Uomini e Trasporti n. 357 MAGGIO 2020

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www.uominietrasporti.it

357 mensile

prezzo

L’impatto del virus sul trasporto

L’ANDAMENTO DEI TRAFFICI NEI VARI SEGMENTI Autisti di prima linea

I PROTAGONISTI INVISIBILI DI UN TEMPO MALATO L’attività delle officine

L’ASSISTENZA ANTI-CONTAGIO

NUMERO MONOGRAFICO: CONTAGI E SOFFERENZE DELL'AUTOTRASPORTO

ALL'OMBRA DEL

COVID19

MENSILE - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO. In caso di mancato recapito inviare al CMP di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

anno XXXIX maggio 2020

Euro 3,50



Daniele Di Ubaldo

EDITORIALE

di

Mensile di informazione politica e tecnica Pubblicazione dell’Associazione professionale di categoria Organo del Gruppo Federtrasporti

357 Anno XXXIX - maggio 2020 Direttore responsabile Daniele Di Ubaldo (d.diubaldo@uominietrasporti.it

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Hanno collaborato Deborah Appolloni (d.appolloni@uominietrasporti.it) Gabriele Bolognini (g.bolognini@uominietrasporti.it) Luca Regazzi (l.regazzi@uominietrasporti.it) Umberto Cutolo, Anna De Rosa, Maria Carla Sicilia

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Autorizzazione

EROI A CHI? Diffidate di chi vi chiama eroi. L’eroismo è la pretesa, rivolta agli altri, da parte di chi ha consapevolezza di avere mancanze. Bertold Brecht lo scriveva chiaramente quando definiva «sventurata la terra che ha bisogno di eroi», perché quel luogo in cui tutto funziona, in cui appunto non manca nulla, difficilmente salgono alla ribalta figure eroiche chiamate a divenire, senza volerlo e senza saperlo, lo strumento con cui le lacune si colmano. D’altra parte, se il sistema sanitario non avesse subìto i tagli di spesa degli ultimi anni, i medici e gli infermieri che si sono trovati a fronteggiare l’emergenza Covid-19 sarebbero rimasti soltanto persone impegnate a svolgere il proprio lavoro. Allo stesso modo, i camionisti non hanno mai effettuato qualcosa di diverso rispetto al trasportare merci da un punto all’altro del territorio. Che lo facciano perché qualcuno si sollazzi in vacanza o perché sia costretto a casa dalle aggressioni di un virus contagioso, per loro non cambia molto. Ciò che cambia, ciò che ha indotto qualcuno a volerli trasformare in eroi è il trovarsi a fronteggiare carenze, scarsità e assenze. Quella di bagni, innanzi tutto, lasciati spesso chiusi senza una ragione su autostrade o nei luoghi di carico. E le prove dell’eroe queste sono: rimanere privato dell’elemento che simbolicamente garantisce la sopravvivenza e riuscire ugualmente ad andare avanti. Affrontare il quotidiano durante un’emergenza sanitaria, in cui lo strumento di resistenza primario, oltre al distanziamento sociale, è il lavaggio delle mani, senza poter utilizzare servizi igienici, è un po’ come, in un film d’azione, lasciare l’invincibile protagonista privo di acqua in mezzo al deserto sotto al solleone. In più, oltre ai bagni, gli autisti chiamati dalla normativa a garantire il trasporto dei beni essenziali, sono stati privati del cibo. Con la chiusura delle trattorie, prima dalle 18.30 e poi definitivamente, seppure con la possibilità di consegnare pasti a domicilio, gli uomini del trasporto sono stati mutilati di quello squarcio di normalità che si apre loro a fine giornata, quando possono soddisfare le richieste dello stomaco, ma anche stabilire quelle relazioni di cui il loro lavoro solitario ha bisogno come l’aria

del Tribunale di Bologna n. 4993 del 15-6-1982

e l’acqua. E questo è un ulteriore profilo ritenuto eroico: vedersi sfilata una parvenza di normalità

Spedizione

proprio quando si è chiamati, per non dire costretti, a garantire agli altri una normalità. Poi, anche

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grazie alla nostra iniziativa di creare sul web una guida di trattorie disponibili a servire il pasto in cabina, si è profilata un’alternativa, frutto di quella capacità adattiva di cui come gente non difettiamo. L’antagonista della creatività italica, però, è da sempre la burocrazia irrazionale, che anche stavolta ha sferrato l’attacco sotto forma di un’interpretazione rigorosa delle norme, tale per cui se le trattorie possono garantire un servizio a domicilio e la cabina di un camion non può essere ritenuta tale, il servizio in cabina non è lecito. Ragionamento già di per sé difficile da accettare, ma che diventa sconfortante quando procede per conseguenze, perché una cosa non lecita merita a cascata una sanzione. E tanto è stato: qualche piccolo esercizio, che a malapena mette da parte pochi euro, s’è trovato a sborsarne 400 di multa perché aveva consegnato pasti a un camionista. Il rischio che altre trattorie, di fronte a tale prospettiva, potessero tirarsi indietro ci ha indotto, lo scorso 17 aprile, a scrivere al ministero dei Trasporti (e per conoscenza a quelli di Interno e Salute) insieme al presidente della Fai, Paolo Uggè. Un’iniziativa che serve a chiedere un’interpretazione estensiva delle norme o magari una deroga, ma serve pure come viatico per entrare nella fantomatica Fase 2, in cui le trattorie magari riapriranno, ma dovranno tenere comunque distanti tra loro gli avventori. E quale miglior contributo si può richiedere alla causa del distanziamento se non quello di poterne tenere qualcuno fuori dal locale, nella cabina del proprio camion in parcheggio? Ma serve pure a poter costruire uno sgangherato lieto fine a una triste storia. Perché in ogni film di genere che si rispetti l’eroe può subire ogni sorta di privazione, ma alla fine si salva. Riusciranno a fare altrettanto i nostri camionisti, seppure privi di qualsiasi velleità di trasformarsi in eroi? Aggiungere la possibilità di svolgere servizio da asporto anche a chi fino a ieri effettuava servizio a domicilio – come consentito dal Dcpm del 26 aprile a partire dal 4 e fino al 17 maggio – potrebbe essere sufficiente. Però, stavolta, cari ministeri, diciamolo chiaramente.

Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana USPI

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NUMERO MONOGRAFICO

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EDITORIALE Eroi a chi?

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IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO L’infezione dell’italia. I viaggi calano, i committenti non pagano

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IL TRASPORTO CONTAINER I magazzini riaprono in extremis

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IL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE Petrolifero a secco, chimico riconvertito

22

IL TRASPORTO AGROALIMENTARE Flussi saltati e redditività minata

29

IL TRASPORTO RIFIUTI Alla ricerca dell’equilibrio perduto

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FILIERE FERME Automotive, edilizia, siderurgia, meccanica, metallurgia, tessile. Dopo Pasqua la passione continua

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IL TRASPORTO DEI FARMACI Consegne notturne e magazzini separati

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IL LOCKDOWN DELLE ALTRE MODALITÀ Aereo e rotaia. Container da sedili e treni di pastasciutta

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L’INFEZIONE DELL’ITALIA Intervista a Marco Digioia, Segretario UETR. Pacchetto in arrivo

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TRASPORTO GLOBALE Riprendono produzione e trasporti, ma adesso c’è la crisi dei mercati. La Cina è ripartita. Ma per dove?

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PAROLA AGLI AUTISTI Problemi e mancanze del quotidiano. I protagonisti invisibili di un tempo malato

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PAROLA AGLI AUTISTI Silvia Cester «Paura, solitudine e tanta voglia di normalità»

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PAROLA AGLI AUTISTI Domenico Metitieri «La mia vita dentro al camion»

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LE POSIZIONI DELLE OTTO SORELLE Moratorie dei leasing e dintorni. Come i costruttori tendono la mano al trasporto

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MANUTENZIONE La voce delle case costruttrici. L’assistenza con il virus dietro la porta

LE RISPOSTE DEGLI ESPERTI

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Ministeri & co

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Legalmente parlando

10 Intorno all’azienda 12 Sicuri e certificati 24 Parole diritte 50 L’importante è la salute

ALL'INTERNO L'AGENDA DEL MESE NOVITÀ NORMATIVE

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MOBILITÀ,

IL PACCHETTO È SERVITO

Sono anni che sento parlare di Pacchetto Mobilità e della discussione in seno all’Europa. Ma quali motivazioni di fondo avevano creato spaccature così profonde all’interno dei Paesi membri? Donato R_Udine

C

on voto dello scorso 7 aprile, il Consiglio Europeo ha posto praticamente fine (l’approvazione attesa dal Parlamento UE è da ritenersi scontata) alla lunga e complessa procedura iniziata il 31 maggio 2017, per l’adozione del primo Pacchetto Mobilità, destinato a incidere profondamente sul mercato dell’autotrasporto. Un voto che doveva essere puramente formale, dopo il compromesso sulla nuova normativa, raggiunto a dicembre 2019 dal Trilogo (Commissione europea, Parlamen-

in cabina, bensì in un alloggio «dotato di adeguate attrezzature per il riposo e appropriati servizi igienici», si applicheranno 20 giorni dopo la pubblicazione, mentre quelle del regolamento in materia di accesso al mercato (che comprendono le regole sul cabotaggio) e della direttiva inerente il distacco dei conducenti saranno applicabili 18 mesi dopo l’entrata in vigore dei relativi atti, e per i tachigrafi saranno fissate scadenze specifiche. E poiché tutti ci auguriamo che, al momento dell’entrata in vigore

di settore. E di tale facoltà si sono già avvalsi, per fronteggiare l’attuale situazione emergenziale, numerosi Stati, fra i quali Francia, Austria, Germania, Belgio, Spagna, ma anche Ungheria, Slovacchia, Polonia e Cekia, mentre in Italia l’allungamento dei tempi di guida richiesto dalle associazioni datoriali dell’autotrasporto ha trovato l’opposizione delle organizzazioni sindacali del settore, che ritengono sufficienti le forme di flessibilità già in essere.

Nella lettera indirizzata alle istituzioni UE, otto Paesi (quasi tutti dell’Est) hanno puntato il dito sulle restrizioni imposte alle operazioni di cabotaggio e sul divieto di trascorrere in cabina il periodo di riposo settimanale lungo, che costituiscono i capisaldi del Pacchetto su cui si sono battuti gli Stati della Road Alliance to e Consiglio), e la successiva condivisione espressa dal Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio, ha dovuto in realtà superare un ultimo assalto portato da otto Paesi (i sei di Visegrad, Polonia, Romania, Bulgaria, Ungheria, Lituania e Lettonia, più Malta e Cipro), intenzionato a far leva sull’emergenza Covid 19 per bloccare il Pacchetto almeno fino alla fine della pandemia. Nella lettera indirizzata il 30 marzo alle istituzioni comunitarie, quei Paesi hanno puntato il dito, in particolare, sulle restrizioni imposte alle operazioni di cabotaggio e sul divieto di trascorrere in cabina il periodo di riposo settimanale lungo, che ne costituiscono invece i capisaldi su cui si sono battuti gli Stati della Road Alliance, il patto sottoscritto a Parigi a gennaio 2017 da Italia, Francia, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Norvegia e Svezia. Peraltro, in base alla tempistica stabilita per l’entrata in vigore dei tre provvedimenti normativi che fanno parte del Pacchetto, solo le norme contenute nel regolamento relativo ai periodi di guida e di riposo dei conducenti, che comprendono l’obbligo di effettuare il riposo settimanale non

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delle norme sul cabotaggio, l’emergenza Covid 19 sia alle spalle, è evidente come quest’ultima sia stata utilizzata come “foglia di fico” da Paesi che hanno tutto l’interesse a liberalizzare il più possibile attività che li vedrebbero vincenti nella concorrenza con gli Stati gravati da un costo del lavoro molto più elevato. Quanto al divieto di riposo in cabina, che sarà operativo a breve, è indubbio che esso rappresenta un efficace strumento allo scopo sia di ridurre la propensione di talune imprese di autotrasporto a violare le regole per incrementare la propria competitività, sia di migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti professionali. D’altro canto, se si vuole agire sui tempi di guida e di riposo ci si può avvalere della facoltà derogatoria sancita dall’art. 11 del Regolamento CE 561/2006, lasciata immutata dalla nuova normativa, e che consente agli Stati membri di stabilire periodi di riposo minimi superiori, o periodi di guida massimi inferiori, a quelli fissati dal Regolamento stesso per i trasporti su strada effettuati interamente sul loro territorio, tenendo conto dei contratti collettivi

Appare, comunque, più rispondente alle esigenze del settore trasporti, vista la difficile congiuntura, l’appello che i ministri dei Trasporti di Italia, Germania, Francia e Spagna hanno rivolto al Commissario europeo Adina Valean con lettera del 3 aprile scorso, per richiedere l’adozione di misure volte, tra l’altro, ad assicurare la continuità del trasporto delle merci all’interno dell’Unione, con particolare riguardo ai prodotti alimentari, sanitari e carburanti, a introdurre maggiore flessibilità nella normativa inerente il comparto dei trasporti, e a prevedere espressamente la possibilità, per le imprese del settore, di accedere agli strumenti di sostegno resi compatibili con il diritto comunitario dal «Quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato» di recente adozione, che inserisce i trasporti fra i settori beneficiari degli aiuti.



avvocato specializzato in trasporti

TRASPORTO MERCI ALLA VIGILIA DELLA FASE 2:

COME GUADAGNARSI L’IMMUNITÀ

In piena fase di lockdown, ho ricevuto incarico da un’azienda di spedire un container negli Usa. La cliente, con codice Ateco sospeso, mi ha detto di aver fatto regolare domanda al Prefetto per lavorare in deroga. A parole mi è stato detto che il macchinario da spedire serve a un’azienda straniera per la continuità del suo ciclo produttivo. Posso accettare l’ordine di spedizione? Se ritiro merci da un’azienda che non ha i requisiti di legge che rischi corro? Dove arriva la mia responsabilità come spedizioniere? Claudio T_Reggio Emilia

P

er coloro che condividono il quesito del nostro lettore, va premessa una duplice precisazione, temporale e territoriale: il caso sottoposto si colloca a cavallo tra il Dpcm del 22 marzo e il Dpcm del 10 aprile 2020 e proviene da società di spedizioni con sede in Emilia Romagna. Tali puntualizzazioni sono doverose per inquadrare correttamente la questione. Tuttavia, seppure inquadrato in una cornice destinata a mutare, il quesito offre lo spunto per parlare di ripartenza, visto che stiamo alla vigilia della Fase 2. Posto che la circolazione delle merci è sempre stata ammessa in periodo di lockdown, il dilemma che ha investito spedizionieri e vettori (e su cui il governo non ha fatto chiarezza) riguarda la propria “immunità” rispetto a eventuali illiceità poste in essere dai committenti. L’irregolarità potenzialmente configurabile nel quesito riguarda il caso del committente autodichiaratosi in Prefettura come abilitato a produrre, vendere e trasportare un determinato bene al servizio di un ciclo produttivo extra UE. L’ipotesi è eccezionale ma, come dimostrano i dati, anche sintomatica di un fenomeno derogatorio diffuso in un tessuto imprenditoriale paralizzato da misure di contenimento. Il trasportatore incaricato, seppure estraneo alla pratica prefettizia, resta il soggetto in più stretta correlazione con la merce eventualmente incriminata. Legittima, quindi, è la sua preoccupazione: oltre alle sanzioni derivanti dalla violazione di disposizioni normative e regolamentari (art. 650 cp), potrebbero sorgere responsabilità di natura civile (per esempio, per richieste risarcitorie di altri soggetti della filiera eventualmente incaricati dall’operatore, quali vettore, subvettore o spedizioniere doganale). Nel caso di filiere estere è prevalsa l’interpretazione estensiva che allarga oltre frontiera la valutazione della funzionalità alla continuità del ciclo pro-

8 maggio 2020

È bene acquisire la documentazione presentata dalla committente in Prefettura e tenerla a bordo del mezzo e a corredo del kit documentale che accompagna la spedizione internazionale duttivo ammesso. Ciò è giustificato per il fatto che, da una parte, l’emergenza covid-19 è sovranazionale e, dall’altra, che le norme non contemplano limiti territoriali alle attività essenziali, essendo ragionevole la loro esecuzione nei confronti di clienti sia italiani sia stranieri (cfr. circolare Confindustria 24/03/2020). Nel caso in esame, poi, lo spedizioniere ha trovato conforto nell’allora vigente ordinanza del 3 aprile, emessa dalla Regione Emilia Romagna di concerto con il ministro della Salute, con cui si consentiva alle imprese del territorio di vendere, in Italia e all’estero, la merce giacente in magazzino. Successivamente, tale possibilità è stata estesa all’intero territorio nazionale, in quanto il Dpcm 10/04/2020 ha autorizzato la spedizione verso terzi delle giacenze, riaprendo i magazzini di imprese con attività sospesa per la ricezione di merce in arrivo. Di fronte a continue modifiche della disciplina, trasportatori e spedizionieri sono chiamati a porre in essere verifiche aggiuntive rispetto alle prestazioni contrattuali. Pertanto, finchè sarà in vigore il meccanismo prefettizio, è bene acquisire la documentazione presentata dalla committente in Prefettura e tener-

la a bordo del mezzo e a corredo del kit documentale che accompagna la spedizione internazionale. Inoltre, in caso di controllo delle Forze dell’ordine, è opportuno conservare traccia degli ordini di carico e scarico presso la filiera ritenuta essenziale dalla cliente. L’indagine in tal senso, infatti, verifica se l’eventuale violazione di legge sia imputabile al solo committente del trasporto o anche al trasportatore o spedizioniere. Per questo è opportuno corredare la documentazione a bordo della fonte normativa regionale che autorizza una data operazione, laddove la movimentazione vada oltre il territorio interessato. La comunicazione al Prefetto della continuazione di attività è documento che gli operatori possono pretendere dai clienti, magari integrandola con una segnalazione alla Prefettura dell’operazione di trasporto. Infine, essendo pressoché impossibile per un operatore sapere se la merce da trasportare sia in effetti scorta di magazzino, è importante far specificare nell’incarico di trasporto/mandato di spedizione, così come sulla documentazione di trasporto e spedizione, che trattasi di «giacenza di magazzino ai sensi e per gli effetti dell’art. 2, comma 12, Dpcm 10/04/2020, come dichiarato dal committente». In tal caso, laddove fosse accertata violazione di legge, lo spedizioniere ne risulterà immune, per le false istruzioni impartite dal committente, in base alla disciplina ordinaria. Va da sé che tutta questa documentazione, una volta portate a destino le merci, va custodita negli archivi aziendali in vista di futuri controlli.



dottore commercialista e business coach

di Marco Mancini

I FINANZIAMENTI PER ARGINARE IL

COVID-19

Siamo in tanti con l’acqua alla gola e, malgrado suoni contraddittorio, abbiamo tutti bisogno di liquidità. C’è un decreto che reca questo nome e che, sulla carta, sembra possa almeno minimizzare il problema. È veramente così? A quali e quante forme di sostegno apre le porte? Giorgio P_Savona DIVERSE GARANZIE PER DIVERSE IMPRESE

I

nnanzi tutto un chiarimento. Il decreto a cui fa riferimento il lettore si chiama effettivamente «Liquidità», ma non prevede, come molti hanno pensato, contributi a fondo perduto, bensì nuove opportunità di finanziamento alle imprese e accesso alla garanzia dello Stato. In particolar modo intendo fare riferimento a tre tipologie di finanziamenti, diversamente attivabili a seconda della grandezza dell’azienda, in termini di fatturato e numero di dipendenti: 1. professionisti, ditte individuali e piccole e medie imprese; 2. imprese con fatturato fino 3,2 milioni di euro e numero di dipendenti fino 499; 3. imprese di più grandi dimensioni con fatturato fino a 1,5 miliardi di euro e numero di dipendenti fino a 5000. 1. Professionisti, imprenditori individuali e piccole medie imprese possono accedere a un finanziamento pari al 25% del fatturato 2019, con tetto massimo di euro 25.000. Tale finanziamento è garantito al 100% dallo Stato ed è concesso senza alcuna istruttoria da parte delle banche. Pertanto, per accedere a tale finanziamento, sarà sufficiente una semplice richiesta. Così almeno è previsto nella normativa. Le cronache dei primi giorni di applicazione della misura riferiscono di qualche minima richiesta da parte delle banche. Per i primi 2 anni si pagheranno solo interessi; il rimborso della quota capitale comincerà dopo 2 anni e verrà effettuato in 6 anni. L’istruttoria della pratica sarà gratuita e il tasso di interesse si dovrebbe aggirare attorno all’1,2%, anche se poi a conti fatti può toccare punte variabili tra l’1,8 e l’1,9%. Il modulo (Allegato 4 bis) approvato per inoltrare la domanda prevede l’indicazione dei ricavi 2018 con allegata la dichiarazione dei redditi relativa al 2018 oppure, se previsto, l’ultimo bilancio depositato. Inoltre, viene richiesto: ULA (unità lavorative annue, fornito dal consulente del lavoro), fatturato e, se disponibile, totale dell’attivo patrimoniale. A mio parere que-

10 maggio 2020

Beneficiari

imprese con meno di 5mila dipendenti in Italia e fatturato fino a 1,5 mld

Garanzia Stato

90%

Limiti

imprese con oltre 5mila dipendenti in Italia o fatturato tra 1,5 e 5 mld

imprese con fatturato superiore a 5 mld

80%

70%

Clausole su dividendi, occupazione, made in Italy Costi di istruttoria +

Costi

per PMI: in rapporto a importo garantito, 0,25% primo anno, 0,5% secondo e terzo anno, z1% quarto quinto e sesto anno Per aziende di maggiori dimensioni: 0,5% primo anno, 1% secondo e terzo anno, 2% quarto quinto e sesto anno

Procedure

L’impresa fa richiesta in banca, la quale valuta erogazione: in caso di esito positivo trasmette domanda di garanzia a Sace che, dopo verifica, emette codice unico identificativo del finanziamento

Tempi rimborso

6 ANNI

Beneficiari

pmi e persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni

imprese fino a 499 dipendenti con fatturato fino a 3,2 milioni

imprese fino a 499 dipendenti

Garanzia Stato

100%

90% Stato + 10% Confidi

90% 80% prima dell’autorizzazione

Limiti

Prestito entro 25mila euro

Prestito non superiore al minore importo tra 25% del fatturato e 800mila euro

Importo massimo annuo di 5 milioni

Costi

Accesso gratuito al Fondo + tasso di interesse con cap (circa 1,5-1,8%)

Procedure Tempi rimborso

Accesso gratuito al Fondo.Tasso massimo non indicato

Autocertificazione su danni da Il Fondo valuta profilo economico-finanziariotranne che negli ultimi mesi di attività covid-19. Priva di valutazioni del Fondo Inizio rimborso non prima di 2 anni per durata di 6 anni

sti dati si riferiscono alla situazione contabile aggiornata al 31/12/2019. 2. Imprese con fatturato fino a 3,2 milioni di euro e numero di dipendenti fino a 499 possono richiedere un finanziamento pari al 25% del fatturato, con un limite di 800 mila euro. Tale finanziamento è garantito al 100% da Stato e Confidi ma, a differenza del precedente, è concesso solo dopo istruttoria delle banche. È necessario, pertanto, che l’azienda sia finanziabile e che rispetti il rating richiesto per l’importo del prestito. Tali imprese, inoltre, rispettando altri parametri, possono chiedere un finanziamento di valore superiore a 800 mila euro fino al limite di 5 milioni. 3. La terza tipologia di finanziamenti è quella attivabile da imprese di più grandi dimensioni con fatturato fino a 1,5 miliardi di euro e numero di dipendenti fino a 5.000. Tale finanziamento è garantito al 90% e, come per il precedente, è concesso solo dopo istruttoria bancaria. A tali finanziamenti si aggiungono le ul-

Non indicato

teriori agevolazioni riconosciute a livello regionale: contributi una tantum, prestiti agevolati e contributi a fondo perduto. Il più poderoso piano di aiuti arriva dalla Regione Campania che ha previsto bonus di 2.000 euro per le imprese e di 1.000 per i professionisti. L’Emilia Romagna affianca i prestiti alle imprese un bonus di 1.000 euro per gli operatori sanitari in prima linea con l’emergenza. Invito, pertanto, a seguire le delibere regionali per verificare le opportunità concesse alle imprese. L’auspicio è che l’eccesso di burocrazia non diventi un freno anche in questa circostanza. Non tanto per i finanziamenti fino a 25.000 euro, garantiti al 100% dallo Stato, che sembrano avere una procedura abbastanza semplice, quanto per quelli di importo superiore, per i quali sono previste le istruttorie delle banche.


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SPEDIZIONI TRASFRONTALIERE

DI RIFIUTI: ONERI AMMINISTRATIVI

Sono anni che la mia azienda opera nel trasporto rifiuti, anche se soltanto in ambito nazionale. Adesso, capita sempre più spesso che ci chiedano di effettuare spedizioni anche oltre confine. Fino a oggi abbiamo declinato, ma adesso è un’opportunità che stiamo valutando in concreto. Ma con cosa di fatto ci andremo a misurare dal punto di vista burocratico? Roberto P_Brescia

Il

trasporto di rifiuti da e verso l’Unione europea e i paesi terzi si sta intensificando principalmente sotto l’impulso dello sviluppo dell’economia circolare e, secondariamente, per vincoli e restrizioni imposte dalle nostre autorità ai centri di recupero e smaltimento nuovi o già esistenti che spingono i rifiuti verso l’esterno. Questo tipo di trasporto prende il nome di «Spedizioni Trasfrontaliere» e se nel trasporto nazionale, la complessa normativa sui rifiuti fatica a integrarsi con direttive, regolamenti e norme locali, nel trasporto internazionale l’intreccio tra norme comunitarie e nazionali e la relazione con tutte le altre discipline che regolano l’autotrasporto risulta ancora più amplificato, comportando molte più problematiche procedurali e operative soprattutto se non si hanno le dovute competenze ed esperienze. Per comprenderne la complessità è sufficiente guardare l’ambito di applicazione della principale normativa di riferimento (Regolamento 1013 del 14.03.2006) che regola le spedizioni di rifiuti: • fra Stati membri, all’interno della stessa UE o con transito attraverso paesi terzi • importati nella UE da paesi terzi • esportati dalla UE da paesi terzi • in transito nel territorio della UE con un itinerario da e verso paesi terzi Per quanto riguarda i soggetti, il regolamento 1013/2006 prevede oltre alle già conosciute figure del produttore, detentore, destinatario, intermediario, anche il commerciante, il notificatore, le autorità di spedizione, transito e destinazione, nonché gli uffici doganali. Particolare riguardo viene data alla figura del notificatore, vale a dire la persona fisica o giuridica soggetta alla giurisdizione dello Stato membro

12 maggio 2020

L’autorità competente di spedizione ha

tempo 3 giorni, salvo ulteriori richieste, per inviare copia della notifica stessa alle altre autorità, le quali dispongono di altri 30 giorni per autorizzare senza o con condizioni oppure con «obiezioni». Pertanto, questo tipo di spedizioni richiede una specifica pianificazione dell’iter di spedizione di spedizione che intende effettuare una spedizione di rifiuti soggetti all’obbligo di notifica. Il notificatore, quindi, può coincidere con il produttore iniziale, il nuovo produttore, il raccoglitore, il commerciante o l’intermediario. Infatti, a seconda delle caratteristiche dei rifiuti e degli scopi della spedizione, è previsto che il trasporto dei rifiuti possa essere eseguito previo invio di notifica, con numerose informazioni e allegati (tra cui la garanzia finanziaria e il contratto con vincoli e obblighi), all’autorità competente di spedizione. In generale, sono soggetti a notifica tutti i rifiuti destinati allo smaltimento e quelli avviati al recupero limitatamente però a quelli pericolosi, fuori lista nonché le miscele non classificate. Oltre ai numerosi soggetti coinvolti, alle normative complesse, intrecciate e poco chiare, un’altra criticità è rappresentata dalle tempistiche. Infatti, l’autorità competente di spedizione ha tempo 3 giorni, salvo ulteriori richieste di documentazione e informazioni in presenza di notifica incompleta, per inviare copia della notifica stessa alle altre autorità di destinazione ed eventualmente di transito, le quali dispongono di altri 30 giorni per autorizzare senza o con condizioni oppure con «obiezioni». Pertanto, questo tipo di spedizioni richiede, oltre a una parti-

colare attenzione, anche una specifica pianificazione dell’iter di spedizione. Relativamente alla documentazione che accompagna la spedizione, il Regolamento in oggetto prevede uno specifico documento contenente le informazioni meglio conosciuto come «Allegato VII» che sostituisce in tutto e per tutto il Formulario di identificazione dei rifiuti previsto dall’art. 193 del D.lgs 152/2006. Tra le varie peculiarità figura la possibilità di indicare fino a 3 vettori, vista la caratteristica del trasporto internazionale che spesso si appoggia alla modalità intermodale. Un trasportatore italiano che gestisce una spedizione transfrontaliera dall’Italia, oltre agli obblighi sopraesposti, deve provvedere ad annotare i documenti di movimento nel proprio registro di carico-scarico (secondo quanto previsto dall’art. 190 del D.lgs 152/2006), ovviamente se il proprio nominativo compare sull’allegato VII.


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I VIAGGI CALANO, I COMMITTENTI NON PAGANO L

TRE GRAZIE PROVENIENTI… DALL’ALTO

a prima è stata, a metà marzo, la ministra delle Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli, con un video messaggio di ringraziamento ai camionisti e agli operatori della logistica, per l’«impegno» e la «dedizione» senza i quali «il Paese si fermerebbe completamente, le persone non potrebbero avere i beni di prima necessità, non potremmo rifornire gli ospedali». Il presidente del Consiglio, Giusep-

venerdì 13 marzo: la ministra Paola De Micheli in un video su

facebook ringrazia i camionisti che stanno faticando tra i tanti problemi del momento e garantisce loro un impianto di procedure per lavorare in sicurezza. «Se voi non vi impegnaste così – sottolinea – il paese si fermerebbe completamente e le persone non potrebbero avere i generi di prima necessità»

14 maggio 2020

pe Conte, per farlo ha aspettato di presentare il decreto del lockdown, accomunando gli autotrasportatori a medici e infermieri: «Compiono un atto di amore per l’Italia». Ma il top è stato mercoledì 18 marzo, quando Papa Francesco in persona, nella sua preghiera speciale per coloro che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento della società in questo difficile momento, ha elencato (anche) gli operatori dei trasporti. Un bel riconoscimento per le imprese di autotrasporto che, escluse dal lockdown del 23 marzo per garantire la distribuzione delle merci essenziali, da una parte rischiano il contagio dei propri autisti (spesso titolari dell’azienda artigiana) per i contatti interpersonali a cui sono costretti dal mestiere, dall’altra rischiano la chiusura per la riduzione del fatturato, i ritorni a vuoto, i crediti insoluti. I RITORNI A VUOTO Se la chiusura del 48% delle attività produttive (fonte Confindustria) dava per scontato un calo parallelo del trasporto merci, lo squilibrio tra le produzioni bloccate (per lo più le industrie del Nord) e quelle consentite perché indispensabili (pre-

mercoledì 18 marzo: Papa Francesco nella sua preghiera speciale per coloro che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento della società in questo difficile momento, include anche gli operatori dei trasporti

TRE GRAZIE PROVENIENTI… DALL’ALTO

di Umberto Cutolo


TRE GRAZIE PROVENIENTI… DALL’ALTO

IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO

sabato 21 marzo: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte comunica la chiusura di interi settori produttivi e chiede agli italiani il sacrificio di restare a casa. Lo definisce però « minimo» rispetto a quello sopportato da chi sta in prima linea. E qui Conte ricorda una serie di categorie che «rischia molto di più» e che «non sta andando semplicemente a lavorare, ma compie un atto di amore nei confronti dell’Italia intera». Tra queste categorie cita esplicitamente gli autotrasportatori valentemente l’agroalimentare del Sud) fa sì che i camion partano dal Mezzogiorno carichi di merce, ma poi non abbiano prodotti da portare indietro. «Le nostre aziende specializzate nel trasporto di alimentari freschi», protesta il presidente di Anita Thomas Baumgartner, «oltre al forte calo del fatturato, subiscono enormi costi per lo sbilanciamento dei flussi di traffico, i percorsi a vuoto, i lunghi tempi di attesa presso gli stabilimenti aziendali e le frontiere». Quello dei ritorni a vuoto è una piaga anche i tempi normali, figuriamoci con il coronavirus. La nota congiunturale di Confetra per il 2019 indica in 79 giorni il tempo medio per l’incasso. «Siamo l’unico settore del trasporto – constata Claudio Villa, presidente

di Federtrasporti – in cui esiste una tariffa di andata diversa da quella di rientro. In particolare nel cassonato, la quotazione di un viaggio diventa inferiore laddove lo si considera un viaggio di rientro. Il problema è che la debolezza contrattuale dell’autotrasportatore fa sì che la tariffa di rientro, malgrado non si basi su parametri oggettivi (di fatto è strappata dal committente che approfitta di una situazione), diventi il riferimento generale per valutare ogni tariffa. Ecco perché è urgente per il settore la pubblicazione dei costi indicativi di riferimento». I CREDITI INSOLUTI Ma quello che assume i contorni di una beffa sono i crediti insoluti, elegante espressione finanziaria per dire che il cliente non paga. A fine marzo, ha denunciato il vicepresidente di Conftrasporto Paolo Uggè, molti committenti hanno inviato alle imprese di autotrasporto lettere che «preannunciano lo slittamento degli stessi anche di 12 mesi», mentre il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, stima in 1,5 miliardi di euro i crediti insoluti, facendo risalire il problema a prima dell’inizio dell’emergenza. E questo, nonostante l’appello di Confindustria a rispettare gli impegni presi nei pagamenti prima dell’emergenza, salvo «gravi e comprovate difficoltà». Una situazione nella quale sono in molti a ventilare rischi di chiusura delle imprese. Massimo Bagnoli, presidente di Fiap, vede nero («Esitare ulteriormente su questi punti porterà in maniera irrevocabile alla chiusura di migliaia di imprese»)

L’INFEZIONE DELL’ITALIA

Crollo della produzione, ritorni a vuoto, crediti insoluti. Anche se il trasporto non è bloccato dalla legge ed è elogiato perfino dal Papa, rischia il tracollo e la chiusura delle imprese più deboli. Le associazioni chiedono liquidità. Ma bisogna fare presto e torna a chiedere l’indeducibilità fiscale delle fatture come deterrente contro i mancati pagamenti. «Ci stanno consigliando – ha spiegato – di prendere soldi a prestito. Sono contento che la Banca centrale europea possa concederli allo 0,50%, ma se dobbiamo richiedere prestiti per pagare le nostre fatture, forse sarebbe meglio che questi prestiti li prendessero i committenti per pagarci». Sull’argomento è intervenuta anche la deputata PD Debora Serracchiani, con un’interrogazione formata anche dalla senatrice Tatjana Rojc, per chiedere alla ministra De Micheli di inserire nel decreto da varare ad aprile la norma «sui termini di pagamento già prevista per il settore agroalimentare con sanzione certa

LA SOVRAPPRODUZIONE NORMATIVA

UN GROVIGLIO DI NORME, UNA VALANGA DI CARTA Difficile raccapezzarsi nel groviglio di norme emanate dallo Stato per far fronte all’emergenza coronavirus. Il quotidiano online formiche.net ha fatto il conto. All’8 aprile, sulla materia il governo ha emanato 19 provvedimenti: 10 DPCM, 6 decreti legge, 2 delibere del Consiglio di ministri e un protocollo. I singoli ministeri hanno emanato 162 fra decreti e ordinanze, 57 dei quali il solo ministero della Salute. Nel solo mese di marzo Regioni e Provincie autonome hanno prodotto 339 ordinanze. Per i Comuni un conto preciso è impossibile, ma Alfonso Celotto, che ha curato la ricerca, ne stima 40 mila. Escluse queste ultime, tuttavia, le varie amministrazioni statali hanno emanato 520 atti, ai quali vanno aggiunti quelli della Protezione civile che ha emanato 48 ordinanze o decreti del capo Dipartimento e due del Commissario straordinario, tutte «spiegate» da un testo unico di 263 pagine. D’altra parte la bozza del decreto legge recante disposizioni urgenti per il sostegno alla liquidità delle imprese e all’esportazione emanato il 4 aprile era lungo 100 pagine in 37.157 parole.

maggio 2020

15


LE CURVE DELLA DIFFICOLTÀ PROVOCATE DAL LOCKDOWN

IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO € 140.000,00

L’INFEZIONE DELL’ITALIA

TREND SETTIMANE dal 16 al 22 marzo dal 23 al 29 marzo dal 30 marzo al 5 aprile

100,00%

€ 120.000,00

100,00 %

100,00 %

€ 100.000,00 100,00%

€ 80.000,00

- 16,41 %

- 22,28 % - 33,13 %

100,00 %

- 18,74 % - 21,11 %

- 26,06 % - 14,77 %

- 30,71 % - 19,44 %

- 26,68 %

€ 60.000,00

€ 40.000,00 100,00 % - 7,43 % - 16,93 %

€ 20.000,00

€ 0,00 lun u

mar a

mer e

giov o

ven e

sab a

dom

I NUMERI DI UN DISASTRO Il primo riscontro si è avuto sulla strada. Uno studio del consorzio Cosat su 300 imprese aderenti ha registrato che in 15 giorni – da prima a dopo il lockdown – il traffico merci in autostrada è calato del 20% nella prima settimana e del 30% nella seconda. Dato confermato, fuori delle autostrade, dalle rilevazioni dell’Anas che ha registrato una diminuzione del traffico merci a febbraio del 24% e a marzo del 25% (ma il traffico di autovetture è crollato del 55%), trascinando nel crollo anche le immatricolazioni di veicoli commerciali al di sopra delle 3,5 tonnellate (che a marzo hanno ceduto il 40,5% rispetto allo stesso mese del 2019) e l’indice del clima fiducia delle imprese elaborato dall’ISTAT, precipitato da 97,8 di febbraio a 81,7 (base 2010=100). In fatturato vuol dire un crollo stimato tra il 60% e il 70% (Thomas Baumgartner, presidente di Anita, con punte del 90% (Paolo Uggè, vice presidente di Fai-Conftrasporto)). «Con la chiusura dei cantieri e delle attività produttive – spiega Uggè – anche l’operatività delle imprese di autotrasporto si è drasticamente ridotta, e la percentuale di perdita stimata due settimane fa (a metà marzo, ndr) dal Cerved nel 30% è praticamente raddoppiata nel giro di soli 14 giorni».

e autorità di controllo chiaramente individuata». Che fissa in 30 giorni i termini di pagamento per i prodotti

La debolezza contrattuale dell’autotrasportatore fa sì che la tariffa di rientro, malgrado non si basi su parametri oggettivi, diventi il riferimento generale per valutare ogni tariffa. Ecco perché è urgente la pubblicazione dei costi indicativi di riferimento. Claudio Villa, presidente di Federtrasporti

16 maggio 2020

deperibili e 60 per quelli non deperibili, ma soprattutto stabilisce che essi decorrono dall’ultimo giorno del mese di riferimento della fattura, data oltre la quale scattano interessi di mora ed eventuali sanzioni molto pesanti. LA LIQUIDITÀ E I PEDAGGI Certo le richieste e le proposte delle associazioni per sostenere il settore in questa fase drammatica sono numerose, ma – gira gira – tornano sempre su un unico tema: la liquidità delle imprese. Unatras l’ha posta alla base di una lettera inviata a fine marzo alla ministra De Micheli per proporre le modalità di attuazione: l’«utilizzazione certa e più ampia possibile del Fondo centrale di garanzia PMI», l’introduzione anche per l’autotrasporto della norma sui termini di pagamento nell’agroalimentare; lo «smobilizzo e pronta

Se dobbiamo richiedere prestiti per pagare le nostre fatture, forse sarebbe meglio che questi prestiti li prendessero i committenti per pagarci. Massimo Bagnoli, presidente di Fiap

erogazione di tutte le risorse» gestite dal ministero a favore della categoria. Richieste alle quali ha aggiunto l’attuazione anche in Italia «della deroga temporanea ai tempi di guida e di riposo, come già fatto da 22 Paesi europei» e la «previsione di corridoi blu agli imbarchi per le imprese che viaggiano da e verso le isole maggiori». E Fai-Conftrasporto con una lettera aperta al governo l’ha chiesta esplicitamente, aggiungendola a una serie di moratorie fiscali e contributive specifiche per il settore (per esempio il rimborso integrale delle accise per il secondo e il terzo trimestre dell’anno) da aggiungere a quelle già varate erga omnes. Richieste di

Oltre al forte calo di fatturato, le aziende che trasportano alimentari freschi subiscono enormi costi per lo sbilanciamento dei flussi di traffico, i percorsi a vuoto, i lunghi tempi di attesa presso gli stabilimenti aziendali e le frontiere. Thomas Baumgartner, presidente di Anita


maggiore liquidità, più o meno analoghe sono state avanzate da tutte le altre associazioni del settore: da Assologistica a Confetra, da Fedespedi ad Alis. È largamente condivisa, per esempio, la richiesta di intervenire sui pedaggi, che nel mare di sospensioni e di rinvii sono rimasti gli stessi. Unatras in un drammatico appello alla «sopravvivenza» ricorda che «il costo dei pedaggi autostradali, rappresenta la terza maggior voce dei costi di gestione di una impresa

Con la chiusura di cantieri e attività produttive l’operatività delle imprese di autotrasporto si è drasticamente ridotta e la percentuale di perdita stimata a metà marzo dal Cerved nel 30% è praticamente raddoppiata nel giro di soli 14 giorni. Paolo Uggè, vice presidente di Fai-Conftrasporto

di autotrasporto, dopo personale e carburante» e chiede che «i concessionari autostradali aiutino i loro migliori clienti a superare questo estremo momento di emergenza sanitaria», mentre per Anita, lo stesso Baumgartner ha chiesto di garantire lo sconto massimo dei pedaggi autostradali già accordato, contestualmente all’esonero totale del pagamento per i mesi di aprile e maggio. ARRIVA IL DECRETO L’incontro in teleconferenza con la ministra, martedì 7 aprile, tuttavia, ha rinviato tutta la parte economica al decreto Liquidità, mentre per la questione dei tempi di guida e di riposo c’è stato uno stop, probabilmente dovuto all’indisponibilità dei sindacati a concedere il proprio assenso alla deroga. Il «decreto Aprile» – varato l’8 del mese – nel

suo elenco di provvidenze e aiuti, tuttavia, si è limitato per il settore a far riaprire i magazzini anche delle imprese bloccate, per evitare l’intasamento dei porti all’arrivo dei container attesi dal Far East per le prossime settimane. Per il resto, a parte le inevitabili proroghe delle sospensioni di contributi e versamenti, il capitolo più rilevante è quello dedicato al Fondo per piccole e medie imprese che garantisce tre livelli di garanzia del 100% (non superiore al 25% dei ricavi) per prestiti fino a 25 mila euro («In questo caso le banche potranno erogare i prestiti senza attendere il via libera del Fondo»); un’altra del 100% (ma per il 10% garantita da Confidi) fino a un massimo di 800 mila euro; del 90% fino a 5 milioni. Ulteriori garanzie per 200 miliardi (di cui 30 per le PMI) sono affidate fino a fine anno alla SACE a copertura dei finanziamenti bancari concessi alle grandi imprese e alle imprese piccole e medie che abbiano esaurito la propria capacità di accesso al Fondo. La copertura prevista è del 90% per imprese con meno di 5 mila dipendenti in Italia e fatturato fino a 1,5 miliardi; dell’80% oltre questi livelli e fino a 5 miliardi di fatturato, del 70% sopra i 5 miliardi.

Un prestito bancario anche di pochi milioni ingenera un’istruttoria che può durare anche due o tre mesi. Al sistema produttivo italiano le risorse servono entro le prossime due-tre settimane, altrimenti si rischia un’ecatombe. Guido Nicolini, presidente di Confetra

rose», ha commentato il presidente di Confetra, Guido Nicolini. «750 miliardi di euro equivalgono alla metà del PIL italiano, per dare un ordine di grandezza». E Uggè parla di «muscolatura economica». Quel che desta perplessità se non preoccupazione sono i passaggi burocratici. «Un prestito bancario anche di pochi milioni – ha spiegato Nicolini – ingenera una istruttoria che può durare anche due o tre mesi. Al sistema produttivo italiano le risorse servo-

FARE PRESTO L’entità dell’intervento ha messo tutti d’accordo. «Le cifre sono pode-

no, invece, entro le prossime duetre settimane, altrimenti si rischia una ecatombe economico sociale». Più critico (e più sintetico) Uggè: «Bisogna fornire risorse a fondo perduto per le micro aziende, alzare al 100% le garanzie e spostare al 2021 la sospensione dei contributi e dell’Iva». Entrambi, poi, usano quasi le stesse parole. Nicolini: «Il fattore tempo è tutto». Uggè: «Fate presto». In Svizzera e in Germania non solo lo hanno capito, ma lo mettono in pratica. A un imprenditore elvetico

Con 1,5 miliardi di crediti insoluti stimati, con controparti che non pagano il trasporto e, con l’emergenza, rinviano il saldo di fatture che avrebbero dovuto coprire prima del coronavirus, almeno metà delle imprese di autotrasporto rischia di chiudere in tempi brevissimi. Maurizio Longo, segretario di Trasportounito

basta riempire un modulo di una pagina per ottenere nel giro di poche ore un prestito pari al 10% del fatturato 2019 a interessi zero fino a 500 mila euro, da restituire entro cinque anni. Più dei tempi di guida o di riposo, più che i tempi di pagamento, quello che fa la differenza sono i tempi della burocrazia.

maggio 2020

17


IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO

IL TRASPORTO CONTAINER

+ 100

CONTAINER

I MAGAZZINI RIAPRONO IN EXTREMIS

0

- 100

L

a produzione cinese è ripartita e le merci hanno ripreso a viaggiare. Pechino canta vittoria, ma sembra

gacarrier, sul calo del costo del gasolio e

Nerone che strimpella la cetra davanti

portacontainer da 16 mila TEU di Cma

a Roma in fiamme. Con la sua colossale

Cgm che, partita ai primi di aprile da Alge-

economia (oltre 12 mila miliardi di dollari

ciras diretta a Port Klang (Indonesia), ha

allungato i tempi di viaggio. Esemplare il caso della Alexander Van Humboldt,

di PIL, il 17% di quello mondiale), basata

circumnavigato l’Africa – 3 mila miglia e

su esportazioni superiori ai 2 mila miliardi

una settimana di viaggio in più – per non

di dollari, affidate per lo più al trasporto

pagare il “pedaggio” al canale di Suez, sa-

container, era necessario per la Cina pun-

lito in media a 300 mila dollari.

tare su una ripresa rapida soprattutto del

Allungare i tempi, però, vuol dire rallenta-

traffico merci via mare, per presentarsi

re il riequilibrio dei container, che – con-

al resto del mondo pronta a riprende-

centrati per tre mesi in Cina – sono ripar-

re il proprio posto sui mercati. Così per

titi tra marzo e aprile verso i porti di tutto

tutto marzo non c’è stato giorno in cui

il mondo. I cassoni diretti in Italia, però,

una qualche autorità cinese non abbia

arrivando (dopo 5-6 settimane di viag-

annunciato che la situazione era torna-

gio) in pieno lockdown n, con il 60% delle

ta «quasi» alla normalità. Il 18 marzo la

industrie fermate dal dcpm del 22 marzo

China Container Industry Association n ha

e quindi impossibilitate a ricevere merci

affermato che il recupero dei movimenti

nei magazzini, si accatastavano nei por-

dei container in Cina «sta procedendo

ti. E siccome ogni settimana ne arrivano

rapidamente», precisando che negli scali

200 mila, se il 60% fosse restato in aree

«la capacità operativa di camion e struttu-

portuali, in un mese si sarebbe creato,

re di stoccaggio è di circa il 90% dei livelli

con mezzo milione di cassoni fermi, un

di pre-Covid-19». Il 1° aprile la China Ports &

ingorgo spaventoso. Di più, una «tempe-

Harbors Association n ha comunicato che il

sta perfetta», come l’ha definita Confetra

volume di container gestito tra il 23 e il 29

Friuli-Venezia Giulia.

marzo dagli 8 principali scali del Paese era

Per fortuna, mentre i porti si affannavano

aumentato del 3,4% rispetto alla settima-

a cercare aree in cui stoccare i container,

na precedente, mentre i porti di Dalian e

è arrivato in extremis il via libera alla ri-

di Guangzhou avevano registrato crescite

apertura dei magazzini, contenuto nel

di oltre il 25%.

dcpm del 10 aprile, quello che prorogava il

In realtà, dopo la frenata di metà gennaio

lockdown al 4 maggio. La norma era stata

imposta dal virus, il traffico container si

sollecitata alla ministra dei Trasporti, Pao-

è inceppato. La stasi ha concentrato nel

la De Micheli, dai presidenti di Confetra,

Far East milioni di container, facendone

Guido Nicolini, e di Fedespedi, Silvia Mo-

lievitare i costi di noleggio. Gli armatori,

retto. Ma già il 3 aprile, la Regione Emilia

pur di risparmiare, hanno puntato su me-

Romagna spingeva per una linea «apertu-

18 maggio 2020

Solo un comma aggiunto al decreto del 10 aprile ha permesso anche alle aziende chiuse dal lockdown di lavorare nei loro depositi, scongiurando il rischio di intasare i porti per il ritorno in massa dei container dalla Cina con le merci ordinate prima del blocco rista» con un’ordinanza firmata dal presidente Stefano Bonaccini e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che autorizzava «l’apertura dei magazzini delle aziende produttrici, in modo da garantire la regolare consegna della merce». Gli altri operatori hanno dovuto aspettare una settimana in più per leggere all’art. 2, comma 12, del decreto che «è consentita, previa comunicazione al Prefetto, la spedizione verso terzi di merci giacenti in magazzino nonché la ricezione in magazzini di beni e forniture». Come sempre accade nel mondo dei trasporti è stata un’affannosa corsa contro il tempo, come quella dei siphonarii, i pompieri che nel 64 d.C. tentarono di spegnere le fiamme che divoravano tre quartieri di Roma, guidati da Nerone. Quella dell’imperatore che suonava la cetra cantando l’incendio è, infatti, una leggenda. Nerone, invece, si prodigò per soccorrere i senzatetto, mettendo a disposizione spazi sicuri dove alloggiarli. Come ha fatto, alla fine, il governo per i container in arrivo dal Far East.



IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO

IL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE

PETROLIFERO

+ 100

0

di Deborah Appolloni - 100

PETROLIFERO A SECCO, T rispetto allo stesso periodo del 2019 – am-

ra le filiere più in sofferenza per l’impatto del lockdown compare la distribuzione dei carburanti. Tra marzo e

mette il presidente Natalino Mori – Su 300

aprile in media solo il 10% dei camion han-

Da questa settimana (8 aprile, ndr)) accu-

no acceso i motori. La riduzione drastica del

siamo di più il calo delle forniture chimiche

mezzi, a marzo ne abbiamo impegnati 32.

traffico, che sulle autostrade ha registrato

al settore automotive. Finora questo calo

una flessione intorno al 55-60% e negli

è stato compensato dalla chimica di base,

aeroporti rispetto ai voli passeggeri è stata

indispensabile per la produzione di deter-

pressoché totale (quasi azzerando la richie-

genti e disinfettanti».

sta di jet fuel), ha inciso in modo determi-

Esemplare, in tal senso, la diversificazione

nante sull’intera filiera, seppure riconosciu-

operata dal Cacif di Follonica. «Fino allo

ta come essenziale dai decreti del Governo

scorso anno il trasporto di ipoclorito di so-

e quindi tenuta a prestare servizio. Ha retto

dio, quella che commercialmente parlando

meglio, nell’ambito del trasporto delle mer-

si definisce come candeggina ed è anche

Se la auto circolano pochissimo e gli aerei sono a terra, i carburanti non si vendono né si trasportano. Più salvaguardato il settore della chimica, un po’ perché quella di base continua a lavorare, un po’ perché il boom dei disinfettanti ha aiutato a bilanciare alcune difficoltà

approvvigionato alle compagnie aeree in quanto la quasi totalità dei voli passeggeri

ci pericolose, il settore della chimica che,

la componente fondamentale di molti di-

stando alle prime rilevazioni delle aziende,

sinfettanti – spiega il presidente Roberto

è rimasta più o meno costante nei volumi,

Nocciolini – era concentrata nella stagione

salvo leggere contrazioni, peraltro fisiologi-

estiva. Adesso abbiamo anche un paio di

(2007-2017, dati Eurostat), ha visto i volumi

che, nella seconda parte del mese di marzo.

viaggi al giorno e in questo modo riusciamo

di merce trasportata ridursi del 30%. L’orga-

«Per i carburanti abbiamo il 90% dei mezzi

in parte a compensare il calo registrato in al-

nizzazione del quotidiano in questa supply

fermi – conferma Claudio Villa, presidente

tri segmenti». La situazione non è rosea ne-

chain è risultata difficile anche a causa della

del Conap, consorzio nato a Piacenza negli

anche nei porti dove la criticità è rappresen-

chiusura fino a metà aprile dei magazzi-

anni Sessanta per trasportare carburanti e

tata dalla giacenza dei prodotti che, ordinati

ni delle strutture non ritenute essenziali.

prodotti chimici – mentre il comparto della

con molto anticipo, sono arrivati in un’Italia

Questa condizione ha inciso sulla crescita di

è sospesa». Non è l’unico colpo a una filiera già claudicante e che, negli ultimi 10 anni

chimica sta reggendo. Nel complesso dob-

chiusa per Covid-19. «C’è un aumento degli

viaggi a mezzo carico o addirittura a vuoto,

biamo registrare una perdita che in bilancio

stoccaggi nel settore petrolifero – ha confer-

poco remunerativi per le aziende. «Il proble-

si attesterà almeno intorno al 15%».

mato Gianluca Palma, direttore Ente Zona

ma dei magazzini è rimasto costante duran-

Stessa situazione per il consorzio Transa-

Industriale di Marghera – per le problemati-

te questo periodo – aggiunge Villa – Spesso

driatico, da più di 70 anni attivo nel riforni-

che connesse alla distribuzione dei prodotti

i mezzi sono tornati in sede vuoti facendo

mento delle stazioni di servizio. «Stiamo

ai destinatari finali o per il blocco dei consu-

un viaggio in perdita che le aziende di au-

lavorando tra il 10% e il 15% dei volumi

mi. Un esempio è il jet fuel che non viene

totrasporto hanno continuato a fare come

20 maggio 2020


servizio per i clienti. Situazione poi aggravata dal fatto che, alcuni committenti si sono affrettati e bloccare i pagamenti, mettendo in difficoltà i vettori». Le criticità sono aumentate anche nei magazzini e nelle piattaforme rimaste aperte rimaste a corto di addetti. «In molti casi – spiega Mori – per esigenze sanitarie o per l’ottimizzazione del personale bisogna trascorrere lunghe attese al carico e scarico e, molto spesso, gli autisti sono di fatto costretti a scaricarsi il camion da soli e, tal+ 100

volta, persino a smistare la merce nel magazzino. La chiusura delle aziende a mac-

CHIMICO

chia di leopardo e le differenti disposizioni regionali hanno generato una rarefazione bidirezionale dei carichi: il camion deve 0

viaggiare carico sia all’andata che al ritorno. Se ciò non accade, la tariffa non sostiene il servizio e ovviamente in questo momento non possiamo chiedere aumenti alla committenza».

- 100

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I consumi alimentari sono aumentati? In realtà, si sono impennati inizialmente per la corsa all’accaparramento. Un fuoco di paglia destinato a rientrare in fretta e che soprattutto non compensa la chiusura del canale Horeca e la mancanza di bilanciamenti su molte tratte. Così spesso i conti non tornano. Ma alzare le tariffe non sempre è facile

AGROALIMENTARE

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FLUSSI SALTATI, REDDITIVITÀ MINATA IL TRASPORTO AGROALIMENTARE Gianni Sintucci, Responsabile Trasporti e Logistica

«VOLUMI E TEMPI AUMENTATI. MA AGLI AUTISTI ABBIAMO DATO UNA MANO»

«In

queste settimane la vita degli autisti è stata molto dura:

costretti a rimanere in cabina per la maggior parte del tempo, spesso senza accesso ai servizi igienici.

I tempi di attesa si sono dilatati moltissimo, ma la collaborazione all’interno della filiera si è rafforzata: abbiamo riscontrato molta disponibilità da parte dei clienti e dei buyer. Dal canto nostro, in azienda,

22 maggio 2020

abbiamo cercato di rendere il più confortevole possibile le soste e la permanenza degli autisti all’interno delle aree dedicate». L’analisi a caldo è di Gianni Sintucci, Responsabile Trasporti e Logistica esterna di Orogel, azienda italiana di prodotti surgelati in grande espansione con un fatturato di 239 milioni di euro e un trend di crescita dal 2009 del 48,7%. Come è cambiata con l’emergenza Covid-19 la logistica di Orogel? Sul fronte organizzativo è cambiato poco. Quello che va segnalato è invece a livello operativo: la riduzione del personale nelle piattaforme logistiche ha inciso sui tempi di attesa. Abbiamo avuto mezzi che hanno atteso anche giorni per scaricare, o addirittura ci siamo visti respingerne altri per mancanza di spazio all’interno dei magazzini. Come Orogel noi abbiamo condiviso con i vettori questi maggiori costi.


IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO

È

vero: il trasporto agroalimentare è stato uno dei pilastri di questa emergenza sanitaria, colonna portante della resistenza nelle mura domestiche, pilastro indispensabile per riempire gli scaffali dei supermercati. Ciò non vuol dire che non abbia affrontato una dura prova sul fronte organizzativo ed economico. Sbilanciamento dei flussi, camion semivuoti, scomparsa quasi totale dell’internazionale, allungamento dei tempi di attesa e volumi comunque in calo. Infatti, dopo un primo boom delle vendite al dettaglio registrato a febbraio (e anche a marzo) quando l’alimentare ha segnato un + 8,2% (ultimo dato Istat disponibile) dovuto all’onda emotiva di acquisti nei supermercati a seguito del diffondersi dei casi iniziali di coronavirus, secondo molti osservatori i consumi dovrebbero rientrare e quindi contrarsi. Inoltre, fin dall’inizio del lockdown n, manca all’appello l’intero comparto dell’Horeca (hotel, ristoranti, catering), completamente fermato dall’emergenza ed espressione di un terzo del fatturato del settore agroalimentare. «Sui 250 miliardi di consumi alimentari nel 2019 – precisa Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare –

IL TRASPORTO AGROALIMENTARE

un terzo, pari a circa 83 miliardi, sono dovuti al “fuori casa”. In particolare, sono oltre 18 miliardi le spese in ristorazione, bar e caffè legate specificamente al turismo nazionale ed estero. Sono consumi attualmente fermi che non sono recuperabili attraverso la crescita delle consegne alimentari a domicilio e nemmeno dal boom degli acquisti legato all’effetto scorte. In gran parte, le scorte non rappresentano un reale aumento dei consumi, ma un trasferimento dagli scaffali alle dispense, che sarà ridimensionato appena superata l’emergenza, innescando una nuova discesa dei consumi domestici». Il calo dei consumi si tradurrà in una riduzione dei volumi da trasportare, andando a incidere su un sistema, come quello della supply chain alimentare, già impegnato a far fronte a una serie di criticità. Oltre a un forte calo del fatturato, le aziende del settore denunciano costi aggiuntivi per lo sbilanciamento dei flussi di traffico, percorsi a vuoto, lunghi tempi di attesa presso gli stabilimenti aziendali e le frontiere. La chiusura a macchia di leopardo di molte realtà, anche nell’ambito della distribuzione alimentare, sta portando alla riorganiz-

zazione dei flussi e non sempre si riesce a rendere remunerativi i servizi. «Il Paese è di fronte alla necessità di mantenere operative solo quelle industrie che hanno un core nella produzione di beni di prima necessità e industrie a esse connesse – spiega Umberto Torello, Presidente di Anita-Transfrigoroute Italia – Ciò significa che le aziende devono fronteggiare, da un lato, le necessità distributive delle industrie che assicurano la produzione e, dall’altro, le perdite dovute alla mancata distribuzione delle industrie che decidono di chiudere per scelta propria, che hanno chiuso per obbligo o che non esportano più i loro prodotti in Italia. Ci troviamo nella condizione di dover assicurare la continuità nonostante tutto, a non poter richiedere il costo totale del trasporto alle sole industrie in produzione (il rapporto fiduciario con la committenza è delicato ed è stato costruito nel tempo) e così ci ritroviamo stretti in una morsa di responsabilità e doveri verso la committenza, verso i dipendenti e verso la collettività. Di fatto stiamo lavorando a più velocità, abbiamo veicoli fermi e soprattutto veicoli che viaggiano semi-vuoti gravando più di quelli stazionati». D.A.

esterna di Orogel Come scegliete i vostri partner logistici? Abbiamo rapporti che si sono stabilizzati nel tempo, aziende di medie e grandi dimensioni che ci seguono sul territorio e con le quali abbiamo avviato collaborazioni basate sul rapporto umano. Per questo ci hanno colpito molto alcuni episodi accaduti in questi giorni: autisti rimasti in cabina, senza accesso ai servizi. Insomma, al limite della dignità umana. Di solito come è organizzata la vostra logistica? Collaboriamo con una rete di 1.500 coltivatori diretti su tutto il territorio nazionale, abbiamo tre stabilimenti: uno a Cesena, dove viene fatto il confezionamento, uno a Policoro (Matera) e l’altro a Ficarolo (Rovigo). Quindi gestiamo sia i flussi di materia prima, sia la distribuzione verso il consumatore finale.

Partendo da questo, ci sono state variazioni di volumi in queste settimane? L’allarme quarantena ha creato il panico che ha generato le note razzie di generi alimentari nei supermercati; marzo, in effetti, è partito fin dai primi giorni con un’impennata paurosa in termini di volumi di prodotti venduti. Incremento conservato per tutto il mese e anzi addirittura aumentato nella seconda parte, aiutato, probabilmente, dei diversi livelli di ristrettezza riferiti alle uscite da casa. Dal 27 marzo, invece, i volumi si sono allineati con i normali trend stagionali, aiutati anche da una progressiva saturazione dei magazzini. Chiudiamo il mese con un aumento del 45% dei viaggi in vendita effettuati. Se ciò è avvenuto, è stato anche grazie al supporto dei vettori e dei loro uomini, dediti all’impegno e al sacrificio.

maggio 2020

23


avvocato senior partner Studio Zunarelli

di

Massimo Campailla

PAROLE DIRITTE

U

na delle principali problematiche sollevate dall’attuale situazione emergenziale è la crisi di liquidità, innescata anche dal ritardo con cui molte imprese stanno iniziando a pagare fatture, spesso relative a prestazioni eseguite in periodi antecedenti all’inizio del lockdown. Si tratta di un problema già oggi rilevante e che, verosimilmente, è destinato ad aggravarsi nel prosieguo della crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria. La corretta gestione dell’attività di recupero dei crediti incagliati, quindi, è destinata ad assumere un ruolo centrale nei mesi a venire. E proprio in tale prospettiva diventa assai importante tenere monitorato anche il decorrere della prescrizione. Cosa si definisce con questo termine che per tanti mesi – prima della diffusione del Covid-19 – aveva monopolizzato il dibattito politico? E soprattutto quale rilevanza può assumere la prescrizione nel mondo dei trasporti e della logistica? In tali ambiti, a ben vedere, la corretta conoscenza dell’istituto della prescrizione ha un importante rilievo, che va ben oltre alla semplice esigenza di tutela del credito. Proviamo a spiegare in che senso. Il codice civile (art. 2934) stabilisce che «ogni diritto si estingue quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge». Tale definizione, già di per sé assai chiara, consente di comprendere come si incorra in prescrizione ogni qualvolta non si eserciti un proprio diritto entro un determinato lasso temporale: Ma qual è il termine massimo entro cui un diritto deve essere esercitato per non estinguersi? La risposta a questa domanda viene fornita direttamente dalla legge. A complicare le cose, però, c’è il fatto che si tratta di una risposta variabile, nel senso che cambia a seconda delle fattispecie. In ambi-

DIZIONARIO GIURIDICO APPLICATO AL TRASPORTO

QUANDOSI DICE…

PRESCRIZIONE to contrattuale il termine ordinario di prescrizione è di dieci anni, che decorrono dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Sono, tuttavia, previste delle eccezioni, con dei termini prescrizionali anche assai più brevi, ed è proprio questo il caso dei termini di prescrizione in materia di spedizione e trasporto. L’art. 2951 c.c. prevede che i diritti derivanti dal contratto di trasporto o da quello di spedizione si prescrivano in un anno. Se però il trasporto ha inizio o ter-

È considerato validamente interruttivo della prescrizione qualunque atto idoneo a mettere in mora il debitore, come una raccomandata o una pec con cui, prima dello spirare dei termini, il vettore intimi al proprio committente il pagamento di una fattura

mine al fuori dell’Europa il termine di prescrizione è di diciotto mesi. I trasporti internazionali su strada (disciplinati dalla Convenzione CMR) sono, invece, soggetti a un regime di prescrizione che varia a seconda del grado di responsabilità del vettore: l’ordinario termine prescrizionale di un anno viene, infatti, esteso a trentasei mesi nel caso in cui sia configurabile il dolo o la colpa grave da parte del vettore. È noto che molto spesso gli operatori del trasporto, al fine fornire maggiore valore aggiunto ai servizi prestati alla propria clientela, offrono una serie di prestazioni accessorie che consentono di qualifi-

care il rapporto contrattuale come contratto di logistica. In questi casi, essendo la fattispecie riconducibile al contratto di appalto, il termine prescrizionale applicabile al rapporto sarà quello ordinario decennale (art. 2946 c.c.). Normalmente gli operatori del trasporto e della logistica trasferiscono tutta o parte dei propri rischi imprenditoriali sugli assicuratori, stipulando idonee polizze RC o danni. Anche il rapporto con gli assicuratori deve essere gestito con accortezza, in modo da evitare di incorrere (come spesso purtroppo accade) in prescrizioni. In materia assicurativa, infatti, i diritti derivanti dal contratto di assicurazione si prescrivono in due anni (art. 2952 c.c.). Come si è visto, nell’ambito del settore della logistica e dei trasporti, sono applicabili una varietà di termini prescrizionali, spesso ben più brevi di quello ordinario decennale, che andranno di volta in volta valutati a seconda di quale sia la natura della specifica fattispecie contrattuale presa in considerazione. In cosa consiste e come si manifesta l’attività necessaria a configurare un esercizio del diritto idoneo a evitare la prescrizione? La prescrizione è interrotta, innanzitutto, dall’introduzione di un giudizio volto a far riconoscere il diritto. Inoltre, è considerato validamente interruttivo della prescrizione qualunque atto idoneo a mettere in mora il debitore: è questo il caso di una comunicazione con cui gli interessati al carico chiedano al vettore il risarcimento di un danno o – per tornare all’ipotesi iniziale – della raccomandata o di una pec con cui, prima dello spirare dei termini, il vettore intimi al proprio committente il pagamento di una fattura.

Scrivete a Massimo Campailla:

24 maggio 2020

parolediritte@uominietrasporti.it


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Collaudi/ tassa di possesso

0,1216

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Assicurazioni

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Autostrade

1,0200 0,6800 0,5100 0,4080

1,2970 1,1270 1,0236

Autista

1,6380

Totale

0,0820

0,1030

0,1370

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Straord Trasf.

Costi personale (€/km)

1,5136

1,7400

2,1140

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Totale

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0,0250

0,0250

0,0910

0,0910

0,0910

0,0910

Lubrificanti Pneumatici AdBlue

0,0290

0,0360

0,0480

0,0720

Manutenzione

Costi di Gestione (€/km)

0,0240

0,0290

0,0390

0,0590

Collaudi/ tassa di possesso

0,1540

0,1930

0,2570

0,3860

Assicurazioni

0,4690

0,5870

1,1270

1,2580

1,1730 0,7820

1,4770

1,9170

Autista

0,0820

0,1030

0,1370

0,2050

Straord Trasf.

Costi personale (€/km)

1,6780

1,9480

2,3960

3,2950

Totale

Fonte: Ufficio Studi Federtrasporti

0,1340

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0,1340

Autostrade

Totale

Trattore + semirimorchio P.T.T. 44 T, prezzo di acquisto € 192.000; consumo 3,1 km/litro.

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Manutenzione

Costi di Gestione (€/km)

1.STACCA

2.PIEGA

3.TAGLIA

4.LEGGI

L'AGENDA DEL MESE SI STACCA, SI PIEGA, SI LEGGE E SI CONSERVA

5.CONSERVA

MARZO 2020 Il periodo di riferimento è stato purtroppo caratterizzato dall’emergenza COVID 19 con le conseguenti pesanti ricadute che tutti conosciamo e che, sul lato costi, hanno determinato una forte riduzione delle spese del carburante registrato sia in termini assoluti che di media ponderata. Il relativo raffreddamento nell’entità totale dei costi non riduce minimamente la grande preoccupazione per l’attuale scenario sanitario e per il futuro finanziario ed economico. Le altre voci di costo non presentano al momento variazioni.

0,3500

0,5330

0,3500

0,3500

0,8000

Gasolio (+IVA)

40.000

Ammortamento

60.000

Km/ Anno

COSTI DI GESTIONE

Trattore + semirimorchio P.T.T. 44 t, prezzo di acquisto € 130.000; consumo 2,9 km/litro.

Lubrificanti Pneumatici AdBlue

CISTERNATO |

0,3740

Gasolio (+IVA)

Ammortamento

Km/ Anno

CASSONATO |

DECRETO LIQUIDITÀ: UNA PANORAMICA SU TUTTE LE MISURE Decreto legge 8/o4/2020, n. 23 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 94 dell’8/04/2020 Con questo decreto, meglio noto con il nome di «liquidità», sono state adottate misure urgenti in materia, in particolare, di sospensione e rinvio degli adempimenti fiscali, di accesso al credito per imprese e professionisti, nonché di sostegno alla liquidità e agli investimenti. Vediamo le principali misure. Sospensione dei versamenti delle ritenute su redditi lavoro dipendente e assimilato, contributi previdenziali e assistenziali, premi INAIL Le imprese di autotrasporto e logistica continuano a beneficiare per tutto aprile della sospensione dei versamenti (prevista dall’art. 61 del DL 18/2020). I versamenti sospesi vanno adempiuti, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo, a decorrere dal maggio 2020. Alle imprese del settore, per tutto maggio, si applica la regola generale prevista, pertanto la sospensione spetta: • alle imprese con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro nel 2019, che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% nel mese di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019; • alle imprese con ricavi o compensi superiori a 50 milioni di euro nel

• L’edizione 2020/2021 del Ferrobonus

• Chiarimenti INPS in materia di misure a sostegno del reddito

• Certificato di revisione annuale Annex 6

• Proroga validità permessi provvisori di guida

• DURC on line e proroga validità

• Accesso ai trattamenti di integrazione salariale

• Codice tributo per il recupero in compensazione del premio per i dipendenti

• Premio ai lavoratori dipendenti

• Decreto Liquidità: una panoramica su tutte le misure

SOMMARIO

2019, che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50% nel mese di aprile 2020, rispetto allo stesso mese del 2019. • L’Inail sottolinea che sono sospesi tutti i termini di prescrizione per il periodo dal 23 febbraio 2020 al 30 giugno 2020 e che gli stessi riprendono a decorrere dalla fine del periodo di sospensione.

Per quanto riguarda le domande di riduzione del tasso medio per prevenzione e la relativa documentazione probante, gli interessati sono tenuti a trasmettere le domande e la documentazione dal 1° al 15 giugno 2020 tramite il servizio online “Riduzione per prevenzione”, contestualmente alla domanda di sospensione. La circolare prevede le seguenti sospensioni: • richieste di pagamento riguardanti le sanzioni civili per tardato pagamento per le posizioni assicurative territoriali; • notifica ai soggetti titolari di posizioni assicurative territoriali delle note di verifica dell’autoliquidazione 2018/2019 relative ai pagamenti in unica soluzione nonché alla I, II, III e IV rata; • ai sensi dell’art 61 comma 2 (lettera n) per i soggetti che gestiscono servizi di trasporto merci, sono sospesi i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei premi assicurativi dal 2 marzo 2020 fino al 30 aprile 2020; • per le rateizzazioni, sono sospesi i versamenti delle rate mensili, inclusa la prima, con scadenza in questo periodo, che devono essere corrisposte nel mese di maggio 2020, insieme alla rata in scadenza in tale mese; • sono sospesi gli adempimenti relativi alla dichiarazione delle retribuzioni per l’autoliquidazione 2019/2020, alla domanda di riduzione del tasso medio per prevenzione e all’invio della documentazione probante a sostegno della domanda di riduzione per prevenzione.

del mese di maggio 2020

L'Agenda

A cura di Anna De Rosa


a 50 milioni di euro nel 2019; • una riduzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50% nel mese di marzo 2020 rispetto a marzo 2019 e nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019, nel caso di imprese con ricavi o compensi superiori a 50 milioni di euro nel 2019. Anche per le imprese che abbiano iniziato l’attività a decorrere dall’1.4. 2019 sono sospesi i versamenti IVA. Per le imprese che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza, la sospensione dei pagamenti IVA è subordinata alla sola riduzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33%, a prescindere dal volume dei ricavi e dei compensi registrati nel 2019. I versamenti sospesi vanno fatti, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal medesimo mese di giugno 2020. Inoltre il decreto liquidità prevede che la sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto “Cura Italia” sia estesa anche alle scadenze di aprile e maggio. Fondo di garanzia per le PMI Con il decreto liquidità è stato potenziato l’intervento del Fondo di garanzia a sostegno di PMI e delle imprese con un numero di dipendenti fino a 499. Si prevede anche uno snellimento delle procedure burocratiche per accedere alle garanzie concesse dal Fondo, articolato su tre parametri: 1. garanzia al 100% per i prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi fino a un massimo di 25.000 euro. In questo caso gli istituti bancari senza alcuna valutazione del merito del credito né il nulla osta del Fondo di garanzia dovrebbero poter erogare i prestiti; 2. garanzia al 100% (di cui 90% Stato e

L'Agenda del mese L’Istituto stabilisce anche che, al termine del periodo di sospensione, gli interessati debbano trasmettere, entro il 15 maggio 2020, tramite PEC, alla sede Inail competente, domanda di sospensione con modulo (diffuso dall’Istituto - allegato n. 1) insieme con la dichiarazione delle retribuzioni 2019, esclusivamente tramite il servizio Alpi online, disponibile dal 2 al 15 maggio 2020. Le domande di riduzione del tasso medio per prevenzione e la documentazione a sostegno delle stesse devono essere trasmesse sempre dal 2 al 15 maggio 2020 tramite il servizio online “Riduzione per prevenzione”, contestualmente alla domanda di sospensione. Per il settore, è poi prevista una sospensione fino al 30 aprile 2020 dei versamenti delle rate mensili, inclusa la prima, per le rateizzazioni concesse che devono essere corrisposte nel mese di giugno 2020, unitamente alla rata in scadenza in tale mese. Per usufruire della sospensione, le imprese devono presentare domanda alla sede competente, che accorderà la sospensione. Per quanto riguarda la sospensione dei termini di versamento dei carichi affidati agli agenti della riscossione, in scadenza nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, gli adempimenti devono essere effettuati entro il 30 giugno 2020. Invece per quanto riguarda i crediti dell’Inail inclusi nella cosiddetta “rottamazione ter”, gli stessi devono essere effettuati entro il 31 maggio 2020. Sospensione dei versamenti IVA e delle ritenute d’acconto La sospensione dei versamenti IVA nei mesi di aprile e maggio vale per tutte le imprese, incluse quelle di autotrasporto e logistica, in particolare quelle che registrano: • una riduzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% nel mese di marzo 2020 rispetto a marzo 2019 e nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019, nel caso di imprese con ricavi o compensi inferiori 10% Confidi) per i prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi che superano i 25.000 euro fino a un massimo di 800.000 euro, ma in questo caso si renderebbe necessaria la valutazione del merito del credito; 3. garanzia al 90% per i prestiti fino a 5 milioni di euro. L’accesso al credito per somme più alte fino a 5 milioni appunto, richiede una procedura più articolata. In particolare, il decreto liquidità prevede che «l’importo massimo garantito per singola impresa è elevato, nel rispetto della disciplina dell’Unione europea, a 5 milioni di euro. Sono ammesse alla garanzia le imprese con numero di dipendenti non superiore a 499». La concessione del fondo è prevista anche a favore dei professionisti la cui attività risulti drasticamenteridottaacausadell’emergenzasanitaria,delleimpreseche,dopo il 31 dicembre 2019, sono state ammesse al concordato con continuità aziendale, delle imprese che hanno siglato accordi di ristrutturazione ai sensi della legge fallimentare (articoli 186-bis, 182-bis e 167, R.D. n. 267/1942). Garanzie SACE Il decreto, come già accennato, per sostenere la liquidità delle imprese ha anche introdotto garanzie in favore delle banche che effettuino finanziamenti sotto qualsiasi forma. Le garanzie sono concesse dallo Stato attraverso la società SACE, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti. Vediamo in sintesi i principali punti. Dotazione complessiva. La dotazione complessiva della garanzia è di 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi di euro a favore di piccole medie imprese anche individuali o partite Iva con accesso gratuito alla garanzia rilasciata da SACE alla sola condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato

inviandole a: incentivi.trasportointermodale@pec.mit.gov.it. Il nuovo Ferrobonus mira a consentire il completamento dei programmi di sviluppo del trasporto ferroviario merci intermodale, avviati con la legge di stabilità 2016. Restano valide le regole di funzionamento precedenti (Decreto MITMEF n. 125 del 14 luglio 2017) con riferimento all’individuazione dei beneficiari, alla misura degli aiuti, alle modalità e alle procedure di attuazione, incluso il meccanismo di ribaltamento. Beneficiari del Ferrobonus sono le imprese utenti di servizi ferroviari e gli operatori di trasporto combinato (MTO): • possono presentare nuova domanda di contributo, le imprese già beneficiarie del Ferrobonus nelle annualità 2017-2018. Tali imprese devono rinnovare tutti gli impegni e gli obblighi già sottoscritti, ma l’incremento del volume di traffico ferroviario, deve riferirsi al volume di traffico ferroviario intermodale o trasbordato in treni*km dell’ultimo periodo di incentivazione;

FEBBRAIO

• le imprese non interessate al contributo per il nuovo Ferrobonus, ma già beneficiarie della misura per le annualità 2017 e 2018 sono tenute al rispetto degli impegni assunti in fase di accesso ai contributi; • possono presentare richiesta di contributo i nuovi soggetti, che non hanno beneficiato del Ferrobonus nelle precedenti annualità. Per i periodi di pagamento del contributo, si procede in continuità a partire dal primo periodo dal 31 agosto 2019 al 30 agosto 2020, a seguire con il secondo dal 31 agosto 2020 al 30 agosto 2021. Per le imprese aderenti al nuovo Ferrobonus, ai fini del monitoraggio dell’obbligo di mantenimento per ulteriori 24 mesi del volume di traffico ferroviario raggiunto nell’ultimo anno di erogazione del contributo, lo stesso decorre dal 30 agosto 2021. Il MIT, anche per il tramite del soggetto gestore, rende disponibili in formato elettronico, i modelli utili per la raccolta dei dati di monitoraggio.

MARZO

APRILE

ANDAMENTO PETROLIO BRENT A 3 MESI

40

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tendenza

max

846

min

872

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min

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SUD E ISOLE

min

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PREZZI EXTRARETE

GASOLIO EURO/ 000L


L’EDIZIONE 2020/2021 DEL FERROBONUS Decreto MIT del 16/04/2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 80 del 26/03/2020 Con questo decreto, il MIT fissa le modalità operative del nuovo Ferrobonus, uno strumento di incentivazione a favore del trasporto ferroviario intermodale o trasbordato, per cui sono state stanziate risorse nella legge di bilancio per gli anni 2020 e 2021 pari a 39 milioni di euro. Dal 26 marzo al 9 maggio 2020 è possibile presentare esclusivamente via Pec, le richieste di contributo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,

zione comprovante le difficoltà finanziarie dell’impresa. L’Istituto ricorda che il trattamento di integrazione salariale sostituisce in caso di malattia l’indennità giornaliera relativa, nonché la eventuale integrazione contrattualmente prevista. Per le aziende che hanno unità produttive situate nei Comuni nella “zona rossa” il trattamento in commento, con causale “covid-19 nazionale”, eventualmente richiesto, si aggiunge ai trattamenti già richiesti (utilizzando la causale “Emergenza covid-19 d.l.9/2020”): tali aziende, quindi, possono richiedere l’integrazione salariale ordinaria e l’assegno ordinario per 13 settimane, con causale “Emergenza covid-19 d.l.9/2020” e, per ulteriori 9 settimane, con causale “covid-19 nazionale”. Copertura. Lo Stato prevede uno stanziamento pari a 1.347,2 milioni di euro per l’anno 2020 per finanziare tali prestazioni. La circolare fornisce chiarimenti su tutte le altre misure a sostegno del reddito previste dal decreto Cura Italia.

panoramica delle

municazione preventiva. In particolare all’atto della presentazione della domanda di concessione dell’integrazione salariale ordinaria e dell’assegno ordinario, non deve essere data comunicazione all’INPS dell’esecuzione degli adempimenti, e l’Istituto potrà procedere alla adozione del provvedimento di autorizzazione se rispettati tutti gli altri requisiti. ll termine di presentazione delle domande è iniziata a decorrere: • dal 23 marzo 2020, per gli eventi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa iniziati nel periodo ricompreso tra il 23 febbraio 2020 e il 23 marzo; • dalla data di inizio dell’evento di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, per gli eventi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa verificatisi dal 24 marzo 2020. Le domande vanno inviate telematicamente: • entro la fine del quarto mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa; • per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 al 31 agosto 2020; • per una durata massima di 9 settimane. Pagamento. Sulle modalità di pagamento della prestazione, rimane ferma la possibilità per l’azienda di anticipare le prestazioni e di conguagliare gli importi successivamente, così come, eccezionalmente, le imprese possono richiedere il pagamento diretto da parte dell’INPS; in conseguenza della particolare situazione di emergenza, in questo ultimo caso, le aziende potranno chiedere il pagamento diretto senza obbligo di produzione della documentagolamentare del MEF per disciplinare eventuali, ulteriori modalità attuative. Permane comunque l’onere di notificare la misura alla Commissione europea. Coassicurazione. A sostegno dell’export il decreto legge introduce un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%. Beneficiari. La SACE sul proprio sito ha indicato i requisiti per accedere e ottenere la garanzia. Sono considerate beneficiarie tutte le imprese a prescindere dalla dimensione, dal settore di attività e dalla forma giuridica a condizione che: • abbiano sede in Italia; • non siano in difficoltà alla data del 31 dicembre 2019 e si siano trovate in una situazione di difficoltà a seguito dell’epidemia di Covid-19; • alla data del 29 febbraio 2020, non risultavano tra le esposizioni deteriorate presso il sistema bancario, ai sensi della normativa europea. Oggetto. La garanzia può essere rilasciata entro il 31 dicembre 2020, per nuovi finanziamenti concessi all’impresa dalle banche, da istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e dagli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia, successivamente al 9 aprile 2020. Durata del finanziamento garantito. La durata dei finanziamenti come già detto non può andar oltre i 6 anni e consente alle imprese di beneficiare di un preammortamento di 12, 18 o 24 mesi di durata massima. Finalità. Il finanziamento garantito dovrà essere destinato a sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante, impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia (circostanza che deve esser documentata e attestata dal rappresentante legale dell’impresa beneficiaria) e non potrà sforare

novità normative dal Fondo Centrale di Garanzia. Condizioni. Fino al 31 dicembre 2020 si prevede la concessione di una garanzia di SACE sui finanziamenti bancari accordati, alle seguenti condizioni: • che la durata non sia superiore a 6 anni, con possibilità di ottenere fino a 24 mesi di preammortamento; • che l’impresa beneficiaria non sia inclusa nella categoria delle imprese in difficoltà e non abbia esposizioni deteriorate, salve quelle maturate da febbraio 2020; • che l’importo garantito non sia superiore al maggiore tra il 25% del fatturato annuo dell’impresa del 2019 e il doppio dei costi del personale dell’impresa sostenuti in Italia e relativi al 2019;se l’impresa appartiene a un gruppo il fatturato di riferimento sarà su basee consolidata; • che l’impresa beneficiaria si impegni a non approvare la distribuzione di dividendi nei 12 mesi successivi all’erogazione del finanziamento e a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali. Ammontare della garanzia. Per i finanziamenti che presentino le suddette condizioni, è prevista una copertura: • pari al 90% dei finanziamenti destinati a imprese con meno di 5mila dipendenti in Italia e fatturato non superiore a 1,5 miliardi; • pari all’80% dei finanziamenti destinati a imprese con più di 5mila dipendenti in Italia e fatturato compreso tra 1,5 e 5 miliardi su base consolidata; • pari al 70% per imprese con fatturato superiore a 5 miliardi su base consolidata. Operatività. Per rendere effettiva l’operatività della misura è prevista l’emanazione da parte del MEF, di concerto con MAECI e MISE, di un decreto di natura non regolamentare per la definizione di criteri, modalità e condizioni del rilascio delle garanzie da parte di SACE e di un decreto di natura non re-

l’importo garantito (il 25% del fatturato annuo del 2019 come sopra detto). Se l’impresa ha iniziato la propria attività successivamente alla data del 31 dicembre 2018, deve far riferimento ai costi del personale attesi per i primi 2 anni di attività: anche questo deve esser documentato e attestato dal rappresentante legale dell’impresa. L’impresa può chiedere anche più finanziamenti ma il cumulo deve comunque rispettare i limiti suddetti. Procedura. La procedura per richiedere finanziamenti è soggetta a correttivi e aggiustamenti. Il decreto prevede che l’impresa presenti domanda direttamente alla banca di riferimento, quest’ultima verifica i criteri di accesso, effettua l’istruttoria creditizia e, in caso di esito positivo, inserisce la richiesta di garanzia nel portale online di SACE. SACE riscontrato l’esito positivo del processo di delibera, assegna alla richiesta un Codice Unico Identificativo (CUI). Per imprese con un fatturato maggiore di 1,5 miliardi di euro o con numero dipendenti in Italia maggiore di 5.000, l’emissione della garanzia da parte di SACE può avvenire solo a seguito di un’istruttoria interna e di approvazione tramite decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro dello sviluppo economico, tenuto conto della sussistenza in capo all’impresa operante in Italia di determinate caratteristiche: • contributo allo sviluppo tecnologico; • appartenenza alla rete logistica e dei rifornimenti; • incidenza su infrastrutture critiche e strategiche; • impatto su livelli occupazionali e del mercato del lavoro; • peso nell’ambito di una filiera produttiva strategica. Il processo si conclude con l’erogazione da parte del soggetto finanziatore all’impresa del finanziamento richiesto con la garanzia di SACE controgarantita dallo Stato.


tutela dei creditori (quindi quando il periodo emergenziale sarà passato, i creditori potranno • se del caso proporre le azioni revocatorie); • rinviare al 1’ settembre 2021, l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Acconti IRES e IRAP Si prevede che non si applichino sanzioni e interessi per insufficiente versamento, a condizione, però, che lo scostamento dell’importo versato rispetto a quello dovuto non superi il 20%. Imposta di bollo su fatture elettroniche Nel caso in cui l’ammontare dell’imposta dovuta per le fatture elettroniche emesse nel primo trimestre dell’anno sia di importo inferiore a 250 euro, si prevede che il versamento sia effettuato nei termini previsti per il pagamento dell’imposta relativa alle fatture emesse nel secondo trimestre dell’anno. Se poi l’importo complessivo da versare risultasse inferiore a 250 euro anche nel secondo trimestre, il versamento dell’imposta relativa al primo e secondo trimestre può essere effettuato nei termini previsti per il versamento del terzo trimestre. Credito d’imposta per acquisto di dispositivi di protezione individuale La disciplina sul credito di imposta (di cui al decreto-legge Cura Italia) viene estesa anche alle spese per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale come mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3, guanti, e simili, alle spese per l’acquisto e l’installazione di altri dispositivi di sicurezza dei lavoratori per proteggerli dall’esposizione accidentale ad agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale come ad esempio pannelli protettivi e barriere, nonché alle spese per detergenti mani e disinfettanti. L’ammontare del credito di imposta, è pari al 50% delle spese sostenute fino al 31.12.2020 e non può superare DURC ON LINE E PROROGA VALIDITÀ Messaggio INPS n. 1546 dell’8/04/2020ufficiale n. 94 Con L’INPS, con questo messaggio, interviene sulla proroga di validità di tutti i Documenti di Regolarità Contributiva (DURC) a seguito di quanto previsto dal “Cura Italia”. Infatti, alla luce di tale normativa, i documenti attestanti la regolarità contributiva denominati Durc On Line che riportano nel campo “Scadenza validità” una data compresa tra il 31 gennaio 2020 e il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020. L’implementazione procedurale della funzione “Consultazione” rende disponibili sia i Documenti Durc On Line in corso di validità definiti, che quelli

l’importo massimo di 20.000 euro per ciascun beneficiario. Altre misure del decreto liquidità su lavoro, INPS e Giustizia Le disposizioni in materia di lavoro valgono anche per i destinatari degli ammortizzatori sociali, per gli assunti tra il 24 febbraio e il 17 marzo, mentre in precedenza operavano solo per i lavoratori assunti al 23 febbraio scorso. Viene inoltre chiarito che la domanda per la cassa in deroga è esente da imposta di bollo. • Viene consentito all’INPS di rilasciare un PIN semplificato, tramite identificazione telematica del richiedente, posticipando al termine dell’emergenza la verifica con riconoscimento diretto. • In materia di giustizia si prevede l’ulteriore spostamento, dal 15 aprile all’11 maggio, del termine di rinvio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari e la sospensione straordinaria dei termini per il compimento di qualsiasi atto, salve deroghe in alcune materie. Stessa sospensione dei termini per la notifica del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tributarie.

con scadenza nell’arco temporale tra il 31 gennaio 2020 e il 15 aprile 2020, per i quali opera automaticamente la conservazione della validità fino al 15 giugno 2020. Qualora sia già presente un Documento Durc On Line disponibile accedendo alla funzione “Consultazione”, le nuove richieste saranno annullate dal sistema. I Durc On Line resi disponibili entro il 15 aprile scorso, riportano: “Si comunica che i Documenti attestanti la regolarità contributiva denominati “Durc On Line” che riportano nel campo “Scadenza validità” una data compresa tra il 31 gennaio 2020 e il 15 aprile 2020 conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020…”

PROROGA VALIDITÀ DEI PERMESSI PROVVISORI DI GUIDA Circolare ministero Interno del 9/04/2020 Il Ministero dell’interno, con questa circolare, ha affrontato il tema della sospensione delle attività medico-legali delle Commissioni mediche provinciali per la conferma della validità delle patenti, in conseguenza di COVID-19. Il MIT ha prorogato fino al 30 giugno 2020 il permesso provvisorio di guida, senza oneri per l’utente. Viene invece esclusa l’applicazione della proroga per i titolari di patente di guida che devono sottoporsi a visita medica di revisione sull’idoneità psico-fisica-in una data compresa nel periodo di sospensione delle attività di tali Commissioni mediche – se responsabili di specifici illeciti.

CERTIFICATO DI REVISIONE ANNUALE ANNEX 6 Circolari MIT nn. 2 e 3 del 31 marzo e 1/04/2020 Il MIT, con quest’ultima circolare, ha comunicato che i Paesi membri della ITF/CEMT hanno assunto, a causa dell’emergenza epidemiologica, una comune posizione sul reciproco riconoscimento dei documenti Annex6, che attestano la revisione del complesso veicolare.

CHIARIMENTI INPS IN MATERIA DI MISURE A SOSTEGNO DEL REDDITO Circolare INPS n. 47 del 28/04/2020 L’INPS ha fornito chiarimenti sulle misure a sostegno del reddito previste dal decreto-legge “Cura Italia” e ha dato istruzioni per una corretta procedura da seguire per ottenere i trattamenti previsti per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa legata all’emergenza epidemiologica da covid-19. Oggetto. L’istituto, d’intesa con il ministero del Lavoro, fornisce istruzioni relative a tutti i trattamenti previsti dal decreto - tra cui la Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO), in deroga (CIGD), l’assegno ordinario, il Fondo di integrazione salariale (FIS) - specificando come gli stessi deroghino alle vigenti norme che disciplinano l’accesso agli ordinari strumenti di tutela in costanza di rapporto di lavoro. Di seguito riportiamo una sintesi dei chiarimenti, forniti dall’INPS, sulla cassa integrazione salariale ordinaria (CIGO) e sull’assegno ordinario.

Per gli Annex6 scaduti dopo il 12 marzo, la validità è prorogata al 30 giugno 2020; di conseguenza, il veicolo che circola con autorizzazione CEMT a bordo e relativi Annex6, è da considerarsi regolare in tutti i Paesi dell’area CEMT. Si riporta di seguito l’indirizzo del sito ITF: https://www.itf-oecd.org/covid-19-road-group Inoltre, con circolare n. 2 del 31 marzo 2020, il MIT ha esteso a tempo indeterminato le disposizioni contenute in precedente circolare (n. 1 dell’11 marzo scorso), relative alle autorizzazioni bilaterali per il trasporto internazionale rilasciate ai paesi non-UE con la limitazione dell’uso del mezzo ferroviario in entrata ed in uscita dall’Italia. Di conseguenza, tali autorizzazioni potranno essere utilizzate come autorizzazioni ordinarie, valide per il percorso su strada, fino a nuovo provvedimento.

L'Agenda del mese panoramica delle novità normative ABI e garanzia SACE Con la circolare del 9 aprile 2020, l’ABI fornisce alcuni chiarimenti sulla garanzia SACE, detta anche “Garanzia Italia”, disposta dall’art.1 del decreto liquidità. Procedura per accedere alla garanzia SACE. Per un’immediata applicazione, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha fornito alle banche le prime istruzioni attuative. Dal 9 aprile scorso le imprese possono presentare alle banche le richieste per finanziamenti garantiti dallo Stato, nel contempo per l’effettivo rilascio delle garanzie dovrebbe intervenire l’autorizzazione della Commissione Europea. Snellimento procedure. ABI e SACE hanno creato una task force per rendere le procedure snelle, assicurando così alle imprese un sostegno rapido e adeguato. Misure per garantire la continuità delle imprese Il decreto prevede una serie di misure per garantire la continuità delle imprese nella fase emergenziale con particolare riguardo a quelle che prima della crisi si trovavano in equilibrio e in regola. Le misure previste consentono alle aziende, in sede di redazione del bilancio in corso, di adottare i criteri di prudenza e di continuità alla luce della situazione come risultante dall’ultimo bilancio chiuso; inoltre permettono di eliminare le cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale; e ancora di favorire il coinvolgimento dei soci nell’accrescimento dei flussi di finanziamento verso la società. Sono state introdotte misure relative alla disciplina del fallimento, in particolare quelle che tendono a: • sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo • stato di insolvenza, sino a quando durerà l’emergenza; • sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a

In particolare, l’INPS precisa che l’eventuale presenza di ferie pregresse, non preclude l’accoglimento dell’istanza di CIGO o dell’assegno ordinario. Beneficiari. Possono chiedere le integrazioni salariali ordinarie, tra le altre: • un elenco di imprese tra cui quelle di trasporto; • le cooperative di produzione e lavoro che svolgano attività lavorative similari a quella degli operai delle imprese industriali (ad eccezione delle cooperative elencate dal Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 602). L’INPS precisa che i datori di lavoro operanti su tutto il territorio nazionale, che hanno dovuto interrompere o ridurre l’attività produttiva per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, possono richiedere la concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o l’accesso all’assegno ordinario. Le norme del medesimo articolo si applicano esclusivamente ai lavoratori che alla data del 23 febbraio 2020 risultino alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti la prestazione. Vi rientrano anche le ipotesi di trasferimento d’azienda ai sensi dell’articolo 2112 c.c. e i casi di lavoratore che passa alle dipendenze dell’impresa subentrante nell’appalto, per cui si computa anche il periodo durante il quale il lavoratore stesso è stato impiegato presso il precedente datore di lavoro. Domande. L’INPS chiarisce che le domande – per cui non sussiste l’obbligo di pagamento del contributo addizionale – possono essere trasmesse con la nuova causale denominata “covid-19 nazionale. Le aziende che trasmettono domanda non devono osservare il disposto dell’articolo 14 del D.lgs n. 148/2015, fermo restando l’informazione, la consultazione e l’esame congiunto che devono essere svolti, anche in via telematica, entro i tre giorni successivi a quello della co-


IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO IL TRASPORTO RIFIUTI

RIFIUTI

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ALLA RICERCA DELL’EQUILIBRIO PERDUTO

- 100

di Maria Carla Sicilia

I

n un’Italia immobile, impegnata nel cercare di limitare i contagi rispettando il lockdown n, la produzione di rifiuti, seppure in calo, non si ferma. Nè si ferma la necessità di trasportarli lungo le strade di un Paese che, in questo settore genera un traffico annuale di circa 200mila camion (secondo le stime del laboratorio Ref Ricerche), seppure distribuito con una forte disomogeneità territoriale. Rispetto all’ordinario, però, ci sono molte criticità in più in queste settimane, alcune condivise con tutte le altre filiere – come la necessità di dotarsi di dispositivi di protezione individuale, i problemi di liquidità legati alle fatture insolute, i viaggi a carico vuoto – e altre specifiche del settore e provocate dalle maggiori debolezze di alcuni comparti. Un primo tema è la riduzione dei volumi. Oggi è ancora presto per avere una stima di quanto sarà ridotto il traffico annuale, spiegano alcuni addetti ai lavori. Dipende da quanto durerà la serrata delle attività produttive, ma in tutti gli scenari è previsto un calo della produzione. Secondo il think tank Was di Althesys si avranno almeno 2,5 milioni di tonnellate in meno di urbani e un calo degli speciali compreso tra i 4,2 e i 4,8 milioni di tonnellate solo nelle tre regioni più colpite, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. A Piacenza, il consorzio Co.a.p sta già registrando un rallentamento dei traffici legati ai rifiuti,

specialmente nelle filiere del riciclo, come quelle delle plastiche industriali, il ferro e il legno. Aumentano, al contrario, i fanghi di depurazione, come risultato del lockdown n che ci tiene tutti a casa, e continuano regolarmente a viaggiare le cisterne che trasportano i percolati delle discariche. «Il settore è quello che tiene a galla il fatturato», spiega il presidente Eugenio Zaninoni. Con tutte le attività produttive non essenziali ferme fino al 3 maggio, a viaggiare, dopo il 22 marzo, sono rimasti essenzialmente i rifiuti e l’agroalimentare. E così la flotta in strada è praticamente dimezzata: «Su circa 150 mezzi – calcola Zaninoni – oggi ne viaggiano 60-70, a seconda dei giorni». A limitare ancora il traffico di settore sono poi motivi di gestione a livello nazionale. I rifiuti caricati per centinaia di chilometri a bordo dei camion si muovono in genere alla ricerca di impianti. Dalle regioni del sud vengono portati verso il nord Italia e poi in Europa, dove la capacità di smaltimento e trattamento è maggiore grazie a inceneritori, discariche e impianti di riciclo. Oggi che gli inceneritori al nord viaggiano a velocità massima per bruciare i rifiuti ospedalieri della zona, al sud si ricorre all’ampliamento degli stoccaggi e delle discariche, con ripercussioni sui trasporti di lungo raggio. A questo si somma il nodo dei controlli alle frontiere, un tema

Settore complicato quello dei rifiuti. Alcune filiere, come quelle legate al riciclo (ferro e legno) si sono ridotte, altre agganciate alla depurazione e alle discariche marciano a pieno regime. In più si riducono i chilometri, perché la saturazione di impianti del Nord ha portato a Sud ad ampliare gli stoccaggi. E alle frontiere c’è il nodo controlli oggetto di attenzione anche da parte della Commissione europea, che ha da poco pubblicato delle linee guida per il settore dei rifiuti. La raccomandazione agli Stati membri è di ridurre gli ostacoli e facilitare le spedizioni, facendo uso quanto più possibile di documenti digitali e procedure elettroniche. Lasciare che la crisi covid-19 produca un tappo alla filiera dei rifiuti, significherebbe mettere a rischio l’equilibrio su cui si basa l’economia circolare del continente, legata al trasporto perché dipendente dallo scambio di materiali tra i mercati europei. maggio 2020

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FILIERE FERME

AUTOMOTIVE, EDILIZIA, SIDERURGIA, MECCANICA, METALLURGIA, Bisarche e trasporto mobili fermi. Nell’edilizia e nella siderurgia viaggia solo chi serve il Ponte Morandi e le acciaierie più importanti. Eccezionali bloccati anche dalla burocrazia. Chi lavora con il tessile respira con le fabbriche riconvertite a produrre camici e mascherine. E con il fashion online

L’

autotrasporto è un’attività consentita anche durante il lockdown. Ma se la produzione del cliente è bloccata, anche il camionista non lavora. Metalmeccanica, siderurgia, tessile, edilizia, mobili: tutto fermo – con qualche eccezione – per ordine del governo. E fermi sono anche i loro autotrasportatori, non per ordine del governo, ma per mancanza di commesse. È nel mondo delle filiere ferme che si consuma il dramma silenzioso dei padroncini. Perché le imprese più strutturate, con clienti diversificati, in qualche modo resistono: se qualche committente è fermo, qualche altro in attività garantisce un reddito di sopravvivenza. Agli altri non resta che fare cassa integrazione e aspettare gli aiuti del governo. Doveva finire prima di Pasqua, ma il nuovo lockdown del governo ha prolungato la Passione dell’autotrasporto fino al 4 maggio.

BISARCHE A ZERO Ma non sono solo i padroncini a soffrire. Anche gli specializzati, con i veicoli adatti solo a trasporti specifici. Come i bisarchisti, un migliaio in tutta Italia, al servizio di un comparto industriale che vale il 6% del PIL, comprese le 2 mila aziende di componentistica auto che esportano per 5 miliardi di euro. FCA ha fermato i suoi sei stabilimenti (poco meno di un milione di veicoli l’anno) il 16 marzo, una settimana prima del lockdown. Ma tre giorni prima avevano

30 maggio 2020

già chiuso i battenti i concessionari. «Non abbiamo alternative», spiega rassegnato Angelo, azienda con sette bisarche a Piedimonte San Germano, di fronte allo stabilimento FCA di Cassino. «Abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione e aspettiamo». L’unico spiraglio per Angelo e tutti i bisarchisti è l’accordo firmato da FCA con i sindacati per le misure antivirus da adottare alla ripresa. Un segnale che le fabbriche sono pronte a ricominciare nel pieno rispetto delle regole: sanificazione, distanziamento, mascherine e guanti, formazione. Allora, forse, la ripartenza non è così lontana.

PER EDILIZIA E SIDERURGIA QUALCHE ECCEZIONE Anche chi fa trasporto per l’edilizia e la siderurgia piange lacrime amare. Molti cantieri avevano chiuso già a metà marzo per l’impossibilità pratica di rispettare le distanze, sancite da un protocollo siglato da industriali e sindacati. Con il decreto 22 marzo si è fermato tutto, salvo il ponte Morandi, dove si lavora con protezione totale. Poca roba per un settore che fattura 65 miliardi l’anno e movimenta anche quasi 60 milioni di tonnellate di rifiuti speciali l’anno, dando linfa a una filiera solo in parte gestita in proprio dalle aziende edilizie. Stessa situazione per la siderurgia, settore da oltre 70 miliardi di fatturato per una produzione di 25 milioni di tonnellate di acciaio grezzo. Dopo il lockdown n del 23 marzo le fabbriche si sono fermate, tranne quelle di Marcegaglia, Arvedi e dell’ex Ilva, che hanno continuato a produzione ridotta, in quanto «funzionali ad assicurare la continuità delle filiere dei settori di cui all’allegato 1 del DPCM, dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali», come ha motivato il Gruppo di Mantova. Sono eccezioni importanti, in grado di dare respiro non solo a numerose imprese di autotrasporto, ma anche al trasporto ferroviario e a quello eccezio-

nale. Gli operatori di quest’ultimo settore servono anche un’altra filiera bloccata: quella della metallurgia, dal peso notevolissimo soprattutto sull’export. Sui 463 miliardi esportati dall’Italia nel 2018 circa il 52% sono arrivati da meccanica e metallurgia.

ECCEZIONALI E SMARTWORKING Ma i trasporti eccezionali sono alle prese con un altro nemico invisibile: la burocrazia. Il lockdown n ha ridotto di due terzi l’attività per mancanza di forniture da trasportare. Ma anche quel terzo rimanente è bloccato da una diatriba sull’applicazione della proroga dei permessi prevista dal decreto Cura Italia fino al 15 giugno, ma che né Anas, né le società autostradali riconoscono in as-


TESSILE senza di un’interpretazione autentica del ministero dei Trasporti, ribadendo che i rinnovi sono garantiti (a richiesta) dal servizio online. «Il problema – lamenta Sandra Forzoni, segretario generale dell’Aite – è che il servizio online funziona solo in poche zone. In più alcuni uffici sono chiusi per l’emergenza coronavirus e le nostre aziende devono chiedere i rinnovi con il cartaceo e farlo arrivare con il corriere. Ma anche il corriere spesso o è sovraccarico o non lavora per il coronavirus. E noi stiamo fermi».

IL FASHION E LE MASCHERINE La filiera del tessile è stata tra le più pronte a trovare spazio per continuare a lavorare. Nel settore operano quasi 14 mila imprese con un centinaio di stabilimenti per una produzione che supera i 20 miliardi. Di fronte alla carenza di mascherine (la cui realizzazione è migrata da anni nel Far East per il basso valore del prodotto), molte aziende hanno riconvertito la produzione. Hanno cominciato in Puglia, dove l’Apulia stretch, azienda che produce stoffe per materassi, ha preparato un tessuto speciale per realizzare mascherine protettive, seguendo le istruzioni dell’Istituto superiore di sanità. Subito si sono aggregate altre imprese locali di abbigliamento. Con la nomina del commis-

sario straordinario Domenico Arcuri la produzione ha preso consistenza tramite un consorzio di aziende nazionali, a cominciare dalla Miroglio di Alba, decisa a mettere da parte l’alta moda per puntare sulla sanità. Da lì è stata una valanga: Geox, Gucci, Prada, Valentino, Moschino, Calzedonia, tutti a mollare il fashion per produrre camici e mascherine. Gli autotrasportatori in parte si sono adeguati alla riconversione, anche se fino a metà marzo hanno continuato a distribuire le scorte. Dall’11, poi, con la chiusura delle attività commerciali e il divieto di uscire di casa per «futili motivi», i brand del fashion hanno spostato le vendite online. E alla logistica delle boutique si è sostituita quella di internet, soprattutto per la produzione straniera. Un giro d’orizzonte della rivista Grazia ha rivelato che a fine marzo, la spagnola Zara, il colosso svedese del low cost H&M, il marchio spagnolo Mango, il tedesco Zalando hanno confermato di proseguire la loro attività, mentre Amazon ha deciso di privilegiare – in Italia e in Francia – i beni di prima necessità, ma senza rinunciare a distribuire i prodotti stoccati all’estero. Ma anche la logistica di internet ha bisogno di autotrasporto e – anche se l’ultimo miglio è affidato ai corrieri – per portare la merce ai centri di distribuzione, il camion uno spazio se lo è ritagliato, tanto più se l’operatore si muoveva già prima nello stesso settore. Tant’è che il calo dell’attività nel trasporto di fashion è stimato intorno al 50%.

monoveicolare specializzato in trasporto cucine, azienda alle falde del Monte Amiata, che è una sorta di distretto del mobile, scuote la testa. Racconta di come ha curato il suo camion per adeguarlo a un carico di mobili: rifiniture con ovatta pressata contro l’umidità, materiali antisdrucciolo sul pavimento e così via. Se non trasporta mobili, può caricare altro materiale purché in scatoloni di cartone. Ma non trova nulla. Non gli resta che aspettare i 600 euro del governo. «Non ci pago neanche i contributi», osserva desolato. E i 25 mila euro di finanziamento? «Mica sono a fondo perduto. È un prestito che prima o poi bisogna restituire. Ma se non c’è lavoro come si fa a restituirli?».

FERMI I MOBILI E PURE I TRASLOCHI Chi sta peggio sono i trasportatori di mobili. L’anno scorso la produzione del comparto era salita a quasi 22 miliardi, per oltre un terzo realizzato in export. Ora, con le fabbriche bloccate e i negozi di arredo chiusi, è tutto fermo. Alfonso, SOLIDARIETÀ

AIUTA IL TRASPORTATOR CHE T’AIUTA I «grazie» rivolti all’autotrasporto sono arrivati da più parti. Qualcuno ha fatto anche qualcosa di più, unendo alle parole anche qualche fatto. Per esempio, MAN Truck & Bus Italia e il Gruppo A4 Holding (gestore delle A4 Brescia-Padova e A31 Valdastico) hanno deciso di offrire ai trasportatori in sosta o in transito presso l’Autoparco Brescia Est la possibilità di usufruire gratuitamente di una doccia calda e di un caffè recandosi all’Infopoint della struttura e richiedendo la necessaria tessera magnetica. In Germania, UTA (carte di servizio) e DocStop (organizzazione per la cura dei conducenti) aiutano gli autisti ad accedere gratuitamente a servizi igienici e docce con la campagna SaniStop. Poiché molte aree di sosta tedesche hanno limitato l’accesso a bagni e strutture sanitarie, stazioni di servizio, distributori di carburante e altre aziende forniscono tutti i giorni in 150 punti del paese l’accesso a servizi igienici e docce. Infine, il Consorzio autostrade siciliane ha sospeso il pedaggio sulle infrastrutture isolane a tutti gli utenti, compresi gli autotrasportatori.


IL LOCKDOWN DELL’AUTOTRASPORTO

IL TRASPORTO DEI FARMACI

I volumi da movimentare si sono inizialmente impennati, per poi scendere a causa delle scorte accumulate. Ma la flessibilità di una filiera di piccole e medie imprese ha reagito in fretta, con una “ricetta” destinata a durare anche oltre la crisi

CONSEGNE NOTTURNE E MAGAZZINI SEPARATI

R

esilienza. Sembra essere questa la parola che ha caratterizzato la risposta della logistica del farma-

nitoraggio attentissimo che il Consorzio

Sul fronte dell’import-export l’osserva-

Dafne, una community B2B che raggrup-

torio ha rilevato il crollo del cargo aereo,

pa tutti i componenti della supply chain

venuto meno dall’azzeramento dei voli di

co durante l’emergenza per il Covid-19.

del farmaco (aziende farmaceutiche, di-

linea, usati per il cargo in stiva. «Questo

Dopo una leggera impennata dei volumi

stributori intermedi, depositari e conces-

traffico, in particolare nell’export – conti-

che ha caratterizzato il periodo iniziale, la

sionari), ha avviato dallo scorso 1° marzo

nua Marazzi – è stato trasferito su altri ca-

domanda ha subìto un calo dovuto all’ac-

sulla distribuzione farmaceutica, analiz-

nali, in particolare sulla gomma. E anche

cumulo delle scorte nei magazzini, anche

zando i dati raccolti grazie al coinvolgi-

questo passaggio di modalità ha retto

se l’approvvigionamento di farmacie e

mento e alla collaborazione dei principali

ed è stato accolto bene dal sistema». Un

ospedali non ha mai visto blackout o in-

trasportatori specializzati nell’healthca-

sistema che ha avviato una serie di aggiu-

terruzioni. Sono diverse le strategie mes-

re, tra cui UPS, EDF, PHSE e BOMI Group.

stamenti con l’obiettivo di aumentare la

se in campo dalla filiera: si va dalle conse-

A fronte di un leggero aumento dei volu-

propria resilienza. «Per minimizzare il ri-

gne notturne alla separazione fisica nei

mi nel periodo che va dall’8 al 24 marzo,

schio di contagi – racconta Marazzi – alcu-

magazzini per assicurare il distanziamen-

c’è stato un calo nelle settimane succes-

ni vettori hanno organizzato spedizioni

to tra gli addetti. «Si tratta di iniziative –

sive che ha bilanciato il saldo finale. «In

notturne, anche a volte accompagnate

spiega Daniele Marazzi, Consigliere de-

questo panorama occorre tenere conto

da scorte armate per evitare furti così

legato del Consorzio Dafne – che hanno

– spiega Marazzi – che gli approvvigiona-

frequenti nel trasporto dei farmaci. In

assicurato l’operatività della supply chain

menti più legati all’emergenza come ma-

questo modo la merce è arrivata nei ma-

del farmaco in ogni momento dell’emer-

scherine e disinfettanti hanno viaggiato

gazzini nelle prime ore dell’alba quando

genza. L’agilità della filiera, composta da

in aereo e una volta in Italia sono stati

gli addetti sono pochi e il lavoro meno

realtà aziendali medio-piccole ha facilita-

trasportati a carico della Protezione Civi-

intenso. Alcuni magazzini, per esempio,

to l’adozione di queste soluzioni, le deci-

le, quindi non fanno parte del nostro mo-

hanno installato pannelli per la separa-

sioni sono state agili e hanno consentito

nitoraggio che invece sconta la flessione

zione fisica degli addetti, hanno usato

di rispondere in tempi brevissimi. Ora

considerevole dei ricoveri per altre pato-

container per creare ambienti di lavoro

queste iniziative possono diventare strut-

logie negli ospedali e dal minore afflusso

separato per il personale amministrativo.

turali per farsi trovare preparati qualora ci

di pubblico nelle farmacie. Anche i farma-

Tutte soluzioni che hanno assicurato la

fossero altre emergenze».

ci sperimentali, usati per contrastare il

continuità della filiera senza neanche un

Considerazioni che emergono da un mo-

Covid-19, si riducono a quantità minime».

momento di blackout».

32 maggio 2020


IL LOCKDOWN DELLE ALTRE MODALITÀ

AEREO E ROTAIA

CONTAINER DA SEDILI E TRENI DI PASTASCIUTTA

S

e l’autotrasporto piange, le altre modalità non ridono. È impietosa la fotografia scattata dal Centro studi Confetra e da Ranstadt Italia: la contrazione media dei volumi in due mesi è fra 35 e 45%. Il cargo aereo ha subito a marzo un ulteriore crollo del 40%. Il cargo ferroviario, se regge nel combinato (che però movimenta circa 30 mila ton di merci l’anno) perde il 50% nei treni completi. I corrieri

lamentano contrazioni fino al 70% e i terminal portuali dal 10 al 30%. Eppure, questo muro del pianto esalta specificità delle singole modalità – soprattutto di cargo ferroviario e aereo – adattandole alle tipologie di merce. A cominciare dalle forniture sanitarie che, su lunghe distanze e a causa dell’urgenza di richieste, sono trasportate da molte compagnie aeree impiegando velivoli passeggeri che, con il crollo del traffico (-60% nell’ultima settimana di marzo in Europa), resterebbero fermi negli hangar. Austrian Airlines con due Boeing 777 ha trasportato in Europa medicinali e due milioni di mascherine con un Airbus A330-800. La compagna di Dubai, Emirates SkyCargo, ha portato a 51 le destinazioni verso cui trasporta cibo e attrezzature mediche con Boeing 777-300ER. L’olandese Trip&Co ha creato addirittura due minicontainer da 80 chili modellati sulla figura del sedile, così da caricare merce senza rimuovere dalla carlinga i posti a sedere. L’unico freno al settore è il balzo dei costi: a fine marzo il noleggio di un cargo da Shanghai all’Europa superava il milione di dollari, contro i 400 mila usuali e il costo di un Boeing 747-800 allestito cargo era balzato da 320 mila dollari a oltre un milione. Il cargo ferroviario, invece, non fa leva solo tariffe contenute: ogni convoglio porta l’equivalente di 32 camion, riducendo i tanto temuti contatti interpersonali. È una precauzione sanitaria, ma anche una garanzia di fluidità del traffico attraverso le frontiere. Lo ha ammesso Alessio Muciaccia, Ceo della compagnia GTS di Bari: «Il sistema intermodale – ha detto al Sole 24 Ore e – è messo a dura prova da un inaspettato aumento di ordini sulle rotte internazionali con incrementi anche del

Le misure di contenimento del contagio hanno colpito anche altre modalità di trasporto, ma il cargo aereo e quello ferroviario hanno avuto un ruolo da protagonisti nel trasporto di materiali sanitari e nell’agroalimentare

70%. Le infinite code di camion che si for-

marchi (tra cui Cirio, Yoga e Valfrutta), ha

mano alle frontiere per i controlli sanitari,

movimento via ferro 30 mila tonnellate in

oltre che la scarsità di autisti disponibili

Germania e in Francia. Il 23% delle aziende

a recarsi nei paesi maggiormente colpiti,

che esportano prosecco di Valdobbiade-

hanno riversato enormi quantità di merce

nehanno scoperto l’intermodalità – e quin-

sulla ferrovia». Prova ne sia che se in Italia il

di il treno – per l’export, principale canale di

lockdown n del 23 marzo ha inferto un duro

sbocco di questo vino. TXL trasporta in 36

colpo al comparto, tagliando il traffico del

ore i salmoni danesi nei punti di vendita

45% nelle ultime tre settimane del mese

italiani e il parmigiano italiano in una not-

(182 treni rispetto a 308) a causa dello

te in quelli tedeschi. Verso la Germania,

stop delle spedizioni di siderurgico-auto-

secondo mercato europeo di Barilla, si

motive, la domanda verso l’Europa è più

muovono pure i treni in partenza due volte

sostenuta. Il Polo Mercitalia, sub holding

a settimana dall’interporto di Parma e ge-

del Gruppo FS, da inizio crisi ha distribuito

stiti da GTS, con il supporto tecnico degli

3,5 milioni di tonnellate di merci in tutto

svizzeri di SBB Cargo, per far giungere la

il continente, la controllata TX Logistik

pasta al terminal DB di Ulm. E sempre in

Group ha fatto viaggiare oltre 550 mila

Germania, la catena di 4 mila supermerca-

tonnellate in 11 Paesi con mille treni e Mer-

ti Aldi, per non restare sprovvista di pasta

citalia Rail 2,5 milioni di tonnellate in 20

italiana, ha organizzato treni speciali dalla

Paesi con 6 mila treni. A spingere i traffici

Campania a Norimberga con Deutsche

sono agroalimentare e sanitario. Mercita-

Bahn cargo: la prima consegna, ai primi di

lia Logistics ha consegnato 50.000 ton-

aprile, consisteva in 60 mila pacchi di fusilli,

nellate varie alla GDO in Italia e in Francia.

75 mila di penne e 250 mila di spaghetti.

Conserve Italia, gruppo titolare di 11

Buon appetito!

Ecco come viene riconvertito al cargo un velivolo passeggeri, con i sedili occupati con appositi contenitori che ne seguono la sagoma. Il treno che, due volte a settimana, con la gestione GTS e SSB Cargo, porta la pasta Barilla dall’interno di Parma a Ulm, in Germania.

maggio 2020

33


L’INFEZIONE DELL’ITALIA

INTERVISTA A MARCO DIGIOIA, SEGRETARIO DELL’UNIONE

PACCHETTO IN ARRIVO mento tarda de sul gitale iposo abina, Paese si del icono a è un nciato

«Ci

siamo quasi». Bastano tre parole, a Marco Digioia, segretario generale di UETR, l’Unione delle associazioni europee dell’autotrasporto, per sintetizzare il significato del voto con cui lo scorso 7 aprile, i ministri dell’Unione euro-

pea hanno formalmente adottato il Pacchetto Mobilità, quell’insieme di misure proposte dalla Commissione per regolamentare i trasporti comunitari nei prossimi anni. Quali passaggi mancano perché il Pacchetto diventi legge e quando potrà entrare in vigore in Italia?

L’esito del voto in Consiglio è stata la penultima tappa di un percorso irto di difficoltà, durato quasi tre anni. Rimane ora l’ultimo passaggio in Parlamento europeo. Al momento i tempi sono incerti, a causa del coronavirus. L’ipotesi è di votare in Commissione Trasporti a

L’EUROPA ALLE PRESE CON IL CORONAVIURS Dopo il caos iniziale, l’Europa ha reagito, chiudendo per 30 giorni le frontiere esterne e dettando regole comuni per quelle interne al fine di garantire la regolare circolazione delle merci e assicurare agli Stati membri forniture necessarie a fronteggiare l’emergenza. A metà aprile la situazione era ancora liquida ma non come a metà marzo, quando dieci paesi avevano chiuso le frontiere interne senza comunicarlo alla Commissione. Un monitoraggio di Unioncamere sulle procedure di frontiera e sintetizzato con le icone dei semafori, rivelava al 9 aprile che dei 24 Paesi osservati, la metà aveva luce gialla a indicare restrizioni o rallentamenti del traffico merci causati da controlli sanitari o presentazione di certificato medico (non richiesti dall’Ue). I CORRIDOI VERDI

agli stessi varchi e al Brennero, 18 casi critici per 17 ore totali e 26 km di

Le linee guida della Ue e accolte dal Consiglio puntavano su «corridoi

coda al valico con l’Austria.

verdi» per le merci (controlli con autista a bordo, presentazione dei soli

Il 3 aprile i ministri dei Trasporti di Italia, Spagna, Germania e Francia

documenti di guida e di viaggio) per limitare il transito entro i 15 minu-

hanno chiesto alla Commissaria ai Trasporti, Adina Valean, «misure

ti. Malgrado l’iniziale miglioramento della situazione, la Truck border

forti e tempestive» per ristabilire una connessione stabile nei traspor-

crossing times platform di Sixfold (nella cartina) rilevava 536 situazio-

ti interni, tra cui «garantire che eventuali controlli sanitari alle frontiere

ni critiche dal 23 marzo all’8 aprile con code ai confini degli Stati. «Se

interne dell’UE, ove necessari, siano attuati in maniera proporzionata,

consideriamo il limite dei 15 minuti auspicato dall’Ue per attraversare un

trasparente, non discriminatoria e coordinata».

confine – secondo i ricercatori di Sixfold – dovrebbero essere necessarie circa 134 ore complessive. La realtà di queste 2 settimane e mezza è ben

PASSO AVANTI DEL PACCHETTO

diversa con 515 ore impiegate (quasi 4 volte in più) e oltre 1.300 km di

I Paesi più restii sono quelli del Patto di Visegrad (non la Slovacchia), già

code».Perl’Italia,lapiattaformaharegistratocriticitàinentrataaChiasso

in difficoltà per il placet al Pacchetto Mobilità giunto del Consiglio Euro-

(CH) e a Fernetti (SLO): 12 casi per un totale di 14 ore, zero code; in uscita,

peo, preambolo per una prossima entrata in vigore (manca soltanto il

34 maggio 2020


AUTOTRASPORTATORI EUROPEI

Quali sono i punti più qualificanti per l’autotrasporto e perché? Si tratta di un’ampia riforma, volta ad adattare il settore al mondo di oggi, anche con nuove tecnologie che consentiranno controlli maggiori e migliori, rendendo più efficace l’attività di autotrasporto con la riduzione del cartaceo a favore del digitale. Il cabotaggio è consentito ma limitato e in più viene aggiunto un periodo di «raffreddamento» di quattro giorni: al termine dell’ultima operazione di cabotaggio, non sarà possibile trasportare per quattro giorni. Inoltre, vi è l’obbligo per il vettore di rientrare nel suo

Paese ogni otto settimane. Il tachigrafo digitale sarà obbligatorio per i veicoli oltre le 2,5 ton che effettuano trasporti internazionali o di cabotaggio. Il periodo di riposo settimanale regolare non potrà essere effettuato in cabina. Le norme sul distacco prevedono, infine, che un autista impegnato in operazioni di trasporto internazionale deve ricevere la stessa retribuzione e contributi del paese dove lavora, tranne alcune eccezioni. Quanto al tachigrafo, la sua versione intelligente registrerà automaticamente quando e dove il camion ha attraversato un confine e determinerà e localizzerà le attività di carico e scarico, il che è fondamentale perché i controlli siano efficaci. I nuovi mezzi dovranno essere dotati di tale dispositivo nel 2023; quelli che dispongono di un tachigrafo analogico o digitale dovranno essere adattati entro la fine del 2024. I veicoli dotati di tachigrafo intelligente di prima generazione nel 2025. È vero che il compromesso dà maggiore soddisfazione alla Road Alliance che al Patto di Visegrad? I Paesi di Visegrad si dicono in-

via libera del Parlamento in seconda lettura). Fissando il cabotaggio a un massimo di 3 operazioni a settimana seguito da un’uscita dal paese per almeno 4 giorni, vietando il risposo lungo (45 ore) in cabina e applicando nei distacchi transnazionali la normativa in vigore nei paesi di partenza o di arrivo, il Pacchetto è infatti un successo contro la liberalizzazione totale chiesta dai Paesi dell’Est. I TEMPI DI GUIDA E LE PATENTI Il Pacchetto prevede nuove norme sui tempi di guida e di riposo, conservando la possibilità di deroga nel trasporto internazionale. Su questo presupposto 17 Paesi membri hanno attenuato l’applicazione delle regole come misure per fronteggiare il virus. Non c’è l’Italia, nonostante le richieste di Unatras di aumentare le ore di guida giornaliere da 9 a 11, quelle settimanali da 56 a 60 e quelle settimanali da 90 a 100, riducendo il riposo ordinario da 11 a 9 ore. Altro problema è quello delle proroghe di validità di patenti di guida e dei certificati di revisione dei mezzi che, ha spiegato il vice presidente Conftrasporto, Paolo Uggè, «al momento valgono solo nel nostro Paese e che invece chiediamo siano estese a tutta l’Ue per evitare che, nel caso di trasporti internazionali, i conducenti possano incorrere in pesanti sanzioni».

soddisfatti – non è un segreto – in particolare per l’obbligo del rientro del mezzo nel paese di immatricolazione. Hanno addirittura evocato «la fine dell’autotrasporto». Ma in realtà vari punti sono positivi anche per loro. A nostro avviso si tratta di un compromesso bilanciato, vista la posta in gioco e le divergenze che a lungo hanno visto contrapposti i due blocchi Est ed Ovest (con alcuni paesi in mezzo). Aver raggiunto un compromesso è un grande risultato. Durante l’ultima fase dell’iter europeo del Pacchetto, i Paesi di Visegrad hanno tentato in extremis di bloccare il negoziato a fine marzo – iniziativa da molti considerata quanto meno poco opportuna, visto il riferimento al coronavirus a fini politici – ma a giudicare dall’esito del voto, tale mossa non si è rivelata strategica. Come UETR siamo soddisfatti perché molte delle nostre richieste sono state accolte, in modo da tutelare le piccole e medie imprese e perché, come ho detto, si tratta di un accordo bilanciato.

I PUNTI CRITICI ALLE FRONTIERE

maggio-giugno e successivamente in assemblea plenaria. Ma è tutto da confermare. Dopo il voto in Parlamento, la normativa sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale: dopo 20 giorni entreranno in vigore i regolamenti, il giorno dopo la direttiva sul distacco. Dopo 18 mesi dall’entrata in vigore saranno applicabili le norme sull’accesso al mercato e sul distacco. Quelle sui tempi di guida e di riposo si applicheranno 20 giorni dopo la pubblicazione, a eccezione delle tempistiche scaglionate previste per il tachigrafo.

Ma, dato che anche altri Paesi hanno adottato misure analoghe, il direttore della DG Move, Henrik Hololei, ha deciso di pubblicare tutte le deroghe e le proroghe alla normativa per portarle alla conoscenza dei Paesi membri e, «pur consapevole che tale procedura non ha una vera e propria base giuridica, tuttavia chiede a ciascun altro Stato di dare un fattivo riconoscimento a tali deroghe notificate, almeno per un periodo di 3 mesi dalla data di notifica alla Commissione».

maggio 2020

35


TRASPORTO GLOBALE

RIPRENDONO PRODUZIONE E TRASPORTI, MA ADESSO C’È LA

LA CINA È RIPARTITA. MA PER DOVE? di Umberto Cutolo

Il

primo avvertimento di quanto acca deva nel mondo è arrivato lunedì 16 marzo, quando Apple ha riaperto

giando in particolare le piccole e medie

i suoi 42 store in Cina, ma ha chiuso gli

ti) banche per allentare le richieste di rien-

altri 469 nel resto del mondo. Erano pas-

tro nei loro confronti. La sola Shanghai ha

sati poco meno di due mesi da quel 23

erogato prestiti agevolati e misure assi-

gennaio che aveva visto scattare prima

stenziali per oltre 15 miliardi di dollari.

il blocco di tutte le attività nell’epicentro

Questa massiccia iniezione di aiuti ha

del contagio coronavirus, la megalopoli di

fatto sì che a fine marzo Pechino abbia

imprese, che hanno beneficiato anche della pressione del governo sulle (riluttan-

Wuhan (11 milioni di abitanti) e la provincia

potuto annunciare che le grandi aziende

dell’Hubei (60 milioni), poi fo dei ristoran-

di medicinali (che producono spesso con

ti e dei cinema (il 24), hanno scatenato

brevetti esclusivi) erano tornate ai livelli

nei Cinesi la revenge spending g, letteral-

consueti di produzione e che avevano

mente «la vendetta della spesa», a smen-

ripreso il lavoro il 98,6% delle principali

tire quanti prevedevano (o si auguravano)

aziende del manifatturiero e il 76% delle

che la pandemia avrebbe modificato il

piccole imprese. Ma è soprattutto sulla

sistema di vita degli esseri umani, rallen-

logistica che il governo cinese ha con-

tandone i tempi e diminuendone la corsa

centrato gli sforzi, riducendo (fino al 30

ai consumi.

giugno) del 20% delle tasse portuali e finanziando i cantieri con bond emessi

LA CORSA ALLA RIPARTENZA

da aziende pubbliche, a cominciare da China State Shipbuilding Corporation,

D’altra parte, la riapertura degli store Ap-

fabbrica statale dei mega portacontainer

ple ha mostrato chiaramente la volontà di

che ha emesso un bond coronavirus da

Pechino di accompagnare la severità delle

800 milioni di dollari.

misure con la rapidità della ripresa, per 20% e un deficit commerciale stimato in

LE INTERRUZIONI DELLA CATENA LOGISTICA

oltre 7 miliardi di dollari. Il governo cinese

Ma nonostante Pechino si sia affrettata a

si è mosso ai primi segnali di efficacia del-

comunicare che a metà marzo solo il 10%

recuperare un calo dei consumi interni del

le misure di contenimento: a febbraio ha

delle attività legate a logistica e trasporti

deciso a favore delle imprese riduzioni o

era rimasto indietro, mentre il resto era

esenzioni dai contributi previdenziali per

«pienamente operativo», in realtà la ripre-

quasi 18 miliardi di dollari che fino a giu-

sa si è mostrata più lenta e insidiosa del

gno cresceranno a 70 miliardi, avvantag-

previsto, soprattutto per le interruzioni

36 maggio 2020

n, sconvolta dalresidue della supply chain le misure adottate prima in Cina, poi nel resto del mondo per contenere gli effetti del virus. Il settore più colpito è stato l’automotive, anche perché a Wuhan si concentra il 10% della produzione di veicoli della Cina e l’Hubei ospita centinaia di fornitori di componenti. Honda – che con due impianti ha una capacità di 1,2 milioni di veicoli l’anno – ha riaperto la fabbrica di Wuhan a metà marzo, ma con personale ridotto e difficoltà a reperire componenti. Anche in altre regioni i costruttori faticano a far arrivare i prodotti ai porti, a causa delle molte strade bloccate e delle minuziose ispezioni sanitarie, diversi da regione a regione.


CRISI DEI MERCATI Per accelerare la ripresa, con il traffico container ancora sconvolto, Pechino si è appoggiata a treni, aerei e camion, ma rischia di non trovare clienti nei Paesi colpiti a loro volta dal contagio. E allora ha lanciato la «diplomazia delle mascherine»: aiuti ai Paesi di destinazione delle sue merci, per affrettare il loro ritorno agli acquisti. E per rifarsi un’immagine, deteriorata dal virus Quando poi arrivano al mare, i prodotti incontrano un ulteriore problema: nonostante le facilitazioni concesse agli

Con milioni di mascherine, prestiti a basso interesse e team di esperti medici, la Cina, mentre schiva le critiche sui suoi passi iniziali nella gestione del coronavirus, sta cercando di proporsi, soprattutto agli occhi degli Stati europei, come un buon samaritano. E in fondo così aiuta i suoi «clienti» a ripartire…

armatori e l’attesa del ritorno dei livelli normali di produzione abbiano con-

per riportare le megacontainer cariche

centrato navi e container nei porti del

di merci cinesi a solcare gli oceani. Ma

LA DIPLOMAZIA DELLE MASCHERINE

Far East, lo smaltimento dei container,

per scaricare dove? Il contagio del co-

Anche per questo Pechino si è lanciata in

accumulatisi negli scali per carenza

ronavirus, arginato in Cina con metodi

quella che è stata definita la «diplomazia

di lavoratori portuali e di trasportatori

autoritari si è trasferito nei paesi di de-

delle mascherine», fornendo assistenza –

bloccati dalla quarantena, ha ridotto

stinazione, dal momento che a essere

materiali e personale sanitario – a 89 paesi

l’offerta di stiva e aumentato i tempi

maggiormente colpiti, con conseguenti

(28 asiatici, 16 europei, 26 africani, 9 nelle

d’attesa. Quasi tutti i 24 mila camioni-

blocchi della produzione, sono proprio

Americhe e 10 nel Sud Pacifico) e a quattro

sti registrati a Ningbo, metropoli dove

i paesi occidentali che costituiscono

organizzazioni internazionali e annuncian-

sorge il porto di Zhoushan, provengono

il principale mercato per Pechino. La

do un nuovo ciclo di aiuti, mentre l’Asian

da altre regioni: a metà febbraio ne la-

stessa Cina, del resto, nei porti di Shan-

Infrastructure Investment Bank – l’istitu-

voravano solo 800. Le autorità portuali

ghai e Zhoushan, impone la quarante-

to a maggioranza cinese che finanzia la Via

hanno dovuto offrire vitto e alloggio e

na alle navi in arrivo da Corea del Sud,

della Seta – ha stanziato 5 miliardi di dollari

noleggiare pullman per riportarne in

Iran, Regno Unito e dalla maggior parte

per prestiti ai Paesi in difficoltà. L’emittente

servizio 7 mila.

dell’Europa.

France24 ha esplicitato senza mezzi termi-

E i container che da fine marzo hanno

ni le motivazioni di tale rigogliosa solida-

IL CALO DELLA DOMANDA

ricominciato a partire dai porti cinesi

rietà: «Con milioni di mascherine per il viso,

Secondo le previsioni di Pechino questo

carichi di merci ordinate nei mesi scorsi

prestiti a basso interesse e team di esperti

caos dovrebbe sparire entro i primi di

– quando la guerra al virus paralizzava

medici, la Cina, mentre schiva le critiche sui

maggio e il governo sta facendo di tut-

solo la Cina – ora si accumulano sulle

suoi passi iniziali nella gestione del corona-

to – anche ridurre le tasse sull’export –

banchine di arrivo dei Paesi di destina-

virus, sta cercando di proporsi, soprattut-

zione dove, nel frattempo (una nave

to agli occhi degli stati europei, come un

impiega 4-6 settimane per percorrere

buon samaritano». Ma non è solo questio-

la tratta Far East-Europa), sono scat-

ne d’immagine. Pechino ha bisogno che i

tate le misure di isolamento anti con-

Paesi «clienti» riprendano presto l’attività,

tagio e le attività portuali sono assai

ricomincino a produrre (rifornendosi di

ridotte, limitate a forniture mediche e

componentistica cinese) e a consumare

rallentate da controlli sanitari. Secon-

(acquistando manufatti cinesi). Per questo

do Rahul Kappor, vicepresidente di

non lesina su quella che il vice capo dell’A-

IHS Markit, una delle più importanti

genzia internazionale per la cooperazione

società di informazione economica glo-

e lo sviluppo, Deng Boqing, ha definito

bale, «l’impatto a breve termine sulla

«l’operazione umanitaria di emergenza

crescita commerciale nei prossimi tri-

più intensiva e di ampia portata dalla fon-

mestri sarà probabilmente il peggiore

dazione della Repubblica popolare cinese

di sempre, poiché le economie si bloc-

nel 1949».

cano e la domanda esterna affronterà

Questo è il primo treno merci partito da Wuhan sabato 28 marzo dopo l’emergenza covid-19 e arrivato a Duisburg, in Germania.

un imminente collasso a causa delle

STRADA E FERROVIA

misure di quarantena su larga scala

Anche perché i dirigenti cinesi, convinti

nelle principali economie».

che, stroncato il morbo in casa, avreb>>>

maggio 2020

37


TRASPORTO GLOBALE

RIPRENDONO PRODUZIONE E TRASPORTI

Il collegamento tuttostrada tra Cina ed Europa sta prendendo piede in questi tempi critici come soluzione alternativa ad altre modalità ingolfate o come un ampliamento dell’offerta. In Italia a proporre un servizio che collega tutti i siti produttivi cinesi con le varie destinazioni europee è Fercam. È pensato per settori specifici (automotive, elettrocomponentistica, ecc), ma costa meno dell’aereo ed è più competitivo del treno. Per passare dalla Cina alla Germania attraversa le frontiere di Kazakhstan, Russia, Bielorussia e Polonia.

bero dovuto tornare a riempire rapida-

15 ai 17 giorni a seconda del tempo im-

73 mila TEU, pari al massimo storico per

mente di merci cinesi i magazzini della

piegato ai confini dei vari paesi. Limita-

entrambi i dati. Un incremento dovuto

ricca Europa, per anticipare lo sblocco

to ai carichi completi di 20 tonnellate,

dell’ingorgo nei porti, hanno aperto

il collegamento è pensato per settori

nuove strade di collegamento ricorren-

merceologici quali automotive, elettro-

do a camion e treno. Soprattutto con la

componentistica, macchinari e prodot-

conclusione delle restrizioni, che hanno

ti medico-sanitari. E la stessa Pechino

ogni passaggio di Stato.

sbloccato gli autisti dalla quarantena, il

intende rafforzare la modalità stradale,

Ma l’evento ferroviario più significativo

trasporto su strada ha ripreso slancio

avviando un programma di costruzione

per la sua valenza simbolica è il treno

proponendosi come un’alternativa fun-

di superstrade, affidato a China Railway

zionale all’intasata via marittima.

Construction. Ma ci vorrà tempo.

Un rapporto del gruppo Manbang, piat-

Al momento, perciò, è la ferrovia la

taforma logistica con sede a Guiyang,

modalità che – sulla rotta Asia-Euro-

diretto a Duisburg, in Germania. Questo

nella Cina sud-occidentale, con 9 milioni

pa – sembra trarre maggior vantaggio

treno merci, ha scritto, con una punta

di utenti e servizi in 300 città, ha rileva-

dalla crisi dei porti. Nel primo trimestre

di retorica un’agenzia di informazioni

to che a marzo l’attività dei conducenti

dell’anno i treni merci tra Cina ed Europa

iscritti alla piattaforma è aumentata

marittime, «viaggia come un messag-

– secondo i dati del China State Railway

del 47% rispetto a febbraio e gli ordini

Group – hanno effettuato 1.941 viaggi,

di trasporto sono cresciuti dell’89,5%

trasportando 174 mila TEU, con un in-

su base mensile. Già ai primi di marzo a

cremento rispettivamente del 15% e del

quello che portava a Lourdes. Ma dato

Tianjin era stato attivato un nuovo ser-

18% su base annua. Soltanto a marzo,

che adesso anche Lourdes è chiusa per

vizio di trasporto merci su gomma per

i convogli sono stati 809, trasportando

coronavirus…

raggiungere l’Europa. Il primo camion è partito lunedì 9 marzo carico di componenti per aerei ed è arrivato in Germania (10 mila chilometri) in 14 giorni, con costi dimezzati rispetto all’aereo e tempi dimezzati rispetto al treno. E senza quelle rotture di carico che minano la fluidità della catena logistica. Tant’è vero che primo ad avviare un servizio di autotrasporto tra Cina e Europa è stato lo spedizioniere digitale tedesco InstaFreight, garantendo una ventina di giorni di viaggio, accorciabili ricorrendo (con prezzo maggiorato) al doppio autista. Poi anche in Italia è stata Fercam a lanciare un servizio su strada per collegare tutti i siti produttivi cinesi con le varie destinazioni europee e italiane in

38 maggio 2020

al fatto che il servizio ferroviario è suddiviso in vari segmenti e il personale non ha bisogno di entrare in quarantena a

merci partito da Wuhan per l’Europa sabato 28 marzo con 50 container e

gio di speranza per tutta l’umanità». Una volta, il «treno della speranza» era



PAROLA AGLI AUTISTI

PROBLEMI E MANCANZE DEL QUOTIDIANO

I PROTAGONISTI INVISIB di Gabriele Bolognini

D

al 10 marzo sono chiuso in casa, in quarantena, come la maggior parte degli italiani. Le poche volte

che esco per fare la spesa mi accoglie una

niche, ma è un disastro. Non vedo l’ora di arrivare a casa per il fine settimana. Al lavoro non si può dire di no e quindi andiamo avanti. Con forza e coraggio.

città vuota. Le poche anime che incontro camminano rasente i muri con aria furtiva,

ANDREA FUSARO

nascoste dietro vistose mascherine. Poi fi-

(PRAY – BIELLA)

nalmente conquisto la meta: il supermer-

TRASPORTO ACQUA MINERALE

cato. Vedo gli scaffali pieni e mi domando:

Lavoro tutti i giorni e ho la fortuna di tornare sempre a casa. Trasporto acqua minerale con un autotreno di una piccola ditta locale. Preleviamo acqua imbottigliata dalla fonte in Val Sesia e la distribuiamo, nei formati da un litro destinati alle famiglie, in zone a rischio: Lodigiano, Piacentino, Brianza, Comasco, Bergamasco, Bresciano. Malgrado tutto ciò non ho paura: mi proteggo con mascherina e guanti, mi lavo sempre le mani prima e dopo lo scarico. La cosa più brutta è non trovare un bar o un ristorante aperto e non poter usufruire di bagni. I pochi autogrill aperti vendono tutto a prezzi

ma come si riempiono? Chi è che ogni giorno si preoccupa di portare tonnellate di merce per chi, come me, sta fermo a casa? Poi mi giro e sulla rampa del market vedo un camion con la pedana posteriore abbassata e qualcuno che scarica bancali di cibo con il muletto. Eccoli quindi i protagonisti invisibili di questo tempo malato. Allora tornato a casa, mi attacco al telefono e contatto quanti più camionisti riesco, per avere testimonianza diretta di quanto accade sulle strade di Italia.

BARBARA STROZZI (S.BARTOLOMEO IN BOSCO – FERRARA) TRASPORTO ALIMENTARI

Trasporto generi di prima necessità e ogni notte penso di potermi esporre al contagio. Sugli sguardi dei colleghi noto sconcerto e paura, tanta paura. Tutti nascosti dietro alle proprie mascherine e

DANIELE TERENZI (ROMA) TRASPORTO ALIMENTARI

Mi occupo di distribuzione per grandi catene commerciali. Molte, ora, hanno chiuso temporaneamente. Altre più piccole, invece, hanno raddoppiato il lavoro e così sono molto occupato. Il problema più grave è che per strada non trovi nulla di aperto a livello di ristorazione e servizi igienici. Persino gli autogrill in autostrada sono chiusi. Così quando devo partire per una settimana mi organizzo portando cibo da casa. Ma il problema dei bagni rimane. La maggior parte di noi, come accadeva un tempo, è costretta ad andare per prati. Per l’igiene personale ci si organizza con salviettine igie-

sempre sul “chivalà”. Le aziende per precauzione limitano l’ingresso negli uffici. Si leggono solo cartelli di obblighi o di avvertimenti! Tante ditte impediscono l’accesso ai servizi igienici, altre proibiscono di usare, o addirittura spengono, le macchinette di caffè per evitare affollamenti. La stretta di mano, la pacca sulla spalla, l’abbraccio come saluto sono banditi. Ci si parla poco, anche stando a distanza di un metro gli uni dagli altri. Si scarica velocemente in un clima surreale, oppure ti obbligano a stare in cabina. La gente ha paura e anch’io. Ma questo non mi ferma e ogni notte porto a termine il mio dovere, perché ognuno ha diritto di avere alimenti freschi. Siamo in coda nella lista del rispetto, spesso criticati e odiati, ma non molliamo comunque. assurdi. Non puoi neanche entrare, ti lasciano il bicchierino di plastica del caffè fuori sui bidoni. E poi mi manca tanto il contatto con i colleghi, non potersi dare la mano, abbracciarsi. L’altro giorno ci siamo incontrati con Barbara Strozzi. Era la prima volta (la conoscevo soltanto via Facebook) e non abbiamo resistito: ci siamo battuti il 5. Subito dopo abbiamo fatto una faccia come bambini sorpresi con le mani nel vaso della marmellata e siamo scoppiati a ridere!

40 maggio 2020

PASQUALE PAPARO (BADOLATO – CATANZARO) TRASPORTO COLLETTAME

Trasportiamo collettame dal nord al sud dell’Italia. Sulla dorsale appenninica non c’è aperto neanche un autogrill. La strada è tanta e non si può rimanere senza cibo. Le piattaforme logistiche di Milano Lacchiarella non ci fanno scendere dalla cabina. I bagni chiusi. Una vera tortura. Anche sull’autostrada adriatica la situa-


ILI DI UN TEMPO MALATO zione è identica. E purtroppo non ci pos-

il nostro lavoro. Se c’è una differenza ri-

siamo fermare. L’altra sera un collega

spetto a prima è nella mancanza di traffi-

autista è riuscito a mangiare dopo un

co e in una solidarietà maggiore da parte

giorno di digiuno a Fabro, dove ha tro-

degli altri utenti della strada che, adesso,

vato un locale aperto. Speriamo passi in

ci sorride forse comprendendo che senza

fretta tutto ciò, perché è veramente diffi-

di noi si fermerebbe tutto. Io vado per fat-

cile lavorare in queste condizioni.

torie a distribuire mangime e mi ritengo fortunato, perché ti accolgono sempre bene. Altri colleghi, costretti a caricare e scaricare presso piattaforme logistiche, trovano spesso un ambiente ostile: bagni chiusi, macchinette del caffè chiuse, divieto di scendere dalla cabina. La mia ditta si comporta bene: addirittura cercamo fermare per non rischiare di bloccare i

no ristoranti o pizzerie aperti lungo il per-

clienti. Molti pezzi che produciamo servo-

corso e li contattano per farci consegnare

no anche per i letti di ospedale. La cosa

il cibo in cabina nella vicina area di sosta.

più triste è che se sono stanca non posso

Un bel segno di vicinanza nei confronti

nemmeno fare una pausa di due secondi

dei dipendenti.

per un caffè: non c’è nessuno, tutto chiuso. L’unica nota positiva è che c’è ancora chi ti saluta e ti ringrazia per essere in giro lì fuori da sola. Tanti bimbi ti guardano e ti sorridono e questo ti dà il coraggio di andare avanti. Mi ritengo fortunata perché almeno la sera torno a casa e vengo accolta dal caloroso abbraccio dei miei figli.

JENNIFER ALTILIA (OLGINATE MOLGORA – LECCO)

PIETRO OLIANI (CASTELNOVO BARIANO – ROVIGO) TRASPORTO MANGIMI

DISTRIBUZIONE SETTORE AUTOMOTIVE

Improvvisamente siamo visti come eroi,

Lavoro per la ditta di famiglia – una fonde-

in realtà siamo i camionisti di sempre.

ria – e in questo momento non ci possia-

Cerchiamo soltanto di svolgere al meglio

Un servizio completo per la tua azienda!

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PAROLA AGLI AUTISTI

PROBLEMI E MANCANZE DEL QUOTIDIANO

Abbiamo sentito diverse voci di autisti. Con i loro problemi e le loro mancanze. Ne abbiamo voluto isolare due, una femminile e l’altra maschile. A sinistra trovate la storia di Silvia Cester, scelta perché ha dell’incredibile: dopo aver coltivato per anni il sogno di guidare un camion, questa quarantenne veneta lo ha realizzato proprio qualche mese prima che iniziasse a circolare il coronavirus. Inoltre, osservata

«PAURA, SOLITUDINE E TANTA VOGLIA DI NORMALITÀ» camion. Così mi sono iscritta in un’auto-

a casa tutte le sere. Poi, dopo appena

glia, ho preso C e D. Nel frattempo conob-

otto mesi vissuti da camionista arriva la

bi quello che poi è diventato mio marito.

pandemia. Questa mattina ho percorso

Perché questa puntualizzazione:

quella che io chiamo la «strada delle bar-

camion e marito non vanno d’accordo?

babietole», da Marcon a Cervignano del

No, il desiderio di salire sul camion era

Friuli, quella che la scorsa estate facevo

sempre tanto, ma una volta sposati ab-

tutti i giorni più volte al giorno durante

biamo avuto due figli, cambiato tre case

la campagna. Nel vedere le strade vuo-

e aperto un negozio di prodotti per ani-

te, i bar chiusi, le serrande abbassate mi

mali. E quindi, quand’è che il sogno camionario diventa realtà? Quando ci siamo separati. Inizialmente il mondo mi è crollato addosso. Poi, grazie al mio atavico sogno sono riuscita a ripartire. È successo a Misano, durante il weekend del camionista: sono risalita su un camion per gioco quando erano

Q

tanto. Ma per fortuna riesco a rientrare

scuola e, contro il volere di tutta la fami-

uaranta, due, tre, uno. È la versione numerica della vita di Silvia Cester, «veneziana di terra

trascorsi quindici anni da quando avevo

ferma», come ama definirsi: alle spalle

sono chiesta: che faccio? Così ho riguar-

quasi quarant’anni e sulle spalle due

dato il sogno e ho deciso di rinnovare il

preso le patenti. A quel punto ho pensato che anche il CQC stava per scadere. E mi

sono scese le lacrime. Ma nell’operatività quotidiana qual è il problema principale? Posso dirlo? Andare in bagno. Trascorro intere giornate trattenendo la pipì, senza avere la possibilità di trovare un servizio. E per una donna è anche più complicato di un uomo… Ti ammetto che qualche volta quando arrivo la sera a casa, dopo aver parcheggiato il camion faccio fatica a entrare dentro, tanto sono arrivata al limite. Mi è capitato anche di dovermi nascondere dietro al semirimorchio…

bimbi – Agnese e Filippo – da accudire

CQC. A quel punto ho iniziato la ricerca di

Poi c’è il problema di alimentarsi.

con l’aiuto dell’ex marito da cui si è se-

un lavoro. Dapprima ho ricevuto propo-

Io torno a casa. Ma abito ancora nei pres-

parata tre anni fa. A stupire è quell’uno

ste assurde, poi ho trovato un messaggio

si di una zona industriale e vedo i camion

finale, perché indica gli anni trascorsi a

su facebook che sembrava serio da parte

fermi, con gli autisti dentro che restano

guidare un camion. In realtà sono meno

del mio attuale datore di lavoro, un pa-

ore nei parcheggi. Mi piacerebbe andargli

di dodici mesi, malgrado il suo amore

droncino veneto come me, Carlo Greghi.

incontro, chiedere se hanno bisogno di

per i camion nasca molto prima.

Ha avuto molta pazienza e mi ha dedica-

qualcosa, se gradiscono un piatto caldo,

Perché una donna decide

to molto tempo, forse ha perso viaggi per

ma alla fine ho paura: non soltanto del

di fare la camionista?

colpa mia, ma mi ha dato fiducia: è stato

contagio, ma anche delle persone. Un

È la domanda che mi fanno spesso.

un grande maestro. Così l’8 luglio 2019

sentimento che prima non provavo: stra-

La risposta non la so: in famiglia nessu-

è iniziata la mia vita da camionista. Il pri-

no come in così poco tempo il Covid-19 ci

no è camionista. Però, ho sempre abita-

mo viaggio da sola è stato per andare a

abbia cambiati.

to in zona industriale, di fronte alla tan-

prendere le vasche per la campagna delle

Riesci comunque ad avere

genziale di Mestre. Ogni mattina, per

barbabietole: se ci ripenso sento ancora

contatti con i colleghi?

andare a prendere l’autobus, mio non-

il cuore battere a mille. Che emozione!

Sì e devo dire che in tanti nel corso delle

no mi caricava in bicicletta e zigzagava-

Come hai fatto a conciliare la tua

ultime settimane mi hanno salutata per-

mo in mezzo ai camion. Ero affascinata

condizione di separata con due

ché si fermano, smettono di lavorare per-

da quei bestioni colorati: il profumo di

figli?

ché manca lavoro. Mi auguro con tutto il

gasolio e di pneumatici mi inebriava.

Fortunatamente sono rimasta in ottimi

cuore che si possa ritornare alla normali-

Un immaginario “annaffiato”

rapporti con il mio ex marito: durante la

tà il prima possibile.

da bambina; ma poi come ha fatto

settimana è lui a tenere i bambini. Poi il

Quando succederà?

a sbocciare?

sabato e la domenica, quando non lavo-

Mi piace pensare che la terra si stia pren-

Ho preso la patente per l’auto appena

ro, me li godo io. E comunque ora traspor-

dendo una pausa da noi. Ma poi, quando

compiuti 18 anni. Poi, raggiunti i 23 ho

to container per lo più tra Veneto e Friuli,

ci rincontreremo di nuovo e sarà tutto più

deciso che volevo anche quella per i

con qualche viaggio più lungo di tanto in

bello. Ne sono sicura.

42 maggio 2020


dal punto di vista di una donna, l’impossibilità di accedere a servizi igienici diventa ancora più complicata da gestire. A destra, invece, c’è la storia di Domenico Mietitieri, sessantaduenne campano dalle scelte radicali: consapevole di svolgere una professione importante, ma anche a rischio, ha preso il coraggio a quattro mani e ha deciso, ormai da mesi, di vivere in camion per salvaguardare la sua famiglia

«LA MIA VITA DENTRO AL CAMION»

P

olla è una piccola cittadina di oltre 5.000 abitanti in provincia di Salerno, uno dei comuni cam-

pani del Vallo di Diano in “zona rossa”. Ma Polla è anche il luogo di nascita di Domenico Metitieri, il protagonista della storia che vi vogliamo raccontare. Sessantadue anni d’età compiuti da poco, Metitieri lavora per un’azienda di autotrasporto pollese, la Curcio Trasporti. È uno di quei camionisti eroici, che continuano ad attraversare l’Italia e l’Europa a dispetto della pandemia.

Ma c’è di più: Domenico, per proteggere la sua famiglia e tutelare il lavoro, ha deciso di vivere solo ed esclusivamente sul camion. Il suo veicolo è diventato, in altre parole, luogo di lavoro, mensa e abitazione, il posto dove consuma i pasti, guida lungo le strade nazionali e continentali, dorme il sonno del giusto. Una condizione che va avanti dallo scorso 25 febbraio.

«Ormai mi ci sono abituato – ci racconta al telefono – La cosa essenziale per

me è salvaguardare gli altri e soprat-

Andando in giro, vedo molta negligenza. Le persone magari portano le mascherine, ma poi si mettono in gruppo, se le tolgono per fumare e si mettono a chiacchierare vicini. Viceversa, quando andiamo a caricare e scaricare, le norme di sicurezza sono sempre rispettate

tutto la mia famiglia, poi se stessi. Le difficoltà non mancano mai, giorno dopo giorno, ma le affronto volentieri, perché so di fare la cosa giusta». Per dormire Domenico si adagia nella cuccetta in cabina, mentre per i servizi igienici cerca di adattarsi di volta in volta: «Quando trovo autogrill aperti

ne approfitto, ma non sempre è così – spiega – Quando c’è la possibilità, mi fermo nelle sedi distaccate della mia impresa, a Reggio Emilia o in Francia». Metitieri si dice preoccupato («come tutti, del resto»), ma cerca di non pensarci troppo e di tirare avanti: «Tra-

sporto prevalentemente beni di prima necessità, spostandomi verso il Nord

È un lavoro duro, un continuo andiri-

Italia e l’estero (Francia e Svizzera).

vieni: «Fintanto che c’è la possibilità di

Oggi per esempio mi trovo a Fiorenzuo-

viaggiare e lavorare va tutto bene; puoi

la, poi andrò a caricare vicino a Brescia

distrarti, il tempo passa in fretta e non

e di lì passerò le Alpi».

te ne accorgi. Ma appena ci si ferma la

Metitieri ci tiene a sottolineare l’otti-

testa va alla situazione di emergenza e

mo rapporto con la Curcio Trasporti:

un po’ di ansia ti assale, specialmente

«L’azienda si tiene in contatto con noi

per i tuoi cari». Già, la famiglia. Dome-

autisti tramite e-mail e un’app dedicata

nico è felicemente sposato e ha tre figli

sul telefono. Poi ci chiama per sapere

grandi (35, 31 e 23 anni) che abitano

come stiamo: sono presenti e coscien-

tutti nella stessa casa: «Ci sentiamo e

ziosi. Ci cura come se fossimo figli suoi,

ci vediamo con lo smartphone e – ci dice

il che non è da tutti». Quello che non

– e finché continuerà questa situazione

va è invece l’atteggiamento di alcuni

non voglio avere contatti pericolosi con

cittadini: «Andando in giro, vedo molta

loro. L’importante è che stiano bene, io

negligenza. Le persone magari porta-

potrei andare avanti per mesi a vivere

no le mascherine, ma poi si mettono

così. Poi dipende anche dall’azienda,

in gruppo, se le tolgono per fumare e

che probabilmente ci metterà in cas-

si mettono a chiacchierare vicini. Vi-

sa integrazione a scaglioni, perché è

ceversa, quando andiamo a caricare e

difficile far lavorare tutti. Ma nel caso

scaricare, le norme di sicurezza sono

mi collocassero a riposo non cambierà

sempre rispettate e in alcune aziende

nulla: abito vicino all’impresa, per cui

ci misurano la febbre prima di entrare.

parcheggerò il camion sotto casa e

Io giro con una quindicina di masche-

continuerò ad abitarci dentro, lì, sotto

rine e due confezioni di guanti da 100,

le mie finestre. Se non sono sicuro al

che indosso sempre quando scendo

100% non entro; sono scelte dolorose,

dal camion».

ma la salute viene prima di tutto».

maggio 2020

43


LE POSIZIONI DELLE OTTO SORELLE

MORATORIE DEI LEASING E DINTORNI

COME I COSTRUTTORI TENDONO LA MANO AL TRASPORTO di Gabriele Bolognini

«Come n e l l a crisi del 2009, che non lasciò indenne il s ettore t ra s p o r to, anche oggi siamo vicini ai nostri clienti, che vanno p ro tet t i e aiutati perché rappresentano il bene più prezioso dell’azienda. Oggi, in particolare, la nostra finanziaria, Paccar Financial Italia, applica le disposizioni varate dal Governo per sostenere le imprese, come quelle del decreto Cura Italia. Inoltre, direttamente come DAF andiamo incontro ai clienti agevolandoli nei contratti di manutenzione programmata con forti sconti nei ricambi o dilazioni di pagamento. Comunque, in entrambi i casi cerchiamo di analizzarli uno a uno, dal padroncino alle grandi aziende di autotrasporto. Considerato che in questo momento ci sono trasportatori fermi, che hanno più bisogno di aiuto, e altri che vedono il lavoro moltiplicato, cerchiamo di creare dei veri e propri “abiti su misura”. Purtroppo, riscontriamo che, anche aziende floride, nonostante la situazione drammatica stiano facendo domanda di moratoria dei canoni leasing senza considerare che con il loro comportamento sottraggono risorse a chi ha più bisogno. » Paolo Starace, Amministratore Delegato di DAF Veicoli Industriali

44 maggio 2020

« Pa ra l l e lamente alla crisi in atto, tutti i costruttori, co m p re s o Ford Trucks, stanno vivendo un periodo di grandi cambiamenti, come il passaggio dal diesel alla trazione elettrica. Quindi, allo sforzo economico richiesto da questa rivoluzione, si è aggiunta una crisi di liquidità dovuta a un importante calo delle vendite. Tutti gli stabilimenti produttivi rimarranno chiusi per settimane. Se ci soffermiamo a riflettere, le fabbriche del comparto automotive non si fermavano dalla Prima guerra mondiale. Come Ford Trucks Italia, da una parte avremmo desiderato riempire le strade della penisola con i nostri camion ma, purtroppo, il coronavirus ci ha bloccato sul nascere, anche se rispetto agli altri brand soffriamo meno avendo, come start-up, un’esposizione finanziaria ancora ridotta. In futuro, dobbiamo cercare, come Paese, di tutelare di più l’autotrasporto. In queste settimane anche il cittadino comune comprende il valore e il sacrificio degli autotrasportatori

che non trasportano solo merci, ma muovono l’economia. Quindi auspichiamo che il Governo sostenga il settore per aiutarci a uscire dalla crisi. » Massimiliano Calcinai, Amministratore Delegato di Ford Trucks Italia

« CNHI Capital, per le aziende che ne fanno richiesta, applica il Decreto n. 18 /2020, che dispone la sospensione dei canoni di leasing o di credito fino al 30 settembre. Gli autotrasportatori possono richiedere tale sospensione, sulla base dei requisiti di legge, attraverso l’invio della richiesta firmata alla sezione contatti del nostro portale dedicato ai clienti CNHI Capital e Iveco Capital. Per le aziende che non rientrano tra le PMI abbiamo a disposizione un team di gestione grandi clienti al quale potersi rivolgere sempre tramite il portale. Il decreto prevede inoltre l’accesso a titolo non oneroso al Fondo di garanzia, gestito direttamente da CNH Industrial Capital, dopo aver condiviso con il cliente modalità e obiettivi dell’investimento. Per ciò


Il coro di «grazie» all’autotrasporto è stato unanime. Ma con le pacche sulle spalle, a maggior ragione in questo frangente, non si vive. Serve di più. Nel decreto Cura Italia si concede alle imprese la possibilità di far slittare i canoni di leasing. Anche le finanziarie delle case costruttrici hanno recepito la misura e in qualche caso sono andate oltre. Ecco in che modo che riguarda il dopo, ci atteniamo alle disposizioni del decreto Liquidità, uscito l’8 aprile, che consente di dare supporto al capitale circolante ad aziende di tutte le dimensioni. Come garante delle operazioni di finanziamento, infatti, entra SACE, società controllata da Cassa Depositi e Prestiti. Questi strumenti incrementano le disponibilità del Fondo di Garanzia delle PMI in aggiunta a quelli del decreto Cura Italia e ci auguriamo possano dare la spinta alle aziende per una ripresa rapida della loro produttività e degli investimenti. » Monica Bertolino, General Manager Mercato Italia per CNHI Capital « Siamo consapevoli che la drastica riduzione o, in alcuni casi, lo stop totale di molte attività sta generando una forte sofferenza dei ricavi delle aziende e una conseguente difficoltà nella copertura dei costi. Come MAN cerchiamo di comprendere quali siano realmente, fatte salvo le dichiarazioni di intenti, le azioni a tutela dell’intero sistema che comprende noi, i nostri collaboratori, i clienti, i fornitori oltre alle parti sociali e tenuto conto degli interventi previsti a livello governativo. Il dialogo è aperto, ma è fuor di dubbio che in questo momento nessuno sa esattamente cosa fare. Non è infatti ancora possibile avere un’idea chiara e precisa delle dimensioni e della portata delle conseguenze che si paventeranno non appena saremo in grado di uscire da questa emergenza. È palese che le dinamiche finanziarie rappresenteranno la più grande sfida che dovremo affron-

tare – rate in scadenza, contratti in essere, stock in giacenza – e nessuno avrà la capacità di assorbire da solo e integralmente l’impatto di tale crisi. Servirà una concertazione a più mani con un giusto mix tra intervento pubblico e supporto privato e, fatto salvo i principi generali, molte situazioni richiederanno una gestione ad hoc. » Alessandro Smania, Direttore Marketing di MAN Trucks & Bus Italia

« In questo momento di e m er genza la forza della nostra rete e i nostri clienti rappresentano i valori da sostenere e questo è un principio fondamentale, maturato dalla crisi del 2009. Ci siamo quindi immediatamente attivati per coordinare le attività indispensabili per gestire l’emergenza e per supportare i dealer e le officine così da garantire, nel rispetto della sicurezza per personale e operatori, il funzionamento dei servizi essenziali all’emergenza e alla circolazione delle merci. Malgrado la diffusione della pandemia,

siamo sempre stati in grado di mantenere un servizio di assistenza e di consegna ricambi attivo tra l’80 e il 90% su tutto il territorio nazionale. Inoltre, la nostra Finanziaria ha attivato la sospensione dei pagamenti dei canoni leasing e finanziari per tutti gli aventi diritto secondo le disposizioni governative. Per il futuro è difficile fare previsioni. Dipenderà dall’evolversi della situazione e dall’efficacia dimostrata dagli aiuti che Governo e/o Unione Europea hanno definito e definiranno per assistere le imprese. Riteniamo sia importante mantenere spirito positivo e concretezza affinchè la ripresa sia la più rapida possibile, a salvaguardia delle aziende e del personale che le rende vive. »

Maurizio Pompei, Presidente e AD di Mercedes-Benz Trucks Italia « Renault Trucks Italia Financial Services ha aderito al Decreto n. 18/2020 Cura Italia garantendo ai clienti la sospensione della quota capitale a decorrere dal maggio 2020

45


LE POSIZIONI DELLE OTTO SORELLE

MORATORIE DEI LEASING E DINTORNI

« Per accedere alla mora t o ri a i clienti possono contattare la nostra finanziaria ed essere assistiti da personale qualificato. Ma la moratoria è un tampone all’emergenza: i veri problemi economici inizieranno dopo. In autunno le imprese saranno sommerse dai costi di gestione, stipendi, assicurazioni, ecc. In più alcune di loro, attive in settori quali il trasporto carburanti o l’edilizia, sono del tutto ferme, e altre, impegnate nel trasporto di medicinali o nell’amese di aprile 2020 e in scadenza prima del 30 settembre 2020. In tale occasione, il cliente è chiamato a corrispondere, alle scadenze contrattualmente pattuite, la sola quota interessi. Gli importi oggetto di sospensione verranno dilazionati a partire da gennaio 2021 o accodati al contratto di leasing secondo le esigenze dei clienti. Abbiamo organizzato, a questo proposito, un gruppo di lavoro che sta seguendo tutte le richieste dei clienti e riteniamo di poterle evadere entro fine aprile. Crediamo che le misure adottate possano agevolare le aziende di trasporti in questo periodo così difficile. » Diego Gatti, Amministratore Delegato, Renault Trucks Financial Services « La filosofia della nostra azienda è mettere il cliente al centro e garantirgli il massimo in termini di prodotti e servizi offerti. Consci delle difficoltà che le aziende Italiane avranno nella fase di progressiva ripresa, sono allo studio diverse attività di supporto alla rete dei concessionari e ai clienti. I pilastri delle nostre future proposte saranno basate sul possibile scenario che dovremmo affrontare: difficoltà di accesso al credito, cash flow ridotto, indebitamento medio elevato. Pensiamo quindi a un pacchetto di azioni che favorisca la ripartenza delle aziende che hanno o avranno in parco dei Renault Trucks. » Pierre Sirolli, Amministratore Delegato Renault Trucks Italia

46 maggio 2020

groalimentare, hanno visto il lavoro triplicato ma con tariffe dimezzate. Ecco perché la cura per il trasporto va basata su interventi governativi strutturati a lungo termine. E questa tematica non riguarda solo l’emergenza contingente. In Italia abbiamo il parco circolante più vecchio d’Europa e quindi un domani, oltre ad affrontare la difficile ripresa, torneremo a fare i conti con l’ambiente. E se le imprese di autotrasporto, senza adeguato aiuto faranno fatica ad affrontare questi ostacoli, anche le case costruttrici, in crisi pure loro, senza interventi del Governo non saranno in grado di aiutare la propria clientela. Poi voglio ricordare gli autisti che hanno svolto un ruolo di vitale importanza senza essere minimamente supportati. Gli autogrill in autostrada chiusi senza possibilità di rifocillarsi, prendere un caffè o andare alla toilette.

Rimangono per ore isolati in cabina senza poter scambiare saluti o fare due chiacchiere durante le soste. » Franco Fenoglio, Presidente e AD di Scania Italia

« Per noi il singolo rapporto con ogni cliente è sempre stato importante e in situazioni di difficoltà lo è ancora di più. Volvo Trucks Financial Service si è adeguata immediatamente alle disposizioni del decreto Cura Italia strutturandosi con un team dedicato per questa attività. A metà aprile più del 40% dei clienti in portfolio ha già fatto richiesta di sospensione dei canoni fino al 30 settembre. Non possiamo parlare di agevolazioni generiche, quanto piuttosto di gestioni one to one. La crisi non sta colpendo in modo omogeneo il mondo dei trasporti, alcune aziende paradossalmente lavorano più di prima. Essendo ogni situazione differente dall’altra, il modo migliore per essere vicini ai nostri clienti è, in aggiunta alle misure proposte dal governo, valutare caso per caso se e come supportarli. I clienti possono scrivere alla nostra mail clienti@vfsco. com o contattare direttamente il team manager dell’area dedicata che sarà in grado di supportare al meglio le varie richieste. » Francesca Rinni, Direttore Marketing di Volvo Trucks Italia


MANUTENZIONE di Luca Regazzi

LA VOCE DELLE CASE COSTRUTTRICI

L’ASSISTENZA CON IL VIRUS DIETRO LA PORTA

Il

messaggio è forte e chiaro:

Vediamo perciò come i costruttori

erogati dallo stesso costruttore.

l’assistenza ai camion va

affrontano la questione.

Le procedure investono anche la

sicurano il servizio di assistenza

DAF

fornitura dei ricambi ai dealer, at-

stradale 24/7, le riparazioni urgen-

È a livelli normali il supporto

tività che viene assicurata per con-

ti e la fornitura dei ricambi alla rete

post-vendita del costruttore olan-

sentire ai trasportatori di trovare

di officine. L’attività di manuten-

dese a concessionari e clienti, con

la più totale disponibilità di tutti i

zione ordinaria, invece, è un po’

tutti i dealer aperti e operativi e

codici.

ondivaga, sia per la manovalanza

disponibili a effettuare manuten-

ridotta e il calo di clientela, sia per

zioni sia ordinarie che straordina-

MERCEDES-BENZ

la dover adottare una gestione più

rie. Anzi, concessionari e officine

La filiale tricolore della casa di

sicura dal punto di vista sanitario.

si mettono a disposizione degli au-

Stoccarda precisa che, relativa-

Soccorrere e riparare veicoli industriali è un servizio essenziale. In tempo di emergenza tutte le maggiori case produttrici assicurano interventi su strada, riparazioni urgenti e fornitura ricambi. Per la manutenzione ordinaria le soluzioni sono differenti e variegate

totrasportatori, nel caso questi ab-

mente alla manutenzione, dà prio-

biano richieste particolari dettate

rità ai veicoli dedicati al trasporto

dalla contingenza. Ovviamente il

di merci essenziali, nel rispetto

avanti, deve andare avan-

ti. Troppo importante il ruolo dei trasportatori per permettersi di tenere fermi veicoli che tengono in moto il Paese. Contrariamente dunque alle attività di produzione, la maggior parte delle aziende automotive assicurano la prosecuzione dei servizi essenziali di assistenza, logistica e ricambistica. Non sono tutte rose e fiori ovviamente, anche se la situazione sta progressivamente migliorando. In generale, tutte le maggiori case produttrici di veicoli industriali as-

tutto ha richiesto di rivedere le procedure per rispettare le disposizioni vigenti in tema di sicurezza e finalizzate a evitare il contagio. Ecco perché tutti gli operatori si sono dotati (a fatica) di mascherine e igienizzanti e impegnati a rispettare le distanze interpersonali. Ogni ambiente di lavoro – officine, piazzali prima e uffici poi – sono stati adeguati a un protocollo ufficiale sottoscritto dagli operatori dopo aver partecipato a diversi webinar maggio 2020

47


MANUTENZIONE

LA VOCE DELLE CASE COSTRUTTRICI

delle disposizioni del governo e

ben delimitati. Tutto il personale

tenzioni è data precedenza ai vei-

delle regole su salute e sicurezza

utilizza guanti, mascherine e gilet

coli che trasportano beni essenziali

sul lavoro. Un impegno che parte

monouso. Prima di ogni riparazio-

e agli interventi urgenti. Se però un

dal Centro Logistico Europeo di

ne, i veicoli sono disinfettati, dalle

trasportatore ha il mezzo fermo

Capena (Roma), da cui distribuisce

plastiche del cruscotto ai tessuti

perché non fa trasporti vitali, può

i ricambi in Italia, e si estende a

dei coprisedili fino al volante. Per

approfittarne per portarlo in offici-

tutto il Paese tramite la rete di offi-

favorire

dei

na a tagliandare, compatibilmente

cine. Anche il servizio di assistenza

protocolli sanitari, Iveco sugge-

col lavoro già programmato. L’uni-

stradale dà precedenza ai veicoli in

risce di prendere appuntamento

co rischio – spiega MAN – è che il

emergenza o destinati al traspor-

presso l’officina più vicina, a meno

trasferimento, in caso di controllo,

to di medicinali, alimentari e altri

che non si tratti di un’emergenza,

potrebbe non essere considerato

beni di prima necessità. Sono inve-

nel qual caso si risponderà alla ri-

giustificato motivo. Nella maggior

ce momentaneamente sospese le

chiesta il prima possibile tramite

parte dei casi, in base al contrat-

attività di manutenzione ordinaria

il servizio Assistance Non Stop. In

to, il trasportatore sarà comunque

dei veicoli di filiere ferme, in attesa

alcune circostanze sono state at-

avvertito con largo anticipo della

che si riattivino nella Fase 2.

tivate unità mobili per effettuare

scadenza di chilometraggio e po-

tagliandi e controlli direttamente a

trà fissare un appuntamento. Se il

casa del cliente.

veicolo sforasse il chilometraggio,

IVECO

l’implementazione

non appena il cliente sarà in grado

La rete di officine e dealer del marchio italiano garantiscono assistenza e manutenzione dei veicoli a qualsiasi livello. Al contempo clienti e personale sono tutelati

MAN TRUCK & BUS

di fermare il camion, si effettuerà il tagliando con verifiche di sicurezza

Per ottemperare alle regole dell’e-

e senza conteggiare i chilometri in

mergenza, la casa di Monaco ha

eccesso. Quando la manutenzione

modificato il proprio processo di or-

infine è programmata, il camion vie-

dine e consegna dei ricambi che ora

ne lasciato fuori dall’officina, dove

avviene senza contatto tra le perso-

vengono sanificate le parti più a

ne, con l’automazione del magazzi-

contatto (volante, cambio, cruscot-

no (nella foto) e le consegne dei ma-

to e sedile).

sotto ogni profilo in tema di igiene e sicurezza. Laddove le circostanze lo consentano, vengono svolte operazioni di telediagnostica e riparazione a distanza sia per l’SWAY sia per il Nuovo Daily, in modo da conservarli operativi senza essere costretti a fermi o accertamenti in sede. Sono state introdotte misure rigorose per la pulizia dei locali, i meccanici lavorano in team più piccoli per mantenere la distanza di sicurezza, le officine sono suddivise in settori separati

teriali via corriere mediante locali di stoccaggio merci presso le officine.

48 maggio 2020

La rete garantisce manutenzioni e

VOLVO TRUCKS

riparazioni in officina e assistenza

Le officine del costruttore svede-

Mobile24 in strada. Il personale

se sono operative per qualsiasi

tecnico è fornito di mascherine e

necessità dei veicoli in entrata,

guanti e distanziato di almeno un

senza limitazioni sia in termini di

metro e anche i trasportatori che

programmazione che di tipologia di

entrano nelle strutture sono messi

intervento. Il tutto, ovviamente, nel

in sicurezza sanitaria. Sulle manu-

rispetto dei protocolli che garanti-


stradale alla manutenzione ordina-

smaltite con più lentezza. I clienti in

ria dei veicoli. Anche se i passaggi

visita rimangono comunque pochi,

in officina nel mese di marzo sono

visto il blocco dei trasporti non es-

diminuiti di circa il 60% rispetto alla

senziali. La capacità delle officine

situazione pre-virus. La capacità pro-

al momento è al 50% del normale.

duttiva della rete in termini di organi-

Nel frattempo, molti meccanici sono

ci è superiore al 50%, in grado quindi di effettuare tutti i tipi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, e non si registrano reclami di clienti che non hanno potuto effettuare le operazioni di controllo previste.

tornati al lavoro con tutti i DPI necessari. La casa informa in anticipo i trasportatori della scadenza del tagliando, che però non è ostativa di altri tipi di controllo. Chi ha avuto da

scono non soltanto la tutela di meccanici e altri addetti all’assistenza, sia di clienti. Semmai – segnalano i responsabili della sede Italia – l’operatività in questo frangente è ridotta in conseguenza del fatto che i veicoli attivi in filiere più o meno ferme percorrono meno chilometri e quindi hanno anche minori necessità di recarsi in officina. Il personale della rete assistenziale, invece, è sempre presente e gestisce qualsiasi richiesta di intervento su tutti gli autocarri che ne hanno bisogno.

RENAULT TRUCKS Anche la rete francese di assistenza nella nostra Penisola opera a livelli adeguati e soltanto pochissime officine hanno dovuto chiudere a causa dell’epidemia. Vengono svolte tutte le attività, dal servizio di assistenza

SCANIA Per quanto riguarda il soccorso gua-

fare può posticipare la consegna

sti, il produttore svedese comunica

del mezzo; chi è stato fermo può

di avere operative H24 per le urgen-

anticipare il tagliando; chi lo deve

ze le sue 106 officine in Italia, con

fare per forza viene comunque

un paio di eccezioni. La situazione è

accettato. Inoltre, anche Fuso, il

molto migliorata rispetto a fine mar-

marchio dei veicoli Canter, esten-

zo quando per mancanza di addetti

de le garanzie in scadenza fino

e scarsità di guanti e mascherine le

al 15 maggio di due mesi supple-

richieste della clientela erano state

mentari. maggio 2020

49


L’IMPORTANTE È LA SALUTE

CONSIGLI PRATICI DI PREVENZIONE

MANI SOTTO

L’ACQUA

«Lavarsi spesso le mani»: tale accorgimento, insieme al distanziamento e all’uso di mascherine protettive, è una delle armi più utili per tenere lontano il coronavirus. Così, dovendo spesso toccare oggetti altrui e non potendo sempre fare uso di guanti, mi lavo le mani più che spesso: spessissimo. Da qualche giorno, però, avverto maggiore secchezza della pelle, quasi un bruciore e devo ricorrere a una crema idratante per lenirlo. È normale? Lucio B_Pesaro

Il

Covid-19 ce lo ha ribadito, ma la cosa era già ampiamente conosciuta: lavarsi bene le mani è una regola tanto semplice quanto efficace per proteggere la salute propria e altrui. Non si tratta solo di un gesto di igiene, ma di uno strumento importante per prevenire la diffusione delle infezioni e dell’antibiotico-resistenza.

le tra loro fino a creare schiuma, strofinando dolcemente gli spazi tra le dita e sotto le unghie (qui i germi si annidano più facilmente) per almeno 30 secondi (gli esperti consigliano di cantare per due volte “Happy Birthday” per avere certezza del tempo necessario); sciacquare le mani con acqua corrente e asciugarle con getti d’aria o con un panno asciutto

Nulla di grave, ma bisogna prestarci attenzione, in quanto i virus e i batteri possono penetrare anche dalle fessurazioni della pelle e causare infezioni. Come fare, dunque, a lavarsi le mani mantenendole idratate? Un primo suggerimento consiste nel prediligere l’acqua tiepida a quella calda. Carlo Pincelli, docente di Dermatologia e direttore del Laboratorio di Biologia Cutanea all’Uni-

L’acqua troppo calda secca la pelle e aggrava la secchezza, aumentando il livello di sensibilità e rimuovendo lo strato di grassi che protegge la cute. Al contrario, l’acqua fredda ha un effetto molto meno essiccante e ha il vantaggio di stringere i vasi

versità di Modena e Reggio Emilia, spiega che «l’acqua troppo calda secca la pelle e aggrava la secchezza, aumentando il livello di sensibilità e rimuovendo lo strato di grassi che protegge la cute. Al contrario, l’acqua fredda ha un effetto molto meno essiccante e ha il vantaggio di stringere i vasi». Un secondo suggerimento è quello di utilizzare dei saponi che non contengano sostanze che danneggiano la “barriera

Ma quando è assolutamente necessario lavarsi le mani? Quando sono visibilmente sporche e non solo. Sempre e in ogni caso dopo aver usato il bagno; dopo aver soffiato il naso o starnutito; prima e dopo aver mangiato; dopo aver maneggiato rifiuti; dopo aver fatto visita o essersi presi cura di persone malate; dopo aver giocato con gli animali o averne toccato giocattoli; ogni volta che si è trascorso del tempo all’aperto o in ambiente ospedaliero; dopo aver usato la tastiera di un bancomat; dopo le operazioni di carico e scarico; prima e dopo aver manipolato alimenti, in particolare, dopo aver toccato carne cruda, pollame o pesce. Per essere efficace comunque il lavaggio delle mani deve rispettare un “protocollo”: bagnare le mani sotto acqua corrente caldo/tiepida; aggiungere sapone preferibilmente liquido e sfregar-

50 maggio 2020

e pulito – l’ideale sarebbe un asciugamano di carta monouso con il quale chiudere anche il rubinetto. Quindi evitare di toccare maniglie con le mani appena lavate, utilizzando anche in questo caso salviettine di carta. Per prevenire eventuali irritazioni dovute a prodotti troppo aggressivi o a lavaggi troppo energici e frequenti, è sufficiente una crema o una lozione idratante. E se acqua e sapone non sono disponibili, si può ricorrere ai cosiddetti “hand sanitizers”, soluzioni idro-alcoliche che contengano almeno il 60% di alcol per disinfettare le mani a secco. Insieme al sapone sono utili compagni di viaggio da tenere sempre in cabina. Un accorgimento: lavarsi spesso le mani comporta una maggiore secchezza della pelle che, se non adeguatamente idrata, può causare delle piccole lacerazioni.

esterna” (in gergo tecnico film idrolipidico) che protegge la nostra pelle. È meglio, quindi, optare saponi liquidi privi di tensioattivi e a base di burro di karitè e altre sostanze idratanti. Infine, è importante utilizzare delle creme idratanti ricche di ceramidi, acidi grassi e colesterolo, applicandole più volte al giorno alle mani e lasciandole fare effetto per qualche minuto, così che proteggano e riparino la barriera cutanea. Rispettando dunque la corretta tecnica di lavaggio, questo gesto quotidiano tanto semplice può davvero aiutare a evitare la diffusione delle malattie infettive. Buon viaggio!


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