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ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA Dei Soci della Sezione di Faenza del Club Alpino Italiano

E’ convocata per mercoledì 22 Marzo 2017 alle ore 12, ed in seconda convocazione per giovedì 23 Marzo 2017, alle ore 21,00 l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci della Sezione di Faenza, presso la Sede Sociale di Via Campidori 28, Rione Rosso. Sala del Baiocchino, per discutere il seguente: ORDINE DEL GIORNO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea; Lettura del verbale dell’Assemblea precedente (1 Dicembre 2016); Bilancio consuntivo dell’anno 2016; Relazione del Presidente sull’attività prevista nel 2017; Elezione dei Delegati Sezionali; Modifiche al regolamento uscite sezionali Varie ed eventuali.

Dalle ore 20,30 del 23 Marzo 2017 funzionerà la verifica dei poteri. Si ricorda che all’Assemblea avranno diritto di voto i Soci in regola con il tesseramento 2016, e i nuovi Soci 2017. Il Presidente Ettore Fabbri

NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA SCUOLA PIETRAMORA L’Assemblea della Scuola Pietramora tenutasi presso la Sezione CAI di Imola in data 19/12/2016 ha eletto i seguenti candidati alla Direzione della Scuola Pietramora per il triennio 2017-2019: Cappelli Mauro Donini Davide Marabini Paola Giannatempo Marcello Modanesi Loris

INA INA ISA IAL IA

Sezione di Forlì Sezione di Rimini Sezione di Faenza Sezione di Cesena Sezione di Rimini

Direttore Vicedirettore Alpinismo Vicedirettore Scialpinismo Vicedirettore Arrampicata Libera Segretario Tesoriere

La nostra Sezione ringrazia il CD uscente per il proficuo lavoro svolto e che ha fatto della Scuola una vera eccellenza, ed augura al nuovo CD di poter fare ancor meglio. In copertina: Corno alle Scale, salita lungo la cresta dei “Balzi dell’Ora”. 2 GENNAIO_APRILE 2017

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Editoriale Cari Soci, in questo bollettino, primo del 2017, è pubblicato il programma annuale delle uscite di più giorni. Fino ad alcuni anni fa si potevano organizzare gite senza dover anticipare caparre, ma ora rifugi e alberghi sono diventati sempre più fiscali nell’accettare prenotazioni e relativi acconti, e questo ha comportato che anche la nostra Sezione ha dovuto adeguarsi modificando abitudini ormai consolidate. Un primo cambiamento lo potete già vedere nel programma uscite di quest’anno: nella descrizione di alcune gite abbiamo indicato, oltre che la data di inizio delle iscrizioni, anche quella di chiusura, ed entrambe sono notevolmente anticipate rispetto alla data di partenza. Ci rendiamo conto che a qualche Socio questo creerà difficoltà, ma siamo condizionati dal dover comunicare, con notevole anticipo, a rifugi e alberghi il numero più esatto possibile dei partecipanti ad una escursione; l’alternativa sarebbe quella di rischiare di perdere costose caparre eventualmente versate in eccesso. Ricordiamo che le iscrizioni saranno valide solo se accompagnate dall’acconto previsto e che tale acconto può essere inviato anche tramite bonifico bancario. In caso di rinuncia individuale l’acconto verrà totalmente restituito solo nel caso vi sia una lista di attesa che garantisca la copertura dei posti fino al numero massimo dei partecipanti. In futuro, si potrebbero presentare situazioni in cui la Sezione, per motivi economici o fiscali, non può assumersi “rischi d’impresa”; si potrebbe verificare che, in particolari casi, l’unico modo per organizzare un’escursione sia gestendola in “cassa comune”, ovvero, la Sezione raccoglie le caparre, ma il saldo finale viene versato alla struttura alberghiera direttamente dai singoli partecipanti. In questo caso, se l’uscita fosse annullata e non fosse possibile ottenere la restituzione degli anticipi da parte della struttura prenotata, la Sezione non se ne farebbe carico. Come potete ben vedere, il tema è complesso e spinoso per cui il Consiglio Direttivo presenterà alla prossima Assemblea Ordinaria di marzo una proposta di regolamento da discutere e approvare. Ritornando alle consuete attività programmate, ci preme ricordare che i capigita hanno la facoltà di modificare l’itinerario programmato, ovvero variare o annullare la gita stessa, qualora ritengano che vi siano condizioni meteo avverse, o peggio ancora, non vi siano sufficienti condizioni di sicurezza. Contando sulla vostra comprensione e collaborazione vi aspettiamo, con proposte e contributi, alla prossima Assemblea. Auguriamo a tutti i Soci tante splendide giornate in montagna. Il Consiglio Direttivo

SEDE E ORARI DELLA SEZIONE C.A.I. DI FAENZA La Sezione del C.A.I. di Faenza è posta in Via Campidori, 28 (sede Rione Rosso). Tel. 0546 22966 - La Sede Sociale della Sezione è aperta a tutti il giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00. È possibile effettuare le iscrizioni e rinnovare l’adesione al club: AENZA: Presso la Sede Sociale negli orari sopra indicati; A FFAENZA: Presso la Ferramenta Chesi, Centro Commerciale Cappuccini, Via Canal Grande, Tel. 0546 21616 (ore negozio); A TREDOZIO: Presso Gabriele Ferrini, Via XX Settembre, 65 - Tel. 0546 943929; A RUSSI: Presso Ballardini Luigi, Via Molinaccio, 61 - Tel. 339 2625666; A RIOLO TERME: Presso Piero Pasini, Via Zauli, 9 - Tel. 0546 70871. Informazioni sull’attività della Sezione: A TREDOZIO: nella bacheca di Via XX Settembre. A RUSSI: nella bacheca di Piazza Dante, Sede Banca S. Geminiano e S. Prospero. A CASTEL BOLOGNESE: nella bacheca di Via Garavini (di fronte Credito Romagnolo), con informazioni presso il Sig. Sportelli Domenico, Via Giovanni XXIII, 333. A RIOLO TERME: nella bacheca di Via Aldo Moro (di fronte al Comune) 3 GENNAIO_APRILE 2017

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IL TREKKING DEL LUPO 29, 30, 31 LUGLIO, 1 AGOSTO 2017 Marco Piani, Ettore Fabbri Brevi note sulla nostra meta La cima sud dell’Argentera (metri 3.297). E’ la regina delle Alpi Marittime. Ultima grande montagna delle Alpi prima del Mediterraneo. Il Rifugio Remondino deve la sua fama a questa imponente montagna in quanto è il punto di partenza per la via normale. Già dal Passo dei Detriti, a 3.122 metri, si può ammirare il mare che brilla sul Golfo di Genova da un lato e sulle coste francesi dall’altro. Arrivati alla vetta, il panorama lascia senza fiato. Lo sguardo si perde verso l’orizzonte che svela i profili delle montagne lontane, si riconoscono le cime del Rosa, il Cervino, il Monte Bianco, il vicino Monviso e, verso il mare, nelle giornate particolarmente limpide si scopre la Corsica! Centro Faunistico Uomini e Lupi di Entracque. Il centro faunistico del Parco delle Alpi Marittime offre al visitatore l’opportunità di approfondire la conoscenza dell’animale e del suo comportamento. Il Centro Faunistico Uomini e Lupi si compone di due sezioni di visita: una nel centro storico di Entracque (vicino al Municipio), l’altra fuori paese nella località Casermette che si trova sulla strada provinciale per San Giacomo di Entracque. Il Centro Uomini e Lupi comprende un recinto di circa otto ettari al cui interno sono ospitati alcuni esemplari di Canis Lupus Italicus. Si tratta esclusivamente di animali che non potrebbero vivere in libertà: o perché vittima di gravi incidenti, o in quanto già nati in condizioni di cattività. La logistica Partenza da Faenza alle ore 5,00 con mezzi propri, arrivo ad Entracque alle ore 11,00, visita al “Centro faunistico Uomini e Lupi” di Entracque. Partenza dell’escursione alle ore 14,00. Primo giorno: Punto di partenza: Lago della Rovina Quota di partenza 1.535 metri, quota di arrivo 1.840 metri, altitudine massima 2.463 metri. Dislivello in salita 930 metri, dislivello in discesa 630 metri, distanza 14 km., tempo 5 ore. Dove dormire: rifugio Soria Ellena. Il percorso: L’escursione parte dal Lago della Rovina. Si raggiunge il Bacino del Chiotas (1980 m.) per poi salire fino al Colle di Fenestrelle (2.463 m.) Da qui comincia una lunga ma graduale discesa che in

Bacino del Chiotas modo costante e attraverso prati porta ad abbassarsi di quota fino a raggiungere il Piano del Praiet (1.800 m.). In breve si sale al rifugio Soria Ellena (1.840 m.), nostra base per cena e pernottamento Secondo giorno: Punto di partenza: rifugio Soria Ellena Quota di partenza 1.840 metri, quota di arrivo 1.480 metri, altitudine massima 2.471 metri. Dislivello in salita 750 metri, dislivello in discesa 1.100 metri, distanza 13 km., tempo 6:30 ore. Dove dormire: le Refuge du Boréon. Il percorso: Lasciato il rifugio Soria Ellena si scende al Piano del Praiet e si punta al Colle di Finestra (2.471 m.). Dal colle passiamo in territorio francese passando il Pas des Ladres (2.448 m.) e il Lac de Trecolpas (2.150 m.). Raggiunto il bivio per il Rifugio de la Cougourde, noi proseguiremo per il paese di Le Boréon, attraverso boschi di larici, fino ad incontrare, alle Vacherie du Boréon (1.629 m.), la strada asfaltata che ci condurrà a le Refuge du Boréon (1.480 m.), cena e pernottamento.

Rifugio Ellena Soria

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Terzo giorno: Punto di partenza: le Refuge du Boréon Quota di partenza 1.480 metri, quota di arrivo: 2.430 metri, altitudine massima 2.611 metri. Dislivello in salita 1.200 metri, dislivello in discesa 400 metri, distanza 13 km., tempo 6:30 ore. Dove dormire: rifugio Remondino. Il percorso: Lasciato il rifugio saliamo verso il Colle del Mercantour (2.611 m.), scendendo ritorniamo in territorio italiano. Giunti ad un bivio si sale fino al Rifugio Remondino (2.430 m.) per la cena e il pernottamento. Quarto giorno: Punto di partenza: rifugio Remondino Quota di partenza 2.430 metri, quota di arrivo 1.535 metri, altitudine massima: 3.122 metri. Per la variante alla cima sud dell’Argentera la quota massima è 3.297 metri. Dislivello in salita: 690 metri (con variante 870 metri), dislivello in discesa 1.600 m. (con variante 1.770 metri), distanza 13 km, tempo 6:30 ore. Il percorso: Dal rifugio Remondino si segue il percorso che. attraverso grossi blocchi e porzioni di sentiero, porta alla base del canale del Passo dei Detriti fino ad arrivare al Passo stesso (3.122 m.). Da qui parte la variante per la salita alla cima dell’Argentera: dal passo si scopre la bella parete sud percorsa dalla famosa cengia sospesa. Superata la cengia si risale un canale detritico e per una facile cresta si arriva alla cima sud dell’Argentera (3.297 m.). Raggiunto il passo si scende per pietraia in direzione del

Le Boréon Bivacco Baus (2568 m.), si continua fino a giungere al Passo del Porco (2.620 m.) ed infine al sentiero ben segnalato che dal rifugio Genova sale al Colle del Chiapus. Da qui su una vecchia rotabile raggiungeremo la diga del Chiotas (1.980 m.), si passa sopra il coronamento della diga camminando sull’asfalto della strada di servizio della centrale elettrica, si attraversa una galleria e una volta fuori ci si trova come sospesi sul sottostante Lago delle Rovine che appare in basso, sulla sinistra. Rifaremo in discesa il percorso del primo giorno fino a giungere al Lago della Rovina. Dove ritroviamo le auto per il ritorno a Faenza.

Lago della Rovina

DOTT.SSA CLAUDIA MELANDRI Psicologa Psicoterapeuta Studio: Viale Baccarini 29/8 – Faenza Tel: 347 42 90 137 E-mail: cmelandri80@gmail.com Sito web: www.claudiamelandri.org

Terapie individuali, di coppia e familiari. Terapie di gruppo e/o individuali per l’elaborazione del lutto e di situazioni traumatiche (incidenti, malattie invalidanti, separazioni…). Ai soci C.A.I. è offerto un primo colloquio di consulenza gratuito. 5 GENNAIO_APRILE 2017

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Virgilio Neri nell’anniversario della nascita Centoundici anni fa nasceva Virgilio Neri, pioniere dell’alpinismo faentino, fu certamente tra i primi a frequentare la palestra di roccia di Pietramora. Era infatti nato a Faenza il 17 giugno 1906 e, dopo il diploma al liceo Torricelli (1923), a ventidue anni ottenne la laurea in giurisprudenza a Firenze. Nel 1930, vinto il concorso e divenuto notaio (come il padre), si trasferì a Milano per esercitarvi la professione. Alpinista di livello, divenne accademico del CAI nel 1931. Di Virgilio su questo bollettino hanno parlato prima e meglio di me il figlio Marco e il nostro presidente Luigi Rava. Io voglio qui ricordarlo per quella che a me sembra sia stata la sua stella polare, la sua aspirazione e poi la scelta definitiva che lo ha accompagnato in ogni fase della sua vita e del suo agire, e che si riassume in un’unica parola: Libertà. Respirò probabilmente questo concetto sin da piccolo, in famiglia, dal nonno luogotenente di Garibaldi, e già a 16 anni venne condannato per aver restituito le botte ad alcuni fascisti che lo avevano aggredito. Le sue imprese alpinistiche e l’amore per la montagna e la natura, non sono esse stesse una immagine di Libertà? Da notaio a Milano, negli anni di massimo consenso e forza del fascismo, in nome della Libertà, Virgilio si prese la briga di difendere (con successo!) il patrimonio di alcuni ebrei dagli effetti delle leggi razziali. E’ ben comprensibile come sia stato il bisogno di Libertà quello che lo portò ad abbracciare la resistenza ai Nazifascisti; fu questo, senz’altro il momento più intenso e pericoloso della sua vita. Fu allora che cercò la Libertà scardinando con un piccolo oggetto appuntito il pavimento del carro bestiame che lo stava trasportando a Mauthausen e, unico, ebbe il coraggio calarsi sui binari dal treno in corsa perché “era preferibile la morte piuttosto che finire i propri giorni in un lager”. Riportò gravi lesioni. Dopo il 25 luglio (arresto di Mussolini) Virgilio, presagendo l’inevitabilità di una rottura, da parte italiana, dell’alleanza con la Germania nazista per passare a quella con gli Anglo-Americani, si adoperò per evitare la guerra civile che sarebbe scoppiata alimentata dalla discesa in Italia delle truppe tedesche.

Suo fu un piano per bloccarne l’afflusso attraverso il valico del Brennero. Il piano, ben particolareggiato e studiato, venne sottoposto alle massime cariche politiche e militari del governo Badoglio. Collaboratori di Neri in questa impresa furono personaggi molto importanti come Giovanni Gronchi (futuro presidente della Repubblica), Alcide De Gasperi, il conte Giannantonio Manci..., solo per citarne alcuni. Il piano non ebbe poi esito a causa della lentezza burocratica che anche allora imperava tra le alte gerarchie. Quando ormai si era giunti alla fase esecutiva, con l’esame dei dettagli da parte del Capo dell’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’Esercito, tutto si dissolse l’8 settembre con l’armistizio e la vergognosa e colpevole scomparsa di ogni autorità. Non si dissolse però la volontà di Virgilio che, tornato in Romagna, fu tra i primi organizzatori delle bande partigiane a Faenza. Nei primi mesi del 1944 il Nostro entrò in contatto con Radio Zella, una missione dell’OSS (poi CIA) in Italia. Il team Zella, capeggiato dal ravennate Antonio Farneti, venne sbarcato da un sommergibile al largo della foce del Po e, dopo varie peripezie, trovò ospitalità sulle prime colline faentine, presso Rivalta, nella villa “Pittora”, di proprietà della stessa famiglia Neri. Di qui, attraverso la radio, vennero fornite agli alleati notizie relative a fortificazioni, dislocamento e movimenti di truppe, obiettivi da colpire, depositi, in Emilia Romagna, Marche, Veneto e Trentino. Oltre a questa attività informativa vennero organizzati e ottenuti diversi aviolanci di armi e materiali per i partigiani, tra cui quelli di Pietramora, del Monte Lavane e del Monte della Faggiola. Scrive in una lettera del 1945 Indro Montanelli, che fu incarcerato a San Vittore dai nazifascisti: “… a Gronchi dirai che Neri, il quale era in galera con me e poi a Bolzano con Maggie, sembra che sia riuscito a fuggire dal treno mentre lo deportavano in Germania. Se è salvo possiamo gridare al miracolo perché la sua condanna a morte pareva certa. Si è comportato splendidamente…” Di Virgilio si sono interessati ora due autori: Frassi e De Fazio, i quali stanno scrivendo un romanzo che trat-

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ta del periodo 25 luglio - 12 settembre 1943 (liberazione di Mussolini dal Gran Sasso). Qui di seguito potrete leggerne uno stralcio in anteprima di cui ringraziamo gli autori. E nessuno si farà del male prima parte “Pasquale Natale!”. “Comandi, signor Colonnello”. “Che sono quelle lacrime davanti alla lettera di mamma?!” “E’ di mio fratello, ha cinque anni, e mi manca molto”. “Vuoi bene a tuo fratello?”. “Certo, Colonnello”. “E allora mettiti la divisa pulita e vieni con me, dobbiamo andare a cercare di salvare il tuo piccolo fratellino”. “Signorsì”. In pochi minuti mi ritrovo sopra alla macchina del Colonnello fuoco caccia fuoco, seduto accanto al posto di guida. Siamo soli e il Colonnello ha un’espressione talmente tesa, che la sua preoccupazione riesce a superare il forte profumo di alcol misto a tabacco di cui la sua divisa e l’abitacolo della macchina sono pregni. A un tratto, all’altezza di via Nazionale, mentre siamo accecati dal sole del pomeriggio di un agosto ancora più rovente del luglio che l’ha preceduto, si volta, mi guarda e dice: “Si ricordi Natale: l’Italia è un paese che si regge sulla disorganizzazione! Se le cose dovessero funzionare, sarebbe un casino per tutti, e molte persone troverebbero difficoltà a mettere insieme gli spiccioli per la cena! Tra le categorie più a rischio, potremmo elencare preti, politici, avvocati e funzionari dello stato, militari compresi”. Poi si rimette con la testa in direzione della strada, mentre svoltiamo a destra e iniziamo a salire verso il colle del Quirinale. “A questa lista, ahimè, ultimamente vanno aggiunti anche i becchini... soprattutto i becchini”. Rimango in silenzio, cercando di capire dove siamo diretti. Improvvisamente, mentre la macchina rallenta all’altezza delle mura che circondano il Quirinale, ho un’intuizione: vuoi vedere che stiamo andando... dal Re?! E sì, qui ci lavora il Re! E poi mi ha fatto mettere la divisa nuova. Beh, magari non sarà proprio il Re la persona che dobbiamo incontrare, ma di certo stiamo

per fare qualcosa di molto importante. “Pasquale Natale” Mi fa il Colonnello Armellini, interrompendo un silenzio che ormai durava da alcuni minuti. “La missione che stiamo per compiere è di vitale importanza per le sorti di questa disgraziata nazione. Tu sei un bravo ragazzo, ne sono convinto, ad ogni modo, ti faccio ugualmente una raccomandazione. Da adesso in poi, dovrai mantenere il massimo riservo su tutto ciò che i tuoi occhi vedranno e le tue orecchie udiranno. Stiamo per recarci dentro il Palazzo del Quirinale, il più grande covo di serpi che la storia ricordi, perciò, cerca di essere prudente e soprattutto silenzioso”. Dopo aver parcheggiato l’auto a un angolo della piazza, con il parabrezza rivolto verso i tetti e i monumenti di Roma che spuntavano sotto di noi, il Colonnello apre il cruscotto della vettura, tira fuori la solita lattina di alcol e fa un paio di sorsi, risputando fuori l’aria con un’unica fiatata. “Dio mio che caldo!”. “Signorsì Colonnello, fa veramente caldo”. “Non vi è alcun dubbio: fuoco caccia fuoco! I settanta gradi di questo fuoco di Russia sono l’unico rimedio contro i trenta gradi di Roma e contro chi ti vorrebbe rendere schiavo”. E rimette la lattina dov’era. “Stammi bene a sentire, allievo Natale. Stiamo per incontrare un notaio, un giovane signore di Faenza, una persona apparentemente molto semplice. Non è un politico né un militare, né tanto meno un reazionario. Il dottor Neri è una persona in gamba, un uomo di montagna, un alpinista abituato a vedere le nostre città dall’alto, ma soprattutto è tra i pochi italiani ad aver capito l’importanza dei giorni che stiamo vivendo. Ora, potrebbe accadere che, per motivi di opportunità, non possa essere presente agli incontri che ho organizzato tra il notaio e le menti eccelse che strisciano e sbavano per i corridoi di questo ignobile palazzo. Qualora appunto, non sia presente, sarai tu a sostituirmi, con il compito di riferirmi tutto, parola per parola, comprese le sfumature, anche quelle apparentemente insignificanti. All’Arma dei Carabinieri è stato affidato il compito di impedire che nessuno intralci le delicate operazioni che stanno portando il paese verso l’armistizio con gli anglo-americani, perciò, tu sei autorizzato ad accompagnare Virgilio Neri e a seguirlo in tutti i suoi spostamenti”. Per un momento rimango interdetto. Tutto avrei immaginato, tranne che passare da sguattero sbuccia patate

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di una lurida cucina che puzza di marcio ad agente segreto, con il compito improbabile di cambiare le sorti della Nazione. Eppure, sembra che la faccenda sia vera. “Allievo Natale: qual è il comandamento che ho impartito a voi reclute fin dal vostro arrivo nella Caserma Legnano?”. “Che dobbiamo rispettare gli ordini e farci i cazzi nostri”. Gli rispondo, cercando di abbassare il tono della voce mentre pronuncio la parolaccia. “Bravo! Sei un ragazzo in gamba, non avevo dubbi”. Poi, gira il polso e dà un’occhiata frettolosa all’orologio. “Bene. Il dottor Virgilio Neri dovrebbe essere arrivato”. Scendiamo dall’auto e ci dirigiamo verso il centro della piazza, dove c’è una grande fontana, circondata da cavalli rampanti di pietra bianca. Un uomo, dall’aspetto giovanile, appena ci vede ci viene incontro, con passo spedito. “Dottor Neri, buongiorno”. “Colonnello Armellini, è un piacere ritrovarla”. Il notaio alpinista si volta verso di me e mi saluta con un sorriso. Ha detto solo due parole, eppure, il suo sorriso e la sua voce mi hanno trasmesso immediatamente una carica di energia immensa. Ha il volto abbrunato dal sole, è alto e i suoi occhi vispi sono carichi di entusiasmo. “Oggi non è possibile incontrare il piemontese”. Gli fa il Colonnello, e lui, dispiaciuto, arriccia il naso e storce la bocca, ma non si scoraggia per nulla. “Il Generate Roatta? Almeno lui. E’ possibile parlare con il Generale?”. “Sì, ve l’ho promesso. Fra pochi minuti parlerete con il Generale, però, è meglio che io non sia presente all’incontro. Mi raccomando. Roatta è l’uomo più pericoloso che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. Ricordatevi i consigli che vi ho suggerito per telefono. Parlate per vostro conto e non tirate in ballo nessun altro, che sia amico o personaggio politico. Siate molto rispettoso, il Generale ci tiene. Voi altri democratici, insieme a qualche mina vagante fascista che ancora non si è allineata al nuovo cambiamento, siete visti come cani latranti senza guinzaglio, gente che vaga pericolosamente in giro per il paese mettendo a rischio gli accordi che stanno per essere presi sottobanco con i tedeschi e gli americani”. “Starò in guardia. Non si deve preoccupare per me. So il fatto mio”. A un tratto sento il braccio del Colonnello appoggiarsi

sulla mia spalla. “L’allievo Pasquale Natale è il mio attendente. Sarà lui ad accompagnarla”. “Quindi lei non viene?!” Gli fa il notaio dispiaciuto. “La mia strada e quella del Generale Roatta si sono incrociate l’anno scorso nei Balcani, e non è stato un piacere”. “Perché state facendo questo, Colonnello?”. Questa domanda, la sento uscire dalla bocca del notaio con la stessa forza di una pallottola sparata a bruciapelo, e la vedo viaggiare spedita incontro al petto del Colonnello. Fuoco caccia fuoco temporeggia, per la prima volta lo vedo in difficoltà. “Sono un militare. Sono stato chiamato a difendere il Re, il Duce e la Patria. Ma, visto quel che stanno combinando i primi due, non mi rimane che difendere la Patria”. Gli risponde a fatica. “E poi, quando ci si affida a dei militari per governare un paese e loro, invece di opporsi a chi vuole invadere casa tua, si mettono a sparare sulla gente disarmata, vuol dire che sta per succedere qualcosa di grosso. Ed io voglio sapere cosa sta accadendo”. “Ne sono convinto anch’io, e penso di saperlo”. Il dottor Neri si appoggia alla fontana e prosegue nel suo ragionamento. “Sfruttando la situazione di totale disagio della popolazione italiana, Badoglio e gli altri ministri militari, hanno deciso di lasciar transitare i tedeschi dai valichi del nord, permettendogli di occupare liberamente la maggior parte del territorio. Sanno che questo è l’unico modo per impedire ai partiti democratici di riprendersi il potere politico in Italia. Nel frattempo, i nostri grandi e valorosi generali cercheranno di ritirarsi con il grosso delle truppe a nord di Roma, provando a difendere la capitale in attesa dell’arrivo degli americani, e in questo modo possono salvare... ”. “Lo dica pure, non si preoccupi. Ho già capito dove vuole arrivare”. “... salvare il culo al Re!” Si sfoga il notaio, caricando le parole di rabbia e di un forte accento romagnolo. “Guardiamoci negli occhi, Colonnello Armellini! Prima o poi, l’armistizio con gli americani sarà inevitabile”. (continua nel prossimo numero del bollettino)

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ulteriore Sconto del 5% per i Soci CAI Via Boaria, 87 - 48018 Faenza (Ra) Tel. 0546 623428 - Fax 0546 626371

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Club Alpino Italiano La Sezione di Faenza presenta

Chi siamo Climber e alpinisti, scialpinisti e boulderisti, giovani e diversamente giovani, esperti e principianti. Siamo tante cose o solo una, ma l’unica che importa è che siamo innamorati di montagna, e l’amore è più bello quando è condiviso.

Cosa facciamo Con questo spirito di condivisione di esperienze e passioni, e con lo scopo di promuovere l’alpinismo nelle sue varie forme, proponiamo un calendario annuale di attività: l l l l

Incontri formativi e divulgativi Ascensioni su roccia, ghiaccio e misto Salite ed itinerari di scialpinismo Giornate in falesia

Chi può partecipare Le attività sono normalmente riservate ai membri del Gruppo Alpinistico CAI Faenza (GAF). Le uscite organizzate dalla sezione e gli incontri formativi sono aperti a tutti (anche ai non soci CAI).

Come si entra nel GAF? Richiedi il modulo d’iscrizione all’indirizzo mail gruppoalpinistico@caifaenza.it

seguici su Facebook : Gruppo Alpinistico CAI Faenza 10 GENNAIO_APRILE 2017

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PROGRAMMA USCITE GAF - 2017 SCIALPINISMO I partecipanti alle uscite dovranno avere un minimo di esperienza di Scialpinismo e essere dotati del materiale tecnico: sci, pelli, scarponi, rampant e kit di sicurezza (ARTVA, pala, sonda). Sabato 11 e domenica 12 febbraio: uscita MS/BS per info e iscrizioni: 333 7506168 (Claudia Piombi) Sabato 18 e domenica 19 marzo: uscita MS per info e iscrizioni: aassirelli@racine.ra.it (Alberto Assirelli)

ALPINISMO E ARRAMPICATA I partecipanti alle uscite dovranno essere dotati del materiale tecnico adeguato al tipo di attività. Domenica 19 febbraio: uscita in falesia organizzata dalla Sezione. Uscita organizzata dalla Sezione a cui potranno partecipare anche i non Soci CAI. Per info e iscrizioni: luigi.mazzotti@email.it (Gigi Mazzotti) Sabato 25 e domenica 26 febbraio: vie di più tiri ad Arco. Per info e iscrizioni: 349 2123257 (Manuel Montanari) Domenica 5 marzo: uscita formativa organizzata dalla Sezione a Monsummano, falesia e vie di più tiri. Uscita organizzata dalla Sezione a cui potranno partecipare anche i non Soci CAI. Per info e iscrizioni: luigi.mazzotti@email.it (Gigi Mazzotti) Domenica 26 marzo: uscita ad Arco, salita del sentiero alpinistico “92° Congresso SAT” (II° - III° - PD). Per info e iscrizioni: 338 6811768 (Stefano Bentivogli) Domenica 2 aprile: salita al Corno del Catria (via alpinistica). Massimi 8 partecipanti. Per info e iscrizioni: max_martelli@libero.it / 329 5472969 (Massimiliano Martelli) Domenica 9 aprile: uscita in falesia organizzata dalla Sezione. Uscita organizzata dalla Sezione a cui potranno partecipare anche i non Soci CAI. Per info e iscrizioni: luigi.mazzotti@email.it (Gigi Mazzotti) 11 GENNAIO_APRILE 2017

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Da venerdì 28 a domenica 30 aprile: Melloblocco, raduno boulder in Val di Mello. Per info e iscrizioni : 328 1711499 (Luca Vignoli) Domenica 14 maggio: salita in conserva della via “La Grande Cengia” alla Balza della Penna. Per info e iscrizioni: luca_g_80@libero.it / 328 7696596 (Luca Gambi) Domenica 21 maggio: uscita in falesia. Per info e iscrizioni: serghej.r@alice.it / 335 330672 (Serghej Regnoli) Sabato 27 e domenica 28 maggio: Dolomiti di Brenta, salita del Canalone Neri (alpinismo su ghiaccio). Per info e iscrizioni: orfeomonti@gmail.com (Orfeo Monti) Sabato 17 e domenica 18 giugno: Gran Sasso, vie alpinistiche. Per info e iscrizioni : max_martelli@libero.it / 329 5472969 (Massimiliano Martelli) Martedì 27 giugno, sera: “muoversi in alta montagna”. Serata di manovre per la progressione in alta quota. I partecipanti dovranno essere muniti di imbrago. Uscita organizzata dalla Sezione a cui potranno partecipare anche i non Soci CAI. Per info e iscrizioni: paolapollacarroli@gmail.com / 338 3143722 (Paola Carroli) Sabato 8 e domenica 9 luglio: esercitazione pratica in ambiente di alta quota e salita sul ghiacciaio della Marmolada. Per info e iscrizioni: paolapollacarroli@gmail.com / 338 3143722 (Paola Carroli) Da venerdì 18 a domenica 20 agosto: salita di due cime nelle Alpi dello Stubai (salita su ghiaccio e misto di I° e II° grado). Per info e iscrizioni: 349 4610444 (Costanza Monti) Sabato 26 e domenica 27 agosto: Val D’Ambiez, salita di vie alpinistiche su roccia. Per info e iscrizioni: a.morf@hotmail.it (Andrea Morfino) Sabato 2 e domenica 3 settembre: uscita in Val Canali, salita di vie alpinistiche su roccia. Per info e iscrizioni: 349 2123257 (Manuel Montanari) Domenica 8 ottobre: uscita in falesia nei Colli Euganei Per info e iscrizioni: stefaniaghetti@libero.it (Stefania Ghetti)

Per visualizzare il programma aggiornato visita il sito www.caifaenza.it/gruppo-alpinistico 12 GENNAIO_APRILE 2017

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USCITA SEZIONALE AI SASSI DI MATERA E AL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO DA GIOVEDI’ 1 A DOMENICA 4 GIUGNO 2017

SNC

“Mi piacerebbe, ritornare nel Pollino” questo era il mio pensiero quando la scorsa settimana ci siamo ritrovati in sede per raccogliere le proposte per il programma di uscite sezionali per il 2017. Con questa è la terza volta che organizzo una uscita sezionale, nel parco nazionale del Pollino. Situato a cavallo fra Basilicata e Calabria, tra il mar Ionio e il Tirreno, con i suoi 19600 ettari, è il parco più esteso d’Italia. Proprio per questa sua vastità il parco tutela ambienti molto diversi da loro, dal pino loricato, conifera originaria dei Balcani e simbolo del parco, alle praterie di alta quota, alle faggete, ai boschi di quercia e castagno. Fiumi, torrenti e gole, ognuno di questi ambienti è caratterizzato da una vegetazione e da una fauna tipica. Come detto il simbolo del parco è il pino loricato, questi alberi sono descritti come antichi giganti, tormentati e straziati dagli agenti atmosferici, che anche da morti resistono per molti anni aggrappati alle rocce, con i fusti che sembrano pietrificati. I vecchi pini loricati sono l’ornamento più bello del Pollino, con i loro possenti fusti, ricoperti da grosse squame, con rami contorti e le verdi fronde compatte ridotte all’essenziale, sembrano dei “bonsai” troppo cresciuti. Forse non si è capito, ma questi alberi, veri monumenti

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della natura inseriti in ambiente selvaggio con sentieri poco segnati, mi continuano ad attrarre e per questo mi sento di consigliare questa uscita, in un contesto di montagna, diversa da Alpi o Dolomiti. PROGRAMMA DI MASSIMA Giovedì 1 giugno. Per spezzare il lungo viaggio di trasferimento per raggiungere il Pollino, ci fermeremo per una visita guidata alla Città dei Sassi, Matera, capitale europea della cultura 2019. Il tour, accompagnato da guida turistica, ci permetterà di visitare gli angoli più suggestivi dei sassi, sito patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, e del vicino quartiere barocco. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, ripresa del viaggio per raggiungere San Severino Lucano, nostro campo base. Venerdì e Sabato saranno dedicati a escursioni sulle cime principali del gruppo del Pollino, con dislivelli di circa 700/800 metri, per percorrenze di circa 6/7 ore, accompagnati da guida ufficiale del parco. Domenica 4 giugno, visita turistica ai paesini albanesi della cintura del parco, e nel pomeriggio rientro a Faenza.

San Severino Lucano, paese dove si trova l’Hotel Paradiso(3 stelle) dove pernotteremo, si trova in Basilicata, provincia di Potenza, all’ingresso del cuore del massiccio del Pollino dal versante nord est, suggestiva porta di ingresso al grande anfiteatro costituito dalla più famose cime della catena montuosa del Pollino, che andremo a visitare come da programma. Maggiori informazioni in sede o sul sito a partire dal 1 marzo. Apertura iscrizioni giovedì 6 aprile, chiusura iscrizioni giovedì 18 maggio. Maurizio Solaroli

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PIANTE DELL’APPENNINO ROMAGNOLO

(a cura di Ettore Contarini)

30 – ALBERI E ARBUSTI: I SALICI E I PIOPPI (1a parte) I SALICI Salici e pioppi sono due importanti gruppi di piante che appartengono alla famiglia delle salicàcee (in passato erano due famiglie distinte: le salicàcee e le populàcee) e a cui fanno capo due soli generi botanici: i salici (genere Sàlix) e i pioppi (genere Pòpulus). In questa sede vengono presi in considerazione, a parte pochi cenni introduttivi qui di seguito, soltanto i secondi, ossia i pioppi, poiché il gruppo dei salici è materia per soli specialisti dato che molte specie risultano di complicata e spesso difficile determinazione per i loro caratteri poco evidenti. A parte alcune entità ben individuabili per certe caratteristiche immediate, almeno come specie-tipo, ad esempio l’arboreo e a foglia argentea salice bianco (Sàlix àlba; Fig. 1) o il salicone a foglia molto larga (gruppo del Sàlix càprea; Figg. 2-3-4), quasi tutte le altre, oltre 30 specie in Italia, risultano di ardua classificazione per chi non possiede una esperienza almeno discreta nel settore. In più, a complicare ulteriormente la situazione, nei salici subentra spesso il diffuso fenomeno dell’ibridazione che sta a testimoniare che in molti casi si tratta di specie geneticamente vicine. In particolare i salici cespugliosi delle rive umide infatti, che poi risultano la maggioranza delle specie italiche ed europee, mostrano una gamma di forme di passaggio tra l’uno e l’altro che rende il riconoscimento ancor più complicato e con risultati non di rado incerti per numerosi esemplari esaminati. Un esempio di specie ripicola (Fig. 5) è il salice fragile (Sàlix fràgilis), diffusissimo nell’alveo dei nostri fiumi romagnoli di pianura e collina insieme ai congeneri, tutti a portamento cespuglioso, salice da ceste (Sàlix triàndra), salice dell’Appennino (Sàlix apennina), salice rosso (Sàlix purpùrea), ecc. Perciò qui di seguito con un’analisi più approfondita e dettagliata ci occuperemo, con più incidenza divulgativa nell’argomento, dei pioppi, che tra l’altro sono pochi (5 specie in Romagna come in tutto il resto d’Italia) e facilmente riconoscibili per alcune caratteristiche da chiunque possegga un minimo di disponibilità all’osservazione. I PIOPPI Pioppo bianco, gàttice; “albaràz” in dialetto romagnolo (Pòpulus àlba Linnaeus) fusto: tronco massiccio, alto fino a 20-25 metri (Fig. 6) e 15 GENNAIO_APRILE 2017

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Fig. 1 – Salice bianco in compatta formazione alveale nel fiume Senio, in località “Chiusaccia” di Cotignola (RA) (Foto E. Contarini).

Fig. 2 – Salicone, caratteristico salice a foglia larga (Foto E. Contarini).

Fig. 5 – Salice fragile, esempio di specie arbustiva molto diffusa lungo gli alvei fluviali (Foto E. Contarini).

Fig. 3 – Salicone, fiori maschili (amènti) eretti sul ramo (Foto E. Contarini).

Fig. 6 – Pioppo bianco, un albero di prima grandezza inserito artificialmente in molti ambienti rurali (Foto E. Contarini).

Fig. 4 – Salicone, lanuggine caratteristica a fine fioritura di tutte le piante della famiglia salicàcee (Foto E. Contarini).

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oltre un metro di diametro a petto d’uomo; corteccia da biancastra a decisamente biancolattea, secondo le parti del tronco e secondo gli esemplari, quasi sempre qua e là con fasce trasversali (circolari) di escrescenze corticali a rilievo di colore scuro (Fig. 7); rami giovani rico16 GENNAIO_APRILE 2017

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perti di lanugine ragnatelosa biancastra, ma non vischiosi al tatto; foglie: picciòlo un po’ più corto della lunghezza della lamina; quest’ultima, generalmente di lunghezza 7-12 cm, appare caratterizzata da lobi molto profondi, quindi d’aspetto di foglia d’edera, nella forma tipica (Fig. 8); ma dato che il pioppo bianco risulta molto spesso più o meno fortemente ibridato con il congenere pioppo tremolo (vedi una delle specie qui successive), la foglia in questo caso diviene meno incisa ma più lobata in modo regolare (Fig. 9); in entrambi i casi, però, il colore rimane sopra e sotto sempre lo stesso: verde scuro sulla pagina superiore e bianco-la-

Fig. 7 – Pioppo bianco, la caratteristica corteccia del tronco (Foto E. Contarini).

Fig. 9 – Pioppo bianco, nella sua forma ibridata con il pioppo tremolo, a foglie rotondeggianti (Foto E. Contarini).

Fig. 11 – Pioppo bianco, il caratteristico aspetto della fronda sotto la spinta del vento (Foto E. Contarini). 17 GENNAIO_APRILE 2017

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Fig. 8 – Pioppo bianco, particolare delle foglie “ederacee” con la pagina superiore verde-scuro e quella inferiore bianco-lanuginosa (Foto E. Contarini).

Fig. 10 – Pioppo bianco, con gli amènti portatori dei fiori maschili (Foto E. Contarini).

Fig. 12 – Pioppo canescènte, specie vicino al pioppo bianco, con le caratteristiche foglie (Foto E. Contarini).

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noso su quella inferiore; fiori: amènti penduli, come in tutti i fiori maschili delle salicàcee, di lunghezza generalmente 7-10 cm (Fig. 10); stami in numero di 6-10; fiori femminili piccolissimi e non visibili all’occhio dell’osservatore non specialista; fioritura in marzo; caratteristica del pioppo bianco e di altre specie di pioppo è la produzione fiorale di grandi quantità di lanugine bianca, composta da cellulosa quasi pura, che si disperde ovunque con il vento (il cosidetto “piumino”); frutti: piccoli, verdi, male osservabili; habitat: in natura la specie è legata agli ambienti umidi, spesso stagionalmente inondati dalle acque; in particolare cresce presso paludi dolci, lungo il corso dei fiumi, nelle zone sottocostiere poco drenate; si tratta di un albero rustico di prima grandezza diffusamente anche coltivato in parchi urbani, aree cortilizie rurali, margini di canali e strade, ecc. molto apprezzato per la sua folta chioma e la fresca ombra prodotta; è specie prevalentemente di pianura e collina, tanto che di rado supera i 600-700 metri di altitudine; distribuzione: fascia temperata dell’Eurasia; etimologia: la derivazione del nome scientifico è latina, Pòpulus, ossia popolo, poiché nell’antica Roma i pioppi delle varie specie venivano piantati lungo le principali strade del passeggio urbano come ornamento alle città e anche come riparo estivo dal sole cocente per i cittadini; quindi, albero del popolo. Il nome popolare pioppo bianco è invece dovuto sia al colore bianco caratteristico del tronco (rivedi Fig. 7) che anche al colore quasi argenteo della parte inferiore delle foglie che quando tira vento rendono la chioma un gioco luminoso di mille specchietti bianchi (Fig. 11). Pioppo canescènte (Pòpulus canèscens Aiton) Molto simile alla specie precedente, per i vari aspetti che infatti presenta, è ritenuto da molti studiosi solamente un ibrido stabile fra il pioppo bianco e il pioppo tremolo (vedi anche la specie qui successiva). Si differenzia dalla prima specie sopracitata per la foglia piccola (Fig. 12), a lobi poco incisi e regolari, a pelosità bianca ridotta, a picciolo compresso; poi per il tronco, e i rami più grossi, di solito non bianco-latteo ma tendenzialmente di colore più verdognolo e a corteccia più liscia. Tutti caratteri che ritroviamo, infatti, nel pioppo tremolo. Ma già abbiamo parlato di questa ibridazione, non completa ma solo parziale, trattando del pioppo bianco che in Romagna come specie non appare quasi mai pura ma sempre più o meno incrociata in modo spontaneo con il già citato pioppo tremolo. E questo mette in evidenza le forti affinità genetiche fra i due pioppi, fenomeno che non avviene ad esempio con il pioppo nero. La distribuzione risulta sud-europea. La derivazione del 1 nome latino, Pòpulus, l’abbiamo già presentata alla scheda precedente; il 2 termine del binomio scientifico, da cui deriva anche il nome italiano pioppo “canescente”, indica invece un’intera pianta o un suo organo dotati di peluria bianca densa e corta (nel nostro caso, la foglia). CXI - PIANTE LEGNOSE rivista 1_2017.p65

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIA A cura di Claudio Patuelli

Tesseramenti 2017 Cominciamo il nuovo anno sociale con una buona notizia: le quote sociali rimangono invariate rispetto all’anno scorso! Rimane poi la possibilità, per i Soci che ne volessero usufruire, di una ulteriore copertura assicurativa infortuni in attività personale. E’quindi possibile attivare una polizza personale contro gli infortuni che dovessero derivare dall’attività personale in uno dei contesti tipici di operatività della nostra associazione (alpinismo, escursionismo, speleologia, sci-alpinismo, ecc.) che si aggiungerebbe a quella già compresa nella quota sociale. Quindi le quote sociali rimangono invariate e sono:

Ordinari E 43,00 Familiari E 22,00 Giovani (minore di 18 anni) E 16,00 Juniores (dai 18 ai 25 anni) E 22,00

Poi per i nuclei familiari in cui è presente almeno un Socio ordinario ed un giovane, gli eventuali ulteriori Soci giovani presenti nel nucleo pagano solo 9,00 euro. La quota associativa è come sempre comprensiva di copertura assicurativa per spese di soccorso in caso di incidenti in montagna anche in attività personale, mentre R.C. e polizza infortuni coprono esclusivamente i Soci in attività sociale (escursioni in programma da bollettino, manutenzione programmata di sentieri, ecc,). I massimali della polizza infortuni sono E 55.000 caso morte, E 80.000 per invalidità permanente, E 1.600 per spese mediche. I massimali possono essere raddoppiati per i casi morte e invalidità con il versamento aggiuntivo di E 3,80 all’atto del rinnovo. L’altra polizza a copertura dell’attività personale ha gli stessi massimali, ma deve essere attivata a parte al momento del tesseramento e non è compresa nella quota sociale ma costa 92,57 euro di premio annuale di base, oppure 185,14 euro col raddoppio dei massimali. Rinnovo tessera per i Soci lontani Per i Soci che non hanno la possibilità di venire a Faenza è possibile rinnovare la tessera pagando la quota sociale tramite Bonifico Bancario indicando chiaramente nella causale il cognome e nome del Socio (o dei Soci) di cui si chiede il rinnovo. L’importo va aumentato di E 1,00 per le spese di spedizione del bollino. Le coordinate bancarie per il bonifico sono:

Beneficiario: CAI FAENZA Banca di appoggio: Credito Cooperativo Ravennate e Imolese – Sede di Faenza IBAN: IT 61 Q 08542 23700 000000086438 Bollettino CAI Faenza: Direttore Responsabile Prof. Domenico Tampieri. Redaz. e amministraz.: Via Campidori, 28 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. 0546 22966 - 0546 21616 (c/o Chesi). Riunioni, Biblioteca, iscrizioni ed escursioni: ogni giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Sabato dalle 10,00 alle 12,00. Redazione: Maurizio Solaroli, Fabbri Ettore, Bisi Giovanni. Impaginazione: Romano Leonardi e-mail: fotomec3f@libero.it - Ivan Calamelli e-mail: ivancalamelli@gmail.com Stampa: Tipografia Romagna - Faenza - Tel. 0546 31314 - Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 711 del 5/7/1982. 30 GENNAIO_APRILE 2017

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIA A cura di Claudio Patuelli

I Soci della sezione nel 2016 A conclusione del tesseramento 2016 sono risultati iscritti alla nostra sezione: n. 492 Soci ordinari n. 156 Soci familiari n. 34 Soci juniores n. 77 Soci giovani per un totale di n. 759 Soci

Indirizzo mail: info@caifaenza.it Sito Internet della sezione: www.caifaenza.it Rivista CAI nazionale on-line: www.loscarpone.cai.it Di seguito i negozi convenzionati con la nostra sezione: * DECATHLON Centro Comm.le Le Maioliche Faenza ERBORISTERIA BELLENGHI Via Castellani Faenza – Sconto 10% IL GRANDE SLAM A.s.d. Palestra Via Volta Faenza – Sconti fino al 10% CAPO NORD Corso Mazzini Forlì – Sconto 15% GOMMAPLASTICA Via Lapi 117 Faenza – Sconto 15% FERRAMENTA CHESI Centro Comm.le Cappuccini Faenza – Sconto 10% CICLI TASSINARI – Via Strocchi 17 Faenza – Sconto 10% CARTOLERIA LEGA – Corso Mazzini 33 Faenza – Sconto 10% OUTDOOR & TREKKING STORE - Via Trieste 48/a Ravenna - Sconto 15 % e Nuova Sede a Faenza in Corso Europa 96 Convenzione Salewa. Comunichiamo a tutti i soci, quanto inviatoci dal punto vendita Outlet Salewa di Castel Guelfo. Tutti i soci dietro presentazione tessera CAI otterranno uno sconto del 10% sul materiale ad eccezione di quello già in offerta, o in saldo. La promozione vale comunque anche negli altri Outlet Salewa in Italia. * Convenzione sconto ai soci CAI presso negozio Decathlon di Faenza Riceviamo e proviamo a spiegarvelo in due parole, la nuova convenzione sconti. I soci interessati a una raccolta punti per accumulo di uno sconto, devono passare in sede e ritirare una Tessera Fedeltà Decathlon, che va esibita ad ogni acquisto. Sulla tessera verranno caricati dei punti pari a 10 ogni 8,00 euro di spesa. Ogni 400 punti si accumula uno sconto di 6,00 euro che si può decidere di scontare da un prossimo acquisto, ecc. La tessera è valida per acquisti nei negozi Decathlon su qualsiasi genere di materiale, e non più come era in passato solo per materiale da montagna. In sede abbiamo tutto il materiale informativo. Chi crede può attivare la tessera anche presso il punto vendita di Faenza. Grazie ai vostri acquisti anche la sezione riceverà una percentuale di punti, con i quali a fine anno potrà acquisire materiale tecnico da utilizzare durante le uscite sezionali.

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