XV Chesterton Day

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30 GIUGNO

XV CHESTERTON DAY

Ieri sera 30 giugno si è svolto il XV Chesterton day. Sul palco della festa come sempre, un'incontro spumeggiante tra amici, in compagnia di qualcosa da sgranocchiare e di qualche buona birra. Il clima è quello di un pub inglese come quelli che frequentava il nostro caro amico GKC. Ci piace questa modalità di vivere questi incontri letterari perché ci mandano con la mente in una vecchia dimensione e soprattutto, grazie ai relatori, ci ricordano delle cose di cui abbiamo sempre bisogno per lottare ai nostri giorni. Gli argomenti trattati sono stati molti e direi tutti collegati tra loro. Uno tra tanti è stato il fatto che noi dobbiamo ricercare la nostra innocenza per sfuggire il peccato e questa è una cosa molto importante per ognuno. Stiamo infatti lavorando in questo periodo sul valore dell'umiltà. Fabio Trevisan ci ricordava anche che per essere più attenti alla realtà che ci circonda, dobbiamo rompere le convenzioni del mondo e andare contro corrente, con una buona dose di ottimismo che ci aiuta nella lotta. Viviamo in tempi difficili dove, come diceva Chesterton, dovremmo ricorrere alla spada per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Abbiamo anche affrontato la questione del piccolo Charlie che Grazie a Dio è ancora vivo. Quello che in questa faccenda mi fa rabbia è che l'umanità intera, a parte qualcuno, non si smuove difronte a nulla. Si fanno salti mortali per salvare un cane ma quando si tratta di un bambino nessuno dice nulla, siamo proprio annichiliti davanti a tutto. Comunque io che sono lontano da questa famiglia e mi sento di dover fare qualcosa, ho pregato e offerto fatiche e digiuno per questo bimbo. Quando ho ricevuto la notizia che avevano posticipato la morte sono stato felicissimo, anche se con un po' di rammarico per il suo futuro. Per me è stato come una risposta di Nostro Signore. La speranza non muore, chiediamo a Dio la conversione del cuore dei medici e dei giudici che stanno decidendo la sorte di questo piccolo angioletto.

Per ultimo, ma non meno importante, il tema della nostra bella festa: le radici, importanti perché portano frutto e questo mi fa pensare alle tante cose vissute in compagnia in passato e alle tante belle opere che stanno nascendo ora. Penso anche alla bellissima tradizione della Chiesa che abbiamo conosciuto, grazie alle catechesi di Marco del sabato e ai nostri amici monaci di Norcia. Un bel racconto su questo argomento ce lo ha offerto il nostro amico Gnocchi parlando della sua bisnonna e qui riporto uno dei suoi articoli apparsi sul foglio. "Povera bisnonna Antonia, che ha passato una vita fatta di pateravegloria, rosari, messe alle cinque di mattina, segni di croce a ogni santella, catechismo imparato a memoria e precetti morali da praticare scrupolosamente e insegnare con zelo. Povera bisnonna Antonia, e poveri i suoi ottantaquattro anni trascorsi a “dire preghiere” e a osservare “prescrizioni” nella speranza di abbracciare un giorno Gesù, a cui dava del Voi, come usavano le generazioni perbene. Povera bisnonna Antonia e povera la sua fede che, non fosse per il candore ingenuo e inerme delle vecchine di campagna, oggi potrebbe essere presa per una cristiana ideologica, moralistica, farisaica, senza cuore. Eppure, quella donnina sempre vestita di nero che parlava solo dialetto e un latino tutto suo, aveva mostrato quanto amore per Dio e per gli uomini sgorghi da una vita passata a “dire preghiere”. Al marito, che in punto di morte le chiedeva perdono per quante gliene aveva fatte e lei aveva sopportato nel silenzio e nella pazienza, la povera bisnonna Antonia aveva risposto di non avere paura: “Quando sarete di là, vedrete quanto bene avranno fatto le preghiere che vostra moglie ha detto per voi”. È stata una bella serata che ci ridesta il cuore sull'essenziale della nostra esistenza.

Stefano Olivieri


“PARLANO I GIOVANI…” Sono rimasto molto colpito dal Chesterton Day di questo anno, perché ha messo in luce molti aspetti interessanti dello scrittore inglese che non conoscevo. Partivo infatti con il presupposto che in Chesterton il concetto di innocenza non fosse così importante, ma ho scoperto che è invece una caratteristica che accomuna molti dei suoi lavori. Tra gli ospiti di quest’anno c’era anche Fabio Trevisan, che si è soffermato sul significato dell'innocenza per “zio Gilbert”. Per lo scrittore infatti l’innocenza è guardare la realtà con lo stupore di un bambino, ovvero con una prospettiva diversa, perché essa si rivela molto di più di quello che noi vediamo ed immaginiamo. L'innocenza nasce dalla gratitudine e dal l'umiltà Dell’intervento di Paolo Gulisano invece vorrei sottolineare le parole riguardo la confessione. Secondo Chesterton, infatti, l'uomo confessato non è solo purificato dal peccato, ma completamente rigenerato nell'innocenza. Dopo cena il discorso si è spostato sul tema generale della festa, approfondito da Alessandro Gnocchi, il quale riprendendo un testo di Chesterton, ci ha detto che le nostre radici non sono in terra ma in cielo e questo in Chesterton faceva nascere il desiderio di guardare il mondo con uno sguardo nuovo. Dopo questo incontro è nato in me l’intenzione di guardare la realtà con l’innocenza è l’umiltà di un bambino. Spero di poter conservare questo buon proposito per il futuro e poter avere un atteggiamento diverso di fronte alle cose. Giacomo Di Paolo

COMMENTO SULLA MOSTRA DEI RAGAZZI: “I GIOVANI SANTI” Faccio parte delle ragazze toste anche se vengo da Mantova, in Lombardia. Ho deciso di partecipare a questa mostra quando, una sera piovosa, Martina Giustozzi mi mandò un messaggio chiedendomi se volevo partecipare. Io accettai subito. Il giorno dopo mi misi al lavoro incuriosita da questa santa, Giovannina Piazza. Inizialmente non mi aveva colpita molto, poiché la sua era stata una vita semplice e normale, cosa che non mi appassionava. Andando avanti con la lettura però mi interessai alla sua vita. Successivamente passai a fare il disegno: questa fu la parte più complicata. Mi limitai a disegnare Giovannina come l'avevo immaginata: piuttosto bruttina ma con un carattere che la rendeva bella. Di questa Santa mi ha stupito l' umiltà e la pazienza.Sono stata molto felice di partecipare a questa mostra perché è stata una bella esperienza e spero di poterne fare un’ altra. Margherita Vagliani


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