Brek n.27

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anno VI - n째 27 Novembre/Dicembre 2013

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SOMMARIO

Anno VI - n°27 Novembre/Dicembre 2013

METROPOLIS

INCONTRI

10. …che ad avere un corpo da donna è più figo. 14. Mens sana in corpore sano? Non sempre. 18. Storia di un corpo. Storia di Irene ... 22. Photoshop aiutami tu. Riflessioni ... 24. La magia del Make-up: dare corpo...

42. Un malvestito lucano alla sua seconda... 46. L’uomo una macchina anatomica pensante.

POLITICA, COSTUME E SOCIETÀ

pag. 10

PERSONE E PERSONAGGI

Soc. Cop. Sociale a r.l. via Isca del Pioppo, sn 85100 Potenza tel. 0971 36703 - fax 0971 25938 info@brekmagazine.it

pag. 46

DIRETTORE RESPONSABILE Nicola Pace IMPAGINAZIONE E GRAFICA Bloop Srl STAMPA Tipografia Zaccara - Lagonegro

QUARTA PARETE

CONVIVIO

DISTRIBUZIONE Potenza e dintorni elenco su www.brekmagazine.it

28. Avatar: il conflitto tra reale e virtuale. 32. Il dio delle statue. 34. Il corpo del design.

50. Autodeterminazione come cura di sé. 52. Falanghina. 53. Corposità fruttate. 54. Un corpo da bruciata viva.

ABBONAMENTI Per ricevere BREK Magazine via posta ordinaria e in tutta Italia è possibile abbonarsi online su www.brekmagazine.it

CINEMA, TEATRO E ARTE

pag. 28

SORSI & MORSI, LETTURE & BENESSERE

pag. 54

CANTIERI URBANI pag. 64

PENSIERI IN MOVIMENTO

58. Convivendo odi et amo. 60. Il corpo custode del nostro essere…. 62. Riscoprirsi attraverso il corpo. 64. Il corpo un dono incondizionato. 66. Corpo di mille balene…

WEB 3.0

INTERNET E MULTIMEDIA 68. Le migliori app per il corpo.

PUBBLICITÀ Luigi Messina commerciale@brekmagazine.it tel. 0971 36703 - cel. 392 92 92 850 HANNO COLLABORATO Rocco Bochicchio, Domenico Calderone, Mimmo Claps, Vito Colangelo, Daniela Coviello, Anna D’Andrea, Veronica D'Andrea, Mari Donadio, Alba Gallo, Barbara Guglielmi, Angela Laguardia, Elenia Marchetto, Maya Matteucci, Nicola Montesano, Angela Pansardi, Andreina Serena Romano, Leonarda Sabino, Andrea Samela, Francesco Tripaldi, Wine_R

C’è un’esperienza unica che caratterizza la vita di tutti noi. È l’esperienza straordinaria del sentirSI, dell’avvertirSI, del percepirSI. Esperienza vitale per ogni essere umano, garantita dalla nostra peculiare capacità di coscienza e assicurata dal nostro CORPO. Qualcuno, nella sua frenetica arroganza, è certo di essere padrone del proprio corpo, di possederlo; è sicuro di avere un corpo e dunque di poterne disporre in ogni modo e per ogni fine. Ma l’arroganza acceca e impedisce alla ragione di capire. La verità è un’altra. Noi non abbiamo un corpo, nel senso che non lo possediamo come se fosse un oggetto estraneo a noi. Noi siamo un CORPO ed è per questa ragione che è nostro dovere tutelarlo, preservarlo, rispettarlo. Noi siamo un CORPO e, a differenza di qualunque altro oggetto, non siamo in vendita.

PROSSIMA USCITA n°28 Febbraio 2014 Tutti i numeri sono sfogliabili in formato pdf all'indirizzo www.brekmagazine.it BREK garantisce la libertà di pensiero e di espressione. Per questo motivo ogni collaboratore è singolarmente responsabile delle proprie idee e di ciò che scrive. Autorizzazione Tribunale di Potenza nº 376 del 7/5/08 Iscrizione al ROC n°19633

il corpo

EDITORIALE

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anno VI - n° 27 Novembre/Dicembre 2013

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CENTRO BENESSERE di Luciana Santangelo

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collection

la vanità

la donna

anno VI - n° 25 Luglio/Agosto 2013

anno VI - n° 24 Maggio/Giugno 2013

anno IV - n° 21 Novembre / Dicembre 2011

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METROPOLIS POLITICA

CHE AD AVERE UN CORPO DA DONNA È PIÙ FIGO. (Il problema però, è quasi sempre la testa). Per giorni interi tv e giornali ci hanno propinato speciali con tanto di ammirazioni ed invidie sullo splendido corpo della Hunziker all'indomani della nascita della sua secondogenita. Bellissima ed in splendida forma, a sole ventiquattro ore da quello che ogni donna può descrivere semplicemente usando il caro termine travaglio, la Michelle nazionale è ritornata dietro il banco del suo “TG” in splendida forma, raggiante come sempre e forse anche di più. Orbene, la conduttrice in splendida forma con tutti a chiedersi come abbia fatto in così poco tempo a rientrare nei suoi vecchi panni (se di vecchi ne ha!), mentre l'Italia va allo sfacelo e le donne

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“normali” al rientro dalla maternità si trovano la cara letterina di licenziamento perché una donna lavoratrice e mamma non è più disponibile 24/24h, costa troppo e lavora meno. La donna vista come mezzo che produce vita è un affare di Stato più che un corpo da rispettare e tutelare. Fate pure le vostre considerazioni sciocche: eh ma l'uomo non va in maternità! Eh ma l'uomo lavora di più, eh ma l'uomo produce di più... Per le aziende una donna che produce vita è un peso: potrebbe rifarlo. E rifarlo... ancora. Vi sembra esagerato? Fidatevi, non lo è. Avere il corpo di una donna è, però, probabilmente più figo

dell'avere un corpo da uomo. Noi, del resto, possiamo mettere sia la minigonna che i pantaloni! E quando scegliamo la minigonna e sfoggiamo il nostro miglior mascara, il nostro corpo è in genere, oggetto di sguardi e ammirazione. Noi vediamo trasformare il nostro corpo in maternità e poi lo vediamo magicamente ritornare quasi sempre com'era prima della “duplicazione”. Il corpo uomo se ingrassa è bello e andato e poi, il mascara e la minigonna voi non potete indossarle con tanta leggerezza! Ritornando all'attualità, oltre alla Hunziker, tema della settimana - con tanto di puntatone alla domenica di Barbara d'Urso (sic!)- è il vendesi per guadagnare.

Il corpo delle donne, giovani donne in questo caso, come mezzo per guadagnare. E guadagnare anche bene a quanto pare. Ragazzine che vanno a scuola e che tra un'interrogazione e l'altra, intrattengono uomini spregevoli per soldi. Uomini in giacca e cravatta che col solo sguardo portano via ad una quattordicenne quanto la fanciullezza le ha lasciato. Oltre alle critiche inerenti il buon costume, oltre allo scandalo che hanno suscitato le indagini degli inquirenti che hanno dimostrato un coinvolgimento della madre di una delle ragazzine, quello che suscitano notizie del genere è una sorta di big question su cosa e come ci siamo ridotti. Se una ragazzina di quindici

anni per avere l'ultimo modello dell'iPhone, un paio di jeans alla moda o una borsa nuova, decide che avere rapporti sessuali con degli sconosciuti vada bene e sia giusto nel senso che non le causa problemi di nessun tipo allora la vera domanda è: ma a quindici anni le ragazzine d'oggi, sono consapevoli della differenza tra il bene e il male? Sanno distinguere cosa sia giusto da ciò che è sbagliato? Se la riposta è sì, ogni altra parola è una parola buttata al vento. Le possiamo condannare queste ragazzine da un punto di vista etico – come abbiamo condannato B. che in materia di ragazzine ha un dottorato da far invidia – ma poi? A quindici anni sei inesperta sul mondo ma del mondo già sai dove finisce la sottile linea grigia che divide il bianco dal nero. Il proprio corpo da vendere, il proprio corpo che crea altro corpo... siamo tante cose in materia fisica ma la differenza sta nella testa che il corpo in questione comanda. Il corpo è il mezzo per dirla alla McLuhan. E nelle ere della meccanica, dove si è operata un'estensione del nostro corpo in senso spaziale, si è davvero sconvolti nel vedere a quanto in basso siamo riusciti ad arrivare. Lea Sabino

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NATALE

DI BASILICATA Tradizione Arte e Fede

I presepi di Artese in Brasile e Finlandia I mercatini e gli altri eventi I presepi artistici e viventi in Basilicata WWW.BASILICATASACRA.IT WWW.BASILICATATURISTICA.COM


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METROPOLIS SOCIETÀ

MENS SANA IN CORPORE SANO? NON SEMPRE! Il termine “corpo” (dal latino corpus) è uno dei lemmi più usati dall’uomo nel linguaggio quotidiano. La sua altissima frequenza d’impiego è giustificata dal fatto che la parola in oggetto non è indispensabile solamente per formare sintagmi e locuzioni (corpo di ballo; corpo armato; corpo diplomatico; corpo del reato ecc.) ma anche derivati rappresentati da sostantivi (corporazione; corpetto ecc.) o aggettivi (corposo; corpulento ecc.). Uscendo dall’ambito grammaticale e lessicale, possiamo notare come oggi il corpo rappresenti una sorta di totem umano al centro dell’attenzione generale. Si può affermare senza dubbio che la “società dei consumi” in cui viviamo ha sovvertito il vecchio, ancestrale rapporto anima –corpo, facendo prevalere il secondo termine sul primo, in modo tale da renderlo la parte più interessante, più espressiva, più attraente di un essere umano. L’apparenza, quindi, prevale sull’essere: ormai si parla sempre e solo di “linguaggio del corpo”. Quindi non c’è da meravigliarsi se l’anima, che sin dagli albori della civiltà aveva rappresentato la parte migliore, nobile dell’uomo, anche se nascosta e non tangibile, è diventata via via, con l’evoluzione, termine astratto propulsore di astrazione dalla realtà vera, effettuale, prescindibile da ogni aspetto ontogenetico. Il corpo, specie quello femminile, in questo mondo alla rovescia, prevarica l’anima in tutti i settori e categorie umane, grazie all’enfatizzazione

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offerta dalla tecnologia, che corre in soccorso di chi vuole tout court ostentare la propria bellezza fisica. Quanti programmi televisivi del genere “kitsch”, specie negli anni addietro, affidavano la loro audience a ragazze avvenenti, ma con la testa bacata, che avevano il solo compito di giacere in una teca di vetro trasparente? E quante “vallette” recitavano il ruolo di odalische mute, passanti ogni tanto davanti alle telecamere per risvegliare l’attenzione di telespettatori assopiti? E quante deputate e senatrici siedono in Parlamento, non certo per essere dotate di una mente eccelsa, ma piuttosto di un corpo attraente e di un marcato sex appeal? È lapalissiano che la mercificazione del corpo femminile rappresenta il frutto velenoso della secolarizzazione, dell’annientamento dei valori, della corsa al denaro facile, ma è altrettanto vero che lo sviluppo smodato dei mass media, all’insegna della deregulation e, quindi, dell’abolizione di ogni censura protettiva, hanno favorito e moltiplicato il fenomeno. Sic et simpliciter, la televisione ha, in effetti, la colpa di aver dato lo start al “processo di slatentizzazione” dei desideri più incoffessabili, ma Internet, con i suoi tentacoli “velenosi”(Facebook; Twitter etc.) sta completando l’opera, si fa per dire, accelerando e precocizzando il voyeurismo malsano attivo e passivo che investe ormai ogni strato sociale e fascia d’età. Del resto, gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto

coinvolte ragazzine minorenni, peraltro ree confesse, appena al di sopra dell’età pediatrica, in un quartiere non certo degradato di Roma, stanno a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, come la soglia di guardia di certe aberrazioni si sia abbassata e stia diventando sempre più la “conditio sine qua non” per soddisfare i “bassi istinti” del cosiddetto “homo sapiens” del terzo millennio. Chi riporterà un po’ di sobrietà, dando il giusto valore a ciò di cui siamo fatti, per evitare che l’ostentazione del corpo sia la massima aspirazione a cui tendere? E poi, è ancora attuale la massima latina, di tipo sanitario, che da sempre tenta di regolare il nostro rapporto

con la salute, secondo la quale “mens sana in corpore sano?” Sono domande a cui è difficile dare una risposta, poiché, nei momenti di crisi come quella che stiamo vivendo, certe disdicevoli tentazioni sono come la bulimia come valvola di sfogo per affogare i propri dispiaceri. E, alla luce di quanto è stato detto, un corpo sano, in una fase di “non compos mentis” come la nostra ( mi scuso per il doppio bisticcio di parole), ovviamente non garantisce una mente sana. Insomma, è il classico cane che si morde la coda. Così è, se vi pare! E più non dimandare! Ringrazio il drammaturgo ed il poeta per il prestito. Domenico CALDERONE

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METROPOLIS COSTUME

Storia di un corpo Mettiamoci in forma con lo smartphone

Sono le 17 e 43 di una domenica pomeriggio qualunque di un autunno qualunque, ho terminato di divorare l’ennesimo libro e non ho voglia di arrivare fino alla camera da letto per recuperare il termometro. Probabilmente ho qualche linea di febbre, ma niente di sufficientemente grave da liberarmi dei doveri impellenti come cucinare, preparare i compiti in classe ed occuparmi del corpo di chi, a novant’anni ha ancora energia da vendere. La stupida febbre è solo il mio corpo che dice “ehi tu?! Incosciente sfruttatore… fermati! Hai una certa età, non l’hai ancora notato?” Sorrido, del mio corpo che dai trenta in su ha imparato a parlare. E ad agire persino, quando fingo di non sentirlo. Dico di aver imparato ad occuparmi di lui e invece ogni tanto ricado nel vecchio giochetto del corri dietro alla vita come fosse l’ultimo treno in partenza da una stazione deserta.

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Al termine di una lunga malattia qualche anno fa, mi ritrovai improvvisamente “umanizzata”. Wonder Woman aveva lasciato il posto ad un corpo e ad una mente capaci di percepire la stanchezza, il sonno, e capaci, soprattutto, di chiedere aiuto e di pretendere ascolto. Fu una specie di rinascita, come ogni metamorfosi che si rispetti, eppure ancor oggi ogni tanto Wonder Woman fa capolino dietro l’angolo e tenta di prendere a calci il monaco zen che siede nella mia pancia. Sono tornata bambina, perché ricordo che la sapevo fare, da bambina, questa cosa: guardare il cielo, contare le nubi, parlare col mare e riprendere le energie in silenzio. Ascoltare l’involucro di carne ed ossa che conteneva i miei sogni. Misurare l’infinito usando me stessa come unità di misura, senza alcuna interferenza, senza alcun turbamento. Invece capita spesso che in mezzo agli ingranaggi della vita, nella rincorsa di rendere felici

coloro che abbiamo accanto, dimentichiamo che il ritmo del nostro cuore è ancora l’unico metronomo che abbiamo, unico, come le nostre impronte digitali. Quel ritmo, lento o accelerato che sia, è solo nostro, è il nostro ritmo non è né giusto né sbagliato... semplicemente esiste. Diceva Tiziano Terzani in “Un altro giro di giostra”, “Ringrazio il tumore per avermi ricordato che non ero ancora abbastanza felice”, condivido quella frase in ogni sfumatura, e capita spesso che io me la ripeta in quei giorni in cui devo ritrovare il mio metronomo. Vivere con un corpo fragile può farci sentire inadeguati, bisognosi di aiuto, ma può essere anche un buon escamotage per ricordarci di essere felici e di essere gentili con noi stessi. Poggio sul grande tavolo di quella cucina affacciata sul mare, in mezzo ai primi finocchi e alle ultime melanzane, “Storia di Irene” di Erri De Luca, storia di

un corpo particolare e quindi di una vita particolare. Storia di un corpo in metamorfosi, come lo è ogni uomo che non si accontenta di sopravvivere. Di un corpo anomalo, bistrattato dagli altri, non riconosciuto dal resto del mondo, eppure non tanto diverso dalla pasta di cui sono fatti i sogni. Oggi, mentre aspettavo il treno per rientrare a casa, sfinita dai postumi di una crisi da Wonder Woman, ho incontrato, dato che nulla accade per caso… due ex studenti, due ragazzi cosiddetti “diversi” come diversa è l’Irene di De Luca, due ragazzi che hanno avuto bisogno in un tempo non molto lontano di un “insegnante di sostegno”. Fui io quell’insegnante, e furono loro, insieme al mio corpo “fragile” e alla mia buffa malattia, a ricordarmi di essere felice e di tornare a misurare l’infinito con i battiti del mio cuore. Maya MATTEUCCI

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METROPOLIS COSTUME

PHOTOSHOP, AIUTAMI TU Riflessioni di una taglia 44

Non sono una taglia 40 o meglio, non sono una taglia 38, visto che con il passare del tempo sembra che le taglie diminuiscano notevolmente. Quello che inizialmente (parliamo del secolo scorso) era “sei una taglia 42?” adesso è diventato “devi stare massimo in una 38 e non avere alcuna forma”. Leggevo dei regimi fisici e alimentari che sono costrette a tenere i famosi “Angeli” di Victoria's Secret prima delle sfilate: sessioni interminabili di palestra, il cibo è solo un miraggio e qualsiasi altro

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tipo di restrizione possibile. Ma le avete mai viste quelle ragazze? Sono perfette, davvero degli angeli sulla terra. Se loro devono prestarsi a questo, io cosa dovrei fare? Probabilmente rinchiudermi in casa e fare shopping solo nei grandi magazzini che hanno taglie comode (ormai anche la 44 è diventata curvy). E tutto perché il mio corpo non è giusto. Questo ci dice la società. Non rientro in nessuna delle categorie di “perfezione” stabilite dai canoni di bellezza dettati dal mondo della moda;

anzi, detta così, faccio parte di quel buon 80% di donne che si affannano per toccare la perfezione attraverso routine quasi maniacali, proibizioni al limite della follia e continue sedute stressanti tra estetiste e qualsiasi altro specialista nel campo. Non sono perfetta. Avrei bisogno di sedute di photoshop per riuscire perfetta in una foto: via quei fastidiosi nei sul viso, elimina le imperfezioni della pelle, diminuisci un po' qua e un po' là, abbronzami un po' anche se siamo a Natale, rendi

i miei capelli più luminosi e magari (questo si) fammi un naso più piccolo. Adesso si che posso primeggiare tra le belle in copertina. Eppure, se non ricordo male, anche le più importanti riviste fanno questo alle modelle. E allora, che bisogno c'è di lavorare e lavorare sul proprio corpo se, anche quando sei praticamente perfetta, poi hai bisogno di un ritocco? Ma non è finita qui. Non potrò mai indossare un “crop top” (parliamo di quei pezzi di tessuto aderenti sopra l'ombelico) come Selena

Gomez, non sarò mai leggiadra come una ballerina in tutù (cosa difficile anche per una modella) e non potrò vantarmi dei miei addominali su una spiaggia esclusiva. Eppure sono ancora viva. Non sento che la mia vita finirà domani quando un jeans andrà più stretto o un abito non avrà una vestibilità adatta al mio fisico. Ma ho la consapevolezza di poter affogare i miei dispiaceri in un vasetto di nutella o di poter bere senza rimpianti due calici di vino rosso, senza dover contare le calorie e privarmi il giorno dopo del pasto

quotidiano. Certo però, se avessi almeno 15 anni di meno e se fossi altrettanti chili più magra, potrei provare a sfondare nel mondo della moda: userei il mio blog per farmi fotografare in completi da red carpet e diventare famosa. Però sono arrivata un po' in ritardo. E' come una bilancia: valuta, soppesa i pro ed i contro e poi decidi. Anzi, magari mettiti su uno dei suoi piatti, e sarà lei a scegliere per te. Andreina Serena ROMANO

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METROPOLIS COSTUME

LA MAGIA DEL MAKE UP: DARE CORPO ALLA BELLEZZA

Se si pensa al mondo del make up si ha sensazione di immergersi in un regno fatato, dove "preziosi"amici magici aiutano a realizzare il sogno indiscusso delle donne: essere belle! La pozione funziona solo se si mescolano i prodotti giusti nel modo giusto, camuffando i difetti ed esaltando i pregi, facendo sì che sul volto prenda corpo la bellezza, una bellezza che spesso fa trasparire qualcosa di ben più profondo dell’apparenza: nel make up si rispecchia la personalità . Si, perché ogni look ci parla di un lato del carattere di chi lo sfoggia, del suo modo di essere, del suo umore. Il trucco è un linguaggio attraverso il quale sul volto di una donna appare il messaggio che vuol trasmettere, in modo più o meno consapevole, al mondo circostante, influenzato inevitabilmente dallo stato umorale del momento: sono intrigante, sensuale, timida, romantica, severa, allegra, arrabbiata! Così ogni giorno le donne si districano tra fondotinta, ciprie, terre, rossetti, ombretti, tutti del giusto colore, alla ricerca della pozione perfetta che dia corpo ad una bellezza che parli di loro, non solo per apparire più gradevoli agli occhi degli altri ma sopratutto per sé stesse, per sentirsi meglio.

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QUARTA PARETECINEMA

Jake Sully

AVATAR: IL CONFLITTO TRA REALE E VIRTUALE

Avatar è un film di fantascienza del 2009 co-montato, coprodotto, scritto e diretto da James Cameron e interpretato da Sam Worthington, Stephen Lang, Zoë Saldaña, Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi e Michelle Rodriguez . È stato distribuito nei cinema di tutto il mondo tra il 16 e il 18 dicembre 2009 tranne che in Italia e in Svizzera , dove è uscito il 15 gennaio 2010, a causa della

consistente concorrenza cinematografica che si presenta sempre sotto le feste di Natale. Il film è stato proposto nel tradizionale formato 2D ma anche e soprattutto in 3D poiché Cameron ha pensato il film per essere visto proprio in quel modo. Pandora è un mondo primordiale, ricoperto da foreste pluviali, con alberi alti anche fino a trecento metri, ed è abitato da varie

“Adesso mi sembra questa la realtà, e il mondo reale la fantasia”

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creature spettacolari, tra cui gli umanoidi Na'vi, alti più di tre metri e con la pelle blu. L'aria del satellite è tossica per gli umani, pertanto gli scienziati hanno sviluppato degli avatar, corpi ibridi genetici tra umano e Na'vi privi di coscienza propria: attraverso un'interfaccia mentale un uomo può trasferire la sua anima e la sua coscienza nel corpo dell'avatar e controllarlo come il suo corpo. Tale

QUARTA PARETE CINEMA

collegamento viene effettuato cadendo in una sorta di coma all'interno di una speciale capsula tecnologica. La RDA (una compagnia interplanetaria terrestre), vuole sfruttare Pandora principalmente per l'unobtanium, un cristallo ferroso che ha la capacità unica nella galassia di fungere da superconduttore a temperatura ambiente anche fino al suo punto di fusione, il suo sfruttamento potrebbe risolvere i gravi problemi energetici che

assillano la Terra da decenni, ma soprattutto arricchire chi riesce ad estrarlo poiché il suo valore commerciale è altissimo. Uomini d'affari avidi e militari si trovano così uniti nel tentativo di spoliazione del pianeta. Purtroppo i più abbondanti giacimenti si trovano maggiormente in luoghi di particolare importanza per tutta la specie dei Na'vi come

ad esempio i Monti Alleluia o sotto l'insediamento del clan Na'vi degli Omaticaya e gli indigeni Na'vi non hanno alcuna intenzione di farsi colonizzare. Mentre la via diplomatica battuta dalla dottoressa Grace Augustine sembra non avere risultati significativi, il colonnello Miles Quaritch e il dirigente Parker Selfridge pensano di usare la forza e preparano un attacco militare. Nel frattempo, l'ex marine Jake Sully, costretto a vivere su una sedia a rotelle, viene chiamato a sostituire il fratello Tommy, ucciso durante una rapina. L'uomo era uno scienziato e l'avatar che avrebbe dovuto governare era stato realizzato appositamente con il suo codice genetico, e quindi solo Jake, essendo il suo gemello monozigote, può adesso guidarlo. Jake ignora assolutamente tutto su Pandora e sui Na'vi, ma lo entusiasma la possibilità di poter tornare a camminare, così accetta il patto offertogli dal colonnello: una costosa operazione chirurgica per riavere le sue gambe, in cambio di informazioni per l'attacco. Il compito iniziale dell'avatar di Jake sarà quello di conoscere usi e costumi della popolazione e di farsi accettare all'interno delle loro comunità. Sarà così in grado di riferire se sia possibile sottometterli. Rinato nel corpo del suo avatar, Jake può camminare nuovamente. Conosce così Neytiri, una guerriera Na'vi figlia del capo tribù. Da lei impara a divenire un guerriero molto diverso dal marine che è stato e se ne innamora ricambiato. Da quel momento la sua visione dell'impresa cambia completamente. Sarà proprio lui a guidare una battaglia epica che deciderà il destino di un intero mondo. Cameron è stato con "Avatar" il primo regista a lavorare sul nuovo 3D, il film è stato concepito, infatti, quando

ancora non esistevano i mezzi per realizzarlo. Dalla scrittura della sceneggiatura all’uscita di "Avatar" sono passati tredici anni e nel frattempo molte produzioni hanno utilizzato gli studi fatti dalla troupe di Cameron per realizzare film con meno pretese, ma sempre in 3D. Cameron è stato uno dei primi registi a lavorare sulla "performance capture" (la tecnica che cattura, attraverso dei sensori, le espressioni del viso di un attore e le riporta su di un personaggio virtuale, e il risultato è che oggi come oggi non ci sono più limiti ai movimenti della macchina da presa o alle azioni di un attore. Tutto è possibile e ogni scenografia è ricreabile. Dal punto di vista delle tematiche affrontate, invece, il regista trasmette con grande maestria più significati e più messaggi: l’ecologia, la spiritualità, la pace, la tolleranza, l'amore; tutte esposte in maniera poetica sia a livello visivo che sonoro. E’ un tentativo di salvare la civiltà dall’ autodistruzione e dal consumismo che la caratterizzano. All’inizio del film vediamo aprirsi degli occhi, rappresentano il risveglio del marine Jack Sully, che è giunto sul pianeta Pandora dopo un lungo sonno artificiale su una nave spaziale. Negli ultimi fotogrammi del film vediamo aprirsi gli occhi gialli di un altro corpo, un corpo alieno, nel quale Sully si risveglia dopo aver abbandonato il suo vecchio corpo. La trasmigrazione della coscienza del protagonista da un corpo a un altro è il tema che apre il film, lo accompagna per tutto lo svolgimento della narrazione e lo chiude, nel finale, con la scelta di Sully di abbandonare il suo corpo “reale” e con esso la sua società per ricominciare una nuova vita in quel mondo dove si sente finalmente a casa. Mari DONADIO

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QUARTA PARETE ARTE

IL DIO DELLE STATUE Ron Mueck, è un australiano con la felpa oversize come la sua immaginazione. La sua fama nasce nel 2001, alla Biennale di Venezia, con l’opera chiamata “Boy” (1999), una statua che ritrae un ragazzo, appunto, di quasi cinque metri accovacciato sotto la volta della sala in cui era stato collocato, il pubblico ne fu entusiasta mentre la critica, successivamente, avrebbe definito tale opera come un esempio perfetto di solitudine.

D’un tratto, dal suo debutto nel mondo dell’arte, è improvvisamente tornata di moda la topica delle dimensioni, il dualismo atavico tra il troppo grande e il troppo piccolo, un tema tradizionale che, tuttavia, ha sempre suscitato un’unica e sola domanda: “parteggerò per Davide o per Golia?” Ad ogni modo, la personale rilettura del tema delle dimensioni da parte di Ron, per mezzo di ciò che mi prendo la licenza di definire “il tocco”, sta nel contrasto che si crea tra l’iperrealismo delle sue statue che induce nello spettatore una tensione empatica e le

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dimensioni irreali delle stesse che tradiscono le umane sembianze provocando un effetto repulsivo che annulla la prima forza lasciando lo spettatore in uno stato d’esitazione emotiva. Le opere di Mueck riproducono, infatti, in maniera talmente fedele ed autoptica il corpo umano da lasciare straniati e avanti a tanta precisione anatomica, oggi, l’unica domanda che sorge spontanea è la stessa che fece Michelangelo al Mosè: “perché non parli?” Tali capolavori provocano un effetto simile a quello di chi entra per sbaglio in un gabinetto occupato, si da una fur-

tiva occhiata di curiosità ma poi ci si ritira frettolosamente per l’imbarazzo; ammirandoli ti sembra di violare la loro privacy tanto l’accuratezza tricotica, epidermica, onicotecnica è impressionante e, per giunta, tale stupefacente effetto spesso viene accresciuto dalla nudità dei corpi. Difatti, osservandoli ti accorgi che sono talmente umani da pesare davvero sul suolo, da soffrire effettivamente la gravità tanto che ti viene da chiedergli delle loro vite o se hanno, per caso, bisogno di qualcosa. Mueck lavora su di esse zoomando la loro vulnerabilità, in-

gigantendo la loro intimità egli esaspera altresì le sembianze timorose e il disagio dei soggetti scolpiti; esporre la carne (o meglio l’impasto di materiali polivinilici e resine) non vuol dire infatti ostentare il realismo delle sue opere ma aumentare le chances che si intravedano anche i sentimenti e la dimensione interiore delle stesse, vivida nei volti accigliati, tra le rughe, o nelle espressioni e in quegli sguardi tanto terreni da sembrare familiari. A tal proposito anche Davyd Linch, sembra concordare, l’ho visto infatti (“grazie YouTube!”) aggirarsi, alla mostra di Mueck

nella Fondation Cartier Exhibition (Parigi, aprile 2013), tra le sculture con le braccia dietro la schiena e il fare parecchio assorto, Dio solo poteva sapere cosa stesse pensando quando durante la contemplazione dei giganteschi “Bagnanti con ombrellone”, un gruppo statuario raffigurante una coppia di anziani in spiaggia, poco dopo, intervistato, rivelerà, con riverente serietà, che gli era parso che quelle statue avessero appena finito di sostenere una conversazione coniugale molto franca, in cui l’uomo aveva ammesso effettivamente i suoi sbagli, e la donna guardando il

marito stesse meditando che, nonostante tutto quello che le era stato rivelato, in fondo questi rimaneva un buon uomo e che avrebbe cercato comunque di sopportare e dimenticare pur di continuare a stare insieme a lui. Ripeto, i lavori di Mueck, non sono solo statue, e se vi piacciono le avventure di Gulliver, i peli (veri), e i film di Lynch questo è lo scultore che fa per voi. Francesco TRIPALDI

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QUARTA PARETE DESIGN

IL CORPO DEL DESIGN Esiste un legame profondo tra il design ed il corpo, inteso in tutte le sue forme e le parti che lo compongono. Quando se ne parla, la nostra mente viaggia immediatamente verso esso e il nostro pensiero e la nostra immaginazione si sofferma subito sulle bellissime linee e curve di un corpo femminile, curve che determinano una bellezza a tratti mozzafiato, a tratti delicata, così come quando si pensa ad un corpo maschile, ci si sofferma alle sue linee statuarie, atletiche, nervose che anch'esse, nel corso degli anni ha fatto da modello a vari designer ed architetti, dopo ovviamente artisti della tela e della forma, quali Botero, Michelangelo e via ricordando, non ultimo il famoso Picasso, il quale si deliziava nell'andare ad esaltare alcune

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parti del corpo sopratutto femminile. Ma è nel design, nell'architettura che i vari architetti e designer hanno saputo tramutare le linee fluide e sinuose del corpo, sia femminile con le sue massime ispirazioni, che maschile. Basti pensare subito ad un architetto, chiaramente di fama mondiale, tale ZAHA HADID, donna di fascino orientale, nata in Iraq nel 1950, naturalizzata britannica, che ha per prima messo in atto lo studio delle linee curve, sinuose del corpo, al servizio dell'architettura. Tante sono le sue opere che si possono immediatamente collegare a lei ed ad un corpo bellissimo, tra esse sicuramente spicca il MAXXI, il museo italiano a Roma delle arti del XXI° secolo, museo a noi vicino

METROPOLIS ARTE

e facilmente visitabile, oppure il Trampolino da salto sul monte Bergisel in Austria, o il bellissimo progetto del Museo Nuragico di Cagliari, espressione massima di uso delle linee curve e splendide di un corpo. Lei, con il suo pensiero visionario e passionario nell'utilizzo delle linee, ha utilizzato questa sua filosofia anche nel design industriale e di interni: basterebbe avere la possibilità di entrare nella suite da lei progettata all'Hotel Puerta America di Madrid in Spagna, per poter avere la visione splendida e la piena consapevolezza della vera applicazione delle linee! Il corpo come dicevo prima, non può essere inteso solo quello di donna, di un uomo, ma addirittura di tutte le specie presenti oggi in natura sul nostro pianeta. Avete mai visto dal vivo, o in foto, o in tv, la Città delle Scienze di Valencia in Spagna? Bene, tal SANTIAGO CALATRAVA, architetto spagnolo, ha fatto del corpo e della sua struttura anche di tutti gli animali, la filosofia che compone il suo stile nel progettare. Ma nei secoli scorsi non è forse stato il nostro LEONARDO DA VINCI, che con i suoi studi sul corpo umano e degli animali, inventava già all'epoca oggetti se non proprio di design, anticipando addirittura oggetti contemporanei e funzionali all'uso applicando la meccanica del corpo e delle sue componenti? Chiudiamo, e posso dire peccato perché ci sarebbe tanto ancora da porre come esempio, con alcuni oggetti contemporanei dei giorni nostri, oggetti veramente " rubati " dal corpo e messi a servizio della nostra quotidianità. Oggetti che io chiamo FORTI, poiché è nel

coraggio della scelta della parte del corpo a cui si è ispirati, che nel tempo ha determinato la bravura di chi lo ha progettato!!! Voglio solo segnalarvi il bellissimo divano, quasi sempre di colore rosso, progettato nel 1965 dallo studio torinese STUDIO65, icona del design industriale italiano. Oppure le famose sedute del nostro designer FABIO NOVEMBRE che con le HIM&HER ha ricreato la parte del corpo quasi più seducente di una donna, ma visto dalle donne, anche di un uomo: il tanto desiderato e adorato lato B! Ma credo che l'ardore e il coraggio che si è voluto collegare nel disegnare un oggetto ad una parte del corpo, in questo caso femminile, lo si possa solo riconoscere a lui, il trasgressivo per antonomasia, KARIM RASHID, famosissimo architetto e designer egiziano di fama internazionale, il quale, con la sua lampada Cadmo Terra della nostra azienda Artemide, si è spinto dove altri non hanno avuto il coraggio! Rocco BOCHICCHIO

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GOSPEL. GLI HARLEM MESSENGER AL DONIZETTI

Gallarate, 21 Dicembre

Martedì 21 Dicembre alle ore 21:00 saranno gli “Harlem Messenger” i protagonisti del concerto natalizio Gospel al Donizetti. Gli Harlem si sfoggeranno un repertorio che abbraccia il canto dal genere Gospel al Rythm’ n’blues, così da cantare della vita e a diffondere speranza e amore proprio in occasione del natale. Per informazioni e biglietteria: Teatro Donizetti tel. 035.4160602/603

DUCHAMP. RE-MADE IN ITALY. Roma fino al 18 Dicembre In occasione del centenario della prima opera creata da Marcel Duchamp, ovvero la Ruota di Bicicletta, la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma propone una mostra che avrà come itinerario le maggiori opere dell’artista. Il concetto del ready-made di Duchamp è frutto del grande processo di trasformazione che, come affermava André Breton, eleva l’oggetto quotidiano ad opera d’arte. Per info: www.gnam.beniculturali.it

IL LAGO DEI CIGNI. BALLETTO DI MOSCA. LA CLASSIQUE. Milano, Teatro Carcano, dal 31 Dicembre al 1 Gennaio

Il Lago dei Cigni è l’opera più celebre nella storia del balletto. È stata la prima composizione di Ciaikovskij . è una creazione tipica della scuola ballettistica francese, il Lago dei Cigni. Qui si

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EVENTI ITALIA intrecciano l’arte della mimica e l’arte delle danze folkloristiche. Il concetto dell’ambivalenza Odette/ Odile si riflette poi nel Cigno Bianco e Cigno Nero che definisce l’antitesi tra Bene e Male, l’amor sacro e amor profano e tra luce e tenebre. La Classique si mantiene in maniera pressoché fedele all’opera originaria. Per informazioni e prenotazioni: www.teatrocarcano.com

EVENTI BASILICATA

MATERA IN MUSICA: CONCERTO DI NATALE.

Matera, Auditorium Gervasio, 20 Dicembre

IL MERCATINO DI NATALE. Bolzano, fino al 6 Gennaio. Il Mercatino di Natale di Bolzano fornisce un’atmosfera magica fatta di profumi, luci, sapori e dolci note. Il Mercatino diventa una festa per i cinque sensi, c’è l’ascolto della musica, l’ammirazione dei manufatti, la degustazione dei prodotti tipici e il caldo odore di festa che accarezza l’olfatto più sensibile. Per informazioni: www.mercatinodinatalebz.it

L’appuntamento annuale di Natale è il tradizionale concerto con l’orchestra ICO della Magna Grecia diretto da Piero Romano. L’appuntamento si terrà a Matera presso l’Auditorium Gervasio. Il programma è composto di arie, sinfonie e valzer del grande musicista Strauss. Le arie sono state assegnate all’Accademia del Bel Canto “Rodolfo Celletti” di Martina Franca, i cui cantanti si sono affermati a livello internazionale.

IV EDIZIONE DEL PRESEPE VIVENTE. “MATERA, LA GALILEA DI 2000 ANNI FA” Sassi di Matera, dal 27 al 29 Dicembre

Per informazioni: www.tuttocitta.it

Uno spettacolo attesissimo, quello della rappresentazione checoviana a Potenza, che vedrà l’interpretazione di due grandi e bravi attori italiani, Sergio Rubini e Michele Placido. Il primo vestirà i panni del protagonista Zio Vanja, generoso e remissivo amministratore di una tenuta di campagna e il secondo sarà l’intellettuale accademico, proprietario della tenuta stessa. La regia minuziosa e complessa è firmata Marco Bellocchio. Per informazioni e prenotazioni: www.infotickets.it

STILL LIFE (2013). STEFANO RICCI E GIANNI FORTE. Potenza, Teatro F. Stabile 18 Dicembre

La rappresentazione teatrale tratterà un tema tra i più importanti e contemporanei come la discriminazione sessuale, il mobbing psicologico e la crudeltà del perbenismo. L’opera nasce per ricordare il suicidio di un adolescente omosessuale impiccatosi con una sciarpa rosa e vuole illustrare una fetta di società a volte dimenticata attraverso i due attori dell’Accademia “Silvio D’Amico”, Ricci e Forte.

Reggio Calabria, fino al 6 Gennaio

quello nordico e natalizio per eccellenza.

Potenza, Cineteatro Don Bosco, 7 Gennaio

Per info: tel. 0835333411 – 3929199238 @ Auditorium Gervasio Matera

REGGIO CHRISTMAS VILLAGE. 14.000 mq. di magia. Tra spettacoli e prodotti natalizi per un viaggio in un’atmosfera incantata come la tradizione natalizia vuole, con tanto di la costruzione di casette e tecnostrutture a tema. Spettacoli e animazione allieteranno il villaggio realizzato a somiglianza di

ZIO VANJA. SERGIO RUBINI E MICHELE PLACIDO.

Per prenotazioni: www.cittacentoscale.it Giunta alla IV edizione, la rappresentazione presepiale della Natività a Matera, diventa un appuntamento atteso e che ogni anno conferma il suo successo. La manifestazione si costituisce di due percorsi distinti ma complementari. Per quanto riguarda il Percorso Presepiale, vi saranno, oltre al Presepe Vivente, spettacoli organizzati e rappresentati dall’Associazione Culturale. Il Percorso Enogastronomico, che è il secondo itinerario, interesserà tre Piazze: Piazza Vittorio Veneto, Piazza San Francesco e Piazza Giovanni Pascoli, le quali ospiteranno stand di degustazione di prodotti tipici. Per info e prenotazioni: www.presepematera.it

RAY CHEN PER LA XII EDIZIONE MATERA IN MUSICA. Matera, 26 Gennaio Ray Chen, il violinista taiwanese, cresciuto in Australia, sarà il protagonista del concerto “Fascino orientale”. Chen suonerà con il suo Stradivari “The Macmillan” del 1721, il famoso Concerto per violino e orchestra n.1 in sol minore op. 26 di Max Bruch e sarà accompagnato dall’Orchestra ICO della Magna Grecia. Per informazioni e prenotazioni: www.orchestramagnagrecia.it e www.festivalduni.it


OPPORTUNITÀ

SELEZIONE CALENDARI BUFFETTI 2015 Scadenza 30 Dicembre 2013 Il Gruppo Buffetti, organizza anche quest’anno la selezione dei futuri illustratori del calendario 2015. Tutti coloro che abbiano idee e creatività possono partecipare a questa preziosa opportunità, che si consoliderà in una collaborazione per la realizzazione delle 12 tavole e della copertina del Gruppo Buffetti per l’anno 2015. L’incarico sarà regolarmente retribuito. Per informazioni e regolamento: www.calendart.info - www. facebook.com/calendartselezioni

I EDIZIONE CONCORSO LETTERARIO LETTERATURA EMERGENTE. Scadenza 31 Dicembre 2013 La Demito Editore organizza un concorso letterario che vede la vincita di un pacchetto editoriale oltre che alla pubblicazione dell’opera vincitrice a carico dell’editore stesso. Il romanzo dovrà essere ovviamente inedito e di una lunghezza massima di 300 cartelle. Il tema è libero. Per informazioni: www.demitogroup.comI pubblici

PREMIO PRIMO PER MUSICAL ORIGINALI IN ITALIANO Scadenza 14 Gennaio 2014

In occasione del 15° anniversario della fondazione del network Amici del Musical propone PRIMO, il Premio Italiano del Musical Originale. Sono ammessi a concorso tutti i musical originali in italiano appunto, con colonna sonora originale e spunti narrativi originali o tratti da opere esistenti. Le liriche devono necessariamente essere in lingua italiana e completamente originali. Per informazioni: www.premioprimo.it

PREMIO MODA “GLI ORI DI VENEZIA” Scadenza 3 Marzo Il PREMIO MODA è un premio nato per promuovere e sostenere la creatività e il talento delle future promesse della moda. Il concorso è dedicato a studenti sia italiani che stranieri, residenti in Italia, i quali dovranno dimostrare di realizzare vere e proprie opere d’arte da indossare, dimostrando la bellezza, l’eleganza e il fascino indiscutibile che ha la Moda. Per regolamento e informazioni: premio.glioridivenezia.it

CONCORSO FOTOGRAFICO “RICERCA SCIENTIFICA E SICUREZZA SUL LAVORO” Scadenza 31 Dicembre L’Istituto di Fisiologia Clinica, nell’ambito della Campagna Europea “Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi” promossa a livello nazionale dall’INAIL, organizza un concorso fotografico a tema, con l’intento di favorire la cultura della sicurezza e della prevenzione dei rischi. I partecipanti al concorso dovranno esprimere i concetti di Sicurezza e Prevenzione dei Rischi. Le opere verranno poi successivamente esposte contestualmente al Congresso Nazionale dell’Istituto di Fisiologia Clinica. Per info e regolamento: www.ifc.cnr.it/ricercaesicurezza/

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Feste a TE..... “ Buone .....e a tutta la razza TOJA


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INCONTRI

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Un malvestito lucano alla sua seconda prova d’autore

INCONTRI

ormai, è superfluo tenerne conto? Sono importanti eccome, fanno parte del mio bagaglio culturale, non potrei farne a meno, dunque non è affatto superfluo tenerne conto. Il ritmo

Nicola Genovese, in arte NMG, è cantautore per passione e architetto per mestiere. Ha pubblicato, autoproducendosi, il suo primo disco “Strano Posto” nel 2001, che Brek ha già recensito in passato, ed oggi è alla sua seconda prova, “Malvestito. Il disco, prodotto e arrangiato dallo stesso Genovese, è stato realizzato con la formazione “NMG Trio” di cui fanno parte Leonardo Baggiani e Alessandro Suggelli a cui hanno partecipato anche Dario Cecchini, Tony Martinelli, Angelo Olivieri, Linda Bull, Davide Mollo, Donald Renda, Paolo Bini, Andrea Pasi, Francesco Bassi, Nicha Mendez e Cristina Chieregato.

Nicola, come è nata quest’idea di NMG? Da un gioco, l’utilizzo delle iniziali del mio nome completo. Da quando ho la maggiore età, quando devo firmare, sono costretto a usare il mio nome completo Nicola Maria Genovese, così nella libertà della mia attività musicale ho voluto abbreviare, e infine per una specie di senso di pudore e di distacco tra la mia quotidianità e quello che racconto con la musica. Quanto alla formazione in trio, è stata una scelta dovuta alla mia deformazione jazzistica, il trio è una cellula minima ma autosufficiente, jazz appunto con piano, contrabbasso e batteria. Quanto conta essere “anche” architetto in Toscana? Architetto tanto, devo ai miei studi di architettura la

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ricerca di “equilibrio della composizione” e cura dei particolari nell’arrangiamento. Per quanto riguarda la toscana non molto, se non la cura e l’attenzione per la nostra lingua nazionale, e il piacere di vivere in campagna con i comfort della città. Se vogliamo parlare di architettura e “Arte” in generale devo dire che la toscana come tutta l’Italia è rimasta indietro, si bada molto alla storia dimenticandosi che senza l’arte del nostro tempo non si creano le basi per la storia del futuro, per dirla con le parole di un caro amico conterraneo, Vito Pace, “l’ultima avanguardia artistica di Firenze è il Rinascimento”. Ne il tuo ultimo lavoro “Malvestito” intravedo a tratti qualche somiglianza con Paolo Conte e con il primo Vinicio Capossela, questa è una tua scelta definitiva?

locali, non so se per mancanza di sensibilità degli operatori o se per timore del confronto da parte dei musicisti, forse un po’ tutte e due le cose. L’autoproduzione è una scelta?

con i tasti bianchi e neri, anche se la batteria ha un fascino così immediato e primordiale, per non parlare poi dei fiati, e sotto sotto anche la chitarra, che porta con sé tutto il bagaglio evocativo, il contrabbasso poi è il mio preferito. No, non credo

PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIÙ E SCARICARE QUALCHE BRANO PUÒ CONSULTARE I SEGUENTI LINK: http://www.nicolagenovese.it/ https://itunes.apple.com/it/album/malvestito/id675661060 https://www.facebook.com/pages/NMG/280289688667215 http://www.youtube.com/user/nicoobe/videos

Non credo ci sia nulla di definitivo, è un passaggio, uno dei tanti viaggi, faccio musica quando mi va e nel modo in cui sento più mio, reputo Paolo Conte il più grande musicista e autore italiano del nostro tempo, e non ne nego l’influenza. In realtà quello che c’è nelle musiche dei due autori che hai citato non sono che riferimenti ed elaborazioni di ritmi e atmosfere che vengono dal blues, dal jazz e dalle musiche popolari di vari luoghi del mondo, tango, rumba, polka, tarantelle ecc… La musica è patrimonio di tutti e così deve essere utilizzata, quello che è unico in ognuno di noi è il sentire, o per chi scrive e si dona al pubblico la poetica, ecco, se come sonorità sono vicino ad altri ne sono contento, spero però di essere unico nella mia poetica. Le sonorità del sud sono ancora importanti oppure,

è una pulsazione interirore, ha a che fare con la storia di un popolo, quindi è naturale che ci siano differenze, ma io vivo ormai da anni qui in toscana e da buon camaleonte ho dovuto adattare il mio ritmo a quello dei musicisti che collaborano con me, ed è difficile far suonare una tarantella a qualcuno che non è mai stato ad una festa paesana o, per dirla all’aviglianese, a una serenata post matrimonio. Come vedi lo scenario musicale lucano? Non lo vedo… scherzo, in realtà non lo conosco abbastanza, sono andato via dalla lucania più di dieci anni fa, posso solo dire che a quel tempo c’erano ottimi musicisti, una scuola jazz molto attiva e di qualità. Ultimamente ho potuto notare una crescita di qualità anche nell’ambito più contemporaneo, gruppi rock e alternativi. Mi spiace solo che tutto resti relegato nei confini

Oggi credo sia una scelta doverosa. Credo ancora nell’onestà intellettuale, nell’arte come forma libera e indipendente dalle mode, dai costumi. Chi si pone davanti a un pubblico ha il dovere di essere se stesso e libero di esternare il proprio sentire. Di questi tempi l’unico modo libero di esprimersi è l’autoproduzione senza etichetta. È faticoso e a volte frustrante, ma posso assicurare che è più piacevole trovarsi davanti a 50 persone che sono lì per ascoltare te come individuo in carne ed ossa piuttosto che davanti a 1000 o più che ti vedono come un’entità virtuale. Ormai sei un polistrumentista, oltre che autore e arrangiatore, ma se dovessi parlarci di una sola passione, di un solo strumento? Ah! Sicuramente il pianoforte e tutto quello che ha a che fare

di aver deciso. Ci sarà, in futuro, qualche data in Basilicata dove poterti ascoltare? Mi piacerebbe davvero tanto. Purtroppo gli operatori di zona sono sordi ai miei appelli. Ho provato ad organizzare la presentazione del disco al castello di Lagopesole nell’estate scorsa ma alle mie richieste non è stata data nessuna risposta, così come per alcuni locali nella zona del potentino o alcune associazioni nel materano. Mi sarebbe bastata anche una risposta negativa per problemi di costi o organizzazione, ma evidentemente anche la buona educazione ha lasciato la nostra terra, se mai dovesse ritornare, tienimi informato, sarei felice di salutarla con un concerto. Vito COLANGELO

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Fontana di Trevi Roma Potenza / via Sanremo, 71 / 0971.443209

Marcello Mastroianni Anita Ekberg

Allegri.

A tavola. La nostra seduzione.

V.le V. Verrsatro, 1 Avigliano

0971.82281 345.8233085 nuovadolcevita@libero.it

All’aurora cafè. Potenza / via Sanremo, 71 / 0971.443209


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INCONTRI

L’Uomo: una macchina anatomica pensante Ci sono argomenti che possono suggerire all’autore diverse strade interpretative da percorrere, il tema di questo numero, il Corpo, è uno di questi. Potrei, infatti, inoltrarmi lungo i sentieri tracciati da Socrate e pensare al Corpo come un semplice strumento d’uso subordinato alla psychè oppure scegliere i percorsi teologici di sant’Agostino e trattarlo come la “materia signata quantitate”, cioè come una quantità

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indefinita di materia che occupa un certo spazio in determinate dimensioni in cui opera ed agisce l’anima. Né l’una né l’altra strada! Oggi, in piena sintonia con il mio Corpo, scelgo di avventurarmi in un ragionamento da fuoristrada, accompagnandomi con un personaggio le cui chicane mentali ed i percorsi alternativi del suo ingegno gli hanno valso l’appellativo di “dottor Faust napoletano”: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero.

Nicola Montesano: “Eccellenza, le cronache La ricordano come uno dei geni del Settecento, definendola tanto alchimista quanto letterato ma, tra le tante definizioni, avendo la necessità di indagare sulle diverse sfaccettature del termine “Corpo”, in questa occasione la interpellerei in qualità di acuto anatomista e conoscere il suo pensiero a riguardo”. Raimondo di Sangro: “Caro amico, le definizioni e le

esemplificazioni servono a tranquillizzare le menti semplici che non comprendono o non vogliono comprendere quanto sono grandi le vie della Conoscenza ed il piacere che un uomo può provare nel percorrerle. Mi sono sempre considerato un curioso dagli interessi variegati ma, e qui faccio riferimento alla sua richiesta, l’oggetto o –se vuole- il soggetto dei miei studi è stato il Corpo, nello specifico il corpo umano: carpirne i segreti e il funzionamento è stato uno dei miei crucci più grandi, tanto che i miei esperimenti e la capacità con cui riuscivo a padroneggiare i più inaccessibili segreti della natura hanno suscitato il gretto dubbio di aver fatto un patto col diavolo al punto da essere considerato io stesso una sorta di demonio. NM: “In effetti, le sue Macchine anatomiche, i due scheletri umani su cui è stato ricostruito il solo albero sanguigno, lasciano ancora

oggi interdetti su come sia stato possibile realizzarli. Secondo alcuni più che di studio e di analisi del corpo umano si tratterebbe di violenza nei confronti dei due malcapitati, iniettando un composto di sua invenzione per attuare il processo di "metallizzazione" del circuito sanguigno”. RdS: “Le ricordo che nella mia epoca non era stata ancora inventata la siringa ipodermica, quindi non avrei mai potuto iniettare niente nel cuore di nessuno. Gli involucri delle due "macchine” sono effettivamente scheletri umani, ma i sistemi circolatori sono completamente artificiali e costituiti da filo metallico e cera colorata. Se conosce la mia storia e le mie creazioni saprà che l’attenzione per l’anatomia e l’emodinamica mi ha portato, da una parte, a creare una sostanza in grado di comportarsi esattamente come quella ritenuta essere il sangue di san Gennaro,

dall’altra, a collaborare con gli artisti che hanno impreziosito la Cappella della mia famiglia con le loro opere, come nel caso del cosiddetto Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, una rappresentazione prodigiosa per tecnica e realizzazione del Corpo di Cristo. Come ho detto, al centro delle mie attività di ricerca c’è sempre stato lo studio del Corpo umano ed ho passato molti dei miei anni nella ricerca dei segreti che permettono a questa che è sicuramente la macchina più perfetta che si trova in natura di funzionare e quindi di far scaturire pensieri e ragionamenti”. NM: La conoscenza e il ragionamento danno all’involucro corporeo la dignità per diventare un essere umano e, come ebbe modo di affermare Pascal: Tutta la nostra dignità sta nel pensiero. Lavoriamo, quindi, a ben pensare. Il nostro Corpo ce ne sarà grato. Nicola MONTESANO

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Vorrei diventare grande e avere un futuro felice e colorato, oggi è solo un sogno ma grazie al tuo aiuto diventerà realtà. Vorrei diventare grande e avere un futuro felice e colorato, oggi è solo sogno machegrazie al tuo aiuto diventerà realtà. La Fibrosi Cistica è unaun malattia genetica grave colpisce polmoni, pancreas e fegato. e delle terapie, non esiste ad oggi una cura risolutiva. La Fibrosi Cistica è una malattia genetica grave che colpisce polmoni, pancreas e fegato. La Lega Italiana Fibrosi Cistica sostiene e tutela i pazienti e le loro famiglie. e delle terapie, non esiste ad oggi una cura risolutiva. La Lega Italiana Fibrosi Cistica sostiene e tutela i pazienti e le loro famiglie.


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CONVIVIO LETTURE

Autodeterminazione come cura di sè. Il corpo e le pratiche di educazione, disciplinamento, determinazione dei pensieri e degli atti sono uno dei punti cruciali del pensiero di M. Foucault. Da ottimo archeologo dei saperi, da analizzatore attento e implacabile dei rapporti tra le parole e le cose, il filosofo francese analizza nella sua opera in tutti gli aspetti possibili il corpo e le pratiche che lo portano alla sua determinazione, non solo ovviamente a livello fisico, ma soprattutto a livello comportamentale e morale. Nelle sue analisi sulla follia Foucault giunge alla conclusione che essa altro non è che il riconoscimento uguale e contrario di una civiltà normalizzatrice. Nell`analisi delle pratiche di disciplinamento, il corpo diventa l`oggetto della verificazione della normalizzazione. Poi arrivano gli anni 80`. E il filosofo cambia prospettiva, inizia ad analizzare il corpo come soggetto della determinazione come Cura di se (Titolo di una delle opere della trilogia Storia della sessualità`), dove il corpo costituisce appunto soggetto agente, strumento, ma anche oggetto e fine ultimo delle pratiche di salvezza. Qui inizia il dialogo con il Maestro del sospetto: Nietzsche. Non pensate alla parola “salvezza” in senso cristiano! Non fatelo, mi incazzo! Assai! Foucault usa il termine salvezza nell`accezione vigente nell`età precristiana, quando le filosofie stoiche, epicuree, parlavano di pratiche di equilibrio, non rinuncia, di gestione delle passioni, non castrazione dei sensi, di autodeterminazione tramite la pronuncia della verità come guida verso la letizia e la salvezza nell`immanenza, non come legge eteronoma che impone regole non proprie e non elaborate dal soggetto su di se, da seguire per paurosa obbedienza e cieca fede: cultura, non ignoranza! Dunque pratiche quotidiane che portano il soggetto ad una liberazione dall`asservimento delle passioni e tentazioni del mondo, non tramite una ottusa e cristiana rinuncia e alienazione da esso, ma tramite la gestione di se stessi, autodeterminantesi tramite un approccio a se dove il corpo ha come unico padrone il soggetto agente stesso che raggiunge il governo su se stesso tramite l`applicazione di una struttura di trasformazione permanente dei discorsi veri in principi di comportamento: è dunque l’elemento di trasformazione del logos in ethos, che permette che il direvero si trasformi nel modo d’essere del soggetto, dove il “direvero” risulta dalla ragione e non dall`oblio di essa: come diceva Schopenhauer o si pensa o si crede. Volete un esempio, qualche conseguenza pratica a questi paroloni? Pensate all`approccio al politico che un uomo che “si cura di se” ha: se l’etica della cura di sé è un’etica dell’immanenza, della sovranità di sé su se stessi, dell’impegno a costituirsi come soggetti morali dei propri atti, questa prospettiva può costituire un efficace antidoto ai dispositivi di potere e di dominio. La capacità di stabilire un rapporto inalienabile con se stessi, dando dignità e forma coerente alla propria vita, è la premessa per costruire relazioni interpersonali e momenti di aggregazione civile positivamente fondati. Insomma, dare a Cesare ciò che è di Cesare? Sto cazzo! Andrea SAMELA

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“Sono uno di quelli che porta i suoi lunghi capelli per scelta e non usa trucchi e voi levatevi la parrucca” (N. Fabi, Capelli)

Azienda Agricola “LA TARTARUGA” Strada Vallone dei pioppi, 4 / Picerno / PZ

tel - fax: 0971.795010 / mail: az.agricolalatartaruga@hotmail.it

Allevamento / Produzione / Macellazione / Trasformazione e Commercializzazione di carni e prodotti lattiero-caseari

L’azienda agricola “LA TARTARUGA” è anche albergo/ristorante adatto per battesimi, comunioni, cresime e cerimonie varie con menù variegati e completi a partire da 15,00 euro.

L’azienda agricola “LA TARTARUGA” accetta BUONI PASTO di tutte le società emittenti per l’intero valore nominale. I buoni pasto possono essere spesi presso i nostri punti commerciali: - POTENZA / via Vaccaro, 6 / tel. 0971.35114 - POTENZA / via del Gallitello (palazzo Ungaro) / tel. 0971.55843 - PICERNO / strada vallone dei pioppi, 4 (ristorante/albergo) / tel. 0971.795080


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CONVIVIO SORSI

FA LAN GHI NA

Ci sono luoghi che donano quiete al tuo spirito e non sai perché, ci sono luoghi in cui i tuoi silenzi trovano armonia, ci sono luoghi che sono piantati nella storia ed il tempo non li ha separati. Passeggiavo per Paestum con queste cose per la mente e mi sentivo lieve come il cielo di quella mattina, puro e sereno. Come spesso mi accade il vino mi viene incontro quasi come una provocazione, talvolta una coincidenza, e così mentre mi accingevo a mangiare una mozzarella di Bufala una seducente bottiglia di vino mi si presentava vanitosa vestita della sua etichetta che recitava così: “ho visto un Bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino. Ho visto un Bufalo tra le vigne e lui ha visto me”. Quella bottiglia presto era a tavola con me e la mia mozzarella. Mi sembrava giusto che il vino dell’uomo che ha pensato

la frase ed il pregiato latticino figlio della Bufala potessero ritrovarsi in un connubio di amorosi

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sensi… col mio palato. Il luminoso sole risplendeva sui templi millenari con dolcezza e come una seta fresca quel sorso di vino deliziosamente accompagnò quel cuore di latte ammantato da un corpo calloso. I sensi veleggiavano per quel mare calmo ed un ritmo delicato di Bossa Nova si accompagnava al dondolio delle onde. Fresco come la brezza, sapido e intenso come questo mare, morbido come un frutto appena maturo, deciso come si vuole per un vino degno della sua storia, ricco come lo volevano i poeti che lo hanno elogiato. Non cercate in lui la meraviglia, piuttosto la semplicità, la raffinata e solare essenzialità, la passione che gente e cose hanno in queste latitudini. Non perdetevi nelle descrizioni delle guide ma sintonizzatevi con le sue radici che affondano profonde e salde come quel phalanx da cui prende il nome, lasciate liberamente che il vino scorra dentro di voi e vi rispecchi gli umori. Intanto il tramonto spumoso si fa rosso antico e la magia dei Templi cartolina meravigliosa. Ci sono luoghi che la tua anima conosce, ci sono luoghi che il tuo spirito conserva, ci sono tempi in cui i silenzi ritrovano casa e quiete tra gli orizzonti. “Ho bevuto un vino e lui ha bevuto me” complimenti Giuseppe! Prosit e Serenità. Wine_R

CONVIVIO MORSI

CORPOSITÀ FRUTTATE il segreto degli smoothie Un eterno dilemma. Rinunciare ai piaceri della tavola o concedersi ogni ben di dio? La nostra volontà durante le ore pasti è messa a dura prova, pur di non prendere peso, pur di mantenere quella linea ideale di un corpo sempre snello e in forma. Un compromesso è difficile da trovare, ma c'è un alleato che aspetta solo di essere riscoperto. I programmi di cucina che ogni giorno e su ogni canale televisivo ci parlano di stile, mode, filosofie e poesie tra i fornelli, li chiamano "smoothie" e li preparano con il "blender". Trattasi dei vecchi cari frullati di frutta fresca di stagione, compresa quella un pò troppo matura, da frullare con il frullatore. Hanno una consistenza vellutata, morbida, quindi nè tanto liquida, nè tanto densa, preparati non necessariamente con il latte, ma anche con lo yogurt magro o con il latte di soia. E non sono neanche calorici come i frappè, che prevedono il gelato, il cacao ed altre varie "dolcezze". Il risultato degli smoothie è un concentrato di vitamine e di sali che fanno bene al nostro corpo, inteso sia come "salute" che come "linea". E poi con i colori eccezionali della frutta ne fanno anche un aperitivo glamour da sorseggiare con le amiche, con tanto di bicchieri, vassoi e tovagliolini in tinta... Un fashion drink che ci aiuta a rispettare i cinque colori del

benessere che non devono mancare mai nella nostra dieta quotidiana: il bianco, il gialloarancio, il verde, il rosso, il bluviola. E ora che siamo entrati

nel grigiore invernale che ne dite di uno smoothie con banana, kiwi, mela e yogurt? Angela LAGUARDIA

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BREK M

CONVIVIO LETTURE

Cafè 116 Un corpo da “Bruciata viva”

caffetteria vinoteca gelateria

Vi portiamo in tutto il mondo. Con un caffè. (e il wi-fi gratuito)

oche sì in pe che o c o r am r parla e ma si e r icare, te e a pot e di rivive t n e m u i e s r d s vi ei nia “Vorr ere sopravdi testimo ubi” s c s e n r i e i e l a ov queg ho il d

Questa volta ho scelto per voi la storia di Suad, una donna cisgiordana che un giorno ha sentito sul volto un liquido freddo che in meno di un secondo, diventato fuoco, le ha bruciato tutto. Soprattutto l’anima. “Nessuno può immaginare il dolore che si prova con il corpo in fiamme. Un dolore atroce, profondo, che non si dimentica più”. Sono passati anni da quando Suad si mise a correre disperata avvolta da una palla di fuoco, ma il ricordo di quei momenti è vivo nella sua memoria, “perché non si può dimenticare la propria morte”. Un ricordo vivo soprattutto sulla pelle martoriata del suo corpo, rimasto su un letto d'ospedale

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il tempo di ben ventisette operazioni. Aveva soli diciotto anni quando suo padre, che l’aveva sempre costretta ad una vita fatta di nessun diritto, niente scuola ma solo obbedienza e lavori faticosi, decise di condannarla a morte per punire una gravidanza precedente al matrimonio. Per lui e per tutti, Suad era solo una “charmuta”, una puttana, che doveva scomparire dalla faccia della terra. Questa storia drammatica, Suad la racconta perché vorrebbe “che il libro venisse letto soprattutto nei paesi dove queste barbarie hanno ancora luogo. In Medioriente, Turchia, India, Pakistan, dove molte ragazze muoiono bruciate vive,

strangolate o spinte al suicidio per essersi sottratte al potere maschile”. "Lottare", dice, "significa educare, far evolvere i costumi Io e le mie sorelle abbiamo accettato la nostra vita senza ribellarci. La violenza, i maltrattamenti, tutto mi sembrava normale. Persino la mia condanna a morte sembrò normale e ineluttabile”. Solo allontanandosi da quel mondo e mentre curava le sue cicatrici, Suad ha scoperto come poteva essere una vita diversa ed ha capito che anche le donne hanno diritto alla felicità.

Cafè 116 propone anche una qualificata selezione di vini nazionali.

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Aspettatevi di tutto.


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CANTIERI URBANI PENSIERI IN LIBERTÀ

Convivendo Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odio e amo. Perché io faccia ciò, forse ti interessa sapere. Non lo so, ma sento che questo mi accade e mi tormento. Sveglia dall'alba, come sempre, penso al corpo come tema ed inevitabilmente al mio. Reduce da un massaggio rilassante commento con l’esperta in tecnica del massaggio che il mio corpo ha una bella forma: beh questo lo so, forse l'ho sempre saputo...Ad avercela prima questa intuizione, ai tempi spensierati e allo stesso tempo tumultuosi dell'adolescenza: che tormenti che odi (e pochi amo) nei confronti del mio corpo,di me stessa; diete, digiuni, palestra, poca per la verità sono una pigra indolente! Tristezze condivise con le amiche (o presunte tali) taglia 38 io 44/46. Sorvolando su questi dettagli personali, il tema amore/odio nei confronti del proprio corpo è secolare. “Il corpo è un tema particolarmente adeguato all’analisi antropologica, poiché appartiene a pieno

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titolo alla matrice identitaria dell’individuo - scrive Le Breton in Antropologia del corpo e modernità (Giuffrè Editore, 2007) -. L’uomo in quanto tale esiste nella forma del suo corpo, quando rimodelliamo,trasformiamo il nostro corpo vogliamo trasformare il nostro sé, la nostra identità. Si ricerca un riconoscimento sociale del nostro cambiamento, i “ riti di passaggio” segnano la crescita e il cambiamento dell’individuo e della società di cui fa parte. E i cambiamenti del corpo si concentrano nel corso di tappe obbligate della crescita, per chiudere il mio discorso dove l’ho iniziato,come l’accesso al gruppo dei pari nell’adolescenza. Daniela COVIELLO

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IL CORPO: CUSTODE DEL NOSTRO ESSERE, VENDUTO PER L’APPARIRE. È di qualche giorno fa la notizia di cronaca che potrebbe avere dell’incredibile per l’età delle persone coinvolte nella vicenda. Due ragazzine non ancora sedicenni 14 e 15 anni si prostituivano in un appartamento nel quartiere Parioli a Roma. Nella dichiarazione rilasciata ai magistrati durante l’interrogatorio ,hanno affermato che i soldi servivano a comprare “cose griffate”,borse, vestiti e ricariche telefoniche. Anche sostanze stupefacenti affermano gli inquirenti che stanno ancora indagando. Le ragazzine si

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trovano facilmente coinvolte perché le considerevoli somme di denaro permettono di soddisfare qualsiasi tipo di desiderio “imposto”dalla società e dal tempo in cui viviamo dove l’apparire,diventa più importante dell’essere. E questo spinge molti a vendere se stessi,non solo il proprio corpo,ma i propri sentimenti,le proprie emozioni ,la propria età; tutto ciò che il nostro corpo,parte esteriore di noi stessi, custodisce. Ma,se pure viviamo in questo tempo, dove siamo costretti a correre dietro ad ogni cosa,anche per

affermarci o semplicemente per ritrovarci, è giusto approfittare del nostro corpo,ed utilizzarlo come mezzo per raggiungere i nostri scopi? E soprattutto si è consapevoli di utilizzarlo come mezzo? Il corpo,parte esterna di noi stessi,espressione della nostra fisicità,la concretezza di ciò che siamo,la realtà del nostro essere,non si può considerare semplicemente come qualcosa di esteriore. E’ ciò che dovremmo tutelare e non far diventare un’espressione negativa di noi. Angela PANSARDI


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(Ri)scoprirsi attraverso il corpo “Il corpo è un tema particolarmente adeguato all’analisi antropologica, poiché appartiene a pieno titolo alla matrice identitaria dell’individuo”.

Le Bretan, Antropologia del corpo e modernità L’ho sempre considerato solamente un involucro. Un contorno, privo di valore e piuttosto deviante. Un contenitore. Nulla di più. Poi, negli ultimi tempi, ho scoperto e capito che lo è, un contenitore, ma prezioso quanto un guscio. Prezioso nella forma in cui contiene, appunto, contenuti. Ho imparato che non è affatto un bravo attore. Tutt’altro. È vero; uno specchio. Che sa riflettere perfettamente e senza filtri ciò che custodisce. Un po’ come si racconta in semiotica, insomma.

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I famosi segni. Nulla nasconde il corpo. Tutto evidenzia. Se dentro il cuore sorride, il corpo si colora di nuova luce. Se dentro è tutta una valle di lacrime, non si sforza neppure di nasconderlo cercando maschere gradevoli e fuorvianti. Crolla, come noi. L’esistenza, insomma, passa attraverso il corpo. In fondo se ci pensate, si ama con il corpo. Ci aiuta il corpo. A carezzare la persona che amiamo, a reagire, a difenderci. Non a nasconderci, quindi. Ma non la trovate una cosa meravigliosa poiché

finalmente autentica? Il corpo non è una macchina controllata e perfezionata dalla mente, bensì liberata. Dai vincoli naturali, dai geni, dalla naturale esistenza. Io mi auguro, allora, che si possa cominciare a pensare ad una modificazione del corpo come ridefinizione di sé non da un punto di vista estetico, ma etico. Interiore. Usiamolo questo corpo, ma non per mostrare trasgressioni. Usiamolo per comunicare emozioni! Elenia MARCHETTO


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Il corpo: un dono incondizionato. Noi lontani in apparenza, vicini di coscienza, dentro lo stesso mondo c’è (io sono come te) chi è appeso ad un volere (do corpo ad un valore) donare può valere (e un dono sai com’è) c’è un gesto che divide una ferita e presto moltiplica speranze strette a chi aveva una vita e ne ha ridate sette….. (A. Mercurio-W. Savelli, Ancora Vita - AIDO) Il corpo è dono. Ci è stato donato quando siamo venuti al mondo e ne cerchiamo di preservare, chi meglio, chi peggio, la sua inviolabilità. È la nostra più grande arma. È emozione. È presentazione. È possibilità. È donazione alla vita e della vita. Mai come in questo momento della mia esistenza e mai come in questo periodo dell’anno, non c’è argomento più idoneo che mi soddisfi nella sua trattazione. Il corpo diventa dono incondizionato di vita in due soli casi, quando si dona luce ad una nuova vita e quando una vita riprende la sua luce grazie a qualcuno. Questa è la potenza del dono. Incondizionato e sentito. Donarsi a persone completamente ignote. Questa è la meraviglia e la grandezza di un atto come la

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donazione degli organi. Tema delicatissimo sì, ma che si fa fatica a trattare in modo disteso e coscienzioso. Non vi è dubbio che il concetto di partenza è quello di accettabilità sociale che dà forma a quel pensiero, oltretutto tanto millantato, di solidarietà, quella vera, che supera la logica individualistica. Il timore diffuso che esiste, degno comunque di rispetto, crea una sorta di barriera che poco fa comprendere circa la realtà e l’intreccio perfetto tra etica, scienza e legalità. Il coinvolgimento umano ed emotivo dei familiari, in questi

casi, può prevalere sull’effettiva volontà del donatore. Sono comunque tante, anche se non abbastanza, le persone che compiono questo gesto di solidarietà umana dal valore etico assoluto. Quello che conferisce tale valore illustre sono tre elementi: l’atto del donarsi agli altri, il totale disinteresse nel compiere questa scelta e fare un dono a persone completamente sconosciute. Dedicato a Piccola Stella Veronica D’ANDREA


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CANTIERI URBANI PENSIERI IN LIBERTÀ

“CORPO DI MILLE BALENE!”, CORPO DEL REATO, CORPO CONTUNDENTE, CORPO CONSACRATO E PROFANO. Corpo: 100.000 miliardi di cellule, una testa, un tronco, un torso, due arti superiori e due inferiori e ancora due occhi e possibilmente un cervello. Bistrattato, amato, osteggiato, sacro o esecrabile, metafora del materialismo o veicolo pubblicitario, proporzionalmente tanto più efficace quanto più svelato. Ed ecco che per vendere un martello pneumatico o un ferro da stiro si ricorre alle muliebri sfere anatomiche per eccellenza, che siano side A o B, poi, è un’altra storia. Il corpo, armonia del creato o inno alla disfunzione in caso di malnutrizione. Di strada ne ha fatta: dal “Discobolo di Mirone”, prototipo del “mens sana in corpore sano”, quella stessa ispiratrice dell’armonico principio del chiasmo alla base del David michelangiolesco. Il David, appunto, apologia della coerenza scultorica, il

cui il movimento del braccio destro richiama l’analogo della gamba sinistra e viceversa. Passando per l’oscurantismo medievale, attraversando poi il perbenismo manieristico che, con un colpo di spugna, blocca l’ostentazione delle pudenda persino del Giudizio Universale, coprendo i vili genitali con drappeggi ritenuti più consoni. Rimaneggiato, piallato e debitamente smontato, ce lo servono poi, dopo qualche secolo e tanta Arte, Picasso & Co su un piatto chiamato “Cubismo” per regalarci su tela un bel 3d… bidimensionale, godibile senza

occhialini, contravvenendo al Verbo delle multisale. Passano gli anni e tela e pennello, appesi al chiodo, paiono inutili orpelli. Corpo in Arte negli anni Sessanta vuol dire Body Art. Conoscete una certa Marina Abramovic? Bene, se per caso doveste imbattervi in una donna capace di restare in piedi al centro di una stella infuocata, e, consumato l'ossigeno, di svenire, tranquilli: non sarete al circo ma in un museo e vi comparirà in sovrimpressione: Rhythm 5, M. Abramovic, 1974.

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LE MIGLIORI APP PER IL CORPO Ecco una serie di applicazioni installabili su smartphone e tablet che aiuteranno a mantenersi in forma. La maggior parte (gratuite) permetteranno anche ai più pigri di fare un po’ di movimento divertendosi. Per gli amanti del fitness diventeranno ottimi compagni durante gli sport all’aria aperta o in palestra. Tutte le app sono disponibili sia per dispositivi Apple che Android, alcune anche per Windows phone.

RUNKEEPER RunKeeper, una delle app di

Mettiamoci in forma con lo smartphone fitness più popolari, sfrutta il GPS dello smartphone per raccogliere informazioni utili sulla corsa quotidiana e lo fa in modo autonomo. È inoltre possibile usufruire di un allenatore virtuale in RunKeeper per vedere come migliorare il tempo di corsa con un programma di allenamento specifico e inviare messaggi incoraggianti durante l’esecuzione. RunKeeper non è solo per i corridori, si possono anche impostare passeggiate, contare i passi, fare gite in bicicletta, fare canottaggio, sciare e altro ancora.

ENDOMONDO E’ l'app più famosa per gli allenamenti, integrata con Facebook utilizzabile per gli sport all’aria aperta ma anche al chiuso in palestra per gli allenamenti, il fitness e il tapis roulant.

PUSH UP PRO E’ l'applicazione per il body building fai da te e per la palestra, per contare le alzate ed i piegamenti e contare quante calorie si consumano. L'app fornisce anche un

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regime di allenamento in base agli ultimi risultati.

NIKE TRAINING CLUB E’ un'app dedicata alle donne, con tanti esercizi a corpo libero che è possibile seguire per allenarsi e che si possono scegliere in base ad alcuni obiettivi. Inoltre è possibile sincronizzare la propria musica per l'allenamento.

POCKET YOGA Se si vuol seguire un corso di Yoga, questa app che mostra le posizioni sullo

schermo del cellulare con una bellissima grafica animata. Per i principianti c'è un dizionario che descrive ogni movimento in modo dettagliato, e ci sono tante posizioni avanzate per gli esperti (a pagamento).

RUNTASTATIC SPORTCOACH Come un personal trainer permette di programmare gli allenamenti e controllare i risultati nella corsa, il ciclismo ed il fitness in generale. Anche questa app sfrutta il GPS per registrare i percorsi ed i progressi delle sessioni di corsa e salvare i progressi nel tempo.

MY FITNESS PAL E’ un’app per Android,

iPhone, Windows Phone e Blackberry, che fa da contatore di calorie, tiene traccia del cibo assunto e mangiato, fissa gli obiettivi calorici e la dieta giornaliera.

MAX CAPACITY TRAINING È un'applicazione per iPhone, Android e Blackberry che offre un programma di allenamento da 12 settimane fatto per chi ha poco tempo per andare in palestra o a correre. Gli allenamenti sono divisi in settimane e sono composti da quattro esercizi che si ripetono quattro o otto volte per un tempo totale di 16 minuti al giorno. Tutti gli esercizi si possono eseguire a corpo libero, senza usare attrezzi. MOMOCLOUD www.momocloud.com

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ORIZZONTALI 1. Priva di mezzi di difesa - 9. Si assume per nutrirsi - 12. La Argento attrice - 13. Flavio, imperatore romano d'Occidente - 15. Iniziali di Scola, il regista - 16. In Matrix lo interpreta Reeves - 17. Trasparente - 18. L'elio è uno nobile - 19. Nord-Ovest - 20. Rappresentazione teatrale - 21. Si impara e si mette da parte - 22. Elogiata - 23. Un mostro leggendario - 24. Grosso serpente esotico - 25. Quello Vecchio è a Firenze - 26. L'opera di Leonardo raffigurata a lato - 29. Strada alberata - 30. Lo è la posta... che vola - 31. Iniziali di Ruggeri - 32. Grido che incita l'asino - 33. Gioca il derby col Milan - 34. Pubblico Registro Automobilistico - 35. Edgar Allan scrittore - 36. Casetta di montagna - 37. L'Armando che sostituì Cadorna - 38. Iniziali di Toscanini - 39. Ressa di gente - 40. Tanti, numerosi - 41. Facsimile... umano - 42. Un arnese del barbiere - 43. Il successore di Lenin - 45. Il Teatro del Festival di San Remo - 46. Un "pezzo" sul giornale - 47. Le... funi di Tarzan. VERTICALI 1. Li risarcisce l'assicuratore - 2. Lago lombardo - 3. Teresa De..., nota cantante - 4. Nella piazza e nella strada - 5. I Pellirosse di cui è famoso... l'ultimo - 6. Un'iniezione profilattica - 7. Dolce per compleanni - 8. Quella verde non è edificabile - 9. Como - 10. Il movimento letterario di Jack Kerouac - 11. Relativo allo scheletro - 14. Si dice citandosi - 17. Donne che piangono il marito - 18. Inferriata da finestre - 20. Fogli avvolti a cilindro 21. La cassetta delle api - 22. Verbo da fabbro - 23. Importante porto inglese sulla Manica - 24. L'"Hercule" di Agatha Christie - 25. Poltiglia di... patate - 26. Entra in alcuni dolci - 27. La linea più breve - 28. Preghiera rivolta a Dio - 33. Minerale trasparente e incolore - 34. Impugna la cloche - 36. Linguaggio per computer - 37. Gobbe della strada - 39. I filtri del cuoco - 40. Posta... inglese - 41. Società Autostrada Tirrenica - 42. Iniz. di Redford - 44. Il cuore della patria - 45. Iniziali della Oxa.

Conosciuto in tutto il mondo, tanto da diventare un icona, è un disegno a matita e inchiostro su carta di Leonardo da Vinci, realizzato nel 1490 circa e conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Il disegno illustra le proporzioni del corpo umano in forma geometrica ed è accompagnato da due testi esplicativi, nella parte superiore ed inferiore della pagina. Qual'è il nome di quest'opera? Risolvi il cruciverba per scoprirlo.




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