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DOPO LE ELEZIONI Le richieste delle associazioni dell’autotrasporto alla politica. Soprattutto sostegni contro il caro energia

SOPRATTUTTO

SOSTEGNI CONTRO IL CARO ENERGIA

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I documenti di Unatras e di Anita. Assotir punta su quattro proposte, Confetra pone dieci domande. Altri temi condivisi: la crisi degli autisti, gli incentivi al rinnovo del parco, la libera circolazione al Brennero, meno giorni di divieto, abolizione del contributo ART

Sono due i documenti principali presentati dalle associazioni dell’autotrasporto alla politica impegnata nella campagna elettorale: quello promosso da Unatras (sottoscritto da nove rappresentanze: Confartigianato Trasporti, Fai-Conftrasporto, CnaFita, FIAP, SnaCasartigiani, Unitai, ma anche dalle associazioni del mondo cooperativo: Legacoop, Agci e Confcooperative), per dare un maggiore impatto alle richieste e quello della confindustriale Anita. A parte vanno considerati il documento di Assotir che ha proposto solo quattro punti specifici, largamente coincidenti con i temi di Unatras e quello di Confetra che è stato strutturato come domande alle forze politiche.

D’ACCORDO SU CARO ENERGIA E AUTISTI

Basta una rapida occhiata ai testi principali per constatare come il tema maggiormente sentito da tutte le associazioni sia quello dell’aumento dei costi dell’energia, con tutte le sue ricadute sui bilanci delle imprese. E, dunque, se Unatras gli dedica una delle quattro sezioni del documento (che nella tabella sono indicate tra parentesi per uniformare le singole rivendicazioni con quelle delle altre associazioni), chiedendo misure di compensazione, oltre alla riconferma delle risorse strutturali e un’accelerazione nel pagamento degli incentivi già assegnati, anche la confindustriale Anita chiede sostegni per le maggiori spese per carburanti, aggiungendovi la richiesta di alcune misure fiscali (ampliamento della Nuova Sabatini e reverse change nell’Iva). Altro tema unificante è la carenza di autisti. Unatras (che le dedica la sezione «Professione Autotrasportatore») vorrebbe anticipare a 19 anni l’età per le patenti professionali (ma FAI-Conftrasporto in un suo precedente documento poi confluito in quello unitario aveva proposto 18 anni), introdurre sgravi

Federtrasporti alla politica

«DOPO LE ELEZIONI RICORDATEVI DELL’AUTOTRASPORTO»

Anche il Gruppo Federtrasporti ha ritenuto opportuno sensibilizzare il mondo della politica sui principali problemi del settore. Tra le varie istanze, il presidente Claudio Villa ha fatto presente quanto sia importante contemplare, tra gli strumenti con cui fronteggiare la carenza di autisti, «l’inserimento dell’autotrasporto nel decreto flussi e di come sia decisivo investire nell’immagine del settore, partendo già nella fase scolare, lavorando su corsi di studio professionali specifici per il trasporto e la logistica» e abbassando i limiti di età a 19 anni per la guida dei mezzi pesanti. Un’azione concreta da stimolare è pure la realizzazione di aree di sosta adeguate, «perché la loro carenza e lo scarso standard di servizi che garantiscono contribuiscono a tenere lontani i giovani da una professione che, almeno in parte, si svolge all’interno di quegli spazi».

Le proposte di Agorà 2.0 MT

C’È UN PROGRAMMA PER GLI AUTISTI

Anche gli autisti dicono la loro. Agorà 2.0 MT, un’associazione attiva sui social e promotrice di un’iniziativa europea che ha avuto discreto seguito sul controllo satellitare dei tempi di guida, ha stilato un «documento programmatico» che suona come un appello alle forze politiche perché risolvano i problemi della categoria. Naturalmente le rivendicazioni principali riguardano l’attività professionale degli autisti con la richiesta del riconoscimento di «lavoro usurante» e un limite di età a 60 anni. Per favorire il ricambio, poi, secondo Agorà bisogna agire sulla leva fiscale, consentendo la detraibilità delle spese per ottenere i titoli abilitativi. Inoltre, per attirare nuovo personale, va prevista una «premialità fiscale, contributiva e retributiva, da condividere al 50% con le aziende valutata su base almeno biennale, per il personale virtuoso». Un punto è dedicato alla revisione delle sanzioni a carico dell’autista, ritenendo «non accettabile» la sommatoria di decurtazione dei punti sulla patente più sanzione economica. Ma le richieste si estendono anche all’intero sistema dell’autotrasporto. Per tutelare le imprese italiane, Agorà propone di contrastare il cabotaggio illegale e ogni altro tipo di illegalità, compresa l’evasione fiscale e contributiva, tramite un «sistema di controllo digitale integrato per il monitoraggio del traffico veicolare medio e pesante», anche introducendo la cosiddetta «bollinatura numerata» sui documenti di trasporto, un limite del 10% dei viaggi in subvezione, per le aziende con più di dieci mezzi e il divieto totale per quelle più piccole, nonché il non riconoscimento delle abilitazioni di guida dei Paesi extra comunitari e maggiori controlli su quelli già concessi. Anche per le imprese, secondo Agorà bisogna agire sulla leva fiscale con una «tariffa agevolata per l’acquisto di carburante» e uno sconto del 15% sui pedaggi autostradali, ma va eliminata la normativa che «esclude i committenti dal concorso nelle responsabilità civili e penali in materia contributiva e contrattuale» e va introdotto il valore di «costo indicativo di riferimento» o «tariffa minima di esercizio». Un ultimo capitolo è dedicato a sicurezza e infrastrutture: quanto alla prima è richiesta l’indicazione del gruppo sanguigno nei documenti dell’autista, la formazione periodica per il rinnovo delle patenti da effettuare nell’orario di lavoro, l’esclusione di «attività manuali o semi-meccaniche» nella fase di carico/scarico, l’obbligo per i committenti di fornire «adeguati servizi igienici»; per le seconde si richiedono aree di servizio e terminal intermodali, con controllo elettronico certificato del traffico veicolare.

e procedure snelle per il loro ottenimento, creare percorsi formativi ad hoc negli Istituti tecnici superiori, mentre Anita, che ripropone gli ultimi due punti, chiede anche di favorire l’assunzione di personale extracomunitario.

AMBIENTE: FINANZIARE IL RINNOVO DEL PARCO

Punti di contatto anche sui temi ambientali (che Unatras riassume nella sezione «Europa»), soprattutto per quanto riguarda il finanziamento per il rinnovo del parco veicolare (che Anita ritiene sia «importante»), ma poi le due organizzazioni entrano nel dettaglio: Unatras suggerisce di non toccare i rimborsi delle accise, né le esenzioni per il gas naturale e di non estendere all’autotrasporto il sistema ETS (lo scambio di quota di inquinamento acquistabili), mentre Anita vuole andare avanti con le immatricolazioni dei veicoli lunghi 18 metri e la sperimentazione di quelli da 25 metri, vuole incentivare il combinato strada-rotaia, riformare il Marebonus con voucher per gli autotrasportatori e rimborsare i pedaggi su base ambientale. I due documenti tornano ad avvicinarsi sul nodo del Brennero, chiedendo entrambi un intervento («risolutivo» per Anita) che garantisca la libera circolazione in Europa.

LE REGOLE: MENO DIVIETI, NO ALL’ART, REVISIONI DA MIGLIORARE

Più diversificate, invece, le richieste in fatto di regole, sulle quali i principali punti di contatto riguardano la revisione del calendario dei divieti (in Italia le giornate proibite sono state 77 quest’anno, più che negli altri paesi dell’Unione europea; per esempio Olanda e Belgio non applicano divieti nei giorni di festa), l’esclusione dell’autotrasporto dal contributo ART e la questione della revisione dei veicoli pesanti per i quali però Anita chiede l’affidamento ai privati mentre Unatras vorrebbe il potenziamento degli uffici della Motorizzazione. Unatras chiede la semplificazione della burocrazia per i trasporti eccezionali, la prosecuzione della sperimentazione del nuovo sistema per il tracciamento dei rifiuti (RENTRI), ma soprattutto la regolamentazione del carico/scarico, il rafforzamento della norma sui tempi di pagamento e l’obbligatorietà dei costi della sicurezza. Su questi tre temi è d’accordo anche Assotir (il quarto è la disciplina della subvezione, con un tetto alla percentuale di trasporti che è possibile subappaltare, ipotesi sgradita alle imprese più strutturate), il che non vuol dire che altri problemi non siano condivisi e siano, magari, compresi in formule più generali, come la revisione dell’accesso al mercato (a favore delle imprese meno inquinanti) o la «norma coerente sulla rappresentanza del settore», (richieste da Unatras) che sembra toccare la recente riforma dell’Albo che assegna alle Confederazioni la scelta delle associazioni (una per organizzazione) che ne fanno parte. O come la questione del voucher per il Marebonus che non compare nel testo di Unatras, ma è contenuto nel documento elettorale di Fiap (che poi ha aderito a quello generale), nel quale si parla anche di aree di sosta attrezzate, combustibile professionale, riduzione del cuneo fiscale e creazione di una Logistica 4.0 per la transizione ecologica. Anche se temi non citati sono spesso compresi in articolazioni più generali, tuttavia, nel caso dell’obbligatorietà dei costi minimi, l’assenza del tema nel documento dell’Anita è certamente significativa.

LE DOMANDE DI CONFETRA

Un discorso a parte merita Confetra, che ha scelto di formulare alle forze politiche dieci domande sui temi principali che sono sul tappeto. È facile, tuttavia, ravvisare un’identità di vedute con tutte le altre rappresentanze nella domanda sul contributo ART e almeno con Anita in quella sull’incremento dell’intermodalità strada-rotaia. Per il resto sono molto specifiche: sulla distinzione tra pacchi postali e pacchi merci, sullo sportello unico doganale, sullo sviluppo della portualità, sul rispetto dei programmi del PNRR. Salvo una, la questione su come si intenda agevolare il rafforzamento strutturale del settore che, alla fine, è la domanda delle domande.