Stylesheet letteratura inglese

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Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Università degli Studi di Parma

Criteri per la Stesura di Tesi LT e LM in Letteratura Inglese/Storia della Cultura Inglese

1. Norme generali - La tesi LT deve essere scritta in italiano (con le citazioni dalle opere primarie e secondarie [critiche, storiche] in lingua straniera) e corredata da una sezione di brevi conclusioni in lingua straniera. - Una tesi LT, vista la brevità, non è divisa in ‘capitoli’, quanto piuttosto in ‘sezioni’. Non inserire interruzioni lunghe fra queste sezioni. Per risparmiare spazio, alla fine di ogni sezione, dopo un paio di spazi bianchi, si può già continuare con la sezione successiva. Le sezioni possono essere numerate (2, 2.1, 2.1.1). In ogni caso ogni sezione e sottosezione deve avere un proprio titolo. - La tesi LM può essere scritta in italiano o in lingua straniera (con una sezione di conclusioni, oppure un abstract, nell’altra lingua). - Si consiglia agli studenti LT di prendere accordi con il docente almeno 6-9 mesi prima della prevista consegna dell’elaborato finale. - L’argomento dell’elaborato va depositato presso la Segreteria studenti del Dipartimento almeno 3 mesi prima della consegna dell’elaborato finale. - E’ cura dello studente controllare le scadenze amministrative della Segreteria di Facoltà. - Il Corso Documentazione Web è obbligatorio. Lo studente è tenuto a presentare l’attestato al docente prima che questi firmi il modulo di autorizzazione a presentare l’elaborato finale. Nel caso sia seriamente impossibilitato a seguire il corso, lo studente può ricevere dal docente l’autorizzazione a svolgerlo autonomamente in modalità online.

2. Struttura, norme grafiche e di citazione - Le tesine LT contengono un massimo di 40 pagine (indice, bibliografia, appendici escluse) - Gli elaborati si compongono di: 1) Indice; 2) Prefazione; 3) Introduzione (facoltativa); 4) sezioni o capitoli; 5) Conclusioni; 6) Bibliografia; 7) Appendici (dediche e ringraziamenti sono ammessi solo se molto stringati).

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- La Prefazione è una breve sezione in cui si presenta il titolo e l’argomento del lavoro, si discute la scelta di tale argomento, se ne spiega la rilevanza e quali approcci metodologici si sono seguiti, e si presenta la struttura del lavoro (Che cosa / Perché / Come). - Usare caratteri corpo 12 per il testo principale; corpo 10 per le note. - Usare sempre note a piè di pagina (footnotes) e non a fine documento (endnotes) - Non si fanno note manualmente. In ‘Word’, utilizzare la funzione di inserimento automatico delle note: cliccare su ‘Inserisci’ e ‘Note a piè di pagina’. - La numerazione delle note va in numeri arabi. Nelle tesine LT, usare una numerazione consecutiva e non iniziare a numerare le note da 1 in ogni sezione (il che implica che la tesina dev’essere contenuta in un solo file). Nelle tesi LM, iniziare a numerare le note da 1 ad ogni nuovo capitolo. - Usare l’interlinea doppia nel testo principale; singola nelle citazioni rientrate e nelle note a piè di pagina (in ‘Word’, andare in ‘Formato’ e poi ‘Paragrafo’) - Ogni prima riga di paragrafo va rientrata (settare la funzione corrispondente di ‘Word’, in ‘Formato’, ‘Paragrafo’, ‘Rientro – prima riga’) - Il margine delle citazioni rientrate è di solito lo stesso del rientro della prima riga di un aragrafo - Il margine destro non va lasciato frastagliato, bensì va ‘giustificato’ - Le citazioni dai testi in lingua straniera non vanno tradotte - Le citazioni non vanno in corsivo (nelle citazioni, il corsivo lo si usa solo per riprodurre un corsivo dell’originale) - Nel caso si voglia evidenziare uno o più termini in una citazione, si possono mettere in corsivo. Bisogna poi indicare ‘corsivo mio’ nella nota corrispondente. (Se invece nella citazione c’è già un termine in corsivo, allora si può indicare ‘corsivo dell’autore’ in nota). - Per le citazioni nel corso del testo usare di norma virgolette doppie alte “” - Se ci sono due gruppi di virgolette, l’uno interno all’altro, usare “... ‘...’...” Esempio: Come osserva Joseph Luzzi nel suo studio sull’Italia e il romanticismo britannico, “the turn to Dante became an English literary ‘rite of passage’”. - Indicare omissioni o ellissi all’inizio o nel corpo di una citazione con [...] (l’indicazione delle omissioni o ellissi nella conclusione di una citazione è a discrezione). - Usare le parentesi quadre anche per interpolazioni in cui si chiarisce un elemento di una citazione: Esempio: 2


Come afferma Anne K. Mellor, “engaging in continuous selfcreation, he [Byron] deliberately blurred the lines between his ‘real’ self and his ‘artistic’ self” [...] - Se si riscontra un errore (o un solecismo) in un testo che si sta citando, lo si può indicare inserendo [sic] dopo il termine sbagliato: Esempio: In una lettera del 1828, Vincenzo Bellini definisce il genere classico “freddo e noiosi [sic]”.

- Le citazioni brevi (2-3 righe) compaiono nel testo tra virgolette doppie “”. Esempio: Le prime sei categorie mostrano “how different people trigger their motivation”, ovvero ciò che gli individui sono atti a percepire. - Le citazioni più lunghe di 4-5 righe sono precedute e seguite da una riga vuota, con un rientro a sinistra rispetto al margine. Non usare le doppie virgolette. Esempio: Lo studioso Stuart Curran afferma, a tale riguardo, che Everywhere in European literature the observed canons were revealed as inadequate to encompass the burden not just, as a strictly historical overview might have it, of startling new material and creative conditions, but of a revived heritage. And after the first wave, national recovery, came its sharing through translation [...] Tale affermazione ci permette di vedere come la traduzione contribuisce ad arricchire l’ambito degli scambi tra culture e letterature europee tra il 1780 e il 1830.

- Se si citano versi nel corso del testo (ovvero non in una citazione rientrata) o in una nota, i singoli versi vanno separati con / e le singole strofe con //

- Usare il corsivo per parole straniere non di uso comune nella lingua italiana, oppure per termini tecnici (es.: ostensione, parabasis, stream of consciousness, chiming effect etc.), oppure per dare particolare rilievo ad un termine (in questo caso, da usare con moderazione).

- Non utilizzare il neretto o il sottolineato; non utilizzare punti esclamativi o interrogativi (a meno che non siano presenti in una citazione); evitare le domande retoriche 3


- Nel corso del testo e nelle note, vanno in corsivo i titoli di: romanzi, film, raccolte di poesie, poemi (lunghi), opere di teatro, volumi di critica, album musicali, giornali e riviste, siti web; vanno in tondo e fra virgolette, i titoli di: racconti, fiabe, singole poesie (brevi), canzoni, articoli da giornale o rivista.

3. Note a piè di pagina

- Ogni materiale utilizzato durante la stesura di una tesi (‘fonte’) va debitamente indicato in nota, sia che si citi testualmente, sia che invece se ne riassumano le idee.

- Tali riferimenti alle fonti vanno introdotti da indicazioni come: Cfr. / Si veda / Si consulti...; oppure, nel caso si vogliano fornire ulteriori fonti di riferimento al lettore, utilizzare formule del tipo: Ulteriori informazioni sull’argomento si trovano in ...

- Gli apici di nota vanno generalmente posti dopo i segni di punteggiatura: Esempio: ,38

/

. 38 /

”.38

- Le note vanno sempre chiuse con un punto finale. - Non si va a capo dentro al testo di una nota. - NB: non si possono citare: appunti di corsi, manuali, storie letterarie, antologie, enciclopedie, riassunti (come ‘York Notes’ o ‘Sparknotes’) volumi di reference come ‘garzantine’ etc. (questi materiali si possono ovviamente usare per consultazione, ma non citare in nota o in bibliografia come fonti critiche; in ogni caso di dubbio, consultare il docente)

Citazione di un volume (monografia = opera di un solo autore): Cfr. Stuart Curran, Poetic Form and British Romanticism, Oxford University Press, New York and Oxford 1986, p. 213 (oppure: pp. 213-29).

Citazione di un saggio in un volume ‘a cura di’ (o ‘curatela’):

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Cfr. William Keach, “The Political Poet”, in The Cambridge Companion to Shelley, ed. Timothy Morton, Cambridge University Press, Cambridge 2006, pp. 123-44.

Cfr. Jim Davis, “Spectatorship”, in The Cambridge Companion to British Theatre, 1730-1830, ed. Jane Moody and Daniel O’Quinn, Cambridge University Press, Cambridge 2007, p. 59.

Mirella Billi, “William Beckford: rappresentazione come narrazione del sé”, in Narrare/Rappresentare: incroci di segni fra immagine e parola, a cura di Diego Saglia e Giovanna Silvani, Clueb, Bologna 2003, pp. 81-90. (NB: ed. sta per ‘editor’, ovvero ‘curatore’; anche nel caso di più curatori, si usa comunque la forma: ed.; l’italiano ‘editore’ = ‘publisher’ in inglese)

Citazione di un articolo da rivista: David Simpson, “The Limits of Cosmopolitanism and the Case for Translation”, European Romantic Review, 16 (2005), pp. 141-52. [16 è il numero del volume; 2005 l’anno di pubblicazione del volume; NB: non è necessario indicare il numero del fascicolo, il mese, la casa editrice, il luogo di edizione...]

Citazione di un’opera in più volumi: Walter Edwin Peck, Shelley: His Life and Works, 2 vols, Houghton Mifflin, Boston 1927, II, pp. 305-13.

Antologia delle poetesse romantiche inglesi, a cura di Lilla Maria Crisafulli, 2 voll., Carocci, Roma 2003, I, p. 217.

NB: i titoli inglesi hanno le maiuscole nelle parole di senso compiuto:

Timothy Morton, Shelley and the Revolution in Taste: The Body and the Natural World, Cambridge University Press, Cambridge 1994. Peter Mortensen, British Romanticism and Continental Influences: Writing in an Age of Europhobia, Palgrave Macmillan, Basingstoke and New York 2004.

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Mentre in italiano si mette in maiuscolo solo la prima parola del titolo

Cfr. Diego Saglia, “L’ambiguità dell’appartenenza: le nazioni di Hanif Kureishi”, in Schermi della dispersione: cinema, storia e identità nazionale, a cura di G. Elisa Bussi e Patrick Leech, Lindau, Torino 2003, pp. 147-64. - Attenzione a come si indicano le pagine in nota: usare sempre le abbreviazioni p. e pp. (e non pag. o pagg.) usare le seguenti forme: p. 6, pp. 12-15, pp. 213-29, pp. 198-9

Citazione di fonte internet: Vedi per indicazioni generali e casistica il manuale disponibile in consultazione in biblioteca: The Columbia guide to online style / Janice R. Walker and Todd Taylor. - New York : Columbia University press, c1998, collocazione 808.027 WAL oppure il sunto con esercitazioni disponibile sul sito della biblioteca all’indirizzo: http://www.bibliotecapgnegro.unipr.it/SeminarioDBAR/CitRER_materiali.html I seguenti esempi di riferimento sono leggere modifiche dei modelli indicati nelle fonti cui sopra adattati alle indicazioni di stile fornite in questa dispensa per le risorse “tradizionali”: Mark Brown, “Baftas 2011: The King’s Speech Sweeps the Boards”, The Guardian, 14 febbr. 2011, http://www.guardian.co.uk/film/2011/feb/13/baftas-2011-the-kingsspeech (ultimo accesso: 18/02/2011). Frederick Denison Maurice, “Prosperity and Adverisity (1851)”, The Victorian Web, ed. George P. Landow, http://www.victorianweb.org/religion/sermons/maurice1.html (ultimo accesso: 10/01/2009) [la data dev’essere quella della più recente consultazione del documento] Stacy Wolf, "Wicked Divas, Musical Theater, and the Internet Girl Fans", Camera Obscura: A Journal of Feminism, Culture, and Media Studies, 22(2007), pp.38-71, EBSCOhost, https://search.ebscohost.com/login.aspx?direct=true&db=mzh&AN=2007 443739&lang=it&site=ehost-live* (ultimo accesso: 4/4/2011).

* n.b.: PER GLI ARTICOLI SU EBSCO CITARE IL PERMALINK E NON L’URL DELLA SCHEDA BIBLIOGRAFICA 6


https://search.ebscohost.com/login.aspx?direct=true&db=mzh&AN=2007443739&lang=it&site=eh ost-live E NON https://web.ebscohost.com/ehost/detail?vid=4&hid=24&sid=e1c2e893-9fbf-4930-a07d503a94b6d44d%40sessionmgr13&bdata=Jmxhbmc9aXQmc2l0ZT1laG9zdC1saXZl#db=mzh&AN =2007443739

Athena Vrettos, “‘Little bags of remembrance’: du Maurier’s Peter Ibbetson and Victorian Theories of Ancestral Memory”, Ravon: Romanticism and Victorianism on the Net, 53(2009), Érudit, http://www.erudit.org/revue/ravon/2009/v/n53/029899ar.html (ultimo accesso: 4/4/2011). Charles McNulty, “All's Rewrite with the World”, The Village Voice, 47 (2002), pp.66-, Questia, http://www.questia.com/PM.qst?a=o&d=5036973337 (ultimo accesso: 4/4/2011). Quando l’indicazione dell’url risultasse troppo lunga è possibile ricavare un durable url più leggibile e adatto alla forma scritta utilizzando TINY URL http://tinyurl.com/

Quando si cita una fonte più di una volta nel corso di una tesi LT o di un capitolo di tesi LM: - Se la tesi LT o LM verte soprattutto su alcune opere primarie che vengono, di conseguenza, citate ripetutamente nel corso del lavoro, è consigliabile usare abbreviazioni che verranno elencate in una prima nota e piè di pagina (se si tratta di un solo testo) o in un’avvertenza posta dopo l’indice (nel caso di più opere da abbreviare): Esempio: 1) Cfr. Jane Austen, Persuasion, with A Memoir of Jane Austen, by J. E. Austen-Leigh, ed. D. W. Harding, Harmondsworth, Penguin 1965, p. 23 (d’ora innanzi, ci si riferirà a quest’opera con l’abbreviazione P).

2) Nel corso di questo lavoro, le seguenti opere saranno indicate con le abbreviazioni indicate di seguito:

E: Jane Austen, Emma, ed. R. Blythe, Harmondsworth, Penguin 1980.

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L: Jane Austen’s Letters, ed. Deirdre Le Faye, Oxford, New York, Oxford University Press 1997. P: Jane Austen, Persuasion, with A Memoir of Jane Austen, by J. E. Austen-Leigh, ed. D. W. Harding, Harmondsworth, Penguin 1965.

- Se una fonte viene citata più volte nella stessa tesi LT o capitolo di tesi LM, dopo la prima occorrenza in cui saranno forniti tutti i dati bibliografici, le volte successive basterà utilizzare la formula: Nome Cognome, op. cit., p./pp.

Esempio: 10

Cfr. Jim Davis, “Spectatorship”, in The Cambridge Companion to British Theatre, 1730-1830, ed. Jane Moody and Daniel O’Quinn, Cambridge University Press, Cambridge 2007, p. 59. [...] 13

Cfr. Jim Davis, op. cit., pp. 60-62.

- Se però di un autore si citano più fonti nella stessa tesi LT o capitolo di tesi LM, allora non è più possibile usare op. cit.; bisognerà invece usare una versione accorciata dei vari titoli dello stesso autore, seguita da op. cit.:

Esempio: 10

Cfr. Jim Davis, “Spectatorship”, op. cit., p. 59.

- Se, la stessa fonte viene menzionata in due note consecutive, nella seconda non si utilizzerà né op. cit., né la versione accorciata del titolo, bensì: Ibid., p./pp. (nel caso si tratti della stessa opera, ma non della stessa pagina, a cui entrambi le citazioni/note fanno riferimento), oppure Ivi. (nel caso si tratti della stessa opera e della stessa pagina, a cui entrambi le citazioni/note fanno riferimento).

Esempio: 10

Cfr. Jim Davis, “Spectatorship”, in The Cambridge Companion to British Theatre, 1730-1830, ed. Jane Moody and Daniel O’Quinn, Cambridge University Press, Cambridge 2007, p. 59. 11

Cfr. Ibid., pp. 60-62.

[...] 21

Cfr. Jim Davis, op.cit., p. 63. 8


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Cfr. Ivi.

- Se ci si riferisce a un testo citato in un altro testo, usare l’abbreviazione ‘Cit. in’ (ovvero ‘citato in’) dopo i riferimenti bibliografici:

Esempio: Giuseppe Mazzini, Filosofia della musica (1836), cit. in Nel nome dell’Italia: Il Risorgimento nelle testimonianze, nei documenti e nelle immagini, a cura di Alberto Maria Banti, Laterza, Bari 2010, p. 134.

(Attenzione: non bisogna abusare e fare troppe citazioni di ‘seconda mano’)

4. Bibliografia finale

- La sezione va intitolata: Bibliografia - La bibliografia deve essere divisa in sezioni (la suddivisione è da concordare con il relatore). Esempi di possibili sezioni sono: 1) Opere dell’autore/autrice; oppure: Letteratura primaria; 2) Saggi critici e monografie di consultazione generale; 3) Saggi critici e monografie sull’autore/sull’argomento; 4) Siti web, oppure Sitografia.

- Controllare con la massima attenzione che vi sia perfetta corrispondenza tra le singole voci in bibliografia e le citazioni nelle note. - Mettere il cognome e poi il nome separati da una virgola. - Se dello stesso autore si elencano più titoli, non ripetere cognome e nome, ma dopo la prima volta sostituirli con ______________, - Indicare sempre il/i curatore/i (ed.; a cura di) e nel caso di traduzioni, il traduttore

Esempio:

Austen, Jane, Emma, ed. R. Blythe, Harmondsworth, Penguin 1980. Billi, Mirella, “William Beckford: rappresentazione come narrazione del sé”, in Narrare/Rappresentare: incroci di segni fra 9


immagine e parola, a cura di Diego Saglia e Giovanna Silvani, Clueb, Bologna 2003, pp. 81-90. Williams, Raymond, Marxismo e letteratura, trad. di Mario Sestrema, Laterza, Bari 1979.

- In bibliografia si cita di norma solo ciò che si è citato nelle note (è possibile aggiungere alcuni – pochi – testi che non si sono citati, ma che sono risultati estremamente utili)

- Le voci della bibliografia o delle singole sezioni vanno in ordine alfabetico.

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