Bollettino 1, 2013 Cai Faenza

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ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA Dei Soci della Sezione di Faenza del Club Alpino Italiano E’ convocata per mercoledì 13 Marzo 2013, alle ore 12, ed in seconda convocazione per giovedì 14 Marzo 2013,, alle ore 21,00 l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci della Sezione di Faenza, presso la Sede Sociale in via Campidori 28, Rione Rosso, Sala del Baiocchino, per discutere il seguente ORDINE DEL GIORNO 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea; Lettura verbale dell’Assemblea precedente (12Dicembre 2012); Bilancio consuntivo dell’anno 2012; Relazione del Presidente sull’attività prevista nel 2013; Elezione dei Delegati Sezionali; Varie ed eventuali.

Dalle ore 20,30 del 14 Marzo 2013 funzionerà la verifica dei poteri. Si ricorda che all’Assemblea avranno diritto di voto i Soci in regola con il tesseramento 2012, quelli che ancora non hanno rinnovato per il 2013 ed i nuovi Soci 2013. Il Presidente Ettore Fabbri ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

SEDE E ORARI DELLA SEZIONE C.A.I. DI FAENZA La sezione del C.A.I. di Faenza è posta in Via Campidori, 28 (sede Rione Rosso). Tel. 0546 22966 - La Sede Sociale della Sezione è aperta a tutti il giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00. È possibile effettuare le iscrizioni e rinnovare l’adesione al club: AENZA: Presso la Sede Sociale negli orari sopra indicati; A FFAENZA: Presso la Ferramenta Chesi, Centro Commerciale Cappuccini, Via Canal Grande, Tel. 0546 21616 (ore negozio); A TREDOZIO: Presso Gabriele Ferrini, Via XX Settembre, 65 - Tel. 0546 943929; A RUSSI: Presso Ballardini Luigi, Via Molinaccio, 61 - Tel. 339 2625666; A RIOLO TERME: Presso Piero Pasini, Via Zauli, 9 - Tel. 0546 70871. Informazioni sull’attività della Sezione: AENZA: nella bacheca di Via Severoli (angolo palazzo comunale di fronte alla Pretura). A FFAENZA: A TREDOZIO: nella bacheca di Via XX Settembre. A RUSSI: nella bacheca di Piazza Dante, Sede Banca S. Geminiano e S. Prospero. A CASTEL BOLOGNESE: nella bacheca di Via Garavini (di fronte Credito Romagnolo), con informazioni presso il Sig. Sportelli Domenico, Via Giovanni XXIII, 333. A RIOLO TERME: nella bacheca di Via Aldo Moro (di fronte al Comune)

In copertina: Corso ciaspole 2012, Dolomiti di Brenta. Foto di Maurizio Solaroli. 2 GENNAIO_APRILE_2013

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Editoriale Art. 1 Oggetto e finalità 1. La Regione Emilia-Romagna promuove la conoscenza, la valorizzazione, il recupero e la tutela del patrimonio escursionistico regionale anche al fine della fruizione e dello sviluppo sostenibile dei territori soggetti a maggior criticità economico-sociale. 2. La Regione promuove e disciplina il censimento, il recupero, la manutenzione, la fruibilità e la valorizzazione della Rete Escursionistica dell’Emilia-Romagna (REER) -anche in collegamento con la Rete Escursionistica Italiana e gli Itinerari Escursionistici Europei- quale infrastruttura viaria necessaria alla gestione, al controllo, alla fruizione ed alla valorizzazione delle aree naturali, rurali e periferiche del territorio regionale. 3. La Regione favorisce l’integrazione della REER con i sentieri escursionistici non appartenenti alla stessa. Art. 2 Definizione di escursionismo Ai fini della presente legge, per escursionismo si intende l’attività turistica, ricreativa e sportiva che si svolge su tracciati ubicati prevalentemente al di fuori dei centri urbani, finalizzata alla visita ed all’esplorazione degli ambienti naturali, anche antropizzati, senza l’ausilio di mezzi a motore. Cari Soci, gli articoli qui sopra citati sono i primi due di una Proposta di Legge Regionale denominata: “Rete escursionistica dell’Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche” che il CAI e altre associazioni ambientaliste attendono da tempo. “La proposta di legge afferma l’interesse pubblico della rete dei sentieri a scopo pedonale, prevede la necessità di risorse per la manutenzione, la difende dagli usi che la distruggono e tenta di regolamentarne la frequentazione, riportando sotto controllo e sanzionando i comportamenti irragionevoli e non rispettosi del territorio”. Pur sapendo che in politica non si è mai certi di nulla, avrei voluto dirvi: “questa sembra essere la volta buona”. Sembrava che la proposta potesse passare in tempi brevi dalla Commissione all’Assemblea Regionale per l’approvazione definitiva, invece, l’opposizione di motociclisti, agricoltori, cacciatori ed altri ha fatto sì che in Commissione non sia stata presa alcuna decisione e la discussione in Assemblea sia stata rinviata a data da destinarsi, forse addirittura alla prossima legislatura!! Sarebbe stato accettabile che durante l’iter qualche punto fosse stato modificato, senza stravolgere l’intera proposta, frutto anche dei suggerimenti del CAI. Se approvata, tale legge, relativamente alla rete escursionistica, avrebbe finalmente fornito basi certe e quindi chiarezza nei rapporti tra il CAI, le altre associazioni, i proprietari dei terreni e le amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionale, utili ad evitare i malintesi che si sono finora verificati. Le cose non sono andate nel modo sperato, non ci resta quindi che ricominciare a darsi da fare per far sviluppare una cultura rispettosa del territorio che dovrebbe essere tutelato, conservato, frequentato in “punta di piedi” e non divenire un parco giochi aperto a coloro che finirebbero per distruggerlo. IL Presidente Ettore Fabbri 3 GENNAIO_APRILE_2013

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Sono sulla terrazza esterna del rifugio Torino. Mi ral- minuti e, raggiunto il colle del Flambeau, ti si schiude legro per il blu cobalto del cielo che fa da sfondo al un altro Bianco: è quello della Combe Maudit, dei bianco immacolato dei ghiacciai... Per domani non satelliti di protogino rosso, il Grand Capucin, le Trisono previsti cambiamenti, c’è una “finestra” di alta dent, la Pyramide de Tacul, il Pic Adolph Rey, la crepressione che dovrebbe tenere il cielo sgombro dalle sta delle Aiguilles du Diable. Persino mia figlia, che nuvole per almeno 4-5 giorni. E’ la prima “finestra”di ha un interesse per la montagna pari al mio per i Cenbel tempo duraturo di questa strana estate che fino ad tri Commerciali, quando l’ho portata qui, non ha saora ha intervallato solo belle giornate singole a lun- puto controbattere la mia affermazione che questo è il ghi periodi perturbati. E’ posto più bello del monil problema dell’Ovest, do! per andare c’è bisogno Senza spostarti da lì, solo che il tempo dia certezze girando un po’ la testa e garanzie di bello, con il vedi un’altra cartolina del meteo a queste quote non Bianco: il Dente del Gisi scherza davvero! Quegante, e la cresta di Rosta volta però i siti meteo chefort che ti nascondosono tutti d’accordo: alta no le Grandes Jorasses. pressione e bel tempo Se invece sali da Chamodi Mauro Cappelli stabile per tutta la settinix al Col du Midi, il mana. Solo 2 giorni fa Bianco che vedi è tutta la sono stati recuperati, per cresta delle Aiguille de fortuna sani e salvi, 3 alpinisti spagnoli rimasti bloc- Chamonix, il Dente del Gigante da qui non ti nasconcati per 30 ore dal maltempo sulla cresta Kuffner al de più le Grandes Jorasses che, al contrario, si alzaMont Maudit. Ed è proprio per la Kuffner che sono no nette e scure coi loro terrificanti speroni di roccia qui. Con me c’è Luca Gambi che ha accettato di buon e ghiaccio. Potrei stare seduto delle ore al Col du Midi grado l’invito, Luca sul Bianco non c’è mai stato. a contemplare i seracchi del Tacul, il Triangle, o la Non dico in vetta, il Bianco non è solo la vetta, il Bianco Vallè Blanche che si incunea fra l’Enverse e le Periaè un fantastico mondo che comincia molto più giù e des. Potrei stare delle ore ma gli occhi più di tanto molto più lontano dalla cuspide sommitale che cul- non si possono riempire! mina a 4810 mt! Il Bianco ti si schiude dalla terrazza D’inverno mi è capitato di “passeggiare” lungo il del rifugio Torino: impossibile non vedere la cresta di ghiacciaio d’Argentiere e restare “basito” sotto l’enorPeuterey oltre lo sperone della Brenva, una cavalcata me muraglia ghiacciata costituita dai versanti nord fuori dalla mia portata “tecnica” ma non certo fuori della Verte, delle Courtes e delle Droite. Dei brividi mi dalla portata dei miei occhi. Dal Torino cammini 15 percorrevano la schiena ma non erano per il freddo!

10 agosto, la storia continua...

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irrecuperabile) innamorato e Luca che prima non c’era mai stato e perderà questa insopportabile verginità con un piacere paragonabile solo alla perdita di un altro e ben più famoso tipo di verginità. Dunque siamo qui per la Kuffner al Mont Maudit, oggi abbiamo fatto una “ricognizione” per verificare la percorribilità dell’accesso diretto alla cresta senza dover passare dal bivacco della Fourche. Le tracce andavano tutte in direzione del pendio che porta al bivacco ma il canale di accesso diretto è in buone condizioni e abbiamo deciso che sarà il noPosso lasciare fuori “dall’elenco delle cartoline dal Bianco” i Dru? Solo se avessi intenzione di bestemmiare! I Dru, in particolare il “piccolo”, quello indissolubilmente legato al nome di Bonatti per la salita solitaria risolta con un disperato lancio di corda aggrovigliata in vari nodi, lo si vede bene dalla stazione del Montenvers: scendi dal treno e te lo trovi lì davanti, una guglia arditissima, slanciata contro il cielo con ben evidente la cicatrice del crollo che proprio il Pilier Bonatti, frantumandosi a valle, gli ha lasciato. Allora siamo sul Bianco, io, inguaribile (e

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stro “trampolino” di lancio domattina per raggiungere la cresta e cominciarne la cavalcata sospesi fra il bacino della Brenva e quello della Combe Maudit. Dal rifugio Torino la Kuffner è tutt’altro che evidente, si perde e si confonde fra i contrafforti rocciosi, separati fra loro da altrettante linee di ghiaccio, che solcano le pareti sud-est del Tacul e del Maudit. Continuo a guardare cercando di immaginare la mia azione domani. Vorrei averla già salita questa Kuffner, vorrei essere qui a guardare e riconoscere i passaggi e compiacermi intimamente per come li ho affrontati. Vorrei che fosse tutto finito, vorrei mandare un sms di condivisione ai miei abituali compagni di cordata coi quali tante volte abbiamo parlato di questa cresta ma coi quali purtroppo non sono coincise le giornate “buone per tentare”. Vorrei un sacco di cose ma devo mordere il freno fino alle 2 di domattina, quando suonerà la sveglia e cominceranno le danze. Il cono di luce della frontale che illumina i nostri passi, lo scricchiolio della neve gelata sotto i morsi dei ramponi, la volta stellata come solo a queste quote può succedere di vedere, l’aria fresca che ti punge le narici sono tutte sensazioni già meravigliosamente collaudate. Andiamo verso ovest dove la notte è più cupa avvertendo però che già l’alba comincia a schiarire i contorni alle nostre spalle. Siamo sotto l’attacco diretto della cresta, si comincia ad arrampicare. La corda fila via in mezzo alle gambe perdendosi nel buio oltre il fascio luminoso della pila frontale, Luca, dal basso, mi urla che è finita; una vite da ghiaccio, un tibloc e si possono fare altri 50 metri. Con 2 tiri da 100 metri raggiungiamo la cresta; la corda fra me e Luca ora diventa corta, 10 mt che si accorciano fino a 2 in funzione delle asole che teniamo in mano. Il chiarore dell’alba non è più solo alle nostre spalle, ci alziamo lungo la cresta allo stesso ritmo con cui la luce guadagna metri sulla notte, la cuspide ghiacciata del monte Bianco improvvisamente si colora di rosa, il ghiacciaio della Brenva, piano piano, diventa meno tetro e sempre più basso. Arriviamo all’Androsace e al tratto di cresta nevosa che lo precede. Impossibile non fare foto, questi 30 mt di cresta hanno più foto della Claudia Schiffer dei bei tempi. E noi la stiamo cavalcando, quegli invidiati omini visti in mille scatti su riviste, guide o

in rete ora siamo noi. Saremo noi a fare invidia a chi ci guarderà, oggi saremo noi a salire in vetta al Maudit per una linea di salita affascinante, spettacolare e che ci stiamo godendo ad ogni passo. E la cima del Maudit arriva, la Kuffner è finita e possiamo scendere. Sono solo le 11,30, è ancora presto e decidiamo che c’è tempo per una “pazzia”: reperire la traccia di salita alla vetta del Bianco e continuare questa entusiasmante cavalcata fino in cima, fino al punto in cui tutto sarà più basso di noi. Ci prendiamo il tempo per mettere la ciliegina su questa torta già bellissima di suo. Quando sono le 14 non c’è più niente da salire, si può solo scendere; da dove siamo guardiamo tutto e tutti dall’alto. Luca non contiene le lacrime, non poteva perdere la “verginità” in un modo migliore: in cima al Bianco per la prima volta non salendo una delle tre vie normali ma salendo la Kuffner. In quanti fra chi sta leggendo l’ha fatto? E’ il 10 agosto, 226 anni fa (e 2 giorni mannaggia!) su questa cima è iniziata la storia dell’alpinismo: l’8 agosto del 1786 Paccard e Balmat hanno messo le loro suole chiodate più o meno dove oggi Luca ed io stiamo mettendo le punte dei nostri ramponi. Due salite non paragonabili, epica e pietra miliare la loro, di nessun rilievo o importanza alpinistica la nostra, due epoche diverse, come diversa è l’attrezzatura, e diverso è l’abbigliamento. Però c’è una cosa su cui credo ci possiamo confrontare: lo stesso motore a spingere, la stessa passione a muovere, la stessa voglia di partire. 8 agosto 1786 la storia comincia, 10 agosto 2012 la storia continua...

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Sono le 5 di mattina del 22 Luglio, quando esco dal di essere riuscito a trovare un compagno di cordata Rifugio Venezia (1947 m), casco in testa, zaino in che alla prima proposta, senza indugi, abbia accettaspalla, riguardo dal basso verso l’alto la muraglia di to di vivere con me questa arrampicata. Ebbene sì, il roccia che fa da guardia alle Dolomiti, e inizia la mia mio compagno di cordata sarà l’alpinista Davide Gioascesa. Percorro vannini, che con velocemente e in grande volontà solitaria l’incredisposa il progetto bile cengia di Gran Vernel. MoJohn Ball, risalgo nitoriamo per una l’enorme anfiteasettimana l’evolutro di rocce e zione del tempo ghiaioni nel venatmosferico, la di Davide Bubani (Buba) tre del Caregòn, data prefissata è il arrivo in cresta, 24-25 agosto vedo la croce, mi 2012, non abbiafermo in vetta al mo tanto margiMonte Pelmo ne, solamente il (3168 m). Dietro sabato 25 Agosto di me non c’è si prospetta una nessuno, in cima finestra di bel neppure, solo tempo, poi dal quella sensazione nuova dell’Alpinismo in solitaria. tardo pomeriggio fino al giorno dopo, è previsto di L’esperienza maturata nel vivere la montagna ti porta tutto, temporali, e calo delle temperature. Quando il a tante strade, e questa è una di quelle, il vivere l’espo- rifugio Pian dei Fiacconi, vede arrivare alle cinque di sizione della solitudine, non quella distruttiva, ma pomeriggio due alpinisti con 70 metri di corda, uno quella arricchente, la ricerca dei tuoi limiti, il viversi zaino a parte di materiale da arrampicata, con chiodi dentro. Galeotto fu il Monte Pelmo, il fascino di vive- e martello, e non ha ramponi e piccozze per il classire una salita sapendo meticolosamente la sua storia, co ghiacciaio Marmolada, allora bolle in pentola qualchi né è stato il pioniere, con che mezzi, e in che modo. cosa di interessante. Lo spirito rinasce, si ravviva un fuoco mai spento e lo Partenza sabato 25 agosto 2012, alle ore 6 di mattina, sguardo ricade lungo le linee dei monti che salgono ci aspetta un avvicinamento fino alla Forcella Vernel vertiginose in alto. di 2 ore abbondanti, una salita inesplorata, fatta di Chissà quanti di voi sono stati a Canazei, ma chissà ghiaia smossa per la prima volta da noi, tenendoci quanti non hanno fatto troppo caso a un’ombra trian- stretti alle pareti del versante sud del Piccolo Vernel golare che sovrasta la vallata fassana, è il Gran Vernel per non scivolare in basso, saliamo con fatica, ma (3210 m), marito della regina Marmolada, poiché lui raggiungiamo la sommità della forcella, dove ci atè il re indiscusso. E’ un triangolo perfetto che sfida tendono le prime placche di salita. Da qui ci si lega in l’occhio dell’alpinista, e questa sarà la sfida. Ho per- cordata, la via è chiara sulla carta, sulle foto, sugli so il conto delle volte che sono salito in cima alla appunti, ma nella realtà ti ritrovi a essere un puntino Marmolada, o che mi sono appostato lungo il ghiac- su una parete immensa di roccia, l’intuito alpinistico ciaio, sulla forcella Marmolada, lungo i sentieri che mi spinge in alto, la roccia è friabilissima, ogni passo girano attorno al Gran Vernel, per studiarne la via di sono scariche di sassi, ma si sale. L’avvistamento del accesso, chiamata “Via Normale”, ho raccolto tutte le primo chiodo è manna dal cielo, la motivazione sale, mie informazioni ed esplorazioni su un diario, la via anche il mio compagno di cordata Davide sale decidi accesso c’è, impervia, difficile da trovare, friabile e so, si superano passi di III+ e anche IV su roccia molpochissimo percorsa, soltanto 5 cordate all’anno in to friabile, con pochissime protezioni e scarponi nei media ne raggiungono la cima. Non credo ancora oggi piedi. Salendo crescono i pensieri della discesa, le

Gran Vernel 3210 m

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soste le ritroveremo in questa parete dove quando ti muovi scarichi sassi? Ci penseremo dopo, perché la gioia della salita prende il sopravvento nel percorrere gli ultimi 100 metri di cresta sottile che porta alla vetta del Gran Vernel, definita da niente se non solo che più in alto di così non ci vai senza ali. E’ un sogno che si realizza. Pochi minuti ci uniscono alla cima, poiché il nero del brutto tempo annunciato incombe a gran velocità contro di noi. Non voglio pensare al temporale nel luogo dove siamo, e soprattutto durante la discesa che ci attende, 7 doppie difficili, alla ricerca delle soste, spesso fuori verticale di discesa, e da rinforzare con chiodi e cordini, perché fanno venire i brividi a guardarle. Davide chiude l’ultima doppia, lo perdo di vista mentre si cala, ma la sua voce mi giunge urlando “Libera! Sono in forcella !”. Allora mi calo anch’io, ci guardiamo alla fine di questa discesa, ci diamo la mano e ci guardiamo negli occhi, consapevoli della splendida impre-

sa. Con tanta fatica e peso sulle spalle, scendiamo dalla forcella in direzione rif. Pian dei Fiacconi, arriveremo al rifugio alle 18 di sera, ci accolgono con gioia e sorrisi, siamo tutti consapevoli di essere tra le prime cordate e probabilmente l’unica dell’anno ad aver raggiunto la cima del Gran Vernel. Voglio fare i complimenti al mio compagno di cordata Davide Giovannini, per aver condiviso e portato a successo insieme a me questa impresa. Concludendo questo articolo ci tengo sottolineare che l’impresa Gran Vernel è stato un condensato di Alpinismo, studio della storia della montagna, della sua conformazione rocciosa, e punti deboli di accesso, lotta contro la friabilità e scariche di sassi, difficoltà di ricerca della via giusta, tempo atmosferico precario, chiodi da piantare nei punti di discesa, alta quota. Penso che questi fattori caratterizzino l’esposizione di un alpinista nella sua impresa, e ne fanno alpinismo. Citando Walter Bonatti: “Il fisico si adatta, la menta bisogna crearla, la vera forza dell’uomo è quella interiore, la volontà, la disponibilità alla lotta, al superamento”. “... tra me e la montagna c’è un dialogo, assolutamente intimo, è una lotta meravigliosa, alle volte può essere piacevole, alle volte terribile, comunque in fondo a tutto, non ci sono né vincitori né vinti”. A presto.

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Alcune foto delle nostre gite

2012-10-06 Tre giorni bellissimi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, tra fitte faggete e praterie d’alta quota, tra animali liberi e paesi caratteristici, e qualche assaggio di gastronomia tipica.

2012-11-25 Doveva essere tutta un’altra uscita, ma, a causa della pioggia sul versante toscano, ci siamo spostati alla Badia di Susinana percorrendo bellissimi sentieri, ed alla fine non ci siamo neanche bagnati!

2012-12-23 Percorso piuttosto infangato quello che ci ha portati alla villa di Gruffieto, in fase di restauro, e la cui visita ci ha riempito di ammirazione. Poco dopo, nell’accogliente casa del socio Evaristo, ci siamo invece riempiti di panettone e spumante, scambiandoci gli auguri per le vicine festività.

2013-01-06 Degna conclusione per la prima uscita dell’anno, abbiamo percorso il sent.505 in discesa fino a Lozzole e siamo quindi “rotolati” lungo il sent.529 fino al Casetto di Sotto, dove Giancarlo ci ha ospitati e dove si è dato fondo a tutte le “loverie” rimaste dalle festività appena finite.

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2012-12-09 L’idea di percorrere il crinale che da Crespino sale verso l’Archetta è stata geniale, e la prima neve dell’inverno ha trasformato i sassi in un paesaggio da favola, complice un sole splendido.

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PROGRAMMA GITE MTB 2013 DATA TITOLO DESCRIZIONE

Dom. 1 Aprile Vena del Gesso, Sasso Letroso Annuale appuntamento ciclistico in occasione della “Festa del Risveglio” a Borgo Rivola, nell’estremo lembo dell’antica Gallisterna Superiore e sul tratto della Vena del Gesso (m. 300), che dal Senio va a Tossignano. PARTENZA ore 8,00, mezzi propri da Piazzale Pancrazi, pranzo al sacco oppure possibilità di ristoro presso gli stand gastronomici TEMPI ore 4,00 - DISTANZA km.35 circa - DISLIVELLO mt.1000 in salita DIFFICOLTA’ BC/MC MATERIALI obbligatorio: casco, kit di riparazione ACCOMPAGNATORI Stefano Sintoni (cell.3470569098), Elena Cricca (cell.3494738774) DATA TITOLO DESCRIZIONE

Dom. 21 Aprile Giro degli Eremi Escursione oramai classica per chi percorre le nostre vallate: una pedalata medio-facile che ci condurrà fino agli eremi di Gamogna e di Trebbana, splendidi esempi di recupero di edifici religiosi. PARTENZA ore 8,00, mezzi propri da Piazzale Pancrazi, pranzo al sacco TEMPI ore 4,00 - DISTANZA km.40 circa - DISLIVELLO mt.1000 in salita DIFFICOLTA’ BC/BC MATERIALI obbligatorio: casco, kit di riparazione ACCOMPAGNATORI Stefano Sintoni (cell.3470569098), Elena Cricca (cell.3494738774) DATA TITOLO DESCRIZIONE

Dom. 5 Maggio Palazzuolo sul Senio Escursione sull’Appennino dell’Alto Mugello che consente di godere di bellissime vedute dall’alto dei 1. 000 mt. del passo Sambuca.

PARTENZA ore 8,00, mezzi propri da Piazzale Pancrazi, pranzo al sacco TEMPI ore 5,00 DISTANZA km.35 circa DISLIVELLO mt.1200 in salita DIFFICOLTA’ BC/BC MATERIALI obbligatorio: casco, kit di riparazione ACCOMPAGNATORI StefanoSintoni (cell.3470569098), Elena Cricca (cell.3494738774) 10 GENNAIO_APRILE_2013

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Dom. 30 Giugno Raduno interregionale MTB – Parco dell’Orecchiella Evento facente parte del programma CAI 150. Per informazioni e adesioni: CAI Lucca

DATA TITOLO DESCRIZIONE

Dom. 22 Settembre Bagno di Romagna – Monte Zucchero Dante Impegnativa escursione nella Valle di Bagno, dal Passo dei Mandrioli fino al Monte Zucchero Dante. Con lunga e tecnica discesa, attraverso i 7 guadi ed il borgo delle Gualchiere, torneremo a Bagno di Romagna punto di partenza del nostro giro. PARTENZA ore 8,00, mezzi propri da Piazzale Pancrazi, pranzo al sacco TEMPI ore 5,00 - DISTANZA km.30 circa - DISLIVELLO mt.1200 in salita DIFFICOLTA’ BC/OC MATERIALI obbligatorio: casco, kit di riparazione ACCOMPAGNATORI Stefano Sintoni (cell.3470569098), Giuseppe Mugellesi (cell.3479785200) DATA TITOLO DESCRIZIONE

Dal 3 al 6 Ottobre VI Raduno Nazionale di Cicloescursionismo a Torino Per informazioni ed adesioni: CAI Torino - CAI Pinerolo

Escursioni per i Soci Giovani Continua anche per i prossimi mesi l’offerta di escursioni per i nostri soci giovani e le loro famiglie, in collaborazione col Gioca Faenza Tanti Sport. Le uscite concordate sono le seguenti: Domenica 3 Marzo 2013 Uscita escursionistica con ciaspole. L’itinerario verrà deciso nei giorni Domenica 7 Aprile

precedenti l’uscita, in base all’innevamento presente in Appennino. Raduno in occasione della Festa del Risveglio di Borgo Rivola.

Domenica 14 aprile

Nel pomeriggio breve escursione nel Parco della Vena del Gesso. Da Poggio alla Lastra al rifugio La Rondinaia, dove saremo accolti dal Gruppo Alpini che hanno in gestione il rifugio.

Domenica 25 Aprile

Biciclettata per tutti. Facile itinerario nella pianura Faentina.

Sabato 1 e Dom.2 Giugno Escursione di due giorni in Appennino, con pernottamento in rifugio. Dal 20 al 28 Giugno

Soggiorno estivo a Gais (BZ) per giovanissimi.

Dal 28 giugno al 7 Luglio Soggiorno estivo a Gais (BZ) per giovani. Il punto di ritrovo e partenza per tutte queste escursioni è il parcheggio di Piazzale Tambini, di fronte ai campi sportivi della Graziola. Per i trasferimenti alle località di partenza delle escursioni, verranno utilizzati mezzi propri. Per informazioni su queste uscite contattare la responsabile Anna Savorani cell.3389342225. 11 GENNAIO_APRILE_2013

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Programma del Corso di Topografia •

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Il corso è strutturato in 8 insiemi di argomenti topografici raggruppati in 4 serie che andranno a formare 4 giornate di lezione. Queste lezioni saranno seguite da due sabati pomeriggio di prove pratiche sul campo, in data da destinarsi. A tutti i partecipanti al corso verrà fornita una dispensa delle lezioni, un coordinatometro e una copia a colori di una carta della zona scelta per le uscite, da utilizzare per tutta la durata del corso. Il corso è aperto a Soci e non Soci, interessati ad approfondire questo importante argomento utile nella pianificazione delle uscite escursionistiche. Si svolgerà nelle serate di lunedì, dalle ore 21,00 alle ore 23,00, presso la sede CAI in via Campidori 28, Rione Rosso, sala del Baiocchino. A fine attività si prevede la consegna di un attestato ricordo. Le iscrizioni si aprono giovedì 31 Gennaio per massimi 30 allievi.

LEZIONI SUDDIVISE PER MATERIE TRATTATE PRIMA LEZIONE - LUNEDÌ 4 MARZO 1. La Terra 2. Le carte 3. Cartografia 1. 2. 3. 4.

TERZA LEZIONE - LUNEDÌ 18 MARZO 1. Il sistema UTM 2. Sistema di riferimento cartografico 3. Reticolato 4. Segni convenzionali

Le scale Le unità di misura Sistemi di misurazione angolari Sistemi di misura angolari

1. 2.

Variazione magnetica Magnetismo / variazione

SECONDA LEZIONE - LUNEDÌ 11 MARZO 1. Altimetria 2. Rappresentazione altimetrica 3. Profilo altimetrico

QUARTA LEZIONE - LUNEDÌ 25 MARZO 1. Orientamento della carta topografica 2. Lettura cartografia e coordinate 3. Determinazione delle coordinate

1. 2. 3. 4.

1. 2. 3.

Dislivelli e pendenze Scritte marginali La bussola Stima delle distanze

Orientamento Orientamento la bussola Il GPS Lezioni curate dal socio Andrea Martinino.

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ulteriore Sconto del 5% per i Soci CAI Via Malpighi, 88/5-6 - 48018 Faenza (Ra) Tel. 0546 623428 - Fax 0546 626371

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Il crescente numero di frequentatori di ferrate ha portato negli anni recenti a un notevole aumento dei tipi di “set da ferrata”. Un notevole progresso nel senso della comodità d’uso è costituito dai “set elastici”. Com’è noto i set sono a forma di Y, la cui “gamba” è collegata all’imbracatura dell’utente, mentre i due “bracci” terminano con un moschettone per il collegamento al cavo di sicurezza. Nei set elastici questi bracci sono a riposo corti; vengono allungati dall’utente quando effettua il collegamento. Sono stati escogitati sistemi ingegnosi per consentire questa “elasticità”; i bracci si possono suddividere tipicamente in due categorie: A - quelli in cui l’interno è costituito da un cavo elastico, che a riposo mantiene accorciata la parte esterna, portante, costituita da una fettuccia tubolare, non estendibile, “raggrinzita” a fisarmonica fino al momento dell’uso. B - quelli in cui fibre portanti e fibre elastiche sono in qualche modo commiste ottenendo una massa uniforme, elastica, che si estende fino al punto consentito dalle fibre portanti.

Un set del tipo “B” ha ceduto durante una caduta, per rottura di ambo i bracci, con conseguenze fatali. La ditta costruttrice ha immediatamente richiamato tutti i set esistenti sul mercato, e contemporaneamente un’indagine è stata compiuta su tutti i tipi di set elastici in commercio, da parte del DAV (Deutscher Alpenverein) e del TÜV (Technischer Überwachungsverein) di Monaco. Gli esperimenti hanno suggerito che in alcuni set di tipo “B”, a causa del ripetuto processo di allungamento, lo sfregamento fra elementi elastici ed elementi portanti genera un’usura di questi ultimi e a un carico di rottura dell’insieme di poche centinaia di kg. È ancora presto per commenti più precisi. Una riunione congiunta UIAA-CEN si è svolta a Berna il 6 settembre, per approfondire l’analisi tecnica del problema. Intanto vale però la pena di comunicare i primi risultati della suddetta indagine sperimentale: nella tabella disponibile in rete si elencano i set che al momento sono stati richiamati del costruttore (affected) e quelli giudicati idonei (unaffected). CAI, Centro Studi Materiali e Tecniche, 1 Settembre 2012

Richiamo di set da ferrata elastici, Agosto 2012

Si informano i soci che la sezione C.A.I. di Faenza ha raggiunto un accordo coin lo studio legale

AVV. MARCO SOLAROLI sito n Faenza, via Firenze 1/3 tel. 054628847 mail: solarolim@fastmail.it in base al quale i tesserati in regola con l’iscrizione annuale possono godere di un primo consulto gratuito e di tariffe agevolate nel caso di prosecuzione dell’incarico professionale. 14 GENNAIO_APRILE_2013

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FIORI SPONTANEI DELL’APPENNINO ROMAGNOLO (a cura di Ettore Contarini)

18 – LE ORCHIDEE (2o) Listera maggiore [Listera ovata (L.) R. Br.] fusto: alto di solito 4-5 dm, a volte un po’ oltre, eretto, cilindrico, glabro, senza diramazioni, nudo e dritto; breve rizoma sotterraneo; foglie: solamente due nel basso fusto, ma non basali bensì inserite a circa 1/3 dell’altezza della pianta, subopposte, largamente ovate, percorse da una dozzina circa di nervature, lunghe fino oltre i 10 cm (Fig. 1); fiori: molti, portati da un’infiorescenza lineare lunga fin oltre, a volte, i 2 dm; colore delle corolle chiaro, verdiccio; brattee triangolari, carenate, le inferiori di 3 x 5 mm circa; ovario rotondeggiante od ovoide dotato di peduncolo arcuato lungo 5-7 mm; tepali esterni saldati, di forma ovata, lunghi 4-5 mm; tepali interni lineari; labello pendulo, mancante di sperone, lungamente bifido (Fig. 2); frutti: piccole capsule contenenti semi minutissimi; habitat: margini e radure dei boschi, specialmente di latifoglie, dalle colline fin oltre i mille metri di altitudine; frequente in Romagna; fioritura: generalmente in maggio-giugno; oltre solamente alle quote maggiori; distribuzione: tutta la fascia euroasiatica a clima temperato; etimologia: il primo termine del binomio latino, Listèra, è dovuto all’aspetto lungo e stretto della pianta; il secondo termine, ovàta, indica invece la caratteristica forma della foglia che appare spiccatamente ovaloide. Cefalantera rossa [Cephalanthera rubra (L.) L. C. Rich.] fusto: alto a volte fin oltre il mezzo metro, eretto, non di rado parzialmente prostrato, spesso arrossato alla base, con rizoma orizzontale; foglie: in numero di 5-8 sul fusto, strettamente lanceolate, lunghe fino a oltre i 10 cm e larghe 1-2 (in basso anche 3 cm); fiori: fino a un massimo di 12 (di solito 6-9) portati da un racemo rado, spaziato, lasso; brattee inferiori simili alle foglie e le superiori più piccole e lunghe quasi quanto il fiore stesso; corolla roseo-purpurea molto vivace, con tepali lanceolati lunghi circa 2 cm, acuti, gli interni un 15 GENNAIO_APRILE_2013

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Fig. 1 – Listera maggiore (Listera ovata), pianta intera con le due caratteristiche foglie ovate poste nel basso fusto (Foto E. Contarini).

po’ più brevi degli esterni; labello lungo un paio di cm e più, con ipochilo concavo a lobi laterali eretti ed epichilo ovato-lanceolato, acuminato (Fig. 3); frutti: piccole capsule contenenti semi piccolissimi, come in tutte le specie di orchidee; habitat: margini arieggiati di boschi e radure, preferibilmente su terreni calcarei; fioritura: da maggio a luglio, secondo l’altitudine; in Italia sale dalla pianura fin quasi a 2000 metri di quota; in Romagna, fino a 1400 (Monte Fumaiolo); distribuzione: attraverso tutta l’Eurasia; frequente in Romagna; etimologia: il primo termine del binomio latino, Cephalànthera, indica un fiore a testa eretta (dal greco cephalé, testa); il secondo termine, rùbra, fa ovviamente riferimento al colore rosso del fiore (dal latino rùber), in netta contrapposizione alle altre specie del gruppo che hanno i fiori bianchi o giallognoli. Cefalantera maggiore [Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch] fusto: alto fino a mezzo metro (di norma 25-30 cm), eretto, con andamento caratteristico un po’ a zig-zag dovuto all’inserimento delle foglie, le quali salgono in alto fino ai fiori (Fig. 4); foglie: le basali ridotte alla sola guaina; le cauline, in numero di solito di 8-10, progressivamente sempre più ristrette e allungate salendo in alto, fino in certi casi a 1 solo cm di larghezza per 15 di lunghezza; tutte le foglie risultano ripiegate a doccia per l’intera lunghezza e divergenti

Fig. 2 – Listera maggiore (Listera ovata), con i caratteristici fiori verdi a labello bifido e pendulo (Foto E. Contarini).

Fig. 3 – Cefalantera rossa (Cephalenthera rubra), un primo piano dei fiori (Foto E. Contarini).

Fig. 4 – Cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia), pianta intera con le caratteristiche foglie molto lunghe, erette e alternate sul fusto (Foto E. Contarini).

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Fig. 5 – Cefalantera maggiore (Cephalenthera longifolia), un aspetto delle candide fioriture (Foto E. Contarini).

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dal fusto di circa 60 ; da 5 a 9 sono le nervature principali, parallele; fiori: bianchissimi, lattei, portati in numero variabile tra i 10 e i 20 da un’infiorescenza rada; brattee inferiori simili nella forma alle foglie, ma più corte, e le superiori sempre più brevi di lunghezza di un terzo dell’ovario; tepali esterni lanceolati, di 15-18 mm, acuti, e gli interni poco più brevi ma ottusi; labello lungo 8-9 mm, con larghissimo ipochilo concavo, a lati rivolti in su, ed epichilo anch’esso concavo ma molto più largo che lungo (Fig. 5); frutti: piccole capsule ripiene di minutissimi semi; habitat: boschi abbastanza caldi di latifoglie in generale, specialmente querceti; raramente sale oltre i mille metri di quota; fioritura: da fine aprile a giugmo, secondo i posti e l’altitudine; distribuzione: la specie presenta una vasta diffusione attraverso l’Eurasia; sull’Appennino romagnolo appare da frequente a comune; etimologia: del primo termine del binomio scientifico già si è parlato (vedi); il secondo nome, longifòlia, è chiaramente riferito alla forma della foglia stessa, ossia “a foglia lunga”.

Fig. 6 – Cefalantera bianca minore (Cephalanthera damasonium), aspetto della pianta intera (Foto E. Contarini).

Cefalantera bianca minore [Cephalanthera damasonium (Miller) Druce] fusto: alto 20-50 cm, simile a quello della specie precedente; foglie: soltanto in numero di 3-5 sul fusto, larghe, ovate o ellittiche (confronta con la specie precedente per determinare con sicurezza le due entità affini), le medie di dimensioni fino a 3 di larghezza contro 6-7 di lunghezza (Fig. 6); fiori: fino a 12 (di solito in numero di 6-9), con le brattee

Fig. 7 – Cefalantera bianca minore (Cephalanthera damasonium), fiori in primo piano (Foto E. Contarini).

Fig. 9 – Orchidea fior di legna (Limodorum abortivum), primo piano dei fiori (Foto E. Contarini).

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Fig. 8 – Orchidea fior di legna (Limodorum abortivum), la lunga fioritura porporina (Foto E. Contarini). 17 GENNAIO_APRILE_2013

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fiorali inferiori che superano i fiori stessi e quelle superiori lunghe circa quanto l’ovario (confronta con la specie precedente); (Fig. 7); frutti: piccole capsule contenenti molti semi piccolissimi, come in tutte le specie di orchidee; habitat: boschi di latifoglie, specialmente faggete calde al limite tra piano submontano e montano; anche in Romagna la specie appare non rara tra i 400 e i 900 metri di quota; fioritura: da maggio a luglio, secondo l’altitudine; distribuzione: la specie appare diffusa in tutta la fascia intorno al Mediterraneo (elemento euri-mediterraneo); etimologia: del primo termine del binomio scientifico già s’è detto (vedi); del secondo termine, damasònium, nella letteratura specialistica sull’argomento non è stata trovata la derivazione. Orchidea fior di legna [Limodorum abortivum (L.) Swartz] fusto: alto generalmente 30-50 cm, dotato di rizoma sotterraneo carnoso e fascicolato, a portamento eretto, di colore verde-violaceo, senza vere foglie ma cosparso soltanto di guaine fogliacee anch’esse violetto-vinose (Fig. 8); foglie: non esistono foglie in senso stretto ma soltanto guaine (vedi sopra); fiori: lunga infiorescenza rada, composta di solito da 1015 corolle (massimo 20) anch’esse violette come tutto il resto della pianta; brattee più lunghe dell’ovario; perianzio pure violaceo; tepali laterali esterni patenti, lanceolati, di lunghezza circa 15-20 mm e larghezza 5; tepali interni di circa egual misura, ma più stretti; labello lungo 15-17 mm, stretto alla base e dilatato nella parte apicale, intero, a margini rialzati, color viola più scuro sul bordo e lungo le venature; sperone discendente, cilindrico, di lunghezza 10-15 mm (Fig. 9); frutti: piccole capsule piene di minutissimi semi; habitat: boschi caldi di latifoglie, spesso in ambiente submediterraneo; la specie sale, al massimo, poco oltre i 1000 m metri di quota; in Romagna non appare molto diffusa; fioritura: da maggio in poi, di solito non oltre la metà di luglio; distribuzione: terre tutt’intorno al Mediterraneo (elemento euri-mediterraneo); etimologia: il primo termine del binomio scientifico, Limodòrum, è dovuto al nome che gli antichi greci davano all’Orobànche, una pianta della famiglia orobancàcee che assomiglia molto come portamento, struttura a guaina del fusto e colore; il secondo nome, abortivum, è chiaramente riferito ad aborto ma non è chiaro se per un antico uso della pianta oppure per i fiori che spesso non giungono a produrre il frutto... LXIII - LE ORCHIDEE rivista 1_2013.p65

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Abbiamo ricevuto dall’amico Don Antonio Samorì questa proposta che volentieri pubblichiamo, ma, al di là di un supporto tecnico nello studio del percorso e della segnaletica di questo minitrekking, purtroppo non possiamo impegnarci in prima persona nel lavoro sul campo, in quanto i pochi volontari disponibili sono già molto impegnati.

Maggio, seconda doDifficile dire qualcosa menica di Novembre di nuovo su Lozzole: matrimoni e battesiposto splendido con mi... una storia millenaria, a Ed ora la mia propocui si aggiunge la stosta per la quale cerco ria fortunosa e fantastiuna persona che si imca del recente recupepegni a realizzarla (rinro cominciato all’inizio il Penta Parroco Don Antonio Samorì grazio chi ha apprezdel terzo millennio delzato l’idea, ma non bal’era cristiana. Dirò solo notizie recenti e farò un appello per valorizza- sta, bisogna realizzarla!): vorrei rendere percorribire ulteriormente quel luogo tanto frequentato dalle le a piedi una specie di anello “Tredozio – Palazpiù svariate categorie di persone, anche per aggan- zuolo sul Senio” e viceversa (paesi raggiungibili ciare Lozzole agli altri due posti che l’hanno prece- con mezzi pubblici) passando per Lozzole, Marradi, Gamogna, Trebbana, o viceversa. Senza fare seduta in un recupero che sa di miracoloso. Ci sono ancora migliorie da fare, ma non c’è fretta, gnaletiche nuove, ma posizionando piccole tabelle ed è già fruibile perché le cose essenziali ci sono. di legno in accordo con le Pro-Loco interessate, Da poco è stata abbellita con un’opera d’arte, il già dislocandole nei punti strategici con i dovuti confamoso crocefisso di castagno dell’artista Giorgio sigli per i tempi di percorrenza e le tappe, a seconPalli che probabilmente ha prodotto il suo capola- da che il camminatore disponga di due o più giorvoro; molti visitatori mi hanno testimoniato che da- ni. Per il pernottamento ricordo che a Gamogna le vanti a quel crocefisso, chiamato dall’artista “il cro- suore non ospitano viandanti occasionali. cefisso del sorriso”, si sono veramente commossi. Ho una certa fretta perché l’amico Don Massimo Attualmente Lozzole ha un custode, Carlo, che sa Goni, parroco del Paradiso di Faenza, vorrebbe legare questa iniziativa all’anno della Fede, abbinanessere molto accogliente con tutti i passanti. do il percorso ad un pellegriSono poi diventati quasi tranaggio religioso; chi è intedizionali alcuni incontri anressato può rivolgersi direttanuali: sera di Natale, sera di mente a lui. Pasqua, prima domenica di

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIA A cura di Claudio Patuelli

Tesseramenti 2013 L’Assemblea dei soci della nostra sezione tenutasi il 13 dicembre scorso ha stabilito che le quote associative per l’anno 2013 rimangano invariate rispetto all’anno scorso, e cioè: ordinari E 41,00 familiari E 22,00 giovani E 16,00 L’Assemblea dei soci ha inoltre rinnovato la facilitazione per i soci che da giovani (minori di anni 18) passerebbero ad ordinari ed ha stabilito una quota di E 30,00 per i giovani dai 18 ai 21 anni (chiaramente se il giovane rimane nel nucleo familiare la quota sarà di 22,00 euro). Inoltre per i nuclei familiari in cui è presente almeno un socio ordinario ed un giovane, gli eventuali ulteriori soci giovani presenti nel nucleo pagano solo 9,00 euro. La quota associativa è comprensiva di copertura assicurativa per spese di soccorso in caso di incidenti in montagna. E’ inoltre comprensiva di polizza infortuni, che però copre esclusivamente i soci in attività sociale (escursioni in programma da bollettino, manutenzione programmata di sentieri, ecc,). I massimali della polizza infortuni sono E 55.000 caso morte, E 80.000 per invalidità permanente, E 1.600 per spese mediche. I massimali possono essere raddoppiati per i casi morte e invalidità con il versamento aggiuntivo di E 3,40 all’atto del rinnovo. Il rinnovo della tessera è possibile sia in Sede il Giovedì sera e il Sabato mattina, sia presso i fiduciari esterni indicati nel riquadro nella seconda pagina del Bollettino. Rinnovo tessera per i soci lontani Per i soci che non hanno la possibilità di venire a Faenza è possibile rinnovare la tessera tramite Vaglia Postale intestato a : CAI FAENZA - Via Campidori 28 – 48018 Faenza indicando chiaramente cognome e nome del socio (o dei soci) di cui si chiede il rinnovo. L’importo va aumentato dell’importo del francobollo per la spedizione del bollino. In alternativa si può fare un bonifico bancario a favore di CAI FAENZA sui seguenti c/c: - Credito Cooperativo Ravennate e imolese – Sede di Faenza IBAN IT 61 Q 08542 23700 000000086438 - Banca di Romagna - ag. 4 Faenza IBAN IT 37 L 06205 23708 000000053084 indicando chiaramente nella causale il nome e cognome del/dei socio/i di cui si chiede il rinnovo e aumentando la quota dell’importo del francobollo per l’invio del bollino. Cambi di indirizzo Invito tutti i soci a segnalare eventuali variazioni di indirizzo per non pregiudicare il ricevimento della Rivista del CAI Centrale “Montagne 360 ” e del nostro Bollettino sezionale. La segnalazione si può fare anche attraverso posta elettronica inviando una mail a: clubalpinofaenza@virgilio.it Sito Internet della Sezione di Faenza: www.caifaenza.it Rivista CAI nazionale on-line: www.loscarpone.cai.it 30 GENNAIO_APRILE_2013

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIA A cura di Claudio Patuelli

I soci della sezione nel 2012 A conclusione del tesseramento 2012 sono risultati iscritti alla nostra sezione: n. 523 soci ordinari n. 176 soci familiari n. 79 soci giovani per un totale di 778 soci Di seguito i negozi convenzionati con la nostra sezione: * DECATHLON Centro Comm.le Le Maioliche Faenza (sconto, vedi sotto) ERBORISTERIA BELLENGHI Via Castellani Faenza – Sconto 10% IL GRANDE SLAM A.s.d. Palestra Via Volta Faenza – Sconti fino al 10% BETTOLI SPORT Corso Garibaldi Faenza – Sconto 15% CAPO NORD Corso Mazzini Forlì – Sconto 15% FERRAMENTA CHESI Centro Comm.le Cappuccini Faenza – Sconto 10% CICLI TASSINARI – Via Strocchi 17 Faenza – Sconto 10% CARTOLERIA LEGA – Corso Mazzini 33 Faenza – Sconto 10% Convenzione Salewa. Comunichiamo a tutti i soci, quanto inviatoci dal punto vendita Outlet Salewa di Castel Guelfo. Tutti i soci dietro presentazione tessera CAI otterranno uno sconto del 10% sul materiale ad eccezione di quello già in offerta, o in saldo. La promozione vale comunque anche negli altri Outlet Salewa in Italia. * Convenzione sconto ai soci CAI presso negozio Decathlon di Faenza Riceviamo e proviamo a spiegarvelo in due parole, la nuova convenzione sconti. I soci interessati a una raccolta punti per accumulo di uno sconto, devono passare in sede e ritirare una Tessera Fedeltà Decathlon, che va esibita ad ogni acquisto. Sulla tessera verranno caricati dei punti pari a 10 ogni 8,00 euro di spesa. Ogni 400 punti si accumula uno sconto di 6,00 euro che si può decidere di scontare da un prossimo acquisto, ecc. La tessera è valida per acquisti nei negozi Decathlon su qualsiasi genere di materiale, e non più come era in passato solo per materiale da montagna. In sede abbiamo tutto il materiale informativo. Chi crede può attivare la tessera anche presso il punto vendita di Faenza. Grazie ai vostri acquisti anche la sezione riceverà una percentuale di punti, con i quali a fine anno potrà acquisire materiale tecnico da utilizzare durante le uscite sezionali.

GARANZIA DI RISERV ATEZZA RISERVA Si informano i soci e tutti coloro che, per partecipare alle attività della Sezione CAI di Faenza hanno fornito i propri dati personali, che, ai sensi dell’art. 13 del d.lgs. 196/2003, tali dati saranno trattati dalla Sezione esclusivamente per scopi istituzionali dagli incaricati alle mansioni di segreteria per registrazione, modifica, integrazione ed elaborazione, gestione amministrativa dell’adesione all’Associazione, per la spedizione di corrispondenze, comunicazioni sulle iniziative e per servizio d’informazione. I dati non saranno in nessun caso comunicati né diffusi all’esterno della Sezione. Responsabile del trattamento è il Presidente pro tempore della Sezione, Signor Ettore Fabbri, residente a Faenza con recapito presso la Sede della Sezione CAI, Via Campidori, 28 (CAP 48018). Ai sensi dell’art. 7 del d.lgs. 196/2003, tutti coloro che hanno fornito i propri dati personali potranno esercitare il diritto di consultarli, modificarli e cancellarli nonché richiedere elenco aggiornato e completo degli addetti alle mansioni di segreteria della Sezione rivolgendosi al Presidente all’indirizzo sopra indicato. Bollettino CAI Faenza: Direttore Responsabile Prof. Domenico Tampieri. Redaz. e amministraz.: Via Campidori, 28 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. 0546 22966 - 0546 21616 (c/o Chesi). Riunioni, Biblioteca, iscrizioni ed escursioni: ogni giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Sabato dalle 10,00 alle 12,00. Redazione: Maurizio Solaroli, Fabbri Ettore, Mauro Renzi, Irene Bandini, Laura Bettoli, Claudio Patuelli, Mario Cortesi, Dalla Vecchia Pierluigi, Bisello Riccardo. Impaginazione: Romano Leonardi e-mail: fotomec3f@libero.it - Ivan Calamelli e-mail: ivancalamelli@gmail.com Stampa: Tipografia Romagna - Faenza - Tel. 0546 31314 - Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 711 del 5/7/1982. 31 GENNAIO_APRILE_2013

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