Salute e ambiente

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SALUTE E AMBIENTE

LA TUTELA DELL’AMBIENTE E LA PROMOZIONE DELLA SALUTE Il Piano Socio-sanitario Regionale e il Piano regionale di prevenzione sottolineano che per tutelare in modo più efficace ed efficiente la salute occorre prendere coscienza che tutte le decisioni politiche hanno un impatto sulla salute e bisogna quindi operare per far sì che la salute sia presa in considerazione in tutte le politiche; si cerca pertanto di prefigurare un’organizzazione che favorisca le relazioni e la collaborazione non solo all’interno del mondo sanitario ma anche con altri ambiti (ambiente, trasporti, istruzione, cultura, agricoltura e commercio, ricerca, mondo del lavoro). I percorsi di integrazione vengono concretamente praticati all’interno della Direzione regionale Sanità ma anche con altre direzioni e con enti e istituzioni rappresentativi dei vari ambiti. In particolare viene ricercato il raccordo funzionale e operativo tra le funzioni di tutela dell’ambiente e di promozione della salute, in quanto l’ambiente rappresenta un importante determinante extra-sanitario della salute: la correlazione tra fattori di inquinamento, degrado ambientale e stato di salute della popolazione è da tempo un dato scientificamente acquisito. In quest’ottica il mondo sanitario, ovvero principalmente i Dipartimenti di Prevenzione, portano avanti diverse attività con il contributo dei laboratori dell’ARPA e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) per tutelare la salute dai rischi provenienti da inquinanti e contaminazioni ambientali di varia natura attraverso aria, acqua, cibo. Sono stati messi a punto numerosi programmi di studio e intervento, confluiti poi nel Piano regionale di prevenzione, dettagliati nel seguito.

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la tutela dell ’ ambiente e la promozione della salute


LE AZIONI La sperimentazione di modelli di valutazione di impatto dell’ambiente sulla salute Questa sperimentazione è un progetto che nel 2009 ha definito i primi strumenti relativamente alle seguenti tematiche: • l’inquinamento olfattivo da produzione di alimenti; • l’impatto derivante dalle attività di cava; • l’inquinamento olfattivo legato agli impianti di compostaggio; • l’impatto igienico-ambientale da allevamenti, in particolare suinicoli e avicoli. Nel 2010 ha reso operativi i predetti strumenti attraverso la sperimentazione in tutti i Dipartimenti di Prevenzione, l’adeguamento delle check list abbinate a ogni linea guida e l’approvazione dei documenti e degli strumenti operativi connessi. Il 2010 è stato un anno di sviluppo dell’attività, di cui ricordiamo le azioni più significative: • l’avvio della collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità con la sottoscrizione di uno specifico protocollo. Tale intesa ha già avuto un importante risvolto pratico con l’avvio di un progetto di biomonitoraggio su donne in età fertile, per valutare l’esposizione ad inquinanti persistenti (diossine, furani antiparassitari ecc.); • la strutturazione di un progetto formativo specifico con il Corso di Laurea per Tecnici della Prevenzione che consentirà di realizzare seminari su aspetti importanti delle analisi su questo tema e di inserire un modulo formativo in ognuno dei 3 anni di corso di laurea; • definizione di nuove linee guida regionali su pianificazione territoriale e salute, argomento centrale per l’attività di prevenzione territoriale. È importante ricordare che in questo ambito operativo è in atto un’importante sinergia con il progetto “Salute in tutte le Politiche” che consentirà al documento regionale di essere comparato con esperienze similari a livello internazionale e ai documenti del progetto di avere un primo confronto con operatori territoriali preparati in materia, per una migliore taratura del documento. Infine è da segnalare un’altra esperienza interessante avviata in collaborazione con Province, ARPA e Amministrazioni Comunali: un corso di formazione sulla gestione degli esposti in ambito ambientale e di quelli in ambito sanitario, con l’obiettivo di razionalizzare gli interventi delle Amministrazioni Pubbliche e migliorare il rapporti con i cittadini. Tale iniziativa ha riscosso un notevole successo in quanto nei 23 incontri organizzati in sedi locali a livello regionale hanno partecipato oltre 1000 operatori.

Gli incidenti stradali La Regione Piemonte è da anni impegnata nello sviluppo di programmi di contrasto agli incidenti stradali, con l’obiettivo di contribuire a ridurre la mortalità e la morbosità conseguente agli incidenti stradali in Piemonte. Il nuovo Piano regionale della prevenzione incidenti stradali ha individuato due principali linee di intervento: • lo sviluppo e il consolidamento del sistema regionale di sorveglianza integrato incidenti stradali; • i moltiplicatori dell’azione preventiva nella prevenzione degli incidenti stradali.

le azioni

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Lo sviluppo del sistema di sorveglianza si pone come obiettivo la descrizione della distribuzione territoriale e l’evoluzione temporale dell’impatto sanitario del fenomeno dell’incidentalità stradale, caratterizzandola rispetto a diverse dimensioni di analisi. A tal fine, nel 2010 sono state effettuate una serie di attività, tra cui: • acquisizione delle fonti informative a copertura regionale contenenti dati utili allo studio dell’impatto sulla salute degli incidenti; • valutazione di qualità e completezza dei database; • valutazione della possibilità di integrazione tra fonti sanitarie, per definire il percorso assistenziale del traumatizzato dal primo soccorso alla post-dimissione; 4. analisi dei dati e valutazione di affidabilità degli indicatori di impatto sanitario (costi umani, con riferimento alle indicazioni fornite dal gruppo di lavoro OMS), utilizzabili anche per la valutazione di efficacia di interventi. Questa linea di intervento è coordinata dal Servizio di Epidemiologia ASL TO3 di Grugliasco e prevede la collaborazione con il Centro Regionale di Monitoraggio per la Sicurezza Stradale della Direzione Trasporti della Regione Piemonte (gestito da IRES), con il Sistema Regionale di Emergenza 118, la Provincia di Torino, il Settore Statistico regionale, l’INAIL e il CSI Piemonte. Per quanto riguarda le attività di prevenzione, nel 2010 sono stati attuati alcuni interventi basati su prove di efficacia finalizzati alla riduzione della mortalità e disabilità conseguenti ad incidenti stradali, connessi in particolare alla guida sotto l’effetto di sostanze o al mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, nei giovani della fascia di età compresa tra i 14 e i 29 anni. Inoltre è stata completata la valutazione relativa al Progetto Multicentrico Regionale “Promozione di comportamenti liberi dall’alcol per la prevenzione incidenti stradali (2008-2009)”. Il Piemonte è inoltre la Regione che attualmente coordina a livello nazionale due progetti: “Scegliere la strada della sicurezza”, coordinato dall’ASL di Vercelli, e “Insieme per la sicurezza”, coordinato dall’ASL VCO.

La protezione e l’uso delle sostanze chimiche Il Regolamento CE n. 1907 del 18 dicembre 2006 (REACH), entrato in vigore il 1° giugno 2007 in tutti i Paesi della Comunità Europea, è un sistema integrato di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, lungo la filiera della loro produzione, importazione e utilizzazione. Obiettivo primario è il miglioramento della tutela della salute umana e dell’ambiente e il rafforzamento della competitività dell’industria chimica europea attraverso la libera circolazione di queste sostanze. Come previsto dall’art. 121 del REACH, ogni singolo Stato Membro della Comunità Europea provvede all’istituzione di un’Autorità Competente che coordini le attività di controllo e vigilanza, mediante la realizzazione di una rete nazionale, al fine di garantire la corretta applicazione delle prescrizioni del Regolamento. Tale autorità è stata individuata nel Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, ora Ministero della Salute. A livello locale la Regione Piemonte ha individuato la Direzione Sanità come autorità competente per il coordinamento delle attività previste dal Regolamento REACH. Nello specifico ha designato i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali come strutture territoriali incaricate di vigilare sull’osservanza delle norme di tale Regolamento. Il Decreto Sanzioni (D. Lgs. n. 133 del 14 settembre 2009), oltre a prescrivere sanzioni di tipo amministrativo per determinate violazioni del Regolamento, prevede sanzioni penali nel caso di immissione sul mercato o utilizzo di sostanze comprese negli allegati XIV e XVII (sostanze soggette ad autorizzazione o restrizione). 4|

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Durante l’anno 2010 nelle Regioni del Nord è stata completata la formazione del personale destinato, a vario titolo, alle attività di ispezione; per il Piemonte hanno partecipato dieci operatori. Parallelamente alle attività formative, la Regione Piemonte ha svolto attività sperimentali di ispezione in cinque aziende per la verifica dell’applicazione del Regolamento. Le attività ispettive svolte sono state di carattere “sperimentale”, pertanto non soggette a regime sanzionatorio; tuttavia è stato richiesto il pagamento di una tariffa a carico delle aziende pari a 2.000 Euro, con erogazione all’Autorità Competente Nazionale. La prima azienda è stata selezionata direttamente dal Ministero secondo criteri definiti a livello nazionale, e l’ispezione è stata eseguita da personale dell’Autorità Competente Nazionale in collaborazione con gli ispettori regionali. Le altre quattro sono state individuate fra le 394 aziende che dal 1° giugno 2008 avevano effettuato la pre-registrazione in Piemonte, secondo quanto richiesto dal Regolamento REACH, sulla base della distribuzione geografica, del numero di dipendenti, ed escludendo particolari tipologie di aziende e settori. La Direzione Sanità inoltre, nell’arco del 2010, ha inviato a 11 ditte piemontesi il questionario elaborato dal Ministero della Salute con lo scopo di preannunciare alla ditta la possibilità di far parte, nei mesi successivi, di un programma di ispezioni REACH in ambito regionale e consentire la predisposizione della documentazione sulle caratteristiche strutturali, organizzative e produttive della ditta, come primo supporto informativo per l’attività ispettiva. La task-force regionale di vigilanza garantisce alta professionalità e specializzazione: tecnici dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL, chimici e personale ARPA lavorano in sinergia per inquadrare le problematiche legate a tale Regolamento apportando un bagaglio di solide conoscenze delle normative ambientali, di igiene pubblica e della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché una basilare conoscenza della chimica delle sostanze e delle loro miscele. Questa attività ha evidenti ed importanti ricadute di natura ambientale e di tutela della salute.

Il monitoraggio e la lotta alla zanzara tigre (Aedes albopictus) La zanzara tigre (Aedes albopictus), originaria dei Paesi asiatici, è giunta in Italia negli anni ’90 principalmente tramite il commercio di copertoni usati, dove vengono deposte le uova, oltre che a causa degli spostamenti di persone infettate, mezzi e zanzare. Le sue punture possono trasmettere il virus Chikungunya, che viene poi trasmesso da uomo a uomo e si manifesta con sintomi simil-influenzali, talora anche con rash cutaneo, accompagnati da dolori articolari; è una malattia generalmente non grave e non mortale, ad eccezione di persone anziane con presenza di altri problemi di salute. Negli ultimi anni sono stati segnalati numerosi casi di viaggiatori ammalati al rientro in UE da viaggi in paesi del sud-est asiatico (circa 350 casi di malattia importati), con la possibilità che il virus fosse trasmesso alla popolazione locale di zanzara tigre e tramite questa si stabilisse sul nostro territorio. In Italia ciò è accaduto nell’estate 2007, quando il virus Chikungunya, presente in un viaggiatore che aveva contratto l’infezione nel sud dell’India, è riuscito a introdursi nella popolazione di zanzara tigre del ravennate e causare un’epidemia che è stata interrotta solo grazie ad impegnativi e tempestivi interventi di lotta. In Piemonte, le attività di sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive sono coordinate dal Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (SeREMI). In base alla L. R. n. 75 del 24 ottobre 1995, dal 2007 è stato assegnato all’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (società della Regione Piemonte) il Coordinamento delle attività piemontesi di lotta alle zanzare, tra le quali quelle riferite alla zanzara tigre. In seguito all’epidemia di Chikungunya e alle le azioni

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indicazioni nazionali di attivazione di sorveglianze specifiche, SeREMI e IPLA hanno approntato un piano di intervento rapido per la riduzione del rischio di diffusione in presenza di casi importati, basato sulla sorveglianza dei casi, interventi mirati e tempestivi di lotta al vettore e sviluppo di un sistema di monitoraggio. Successivamente, a seguito dell’attenzione nazionale e internazionale sul più generale rischio di importazione di malattie trasmesse da vettori, è stato istituito nel 2009 il Centro di coordinamento e sorveglianza delle malattie da importazione trasmesse da vettori quale strumento per il coordinamento regionale delle azioni di contrasto e l’applicazione efficace di indicazioni nazionali. È stato, quindi, realizzato un piano regionale dedicato al controllo e riduzione del rischio di diffusione locale di Chikungunya e Dengue, basato sul monitoraggio della distribuzione urbana del vettore, la lotta e la sorveglianza, che ha visto il coinvolgimento di istituzioni locali e momenti di comunicazione. Nell’ambito delle suddette iniziative, nel 2010 sono state svolte le seguenti attività:

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Monitoraggio della diffusione di zanzara tigre in ambito urbano e sua georeferenzazione: il monitoraggio puntuale è stato effettuato tramite il posizionamento di ovi-trappole (specifiche trappole per l’individuazione della presenza di uova di zanzara tigre) in tutti i comuni compresi nell’area metropolitana di Torino, che non risultavano ancora inseriti in altri progetti di lotta ai sensi della L. R. 75/95. Quest’area è stata scelta come prioritaria per le attività di monitoraggio in quanto su scala regionale risulta essere quella con maggiore densità di popolazione e presenza di zanzara tigre. Parallelamente sono state raccolte le segnalazioni da parte dei cittadini attraverso un numero verde, appositamente istituito, oltre che segnalazioni pervenute al sito web; alle segnalazioni ritenute importanti è seguito un sopralluogo dei tecnici di IPLA. Per l’archiviazione e la georeferenzazione delle aree infestate da zanzara tigre è stato creato un modulo CRM (Customer Relationship Management) nell’ambito dell’ampliamento delle funzionalità del sito www. zanzara-tigre.org. Il modulo, oltre a permettere l’imputazione dei dati di monitoraggio, controllo e densità di infestazione, permette la consultazione da parte dell’utenza delle informazioni relative alle aree infestate. Il coordinamento con altri progetti di lotta ai sensi della L. R. 75/95 è stato un elemento indispensabile data l’estensione delle aree interessate dal progetto, soprattutto per la gestione dei sopralluoghi richiesti dalla cittadinanza.

Divulgazione e informazione: oltre all’istituzione del numero verde allo scopo di fornire informazioni sanitarie e per il contrasto alla zanzara tigre, è attivo dal 2009 un sito internet dove reperire informazioni sulla biologia della zanzara, sulle attività di lotta e le metodologie da adottare per contenerne lo sviluppo (www.zanzara-tigre.org). Per le scuole è stato realizzato uno spettacolo teatrale costruito sul principio dell’edutainment, forma di intrattenimento finalizzata sia ad educare, sia a divertire. Gli spettacoli messi in scena nelle scuole elementari dei Comuni aderenti ai progetti di lotta ai sensi della L. R. 75/95 hanno il fine di trasmettere in modo divertente i comportamenti fondamentali da mettere in atto per contrastare lo sviluppo della zanzara tigre nelle abitazioni private. Per richiamare l’attenzione dei cittadini sull’importanza della prevenzione, è stato creato uno spot radiofonico trasmesso dalle principali emittenti locali e, nelle aree di maggior infestazione, sono stati distribuiti volantini e opuscoli informativi differenziati per tipologia di luogo, di destinazione e per target di riferimento.


Sperimentazioni e verifiche di tecniche di lotta alla zanzara tigre in ambito urbano: sono state effettuate sperimentazioni per stabilire l’applicazione di formulati a basso impatto per il contrasto di Aedes albopictus su aree non raggiungibili puntualmente con metodi di lotta tradizionali, in particolare è stato utilizzato un formulato idrodispersibile a base di Bacillus thuringiensis, nebulizzato con atomizzatore spalleggiato a motore in modo da raggiungere i piccoli focolai tipici della specie, dispersi in ambienti antropizzati quali cimiteri, orti urbani, ecc.

In seguito a una segnalazione relativa a un caso di Dengue in un soggetto rientrato da un paese tropicale, il personale IPLA ha svolto un sopralluogo per la valutazione della presenza di zanzara tigre, come previsto dal protocollo operativo regionale d’intervento da applicarsi in questi casi. Visto l’esito del sopralluogo e le condizioni stagionali in atto, non è stato necessario intervenire con una disinfestazione straordinaria.

LE AZIONI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE Una delle principali vie di esposizione dell’uomo alla contaminazione chimica dell’aria, del suolo o delle acque è rappresentata dal consumo di alimenti, sia di origine vegetale che animale, ovvero pesce, carne, latte, uova e altri prodotti provenienti da animali esposti ad ambienti contaminati.

Il controllo dei contaminanti negli alimenti Negli ultimi anni la nostra Regione ha dovuto fare fronte a episodi circoscritti di contaminazione da diossine e policlorobifenili (PCB) nei foraggi e nei prodotti alimentari. La prima segnalazione è della bassa Val di Susa dove la situazione è andata normalizzandosi, grazie agli interessi sulla principale fonte emissiva industriale della zona e ai controlli esercitati sugli allevamenti locali, prevalentemente produttori di latte. La situazione degli alimenti prodotti nell’area continua a richiedere un attento monitoraggio (particolarmente per i livelli vicini alla soglia di PCB) ma è lontana dall’allarme di alcuni anni or sono. L’esperienza di studio accumulata in Val di Susa, dove hanno operato l’ASL, l’ARPA e l’Istituto Zooprofilattico, ha mostrato come sia complesso definire caratteristiche e contorni del fenomeno di contaminazione e ne ha messo in luce l’impatto sugli alimenti e sulla salute.

le azioni per la sicurezza alimentare

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Il Piano regionale integrato dei controlli di sicurezza alimentare A salvaguardia della salute pubblica e della salubrità degli alimenti, ogni anno la Regione Piemonte predispone un Piano integrato dei controlli di sicurezza alimentare, che razionalizza e integra le attività svolte dai Servizi del Dipartimento di Prevenzione delle ASL impegnati nel controllo della sicurezza degli alimenti per la presenza di inquinanti chimici e biologici. I controlli riguardano le fasi di produzione, trasformazione, confezionamento, conservazione, trasporto, vendita, distribuzione e somministrazione degli alimenti. Nel 2010 sono stati posti importanti obiettivi di miglioramento per il triennio successivo, fra cui il completamento della ricognizione per la valutazione dei rischi e collaborazioni integrate per l’individuazione delle fonti e la prevenzione dei contaminanti ambientali, il miglioramento dei controlli relativi ai materiali a contatto e ai relativi rischi di cessione, il monitoraggio dei requisiti e dell’impiego degli additivi alimentari. I Servizi Veterinari delle ASL, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico, dal 1988 realizzano un programma per la sorveglianza e il monitoraggio della presenza di residui di sostanze chimiche negli alimenti di origine animale (carne, latte, miele, uova), in conformità alle direttive comunitarie. Tale attività consiste nell’analisi di campioni prelevati lungo tutta la filiera di produzione per effettuare ricerche di sostanze contaminanti, che spaziano da quelle specifiche relative alla presenza di tracce di ormoni e altri farmaci somministrati agli animali, a quelle che riguardano i rischi collegati all’alimentazione degli animali attraverso mangimi e sottoprodotti, fino a quelle che consentono di identificare negli alimenti la presenza di inquinanti ambientali (pesticidi, metalli pesanti, PCB, diossine). I Servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) delle ASL, tra le altre attività, realizzano un programma per la ricerca di residui di prodotti fitosanitari nei vegetali, nell’ambito di un programma coordinato di controllo ufficiale previsto dall’Unione Europea per la sicurezza degli alimenti. Le analisi vengono effettuate su campioni prelevati su matrici ortofrutticole, su cereali e vino, siano essi di provenienza regionale, nazionale, comunitaria o di Paesi terzi; i campioni vengono poi analizzati dal polo chimico regionale alimenti dell’ARPA. I punti di prelievo interessati sono i centri di raccolta aziendali e cooperativi, i mercati generali, i depositi all’ingrosso, ipermercati e supermercati. I controlli svolti hanno evidenziato, nel tempo, una diminuzione di campioni irregolari per la presenza di residui fitosanitari. I SIAN delle ASL svolgono anche attività di vigilanza nei locali di vendita all’ingrosso e al dettaglio di prodotti fitosanitari e predispongono corsi di formazione per i venditori di tali prodotti. In conformità al Piano nazionale di controllo sugli organismi geneticamente modificati (OGM) negli alimenti, anche la Regione Piemonte accerta che non vengano commercializzati alimenti, mangimi e sementi contenenti OGM non autorizzati e verifica la corretta etichettatura dei prodotti contenenti OGM autorizzati (mais, soia, colza). Il Piano di sicurezza alimentare 2010, inclusi i capitoli sopra menzionati, viene annualmente rendicontato con pubblicazione a disposizione sul sito regionale (www.regione.piemonte.it/sanita/cms/ pubblicazioni/category/26-report-piano-regionale-integrato-controlli-sicurezza-alimentare.html).

I cancerogeni nella catena alimentare Anche il cibo e la nutrizione sono fattori ambientali influenti sulle malattie croniche e sui tumori. Gli agenti cancerogeni attualmente presenti negli alimenti rappresentano solo una parte del ruolo delle dieta nel cancro, ma una parte specialmente insidiosa, perché fuori dalle possibilità di identificazione e controllo del pubblico: ognuno può, se vuole, controllare di aver assunto le cinque porzioni giornaliere raccomandate di frutta e verdura, ma non può sapere se le arachidi che ha comprato sono contaminate da aflatossine. 8|

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Per affrontare queste problematiche il Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO) ha avviato una serie di approfondimenti sulle molecole che possono causare malattie tumorali e degenerative e che in vario modo possono raggiungere la catena alimentare (attraverso incidenti o contaminazioni), mediante un programma di sistematizzazione delle informazioni reperibili nella letteratura scientifica, con l’obiettivo di renderle disponibili agli operatori impegnati nelle attività di ispezione e controllo sugli alimenti. Il programma è iniziato con l’identificazione, tramite le monografie per la valutazione del rischio cancerogeno per l’uomo, pubblicate dall’Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC), di tutte le sostanze chimiche per le quali la IARC ha dato un giudizio di cancerogenicità, certa, probabile o possibile, che possono essere presenti in alimenti destinati al consumo umano o all’alimentazione animale. È stato così creato un database dei cancerogeni alimentari e degli alimenti in cui è valutata la loro presenza. Il materiale scientifico prodotto sarà messo a disposizione degli operatori sul portale web dedicato, mentre nel 2011 è previsto un approfondimento per il confronto tra i programmi di controllo attualmente adottati da ASL e ARPA con le indicazioni di priorità desumibili dal database.

Allarmi e emergenze alimentari È attivo dal 2002, anno di entrata in vigore del Regolamento CE n. 178 del 28 gennaio 2002, anche in Piemonte il RASFF, il sistema europeo di allarme per il ritiro rapido dei prodotti alimentari nocivi. Il sistema ritira annualmente in media circa 63 partite di prodotti alimentari che potrebbero danneggiare il consumatore. Nel 2010 sono state diverse le allerte generate da contaminazioni chimiche, molte delle quali di origine ambientale. La più importante ha riguardato il commercio di cozze contaminate da tossine algali, prodotte nell’alto Adriatico. I bacini di produzione sono stati sospesi dopo l’allarme di consumatori che si erano rivolti al pronto soccorso per episodi di vomito e diarrea. Anche le mozzarelle blu, fortunatamente innocue, hanno rivelato un’origine ambientale, per la contaminazione dei pozzi delle acque utilizzate dall’industria produttrice con germi capaci di elaborare pigmenti, dando luogo a specifici programmi di controllo regionali.

RIFERIMENTI Nelle pagine web del sito della Regione Piemonte, all’indirizzo www.regione.piemonte.it/sanita/cms è possibile ottenere informazioni inerenti le diverse politiche e le attività di programmazione sanitaria attuate in Regione Piemonte. Qui di seguito si riportano alcune pagine su temi di dettaglio: • www.regione.piemonte.it/sanita/cms/pubblicazioni.html consultazione di tutte le pubblicazioni realizzate dalla Direzione Sanità; • www.regione.piemonte.it/sanita/cms/pubblicazioni/category/26-report-piano-regionale-integrato-controlli-sicurezza-alimentare.html accesso alle informazioni sul Piano regionale integrato dei controlli di sicurezza alimentare; • http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/sanitari.htm per accedere alle informazioni raccolte dal sistema di rilevamento dati sulla produzione annuale dei rifiuti sanitari; • www.zanzara-tigre.org per reperire informazioni sulla biologia della zanzara, sulle attività di lotta e sulle metodologie da adottare per contenerne lo sviluppo; • www.sicurezzastradalepiemonte.it/it per accedere al portale regionale sulla sicurezza stradale, che si pone l’obiettivo di costituire un punto di riferimento per tutte le ricerche, attività e iniziative che riguardino il tema della sicurezza stradale sul territorio piemontese. riferimenti

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