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da identificarsi con coloro che, in linea teorica e con riferimento alla qualità esistente al momento della morte dello stipulante, siano i successibili per legge, indipendentemente dalla loro effettiva chiamata all’eredità. È vero - precisa la Corte - che il testamento può revocare o modificare la designazione del beneficiario, ma ciò non si realizza attraverso la generica modificazione della categoria dei successibili, ma soltanto mediante l’individuazione specifica di nuovi beneficiari della prestazione assicurativa. Nella specie il testamento non conteneva alcuna revoca esplicita, né alcun riferimento alla designazione formulata nella polizza, ma solamente l’istituzione di un erede universale, circostanza che non poteva, di per sé sola, essere considerata un’univoca manifestazione di volontà di revoca. In parole più semplici, il defunto aveva redatto il testamento indicando come erede universale la compagna senza fare alcun riferimento al contratto di assicurazione, per pura dimenticanza o forse no.

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SERVIZI ALLA PERSONA

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Agevolazioni per tutti i soci, non solo per Pensionati e Donne Impresa

UN VENTAGLIO DI CONVENZIONI PER I SOCI COLDIRETTI Nuove agevolazioni in arrivo per i soci di Coldiretti Cuneo e i loro familiari, grazie al rinnovo delle convenzioni che estende a tutti i soci gli sconti sinora applicati, con tessera riservata, ai Pensionati e a Donne Impresa. Non è, dunque,

prevista la ristampa della carta vantaggi per i Pensionati né verrà proposta una nuova tessera per Donne Impresa: abbiamo ottenuto dalle strutture convenzionate la disponibilità ad ampliare le agevolazioni in essere a tutti i soci.

• ASSOCIAZIONE OTTICI E OPTOMETRISTI DELLA PROVINCIA DI CUNEO

• COLOMBANO FIORI ad Alba

• AUTOLOEONE2 SRL CONCESSIONARIA PEUGEOT con sedi ad Alba, Asti, Carmagnola e Borgaretto di Beinasco

• FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES (FCA) con sedi in tutta la provincia

• BIOMED POLIAMBULATORIO MEDICO-CHIRURGICO a Fossano • BOITE D’OR GIOIELLI a Cuneo • BOTTA & B ABBIGLIAMENTO a Cuneo • CENTRO ACUSTICO PIEMONTESE a Cuneo • CLINICA ODONTOIATRICA SALZANO TIRONE a Cuneo

• DIMENSIONE CASA MATERASSI E DOGHE a Torino

Nel riquadro seguente sono indicate le convenzioni rinnovate. Per maggiori informazioni e per il dettaglio degli sconti riservati potete contattare gli Uffici Zona Coldiretti o l’Ufficio provinciale al numero 0171 447390.

agenzia di viaggi a Cuneo • IPPOGRIFO: librerie a Cuneo • LA BOTTEGA VALLE JOSINA a Mondovì • PRESTOFRESCO: supermercati con sedi in tutta la provincia

• FIOSIOCENTER REHATEC a Villanova Mondovì

• SELF SERVICE IL CHIOSTRO a Cuneo

• GRUPPO CDC

• STUDIO DENTISTICO DOTT. ALEX SERRAVALLE a Saluzzo

• GRUPPO CHIALE/EXPERT: elettrodomestici, casalinghi e fai da te a Pinerolo e Saluzzo • INFERMIERINSIEME: servizio infermieristico, fisioterapico, educativo, psicologico e medico domiciliare • IN TERRE DI GRANDA CLUB:

• STUDIO FISIOTERAPICO DOTT. STEFANO LA SPINA a Saluzzo • TERME DI LURISIA a Roccaforte Mondovì • TERRAVIVA COOPERATIVA AGRICOLA BUSCHESE a Busca e Cuneo

Strumento ideato dal Forum Famiglie Cuneo, cui Coldiretti aderisce

AGEVOLAZIONI PER LE FAMIGLIE CON LA NUOVA CARTA F6G È nata la “Carta F6G”, nuovo strumento al servizio delle famiglie, ideato dal Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo, cui Coldiretti Cuneo aderisce, e dalle Amministrazioni comunali dei sette maggiori centri della Granda (Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano). L’iniziativa, che si concretizza dopo due anni di progettazione con il sostegno delle Fondazioni CRC e CRT, per ora coinvolge questi sette Comuni, ma in prospettiva verrà estesa ad altre realtà territoriali, con l’obiettivo di offrire un supporto tangibile alle famiglie con figli minori.

Grazie alla Carta F6G, ciascuna famiglia avrà accesso a convenzioni ed agevolazioni su diverse tipologie di beni e servizi, sia pubblici che privati, in ogni settore. La card può essere richiesta gratuitamente sul portale www. cartaf6g.it: seguirà la verifica da parte del Comune di residenza circa la correttezza dei dati inseriti e, a partire da giugno, la consegna fisica. Invitiamo le famiglie residenti nei Comuni sopra indicati a richiedere la carta sul sito web, che diventerà una vetrina di offerte ed eventi pensati per le famiglie con minori, pronta ad arricchirsi nei prossimi mesi di

promozioni, agevolazioni e iniziative. Maggiore sarà il numero di adesioni, migliori saranno l’attrattività dello strumento per gli operatori sul territorio e l’efficacia per le famiglie che ne fruiranno.


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SERVIZI ALLA PERSONA

Nuova rivalutazione dei trattamenti pensionistici

RINNOVO DELLE PENSIONI, ULTIMI AGGIORNAMENTI rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici per il triennio 2019-2021, parzialmente diverso da quello applicato al rinnovo 2019. L’INPS ha effettuato una seconda operazione di rivalutazione delle pensioni sulla base della nuova previsione legislativa aggiornando le tabelle che riportiamo di seguito.

Come già anticipato su Il Coltivatore Cuneese di febbraio 2019, all’inizio di ciascun anno le pensioni vengono adeguate in relazione alle variazioni del costo della vita. Il meccanismo consiste nell’attribuire per l’anno in corso, in via previsionale, il relativo incremento ed in via definitiva quello riferito all’anno trascorso. La Legge 145/2018, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021”, ha introdotto un nuovo meccanismo di

Importi mensili Importi annui

Indice di rivalutazione provvisorio per il 2019

Trattamenti minimi pensioni lavoratori dipendenti e autonomi

Assegni e vitalizi

513,01 €

292,43 €

6.669,13 €

3.801,59 €

Preliminarmente si evidenzia che nulla è innovato circa l’indice da utilizzare per la rivalutazione provvisoria, che rimane fissato nella misura pari a +1,1%, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo. Si confermano, pertanto, i valori riportati nella tabella a sinistra, con decorrenza dal 1° gennaio 2019.


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Aumento delle pensioni per gli anni 2019-2021 La legge 145/2018 dispone che per il periodo 2019-2021 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici è riconosciuta secondo le percentuali previste nella tabella in fondo a destra, che modula al ribasso la rivalutazione a mano a mano che gli importi delle pensioni aumentano.

Prestazioni non interessate dalla rimodulazione Non sono interessate dalla rimodulazione della perequazione i seguenti trattamenti: • le pensioni sulle quali sono attribuiti i benefici di cui alla Legge 206/2004 e successive modificazioni (vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice); • le prestazioni assistenziali e a carattere risarcitorio (pensioni sociali e assegni sociali, prestazioni a favore di mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti); • l’indennità integrativa speciale; • le indennità e gli assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di prima categoria concesse agli ex dipendenti civili e militari delle Amministrazioni pubbliche.

Effetti della normativa e ricalcolo delle pensioni La nuova disposizione lascia immutato il criterio di rivalutazione per le pensioni il cui importo complessivo lordo sia pari a tre volte il trattamento minimo al 31 dicembre 2018. Le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo sono state ricalcolate e l’INPS ha provveduto effettuando le variazioni, mettendo in pagamento i nuovi importi dalla mensilità di aprile 2019. Gli uffici Epaca di Coldiretti sono a disposizione per i chiarimenti in merito.

Fasce Fino a 3 volte il trattamento minimo (TM)

Indice di perequazione

Percentuale di aumento

100%

1,1%

97%

1,067%

77%

0,847%

52%

0,572%

47%

0,517%

45%

0,495%

oltre 4.059,36 € e fino a 4.566,78 € oltre 4.566,78 € e fino a 4.569,28 € sono garantiti 4.589,39 €

Fascia di garanzia* Oltre 9 volte il TM

oltre 3.044,52 € e fino a 4.059,36 € oltre 4.059,36 € e fino 4.060,25 € sono garantiti 4.080,35 €

Fascia di garanzia* Oltre 8 e fino a 9 volte il TM

oltre 2.537,10 € e fino a 3.044,52 € oltre 3.044,52 € e fino a 3.046,19 € sono garantiti 3.061,93 €

Fascia di garanzia* Oltre 6 e fino a 8 volte il TM

oltre 2.029,68 € e fino a 2.537,10 € oltre 2.537,10 € e fino a 2.544,04 € sono garantiti 2.558,59 €

Fascia di garanzia* Oltre 5 e fino a 6 volte il TM

oltre 1.522,26 € e fino a 2.029,68 € oltre 2.029,68 € e fino a 2.034,10 € sono garantiti 2.051,34 €

Fascia di garanzia* Oltre 4 e fino a 5 volte il TM

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Fascia di garanzia* Oltre 3 e fino a 4 volte il TM

Importo dei trattamenti

40%

0,44%

oltre 4.569,28 €

* Le fasce di garanzia sono applicate quando, calcolando la perequazione con la percentuale della fascia, il risultato ottenuto è inferiore al limite della fascia precedente perequato.


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SERVIZI ALLA PERSONA

Ecco a quali condizioni si possono ottenere

ASSEGNI FAMILIARI AI COLTIVATORI DIRETTI I coltivatori diretti possono ottenere gli assegni familiari quando svolgono attività lavorativa e, unitamente agli artigiani e commercianti, quando diventano pensionati.

Limiti di reddito

Gli assegni sono corrisposti a condi-

zione che la famiglia del richiedente non abbia superato, nell’anno precedente, determinati limiti di reddito. Tali limiti sono rivalutati ogni anno in ragione del tasso di inflazione programmato (tabella sottostante). Se il reddito familiare supera i limiti può scattare la revoca degli assegni

Reddito familiare annuale oltre cui cessa la corresponsione del trattamento di Nucleo Familiare famiglia per il primo figlio e per il genitore a carico e relativi equiparati*

per il primo figlio oppure per tutti i familiari. Sempre in materia di reddito, inoltre, è previsto un limite di reddito personale che il familiare non deve superare per essere considerato a carico, che per il corrente anno è di 722,49 euro mensili.

Reddito familiare annuale oltre cui cessa la corresponsione di tutti gli assegni familiari o quote di maggiorazione di pensione

1 persona**

9.836,93 €

-

2 persone

16.323,26 €

19.548,85 €

3 persone

20.988,63 €

25.131,95 €

4 persone

25.065,65 €

30.017,58 €

5 persone

29.146,11 €

34.903,26 €

6 persone

33.031,85 €

39.557,62 €

7 o più persone

36.916,89 €

44.211,22 €

* Si considerano equiparati ai figli: gli adottivi, gli affiliati, i naturali legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, i nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge, i minori affidati dagli Organi competenti a norma di legge (sono, quindi, esclusi i fratelli, le sorelle e i nipoti). Si considerano equiparati ai genitori: gli adottanti, gli affilianti, il patrigno e la matrigna, nonché le persone alle quali l’interessato fu affidato come esposto (sono, quindi, esclusi i nonni e i bisnonni). ** L’ipotesi riguarda il titolare maggiorenne di pensione ai superstiti, unico componente il nucleo familiare.

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Maggio | 2019

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Redditi da considerare

Alla formazione del reddito familiare concorrono: • i redditi assoggettabili all’IRPEF; • il reddito della casa di abitazione; • i redditi esenti da imposta (pensioni sociali, pensioni di invalidità civile, ecc.) se superano 1.032,81 euro; • i redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi bancari, postali, BOT, CCT, ecc.). Sono esclusi i redditi dei figli maggiorenni, non a carico anche se conviventi.

Nucleo familiare

Il nucleo familiare è così composto: il richiedente; il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; i figli minori di 18 anni, anche se non conviventi e non a carico.

Beneficiari

Possono essere beneficiari degli assegni: • il coniuge non separato; • i figli minori di 18 anni, studenti di età non superiore a 21 anni,

universitari per tutta la durata del corso legale di laurea e comunque non oltre il 26esimo anno di età. Non esiste limite di età per i figli che siano riconosciuti inabili al lavoro. I coltivatori diretti in attività hanno diritto agli assegni familiari esclusivamente in favore dei figli minori, studenti o inabili, in misura pari a 8,18 euro mensili. I pensionati delle gestioni speciali (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) hanno diritto alla maggiorazione di pensione per:

coniuge non legalmente ed effettivamente separato; • figli minori, studenti o inabili; La misura della maggiorazione è pari a 10,21 euro mensili per ciascun componente a carico.

Domanda

Al fine di ottenere le prestazioni di cui sopra è necessario inoltrare all’INPS specifica domanda. Il Patronato Epaca di Coldiretti è a disposizione per fornire assistenza gratuita per gli adempimenti del caso.

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COOPERAZIONE

Dalle cantine delle cooperative italiane 3,8 miliardi di bottiglie all’anno

COOPERATIVE DEL VINO IN FORTE CRESCITA Oltre 3,8 miliardi di bottiglie nascono in un anno nelle cantine delle cooperative italiane per un valore che supera i 4 miliardi di euro: è quanto emerge da un’elaborazione di UECoop, l’Unione europea delle cooperative. Le cooperative del vino, partendo spesso da una dimensione quasi artigianale, oggi raggruppano decine di migliaia di viticoltori, costruiscono stabilimenti di imbottigliamento di ultima generazione, hanno punti di vendita a proprio marchio ed esportano in tutto il mondo, dove quelle di maggiori dimensioni realizzano il

43,8% del loro fatturato. La ricerca di UECoop ha evidenziato come in questi anni le cantine delle cooperative siano cresciute di dimensioni senza tralasciare un continuo miglioramento della qualità, con più di 1 bottiglia su 2 (54,9%) dedicata a vini DOCG e DOC, tanto che nell’arco di una generazione sono triplicate le produzioni di alto livello con una quota residuale dell’8,5% per i vini comuni. Una crescita che ha portato le cooperative a differenziare i canali di vendita, dalla grande distribuzione ai grossisti, con più di 1 bottiglia su 4 di

grandi vini acquistata direttamente dai consumatori nelle cantine, nei wine bar o nelle enoteche. Il vino non è più soltanto una realtà economica, ma un fenomeno di costume e di moda, con una platea che abbraccia diverse generazioni e fasce sociali. Il popolo del vino è fatto di appassionati competenti e consapevoli, con un numero crescente di persone che partecipano a corsi per sommelier, acquistano nei negozi specializzati e in vacanza visitano le cantine delle cooperative del vino, di cui molte eccellenze risiedono tra le associate della nostra Provincia.

Cooperative impegnate per migliorare la conciliazione famiglia-lavoro

NEGLI ASILI NIDO C’È POSTO PER 1 BAMBINO SU 4 Negli asili nido italiani c’è posto solo per 1 bambino su 4, il 24% dei bimbi fino a 3 anni d’età, contro il parametro del 33% fissato dall’Unione europea per poter conciliare vita familiare e professionale e promuovere la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. È quanto emerge da un’analisi di UECoop su dati Istat in relazione al recente annuncio del Vicepremier Luigi Di Maio di misure per le famiglie, dal bonus asili a quello per le baby sitter fino agli sgravi IRPEF.

I servizi di welfare legati all’infanzia hanno un ruolo strategico in presenza di due genitori che lavorano e che non hanno parenti cui affidare i figli. La spesa per gli asili in Italia, secondo la rilevazione di UECoop, sfiora 1,5 miliardi di euro all’anno, con oltre 350.000 posti autorizzati su un totale di 1,4 milioni di bambini fra 0 e 3 anni, potenziali utenti. E non è un caso che per 6 dipendenti su 10 (59%) al primo posto nella classifica dei benefit aziendali preferiti ci siano quelli legati alle spese

familiari, dall’asilo alla scuola dei figli. Il welfare privato sta diventando sempre più complementare al pubblico per rispondere ad una crescente richiesta di servizi e assistenza. In Provincia di Cuneo sono presenti cooperative sociali associate a UECoop che stanno cercando di fornire risposta a tali necessità, in un territorio regionale in cui oltre il 75% dei Comuni (900 su 1200) non ha attivo alcun servizio per la prima infanzia (0-3 anni) tra quelli riconosciuti dalla normativa vigente.

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SALUTE

Con una maggior sensibilizzazione dei cittadini, calano le liste d’attesa

CRESCONO LE DONAZIONI E I TRAPIANTI DI ORGANI E TESSUTI “Diamo il meglio di noi” è il claim della campagna di comunicazione promossa dal Ministero della Salute assieme al Centro nazionale trapianti e alle associazioni di settore, AIDO, in occasione della Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti. La situazione, anche per la maggior sensibilizzazione dei cittadini e l’impegno dei Comuni a raccogliere le dichiarazioni di volontà al momento del rilascio della carta di identità, è in netto miglioramento.

I TRAPIANTI IN PIEMONTE NEL 2018 211 trapianti di rene 10 trapianti combinati di rene-fegato

4 trapianti combinati di rene-pancreas 142 trapianti di fegato 18 trapianti di cuore 33 trapianti di polmone

Complessivamente i trapianti effettuati nel 2018 in Italia sono stati 3.718, di cui 3.407 da donatore deceduto e 311 da donatore vivente. Numeri che consolidano un trend in crescita negli ultimi cinque anni (+ 20,4%). È stato il centro Trapianti di Torino a realizzare il maggior numero di interventi complessivi (377) davanti a Padova, Pisa, Bologna, Verona e Milano Niguarda. In crescita netta l’attività di donazione a cuore fermo, una delle sfide principali in cui è impegnata la rete nazionale trapianti. Il consolidamento dell’attività di donazione e trapianto è confermato dal calo delle liste d’attesa: i pazienti che al 31 dicembre scorso erano in attesa di un trapianto erano 8.713

contro gli 8.743 di 12 mesi prima; a trainare il calo è soprattutto la lista d’attesa per il trapianto di rene che ha registrato una diminuzione del 5,9% nell’ultimo triennio. Estremamente positivi anche gli indici di qualità dei trapianti, ad esempio la sopravvivenza dei trapiantati di rene a un anno dall’intervento è del 97,3% e il 93% dei pazienti torna al lavoro dopo il trapianto. Bene, infine, le dichiarazioni di volontà nel 2018: 1,9 milioni in più rispetto al 2017. L’81% ha espresso il proprio consenso, il 18% ha notificato un’opposizione; a trainare la crescita è il raddoppio dei Comuni nei quali è possibile registrare la propria volontà in occasione del rilascio o del rinnovo della carta d’identità.

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Terapia di supporto in caso di patologie dell’apparato respiratorio

COME FUNZIONA LA RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA

COORDINAZIONE RESPIRATORIA Per insegnare a respirare correttamente sfruttando al meglio i movimenti, al fine di compiere il minor lavoro possibile RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA Per riallenare i muscoli respiratori, migliorandone la forza e la resistenza, al fine di aumentare il livello di ventilazione e la resistenza allo sforzo fisico FISIOTERAPIA TORACICA Per rimuovere l’eccesso di secrezioni delle vie aeree, riducendo la resistenza al flusso aereo e il lavoro respiratorio e migliorando l’ossigenazione (aerosol terapia, drenaggio autogeno, drenaggio posturale) RICONDIZIONAMENTO FISICO Per aumentare il metabolismo della muscolatura scheletrica

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La rieducazione respiratoria è la terapia di supporto indicata in quasi tutte le patologie dell’apparato respiratorio, quali: bronchite cronica ostruttiva, asma bronchiale, enfisema polmonare, insufficienza respiratoria, bronchiectasia, fibrosi polmonare, cifoscoliosi, sclerosi laterale amiotrofica, apnea ostruttiva notturna. La rieducazione respiratoria è finalizzata ad aumentare l’autonomia della capacità funzionale respiratoria nel paziente, favorendo il ripristino dei meccanismi fisiologici di pulizia delle vie respiratorie. È rivolta a bambini, adolescenti, adulti ed anziani. Può essere indicata sia in fase pre-operatoria, per preparare pazienti a rischio (soggetti anziani, fumatori, obesi, affetti da precedenti malattie respiratorie) ad interventi chirurgici programmati in chirurgia toracica e chirurgia dell’addome, sia in fase post-operatoria, per interagire con le cure mediche, accelerando i processi di risoluzione delle affezioni respiratorie acute e limitando i danni delle patologie croniche. Nel riquadro a lato sono elencati gli esercizi previsti dalla rieducazione respiratoria. Nell’ambito dell’attività di rieducazione respiratoria, è attivo un percorso dedicato alla gestione delle crisi d’asma dei bambini da parte dei genitori, che vengono istruiti sulle modalità da mettere in atto per prevenire ed affrontare in modo corretto ed efficace il verificarsi di queste situazioni.

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SCADENZE

16 MAGGIO

zo 2019 ed effettuare il versamento IVA tramite il modello F24 telematico.

VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, con modello F24, delle ritenute effettuate nel mese di aprile sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IVA 1° trimestre 2019 Entro tale data i contribuenti che esercitano attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo e che hanno realizzato nell’anno 2018 un volume d’affari inferiore a 400.000 euro per attività di prestazione di servizi o di 700.000 euro per le altre attività ed hanno optato ai sensi dell’art. 66 della Legge 427/93 per la liquidazione trimestrale, devono annotare sul registro delle vendite la liquidazione periodica dell’imposta relativa al trimestre gennaio-febbraio-mar-

27 MAGGIO (essendo il 25 festivo) Entro tale data dev’essere versato l’importo dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale, ove dovuta, su fatture elettroniche emesse nel 1° trimestre 2019.

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IVA MESE DI APRILE Annotazione della liquidazione per il mese di aprile e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo e che nell’anno 2018 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro per attività di prestazione di servizi o di 700.000 euro per le altre attività. Devono, inoltre, effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66 della Legge 427/93.


Maggio | 2019

31 MAGGIO IVA COMUNICAZIONE DATI DELLE LIQUIDAZIONI 1° trimestre 2019 Entro tale termine i soggetti passivi IVA devono inviare, esclusivamente in via telematica, all’Amministrazione finanziaria, i dati relativi alle operazioni, attive e passive, effettuate nel 1° trimestre 2019. Sono esonerati i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale IVA o all’effettuazione delle liquidazioni periodiche.

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del D.P.R. 633/72, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. COMUNICAZIONE OPERAZIONI TRANSFRONTALIERE (ESTEROMETRO) L’introduzione a regime della fattura elettronica riguarda le operazioni effettuate tra soggetti residenti nel territorio dello Stato. Le operazioni verso soggetti non residenti o non stabiliti devono, quindi, essere comunicate nella nuova comunicazione entro l’ultimo giorno del mese di riferimento. Possono essere escluse le operazioni di vendita a condizione che per le stesse sia stata emessa facoltativamente la fattura elettronica o che si tratti di operazioni per le quali è emessa bolletta doganale. Entro il 31 maggio devono essere comunicate le operazioni effettuate nel mese di aprile.

IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro anteriormente alla liquidazione periodica, ovvero alla dichiarazione annuale, nella quale è esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. La detrazione dei documenti di acquisto con data nel mese e ricevuti fino al giorno 15 del mese successivo può essere effettuata nel mese di riferimento del documento.

IVA FATTURAZIONE DIFFERITA

IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 25 ovvero 39, secondo comma,

A norma dell’art. 21 del D.P.R. 633/72 dev’essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di maggio, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita dev’essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè maggio.

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Ho 33 anni. Sono una tipa veramente semplice alla quale piacciono un sacco gli animali tranne i cavalli perchè sono caduta da piccola. Sto da mia nonna a Fossano perchè i miei sono lontani per lavoro e mi sento sola. Faccio fatica a fare amicizia perchè in questa zona non conosco nessuno, avendo abitato a Monza fino a Febbraio.

Sono una ragazza sincera, classe 1975. Ho abitato fin da piccola in Valle Maira, poi è mancato mio papà e così ci siamo trasferiti a Dronero. Qui non ho amicizie, anche perchè sono alquanto timida. Cerco ragazzo lavoratore e di buon cuore come me. Possibilmente piemontese e non piccolo di statura, visto che sono abbastanza alta.

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