La difesa a uomo

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GIAMPAOLO MORABITO

LA DIFESA A UOMO

Didattica ed esercitazioni per costruire la capacità di duello consapevole TATTICA INDIVIDUALE


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LA DIFESA A UOMO

L’AUTORE

Giampaolo Morabito Allenatore UEFA A

Ex calciatore professionista, ha giocato in varie società fra le quali AC Trento, Parma Calcio, FC Pavia e US Livorno. Ha poi conseguito l’abilitazione di allenatore UEFA A e ha lavorato per quindici anni nel Settore Giovanile dell’FC Südtirol, allenando in tutte le categorie della fascia agonistica. Attualmente insegna la materia calcio nella scuola superiore Claudia von Medici di Malles negli indirizzi Tecnico Economico e Scientifico Sociale.

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LA DIFESA A UOMO

PREFAZIONE

Io e Giampaolo siamo stati compagni di squadra al Parma alla fine degli anni Ottanta, in una squadra ancora “provinciale”, che non aveva mai preso parte al campionato di Serie A e tanto meno partecipato a competizioni europee. Quel Parma era un vero e proprio laboratorio calcistico. Un trampolino di lancio per i giovani calciatori che, guidati dal sogno di una carriera di alto livello, approdavano nella città emiliana pronti a mostrare il proprio talento ai grandi club italiani. Parma era una realtà colma di idee, aperta all’innovazione, costantemente proiettata verso un calcio diverso, moderno. Non a caso aveva appena plasmato ed esaltato tecnici del calibro di Arrigo Sacchi e Zdeněk Zeman e, di lì a poco, avrebbe accolto Nevio Scala, aprendo un ciclo che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama calcistico italiano ed europeo. Ma questa è un’altra storia. Il Morabito compagno di squadra e di spogliatoio era un ragazzo serio, educato, rispettoso, motivato, arrivato in un club di Serie B con grande voglia di imparare e crescere, consapevole dei grandi sacrifici e dei duri allenamenti che lo avrebbero atteso. Insomma, aveva tutte le caratteristiche del compagno ideale. Inoltre, a quei tempi, le rose erano corte ed erano permesse solo due sostituzioni a partita, per questo chi non era titolare faticava a trovare spazio. Giampaolo non era un titolare ma, nonostante ciò, si è sempre distinto per professionalità, cura dei dettagli e un atteggiamento positivo. Sfogliando le pagine di questo libro ho notato quanto rispecchi perfettamente lo spirito e i valori del giovane Morabito che ho incontrato a Parma e col quale ho mosso i miei primi passi nel mondo del calcio professionistico. 11


LA DIFESA A UOMO

L’allenatore deve fornire chiare e semplici informazioni su come comportarsi nell’1 contro 1, in modo che il calciatore possa trovare la soluzione più efficace per vincere il confronto e per essere in grado di autocorreggersi nel momento in cui è in difficoltà. Le indicazioni da trasmettere sono di seguito descritte. Quando il difendente esce su chi è in possesso si deve fermare a una distanza tale da non trovarsi in frenata mentre l’avversario sposta la palla in avanti. Se l’attaccante è in movimento non può affrontarlo da fermo. Per orientare il duello non deve posizionare i piedi sulla stessa linea, ma uno più avanti rispetto all’altro (figure 25 e 26), in modo da invitare l’avversario ad andare verso il lato del piede più distante dal pallone (lato forte). La sua posizione rispetto alla palla dev’essere tale da non concedere all’attaccante la possibilità di superarlo sul lato debole, ovvero di andare oltre la sua schiena (cioè dalla parte del piede più vicino alla palla). La sua distanza dalla palla deve essere tale da non concedere all’attaccante lo spazio per superarlo spostando la palla in avanti sul lato forte. La punta dei piedi, quando l’attaccante è fermo, è indirizzata verso la palla, mentre quando è in movimento è rivolta verso la direzione di corsa (figura 25). Gli appoggi dei piedi sono vicini e si muovono leggeri; il baricentro è basso e gli occhi sono puntati sulla palla (figure 25 e 26). Anche la traiettoria di avvicinamento per il duello deve avere una traiettoria per condizionare il gioco di chi è in possesso. Il difensore deve imparare a usare il corpo per contrastare l’attaccante senza commettere fallo e adottare una difesa attiva, utilizzando delle finte per disorientarlo. Finché l’attaccante ha la palla sotto controllo (vicino al piede) non deve mai intervenire, perché, mentre muove il piede in avanti per prendere la palla, l’attaccante può spostare il pallone, avendolo vicino, evitando così il tackle. Il difensore può tentare di rubare palla solo quando questa è distante dal piede del possessore. Non deve andare mai in tackle scivolato, a meno che non abbia la totale certezza di prendere la palla. Nelle situazioni in cui l’avversario in possesso si trova con la schiena rivolta al difensore, questo deve mantenere una distanza tale da non concedergli lo spazio per girarsi e giocare così fronte porta e, nello stesso tempo, non offrigli la possibilità di appoggiarsi per utilizzare il corpo del difensore come 38


2. COMPETENZE DA SVILUPPARE

Fig. 25 - Il difensore, posizionando il piede sinistro all’altezza della palla, toglie all’attaccante lo spazio per andare verso destra. In questo modo si difende da un’eventuale sterzata che lo potrebbe superare sul suo lato debole. Contemporaneamente lo invita ad andare sul suo lato forte, cioè nella sua direzione di corsa. La distanza dalla palla dev’essere tale da non concedere all’attaccante lo spazio per superarlo muovendo la palla in avanti. La punta dei piedi del difensore, quando è fermo, è rivolta verso la palla, mentre quando è in movimento, è in direzione della corsa, il baricentro è basso e gli occhi sono sulla palla.

Fig. 26 - Anche in questa immagine si possono notare tutti gli elementi descritti in precedenza: occhi sulla palla, baricentro basso, punta dei piedi verso la palla quando l’attaccante è fermo, in direzione della corsa quando il duello è in movimento. I piedi non sono sulla stessa linea, in modo tale da creare un lato forte e uno debole.

perno per superarlo. Inoltre, avere uno spazio dall’avversario permette al difendente di vedere sempre la palla e quindi capire quando è il momento giusto per provare a rubarla. Il corpo del difensore dev’essere rivolto dalla stessa parte di quello dell’attaccante per non concedergli la possibilità di girarsi facilmente. Quindi, se 39


20 1 CONTRO TUTTI MEZZO OPERATIVO

Situazione semplificata

DURATA

14 minuti

PREPARAZIONE

Area di gioco: 20×30 metri Giocatori: almeno 8 +1 portiere Numero di serie: 2 da 6 minuti con 1 minuto di recupero tra le serie

MATERIALE • • • •

Cinesini 8 casacche 1 porta Palloni

OBIETTIVI • • • • •

• •

Non farsi saltare Presa di posizione Contrasto Indirizzamento Corsa di avvicinamento al portatore Distanza di duello Marcamento

ORGANIZZAZIONE

A seconda del numero di giocatori preparare, con i cinesini, uno o due campi. Formare due squadre e definire le coppie che si affronteranno in duello. Disporre i giocatori come in figura: A e A1, con la palla, sugli angoli del lato corto di fronte alla porta, dentro il campo B (difensore) e B1 (attaccante), D e D1 uno a destra e l’altro a sinistra, a circa metà del lato lungo, C e C1 di fianco alla porta. Terminata l’azione, i giocatori A e A1 prendono il posto di B e B1, B e B1 quello di C e C1, C e C1 si spostano in D e D1, infine D e D1 vanno in A e A1. Un portiere si colloca a difesa della porta. Finita l’azione, stimolare i giocatori a trasferirsi rapidamente da una postazione all’altra. Nel giro successivo chi ha attaccato difende. Disporre una scorta di palloni sulle posizioni di partenza per dare continuità e ritmo all’esercitazione.

DESCRIZIONE

• L’esercitazione ha l’obiettivo di allenare il difensore a contrastare varie situazioni di duello 1 contro 1 • L’attaccante deve cercare di andare a fare gol con un’azione individuale (ad esempio finta e dribbling) oppure collaborando con i giocatori che si trovano sui lati 118


del campo (ad esempio attraverso l’uno-due, il dai e vai, il taglio, il passante, il velo ecc.). Nelle seguenti figure sono illustrati alcuni esempi di azioni individuali e collettive.

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• Il difensore deve impedire al diretto avversario di fare gol • L’esercizio inizia con un passaggio di A o A1 verso B che si è mosso incontro • Al termine dell’esercitazione vince chi della coppia fa più gol 120


Prima serie • Il difensore esce sull’attaccante dopo il controllo per allenare la situazione in cui l’avversario ha avuto il tempo di girarsi Seconda serie • Il difensore esce sull’attaccante quando parte il passaggio per allenare la situazione in cui l’avversario non ha avuto il tempo di girarsi

REGOLE

• L’attaccante ha tocchi liberi e le sponde hanno al massimo due tocchi e giocano solo a supporto del compagno, non possono andare a fare gol • Se il difensore recupera palla pulisce per abituarsi ad evitare l’immediata riaggressione dell’attaccante • Creare una competizione contando chi fa più gol; chi perde fa una penitenza (ad esempio cinque flessioni per ogni gol di scarto, in caso di pareggio entrambi fanno venti flessioni)

TEMI PER L’ALLENATORE • Osservare come il difensore affronta il duello, sia quello frontale che quello dorsale, invitandolo a ricercare un’efficace posizione e distanza rispetto a palla e avversario • Sollecitare il difendente ad avere il baricentro basso, i piedi non alla stessa altezza e gli occhi sulla palla. Incoraggiare una difesa attiva attraverso l’orientamento e l’uso di finte • Verificare come il difensore si comporta per contrastare i vari tipi di azione d’attacco

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CAPITOLO 6

ESEMPI DI SEDUTE DI ALLENAMENTO

La seduta di allenamento deve ricreare la realtà del gioco, ovvero l’alternanza di momenti in cui una squadra è in possesso della palla ad altri in cui non lo è, in sostanza deve riprodurre le quattro fasi: attacco, difesa, transizioni positive e negative. Allenandole assieme si può rappresentare meglio la partita e, attraverso le relazioni fra di esse, consentire alla squadra di sviluppare e arricchire le capacità per realizzare il modello di gioco. All’interno del singolo allenamento, però, solo una fase avrà la priorità sulle altre e i giocatori devono essere consapevoli di questo fatto. La seduta dev’essere organizzata in modo da essere specifica e coerente con l’idea di gioco e deve consentire di migliorare il singolo calciatore ma anche l’organizzazione e il livello della squadra. L’allenatore, nell’organizzare il programma di allenamento, deve tener conto delle abilità e delle conoscenze dei giocatori, dei materiali, degli spazi, del tempo e del numero dei collaboratori che ha a disposizione. La parte iniziale della seduta è dedicata alla spiegazione degli obiettivi ai calciatori e alla descrizione delle esercitazioni, quella finale al confronto tra staff e giocatori, sia per valutare quanto fatto sia per fissare i propositi per l’allenamento successivo. Negli esempi di seguito descritti le prime esercitazioni sono dedicate allo sviluppo del singolo trasferendo, in forma didattica o attraverso situazioni di gioco attive, delle competenze individuali. Quelle successive hanno come intento quello di sviluppare, assieme alle abilità del singolo, tutti i princìpi e i comportamenti che servono per costruire un’idea di gioco comune e condivisa.

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LA DIFESA A UOMO

ALLENAMENTO 1 In questa prima proposta vengono sollecitati tutti i princìpi generali del modello di gioco, il duello con il proprio avversario, sia quando ha la palla che quando è senza. Fasi dell’allenamento 1.

Spiegazione degli obiettivi e delle esercitazioni

2.

Didattica individuale 1 CONTRO 1 DA DENTRO E DA FUORI Esercizio 1 - pag. 62 Durata: 10 minuti

3.

Duello 1 CONTRO 1 DA CROSS E 1 CONTRO 1 DA FUORI VERSO DENTRO Esercizio 15 - pag. 102 Durata: 10 minuti

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