ServizioCivileMagazine - Luglio/Agosto 2012

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IN QUESTO NUMERO

Giornale d’informazione sul mondo giovanile In primo piano

Nasce il Dipartimento per la Gioventù e il Servizio Civile

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N. 4 – Luglio - Agosto 2012 Direttore responsabile

Urbanizzazione e sostenibilità. Napoli ospita il World Urban Forum

Enrico Maria Borrelli pag. 11

Direttore editoriale Andrea Pignataro

Spending review, il mondo del no profit sul piede di guerra

Vice Direttore Francesco Enrico Gentile

pag. 9

Editore Cultura Urbanizzazione e sostenibilità. Napoli ospita il World Urban Forum

pag. 11

Protagonismo Giovanile A Napoli parte l’iniziativa “Dall’idea alla ricostruzione”: intervista a Rudy Girardi, Presidente Acen

pag. 7

“Ateneapoli”, un numero speciale dedicato alla scelta del Corso di Laurea

pag. 8

Servizio Civile

Hanno collaborato a questo numero:

Nasce il Dipartimento per la Gioventù e il Servizio Civile

pag. 2

Intervista al Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile

pag. 3

Rischio chiusura Consulta Nazionale: per il Servizio Civile. Intervista alla Rappresentante Nazionale dei volontari Silvia Conforti

pag. 5

Ornella Esposito

Consulta Nazionale: gli Enti protestano

pag. 6

Alessandro Etzi

Sociale

Francesco Cannone Marco Di Maro

Francesco Enrico Gentile

Spending review, il mondo del no profit sul piede di guerra

pag. 9

Estate in polibus per Emergency: cure gratuite ai migranti nelle campagne

pag. 10

Speciale “Pensieri e Azioni” Speciale “Pensieri e Azioni: un ebook per il Servizio Civile”

pag. 12

Una casa tutta nostra – di Giulia D’Arrigo

pag. 13

L’ambiente, un bene da tutelare e ammirare – di Letizia Crea

pag. 14

Photogallery Immagini per la musica: 45 art

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La vignetta del mese pag. 15

Come ti sparisce la Consulta!

Umberto Romaniello Katia Tulipano Ivana Vacca

Realizzazione grafica Marco Di Maro

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SERVIZIO CIVILE

Nasce il Dipartimento per la Gioventù e il Servizio Civile

Approvato il DPCM che accorpa Dipartimento della Gioventù e Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

di Francesco Enrico Gentile

Tanto tuonò che alla fine piovve. Secondo indiscrezioni riportate da Esseciblog ,è stato approvato il DPCM che accorpa il Dipartimento della Gioventù e l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

affinché questa riforma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, cui l'ufficio nazionale afferisce, non metta a rischio l'autonomia e la preziosa operatività del sistema nazionale di servizio civile." conclude Borrelli.

Secondo quando si apprende,Federico Fauttilli, da febbraio a Capo dell'UNSC, sarebbe destinato alla guida del Dipartimento per la Famiglia e alla guida del nuovo "Super" dipartimento andrebbe Paola Paduano, oggi in forze al Ministero del Lavoro.

Giuseppe Failla, neo-portavoce del Forum Nazionale dei giovani dichiara a Servizio Civile Magazine: “”Colgo positivamente la volontà di accorpare in un unico dipartimento giovani e Servizio Civile; si tratta, del resto, di un connubio inscindibile e questa sostanziale rivoluzione nell'organizzazione del Servizio Civile susciterà, senza dubbio, maggiori attenzioni ed interesse da parte delle organizzazioni giovanili. “ afferma il neo-portavoce.

Già nei giorni scorsi si era paventata la possibilità di una riorganizzazione della struttura di governo che avrebbe portato ad una fusione dei due uffici di competenza del Ministro Riccardi. Si apre una fase senza precedenti per il Servizio Civile. Mai, prima d'ora, l'intero sistema era stato attraversato da una trasformazione così profonda. Le reazioni Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci e del Forum Nazionale per il Servizio Civile afferma in una nota: “"La notizia dell'accorpamento del Dipartimento della Gioventù e dell'Ufficio Nazionale per il Servzio civile ci lascia perplessi”.

“Allo stesso tempo, peró, siamo chiamati a vigilare con molta attenzione sulle possibili conseguenze di questo accorpamento. Il rischio, infatti, é che il Servizio Civile venga assimilato e considerato esclusivamente quale risposta alla necessità di politiche giovanili nel nostro Paese. Ancor piú grave sarebbe rivedere al ribasso le risorse destinate all'una o all'altra attività in virtú di una cumulabilità delle stesse sotto un unico Dipartimento. Questo duplice aspetto non gioverebbe né al Servizio Civile, né alle giovani generazioni, né, tantomeno, al Paese. “ conclude Failla.

"Siamo fortemente preoccupati di un depotenziamento del Servizio Civile Nazionale in una fase delicata di carenza dei fondi e di prossimità di una riforma normativa dalla quale ci attendiamo, invece, un deciso rilancio. Abbiamo molta fiducia nella sensibilità del ministro Riccardi e ci auguriamo che vorrà vigilare

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SERVIZIO CIVILE

Intervista al Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile

All’indomani dell’incontro con il neo-direttore Paola Paduano, Enrico Maria Borrelli fa il punto su Servizio Civile, Lavoro e Futuro.

di Marco Di Maro

Ieri ha incontrato il nuovo direttore del neonato Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile, la dott.ssa Paola Paduano. Che impressione ha avuto? La dott.ssa Paduano ha un’esperienza molto ampia che può essere incline al Servizio Civile. Ha lavorato molto sul tema del lavoro e su tutta la dimensione di formazione e di riconoscimento delle competenze che si acquisiscono anche con il Servizio Civile. Questa è un elemento su cui il contributo del nuovo Direttore sarà sicuramente di altissimo livello. Sul tema quindi del lavoro e sui giovani, forse meno sul sociale, ha un’esperienza che gli consentirà di far fare al Sistema un passo in avanti complessivo. Non pensa che proprio questa provenienza “tecnica” del nuovo direttore possa slegare il Servizio Civile dallo schema classico e proiettarlo in un quadro di relazione nuova con il mondo del lavoro? Lei ora guida un Dipartimento che non potrà vederla disattenta al tema sociale più generalmente inteso. Sarà chiamata ad intervenire, infatti, sulle politiche per i giovani riguardano non solo l’occupazione ma che afferiscono anche alla formazione, all’educazione, alla cittadinanza attiva. Tenga conto in ogni caso che, a parte Diego Cipriani, nessuno dei direttori che l’hanno preceduta vengono dal mondo dell’impegno sociale. Dal punto di vista culturale è evidente che oramai il Servizio Civile Nazionale ha bisogno di manutenzione. La fusione tra Dipartimento

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della Gioventù e Ufficio Nazionale per il Servizio Civile può essere l’occasione per rimettere i giovani al centro. Secondo lei è arrivato il momento di ripensare all’intervento di soggetti terzi, soprattutto per quanto attiene al tema del lavoro e delle opportunità per i giovani? Perché il Servizio Civile faccia un passa in avanti è necessario che venga maggiormente integrato non soltanto nel sistema sociale del Paese. Ad oggi però il Servizio Civile è un’esperienza isolata: non è integrato nelle politiche di welfare, non è integrato nelle politiche del lavoro, della formazione, dell’educazione. Solo oggi, con la Riforma del Lavoro del Ministro Fornero, è stato riconosciuta la dimensione formativa all’esperienza di Servizio Civile. Il tema però è: al netto del riconoscimento, che è una mera affermazione, ha una reale utilità averlo introdotto all’interno della Riforma? Lo Stato intende muovere dei passi nella direzione di valorizzazione di queste competenze acquisite?Se la risposta è sì, quali sono gli strumenti che si intendono adottare? In che modo si vuole tendere ad un’integrazione del Servizio Civile perché rappresenti non un’esperienza episodica ma un passaggio di vita che rientri nella cultura delle giovani generazioni? Una delle proposte che lei ha lanciato è quella di favorire l’assunzione dei giovani che hanno fatto Servizio Civile. Di cosa si tratta? Perché lo Stato ritorni a lavorare seriamente sulle politiche per i giovani c’è bisogno che strumenti, come il Servizio Civile, che fanno parte a pieno titolo di

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SERVIZIO CIVILE un percorso di formazione, di crescita, di partecipazione dei giovani, venga valorizzato con una sua integrazione con il sistema economico, con il sistema sociale e dell’istruzione. Se lo Stato riconosce ai giovani che hanno fatto Servizio Civile gli stessi benefici che già riconosce ai ragazzi iscritti da due anni ai centri per l’impiego, ovvero sgravi contributivi di 3 anni per le aziende che li assumono, favorisce una maggiore attenzione di tutto il mondo delle imprese, in primis gli Enti presso di cui i giovani hanno svolto Servizio. Così si darebbe la possibilità agli Enti che per un anno li hanno formati, seguiti, inseriti nelle loro strutture per l’anno di Servizio Civile, di continuare ad avvalersi delle loro energie e competenze. La proposta che ha lanciato ha raccolto notevole sostegno: Forum Nazionale Giovani, Giosef, Modavi, Unimpresa. Lo stesso senatore Di Nardo, responsabile IDV per il terzo settore, ha manifestato interesse. Quali sono le prossime tappe? Sicuramente, con la riprese a settembre, inizieremo un dialogo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Crediamo che la proposta che abbiamo lanciato come Forum Nazionale per il Servizio Civile sia largamente condivisa. Ci sono già altri parlamentari che si sono dichiarati disponibili a seguire l’iter legislativo. Bisogna capire se i tempi della corrente legislatura ce lo consentono, sapendo che in ogni caso siamo pronti a riproporre il tema dopo le elezioni.

Intervista al Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile

Nazionale, proposte che voglio rilanciare lo strumento tenendolo fermo come mezzo di difesa non armata della Patria, come confermato da svariate sentenze della Corte Costituzionale. Tuttavia, dal riconoscimento della personalità giuridica dei giovani in Servizio Civile a una riorganizzazione dell’intero Sistema, ci sono elementi da rimettere a posto. Basti pensare alle modalità di finanziamento: al momento il Fondo Nazionale è definito anno per anno dalla legge finanziaria, e sempre al ribasso. Ciò vuol dire subordinare il Servizio Civile alle compatibilità finanziarie annuali con il rischio, che abbiamo corso quest’anno, di non far partire i giovani. Questo e tanti altri temi pongono la necessità di una riforma.

Durante l’oramai famosa conferenza stampa del Ministro Riccardi, quella in cui annunciò lo stanziamento di 50 milioni, si accennò alla riapertura del tavolo tecnico per la Riforma del Servizio Civile. È ancora necessario, ci sono ancora i tempi? La necessità è sicuramente viva. In Parlamento giacciono 9 proposte di riforma del Servizio Civile

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SERVIZIO CIVILE

Rischio chiusura Consulta Nazionale. Intervista alla Rappresentante Nazionale dei volontari Silvia Conforti “Il Presidente Monti se crede nei giovani, ma prima di tutto nella democrazia, deve lasciare in vita la Consulta del Servizio Civile Nazionale, come organo, che grazie a noi, esprime idee innovative e vincenti, in grado di portare il Servizio Civile Nazionale al massimo della sua efficienza” tuona la giovane Rappresentante.

di Katia Tulipano

In queste ore è in discussione in Commissione bilancio al Senato con atto n. 3396 la conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2012 n.95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini. Forte la preoccupazione degli attori del mondo del Servizio Civile dinanzi al pericolo di chiusura della Consulta Nazionale per il Servizio Civile, oggi unico luogo in cui istituire un contraddittorio valido tra Enti, istituzioni, Stato e giovani volontari sulla vita del Servizio Civile. A Servizio Civile Magazine, Silvia Conforti spiega la gravità della scomparsa di quest’organo nel caso in cui il provvedimento fosse convertito in Legge. Cos’è la Consulta? Perché la sua cancellazione “minerebbe alla qualità del servizio civile in Italia”? La Consulta è organo istituito presso l’UNSC che, in buona sostanza, si preoccupa di salvaguardare, nell’ambito delle decisioni politiche e di organizzazione dei progetti di servizio civile nazionale, gli interessi di tutti i protagonisti: regioni, enti e volontari. In questo senso la presenza dei 4 rappresentanti nazionali dei volontari è il miglior strumento per mediare le scelte dell’UNSC e i diritti dei volontari. Quali le sorti della Rappresentanza dei volontari in Servizio Civile se questo provvedimento legislativo fosse approvato? Sulle sorti della Rappresentanza Nazionale dei Volontari posso solo esprimere dei timori e una speranza. Il timore che non essendo più membri in Consulta, non avremo modo e occasione di interloquire

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con l’Unsc e poter, così, partecipare ad ogni decisione che riguardi il coinvolgimento dei volontari. A fatica avevamo conquistato uno spazio efficace, grazie anche alla piena disponibilità dell’ex direttore dell’UNSC Fauttilli, che colgo l’occasione di ringraziare. Sono molte le situazioni di disagio dei volontari in servizio, di cui ci facciamo portavoce e molti ancora i problemi da risolvere. Credo che il punto di vista di chi lo ha vissuto e lo vive sia elemento fondamentale per una crescita rispettosa di chi è parte attiva. La speranza è, dunque, che a prescindere dalla sussistenza o meno della Consulta, sia considerata comunque come un valido organo collaborativo dell’UNSC. Se il Presidente del Consiglio Monti convocasse i Rappresentanti Nazionali dei volontari per ascoltare la loro voce: cosa gli direste per scongiurare la chiusura della Consulta? Se crede nei giovani, ma prima di tutto nella democrazia, deve lasciare in vita la Consulta del Servizio Civile Nazionale, come organo, che grazie a noi, esprime idee innovative e vincenti, in grado di portare il Servizio Civile Nazionale al massimo della sua efficienza, soprattutto ora che questa esperienza è ben guardata in tutta Europa. Il mio appello sarebbe di non lasciare, ancora una volta, i giovani, spettatori passivi del proprio futuro.

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SERVIZIO CIVILE

Consulta Nazionale: gli Enti protestano

A poche ore dall'approvazione del Decreto sulla Spending Review, il Forum Nazionale per il Servizio Civile, la Cnesc e la Rappresentanza Nazionale dei Volontari rivolgono un accorato appello al Ministro Riccardi.

di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa del Forum Nazionale per il Servizio Civile, Cnesc e Rappresentanza Nazionale dei Volontari sul caso Consulta Nazionale per il Servizio Civile. Nei giorni scorsi i volontari e gli enti di servizio civile avevano sottolineato che alcuni provvedimenti presenti all’interno del decreto della spending review, in approvazione al Senato, avrebbero portato un grave attacco alla partecipazione e alla democrazia eliminando, di fatto, tutti gli organismi di consultazione istituiti presso la pubblica amministrazione tesi a valorizzare il ruolo della società civile organizzata. In particolare, rispetto al comma 20 dell’art 20, il Governo e la Commissione Bilancio hanno deciso di accogliere solo alcuni degli emendamenti che ripristinano l’Osservatorio del Volontariato, quello della Promozione Sociale, l’Osservatorio per l'infanzia e l'adolescenza e il Comitato nazionale di parità, escludendo senza motivazione alcuna la Consulta Nazionale per il Servizio Civile insieme a tanti altri organismi che scompariranno al termine del loro mandato. Il criterio secondo il quale sono stati salvati i quattro organismi è il divieto di corrispondere emolumenti o indennità ai loro componenti, ma vale la pena evidenziare che l’assenza di emolumenti era già prevista per gli organismi salvati e per altri ancora che invece si è deciso di sopprimere, tra cui la Consulta Nazionale per il Servizio Civile.

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È incomprensibile e gravissimo l’atteggiamento del Parlamento che, senza apportare alcun giovamento all’economia pubblica, attacca la rappresentanza della società civile costruita in tanti anni di leggi democratiche faticosamente conquistate. Alcuni Ministeri hanno reagito all’allarme lanciato dalle organizzazioni e seguito la vicenda, mentre altri se ne sono completamente disinteressati dimostrando scarsa considerazione dei processi di confronto democratico su cui il nostro Paese si fonda e sviluppa. Il Ministero diretto da Andrea Riccardi, dopo aver in più occasioni chiesto alla Consulta Nazionale un deciso impegno culturale a favore di una necessaria crescita del servizio civile, non ha saputo o non ha voluto preoccuparsi della rappresentanza di decine di migliaia di volontari che servono ogni anno la Patria e di altrettanti enti, pubblici e del privato sociale, che in 40 anni hanno lavorato per costruire un modello di difesa civile e non armata del Paese. Qualunque sia il motivo non diminuisce il peso delle responsabilità politiche di un risultato allarmante: la Consulta Nazionale per il Servizio Civile scomparirà senza motivi e senza benefici per lo Stato. Chiediamo con forza al Ministro Riccardi di intervenire prima dell’approvazione definitiva del testo in Parlamento o, qualora non vi siano più i tempi necessari, che si adoperi per il ripristino della Consulta Nazionale attraverso un emendamento di uno dei tanti decreti in corso di conversione in queste settimane in Parlamento. Lo chiedono i giovani italiani e lo chiede la società civile organizzata.

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PROTAGONISMO GIOVANILE

A Napoli parte l’iniziativa “Dall’idea alla costruzione”: intervista a Rudy Girardi, Presidente Acen A seguito della presentazione dell’iniziativa promossa da Acen, Federico II e Afm Edilizia, SCMagazine intervista Rudy Girardi, presidente dell’Associazione Costruttori Edili Napoli.

di Francesco Cannone Presidente di recente ha presentato l’iniziativa “Dall’idea alla costruzione”. Ci spieghi in cosa consiste. Nella conferenza stampa di presentazione sono stati illustrati i primi risultati dell’intesa tra imprese di costruzione e Università ‘Federico II’. In pochi mesi, con un lavoro assiduo e costante, la commissione composta da docenti delle facoltà di Architettura e di Ingegneria, rappresentanti dell’Acen e dell’Afm Edilizia (il nostro braccio operativo che a livello nazionale si occupa di formazione manageriale), ha analizzato caratteristiche e contenuti dei percorsi formativi, prestando particolare attenzione al settore dei lavori pubblici e dell’edilizia privata. Dalle numerose riunioni è venuto fuori ‘Dall’idea alla costruzione’, un percorso aperto a 80 studenti degli ultimi anni di corso delle 2 Facoltà (potranno presentare domanda dall'1 al 20 settembre; la partecipazione garantirà 3 crediti formativi), guidati da 8 tutor, che coinvolgerà almeno 4 imprese edili che lavorano sul territorio ed hanno cantieri aperti. L’attività prevede momenti di approfondimento con seminari, incontri con progettisti e direttori tecnici delle imprese e visite cadenzate presso i cantieri, per mostrare le diverse fasi di lavorazione ai futuri architetti e ingegneri. E’ chiaro che cambia il passo, l’approccio è di "training on the job" già durante gli studi. Il rettore dell’Università Marrelli e i presidi delle facoltà di Architettura e di Ingegneria Claudi e Salatino hanno mostrato grande apertura alle mutate esigenze del mondo del lavoro, che richiede sempre più figure formate in un’ottica multi scalare, spaziando – nel nostro caso - dall’edificio al territorio. L’iniziativa è il primo risultato del protocollo d’intesa siglato, nel settembre 2011, dall’Acen con le Facoltà di Architettura e Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Afm Edilizia. Cosa prevede questo protocollo? Che cos’altro si può o si vuole realizzare? L’intesa siglata è il primo passo di un percorso nuovo che trova uniti università e mondo delle imprese, con un preciso obiettivo: favorire la formazione di profili professionali “tagliati” per le imprese di costruzione e le pubbliche amministrazioni, dotati cioè di alta professionalità e “skills dedicate”, in virtù delle sempre più complesse e moderne dinamiche del lavoro, creando così un reale collegamento tra il mondo accademico e quello dell’industria. In forza dell’accordo, saranno formati ingegneri e architetti con un alto profilo, volto a soddisfare le attese dell’impresa moderna e ad

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inserire professionisti nel settore degli appalti pubblici, dell’edilizia privata e del partenariato pubblico/privato. In base anche alla sua esperienza personale, quali sono, secondo lei, i principali elementi di frattura tra la preparazione universitaria di architetti e ingegneri e le reali esigenze delle imprese e del mondo del lavoro? Come si può intervenire in tal senso? In pochi anni il panorama e le richieste delle professionalità tecniche si è molto evoluto. I giovani più avveduti avviano già durante il percorso universitario attività per accorciare le distanze tra formazione e lavoro. Come associazione, il nostro spirito è volto sempre a rispondere ad ogni richiesta ed esigenza delle imprese, interpretando le necessità delle aziende associate e offrendo qualificate risposte ai futuri professionisti del settore. Sono molte le iniziative che svolgiamo in collaborazione con università ed ordini professionali, non ultimi un bando riservato agli ‘under 35’ residenti in Campania, che ha al centro l’edilizia sostenibile, e la partecipazione al programma ‘Dottorati in azienda’, recentemente finanziato dalla Regione Campania. Come reputerebbe un’eventuale istituzione di un unico corso di laurea in edilizia che sintetizzi la cultura umanistica degli architetti e quella scientifica degli ingegneri? Personalmente, preferisco fare un passo per volta e verificare sempre gli eventuali correttivi dei percorsi avviati. Il fatto stesso che oggi due mondi rappresentativi e talvolta distanti ragionino insieme è un ottimo risultato. Lavoriamo, dunque, per accrescere il senso di questa esperienza e se tutte le parti interessate saranno d’accordo costruiremo un percorso più strutturato per la formazione di professionalità ‘dedicate’ alle imprese di costruzione.

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PROTAGONISMO GIOVANILE

“Ateneapoli”, un numero speciale dedicato alla scelta del Corso di Laurea

Esclusivamente dedicato all’orientamento universitario, intitolato “Guida alla scelta della Facoltà”, dal 13 luglio arriva in tutte le edicole della Regione, al prezzo di € 1.50, il numero speciale di “Ateneapoli”, quindicinale campano d' informazione universitaria.

di Francesco Cannone

Si tratta d'una pubblicazione che informa sui corsi di Laurea che ciascuno dei 7 Atenei della Campania (Federico II, L’Orientale, Seconda Università di Napoli, Parthenope, Suor Orsola Benincasa, Salerno e Sannio) attiverà nell'Anno Accademico 2012/13, fornendo, Università per Università, dati e interviste a Presidi, docenti e studenti che dicono la loro dando informazioni e consigli alle aspiranti matricole.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.ateneapoli.it, dove si può scaricare anche un altro speciale dedicato all’orientamento universitario, ma che riguarda esclusivamente la Seconda Università di Napoli.

Particolare attenzione è dedicata ai Corsi a numero chiuso con notizie, scadenze e modalità di svolgimento dei test di ammissione e di autovalutazione. Un'edizione che nel complesso potrebbe risultare utile, ma che tratta in modo frammentario e diseguale un numero davvero ristretto di Corsi di Laurea, mentre le singole Università non ricevono parità di trattamento in termini di pagine dedicate. Una lettura interessante, resa tale e arricchita dai tanti punti di vista riportati dagli intervistati, ma ben lontana dall'essere una buona guida in grado di ricostruire in modo imparziale un quadro unitario e completo dei Corsi di Laurea accessibili in Campania.

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SOCIALE

Spending review, il mondo del no profit sul piede di guerra

Il Terzo Settore critica duramente le conseguenze di alcuni articoli del decreto legge per il contenimento delle spesa pubblica, noto come spending review, ed é pronto a farsi sentire.

di Ornella Esposito

E’ coro di proteste tra il mondo del no profit che si ritiene duramente attaccato dal decreto sulla spending review, in particolare dall’articolo 4 a causa del quale diventerebbe impossibile la “concreta applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale e verticale”. I dettagli L’ARTICOLO 4. Il riferimento é ai commi 6, 7, 8 i quali prevedono che: le Pubbliche Amministrazioni (dal 1° gennaio 2013) possono acquistare beni e servizi soltanto mediante procedure di gara previste dalla normative nazionale e comunitaria; gli Enti Pubblici posso comprare servizi rifacendosi escluivamente a quanto disciplinato dal codice dei contratti pubblici; sarà possibile l’affidamento diretto di un servizio (per un valore inferiore ai 200 mila euro) solo a società a capitale interamente pubblico. Infine é prevista l’abolizione di tutti gli osservatori ed organismi di partecipazione tra cui l’Osservatorio Nazionale sul Volontariato, Osservatorio Nazionale sulla Promozione Sociale, il Comitato per i minori stranieri, la Consulta Nazionale per il servizio civile e tanti altri ancora. LE CONSEGUENZE. Secondo il mondo del no profit le conseguenze immediate sono che le associazioni di volontariato non potranno più ricevere aiuti diretti dagli enti pubblici (grazie ai quali spesso sopravvivono). Le cooperative sociali che si occpuano di reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate, non poranno più stipulare convenzioni dirette con gli enti pubblici in barba all’art. 5 della legge nazionale sulla cooperazione sociale, considerato il fiore all’occhiello del nostro paese. La cancellazione degli

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osservatori, consulte e comitati, si tradurrebbe in una drastica riduzione dello spazio per la partecipazione democratica della società civile. LE REAZIONI. Dure le critiche da parte di tutto il terzo settore. Il Presidente dell’Auser, Michele Mangano parla di attacco al sociale “senza precedenti”; il Presidente delle Misericordie, Roberto Trucchi, esprime “profonda contrarietà” verso il decreto legge, mentre il presidente della Consulta per il servizio civile, Licio Palazzini, manifesta “viva preoccupazione” per aver interpellato il Ministro Riccardi sulle sorti delle consulta e non aver ricevuto al momento nessuna risposta. Il Forum del Terzo Settore, ieri al termine di un incontro con il sottosegretario al Welfare, Cecilia Guerra, minaccia di non presenziare alla Conferenza Nazionale del Volontariato, in programma a l’Aquila il prossimo ottobre, se non verrà rivisitato l’art. 4. Infine, Federsolidarietà, Confcooperative e Cdo Opere Sociali (attraverso un emendamento presentato dal senatore Cosimo Latronico) si sono mobiliate per chiedere l’abrogazione dei commi 7 e 8 del decreto legge. La preoccupazione principale del Terzo Settore é l’amiguità del testo di legge che, malamente interpretato, lo devasterebbe del tutto in un momento in cui é già da tempo sull’orlo del precipizio.

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SOCIALE

Estate in polibus per Emergency: cure mediche gratuite ai migrandi nelle campagne Ambulatori allestiti da Emergency in giro per le campagne ad alta presenza di migranti. Molti i volontari che dedicano una parte delle loro ferie a questa attività. Intervista ad Andrea Bellardinelli.

di Ornella Esposito Con l’arrivo dell’estate le campagne, soprattutto a sud dello Stivale, si popolano di migranti per la raccolta dei pomodori e per altre attività agricole stagionali. Emergency ha allestito due ambulatori mobili, di cui uno nel foggiano, per offrire gratuitamente assistenza medica a persone che, quasi sempre, vivono e lavorano in condizioni estremamente precarie.

ServizioCivileMagazine ne parla con Andrea Bellardinelli, coordinatore del Programma Italia di Emergency. Ci spiega brevemente il progetto? Il progetto degli ambulatori mobili rientra nel Programma Italia di Emergency che prevede ambulatori stabili di medicina di base e visite specialistiche e mobili. Nei polibus, attivati già lo scorso anno, facciamo solo medicina di base: ci sono due ambulatori, uno in testa e l’altro in coda all’autobus lungo circa 12 metri, una sala per la mediazione, una sala d’aspetto, un bagno, insomma un’unità indipendente. Molto importante è l’opera di mediazione culturale, di orientamento ed accompagnamento verso i servizi sociosanitari, perché l’idea è quella di garantire il diritto alle cure a tutti, ma non sostituirsi alle istituzioni, bensì integrarle. Quanti immigrati avete assistito finora? Dallo scorso anno al Giugno di questo, abbiamo visitato in totale 4.958 persone. Siamo riusciti a garantire l’accesso immediato alle cure, ed abbiamo anche svolto una funzione di filtro per il pronto soccorso cui si sarebbero rivolti i pazienti da noi visitati. Ovviamente i vostri orari, sono diversi da quelli classici istituzionali. Noi lavoriamo dalle 16.00 alle 22 circa, cosi da consentire ai migranti di ricevere le cure dopo il lavoro. Andiamo nelle campagne dove vivono, e dalle quali è difficile che riescano a muoversi per la scarsità di mezzi di trasporto pubblici . Il nostro lavoro si svolge anche di mattina, per accompagnare

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le persone presso gli uffici, i servizi socio-sanitari. Quante persone lavorano sui polibus? Abbiamo degli operatori fissi stipendiati che sono i mediatori, gli infermieri ed il coordinatore. Il resto degli operatori offre la propria professionalità gratuitamente, persone che dedicano una parte delle loro ferie estive al progetto dei polibus, e siamo loro molto grati. Quali sono le problematiche sanitarie che maggiormente rilevate? Sono quelle determinate dalle condizioni igienico-abitative e alle condizioni di lavoro: dolori muscolo-scheletrici, ulcere da stress, dermatiti da esposizione da fitofarmaci. Sono le malattie della miseria, e delle condizioni di vita non accettabili. Che cosa vi raccontano i migranti delle loro condizioni di vita e di lavoro? Queste si vedono dalle problematiche sanitarie. Noi poi andiamo nelle zone dove vivono i migranti, e vediamo con i nostri occhi le condizioni in cui versano. Infatti, facciamo anche pressione verso le istituzioni affinché rendano più vivibili i luoghi in cui dimorano queste persone (per es: lo scorso anno è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la Regione Puglia e l'Acquedotto SPA per portare acqua potabile). Le Istituzioni. Quanto sono sensibili alle istanze da voi portare? C’è una certa sensibilità delle istituzioni, in particolare al sud. In linea di massima dovunque siamo stati, abbiamo trovato persone che ci credono nonostante la burocrazia e le mille difficoltà quotidiane. Per ulteriori info: www.emergency.it - Per offrire il proprio aiuto, si può scrivere a: curriculum@emergency.it.

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CULTURA

Urbanizzazione e sostenibilità. Napoli ospita il World Urban Forum Quale sarà il futuro delle nostre città? Un progetto di riqualificazione urbana, due bandi diretti ai giovani, tavole rotonde, mostre, seminari ed eventi: arriva la sesta edizione del World Urban Forum. Dal grembo delle Nazioni Unite alla Mostra d’Oltremare di Napoli, dall’1 al 7 settembre.

di Ivana Vacca Napoli: una città stratificata, da emporio dorico ad una delle più popolose aree metropolitane d’Europa; intorno ad un nucleo di impianto greco-romano si è ampliata nel corso dei secoli, inglobando le zone limitrofe, urbanizzando le campagne, le aree paludose orientali e le aree collinari. Ha preso forma una città vivace, ricca di peculiarità e di contrasti, dai quartieri alti e signorili di Posillipo e del Vomero agli insediamenti popolari del centro e della periferia. Il capoluogo campano ha saputo anche essere precursore, in materia di urbanizzazione, con il cluster di costruzioni avveniristiche del Centro Direzionale negli anni Novanta e con le più recenti Stazioni dell’Arte della nuova linea metropolitana. Una rapida urbanizzazione che, tuttavia, non è stata accompagnata da un piano industriale né, tantomeno, da politiche in grado di bonificare e valorizzare al meglio le ex zone industriali e le periferie degradate di una città con una straordinaria vocazione turistica. Oggi più del 50 % della popolazione mondiale vive nelle città, nelle quali la densità abitativa è cresciuta dal 20% al 60 % negli ultimi 25 anni e il trend è in forte aumento. Quali sono le ragioni di questo sviluppo urbano e come garantire una sostenibilità che possa coniugare ecologia, economia ed equità? Questi i contenuti principali della VI Edizione del Forum Mondiale sull’Urbanizzazione, che verrà ospitato a Napoli, negli spazi della Mostra d’Oltremare, dall’1 al 7 settembre. Quattro le aree tematiche oggetto delle riflessioni del Forum: pianificazione urbana (istituzioni e regolamentazione per il miglioramento della qualità della vita), equità e prosperità (distribuzione dei beni e delle opportunità), città produttive (centri urbani competitivi e innovativi), mobilità urbana, energia e ambiente. A fronte dei rapidi processi di urbanizzazione e del conseguente impatto sui cambiamenti climatici, sulle comunità e le economie, il World Urban Forum è stato istituito dalle Nazioni Unite nel 2002 e realizzato da UN-Habitat. Un appuntamento biennale già

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svoltosi nelle città di Nairobi (Kenya), Barcellona (Spagna), Vancouver (Canada), Nanjing (Cina) e Rio de Janeiro (Brasile). L’evento è stato organizzato da UN-Habitat, Governo Italiano, Regione Campania e Comune di Napoli. L’ente attuatore è la Fondazione Campania dei Festival e il coordinatore WUF di Napoli è il Prof. Arch. Uberto Siola. Napoli accoglierà circa 5000 delegati provenienti da 114 Paesi e tra questi 5 capi di governo e 25 Ministri. Costo dell’evento, con l’utilizzo di fondi europei attraverso il POR Campania, 1,2 mln di euro, di cui 200 mila destinati al recupero di Piazza Mercato. Decisamente poco per la riqualificazione della seconda piazza più grande di Napoli. Due i bandi attivati: uno per il reclutamento di 15 collaboratori a progetto (già scaduto) e uno per 430 giovani volontari, ai quali sarà garantito un rimborso spese di 15 euro al giorno, la cui scadenza è stata prorogata fino al 18 agosto.

Accoglienza, logistica, supporto tecnico/informatico, pubbliche relazioni e segreteria organizzativa, queste le mansioni. La macchina organizzativa è già partita, coinvolgendo le Università, le associazioni e la società civile, con la pianificazione di 120 eventi di networking, 12 tavole rotonde, 20 seminari di formazione, manifestazioni, mostre e dibattiti on-line su www.worldurbanforum.org. Forse una buona opportunità di riflessione su tematiche sensibili e importanti, auspichiamo di vedere un concreto interesse da parte degli Stati e di non dover rimpiangere un’ulteriore occasione mancata.

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SPECIALE “PENSIERI E AZIONI”

Speciale “Pensieri e azioni: un ebook per il Servizio Civile”

ServizioCivileMagazine, in collaborazione con l'UNSC, lancia lo speciale "Pensieri e azioni: un ebook per il Servizio Civile".

di Katia Tulipano

Ogni settimana e per tutta l'estate pubblicheremo una delle emozionanti storie dei volontari in Servizio Civile nazionale riportate nella pubblicazione digitale realizzata dall'UNSC per celebrare i primi dieci anni del Servizio Civile Nazionale.

questo innovativa raccolta digitale.

"Pensieri e azioni" intende sottolineare la diversità delle esperienze che i ragazzi vivono durante il periodo in cui svolgono il Servizio Civile, proprio come recita l'ormai famoso slogan: "Servizio Civile. Una scelta che cambia la Vita. Tua e degli altri".

"Con questa pubblicazione spiega nell'introduzione Natalina Isabella Mellino, Dirigente del servizio Comunicazione dell'UNSC per un verso si vuole dar voce al costruttivo protagonismo dei volontari; dall'altro rendere disponibile alla conoscenza della società e dei giovani che entreranno in contatto con il mondo del Servizio Civile, la ricchezza di esperienze, di emozioni, di riflessioni, di sana crescita umana che tale missione istituzionale porta con sé, costituendone l'essenza".

Sono i giovani volontari, con le loro storie, le loro emozioni e il loro vissuto il motivo più interessante e trainante del successo dell'ebook "Pensieri e azioni".

Le storie di questo numero:

Il Servizio Civile è' un'esperienza umana di solidarietà e servizio alla comunità e rappresenta una opportunità unica ed irripetibile per tanti giovani che desiderano misurarsi con le proprie capacità, mettersi in contatto diretto con il proprio territorio, acquisire formazione ed entrare in relazione con altri giovani.

“Una casa tutta nostra”, di Giulia D’Arrigo “L’ambiente, un bene da ammirare”, di Letizia Crea

tutelare

e

L'obiettivo dell'ebook è quello di essere fonte di stimolo e di emulazione per tutti quei giovani che intendono vivere l'esperienza del servizio civile, proprio come quelli che l'hanno raccontata in

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SPECIALE “PENSIERI E AZIONI”

Una casa tutta nostra, di Giulia D’Arrigo

Ente Caritas Italiana Progetto Malati di AIDS Anno 2011/2012

speciale a cura di Katia Tulipano Sono passati poco più di tre mesi dal giorno in cui mi sono chiusa alle spalle la porta di Casanostra, l'ente in cui ho vissuto l'anno più intenso, pieno, emozionante, divertente e commovente della mia vita. Casanostra, che nel frattempo ha cambiato nome, ma che per me rimarrà sempre Casanostra perché è un luogo che appartiene a tutti, ospiti, operatori e volontari, e in cui tutti abbiamo vissuto quel calore che ci ha fatto sentire a casa. Ho svolto il mio Servizio civile in una casa alloggio per malati di AIDS, a Genova. Un settore difficile, dicevano tutti, spaventati da quello che immaginavano come un ospedale o un lazzaretto. E che fatica riuscire a spiegare le risate che ci siamo fatte. Già dai primi giorni di prova, mentre aspettavo di consegnare la domanda, avevo capito che quel mondo mi apparteneva, che tra me e quei quindici ragazzi si stava instaurando un legame profondo, che nulla avrebbe potuto cancellare. Quante cose vorrei raccontare, a partire da quegli sguardi così diversi tra loro, alla curiosità di scoprire le storie che stavano dietro ciascuno, schermate da cicatrici e diffidenze. C'è voluto tempo: tempo per capirsi e conoscersi, per fidarsi e confidarsi, da parte loro per accettare la mia presenza, nuova e costante, da parte mia per iniziare a far parte del loro mondo. Finchè un giorno la loro quotidianità è diventata anche mia: il viale circondato da ulivi, i tramonti spiati dalla finestra, il diario di bordo, il thé delle quattro e mezza, l'odore di bucato in lavanderia, il cigolio della carrozzina che entrava in ascensore… E tutto quello che abbiamo condiviso: le risate, le lacrime, gli abbracci, i racconti sussurrati in uno stanzino, tra le sigarette consumate fino al filtro.

che forse indirizzerà la mia vita e il mio futuro, l'ho trovato nel rapporto con i ragazzi. Casanostra è un porto di mare, in cui quei "pirati stanchi" entrano ed escono, spesso consumati da una vita difficile, animata da sconfitte, dipendenze ed emarginazione. E proprio in questa nuova dimensione si confrontano con noi, gente "normale" disposta ad ascoltare le loro storie e a portare un po' della propria esperienza. Sono due mondi che si incontrano nelle lunghe giornate in cui si vive insieme: ed ecco che mentre ci si consiglia un libro, ci si scambia un piccolo regalo o una lettera, si accoglie l'eredità dell'altro e si vive un po' del suo mondo, prima così lontano. Sono passati tre mesi….sto qui a scrivere e ripenso a ciò che è stato e a ciò che sarà… Ogni settimana torno dai ragazzi. Con alcuni ho trascorso tutto l'anno, altri sono appena arrivati, ma tutti hanno voglia di condividere. Mi mostrano i loro disegni, raccontano le novità, le piccole avventure, le speranze in un lavoretto o di una tanto agognata casa popolare. Abbiamo voglia di passare ancora del tempo insieme e sono certa che lo faremo. A tutti i ragazzi della mia età voglio dire: prima che i tagli ci portino via questa opportunità, fate questa esperienza, manifestate per difenderne il diritto, non lasciatevi portare via il Servizio civile. È un anno che cambia la vita.

Il Servizio civile ha significato molte cose per me, prima di tutto crescere ed imparare: non solo ad acquisire nuove competenze, ma soprattutto a lavorare in gruppo. Confrontarmi con il gruppo degli operatori e con quello degli altri volontari mi ha fatto capire che non sempre ci si trova d'accordo e che per raggiungere un obiettivo spesso bisogna venirsi incontro, accettare qualche compromesso, parlare un po' meno e ascoltare un po' di più. La formazione è stata una "palestra" in cui sperimentare questi insegnamenti, attraverso dialoghi, qualche conflitto e la soddisfazione di lavorare per un progetto comune poi, finalmente, realizzato. Ma il vero senso di questa esperienza, quello che mi porto nel cuore e

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SPECIALE “PENSIERI E AZIONI”

L’ambiente, un bene da tutelare e ammirare, di Letizia Crea

Ente WWF Italia Progetto Gestione dell'oasi blu Scogli di ISCA Anno 2004/2005

speciale a cura di Katia Tulipano Mi ero appena laureata e ritenevo necessario prendermi un anno per decidere del mio futuro. Il Servizio civile sembrava un'occasione per crescere e lavorare allo stesso tempo. Ma volevo trovare un progetto che non mi allontanasse dal percorso dei miei studi. Dopo la laurea in Scienze Naturali, desideravo occuparmi di ambiente, di animali, magari a contatto con il mare. Alla fine trovai un progetto che sembrava facesse proprio al caso mio: l'Oasi Blu WWF "Scogli di Isca". Ho fatto domanda e al termine della selezione ci siamo ritrovate in quattro, spinte da diverse motivazioni ma con un unico obiettivo: fare del nostro meglio per assolvere i nostri compiti e dare nuova linfa all'Oasi. I nostri compiti principali erano di sensibilizzare i residenti ed i visitatori alla tutela delle aree marine costiere e condurre attività di didattica ambientale rivolta alle scuole dell'obbligo in autunno - inverno e ai turisti nel periodo estivo. Ci siamo rimboccate le maniche e abbiamo visitato quasi il 90% delle scuole dei comuni che ospitano l'Oasi e quelle dei comuni vicini e lontani, abbiamo invitato le classi a visitare la nostra sede CEAM. Nessuna di noi aveva mai fatto esperienza di didattica ambientale, ma sapevamo che bisognava proporre un livello diverso e consono per ogni età/classe dei visitatori. Abbiamo così preparato e tenuto lezioni sul riciclaggio, spiagge sporche, ecosistemi marini, flora e fauna mediterranea e tante altre. I più grandi sono stati coinvolti direttamente in lezioni interattive e hanno ricevuto, a fine visita, un depliant redatto da noi, con attività da svolgere in classe o all'aperto, attinenti alla lezione che avevano appena seguito. Per i più piccoli abbiamo invece ideato e messo in scena delle favole che avevano come scenario una riproduzione dei fondali della nostra Oasi e come protagonisti i loro abitanti, più o menonoti. I bambini dell'asilo, trasportati in un mondo nuovo, sono sempre pronti a fare il tifo per l'eroe di turno, sia esso Bernardo il Paguro o Bruna la Cernia. Alla fine di una giornata eravamo veramente stanche, ma felici di aver suscitato la loro curiosità e di aver visto la sorpresa e l'interesse nei loro occhi di fronte a diapositive di Margherite di mare, Flabelline e castagnole. Abbiamo anche allestito alcuni acquari didattici allo scopo di mostrare dal vivo qualche abitante sottomarino. Nessuno staccava gli occhi dal vetro, grazie anche al nostro scorfanetto che non si faceva certo pregare per catapultarsi sui bocconi di cibo che lasciavamo cadere in acqua, o grazie agli anemoni che richiudevano i loro tentacoli intorno allo loro porzione quotidiana. In quattro mesi abbiamo accolto più di 800 piccoli visitatori. Nel mese di Maggio, alla Giornata delle Oasi, c'eravamo anche noi ad accogliere i visitatori presso la nostra sede, a giocare coi bambini, a festeggiare insieme a migliaia di persone in tutta Italia le Oasi WWF. Con l'arrivo dell'estate, abbiamo detto arrivederci agli scolari e ci siamo concentrate sulle attività estive.

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La nostra Oasi è provvista di un gommone e di una barca con chiglia trasparente. I mesi estivi sono stati ancora dedicati alla didattica ambientale, ma al posto di diapositive o filmati, i visitatori avevano la possibilità di ammirare dal vivo le bellezze che popolano le pareti degli Scogli, che sono il centro e la ragione dell'Oasi. Il mio posto, in quanto provvista di brevetto di sub, era proprio sulla barca, a "guidare" i turisti in un'immersione un po' particolare, senza pinne e bombole, ma con le stesse emozioni. Le altre volontarie si dividevano tra l'accoglienza e la "preparazione" dei visitatori in sede e la sensibilizzazione e la promozionedelle nostre attività da un gazebo/punto-info, approntato per l'occasione. Nel mese di Luglio abbiamo, inoltre, coadiuvato gli organizzatori dei "Campi Avventura WWF", che avevano scelto l'Oasi come sede di uno dei loro campi, accompagnando i ragazzi intorno agli scogli a fare sea-watching e a visitare i centri storici dei comuni che ospitano l'Oasi. Accanto a queste attività, ci siamo impegnate con un quotidiano locale per la pubblicazione periodica di schede didattico-sistematiche sulla fauna e flora dell'Oasi. E' stata un'estate veramente ricca ed impegnativa, che ci ha dato la possibilità di sfruttare e migliorare le nostre attitudini ed abilità. Con l'arrivo dell'autunno abbiamo reintrapreso l’attività di didattica ambientale, invitando e ricevendo scolaresche. A gennaio abbiamo ricevuto una piacevole sorpresa: il nostro responsabile Emilio Osso ci ha informato che il Presidente Ciampi avrebbe incontrato un gruppo di volontarie del Servizio civile da tutta Italia e che noi avremmo fatto parte del gruppo. Eravamo quasi alla fine del nostro anno di Servizio civile, per noi è stato come un premio per tutto l'impegno profuso nei mesi passati. L'appuntamento era a Roma e davanti al Quirinale eravamo veramente in tante! Tutte volontarie spinte da motivi diversi, su percorsi diversi, ma pronte a dedicare un anno della nostra vita a qualcosa di più grande e importante: eravamo lì a rappresentare tutte coloro che hanno fatto e faranno la nostra scelta, a ricevere un "Grazie" dal Presidente. Siamo noi, comunque, a dover ringraziare: in un anno si cresce davvero tanto. Il nostro anno all'Oasi "Scogli di Isca" è ufficialmente terminato, ma siamo ancora qui, volontarie, ad organizzare la prossima Giornata delle Oasi WWF. E per me, alla fine dell'anno di servizio, un'altra sorpresa, un altro premio per l'impegno dimostrato durante tutti questi mesi: sono la nuova responsabile dell'Oasi WWF! A dimostrazione delfatto che chi sceglie di fare il Servizio civile lo fa perché mossa dalla voglia di impegnarsi e fare qualcosa di concreto. E l'impegno che ognuno di noi mette in ciò che fa è un marchio che identifica le proprie azioni.

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PHOTOGALLERY

Immagini per la musica: 45 art, vinili d’arte

La photogallery della mostra.

di Alessandro Etzi

La mostra 45 art al Pan di Napoli, è sicuramente tra le migliori del settore viste negli ultimi anni: all’aspetto artistico e collezionistico i curatori hanno infatti unito una forte attenzione al design e al riciclaggio, come mostrano anche le foto che Maddalena Nardaggio e Tiziana Cennamo hanno realizzato per ServizioCivileMagazine. Suoni e visioni si fondono nelle copertine, i più anziani ricorderanno il viso imperfetto ma affascinante di Mina, fotografato per la copertina di Ora o mai più, l’intensità di Bruce Springsteen per Brilliant Disguise, o Debbie Harry dei Blondie. I files .mp3, saranno maneggevoli, pratici, economici, ma non avranno mai il fascino di una copertina disegnata da Andy Warhol, le grafiche di Storm Thorgerson o i disegni di Lanfranco Frigeri. Il successo di 45 art sembra voler comunicare proprio questo: la volontà di fare ancora copertine dall’alto valore artistico, legare il suono all’immagine, di non dimenticare i precursori di questo settore. Visita la gallery

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CULTURA

Come ti sparisce la Consulta! di Umberto Romaniello

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