La vita è bella

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La vita è bella


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Leon Trotsky 1879-1940

È stato uno dei principali protagonisti delle rivoluzioni russe del 1905 e del 1917. Dopo la scomparsa di Lenin, Trotsky entra in contrasto con Stalin e per questo verrà espulso dal partito comunista e cacciato dal paese. Dopo diverse peregrinazioni in vari luoghi del mondo, Trotsky si stabilisce in Messico, accolto da una cerchia di sostenitori locali tra cui gli artisti Diego Rivera e Frida Kahlo, con la quale avrà una relazione. Muore assassinato da un agente sovietico di origine spagnola.


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Leon Trotsky

La vita è bella

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© Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano ISBN 978-88-6190-726-3 Prima edizione: maggio 2015 L’editore si dichiara a disposizione degli aventi diritto per la traduzione. www.chiarelettere.it BLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA


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Sommario

Premessa di David Bidussa

VII

LA VITA È BELLA

Finché vivo, spero La vita è bella Prima parte. La rivoluzione dell’individuo Attenzione alle inezie 9 – Educazione e cortesia 14 – La lotta per un linguaggio colto 20 – Vodka, chiesa e cinema 26

Seconda parte. L’importanza di essere liberi Per un’arte libera 35 – Due artisti liberi 43 – L’inizio della fine 54

Epilogo Una nuova rivoluzione è inevitabile 69

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Premessa

di David Bidussa

«Perseveranza», nel linguaggio comune, indica più un vizio che una virtù. Persevera chi, colto in fallo e richiamato a non infrangere le regole, ricade nel vizio. La perseveranza, tuttavia, può anche essere una virtù: riguarda colui che non cede alla sconfitta, che non si adegua. In altri tempi si sarebbe detto «non molla». Il contrario di perseveranza allora è indifferenza. Si persevera perché qualcosa ci è caro e non vogliamo rinunciarvi. La perseveranza è un atto di volontà che insiste anche oltre la sconfitta, come sentimento che dichiara di non darsi per vinti, di riprovarci. Perché persevera chi resta fedele o, meglio, chi «non abbandona mai la presa». Viceversa si adegua colui per il quale niente ha valore. Si è indifferenti perché a tutto si può rinunciare, fuorché a rimetterci. Non perché non abbiamo passioni ma, al contrario, perché le abbiamo per oggetti, simboli, persone a cui non diamo peso e dunque sostituibili, senza rimpianto. Perseveranza è una buona parola per descrivere Trotsky. Una figura che spesso ha vissuto il rischio di essere la sua caricatura, prima che se stesso. «Finché vivo, spero!» sono le prime parole che aprono quest’antologia. Quarant’anni dopo, un



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