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Programma de i Visionari 5 Anche quest’anno ritornano le serate di intrattenimento nell’accogliente ambiente di Piazza Nenni (ex Molinella). Il programma delle tre serate, organizzate in collaborazione con I Visionari, è il seguente: Giovedì 10 Luglio: Stefano Franceschetti, cacciatore naturalista, trentino di nascita e bolognese di adozione, ci accompagnerà “ Alla scoperta della fauna del nostro Appennino” attraverso le emozionanti foto ed i filmati ottenuti con buona attrezzatura, appostamenti “fortunati” e soprattutto... tanta, tanta pazienza, in un ambiente da noi tanto frequentato e amato. Giovedì 17 Luglio: Fulvio Beltrando e Roberto Tibaldi presentano “Una Montagna di Emozioni”, serie di multivisioni col seguente programma: La magia dell’istante di Fulvio Beltrando Tutti i colori della Luce di Roberto Tibaldi Fragile vitalità di Fulvio Beltrando Un Parc comme un Ecrin di Roberto Tibaldi Microcosmo di Fulvio Beltrando Terra di Roberto Tibaldi Ho viaggiato dentro un’emozione di Fulvio Beltrando. Infinito di Roberto Tibaldi Giovedì 24 Luglio: Una serata di Foto e Video per tutti i gusti a cura di Carlo Conti “I Visionari”. Tutte le serate si svolgeranno in Piazza Nenni (ex Molinella) con inizio alle ore 21,30.

ANNUNCIO IN ANTEPRIMA La Sezione intende organizzare per il periodo Gennaio/Febbraio 2015 un Corso di Escursionismo in ambiente innevato. Per capire come affrontare la montagna in inverno con l’uso delle racchette da neve (ciaspole) in sicurezza divertendosi.Tutti gli interessati possono fare una pre iscrizione in Sede dove è possibile visionare il programma di massima a partire da Giovedì 4 Luglio 2014. In copertina: Vista su Ortles e Gran Zebrù dalla via normale al Cevedale. 2 MAGGIO_AGOSTO_2014

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Editoriale Cari Soci, sono da poco terminate le celebrazioni dei 150 anni del CAI e, da soli tre anni, quelle dei 150 anni dell’unita d’Italia; nel 2014 ricorre il 100 anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero AustroUngarico alla Serbia dopo l’ormai famoso assassinio di Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo. Il conflitto che l’allora Papa Benedetto XV definì: una inutile strage e suicidio dell’Europa civile, provocò 9 milioni di morti, nei campi di battaglia, e circa 7 milioni di vittime civili, queste, dovute anche alle carestie e alle epidemie. Il conflitto non risolse certamente le tensioni tra gli stati, non diede risposte alle legittime aspirazioni di tanti popoli e peggio nel peggio, complice una pace troppo dura per i vinti, tragicamente, gettò le basi per la successiva ed ancor più sanguinosa Seconda Guerra Mondiale. La guerra, sul fronte italiano, si svolse soprattutto ad alta quota, sulle Alpi centro-orientali, e questo ha prodotto una vicinanza tra quegli avvenimenti bellici e gli appassionati di montagna. Tanti Soci hanno certamente già percorso sentieri, gallerie e vie ferrate che le truppe alpine di entrambi gli schieramenti hanno scavato, attrezzato e percorso in quei lunghi anni di guerra, ma nel prossimo periodo 2014-2018 proporremo uscite nei luoghi dove si è combattuto, dedicate proprio al ricordo di quei tragici avvenimenti e mi piacerebbe che vi partecipassimo con l’atteggiamento di chi vuol comprendere quei fatti senza esaltazioni o glorificazioni; il termine celebrazione, in questo caso, non sembra appropriato. Il Presidente Ettore Fabbri

SEDE E ORARI DELLA SEZIONE C.A.I. DI FAENZA La sezione del C.A.I. di Faenza è posta in Via Campidori, 28 (sede Rione Rosso). Tel. 0546 22966 - La Sede Sociale della Sezione è aperta a tutti il giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00. È possibile effettuare le iscrizioni e rinnovare l’adesione al club: AENZA: Presso la Sede Sociale negli orari sopra indicati; A FFAENZA: Presso la Ferramenta Chesi, Centro Commerciale Cappuccini, Via Canal Grande, Tel. 0546 21616 (ore negozio); A TREDOZIO: Presso Gabriele Ferrini, Via XX Settembre, 65 - Tel. 0546 943929; A RUSSI: Presso Ballardini Luigi, Via Molinaccio, 61 - Tel. 339 2625666; A RIOLO TERME: Presso Piero Pasini, Via Zauli, 9 - Tel. 0546 70871. Informazioni sull’attività della Sezione: A FFAENZA: AENZA: nella bacheca di Via Severoli (angolo palazzo comunale di fronte alla Pretura). A TREDOZIO: nella bacheca di Via XX Settembre. A RUSSI: nella bacheca di Piazza Dante, Sede Banca S. Geminiano e S. Prospero. A CASTEL BOLOGNESE: nella bacheca di Via Garavini (di fronte Credito Romagnolo), con informazioni presso il Sig. Sportelli Domenico, Via Giovanni XXIII, 333. A RIOLO TERME: nella bacheca di Via Aldo Moro (di fronte al Comune) 3 MAGGIO_AGOSTO_2014

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(Segue) Di buon’ora l’indomani arriva Genti con il Mitsubishi, è una splendida giornata, fa caldo ma il tenore di umidità è molto contenuto, all’orizzonte il Tomorrit si manifesta imponente con tutte le creste e le cime scoperte. Sosta per gli approvvigionamenti viveri nel fornito supermercato in centro e poi via direzione Corovode su strada asfaltata ma molto

a gole e forre strette con salti d’acqua argentea. L’ambiente è brullo, la vegetazione arborea è scarsa, conseguenze del diboscamento intensivo e degli incendi incontrollati che vengono accesi durante la stagione estiva. Il Tomorrit è un massiccio calcareo a forma di ellissoide, la cima più alta è la Tomorrizza Maja (oggi (Cuka Partizan), a m.2416, che divide il bacino del fiume Osum da quello del fiume Devoi che contorna da nord la montagna. La cresta del Tomorrit è

Albania 1914 - Albania 1940/41 - Albania 2011 Salita sul monte Tomorrit di Luigi Melloni mal messa. Arriviamo a Polican. A Polican c’è una serie di stabilimenti, edifici grigi lugubri, per gli operai, squadrati, tutti fatiscenti, facevano parte di una delle tante fabbriche di armi del vecchio regime, assaltate dalla popolazione durante la rivolta, che fece man bassa delle armi e munizioni. Ora è in corso la bonifica della zona. Genti non conosce la strada, io ho vecchie cartine IGM al 25.000 del 1941 e l’altimetro del GPS. Dopo Polican sulla sinistra è segnata una mulattiera ora trasformata in carrareccia. Lasciamo la strada asfaltata ed iniziamo ad arrampicarci con le quattro motrici innestate, siamo a 450 m s.l.m. La strada è frequentata da grossi autocarri che portano a valle pietre da costruzione estratte dalle numerose cave create nella montagna. Attraversiamo il povero villaggio di Bargullas segnato sulla carta, poche case basse, un edificio lungo a capannone che funge da scuola, cani ovunque che abbaiano e ringhiano. Bambini e giovani, tanti giovani che si incontrano in tutto il paese, ci guardano sorpresi: il passaggio di un fuoristrada con turisti è un evento eccezionale. Lo spettacolo si fa imponente. In basso si domina la valle dell’Osum che s’allarga a valle di Berat in ampie fiumare sassose, mentre nella parte alta si restringe dando origine

formata da una serie d’altopiani mammellonari dove la neve resta a lungo, con frequenti canaloni e doline. Il paesaggio è aspro, severo, scarsamente popolato, arido e assolato nella stagione estiva, non ci sono sorgenti, l’acqua penetra subito in profondità nelle rocce calcaree. Attualmente l’area è decretata Parco Nazionale (solo sulla carta!) ed è il più vasto del paese. Le pendici sono ricoperte da pascoli utilizzati nella stagione primaverile per la pastorizia, punteg-

Cima M. Tomorrit. Sullo sfondo la tomba di Abbas, in primo piano il tricolore italiano.

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Marzo 1941 il trasporto a spalla dei pezzi.

Marzo 1941 pezzi dell'obice in cima al M.Tomorrit

giano i prati spinosi cardi rosso-violetto frequentati da potosie, coleotteri dal colore bronzeo - metallico, grossi ortotteri tettigonidi friniscono sulle graminacee rinsecchite e neanidi, ninfe e adulti saltano via appena ci si avvicina. Nelle parti più impervie e rocciose, sono presenti formazioni endemiche di secolari pini loricati, con le chiome a bandiera piegate dal vento. L’ambiente è ideale per la nidificazione di numerosi rapaci tra i quali l’aquila reale, di vulturidi come i grifoni e sembra ancora presente il raro gipeto. Il lupo e l’orso bruno sono specie comuni e frequenti su queste montagne. Ai piedi della montagna coltivano poche viti dalle quali si ricava il famoso vino rosso Cobo, e dai vitigni endemici Ebauda e Beratit ancora poco conosciuti ma di alte qualità organolettiche, si estraggono i rispettivi vini. La strada passa dietro alla montagna, si arriva al convento di Tege, siamo a quota 1750. Il convento è in restauro, una squadra d’operai sta approntando il muretto di recinzione, il convento è utilizzato per riti bektashi, nei pressi sorgeva un cimitero militare italiano, i resti dei soldati furono esumati e rimpatriati nel 1960. Mancano 7 chilometri alla cima, con ripidissimi tornanti a gomito finalmente siamo alla meta. Siamo sulla cima a 2396 metri, è il primo agosto 2011, c’è vento e nuvole basse, un nevaio residuo presso la cresta, una cappelletta contiene la tomba di Ali Abaz, predicatore mulsumano, santificato e venerato dai credenti bektashi, con cerimonie e sacrifici di agnelli e pecore, in riunioni collettive e processioni alla cima che si ripetono tutti gli anni dal 20 al 25 agosto. Sotto alla cima s’apre un’opera fortificata, costruita dal dittatore Hohxa, di alcune centinaia di metri, che scende all’interno della montagna. Entro con la torcia, posti di guardia, camere, depositi, magazzini, scale, sono tutte in perfetto stato e ogni cosa è stata già da tempo

trafugata, la cima fu considerata obiettivo militare strategico e per anni esclusa e vietata a tutti. Dalla cima nelle giornate chiare si può vedere il mar Adriatico, c’è la possibilità di proseguire lungo la linea di cresta fino alle altre vette. Un limitato sentiero in quota, appena accennato, indica il percorso. Esaminando la cartina IGM 1941 ci sono tracce di sentieri che scendono a valle verso Polican, ma sono passati 70 anni, come fidarsi in un ambiente sconosciuto? Certo la voglia di camminare, di esplorare questa montagna è tanta, ma qui domina ancora la natura sovrana, poi siamo in agosto, non è la stagione adatta per salire su queste montagne. Le condizioni meteo possono essere molto variabili anche d’estate, il Tomorrit è un “muro” di oltre 2000 metri che s’innalza davanti alla valle del fiume Osum e repentinamente durante la mattinata si formano nubi che avvolgono la cima e vento che abbassano la temperatura, frequenti sono anche i temporali e ci si può trovare in serie difficoltà non essendo contrassegnati i percorsi. Altro pericolo da non sottovalutare, i cani dei pastori che vigilano sulle greggi possono rivelarsi aggressivi, e molto territo-

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Marzo 1941 la 23 Compagnia schierata in cima al M.Tomorrit.

Marzo 1941 artiglieri all'interno di una truna.

riali, verso incauti camminatori che transitano nei paraggi. Come base di appoggio si può optare per Berat, dove non mancano hotel, bed&breakfast, ristoranti tutti nuovi, molto economici, e negozi con ottimi servizi, ufficio postale, farmacie, cambi, servizi internet. La cartografia è ancora inesistente, mappa stradale della FMB di Bologna “Albania all’1/300.000”, “Freytag&Berndt Albanien all’1/400.000 wvw.freytagberndt.com”, oppure le vecchie carte militari IGM aggiornate al 1941, reperibili presso l’Istituto Geografico Militare di Firenze. In un prossimo futuro questo massiccio potrà offrire notevoli possibilità escursionistiche, da considerare nello sviluppo turistico del paese. Su questa cima nel marzo del 1941 era posizionata la 223o batteria del gruppo Belluno della divisione Pusteria che controbatteva le alture del vicino Kulmakes e il sottostante convento di Tege in mano ai greci. Cruente battaglie si verificarono per impedire l’avanzata greca, in prima linea nelle trincee improvvisate, gli alpini del Feltre, del Belluno, del Cadore e fanti della Pescara. Gli alpini passarono due mesi su queste cime in mezzo alla neve, sopportando bufere e temperature polari, alloggiando in trune, con i viveri che arrivavano congelati e solo saltuariamente dal fondovalle, portati con i muli e poi a spalla (da Polican alla cima ci sono 20 km con 1946 metri di dislivello!), inimmaginabili le sofferenze patite riportate nei memoriali, nei diari e raccontate dai reduci. Con la neve, per scendere al fiume Osum occorrevano due giorni di cammino, come indicato nelle testimonianze degli artiglieri Salvatore Golfari di Bagnacavallo, Terzo Contoli di Faenza, del sottotenente Antonio Bosi di Castel Bolognese, del tenente Fernando Tabelli di Roma, ecc. (vedi il libro sugli Artiglieri Alpini già ricordato). Sulla cima ho trovato un gagliardetto con il tricolore italiano posizionato dagli alpini del Gruppo di Bassano del Grappa in ricordo degli alpini caduti. “...In terra nemica, vincitori. L’eco della vittoria volerà fino a te e potrai riposare contento. Forse non ci vedrai mai più.

A poco a poco spariranno da te le nostre tracce, crolleranno i muretti, crolleranno i rifugi, spariranno i sentieri, gli appostamenti, le buche. Il tempo cancellerà tutto. Ma non dimenticheremo. E qualche cosa di noi resterà sempre con te. Con te staranno in eterno i nostri fratelli morti, i migliori tra noi, quelli che tu hai visto combattere e morire. Veglia su di essi. Addio Tamari!” Ten, M. Pilla 22o batteria Artiglieria Alpina Gruppo Belluno Fronte greco - albanese “Quando sul Tomori tuonava il cannone, un ricordo di quota 1508”. Da “L’Alpino”, maggio 1970. Per non dimenticare! Così recita la scarna ma significativa epigrafe posta sul monumento che, sulla cima dell’Ortigara, ricorda i combattimenti che nella prima guerra mondiale insanguinarono quella brulla e aprica montagna ai bordi dell’altipiano di Asiago, le stesse parole mi sono venute alla mente mentre spaziavo con emozione sul Kulmakes, il Sirakut, i vicini roccioni di Selanij, Bargullas, Dobrushe, il fiume Osum...: per non dimenticare! PS. Rientrato a casa inviavo una mail al Gruppo Alpini di Bassano con la foto del loro gagliardetto ripreso sulla cima del Tomorrit. La sera del 18 agosto ricevevo una graditissima telefonata dal dott. Giandomenico Pagnacco di Padova. Aveva deposto il piccolo tricolore in memoria del padre Bruno, sottotenente del 7o Reggimento Alpini, Battaglione Belluno, Div. Pusteria, combattente su quella cima! Le foto storiche sono tratte dal libro “Artiglieri Alpini 22 23 24 batterie gruppo Belluno 1938-1943. Testimonianze e foto degli artiglieri romagnoli”. A cura di Luigi Melloni, Giovanni Vinci, Franco Orselli. Ed. Carta Bianca, Faenza cartabiancapsc@tin.it per gentile concessione degli autori.

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arenaria della Val Gardena sono state trovate orme di sauri, tracce ben conservate di parti di piante, i numerosi resti di pasti di animali e le buche scavate nel suolo testimoniamo il mondo vegetale e la vita della terra. I fossili dei sedimenti marini, come ammoniti, gaste-

Tra le località di Aldino e Redagno il “Bletterbach”, chiamato anche Rio delle Foglie, ha modellato una

Sabato 27 e domenica 28 settembre 2014: Bletterbach – Rio delle foglie delle gole più imponenti e geologicamente più interessanti dell’ Alto Adige e d’ Europa. Il canyon è noto per gli straordinari e imponenti affioramenti di rocce vulcaniche e sedimentarie. Da un punto di vista morfologico, il Bletterbach ben testimonia i processi di modellamento derivanti dall’erosione delle acque. Da un punto di vista geologico, il Bletterbach (Patrimonio Unesco dal 2009) è un sito geologico unico: sulle sue rocce sono descritti 250 milioni di anni del nostro pianeta. I colori delle rocce mettono in luce una storia che va dal Permiano Superiore al Triassico Medio: quelle grigie testimoniano l’intensa attività vulcanica, mentre quelle arenarie di colore rosso e le argille raccontano dell’avanzata e del successivo ritiro del mare tropicale. La straordinaria presenza di fossili di rettili, ammoniti, anfibi e piante rende il Bletterbach uno dei più importanti depositi del periodo Permiano al mondo. Negli strati di pietra

ropodi e cefalopodi, raccontano la vita dei mari tropicali dell’epoca. Nel canyon del Bletterbach ci sono pietre di tutti i colori e di tutte le dimensioni. Il sabato una guida ci accompagnerà nella visita del Geoparc Bletterbach; sarà inoltre possibile visitare il museo geologico. L’escursione potrà essere effettuata solo in caso di assenza di acqua nel fondo del torrente, dove appunto si camminerà; è inoltre obbligatorio l’uso del casco fornito sul posto. Tempo a disposizione permettendo, si potrà visitare il santuario di Pietralba. La domenica escursioni sull’Alpe di Pampeago – Monte Agnello In caso di necessità le escursioni delle due giornate potrebbero essere invertite. Per ogni altra informazione e curiosità: www.bletterbach.info.it

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Alcune foto delle nostre gite di Maurizio Solaroli, con foto di autori vari

Foto 3 Foto 1 Come di consueto, inseriamo in queste pagine un brevissimo resoconto delle uscite fino a qui effettuate, accompagnate da alcune foto scattate dai partecipanti. Senza nulla togliere alle numerose uscita domenicali sui sentieri dei nostri Appennini, fra l’altro quasi tutte con una buona partecipazione di Soci, inserisco di seguito solo le uscite di più giorni. Certo questo inverno la neve si è fatta attendere parecchio, ma quando è arrivata... Specie sulle Alpi ne è venuta giù anche troppa, con i relativi problemi che la troppa abbondanza si tira dietro. Così in queste foto vediamo un discreto gruppo di Soci che ne-

E’ carnevale, ed al muro Yellowstone si arrampica in maschera (Foto 4). Saltiamo quasi un mese, e la neve è ancora tanta, quindi si parte: 14/16 marzo, tre giorni di ciaspole in Valle D’Aosta, tre giorni di sole pieno, con relativa abbronzatura. Mentre il venerdì e la domenica le escursioni sono tranquille, cau-

Foto 4 sa i viaggi, il sabato abbiamo fatto veramente un giro tosto; chi è arrivato in cima alla forcella, ha potuto godere di un panorama a 360 gradi (Foto 5) 5). Finalmente arriva la primavera, quindi niente di meglio che percorrere i sentieri a balcone sopra il lago di Garda, da Salò a Toscolano Maderno, immersi in ambienti vari che

Foto 2 gli ultimi giorni di gennaio, durante una settimana bianca, hanno avuto i loro problemi a ritrovare le auto. (Foto 1). L’abbondante nevicata ha poi creato problemi all’uscita programmata per il 22 e 23 febbraio, vedendoci costretti a modificare in parte gli itinerari previsti, causa pericolo valanghe. Due giorni sui dolci saliscendi del gruppo delle Odle, il primo così così, il secondo con tempo splendido. Molto apprezzato il primo giorno il ritorno a valle dalla Malga Gampen in sella a slittini (Foto 2/3).

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di fine aprile, ci ha permesso domenica 27 di compiere la traversata da Spello ad Assisi, attraverso il monte Subasio, sulle orme di S. Francesco. Anche qui dopo mezzogiorno, minacciosi nuvoloni neri si sono appoggiati alle montagne. Tuoni, fulmini, grandine nebbia fitta, non ci siamo fatti mancare niente.Devo ammettere che non è stato facile, sui pratoni sommitali, ritrovare il sentiero giusto per scendere ad Assisi, bagnati fino alle mutande, senza perdere nessuno (Foto 8).

Foto 6 spaziano dalle praterie fiorite ai boschi di lecci e castagni (Foto 6). Il 25 aprile, in occasione della ricorrenza dei 70 anni della fine della seconda guerra mondiale, abbiamo percorso i sentieri della battaglia partigiana nella vallata del Rovigo. Alcuni Soci hanno illustrato ai partecipanti i vari avvenimenti bellici svoltisi nelle tante case che abbiamo incontrato lungo il cammino. Poi nel primo pomeriggio un vio-

Foto 9 4 Maggio, uscita in ferrata, per la prima volta siamo nel bresciano ad affrontare questa ferrata non difficile, ma con alcuni tratti “tosti” che hanno impegnato non poco alcuni partecipanti (Foto 9). Domenica 11 maggio, finalmente una bella e calda giornata di sole, per fortuna soffia anche un forte vento, perché siamo bassi di quota, infatti l’uscita è al Contrafforte Pliocenico sopra Sasso Marconi. Grandioso giro, abbastanza

Foto 7 lento e lungo acquazzone ci ha fatto battere in una veloce ritirata strategica (Foto 7). La concomitanza con numerose festività infrasettimanali

Foto 10 lungo, fra Badolo e Monte Adone, in mezzo alle arenarie erose dagli agenti atmosferici (Foto 10). Sono passati solo cinque mesi, l’anno è ancora lungo e tante altre uscite ci aspettano. Come sempre un ringraziamento va a quei Soci che si prendono la responsabilità di condurre queste uscite.

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Ecco sono passati venti anni da quando abbiamo ini- per necessità di protagonismo nella realizzazione. ziato ad esplorare il sogno di Yellowstone. Noi passammo una serie di serate a mettere insieme i Non ricordo come sia nata l’idea, non so più da chi è pezzi di quel mosaico che si era sviluppato nelle nopartita la prima parola da cui sia nato il Muro Giallo. stre teste , rubando le poche idee che avevamo trovaPare quasi che la mente e il braccio fossero lì, in quel- to girando nelle rarissime realtà vicine. E non manl’istante pronte per aiutarsi l’una per l’altra. cando certo di fantasia per poterle attuare. Non ci sono mai stati disguidi Per esempio la più grossa prenel procedere; nel come fare, occupazione per la Palestra e da dove attingere ai finanziaper il CAI, ma anche nostra, era menti o nel cercare chi avrebche tutto fosse eseguito nella be portato avanti il compito. massima sicurezza. Ma quali di Nicoletta Filipponi Pensare che la prima gara di erano i canoni della sicurezza? arrampicata libera era stata Non vi erano normative ufficiali promossa solo dieci anni prima e il CAI non aveva da seguire. Per esempio adottammo un sistema forse ancora preso coscienza che stava perdendo un mon- arcaico, ma efficace per l’ancoraggio della struttura do di giovani, lasciando libero lo spazio dell’arrampi- all’ edificio. Dopo aver verificato i punti portanti della cata. Palestra, vi fissammo dei fittoni resinati e facemmo la prova di tenuta facendo tirare una decina di Lottatori stazza 100 -120 kg. Creando una sorta di tiro alla fune: non si mosse nulla il collaudo era passato. Solo qualche tempo dopo trovammo il tecnico e le modalità ufficiali per testare il muro,di modo che vi fosse anche l’agognato pezzo di carta sulla costruzione a perfetta regola d’arte. I magnifici cinque, come ci eravamo

Lettera a Luigi Rava

Dieci anni possono sembrare molti ma conoscendo i labirinti burocratici nei quali spesso si perde il nostro amato sodalizio, c’e da stupirsi che tu, un signore di una certa età, impelagato negli alti vertici “caini” potesse destinare i magri ricavi della nostra sezione a quattro assi con sopra dei sassi di resina. Eppure lo hai fatto!! E non hai mai interferito 10 MAGGIO_AGOSTO_2014

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definiti in un momento di chiara umiltà, hanno preso strade diverse. Gli “ingegneri” Tiziano e Gianni e i “diplomatici” Claudio e Cesare. Io posso considerami un satellite, ho sempre ruotato attorno a Yellowstone che in cuor mio un poco mi appartiene, senza mancare di polemizzare sulle cose che non mi andavano a genio, cosa peraltro che mi riesce molto bene. Il magnifico +1: Gigi lo conoscete tutti, ed è l’unico che in maniera continuativa è sempre rimasto ai vertici in questi vent’anni, non tirandosi mai indietro anche dalla più bassa manovalanza. Nel tempo tante le persone si sono succedute negli ampliamenti, nella conservazione e nei miglioramenti della struttura, l’elenco dei nomi è lunga, non starò qui a scriverli, li ho tutti presenti, anche chi non è più tra noi. Loro sanno che se oggi Yellowstone è così lo si deve al contributo di tutti. Non è mai mancata l’attività, a Yellowstone si sono svolti corsi per adulti e per bambini, dove il gesto atletico è l’unica cosa che si mette in evidenza. Per questo motivo è nato il gruppo Fasi. Si sono promosse feste ed eventi sportivi, per la sola remunerazione di stare insieme. Nessuno però a Yellowstone ha mai dimenticato che il muro è del CAI, per cui tanti sono stati i momenti di

didattica e simulazioni nell’ambito dell’alpinismo. Perché per tutti noi significa un supporto all’alpinismo, chi lo usa per l’allenamento nelle tediose serate invernali e chi invece ha avuto l’opportunità toccando i sassi di plastica di scoprire un mondo di roccia a varie altitudini. Che tu ci abbia sempre dato una mano, anche se da molto lontano, è scontato. E ti farà piacere sapere che finalmente anche l’attuale Presidente della sezione CAI Faenza, assieme ad altre figure del consiglio direttivo, passano giornate divertendosi e facendoci divertire molto, arrampicando sul muro giallo. Questa è la prova tangibile che l’alpinismo e l’arrampicata ora viaggiano insieme. Cosa possiamo auspicare ancora? -Un secondo ampliamento della zona arrampicata, magari in esterno cosi da poterne usufruire nelle calde serate estive? Beh, ci sono le premesse perché questo succeda a breve. -Un cambio generazionale che porti avanti tutto quanto è stato Yellowstone fino ad ora e che lo sviluppi per le generazioni future? Beh, anche questo si realizzerà tra pochi mesi!!! Puoi esserne orgoglioso assieme a tutti noi.

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Yellowstone Junior

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Nel percorso di incremento e sviluppo delle attività dello Yellowstone CAI, presso il muro installato alla palestra Lucchesi, la gestione 2012-2013 ha pensato che, oltre al corso avanzato, organizzato per soddisfare le richieste degli allievi del corso principianti, si potessero organizzare degli incontri riservati ai bambini. Ispirandosi perciò anche ad esperienze in strutture extra-faentine, sono stati proposti una serie di incontri nei pomeriggi del sabato, compatibili con la disponibilità della palestra e dei ragazzi nell’età tra i 6 e gli 11 anni; questo ci ha permesso di verificare l’interesse e la fattibilità dell’attività proposta ed anche di mettere a punto un programma. Così nella stagione 2013-2014 gli incontri hanno preso la forma di un vero e proprio corso. Grazie all’assidua e regolare partecipazione dei ragazzi, lo staff ha potuto sviluppare una serie di attività non solamente ludiche o propedeutiche all’arrampicata, ma anche proporre difficoltà simili a quelle proposte nei corsi di avvicinamento per adulti e ottenere dagli allievi grandi soddisfazioni! Il programma delle lezioni si sviluppava partendo da un riscaldamento studiato per aiutare i giovani allievi a prendere coscienza delle diverse parti del corpo e dei movimenti più utilizzati in arrampicata, dopo di che veniva presentato il tema, o la difficoltà, su cui si sarebbe lavorato in quella specifica lezione, proponendo esercizi a terra che simulassero i movimenti che gli allievi avrebbero poi dovuto affrontare in parete, prima in traverso e successivamente nella progressione in verticale. Attraverso giochi in parete, staffette, sfide a due o a squadre, gli allievi hanno utilizzato le loro diverse capacità motorie adattandole alle difficoltà, sviluppando nuove abilità, superando limiti fisici e psicologici, potenziando forza e concentrazione in dal 1983 un’attività sportiva completa che ha mantenuto sempre la sua dimensione più divertente ed attraente: quella del gioco. Ovviamente, visto l’esito ottenuto TENDE - ZAINI - ACCESSORI ZAINI anche da questa seconda esperienza, le attività dello Yellowstone Junior ricominceranno anche nella prossima stagione. Da settembre Via Lapi, 117 - Tel. e Fax 0546 661678 - Tel. 0546 061602 sul sito saranno pubblicate tutte le Cell. 333 5379660 - 48018 FAENZA (RA) informazioni a riguardo. info@gommaplastica.it - www.gommaplastica.it Valeria Cescato

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ulteriore Sconto del 5% per i Soci CAI Via Malpighi, 88/5-6 - 48018 Faenza (Ra) Tel. 0546 623428 - Fax 0546 626371

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e-mail:cianipao@hotmail.it Si informano i soci che la sezione C.A.I. di Faenza ha raggiunto un accordo con lo studio legale

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in base al quale i tesserati in regola con l’iscrizione annuale possono godere di un primo consulto gratuito e di tariffe agevolate nel caso di prosecuzione dell’incarico professionale. 13 MAGGIO_AGOSTO_2014

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La collaborazione tra CAI di Faenza e l’Istituto Professionale di Stato Agricoltura e Ambiente (Persolino) continua. Varie classi dell’Istituto tutti gli anni sono impegnate nel progetto pulizia e segnatura dei sentieri. Gli studenti, accompagnati dal Socio prof. Luigi Melloni, si rendono disponibili a rendere agibili vari percorsi individuati dal CAI di Faenza. E’ sempre un’occasione

Una selezione delle 4 classi IV dell’istituto, riunite per l’occasione nell’aula magna, hanno prestato attenzione dimostrando vivo interesse alle lezioni: geoide, quadranti, coordinate, deviazione magnetica, nord rete, carte IGM, isoipse, cartografia UTM ecc. ecc. sono stati gli argomenti appresi nella prima giornata. Si è passati poi all’applicazione pratica con la risoluzione di esercizi di lettura delle carte, utilizzo del coordinatometro, individuazione di punti determinati, quote

Il CAI DI FAENZA E L’ISTITUTO PERSOLINO di Luigi Melloni

per far conoscere ai giovani gli ambienti montani dell’Appennino tosco-romagnolo e per spiegare gli aspetti ecologici ed ambientali delle nostre montagne e dell’agricoltura marginale direttamente sul campo, nonché una splendida occasione per uscire dalle aule. L’anno scorso, approfittando delle abbondanti nevicate, il presidente del CAI ed altri Soci si sono offerti di accompagnare una classe nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mettendo a disposizione le racchette da neve! Una novità per molti ed un’esperienza indimenticabile per altri, percorrere il crinale sotto una leggera nevicata con aspetti paesaggistici da favola. Quest’anno, il 3 e 4 febbraio, lezione in classe! Il Maresciallo Andrea Martinino, in forza alla Brigata Aeromobile Friuli e nostro attivo Socio, si è reso disponibile, a titolo personale, per una serie di lezioni sulla cartografia e topografia.

incognite, che gli studenti suddivisi in gruppi, hanno dovuto riconoscere sulle carte IGM. Le esercitazioni sono state poi valutate dagli insegnanti prof. Laura Reina e prof. Luigi Melloni. Al nostro Maresciallo che con simpatia e disponibilità ha messo a disposizione le sue competenze e la propria professionalità, va un sentito ringraziamento da parte degli studenti e dei docenti. Per il CAI di Faenza l’obiettivo è stato pienamente raggiunto con… forcella al primo colpo! Un sentito grazie.

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FIORI SPONTANEI DELL’APPENNINO ROMAGNOLO (a cura di Ettore Contarini)

22 – LE ORCHIDEE (6o) Orchidea screziata (Orchis tridentata Scop.) fusto: alto generalmente 20-30 cm (raramente fino a 40 cm); (Fig. 1); foglie: le basali in numero di 3-4, tendenzialmente lineari, lunghe fino a 10 cm e larghe 1-2 cm, ben appuntite; le cauline per i 2/3 trasformate in guaina avvolgente il fusto; fiori: posti in una infiorescenza densa di forma globosa o a volte conica; tepali esterni acuminati, liberi nella parte superiore; di colore bianco-roseo con strie porporine (Fig. 2); labello lungo 6-9 mm dello stesso colore chiaro, cosparso di macchie sempre porporine; lobi laterali curvati in avanti, mentre il medio, più lungo dei tre, appare allargato verso l’apice e debolmente bilobo; frutti: piccole capsule contenenti minutissimi semi; habitat: zone aride e luminose, aperte, generalmente prati molto asciutti e soleggiati; in Italia da 0 a 1400 m di altitudine; fioritura: aprile-maggio; in giugno raramente e soltanto alle maggiori altitudini; specie comune e diffusa; distribuzione: tutto intorno al Mediterraneo (specie eurimediterranea); etimologia: il nome scientifico del genere, Orchis, deriva dal greco “testicolo” per la presenza sotterranea di due bulbi di forma ovoidale; il secondo nome latino, tridentata, indica chiaramente “a tre denti”; per ciò che riguarda il nome popolare, screziata, ciò è dovuto al colore del fiore che presenta molte macchiette porporine su fondo chiaro, appunto delle “screziature”. 15 MAGGIO_AGOSTO_2014

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Fig. 1 – Orchidea screziata (Orchis tridentata). Fioritura nell’ambiente di crescita (Foto E. Contarini).

Fig. 2 – Orchidea screziata (Orchis tridentata). Primo piano dell’infiorescenza (Foto E. Contarini).

Fig. 3 – Orchidea maggiore (Orchis purpurea). Pianta intera in primo piano (Foto E. Contarini).

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Fig. 4 – Orchidea maggiore (Orchis purpurea). Particolare dei fiori a distanza ravvicinata (Foto E. Contarini).

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Orchidea maggiore (Orchis purpurea Hudson) fusto: robusto, eretto, alto fino a 7-8 dm (di solito 3-5 dm; fig. 3); foglie: oblunghe, poste in fitta rosetta basale, le maggiori di lunghezza fino a 15 cm e larghe, in proporzione, da 2 a 6 cm; tendenzialmente erette, lucide, ottuse all’apice; quelle che crescono, con lo sviluppo primaverile della pianta, sul basso fusto appaiono abbraccianti il fusto fiorifero stesso; fiori: molti, posti in una densa infiorescenza di forma cilindrica, ovoide o piramidale, di sviluppo verticale fin oltre i 10 cm; tepali esterni saldati fino quasi all’apice, purpurei; labello con lobo centrale grande, triangolare, lungo fino a 15 mm, bilobo, con lobi minori (laterali) lineari, biancastri o rosei, macchiati da papille color porpora (Fig. 4); frutti: capsule contenenti moltissimi piccoli semi scuri; habitat: praticelli caldi al margine di boschi e formazioni siepose e cespuglieti; sale in Italia fino a 1300 metri di altitudine; frequente e a volte comune, benchè sempre localizzata (Fig. 5); fioritura: da aprile a giugno, secondo l’altitudine e l’andamento stagionale dell’annata; distribuzione: ampiamente euro-asiatica; etimologia: del genere scientifico, Orchis, già si è detto alla specie precedente (vedi); il secondo nome del binomio latino, purpurea, è chiaramente dovuto al suo colore globalmente porporino-screziato; il nome popolare invece, maggiore, deriva dal fatto che nelle nostre regioni italiche appare l’orchidea più alta di statura in senso assoluto, giungendo qualche volta agli 80 centimetri di altezza! 16 MAGGIO_AGOSTO_2014

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Orchidea omiciattolo (Orchis simia Lam.) fusto: fino a 4 dm di altezza, eretto, nudo nella parte superiore (Fig. 6); foglie: lanceolato-lineari, fino a 10 cm di lunghezza, ad apice tendenzialmente ottuso, di solito presenti sulla pianta in numero di 4; fiori: posti in densa infiorescenza di forma globoso/ovoide, con 4-6 cm di sviluppo verticale; tepali esterni ovato-lanceolati; di circa 1 cm, acuminati, di colore porporino/violaceo; labello lungo circa 15 mm, con lobi laterali e i 2 lobuli che forma all’apice il lobo centrale strettamente lineari e ricurvi verso l’alto; tutte queste appendici del labello risultano biancastre alla base e porporine all’apice (Fig. 7); frutti: capsule ripiene di piccoli semi scuri; habitat: prati e radure, argini, margini di strade e sentieri, in tutti i siti erbosi asciutti e ben soleggiati; in Italia la specie supera appena i mille metri di altitudine nelle stazioni più elevate; fioritura: da aprile a giugno, secondo la latitudine e la quota; appare specie abbastanza fre-

Fig. 8 – Orchidea militare (Orchis militaris). Esemplare completo nel suo ambiente di crescita (Foto E. Contarini).

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Fig. 5 – Orchidea maggiore (Orchis purpurea). Vasta fioritura in un prato del Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola (Foto E. Contarini).

Fig. 6 – Orchidea omiciattolo (Orchis simia). Pianta intera nel suo ambiente di sviluppo (Foto E. Contarini).

Fig. 9 – Orchidea militare (Orchis militaris). Aspetto in primo piano di una infiorescenza in via di sviluppo (Foto E. Contarini).

Fig. 7 – Orchidea omiciattolo (Orchis simia). Fiori in primo piano, con il caratteristico labello a forma di ometto (Foto E. Contarini).

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quente e diffusa; distribuzione: su tutte le terre intorno al Mediterraneo (specie eurimediterranea); etimologia: dal termine scientifico Orchis già si è detto (vedi sotto orchidea screziata); il secondo nome del binomio latino, simia, deriva dalla forma del labello fiorale (vedi sopra) che in effetti ricorda, con mani e braccia semiaperte, una scimmietta; per la stessa ragione, anche il nome popolare è orchidea “omiciattolo”. Orchidea militare (Orchis militaris Linnaeus) fusto: alto fino a 6 dm (si tratta di una delle specie nostrane più grandi e robuste); (Fig. 8); foglie: di forma oblungo-lanceolata, lunghe fino oltre i 10 cm, ad apice di solito acuto; fiori: posti in una lunga infiorescenza (fino a 20 cm), conica in un primo momento (in bocciolo; fig. 9) poi subcilindrica; casco fiorale roseo-violetto; tepali esterni liberi all’estremità; labello lungo 10-15 mm con lobi laterali quasi lineari; lobo mediano ristretto nella parte alta (basale) e che si allarga in due lobuli divaricati all’apice divisi da un dentello intermedio; colore del labello biancastro-roseo con macchie porporine a rilievo; frutti: capsule ripiene di piccolissimi semi scuri, come in tutte le orchidee; habitat: prati, radure, margine di boschi e cespuglieti; in Italia la specie sale fino a 1800 m di altitudine; sull’Appennino tosco-romagnolo è presente, ma rara, solamente sul piano montano (oltre i 900 metri di quota); fioritura: da maggio a giugno, secondo l’altitudine e l’andamento stagionale dell’annata; distribuzione: elemento a larga diffusione euroasiatica; etimologia: del primo nome del binomio scientifico, Orchis, già si è parlato alle schede qui precedenti (vedi); il secondo nome, militaris, appare un po’ misterioso, benchè si tratti di un termine coniato ancora nel 1700 dal grande Linneo... LXXIX - LE ORCHIDEE rivista 2_2014.p65

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIA A cura di Claudio Patuelli

Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2014 Ricordo a tutti i Soci che al 31 marzo sono scadute le coperture assicurative previste con il tesseramento 2013, come pure l’invio delle pubblicazioni della Sede Centrale e di tutte le altre agevolazioni previste. Il rinnovo è comunque possibile fino alla fine di Ottobre, però la copertura assicurativa parte dall’avvenuta conferma del rinnovo alla Sede Centrale. Le quote associative per l’anno 2014 sono le seguenti: ordinari E 41,00 familiari E 22,00 giovani E 16,00 L’Assemblea dei Soci ha inoltre rinnovato la facilitazione per i Soci che da giovani (minori di anni 18) passerebbero ad ordinari ed ha stabilito una quota di E 30,00 per i giovani dai 18 ai 21 anni (chiaramente se il giovane rimane nel nucleo familiare beneficia della quota più favorevole, e cioè quella di familiare di E 22,00). Inoltre per i nuclei familiari in cui è presente almeno un Socio ordinario ed un giovane, gli eventuali ulteriori Soci giovani presenti nel nucleo pagano solo 9,00 euro. La quota associativa è comprensiva di copertura assicurativa per spese di soccorso in caso di incidenti in montagna, R.C. e di polizza infortuni, che però copre esclusivamente i Soci in attività sociale (escursioni in programma da bollettino, manutenzione programmata di sentieri, ecc,). I massimali della polizza infortuni sono E 55.000 caso morte, E 80.000 per invalidità permanente, E 1.600 per spese mediche. I massimali possono essere raddoppiati per i casi morte e invalidità con il versamento aggiuntivo di E 3,40 all’atto del rinnovo. Come già detto nel numero scorso il rinnovo sarà possibile solo avendo sottoscritto i moduli dati anagrafici e privacy che trovate sul sito www.caifaenza.it oppure in sede negli orari di apertura. Rinnovo tessera per i Soci lontani Per i Soci che non hanno la possibilità di venire a Faenza è possibile rinnovare la tessera inviando per posta i già citati moduli anagrafici e consenso privacy e pagare il bollino tramite bonifico bancario indicando chiaramente nella causale il cognome e nome del Socio (o dei Soci) di cui si chiede il rinnovo. L’importo va aumentato di E 1,00 per le spese di spedizione del bollino. Le coordinate bancarie per il bonifico sono: Beneficiario: CAI FAENZA Banca di appoggio: Credito Cooperativo Ravennate e imolese – Sede di Faenza IBAN: IT 61 Q 08542 23700 000000086438 Indirizzo mail: info@caifaenza.it .caifaenza.it Sito Internet della sezione: www www.caifaenza.it Rivista CAI nazionale on-line: www.loscarpone.cai.it 30 MAGGIO_AGOSTO_2014

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIA A cura di Claudio Patuelli

Nuovi Soci al 20 maggio 2014 ORDINARI: Agnoletti Roberto Amici Giovanni Benedetti Anna Maria Berti Marina Bruschi Alberto Caroli Massimo Casadio Davide Ceroni Gianpiero Cimatti Enea Collina Emanuela De Pasquale Francesco Donati Maria Cristina Drudi Martina Emiliani Davide Flamigni Luca Gianiculi Daniele

Graziani Marco Lodi Andrea Lombardi Vladimir Mamini Andrea Mengolini Alberto Menni Marco Milesi Lorenza Mocrei Gabriela Montanari Fabrizia Montanari Luisa Montanari Massimo Morsiani Mabel Pasi Pier Paolo Prati Andrea Quadalti Roberto Rondinelli Alberto Scardovi Silva Marina

Silvagni Paola Tampieri Paola Venturi Daniela Zama Emanuela Zoli Maria Elisa FAMILIARI: Bettoli Paola Camelli Vittoria Cantagalli Paola Fiore Vito Antonio Ghetti Filippo Lontani Diana Marzola Michaela Mordini Silvia Morotti Ivan Perugini Marina

GIOVANI: Cardelli Federico Chiarini Andrea De Pasquale Viola Francesconi Giulia Francesconi Paolo Graziani Luca Minardi Lorenzo Monti Matilde Morotti Giorgia Morotti Giulia Placci Claudia Rosetti Beatrice

Di seguito i negozi convenzionati con la nostra sezione: * DECATHLON Centro Comm.le Le Maioliche Faenza (sconto, vedi sotto) ERBORISTERIA BELLENGHI Via Castellani Faenza – Sconto 10% IL GRANDE SLAM A.s.d. Palestra Via Volta Faenza – Sconti fino al 10% BETTOLI SPORT Corso Garibaldi Faenza – Sconto 15% CAPO NORD Corso Mazzini Forlì – Sconto 15% FERRAMENTA CHESI Centro Comm.le Cappuccini Faenza – Sconto 10% CICLI TASSINARI – Via Strocchi 17 Faenza – Sconto 10% CARTOLERIA LEGA – Corso Mazzini 33 Faenza – Sconto 10% OUTDOOR & TREKKING STORE - Via Trieste 48/a Ravenna - Sconto 15 % Convenzione Salewa. Comunichiamo a tutti i soci, quanto inviatoci dal punto vendita Outlet Salewa di Castel Guelfo. Tutti i soci dietro presentazione tessera CAI otterranno uno sconto del 10% sul materiale ad eccezione di quello già in offerta, o in saldo. La promozione vale comunque anche negli altri Outlet Salewa in Italia. * Convenzione sconto ai soci CAI presso negozio Decathlon di Faenza Bollettino CAI Faenza: Direttore Responsabile Prof. Domenico Tampieri. Redaz. e amministraz.: Via Campidori, 28 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. 0546 22966 - 0546 21616 (c/o Chesi). Riunioni, Biblioteca, iscrizioni ed escursioni: ogni giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Sabato dalle 10,00 alle 12,00. Redazione: Maurizio Solaroli, Fabbri Ettore, Mauro Renzi, Irene Bandini, Laura Bettoli, Claudio Patuelli, Mario Cortesi, Dalla Vecchia Pierluigi, Bisello Riccardo. Impaginazione: Romano Leonardi e-mail: fotomec3f@libero.it - Ivan Calamelli e-mail: ivancalamelli@gmail.com Stampa: Tipografia Romagna - Faenza - Tel. 0546 31314 - Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 711 del 5/7/1982. 31 MAGGIO_AGOSTO_2014

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