Progetto pappa fish1

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Nell'ambito dei progetti relativi all'ambiente e salute, gli alunni 3^ C della scuola primaria “Marta Russo” , dell’Istituto Comprensivo “F.lli Trillini” di Osimo, che usufruiscono del servizio mensa, hanno partecipato al progetto "Pappa fish "Mangia bene, cresci sano come un pesce". Quest’ultimo è il titolo di una campagna educativa alimentare promossa dalla Regione Marche e cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito del fondo europeo per la pesca. Essa si è posta diversi obiettivi: far conoscere il pesce fresco dell’Adriatico nelle mense scolastiche grazie ad un percorso didattico integrato al fine di incentivarne il consumo; far scoprire agli alunni un alimento buono e sano; prendere coscienza dell’ecosistema-mare e dei cicli di vita che lo popolano e rispettarli; creare nuove opportunità per chi oggi lavora nella filiera della pesca e dell’itticoltura. Il progetto si è sviluppato durante l’intero anno scolastico 2014-2015 con l’inserimento periodico di piatti a base di pesce ( a chilometro zero) nel menù della scuola e con il coinvolgimento degli alunni in numerose attività ludiche, narrative, creative e pratiche attraverso la realizzazione di laboratori di cucina, scienze e artistici: hanno infatti realizzato la storia “Di porto in porto”, ricettari, testi di vario genere, cartelloni, … e sono diventati essi stessi dei cuochi. I risultati sono stati notevoli: un maggior gradimento dei pasti a base di pesce, una sensibile riduzione degli avanzi. Inoltre i percorsi didattici, ai quali hanno preso parte esperti psicologi, nutrizionisti e biologi, hanno permesso agli alunni di imparare a riconoscere i pesci, ma anche a conoscere il proprio territorio. Lo scorso 18 maggio il progetto ha visto la sua conclusione con una cerimonia presso il teatro “La Fenice” di Osimo, in occasione della quale, gli alunni hanno potuto assistere ad una rappresentazione teatrale. Il 30 maggio 2015 Pappa Fish è stato premiato all’Expo di Milano come migliore progetto di educazione alimentare”.




Mi è piaciuto quando ho toccato la sogliola, l'ho accarezzata e era ruvida; le alici mi facevano senso perché mi fissavano. (CATERINA) Io ho toccato dei pesci nuovi che non avevo mai toccato prima d'ora!!! Ho visto le alici e sembravano veramente degli stuzzichini. (MICHELA) Io ho toccato una mazzola è mi è piaciuto molto!!! Ho provato una sensazione strana come se toccassi un tubo molle! Mi è piaciuta anche la gabbia: più che bello!! (MIA) Mi è piaciuto tantissimo soprattutto quando abbiamo toccato i pesci. Ho provato una sensazione bella come se fossi al settimo cielo!!! Ma più che altro a me piace tanto toccare le cose viscide. (SOFIA) Oggi ci hanno svelato l'altra tappa: dovevamo andare al Monte Conero e ci siamo costruiti delle tende in verità non le abbiamo costruite ma le abbiamo disegnate. (STEFANO) Quando ho toccato il pesce mi venivano i brividi. (DAVIDE) Il mio momento più bello è stato quando abbiamo visto i pesci e ho potuto toccarli e erano tutti diversi. Però non mi è piaciuto vedere il totano. (TOMMASO) Mi piace il pesce perché i pesci sono belli e viscidi (FABIO)


La sensazione che ho provato toccando il pesce è quella di divertimento nel sentirlo così liscio e viscido: è per questo che mi è piaciuto. (VALENTINA) Io oggi ho toccato i pesci e mi è piaciuto perché potevi giocarci, toccarli e anche spaventare Paolo e Leo G. (SIMONE) Ho provato una bella sensazione a toccare il pesce ma all'inizio mi faceva un po' schifo perché ho toccato un pesce molle, molto molle ... però dopo toccando gli altri pesci mi sono accorto che non erano per niente molli e ho cominciato a giocarci praticamente. E' stata la più bella giornata con i pesci. (ALESSANDRO) Quando ho toccato il pesce ho avuto una sensazione: a me i pesci non piacciono, li ho toccati e mi sono piaciuti. (MARTINA) Quando ho toccato i pesci mi sono venuti i brividi, però dopo un po' che li ho tenuti in mano, i brividi sono andati via. (LUDOVICO) Il momento più bello è stato quando ho toccato il pesce perché potevo vederlo da vicino, osservarlo; ho visto perfino le squame.

(LEO G)


Il momento più bello di Pappa Fish è stato quando abbiamo toccato tutti i pesci. Erano tutti viscidi e si schiacciavano facilmente. Quando ho visto un pesce che aveva i denti aguzzi ho pensato che era carnivoro. Quando abbiamo finito di vedere i pesci sono andato a lavarmi le mani e sono andato a mangiare. (LEO L) Mi sono divertita un sacco! All’inizio non volevo toccarli nemmeno con un’unghia, ma dopo ho sconfitto la mia paura e ho sollevato un’alice e ho avuto una sensazione di divertimento! Erano viscidi ed è stato divertente da sollevare (ROBERTA) Il momento più bello è stato quando ci hanno fatto vedere i pesci che erano molto molli. Quando ho toccato un’alice, mi faceva senso. Il giorno più bello è stato questo. (EMANUELE) Quando Cristina ha preso i pesci morti, gli altri sono andati a toccare quei pesci ma a me veniva da vomitare. Il mio momento più bello è stato quello dei distintivi (LAURA) Oggi abbiamo dovuto fare un progetto di Pappa Fish. Mi è piaciuto tanto toccare i pesci perché il totano

era viscido e le conchiglie erano ruvide. (MANUEL)


Quando abbiamo toccato i pesci che hanno pescato mi è venuta la sensazione di viscido. Era la prima volta che toccavo un pesce morto e mi è piaciuto un mondo. (ENRICO) Oggi sono venute delle signore del progetto Pappa Fish e ci hanno portato dei pesci veri ma morti e ce li hanno fatti toccare. Quando è toccato a me non è che proprio mi piacesse toccarli però una volta fatto mi è piaciuto e ho incominciato a giocarci e mi sono anche divertito a toccare quei pesci viscidi. C’era anche una pesce con i denti appuntiti e quasi quasi è quello con cui mi sono divertito più di tutti. (Leo B.) Quando ho toccato il pesce ho avuto una sensazione molto bella che mi ha fatto ricordare il mare. E’ stata una giornata molto interessante e bella. (PAOLO) E’ stata una giornata bellissima perché è stato molto divertente e poi non lo avevo mai fatto. (ANNA) Quando ho visto i pesci mi sono sbalordita; quando li ho toccati, mi sono divertita a giocarci, insomma mi è piaciuto tanto toccare i pesci!!! (MANUELA


Dopo aver espresso i nostri gusti, annotandoli nella tabella, abbiamo raccolto i dati in un grafico ‌


‌ da cui da cui abbiamo tratto le conclusioni.




CI PREPARIAMO AD ASSAGGIARE OGNI INGREDIENTE E A REGISTRARE I NOSTRI GUSTI NELLA TABELLA


DISCUTIAMO ...



Tutti al lavoro per confrontarci e unire le nostre idee







CAPITOLO 1 Tra poco dobbiamo partire, inizierà un’avventura bellissima attraverso il mare e dobbiamo preparare l’occorrente da portare via. Alcuni bambini dicono che vogliono portare tutto, però sarebbe pesante lo zaino. Quindi è meglio non portare ciò che non è necessario come il tablet, la Wii, il Nintendo …. Le cose che riteniamo importanti invece sono un cambio di vestiti, una macchina fotografica, una bussola, un sacco a pelo, il costume … E’ quasi tutto pronto. Alcuni bambini sono agitati, emozionati, saltellano qua e là come palline rimbalzanti, si spingono anche per prendere delle cose. A volte la barca oscilla paurosamente. Finalmente ci siamo calmati e possiamo partire!! Il mare è calmo. Si sente lo sciabordìo delle onde che vanno avanti e indietro, lentamente, con un mormorìo lieve. Il silenzioso rumore dei sassolini che scivolano l’uno sull’altro è molto gradevole; qua e là si sente il garrito dei gabbiani. Alessandro esclama:- Guardate il mare! Ora è celeste diamante con delle sfumature arancioni! E’ stupendo!!! Allora Laura assaggia l’acqua con un dito e commenta:- E’ salatissima! Ed è molto fredda! … E’ davvero una bella sensazione… Intanto il viaggio prosegue ma ad un certo punto il motore comincia a fare i capricci e presto scopriamo che è finito il carburante. Noi siamo molto agitati e ci muoviamo da una parte all’altra facendo dondolare la barca. Pietro cerca inutilmente di tranquillizzarci. Chiama i soccorsi via radio ma inavvertitamente questa gli sfugge di mano e cade nell’acqua. Noi ci sediamo disperati, chi a terra, chi su una panca di legno. Ad un certo punto ci sembra di scorgere uno bizzarro pesce con uno stomaco stranamente rettangolare. –Che abbia mangiato la nostra radio?- pensa allora il pescatore e decide di pescarlo. Tenta e ritenta … inutilmente.


Intanto Leo avvista un gruppo di totani che sembrano avere un fungo come cappello e dei tentacoli. Poi all’improvviso ecco arrivare delle mazzole con le loro pinne che assomigliano a conchiglie. Sgusciano sotto la barca per sbucare dalla parte opposta. Ad un certo punto si avvicina un banco di pesci - Sono alici!- esclama qualcuno – Sembrano dei bastoncini di legno argentato con la faccia! I pesci girano intorno e sotto la barca, saltano fuori dall’acqua e nuotano in gruppo. I totani con i loro tentacoli e le mazzole con le loro pinne ci stanno spingendo e la barca lentamente sembra muoversi. Pietro intanto vede una tartaruga su uno scoglio poco distante e le chiede aiuto. Un gabbiano incuriosito sorvola il peschereccio per poi atterrare sul ponte della barca. Anche a lui Pietro chiede un aiuto e il gabbiano risponde che deve prendere la direzione verso Nord,mentre la tartaruga che nel frattempo si è avvicinata, gli suggerisce di seguire il tramonto del sole. Pietro allora consegna ad alcuni di noi dei remi che si trovavano a bordo. Un gruppo di bambini si mette subito a remare velocemente ma muovono la barca in tondo verso destra; allora un secondo gruppo di bambini cerca di “raddrizzare” la barca e rema dall’altro lato ancora più velocemente con il risultato che questa volta la barca gira su se stessa verso sinistra! Insomma la barca procedeva a zig-zag! Finalmente tutti riescono a tenere uno stesso ritmo e remano insieme e la barca procede diritta! Nel frattempo alcuni si sono ingegnati a costruire una vela con del materiale che avevano a disposizione: un vecchio telo e due bastoni di legno legati insieme per ottenere l’albero a cui appendere la vela.


CAPITOLO 2 Mentre remiamo, in lontananza vediamo delle nuvole nere e così capiamo che è in arrivo una burrasca. Noi cerchiamo di cambiare rotta mentre Pietro grida: <<Lasciate perdere!! Andate a prendere il salvagente!!!>>. Mia risponde allarmata: <<Va bene però così la barca non resisterà a lungo!>>. Intanto il vento sta aumentando e la barca sembra iniziare a non rispondere più ai comandi. Sentiamo arrivare gli schizzi d’acqua in faccia, che ormai non sono più piacevoli e sono sempre più sferzanti. Ci sentiamo trascinare verso il largo e in effetti ci stiamo allontanando dalla costa. Alessandro e Ludovico provano a girare verso destra per governare meglio il peschereccio. Purtroppo è tutto inutile: le onde ormai impetuose ci sbattono qua e là senza una direzione precisa, si accavallano sempre più alte e minacciose producendo un grande frastuono. Il fragore è così forte che non riusciamo a sentirci mentre cerchiamo di aggrapparci al bordo della barca. L’acqua ci schiaffeggia il volto con forza per almeno due ore mentre cerchiamo di resistere, stanchi e impauriti. Poi così come tutto è improvvisamente cominciato, il mare sembra piano piano quietarsi, la sua rabbia sta passando, le onde si abbassano, il vento si placa: la burrasca è finita! Noi ci guardiamo increduli e felici … Finalmente scendiamo dal peschereccio Avventura! Siamo esausti e bagnati fino alle ossa. Alcuni bambini si lasciano cadere sulla spiaggia e si addormentano quasi di colpo! Altri si lasciano semplicemente andare. Dopo un po’ ci riprendiamo e ci cambiamo gli abiti. Il sole ormai sta per tramontare e pensiamo a costruire un riparo per la notte. Decidiamo di provare a realizzare delle tende e ci dividiamo in gruppi: un gruppo cerca un telo o comunque una copertura, un altro dei bastoni robusti per la struttura e un altro ancora cerca sul peschereccio delle corde e tutto ciò che potrebbe servire per lo scopo. E’ ora di montare le tende!… Qualcuno fissa i paletti di legno ma il martello gli sfugge dalle mani e gli cade su un piede. <<Ahia!!>> esclama <<Il mio povero piede!>>. Altri, pensando che i paletti sarebbero stati robusti, mettono la copertura ma i bastoni non reggono e il telo cade loro addosso: <<Aiutoooo! Chi ha spento la luce! Non vediamo più niente!!!>>. Finalmente dopo molte peripezie tutto è pronto. Alcuni di noi hanno raccolto dei sassi bianchi e delle conchiglie e decidiamo di usarli per abbellire le nostre tende! Bene ora non resta che mangiare e poi andare a dormire. … Sono le sei del pomeriggio e alcuni di noi hanno l’incarico di pensare alla cena, così insieme a Pietro saliamo di nuovo nel peschereccio e decidiamo di avvicinarci alle boe per legarci le nasse che poi butteremo in acqua sperando che catturino dei pesci.


Dopo essere andati un po’ al largo, fermiamo il peschereccio e prendiamo le nasse. Esse sono delle gabbie di ferro circondate da una rete che intrappola i pesci, i quali entrano in una specie di imbuto da dove non possono più uscire.. Ci tuffiamo in acqua e nuotando ci avviciniamo alle boe. Proprio in quel momento una banco di alici ci nuota accanto e così ci distraiamo e una nassa ci scivola dalle mani e cade sul fondale. Con pazienza sistemiamo tutto. Intanto Pietro comincia a prendere le canne da pesca dalla cabina e mentre le distribuisce ci spiega come dobbiamo usarle. Subito dopo prendiamo delle esche e le attacchiamo all’amo. Ci prepariamo al lancio, quando la maestra ci consiglia di osservare la superficie dell’acqua per scorgere le bollicine: se le vediamo significa che lì c’è del pesce. Dopo un’ora abbiamo pescato pochi miseri pesci. Due ore dopo tiriamo fuori dall’acqua le nasse per vedere se almeno lì qualche pannocchia o altro è rimasta impigliata. Siamo stati più fortunati e con il nostro bottino torniamo alla spiaggia… … Mentre alcuni di noi si occupano della cena, noi stiamo cercando sulla spiaggia dei legni per accendere un fuoco dove cuocere i pesci che forse i nostri amici hanno pescato. Ne troviamo solo alcuni così ci spostiamo verso la costa rocciosa. Intanto Leo G ci racconta una leggenda che conosce e che parla di un antico tesoro. Secondo il racconto, esso si trova in una caverna difesa da un grosso totano. Il giorno seguente Simone propone: << Perché non andiamo a trovare il tesoro?>>. Tommaso e gli altri protestano perché pensano che sia solo una storia e inoltre c’è altro da fare invece di perdere tempo. Così ci dividiamo. Mentre cerchiamo i legnetti, per sbaglio metto il piede su una stella marina: è bellissima, sembra una stella finta. Poco più là vediamo delle conchiglie di varie dimensioni: alcune sono tonde e sembrano uova divise a metà, altre sono attorcigliate su se stesse. Decidiamo di raccoglierle … magari ci possono essere utili. Troviamo anche tanti rametti e ramoscelli e con le braccia cariche torniamo al campo base lasciando gli altri alla ricerca del tesoro! Simone, Laura, Roberta, Leo hanno deciso infatti di mettersi in cammino e di cercare in tutte le caverne o le piccole grotte che incontrano ma senza risultato. I quattro amici ad un certo punto si chiedono: <<Ma dove siamo finiti?>>. <<Non lo so>>, risponde Laura con un filo di voce, guardandosi attorno. Continuano a camminare e si accorgono che in un punto della spiaggia, tra la sabbia ci sono moltissime foglie di varia forma e dimensione. Decidono entusiasti di raccoglierle ma … non appena si avvicinano si sentono precipitare come in uno scivolo e si ritrovano in una caverna molto grande. La esplorano curiosi e timorosi poi si siedono stanchi morti e, senza volerlo, si addormentano. Dopo un po’ si svegliano e riprendono la ricerca e trovano una pergamena con l’indicazione esatta del luogo in cui si trova il tesoro: è fatta!


CAPITOLO 3 Srotoliamo la pergamena ma non riusciamo a leggere la mappa. Laura urla di andare a destra mentre Roberta ribatte: <<A sinistra, vi dico!>>. Fortunatamente interviene Simone a calmare tutti e finalmente riusciamo a capire da che parte andare e proseguiamo diritti. Dopo un’ora di cammino siamo distrutti e ci appoggiamo su una specie di roccia a forma di delfino, la quale appena sfiorata si anima e ci trasporta fino ad una conchiglia, dove ci appoggia con delicatezza e ci lascia riposare.Quando il gruppo si sveglia, la conchiglia si muove e risale in superficie e aprendosi, lascia intravedere un arcobaleno con un simbolo a forma di pesce. Quest’ultimo in realtà è un portale. Entriamo incuriositi ma anche timorosi. Al di là del portale si vede un mondo che ci lascia senza parole! Ci sono alghe dai colori dell’arcobaleno e pesci iridescenti dalle forme più strane che sguazzano tra le alghe. Alcuni di essi se li tocchi diventano rossi per l’emozione; altri un po’ timidi si nascondono quando ci vedono. Una seppia gigantesca spruzza nuvole di colori che tingono l’acqua. Un gruppo di pesci si avvicina a noi e sembra volerci parlare ma dalle loro bocche escono solo bolle colorate che quando scoppiano liberano dei suoni incantevoli, una melodia dolcissima da ascoltare … A questo punto ci guardiamo e decidiamo di non dire a nessuno dell’esistenza di questo posto, perché potrebbero uccidere i pesci o inquinare tutto l’ambiente. Decidiamo di tornare al campo base e raccontiamo entusiasti ai nostri amici tutto quello che abbiamo visto ma ci facciamo promettere che non riveleranno a nessuno l’esistenza di questo mondo fantastico. Pensiamo allora ad un modo per proteggerlo e crediamo che sia una buona idea nascondere meglio il portale e soprattutto distruggere la mappa. Torniamo soddisfatti all’accampamento e ci sediamo sulla spiaggia ad osservare il mare. Guardandoci attorno ripensiamo a tutto ciò che abbiamo visto e incontrato durante il nostro percorso, alle tante specie di pesci, agli uccelli … e ci rendiamo conto che in realtà anche il nostro mare con le sue ricchezze è un grande tesoro da proteggere. Ci ripromettiamo di fare del nostro meglio affinché ciò avvenga e con questa promessa, raccogliamo con attenzione tutto ciò che ci è servito durante la permanenza in spiaggia e, dopo averle dato un ultimo saluto, risaliamo sulla barca pronti per tornare a casa!

Cl 3^C Sc. prim. ”M Russo” Ist. Comp. “F.lli Trillini”- Osimo





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