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A PROVA DI LAURA Scania P280 Hybrid. Il magnetico di cui fidarsi

di Laura Broglio

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IL MAGNETICO DI CUI FIDARSI

È un veicolo da distribuzione. Piccolo, quindi, per un camionista tradizionale. Però, porta con sé il tratto tipico della famiglia da cui proviene, ossia la fl uidità di guida e la precisione. Se lo usi bene non ti tradisce: nei tratti urbani abbassa la voce viaggiando in elettrico, in quelli misti riprende fi ato lasciando spazio al motore termico. E, insieme, non ti lasciano mai a piedi…

Ogni camionista lo ammetterà: guidare i piccoli camion non è mai stato entusiasmante. In effetti, nella solida e rigida gerarchia degli autisti, chiunque guidi un camion da distribuzione, rischia quasi di non essere classificato come camionista. Questo accade perché il sogno di bambino prevedeva esclusivamente che il camion avesse determinati requisiti che racchiudessero, possibilmente, aggettivi come «potente» e «grande». D’accordo, anche gli adolescenti sognano serate romantiche in compagnia delle star del cinema preferite, finendo poi per sposare una vicina di casa. La vita, infatti, ci insegna a cogliere il bello di quello che abbiamo a disposizione. Tanto che, quando mi hanno detto che avrei provato un camion da distri-

Laura Broglio fa l’autista di professione. Ma ha una grande passione per la comunicazione. Forse anche per questo le sue prove con i veicoli tendono l’orecchio, cercando di ascoltare ciò che comunicano. E percepiscono il camion un po’ come una persona con cui trascorrere buona parte delle ore di una giornata.

LAURA B.

Come si chiama?

Aspetto? Scania 280P Magnetar

Piccolo, ma agile e scattante

Personalità Avventuroso e curioso. Il partner che ti fa apprezzare quello che di solito non consideri

Al lavoro?

Pragmatico e funzionale

E nelle relazioni? Uno che non si butta, che ha bisogno di certezze e di una doppia… motivazione Canzone consigliata? Hypnotized dei Purple Disco Machine, Sophie and the Giants

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buzione, ammetto di aver pensato: «Tu vuoi uscire con me? Ma lo vedi che potrei essere tua sorella maggiore». Solo per l’età, s’intende, non certo per la statura. Poi sbuca uno Scania P280, che è il fratello minore, quello forse meno “cool”, lo svedese avventuroso che decide di portarti a fare una gita tra laghi e montagne o tra le vie delle città alla scoperta di posti sconosciuti, anziché prediligere le più gettonate mete ordinarie. E allora, perché non accettare?

LO SVEDESE AVVENTUROSO

Noi piccoli lo sappiamo bene: per poter innescare un minimo di interesse durante una serata in compagnia dobbiamo puntare tutto sulla simpatia. Però, è anche vero che siamo quel tipo di persone che non mettono in soggezione e con cui gli altri, in genere, si sentono a proprio agio. Magnetar 280P è così, con il suo aspetto tipicamente Scania annulla ogni sensazione di soggezione. E quando mi ha proposto un bel giro sul Lago di Garda, sono saltata su all’istante, senza alcuna fatica, dicendomi: «Perché no?». Ma devo ammettere che una parte importante della risposta era anche giustificata dalla ridotta altezza da terra.

C’È TUTTO, IN SCALA RIDOTTA

I cassettoni fanno da struttura per la piccola branda 1 , utile più che per la notte per riposare durante le interruzioni di guida. Sempre sotto alla branda trova posto anche il frigo 2 , da poter aprire stando comodamente seduti sul sedile 3 . E anche questo è un lusso: ricoperto in pelle, garantisce pure riscaldamento e ventilazione. Insomma, Magnetar è piccolo, ma il poco spazio è stato sfruttato al meglio! E componenti e accessori sanno come essere grandi.

ANIMA PRAGMATICA

Funzionalità e praticità sono lo stile di vita di questo camion da distribuzione urbana. Lo chiarisce immediatamente, perché è un tipo diretto, senza fronzoli e giri di parole. Cassettoni dietro ai sedili per riporre un cambio e quelle cose che devi sempre avere con te, soprattutto se parti all’avventura, e il pratico frigo centrale da poter aprire comodamente seduti sul sedile, in pelle e dotato di riscaldamento e ventilazione. La loro struttura fa anche da base a una piccola branda per riposare durante le attese. Più che un viaggio in tenda, sembra un piccolo bungalow. Avventuroso, ma con tutte le comodità essenziali.

IL TANTO IN VERSIONE FUNZIONALE

Alla guida invece, rispetto i grandi della casa, non ci sono differenze: ottima posizione di guida, volante con i comandi bassi tipici del Grifone e la classica console sulla destra, sotto lo schermo. Lo ammetto, non sono mai stata amante di quei cruscotti carichi di pulsanti al pari di una plancia di un aeroplano. Mi danno un po’ un senso

ELETTRICO A METÀ

La soluzione ibrida nel nostro caso era abbinata a una cabina P, ma si può optare anche per la L o la G. In ogni caso ci si affi da sempre a un sistema di propulsione elettrica è sempre il GE281 da 230 kW in continuo e 290 di picco, con coppia massima di 2.100 Nm. I motori termici possono essere invece da 7 o da 9 litri, coprendo così un range da 220 a 360 CV. Tra i due motori ci sono circa 250 kg di diff erenza e comunque l’incremento complessivo di peso si aggira sui 750 kg, meno quindi della tonnellata che le normative europee abbuonano a soluzioni di questo tipo. L’energia installata nella batteria è di 80 kWh, garantisce un’autonomia fi no a 60 km e può anche essere di supporto al motore termico, facendolo quindi consumare di meno. In media si ricarica dal 20 al 100% in circa 35 minuti. Però, guidando in modo corretto, vale a dire sfruttando l’energia cinematica in decelerazione, o chiedendo ausilio a questi pulsanti, diventa possibile dare un concreto supporto alla ricarica esterna. Ha sei marce avanti e nessuna frizione tradizionale, poiché un ingranaggio planetario si occupa di tale attività, fornendo cambi marcia senza interruzione della coppia. Molto interessante, poi l’interazione con i servizi di connettività con cui diventa automatico il passaggio dal motore a combustione al funzionamento in modalità elettrica in base alle limitazioni di alcune aree di transito e alle fasce orarie. di opulenza. Preferisco i cruscotti più snelli ed essenziali (sobri, diciamo), ma i pregiudizi vanno lasciati fuori dalla portiera e, per fare bene un test, è necessario entrare nella filosofia di un marchio per riuscire davvero ad apprezzare ciò che ti stanno presentando. Scania sceglie un approccio metodico: a ogni tasto affida una funzione in modo tale che, una volta presa confidenza con l’accoppiata, riesci a lavorare in modo immediato, rapido e reattivo. Nel caso della distribuzione, lavoro in cui devi fare i conti con il traffico cittadino, la fretta di chi lo popola e l’impertinenza di chi vuole passare a tutti i costi, essere veloci è un requisito fondamentale. Magnetar è il tipo da fritto misto sulla spiaggia, una bottiglia di birra ghiacciata aperta con l’accendino e poi via, verso una nuova destinazione.

UN CAMION PER DUE… MOTORI

Pragmatico è anche il motore, che alla propulsione diesel ne affianca una elettrica. L’intenzione, mi spiega Anders, il driver Scania, è quella di muoversi verso l’elettrificazione con un atteggiamento più concreto e realistico. Non tutti i settori lavorativi, non tutte le aziende sono organizzate al punto da poter calcolare in modo preciso l’autonomia di un veicolo. La distribuzione non è sempre quella della raccolta rifiuti o del food&beverage in centro città, ma a volte richiede spostamenti più lunghi di un semplice circuito cittadino. In più l’autotrasporto accoglie ancora tra le sue braccia innumerevoli imprevisti che, ad oggi, possono effettivamente essere gestiti proprio perché approcciati con una mentalità diesel-centrica. Si fa il pieno e si va, tanto poi un distributore si trova. Diverso invece è per l’elettrico, che oggi (lo ripeto: oggi) non è ancora per tutti. Scania sfrutta quello che è, effettivamente, un grande difetto del settore e lo fa diventare un’opportunità e pensa all’ibrido rendendo un falso mito il detto «Chi troppo vuole, nulla stringe» e dimostra che, unendo le forze, si fa meno fatica entrambi. Il motore elettrico non solo può viaggiare in autonomia per circa sessanta chilometri (fino a un massimo di 50 km/h, nel rispetto dei limiti cittadini), ma sostiene il diesel nelle accelerazioni e nei momenti in cui sono richieste maggiori prestazioni, aumentando la potenza e diminuendo drasticamente i consumi. Com’era? «Du gust is megl che uan».

ALLA GUIDA

Verona - Peschiera - Affi e ritorno. Un primo appuntamento che esclude i luoghi comuni, inevitabile visto che anche Magnetar non rientra nei cliché. Quando incontri qualcuno, devi considerarne la provenienza: ogni famiglia, infatti, ha tratti tipici che vengono trasmessi di generazione in generazione. Un po’ come quando esci con una donna e ti dicono di conoscere sua madre per sapere come invecchierà. Nei detti popolari c’è sempre un fondo di verità. Lui, così ibrido, nonostante non sia un tipo da autostrada ma preferisce portarti a scoprire angoli di mondo in un modo che non credevi possibile, porta con sé il tratto tipico della famiglia da cui proviene, ossia la fluidità di guida e la precisione. Tra le bellissime strade del Garda, infatti, contornate dalle vigne e dai colori estivi, il paesaggio e la sensazione di guida sono stati lette-

ralmente magnetici. Perfetto nei cambi direzione, comodo ad affrontare le asperità della strada, manovrabilità indiscutibile (qui il terzo asse sterzante e l’assenza di sbalzo giocano un ruolo centrale) ed è anche un tipo che lascia ampio campo di veduta. E anche l’occhio, a maggior ragione in strada, vuole la sua parte. Lui guida, tu controlli… un perfetto connubio tra pilota e navigatore.

IN CONCLUSIONE

Un test inaspettato quello con Magnetar che mi ha fatto rivalutare l’esperienza di trasporti meno desiderabili, trasformandoli in piccole avventure. In questo settore, del resto, non sempre possiamo scegliere cosa guidare e dove andare (anzi). Il suo pragmatismo trasforma i punti deboli in opportunità e con lui divertirsi anche nei piccoli cantieri e nelle vie della città diventa una certezza. Salite a bordo e lasciatevi trasportare: scoprirete che anche essere piccoli ha i suoi vantaggi. Ritrovare lo spirito avventuroso a ridotto impatto ambientale, tipico dei viaggi en plein air che mi piacciono tanto, in un camion è stato una magnetica… ops, magnifica sorpresa. PLANCIA E DINTORNI

A lato della plancia c’è un piccolo ripiano di appoggio, pratico per tutte le attività giornaliere, mentre il lato passeggero ospita un ridotto tavolino pieghevole: carino, ma non troppo pratico da calare nello stile di vita frettoloso di chi opera con un camion da distribuzione. Il volante, infi ne, è esattamente quello di uno Scania maggiore. E ho detto tutto….

EMOZIONI INVISIBILI

FRENATA RIGENERATIVA

Come in tutti gli elettrici, l’exhaust brake permette di ricaricare le batterie in frenata.

ADAS

Richiedono un momento per capire come impostarli (almeno per me), ma una volta fatto sono precisi ed effi cienti.