Brek Magazine N° 25

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anno VI - n째 25 Luglio/Agosto 2013

la follia


Azienda agricola

FORTE LUCIA

Azienda Agricola LUCIA FORTE C.da Serino - Lauria - Potenza tel. 328.9587026


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EDITORE

Soc. Cop. Sociale a r.l. via Nicola Sole, 73 - 85100 Potenza tel. 0971 36703 - fax 0971 25938 info@brekmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE Nicola Pace IMPAGINAZIONE E GRAFICA Bloop Srl STAMPA Tipografia Zaccara - Lagonegro DISTRIBUZIONE Potenza e dintorni elenco su www.brekmagazine.it ABBONAMENTI Per ricevere BREK Magazine via posta ordinaria e in tutta Italia è possibile abbonarsi online su www.brekmagazine.it PUBBLICITÀ commerciale@brekmagazine.it tel. 0971 36703 HANNO COLLABORATO Rocco Bochicchio, Mimmo Claps, Vito Colangelo, Daniela Coviello, Anna D’Andrea, Veronica D'Andrea, Mari Donadio, Alba Gallo, Angela Laguardia, Elenia Marchetto, Maya Matteucci, Nicola Montesano, Angela Pansardi, Andreina Serena Romano, Leonarda Sabino, Andrea Samela, Francesco Tripaldi, Wine_R PROSSIMA USCITA n°25 Agosto 2013 Tutti i numeri sono sfogliabili in formato pdf all'indirizzo www.brekmagazine.it

SE LA POTESSIMO DEFINIRE ECCO CHE SVANIREBBE IMMEDIATAMENTE. LA FOLLIA, DUNQUE, APPARE OGNI VOLTA CHE EVITIAMO DI DELIMITARNE I CONFINI. È UN CONTINUO RIMANDO TRA CIÒ CHE È SOGNO ED APPARE REALE E TRA CIÒ CHE È VERO E SEMBRA SOLO UNA FANTASIA. UN LENTO E COSTANTE VIAGGIO A CUI TUTTI NOI PARTECIPIAMO. E A CUI TUTTI NOI VORREMMO DARE UN PRECISO ITINERARIO. MA LA FOLLIA VOLA ALTO, LONTANO DALLA RAGIONE E DA QUESTO VIVERE TERRENO, AUSTERO, ALGIDO, ARIDO. LA FOLLIA È FECONDA COME LA FANTASIA DI UN BAMBINO. E COME TUTTI I BAMBINI HA SEMPRE TANTO DA INSEGNARCI. STATE IN ASCOLTO, DUNQUE. PERCHÉ SE VI VA LA FOLLIA È ADESSO, QUI, PER SEMPRE.

la follia

anno VI - n° 25 Luglio/Agosto 2013

BREK garantisce la libertà di pensiero e di espressione. Per questo motivo ogni collaboratore è singolarmente responsabile delle proprie idee e di ciò che scrive. Autorizzazione Tribunale di Potenza nº 376 del 7/5/08 Iscrizione al ROC n°19633

EDITORIALE

Anno V - n°25 Luglio/Agosto 2013


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SOMMARIO

METROPOLIS

INCONTRI

08. L’austerità è una follia. Come ... 10. Storie di italiana follia. Il non arrabbiarsi… 14. Ti sembra il caso? Schermaglia letteraria... 16. Moda e passerelle. Quando la creatività ...

32. Pierre Rivière. L’intermittenza della ragione 34. Erasmo da Rotterdam: folle-mente

POLITICA, COSTUME E SOCIETÀ

PERSONE E PERSONAGGI

pag. 16 pag. 32

QUARTA PARETE

CONVIVIO

20. Chi era Carlo Zinelli, o chi pensava di essere? 22. La luccicanza 24. Il design. È il segno il timbro della follia

37. Che sia un pazzo o tanta gente, si parla ... 38. Sauvignon blanc. Purezza, ricerca, follia. 39. Raro e costoso. Ma buono? I cibi ... 40. Può definirsi “follia”?

CINEMA, TEATRO E ARTE

pag. 22

SORSI & MORSI, LETTURE & BENESSERE

pag. 38

CANTIERI URBANI pag. 42

PENSIERI IN MOVIMENTO

42. Pane, amore e fantasia. Follie ai fornelli. 43. Un punto per te, Miss Steele! 44. Osama Bin Laden: razionale follia? 46. Quando follia vuol dire coraggio.

WEB 3.0

INTERNET E MULTIMEDIA 48. Follie dal web. Quando non tutto fa successo.

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ZOOM

Vantarsi di gestire il peggior albergo del mondo. Mai stati così soddisfatti. È quello che hanno dichiarato i titolari del Brinker Budget Hostel di Amsterdam. Un albergo di pessima qualità, che “vanta”, nel vero senso della parola, di non offrire servizi base. L’ascensore guasto e la non fornitura degli asciugamani diventano per i titolari elementi ecosostenibili. L’utenza però non risulta affatto sconcertata tant’è che l’hotel ha un certo successo. I clienti sono perlopiù giovani studenti e non si capisce se siano più attratti dall’ironica sincerità proposta anche dalle campagne pubblicitarie o dalla possibilità di soggiornare per la modica cifra di 25 euro a notte.

Truccarsi può essere pericoloso. Alla guida però. Dopo la campagna contro l’alcool per gli automobilisti, in Messico, la Mini ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, rivolta alle donne che si truccano quando si trovano alla guida. Con la collaborazione di alcuni locali della zona, sono stati installati degli airbag nei distributori di sapone delle toilettes. Quando le clienti si avvicinavano allo specchio per rifarsi il trucco, l’airbag, attraverso un sensore, esplodeva e si poteva leggere il messaggio stampato sull’airbag “C’è un posto per qualunque cosa. Truccati o guida”. La maggior parte degli incidenti avviene per distrazione e l’idea di quest’ultima campagna non va considerata assolutamente come classista, ma come riflessione sociale.

Anche le barbie avranno dei mobili IKEA. Il colosso svedese del mobilio a breve entrerà in un nuovo segmento di mercato, quello della costruzione dei piccoli mobili per arredare le case delle bambole. L’idea di entrare a far parte di questo mercato nasce da una ricerca condotta sui bambini, i quali hanno espresso il desiderio di poter giocare con una casa che sia una replica fedele della loro. L’esigenza nasce dal fatto che oggi giorno l’arredamento delle case in cui i bambini vivono possiede un arredamento moderno IKEA, lontano da quello classico degli attuali mobili giocattolo.

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ZOOM

Una città di gomma (da masticare)!

Molto più che ecologico. Un ristorante interamente di cartone.

Ci sono voluti 4 mesi per costruire una città interamente di chewing-gum. Sono bastate 1000 barrette di gomme da masticare al mese per dare forma a questa città. L’artista

Se siete degli ecologisti o apprezzate i locali alternativi, c’è un posto che fa per voi. Si trova in Taiwan nella Taichung City ed è l’unico ristorante fatto interamente di cartone, dalle

è un francese dal nome Jeremy Laffon. L’idea è nata quando preparando una lezione per una scuola d’arte, Laffon decise di creare una struttura, di per se molto complessa, con un materiale mai utilizzato prima. La passione per le costruzioni è andata al di là dei meri castelli di carta o fiammiferi, regalando a tutti gli studenti uno spettacolo d’arte e di bravura veramente insolito.

stoviglie all’arredamento. “Carton”, questo è il suo nome, nasce dall’idea di avvalorare un materiale tra i più poveri e poco considerati, il cartone appunto. Il deterioramento di tutti i mobili e stoviglie è sicuramente molto più rapido rispetto alle normali componenti di legno e ceramica, ma la loro sostituzione, affermano i titolari, è molto meno onerosa e più veloce.

Se partite in vacanza: non abbandonate le galline! Dopo l’emergenza abbandono per cani e gatti, arrivano in America e precisamente a New York, le campagne di sensibilizzazione anche contro l’abbandono dei polli. Si parla di un numero pari a 500 galline abbandonate all’anno, solo nella “Grande Mela”. Sicuramente è un problema molto meno diffuso, ma deve essere egualmente arginato. Ci si riferisce prevalentemente a tutte quelle coppie di ambientalisti che adorano il cibo a km 0 e che apprezzano la colazione fatta con le uova fresche la mattina, ma che non esitano ad abbandonare questi poveri animali lasciandoli senza cibo e cure quando si tratta di andare in vacanza.

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METROPOLIS POLITICA

L’AUSTERITÀ È UNA FOLLIA. Carmen Reinhart

COME UN COLONNA DI EXCEL GENERA IL MOSTRO DELLA RECESSIONE. Thomas Herndon

La storia che voglio raccontare è una storia vera, e ahimè contemporanea. I protagonisti sono due economisti: Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Questi due “illustri” studiosi di Harvard nel 2010 hanno pubblicato un lavoro dal titolo “Growth in a time of debt” (La crescita in tempo di debito). Il risultato principale di questo studio affermava una cosa molto semplice: i tassi di crescita mediana per i paesi con debito pubblico superiore al 90% del Pil sono all’incirca dell’1% più bassi, anzi, addirittura risulterebbe che i Paesi con un rapporto debito/Pil al di sopra del 90% hanno un tasso di crescita medio leggermente negativo. Tradotto, per i non addetti ai lavori, significava che tutte le nazioni con soglie di debito superiore al 90% del PIL, e dunque anche l’Italia, dovevano rassegnarsi a vedere il segno meno davanti all’indica-

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tore della crescita. Il problema, reale e di tutti noi, è che lo studio di “Reinhart & Rogoff” è alle base della gran parte delle scelte recenti adottate in Europa in tema di politiche economiche; è insomma la giustificazione teorica della lotta al debito pubblico, (identificato come “nemico principale” della crescita), è la giustificazione pratica alle politiche di austerity. Quanto detto è dimostrato dal fatto che in ogni discussio-

ne sulla grave crisi che stiamo vivendo, la ricerca di Reinhart e Rogoff, è stata citata sistematicamente a giustificazione delle politiche economiche adottate. Un esempio chiaro e lampante di queste citazione, e che vi riporto sotto, è quanto ebbe ad affermare Olli Rehn: “È ampiamente riconosciuto, sulla base di seria ricerca scientifica, che quando i livelli del debito pubblico salgono oltre il 90% tendono a presentare una dinamica economica negativa, la quale si trasforma in bassa crescita per molti anni.” E’ evidente il richiamo allo studio dei due economisti americani. E’ evidente come, l’ex calciatore finlandese e attuale Commissario Europeo per gli affari economici e monetari e vice presidente della Commissione Europea, utilizza lo studio come indiscutibile base scientifica. È importante capire che questo non è solo un documento di


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METROPOLIS POLITICA

Kenneth Rogoff

studio su temi economici letto, noiosamente, da qualche centinaio di lobbisti sparsi sul pianeta. È fondamentale capire che è a causa del valore scientifico affidato a questa ricerca che In

Italia, e in gran parte dell’Europa, si sono decise le azioni di politica economica e monetaria. È “sull’indiscutibile base scientifica di questo studio” che abbiamo ratificato, senza nemmeno dedicare un’adeguata riflessione, l’EuroPlusPact, il Fiscal Compact, l’adesione al MES, il pareggio di bilancio in Costituzione; è “sull’indiscutibile base scientifica di questo studio” che in Italia si sono tagliate o dilazionate pensioni di individui oramai avanti negli anni e con poche prospettive sul mercato del lavoro, è stata ferocemente tassata la proprietà della prima casa, si è aggredito definitivamente il mercato del lavoro depotenziando protezioni e sicurezza per le giovani generazioni; e, sempre a causa dell’ “indiscutibile base scientifica di questo studio” che oggi decine di imprese falliscono, centinaia di persone si suicidano, la disoccupazione è a livelli insostenibili e la liquidità monetaria è totalmente scomparsa.

Se in Grecia circa 400.000 bambini soffrono la malnutrizione e se per riscaldarsi, i greci, sono tornati ad abbattere i boschi; se in Italia la povertà ha raggiunto numeri simili agli anni post bellici e la gente rinuncia a tutto, in primis a curarsi, tanto che Emergency aprirà un ospedale in Sicilia, è sempre a causa dell’ “indiscutibile base scientifica” dello studio di “Reinhart & Rogoff”. E poi. E poi succede che, grazie al lavoro serio e puntuale di un giovane studente americano, Thomas Herndon, si scopre che lo studio è completamente sbagliato. Si scopre che gli “autorevoli” studiosi hanno effettuato, forse anche volontariamente, un’esclusione selettiva di alcuni dati. Si scopre che due plurilaureati (veri non come Oscar Giannino) commettono uno sciocco errore nel codice di calcolo del foglio Excel utilizzato per lo studio! Insomma, il modello economico imperante, perdente e distruttivo, nutrito di furore liberista, rigorista e reazionario è basato su di uno studio completamente ( e forse volutamente) sbagliato. Uno sciocco errore di calcolo che muove le vite di milioni di italiani ed europei. Uno sciocco errore di calcolo che ancora oggi giustifica il governo ad anteporre al benessere dei cittadini un artificioso numero percentuale. Uno sciocco errore di calcolo che è anche un potente limitatore dei diritti dei cittadini e delle prerogative democratiche basilari garantite dalla nostra Costituzione. Uno sciocco errore di calcolo che ha contribuito a generare l’austerità che, oltre ad essere una follia, è un crimine perpetrato contro tutti noi. Nicola PACE

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METROPOLIS SOCIETÀ

Storie di italiana follia.

Sono impazzita? Ancora no, vi ho solo citato la splendida descrizione della rabbia de il

che modo dobbiamo tirarla fuori. Animali siamo e tali resteremo. Certo, poi c’è chi si è davvero evoluto meno degli altri... pensiamo ad un Calderoli che si permette d’esser razzista come se nulla fosse. Come se fosse una persona come le altre, come se il suo stipendio non lo pagassimo noi con le nostre quotidiane tasse. Come se non dovesse darci conto della sua im-moralità. Questa è la rabbia che dovrebbe assillare gli italiani.

Gente come lui. Gente spregevole. La rabbia di noi italiani si infiamma solo alle partite di calcio. È un luogo comune ma è tristemente veritiero. La società civile si indigna poco e si arrabbia sempre meno per la vita politica. Certo, da una parte non possiamo dar loro torto... è tutto così finto e falso che a starci dietro ti avveleni solo il cuore. La politica e la società sono strettamente legate. Se la politica sbaglia è la socie-

“Doctor Faustus” di Marlowe. Non l’avete letto? Precipitatevi in libreria. Oggi, di rabbia, ne abbiamo tutti a volontà. Sale, è un crescendo e in qual-

Gente come Carderoli che si permette di offendere pubblicamente la ministra (permettetemi il femminile) Kyenge. Gente come lui, che ha ricoperto cariche istituzionali notevoli.

tà a pagarne le conseguenze. Sempre. Ma è la nostra Italia e ha iniziato a lasciar correre, l’abbiamo fatto fino ad ora e non ci ha portato che ad un impoverimento mo-

“La rabbia: non ho né padre né madre. Sono saltata fuori dalla bocca d’un leone quand’ero appena di un’ora ed ho scorrazzato per il mondo con questo paio di spadoni. Se non trovo d’azzuffarmi mi tiro qualche stoccata addosso. Sono nata all’inferno, pensateci bene, qualcuno di voi sarà mio padre.”

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METROPOLIS SOCIETÀ

Il non arrabbiarsi quando dovremmo e il lasciar correre come modus vivendi... rale tale da lasciarci indifferenti a situazioni come quella prima descritta che dovrebbe, invece, farci scendere in piazza, chiedere e ottenere delle dimissioni e non permette mai che queste cose accadano. Ci ricordiamo la cara Germania del caro Hitler o è storia passata? Storia del secolo scorso o dobbiamo stare attenti che un revival storico non torni in auge? La rabbia è un’emozione primitiva e forse la nostra cultura ha lavorato troppo nell’addomesti-

e la rabbia con la follia non dovrebbe averci nulla a che fare. La rabbia deve essere motivata, deve essere dettata da un malore, da uno stato di disagio... E resto basita quando italiani, magari licenziati, magari con figli, magari senza preavviso, non conoscono nemmeno il loro contratto di lavoro e le varie clausole che li difenderebbero da tali situazioni. Mi fa rabbia vedere che gli italiani non conoscono più quello che gli spetta e quello che non gli spetta, i diritti

la nostra apatia per quello che i politici ci stanno facendo... Una Italia che funziona, una Italia che non ruba ai suoi cittadini, governanti che non ci imbrogliano... questo è quello che dobbiamo pretendere. E se ciò’ non si verificasse, dobbiamo ricordare a noi stessi che “siamo saltati fuori dalla bocca d’un leone quand’eravamo appena di un’ora ed abbiamo scorrazzato per il mondo con questo paio di spadoni” - che, magari, potrebbero difenderci

carla. Bada bene, non sto certo dicendo che il mondo sarebbe migliore se ci uccidessimo per un parcheggio o perché al bar qualcuno ci è passato davanti, ci mancherebbe. Quella è follia

che i loro padri tanto hanno faticato ad ottenere eccoli morire nei contratti ad hoc, nella università che non forma che soldatini da esami senza esperienza del mondo vero, eccoli morire nel-

con rabbia dalle persone come Calderoli e company. Leonarda SABINO

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23 - 24 - 25 AGOSTO 2013 AVIGLIANO


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METROPOLIS COSTUME

TI SEMBRA IL CASO? Schermaglia letteraria tra un narratore ed un biologo che parlano di Dio caos follia e Dna…

Siamo ormai in piena estate anche se questa estate 2013 sembra un po’ folle… lo diceva anche la signora sul tram numero 8 questa mattina mentre tentavo di raggiungere lo studio medico in cui faccio terapia del dolore. Una lunga storia, come quella della signora credo, che spiegava pazientemente alla nipotina di otto anni che ai suoi tempi l’estate era estate e che alla televisione avevano detto che il clima si stava tropicalizzando, che i ghiacciai si sarebbero sciolti e che Venezia l’avrebbero vista solo i sub. Ho chiuso il libro che avevo in mano “Ti sembra il caso?” di Erri De Luca e Paolo Sassone-Corsi, carteggio a distanza tra un letterato ed un biologo molecolare. Sono rimasta a guardare la signora che spiegava alla nipotina una storia che sembrava imparata per un’interrogazione scolastica, l’ho guardata con tenerezza come guardo i miei studenti. Lei l’impegno ce l’aveva messo tutto, era la materia fornita che era scadente, scadente di brutto. Ho pensato, guardando fuori dal finestrino, che “non ci sono più le mezze stagioni” e che seppur odio i modi di dire in effetti non potevo dar torto alla signora perché è da una settimana che su Roma cade ogni pomeriggio una pioggia tropi-

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cale calda furibonda con tuoni e lampi da pellicola di Hollywood. Ed una pioggia così puntuale che puoi metterci l’orologio, e calda, e turbolenta me la ricordo solo all’equatore, appunto, quando stavo in Ecuador. Ho pensato poi che i media che un tempo hanno alfabetizzato il paese, ora lo stanno analfabetizzando. Immagino in ogni campo, ma sicuramente in campo scientifico. La signora e la nipotina parlavano due linguaggi diversi, eppure nessuna dei due dubbi sulla verità che si stavano propinando a vicenda. E invece la scienza è innanzitutto dubbio, discussione e ripetibilità, nessuno scienziato degno di tale nome vi direbbe che nei prossimi anni la temperatura scenderà o aumenterà di tot di gradi. Sappiamo che l’effetto serra ha influito nell’aumento di temperatura, come altri fattori, forse, probabilmente, più di altri, ma sappiamo anche la fine dell’interglaciale caldo (periodo di alte temperature tra una glaciazione e l’altra) potrebbe tranquillamente ingoiare in un baleno quella manciata di gradi che l’effetto serra ci ha regalato. Questo non vuol dire che sia giusto avvelenare la terra, l’effetto serra andrebbe combattuto indipendentemente se fra 1000 anni si avrà bisogno di un bunker nucleare, di un rifugio


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METROPOLIS COSTUME

Erri De Luca

alpino o di un damnuso siciliano! Quello che mi fa rabbrividire è la distanza che si è creata tra l’opinione comune e la scienza, tra il ricercatore e la signora sul tram. In campo biologico o fisico negli ultimi decenni sono avvenute scoperte incredibili, che sono state troppe volte raccontate come verità calate dall’alto, si è voluto sostituire il pathos e la rassegnazione che creavano le parole follia, caos, caso con le parole DNA, geni, particella di Dio, o quelle frasi divine tipo “c’è l’ha scritto nel DNA” nemmeno fossero le tavole di Mosè. Ho riaperto il mio libro ed ho pensato che il prossimo anno lo porterò a scuola ai miei studenti, sperando che lo facciano leggere ai genitori ed anche ai nonni. Ho pensato, prima di scendere dal tram numero otto, che la divulgazione scientifica è una cosa seria, ed è un nostro dovere di scienziati, e che due geni così, ognuno nel proprio campo, avevano trovato il modo raccontare davvero quanto la follia, il caos e il Caso possano ancora, nonostante tutto, modificare la nostra vita, DNA compreso. Maya MATTEUCCI

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METROPOLIS MODA&STILE

Moda e passerelle: quando la creatività diventa follia C’è un punto di non ritorno?

La moda ci ha abituati a tutto, ci ha preparati a vedere ogni sei mesi tendenze che non comprendiamo o mode che non sappiamo definire. Se all’inizio, le sfilate erano semplicemente un modo per proporre le nuove collezioni e le collezioni erano lo sfogo creativo dello stilista per vendere qualcosa, adesso diventano una vetrina per le follie assolute dei designer. Infatti, messa da parte l’assoluta necessità di vendere per guadagnare, la passerella diventa uno spazio per fare spettacolo, un piccolo circo in mano all’estro egocentrico di pochi. Ma fin dove sono disposti ad arrivare? Quando la semplice creatività diventa pura follia? Forse quando il buon gusto e le norme sociali che regolano la nostra vita vengono infrante e quindi non esiste più un punto di arrivo e un punto di differenza tra sessi, persone e oggetti. Ed è in questo preciso momento che nascono le follie e i feticci. La moda ci ha spesso offerto sipari particolari e poco ordinari, in cui i limiti tra realtà e fantasia sono stati distrutti e violentati.

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METROPOLIS CINEMA

Ma forse li abbiamo visti sempre come dei semplici colpi di testa frutto della creatività di un artista visionario che prendeva la parola per raccontare al mondo cosa sentiva dentro. Beh, è arrivato il momento in cui è giusto dividere l’utile dall’inutile. Se la moda è nata per essere un prodotto è giusto che continui ad esserlo. Tanti sventolano la bandiera della libertà e della necessità di rompere gli schemi, ma il mondo è fatto di regole, e anche quelle di costume sono fondamentali per fare in modo che la confusione non regni su di noi. Dopo aver visto modelle vestite di abiti di unghie e capelli, cantanti con vestiti fatti di carne, animali in reggicalze e tacchi a spillo, mi chiedo quale sarà la prossima follia? E così scopri che, quando non hai più niente su cui puntare, non puoi fare altro che giocare sui sessi. Ed ecco che fioriscono collezioni che cambiano le regole dell’abbigliamento maschile proponendo una versione classy chic femminile

dell’uomo. Non si tratta di essere moralisti, ma come me tanti altri hanno criticato le nuove collezioni uomo autunno inverno che hanno sfilato quest’anno. Più che abiti e creazioni ho visto inutili mezzi per farsi notare, in un mondo in cui purtroppo farsi notare è diventato necessario. Ma quindi, è questo il futuro? Uomini con le gonne e donne con i baffi? Oppure forse siamo noi a lasciare che queste follie invadano la nostra vita per un’eccessiva mancanza di reazione. È forse arrivato il momento di tornare indietro e ridare in mano alle vecchie sarte ciò che è nella loro indole fare e lasciare a giovani creativi visionari gallerie e loft di tendenza per esporre corpi asessuati e abiti immettibili? Non so quale sarà il prossimo passo, quello che so è che il gusto ha sempre delle regole. Per questo lo stile non è per tutti. Andreina Serena ROMANO

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METROPOLIS SOCIETÀ


S Associazione Culturale

IL CIGNO

Oppido Lucano e Ripacandida

XVI EDIZIONE

agra DELLA TRAZZATA

S TAG L I U O Z Z O LAGOPESOLE - AVIGLIANO - POTENZA

20 AGOSTO 2013

INIZIO ORE 19.30

ore 19.30 ore 20.00 ore 21.00 ore 22.00 ore 24.00 ore 01.00

Caravaggio Blues Band in concerto Divertentismo e disco music con “DJ Denny” House music con DJ Andrea Megamix

STAGLIUOZZO

MELFI

www.sagradellastrazzata.com

POTENZA

SERVIZIO NAVETTA Castel Lagopesole

E S TAT E

AVIGLIANESE

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METROPOLIS ARTE

CONTADINO, MACELLAIO, ALPINO, SCHIZOFRENICO, PARANOIDE.

Chi era Carlo Zinelli, o chi pensava di essere? In un passato neanche troppo remoto si è creduto, non senza colpa, che l’elettroshock potesse essere un utile strumento per fornirci una risposta, i più ottusi credevano addirittura che potesse servire a curare ma fu la pittura, in vero, a risolvere il quesito: Carlo era un’artista. Dei dati, quelli che servono nella vita reale, quella fatta di fatture, feste patronali, ripicche condominiali, piccole (o grandi) invidie, e codici Iban, non ce ne facciam nulla…vi basti dunque sapere, a mo’ di inquadramento storico, che nacque nel 1916 e morì nel 1974, tutto quello che conta esula… Infatti, ciò che avrei davvero voluto rivelarvi riguarda ciò che si agitava nella mente di Zinelli, un insondabile temperie di epifanie come: ombre di uomini iberici (in una Guernica personale), baionette e amputazioni, forse cacciagione e panorami di giallo screziato di nero; tuttavia, al suo ritorno dalla guerra civile spagnola i più (“la maggioranza è il rimedio

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METROPOLIS ARTE

dando i suoi frutti, e di lì a breve l’espressività lirica della sua opera, sublimando le mere finalità terapeutiche, avrebbe catturato l’attenzione di Breton e di Debuffet, (quest’ultimo acquisirà, in quel periodo, anche un numero considerevole di opere di Carlo che poi donerà alla Collection d’Art Brut de Losanna) e i due lo consegneranno all’universo del panorama artistico come uno dei maggiori esponenti dell’Art Brut. Una notorietà lampo niente male per chi aveva ripetuto tre volte la prima elementare, e ciò perché l’arte, non è fatta solo di mestiere e talento ma anche di spontaneità, assenza di riflessione e di pretese culturali, può richiamare l’elementarità dei disegni dei bambini ed esplodere di colori, le è consentito affollare la tela (addirittura da entrambi i lati) nonché popolarsi di soldatini, piccoli preti, donne crocefisse, alpini con arti amputati e non ha bisogno, ad ogni costo, di una spiegazione perché è auto-

meno democratico che esista” ndr), senza troppi dubbi, ritennero che il posto giusto per lui fosse il nosocomio di San Giacomo di Verona. Per fortuna l’ospedale psichiatrico in cui fu ricoverato si avvicinava molto di più a quella struttura utopisticamente immaginata dal filosofo settecentesco Geremy Bentham, il cosiddetto Panopticon, che all’istituto diretto dal Dottor Spivey di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, e per fortuna (ribadisco perché nella vita ce ne vuole molta, soprattutto di ritorno da una guerra) la terapia dell’arte a cui un lungimirante Professor Marini, con il consenso del direttore Cherubino Trabucchi, decise di sottoporlo vinse sulla terapia medica di allora e Carlo Zinelli fu introdotto nell’Atelier di pittura creato dallo scultore scozzese Michael Noble, dove, nell’arco di 18 anni, realizzò ben oltre 2.000 opere. Il coinvolgimento con cui dipingeva di per sé comunicava che la non convenzionale terapia stava

evidente, perché è curativa. Ho conosciuto Zinelli a Ravenna, in una mostra, purtroppo terminata il 16 giugno, e nonostante nelle sale del Mar ci fossero firme del calibro di Dalì, Basquiat, e Ligabue, Carlo troneggiava, riempiva, conferiva, col delirio ambizioso delle sue tele, un senso a ciò che ne era privo ma soprattutto era, con un aggettivo che non mi vergogno di usare, BELLO. Dunque, come disse lo stesso Zinelli “se no te si cretino guarda!”, la follia è sola una maggiore acutezza dei sensi. (Alda Merini) Francesco TRIPALDI

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METROPOLIS CINEMA

LA LUCCICANZA

“Wendy? Sono a casa, amore! Su, vieni fuori. Dove ti nascondi?” Shining è un film horror/thriller del 1980 diretto da Stanley Kubrick, basato sul romanzo omonimo di Stephen King del 1977. Shining (The Shining), tradotto fedelmente suonerebbe come “Il luccichìo” o “La luccicanza”, e quest’ultima è stata scelta per il doppiaggio italiano. Jack Torrance (Jack Nicholson), è uno scrittore ormai fallito e con grandi problemi di alcolismo. Decide di accettare il lavoro di guardiano invernale in un enorme hotel in Colorado, l’Overlook, sperduto tra le montagne. Il lavoro non sarebbe stato particolarmente faticoso, solo bisognava accettare il totale isolamento dell’hotel dal resto del mondo per circa cinque mesi a causa della neve. Dieci anni prima, un altro incaricato di nome Delbert Grady (Philip Stone), durante la lunga permanenza con la moglie e le figlie gemelle, fu colpito da un fortissimo esaurimento nervoso e, perdendo il lume della ragione, sterminò l’intera famiglia

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con un’ascia. Jack, nonostante fosse a conoscenza di quanto successo 10 anni prima, decide di accettare il lavoro, convinto che un po’ di pace e tranquillità non faranno altro che aiutarlo a scrivere il suo nuovo romanzo. Così, si trasferisce con la moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny (Danny Lloyd) all’Overlook Hotel. Danny, il figlioletto di Jack, ha doti extrasensoriali, subito notate dal cuoco afro-americano Mr. Halloran (Scatman Crothers), il quale gli rivela di essere anch’egli in possesso della cosiddetta “luccicanza” (shining), ovvero una sorta di potere tramite il quale le persone possono prevedere eventi futuri, rivivere quelli passati e comunicare tra loro. Passano i giorni e presto la neve rende le strade impraticabili. Nell’albergo deserto, Jack passa le giornate a scrivere il suo romanzo, Wendy a fare i lavori domestici e Danny a fare infiniti giri nell’hotel con il suo triciclo. Jack presto cade in

una crisi creativa e diviene ombroso, irascibile, depresso. Danny comincia ad avere inquietanti visioni: incontra le due bambine assassinate dieci anni prima da Mr. Grady, vede fiumi di sangue uscire dall’ascensore e invadere i corridoi, non si lascia però influenzare da tali presenze. Jack invece si lascia coinvolgere dai fenomeni inquietanti e inizia a dialogare con un inesistente barista dell’hotel degli anni venti, Lloyd (Joe Turkel) e comincia ad avere incontri spaventosi. A questo punto la mente di Jack vacilla. Egli si sente improvvisamente minacciato dalla famiglia, e comincia a ritenerla la causa di ogni suo fallimento. Girovagando per l’hotel incontra il fantasma di Mr. Grady che gli consiglia di seguire il suo esempio eliminando i suoi familiari. Wendy nel frattempo si rende conto che il marito non sta bene e ne ha la conferma quando aprendo i suoi dattiloscritti vede pagine e pagine di una frase ripetuta all’infinito: “All work


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METROPOLIS CINEMA

and no play makes jack a dull boy” (“Tanto lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato” nella versione originale, “Il mattino ha l’oro in bocca” nella versione italiana). Terrorizzata Wendy colpisce Jack con una mazza da baseball e lo rinchiude in una dispensa, ma l’uomo viene liberato dal fantasma di Mr. Grady e si impossessa della stessa ascia usata da lui dieci anni prima. Con questa cerca di raggiungere la moglie e il figlio per ucciderli, ma i due si sono barricati nella stanza da bagno. Inizia allora a sfondare la porta a colpi d’accetta, mentre Wendy riesce a far fuggire Danny attraverso la stretta finestra, dalla quale lei però non riesce a passare. Tra le tante scene cult del film, resta ormai consegnata alla storia del cinema l’immagine di Jack che sfonda la porta della camera da letto, salutando sinistramente la moglie con la celebre frase “Wendy, sono a casa amore”. Accorre in aiuto anche Mr. Halloran ma viene brutalmente assassinato dall’uomo. Danny e Wendy si salvano miracolosamente e nella scena finale vediamo Jack congelare lentamente in preda a deliri demoniaci con l’ascia nelle mani. Shining è considerato un grande

capolavoro dell’horror, è uno dei più contorti film di Kubrick, zeppo di simbolismi, metafore, raffinatezze stilistiche. In particolare “la crisi della ragione” è uno dei temi più importanti in Kubrick ed è ovviamente il concetto fondante del film, in cui domina la figura del labirinto ( a differenza di altri film, presente anche fisicamente) in cui Torrance è destinato a perdersi per sempre, a non trovare più l’uscita. Jack Nicholson non solo offre la sua miglior performance, ma realizza un capolavoro di recitazione come raramente se ne sono visti sul grande schermo. Esistono varie versioni di Shining. Dopo la première e una settimana di proiezioni Kubrick tagliò una scena del finale, ambientata in un ospedale. La scena vede Wendy in un letto che parla con Mr. Ullmann, l’uomo che assunse Jack all’inizio del film, il quale le dice che la polizia non riesce a trovare il corpo di suo marito in nessuna parte dell’albergo. Questo limitò il film a 143 minuti, la versione disponibile in Nord America e nel resto del mondo, Europa esclusa. La versione europea dura infatti meno: 119 minuti. Kubrick tagliò personalmente 24 minuti dal film. L’edizione italiana del film è stata diretta da Mario Maldesi, storico

direttore di doppiaggio dei film di Kubrick da Arancia meccanica in poi. Il film è stato doppiato in italiano nella versione integrale di 146 minuti. Il personaggio di Wendy (Shelley Duvall) è doppiato dall’attrice e doppiatrice Livia Giampalmo che all’epoca del film era la moglie di Giancarlo Giannini, il doppiatore di Jack Nicholson. Come sempre è stato nel corso della sua filmografia, anche in questo caso il libro da cui è tratto il film è solo uno spunto dal quale Kubrick parte per elaborare la propria storia. Film e romanzo sono infatti non paragonabili perché comunque due cose ben diverse. Ci sono tantissime differenze, tante cose che Kubrick ha volutamente cambiato. Pare che il regista abbia anche rifiutato una sceneggiatura dello stesso King. Quando Stephen King vide il film, ne rimase contrariato, affermando che non era molto coerente con il suo romanzo, da cui era tratto. Per tutta risposta, Kubrick affermò che il libro “non era poi un gran capolavoro”. Mary DONADIO

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METROPOLIS DESIGN ARTE

E’ una parola! O meglio una parolona o un contenitore che racchiude tante idee, materiali, soluzioni, ma sopratutto, tante storie e tanti, tanti sogni. Oggi si sente parlare spesso di Design, nella moda, nella quotidianità e questo fa sì che ognuno di noi pone un’attenzione particolare alle proprie azioni, alle decisioni, e nel nostro caso, alla scelta delle soluzioni, dei materiali degli interni della casa dei propri sogni! Negli ultimi tempi sia la crisi sempre più graffiante, che la politica latitante che non riesce a dare certezze, hanno creato scompiglio nell’ordine del Design, una volta fashion, una volta razionale, una volta eclettico, oggi chissà come. Ed in effetti, si assiste ad un fenomeno che non ha più fondamenta certe, addirittura in alcuni casi si può parlare di “FOLLIA SISTEMATICA”, ovvero nessuna certezza su materiali affidabili, materiali che vengono spacciati di qualità ma che alla fine non sono tali, o addirittura, su consegne degli stessi che vengono disattese. Tutto ciò determina una indecisione generale, con il fruitore finale che parte con tanti sogni ma che alla fine arriva stremato. Brek apre le sue pagine al mondo del design, ed oltre a raccontarvi di volta in volta il suo fantastico universo, sarà, d’ora in avanti, un approdo sicuro per le neces-

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METROPOLIS DESIGN

è il segno il timbro del folle

sità e le problematiche che oggi incontrano i nostri lettori. Qualunque sarà il vostro problema nell’affrontare il tema delle soluzioni degli interni del vostro appartamento, della vostra attività commerciale che si intende rinnovare, con un design più attuale, o del giardino che si vuol attrezzare per apprezzarne e goderne nei momenti di relax, Brek, attraverso questa rubrica, sarà a vostra disposizione. Dunque, passo dopo passo, conosceremo questo mondo e allo stesso tempo, grazie alla gentile consulenza dell'interior designer Rocco Bochicchio, saremo ben disponibili a rispondere a tutti coloro che faranno richiesta in Redazione. Scriveteci, dunque. Gli indirizzi li conoscete. Il nostro sito anche. E se vi piace inviateci anche una mail a redazione@brekmagazine.it. Non resta che salutarci e sperare di essere sì FOLLI, ma LUCIDI! Rocco BOCHICCHIO

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OPPORTUNITÀ

CONCORSO LETTERARIO PER OPERE “SPUNTINATURA”

1° concorso letterario per opere inedite, scadenza 30 settembre 2013 Il tema dell’ambiente diventa in questo concorso requisito fondamentale. Le sezioni dedicate sono due: quella relativa al concorso per un romanzo inedito a tema libero e di qualsiasi genere e quella relativa al racconto inedito che abbia come requisito fondamentale sempre la tematica dell’ambiente, dallo sfruttamento incontrollato del territorio sino alle esperienze quotidiane del singolo cittadino. Regolamento e informazioni: www. spunto.info

CONCORSO DI CREATIVITÀ "SPAZIO INTERIORE” Concorso artistico, scadenza 14 dicembre 2013

Spazio Interiore è un programma culturale nato dall’urgenza di condividere una visione pro-attiva della vita da parte dell’uomo e del mondo. Il Concorso di Creatività Spazio Interiore nasce dunque dalla volontà di dare voce e visibilità chi, riconoscendosi, creativo e appassionato, utilizza diversi linguaggi artistici, ognuno infatti inserito nella propria categoria: racconti, poesie, video e fotografie. Regolamento e info: www.spaziointeriore.com

PREMIO CODEGA: IL PORTATORE DI LUCE Concorsi di design creativo, scadenza 12 settembre 2013 Il Premio Codega è un concorso pensato per i professionisti della luce e del ligthing design. Alle eccellenze nella progettazione

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e nel design che utilizzano tecnologie SSL – Solid State Lighting viene assegnato questo prestigioso premio. Il Premio Codega intende divulgare gli aspetti di qualità e versatilità della illuminazione in linea con il concetto di efficienza e risparmio energetico attraverso le migliori realizzazioni illuminotroniche. Regolamento e informazioni: www.premiocodega.it

CONCORSO INTERNAZIONALE SPIRITO DIVINO Concorso per vignettisti, scadenza 31 agosto 2013

Il Concorso Internazionale Spirito Divino, organizzato da Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, prende spunto dall’evento Cantine Aperte. La partecipazione al concorso, riservata a vignettisti di età compresa tra i 18 e 35 anni, consta nella realizzazione di tre opere satiriche sul tema del vino a tecnica libera ma con limitazioni sulla grandezza. La premiazione avverrà il 14 settembre 2013 in occasione della manifestazione Friuli DOC. Regolamento: www.mtvfriulivg.it

FESTIVAL CORTO CORRENTE “CITTÀ DI FIUMICINO” Concorso internazionale di cortometraggi, scadenza 30 settembre 2013

Il concorso giunto alla V edizione, offre la possibilità, a quanti vogliano concorrere. La partecipazione è soggetta all’invio di un video, della durata massima di 10 minuti, a tema, riguardante una delle cinque sezioni tematiche competitive riguardanti: Legalità, Solidarietà, Mare, Città- Villaggi-Tradizioni, Comico. Per informazioni: www.acisfiumicino.it


anno VI - n° 24 Maggio/Giugno 2013

la vanitĂ

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OPPORTUNITÀ EVENTI BASILICATA

ARGOJAZZ

Marina di Pisticci (MT), fino al 31 Agosto L’Argojazz 2013 giunge alla sua decima edizione e riconferma ogni anno la sua manifestazione come connubio inscindibile tra buona musica d'autore e poesia e danza e tra le arti figurative e l’enogastronomia. Argojazz, ideata dall’Associazione Note di Mare di Pisticci, contribuisce alla diffusione della conoscenza del jazz contemporaneo collocandosi in una zona esplorativa con percorsi originali come i concerti sulla sabbia, i percorsi nascosti nel bosco di Macchia e la danza jazzistica. Programma e informazioni: argojazz@ libero.it

nell’atmosfera storico culturale del territorio. “Dante in cucina” è un divertente percorso nell’alimentazione medievale, presente, anche se non direttamente nell’opera di Alighieri. Con la guida di due simpatici personaggi, si scoprirà che il medioevo non è un epoca molto lontana dalla nostra e che la tradizione culinaria e l’arte del mangiar bene rappresenta un atto culturale che affonda le radici nel passato. Informazioni su www.infotickets.it

LE TAVERNE DI VIETRI Vietri di Potenza, dal 23 al 25 Agosto

NATURARTE: PER UNA BASILICATA AUTENTICA

Spettacolo en plein air di suoni, luci e suggestioni enogastronomiche. Questa è la manifestazione, già premiata nello scorso anno, delle Taverne di Vietri. Dalle 21 di ogni sera rappresentazione delle Taverne di Edward Lear nei vicoli storici di Vietri, percorso eno-gastronomico, musica popolare e non solo, prodotti tipici e tante sorprese come la taverna del cambio e del baratto, allieteranno le serate di fine agosto. Informazioni su letavernedivietri.bloog.it

Fino all’ 8 Settembre

14 weekend alla scoperta della Basilicata. Fino a settembre 2013 tutti i weekend NaturArte propone la scoperta degli incantevoli parchi della Basilicata tra passeggiate e musica nei borghi, spettacoli itineranti e mercatini dei prodotti a km zero, trekking nei parchi e grandi eventi musicali, tutte attività rigorosamente a impatto zero. NaturArte si pone come obiettivo primario la valorizzazione di un territorio che si distingue per curiosità, avventure e tradizioni. Informazioni su: www.naturartebasilicata.it

MEFITIS: LA DIVINA COMMEDIA A TAVOLA. Vaglio di Basilicata, 23 Agosto

Il parco archeologico di Rossano di Vaglio di Basilicata presenta Dante in cucina, una narrazione documentata e allo stesso tempo giocosa di cosa volesse dire “mangiare” ai tempi di Dante, con riferimenti alle novelle e alle opere dei propri contemporanei. La divina commedia a tavola scritto e diretto da Mirko Di Martino con Melissa Di Genova e Orazio Cerino, si inserisce perfettamente

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I(N)STANTI PER IL 2019 Matera, fino al 30 Settembre

Foto che ritraggono e rappresentano i personaggi, gli usi e costumi della seconda provincia lucana, faranno parte di un concorso "I(n)STANTI PER IL 2019”, teso a valorizzare il territorio e la cultura di luoghi della città di Matera, in occasione della sua candidatura di a capitale europea della cultura per il 2019. Il contest ideato dall 'Associazione Pensiero Attivo di Ferrandina è aperto a tutti i possessori di smartphone che amano la partecipazione attiva essendo consapevoli delle potenzialità del mondo digitale. Per informazioni: www.matera-basilicata2019.it pensieroattivoassociazione.wordpress.com/ arthing/contest2013


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OPPORTUNITÀ EVENTI ITALIA

LO SPETTACOLO DELL’ACQUA Monteverde (AV), fino al 25 Agosto

L'oasi naturalistica del Lago di San Pietro diventa lo scenario imponente per un viaggio emozionale dove il sogno diventa racconto attraverso le famose voci narranti di Elena Sofia Ricci e Leo Gullotta. Il testo è ispirato a Gerardo Maiella (1726-1755), il Santo del popolo ed è rappresentato in uno scenario fatto di giochi di luci, di colori e di attori e ballerini che iniziano lo spettacolo dopo l’apertura del sipario creato dalle acque. Info e prenotazioni: www.ilgrandespettacolodellacqua.org

VIAGGIO INTORNO ALL’UOMO STEVE MCCURRY Siena, fino al 3 Novembre

Santa Maria della Scala a Siena, ospiterà le oltre 200 foto, di varie dimensioni, del fotografo e reporter Steve Mc Curry. La mostra comprenderà le immagini scattate nei suoi viaggi in Africa tra Tanzania ed Etiopia ed ogni visitatore avrà un audio guida dove lo stesso Steve Mc Curry racconta in prima persona le sue opere. La mostra è curata da Peter Bettazzi che ha progettato il percorso espositivo e da Biba Giacchetti di Sudest57 che rappresenta l’artista in tutte le sue mostre. Informazioni su: www.stevemccurrysiena.it

CINECITTÀ SI MOSTRA Roma, fino al 31 Agosto

Il percorso espositivo di “Cinecittà di mostra” è realizzato con le celebri frasi delle più famose sceneggiature cinematografiche. La mostra divisa per sale offre un percorso a tutto campo nel mondo del cinema. Il percorso è suddiviso in sale. Si parte dalla prima sala allestita con oggetti da arredo e disegni di preparazione delle scene dei più famosi film. La seconda sala invece è un omaggio al set di Rome, la grande serie televisiva americana girata a Cinecittà. Le ultime due sale approfondiscono invece il mestiere del costumista, ruolo di fondamentale importanza nell’industria cinematografica con la mostra di abiti ed accessori dei grandi film. Per info e prenotazioni: www.cinecittasimostra.it

OPERA ON ICE

Arena di Verona, 28 Settembre L’Arena di Verona sarà teatro di grandi rappresentazioni di arie liriche interpretate dai campioni mondiali di pattinaggio accompagnati da famosi cantanti lirici che con la collaborazione di cori e orchestre dal vivo, renderanno veramente suggestivo questo spettacolo. In questa edizione saranno interpretate le più famose opere in programma all’Arena nella stagione della lirica 2014 tra cui Carmen, Aida, Madama Butterfly, Turandot, Romeo e Giulietta e Carmina Burana. Per informazioni: www.operaonice.eu

SCHLOMO MINTZ IN CONCERTO Taormina, 9 Settembre

Il Bellini Opera Festival presenta al Teatro Antico di Taormina il suo secondo appuntamento con la presenza esclusiva di Shlomo Mintz, uno dei più grandi violinisti del nostro tempo. Mintz, famoso violinista israeliano, è considerato uno dei più bravi artisti del violino al mondo, eseguirà il concerto per violino ed orchestra in re magg. op. 61 di Ludwig van Beethoven, proseguendo con le musiche di Bellini tra cui l’ouverture della Norma, Rossini con l’ouverture di Guglielmo Tell e Verdi con Macbeth. Per info e ticket: www.ticketone.it

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INCONTRI

L’INTERMITTENZA DELLA RAGIONE Nel 1835 Pierre Rivière, un giovane contadino normanno, sgozza la madre, la sorella e il fratello per liberare il padre dalla persecuzione della moglie. Pretura di Vire, 9 luglio 1835.

Quali sono il vostro cognome, nome, età, professione e domicilio? Pierre Rivière, di venti anni, agricoltore, nato nel comune di Courvaudon e domiciliato in quello di Aunay. Per quale motivo avete assassinato vostra madre, vostra sorella Victoire e vostro fratello Jules? Perché Dio me l’ha comandato per dar prova della Sua provvidenza, essi erano uniti. Che cosa intendete quando dite che erano uniti? Essi erano d’accordo tutti e tre per perseguitare mio padre. Voi mi avete detto che Dio vi aveva comandato i tre assassinî che vi sono rimproverati, eppure sapevate bene che Dio non comanda mai il crimine. Dio ha comandato Mosè di sgozzare gli adoratori del vitello d’oro senza risparmiare né amici né padre né figli. Chi vi ha insegnato queste cose? Le ho lette nel Deuteronomio; Mosè dando la sua benedizione alla tribù di Levi dice: la vostra grazia e la vostra pienezza sono state date al santo uomo che voi avete scelto, il quale ha detto a suo padre e a sua madre: Non vi conosco, e a suo fratello: Non so chi siete. Questi sono Signore coloro che hanno conservato le vostre leggi e la vostra alleanza e che vi offri9ranno incenso per placare la vostra collera. Avete tratto delle ben funeste conseguenze da qualche passo di un libro che non avete capito? Mio padre era perseguitato, si sarebbe dubitato della provvidenza di Dio. Perché e in quale occasione avete progettato un simile disegno? Perché mio padre era perseguitato e perché ho visto Dio che me l’ha comandato.

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INCONTRI

Spiegatemi quel che avete visto? Non potevo lavorare a causa delle persecuzioni che mio padre subiva. Ero in un campo quando Dio mi apparve accompagnato dagli angeli e mi diede l’ordine di dar prova della sua provvidenza.

e della ragione, del delirio parziale e dell’intervallo lucido. È possibile che un criminale conservi la ragione o che la perda per un istante per recuperarla in seguito?

Ben prima dell’epoca di cui mi parlate, avete manifestato dei sentimenti di odio contro vostra madre, i vostri fratelli e sorelle ed anche contro vostro padre. Non potevo amare mia madre a causa di ciò che mi faceva, ma non avevo alcun cattivo disegno contro di lei, d’altronde i comandamenti di Dio mi vietavano di farle del male.

Vito COLANGELO

Come avete potuto credere in seguito che esistevano dei comandamenti completamente opposti? Poiché sono stato spinto personalmente da Dio come lo furono i Leviti, sebbene esistessero gli stessi comandamenti. Voi pretendete di scusare i vostri crimini dicendo, cosa assurda ed empia, che vi sono stati comandati da Dio; confessate piuttosto che, disgraziatamente nato con un carattere feroce, avete voluto bagnarvi del sangue di vostra madre che detestavate da molto tempo, che detestavate soprattutto da quando ella aveva fatto il progetto di chiedere la separazione legale da vostro padre. Lo ripeto: Dio mi ha comandato ciò che ho fatto. Il signor parroco aveva detto a mio padre di pregare Dio assicurandolo che Dio lo avrebbe tirato fuori dalle sue difficoltà. Se non lo fosse stato, si sarebbe dubitato dell’esistenza di Dio e della sua giustizia. Dopo l’arresto Rivière scriverà 40 pagine di memoria per spiegare e raccontare il suo gesto. Di fronte a tutto questo giudici e medici iniziano a porsi delle domande intorno alla natura della pazzia; ovvero come sia possibile perdere la ragione anche solo per un istante. Il libro da cui ho tratto questo brano è “Io, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello” (Einaudi, 1978), nel quale Michel Foucault mostra come l’azione e il racconto si incrocino come elementi delle stessa natura: triplice omicidio e discorso del delitto fanno parte della stessa “opera” dello stesso “autore”. Alessandro Fontana, nella conclusione, sottolinea come il crimine di Rivière riporti alla luce la pericolosa questione della coesistenza della follia

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INCONTRI

FOLLE-MENTE …chi? Cosa? Ah, dicevi? Certo, è vero.. Cosa è vero? La follia. Di chi? Boh, di tutti. Ah, ecco. Siamo tutti un po’ folli, anche e soprattutto chi lo scrive ...e chi legge. Infatti, lo scrivere è l’attività prediletta dai folli, insieme a quella del parlare. Certo, non farlo a vanvera, quella è una prerogativa di un’altra categoria che con i folli ha ben poco, se non niente, a che fare. Ma andiamo per gradi, non tutti coloro che scrivono sono folli allo stesso modo, così come non tutti quelli che parlano lo sono in egual misura. Chissà cosa risponderebbe colui che della Follia ne ha fatto l’Elogio, antropomorfizzandola e facendola parlare in prima persona, il teologo Erasmo da Rotterdam. EdR. “Tutte le cose […] quanto più partecipano della follia tanto più rallegrano la vita dei mortali, che, se fosse triste, neanche meriterebbe di es-

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sere chiamata vita”. Quant’è vero, don Erasmo. La vita va vissuta a pieno e un po’ di sana follia non può che renderla più piacevole. Non fate finta che non sia così. Quanti di voi che avete letto il suo libro e state leggendo questo folle articolo-folle state cercando di ricordare l’evento più assurdo della vostra vita e quale gusto e piacere avete provato nel viverlo…e anche adesso, nel ricordarlo. Chi compie una “follia” ha piena coscienza di sé, delle proprie forze fisiche, del proprio fascino e, soprattutto, ama se stesso, attraverso quell’espressione di Vanità che nello scorso numero abbiamo cercato di sviscerare in tutte le sue forme. Del resto la stessa Follia erasmiana lo conferma. EdR. “Di grazia, chi odia se stesso come potrà amare qualcuno? Chi è interiormente combattu-


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INCONTRI

to, potrà forse andare d’accordo con altri? Potrà, chi è sgradito e molesto a se stesso, riuscire gradevole a un altro? …Pertanto, se non ci fossi più io, lungi dal sopportare il prossimo, ognuno, inviso a se stesso, proverebbe disgusto di sé e delle sue cose. Se piaci a te stesso, se ti ammiri, questo è proprio il colmo della follia; ma d’altra parte, dispiacendo a te stesso, che cosa potresti fare di bello, di gradevole, di nobile?”. Allora è vero che tra Follia e Genialità il legame è sottilissimo e quasi impercettibile? EdR. “Togli alla vita l’amor proprio e subito la parola suonerà fredda sulle labbra dell’oratore, il

musicista non piacerà a nessuno con le sue melodie, l’attore si farà fischiare con la sua mimica, il poeta e le sue muse saranno irrisi, sarà tenuto a vile il pittore con la sua arte, si ridurrà alla fame il medico con le sue medicine”. Parole sagge, caro Erasmo, non a caso la tua opera è uno dei pilastri culturali dell’Occidente; grazie per il tuo prezioso contributo a questo articolo e scusa se racchiuderò il tuo pensiero parafrasando una notissima frase dell’Alfieri: “Folli, e Folli sempre, e fortissimamente Folli”. Nicola MONTESANO

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CONVIVIO LETTURE

Che sia un pazzo o tanta gente, si parla sempre di folle. Storia di un riconoscimento rifiutato, riconoscimento di una storia azzittita: l’occidente allo specchio.

M. Foucault

Tra i miei più cari ricordi d’infanzia, ormai si parla di almeno un ventennio fa, ci sono le scene di un paesino aggrappato su un pendio dell’appennino lucano: una scarpata arredata a presepe. A volte si arredava a festa, come in occasione delle celebrazioni per il santo patrono del borgo, nel caso specifico S. Vito. Durante il corso della serata veniva fatta sfilare su un carretto a motore una nave di cartapesta, scortata da abitanti del paese acconciati alla maniera moresca, a ricordo del fatto che la nostra zona, si presume, sia stata oggetto di incursioni di pirati che, in epoca medievale, sovente si inoltravano anche nell’entroterra. Ho nutrito, non so perché, sempre dei dubbi sulla possibilità che pirati saraceni si fossero azzardati a risalire rivoli come il Basento o il Bradano e a giungere fino alle nostre colline. Questo dubbio è stato rafforzato in me dalla lettura del testo di M. Foucault Storia della follia. L’autore traccia in questo testo fondamentale per la filosofia dell’ultimo trentennio del secolo scorso, una storia delle pratiche di esclusione, internazione, separazione dalla società civile, cacciata dallo spazio delle regole, di coloro che si dimostravano non in grado di rispondere ai parametri che questi nomi significano. Una delle prime in ordine di tempo, praticata nel medioevo (epoca di quelle presunte incursioni piratesche) era la cosiddetta “Nave dei folli”: stipare, su

un vascello lasciato ai flutti e alle correnti, tutti i pazzi della comunità, che inevitabilmente se non perivano di fame durante il loro viaggio senza meta, prima o poi approdavano da qualche parte: partendo da questa ipotesi riesco a interpretare molti comportamenti dei miei compaesani. Ma a parte queste considerazioni di carattere antropologico, l’importanza del testo di Foucault consiste nel mettere in luce come la cultura occidentale ha respinto dalla parte dei confini proprio ciò in cui avrebbe potuto benissimo riconoscersi, in cui di fatto si è essa stessa riconosciuta in modo obliquo. Foucault lascia intendere il fatto che la follia era la verità denudata dell’uomo, e tuttavia, e volutamente, posta in uno spazio neutralizzato e pallido ove era come annullata. Con la separazione, l’internazione, la cacciata, la cultura occidentale ha inoltre, seguendo il discorso di Foucault, iniziato a sperimentare i modi di gestione della vita che poi ha applicato ai sani di mente, arrivando a pratiche di ipercontrollo della vita stessa che nei nostri “strani giorni” hanno il loro apice in “luoghi” come facebook, ove si verifica la volontaria esposizione dei cazzi propri in presa diretta. Rimane la festa, spazio della rottura delle regole: l’occidente che si riconosce in quel che rifiuta. Andrea SAMELA

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CONVIVIO SORSI

Sauvignon Blanc. PUREZZA, RICERCA, FOLLIA. C’è temporale fuori e pure dentro di me. Le tende si gonfiano dell’aria mossa dagli spilli di pioggia ed io ho deciso che i Massive Attack sono giusti per riempire questi silenzi. Nella tempesta è difficile cercare parole, piuttosto raccogli quelle che frantumate si scagliano nell’aria, allargo le narici per respirare più intensamente, definisco bene ogni singolo profumo, ogni nuance, la sento vibrare dentro me, ma sono e resto muto. Girovago tra luoghi, sbircio negli occhi dei tanti che incontro, scopro colori e sapori, disegno quadri estendendo i colori, eppure resto in attesa che tutto esploda. Riparto dalle terre che conosco, dai frutti scordati e sacrificati in nome dello chic system, ripasso dalle campagne trascurate per ritrovare la mia storia, la mia cultura, la mia forza. Il temporale scuote le mie emozioni. “Varrebbe la pena di chiamare vita la vita se non ci fosse piacere?” L’irrequietezza che mi regna mi rivuole terra, poi bocca, poi uomo. I miei sogni sono generati dalla follia o la follia mi co-

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stringe a seguire i miei sogni? Riprendo per mano il mio cammino e mi spingo nell’angolo remoto delle mie radici, dei miei ricordi, della mia gioventù, e le mie mani esperte sapranno dimostrare quanta genialità c’è in queste latitudini, quanti sapori, quanti saperi. Tu dici che il Vino o il cibo parlano solo in luoghi eterei? Ed io ti dico che senza follia non c’è visione, senza terra non c’è sangue, senza sangue non c’è vita pulsante. Le stanze ossigenate le lascio a te, le camere iperbariche pure. Io voglio anima e terra impastate alle mie mani. Spontaneità, eleganza, sensualità. Non saprai farne a meno, il mio cuore selvaggio ti dominerà lasciandoti desiderosa, irrequieta, voluttuosa. La follia ed il piacere come un lampo squar-

ceranno i tuoi equilibri noiosi, le tue monotone bevute. In me custodisco la primavera che deve farsi estate, l’eleganza di una nobiltà antica ma brillante, nel mio nome conservo spirito selvaggio che è fuoco che brucia negli occhi e nel palato di chi vorrà avermi, sono eclettico ed elettrico come questa musica, sono esotico, acido, intenso, complesso. Sono temporale che squarcia i tuoi sentimenti, sono sauvage e vengo da Pouilly, sono Sauvignon e quando mi avrai scoperto ti arrenderai al mio desiderio. Questo Sauvignon lo dedico a Carmine Nozzolino e Agostino Petrosino, al loro meraviglioso ristorante “Casa degli Angeli” di Nocera e alla follia per la ricerca che si fa ritorno a casa, alla vita. In quel girone della follia ritrovi sempre persone vere con cui condividere sorsi, morsi e discorsi. Prosit e Serenità, (live with me, Massive Attack) Wine_R


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CONVIVIO MORSI

RARO E COSTOSO. MA BUONO? I CIBI PER CUI FARE PAZZIE. Quando si uniscono un istinto e un piacere è facile che si arrivi a una follia. L’istinto dà la giusta pulsione, la spinta. Il piacere è l’obiettivo finale. E chi riesce a dominare questi stimoli? Chi almeno una volta non cede alla tentazione di lanciarsi andare, costi quel che costi? Se l’istinto in questione è il mangiare, e il piacere è il gusto, allora accade che per il cibo si facciano delle vere e proprie pazzie! Chi non ha in mente di pranzare almeno una volta nella vita in qualche rinomato ristorante a 3 stelle, o di assaggiare qualche pietanza o essenza pregiata? Zafferano, caviale, tartufo, champagne, sono tra i più lussuosi. Quando addiritura non si trova l’oro, utilizzato per esempio nel “Serendipity”, un dessert preparato con cacao proveniente da 14 paesi, 5 grammi d’oro e scaglie di tartufo, disponibile alla modica cifra di 25 mila dollari a coppa. Raggiungere queste “mete” darà sicuramente una soddisfazione personale, un motivo di orgoglio, tale da riempire i discorsi con gli amici per anni. Eppure – è mia convinzione – se chiedessi a ciascuno di voi per quale cibo fareste una pazzia, molti risponderebbero: un piatto o un frutto legato alla propria infanzia. Un sapore introvabile (“quelle giuggiole che mi faceva assaggiare nonno”) o non facilmente riproducibile oggi (“quei graffioli di zia Giovannina”). Per quelli sì che si farebbero follie, perchè nessun grande chef potrebbe mai riprodurli. E’ così, sorridendo davanti a menu di lusso, sogniamo ancora di ritrovare, per qualche fortunata coincidenza, quei sapori impagabili! Angela LAGUARDIA

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CONVIVIO LETTURE

<<…L’amore che spinge oltre ogni ragionevole barlume di razionalità e lucidità? Può definirsi follia la volontà che ci spinge a fare qualcosa contrario alle regole del buon senso e della “buona società”? Si chiama follia la forza che ci illude che la medesima storia possa ripetersi con un finale diverso>>

Può definirsi “FOLLIA”…? “Asylum” il titolo originale, che meglio esprime il senso di angoscia e tormento dei protagonisti di una vicenda ingarbugliata,di un amore-quello che si rivelerà con la A maiuscoladisturbato,passionale,crudele e profondo,che incarna al contempo il bene e il male. “Asylum”a significare qualcosa di protetto,ma anche una sensazione schiacciante di privazione,di prigione. Patrick McGrath ,in questo romanzo dalla forza struggente e travolgente,spinge ad entrare nelle menti dei suoi

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personaggi,i cui comportamenti sfuggono a quella che solitamente viene definita “normalità”,evidenziando il bisogno di emozioni smisurate per sentirsi davvero vivi. La storia è ambientata in un manicomio, dove si incontrano Edgard–scultore accusato di aver ucciso la moglie per gelosia–e Stella, affascinante moglie di uno psichiatra ed icona della perfetta donna e madre di buona famiglia. Nasce tra i due un’acuta passione,consumata di nascosto e velocemente. Per Stella neppure l’essere madre riesce a

mettere un freno all’incantesimo e così diventa una donna che cambia,che si evolve,che si mette in discussione ed alla prova. “Follia” narra un amore profondo,struggente e malinconico,ma intenso,pieno,ric co,incontrollabile,straripante. <<Non si può definire?Non se ne può parlare?È una cosa che nasce,che non si può ignorare,che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient’altro. Esiste. Esiste e basta>>. Elenia MARCHETTO


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Aspettatevi di tutto.


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CANTIERI URBANI PENSIERI IN LIBERTÀ

PANE, AMORE E FANTASIA. Follie ai fornelli. Stanco dei soliti gnocchi di giovedì (come tradizione insegna) o banalmente mosso da fame, un bel giorno un tale che di nome faceva Raffaele Esposito associò tre semplici ingredienti: pomodoro, mozzarella e farina, dando il “la” a quella sinfonia del palato che oggi chiamiamo “pizza margherita”. Troppo prevedibile farsi una bruschetta, quindi perché non complicarsi la vita con lievito&co? Correva l’anno 1889 ed il cuoco partenopeo intendeva così omaggiare la regina d’Italia, Margherita di Savoia, presentando un piatto che ricordasse il vessillo tricolore. Se questa fu follia o fantasia alimentare, lo si stabilirà in altra sede, ma nessuno mai avrebbe potuto ipotizzare che una formula così semplice avrebbe generato un’alchimia altrettanto universale. Lungi, magari, dall’ipotizzare una sua evoluzione in versione dolce, con le varianti – eresia! - all’ananas o alla Nutella. Ma, rimanendo in tema di tradizioni,

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come il cacio richiama i maccheroni, analogamente pizza fa rima con birra. Sì, certo, ma, se siete astemi, il vostro concetto di bollicine si incarnerà nella Coca Cola. Se ne siete fan, indirizzate pure i vostri omaggi a John Pemberton, farmacista, che in quel momento pensava di inventare un analgesico che alleviasse il mal di testa. Punti di vista. Definire la sua formula “blindata” è riduttivo. Ammesso, però, che le lezioni della Parodi siano state efficaci, la sveliamo in assoluto segreto, auspicando che il vostro supermercato di fiducia non freni le vostre velleità culinarie: acido citri-

co, caffeina, zucchero, acqua, succo di lime, vaniglia, caramello, aromi, alcol, olio d’arancia, limone, olio di noce moscata, coriandolo, neroli, cannella.

Certi che non ne verrà fuori candeggina, che la Forza sia con voi nella ricerca di “neroli” e olio d’arancia! Alba GALLO


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Anche per me, elogio alla follia, mi salverà con garbo e maestria lei si, lei si, con la sua ascetica impudenza accanto a me lotta per la sopravvivenza (Edoardo Bennato – Elogio alla follia)

Reale, innocente, impudente. È la follia. Un misto tra sogno e realtà. Lo stato di incoscienza nel quale essa vive, ci è molto più familiare di quanto possiamo immaginare. Disincantata e delicatamente spudorata permette alla nostra mente di realizzare i sogni più nascosti in modo plateale. La follia è la dea interiore che saltella e si compiace per la nostra disinibizione nei confronti della vita. L’essere umano è naturalmente folle, non lo diventa affatto. Tutti siamo dei potenziali Anastasia Steele, protagonista della famosissima trilogia 50 Sfumature, caso editoriale del 2012. Da insicura e gracile ragazza quale si credeva e dimostrava, diventa una donna mozzafiato sicura di sé e di quello che vuole dalla vita. Sfogliando le pagine dei tre libri si assiste ad un graduale cambiamento di Miss Steele, nei confronti degli altri ma soprattutto di se stessa,

Un punto per te, Miss Steele! e ciò accade solo quando lei prende confidenza con il proprio corpo e la propria mente, ascoltandoli e soddisfandoli. Succede proprio questo a quell’uomo capace di vivere a pieno la propria esistenza, i giorni della sua vita diventano come le pa-

gine del libro, più ricche e interessanti proprio perché si osa di più e ci si educa alla follia, costruendo la propria personalità e identità libere da qualsiasi schema. Veronica D’ANDREA

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Quanto ci meravigliamo se sentiamo ancora parlare di una persona dopo la sua morte? Certamente non tanto! Soprattutto se positivamente. Le cose cambiano ,però, se la persona in questione è Osama bin Laden. Colui che è stato ribattezzato dall’opinione pubblica mondiale lo “sceicco del terrore”; il cui nome è inevitabilmente legato all’attacco di matrice terrorista che ha colpito, l’11/09/2001,gli Stati Uniti d’America . Le immagini terribili di quel triste giorno le ricordiamo tutti: due , dei quattro aerei dirottati , colpiscono le torri 1 e 2 del World Trade Center di New York ,il terzo aereo colpisce il Pentagono, e il quarto, diretto contro la Casa Bianca, si schianta in un campo vicino. I danni maggiori furono causati dallo schianto dei due aerei sulle Torri Gemelle, che collassarono sotto gli occhi attoniti di molteplici spettatori impotenti, causando la morte di circa 2752 anime tra coloro che lavoravano negli uffici, vigili del fuoco e poliziotti impegnati nei soccorsi. In totale, in quel giorno le vittime dei quattro attacchi furono circa 3000. Fu un terribile colpo inferto agli Stati Uniti, che risposero dichiarando guerra al terrorismo e all’uomo che fu ritenuto il maggiore responsabile di tutto l’accaduto: proprio Osama bin Laden. Ed ora, a circa 2 anni dalla sua morte, avvenuta in Pakistan, quest’uomo fa ancora parlare di sé, in un documento segreto che lo riguarda ,reso noto da Al Jazeera, dove è posto l’accento sulla negligenza di Islamabad e vi è una forte critica all’atto di forza americano che ha portato alla cattura e alla conseguente uccisione dello sceicco del terrore avvenuta nella notte tra l’1 e il 2 maggio del 2011. In questo documento, si fa riferimento anche ad un episodio particolare avvenuto proprio mentre Osama viveva segretamente in Pakistan dove aveva trovato rifugio dopo gli attentati dell’11 settembre . Tra le pagine si legge ,infatti,

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OSAMA BIN LADEN: RAZIONALE FOLLIA? che fu fermato, ad un posto di blocco, per eccesso di velocità, da un poliziotto pakistano, mentre insieme ad uno dei suoi più fidati guardaspalle e alla moglie di questi percorrevano quella strada in macchina praticamente indisturbati. E il loro “viaggio” ha continuato ad essere tale perché il poliziotto probabilmente non ha riconosciuto l’uomo più ricercato sulla terra. Ma è andata davvero così? Davvero il numero uno di Al Quaeda non è stato riconosciuto o è stato più conveniente tacere? Certo, quante domande ancora potremo porci prima di giungere ad una verità e quanti dossier segreti verranno ancora alla luce che susciteranno in noi altre domande su quest’uomo che in un attimo ha distrutto vite umane e famiglie colpendo

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al cuore un’intera Nazione? E quanti retroscena avremo grazie a documenti che probabilmente potrebbero essere scoperti? Ma la domanda che in questo momento potrebbe essere interessante è: quanta reale follia c’è in un gesto del genere che è studiato nei minimi dettagli? Potrebbe trattarsi di follia razionale, quella terribile, che è frutto non di una mente insana, ma capace di intendere e ragionare profondamente tanto da sapere che un simile atto metterà in ginocchio un intero Paese, moralmente ed economicamente, e migliaia di famiglie, e condizionerà(e lo stiamo già vedendo) il tempo futuro innescando meccanismi difficili, quasi impossibili da fermare. Angela PANSARDI


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QUANDO FOLLIA VUOL DIRE CORAGGIO “Proviamo a essere pazzi e a pretendere in tutta serietà di mutare quel che si definisce immutabile. Siate realisti! Chiedete l’impossibile” Con queste parole di Havel, concludevo, qualche numero fa, una mia riflessione. Secondo Pascal, “gli uomini sono così necessariamente folli che il non essere folle equivarrebbe a esserlo secondo un’altra forma di follia” e Nietzche diceva che “nell’amore c’è sempre un po’ di follia,ma nella follia c’è sempre un po’ di saggezza”. Ma cos’è precisamente la follia,quale il limite oltre cui non si è più“normali” e siamo,poi,davvero sicuri che i normali siano proprio i“normali”? E se in realtà la follia fosse un acuto della ragione?Una fortuna che spinge a trovare,seguire ed essere pienamente se stessi? Se la follia fosse la traduzione in sentimento di una realtà piatta e sterile? “Folle”non potrebbe essere chi vive il suo destino senza stancarsi d’ascoltare la voce del cuore,dei desideri e della speranza? “Trovarsi davanti un pazzo significa trovarsi davanti uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi,la logica di tutte le vostre costruzioni!Costruiscono senza logica,beati loro,i pazzi!O con una logica che vola come una piuma. Voi dite “questo non può essere” e per loro può essere tutto!E voi direte che non è vero. Perché non par vero a te, a te, a te e a centomila altri. Cari miei, guai, guai se non vi tenete forte a ciò che vi par vero oggi,a ciò che vi parrà vero domani,anche se sia l’opposto di ciò che vi pareva vero ieri!”

Ci vuole coraggio, signori. Coraggio per vivere le emozioni, cambiare le cose, rompere gli schemi. Talvolta anche soltanto essere se stessi. Vivere anziché sopravvivere. Allora il folle è una risorsa. Una rara virtù in un mondo di “normali”. Elenia MARCHETTO

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Quando alla classe manca solo l’acqua. Noi la portiamo nella vostra casa.

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WEB 3.0 INTERNET&MULTIMEDIA

Di follie nel web e nel mondo informatico in generale, se ne vedono tutti i giorni. Lo stesso web, per come lo vediamo noi oggi, era al suo nascere un progetto folle e che non avrebbe avuto futuro... Bah! Ma alla fine è così, nella vita bisogna osare essere un po’ folli… lo diceva anche Steve Jobs “ Stay hungry. stay foolish!” Ma non tutte le follie alla fine

hanno portato al successo desiderato. Vediamo allora quali sono stati i prodotti hi-tech più fallimentari della storia: Merita la copertina il caro e vecchio Segway, che doveva diventare il mezzo di trasporto del futuro e infatti sorprendeva con la magia del giroscopio e della guida comoda e fluida .Ma non è andato oltre alla curiosità e a un uso piuttosto

limitato. Ironia della sorte, il proprietario della società è morto durante la prova di un modello fuoristrada. Esistono decine e decine di smartphone e cellulari fallimentari, che hanno venduto sotto le aspettative, ma i più clamorosi si contano sulle dita di una mano. C’è ad esempio Microsoft Kin, una serie di cellulari pensati per un pubblico

Follie dal Quando non tutto fa successo

giovane, che puntavano sulla connessione al web e ai servizi proprietari, ma che sono stati dismessi dopo pochi mesi di vendite deludenti; Microsoft si è ampiamente rifatta con la serie di smartphone Windows Phone. Nokia Ngage doveva essere l’anello di congiunzione tra cellulare e console portatile, ma ha venduto molto poco. Scarso successo anche per il Blackberry Playbook che aveva debuttato con un prezzo assai alto, ma anche per HP Touchpad che portava in grembo il frutto del matrimonio salato tra HP e Palm, ma che poi è stato svenduto per far fuori le scorte ed è stato un vero peccato e spreco. Microsoft Zune doveva essere l’anti iPad ma ora è un pezzo da museo. Fallimentari gli occhiali da sole con Mp3 integrato Oakley Thump del 2007. Caduto del dimenticatoio ROKR E1 di

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WEB 3.0 INTERNET&MULTIMEDIA

Motorola in collaborazione con Apple, il primo iTunes phone che non ha mai sfondato. Garmin Nuviphone doveva essere il GPS-Phone, ma sin da subito era chiaro non avesse futuro in un mondo di smartphone con apps satellitari. Ottima scheda tecnica ma troppo precursore dei tempi, Samsung Q1, era grosso e costoso e non ha venduto. Piccolo ma ugualmente

FileCleaner, pulire Windows controllando in real time i file temporanei Un software totalmente gratuito ed utilizzabile su tutti i sistemi operativi Windows (sia a 32-bit sia a 64-bit) che offre le stesse funzioni rese disponibili da CCleaner permettendo inoltre ai suoi utilizzatori di programmare i processi di pulizia e di controllare direttamente

web costoso, Nexus Q, ossia la sfera multimediale è stato un flop da subito.

in tempo reale i file temporanei presenti nell’OS.

Consigli Software Playjack: ricerca ed organizza i video di Youtube su Chrome

Consigli Hardware Google annuncia il nuovo Nexus 7

Un’estensione per Chrome che vi permette di avere a portata di click alcune funzioni che sicuramente gli amanti dei video apprezzeranno. Instagiffer, trasformare video in GIF aggiungendo didascalie ed effetti Si tratta di un software totalmente gratuito ed utilizzabile senza alcun tipo di problema su tutti i sistemi operativi Windows (sia a 32-bit sia a 64-bit) che consente di aggiungere didascalie ed effetti alle immagini GIF generate.

Google ha annunciato ufficialmente la nuova versione del Nexus 7. Prodotto da ASUS, il tablet è equipaggiato con un display 7” HD da 1.920×1.200 pixel e 323 ppi , un processore Snapdragon S4 Pro da 1.5GHz quad-core ed una GPU Adreno 320. Ci sono due fotocamere, una posteriore da 5 Megapixel ed una frontale da 1.2MP, mentre la RAM disponibile all’interno del dispositivo è pari a 2GB. Quanto allo storage, il nuovo Nexus 7 è declinato in due versioni: una da 16GB ed una da 32GB. Esteticamente, il tablet ha una scocca di 3 mm più sottile rispetto alla generazione precedente,

uno spessore di 7,6 mm ed un peso di circa 317,5 grammi. SSDBoss, comparare i drive SSD per scegliere quello giusto un servizio online che permette di visualizzare statistiche e valutazioni tecnico-pratiche su tutti i principali modelli di SSD attualmente in commercio. Basta cercare i drive su cui si desidera avere informazioni e si viene immediatamente reindirizzati verso una scheda con punteggi e statistiche su velocità di scrittura/lettura dei dati, consumo energetico e quant’altro senza dimenticare i prezzi( in dollari).Il sito include una classifica generale dei migliori SSD ordinati in base allo score complessivo ottenuto nei benchmark (sezione SORT) e un’utilissima funzione per comparare due SSD mettendo a confronto le loro capacità e le loro valutazioni.

Surface RT, taglio di prezzo anche in Europa Microsoft ha deciso di estendere il price-cut di Surface RT all’Europa, Italia compresa. La versione ARM del tablet viene così distribuita sul Microsoft Store Online e in altri punti vendita nazionali con uno sconto di circa 150 euro rispetto al prezzo originale, che era di 487 euro. Il nuovo listino dei prezzi vede Surface RT 32 GB venduto a 337 euro, Surface RT 32 GB con Cover Touch commercializzato a 437 euro, mentre la versione 64GB del dispositivo viene distribuita a 439 euro in versione “liscia” e a 539 euro nella versione equipaggiata con Cover Touch. Mimmo CLAPS www.momocloud.com

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