Estratto La seconda vita di Majorana

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Š 2016 Chiarelettere editore srl

Pamphlet, documenti, storie REVERSE


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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: via Guerrazzi 9, 20145 Milano isbn

978-88-6190-818-5

Prima edizione: giugno 2016 www.chiarelettere.it / interviste / libri in uscita

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Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi, Andrea Sceresini

La seconda vita di Majorana Prefazione di Salvatore Majorana

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Sommario

Prefazione di Salvatore Majorana VII

l a s econ da v i ta di ma j o r a n a Questo libro

3

Oggi 5

Antefatto 9 I ragazzi di via Panisperna

13

Il nemico di se stesso 21

Tante piste, un solo mistero

25

Le ultime ore di Majorana 25 – La scomparsa 28 – Che fine ha fatto lo scienziato? 30 – La ricomparsa 32

Il signor Bini

37

La storia di Francesco Fasani 37 – I tre uomini chiave 40 – Il rapporto tra il meccanico e Bini 43 – Quello è senz’altro Majorana! 48 – La verità della giustizia 51 – L’archiviazione 53

Sulle tracce di Majorana El Señor C. 55 – I segreti del database 58 – Prima tappa, Palermo 60 – La fotografia con Fasani 63 – Il tentativo con Giovanni Falsetti 66 – Una visita a Terracina 67 – Per chi sono quei soldi? 70

55


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Bienvenidos in Venezuela

73

L’inferno di Caracas 73 – Padre nostro chavista 76 – L’arrivo a Valencia 78 – Italiani ovunque 80 – Il luogo dello scatto 84 – La visita al consolato italiano e le prime ricerche 86 – Tra mitomani e sedicenti amici di Majorana 88

«Mio padre lavorò con Majorana»

93

Cercando l’ingegner Nardin 93 – Una preziosa fonte 96 – Tra Bárbula e Mariara 98 – «È una faccia che ho già visto» 103

In fuga dall’Argentina

107

Chi è Carlo Venturi? 107 – Majorana argentino 109 – Al Saime 118 – Un brutto imprevisto 120 – Il facoltoso costruttore 122 – Majorana avverso al regime? 126 – Il carteggio 130

A caccia di fantasmi

133

Il barbiere di Valencia 133 – Una puntata a San Rafael… 137 – … e a San Agustín 140 – Di nuovo verso la capitale 143 – Cominciamo dalla motorizzazione 145 – La terza identità 147

Il convento di plaza Sucre

151

L’uomo in fuga 151 – L’appoggio del Vaticano 155 – Il golpe antijimenista e la caccia all’italiano 157 – Gli archivi del convento de San Francisco 161

Il reattore nucleare

169

I segreti degli Altos de Pipe 169 – I progetti governativi: l’Rv-1 172 – Majorana ha lavorato qui 176

La tomba di Majorana

179

L’ultima tappa 179

Cronologia. Le due vite di Majorana

183


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Prefazione di Salvatore Majorana *

Ho accolto con esitazione l’invito degli autori a lasciare un commento sul loro lavoro. L’idea che il segreto di Ettore potesse divenire un po’ più accessibile mi creava disagio, devo ammetterlo. Lo zio Ettore – così sono stato abituato a chiamarlo in casa – è stato per tanti anni una figura affascinante, che da ragazzo guardavo con straordinaria e fanciullesca ammirazione, sentendolo un po’ mio. Con il tempo, grazie agli studi e alle diverse testimonianze raccolte in famiglia, e dai molti che mi hanno regalato i loro punti di vista più o meno bizzarri, ho assunto un rispettoso distacco da una delle figure più geniali della storia della fisica. È vero, condivido il cognome, e ho potuto godere di molti aspetti della vita di quella grande famiglia in cui lo * Salvatore Majorana (Catania, 1971), ingegnere, è stato visiting scholar alla UC Berkeley (Usa) e ha conseguito l’Mba dell’Insead (Institut européen d’administration des affaires). Attualmente è direttore del Technology Transfer presso l’Istituto italiano di tecnologia (Iit). È figlio di Giuseppe Majorana e nipote di Salvatore Majorana, quest’ultimo primo cugino del fisico Ettore Majorana.


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VIII

La seconda vita di Majorana

stesso Ettore era cresciuto. E questo me lo fa sentire vicino. Ma l’eccezionale grandezza dello scienziato è un patrimonio che va ben al di là della nostra famiglia: il suo lavoro è patrimonio di tutti, non sempre facile da comprendere e spesso troppo trascurato di fronte all’intrigante evoluzione della sua stessa vita. Eppure è un patrimonio vivo, che anima comunità di ricercatori e dimostra ogni giorno di più la profondità di visione di questo grande uomo. Vi dirò dunque dei miei pensieri, senza la pretesa di possedere alcuna verità (chi poi potrebbe mai?) o di incarnare il messaggio di altri, visto che anche tra i miei stessi zii e cugini vi sono letture diverse delle vicende che hanno riguardato Ettore Majorana. Che Ettore avesse deciso di sottrarsi alla vita che stava vivendo è sempre stata mia ferma convinzione. Così come ho maturato la certezza che non si fosse mai ucciso. Prima ancora di cominciare a leggere della sua storia, quando ero un ragazzino, i racconti di famiglia non contemplavano mai l’ipotesi del suicidio. Alcuni dei miei zii con il giovane Ettore avevano trascorso i mesi di villeggiatura in Sicilia e di lui conservavano il ricordo di un ragazzo brillante, certamente, e di carattere. Non era proprio nel suo profilo un gesto estremo come levarsi la vita. Levarsi di torno invece sì. Anzi, credo che con il tempo Ettore abbia sviluppato la ferma convinzione che intorno a lui non vi fossero persone adeguate a comprendere ciò che faceva. Gli anni magici dell’incontro con Fermi, la creazione del gruppo di via Panisperna e gli intensi scambi con i più


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Prefazione

IX

eminenti fisici del tempo (nel 1933, ad esempio, era a Lipsia con Werner Heisenberg, premio Nobel per la Fisica grazie al suo principio di indeterminazione, successivamente modificato proprio da Ettore) gli avevano dato un contesto di riferimento in cui trovare degli interlocutori stimolanti. Ma, un po’ alla volta, le strade di quei ragazzi si divisero, e la comunità di riferimento di Ettore divenne meno vicina, meno raggiungibile. O almeno così la percepì. Le cose intorno a lui cambiavano. Ed Ettore era certamente persona capace di leggere la storia del suo tempo. Era in Germania all’epoca dei Bücherverbrennungen, i roghi di libri a opera del regime nazista, e credo che restò scosso nell’osservare come scienziati di spessore fossero sotto pressione in quel contesto (alcune lettere di Ettore allo zio Quirino lasciano trapelare tali considerazioni). Ma su questi argomenti hanno già scritto in molti. Fu dunque la straordinaria capacità di interpretare i fenomeni naturali che lo circondavano, fossero questi il comportamento delle particelle subatomiche o i movimenti politici, che – a mio avviso – guidarono Ettore Majorana nelle sue scelte. Scelte che, ancora una volta, anticiparono i tempi. E non ho mai creduto che la scelta di «sparire» sia stata dettata da un briciolo di egoismo. Sparire e far perdere le proprie tracce voleva dire lasciare per sempre i suoi affetti, l’amata sorella, i compagni di studio. No, non credo che sia stata una scelta facile. Del resto, la vita dello zio Ettore era destinata a imprese impossibili ai più.


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X

La seconda vita di Majorana

Ho guardato negli occhi i nostri autori e ho ascoltato le storie della loro ricerca sulle tracce dello zio Ettore. Ho trovato una scintilla di curiosità e un modo molto delicato di trattare le scoperte che di volta in volta facevano. Avevo letto sommarie informazioni sul lavoro della Procura della Repubblica, la cui ricostruzione dei fatti mi era parsa fantasiosa e poco credibile. Il libro che vi apprestate a leggere si muove con attenzione attraverso molti riscontri e ci lascia un ritratto che ha del verosimile. Sapere che quel «signor Bini» potesse nascondere un pezzetto della vita di Ettore, dopo il primo turbamento, mi ha quasi sollevato. Resta intatto un grande mistero, forse l’unico che merita di essere celebrato con clamore: chissà se allora quell’incontenibile mente non abbia lasciato i suoi appunti di lavoro in qualche luogo. Forse potremmo trovarci le risposte a molte domande della scienza rimaste aperte.


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