Lo smarcamento "altruista"

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LO SMARCAMENTO "ALTRUISTA"

Teoria e proposte pratiche per sviluppare la capacità di smarcamento

TATTICA INDIVIDUALE

RICCARDO LEARDI

L’AUTORE

Riccardo Leardi

Allenatore UEFA B

Riccardo Leardi, classe 1995, è allenatore UEFA B.

Originario di Biella e laureato in Giurisprudenza, attualmente allena l’Under 16 della FC Pro Vercelli 1892.

Appassionato di calcio fin da bambino, grazie al padre e agli allenatori avuti nel suo percorso da giocatore, termina la carriera da calciatore per scelta, dopo aver giocato per alcuni anni in Eccellenza, Promozione e Prima Categoria, avendo scoperto presto la passione per l’allenamento.

Inizia la carriera da allenatore all’età di vent’anni, come collaboratore nel Settore Giovanile della Biellese 1902. Successivamente passa all’USD Città di Cossato come allenatore dell’Under 17. Dalla stagione 2019-2020 è all’FC Pro Vercelli 1892, dove ha allenato Under 14, Under 15 e, dalla stagione 2023-2024, Under 16.

Da qualche mese collabora con YouCoach come autore di articoli ed e-Book.

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PREFAZIONE

Il calcio e la sua complessità mi hanno sempre affascinato e da sempre sono il motore che mi ha spinto in questi anni, ormai più di trenta, a studiare questo sport in modo profondo per cercare di comprenderne meglio sfumature e particolarità.

Ho avuto l’opportunità e la fortuna di vivere esperienze diverse in diversi contesti calcistici, sia dilettantistici che professionistici, nel Settore Giovanile e nelle Prime Squadre, vivendoli da prospettive di ruolo diverse: prima da allenatore, poi da coordinatore tecnico e poi ancora da collaboratore di uno staff. Da qualche anno ho una docenza per la materia calcio presso l’Università Statale di Milano e, in passato così come oggi, svolgo anche il ruolo di formatore.

Tuttavia, gli aspetti comuni caratterizzanti di questi mondi così diversi ma così vicini sono sempre stati le relazioni tra i giocatori, l’interazione tra le diverse persone, l’interazione delle persone nell’ambiente e la complessità che ne deriva e che muove questi contesti. Credo quindi che un approccio sistemico, serio e curioso che tenga conto della complessità di questo sport sia il modo migliore per poter operare con competenza e qualità. Ho incontrato Riccardo per caso, merito di una conoscenza comune, e sono stato piacevolmente sorpreso dalla sua energia, dalla sua passione e soprattutto dalla sua curiosità. Trovare in ragazzi così giovani la volontà di affrontare la materia calcio in modo attento e meticoloso mi ha fatto rivivere i miei inizi, inizi che sono stati diversi da quelli di Riccardo, in quanto io non ho mai avuto l’opportunità di potermi confrontare con persone che avessero già vissuto determinate esperienze e potessero condividere con me qualche pensiero.

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L’idea di poter quindi essere un riferimento per giovani che vogliono crescere e migliorarsi la considero un aspetto davvero gratificante e fonte di grande orgoglio rispetto al mio percorso professionale. Il poter ispirare giovani allenatori che vogliono evolvere nel ruolo è la soddisfazione più grande che un formatore può ricevere. Ecco quindi che l’energia, la curiosità e la competenza di Riccardo non potevano che generare qualcosa di interessante, ed è con queste premesse che nasce questo lavoro in collaborazione con YouCoach, realtà che da anni si occupa di formazione e si preoccupa di mettere a disposizione dei tecnici strumenti per poter migliorare il proprio lavoro. Un argomento davvero difficile da affrontare, il cuore del gioco, a mio modo di vedere, in questo elaborato viene trattato con intelligenza ma soprattutto da una prospettiva diversa. Un concetto individuale inserito in un contesto collettivo, un pensiero individuale che vuole tener conto delle relazioni e che parla di altruismo e disponibilità: quasi un ossimoro. Ho trovato che questo diverso approccio per descrivere un concetto già conosciuto sia coraggioso e allo stesso tempo geniale. Credo che il calcio italiano abbia bisogno di ragazzi come Riccardo che, con passione ma soprattutto con competenza e curiosità, cercano di migliorare costantemente le proprie conoscenze per metterle al servizio dei giovani calciatori.

L’auspicio, ovviamente, per lui come per tutti i giovani mossi da questa energia, è che arrivi un giorno un’opportunità vera per fare della loro passione la loro professione. Buona lettura.

Docente universitario

Ex coordinatore tecnico del Settore Giovanile di Milan e Juventus

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LEARDI

INTRODUZIONE

“Io cerco giocatori che sanno giocare bene senza palla”.

Nel gioco del calcio, potremmo dire, sono necessari dieci giocatori (ma non solo) che sappiano giocare bene anche senza palla. E che quindi sappiano muoversi nel tempo e nello spazio.

Il gioco senza palla è, a mio avviso, un fondamentale, esattamente come la tecnica. Quanto l’uno sia più importante dell’altro non è il tema sul quale mi focalizzerò in questo testo, ma credo che giocare senza palla sia uno dei fondamentali del calcio.

Saper giocare senza palla è una qualità che aumenta la pericolosità offensiva e difensiva di una squadra, semplicemente perché la palla è una e i giocatori senza... sono tutti gli altri, compagni e avversari compresi.

A volte la differenza fra un buon giocatore e un ottimo giocatore sta in buona parte nel saper giocare senza palla e quindi per i giocatori è fondamentale avere occhi aperti e cervello in funzione.

All’interno di una partita di 90 minuti, un giocatore è in possesso della palla per circa 2-3 minuti: ciò sta a significare che per il restante tempo di gioco lo stesso giocatore deve muoversi senza palla.

Spesso c’è una strettissima correlazione fra il gioco con o senza palla: si intende che, normalmente, chi fa le scelte giuste con la palla spesso sa altrettanto bene come muoversi in campo per andare sostanzialmente dove non c’è gente, giocando bene anche senza palla.

Ma non solo, chi conosce il gioco ha solitamente buone letture in fase di

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Željko Obradović

CAPITOLO 4

LE CAPACITÀ DI SCANNING PER COMPRENDERE IL GIOCO

“Il problema nel calcio è che si impara a giocare nel modo sbagliato, al contrario: prima l’esecuzione, poi la scelta e solo per ultima la percezione”.

Le informazioni che si raccolgono durante il gioco cambiano ogni secondo. Palla, avversari e compagni si muovono continuamente, ecco perché è molto importante, per il giocatore, la capacità di scanning. Per scanning, nel calcio, si intende il movimento della testa che il giocatore compie distogliendo temporaneamente lo sguardo dalla palla in modo da raccogliere, con la vista, le informazioni necessarie alle scelte successive. In questo, un ruolo fondamentale è svolto da un muscolo che spesso viene sottovalutato: quello del collo.

Il collo, tramite la rotazione, consente agli occhi e alla vista di inviare immagini al cervello, il quale selezionerà le informazioni in entrata e le organizzerà in maniera coerente per raggiungere gli scopi che vogliamo perseguire. Tanto più ricca sarà la quantità di informazioni tra cui scegliere, tanto più accurata potrà essere la nostra risposta all’ambiente che ci circonda. Ma quando è importante muovere il collo per guardarsi intorno? Molti sostengono che sia decisivo nei secondi o istanti prima di ricevere la palla. In realtà non penso che ci sia un tempo stabilito, in questa circostanza, ma credo che sia importante guardarsi attorno soprattutto quando la palla si muove o è in viaggio, indipendentemente dal fatto che poi la si riceva.

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Arsène Wenger

MEZZO OPERATIVO

Esercizio

DURATA

18 minuti

PREPARAZIONE

Area di gioco: 10×20 metri

Giocatori: 6

Numero di serie: 6 da 2 minuti con 1 minuto di recupero tra le serie

ORGANIZZAZIONE

Preparare un campo di 10×20 metri in cui disporre, su entrambi i lati lunghi, un cono ogni 5 metri. Quattro giocatori si posizionano fra i coni, ciascuno con in mano tre cinesini. Gli altri due giocatori, ognuno con un pallone, si sistemano in fila su uno dei lati corti.

DESCRIZIONE

MATERIALE

• 12 cinesini

• 10 coni

• Palloni

OBIETTIVI

• Visione periferica

• Schivare

• Guida della palla

• Al via dell’allenatore, il giocatore in guida palla deve cercare di arrivare il più velocemente possibile sul lato corto opposto, evitando i cinesini lanciati con le mani dai quattro giocatori esterni

• Il giocatore che sta conducendo la palla deve sfruttare la propria visione periferica per cercare di schivare i cinesini e, al contempo, mantenere l’attenzione sul traguardo finale

• Quando il giocatore alla guida del pallone riesce a raggiungere il lato opposto deve, sempre in conduzione, ritornare al punto di partenza per dare il cambio al compagno il quale, appena lo riceve, parte velocemente

• Al termine dei 2 minuti (serie), si conta il numero di punti totalizzati dalla coppia che forma un’unica squadra

• Al termine di ogni serie parte un’altra coppia (due serie per ogni coppia, da eseguire al centro)

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EVITA GLI ATTACCHI 01

REGOLE

• Ogni volta che il giocatore arriva sul lato opposto guadagna cinque punti (andata più ritorno: dieci punti)

• Ogni volta che un giocatore viene toccato da un cinesino perde un punto

• Vince la squadra che totalizza più punti al termine delle sei serie

VARIANTI

1. I giocatori all’esterno non hanno vincoli di movimento, si possono spostare indifferentemente su tutti i lati del rettangolo

2. Far partire i due ragazzi in guida palla contemporaneamente

3. Variare i tipi di conduzione, obbligando i giocatori a essere più attenti alla palla e a utilizzare maggiormente la percezione dell’intorno

TEMI PER L’ALLENATORE

Per i giocatori in possesso palla:

• Curare la percezione dell’intorno

• Avere un buon dominio di palla: guardandosi intorno

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