Vending News n° 8 - Gennaio-Febbraio 2014

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Numero 8 - Anno 2014

RIVISTA BIMESTRALE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA

Didiesse s.r.l.

IN QUESTO NUMERO Tecnoplastica Valtellinese & Natribom Alessandro Corsuto Te.so.ri. Geos Sicilia Vincenzo Niccoli Vending Cash Sicilvending Pianeta Gare Il Vending in Cina Dossier Expo Vending Sud 2013


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L’editoriale di Fabio Russo

E 2014 fu! Inizia un anno importante per la distribuzione automatica, l’anno che è stato definito da tutta la categoria come quello che, grazie all’evento epocale dell’adeguamento dell’IVA dal 4 al 10%, dovrebbe dare nuovi impulsi al settore. Alcuni centesimi di euro in più in termini di marginalità su ogni vendita - dopo aver escluso quelli destinati all’IVA, naturalmente... - che potranno in parte confluire nella somma che ogni gestore andrà ad investire in termini di sviluppo di prodotti e sistemi, per adeguare e qualificare sempre di più il proprio lavoro. L’anno delle Fiere, con un numero significativo di esposizioni internazionali dedicate alla distribuzione automatica, con una presenza sempre crescente di espositori e visitatori, ma anche di novità presentate. Nuovi prodotti, servizi e attrezzature faranno il loro ingresso a Vending Paris, a VendExpo Russia a Mosca, al NAMA One Show di Las Vegas, al China Vending Show, a Le Forum Vending Show di Montecarlo e naturalmente alla Fiera delle fiere: Venditalia 2014. L’esposizione internazionale tutta italiana che anche quest’anno vedrà i protagonisti della filiera incontrarsi dal 7 al 10 maggio nei padiglioni di Fieramilanocity. Al centro dell’attenzione, l’esplosione di macchine e prodotti di consumo per l’OCS di tanti produttori italiani ed esteri che guardano al mercato nostrano come a un nuovo Eldorado. Le novità presentate? Avrete modo di averne anteprima nel prossimo periodo attraverso i nostri 4 strumenti: Vending Newsletter, VendingTV.it, Vending News “Daily” e la rivista che vi accingete a leggere nella versione cartacea. L’anno in cui, forse, i gestori comprenderanno che dare un servizio sempre più personalizzato e qualificato, migliorerebbe certamente il grado di soddisfazione dei consumatori e, naturalmente, anche quello di fidelizzazione degli stessi. Indipendentemente dal prezzo del prodotto/servizio acquistato. Quindi, non fate la guerra dei prezzi ma quella del miglior servizio proposto! Da alcune settimane, i nostri governanti dicono che gli indicatori di una nuova crescita dell’economia nazionale ci sono tutti e che nell’arco di quest’anno dovrebbero manifestarsi i presupposti per poterne godere i primi benefici. Se davvero è così, BUON 2014 a tutti e Think positive!


Sommario

Periodico bimestrale della distribuzione automatica Anno 3 - Numero 8 Gennaio/Febbraio 2014

L’EDITORIALE di Fabio Russo

Editore

Aziende pag. 7

Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151

pag. 8

Sito internet

Iscrizione al ROC n°22385 dal 4 Maggio 2012

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pag. 33

Sede: Via Benedetto Brin, 69 80142 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695

www.vendingnews.it

Direttore responsabile Francesco Ippolito Direttore editoriale Fabio Russo Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Francesco Ippolito Fabio Russo Flora Seta Sara Augugliaro Alex Haodong Chen Stefano Cecchini Tito Alescio Giovanni Consoli Davide Zappalà Michele Ferraro Paky Di Bitonto

Stampa Tipografia TETI srl - Napoli Pubblicità: inferiore al 50% Vending News è una rivista tecnica dedicata alla distribuzione automatica. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti

L’esperto

pag. 3

Pianeta Gare Un mondo da scoprire

A cura di Stefano Cecchini

Partnership tra Tecnoplastica Valtellinese e Natribom Tecnoplastica Valtellinese e Natribom Insieme per l’O.C.S.

Intervista con Massimo Dente pag. 36

Eventi pag. 12

SPECIALE Expo Vending Sud 2013 Dossier fotografico

Vending e impegno sociale

Intervista con Denis Cagnin pag. 42

Prodotti

Geos Sicilia

pag. 44

Vending Cash e Sicilvending

pag. 47

Energy Drink molto particolari

Vending in the world

Personaggi pag. 20

pag. 24

Intervista con Alessandro Corsuto

A cura di Alex Haodong Chen

Vi presento Avatar

Il futuro del Vending in Cina

pag. 30

Errata Corrige

Intervista con Vincenzo Niccoli

Nel numero 7 di Vending News è stato attribuito erroneamente il ruolo di CEO ad Antonella Arnone, responsabile commerciale di Sistemi Vending s.r.l.

Vincenzo Niccoli Dalla Puglia alla Toscana

L’e-quotidiano della distribuzione automatica www.vendingnews.it




Partnership tra Tecnoplastica Valtellinese e Natribom

Il 19 novembre 2013 si è concluso l’iter che ha portato all’acquisizione della divisione macchine per il caffè di Natribom da parte della Tecnoplastica Valtellinese. L’operazione risponde a una precisa strategia di mercato e ha lo scopo di unire forze e competenza che possano sviluppare tecnologie innovative rispondenti alle esigenze della clientela in termini di qualità e performance delle macchine. Le protagoniste dell’operazione sono due Aziende affermate da anni nel mercato, entrambe forti di un know-how che ne consoliderà il posizionamento a livello nazionale e internazionale.

Tecnoplastica Valtellinese nasce nel 1973 come azienda capace di produrre articoli plastici con avanzati processi di stampaggio. Oggi si presenta con i tratti tipici di una realtà industriale solida e versatile forte di un Sistema Qualità certificato UNI EN ISO 9001 sin dal 1999. Ma Tecnoplastica Valtellinese non si propone solo come fornitore di pezzi stampati, bensì come partner industriale vero e proprio, fornendo servizi di montaggio e collaudo di apparecchiature, produzione stampi e, ancor prima, servizi evoluti quali product design, engineering CAD CAM. È perciò in grado di concretizzare ogni idea, organizzandone tutte le fasi realizzative, dalla produzione fino al confezionamento del prodotto finito.

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Natribom nasce dalla scissione della Locati S.p.A., storica Azienda di progettazione e produzione di particolari in plastica e capsule per caffè che negli anni aveva sviluppato un forte know–how nel settore delle macchine per ufficio e per uso domestico. Inizialmente la Locati le produceva in Cina e poi, seguendo una filosofia completamente in controcorrente rispetto ad altri player, in Italia. Seguendo la strada tracciata, Natribom ha continuato il percorso nell’innovazione, nella massima cura nelle fasi d’ideazione e progettazione ed effettuando importanti investimenti in ricerca e sviluppo. Elevati standard qualitativi sono da sempre la filosofia dell’Azienda, filosofia che ha permesso di seguire l’evoluzione del mercato progettando macchine di semplicissima manutenzione e rispondenti perfettamente alle esigenze dei consumatori. Natribom è perciò in grado di concretizzare ogni idea, organizzandone tutte le fasi realizzative, dalla produzione fino al confezionamento del prodotto finito.

Aziende


I

Tecnoplastica Valtellinese - Natribom insieme per l’OCS

ncontriamo Massimo Denti, CEO di Tecnoplastica Valtellinese, al quale chiediamo cosa ha portato all’incontro tra le due Aziende. Cosa ha spinto verso la fusione?

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Più che di fusione si dovrebbe parlare di una vera e propria partnership, in cui Tecnoplastica Valtellinese si occuperà della produzione e della fatturazione mentre Natribom della parte commerciale e del supporto creativo e tecnico necessario al prodotto. Quest’accordo ha l’obiettivo di unire le forze di due aziende, di realizzare importanti sinergie operative, commerciali ed industriali sfruttando la condivisione delle competenze e conoscenze. Incrementare la capacità innovativa, produttiva e la competitività sul mercato nonché risparmiare costi per l’effetto di tali sinergie, sono le basi di questa collaborazione ed è ciò che ci ha spinti a fare questo passo. Quale obiettivo vi siete posti? Sicuramente, quest’operazione ci permette come prima cosa di raggiungere una migliore copertura territoriale Italiana, con un nuovo ufficio commerciale vicino all’aeroporto Internazionale di

Aziende

Malpensa e in secondo luogo, ma non meno importante, di rispondere in modo più tempestivo e puntuale alle sempre più numerose richieste provenienti sia dal mercato nazionale sia da quello internazionale permettendoci, inoltre, di dare il nostro contributo per la valorizzazione del Made in Italy all’estero. Il Made in Italy nel mondo è l’inconfondibile espressione che identifica il modo italiano di intendere il design, lo stile, la qualità ed è per questo motivo che siamo orgogliosi di fare del Made in Italy una bandiera dei nostri prodotti. Chi ha fatto il primo passo? A dire il vero non saprei chi per primo ha parlato o pensato a questa collaborazione, è un’idea che ha preso forma nel tempo, dopo numerose discussioni e scambi di opinioni tra due imprenditori consapevoli che in un contesto attuale, in cui fare impresa è diventato difficoltoso a causa della situazione di crisi contingente in Italia, la chiave di

volta è fare network, collaborare ed unire le forze di due aziende che si incastrano in modo ottimale e che grazie alla complementarietà creano sinergia. È stato necessario lavorare per convincere l’una azienda ad unirsi all’altra o la fusione è avvenuta in maniera “naturale”? Come detto prima, l’accordo è nato in maniera del tutto naturale. Questa collaborazione si inserisce nel contesto di un più ampio disegno industriale e strategico, volto alla creazione di un punto di riferimento di competen-


ze globali per le macchine da caffè espresso, in grado di competere con i principali player nazionali in termini di economie di scala, di dimensioni e varietà di prodotti. Qual è l’apporto che ognuna può offrire all’altra? Da una parte Tecnoplastica Valtellinese, una realtà industriale solida e versatile, presente sul mercato da oltre 40 anni, è in grado di concretizzare l’idea creativa ed organizzare l’intero processo produttivo fino al confezionamento del prodotto finito. Dall’altra parte Natribom, forte di uno straordinario know-how tecnico e professionale nel mercato del caffè, possiede elevatissime competenze nell’area dell’innovazione, della progettazione e della filiera legata alla commercializzazione. Le due aziende uniscono competenze differenti e decisamente complementari che vanno nella stessa direzione e con obiettivi comuni come l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, la qualità, la cura del dettaglio, componenti che sono le fondamenta per dare vita a prodotti unici, semplici ed estremamente affidabili. Cosa cambia nelle strutture aziendali? Nelle strutture aziendali di fatto rimane tutto invariato. Sono stati mantenuti gli stessi ruoli combinando però le diverse conoscenze ed esperienze dei singoli a beneficio del risultato operativo e commerciale. La cura della qualità nella produzione del personale di Tecnoplastica Valtellinese unitamente alla struttura commerciale di Natribom nonché al reparto creativo e tecnico necessario per lo sviluppo del prodotto, si amalgamano perfettamente e danno vita ad una struttura organizzativa compatta e completa. Si può parlare di una sorta di team virtuale, in cui l’individualità delle singole aziende e delle persone non viene meno, anche se ovviamente sono state messe in atto delle procedure di coordinamento.

La sinergia tra le due Aziende darà vita a una nuova compagine oppure ognuna manterrà la propria identità? Per il momento l’identità di ognuna verrà mantenuta ma ci si presenterà sul mercato come un’unica azienda. Quali sono i progetti futuri? Tanti! Unendo la produzione flessibile ed efficiente di Tecnoplastica Valtellinese alla creatività di Natribom le idee ed i progetti fino ad ora rimasti nel cassetto potranno finalmente prendere forma. Saranno indubbiamente necessari molti investimenti in Ricerca e Sviluppo, appropriate strategie di marketing e di vendita per rafforzare la nostra presenza sul mercato, per proporre qualcosa di nuovo e per apportare continui miglioramenti all’offerta attuale. Avete già pronto un piano di sviluppo? Quali strumenti adotterete per la crescita? Per il momento un piano di sviluppo vero e proprio non è ancora stato definito. Ricordiamoci che la partnership è stata da poco ufficializzata ed in questo momento siamo in fase di definizione dei processi e di trasferimento, o per meglio dire, di condivisione del know how. La prima parte del 2014 sarà dedicata alla programmazione e alla definizione di una strategia che prevederà diverse fasi operative con un unico obiettivo: crescere!

9 Prevedete di dare maggior spazio alla produzione conto terzi o vi lancerete con macchine a Vostro marchio attraverso le quali imporre un Vostro brand sul mercato nazionale? Siamo sin da ora pronti a metterci in prima linea e daremo spazio a ciò che richiederà il mercato. La domanda evolve molto velocemente e il segreto per essere competitivi è proprio quello di non fermarsi mai ed essere pronti al cambiamento quando necessario. Al momento il nostro business è focalizzato sulla produzione conto terzi ma non escludo che in un futuro si potrà presentare, più che imporre, un nostro brand e, scusate se sono ottimista, ma non solo sul mercato nazionale. Quanto conta il mercato estero? Molto. I nostri prodotti sono già ampiamente presenti all’estero ma credo che ci sia ancora tanto da fare,

Aziende


ci sono ancora molte opportunità da cogliere. Un nostro tratto distintivo rispetto a molti concorrenti è sicuramente che i nostri prodotti sono completamente Made in Italy, emblema dell’industria italiana all’estero. Questo è un plus che viene recepito

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molto positivamente oltre confine. Non dimentichiamoci, però, del mercato italiano che per il momento è il nostro focus.

futura partnership con una qualche torrefazione per la realizzazione di una Vostra linea di capsule legate alle Vostre macchine?

Dalle macchine al caffè, il passo è breve. Possiamo immaginare una

Il nostro mestiere è vendere le macchine e non le capsule!

Sei pronto per Q?

Q

Il tuo nuovo modo di fare Business



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Eventi


Si è conclusa con successo la 5° edizione di expovending Sud 2013, il salone specializzato nei sistemi per la distribuzione automatica dedicato agli operatori del Sud Italia e del bacino del Mediterraneo. La manifestazione, che si svolge a Catania, vede la partecipazione di imprese locali e dei maggiori player del vending nazionale rappresentati attraverso le rivendite locali. expovending Sud si pone come supporto alle aziende del vending che operano in aree distanti dalle location in cui si svolgono le più importanti fiere di settore, con l’obiettivo di rendere expovending Sud facilmente accessibili tutte le ultime novità. La prossima edizione di expovending Sud si svolgerà a Maggio 2015 rendendo la fiera una manifestazione biennale negli anni dispari e in alternanza con Venditalia.

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Eventi


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Eventi


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Eventi


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Eventi



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Eventi



Vi presento Avatar

A

lessandro Corsuto, napoletano classe 1977, è l’inventore di Avatar, il distributore automatico di cialde e capsule, lanciato da Didiesse in occasione di Host 2013. Avatar rappresenta una novità per il segmento O.C.S. andando a posizionarsi sul mercato in supporto ai gestori e come completamento della pausa caffè negli uffici e nelle piccole comunità, dove i consumi non giustificherebbero la presenza di distributori automatici free standing.

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Avatar è la risposta giusta alle esigenze di tutti gli attori coinvolti nel servizio O.C.S.: gestori e fruitori. Grazie alle caratteristiche di questo semplice quanto completo distributore automatico e con un investimento contenuto, i gestori O.C.S. possono accedere a quelle postazioni in cui il datore di lavoro non vuole o non può farsi carico del costo del kit di caffè da mettere a disposizione dei dipendenti, né questi possono gestire la vendita tra colleghi di ogni singola capsula. Spesso capita che dopo un’esperienza negativa, il datore di lavoro decida di lasciare che ognuno “si arrangi da sé”

ordinando il caffè al bar dell’angolo e privandosi egli stesso della comodità di avere il servizio in casa. Ma Avatar non vende solo caffè e piccoli snack. L’aspetto più interessante di questo piccolo distributore altamente performante sta nella sua capacità di gestire anche la macchina del caffè della quale funge da supporto di appoggio. Per approfondire tutte le caratteristiche di Avatar, abbiamo incontrato il suo ideatore Alessandro Corsuto, che con Avatar fa il suo ingresso ufficiale nel vending. Immaginiamo che per realizzare un distributore automatico di questa tipologia, lei abbia un background tecnico. Da quale settore proviene? Provengo dal settore meccanico automobilistico e ho sempre lavorato in officina, sin dai tempi della scuola. Studiavo e riparavo auto e ho continuato anche dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Tecnico che frequentavo. Mi piaceva, lo facevo con passione, tant’è vero che ancora oggi mi diverto con i motori delle auto, anche se ormai è solo un hobby a cui ho poco tempo da dedicare. Dalle macchine alle macchinette. Com’è avvenuto il passaggio?

Attuale versione del modello Aura di Didiesse

Personaggi

L’idea è venuta insieme ad un amico, entrambi incuriositi da questi apparecchi che stavano cominciando a diffondersi prepotentemente sul mercato. Comprammo una macchina a cialde della Didiesse, la vecchia Aura, e cominciammo a studiarla. Devo dire che l’impatto fu strano. Io che provenivo da un settore in cui i meccanismi erano complessi, non riuscivo

a rendermi conto di come un apparecchio così semplice e spartano da un punto di vista tecnico riuscisse a funzionare. Comunque fu proprio Aura a battezzare il nostro ingresso nel mondo del vending e a solleticare la nostra voglia d’intraprendere in questo settore. Come furono gli inizi? I primi tempi furono molto duri. Avevamo poche lire da investire e questo mi costringeva a fare lavoretti saltuari che toglievano tempo al nuovo lavoro e alla sperimentazione in officina. La possibilità di realizzare le idee e i progetti che avevo in mente sembrava allontanarsi sempre di più, finché non avemmo la possibilità di accedere a quello che veniva chiamato il “prestito d’onore”. Grazie a quel primo finanziamento potemmo fare il primo investimento serio e comprare 30 distributori automatici di cialde. Riusciste a collocarli facilmente? In verità quei distributori furono allo stesso tempo la nostra sfortuna e la nostra fortuna. Purtroppo non funzionavano e non potevamo restituirli al fornitore in quanto il finanziamento di cui avevamo usufruito non prevedeva il reso. Come dire: visto e gradito! Riuscimmo però a trovare un accordo col produttore che risolse la cosa e fu, come dicevo prima, la nostra fortuna.


Daddy Tenemmo per noi solo i mobili e le gettoniere restituendo la parte meccanica delle macchine. In cambio ricevemmo altri mobili vuoti e altre gettoniere. A quel punto dovevamo inventarci qualcosa per animare quei corpi senza vita. Su questa scorta cominciammo a studiare e venne fuori un primo modello di distributore dotato di una scheda che s’interfacciava con la macchina del caffè, bloccando l’erogazione dell’acqua. Riuscimmo a installarne 30 in 20 giorni e l’entusiasmo ci spinse a pensare che, pur senza fondi da investire e con un po’ d’intraprendenza, potevamo avviare una produzione industriale. Come si è evoluta la vostra storia? Nel 2008 mi sono separato dal mio socio e ho cominciato a camminare da solo. Il mercato nel frattempo era cambiato, ma non le mie ambizioni

che erano rimaste tali. Mi tuffai nel lavoro di progettazione e nella sperimentazione in officina con l’obiettivo di arrivare a presentare un prodotto mio nell’edizione di Venditalia del 2010. Cominciai a progettare un distributore combinato caldo/freddo sulla scia di quelli che cominciavano a vedersi in quel periodo, ma dotato di soluzioni innovative. Purtroppo mi resi conto che occorrevano troppi soldi per realizzarlo e dovetti fare un passo indietro e rinunciai all’esordio a Venditalia. Ma non mi arresi. Continuai a lavorare in officina concentrandomi di nuovo sui distributori a cialde/capsule fino a realizzare Daddy, il mio primo distributore a capsule, una macchina slim di alte capacità che funzionava con sistema a estrazione. Con questo prototipo mi presentai a Venditalia 2012, riuscendo finalmente

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a propormi in un contesto professionale internazionale di prestigio, anche se per il settore ero ancora un neofita. Aveva uno stand tutto suo in cui Daddy era il protagonista?

Dopo qualche mese è nato Avatar e siamo riusciti a portarlo a Host 2013 dove ha esordito, riscontrando immediatamente grande successo tra gli addetti ai lavori.

Assolutamente no! Grazie all’amicizia con i titolari di due aziende campane, Caffè Gioia e Nutis, mi appoggiai al loro stand dove Daddy era un ospite. Sicuramente Daddy è il progenitore di Avatar. Ma com’è avvenuto l’incontro con Fulvio Di Santo della Didiesse e con Massimo Renda de l’Aromatika, proprietaria del brand Caffè Borbone?

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Con Fulvio e Massimo ci conoscevamo già da anni, anche se non avevo con loro rapporti commerciali stretti e continuativi. Sapevano che ero e sono un curioso della tecnica e conoscevano le competenze da me acquisite per studi ed esperienza sul campo. Ma nulla di più. In verità, prima di Venditalia 2012 mi ero presentato a loro chiedendo di poter esporre nel loro stand. Forse non riuscii a convincerli abbastanza, ma probabilmente li incuriosii, poiché quando passai a salutarli al loro stand alla fine della Fiera, Massimo Renda volle scambiare quattro chiacchiere con me. Nulla di formale, giusto il tempo di prendere un caffè, ma cominciai a intravedere in quell’occasione la possibilità di avviare con loro un rapporto di collaborazione. Da qui è nato Avatar? Diciamo di sì. Il distributore di capsule che avevo presentato a Venditalia non era esattamente quello che loro volevano. Mi contattarono spiegandomi qual era il sistema di erogazione che avevano in mente e per rendermi l’idea mi mandarono una foto in 3D di una catenaria dicendomi in poche parole: realizza Avatar! Certamente non potevo sviluppare un progetto partendo da una foto, ma avevo capito ciò che avevano in mente e mi misi a lavorare sodo.

Personaggi

Quali sono le caratteristiche tecniche di Avatar? Dire che Avatar è un distributore automatico di capsule e cialde è un po’ riduttivo, in quanto è una macchina che, pur non essendo refrigerata, si presta all’erogazione anche di piccoli snack completando così il servizio al consumatore per ciò che riguarda la pausa caffè nelle piccole comunità. Avatar è un distributore automatico costituito da 4 catenarie, ossia da 4 selezioni, per l’erogazione di 4 prodotti diversi con 4 prezzi diversi. Ogni catenaria è composta da 47 cassettini, le cui dimensioni sono 9 cm. di larghezza, 3 di altezza e 11 di profondità, riuscendo così a contenere una soddisfacente quantità di prodotti con un minimo ingombro. Il funzionamento è molto semplice e lo può comprendere anche un bambino: il meccanismo di Avatar funziona come la catena di una bicicletta dove ogni maglia corrisponde a un cassetto e ruota in senso verticale piuttosto che orizzontale.

Come gestisce il credito? Utilizza una scheda elettronica che gestisce sia il funzionamento elettromeccanico del distributore che il credito. La scheda si può interfacciare semplicemente con un validatore di monete o prevedere la compresenza di un sistema a chiave di qualsiasi produttore, purché rispondente al protocollo Executive. Molto semplice, dunque, come semplice è il prelievo dei dati di vendita e dei corrispettivi che può avvenire attraverso codice sulla tastiera o con chiave. Ma la cosa più importante è che Avatar gestisce anche la macchina per il caffè a cui è abbinato, andando a tutelare il gestore rispetto alla concorrenza che, come sappiamo, diventa sempre più agguerrita. Con il nostro sistema il gestore ha la garanzia che nessun’altra capsula può essere utilizzata nella sua macchina se non quelle erogate da Avatar. Il distributore di caffè resta in stand by e pronto ad erogare solo nel momento in cui riceve da Avatar l’impulso a farlo, cosa che accade nel momento in cui un utente inserisce le monete o la chiave ed acquista una capsula. Vogliamo dare un’anteprima per Venditalia 2014? Speriamo di riuscire a presentare un nuovo distributore che potrebbe essere ancora più aggressivo sul mercato in termini di posizionamento e diffusione. Ma per il momento la nostra star è Avatar, di cui stiamo già elaborando una nuova versione. Quali sono le sfide personali future? Sono entrato con fatica in questo settore conservando sempre la passione che mi accompagna da quando ero un ragazzino. La mia ambizione è di professionalizzarmi ancora di più e, grazie alla strada intrapresa con Didiesse, offrire al mercato del vending prodotti sempre più innovativi e performanti.



Il futuro del Vending in Cina

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a quando, anni fa, la crisi economica ha colpito gli Stati Uniti e l’Europa, il settore del vending ha subito una significativa battuta d’arresto nei Paesi occidentali. Si sono verificate varie fusioni e accorpamenti di attività e il numero di aziende operanti nel vending si è di conseguenza ridotto di anno in anno. Alcune imprese hanno dovuto accorparsi per dar vita ad una compagine più forte, capace di combattere la recessione del settore; altre stanno spostando la propria attenzione su attività alternative. Ciò dimostra che il vending nei Paesi sviluppati dell’Occidente sta affrontando una quantità di sfide senza precedenti.

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Al contrario, la Cina ha prospettive completamente diverse, ossia un mercato della distribuzione automatica promettente e in crescita. Il vending in Cina migliora di anno in anno, proprio com’è successo 15-20 anni fa nei Paesi più sviluppati dell’Occidente. Ad oggi sono presenti circa 100.000 distributori automatici in tutta la Cina continentale. Le regioni a maggiore concentrazione si trovano attorno a metropoli come Shanghai, Pechino e Guangzhou, alle città di dimensioni medio-grandi sul delta del Fiume Azzurro e del Fiume delle Perle e alle città costiere del Mar Cinese Orientale.

Vending in the world

A cura di Alex Haodong Chen è direttore dell’Ufficio Relazioni Internazionali del China Vending Show dal 2003, occupandosi dei contatti con gli espositori ed i visitatori internazionali. È, inoltre, dal 2002 direttore generale della Shanghai Highlights Business Management Consulting, società che fornisce servizi dedicati per fiere e conferenze. Mr. Alex Haodong Chen possiede, pertanto, dieci anni di esperienza nell’organizzazione del Salone del Vending e dell’OCS, del self-service e dei chioschi automatici. Membro del NAMA dal 2009, è rappresentante esclusivo in Cina del NAMA One Show. Lo sviluppo significativo del settore cinese del vending è iniziato soltanto 3-5 anni fa con le Olimpiadi di Pechino del 2008 e la World Expo Shanghai del 2010. Questi eventi di portata internazionale hanno spinto il governo cinese a modificare l’immagine che il mondo aveva delle città ospitanti. I distributori automatici posizionati nelle strade commerciali e nelle aree pubbliche rappresentano l’alto livello di civilizzazione delle città moderne. Prima della World Expo Shangai del 2010, c’erano circa 50.000 distributori in tutto il Paese. Dopo questo evento,

il numero di distributori è raddoppiato, con una straordinaria percentuale di crescita del 100% in soli 3 anni dal 2010 ad oggi. Al momento, l’operatore principale del vending in Cina è Beijing Ubox Science & Trading, che per praticità chiameremo d’ora in avanti Ubox. Ubox possiede complessivamente 15.000 distributori installati, completamente nuovi, evoluti, collegati a internet, che accettano diversi metodi di pagamento come monete, banconote, carte di debito e di credito, o borsellino elettronico. Fondata a Pechino nel 2010, Ubox è di fatto un’azienda neofita, senza alcun background nel vending, che ha individuato in questo settore una grande opportunità in Cina. È significativo che questa azienda stia provando a rivoluzione il vending tradizionale mediante un concetto preso in prestito da altri settori industriali, la tecnologia wireless e Internet. Dal punto di vista di Ubox, un distributore automatico non è soltanto una macchina per la vendita al dettaglio, ma anche un terminale self-service e una piattaforma di e-commerce basata sul wireless e su internet. Ubox ha inserito nei distributori automatici una serie di applicazioni della


tecnologia mobile e della tecnologia a codici bidimensionali (QR Code) e spinge i consumatori ad usare il cellulare per comunicare con i distributori automatici ed effettuare ordinare, acquistare e farsi consegnare i prodotti desiderati. Inoltre, Ubox ha sviluppato in proprio uno speciale ed economico sistema di vendita costituito da un dispenser diviso in scomparti chiusi da un vetro illuminato e contenenti ognuno un’unità di prodotto. Il consumatore può prelevare ciò che ha scelto una volta completato l’acquisto attraverso il proprio smartphone, operazione che abilita l’apertura dello scomparto in cui quel prodotto è contenuto. Come operatore del vending, Ubox cerca nuovi sistemi per accrescere il fatturato, completamente diversi da quelli del vending tradizionale. Le entrate dell’Azienda sono così ripartite: 20% vendita prodotti; 30% pubblicità; 50% e-commerce. L’esempio di Ubox ha fatto scuola in Cina ed è stato di notevole impatto sull’industria del vending, tant’è vero che molti altri operatori lo hanno seguito. Per prepararsi ai futuri sviluppi, alcuni di essi hanno persino cambiato il nome della propria società, togliendole la stretta connotazione di “vend-

ing company” e trasformandola in compagnia attiva nei servizi tecnologi informatici. Ubox prevede di incrementare il numero di distributori automatici intelligenti fino ad arrivare alle 100.000 unità entro il 2015, in modo da creare un network tra le città grandi e medie della Cina continentale. In Cina vi sono anche alcuni operatori stranieri che hanno investito nel vending, molti dei quali sono giapponesi o joint-venture sino-giapponesi, come

Shanghai Miyuan Beverage, Dydo Drinco, Shanghai Dongyuan Electronic Machinery, TKB ed altri. Il più grande è Miyuan Beverage, che ha la sua sede a Shanghai dal 2003. Vi lavorano circa 1.000 addetti che gestiscono oltre 12.000 distributori automatici collocati prevalentemente a Shanghai e nelle città limitrofe. La chiave del successo degli operatori del vending giapponesi entrati nel mercato cinese sta nell’essersi stabiliti sul territorio attraverso joint-venture, nella creazione di filiere di approvvi-

Vending in the world

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gionamento autonome e nel puntare ad aziende cinesi collegate al Giappone. N&W - Necta, produttore italiano di macchine leader a livello internazionale, coopera sin dal 2003 con Hua Fu Hang Trading, un’importante compagnia del vending di Shanghai, che possiede circa 3.000 macchine di bevande e snack Necta, sia nuove che usate, installate in aeroporti, call-center, aree conferenze e stazioni della metropolitana di Shangai. Altri importanti produttori italiani presenti in Cina sono Rheavendors e Bianchi che si stanno pian piano affermando nel mercato cinese.

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Il più grande produttore di distributori automatici in Cina è Dalian Fuji Bingshan Vending Machine. Si tratta di una joint-venture sino-giapponese costituita dalla società cinese Dalian Refrigeration e dalla giapponese Fuji Electric. Fuji Bingshan, fondata nel 2003 con un capitale sociale di 30 milioni di dollari americani, conta 2.000 dipendenti per una capacità produttiva di 20.000/50.000 macchine all’anno e rappresenta in Cina il brand di massimo livello qualitativo. Anche Sanden, altra azienda giapponese, ha costituito nel 2005 una joint-venture che ha segnato la nascita della Shanghai Ferser International, produttore di macchine di Shanghai con 1.200 addetti. Vi è poi il segmento domestico che conta un ampio numero di produttori: Aucma, Kimma, Easy-touch, Leiyunfeng, Baixue, Le Vending, Pilot, Fulei, TCN, Junpeng, Healthy Family e tanti altri. In seguito alla crescente domanda del mercato, il numero delle compagnie del vending, con cui si intendono sia produttori che gestori del servizio, crescerà senza sosta a ritmi vertiginosi. L’opportunità maggiore per chi volesse entrare in contatto con gli operatori del vending cinesi o intraprendere in Cina un’attività nel settore, è offerta dal China Vending Show, il più impor-

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tante Salone del Vending e dell’OCS della Cina e dell’Asia, che si tiene annualmente a Shanghai. L’11° edizione del China International Vending & OCS Show 2014 avrà luogo dal 25 al 27 settembre presso lo Shanghai World Expo Exhibition & Convention Center in Pudong New Area. L’esposizione occuperà un padiglione

di 30.000 metri quadrati che ospiterà 300 espositori. Vale certamente la pena non perdere quest’occasione unica, ideale per sviluppare fruttuose opportunità di networking e generare interessanti profitti. Per tutte le informazioni www.vendingshow.com.



La e-car vending machine La Cina punta sulla mobilità elettrica e sul car sharing per contrastare l’altissimo livello d’inquinamento delle grandi città. La concessionaria Kandi Technologies, che punta molto sulla e-mobility, ha ideato un particolare sistema per promuovere l’uso di auto elettriche, trasformando un garage di Hangzhou (Cina Orientale) in un enorme distributore automatico di Smart elettriche. I cittadini iscritti al sistema di car sharing ideato da Kandi ricevono una tessera magnetica ricaricabile che funziona come una carta di debito. Strisciandola nell’apposito lettore, si abilita il distributore automatico ad “erogare su strada” una Smart elettrica al costo di 20 yuan (circa 2,40 euro) per ora di noleggio. Una volta utilizzata, l’auto va riportata al distributore automatico perché possa entrare nella disponibilità degli altri iscritti. Il sistema ideato da Kandi e inaugurato con questo primo impianto prevede l’installazione di altri 50 distributori automatici costruiti ex novo, per un totale di 100.000 veicoli, entro marzo 2014 con l’obiettivo di raggiungere quota due milioni di e-car entro il 2020.

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Vending in the world



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opo 17 anni di collaborazione con la Spinel, Vincenzo Niccoli è pronto ad affrontare una nuova avventura professionale con l’azienda toscana Grillo Pods Service, nata da una costola di Caffè Toscano, affermata torrefazione, evoluzione di un’impresa familiare artigianale con oltre 60 anni di esperienza nel mondo del caffè. Questa notizia ha suscitato sorpresa tra gli addetti ai lavori e perciò abbiamo voluto incontrare il protagonista perché potesse spiegare i motivi che lo hanno portato ad operare questa scelta. Partiamo da lontano. L’ingresso nel mondo del lavoro di Vincenzo Niccoli è avvenuto proprio con la Spinel?

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Non proprio. Fin dai tempi dell’università ho sempre dato una mano a mio padre nell’agenzia di assicurazioni che aveva, ma il mio vero ingresso nel mondo del lavoro coincide con il mio arruolamento nell’Esercito Italiano col grado di Ufficiale. Ci sono rimasto tre anni, poi mi sono congedato e qualche giorno dopo ho già iniziato a collaborare con la Spinel Caffè. Era il 1996 e in quel periodo la Spinel Caffè, già affermata nella gestione di distributori automatici nelle zone di Lecce, Brindisi e Taranto, stava inizian

Vincenzo Niccoli Dalla Puglia alla Toscana do ad approcciare il mercato dell’O.C.S., che fino ad allora era gestito con le Superautomatiche Saeco e con le prime macchine a cialde. Ho iniziato a gestire solo 17 postazioni di macchine a cialde, ma gli anni a seguire furono di crescita continua e costante fino al 2004. Intanto il mio ruolo in Azienda era cresciuto portandomi a diventare in breve tempo Direttore Vendite del settore O.C.S. della Spinel Caffè, ruolo che ho poi lasciato per poter seguire con più attenzione sia la direzione vendite della rivendita Spinel Caffè che la direzione commerciale della Spinel srl Come sono stati negli anni i rapporti con la proprietà? I rapporti con la proprietà sono sempre stati ottimi perché siamo legati da una conoscenza che parte dai tempi dell’asilo e si è consolidata in amicizia al Liceo che ho frequentato insieme a Cesare Spinelli. Col tempo l’amicizia è diventata parentela, perché Giovanni Spinelli si è fidanzato e ha poi sposato mia sorella.

Ci uniscono tanti ricordi professionali ma soprattutto personali, tante vacanze trascorse insieme e soprattutto tante ricorrenze. Siamo tutti del Sud e sentiamo profondamente i legami familiari che si consolidano ogni volta che c’è un’occasione per festeggiare. Non ultime la notte del Capodanno appena trascorso e subito dopo la festa di compleanno di mia figlia. Ci tengo a dire che il fondatore della Spinel, il signor Vincenzo, papà di Cesare e Giovanni, è stato una figura molto importante per me, potrei dire un secondo padre. Per tutti questi motivi, la mia svolta professionale non intacca e non intaccherà minimamente i rapporti personali, fondati sul rispetto e sulla stima reciproca oltre che sull’affetto. Parliamo della nuova esperienza professionale appena intrapresa. È stato lei a proporsi o è stato corteggiato da Grillo Pods fino a decidere di cedere? Devo dire che non c’è stato un corteggiamento da nessuna delle due parti, ma tutto è nato perché tra me e Riccardo Grillo c’è una forte amicizia. Un giorno ci siamo trovati a parlare e gli ho confidato la mia voglia di cambiare, di rimettermi in gioco, di cercare nuovi stimoli, nuove sfide. Non che non ne avessi più in Spinel, ma perché ritengo giusto che un dirigente cambi per migliorare, affrontando nuove esperienze lavorative.

Personaggi


vazza A Modo Mio. Il leit motiv dell’azienda è il suo dinamismo, la capacità di evolversi continuamente a seconda delle esigenze del mercato. Questa sua attenzione a rinnovarsi è forse la chiave del suo crescente successo e il motivo per il quale credo di aver fatto la scelta giusta. Questo cambiamento rappresenta anche uno stravolgimento nella sua vita privata? Evidentemente l’incontro con Riccardo Grillo è avvenuto quando i tempi erano per me maturi per lasciare quanto avevo costruito insieme alla famiglia Spinelli e mettermi alla prova altrove. Ho parlato a Riccardo di alcune proposte che stavo valutando concretamente e lui, dopo qualche giorno, mi ha chiamato dicendomi che dal momento che ero davvero intenzionato ad andare via da Spinel, a lui avrebbe fatto piacere farmi una proposta lavorativa. In seguito ci siamo incontrati, ne abbiamo parlato e abbiamo individuato per me un ruolo adatto alle mie competenze e che mi desse contemporaneamente la possibilità di mettere a frutto l’esperienza maturata e di crescere ulteriormente da un punto di vista professionale. Com’è stata l’accoglienza nella nuova Azienda? Sono stato accolto con grande entusiasmo. Ho trovato in tutti, non solo nella proprietà, la voglia di crescere, di migliorare, di affrontare il settore con grinta. Questo mi ha convinto ulteriormente della scelta operata.

avanti con passione e serietà dagli eredi. Con l’avvento delle cialde in carta, la torrefazione, che fino ad allora serviva i bar della provincia, ha abbracciato una cultura globale del caffè riuscendo a inserirsi in un segmento del mercato, quello del caffè porzionato, ricco di potenzialità. Grazie alla pregressa esperienza, al know-how e alla voglia di crescere, Grillo Pods è arrivato a confezionare cialde per il vasto mercato nazionale ed estero, uscendo dai limiti regionali nei quali aveva fino ad allora operato. La crescita dell’Azienda è andata di pari passo con lo sviluppo del mercato del caffè porzionato, arrivando ad occupare un posto di tutto rispetto nel mondo del vending, grazie anche ai continui investimenti in macchinari, personale ed immobili. Basti pensare che la Grillo Pods Service è stata tra le prime ad acquistare macchinari per confezionare caffè e liofilizzati in capsule e tra poco, con l’arrivo di un nuovo macchinario, inizierà la produzione del clone della capsula La-

Certamente sì, ma non mi spaventa. Bisogna considerare che la sede della Grillo Pods Service è a Livorno e quindi dovrò stabilirmi lì, coinvolgendo la mia famiglia, che si sta organizzando per seguirmi. Il cambiamento,quindi, sarà totale per noi, ma ho la fortuna di avere una moglie molto dinamica e temeraria che non può fare a meno di me, come dice lei, e che ha condiviso con me una scelta che comporta un cambiamento globale nella nostra vita. Da Sud A Nord. Cosa le mancherà? E’ vero che ci trasferiamo a Livorno, ma è anche vero che essendo Direttore Commerciale e non avendo per scelta nessuna area manager, sarò spesso in affiancamento a tutti i miei agenti e quindi tornerò spesso anche al Sud. Per me che ho sangue napoletano e ho vissuto tanti anni in Salento, il cibo e il mare sono due elementi fondamentali. Ma mi pare che in Toscana in fatto di buona tavola e belle spiagge non siano da meno!

Ci parla dell’Azienda in cui è appena entrato? Grillo Pods Service è nata nel 2003 dall’esperienza maturata nel mondo del caffè dal presidente e fondatore della società, Riccardo Grillo, il cui nonno, nel lontano 1951, fondò proprio a Livorno, sua città natale, una torrefazione che, ad oggi, è portata

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Pianeta Gare un mondo da scoprire

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ue sono stati gli episodi che hanno mosso l’idea di parlare di un tema molto caro a diversi soggetti • alla Pubblica Amministrazione, con la sua implacabile sete di fonti di approvvigionamento dopo i recenti tagli dettati dalla “spending review”; • alle Aziende della filiera che inesorabilmente stanno infilando la mortale spirale della corsa ai ribassi (o meglio rialzi dei canoni come vedremo avanti) a danno del corretto margine di contribuzione che dovrebbero portare a casa a fronte dell’investimento richiesto e del rischio imprenditoriale; • e non ultimo, al Consumatore finale che rischia di acquistare prodotti scadenti a prezzi non in linea rispetto al mercato. Benvenuti quindi, attraverso questa breve introduzione, nell’oscuro universo delle gare d’appalto di cui vorrei parlare con parole semplici, certo del fatto che il linguaggio tecnico paga soprattutto lo scrittore circondandolo di un’alea di mistero, ma non rende giustizia alla materia trattata o per lo meno ai lettori che vorrebbero avvicinarsi ad essa per la prima volta. Chi opera nel settore sa bene che il sistema vending, secondo i dati ufficiali aggiornati al 2012, fattura 2,5 miliardi di euro impiegando in Italia oltre 30.000 addetti: dagli impiegati che operano nella costruzione dei distributori automatici, di cui l’Italia vanta una punta di eccellenza mondiale, ai piccoli artigiani terzisti che realizzano alcuni singoli pezzi delle macchine fino ai caricatori, che si occupano del rifornimento quotidiano dei distributori, ai tecnici specializzati in manutenzione dei distributori e a tutti gli specialisti che sono dietro ai sistemi di ordini, contabilità, controllo qualità. Queste aziende, di solito mediopiccole e nate spesso con spirito artigianale come imprese familiari, da tempo sono nel mirino dei fondi di in-

A cura di Stefano Cecchini Stefano Cecchini, laureato presso la facoltà di Economia e Commercio dell’Università La Sapienza con una tesi sulla Ristorazione Collettiva, ha maturato un’ampia esperienza professionale presso primarie aziende del settore dei servizi, ricoprendo incarichi nel comparto prima della ristorazione collettiva e successivamente del vending. Durante il suo percorso si è spesso dovuto confrontare con tematiche legate a gare e appalti sviluppando, di conseguenza, un’approfondita conoscenza delle dinamiche che muovono i rapporti con la Pubblica Amministrazione. La sua carriera è iniziata nel 1990 presso la Pellegrini S.p.A., azienda attiva nella ristorazione collettiva e commerciale, dove ha ricoperto dapprima il ruolo di responsabile della contabilità industriale per poi occuparsi successivamente della parte commerciale assumendo la direzione dell’ufficio gare ed appalti. Grazie all’esperienza maturata in seguito nella multinazionale tedesca Dussmann, attiva nel Global Service, alla età di 30 anni le sue competenze si sono ampliate passando dal settore della Ristorazione Collettiva a quello del Cleaning in ambito Ospedaliero e Civile. L’ulteriore ampliamento del proprio bagaglio professionale è legato all’esperienza maturata nel settore dei servizi socio assistenziali attraverso la cooperativa Kcs Caregiver, dove ha ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato di una società del Gruppo. Nel 2011 è iniziata l’avventura nel mondo del Vending, in cui ha trasferito l’esperienza maturata negli altri settori e nei rapporti con le pubbliche amministrazioni attraverso le gare di appalto. Attualmente, nello scenario della spending review, Stefano Cecchini è anche consulente di alcuni Enti Pubblici per ciò che attiene l’analisi dei fabbisogni nell’ambito del servizio erogato all’utenza, le possibili sinergie ottenibili e il relativo contenimento dei costi senza diminuzione del livello di qualità delle prestazioni. vestimento mondiali i quali si stanno sponde ad una cifra pari a 150 milioni lanciando verso spese importanti per di euro. acquisire loro quote azionarie. Mi riferisco alla recente variazione dell’aliquota IVA dal 4 al 10%, un’aUn tema che dovrebbe interessare zione che difficilmente potrà influire molto il nostro sistema politico in un sui livelli dei consumi - faccio fatica a momento in cui il calo dei livelli occu- pensare che il consumatore sia inibito pazionali sta togliendo le prospettive a fronte di un aumento inferiore ai 5 alle future generazioni. Se non altro, centesimi del caffè al distributore audovrebbe interessare al sistema fisca- tomatico - ma riequilibra un settore le le. cui distorsioni si potevano ben leggeCe ne ha messo di tempo il governo a re, da tempo, sui crediti IVA evidencapire che il 6% su un giro di affari di ziati nei bilanci dei grandi Gruppi. oltre 2,5 miliardi di euro anno corri- Verrebbe da pensare che le manovre

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efficaci e senza grandi clamori poco piacciono al nostro sistema politico sempre in cerca di azioni populari. L’esempio della tanto discussa tassa sulla nautica, che ha portato un gettito assai più modesto di quello del livellamento IVA nel vending e messo in ginocchio un intero settore del nostro migliore “made in Italy”, costringendo il nuovo governo a fare un passo indietro con relativa restituzione dell’imposta sulle imbarcazioni sotto i 14 metri, è fin troppo scontato. Due episodi, si diceva, hanno ispirato la stesura di questo breve articolo di cui uno di natura giuridico amministrativa e l’altro del tutto personale.

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Il primo è la recente pubblicazione della sospensiva del Tar Lombardia sulla gara centralizzata pubblicata dall’ARCA, Agenzia Regionale Centrale Acquisti, decisione la cui portata infligge un’importante battuta d’arresto al tentativo di “CONSIPIZZAZIONE”, scusate il termine sgrammaticato ma efficace, anche del settore del Vending. Una sospensiva nel cui testo si fa riferimento alla evidente anti-economicità e la non sostenibilità finanziaria del servizio, conseguenti alla mancata individuazione preventiva del posizionamento dei distributori e alla clausola che garantisce all’affidatario solo l’80% del fabbisogno complessivo. Esperienza, quella della centralizzazione delle gare di servizi, che personalmente ho già vissuto in altri settori ed i cui effetti distorsivi hanno prodotto una vera lacerazione nel tessuto imprenditoriale nazionale. A tal proposito la puntata del 2 dicembre scorso del programma di Rai 3 Report sulle Centrali di Acquisto della Pubblica Amministrazione ci dovrebbe lasciar riflettere a lungo sul rischio che anche il mercato del Vending possa andare in mano a pochi grandi gruppi che dettano regole e condizioni per poi subappaltare alle piccole aziende locali in cambio di pesanti royalties, senza

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alcun contributo rispetto alla qualità del servizio finale e quindi all’utente. Per questo richiamerei l’attenzione degli operatori economici del settore a non perdere tempo prezioso attorno a chi ricama pagine intere sul concetto

di servizi o concessione per la classificazione del settore vending e relativi articoli del codice dei contratti pubblici da applicare, che poi poco sostanziano se esiste la volontà del decisore pubblico di applicare criteri di trasparenza.


Servizio o concessione che sia, concentrerei piuttosto le energie al fine di evitare che si vada verso il ricorso alle gare centralizzate in una logica devastante per un mercato fatto di tanti medio piccoli imprenditori. Introduco ora il secondo episodio, questa volta personale, che ha ispirato questo breve articolo e di cui facevo cenno, con una breve riflessione. Vero che, a differenza di altri settori come la ristorazione aziendale, scolastica ed ospedaliera, l’utente del Vending paga direttamente il servizio ed è quindi “giudice supremo” grazie alla formula che prevede che la soddisfazione del cliente è uguale al prezzo pagato meno le aspettative (sc=p-a). Ma è altrettanto vero che i distributori automatici sono spesso installati in luoghi ove il cliente non può scegliere. Sarà un caso, ma mentre scrivo questo passaggio del mio articolo mi trovo in una sala di attesa di un pronto soccorso a causa di un banale incidente. Con il muscolo del polpaccio lesionato sono seduto su una sedia a rotelle in attesa del mio turno per la visita. Il dolore è forte ma la sete non è da meno. Di fronte a me vedo un distributore automatico che mi “tende la mano” per alleviare parte del mio disagio. Non ho tante scelte. Per mia fortuna il distributore propone prodotti di buona qualità a prezzi onesti. Ma avrei pagato “qualsiasi cosa” per quella bottiglietta d’acqua. Ecco quindi che questo secondo episodio si lega al primo citato: la scelta del gestore da parte della Pubblica Amministrazione per l’erogazione di un servizio alla Sua utenza. E ribadisco Sua. I distributori, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono installati in casa Sua a servizio dei Suoi dipendenti, clienti, utenti. Si pensi allora quanto sia importante la qualità del servizio erogato anche in nome e per conto dell’Ente che ospita i distributori e quindi la scelta dell’impresa affidataria che diventa di fatto partner nella gestione della sod-

disfazione globale del Cliente. Soprattutto nel settore pubblico ove l’interesse della collettività risulta superiore anche a quello dell’Ente stesso. Torniamo allora al primo episodio e quindi all’importanza di bandire gare di appalto con capitolato chiaro in merito al: • rispetto delle normative igieniche ed organizzative • prezzi al pubblico • qualità delle derrate proposte. Il tutto imponendo un tetto massimo al rialzo dei canoni proponibili dal candidato gestore nel rispetto del consumatore da una parte e di una sana imprenditoria dall’altra che deve guadagnare il corretto margine di contribuzione per il settore di riferimento e per gli investimenti sopportati. E qui trova spazio la nuova figura del Direttore Esecuzione del Contratto, prevista dal nuovo codice che regola le gare pubbliche. Una figura che l’amministrazione può anche ricercare all’esterno della sua organizzazione, nella logica della terzietà di una posizione, a tutela dell’utenza, e che assume la responsabilità del coordinamento dei rapporti tra Impresa Affidataria e Stazione Appaltante per il rispetto di quanto previsto nel bando di gara, nelle migliorie tecniche proposte e delle eventuali

modifiche concordate con l’Amministrazione. La prossima volta che vedremo pubblicata una gara di appalto - speriamo non centralizzata - potremmo pensare a tutte le occasioni che si aprono di fronte a noi. Proviamo quindi a capire: • perché è stata bandita la gara e quali sono gli obblighi di pubblicità della stazione appaltante (ENTE PUBBLICO), • quali soluzioni aveva il soggetto che ha bandito la gara e perché ha scelto quel tipo di gara piuttosto che un’altra, • come possiamo rispondere al bando di gara e quali sono i requisiti per partecipare. Ed allora benvenuti nel Pianeta Gare che non è solo carta da bollo e burocrazia, ma può proporre ottimi scenari sia per le Pubbliche Amministrazioni che hanno voglia di scegliere il miglior partner per l’erogazione del servizio presso le proprie sedi, sia per gli operatori economici desiderosi di crescere cimentandosi con il mercato. Benvenuti in un mondo che scopriremo attraverso l’approfondimento dei singoli temi che tratteremo nelle prossime occasioni di incontro con i lettori.

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Vending e Impegno Sociale

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on sempre il business è il fine ultimo di un’impresa. Talvolta è il mezzo attraverso il quale raggiungere obiettivi diversi, lontani dalle logiche del guadagno fine a se stesso e più vicini al sostegno di realtà difficili. Un semplice esempio può essere quello del commercio equosolidale, dietro il quale vi è il meritorio intento di supportare economie di Paesi e popoli che difficilmente potrebbero sostenere le logiche del mercato del mondo occidentale. Senza andare troppo lontano e prendendo in considerazione problematiche sociali a noi vicine e presenti in ogni Paese industrializzato, basta pensare alle difficoltà d’inserimento nella realtà del lavoro di quanti soffrono di disabilità, una situazione che condiziona fortemente e acuisce ulteriormente il disagio.

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Senza voler entrare nei meriti delle leggi, vogliamo portare all’evidenza una realtà del vending italiano che ha improntato la propria attività sul sostegno lavorativo alle persone in difficoltà. TE.SO.RI. è una compagnia del vending attiva in Veneto da circa un decennio che, strutturata in forma di

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cooperativa sociale, impiega persone disabili in un settore in cui molto spesso sono richiesti energia e nervi saldi, vale dire una forma psico-fisica ottimale. Approfondiamo questa particolare realtà del vending con Denis Cagnin, Presidente della Cooperativa, al quale poniamo tout court una domanda spinosa. Siete reduci dalla corsa all’adeguamento prezzi a seguito dell’incremento dell’aliquota IVA. Quanto sforzo in termini di lavoro e di costi ha comportato questa decisione del Governo e come avete preparato i clienti? L’adeguamento IVA l’abbiamo gestito iniziando a parlare con i nostri clienti appena rientrati dalle vacanze estive e bisogna dire che siamo stati agevolati dalla campagna di informazione di giornali e TV che hanno preparato bene il terreno. Nel complesso non abbiamo incontrato grosse difficoltà nell’adeguamento dei prezzi anche perché abbiamo fatto un lavoro certosino di contatto personale con ogni cliente e studiando adeguamenti ad hoc per ogni postazione. L’unica nota riguarda il tempo - relativamente poco essendo una piccola gestione - impiegato per effettuare

l’adeguamento che ha impegnato due operatori durante la pausa natalizia per circa due settimane. TE.SO.RI. è una compagnia di gestione di tipologia medio-piccola o meglio è una cooperativa di gestione. Ci spiega come è nata l’idea e perché proprio il vending? TE.SO.RI. è una cooperativa sociale di tipo “B”. Il progetto nasce nel 2008 da un gruppo di amici sensibili, per varie esperienze personali, al problema dell’inserimento lavorativo di persone disabili e svantaggiate. La formula della cooperativa è lo strumento più adatto perché prevede per legge che almeno il 30% della forza la-


voro impiegata deve essere certificata con disabilità o svantaggio. Abbiamo scelto il mondo del vending perché nel campo delle attività svolte dalle cooperative sociali ci sembrava una innovazione e rispondeva a pieno alle necessità di uscire dalle solite strutture che rinchiudono le persone disabili per poter svolgere un’attività dinamica e a contatto con il mondo reale e le persone. Quali sono i vantaggi da un punto di vista fiscale rispetto ad aziende che per comodità definiamo “normali”? Come spiegavo prima, avere almeno il 30% del personale impiegato con disabilità certificata e quindi con capacità lavorative ridotte non è semplice soprattutto in un settore come questo basato fortemente sul binomio efficienza/efficacia. L’unico vantaggio fiscale riguarda la defiscalizzazione degli oneri sociali per le persone di-

sabili assunte con contratto di lavoro. Per quanto riguarda la gestione economico finanziaria, la cooperativa è considerata una srl a tutti gli effetti con alcuni aspetti propri delle SpA. In riferimento alla gestione democratica dell’impresa è strutturata con assemblea dei soci, consiglio di amministrazione e presidente. Com’è strutturato il personale della cooperativa? Attualmente la nostra cooperativa opera in tutta la regione del Veneto e impiega quattro addetti alla ricarica accompagnati da tre ragazzi svantaggiati con mansione di aiuto A.R.D., un impiegato amministrativo e acquisti, due educatrici responsabili del progetto sociale di inserimento lavorativo. Gestiamo circa 200 distributori dislocati in aziende private, scuole private e pubbliche, cooperative sociali, sedi

comunali e un ospedale della Ulss 15, al quale è collegato un progetto sociale che prevede tirocini lavoro per cinque ragazzi con disabilità. Nell’ambito delle scelte commerciali abbiamo stretto una partnership con i nostri fornitori di distributori automatici: la Pitres dei F.lli Puppin agenzia Necta per la nostra zona e i F.lli Manea per i distributori snack. Bisogna riconoscere che entrambi ci sono stati di grande aiuto nella fase di avvio considerando che eravamo neofiti nel settore. Per quanto riguarda i prodotti distribuiti, accanto alla linea commerciale

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classica, abbiamo promosso fin dall’inizio la linea equosolidale di Altromercato e di Mangiarsano, con prodotti bio e a basso contenuto calorico. Soprattutto per il caffè, abbiamo avuto buone soddisfazioni nei consumi Altromercato che proponiamo come scelta accanto alle altre selezioni di Caffè Carraro e Kenia Caffè, due ottime torrefazioni venete per valorizzare le aziende del nostro territorio. Che tipo di disabilità è accolta nella cooperativa? Accogliamo soggetti con disabilità sia fisica che mentale o soggetti con percorsi di recupero provenienti dal Sert, avviati attraverso protocollo con il Sil - Servizio di Inserimento Lavorativo dell’Ulss 15. I ragazzi hanno un percorso di training della durata di 1 anno circa all’interno di un laboratorio manuale, variabile a seconda del caso, durante il quale viene valutata la compatibilità della disabilità con il tipo di lavoro e successivamente si procede, dove possibile, all’inserimento presso aziende del territorio o assunzione nella cooperativa stessa che continua il percorso di formazione specifica per il vending. Quanto viene compreso il vostro progetto dalle aziende che ospitano i distributori automatici da voi gestiti e come sono i rapporti con la P.A.? Il progetto viene compreso appieno da chi ci sceglie perché vendiamo prima il progetto e poi il servizio che chiaramente deve sempre e comunque esse-

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re all’altezza. Con il mondo dei privati e degli imprenditori abbiamo riscontrato massima disponibilità, con il mondo delle Pubbliche Amministrazioni la cosa risulta più difficile, non per mancanza di sensibilità, ma per i meccanismi che regolano la loro gestione. Com’è il rapporto con CONFIDA? A Confida non siamo ancora associati. Abbiamo partecipato ad un paio di incontri per capire cosa fosse l’organizzazione, ma sinceramente ci sentiamo ancora troppo piccoli per riuscire a ragionare ai livelli delle aziende che la compongono. Tuttavia non escludiamo in futuro di poter farne parte. Come vengono gestiti gli utili? Gli utili delle cooperative non possono essere divisi fra i soci per legge. Noi destiniamo una parte alla crescita dell’impresa, una parte al progetto sociale e quindi al laboratorio che ospita dieci tirocini di ragazzi con disabilità seguiti da due educatrici; e una parte ritorna al territorio sostenendo progetti e attività rivolti a ragazzi, bambini e giovani come scuola di musica, danza, teatro, doposcuola e attività ricreativa domenicale dove “normalità” e “disabilità” si incontrano per condividere delle esperienze ludico-ricreative. Ogni azienda deve affrontare quotidianamente problematiche legate alla gestione del personale. Nel vostro caso, dovendo gestire lavoratori svantaggiati, ai problemi generali e

comuni a tutte le aziende si uniscono quelli legati alla disabilità? La gestione in ambito lavorativo di persone con problematiche varie non si può dire sia semplice. Tuttavia la forma cooperativistica è basata su meccanismi democratici dove la responsabilità è nelle mani di tutti e si differenzia dall’ottica dell’essere dipendenti. Inoltre gli operatori hanno caratteristiche umane e di preparazione adeguate alla gestione delle dinamiche con i colleghi svantaggiati i quali, a loro volta, hanno un lungo processo di formazione che continua anche dopo l’inserimento lavorativo. Quali sono i progetti futuri? Le nostre prospettive di crescita per il vending sono condizionate dalla capacità di accesso al credito che nel caso nostro, per tipo di forma societaria, è difficoltoso e lo è ancor più difficile in questo momento storico. Nonostante ciò, con molti sforzi e il costante impegno prevediamo di realizzare entro il 2015 una struttura, il Centro Sonika, che accoglierà la sede della cooperativa Te.so.ri. e di altre cooperative insieme alle varie attività rivolte al territorio come laboratori di musica, danza, teatro, attività sportive e un circolo bar. Per il 2014 abbiamo dato inizio ad uno spin off che prevede la fondazione della cooperativa sociale agricola Tesori dalla Natura che si occuperà della produzione di tisane ed infusi naturali in foglia.





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ul finire del 2013 si è concretizzato in Sicilia un progetto che ha coinvolto cinque player del settore, due nazionali e tre regionali, dalla cui unione è nata Geos Sicilia. Le realtà imprenditoriali coinvolte sono due rivendite siciliane, la Global Vending di Roberto Gervaso, rivendita di primarie aziende quali Flo, Fas e Coges e la Vending Tech della famiglia Ballato distributrice dei prodotti Lavazza. Il progetto, che ha visto in primo luogo la fusione delle due rivendite, ha suscitato forte interessamento da parte di due compagnie di gestione leader a livello nazionale, Liomatic e IVS, che hanno creduto nella sua bontà e vi hanno voluto far parte. Il quinto player è Lavazza che ha fatto da trait d’union sostenendo l’accordo tra le imprese coinvolte, nella convinzione che la nuova realtà avrebbe potuto sviluppare un lavoro interessante nel vending di una regione ancora ricca di potenzialità. Il nome Geos Sicilia è stato scelto per dare una connotazione territoriale ad un’impresa che, data la presenza di player extra regionali, poteva dar

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SICILIA

adito a polemiche e per rendere in modo chiaro la strategia glocal che la guida. Il termine glocal, che nasce dal moderno concetto di globalizzazione, significa “pensare globale e agire locale”. Vale a dire, in altri termini, che la presenza di player nazionali nella neonata compagine imprenditoriale permetterà di mettere l’esperienza maturata nel tempo sul territorio italiano al servizio del vending siciliano con tutti i benefici che ne possono derivare. Il primo passo compiuto nell’ottica dell’ottimizzazione del servizio al cliente, è stato quello di ripartire i compiti per canale. Di conseguenza Geos Sicilia si occuperà specificatamente di rivendita, Point Service insieme alla famiglia Ballato, si occuperà esclusivamente del segmento OCS, mentre la gestione sarà appannaggio di IVS Sicilia che andrà a copri

re per il momento il 25% del mercato siciliano. L’obiettivo della neonata compagine è quello di offrire al mercato il miglior servizio possibile attraverso la professionalità delle forze messe in campo, conservare l’identità territoriale, mantenere un rapporto stretto e offrire un servizio capillare alla clientela. Per questo motivo sono state conservate le due sedi già esistenti, quella di Catania e quella di Castellammare del Golfo, in provincia


di Trapani, e si è voluto mantenere alto lo standard delle aziende rappresentate e dei brand commercializzati, primo fra tutti Lavazza. La nascita di una nuova rivendita

potrebbe far immaginare scontri sul territorio con altre rivendite storiche siciliane. Ma ognuna delle parti dichiara ed è convinta che nel mercato ci sia spa-

zio per tutti e che l’amicizia e la stima personale e professionale esistente tra i titolari delle imprese coinvolte garantirà un significativo equilibrio sul territorio.

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Vending Cash & Sicilvending

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icilvending è la rivendita storica siciliana fondata nel 1994 come partner commerciale in Sicilia della Saeco e nata come impresa della famiglia Gionfriddo. Fu poi rilevata da Tito Alescio nel 1996, quando i Gionfriddo decisero di lasciare la Sicilia per intraprendere in Liguria nello stesso settore. Alescio, che in quegli anni era un semplice collaboratore commerciale della Sicilvending, con grande coraggio e impegno lavorativo, oltre che con enormi sacrifici economici rilevò la società. Reinvestendo nell’azienda tutti i guadagni e con la collaborazione di un team molto affiatato e disposto al sacrificio, Tito Alescio è riuscito a far crescere Sicilvending affermando la sua presenza come azienda leader sul territorio siciliano e calabrese.

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L’attività della rivendita si è poi affiancata alla gestione vera e propria attraverso la DAS (Distributori Automatici Siracusani) che opera prevalentemente nella provincia di Siracusa e che è a sua volta cresciuta grazie a piccole acquisizioni locali e soprattutto all’etica del lavoro, alla correttezza e alla trasparenza nei rapporti con i clienti e alla qualità del servizio prestato. Sull’esperienza maturata in tanti anni

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di attività e sulla profonda conoscenza delle esigenze del mercato, ad aprile del 2013 Tito Alescio, insieme a due amici oltre che imprenditori del vending, Giovanni Consoli e Enzo Privitera, ha dato avvio ad una nuova impresa: Vending Cash. Vending Cash è un vero e proprio cash & carry della distribuzione automatica con sede a Gravina di Catania. Concepito come piattaforma logistica a disposizione di piccoli e medi gestori, si pone l’obiettivo di fornire un servizio a 360° che possa agevolare

questa tipologia di imprese nella gestione del magazzino. La possibilità di acquistare piccoli quantitativi supporta quei micro gestori che non avendo un forte potere d’acquisto, non possono permettersi di rifornirsi di grandi quantitativi di merce. Allo stesso tempo risolve un’esigenza concreta per coloro che non hanno a disposizione grandi spazi per lo stoccaggio o non hanno in sede un addetto al controllo del magazzino. La gestione di operazioni quali la tracciabilità dei lotti, il controllo delle


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scadenze, l’integrità dei prodotti viene assolta direttamente da Vending Cash che si pone, quindi, nei confronti dei gestori come partner ideale nella semplificazione delle procedure quotidiane. I partner commerciali di Vending Cash sono soprattutto primarie aziende del vending sia per ciò che concerne macchine e ricambistica che per ciò

che riguarda il materiale di consumo: Saeco, Sandenvendo Europe, Iarp, Comesterogroup, Caffitaly, Baltom Elivend, Moel, Covim, Ristora, Aristea, Etnaplastic. Vending Cash, così come Sicilvending, è una realtà molto radicata nel territorio e pertanto oltre ai brand affermati a livello nazionale, dà spazio a tante imprese locali delle quali è distributore, spesso determinandone l’ingresso

nel canale vending come nuovo possibile mercato. Proprio in occasione di Expo Vending Sud 2013, le due rivendite hanno presentato prodotti particolari in cui la territorialità rappresenta un elemento distintivo. Questo tratto mostra anche la forte volontà di sostenere le imprese locali, cogliendo in questo modo l’attuale tendenza di promuovere nel vending i prodotti regionali.

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Tito Alescio Un inviato molto speciale testimonial d’eccezione


Energy Drink molto particolari Cannabis Energy Drink È una bevanda assolutamente unica, ricca di ingredienti sani e naturali e priva di additivi chimici e o sintetici. Contiene Vitamina B5, essenziale per la produzione di anticorpi che rafforzano il sistema immunitario. È l’ideale supporto nei momenti di maggiore affaticamento, combatte lo stress e la depressione. Cannabis Energy Drink non contiene derivati della pianta o dei semi di cannabis, è privo di THC e non produce effetti narcotizzanti. Contiene un aroma naturale identico nel gusto alla canapa: l’Hemp Aroma, da cui deriva il nome del prodotto.

9 MM Energy Drink È una bevanda fruttata, gassata, ad alto contenuto di caffeina (32mg/100ml) e taurina. Lanciato sul mercato nel 2010 e venduto oggi in 23 Paesi del mondo, è l’unico energy drink con il tappo che lo rende pratico da trasportare e conservare; un design unico che gli ha permesso di vincere il Beverage Global Packaging Award. 9 MM Energy Drink contiene la stessa quantità di caffeina di una tazza di caffè, oltre che la taurina, un aminoacido naturale che migliora la performance muscolare. È in oltre arricchito con Vitamina B che svolge l’importante funzione di trasformare lo zucchero in energia , caratteristica che rende questa bevanda ideale per gli sportivi.

Etna Drink Esplosivo come la lava dell’Etna in eruzione, è un energy drink dal gusto unico in grado di moltiplicare le energie. È un ottimo coadiuvante per affrontare ore di attività sportiva e per darsi la giusta carica in discoteca. Questi particolari energy drink sono commercializzati da Vending Cash. Per tutte le info www.vendingcash.it

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Non lasciatevi ingannare dal packaging di queste speciali lattine! Non sono sempre bibite adatte ai bambini! Aromatizzate alla frutta e spesso gassate, molte di esse fanno parte della categoria degli energy drink.

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La 15° edizione di Vending Paris si presenta con un format rinnovato in uno spazio condiviso con altri due importanti Saloni dedicati alla ristorazione veloce: il Sandwich & Snack Show e il Parizza. La sinergia tra i tre comparti permette agli espositori di questi settori di aggiornarsi sulle ultime novità relative a prodotti, macchine, tecnologie, lasciando spazio alla possibilità di intrecciare rapporti e sviluppare business. L’ultima edizione di Vending Paris si è svolta ad ottobre 2012 registrando un incremento del 10% del numero di visitatori internazionali rispetto al 2010. Gli espositori sono stati 200, il 30% dei quali di provenienza internazionale ed i visitatori sono stati 10.413, il 24% dei quali internazionali. Con oltre 1.000 operatori e un fatturato di 2.052 miliardi di euro, la Francia è il primo mercato europeo in questo particolare settore, visitato nella scorsa edizione da 10.413 professionisti. Presenti oltre 200 Marchi suddivisi tra 7 categorie: distributori automatici, prodotti alimentari confezionati, refrigeratori per l’acqua, macchine da caffè per ufficio, tecnologie, apparecchiature e servizi. Oltre a conferenze su temi specifici quali i numeri del mercato, gli attuali trend dei consumi, le possibili sinergie tra snacking e vending, ci saranno due particolari allestimenti: l’Espace Innovation, uno spazio interamente dedicato ai prodotti novità, e Le Snacking Store, un’area del Salone in cui saranno simulate 5 diverse situazioni di ristorazione veloce attraverso l’allestimento di 5 diversi format di “luoghi” di consumo. Ampio spazio viene dedicato all’International Business Day, un susseguirsi di incontri e conferenze tesi a sviluppare rapporti tra gli attori delle filiere della ristorazione, protagoniste del Salone. L’Italia è il Paese straniero maggiormente rappresentato, soprattutto per ciò che concerne l’industria produttrice di distributori automatici. Alcune delle aziende presenti Saeco Vending • Ingegni • N & W Global Vending • Coges • Rheavendors • Sandenvendo BWT Water+More • Flo • Ferrero • Bianchi Vending Group • Ingenico • Gi Plastic Group • Brita Orba Informatica • Ristora • Antonio Fiore Alimentare • Mondelez • Mars • Crane Eventi



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