Rifiuti

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RIFIUTI

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RIFIUTI

IL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI URBANI IN PIEMONTE La produzione di rifiuti Nel corso del 2009 sono state prodotte quasi 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, di cui quasi 1,1 milione di tonnellate sono state raccolte in modo differenziato e destinate al riutilizzo, al riciclaggio e al recupero. FIGURA 1

RT

Rifiuti urbani 2008 - 2009

anno

[RU+RD] (t/a)

RU rifiuti destinati allo

RD

smaltimento

(t/a)

(t/a)

2008

2.251.617

1.161.863

1.089.754

2009

2.234.634

1.126.036

1.108.598

-16.983

-35.827

18.844

-0,8

-3,1

1,7

variazioni assolute 2008-2009 variazioni percentuali 2008-2009

Confrontando i dati del 2009 con l’anno precedente (Figura 1), la produzione complessiva risulta essere lievemente diminuita (-0,8%), i rifiuti avviati a smaltimento si sono ridotti di circa 36.000 t attestandosi a circa 1.126.000 t (-3,1%), la raccolta differenziata, circa 1.109.000 t, ha avuto un incremento di poco inferiore alle 19.000 t (+1,7%). Analizzando i dati in termini di quantità pro capite, si evidenzia quanto segue: •

i rifiuti urbani totali (RT) sono leggermente diminuiti (-1,1%) g circa 503 kg/anno;

i rifiuti raccolti in modo differenziato (RD) sono leggermente aumentati (+1,4%) g circa 249 kg/anno;

i rifiuti avviati a smaltimento (RU) sono diminuiti (-3,2 %) g 253 kg/anno. FIGURA 2

Variazione RD pro capite 1999-2009

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il ciclo integrato dei rifiuti urbani in piemonte


Analizzando la serie storica di oltre 10 anni (periodo 1999-2009) si evidenzia un aumento consistente della raccolta differenziata (+263% rispetto al 1999 in termini di RD pro capite) ed una forte riduzione dei quantitativi di rifiuti avviati a smaltimento. Interessante sottolineare come solo nel 1999 i rifiuti avviati a smaltimento erano 396 kg pro capite, ora, 11 anni dopo, la quantità di rifiuti si è ridotta del 36% raggiungendo il valore di 253 kg pro capite. Occorre tuttavia evidenziare come in questi ultimi anni l’incremento percentuale della raccolta differenziata sia in costante riduzione (Figura 2); infatti negli ultimi sei anni si è passati dal +20,3% (variazione percentuale 2003-2004) all’attuale +1,4% (variazione percentuale 2008-2009). Questo dato rileva come la situazione sul territorio piemontese si sia stabilizzata dopo una prima fase di impulso legata alla riorganizzazione dei servizi in attuazione alle politiche messe in atto dalle pubbliche amministrazioni. Merita comunque ricordare che teoricamente esistono ancora margini di miglioramento su alcune aree del territorio piemontese. L’andamento di sostanziale stabilizzazione appena descritto si è ripetuto anche nel 2010. Infatti, la continua crescita della RD, registrata negli anni passati, si è praticamente arrestata (valore stimato 50-51% circa, aumento di 1 punto percentuale rispetto al 2009, aumento del 1,6% in termini assoluti di RD), la produzione complessiva dei rifiuti è sostanzialmente sempre la stessa (-0,5%), continua ma in modo più lieve la riduzione dei quantitativi avviati a smaltimento (-2,6%). In termini pro capite, utilizzando i residenti 2009 (ultistima per il 2010 mo dato disponibile), si rileva una produzione di 500 kg/ % RD = 50-51 anno (valore simile a quello del 2003 di 499 kg/anno), in linea con la tendenza rilevata in questi ultimi anni relativa ad una riduzione dei quantitativi pro capite prodotti. Tale riduzione è principalmente dovuta ad un incremento dei residenti (+31.305 periodo 2007/2008, +13.659 periodo 2008/2009). Per quanto riguarda i dati provinciali sulla percentuale di RD relativi al 2009, si rileva sempre un notevole intervallo di valori (Figura 3), con un valore minimo, ben al di sotto del 35% (primo obiettivo di RD stabilito dalla normativa nazionale previsto per il 31 dicembre 2006), per la Provincia di Vercelli (circa il 29%), e un valore massimo prossimo all’obiettivo nazionale previsto per il 31 dicembre 2012 (65% di RD) per la Province Novara. Le Province di Asti e del VCO sono ormai prossime al 60%, la Provincia di Biella ha superato il 50%, le Province di Alessandria, di Cuneo e di Torino hanno raggiunto livelli percentuali tendenzialmente compresi tra 45% e 50% (Figura 4). FIGURA 3 Andamento della Raccolta Differenziata nel periodo 1999-2009

FIGURA 4 Raccolta Differenziata 2009 a livello provinciale

il ciclo integrato dei rifiuti urbani in piemonte

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RIFIUTI

Proseguendo l’analisi a livello comunale suddividendo i 1.206 comuni in classi, in funzione della loro percentuale di RD (Figura 5), si evidenzia come solo il 10% dei comuni piemontesi in termini di residenti sia ancora al di sotto della percentuale del 35% di RD; la classe maggiormente rappresentata risulta essere quella compresa tra 35 e 45%, classe nella quale ricade in particolare il Comune di Torino, seguita poi dalla classe 55-65 di RD. Prendendo invece in considerazione il numero di comuni, circa il 35% di essi, corrispondente a 427 comuni, risulta essere al di sotto del 35% (classe maggiormente rappresentata); mentre risulta interessante rilevare come la seconda classe maggiormente rappresentata sia quella corrispondente ai comuni compresi tra il 55 e il 65% di RD (266 comuni). FIGURA 5

Classi

Suddivisione Comuni in classi in funzione della % di RD

Frequenza Assurda

FA (numero di

Frequenza (nu-

Fr (numero di

(numero di comuni)

residenti)

mero di comuni)

residenti)

<35

427

439.124

35

10

³ 35 <45

151

1.209.323

13

27

³ 45 <55

168

984.149

14

22

³ 55 <65

266

1.177.564

22

26

³ 65

194

636.070

16

14

Totale

1.206

4.446.230

100

100

Suddividendo invece i 1.206 comuni in classi di residenti, in funzione della loro produzione complessiva, si evidenzia come vi siano delle differenze nell’ambito delle classi considerate; in particolare pare che aumentando la dimensione delle classi vi sia un aumento della produzione dei rifiuti urbani pro capite (valore regionale 503 kg/anno – Figura 6) FIGURA 6 Produzione rifiuti urbani pro-capite

FIGURA 7 Modalità di raccolta a livello comunale 2009

In tale contesto assume quindi particolare rilevanza la modalità con cui viene attuata la raccolta differenziata (Figura 7): valutazioni effettuate in Regione, relativamente ai due sistemi di raccolta utilizzati (stradale e domiciliare), hanno confermato che il metodo di raccolta domiciliare consente di aumentare decisamente le percentuali di raccolta differenziata (raccolta domiciliare RD media del 56,5%, raccolta stradale RD media del 38,7%) e contemporaneamente di ridurre la produzione di rifiuti urbani totali (raccolta domiciliare RT media pro capite 478 kg/anno, raccolta stradale RT media pro capite 550 kg/anno) attraverso la limitazione del conferimento delle frazioni estranee (inerti, industriali, ecc.).

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il ciclo integrato dei rifiuti urbani in piemonte


La gestione dei rifiuti urbani I rifiuti indifferenziati hanno ancora come destinazione prevalente la discarica (60%), seguita dal trattamento meccanico-biologico TMB (32%) ed infine dall’incenerimento (8%). Rispetto al 2008 si evidenzia una riduzione generale dei quantitativi avviati al TMB (-12%) e in discarica (-1%), ed un aumento per quanto riguarda l’incenerimento (+14%), rispetto all’anno precedente nel quale si è verificato un fermo impianto. Il sistema impiantistico regionale per la gestione dei rifiuti urbani indifferenziati si compone di 18 discariche, 2 inceneritori, 11 impianti di trattamento meccanico biologico (quest’ultima tipologia di impianti comprende gli impianti di selezione, di bioessiccazione, di biostabilizzazione), impianti/linee di produzione di CDR (indipendenti o localizzati all’interno degli impianti di biostabilizzazione o bioessiccazione), 1 impianto di coincenerimento di CDR. Qui di seguito si riportano l’elenco degli impianti presenti in regione con i quantitativi trattati/ conferiti nel 2009 (Figura 8). Prov

Comune

Quantità smaltita (t/a)

Capacità residua (mc)

FIGURA 8 Sistema impiantistico rifiuti

Discariche in esercizio nel 2009 AL

4

Pecetto di Valenza, Casale Monferrato,

urbani indifferenziati 2009

140.940

240.755

Novi Ligure, Tortona AT

1

Cerro Tanaro

40.056

56.731

BI

1

Cavaglia'

34.661

43.500

CN

4

96.520

415.432

64.616

24.300

376.794

780.718

Capacità autorizzata (t/a)

Quantità trattata (t/a)

Borgo S. Dalmazzo,Magliano Alpi, Sommariva Perno, Villafaletto

NO

1

TO

7

Barengo Cambiano, Castellamonte,Grosso, Mattie, Pianezza, Pinerolo,Torino

Prov

Comune

Inceneritori in esercizio nel 2009 VCO

1

Mergozzo

120 t/g - 20 t/g

30.053

rifiuti sanitari VC

1

Vercelli

225 t/g - 8 t/g

73.109

rifiuti sanitari Impianti di selezione/biostabilizzazione in esercizio nel 2009 AL

4

Alessandria, Casale Monferrato,

219.000

178.523

67.000

34.569

179.276

99.041

101.000 (*)

373

Novi Ligure, Tortona AT

1

CN

3

Asti-Valterza Magliano Alpi, Borgo San Dalmazzo, Sommariva Bosco

TO

1

Pinerolo

Impianti di bioessicazione in esercizio nel 2009 BI

1

Cavaglià

116.314 (RU+RS)

49.845

CN

1

Villafaletto

70.000

61.001

AL

1

Alessandria

CN

1

Roccavione

Impianti di produzione CDR in esercizio nel 2009 30.000

18.150

29.500 di cui 24.000 di

21.075(**)

CDR (*) 81.000 DigAn e prod CDR + 20.000 compostaggio (**) quantità al 30/09/2009

il ciclo integrato dei rifiuti urbani in piemonte

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RIFIUTI

Facendo un confronto con il livello europeo, tenendo presenti le difficoltà di porre a confronto dati elaborati con modalità di calcolo differenti (EU27 dati Eurostat), si evidenzia come il ricorso alla discarica sia inferiore (38%) nell’Unione Europea mentre, sempre nella stessa Unione Europea, sia superiore il ricorso all’incenerimento (20%). Anche a livello italiano (Rapporto rifiuti urbani 2009 ISPRA) si evidenzia un aspetto simile anche se in misura più ridotta, con un ricorso minore alla discarica (44,9%) e superiore all’incenerimento (10,9%).

La composizione merceologica dei rifiuti urbani Nella gestione dei rifiuti urbani ricopre un ruolo di estrema rilevanza la conoscenza della composizione merceologica dei rifiuti. Per l’elaborazione della composizione merceologica media dei rifiuti urbani prodotti nel territorio piemontese si è fatto riferimento ad una banca dati contenente circa 250 analisi merceologiche. La frazione merceologica predominante, nel rifiuto urbano totale (RT=RD+RU), è rappresentata dal biorifiuto (costituito dal rifiuto organico e dalla frazione verde) con il 30,3%, seguito dalla carta con il 28,5%; percentuali molto inferiori riguardano la plastica (13,7%) e vetro (9,8%) (Figura 9). Sulla base di tale composizione merceologia si stima che il Potere Calorifico (P.C.I.) per il rifiuto totale, con una umidità media del 30,56%, sia di circa 11.000 kj/kg. Tale valore corrisponde a 3,08 kwh t/kg. Più alto risulta il Potere Calorifico (P.C.I.) stimato sul rifiuto urbano indifferenziato; in questo caso, a fronte di una umidità del 31%, il valore raggiunge quasi i 12.500 kj/kg, corrisponde a 3,5 kwh t/kg (Figura 10). Tale aumento, di cui occorre tener conto nelle realizzazione/gestione degli impianti di termovalorizzazione, può essere dovuto ad un incremento percentuale della frazione plastica.

FIGURA 9 Composizione merceologica del rifiuto totale e PCI del rifiuto totale

RU 2009

FIGURA 10

(merc. 2004-2007)

PCI del rifiuto i ndifferenziato (RU)

PCI t.q. kcal/kg

2.982

PCI t.q. kj/kg

12.485

PCI t.q. kwh t/kg

3,5

Umidità media

31,0

FIGURA 11 Composizione merceologica del rifiuto indifferenziato (RU)

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il ciclo integrato dei rifiuti urbani in piemonte


GLI OBIETTIVI AMBIENTALI Con deliberazione di Giunta regionale n. 32-13426 del 1 marzo 2010, sono stati approvati i criteri tecnici in materia di gestione dei rifiuti. Tali criteri riprendono gli obiettivi previsti dall’UE nel VI Piano d’azione ambientale secondo una gerarchia di priorità già conforme con la recente disciplina comunitaria (Direttiva 2008/98/CE). Gli obiettivi comunitari sono stati recepiti con D. Lgs. n. 205 del 3 dicembre 2010. Primo obiettivo è la riduzione della produzione dei rifiuti. Per ottenere una forte riduzione occorre mettere in campo tutte le azioni possibili finalizzate alla “non creazione del rifiuto” quali ad esempio la riduzione dell’uso degli imballaggi, l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti, la commercializzazione e il consumo di prodotti disimballati, la disincentivazione di beni monouso, la riduzione della produzione di rifiuti biodegradabili. E’ prevista l’adozione a livello nazionale di un programma di prevenzione dei rifiuti in modo tale che il suddetto programma possa essere integrato nei piani di gestione dei rifiuti. Secondo obiettivo, novità introdotta dalla Direttiva 2008/98/CE, è la promozione al riutilizzo di beni, manufatti e loro componenti. Risulta necessario incentivare forme di scambio, commercializzazione o cessione gratuita, di beni e di loro componenti al fini di riutilizzarli per le stesse finalità per le quali sono stati originariamente prodotti. In questo contesto è prevista l’adozione di diversi decreti da parte del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi del D. Lgs. n. 205/2010 in grado di disciplinare questi aspetti. Segue gerarchicamente il recupero di materia che il legislatore comunitario ha stabilito espressamente prioritario rispetto al recupero di energia. Sono previsti degli obiettivi specifici di riciclaggio e di preparazione per il riutilizzo da conseguire entro il 2020. Risulta quindi fondamentale adottare azioni finalizzate all’intercettazione di alcune tipologie di rifiuti, in modo tale da garantire, tra l’altro, un livello di riciclaggio compatibile con le indicazioni comunitarie. Tale intercettazione è possibile solo attraverso una completa riorganizzazione dei servizi in cui devono essere privilegiati modelli di raccolta domiciliare (internalizzata e/o esternalizzata). In questo contesto risulta importante, in conformità con la “gerarchia dei rifiuti” e con la riduzione delle emissioni di gas climalternati, facilitare la raccolta differenziata e l’idoneo trattamento dei rifiuti organici con produzione di composti (ammendanti compostati) che, se opportunamente utilizzati in attività agricole in pieno campo, possono contribuire ad aumentare il contenuto di carbonio organico nel suolo. Successivo in ordine gerarchico ai predetti obiettivi, risulta il recupero energetico da rifiuti. Allo stato attuale, il recupero di energia in Piemonte risulta modesto, poiché è ancora preva-

FIGURA 12 Raccolta carta

gli obiettivi integrati

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RIFIUTI

lente lo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica. L’aumento di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nello specifico da biomasse (parte biodegradabile dei rifiuti urbani) e da biogas, è obiettivo raggiungibile sia tramite la realizzazione di termovalorizzatori (allestiti secondo le migliori tecnologie disponibili, con potenzialità tali da garantire carichi termici, rendimenti e costi di esercizio soddisfacenti), sia tramite l’utilizzo di sistemi di conversione energetica del biogas prodotto in discarica ed in impianti di digestione anaerobica. In tale contesto bisogna pur sempre valutare l’opportunità di utilizzare degli impianti di coincenerimento esistenti che, per quanto riguarda le emissioni di gas serra, sono la soluzione migliore in termini di bilancio ambientale (espresso in t. di CO2 eq.). L’ultima fase del ciclo dei rifiuti risulta essere l’utilizzo delle discariche per lo smaltimento delle frazioni non recuperabili. Si prevedono misure che ottimizzino la gestione delle discariche esistenti e che riducano al minimo, anche per limitare il consumo di suolo, la necessità di realizzare nuove discariche. Per le discariche esistenti si rende necessario migliorare i sistemi di captazione ed i sistemi di recupero energetico del biogas, nonché prevedere una graduale riduzione del conferimento dei rifiuti urbani biodegradabili (RUB). Per le discariche future, oltre a ridurne consistentemente il numero, relegandole ad impianti di servizio per le ceneri, le scorie ed i sovvalli, è importante attivare azioni finalizzate al recupero delle ceneri pesanti derivanti dalla termovalorizzazione.

LE AZIONI REGIONALI Obiettivo riduzione Le azioni regionali in merito alla riduzione dei rifiuti sono state le seguenti:

FIGURA 13

1. La pietanza non avanza. Gusta il giusto, dona il resto Progetto per il recupero a fini solidaristici dei pasti non distribuiti nella ristorazione scolastica, realizzato in collaborazione con il Comune di Torino, la Direzione regionale Sanità, l’Associazione Banco Alimentare del Piemonte Onlus e la società di ristorazione Compass Group. Nel corso del 2010 è stata predisposta la procedura per le operazioni di confezionamento e conservazione dei pasti caldi e freddi non distribuiti nelle mense scolastiche, il loro ritiro, trasporto e consegna agli enti/strutture individuate che assistono persone in difficoltà.

Recupero pasti

La fase sperimentale del progetto è stata avviata il 15 febbraio 2011 in 5 scuole elementari di Torino, per un totale di circa 1300 pasti giornalieri serviti. I pasti non distribuiti sono ritirati da volontari del Banco Alimentare e consegnati alla Società Asili Notturni Umberto I° Onlus di Torino, per essere consumati la sera stessa dagli indigenti che si rivolgono alla mensa dell’ente. I primi risultati, proiettati sull’intero anno scolastico, permettono di ipotizzare – dalle 5 scuole oggetto di sperimentazione - il recupero di circa 12.700 pasti completi (primo, secondo e contorno) e di oltre 32.000 porzioni di primo e contorno, per un totale di 10,3 ton di cibo 8|

le azioni regionali


valorizzato e non diventato rifiuto. Ultimata la sperimentazione sarà valutata l’estensione del progetto ad altre strutture dotate di mensa, per rafforzare gli obiettivi di riduzione dei rifiuti, di consumo consapevole dei pasti e di solidarietà nei confronti delle persone in difficoltà. 2. Nessuna scusa, la borsa si riusa! Iniziativa per incentivare il cittadino/consumatore a rinunciare al sacchetto monouso ed usare una borsa riutilizzabile per i propri acquisti, in previsione dell’entrata in vigore del divieto di distribuzione dei sacchetti in plastica monouso.

FIGURA 14 Borsa riutilizzabile

Poiché per modificare le abitudini di acquisto dei cittadini non è sufficiente distribuire borse riutilizzabili, ma, almeno nella prima fase, è necessaria un’azione premiante per compensare il disagio di “portare le borse da casa”, è stata realizzata, dal 18 gennaio al 13 febbraio 2010 in oltre 300 punti vendita delle catene commerciali Conad, Coop, Crai e Il gigante, una manifestazione con la distribuzione di cartoline premio ai consumatori che hanno adottato un comportamento virtuoso rifiutando il sacchetto monouso, anche se in materiale biodegradabile ed usando una propria borsa riutilizzabile per l’asporto di tutta la merce acquistata. Ha partecipato all’iniziativa il 25% dei clienti che hanno fatto acquisti nei punti vendita aderenti, per un totale di circa 1.100.000 persone. 3. Come in cantina Progetto sperimentale, in collaborazione con la Direzione regionale Agricoltura, per la vendita sfusa di vino piemontese DOC nella grande distribuzione organizzata. Hanno aderito all’iniziativa 3 catene commerciali (Carrefour, Conad e Panorama) e 3 produttori/fornitori di vino (Aziende Agricole Associate di Calamandrana, Le Guie S.C.A. di Cuceglio e Vinnova srl di Robassomero). Il progetto si è concretizzato secondo Linee guida condivise in merito alla logistica della fornitura, alle caratteristiche tecnologiche della macchina erogatrice, alla tracciabilità della filiera, alle caratteristiche qualitative del vino (verificate dalla facoltà di Agraria dell’Università di Torino), all’etichettatura delle bottiglie, alle iniziative di comunicazione, alle modalità di monitoraggio dell’andamento del progetto e dei benefici ambientali ottenuti.

FIGURA 15 Vino sfuso

Nel corso del 2010 è stato effettuato il monitoraggio nei 4 punti vendita che hanno aderito all’iniziativa e la Direzione regionale Agricoltura ha attivato una collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Torino per un’assistenza tecnica ai fornitori e per la redazione di Linee guida per l’estensione dell’attività sul territorio regionale. In 12 mesi sono stati venduti 12.700 litri di vino e sono state riutilizzate 8.417 bottiglie, evitando così la produzione di 4,7 ton di rifiuti di vetro. le aioni regionali

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RIFIUTI

I risultati sono inferiori alle aspettative, evidenziando alcune criticità in merito soprattutto a problemi di funzionamento e di difficile gestione delle macchine erogatrici da parte dei punti vendita. 4. Detersivi alla spina I risultati si confermano positivi, sia in termini di gradimento dell’iniziativa da parte dei cittadini, sia in termini di benefici ambientali (riduzione della produzione di rifiuti di imballaggio in plastica e cartone, riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e risparmio di risorse). Oltre il 70% del detersivo venduto sfuso è stato acquistato riutilizzando il flacone acquistato la prima volta (1.393.400 litri venduti – pari a 1.165.066 flaconi - e oltre 815.000 ricariche effettuate da fine 2006 al 31 dicembre 2010): sì è così evitata la produzione di circa 49 ton di rifiuti in plastica, 27 ton di rifiuti in cartone e l’emissione in atmosfera di 136,4 ton di CO2.

FIGURA 16 Detersivi alla spina

Obiettivo Recupero di materia Per verificare l’effettivo recupero dei rifiuti raccolti differenziatamente dai cittadini piemontesi, è proseguita l’attività di ricerca e studio denominata “Progetto Recupero – Riciclo Garantito”. A marzo 2011, sono stati pubblicati i dati relativi al recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato in Piemonte nel 2008. I risultati sono stati elaborati e resi disponibili on-line; è stata inoltre predisposta una relazione semplificata rispetto agli anni precedenti e il pieghevole divulgativo disponibile secondo lo schema utilizzato l’anno precedente. Lo studio, attivo dal 2004, conferma la crescita dei quantitativi dei rifiuti in carta, vetro, legno, metallo, plastica e della frazione organica raccolti in modo differenziato, alla quale, però, non sempre corrisponde un aumento proporzionale del quantitativo effettivamente recuperato, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti in plastica, per i quali si riscontra un peggioramento della qualità nel 2008 rispetto al 2007 (Figura 17).

FIGURA 17 Percentuali di recupero 2008

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Nel corso del 2010 è stato predisposto, presso il Museo A come Ambiente di Torino, un exhibit interattivo sulla “vera storia della raccolta differenziata”, un vero e proprio “giallo” con interfacce che permette ai visitatori di “pedinare” le singole frazioni di rifiuto in ogni passaggio, dalla raccolta al recupero finale, di conoscere, capire e scoprire, con Progetto Recupero – Riciclo Garantito, che la quasi totalità dei rifiuti raccolti differenziatamente in Piemonte sono recuperati.

le azioni regionali


GLI INDICATORI PER VALUTARE L’EFFICACIA DELLE AZIONI L’attuazione degli obiettivi stabiliti dal legislatore impongono una conoscenza dettagliata e un continuo monitoraggio del ciclo integrato dei rifiuti urbani che può essere espresso attraverso l’uso di alcuni indicatori. Per quanto riguarda le azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti e di recupero di materia, gli indicatori più significativi, articolati a livello provinciale, risultano essere i seguenti: • Rifiuti Totali prodotti (RT) kg/ab*anno; • Rifiuti urbani indifferenziati prodotti a valle della raccolta differenziata (RU) kg/ ab*anno; • Raccolta differenziata per singolo materiale (es. organico, RAEE, ecc.) kg/ab*anno; • Raccolta Differenziata espressa in percentuale. Per quanto riguarda le azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi relativi al recupero energetico e riduzione dello smaltimento, gli indicatori, articolati a livello regionale, sono: • Rifiuti urbani inceneriti (t/anno); • Rifiuti urbani conferiti direttamente in discarica (t/anno); • Rifiuti urbani trattati negli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) (t/ anno); • Frazione secca da impianti di TMB inviata alla produzione di CDR. Gli indicatori sono pubblicati sul sito web della Regione; gli aggiornamenti sono annuali sulla base delle informazioni acquisite attraverso uno specifico sistema in rete di acquisizione dati sul ciclo dei rifiuti urbani operante all’interno del Sistema informativo Rifiuti nell’ambito del quale operano i consorzi di bacino e le Province, le elaborazioni sono a cura della Regione Piemonte.

RIFERIMENTI Sul sito web http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/ è possibile trovare le informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani, le azioni regionali, il Sistema Informativo Rifiuti, i rifiuti speciali e la normativa del settore. In particolare alle pagine: • http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/urbani.htm sono disponibili i dati sui rifiuti urbani relativi al 2009 e relativi indicatori; • http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/prog_recupero.htm ci sono le informazioni sul Progetto Recupero – Riciclo Garantito; • http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/riduzione_urb.htm si trova la presentazione e i risultati del progetto Detersivi self service e del progetto Come in cantina; • http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/speciali.htm sono disponibili ulteriori informazioni sui rifiuti speciali; • http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/sanitari.htm si possono trovare le ultime informazioni disponibili sui rifiuti sanitari.

riferimenti

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RIFIUTI

APPROFONDIMENTO

RIFIUTI URBANI BIODEGRADABILI (RUB) Il Decreto legislativo n. 36 13 gennaio 2003, attuazione della Direttiva 1999/31/CE, prevede una progressiva riduzione dei Rifiuti Urbani Biodegradabili (RUB, costituiti da rifiuti di alimenti, di giardini, di carta e cartone, di legno, di assorbenti e di tessili naturali) conferiti in discarica, stabilendo gli obiettivi da raggiungere a livello di ATO nei diversi anni: •

dal 27/3/2008 RUB<173Kg/ab. per anno;

dal 27/3/2011 RUB<115Kg/ab. per anno;

dal 27/3/2018 RUB< 81Kg/ab. per anno.

Ai fini del raggiungimento di tali obiettivi con le DGR n. 22-12919 del 5 luglio 2004, DGR n. 14-14593 del 24 gennaio 2005 e DGR n. 61-6925 del 17 settembre 2007 è stato approvato ed integrato il “Programma regionale per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica”. In particolare, per verificare la quantità di RUB pro capite smaltita nell’anno, è stata utilizzata la correlazione esistente tra la produzione di rifiuti urbani indifferenziati pro capite e i RUB in essi contenuti. Con DGR n. 61-6925 del 2007 è stato quindi individuato in 280 kg/abitante all’ anno il quantitativo massimo di rifiuto indifferenziato pro capite smaltibile in discarica al di sopra del quale non viene rispettato il limite dei RUB previsto per il periodo 2008 –2011. Inoltre con la stessa delibera è stato previsto che qualora la produzione pro capite di RUB rientri nei limiti previsti, il rifiuto urbano indifferenziato sia equiparato al rifiuto trattato, in quanto la frazione biodegradabile è stata già sottratta grazie alla raccolta differenziata. Poiché dal 27 marzo 2011 è entrato in vigore il nuovo obiettivo di riduzione dei RUB, è in fase di adozione una DGR che aggiorna il programma regionale sui RUB individuando il nuovo limite quantitativo di rifiuto urbano indifferenziato di 196 kg/anno pro capite corrispondente al nuovo limite di RUB di 115 kg/anno pro capite. Per l’anno 2011, poiché la norma prevede due diversi limiti di RUB (fino al 26/3/2011: 173 kg/abitante all’anno, e dal 27/3/2011: 115 kg/abitante all’anno) per facilitare il conteggio, è stato individuato un unico valore medio a cui fare riferimento, corrispondente a 216 kg pro capite di rifiuto indifferenziato smaltibile in discarica. Il rispetto di tale valore incide anche sulla determinazione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti in quanto con l’art. 5 della legge regionale n. 14/06, l’importo di tale tributo è stato collegato alla quantità di rifiuti biodegradabili conferiti in discarica.

Correlazione tra quantitativo massimo di rifiuto urbano indifferenziato conferibile in discarica e RUB in esso contenuti. La Regione Piemonte a partire dal 2004 ha attivato un progetto in collaborazione con l’IPLA per caratterizzare qualitativamente e quantitativamente i rifiuti urbani con particolare attenzione ai rifiuti urbani indifferenziati. Il progetto in questione ha portato alla creazione di una banca dati contenente tutte le informazioni relative alle indagini merceologiche effettuate nei vari comuni piemontesi, unite ai dati che riguardano la modalità di raccolta, la % di RD raggiunta e la quantità e qualità dei rifiuti avviati in discarica. Riportando su un grafico i valori pro capite riferiti al quantitativo rifiuto indifferenziato (RU) ed al quantitativo di RUB in essi contenuti delle oltre 250 analisi merceologiche disponibili nel data base regionale, si evidenzia una elevatissima correlazione (R2=0,98) tra le due variabili (Figura 18); grazie a tale stretta correlazione è possibile determinare il valore di rifiuto indifferenziato corrispondente all’obiettivo di 115 kg/abitante all’anno di RUB stabilito dalla disciplina FIGURA 18

nazionale: tale valore risulta essere di 196 kg/abitante all’anno di ri-

RUB nel rifiuto urbano indifferenziato

fiuto indifferenziato.

approfondimento

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RIFIUTI SPECIALI Fonte dati: ARPA, SS AFT.01 “Sistema Informativo Ambientale” Per quanto riguarda i rifiuti speciali occorre premettere che si tratta di rifiuti la cui gestione, alla luce della loro provenienza, è attribuita in larga parte all’iniziativa privata e pertanto anche alle valutazioni strategiche ed economiche degli operatori di tale settore. Dall’elaborazione delle dichiarazioni MUD 2009 riferite all’anno 2008 - “bonificate” dalla sezione Regionale del Catasto Rifiuti - (Figura 19) risulta che la produzione dei rifiuti speciali, esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, nel 2008 sia stata pari a circa 5,4 milioni di tonnellate, di cui

FIGURA 19

698 mila costituite da rifiuti speciali pericolosi.

Produzione rifiuti speciali – anno 2008

Nel periodo 2000 - 2008 i rifiuti speciali sono aumentati complessivamente del 23%; il dato riassume l’andamento dei rifiuti speciali non pericolosi (+18%) e pericolosi (+71%) (Figura 20). Questi ultimi costituiscono comunque una parte piuttosto modesta del totale, variabile in media fra il 10 ed il 15% nel corso del periodo considerato. La diminuzione rilevata negli anni 2005 e 2006 è dovuta al fatto che in tale

FIGURA 20

periodo non vi era l’obbligo di dichiarare la produzione dei rifiuti speciali

Produzione rifiuti speciali - anni 2000-2008

non pericolosi (D. Lgs. 152/06), mentre dal 2007 (dichiarazione presentata nel 2008) è stata reintrodotta tale norma, ma solo per i produttori aventi oltre 10 addetti. La produzione di rifiuti speciali non pericolosi relativa al 2005 e 2006 deve quindi ritenersi fortemente sottostimata e i dati ottenuti non sono comparabili con quelli degli anni precedenti e seguenti. Nel grafico della Figura 21 si riportano le attività principali che producono rifiuti speciali (non pericolosi e pericolosi). Si può osservare che questi provengono principalmente dal trattamento di rifiuti e depurazione acque di

FIGURA 21

scarico (36%), dalla produzione e lavorazione di metalli (21%) e dall’industria

Attività principali di produzione dei rifiuti

dell’auto (11%).

speciali– anno 2008

La gestione dei rifiuti speciali provenienti da attività produttive, commerciali e di servizi, nella nostra regione, avviene tramite una significativa rete di impianti di gestione dei rifiuti speciali, che offrono sufficienti garanzie in merito all’individuazione delle corrette destinazioni degli stessi. Le quantità di rifiuti soggette ad attività di recupero e smaltimento nel 2008 è stata di circa 8,4 milioni di tonnellate, in aumento del 6% rispetto al 2007. La provenienza dei rifiuti non è esclusivamente piemontese; è presente infatti un flusso di materiale prodotto in altre regioni e trattato in impianti dislocati in Piemonte e, viceversa, rifiuti prodotti nella nostra regione destinati a smaltimento e recupero in altre parti d’Italia. I quantitativi trattati sono quindi funzione non solo della collocazione degli impianti e della capacità di trattamento, ma anche delle condizioni di mercato. Nel 2008 sono stati sottoposti alle operazioni di recupero poco più di 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (Figura 22), che rappresentano il 79% di quelli gestiti in Piemonte, mentre il 7% è smaltito in discarica ed il restante 14% mediante altre tipologie di smaltimento; per la maggior parte si tratta di rifiuti non pericolosi (95%).

FIGURA 22

Gestione dei rifiuti speciali – anno 2008

approfondimento

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RIFIUTI

RIFIUTI SANITARI Fonte dati: ARPA, SS AFT.01 “Sistema Informativo Ambientale” e strutture sanitarie piemontesi Un particolare approfondimento tra i rifiuti speciali meritano i rifiuti sanitari che, benché rappresentino solo lo 0,2% del totale dei rifiuti speciali prodotti, richiedono particolari attenzioni per il recupero/smaltimento. I rifiuti oggetto dell’indagine appartengono alle principali tipologie di codici CER prodotti negli ospedali ovvero: •

i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (di seguito denominati RSP-I) - CER 180103;

i rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (di seguito denominati RSP-nonI corrispondenti ai rifiuti a rischio chimico) - CER 090101, CER 090104, CER 180106, CER 180108;

i rifiuti sanitari non pericolosi (di seguito denominati RSNP corrispondenti a sostanze chimiche e medicinali non pericolosi) - CER 180107, CER 180109.

La fonte utilizzata per il rilevamento dei dati di produzio-

Il codice ISTAT (codici ATECO 2002) delle attività economiche è un

ni dei rifiuti è rappresentata dalle dichiarazioni MUD 2009

codice di cinque caratteri alfanumerici. Le attività sono classificate

(anno di produzione 2008), bonificate ed elaborate dall’Ar-

in divisioni (2 caratteri), gruppi (3 caratteri), classi ( 4 caratteri),

pa Piemonte – Sezione Regionale del Catasto Rifiuti. L’analisi

categorie (5 caratteri).

è stato eseguita prendendo in considerazione i codici ISTAT

Con il codice 85 sono indicate le attività appartenenti alla divisione

delle attività economiche (ATECO 2002) appartenenti al codi-

“Sanità ed assistenza sociale”.

ce 85 “Sanità ed assistenza sociale”. Oltre ai dati relativi agli

I principali gruppi appartenenti alla succitata suddivisione sono:

ospedali sono stati esaminati i dati MUD di altre tre classi di

1) 85.1 “Attività dei servizi sanitari” suddivisa a sua volta nelle

soggetti, individuati tramite il codice ISTAT:

seguenti classi :

“Altri presidi sanitari”: soggetti con lo stesso codice fisca-

a) 85.11 “Servizi ospedalieri”

le degli ospedali ma diverso indirizzo (es: sedi ASL, po-

b) 85.12 “Servizi degli studi medici”

liambulatori, ecc.) o con lo stesso indirizzo ma con nume-

c) 85.13 “Servizi degli studi odontoiatrici”

ro di addetti molto inferiore (es: laboratori), con codice

d) 85.14 “Altri servizi sanitari”

attività ISTAT 85110 – 85115;

2) 85.2 “Servizi veterinari”;

“ISTAT_Altri 85*”: soggetti non facenti parte della cate-

3) 85.3 “Assistenza sociale”.

gorie “ospedali e altri presidi sanitari” ma che svolgono

La classe 85.11 “Servizi ospedalieri” è la più rappresentata in termini

un’attività classificabile con un codice ISTAT 85* (es. studi

di quantitativi e risulta a sua volta suddivisa in:

medici, odontoiatrici);

e) 85.11.1 “ospedali e case di cura generali”;

“Produttori CER 18 con codice ISTAT diverso da 85*”: sog-

f) 85.11.2 “Ospedali e case di cura specializzati”;

getti che pur svolgendo un’attività diversa da quelle clas-

g) 85.11.3 “Ospedali e case di cura psichiatrici”;

sificabili con codice ISTAT 85* hanno prodotto i rifiuti con

h) 85.11.4 “Istituti, cliniche e policlinici universitari”;

codice CER considerati nell’indagine (dei quali almeno un

i) 85.11.5 “Ospedali e case di cura per lunga degenza (cronicari)”.

rifiuto con CER 18*, es. farmacie). I risultati ottenuti dall’elaborazione delle dichiarazioni MUD dell’anno 2009 relative ai dati del 2008 sono riportati nella tabella seguente (Figura 23).

approfondimento

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Tipo produttore Tipo rifiuto

KCER

Altri Ospedali

Produttori

presidi

ISTAT 85*

sanitari RSP-I

180103

RSP-I Totale

RSP-nonI

Totale

85*

7.771,29

720,42

1.105,05

238,99

9.835,74

7.771,29

720,42

1.105,05

238,99

9.835,74

70704

86,3

-

3,04

189,99

279,32

90101

84,97

28,52

41,31

12,36

167,15

90104

62,9

28,26

45,93

11,01

148,1

180106

948,4

36,63

232,23

Figura 1943,08

1.266,27

180108

101,22

8,27

-

1.283,78

101,69

322,5

258,42

1.972,32

180107

83,44

0,92

0,68

0,72

85,76

180109

4,97

2,91

1,44

124,83

134,15

RSP-nonI Totale RSNP

CER 18 con ISTAT diverso da

RSNP Totale Totale complessivo

Produzione 1,99 rifiuti speciali – anno 111,47 2008

88,4

3,83

2,12

126,81

221,17

9.143,47

825,94

1.429,68

624,22

12.029,23

FIGURA 23

Risultati complessivi dell’analisi dei dati MUD 2009 (dati 2008) – tonnellate I rifiuti speciali pericolosi a rischio infettivo (CER 180103) oltre ad essere quelli maggiormente prodotti sono anche quelli che presentano maggiori difficoltà nel trattamento. Nella figura seguente (Figura 24) viene rappresentata la destinazione dei rifiuti prodotti in Regione Piemonte con CER 180103. Rispetto alle quasi 10.000 t prodotte meno del 10% (895 t) viene inviato direttamente a incenerimento nell’impianto piemontese di Vercelli. La quota aumenta sensibilmente conteggiando anche i rifiuti provenienti da “intermediari” (1.034 t). Per “intermediari” si intendono le ditte che hanno ricevuto il rifiuto come primi destinatari e lo hanno successi-

FIGURA 24

vamente inviato ad altre ditte di recupero e smaltimento.

Trattamento dei rifiuti CER 180103 in Piemonte – MUD 2009

Complessivamente solo il 20% dei rifiuti piemontesi

(dati 2008)

(1.929 t) viene incenerito in Regione Piemonte. Tenuto conto che presso l’impianto di incenerimento di Vercelli è stata trattata anche un minima quota di rifiuti provenienti da altre regioni (complessivamente i rifiuti inceneriti con il codice CER 180103 sono stati 2.173 t di cui 1.929 t provenienti dalla Regione Piemonte – in termini percentuali l’89% dei rifiuti inceneriti proviene dalla Regione Piemonte), il deficit tra rifiuto prodotto ed incenerito risulta essere molto elevato, corrispondente a oltre 7.600 t. Per quanto riguarda le altre tipologie di rifiuto, le quantità prodotte sono decisamente minori e la capacità degli impianti piemontesi è genericamente sufficiente a garantire il loro trattamento, tranne che per i CER 180106 (sostanze chimiche pericolose), 180107 (sostanze chimiche non pericolose), 180108 (medicinali citotossici e citostatici) che di fatto vengono trattati fuori regione. Nell’ambito del campione analizzato – circa 70 strutture sanitarie tra Aziende Ospedaliere, ASL e IRCCS - il costo complessivo di gestione dei rifiuti sanitari (sono esclusi dal conteggio i rifiuti sanitari assimilati a i rifiuti urbani) corrisponde a circa 12 milioni di euro; il 97% di questi costi è attribuibile ai rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.

approfondimento

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RIFIUTI

Analizzando l’andamento dei costi unitari in questi ultimi anni è possibile evidenziare come vi sia stata una sostanziale crescita dei costi di gestione dei rifiuti sanitari, soprattutto per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (CER 180103) e per i pericolosi non a rischio infettivo (CER 090101, CER 090104). In questo caso, rispetto al 2003, i valori sono aumentati di oltre il 50% passando, ad esempio, per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, da 0,96 Euro€/kg (valore rilevato nel 2003) a 1,5 €Euro/kg (valore rilevato nel 2009) (Figura 25).

FIGURA 25

Variazione costi unitari 2003-2009 – fonte: strutture sanitarie

approfondimento

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