Caorle 2012

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Per ricordare il sacrificio di 120 giovani Caorlotti immolati per la libertà dell’Italia

Caorle e il suo Monumento ai Caduti della Grande Guerra

In

di Paolo Francesco Gusso

seguito alla dis- carità, si buttano davanti fatta di Caporet- ai nostri piedi, gridano, imto, il 7 novembre plorano con la forza della 1917 Caorle fu oc- disperazione. Un po’ di cafcupata dagli austriaci po- fè, un tozzo di pane! Gli ocche ore dopo che la mag- chi degli adulti ci lanciano gior parte degli abitanti invece sguardi di odio. aveva dovuto abbandona- Questa gente sa che anche re le proprie case per fug- noi siamo come dei mendigire profuga verso l’Italia meridionale (circa 1.500 persone, per lo più vecchi, donne e bambini). Quei pochi che avevano deciso di rimanere dovettero patire la fame e le angherie del nemico fino al primo novembre 1918, quando arrivarono le cannoniere italiane “Ape” e “Vespa”, comandate dal tenente di vascello Insom, con un plotone di arditi e di mitraglieri lagunari, che misero fine alla odiosa occupazione. Ecco come Fritz Weber, ufficiale auIl monumento ai caduti della Grande Guerra e il retrostante asilo infantile inaugurati nel 1932. striaco di passaggio a Caorle nell’estate del 1918, nel suo libro “Tappe canti e che non la possiamo qualora sotto le macerie ri- strappato dai loro cuori della disfatta” descrive il aiutare. Ma il suo odio im- mangano sepolti un paio di ogni sentimento di fratelpaese e la poca gente rima- potente si concentra nei fu- austriaci. Le sofferenze, che lanza umana”. Essendo rimasto il paesta ad abitarlo: …”È quasi cili che portiamo sulle spal- noi imponiamo loro e il mosera quando approdiamo a le e che rappresentano la do in cui dobbiamo far fin- se senza autorità civili, nel Caorle. … Nel paese, oltre nostra unica forza. Certo, ta di ignorarle, hanno febbraio 1918 gli austriaci ai soldati, si aggirano alcu- se questi vecchi e queste ne dozzine di bambini, di donne potessero, ci strozzedonne e di vecchi. Di che rebbero con le loro mani. cosa vivano, non si sa. E’ Siamo i loro nemici. L’odio loro proibito andare a pe- che prorompe dalle loro scare, e d’altra parte i pochi anime è senza misura, ascampi di ricino lungo la co- sai più violento di quello sta sono stati da noi requi- che può esistere tra soldati siti, e vengono sorvegliati avversari. Non conosce attentamente. Si è preso lo- pietà, non ammette perdoro anche il vino, la loro uni- no o riconciliazione. Si ralca protezione contro la ma- legrano perfino delle bombe laria. Dei bambini ci corro- degli aeroplani, che riducono incontro chiedendo la no in rovina le loro case,

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Fig.1 - Casa distrutta in via Roma.


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