Riscaldamento Urbano numero 59 giugno 2015

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Tecnedit srl - via delle Foppette, 6 - 20144 Milano - Il Riscaldamento Urbano - Trimestrale - anno XXX - N. 59 - giugno 2015


PROGRESSO CONTINUO GSM NEL SISTEMA BRANDES

Modem GSM

Alla BRANDES tutto è com’è sempre stato, solo alcuni prodotti sono completamente nuovi: le unità periferiche e i segnalatori periferici GSM – come sempre di qualità tradizionale. Il problema che esisteva fino ad oggi era dovuto ai danni provocati dall’umidità in tracciati o reti isolate non inclusi nel sistema di monitoraggio e che non potevano essere controllati in modo automatico e centralizzato, perché non erano presenti i cavi per la loro integrazione nel monitoraggio centralizzato della rete di tubi. Di conseguenza, il controllo era effettuato solo sporadicamente e manualmente oppure non era eseguito affatto, così i danni venivano rilevati troppo tardi. L’innovazione: con i dispositivi GSM wireless della BRANDES, anche i tracciati che in passato erano stati trascurati ora possono essere integrati nel sistema di monitoraggio centralizzato (non importa se sistemi BRANDES al nichelcromo, al rame oppure gerarchici) con tutte le caratteristiche prestazionali che da noi vi aspettate. Tutto è com’è sempre stato. BRANDES: da 47 anni, altissima qualità costante nel tempo ... più di una semplice partnership

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editoriale organismi airu PRESIDENTE Fausto FERRARESI Gruppo Hera SpA VICE PRESIDENTI Paolo GALLIANO – EGEA SpA Andrea PONTA – IREN Energia SpA Lorenzo SPADONI – A2A SpA

Gentili lettori, apro questo breve editoriale con l’augurio di una meritata serena pausa estiva. Vi lascio solo una breve riflessione: anno termico complesso, non particolarmente freddo con grandi novità per il settore soprattutto dall’Europa. Abbiamo già parlato delle indicazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio, che A) dispongono che «la cogenerazione ad alto rendimento e il teleriscaldamento e teleraffreddamento presentano significative possibilità di risparmio di energia primaria che sono largamente inutilizzate nell’Unione Europea» (Direttiva 2012/27/UE sull’Efficienza Energetica) B) dispongono che il calcolo della prestazione energetica degli edifici «deve tener conto, se del caso, dei vantaggi insiti nelle seguenti opzioni: (…) b) sistemi di cogenerazione dell’elettricità; c) impianti di teleriscaldamento e teleraffreddamento urbano o collettivo» (Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia, Allegato I, punto 4); C) considerano che «il teleriscaldamento ed il teleraffreddamento offrono un enorme potenziale ancora non sfruttato di miglioramento di efficienza…» ( Pacchetto Unione dell’energia 25 febbraio 2015) Il teleriscaldamento efficiente acquisirà rispetto e dignità anche nella normativa italiana sia locale che nazionale. Il suo ruolo nel conseguire efficienza energetica è di tutto rispetto ed importante. Speriamo presto che, i primi risultati, si vedranno in Regione Lombardia dove dal 1 gennaio 2016 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere progettati e quindi costruiti NZEB“ad energia quasi zero”……….

CONSIGLIO Alfredo AMMAN – EGEA SpA Giorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl Renzo CAPRA – Socio individuale Francesco CARCIOFFO ACEA Pinerolese Industriale SpA Enrico Ferrari – Linea Reti e Impianti Srl Pier Giorgio FRAND GENISOT – SIEMENS SpA Alberto GHIDORZI – socio individuale Mario MOTTA – POLITECNICO di Milano Enrico RAFFAGNATO – TEA Sei Serl Francesco VALLONE – CONGENPOWER SpA GIUNTA Fausto FERRARESI – Gruppo HERA SpA Giorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl Paolo GALLIANO – EGEA SpA Andrea PONTA –IREN Energia SpA Mario MOTTA – POLITECNICO di Milano Lorenzo SPADONI – A2A SpA REVISORI DEI CONTI Luigi ANDREOLI – Socio individuale Mauro COZZINI – Socio individuale Matteo LICITRA – Socio individuale PROBIVIRI Lorenzo CASSITTO – Politecnico di Milano Angelo MOLTENI – KLINGER Italy Srl Luca VAILATI – Linea Reti e Impianti Srl SEGRETARIO GENERALE Ilaria BOTTIO SEGRETERIA Nunzia FONTANA PAST PRESIDENTS Cesare TREBESCHI Evandro SACCHI Luciano SILVERI Paolo degli ESPINOSA Giovanni DEL TIN Francesco GULLÌ COMITATI DI STUDIO Sottostazioni d’utenza e misura del calore. Linee guida e qualità Presidente: Sonia BERTOCCI – AES Torino SpA Valorizzazione dell’energia termica Presidente: Alfredo AMMAN – EGEA SpA Risorse Territoriali Presidente: Sara MORETTI – Gruppo IREN SpA

Buona estate! ILARIA BOTTIO

Distribuzione del vettore termico Presidenza duale: Giorgio ANELLI – LOGSTOR Italia Srl Alessandro MODONESI – A2A SpA Smart City Presidente: Marco CALDERONI Politecnico di Milano

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sommario 6

Il Progetto Stratego: un approccio innovativo alla redazione di Piani Nazionali per il riscaldamento efficiente Metodologia e primi risultati Lorenzo Spadoni

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Serviti 25.000 abitanti ad Asti

giugno 2015

DIRETTORE RESPONSABILE Alfredo Ghiroldi

COORDINAMENTO EDITORIALE

Ilaria Bottio (coordinamento) Nunzia Fontana (segreteria)

COMITATO DI REDAZIONE

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Avviato il teleriscaldamento nel quartiere di Cristo ad Alessandria Paolo Galliano

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Ultimissime del teleriscaldamento Geotermia a bassa temperatura una risorsa per il territorio: il Teleriscaldamento Freddo Andrea Garonzi

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La nuova direttiva PED 2014/68/UE Sonia Bertocci

Alfredo Amman Giorgio Anelli Sonia Bertocci Marco Calderoni Alessandro Modonesi Sara Moretti

SEDE LEGALE

Piazza Luigi di Savoia, 22 20124 Milano

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Piazza Luigi di Savoia, 22 20124 Milano Tel. 02 45412118 Fax 02 45412120 Segreteria.generale@airu.it Segreteria.tecnica@airu.it www.airu.it

REDAZIONE

la voce dei comitati airu 20

La progettazione e la produzione di acqua calda nelle reti Sonia Bertocci

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Comitato Smart City Marco Calderoni

Comitato risorse territoriali Sara Moretti

la voce della geotermia 25

Cosa si fa in Italia per lo sviluppo della Geotermia? Giancarlo Passaleva

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Audizione UGI presso le Commissioni VIII e X della Camera dei Deputati e Risoluzione finale sullo sviluppo della geotermia in Italia Giancarlo Passaleva

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Testo unificato delle risoluzioni riguardanti lo sviluppo della geotermia in Italia, approvato dalle commissioni VIII e X della Camera dei Deputati

Tecnedit Srl Via delle Foppette, 6 – 20144 Milano Tel. 02 36517115 Fax 02 36517116 redazione@tecneditedizioni.it www.tecneditedizioni.it

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PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE E FOTOLITO Grafteam - Brescia

STAMPA

Grafteam - Brescia Autorizzazione del tribunale di Milano n. 521 del 23/6/89 Copyright: “il riscaldamento urbano” La direzione non è responsabile dei testi redazionali, delle opinioni esprese dagli autori, né dei messaggi pubblicitari pubblicati in conformità alle richieste dell’inserzionista e declina, pertanto, ogni responsabilità per eventuali omissioni ed errori contenuti in questa edizione. Tutela della privacy: la rivista viene inviata in abbonamento. E’ fatto salvo il diritto dell’interessato di chiedere gratuitamente la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della legge 675/96.

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Il Progetto Stratego: un approccio innovativo alla redazione di Piani Nazionali per il riscaldamento efficiente Metodologia e primi risultati a cura di Lorenzo

Spadoni

L’articolo 14 della Direttiva 2012/27/UE sull’Efficienza Energetica richiede agli Stati membri di effettuare e notificare alla Commissione Europea “una valutazione globale del potenziale di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento nonché del teleriscaldamento e teleraffreddamento efficienti”. Questa valutazione è effettuata mediante “un’analisi costi-benefici” che tenga conto delle particolarità dei territori dei vari Stati Membri, delle condizioni climatiche, della fattibilità economica e dell’idoneità tecnica delle varie soluzioni possibili, al fine di “agevolare l’individuazione delle soluzioni più efficienti in termini di uso delle risorse e di costi in modo da soddisfare le esigenze in materia di riscaldamento e raffreddamento”. Il progetto Stratego, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Intelligent Energy Europe, si pone totalmente nell’ambito delineato dalla Direttiva. Suoi principali obiettivi sono infatti:

• Fornire un supporto concreto alle Autori-

tà Nazionali degli Stati Membri incaricate dalla Direttiva dell’elaborazione dei Piani Nazionali per il Riscaldamento e il Raffrescamento (per l’Italia il GSE); questo supporto avverrà mediante lo sviluppo di un atlante termico Pan-Europeo per la valutazione dei potenziali energetici (mappatura della distribuzione della domanda termica e delle fonti di calore disponibili sul territorio) disponibilità delle 5 “aree geografiche target” (Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Romania e Regno Unito). Questo output del progetto è sotto la responsabilità del Work Package 2, coordinato dall’Università di Aalborg) ed ha come specifico target di fornire elementi utili alle Autorità Nazionali responsabili della redazione dei Piani Nazionali per il Riscaldamento e il Raffrescamento (per l’Italia il GSE).

• Assistere

le autorità locali nella Valutazione dei potenziali per il Riscaldamento

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e il raffrescamento del proprio territorio. E’ infatti previsto il supporto ad almeno 23 città/regioni nella mappatura del loro potenziale di efficienza energetica, identificazione delle aree prioritarie di interventi e di progetti concreti (almeno 45 progetti locali/ regionali) da implementare sul territorio (per l’Italia la Regione Lombardia si è dichiarata interessata ai risultati del progetto).

• Sono

inoltre previste, a benefico delle Autorità Locali, delle iniziative di coaching “one to one” per 23 città/regioni, oltre riunioni con le Autorità Nazionali responsabili della redazione dei Piani nazionali per il Riscaldamento e il Raffrescamento. Questo processo, facilitando il contatto e lo scambio di esperienze e competenze tra tutti gli attori coinvolti per l’intera durata di STRATEGO, si pone l’obiettivo di superare il gap esistente tra le politiche Europee e nazionali e le azioni effettivamente implementabili a livello locale/regionale.

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5 Stati target tra il 2010e il 2050. Il main report del WP2, i report di dettaglio per i singoli Stati target, tra cui l’Italia, i report di supporto ed i modelli dei sistemi energetici realizzati con lo strumento di modellizzazione EnergyPlan sono tutti scaricabili dal sito web del Progetto Stratego a questo link: http://stratego-project.eu/nhcps/ . Il principale scopo del WP2 di Stratego è sviluppare strategie ottimali in termini costi benefici (Heat Road Maps) per la decarbonizzazione del settore del riscaldamento e del raffrescamento, che vengono e di quantificare gli impatti della loro implementazione per i 5 Stati Membri target

Composizione del consorzio dei partner di Stratego

il consorzio di Progetto Il focus di STRATEGO verte sulle seguenti “aree geografiche target”: Belgio, Austria, Repubblica Ceca, Croazia, Romania, Germania, Italia and the Regno Unito. I partner di progetto più esperti, Danesi e Svedesi, forniscono il loro supporto. La possibilità di trasferire ed implementare i risultati del progetto anche al di fuori delle “aree geografiche target” è assicurata dal coinvolgimento di partner Spagnoli e Polacchi.

il Programma del Progetto Le attività del Progetto Stratego sono iniziate nell’aprile del 2014 e termineranno nel novembre del 2016. In Figura 3 è riportato il programma sintetico delle attività.

del progetto: Repubblica Ceca, Croazia, Italia, Romania e Regno Unito. I parametri presi in considerazione sono il Risparmio di Energia Primaria, le Emissioni di CO2 e il costo Totale Annuo del Sistema Energetico. STRATEGO WP2 ha adottato una nuova metodologia di modellizzazione del comparto del riscaldamento e del raffrescamento che tiene in conto le interazioni con le altre componenti del sistema energetico, in particolare il sistema elettrico e quello dei trasporti. E’ questo un approccio necessario in quanto il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del comparto del riscaldamento passa necessariamente

l’atlante termico euroPeo e i Piani Per il riscaldamento e raffrescamento efficienti Il primo importante risultato del progetto è stato la recente pubblicazione del main report del Work Package 2 (WP2), coordinato dall’Università di Aalborg, che implementa l’Atlante Termico Pan Europeo mediante la mappatura (con una risoluzione 1 km X 1km) della distribuzione della domanda termica e delle fonti di energia disponibili sul territorio (http://maps.heatroadmap.eu/maps/31157/Renewable-Resources-Map-for-EU28?preview=true# ). Il report quantifica inoltre l’impatto, dell’implementazione di varie misure di efficienza energetica nel settore del riscaldamento e del raffrescamento nei 5 Stati Membri target del progetto: Repubblica Ceca, Croazia, Italia, Romania e Regno Unito. Lo studio prende in considerazione anche il costo totale degli investimenti necessari all’’implementazione di queste misure nei

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Distribuzione geografica dei partner del progetto Stratego

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Figura 3 Programma sintetico delle attività del Progetto Stratego

Figura 4 - Atlante Termico Pan-Europeo per l’Italia – Mappatura delle fonti di calore disperso a livello nazionale e dettaglio della distribuzione della domanda termica in Lombardia. http://maps.heatroadmap.eu/ maps/31157/Renewable-Resources-Map-for-EU28?preview=true#

Figura 5 - Modellizzazione del sistema energetico tradizionale: poche interazioni tra i comparti, prevalenza di combustibili fossili

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attraverso una transizione da un sistema basato sui combustibili fossili (Fig. 5), molto flessibile e affidabile dal lato dell’approvvigionamento (dove l’energia è fornita all’utilizzatore essenzialmente ‘on demand’) ad uno sempre meno dipendente dai combustibili fossili. Nell’eliminare (o drasticamente ridurre) i combustibili fossili il sistema perde però la riserva di energia e la “flessibilità” che la possibilità di stoccare i combustibili fossili garantisce: le risorse che li sostituiranno, quali il vento e il solare, non hanno una forma naturale di accumulo energetico e sono, per loro natura, non programmabili. La chiave per realizzare un sistema energetico “low-carbon” economicamente sostenibile è pertanto individuare nuove forme di flessibilità a basso costo che ci permettano di gestire l’intermittenza delle fonti di energia rinnovabile. La flessibilità può essere fornita dall’utilizzo di diverse tipologie di accumulo energetico, quali quello elettrico, termico, gassoso e liquido. Ciascuna di queste tipologie ha caratteristiche di costo e efficienza molto diverse (Fig. 6). E’ importante connettere la produzione dal vento e dal sole con le tipologie di accumulo di minor costo (quale ad esempio quello termico). Ciò è possibile attraverso l’interconnessione tra i settori elettrico, termico e dei traporti mediante un Sistema Energetico Smart totalmente integrato (Fig. 7).

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Nel modello costruito in EnergyPlan sono state inserite informazioni dettagliate riguardo l’attuale e futuro sistema energetico. Tra queste:

• Struttura e dimensioni dell’attuale e future sistema energetico

• Andamento

orario della domanda e delle forniture di calore, raffrescamento ed elettricità

• Domanda

termica attuale degli edifici per riscaldamento e condizionamento.

• Futuri

sviluppi della domanda termica degli edifici per riscaldamento e condizionamento

Figura 6 - Confronto dei costi e delle efficienze dei vari tipi di accumulo energetico

• Mappatura

della domanda termica e di condizionamento su una griglia di risoluzione pari a 1 km2 (vedi esempio in Figura 4 relativamente alla Lombardia), che è stata successivamente utilizzata per identificare il potenziale di espansione del teleriscaldamento e del teleraffrescamento

• Potenzialità delle fonti di calore potenzialmente recuperabili e delle fonti rinnovabili.

risultati di stratego WP 2 I risultati della modellizzazione mostrano che lo scenario ottimale all’anno 2050 in termini di risparmio di energia primaria, riduzione delle emissioni di CO2 e riduzione dei costi complessivi del sistema energetico è ottenibile mediante l’utilizzo combinato di diverse azioni di efficienza energetica. Più in dettaglio:

Figura 7 - Modellizzazione del Sistema Energetico Smart: combina fra loro i settori dell’elettricità, del calore e dei trasporti così che la flessibilità data dalla transizione tra queste differenti aree possa compensare la perdita di flessibilità derivante dalle risorse rinnovabili quali il vento e il solare

• Riduzione della domanda termica degli

edifici fino ad un livello ottimale in cui il costo di ulteriori efficientamenti pareggia il costo della fornitura di calore. Per l’Italia questo livello ottimale è circa il 30% di riduzione della domanda rispetto ai livelli attuali (si veda la curva di costo in Fig. 8)

• Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento

nelle aree urbane, dove la densità di domanda termica rende economicamente sostenibile lo sviluppo di questi sistemi

• Integrazione

nei sistemi di teleriscaldamento delle fonti di calore recuperabile attualmente non sfruttate (“excess heat” e “waste heat”) e di calore rinnovabile disponibile sul territorio

• Implementazione

di soluzioni individuali efficienti (basati su un mix di varie

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Figura 8 Curve di costo per interventi di efficientamento degli edifici in funzione del risparmio energetico ottenibile

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Figura 9 Livello finale delle misure di efficienza energetica secondo Stratego WP2

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tecnologie) per il riscaldamento e il condizionamento nelle zone a minore densità abitativa. In Figura 9 sono riportati i livelli di implementazione delle differenti misure di efficienza energetica risultanti per ognuno dei 5 Stati Membri target del progetto. Per l’Italia è raccomandata una riduzione della domanda termica degli edifici fino ad un 30% del valore attuale e l’espansione dei sistemi di teleriscaldamento fino a copertura del 60% della domanda residuale. In Figura 10 sono riportati i conseguenti benefici derivanti dall’implementazione di questo scenario all’anno 2050. Lo studio ha inoltre considerate I costi connessi all’implementazione dello scenario. I risultati per l’Italia sono riportati in fig. 11. Nella stima dei costi sopra riportata sono inclusi quelli non recuperabili, cioè quelli persi quando grandi porzioni di infrastrutture sono rese obsolete dall’implementazione dello scenario di Strego WP2. Ad esempio:

• Alcuni

impianti termoelettrici esistenti possono non essere sufficientemente prossimi alle reti di teleriscaldamento per fornire loro calore. Con ciò la centrale esistente dovrà essere sostituita con una nuova cogenerativa più vicina all’area urbana. In questo modo la centrale esistente avrà dei costi non recuperabili dopo la sua dismissione Figura 10 Benefici attesi in termini di Risparmio Energetico, Riduzione delle Emissioni di CO2 e Riduzione dei Costi Complessivi del Sistema Energetico all’implementazione dello scenario di Stratego WP2 – Anno 2050

Figura 11 Stima degli investimenti necessari per l’implementazione in Italia dello scenario Stratego WP2 al 2050

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• Una rete di distribuzione del gas naturale ha costi non recuperabili quando è sostituita dal teleriscaldamento.

Prossimi Passi del Progetto stratego E’ attualmente in corso un’attività di “dissemination” dei risultati di Stratego WP2. In quest’ambito lo scorso 11/6 si è tenuto un incontro a Roma, alla presenza di rappresentanti del GSE e dall’AEEGSI, nel corso del quale il prof. David Connolly dell’Università di Aalborg ha illustrato nel dettaglio la metodologia adottata ed i risultati fino a qui conseguiti. Le attività di Stratego proseguiranno per identificare ora esempi concreti di azioni e progetti implementabili sul territorio in applicazione dei concetti qui esposti. Proseguiranno inoltre le attività di “coaching” a supporto delle Autorità Locali. Per maggiori informazioni sul progetto è possibile consultare il sito internet del progetto www.progetto-stratego.eu o contattare il partner italiano di Stratego A2A Calore & Servizi SrL (persona di riferimento lorenzo.spadoni@a2a.eu). Stratego è anche presente su twitter @ STRATEGOProject.

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Serviti 25.000 abitanti ad Asti Il Progetto di teleriscaldamento, che nei prossimi anni servirà il 30% della città di Asti, è stato presentato durante un evento che ha visto la partecipazione del Sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, dell’Amministratore Delegato di ASP, Paolo Golzio, del Presidente di Iren, Francesco Profumo, e del Presidente di ASTA, Georges Mikhael. La realizzazione del teleriscaldamento rappresenta un importante passo avanti sulla strada dello sviluppo sostenibile: si tratta di un intervento che porterà ad un risparmio energetico e quindi economico per i cittadini, ma soprattutto contribuirà a migliorare la qualità dell’aria. Il Progetto prevede la realizzazione di una centrale di cogenerazione alimentata a gas naturale collocata nella zona nord-ovest della Città, la posa di oltre 30 chilometri di rete di teleriscaldamento e l’installazione delle sottostazioni di scambio termico negli edifici. Con il calore prodotto dalla centrale sarà possibile teleriscaldare 500 stabili, incluso l’Ospedale Cardinal Massaia, per una volumetria complessiva di 3 milioni di metri cubi, corrispondenti a 25.000 abitanti. In funzione delle caratteristiche impiantistiche dei singoli edifici, sarà inoltre possibile garantire anche l’acqua calda sanitaria e, per l’Ospedale, anche l’acqua refrigerata per il raffrescamento. Il teleriscaldamento è una soluzione ampiamente sperimentata a livello europeo, economicamente competitiva e che contribuisce in modo significativo al miglioramento della qualità dell’aria. Nello specifico, il Progetto di Asti, consente un risparmio energetico di 8.000 TEP, con mancate emissioni in atmosfera pari a 5.000 tonnellate di CO2 all’anno: in pratica, utilizzando come parametro un’autovettura di media cilindrata che ogni anno percorra 15.000 km, si ottiene una riduzione di

anidride carbonica pari a quella emessa annualmente da 1.600 auto. L’investimento ammonta a circa 40 milioni di euro e avrà anche una valenza occupazionale significativa per la realtà astigiana, legata alla costruzione della centrale, alla posa della rete e all’installazione e successiva gestione delle sottostazioni di scambio termico. La realizzazione e gestione della centrale e della rete di teleriscaldamento, nonché la commercializzazione del servizio, sarà svolta dalla società Asti Energia e Calore S.p.A., i cui azionisti saranno ASP, IREN e ASTA. Il Sindaco ha dichiarato: “È importante per la Città aprire quanto prima un cantiere così grande, perché scavi e opere sono ossigeno per l’occupazione e il lavoro. Migliorerà la qualità dell’aria e infine offriremo a famiglie e imprese la possibilità di risparmiare sul riscaldamento. È importante che sia coinvolta la nostra società ASP e che, dalla collaborazione con Iren e gli altri soci, si dia corso a un caso pilota di aggregazione tra le cosiddette municipalizzate, secondo l’indirizzo del Governo Renzi. Auspichiamo che questo sia solo il primo passo verso altri investimenti nel settore energetico, che potranno dare sviluppo economico, risparmio e qualità ambientale” Anche il Presidente di IREN, prof. Francesco Profumo, ha assicurato che IREN, leader nazionale nel settore teleriscaldamento, metterà a disposizione il proprio know how per offrire anche ai Cittadini di Asti una soluzione di riscaldamento efficiente sotto il profilo energetico e sostenibile sotto il profilo ambientale. IREN ha intrapreso con la Città di Asti e con ASP un percorso di approfondimento che potrà condurre a sviluppare insieme altri progetti in materia di innovazione ed efficientamento energetico, inclusa l’illuminazione pubblica a led.

Presidente di IREN Francesco Profumo

IREN e Belgrado: collaborazione in campo energetico ed ambientale Il Presidente di IREN, Francesco Profumo, insieme al Sindaco della Città di Belgrado, Sinisa Mali, ha sottoscritto, alla presenza del Sindaco di Torino, Piero Fassino, una lettera d’intenti per l’avvio di una collaborazione che ha lo scopo di supportare la capitale serba nello sviluppo in ambito energetico e nei servizi ambientali. Il primo passo della collaborazione riguarderà l’affiancamento della Città di Belgrado per l’ottimizzazione e lo sviluppo della rete di teleriscaldamento che attualmente serve circa 800.000 abitanti, ovvero metà dell’intera popolazione della città. La lettera di intenti prevede che IREN, leader in Italia nel settore del teleriscaldamento con circa 80 milioni di m3 teleriscaldati nelle città di Torino, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Genova, potrà contribuire, anche attraverso l’introduzione delle migliori soluzioni tecnologiche e gestionali, all’ottimizzazione e allo sviluppo della rete di teleriscaldamento della capitale serba. Nel corso della visita per la firma dell’accordo il Sindaco di Belgrado, Sinisa Mali, ha potuto visitare l’impianto di cogenerazione Torino Nord che alimenta, unitamente alla centrale di Moncalieri, la rete di teleriscaldamento di Torino che serve circa il 60% degli abitanti del capoluogo piemontese. La delegazione serba ha visitato anche l’impianto di termovalorizzazione del Gerbido (TRM) che sarà connesso alla rete di teleriscaldamento.

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Alessandria allaccia altre utenze a cura di Paolo Ad inizio ottobre 2014, coerentemente con le previsioni della Convenzione siglata con il Comune di Alessandria, la società Alessandria Calore Srl ha avviato l’erogazione di calore da teleriscaldamento nel quartiere Cristo, uno dei quartieri periferici maggiormente popolati della Città di Alessandria. Il sistema di teleriscaldamento del quartiere Cristo si compone di una centrale di cogenerazione sita in via Gandolfi e di una rete di teleriscaldamento che a regime si estenderà per circa 10 km e consentirà l’allacciamento di oltre cento utenze di tipo civile per un volumetria complessiva di circa 900.000 m3 e un’energia erogata all’utenza di circa 26 GWh/anno. La centrale di cogenerazione è equipaggiata con un motore alternativo alimentato a gas naturale modello GE JMS 616 da 2,7 MW di potenza elettrica e 2,6 MW di

Galliano

potenza termica, affiancato da tre caldaie aventi potenza termica rispettivamente pari a 1, 5, 5 MW. A regime la centrale sarà equipaggiata con una quarta caldaia da 10 MW termici per una potenza complessiva di oltre 23 MW termici. Al termine della prima stagione di riscaldamento risultano serviti 32 edifici e sono stati posati 4,5 km di rete. Nel corso dell’estate 2015 verranno posati altri tratti di tubazione primaria e verranno allacciate un’altra trentina di utenze, mentre il completamento del progetto è previsto per l’anno 2016. L’impianto è gestito in remoto dal centro di telecontrollo di Alba nell’ambito di un contratto di servizio stipulato tra Alessandria Calore ed Egea Produzioni e Teleriscaldamento Srl, con presidio sul territorio funzionale

La centrale di teleriscaldamento – caldaie di integrazione e riserva

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L’evoluzione degli ultrasuoni per la misura di acqua ed energia. gandini-rendina.com

alle esigenze manutentive e di pronto intervento. Alessandria Calore Spa è società costituita pariteticamente tra CIE, società del Gruppo Gavio, ed Egea Produzioni e Teleriscaldamento, società del Gruppo Egea attiva principalmente nella realizzazione e gestione di impianti di teleriscaldamento. Il Gruppo Egea ha sede ad Alba (CN), è attivo nel settore dei servizi pubblici energetici e ambientali e, pur operando in tutta Italia nel trading di elettricità e gas, concentra le proprie attività impiantistiche nelle aree di provincia del Nord-Ovest italiano, zona in cui ha maturato una specifica e particolare esperienza. L’elemento distintivo di Egea risiede nella capacità di sviluppare progetti in sinergia con gli operatori e le realtà locali in cui opera, e si concretizza nella realizzazione di progetti tagliati su misura delle singole specificità territoriali. In questo contesto, la realizzazione e la gestione di sistemi di teleriscaldamento è diventata progressivamente il core-business tecnologico del Gruppo Egea, che ad oggi annovera 15 sistemi di teleriscaldamento distribuiti in altrettante realtà urbane di medie e piccole dimensioni tra Piemonte e Liguria. Il teleriscaldamento del quartiere Cristo, costituisce una sorta di anticipazione della volontà del Comune di Alessandria di estendere il servizio di teleriscaldamento ad altre aree del territorio cittadino, volontà che si è esplicitata nella “dichiarazione di pubblico interesse”, assunta con Delibera di Giunta del 17 febbraio 2015, della proposta per la realizzazione di un impianto di teleriscaldamento a servizio della città di Alessandria, presentata da Egea Produzioni e Teleriscaldamento ai sensi dell’art. 153, comma 19 del decreto legislativo n. 163/2006.

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Ultimissime Cronoprogramma estivo per il terzo lotto a Bra Trasparenza e informazione ai cittadini; sull’adesione a questo imperativo è stato presentato attraverso mappe dedicate, il cronoprogramma dei lavori che prevedono l’estensione della rete del teleriscaldamento a Bra. Lavori che vedranno impegnate le forze lavoro durante tutto il periodo estivo e che dovranno tener conto dell’impatto sociale cercando di minimizzarlo attraverso aperture e chiusure programmate di scavi.

Un click per evitare un cantiere stradale AcegasApsAmga, azienda multiutility che opera nel nord est italiano, si rende totalmente trasparente on-line, creando nel suo sito la pagina “infocantieri”. Gli utenti, così, in qualsiasi momento, potranno essere aggiornati su dove, come e per quanto ci sarà un cantiere AcegasApsAmga. Ma non finisce qui per chi si registrerà al sito lasciando il suo numero di telefono potrà essere informato con 48 ore d’anticipo rispetto all’inizio degli scavi stradali, il tutto permetterà di ripianificare facilmente i propri spostamenti in modo sempre più efficiente.

TRM e Iren aumentano le capacità dell’inceneritore Il decreto Sblocca Italia ha spianato la strada e, per primo, l’inceneritore TRM e Iren di Torino ne approfitterà: nei prossimi mesi l’impianto del Gerbido aumenterà di 70 mila tonnellate l’immondizia bruciata. Il destino dell’impianto torinese sembra essere quello di accelerare la scomparsa delle discariche piuttosto che bruciare i rifiuti di altre regioni, come successo l’anno scorso con le 22 mila tonnellate bruciate per la regione Liguria. TRM ha, inoltre, intenzione di aumentare le capacità della struttura.

A Varese il primo impianto solare termico per teleriscaldamento del Sud Europa A Varese è stata avviata la costruzione del primo impianto solare termico per il teleriscaldamento del sud Europa, di proprietà di A2A. Contribuirà a produrre calore da fonte completamente rinnovabile, che verrà fornita agli edifici tramite la rete di distribuzione realizzata in città.

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Ultimissime Curve preisolate a prova di errore La realizzazione della guaina protettiva in PE dei pezzi speciali per le reti di teleriscaldamento è una fase particolarmente critica in quanto richiede l’esecuzione di diverse saldature. Per queste operazioni Zinchitalia ha adottato la tecnologia sviluppata e prodotta da Tecnodue.

Il solare termico nelle reti Le mutevoli condizioni del mercato dell’energia, economiche e normative, stanno aprendo le porte a nuove tecnologie di produzione del calore, tra le quali spicca il solare termico. Le esperienze europee sono numerosissime e i primi impianti italiani sembrano essere ormai ad un passo.

Il progetto Smart Domo Grid di A2A Il progetto SDG ha come obiettivo lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie innovative per la qualità e la continuità della rete di distribuzione elettrica. Progettando, implementando e testando sul campo un possibile schema architetturale per le smart grid. L’iniziativa, cofinanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico, è portata avanti da A2A Reti Elettriche, Whirpool Europe e Politecnico di Milano.

Per il Teleriscaldamento di Aosta il Comune dice sì a Telcha Ad Aosta approvata la bozza di contratto che, grazie alla nuova rete di teleriscaldamento, permetterà l’allacciamento delle proprietà immobiliari comunali. Le nuove utenze comunali interessate dal primo lotto saranno servite il 1 settembre 2015 con previsioni di risparmio misurate intorno al 19,4%.

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Geotermia a bassa temperatura una risorsa per il territorio: il Teleriscaldamento Freddo Aggiornamenti da Cogeme Autore: Andrea

L’edilizia urbana inizia ad essere sottoposta ad una serie di norme che le impongo:

• l’uso • •

delle fonti rinnovabili per riscaldamento/raffreddamento ed acqua calda igienico - sanitaria Obbligo di verifica sugli impianti termici con eventuale sostituzione Obbligo di conseguimento di efficienza energetica con l’obiettivo di raggiungere nella nuova edilizia edifici ad energia quasi zero.

Secondo l’ultimo rapporto ENEA i consumi energetici per usi civili hanno un peso non indifferente nel paniere energetico nazionale e fra essi il riscaldamento ambiente negli usi civili pesa per il 30%. I risultati evidenziano l’importanza della riduzione dei consumi energetici per usi civili, unitamente

Garonzi - Cogeme Servizi Territoriali Locali alla necessità di convertire l’uso dei combustibili fossili, impiegando fonti rinnovabili e/o alternative da reflui di qualsiasi natura.

Qual è la situazione del Parco edilizio italiano?

Il patrimonio edilizio italiano ammonta a circa 14 milioni di edifici ad uso civile il 76% è stato edificato prima del 1977 (inizio legislazione energetica italiana); la quasi totalità degli edifici ante 1990 è in classe energetica G. Mettere mano quindi all’edilizia esistente per migliorarne l’efficienza energetica non è cosa semplice, per una serie di motivi di cui se ne citano solo alcuni a titolo di esempio:

• problemi architettonici • tutela soprintendenza • tempi elevati di ritorno dell’investimento

Trivellazione del pozzo di restituzione

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• necessità di dirottare l’investimento sulla

messa a norma degli impianti e sulla sostituzione dei generatori la cui vita utile è inferiore a quella dell’edificio.

cosa fare? Quale fonte rinnovabile è Presente sul territorio? e Qualora Presente, l’imPiego di tale risorsa è sostenibile e rePlicabile sul territorio stesso?

La geotermia a bassa entalpia, come abbiamo già avuto modo di pubblicare sul numero 45 di questa rivista, avrebbe ampio utilizzo in quello che abbiamo coniato “Teleriscaldamento Freddo”, un curioso ossimoro costituito da due parole apparentemente in antitesi fra loro. Consente il trasferimento della risorsa geotermica, o idrotermica, dalla zona di emungimento, stoccaggio e pompaggio, alle centrali termiche da riqualificare con pompe di calore, , risolvendo le criticità tipiche legate all’utilizzo di fonti rinnovabili all’interno di centri storici, di zone con scarsità di spazi comuni, di contesti con vincoli di tutela paesaggistica, storica o architettonica o con aree soggette a rigorose zonizzazioni acustiche. Per le aree geografiche caratterizzate da falde acquifere relativamente superficiali, piuttosto che da un importante reticolo di corsi d’acqua e bacini naturali, il “teleriscaldamento freddo” può rappresentare un modo semplice, veloce, non invasivo e “rinnovabile”, per qualificare energeticamente gli impianti di produzione calore di edifici pubblici, esistenti o da ristrutturare, utilizzando fonti energetiche rinnovabili. E’ una valida risposta alle esigenze di quei piccoli centri urbani interessati all’efficientamento energetico del territorio, il cui conseguimento, per le limitate dimensioni del bacino d’utenza, non può trovare una favorevole risposta nel teleriscaldamento tradizionale, sia esso cogenerativo che alimentato da fonti rinnovabili. La possibilità di riqualificare le centrali termiche esistenti con l’utilizzo di pompe di calore a bassa, media o alta temperatura, può oggi evitare il completo rifacimento degli impianti interni di riscaldamento; l’impiego di “particolari” stoccaggi di energia termica posti al servizio delle pompe di calore, completa la razionalizzazione della produzione finale di energia. Il progetto, di cui al numero 45 non si è ancora realizzato, ma ad ottobre 2014 è stato avviato un progetto più piccolo nel Comune di Sale Marasino conseguendo già ottimi risultati. Gli obiettivi dell’operazione sono stati molteplici:

Figura 1

Riqualifica energetica della produzione termica al servizio del palazzetto dello sport

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Circuito atmosferico di restituzione, dal troppo pieno dello stoccaggio al pozzo di resa • Pozzo di restituzione: profondità 40 m, Ø 200/350 mm • Stazione interrata di filtrazione, contabilizzazione acqua di falda e pompaggio teleriscaldamento freddo, con dispositivo di soccorso antiallagamento/anticondensa • Rete3 teleriscaldamento freddo da 40 m /h, a portata variabile e pressione costante • N. 3 centrali geotermiche allacciate per una potenza termica complessiva di picco pari a circa 300 kWt, di cui • n. 1 edificio con radiatori in ghisa edificato anno 1960 • n. 1 edificio con radiatori + pavimento radiante alta temperatura edificato anno 1975 • n. 1 edificio con pavimento radiante bassa temperatura edificato anno 2014 • Contabilizzazione dell’acqua di falda in ingresso nelle centrali geotermiche con remotizzazione dei consumi • Alimentazione diretta dell’evaporatore senza l’utilizzo dello scambiatore sacrificale di separazione • PLC di gestione rete di teleriscaldamento freddo con telecontrollo remoto • Registrazione di tutte le variabili di processo

Figura 2

Figura 3

• Predisposizione

Bilancio energetico

Consumi con impianti termici alimentati con pompa di calore (palazzetto e scuola materna)

alla futura riqualifica energetica degli impianti termici delle scuole elementari – medie Alimentazione dell’utenza relativa alla scuola materna Utilizzare fonti rinnovabili compatibili con il vincolo paesaggistico imposto dalla “sovrintendenza alle belle arti”

Di particolare interesse il contesto all’interno del quale sono avvenuti i lavori. Infatti, le sponde del lago d’Iseo, sono protette da una Legge che tutela i paesaggi ed i contesti urbani. Questa tutela vieta l’utilizzo di pannelli solari termici o fotovoltaici nonché l’edificazione di volumi tecnici che alterino il paesaggio. Il rendering dell’installazione (figura 1), mostra l’immagine tridimensionale della rete di distribuzione, delle utenze da servire e dei pozzi di presa e di resa. I dati principali del nuovo impianto sono:

• Pozzo di prelievo: profondità 50 m, Ø 225/400 mm

• Profondità livello statico / dinamico: -6 / -7 m

• Pompa di prelievo da 40 m3/h con portata fissa on-off

• Stoccaggio geotermico da 25 m3/h con controllo termostatico

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Fabbisogno termico a bocca di centrale 277.059 kWht E.E. per Pompe di calore 55.398 kWhe E.E. per elettropompe di centrale 1.392 kWhe Produzione E.E. da Fotovoltaico 0 kWhe E.E. residua da rete nazionale 65.238 kWhe

Con l’attuale configurazione il bilancio ambientale prevede la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (CO2), è ottenuta ponendo a confronto i consumi energetici, attuali del palazzetto e presunti della scuola materna, rispetto alle ipotesi progettuali riguardanti l’impiego delle pompe di calore funzionanti con l’anello d’acqua. La Tonnellata Equivalente di petrolio (figura 2 e 3) rappresenta la quantità di energia bruciata da una tonnellata di petrolio grezzo e ha lo scopo di rendere comparabili fra loro i risparmi energetici conseguibili dai vari interventi.

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La nuova Direttiva PED 2014/68/UE a cura di Sonia

Bertocci

La nuova direttiva PED 2014/68/UE sostituisce la direttiva 97/23/CE. La direttiva 97/23/CE, infatti, effettua una classificazione del fluido contenuto nelle attrezzature a pressione a seconda della sua pericolosità a norma della direttiva 67/548/ CEE, che il 1° giugno 2015 sarà abrogata e sostituita del Regolamento (CE) n.1272/2008. La direttiva 97/23/CE sarà abrogata a partire dal 19 luglio 2016. Non ci sono modifiche né nel campo di applicazione della PED né nelle tabelle di pericolosità, inoltre secondo la nuova Direttiva, le certificazioni esistenti sono valide (art.48: “I certificati e le decisioni emesse dagli organismi di certificazione circa la conformità a quanto stabilito dalla Direttiva 97/23/CE sono validi ai sensi della presente.”) La principale differenza riguarda la categorizzazione dei fluidi. Le altre differenze riguardano una miglior definizione dei ruoli degli operatori economici coinvolti ed alcune modifiche nella denominazione dei moduli relativi alle procedure di conformità. La nuova Direttiva PED 2014/68/UE abroga la vecchia Direttiva 97/23/CE con le seguenti date: - l’articolo 9 della direttiva 97/23/CE è soppresso a decorrere dal 1° giugno 2015; - dal 19 luglio 2016, fatti salvi gli obblighi degli Stati membri relativi ai termini di recepimento nel diritto interno e alla data di applicazione della direttiva indicati nell’allegato V, parte B.

Le principali novità articolo 13 – classificazione delle attrezzature in Pressione

Entrata in vigore: 1° Giugno 2015. Con la nuova Direttiva cambia la classificazione delle attrezzature in pressione, poiché la Direttiva sulle sostanze pericolose 67/548/CEE (a cui la PED fa riferimento per classificare i fluidi inserendoli nel Gruppo 1 o 2) viene sostituita dal Regolamento CE 1272/2008: Regolamento sulla classificazione, etichettatura e imballaggio (CLP) di sostanze e miscele. Le tabelle di classificazione delle attrezzature a pressione non subiranno cambiamenti. I nuovi requisiti dovranno essere applicati alle nuove apparecchiature immesse sul mercato dopo il 1° giugno 2015.

oPeratori

Con la nuova Direttiva PED 2014 è stabilita una ripartizione chiara e proporzionata de-

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gli obblighi corrispondenti al ruolo di ogni operatore economico nella catena di fornitura e distribuzione. Il nuovo quadro normativo a cui la Direttiva fa riferimento stabilisce che non solo i produttori, ma tutti gli operatori nella catena degli scambi commerciali hanno un ruolo, e conseguenti obblighi, nel garantire la sicurezza e la conformità dei prodotti in circolazione nel mercato UE. La revisione della direttiva chiarisce che: importatori o distributori di attrezzature in pressione o di insiemi che immettono sul mercato con marchio proprio, o che modificano le attrezzature in modo da condizionarne la conformità, saranno considerati alla stregua di fabbricanti e dovranno quindi assumersi la responsabilità legale per la conformità del prodotto (compresa quindi la valutazione di conformità.)

moduli

Il Modulo A1 è stato rinominato A2. Il Modulo C1 è stato rinominato C2. I Moduli B e B1 sono stati uniti in un unico modulo pur mantenendo la distinzione: esisteranno perciò B (production type) e B (design type). I moduli D, D1, E, E1, G, H, e H1 presentano modifiche nei requisiti del Sistema di Gestione Qualità. Le definizioni CE type examination e CE design examination sono stati sostituiti dal termine “EU-Type Examination” I produttori dovranno conservare nome e indirizzo dei loro clienti per almeno 10 anni, mettendoli a disposizione delle autorità competenti, così come importatori e distributori dovranno conservare nome e indirizzo di clienti e fornitori per almeno 10 anni, mettendoli a disposizione delle autorità competenti.

dichiarazione di conformità

Il titolo è stato leggermente modificato in ‘Dichiarazione di conformità UE’. Ora sarà facoltativo scegliere di assegnare un numero alla dichiarazione. Sono state stabilite modalità attraverso cui sia possibile permettere l’identificazione del prodotto (si suggerisce l’uso di immagini).

reQuisiti essenziali Per la sicurezza

Ci sono piccole modifiche ai requisiti essenziali di sicurezza, ma un profondo cambiamento nell’approccio alla sicurezza rispetto alla Direttiva 97/23/CE: la nuova Direttiva 2014/68/ CE obbliga i produttori sia all’analisi dei rischi sia all’analisi dei pericoli delle attrezzature in pressione.

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La voce dei comitati di studio AIRU Comitato sottostazioni d’utenza e misura del calore

a cura di Sonia Bertocci

La progettazione e la produzione di acqua calda nelle reti Lo scorso 21 maggio, il nostro comitato ha proposto, presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri di Milano, un corso di formazione dal titolo “La progettazione e la produzione di acqua calda sanitaria nelle reti di teleriscaldamento”. Un aspetto di particolare rilevanza nel contesto della progettazione e realizzazione delle reti di teleriscaldamento è rappresentato dall’impiego della rete per la produzione di acqua calda sanitaria. In tale contesto nascono problematiche rilevanti di interfacciamento della rete primaria e secondaria nelle sottostazioni che devono essere progettate e realizzate in modo da poter garantire la massima efficacia rispetto alle diverse tipologie di utenze interessate. Di particolare rilevanza sono inoltre le problematiche di tipo igienico-sanitario e la corretta progettazione della rete secondaria.

I temi trattati sono stati: • Il quadro di riferimento normativo con una analisi della normativa nazionale ed internazionale • la progettazione dell’impianto secondario (calcolo delle reti di distribuzione, produzione e distribuzione dell’acqua calda, esempi di dimensionamento) • la progettazione delle sottostazioni d’utenza (tipologia di utenze e dimensionamento, produzione istantanea, accumulo, regolazione e telecontrollo) • gli aspetti igienico sanitari (legionella, metodologie e tecniche di controllo, esempi) Nei prossimi numeri del Notiziario AIRU verranno riproposti i punti principali delle diverse lezioni.

Centro di formazione AIRU Il centro di formazione AIRU intende offrire per il 2015 ed i primi mesi del 2016 alcuni corsi per analizzare aspetti tecnici e normativi relativi a una serie di tematiche sulle quali c’è notevole attenzione da parte degli operatori. Si aprirà nell’inverno con una novità assoluta relativa all’utilizzo di sistemi di accumulo termico applicati al teleriscaldamento. Nel corso saranno analizzate sia alcune esperienze consolidate, sia nuove prospettive relative all’accumulo distribuito e l’accumulo di lungo periodo. Altro aspetto che sarà trattato in un seminario ad hoc riguarderà invece lo stato di avanzamento della normativa relativa alla contabilizzazione del calore. Sono inoltre in preparazione tre corsi su:

• ottimizzazione ed efficienza della produzione termica, con un occhio alla produzione da rinnovabili e il recupero di surplus termici

• risparmio energetico e retrofitting degli edifici geotermia a bassa e media entalpia integrata con sistemi di teleriscaldamento.

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La voce dei comitati di studio AIRU Comitato Smart City

a cura di Marco Calderoni

Feed-in solare termico quando l’urbanistica incontra il teleriscaldamento rinnovabile Feed-in e sole fanno coppia da tempo nel settore elettrico: con l’avvento del Conto Energia, i proprietari di impianti fotovoltaici hanno via via avuto accesso alle reti di trasmissione per la cessione dell’energia elettrica prodotta in eccesso rispetto al fabbisogno. Poco conosciuto, invece, è il concetto di feed-in solare termico. E in effetti i casi esistenti sono sporadici. Pensando alle nuove sfide che attendono i gestori di reti di teleriscaldamento, dalla crescente esigenza di aumentare la percentuale di rinnovabili in rete, alle condizioni sempre più difficili per gli impianti di cogenerazione, questa soluzione merita però di essere quanto meno presa in considerazione: se è vero che l’energia solare è una fonte disponibile su tutto il territorio e che la tecnologia del solare termico, anche in considerazione degli incentivi esistenti, può risultare economicamente sostenibile anche in ambito industriale, è pur vero che in molti contesti urbani lo spazio a terra è limitato e costoso. Senza voler bruciare le tappe (è di poche settimane fa la notizia del primo impianto di “solar district heating” in Italia), vale quindi la pena iniziare a ragionare su possibili spazi alternativi (o semplicemente aggiuntivi), rispetto al terreno: in questo senso le coperture degli edifici rappresentano superfici ampiamente disponibili e, in molti casi, non utilizzate per impianti tecnologici. Impianti solari termici installati sui tetti di edifici collegati ad una rete di teleriscaldamento possono essere progettati per lavorare in modo bidirezionale, trasformando il singolo edificio da semplice “consumer” a “prosumer”, proprio come nel caso degli impianti fotovoltaici. Tali impianti presentano indubbi vantaggi: a differenza degli impianti solari termici “in isola” non richiedono necessariamente l’utilizzo di serbatoi, poiché è la stessa rete a fare da accumulo, entro certi limiti; il dimensionamento del campo solare non deve essere inoltre cucito sul fabbisogno dell’edificio. D’altro

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canto è evidente che si pone un problema di modello di business, non essendo, in generale, i tetti di proprietà del gestore della rete TR; va inoltre considerato che piccoli impianti solari termici non sono in grado di raggiungere temperature elevate, e possono quindi essere collegati solo a reti con temperatura di ritorno relativamente. A livello internazionale esistono già alcune esperienze, raccolte in un documento dedicato scaricabile (in inglese) dal sito www. solar-district-heating.eu, che cercheremo di riassumere in poche righe in questo articolo. In Svezia sono stati censiti circa 30 impianti solari termici di varie taglie, installati sui tetti di edifici e collegati in modo bidirezionale alla rete TR. A Malmö, in particolare, se ne contano 14, di cui 10 installati su edifici nuovi e 4 su edifici esistenti. La maggior parte è di proprietà di E.ON, la utility locale, gli altri sono installati su edifici pubblici e operati dal Comune. Si tratta di impianti di superficie captante molto variabile: il più piccolo misura meno di 50 m2, il più grande oltre 1.100 m2. Gli impianti delle altre città svedesi sono collegati a reti di teleriscaldamento grandi e piccole a seconda dei casi e hanno superfici variabili tra 40 e 500 m2, a parte due eccezioni da oltre 1.000 m2. Una società svedese ha

Impianto solare termico collegato ad una rete di teleriscaldamento in Svezia (fonte: Jan-Olof Dalenback)

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Comitato Smart City

Impianto solare termico operato in regime ESCo presso i locali del gestore AEVG Graz in Austria (fonte: Jan-Olof Dalenback)

anche sviluppato una sottostazione dedicata, ottimizzata per il solare termico. Nei casi in cui il proprietario degli edifici (per esempio società di social housing) è anche proprietario degli impianti solari, quest’ultimo è responsabile della manutenzione e gestione degli impianti stessi e firma un contratto di “net-metering” con la utility. Il prezzo di vendita del calore da TR può differire da quello di acquisto del calore solare da parte della utility (tipicamente il secondo sarà inferiore al primo). Quando invece è la utility a possedere gli impianti solari, essa firma un contratto di leasing per l’utilizzo delle coperture degli edifici ed è responsabile direttamente di manutenzione e gestione. In questo caso il prezzo che gli utenti pagano per il calore che gli impianti solari producono sul loro tetto può essere diverso da quello che pagano per il calore prelevato dal TR. In Austria il modello di business è differente, in quanto in tutti i casi individuati è una società ESCo a possedere gli impianti solari e a vendere il calore alla utility TR locale. Si tratta in questo caso di impianti solari di dimensioni considerevoli (tra 1.400 e 5.000 m2), alcuni dei quali installati sulle coperture di edifici. Il modello di business prevede quindi un contratto tra ESCo e utility e, normalmente, il calore viene ceduto dalla ESCo alla rete TR e non viceversa.

dal

feed-in alla Pianificazione urbanistica

Le esperienze descritte in questo articolo dimostrano come sia possibile utilizzare le coperture degli edifici, pubblici e privati, nuovi ed esistenti, per l’installazione di collettori solari termici che immettano il calore generato in una rete di TR. E’ evidente che, a parte le difficoltà tecni-

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a cura di Marco Calderoni che, peraltro non significative, e l’aspetto economico, da analizzare caso per caso, il problema che si pone è principalmente di natura gestionale e contrattuale. Ragionando sul medio termine e immaginando reti TR caratterizzate da temperature (almeno quelle di ritorno) inferiori a quelle attuali e da alta penetrazione di fonti rinnovabili, questa soluzione richiederebbe ampie superfici disponibili in copertura, ponendo di fatto l’esigenza di una pianificazione urbanistica specifica. Proprio in questa direzione si sta muovendo la città di Graz, che ha messo in piedi un vero e proprio catasto dei tetti “solarizzabili” (www.gis.graz.at). E’ utile sapere che la utility locale ha pianificato di spegnere completamente entro pochissimi anni la propria centrale termoelettrica, che fornisce attualmente, con crescenti difficoltà economiche, la gran parte del calore immesso in rete. Tale scelta, dettata presumibilmente dagli sviluppi del mercato elettrico in primis, pone l’esigenza di individuare fonti alternative, fra le quali gli austriaci, tra i leader nel mondo in quanto a superficie di collettori solari termici installata pro capite (circa 350 m2 per mille abitanti, contro i circa 80 dell’Italia), non potevano non considerare il solare termico. Il catasto solare si pone quindi come utile strumento per quantificare il potenziale di installazione di collettori solari termici (oltre che fotovoltaici), parte dei quali potrebbero essere collegati alla rete del TR, per esempio perché installati su edifici con basso fabbisogno di calore. Dei circa 14 milioni di metri quadrati di tetti, 5,6 milioni (pari al 40%) risultano idonei o molto idonei e potrebbero garantire 2.000 GWh annui di energia termica, coprendo in teoria l’intero fabbisogno termico della città. La società austriaca SOLID, attiva da anni nel settore dei grandi impianti solari termici per reti TR, sta attualmente valutando gli spazi disponibili a terra per l’installazione di grandi campi collettori da collegare alla rete TR di Graz: se l’indagine dovesse, come sembra dai primi risultati intermedi, individuare ampie zone disponibili, tra tetti e terreni Graz potrebbe passare ad un teleriscaldamento ad altissima copertura solare. Anche l’amministrazione di Parigi ha finanziato un catasto solare simile a quello di Graz (www.cadastresolaire.paris.fr). Le velleità parigine in materia di teleriscaldamento sono probabilmente meno ambiziose di quelle austriache, ma intanto lo strumento c’è.

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La voce dei comitati di studio AIRU Comitato risorse territoriali

a cura di Sara Moretti

Parlando di risorse territoriali e smart grid Il concetto di smart grid trova un sempre maggior sviluppo. All’interno dell’Università di Parma nasce il progetto Mastercampus Energy che prevede l’integrazione di impianti diversi nelle reti energetiche esistenti nel Campus. L’obiettivo generale del progetto è l’acquisizione di know-how e metodologie che permettano di affiancare dei sistemi di storage alle reti esistenti in modo tale da prelevare o riversare energia a seconda delle situazioni. Ciò è quanto è emerso nell’intervista al Prof. Agostino Gambarotta, promotore e coordinatore del progetto. Intervista al prof. Agostino Gambarotta.

ci PuÒ raccontare Qual è la motivazione di Questo interesse?

In uno scenario come è quello attuale in cui si può scegliere tra diverse fonti energetiche, sia fossili sia rinnovabili, e tra un’ampia varietà di tecnologie (ad esempio generatori di calore, pompe di calore, collettori solari, pannelli fotovoltaici, sistemi CHP) per il soddisfacimento delle domande elettrica, termica e frigorifera, è assolutamente necessario definire metodi e linee guida e

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sviluppare strumenti che aiutino a configurare e gestire in modo ottimale sistemi complessi quali sono le attuali reti energetiche. A tal fine nell’Università di Parma si è costituito un gruppo di lavoro che riunisce competenze molto variegate (dall’Ingegneria Meccanica, Elettronica e Civile all’Architettura, alla Fisica, alla Chimica, alle Scienze Ambientali ed all’Economia) partendo dai progetti presentati per il piano di riqualificazione Mastercampus.

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Comitato risorse territoriali ma in cosa consiste nelle linee PiÙ generali Questo Progetto di ricerca che avete intenzione di Portare avanti con il gruPPo di lavoro?

Il progetto Mastercampus Energy prevede l’integrazione nelle reti energetiche esistenti nel Campus di impianti diversi (soprattutto a fonti rinnovabili), ciò che comporta quindi la necessità di configurare, monitorare e gestire ciascuno di essi in maniera ottimale per conseguire risultati di riduzione dei consumi di energia e degli impatti sull’ambiente, migliorando al tempo stesso il benessere di coloro che “abitano” l’area.

Qual è lo stato di fatto del sistema energetico del camPus?

I consumi energetici del Campus sono principalmente determinati dalla climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, dalla produzione di acqua calda sanitaria e dall’illuminazione interna ed esterna. Tutto il complesso di edifici è attualmente servito da una rete di teleriscaldamento/teleraffrescamento collegata ad una Centrale Termica dotata di caldaie alimentate a gas metano per una potenza complessiva di circa 20MW e di macchine frigorifere di potenza complessiva 8MW.

come Pensate di Procedere nello sviluPPo di Queste “reti intelligenti” al servizio degli edifici del camPus?

Questo richiederà lo sviluppo di modelli matematici del polo energetico integrato, in quanto la molteplicità dei sistemi energetici che potranno essere considerati determina uno scenario in cui sarà possibile scegliere come, quando e dove utilizzare le diverse fonti energetiche disponibili nel Campus (sia da combustibili fossili che da rinnovabili, in particolare solare e geotermia). L’attività di modellizzazione potrà orientare la seconda fase del progetto che consisterà nella applicazione dei risultati ottenuti dalla simulazione attraverso la realizzazione degli impianti, che saranno opportunamente monitorati al fine di verificarne le prestazioni. Questo si esplicherà (1°) nella definizione dell’architettura ottimale delle reti tenendo conto dei diversi sistemi di generazione utilizzabili (con le relative caratteristiche in termini di efficienza e impatti sull’ambiente) e delle diverse tipologie di utenza coinvolte, (2°) nella scelta delle taglie ottimali dei diversi componenti delle reti in termini sia di potenza che di energia generabile e (3°) nella progettazione delle logiche e dei di-

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a cura di Sara Moretti spositivi di controllo che possano allocare in maniera ottimizzata i carichi tra i diversi sistemi energetici considerati.

riassumendo, Quali Possono essere gli

elementi Qualificanti di Questo Progetto?

L’obiettivo generale del progetto è quindi l’acquisizione di conoscenze e competenze e la definizione di metodologie che permettano di affiancare alle reti esistenti una serie di nodi che possano operare come “prosumers”, in grado cioè di prelevare o riversare energia nella rete a seconda delle situazioni. In questo contesto i sistemi di “storage” (sia di energia elettrica che termica) svolgeranno un ruolo significativo, ivi compresi i veicoli elettrici. La sperimentazione sul Campus permetterà di affiancare allo studio teorico le verifiche sperimentali, insostituibili per consolidare e rendere più efficaci gli strumenti teorici definiti in precedenza. In questo contesto il Campus rappresenta una occasione unica di approfondimento, rappresentando su scala ridotta un agglomerato urbano.

Pensate che il Progetto abbia una sPecificità Per il vostro camPus o Possa avere ricadute anche in altri contesti?

I risultati ottenuti, in termini di know-how, di strumenti di calcolo e di simulazione, di competenze e di esperienze sul campo (che saranno consolidate e trasferite anche alla didattica universitaria, creando figure professionali specializzate), potranno essere quindi trasferiti ad altri contesti urbani ed industriali nell’ottica di sviluppare concretamente il concetto di “Smart Grid” nelle realtà del territorio locale e nazionale. Fondamentale per il successo del progetto è il coinvolgimento di partner industriali (produttori di tecnologie, multiutility, società di gestione dell’energia) che possano in primo luogo dare concretezza ai risultati delle ricerche e in secondo luogo fungere da multiplier per la diffusione delle buone pratiche che possano scaturire. Prof. Agostino Gambarotta Ordinario di Macchine a Fluido presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Studi di Parma, è direttore del Centro Interdipartimentale per l’Energia e l’Ambiente (CIDEA) e delegato dell’ateneo per la gestione dell’energia, ed è promotore e coordinatore di un gruppo di lavoro per lo sviluppo di reti termiche ed elettriche intelligenti (Smart Grids).

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La voce della geotermia

La voce della geotermia NOTIZIARIO UGI ANNO XIV - GIUGNO 2015 - N.39

COSA SI FA IN ITALIA PER LO SVILUPPO DELLA GEOTERMIA? Giancarlo Passaleva

Mentre a Melbourne si è svolto il WGC2015/ Congresso Mondiale della Geotermia, ed in molti Paesi del mondo, anche a modesta vocazione geotermica, si tende a valorizzare al massimo questa risorsa energetica, sembra che in Italia sia scesa una coltre di indifferenza politica ed istituzionale su di essa. Nella Patria della geotermia, dove essa è nata e si è sviluppata per produrre elettricità, facendo fino a pochi anni fa dell’Italia il Paese leader che ne ha insegnato al mondo i fondamenti scientifici e tecnologici, si assiste oggi ad un proliferare di iniziative da parte di comitati ed associazioni ad essa “contrari”, senza che in sede politica ed istituzionale vi sia almeno una presa di posizione o un tentativo serio per rimettere a fuoco il tema e ridefinirne i termini per una opportuna e ragionevole politica di sviluppo. Anzi, la Regione Toscana ha recentemente deciso di sospendere per almeno sei mesi il rilascio di autorizzazioni e permessi di ricerca per nuovi progetti geotermici; e pure a livello centrale, nei mesi scorsi, sono state presentate alla Camera dei Deputati, da parte di vari gruppi parlamentari, diverse “Risoluzioni”, che propongono in sostanza, a livello nazionale, iniziative analoghe a quella sopra detta della Regione Toscana. Solo un mese fa circa (15 Aprile) le Commissioni VIII e X della Camera per i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente hanno approvato alla unanimità un documento congiunto, con cui si demanda al Governo il compito di predisporre una zonazione geotermica e linee-guida per consentire poi un riavvio regolamentato dello sviluppo geotermico, con numerose raccomandazioni volte ad evitare i rischi connessi allo sviluppo della geotermia (vedi articolo seguente)

cosa sta dunQue accadendo in ambito energetico nel nostro Paese?

In onore all’indipendenza dell’ UGI da parti politiche e da qualsivoglia interesse particolare, non intendiamo certo entrare nel groviglio dei molti

UNIONE GEOTERMICA ITALIANA SEDE OPERATIVA c/o Università di Pisa/DESTEC, Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni

Largo L. Lazzarino, 1 56122 – Pisa www.unionegeotermica.it info@unionegeotermica.it

ORGANI DELL’UGI CONSIGLIO DIRETTIVO

Passaleva Ing. Giancarlo Bottio Ing. Ilaria Conti Ing. Paolo Parri Ing. Roberto Bonciani Ing. Roberto Pipan Prof. Michele Pizzonia Dr. Antonio

COLLEGIO DEI REVISORI Bertani Dr. Ruggero Burgassi Dr. Armando Fiordelisi Dr. Adolfo

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(Presidente) (Vice Presidente) (Segretario) (Tesoriere) (Membro) (Membro) (Membro)

RESPONSABILI DEI POLI OPERATIVI Piemonte Prof. Ing. Carlo Pipan Prof. Michele Giordano Prof. Guido Pizzonia Dr. Antonio

(Polo Nord-Ovest) (Polo Nord-Est) (Polo Centro) (Polo Sud)

COMITATO DI REDAZIONE DEL NOTIZIARIO Passaleva Ing. Giancarlo Parri Ing. Roberto Cataldi Dr. Raffaele Conti Ing. Paolo

(Capo Redattore) (V. Capo Redattore) (Membro) (Membro)

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pareri espressi nelle sedi istituzionali; ma nell’ articolo che segue si informano i sulla posizione assunta dall’UGI nelle suddette sedi. Qui vogliamo invece esprimere considerazioni generali che riteniamo importanti per il futuro energetico italiano. E’ evidente per qualunque persona di buonsenso che, superata la presente crisi economica, di cui sembra intravedersi il termine, i consumi energetici riprenderanno significativamente a crescere. Tuttavia, dopo l’ “esplosione” di impianti eolici e fotovoltaici, verificatasi soprattutto nell’ultimo decennio, in relazione ai ghiotti incentivi elargiti (gravanti naturalmente sulla bolletta elettrica dei cittadini), che ne hanno provocato uno sviluppo in parte anche disordinato e squilibrato, il nostro Paese si ritrova un parco di produzione elettrica che, per una importante quota parte, è discontinuo ed intermittente, con notevoli problemi per la rete elettrica e con impianti termoelettrici in parte obsolescenti, che devono far fronte ogni giorno alla necessità di riequilibrare in tempo reale le naturali discontinuità energetiche di quelli eolici e fotovoltaici. In prospettiva di una importante futura crescita della domanda, sarebbe dunque urgente che venisse predisposto un nuovo documento di pianificazione energetica a livello nazionale, per ridefinire con chiarezza le linee di sviluppo del parco produttivo elettrico, tenendo debito conto, in particolare, delle potenzialità offerte dalle risorse geotermiche di alta temperatura, che presentano, rispetto alle fonti rinnovabili, la caratteristica di grande continuità di produzione (24 h/giorno, per 7000-8000 ore /anno), senza costi di combustibile e con notevoli prospettive di ricadute ambientali ed occupazionali. E’ necessario perciò che nell’ambito dell’ auspicato documento di pianificazione sopra citato, sia compreso un importante sviluppo delle risorse geotermiche di alta temperatura, convenzionali e non, presenti nel Paese con potenzialità tale da garantire un significativo contributo al fabbisogno energetico italiano. In tal senso non resta che sollecitare l’iniziativa del Governo e l’UGI se ne farà carico a partire dai prossimi mesi.

AUDIZIONE UGI PRESSO LE COMMISSIONI VIII E X DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E RISOLUZIONE FINALE SULLO SVILUPPO DELLA GEOTERMIA IN ITALIA Giancarlo Passaleva

Negli ultimi mesi del 2014 sono state presentate presso le Commissioni VIII e X della Camera alcune “Risoluzioni”, da parte di vari gruppi politici, sull’impatto che ha lo sviluppo della geotermia in Italia, nella maggior parte delle quali vengono denunciati una serie di presunti danni all’ambiente ed alla salute dei cittadini, connessi alla installazione ed all’esercizio di impianti geotermoelettrici. Diverse organizzazioni ed associazioni hanno chiesto di essere sentite in merito, e l’Audizione di UGI si è svolta il 16/1/2015, a Montecitorio, davanti alle Commissioni VIII e X in seduta congiunta. Di seguito si riassume la relazione fatta dall’UGI per dare il proprio contributo di chiarimento in merito alle problematiche sollevate dalle diverse parti politiche. Prima di tutto, però, l’UGI si è presentata come sotto indicato.

chi è l’ugi

- Associazione indipendente, apartitica, apolitica, senza fini di lucro, non legata ad alcun soggetto politico, o imprenditoriale, o commerciale. I suoi scopi sono: • promuovere l’utilizzo del calore geotermico in Italia in tutte le sue possibili applicazioni; • diffondere la conoscenza della geotermia tra il pubblico e negli opportuni ambiti politici, • istituzionali, imprenditoriali e della ricerca, a vantaggio dell’economia e dell’ambiente. - L’UGI è affiliata all’International Geothermal Association, all’European Geothermal Energy Council e collabora con l’UNECE/United Nations Economic Commission for Europe e con diverse altre organizzazioni nazionali ed internazionali.

intenti di ugi nell’audizione:

• fornire precisazioni, a seguito di un’attenta lettura delle Risoluzioni presentate dai diversi

Gruppi Parlamentari, riguardanti in particolare i presunti impatti negativi attribuiti agli

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impianti geotermici (elettrici e termici), in fase di costruzione e di esercizio dei medesimi; • auspicare che il Governo voglia creare le condizioni per il massimo sviluppo possibile di una delle poche risorse energetiche di cui il Paese abbondantemente dispone, sia per produrre energia elettrica, sia per i molteplici usi diretti del calore terrestre.

chiarimenti sui Presunti danni denunciati nelle risoluzioni di Parte

1 Sul consumo di acqua proveniente da acquiferi superficiali • i serbatoi geotermici di alta e media temperatura sono sistemi profondi, distinti e separati dagli acquiferi superficiali. Non hanno perciò con essi alcun contatto né interferenza (Fig.1) • la ricarica del serbatoio è in gran parte naturale, integrata (a luoghi) dalla reiniezione di reflui • non c’è dunque alcun consumo di acqua superficiale da parte di impianti geotermici in esercizio

Figura 1 Schema di un sistema geotermico idrotermale di alta temperatura idoneo a produrre energia elettrica

2 Sull’inquinamento di falde superficiali e/o danneggiamento di acquiferi termali • i pozzi geotermici profondi sono opere totalmente isolate e impermeabili fino alla profondità del serbatoio geotermico (Fig. 2) • il rivestimento dei fori di perforazione esclude in modo assoluto il contatto o la contaminazione di acquiferi (freddi o termali) attraversati dai pozzi, nonché risalite di fluido all’esterno del foro stesso 3 Sull’inquinamento di acquiferi superficiali e/o danneggiamento di acquiferi termali da parte di sonde realizzate per installarvi pompe di calore • le sonde geotermiche a circuito chiuso sono opere costituite da tubazioni stagne ed impermeabili, utilizzate solo per lo scambio di calore con le rocce, senza alcun prelievo di acqua (Fig. 3) • le sonde a circuito aperto, invece, usano acque di falda poco profonde, che, dopo lo scambio termico, senza alcuna alterazione chimica, vengono reiniettate nella stessa falda, o rilasciate in acque correnti di superficie, in funzione dello specifico contesto e/o per criticità idrogeologiche (ad es., a Milano) • in ogni caso, le sonde geotermiche devono rispondere a precise normative di corretta costruzione (norme UNI 11466:2012; UNI 11468:2012), per garantire (anche ma non solo) la salvaguardia ambientale 4 Sul rischio sismico indotto da impianti geotermici • nell’area geotermica toscana (Larderello-Travale) studi storici fatti a partire dai primi anni del secolo scorso, ma con ricostruzioni di eventi risalenti a diversi secoli fa, mostrano la presenza di una, benché lieve, attività sismica di base da molto prima dell’inizio della perforazione di pozzi per estrarre fluido con cui produrre soli composti chimici prima ed anche energia elettrica dopo, e successivamente di iniezione sistematica di acqua di condensa operata dai primi anni 1980 • gli stessi studi di cui sopra esistono anche per l’area amiatina, e con gli stessi risultati In particolare, un rapporto dell’INGV/Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, risalente al 2001,

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Figura 2 Profilo tecnico di pozzo geotermico nelle condizioni geologiche della Toscana

Figura 3 Schema tipo di riscaldamento di edifici con pompa di calore geotermico a circuito chiuso

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attendibile per valutare la sismicità di un’area e la correlazione spazio-temporale tra operazioni fatte durante la perforazione di pozzi ed eventi sismici locali. Tale monitoraggio viene eseguito in Italia fin da decenni, prima, durante e dopo la perforazione dei pozzi e le altre attività di coltivazione dei campi geotermici; ed esso viene realizzato mediante reti di rilevamento locali, che consentono di individuare eventi sismici anche di piccolissima intensità. In breve, la coltivazione dei campi geotermici non modifica le naturali caratteristiche sismogenetiche del territorio interessato

Figura 4 Schema tipo di un impianto geotermoelettrico italiano a condensazione, dotato di impianto AMIS (evidenziato in figura in rosso)

Figura 5 Schema tipo di un impianto a ciclo binario

indica la presenza di una modesta attività sismica precedente alla coltivazione geotermica, di intensità paragonabile a quella del quadriennio 1997-2000 • d’altra parte, nei campi geotermici italiani in coltivazione e nelle loro aree limitrofe, ed in molte altre zone del nostro Paese, dove il serbatoio è formato da rocce naturalmente permeabili, la probabilità di provocare sismicità indotta, è molto bassa se non praticamente nulla • la sismicità indotta, infatti, può essere connessa essenzialmente ad operazioni di fratturazione idraulica su rocce tenaci impermeabili, eseguite per creare condizioni di permeabilità totalmente artificiale • il monitoraggio micro-sismico è l’unico strumento

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5 Sull’inquinamento atmosferico da impianti geotermici: • i gruppi generatori a ciclo diretto sono dotati di impianti di trattamento dei gas incondensabili (AMIS) che riducono la concentrazione di idrogeno solforato e di mercurio (se presenti) nel gas rilasciato in atmosfera, fino a livelli ben al di sotto dei limiti di legge e della soglia percettiva (Fig.4). Inoltre, la rete capillare delle “Stazioni di Qualità dell’Aria” per la misura delle immissioni, rileva valori degli inquinanti con ordini di grandezza inferiori rispetto agli standard di riferimento fissati dall’OMS/Organizzazione Mondiale della Sanità. Infatti, nei campi geotermici italiani essi danno, ad esempio, per l’idrogeno solforato valori medi nelle 24 ore inferiori a 20 µg/m3 rispetto al valore limite di 150 µg/m3; - gli impianti a flash sono tutti dotati oggi di sistemi di trattamento del gas rilasciato in atmosfera, con contenuti ben al di sotto dei limiti di legge e della soglia percettiva umana; - gli impianti a ciclo binario chiuso (Fig. 5) non producono emissioni continuative di gas contenuti nei fluidi geotermici, in quanto il loro utilizzo ottimale richiede (quando la percentuale di gas lo consente) la reiniezione totale del fluido primario estratto. Inoltre, il circuito di potenza (con fluido secondario organico) è completamente stagno ed isolato; sicchè, anche tali impianti non causano inquinamento né atmosferico, né di altro genere. Essi hanno comunque potenze generalmente assai inferiori rispetto agli impianti a ciclo diretto, o a flash.

conclusioni

Per concludere, davanti alle Commissioni VIII e X, l’UGI ha: • sostenuto di ritenere molto utile per il Paese, e quindi necessario, che il patrimonio straordinariamente abbondante di risorse geo-termiche esistenti nel territorio nazionale venga adeguatamente valorizzato al fine di ricavarne importanti benefici economici, occupazionali ed ambientali • auspicato vivamente che il Governo emani al più presto un nuovo Piano Energetico Nazionale, nel quale lo sviluppo della geotermia possa avere il dovuto rilievo, nel pieno rispetto delle pratiche di buona progettazione e gestione, come per tutte le fonti di energia, contribuendo alla sostenibilità energetica ed ambientale del Paese • auspicato inoltre, in particolare, che venga attivata una nuova fase di sviluppo della

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geotermia in tutte le sue possibili forme di applicazione, dalla produzione di energia elettrica con risorse di moderata ed alta temperatura (estraibili da sistemi geotermici non solo idrotermali ma anche non convenzionali), e per ogni tipo di uso diretto del calore terrestre in tutti i campi di possibile sfruttamento (climatizzazione di ambienti, terme, serricoltura, industria, ed altri) Oltre alle osservazioni esposte, come complemento informativo per una più chiara comprensione della realtà geotermica italiana, sono state lasciate alle Commissioni alcune note che l’UGI ha pubblicato in materia negli ultimi tre anni. Infine, é importante rilevare che l’intera vicenda si è conclusa con l’emissione di un’unica Risoluzione, votata all’unanimità da tutti i firmatari delle precedenti Risoluzioni e qui riportata in calce. Si può vedere che essa cita espressamente l’UGI come fonte di informazione sulla consistenza del potenziale geotermico minimo su terra ferma in Italia. Ma a parte ciò, da un raffronto con i testi delle Risoluzioni prima presentate dalle varie Parti, si può notare che i toni di denuncia di pericoli e rischi inizialmente attribuiti alla geotermia (dall’UGI contestati come esposto sopra nei punti 1-5) risultano ora molto attenuati, e viene invece evidenziata la potenziale importanza della risorsa geotermica, con un invito il Governo ad emettere entro sei mesi documenti preparatori (“linee-guida”, “zonazione geotermica”, ecc.), idonei a facilitare il riavvio di un equilibrato sviluppo della risorsa medesima. L’UGI seguirà come necessario e per quanto possibile il successivo iter ministeriale per conoscerne gli sviluppi, e potere fare così tempestivamente eventuali opportune considerazioni.

TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI RIGUARDANTI LO SVILUPPO DELLA GEOTERMIA IN ITALIA, APPROVATO DALLE COMMISSIONI VIII E X DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

le commissioni viii e X, Premesso che:

quella “geotermica” è una forma di energia naturale che trova origine dal calore della terra e, tra le energie rinnovabili, ha un valore aggiunto che condivide soltanto con l’idroelettrico: la continuità della produzione. Per questo motivo, i progetti più interessanti affiancano oggi la geotermia alle altri fonti rinnovabili, per le quali verrebbe a costituire un importante sostegno nei momenti di scarsa produzione. La geotermia, quindi, può essere intesa come un elemento importante per la “green economy” e un sostegno significativo per sviluppare politiche “low carbon” lo sviluppo corretto della geotermia porta con sé, inoltre, non solo benefici ambientali, contribuendo in maniera importante alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma offre anche importanti occasioni per la creazione di nuovi posti di lavoro l’Italia, per le sue caratteristiche morfologiche, ha risorse geotermiche importanti e poco sfruttate: secondo i dati forniti dall ‘Unione Geotermica Italiana, le risorse geotermiche del territorio italiano potenzialmente estraibili da profondità fino a 5 km, sono dell’ordine di 21 exajoule (21x1018 joule, corrispondenti a circa 500 Mtep, ovvero 500 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio). I campi geotermici ad alta entalpia, per il cui sfruttamento disponiamo di una tecnologia matura, e il cui utilizzo per la produzione di energia geotermoelettrica è oggi possibile a costi competitivi con le altre fonti energetiche, si trovano nella fascia preappenninica tra Toscana, Lazio e Campania, in Sicilia e Sardegna così come nelle isole vulcaniche del Tirreno

considerata imPegnano il

Quindi l’imPortanza e la rilevanza strategica della geotermia, governo su Questi Punti:

avviare le procedure di zonazione del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all’utilizzo della risorsa geotermica, e in linea con la strategia energetica nazionale emanare, entro sei mesi «linee guida» a cura dei Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che individuino nell’ambito delle

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aree idonee di cui al punto precedente anche i criteri generali di valutazione, finalizzati allo sfruttamento in sicurezza della risorsa, tenendo conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al bilancio idrologico complessivo, al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità rilasciare, a seguito dell’emanazione delle linee guida, tutte le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici, comprese quelle relative ai procedimenti in corso, nel rispetto delle prescrizioni ivi previste a far sì che, nella valutazione di impatto ambientale (Via), si tenga conto in particolare delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità assumere iniziative volte a ridurre i tempi procedimentali per le autorizzazioni, al fine di consentire lo sviluppo delle attività finalizzate all’utilizzo di nuove tecnologie per lo sfruttamento della risorsa geotermica, ad esclusivo onere finanziario dei privati, per poter riportare il settore a competere nel mondo come leader dell’energia rinnovabile favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale assumere iniziative dirette ad armonizzare i diversi regimi di incentivazione attualmente vigenti per gli impianti geotermici pilota e quelli ad autorizzazione regionale utilizzanti le stesse tecnologie assumere iniziative per inserire nella regolamentazione, con opportune penali, l’obbligo della sigillatura del pozzo atta ad evitare la possibilità di scambio di fluidi tra falde idriche diverse e l’obbligo di evitare il depauperamento della risorsa idrica di falda e di superficie sia in termini quantitativi che qualitativi assumere iniziative dirette a subordinare il rilascio delle autorizzazioni alla stipula di una polizza fidejussoria a garanzia di eventuali danni all’ambiente, alla salute pubblica e alle attività produttive circostanti prevedere nella fase prerealizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione assumere iniziative normative affinché, per gli impianti già a regime e per quelli che eventualmente verranno realizzati, sia previsto (pena la sospensione della concessione) un sistema di controlli ambientali effettuati dalla competente Agenzia Regionale per la Protezione ambientale, a spese del concessionario. Questi saranno volti a verificare (pena la sospensione della concessione) che le attività geotermiche non incidano sul chimismo delle acque destinate al consumo umano rispettando i requisiti del decreto legislativo n. 31 del 2001. Le altre matrici ambientali dovranno risultare non contaminate e la micro sismicità non dovrà aumentare significativamente, prevedendo anche che i risultati dei controlli e dei monitoraggi supplementari, da realizzare secondo le linee guida emanate dal Ministero dello sviluppo economico, siano divulgati al pubblico tempestivamente dalla acquisizione per il tramite dei siti Internet del gestore, dell’Autorità d’ambito e dell’agenzia ambientale competente per quel territorio. Approvato ad unanimità dai seguenti membri delle Commissioni VIII e X della Camera dei Deputati in seduta congiunta: Braga, Abrignani, Pellegrino, Segoni, Vallascas, Benamati, Terrosi, Tentori, Marchi, Mariani, Albini, Luciano Agostini, Gnecchi, Manzi, Giuliani, Moretto, Donati, Mazzoli, Cenni, Dallai, Castiello, Distaso, Martinelli, Romele, Vella, Giammanco, Luigi Cesaro, Marti, Polidori, Zaccagnini, Ricciatti, Zaratti, Ferrara, Nicchi, Busto, Crippa, Daga, Micillo, De Rosa, Da Villa, Della Valle, Fantinati, Lupo, Mannino, Terzoni, Zolezzi.” Roma, 15 Aprile 2015

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AIRU, CHE COS’È L'Associazione, senza scopi di lucro, ha le finalità di promuovere e divulgare l'applicazione e l'innovazione dell'impiantistica energetica territoriale, nel settore dei sistemi di riscaldamento urbano e derivati. Le suddette finalità sono parte di un impegno complessivo per fornire il massimo contributo del settore alla qualità ambientale ed energetica del sistema Italia e dei suoi centri urbani. In particolare l'Associazione è impegnata, attraverso accordi nazionali, regionali e locali con le istituzioni e gli operatori interessati, a fornire il massimo contributo agli impegni italiani sottoscritti nei trattati internazionali relativi ai settori di interesse. L'AIRU, nata per la cogenerazione ed il teleriscaldamento (con particolare attenzione a quello alimentato da fonti rinnovabili ed assimilate), estende ora il proprio interesse ad altri settori, quali il teleraffrescamento, ed in generale a tutti i vettori energetici, secondo un disegno interdisciplinare di energie integrate sul territorio.

AIRU, CHE COSA FA • • • •

Stabilisce rapporti di collaborazione fra gli operatori dell'impiantistica energetica territoriale italiani e si tiene in collegamento con le analoghe associazioni estere. Promuove ed organizza studi e ricerche ponendo a confronto le diverse esperienze, in collaborazione con organismi di interessi convergenti. Fa conoscere i risultati scientifici e tecnici conseguiti in Italia e all'estero nel campo dell'impiantistica energetica territoriale per il riscaldamento urbano. Istituisce la formazione di commissioni ad hoc operanti in segmenti di proprio interesse, per l'approfondimento di problemi specifici nonché l'organizzazione e la promozione di iniziative proprie di quel segmento operativo.

AIRU, CHI SONO I SOCI I soci di AIRU sono gestori di sistemi di teleriscaldamento, industriali che hanno fatto investimenti specifici nelle tecnologie proprie dei sistemi di Riscaldamento Urbano, associazioni, università, Comuni, persone fisiche. L'AIRU è associata ad Euroheat & Power e Federato FINCO.

AIRU, CHI SI PUÒ ISCRIVERE Gestori del servizio teleriscaldamento; imprese e società che nell’industria e/o nel terziario hanno fatto investimenti specifici nelle tecnologie proprie del riscaldamento urbano; enti, associazioni, società, istituti universitari, imprese, ecc. sia italiane che estere, che abbiano interesse a perseguire gli obiettivi statutari dell'Associazione. Possono essere soci individuali coloro che, in Italia o all'estero, si interessino di impiantistica energetica territoriale e abbiano superato i 18 anni di età, di cittadinanza sia italiana che straniera.

NOTA PER I LETTORI Al fine di instaurare un rapporto di sempre maggiore e concreta collaborazione e per ricevere informazioni su: • abbonamento al trimestrale IL RISCALDAMENTO URBANO • possibilità di pubblicazione nei prossimi numeri di articoli originali o comunicati stampa • per l'iscrizione come Associato AIRU Vi invitiamo a contattarci al seguente indirizzo email: segreteria.generale@airu.it I dati forniti verranno trattati in modo lecito. secondo correttezza e in conformità alla Legge 675/96 sulla tutela della privacy; saranno inoltre registrali, organizzati e conservati in archivi o utilizzati per l'invio di proposte commerciali e promozionali e potranno essere rettificati o cancellati su richiesta degli interessati.

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