ServizioCivileMagazine . Settembre 2012

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IN QUESTO NUMERO

Giornale d’informazione sul mondo giovanile In primo piano

Servizio Civile: Bando Speciale per l’Emilia Romagna

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N. 5 – Settembre 2012 Direttore responsabile

“Vivere #senzapaura. Intervista a Giovanni Grillo

Enrico Maria Borrelli pag. 3

Direttore editoriale Andrea Pignataro Vice Direttore

Il Ministro Fornero sigla la Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne pag. 9

Francesco Enrico Gentile

Editore Attualità Rivedere l’ora di religione: la proposta del Ministro Profumo

pag. 13

Davide Cerullo: Sentiamoci tutti coinvolti perché la camorra non è solo a Scampia

pag. 14

Cultura Musica e liuteria, inizia il caldo autunno cremonese

pag. 11

Oktoberfest 2012. “Willkommen auf der Wiesn”

pag. 12

Protagonismo Giovanile

Hanno collaborato a questo numero: Francesco Cannone

“Vivere #senzapaura. Intervista a Giovanni Grillo

pag. 3

Il mondo dei writers raccontato da uno dei maggiori esperti italiani: Luca Borriello

pag. 4

Ornella Esposito Lorenzo Quilici

I Ministri Barca e Riccardi: a breve i bandi per sostenere i giovani nel Sud

pag. 6

“#EuroGeneration2012”, intervista a Michele Masulli

pag. 7

Mario Di Pippo: “No ai consigli comunali dei giovani”

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Servizio Civile Servizio Civile: Bando Speciale per l’Emilia Romagna

pag. 2

Claudia De Crescenzo

Umberto Romaniello Katia Tulipano Ivana Vacca

Sociale Siglata la Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne

pag. 9

L’Italia approva la Convenzione di Lanzarote. La pedofilia diventa un reato

pag. 10

Photogallery Ethnos, Festival di musica etnica pag. 15

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La vignetta del mese Ora di religione e multiculturalità pag. 16

Realizzazione grafica Marco Di Maro

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SERVIZIO CIVILE

Servizio Civile: Bando speciale per l’Emilia Romagna

Il Ministro Riccardi annuncia un impegno straordinario dei volontari in Servizio Civile.

di Francesco Enrico Gentile

Come già accaduto in passato, il Servizio Civile Nazionale arriva, in forze, in zone del Paese in difficoltà. Dopo l’esperienza del Bando Speciale per Napoli e del Bando per l’Abruzzo, pare sia alle porta una nuova occasione di impegno straordinario per il Servizio Civile Nazionale. Il Ministro Andrea Riccardi, titolare della delega al Servizio Civile, ha annunciato ieri a Camposanto, nel corso dell’inaugurazione di un nuovo asilo “Come ministero finanzieremo a breve un bando per il servizio civile aperto a tutti quei giovani italiani che vorranno fare i volontari nelle zone terremotate, contribuendo concretamente alla ricostruzione”. Ancora incerti i contorni del bando e le specifiche tecniche. Tuttavia l’annuncio di Riccardi interviene a sostegno dell’idea, da tanti condivisa, di un Servizio Civile Nazionale sempre più, e sempre meglio, risorsa collettiva e serbatoio di impegno fondamentali per il Paese.

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PROTAGONISMO GIOVANILE

“Vivere #senzapaura. Intervista a Giovanni Grillo

ServizioCivileMagazine intervista il Presidente del Forum regionale della gioventù della Campania.

di Katia Tulipano

Politica, partecipazione, Festival del Giornalismo giovane, questione dei Consigli comunali dei giovani. Questi ed altri i temi su cui il Presidente del Forum Regionale della Gioventù della Campania, Giovanni Grillo, ci dice la sua. Si è appena conclusa "Atreju", festa nazionale della Giovane Italia, dal titolo #Senzapaura. Secondo te cosa significa per un giovane affrontare il difficile momento storico politico #senzapaura? Vivere #senzapaura significa affrontare e sfidare quel marciume che c’è in politica. Significa che bisogna asportare “chirurgicamente” il tumore che si è infiltrato nella politica italiana, sia tra i giovani che tra i meno giovani. Significa affrontare tutto il potere negativo che sta nel nostro paese e che blocca le idee e che cerca di far cambiare tutto affinchè nulla cambi. L’Italia ha bisogno di una classe dirigente DIVERSA, non nuova. Dal 21 al 23 settembre Napoli ospiterà il primo "Festival del giornalismo giovane" di cui il Forum Regionale della gioventù sarà partner. Perché? Il “Festival del giornalismo giovane” è un importante evento che accoglierà le giovani menti che fanno parte di questa categoria. E’ fondamentale andare a riformare la classe giornalistica poiché il “vecchio” modo di fare giornalismo è stato complice del “vecchio” modo di fare politica e di tutto ciò che ha contribuito a causare il difficile momento storico che stiamo vivendo. Dunque andare ad intaccare e modificare anche il giornalismo e riportarlo a quello

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autentico e non politicizzato è di fondamentale importanza. Inoltre il Forum Regionale della Gioventù è vicino e partecipe a tutte le iniziative che possano creare degli strumenti concreti a favore dei giovani. Quale, secondo te, il ruolo dell'informazione nel processo di autodeterminazione dei giovani ad essere protagonisti della vita del proprio territorio? La conoscenza della vita del proprio territorio è basilare per chi vuole avvicinarsi ad una vita sociale e politica attiva. La speranza è che i giovani possano apprendere notizie ed informazioni che siano quanto più veritiere possibile, al fine di poter comprendere su cosa intervenire e per cosa lottare. Consigli Comununali dei giovani. Il presidente del forum provinciale di Caserta si è di recente scagliato contro questo strumento di partecipazione giovanile. Tu cosa ne pensi? Sono perfettamente d’accordo con il presidente del Forum provinciale di Caserta, Mario Di Pippo. Questi organismi si ridurrebbero a mere emulazioni dei veri Consigli Comunali. Strumenti giovanili di pubblica partecipazione dei giovani alla vita del proprio territorio a livello comunale già esistono, sono attivi e riconosciuti e sono i Forum comunali. Si pensi a rafforzarne il ruolo e ad attivarli in quei Comuni in cui ancora non esistono!

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PROTAGONISMO GIOVANILE

Il mondo dei writers raccontato da uno dei maggiori esperti italiani: Luca Borriello Abbiamo raccolto il parere di uno dei massimi esperti in Italia del writing per capire qualcosa di più di questo affascinante mondo che vede come protagonisti migliaia di giovani in tutte le regioni d’Italia.

di Lorenzo Quilici Luca Borriello, classe 1977, ha scritto innumerevoli pubblicazioni sull’argomento - essendo stato assistente della cattedra di teoria e tecnica della comunicazione all’università di Napoli – e da alcuni anni ricopre la carica di direttore del primo osservatorio internazionale sulla creatività urbana, Inward (International Network on Writing Art Research and Development) e inoltre di Coordinatore Generale del Centro Territoriale per la Creatività Urbana - Fondazione Vodafone Italia; Da quando c'è stata la consapevolezza da parte dell'opinione pubblica che i writers sono degli artisti e il graffitismo può essere considerato una vera e propria forma d'arte? Non è pacifica questa relazione, non lo è mai stata ed è giusto così. L’opinione pubblica è uno dei tre elementi che nella nostra considerazione giocano una partita dai tempi imperfetti sull’argomento, insieme ai decisori politici e al sistema dei media. La triangolazione che si viene a creare fagocita, talvolta, il senso reale delle cose, giacché in tale gioco delle sponde la doxa conferma o vira l’azione politica, principalmente municipale, e gli esiti dell’intesa tacita sono diffusi poi dalle agenzie di stampa, pure ben oltre i confini territoriali e di competenza, rigenerando l’opinione stessa. È necessario, dunque, agire su uno o più di questi tre elementi, al fine di condurre ad onore del vero i cittadini, gli amministratori ed i comunicatori sull’alto valore del fenomeno in parola. Tralascio le discussioni sulla sua portata artistica, inesauribili e di impossibile pacificazione, riportando il fatto che al pubblico più o meno specializzato i graffiti furono presentati come forme d’arte per la prima volta, com’è noto, in quegli anni Ottanta che non avevano certo dimenticato o risolto l’energia creativa che illegalmente scriveva i nomi sulle cose della città, ed anzi era appena all’inizio. Oggi siamo in un momento diverso eppure di ricorso sul desiderio di rilanciare senza freni le estetiche e le performance caratteristiche anche sui più aggiornati sistemi dell’arte contemporanea. Ed in tutto ciò, le buone intese con attori eterogenei sono fondamentali, per motivi intuibili. È in effetti possibile che l’opinione pubblica non ne venga coinvolta, ovvero è probabile che la stessa si concentri finalmente su ciò che impatta con grande creatività e capacità pittorica, acquisendo consapevolezza sul valore artistico innovativo dei creativi urbani i quali a più di quarant’anni dagli inizi non hanno mai smesso di animare forse la più longeva corrente espressiva

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anaccademica mai esistita, piuttosto che sul fatto, ad un certo punto assai specioso, che un’opera sia stata o meno realizzata secondo autorizzazione. Dove è il confine tra l'opera d'arte e una semplice scritta? Ad urto, ricordo di essermi fatto la stessa domanda quando venni a conoscenza del progetto di ricreare la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli a San Francisco, USA, affreschi compresi. Questi furono realizzati con la tecnica pictografica da una bottega artigianale umbra che, nel ricrearli, non li liberò dai graffiti, semplici scritte probabilmente dei pellegrini francescani, che dal Cinquecento sono stati incisi sulle pregevoli opere di scuola umbra sul lato della cappella. E ricordo che m’incuriosì piuttosto ingenuamente la riproposta di quei segni – semplici scritte su opere d’arte, diciamo – anzitutto per la procurata sparizione del senso di testimonianza autografa e tuttavia anche per la serena accoglienza dei graffiti ad opera del Sacro Convento. Ma la Chiesa ha da sempre un rapporto molto particolare con il fenomeno; finanche la rivista dei giovani dell’Azione Cattolica Italiana si chiama Graffiti. Divagazioni a parte, rischiamo di scivolare nuovamente nei prudenziali tentativi di distinzione tra arte, estetica, espressione e cose simili da un lato, e dall’altro tra scritture esposte, graffiti, street art e via elencando, se affrontiamo su due piedi le categorie “opera d’arte” e “semplice scritta”. La qualità della prima e la banalità della seconda, verrebbe da dire, sono solo attribuzioni di tipo estetologico, laddove il fenomeno è invece involto da sempre in una temperie di considerazioni tutt’altro che univoche e disciplinari. Si tratta dunque di un confine che di volta in volta ritaglia e campisce lo spazio di riflessione sul singolo prodotto, come sempre. Il problema è piuttosto nel “pregiudizio universale” (Eron) che pervade dalle origini l’intero fenomeno e le sue più usuali produzioni. Le istituzioni hanno a cuore il graffitismo? Lo hanno sostenuto? Il modello creato e sviluppato da INWARD dapprima distingue pubblico, privato, terzo settore e internazionale, per via del carattere specifico che la creatività urbana esprime sui singoli campi (nonché per la postura dei soggetti precipui dei campi stessi nei confronti del fenomeno), per poi incrociarne gli apporti su progetti o

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PROTAGONISMO GIOVANILE azione. A tale scopo, ha messo insieme singole competenze dei primissimi anni Novanta, creando uno strumento innovativo e dinamico che, lentamente, ha rivoluzionato il modo di intendere il fenomeno. E basta anche solo riguardare in che modo oggi la cronaca locale e nazionale riflette sui suoi attori.

Il mondo dei writers raccontato da uno dei maggiori esperti italiani: Luca Borriello programmazioni a medio termine. Per cui, negli ultimi anni abbiamo avuto un’accensione di iniziative pubbliche contribuite da privati o con ricadute sulla sfera sociale partecipata o con principi di internazionalizzazione. Dopo il primo ed inedito bando nazionale ANCI per la valorizzazione della street art nei comuni d’Italia, caso unico al mondo di tale specie, e la diretta attenzione Ministeriale che ci fu a riguardo, gli enti pubblici hanno maturato una migliore considerazione del fenomeno. Da allora in poi, anche adesso, è ampiamente più semplice il dialogo con le istituzioni pubbliche, visto il precedente, e siamo contenti che siano decine e decine le organizzazioni che attualmente possono beneficiare dei suoi effetti duraturi, anche nelle grandi città. I valori che un decisore politico non mancherà di sposare sono quelli della riqualificazione, dell’educazione, della legalità ovvero dell’emersione dei giovani talenti. E l’opinione pubblica, dal suo canto, non può che condividere una scelta così illuminata, che ovviamente si accompagni alla repressione del vandalismo grafico in città. Insomma, un adagio stranoto e tuttavia quasi sempre vincente, pur nel semplicismo di alcune sue proposizioni. Ciononostante, la migliore prospettiva che stiamo osservando con interesse è ancora una volta quella torinese che, a seguito di riorganizzazioni della macchina comunale e poi di capacità interassociativa locale di dialogo con l’ente, ha spostato tutto l’affare della creatività urbana sotto le deleghe della cultura e dell’arte. Sembra solo un fatto tecnico, ma è oculatezza ed investimento di valore. Nel 2006 nasce Inward, Osservatorio Internazionale sulla Creatività Urbana. Qual è stato il contributo che ha dato allo sviluppo del writing? Se ci soffermiamo ancora sul modello, che rappresenta e sistematizza un circuito estremamente vitale di cooperazione a tutto vantaggio del fenomeno, oltre che di chi vi investe tanta energia quanta economia, è plausibile stimare un apporto del quale possiamo dirci sostanzialmente soddisfatti; ma non prima di aver precisato che, se contributo c’è stato, si tratta piuttosto della valorizzazione della creatività urbana.

Dopo un lunghissimo lavoro, balzando in avanti per sintesi, oggi INWARD è strutturato con un rilevante Comitato Scientifico; un Comitato Internazionale di presidenti di organizzazioni tematiche estere che condividono il modello e lo sviluppano nei propri Paesi; un Comitato di Ricerca nutrito di decine di studiosi da Università di mezzo mondo; quattro Dipartimenti dedicati ai quattro ambiti di ricerca e sviluppo (pubblico, privato, terzo settore, internazionale), popolati di esperti di alto grado professionale, divisi a loro volta in otto Unità (Governi, Università, Artisti, Aziende, Associazioni, ONP, Europa, Mondo); varie piattaforme permanenti scaturite dalle intese con importanti partner nazionali dei quattro ambiti, grazie alle quali, oltre le attività più ordinarie sia di ricerca sia di sviluppo, studiamo ed implementiamo complessi progetti speciali mediante la convergenza sollecitata tra le aree di interesse. Ed è a questi stessi che stiamo per lavorare. Tra gli strumenti operativi, abbiamo poi la comunicazione delle Città della Creatività Urbana (Italian Graffiti), il Centro Studi e le sue Università italiane ed estere (Inopinatum), la rete di trenta Associazioni per la Creatività Urbana in tredici regioni, animate dalla massima parte della scena creativa urbana nazionale (Do the Writing), il network internazionale di organizzazioni operative sul tema (Urban Creativity Alliance) ed il Centro Territoriale per i progetti sociali, educativi e di volontariato (Cunto). Chi più chi meno, negli anni Novanta abbiamo vissuto tutti l’evoluzione di un fenomeno straordinario, che non smette di affascinare intere generazioni. Il 21 luglio 2011, a quarant’anni esatti dalla prima comunicazione giornalistica sulle pagine del New York Times, abbiamo organizzato i primi Stati Generali della Creatività Urbana alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per dimostrare il modello agli alfieri nazionali dei suoi quattro ambiti e per rinnovare la qualità stessa della comunicazione dovuta al fenomeno. In quell’occasione, su nostro invito e nella più alta cornice istituzionale possibile, i presidenti delle Associazioni per la Creatività Urbana hanno esposto, per la prima volta in assoluto e come a compimento di una prima sinergica sessione di lavoro, le linee guida per il futuro della creatività urbana. Un risultato che ancora ci emoziona. Come vedi il writing alla fine di questo decennio? Non posso che immaginarlo esattamente nell’inverarsi delle proposte delle Associazioni, visto che esse rappresentano la più reale portata del fenomeno in Italia, oltre ad essere un unicum al mondo in fatto di presa di responsabilità da parte di creativi urbani ormai maturi. Inoltre, come ogni trasformazione, vedo la classica strozzatura nel centro e due lievitazioni opposte: maggiore business ed autoimpresa da un lato, maggiore integralismo e ritorno alle origini dall’altro. Infine, una somma di aspetti che prevediamo e che sarà interessante osservare in futuro riguarda il dialogo con le nuove tecnologie, l’espansione del mercato dell’arte, la reviviscenza di uno spirito sovversivo e una qualche possibile classificazione delle forme e dei segni creativi urbani come testimonianze aventi valore di civiltà.

Dunque, INWARD ha compiuto un percorso preciso e pianificato. Si è intitolato all’idea di una rete internazionale che facesse insieme ricerca e sviluppo sul fenomeno, come a dire teoria e pratica, studio e

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PROTAGONISMO GIOVANILE

I Ministri Barca e Riccardi: a breve i bandi per sostenere l’impegno dei giovani nel Sud

A breve il lancio dei bandi rivolti a giovani under 35, cooperative, enti no profit e del privato sociale.

di Francesco Enrico Gentile Giovedì alle ore 11 presso le sale della Presidenza del Consiglio a Roma, i Ministri Barca e Riccardi presenteranno alla stampa due bandi destinati a sostenere l’impegno dei giovani nel Meridione. Nel corso della conferenza stampa, lanciata da un comunicato diffuso oggi, i responsabili dei dicasteri della Coesione territoriale e della Cooperazione internazionale illustreranno i contenuti dei due bandi di cui già si conoscono i titoli: Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e“Giovani per il sociale”. Il primo bando punterà sostenere il recupero di spazi comuni al fine di restituirli al territorio, dando impulso all’imprenditoria giovanile e all’occupazione sociale mentre il secondo è volto a favorire l’inclusione sociale, il coinvolgimento ed il sostegno di giovani in condizioni di disagio, con l’obiettivo di promuovere la cittadinanza attiva e la solidarietà. Secondo quanto si legge dal comunicato stampa diffuso dai Ministeri l’obiettivo principale dei bandi è quello di promuovere e sostenere i progetti del privato sociale per il rafforzamento della coesione socioeconomica del Sud. L’iniziativa mira: • all’attivazione di 180/200 progetti che prevedono l’impiego diretto e indiretto di giovani nella loro attuazione; • all’aumento dell’offerta di servizi collettivi come la diffusione della legalità tra i giovani, la riduzione della dispersione scolastica, la valorizzazione delle differenze, dell’interculturalità e la promozione del dialogo tra identità culturali e religiose. • Valorizzazione di beni pubblici (recupero del territorio, del patrimonio culturale e ambientale) e ampliamento e miglioramento della loro fruizione. “Giovani del non profit per lo sviluppo del Mezzogiorno”, è articolato in due sezioni: una volta a promuovere l’offerta di servizi, inclusione sociale, legalità, formazione e istruzione, cittadinanza; l’altra mirata a sostenere il recupero e la valorizzazione di beni e spazi pubblici a vocazione culturale, ambientale e sociale per restituirli al territorio dando impulso all’imprenditoria e all’occupazione giovanile.

risorse. L’importo massimo del cofinanziamento pubblico per singolo progetto è pari a 200.000 €. Potranno partecipare associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, onlus, ong, fondazioni, enti morali, enti ecclesiastici. Come partecipare Per partecipare al programma bisogna presentare dei progetti, nelle modalità previste dagli Avvisi, volti all’attuazione delle azioni finanziabili. I progetti presentati dovranno in particolare esplicitare: • l’identificazione dei risultati attesi dall’iniziativa ed i relativi indicatori; • le specifiche azioni atte a conseguirli; • gli elementi atti a definire le condizioni di sostenibilità gestionale ed economica dell’iniziativa; • le risorse professionali e le competenze dei giovani mobilitate ed attivate. I progetti saranno valutati da una Commissione composta anche da esperti di alto profilo esterni all’Amministrazione. Gli elementi che verranno valutati nei progetti saranno: • la rilevanza dei risultati attesi; • Efficacia del progetto nel soddisfare fabbisogni rilevanti; • Competenze e capacità professionali dei giovani mobilitati e capacità di mobilitare azioni di rete e l’associazionismo; • Sostenibilità dell’iniziativa. Tempi di attuazione Ad inizio ottobre ci sarà la pubblicazione degli Avvisi, corredati da Linee Guida e Formulari per la presentazione e l’attuazione dei progetti; quindi si procederà all’attivazione di un help desk telefonico ed online di supporto. I progetti dovranno essere presentati entro: • 60 giorni dalla pubblicazione Avviso Giovani per il sociale; • 90 giorni dalla pubblicazione Avviso Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici.

Per lo sviluppo dei progetti previsti, sono previste risorse economiche per 37,4 Milioni di euro, di cui: • “Giovani per il Sociale”: circa il 60% delle risorse; • “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”: circa il 40% delle

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PROTAGONISMO GIOVANILE

“#EuroGeneration2012”, intervista a Michele Masulli Conclusa la festa regionale dei Giovani Democratici della Basalicata, tenutasi dal 1 al 3 settembre presso il camping village “Riva dei Greci” a Metaponto (MT), ServizoCivileMagazine intervista Michele Masulli, membro dell'Esecutivo Nazionale dei GD e dello Staff di “#EuroGeneration2012”.

di Francesco Cannone “#EuroGeneration2012”, perché questo nome e il simbolo “#” ? Qual è stato il significato politico di quest'appuntamento? Il nome “Eurogeneration” richiama una profonda consapevolezza dei Giovani Democratici della Basilicata: la crisi finanziaria, economica, sociale e direi anche della politica democratica, tuttora in corso, rende evidente quanto la dimensione europea sia oggi cruciale per la vita di ogni singolo cittadino degli Stati membri. L’Unione Europea è lo spazio in cui una generazione deve imparare ad immaginare il proprio futuro. È questo spirito che ci ha spinto a chiamare così la Festa regionale dei Giovani Democratici e penso che assuma un significato ulteriore il fatto che ad intestarsi una vocazione all’unità europea siano giovani del meridione italiano, area che in una cornice mediterranea ed europea deve trovare la sua centralità. Il “#” è un richiamo ai moderni linguaggi di comunicazione, in particolare già nel nome segnaliamo l’hashtag con cui twittare sulla nostra Festa. Come e perché è stata strutturata la festa? La Festa si è svolta in tre giorni, ognuno denso di dibattiti di alto livello politico. Siamo partiti il pomeriggio dell’1 con un incontro di presentazione a cui hanno partecipato dirigenti della Giovanile lucana e del PD di Basilicata, nonché il Sindaco del posto che ci ha dato il suo benvenuto. In serata ci siamo interrogati sulle prospettive di futuro per la regione Basilicata in un intenso dibattito a cui hanno preso parte Istituzioni (consiglieri e assessori regionali, sindaci) e dirigenti della Giovanile (il segretario dei GD regionali Felice Tauro) e del PD. Nel mattino successivo abbiamo promosso un confronto, molto stimolante, da me moderato, su “Le coordinate della nuova Italia tra grillismo ed autoriforma della politica”, al quale era presente anche Pippo Civati. Abbiamo discusso poi della situazione Ilva, come paradigma che interroga la politica, troppo spesso incapace di compiere precise scelte di priorità e di indicare percorsi chiari. In serata si è tenuto un incontro a tratti toccante sul tema “Contro la violenza e la paura, l’Europa dei progressisti”, con gli interventi di Asmund Akrust, vicesegretario dei giovani laburisti norvegesi e sopravvissuto alla immane strage di Utoya, di Brando Benifei, vicepresidente dell’Ecosy, e di Roberta Capone,

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vicepresidente della Iusy. Nell’ultimo giorno, abbiamo prima discusso con le associazioni una proposta di istituzione del Servizio Civile regionale, elaborata dai Gd Basilicata, ed abbiamo concluso con uno splendido confronto tra studenti ed il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza sui temi dell’istruzione. E rispetto alla situazione dell’Ilva? Qual è la tua opinione? Penso che la classe politica non può limitarsi ad opporre il diritto al lavoro alla tutela dell’ambiente e della salute, ma deve saper individuare soluzioni più avanzate. Qual è stato il valore pratico dei dibattiti? Gli appuntamenti dell’ultimo giorno (Discussione su proposta di Servizio Civile regionale e dibattito sulla scuola) hanno avuto carattere maggiormente operativo, per la loro natura di confronto tra soggetti organizzati su proposte concrete. Gli altri incontri, non privi di riferimenti stringenti e puntuali all’attualità, sono stati improntati a riflessioni di grande interesse, per la competenza espressa nei temi trattati e l’ampiezza della visione, elementi fondamentali per una generazione di giovani impegnati in politica che sta seguendo un percorso di formazione. Che cos'è, per te, la politica e cosa vuol dire militare nei Giovani Democratici? Ho cominciato il mio impegno politico, assecondando una vocazione a contribuire in prima persona alla vita civile, sociale e politica, intendendo la militanza politica come uno straordinario percorso di crescita umana personale e collettiva, che richiede disinteresse, sacrificio, passione ed applicazione. Con lo stesso spirito sto proseguendo questa esperienza. Condurla nei Giovani Democratici, un grande contenitore di entusiasmo e voglia di fare ed in cui si respira il senso di essere comunità politica, e nel Partito Democratico, il partito in cui le grandi culture riformiste italiane si confrontano con le sfide del nuovo secolo, rappresenta un’ulteriore stimolo all’impegno.

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PROTAGONISMO GIOVANILE

Intervista al Presidente del Forum Provinciale di Caserta: “No ai consigli comunali dei giovani” Mario Di Pippo, Presidente del Forum Provinciale di Caserta, in una nota diffusa nei giorni scorsi si scaglia contro la creazione dei Consigli Comunali dei giovani sul territorio casertano. In questa intervista a ServizioCivileMagazine spiega le motivazioni del suo dissenso e l’importanza di non disperdere energie e fondi in inutili doppioni di strumenti già esistenti.

di Katia Tulipano

Cosa sono i consigli comunali dei giovani? Un Consiglio comunale o intercomunale dei Giovani è un organo di rappresentanza che viene eletto direttamente a suffragio universale da tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni residenti o domiciliati nel territorio comunale. I membri dei Consigli sono anche loro ragazzi dai 15 ai 25 anni e, una volta eletti, restano in carica dai due ai tre anni, a seconda del regolamento adottato dal singolo Comune. I Consigli dei Giovani sono, dunque, organismi di rappresentanza democratica di tutti i giovani residenti nel territorio di riferimento, con funzioni consultive di natura preventiva e obbligatoria su tutti gli atti amministrativi varati dal Comune che a vario titolo coinvolgono i giovani stessi. Praticamente non differiscono in nulla dal Forum dei giovani! Ed allora perché ne critichi la nascita? Non rappresentano un ulteriore strumento di partecipazione giovanile alla vita del territorio? Sono critico perchè molto spesso nel nostro paese e in special modo nella nostra Regione si tende a creare scatole cinesi destinate a rinchiudere i sogni di molti ragazzi attivi sul territorio.

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Insomma credo che la loro creazione rappresenti un altro modo dei politici per dare un contentino ai ragazzi che danno “fastidio”, duplicando peraltro uno strumento di partecipazione che già esiste. Chiedo allora ai nostri politici: perchè invece di migliorare una cosa già esistente come il forum dei giovani, si tende a disperdere forze e fondi? Sei a colloquio con il Sindaco di un Comune. Cosa diresti per convincerlo ad attivare un Forum comunale dei giovani? I Sindaci devono avere coraggio per istituire il Forum dei Giovani perchè è un banco di prova difficile.

I giovani d'oggi non si comprano facilmente: sono stufi delle solite chiacchiere da salotto, vogliono essere parte attiva del processo decisionale che interessa il territotorio in cui vivono. Per convincerlo gli sottolineerei che è giunta l’ora di lasciare spazio alle idee dei giovani, perchè noi siamo il futuro ed il nostro impegno per il territorio è l'unica cura per risollevarci da questo momento buio della politica.

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SOCIALE

Il Ministro Fornero sigla la Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne L’Italia ha firmato ieri a Strasburgo la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la violenza alle donne. Maggiore prevenzione e protezione per le vittime, e perseguibilità penale degli aggressori. Il prossimo obiettivo del Governo è la ratifica.

di Ornella Esposito

La violenza alle donne è una violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione. Questa è una delle novità sostanziali della Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere, aperta alla firma l’11 Maggio del 2011, e sottoscritta dal Ministro Elsa Fornero ieri a Strasburgo. La Convenzione rappresenta un cruciale passo in avanti da parte del Consiglio d’Europa nel contrasto alla violenza verso le donne, fenomeno sempre più allarmante, che richiede l’utilizzo di strategie unitarie ed integrate fra i vari attori pubblici e privati coinvolti. I punti salienti del Trattato Internazionale sono: azioni di prevenzione al fenomeno della violenza di genere, azioni di sostegno e protezione attraverso la creazione di servizi di supporto e case-rifugio, formazione degli operatori ed assistenza ai bambini vittime indirette e non solo della violenza di genere. Il Trattato, inoltre, prevede “sanzioni efficaci e dissuasive” nei confronti degli aggressori.

contro questo orrendo fenomeno che colpisce le donne e le bambine. L’ulteriore passo in avanti per lo Stivale, è ora quello di provvedere alla ratifica della Convenzione, senza la quale il trattato non ha efficacia. E proprio all’indomani dell’approvazione in Senato del ddl di ratifica della Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori dall’abuso e dallo sfruttamento sessuale, il Ministro Fornero auspica che il disegno di legge di ratifica della Convenzione di Istanbul, di prossima presentazione, possa ricevere la stessa condivisione in sede parlamentare e venga approvato in tempi rapidi. La speranza di tutti è che l’auspicio del Ministro diventi realtà, e che questo iter parlamentare per la ratifica sia molto meno lento di quello seguito per l’importante approvazione del ddl per la Convenzione di Lanzarote.

Nell’incontro a Strasburgo, al quale ha preso parte anche il Sottosegretario agli Esteri Marta Dassù, il Ministro Elsa Fornero e il Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa Gabriella Battaini-Dragoni hanno sottolineato che la firma della Convenzione da parte dell'Italia è un passo fondamentale per proseguire l’azione del Paese

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SOCIALE

Minori, l’Italia approva la Convenzione di Lanzarote. La pedofilia diventa un reato

Approvata ieri in Senato la Convenzione di Lanzarote, strumento importante per la protezione dei minori dagli sfruttamenti ed abusi sessuali.

di Ornella Esposito

Dopo 5 lunghi anni di iter parlamentare ieri il Senato della Repubblica ha finalmente approvato la ratifica della Convenzione Di Lanzarote, strumento molto importante nella lotta alla pedofilia anche sul web. I dettagli.

Commenti Il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, sostiene che la ratifica “è una buona notizia per tutti i minori che vivono nel nostro Paese. Si tratta di un'arma in più per contrastare gravi violazioni come l'abuso e lo sfruttamento sessuale''.

Che cos’è la Convenzione di Lanzarote È stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 12 luglio 2007, e risponde alla necessità riscontrata dal Consiglio d'Europa di elaborare nuovi strumenti vincolanti per gli Stati Parte di contrasto allo sfruttamento e all’abuso sessuale dei minori. Essa prevede che gli abusi sessuali contro i bambini siano considerati reati, così come il grooming (adescamento su internet) ed il turismo sessuale. Affinché la Convezione entri in vigore, è necessaria la ratifica.

Save the Children Italia – attraverso le parole del Direttore Generale - afferma che “da oggi l’Italia potrà finalmente avvalersi di uno strumento fondamentale di protezione e di contrasto dai frequenti casi di abuso e sfruttamento sessuale che avvengono anche attraverso la rete”. Esprime, inoltre, soddisfazione per “la centralità del ruolo delle Procure Distrettuali nel contrasto del fenomeno e l’opportunità per i minori vittime di abusi o sfruttamento di essere assistiti in ogni fase del procedimento giudiziario”.

Le novità Introdotti due nuove delitti: istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia, e adescamento di minorenni. Previste pene più severe per tutta una serie di reati: dai delitti di maltrattamenti in famiglia a danno di minori ai reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati a sfondo sessuale a danno di minori. E’ inoltre stabilito un inasprimento delle pene anche per i reati di prostituzione minorile e di pornografia minorile. Molto importante è la previsione del raddoppio dei termini di prescrizione per i reati di abuso e sfruttamento dei minori. Fondamentale poi è l’introduzione del trattamento psicologico per i carnefici, così da prevenire recidive una volta scarcerati.

L’Unicef, attraverso il suo Presidente Giacomo Guerrera, accoglie con favore la notizia della ratifica, e sostiene che grazie ad essa vi saranno mezzi più efficaci per “ l’azione di contrasto a questi gravi reati, spesso portata avanti in collaborazione con altri Stati».

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Il Telefono Azzurro plaude per la ratifica, e la ritiene fondamentale sia sotto l’aspetto educativo che culturale: “ la ratifica ha un grande impatto etico e sociale” in quanto impone “un atteggiamento di “tolleranza zero” delle Istituzioni e del Paese verso la pedofilia e la pedopornografia”.

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CULTURA

Musica e liuteria, inizia il caldo autunno cremonese

Tra il Concorso Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco e la fiera MondoMusica, Cremona conserva la sua identità forte di città della liuteria e ribadisce il suo primato, aspettando, nel 2013, l’apertura del Museo del Violino.

di Ivana Vacca

L’autunno è alle porte e la città che diede i natali ad Andrea Amati, Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri comincia ad essere popolata da centinaia di musicisti, liutai e appassionati provenienti da tutto il mondo. Ieri, infatti, si è celebrata l’apertura del Concorso Triennale Internazionale “Antonio Stradivari”, arrivato alla XIII edizione. La cosiddetta “Olimpiade della Liuteria”, con la singolare qualità artigianale e la grande resa acustica degli strumenti in gara, costituisce una straordinaria occasione di confronto per maestri liutai e musicisti, oltre che un premio di indiscusso valore. Oltre trecento sono gli artigiani partecipanti, arrivati da 34 Paesi, 462 gli strumenti in concorso tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi. La premiazione avrà luogo il 27 settembre presso il Teatro Ponchielli, mentre, dal 28 settembre al 14 ottobre, tutti gli strumenti in gara saranno in mostra nel Padiglione delle Esposizioni del Palazzo dell’Arte. La giuria d'eccezione è coordinata da Paolo Salvelli, presidente della Fondazione di Musicologia Walter Stauffer.

gara. Intanto fervono i preparativi per il Salone internazionale degli strumenti musicali MondoMusica che la Fiera di Cremona ospiterà dal 28 al 30 settembre. L’appuntamento annuale è tra i più importanti al mondo per gli operatori professionali nel settore e per i musicisti. Anche in questa occasione non mancheranno convegni, seminari di approfondimento e concerti con grandi interpreti della scena musicale classica italiana e internazionale. Il salone, noto soprattutto per gli strumenti ad arco e a pizzico, ospiterà in contemporanea, per il secondo anno, anche “Cremona Pianoforte”. Prevista per la primavera del 2013 l’apertura ufficiale del Museo del Violino, presso il Palazzo dell’Arte, ora in fase di ristrutturazione. Il Museo, all’interno della quale troveranno sede stabile gli strumenti vincitori delle varie edizioni del Concorso Triennale Internazionale, sarà destinato ad ospitare l’imponente patrimonio della tradizione liutaria cremonese, documenti e strumenti storici, una biblioteca e un auditorium.

La Fondazione Antonio Stradivari, dal 1976, organizzatrice del Concorso, ha programmato nell’ambito di “Liuteria in Festival” una rosa di prestigiosi eventi, concerti e workshop ad ingresso libero. In collaborazione con alcuni Conservatori italiani vi saranno una serie di incontri tra i giovani e i Maestri della Scuola Internazionale di liuteria, durante i quali si parlerà dicome occuparsi della manutenzione del proprio strumento, si visiteranno la collezione storica del Palazzo Comunale, il Museo Civico Ala Ponzone e l’esposizione degli strumenti in

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CULTURA

Oktoberfest 2012. “Willkommen auf der Wiesn”

Dal 22 settembre a Monaco di Baviera sarà possibile cominciare a bere birra dalle 9 del mattino fino a tarda sera, il tutto nella suggestiva atmosfera dell’ Oktoberfest.

di Ivana Vacca

Come ogni anno, per due settimane, la capitale bavarese è sede della celebre festa della birra. L’Oktoberfest richiama ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo. Dal 22 settembre al 7 ottobre, tutti i giorni dalle 9:00 del mattino fino alle 23:00, si consumeranno fiumi di birra e tonnellate di Stinchi eWüster come da tradizione. Una festa alla scoperta della gastronomia tipica bavarese. Tipici anche i costumi: i Lederhosen, i pantaloni di pelle bavaresi indossati dagli uomini e i Dimidl per le donne. Ampia la scelta delle birre tra i Festhalle, ovvero gli stand delle birrerie storiche di Monaco.

Theresienwiese, prima dell’apertura. In occasione dell’evento sono stati organizzati una lunga serie di sfilate, eventi e concerti. La sua storia cominciò a partire dal 12 ottobre 1810 quando si tenne la prima edizione per festeggiare il matrimonio del principe ereditario bavarese Ludwig con la principessa Therese von Sachsen-Hildburghausen. I festeggiamenti si conclusero il 17 ottobre con una corsa di cavalli e, da allora, vengono ripetuti ogni anno anche se – a causa di carestie e guerre – per ben 24 volte sono stati annullati. Oggi l’Oktoberfest è un grande evento turistico e indubbiamente una occasione particolare per tutti gli amati del genere.

La birra più antica è l’Augustiner, disponibile sotto il tendone della stessa casa produttrice, oggi ancora in piena attività. Ogni litro di birra costerà intorno agli 8 euro e dal 2008 non è più possibile fumare all’interno dei tendoni, anche se non è raro trovare trasgressori poco inclini al rispetto delle regole antifumo. Alcune zone del Festhalle sono riservate con prenotazione, trovare un tavolo libero è quasi impossibile per gli avventori dell’ultimo minuto: di solito le prenotazioni sono già esaurite mesi prima, quindi è meglio organizzarsi per tempo, recandosi presso lo spazio fieristico, il

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ATTUALITA’

Rivedere l’ora di religione: la proposta del Ministro Profumo

Il ministro dell’Istruzione Profumo lancia l’idea di riformare l’ora di religione nelle scuole per venire incontro ai cambiamenti sociali dovuti all’elevato numero di studenti stranieri. di Lorenzo Quilici

Ha suscitato un ampio dibattito la proposta lanciata qualche giorno fa dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo volta a cambiare il metodo di insegnamento di religione nelle scuole secondarie, rendendolo più aperto, sulla base del fatto che il Paese sta cambiando, essendoci nelle nostre scuole molti studenti provenienti da diverse culture. “L’Italia è al centro di un Mediterraneo in tumultuosa evoluzione politica e spirituale. Conoscere questo mondo e cercare di capirne i processi di trasformazione mi sembra essenziale per i nuovi italiani” ha detto il ministro.

Molteplici le reazioni che questa proposta ha suscitato: Radicali e Idv si sono dichiarati a favore di una revisione, mentre Lega e Pdl sono per mantenere lo status quo. Di particolare interesse quanto affermato dal noto filosofo Giovanni Reale, autore insieme a Dario Antiseri del celebre volume “Storia della filosofia”, secondo il quale trasformare l’ora di religione in una presentazione della storia delle religioni farebbe perdere di vista il suo scopo, avendo una finalità solo culturale e non formativa.

Il fine è quello di adattare l’insegnamento ad un corso di storia delle religioni o di etica essendo la scuola fondamentale per l’interazione tra culture ed il confronto che costruicsce una società moderna. L’istituzione dell’ora di religione nel nostro paese è avvenuta oltre ottant’anni fa: nel 1929 con i patti lateranensi tra l’Italia e la Chiesa, revisionati nel 1984. Oltre che a religione, anche l’insegnamento di geografia dovrebbe essere rimodellato: infatti, questa materia secondo Profumo può essere studiata anche attraverso l’ascolto delle testimonianze di chi proviene da paesi diversi.

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ATTUALITA’

Davide Cerullo: Sentiamoci tutti coinvolti perché la camorra non è solo a Scampia

Conversazione con Davide Cerullo, autore de “ Le ali Bruciate”

di Francesco Enrico Gentile Davide Cerullo ha 38 anni. Per un caso, nel suo percorso di vita ha incrociato la Camorra e ne è uscito,da vincitore e non da vinto. Ha scelto, però, di mettere la sua esperienza, e la sua storia, e il suo impegno al servizio della speranza. Su Scampia si è abbattuto un “diluvio cartaceo”, come lo stesso Davide descrive la ciclica attenzione mediatica per la periferia di Nord di Napoli. Con questa intervista non intendiamo unirci al coro di chi scopre Scampia solo al rintocco delle campane a morto per l’ennesimo morto ammazzato, ma proviamo invece a dar voce alla speranza, e alle parole di Davide. In un’intervista di qualche giorno fa al Corriere del Mezzogiorno hai dichiarato”«Ma nessuno mi aveva detto che il riscatto viene dalla cultura. Se lo avessi saputo, se fossi andato a scuola, col c… che andavo appresso ai Di Lauro». Chi doveva essere questo qualcuno? Non lo so chi doveva essere,non so il nome e cognome. Magari non una sola persona ma un po' di quegli adulti che da bambino sono i tuoi riferimenti. Un genitore, un maestro, ma anche un estraneo che si interessi a te che sei in crescita. Ai bambini poi servono esempi e poche parole, di quelle che si imprimano bene in testa, che guidino verso i veri valori della vita. Ai ragazzi serve la costanza di una presenza adulta che li aiuti nelle scelte e nella costruzione di identità e valori positivi. In assenza di adulti che davvero siano guida ed esempio, arriva la Camorra a fare “famiglia” e “scuola”. Chi, secondo te , manca di fare il proprio lavoro a Scampia come nelle tante periferie di Napoli? A Scampia si lavora da matti, un lavoro frenetico, ma sono pochi quelli che fanno il loro mestiere. La gente si affretta per arrangiarsi, fermandosi purtroppo anche nelle pieghe della piccola illegalità che sta alla base del controllo camorristico del territorio, e questo principalmente perché qui c'è mancanza cronica di lavoro vero,dignitoso,legale. In questo andirivieni che c'è a Scampia, manca il lavoro delle Istituzioni, la presenza dello Stato in tutte le sue forme. Dalla sicurezza che qui si fa vedere solo a episodi,benché clamorosi come i blitz delle forze dell'ordine, ai servizi : trasporti, servizi alla persona, cura dell'edilizia pubblica popolare, cura dell'ambiente. Non manca il lavoro del volontariato e delle associazioni che si stanno spendendo per migliorare la qualità della vita e dare maggiori possibilità di crescita come il Gridas e il centro Hurtado. Non manca la buona volontà e l'impegno della scuola a Scampia, pur tra le tante difficoltà che in tutta Italia la scuola pubblica attraversa. Quest'anno, visto il clima da guerra tra clan, la scuola “Virgilio IV” ha addirittura anticipato l'inizio dell'anno scolastico per richiamare a se almeno i bambini e i ragazzi il prima possibile. E' stato un gesto di grande presenza.

L'idea del cantiere è sempre affascinante e coinvolgente: sa di lavoro insieme, di costruzione di idee. Le dichiarazioni di De Magistris sono ancora un po' fumose: abbattere le Vele per fare posto a cosa? Dove mettere le famiglie che vivono a Scampia, la maggior parte oneste e che hanno bisogno solo di un sostegno e più lavoro? Su cosa puntare seriamente per rimettere in moto la fiducia in questi territori? Si parla di abbattere le Vele e al momento non si riesce nemmeno a bonificarle dall'amianto in modo adeguato. Io stesso ho visto togliere le lastre di amianto dalle ringhiere delle scale e mettere al loro posto le lamiere.....più che a un cantiere creativo, in questo modo, mi sento di andare verso le favelas........No, non basta abbattere le Vele, quand'anche fosse giusto. Bisogna rimettere in moto lo Stato, farla finita con i politici collusi che regalano il controllo del territorio alla Camorra che porta in dono a questa politica mercificata i voti necessari alla presa di potere. Bisogna darsi da fare tutti: chiedere i diritti negati,certo, ed impegnarsi nei doveri civili. Al riparo dalle luci dei riflettori che ciclicamente si accendono su Scampia, cosa pensi si debba fare per liberare questa terra dalla presenza della camorra? Ognuno si prenda la propria quota di responsabilità. Sentiamoci tutti coinvolti, perché la Camorra non è solo a Scampia. La camorra fa affari in tutta Italia e anche all'estero. La Camorra prospera nell'incultura e nella mentalità illegale, anche quella spicciola di una fattura non fatta, delle tasse non pagate. Se vogliamo lo Stato, dobbiamo crederci per prima noi quotidianamente. Riguardo i territori come Scampia e la quotidiana e asfissiante presenza della Camorra le cose da fare sono molte: presenza più costante e coerente delle forze dell'ordine; miglioramento dei servizi; sostegno alle famiglie economicamente più deboli, che rischiano sempre di cadere negli ingranaggi della malavita che, ricordiamocelo, paga bene;sostegno dei ragazzi e delle ragazze in attività che stimolino la costruzione di un'identità che non neghi Scampia ma che sia anche altro, ecc… Ma tu veramente hai ancora speranze per i ragazzi delle nostre terre? Sì, perché la speranza non cade dal cielo ma si costruisce in queste terre, con le mani nella terra, queste terre che sono piene di bellezza, nonostante tutto. Molte associazioni collaborano tra di loro e io con loro per portare avanti progetti per i ragazzi di Scampia(soggiorni estivi, doposcuola...), e queste esperienze ci stanno insegnando che sotto questa cappa scura della Camorra ma anche dei luoghi comuni della gente indifferente e che spara solo giudizi affrettati, riescono a nascere fiori bellissimi. Questa bellezza non va in prima pagina, non fa notizia, e soprattutto smonta l'immagine suggestiva di Gomorra che si è fatta la gente. Un'immagine forte, negativa che serve più che altro a chi sta fuori, a chi vuole continuare ad illudersi che la Camorra sia solo qui, che esiste in un certo determinato luogo e che la sua gente automaticamente la alimenti. Scampia non è solo Gomorra, l'ho sempre creduto.

Il Sindaco de Magistris ha dichiarato: Apriremo un cantiere a Scampia. Basta questo per dare l’idea del cambiamento. Pensi davvero che basti questo?

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PHOTOGALLERY

Ethnos – Festival Internazionale di Musica Etnica

Dal 19 al 29 settembre 2012, a San Giorgio a Cremano (NA), si tiene la diciottestima edizione del festival Ethnos. Su SCMagazine la photogallery dell’evento.

di Claudia De Crescenzo

Ethnos - Festival Internazionale di Musica Etnica, nasce nel 1995 con l’intento di recuperare le arcaiche tradizioni dell’area vesuviana, da allora ha allargato il suo raggio di azione, diventando uno dei maggiori osservatori di musica etnica e uno tra i festival di musica più importanti e attesi d’Italia, che porta avanti la convinzione che la musica facilita la comunicazione e favorisce l’incontro fra culture. Quest'anno la diciottesima edizione, dal 19 al 29 settembre, è dedicata all'Oriente (artisti da Sud Corea, Mongolia, Giappone, Cina e Iran), con incursioni in Mali e nel Salento. Visita la gallery

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LA VIGNETTA DEL MESE

Scuola: ora di religione e multiculturalitĂ di Umberto Romaniello La vignetta si riferisce alla proposta del Ministro Profumo di cui si parla a pag. 13

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