Calcio 2000 n.236

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diretto da Fabrizio Ponciroli

Bimestrale

Calcio

OTT

NOV

2OOO prima immissione 25/08/2018

3,90€

Giganti del Calcio ESCLUSIVA

GUIDA SERIE A 2018/19 Stats, rose & profili squadre Le verità di Giovanni Trapattoni STORIE DI CALCIO

GARE DA RICORDARE

CALCIO INGLESE

ALFABETO DEI BIDONI

DOVE SONO FINITI?

STORIE DI CALCIO

Il brand Admiral

MAssimo RAStelli “Il calcio si evolve”

Il mito di Hugo Enyinnaya

Genoa-Sampdoria 3-1

I ricordi di Mirko Taccola

L’epopea del Boro

Speciale Intertoto (2.a parte)

BE €8,00 | F €11,50 | PTE CONT €7,50 | E €7,50 | CHCT fch 8,50

236




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FP

CHE BELLA SERIE A

I

l sorriso è tornato, in maniera prepotente. Dopo l’onta di dover seguire un Mondiale senza i colori azzurri, ecco il mercato più scoppiettante degli ultimi anni. Oltre al colpo del secolo, il tanto chiacchierato CR7, una pioggia di gemme di estrema lucentezza e ritorni attesi da tempo immemore. La Serie A si è rifatta il trucco e non ha badato a spese per essere bella come non mai. Ce lo meritavamo, soprattutto dopo quel maledetto Mondiale! Ovunque, c’è una voglia di calcio che fa ben sperare per il futuro. Ogni squadra si sente pronta. La Juventus di Cristiano Ronaldo è diventata, di colpo, la motivazione principe per tutte le antagoniste. Tutti vogliono batterla mentre, chi ha il bianconero nel cuore, sogna di dominare l’Italia e l’Europa intera. Ovviamente, nel nostro piccolo, abbiamo celebrato al meglio questa straordinaria “rinascita italiana”. La Guida alla Serie A 2018/19 è il doveroso omaggio per tutti coloro che si vogliono gustare la nuova stagione agonistica in prima fila. Abbiamo “disturbato” un totem come

editoriale

Ponciroli Fabrizio

Giovanni Trapattoni per “introdurci” al nuovo campionato. Il Trap, si sa, non ha mai avuto mezze misure… Guida alla Serie A ma non solo… Bella la chiacchierata con Massimo Rastelli, un allenatore che merita di tornare prestissimo in gioco. Poi spazio al calcio vintage, con racconti, speciali e aneddoti legati a pagine storiche del nostro calcio. Insomma, un numero ricco, come ricca è la nostra Serie A. Sono un appassionato del pallone da oltre 30 anni. Era diverso tempo che non avvertivo tanta adrenalina in corpo. Mi piace l’idea che la Serie A sia nuovamente frequentata da grandi firme. Ecco, ora mi auguro che anche l’altro mio sogno si concretizzi. Quale? Semplice, vedere una squadra italiana tornare ad alzare un trofeo europeo. C’è chi dice che la Juventus sia stata costruita per vincere la Champions League. Con l’alieno tutto è possibile ma massima fiducia anche alle altre nostre rappresentanti in Europa. Alziamo la voce, è giunto il momento di ricordare chi siamo stati e chi potremmo tornare ad essere!

La bellezza di qualsiasi tipo, nel suo sviluppo supremo, eccita sempre l’anima sensibile fino alle lacrime

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E GUIDA SERI

A

2018/2019

di Fabrizio Ponciroli

LA SERIE A 2018/2019


U

na Serie A davvero prestigiosa. Dopo tanti anni di “opere di ridimensionamento”, il massimo campionato italiano è tornato a brillare come ai bei tempi. Merito del “colpo del secolo” (Cristiano Ronaldo) ma non solo. Ogni top team italiano ha fatto di tutto per presentarsi al via della nuova stagione agonistica con le carte in regola per provare a sgambettare la Vecchia Signora, la vera favorita del torneo. Calcio2000 ne ha parlato con Giovanni Trapattoni, decano degli allenatori, capace di vincere, nella sua straordinaria carriera, ben nove Scudetti (due da giocatore, sette da allenatore). Buongiorno Trapattoni, le piace la nuova Serie A? “Il campionato italiano mi piace sempre tanto. è un campionato logorante e difficile da vincere. C’è tanta pressione, i media e le TV chiedono sempre il massimo e non è facile restare concentrati per tanti mesi”. La Juventus, con l’arrivo di CR7, ha già vinto lo Scudetto? “Andiamoci piano. Come ho detto, il nostro campionato è molto complicato. Lo stesso Cristiano Ronaldo è abituato alla Liga che è diversa dalla Serie A. Non è mai facile per nessuno vincere in Italia, anche se sei la Juventus”. Quali sono i rischi che corre Cristiano Ronaldo alla Juventus? “Parliamo di un campione e di un professionista unico. Credo che debba evitare di farsi coinvolgere troppo dalle attese del tifo bianconero. C’è grande attenzione su di lui, dovrà pensare solo a giocare e a fare quello che sa fare bene, quindi giocare a calcio”. Lei ha giocato con tantissimi campioni. Chi era quello con più Fair Play (Trapattoni è stato premiato con il Premio Fair Play 2018 “Una vita per lo sport”)? “Direi che Platini era quello che più aveva il senso del Fair Play. Quando mi arrabbiavo e perdevo la calma, era sempre lui a ripor-

tarmi alla calma. Anche in campo lo faceva, sapeva sempre restare concentrato e si comportava in maniera impeccabile”. C’è un Giovanni Trapattoni nel calcio italiano di oggi? “Quello che mi sembra più vicino al mio modo di vedere il calcio è Carlo Ancelotti”. Un grande ritorno, in una piazza importante come quella di Napoli… “Non sarà una passeggiata (Ride, ndr). Napoli è una città che vive per il calcio, Ancelotti dovrà essere bravo a tenere tutti tranquilli. Dovrà assolutamente pensare solo a far rendere i suoi giocatori al meglio ma credo che sappia come si fa”. Lei ha allenato anche l’Inter. Le piace la nuova squadra nerazzurra? “Ci sono tante squadre che mi piacciono. L’Inter è tra queste. Credo che sarà un campionato difficile ma stimolante per tutti”. E se lo dice il Trap, uno che ha trascorso la sua vita sui campi da calcio, è doveroso crederli…

LE DATE DELLA SERIE A 2018/19 Ecco i momenti cruciali del massimo campionato italiano PRIMA GIORNATA SERIE A 2018-19: 19 agosto ULTIMA GIORNATA SERIE A 2018-19: 26 maggio TURNI FESTE SERIE A 2018-19: si giocherà il 22, 26, 29 dicembre 2018. Il campionato riprenderà il 20 gennaio 2019 TURNI INFRASETTIMANALI: due turni infrasettimanali, si giocherà mercoledì 26 settembre 2018, mercoledì 26 dicembre e mercoledì 3 aprile 2019 SOSTE NAZIONALI: il campionato si fermerà il 9 settembre, il 14 ottobre, il 18 novembre e il 24 marzo

11


EA

GUIDA SERI 2018/2019

19 agosto 2018

partite di andata 26 agosto 2018

2 settembre 2018

16 settembre 2018

23 settembre 2018

1° giornata

2° giornata

3° giornata Atalanta-Cagliari Bologna-Inter Chievo-Empoli Fiorentina-Udinese Lazio-Frosinone Milan-Roma Parma-Juventus Sampdoria-Napoli Sassuolo-Genoa Torino-Spal

4° giornata

Cagliari-Milan Empoli-Lazio Frosinone-Sampdoria Genoa-Bologna Inter-Parma Juventus-Sassuolo Napoli-Fiorentina Roma-Chievo Spal-Atalanta Udinese-Torino

5° giornata

26 settembre 2018

30 settembre 2018

7 ottobre 2018

21 ottobre 2018

28 ottobre 2018

Atalanta-Frosinone Bologna-Spal Chievo-Juventus Empoli-Cagliari Lazio-Napoli Milan-Genoa Parma-Udinese Sampdoria-Fiorentina Sassuolo-Inter Torino-Roma

Cagliari-Sassuolo Fiorentina-Chievo Frosinone-Bologna Genoa-Empoli Inter-Torino Juventus-Lazio Napoli-Milan Roma-Atalanta Spal-Parma Udinese-Sampdoria

6° giornata

7° giornata

4 novembre 2018

11 novembre 2018

Atalanta-Torino Cagliari-Sampdoria Empoli-Milan Genoa-Chievo Inter-Fiorentina Juventus-Bologna Napoli-Parma Roma-Frosinone Spal-Sassuolo Udinese-Lazio

Bologna-Udinese Chievo-Torino Fiorentina-Atalanta Frosinone-Genoa Inter-Cagliari Juventus-Napoli Parma-Empoli Roma-Lazio Sampdoria-Spal Sassuolo-Milan

11° giornata

12° giornata

9 dicembre 2018

16 dicembre 2018

Bologna-Atalanta Chievo-Sassuolo Fiorentina-Roma Inter-Genoa Juventus-Cagiari Lazio-Spal Napoli-Empoli Parma-Frosinone Sampdoria-Torino Udinese-Milan

15° giornata Cagliari-Roma Empoli-Bologna Genoa-Spal Juventus-Inter Lazio-Sampdoria Milan-Torino Napoli-Frosinone Parma-Chievo Sassuolo-Fiorentina Udinese-Atalanta

8° giornata Atalanta-Sampdoria Cagliari-Bologna Empoli-Roma Genoa-Parma Lazio-Fiorentina Milan-Chievo Napoli-Sassuolo Spal-Inter Torino-Frosinone Udinese-Juventus

Atalanta-Inter Chievo-Bologna Empoli-Udinese Frosinone-Fiorentina Genoa-Napoli Milan-Juventus Roma-Sampdoria Sassuolo-Lazio Spal-Cagliari Torino-Parma

16° giornata Atalanta-Lazio Bologna-Milan Cagliari-Napoli Fiorentina-Empoli Frosinone-Sassuolo Inter-Udinese Roma-Genoa Sampdoria-Parma Spal-Chievo Torino-Juventus

9° giornata

10° giornata

25 novembre 2018

2 dicembre 2018

Bologna-Torino Chievo-Atalanta Fiorentina-Cagliari Frosinone-Empoli Inter-Milan Juventus-Genoa Parma-Lazio Roma-Spal Sampdoria-Sassuolo Udinese-Napoli

17° giornata Chievo-Inter Empoli-Sampdoria Genoa-Atalanta Juventus-Roma Lazio-Cagliari Milan-Fiorentina Napoli-Spal Parma-Bologna Sassuolo-Torino Udinese-Frosinone

Atalanta-Parma Cagliari-Chievo Empoli-Juventus Genoa-Udinese Lazio-Inter Milan-Sampdoria Napoli-Roma Sassuolo-Bologna Spal-Frosinone Torino-Fiorentina

13° giornata

14° giornata

26 dicembre 2018

30 dicembre 2018

Bologna-Fiorentina Cagliari-Torino Empoli-Atalanta Genoa-Sampdoria Inter-Frosinone Juventus-Spal Lazio-Milan Napoli-Chievo Parma-Sassuolo Udinese-Roma

23 dicembre 2018

Bologna-Roma Chievo-Udinese Fiorentina-Spal Frosinone-Juventus Lazio-Genoa Milan-Atalanta Parma-Cagliari Sampdoria-Inter Sassuolo-Empoli Torino-Napoli

18° giornata Atalanta-Juventus Bologna-Lazio Cagliari-Genoa Fiorentina-Parma Frosinone-Milan Inter-Napoli Roma-Sassuolo Samp-Chievo Spal-Udinese Torino-Empoli

Atalanta-Napoli Chievo-Lazio Fiorentina-Juventus Frosinone-Cagliari Milan-Parma Roma-Inter Sampdoria-Bologna Sassuolo-Udinese Spal-Empoli Torino-Genoa

19° giornata Chievo-Frosinone Empoli-Inter Genoa-Fiorentina Juventus-Samp Lazio-Torino Milan-Spal Napoli-Bologna Parma-Roma Sassuolo-Atalanta Udinese-Cagliari


partite di ritorno 20 gennaio 2019

27 gennaio 2019

20° giornata

21° giornata

24 febbraio 2019

3 marzo 2019

Frosinone-Atalanta Spal-Bologna Juventus-Chievo Cagliari-Empoli Napoli-Lazio Genoa-Milan Udinese-Parma Fiorentina-Sampdoria Inter-Sassuolo Roma-Torino

25° giornata Torino-Atalanta Sampdoria-Cagliari Milan-Empoli Chievo-Genoa Fiorentina-Inter Bologna-Juventus Parma-Napoli Frosinone-Roma Sassuolo-Spal Lazio-Udinese

31 marzo 2019

Sassuolo-Cagliari Chievo-Fiorentina Bologna-Frosinone Empoli-Genoa Torino-Inter Lazio-Juventus Milan-NapoliAtalanta-Roma Parma-Spal Sampdoria-Udinese

26° giornata Udinese-Bologna Torino-Chievo Atalanta-Fiorentina Genoa-Frosinone Cagliari-Inter Napoli-Juventus Empoli-Parma Lazio-RomaSpal-Sampdoria Milan-Sassuolo

3 aprile 2019

3 febbraio 2019

22° giornata Cagliari-Atalanta Inter-Bologna Empoli-Chievo Udinese-Fiorentina Frosinone-Lazio Roma-Milan Juventus-Parma Napoli-Sampdoria Genoa-Sassuolo Spal-Torino-

i turni infrasettimanali

mercoledì 26 settembre 2018 mercoledì 12 dicembre 2019 mercoledì 3 aprile 2019

le pause

domenica 9 settembre 2018 domenica 14 ottobre 2018 domenica 18 novembre 2018 invernale (6/13 gennaio 2019) domenica 24 marzo 2019

boxing day e date natalizie

sabato 22 dicembre 2018 mercoledì 26 dicembre 2018 sabato 29 dicembre 2018

7 aprile 2019

10 febbraio 2019

17 febbraio 2019

23° giornata

24° giornata

10 marzo 2019

17 marzo 2019

Milan-Cagliari Lazio-Empoli Sampdoria-Frosinone Bologna-Genoa Parma-Inter Sassuolo-Juventus Fiorentina-Napoli Chievo-Roma Atalanta-Spal Torino-Udinese

Roma-Bologna Udinese-Chievo Spal-Fiorentina Juventus-Frosinone Genoa-Lazio Atalanta-Milan Cagliari-Parma Inter-Sampdoria Empoli-Sassuolo Napoli-Torino

27° giornata

28° giornata

14 aprile 2019

21 aprile 2019

Sampdoria-Atalanta Bologna-Cagliari Roma-Empoli Parma-Genoa Fiorentina-Lazio Chievo-Milan Sassuolo-Napoli Inter-Spal Frosinone-Torino Juventus-Udinese

Bologna-Torino Chievo-Atalanta Fiorentina-Cagliari Frosinone-Empoli Inter-Milan Juventus-Genoa Parma-Lazio Roma-Spal Sampdoria-Sassuolo Udinese-Napoli

29° giornata

30° giornata

31° giornata

32° giornata

33° giornata

28 aprile 2019

5 maggio 2019

12 maggio 2019

19 maggio 2019

26 maggio 2019

Parma-Atalanta Chievo-Cagliari Juventus-Empoli Udinese-Genoa Inter-Lazio Sampdoria-Milan Roma-Napoli Bologna-Sassuolo Frosinone-Spal Fiorentina-Torino

34° giornata Roma-Cagliari Bologna-Empoli Spal-Genoa Inter-Juventus Sampdoria-Lazio Torino-Milan Frosinone-Napoli Chievo-Parma Fiorentina-Sassuolo Atalanta-Udinese

Atalanta-Bologna Sassuolo-Chievo Roma-Fiorentina Genoa-Inter Cagiari-Juventus Spal-Lazio Empoli-Napoli Frosinone-ParmaTorino-Sampdoria Milan-Udinese

35° giornata Lazio-Atalanta Milan-Bologna Napoli-Cagliari Empoli-Fiorentina Sassuolo-Frosinone Udinese-Inter Genoa-Roma Parma-Sampdoria Chievo-Spal Juventus-Torino

Inter-Atalanta Bologna-Chievo Udinese-Empoli Fiorentina-Frosinone Napoli-Genoa Juventus-Milan Sampdoria-Roma Lazio-Sassuolo Cagliari-Spal Parma-Torino

36° giornata Inter-Chievo Sampdoria-Empoli Atalanta-Genoa Roma-Juventus Cagliari-Lazio Fiorentina-Milan Spal-Napoli Bologna-Parma Torino-Sassuolo Frosinone-Udinese

Bologna-Fiorentina Cagliari-Torino Empoli-Atalanta Genoa-Sampdoria Inter-Frosinone Juventus-Spal Lazio-Milan Napoli-Chievo Parma-Sassuolo Udinese-Roma

37° giornata Juventus-Atalanta Lazio-Bologna Genoa-Cagliari Parma-Fiorentina Milan-Frosinone Napoli-Inter Sassuolo-Roma Chievo-Samp Udinese-Spal Empoli-Torino

Atalanta-Napoli Chievo-Lazio Fiorentina-Juventus Frosinone-Cagliari Milan-Parma Roma-Inter Sampdoria-Bologna Sassuolo-Udinese Spal-Empoli Torino-Genoa

38° giornata Frosinone-Chievo Inter-Empoli Fiorentina-Genoa Samp-Juventus Lazio-Torino Spal-Milan Bologna-Napoli Roma-Parma Atalanta-Sassuolo Cagliari-Udinese



LA NUOVA SERIE A Atalanta Fiorentina bologna frosinone cagliari

lazio sampdoria milan sassuolo napoli

genoa

spal

chievo

parma

inter

torino

empoli juventus

roma udinese


LA DEA SI è RIFATTA IL TRUCCO IlIn TEAM un solo colpo, Gasperini ha perso gente come Cal-

dara, Cristante, Spinazzola e Petagna. Per sua fortuna, il Papu Gomez è rimasto e sono arrivati elementi preziosi come Zapata, Rigoni e Pasalic, oltre ad un nutrito gruppo di giovani. Ancora una volta, toccherà a Gasperini miscelare il tutto e regalare ai tifosi della Dea un nuovo miracolo. Le aspettative, alla luce delle ultime, eccellenti, stagioni, sono sempre più alte. La forza del gruppo pare l’arma principe di questa nuova Atalanta.

LA STELLA Zapata è l’acquisto più caro della storia dell’Atalan-

ta. Quando una società dalle possibilità economiche moderate, investe 24 milioni su di te, significa che hai qualcosa di speciale. Alla sua sesta stagione in Italia, il colombiano è chiamato all’ultimo salto di qualità. La sua fisicità è nota a tutti, ora deve imparare ad essere più cinico sotto porta. Arriva da due annate con 11 reti stagionali, alla Dea si aspettano che faccia molto meglio. L’attacco orobico poggia sulle sue possenti spalle.

ILA 23GIOVANE anni, Pasalic è chiamato a dimostrare di essere un giocatore di valore internazionale. Di proprietà del Chelsea, arriva da una serie di prestiti senza fine (lo si è visto anche al Milan, nella stagione 2016/17). Il talento non si discute, serve la cattiveria agonistica giusta. Con un allenatore come Gasperini a guidarlo, potrebbe aver trovato il luogo ideale dove esprimersi al meglio. Raccoglie l’eredità di un grande giocatore come Cristante, uno che segnava parecchio…

LA SORPRESA Riflettori puntati su Bettella. Classe 2000, arriva dall’In-

vo t

ter dove ha vinto con la Primavera di coach Vecchi. Con una grande prestanza fisica, ha tutte le carte in regola per imporsi con la casacca bergamasca. Avrà modo e tempo per imparare da gente navigata come Toloi, Masiello e Palomino. Gasperini, poi, è un mago a lanciare i giovani, soprattutto quelli che, sulla carta, hanno già i mezzi necessari per non farsi trovare impreparati nel calcio che conta.

o

6,5

ATALANTA


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (3-4-1-2)

n.

Berisha

Toloi

Castagne

Palomino

Freuler

Masiello

RECA

De Roon

PASALIC

ZAPATA

Gomez

All: Gasperini (confermato)

“Mondiali? La mia rivincita si chiama Atalanta: grazie di cuore al Presidente Percassi e al suo staff. Ora è il momento di lasciare il segno in campo”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 1 Berisha Etrit Albania 95 Gollini Pierluigi Italia 31 Rossi Francesco Italia DIFENSORI 53 Ali Adnan Iraq 13 Bettella Davide Italia 21 Castagne Timothy Belgio 19 Djimsiti Berat Svizzera 23 Mancini Gianluca Italia 5 Masiello Andrea Italia 6 Palomino Jose’ Luis Argentina 3 Toloi Rafael Brasile 30 Varnier Marco Italia CENTROCAMPISTI 15 De Roon Marten Olanda 11 Freuler Remo Svizzera 8 Gosens Robin Germania 33 Hateboer Hans Olanda 72 Ilicic Josip Slovenia 44 Kulusevski Dejan Svezia 88 Pasalic Mario Croazia 22 Pessina Matteo Italia 7 Reca Arkadiusz Polonia 24 Rigoni Emiliano Ariel Argentina 4 Valzania Luca Italia ATTACCANTI 99 Barrow Musa Gambia 9 Cornelius Andreas Danimarca 10 Gomez Alejandro Dario Argentina 20 Tumminello Marco Italia 91 Zapata Duvan Colombia

10/03/1989 18/03/1995 27/04/1991 19/12/1993 07/04/2000 05/12/1995 19/02/1993 17/04/1996 05/02/1986 05/01/1990 10/10/1990 08/06/1998 29/03/1991 15/04/1992 05/07/1994 09/01/1994 29/01/1988 25/04/2000 09/02/1995 21/04/1997 17/06/1995 04/02/1993 05/03/1996 14/11/1998 16/03/1993 15/02/1988 06/11/1998 01/04/1991

Zapata

scudetto

coppa italia

0

1

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

6

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

17


PENSACI TU PIPPO! IlL’eraTEAM Donadoni è conclusa. Il Bologna, voglioso di novi-

tà, si è affidato ad Inzaghi, allenatore dal nome prestigioso e dalle ambizioni ragguardevoli. È l’ex allenatore del Venezia l’anima del nuovo Bologna, chiamato a conquistare qualcosa di più di una semplice salvezza. Il mercato non è stato ricco di colpi di scena. L’attacco, di fatto, è nuovo di zecca. L’esperienza dei vari Poli, Palacio e Dzemaili sarà indispensabile per far decollare la nuova squadra di Pippo.

LA STELLA A 32 anni suonati, Dzemaili è una certezza. La sua lunga esperienza calcistica, sia in Italia che all’estero, lo rendono un jolly di sicuro affidamento. Inzaghi lo considera essenziale in mezzo al campo. Come se non bastasse, ha sempre avuto un ottimo feeling con il gol. Tra i senatori in casa rossoblu, lo svizzero è quello più prezioso e con maggior incidenza in campo (capitano e rigorista). Se starà bene fisicamente, sarà un valore aggiunto notevole per il Bologna.

ILLa GIOVANE sua crescita al Bologna è costante. Mbaye, con un

passato all’Inter, è pronto per la sua quinta stagione in rossoblu. Anno dopo anno, il difensore senegalese è migliorato in maniera sensibile, diventando un giocatore sempre più affidabile. A 23 anni e con un tecnico moderno come Inzaghi a guidarlo, potrebbe davvero essere giunto al punto di svolta della sua carriera. L’obiettivo è aumentare il numero di presenze in campo (25 lo scorso anno).

LA SORPRESA Quando provieni dalla scuola Ajax, non puoi essere uno

vo t

qualunque. Dijks, classe 1993, è un difensore di riguardevole interesse. Al suo esordio assoluto nel calcio italiano, dovrà dimostrare, in tempi brevi, di essere all’altezza delle tante aspettative. Nell’ultima stagione, con i lanceri, non ha entusiasmato. Inzaghi lavorerà soprattutto sulla fase tattica, così da renderlo un giocatore più completo. Fisicamente è imponente (194 cm per circa 91 kg di peso).

o

6

bologna


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (3-5-2)

n.

SKORUPSKI

Mbaye

Gonzalez

Poli

Helander

Dzemaili Pulgar

MATTIELLO

SANTANDER

DIJKS

FALCINELLI

All: INZAGHI (nuovo)

“Sono un attaccante d’area, mi piace colpire di testa e giocare molto per la squadra anche in fase di non possesso. Oltretutto Inzaghi era un mio idolo al Milan”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 1 Da Costa Angelo Brasile 29 Santurro Antonio Italia 28 Skorupski Lukasz Polonia DIFENSORI 33 Calabresi Arturo Italia 25 Corbo Gabriele Italia 23 Danilo Larangeira Brasile 4 De Maio Sebastian Francia 35 Dijks Mitchell Olanda 3 Gonzalez Giancarlo Castro Costa Rica 18 Helander Filip Svezia 14 Mattiello Federico Italia 15 Mbaye Ibrahima Senegal 6 Paz Nehuen Mario Argentina CENTROCAMPISTI 17 Donsah Godfred Ghana 31 Dzemaili Blerim Svizzera 11 Krejci Ladislav Rep. Ceca 8 Nagy Adam Ungheria 16 Poli Andrea Italia 5 Pulgar Farfan Cile 32 Svanberg Mattias Svezia 19 Valencia Aponzà Colombia ATTACCANTI 22 Destro Mattia Italia 91 Falcinelli Diego Italia 30 Okwonkwo Orji Nigeria 7 Orsolini Riccardo Italia 24 Palacio Rodrigo Argentina 9 Santander Federico Paraguay

data di nascita 12/11/1983 29/02/1992 05/05/1991 17/03/1996 11/01/2000 10/05/1984 05/03/1987 09/02/1993 08/02/1988 22/04/1993 14/07/1995 19/11/1994 28/04/1993 07/06/1996 12/04/1986 05/07/1992 17/06/1995 29/09/1989 15/01/1994 05/01/1999 20/06/1998 20/03/1991 26/06/1991 19/01/1998 24/01/1997 05/02/1982 04/06/1991

Santander

scudetto

coppa italia

7

2

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

2

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

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MIX CAGLIARITANO IlUnTEAM mercato oculato, con un perfetto mix di “veterani” e

“nuove reclute”. Il Cagliari si è rinnovato, a partire dal ruolo di allenatore. Ora, a guidare la squadra, c’è Maran, tecnico con tante panchine alle spalle. Srna è un lusso, Castro (ex Chievo) un colpo importante per trasmettere la filosofia del nuovo allenatore alla squadra. In attacco, Pavoletti è una garanzia mentre Cerri avrà voglia di mettersi in luce. I sardi potrebbero essere una gradita sorpresa.

LA STELLA La sua prima stagione a Cagliari è stata più che positi-

va (11 gol) ma Pavoletti può fare meglio. Attaccante di comprovata affidabilità, in Sardegna ha trovato quella serenità necessaria per tornare ad essere implacabile in area di rigore. Classe 1988, sa che dovrà segnare più gol possibili per aiutare la squadra a raggiungere l’obiettivo della salvezza. Il suo record di gol in Serie A risale alla stagione 2015/16, con la maglia del Genoa. Punta a migliorarsi.

ILDopoGIOVANE qualche, sporadica, apparizione nella massima

serie, Cerri, scuola Parma, è pronto a farsi largo tra i grandi. Dotato di un gran fisico (194 cm di altezza), è chiamato a fare l’ultimo salto di qualità per diventare un giocatore “da Serie A”. Classe 1996, avrà sicuramente spazio nel nuovo Cagliari di Maran. Indossata la casacca dell’Under 21, punta a realizzare il sogno di far parte della Nazionale maggiore. Il Cagliari potrebbe essere la sua rampa di lancio personale.

LA SORPRESA Giocatore con più presenze con la nazionale croata

vo t

(134), Srna, dopo 27 trofei, in 15 anni con la casacca dello Shakhtar, ha deciso di rimettersi in gioco in Sardegna. Classe 1982, ha ancora tanta voglia di giocare. Il Cagliari ha deciso di puntare su di lui, così da garantire al neo tecnico Maran un giocatore dal passato glorioso. In grado di giocare sia da difensore centrale che, in emergenza, da centrale di centrocampo, il croato è un super acquisto per i sardi.

o

6,5

cagliari


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-1-2)

n.

Cragno

SRNA

Romagna

Ceppitelli

BRADARIC

CASTRO

Lykogiannis

Barella

Ionita CERRI

Pavoletti

All: MARAN (nuovo)

“L’età è solo un dato anagrafico: Maldini, Cafu, Zanetti hanno giocato a 36, 37, 38 anni. Il campo fa parlare chi ha 22 o chi ha 36 anni, alla fine conta solo quello”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 16 Aresti Simone Italia 28 Cragno Alessio Italia 12 Daga Riccardo Italia 1 Rafael Andrade Brasile DIFENSORI 3 Andreolli Marco Italia 23 Ceppitelli Luca Italia 24 Faragò Paolo Pancrazio Italia 15 Klavan Ragnar Estonia 22 Lykogiannis Charalambos Grecia 19 Pisacane Fabio Italia 56 Romagna Filippo Italia 33 Srna Darijo Croazia CENTROCAMPISTI 18 Barella Nicolò Italia 6 Bradaric Filip Croazia 29 Castro Lucas Nahuel Argentina 8 Cigarini Luca Italia 4 Dessena Daniele Italia 21 Ionita Artur Moldova 10 Joao Pedro Geraldino Brasile 20 Padoin Simone Italia 2 Pajac Marko Croazia ATTACCANTI 9 Cerri Alberto Italia 17 Farias Diego Da Silva Brasile 30 Pavoletti Leonardo Italia 25 Sau Marco Italia

data di nascita 15/03/1986 28/06/1994 13/01/2000 03/03/1982 10/06/1986 08/11/1989 12/02/1993 30/10/1985 22/10/1993 28/01/1986 26/05/1997 01/05/1982 07/02/1997 11/01/1992 09/04/1989 20/06/1986 10/05/1987 17/08/1990 09/03/1992 18/03/1984 11/05/1993 16/04/1996 10/05/1990 26/11/1988 03/12/1987

Srna scudetto

coppa italia

1

0

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

21


quante incognite IlRaggiunta TEAM la salvezza con più ansie del solito la scorsa stagione, il Chievo ha passato un’estate alle prese con le vicende giudiziarie. Lo spettro della retrocessione per illeciti amministrativi ha condizionato le trattative per rinforzare la squadra, cominciate ovviamente in ritardo. Interessanti gli arrivi di Rossettini e Djordjevic, il giovane talento croato Semper, 20 anni, potrebbe rappresentare una valida alternativa in ottica futura al sempiterno Sorrentino. La rosa sembra corta.

LA STELLA Calciatore duttile capace di ricoprire diverse posizioni

a centrocampo e in attacco, Giaccherini è sicuramente il giocatore di maggior peso tecnico del Chievo. Scatto bruciante, dribbling, ottima tecnica e una buona percentuale realizzativa le sue doti migliori. Le ultime stagioni trascorse sottotono non sminuiscono il suo valore, anzi questo sarà lo stimolo che, insieme all’apprezzamento dell’ambiente, dovrebbe farlo tornare al rendimento dei tempi migliori e renderlo un leader della squadra.

ILNelleGIOVANE ultime stagioni il Chievo si è distinto per l’ele-

vata età media della rosa, ovviamente era necessario un ringiovanimento dei ranghi. Dopo aver collezionato 28 presenze nelle ultime due stagioni, Depaoli, a soli 21 anni, è pronto a diventare una pedina fondamentale nello schieramento dei clivensi. Impiegato sulla fascia destra, in difesa o a centrocampo, ottiene buoni risultati anche nella fascia centrale del campo. Grinta, velocità, capacità di recuperare palloni e precisione nei passaggi sono le sue caratteristiche principali.

LA SORPRESA Insieme a Obi, la grande scommessa dell’estate. Gioca-

vo t

tore forte fisicamente e con una buona tecnica, Djordjevic è alla ricerca del riscatto. Dopo l’ultima stagione passata, alla Lazio, da “fuori rosa”, l’attaccante serbo è pronto a rimettersi in gioco con i colori gialloblu. Dovrà riuscire a non far rimpiangere un certo Inglese, uno che ha fatto le fortune dei clivensi. L’ambizione è tanta, così come la voglia di dimostrare di essere un centravanti affidabile e in grado di fare gol.

o

5,5

CHIEVO


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-2-1)

n.

Sorrentino

Cacciatore

OBI

BARBA

ROSSETTINI

Radovanovic

Jaroszynski

Hetemaj

Giaccherini

Birsa DJORDJEVIC

All: D’Anna (confermato)

“Sono stati due anni difficili, ma mi sono sempre allenato e sono pronto. Voglio tornare a segnare come ho fatto nel mio primo periodo alla Lazio”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 16 Seculin Andrea Italia 1 Semper Adrian Croazia 70 Sorrentino Stefano Italia DIFENSORI 14 Bani Mattia Italia 5 Barba Federico Italia 29 Cacciatore Fabrizio Italia 12 Cesar Bostjan Slovenia 44 Jaroszynski Pawel Polonia 15 Rossettini Luca Italia 3 Tanasijevic Strahinja Serbia 40 Tomovic Nenad Serbia CENTROCAMPISTI 23 Birsa Valter Slovenia 21 Burruchaga Mauro Argentina 27 Depaoli Fabio Italia 66 Gaudino Gianluca Germania 17 Giaccherini Emanuele Italia 56 Hetemaj Perparim Finlandia 13 Kiyine Sofian Belgio 22 Obi Joel Chukwuma Nigeria 8 Radovanovic Ivan Serbia 4 Rigoni Nicola Italia ATTACCANTI 20 Djordjevic Filip Serbia 11 Leris Mehdi Francia 69 Meggiorini Riccardo Italia 31 Pellissier Sergio Italia 10 Pucciarelli Manuel Italia 9 Stepinski Mariusz Polonia 55 Vignato Emanuel Italia

data di nascita 14/07/1990 12/01/1998 28/03/1979 10/12/1993 01/09/1993 08/10/1986 09/07/1982 02/10/1994 09/05/1985 12/06/1997 30/08/1987 07/08/1986 11/06/1998 24/04/1997 11/11/1996 05/05/1985 12/12/1986 02/10/1997 22/05/1991 29/08/1988 12/11/1990 28/09/1987 23/05/1998 04/09/1985 12/04/1979 17/06/1991 12/05/1995 28/04/2000

Djordjevic

scudetto

coppa italia

0

0

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

23


LA NUOVA BAND DI ANDREAZZOLI IlAndreazzoli TEAM ritrova la Serie A. Dopo la fugace esperienza con la Roma, si erano perse le tracce del tecnico, pronto ora a fare la voce grossa con il suo Empoli. Splendidi in Serie B, gli azzurri hanno cambiato pelle per brillare nella massima serie (e restarci). Tanti volti nuovi in rosa. Oltre a giocatori navigati come Silvestre e Antonelli, intriga il “rientrante” Ucan, anche lui, come Andreazzoli, con un passato alla Roma. Poi il colpo La Gumina.

LA STELLA Costato circa nove milioni di euro, La Gumina è l’ac-

quisto più costoso nella storia del club. Complice una fantastica stagione al Palermo, il giovane attaccante classe 1996 è diventato un prospetto di qualità enormi. Capace di segnare in ogni modo, l’ex rosanero ha già fatto qualche apparizione nella massima serie (proprio con il Palermo) ma non ha mai segnato. I tifosi azzurri sperano che cominci il prima possibile. Grande colpo di mercato.

ILA 24GIOVANE anni, Zajc è un trequartista di notevole tasso tec-

nico. Nel giro della nazionale slovena, sarà l’uomo al quale Andreazzoli chiederà di illuminare l’attacco con le sue giocate sopraffine. Accorto anche in zona gol (otto reti lo scorso anno), è approdato all’Empoli nel gennaio del 2017. Questa sarà la stagione della verità per Zajc. In tanti si aspettano che diventi, in breve tempo, il faro del gioco azzurro. La personalità non gli è mai mancata.

LA SORPRESA Nelle ultime ore di mercato, l’Empoli, si è assicurato

vo t

Uçan. Già noto al pubblico italiano per la sua (infelice) esperienza alla Roma (10 presenze, e nessun gol, in due anni), il turco è comunque un talento importante che garantisce ad Andreazzoli tanta qualità a centrocampo. Ancora piuttosto giovane (è un classe 1994), Uçan vuole anche zittire tutti coloro che l’hanno stroncato durante la sua militanza nel club giallorosso. Ad Empoli avrà tanto spazio.

o

6

EMPOLI


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-1-2)

n.

Terraciano

Di Lorenzo

SILVESTRE Rasmussen ANTONELLI

CAPEZZI

Acquah

Krunic

Zajc Caputo

LA GUMINA

All: Andreazzoli (confermato)

“Spero di far bene qui, lotteremo per la salvezza ma spero di fare anche qualcosa in più. Di Empoli conoscevo il progetto e da sempre è nota per il loro lavoro con i giovani”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 99 Fulignati Andrea Italia 1 Provedel Ivan Italia 21 Terracciano Pietro Italia DIFENSORI 13 Antonelli Luca Italia 2 Di Lorenzo Giovanni Italia 22 Maietta Domenico Italia 29 Marcjanik Michal Polonia 23 Pasqual Manuel Italia 15 Polvani Lorenzo Italia 32 Rasmussen Jacob Danimarca 26 Silvestre Matias Agustin Argentina 27 Untersee Joel Svizzera 5 Veseli Frederic Albania CENTROCAMPISTI 18 Acquah Afriyie Ghana 10 Bennacer Ismail Algeria 4 Brighi Matteo Italia 28 Capezzi Leonardo Italia 33 Krunic Rade Bosnia Erz. 17 Lollo Lorenzo Italia 8 Traorè Hamed Junior Costa d’Avorio 48 Ucan Salih Turchia 6 Zajc Miha Slovenia ATTACCANTI 11 Caputo Francesco Italia 19 Jakupovic Arnel Austria 20 La Gumina Antonino Italia 7 Mchedlidze Levan Georgia 66 Mraz Samuel Slovacchia 9 Rodriguez Alejandro Spagna

31/10/1994 17/03/1994 08/03/1990 11/02/1987 04/08/1993 03/08/1982 15/12/1994 13/03/1982 26/07/1994 28/05/1997 25/09/1984 11/02/1994 20/11/1992 05/01/1992 01/12/1997 14/02/1981 28/03/1995 07/10/1993 08/12/1990 16/02/2000 06/01/1994 01/07/1994 06/08/1987 29/05/1998 06/03/1996 24/03/1990 13/05/1997 03/07/1991

La Gumina scudetto

coppa italia

0

0

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

2

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

25


UNA NUOVA VIOLA IlSfumati TEAMi preliminari di Europa League, la Fiorentina è

riuscita, nonostante le tante offerte, a non privarsi dei propri giocatori cardine, in particolare di Chiesa e Simeone. Corvino, uomo mercato dei viola, ha puntato, come spesso gli accade, su giovani e giocatori in cerca di riscatto, come l’ex giallorosso Gerson. Aver inserito, in avanti, un elemento di indubbia classe come Pjaca, garantisce a Pioli più soluzioni offensive. A livello difensivo sembra mancare un pizzico di esperienza per dormire sonni tranquilli.

LA STELLA A soli 20 anni, Chiesa è già un top player. Cercato da

mezza Europa, è rimasto a Firenze dove si attendono un ulteriore salto di qualità da parte del figlio d’arte. Dopo aver segnato 10 gol in due stagioni ai viola, Pioli punta a renderlo ancor più decisivo in zona gol. La doppia cifra di reti è un obiettivo più che fattibile per un giocatore dalle potenzialità infinite. Il presente e il futuro della Fiorentina passa da Chiesa, l’elemento più prezioso dell’intera rosa gigliata. Potrebbe davvero essere l’anno della consacrazione totale.

ILLa GIOVANE dirigenza crede tantissimo in Lafont. Classe 1999, il

giovanissimo portiere francese è stato pagato 8,5 milioni di euro. Contratto quinquennale per l’ex Tolosa, chiamato a diventare una certezza in maglia viola. In Ligue 1 era considerato uno degli estremi difensori più promettenti. Abile nelle uscite e reattivo in porta, sembra avere tutto per fare la differenza anche nel complicato campionato italiano. Nonostante la giovane età, ha la personalità giusta per imporsi con la casacca gigliata. Investimento importante.

to un vero e proprio crack. L’esperienza alla Roma non ha confermato quanto di buono si diceva sul suo conto anche se, in qualche occasione, Gerson ha dimostrato di avere un talento fuori dal comune. Lo sanno bene alla Fiorentina, squadra contro cui ha segnato i suoi primi gol nel campionato italiano. È arrivato in prestito secco, una formula particolare. Avrà un anno per mettersi in luce e far ricredere i suoi detrattori. Da ricordare che è un classe 1997.

vo t

LA SORPRESA Ai tempi in cui militava nella Fluminense era considera-

o

6,5

FIORENTINA


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-3)

n.

LAFONT

CECCHERINI Milenkovic

Pezzella

NORGAARD

Veretout

Simeone

Chiesa

Biraghi

GERSON

PJACA

All: Pioli (confermato)

“Ho preso la decisione di venire qui perché la Fiorentina è un grande club, che ha grandi obiettivi e grandi ambizioni come li ho io”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 33 Brancolini Federico Italia 69 Dragowski Bartlomiej Polonia 67 Ghidotti Simone Italia 1 Lafont Alban Francia DIFENSORI 3 Biraghi Cristiano Italia 5 Ceccherini Federico Italia 34 Diks Kevin Olanda 16 Hancko David Slovacchia 2 Laurini Vincent Francia 4 Milenkovic Nikola Serbia 15 Olivera Maximiliano Uruguay 20 Pezzella German Argentina 31 Vitor Hugo Brasile CENTRCAMPISTI 24 Benassi Marco Italia 25 Chiesa Federico Italia 23 Cristoforo Sebastien Pepe Uruguay 14 Dabo Bryan Francia 7 Eysseric Valentin Francia 26 Fernandes Edimilson Svizzera 97 Gerson Santos Da Silva Brasile 6 Norgaard Christian Danimarca 17 Veretout Jordan Francia 98 Zekhnini Rafik Norvegia ATTACCANTI 27 Graiciar Martin Rep. Ceca 11 Mirallas Kevin Belgio 10 Pjaca Marko Croazia 9 Simeone Giovanni Pablo Argentina 21 Sottil Riccardo Italia 77 Thereau Cyril Francia 28 Vlahovic Dusan Serbia

14/07/2001 19/08/1997 19/03/2000 23/01/1999 01/09/1992 11/05/1992 06/10/1996 13/12/1997 10/06/1989 12/10/1997 05/03/1992 27/06/1991 20/05/1991 08/09/1994 25/10/1997 23/08/1993 18/02/1992 25/03/1992 15/04/1996 20/05/1997 10/03/1994 01/03/1993 12/01/1998 11/04/1999 05/10/1987 06/05/1995 05/07/1995 03/06/1999 24/04/1983 28/01/2000

Lafont

scudetto

coppa italia

2

6

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

1

0

3

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

1

0

champions league

0

27


VOGLIA DI STUPIRE IlOttenuta TEAMuna promozione al cardiopalma contro il Pa-

lermo (dopo aver perso la promozione diretta all’ultimo minuto dell’ultima partita), il Frosinone si affaccia alla Serie A per la seconda volta nella sua storia. Badando al sodo, come da tradizione del club, sono arrivati giocatori utili alla causa senza cercare colpi ad effetto. Halfredsson, Molinaro, Goldaniga, Sportiello e Perica garantiscono solidità ed esperienza per puntare la salvezza. E poi c’è la scommessa Campbell.

LA STELLA A 26 anni, Sportiello entra nel pieno della maturità

sportiva (ha già collezionato oltre 100 presenze in Serie A) e si rimette in gioco al Frosinone. Portiere con un buon senso della posizione, si trova a suo agio anche fuori dai pali. Reduce da una stagione, alla Fiorentina, dal rendimento altalenante, punta a riscattarsi e diventare un punto di riferimento della squadra ciociara. La sua esperienza farà decisamente comodo al gruppo. Acquisto mirato.

ILNelleGIOVANE tre stagioni e mezzo disputate in Serie A (tutte in

maglia Udinese, club da cui arriva in prestito), Perica ha messo a segno 11 reti, sicuramente non un bottino entusiasmante per un attaccante. Nonostante sia molto alto, 192 cm, è un giocatore piuttosto abile con i piedi. Al Frosinone avrà la possibilità di giocare titolare, un’occasione da cogliere al volo. Longo si aspetta dal croato gol pesanti, quelli necessari per realizzare il sogno chiamato salvezza.

LA SORPRESA Un colpo da novanta. Campbell è la grande scommes-

vo t

sa della società ciociara. Al Betis, lo scorso anno, non è riuscito a lasciare il segno ma l’ex Arsenal ha tutto per sfondare e, soprattutto, per aiutare il Frosinone a ben figurare in Serie A. Nazionale della Costa Rica, a 26 anni è dinanzi, probabilmente, all’ultima, grande chance per zittire i critici (tanti) e tornare a far parlare di sé a suon di gol. Non va in doppia cifra di reti dalla stagione 2013/14.

o

6

frosinone


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (3-5-2)

n.

SPORTIELLO

SALAMON

Ariaudo

GOLDANIGA

CRISETIG

HALLFREDSSON Maiello

ZAMPANO

PERICA

Molinaro

CAMPBELL

All: Longo (confermato)

“Ho deciso di venire qui perché ho visto che c’è un bel progetto. Sulle mie qualità non ho dubbi. So di poter giocare in Serie A” Perica

scudetto

coppa italia

0

0

giocatore

nazionalità

PORTIERI 22 Bardi Francesco Italia 91 Iacobucci Alessandro Italia 57 Sportiello Marco Italia DIFENSORI 15 Ariaudo Lorenzo Italia 23 Brighenti Nicolò Italia 25 Capuano Marco Italia 2 Ghiglione Paolo Italia 6 Goldaniga Edoardo Italia 32 Krajnc Luka Slovenia 3 Molinaro Cristian Italia 27 Salamon Bartosz Polonia 17 Zampano Francesco Italia CENTROCAMPISTI 33 Beghetto Andrea Italia 31 Besea Emmanuel Ghana 24 Cassata Francesco Italia 66 Chibsah Raman Yussif Ghana 88 Crisetig Lorenzo Italia 14 Errico Andrea Italia 5 Gori Mirko Italia 20 Hallfredsson Emil Islanda 8 Maiello Raffaele Italia 21 Sammarco Paolo Italia 10 Soddimo Danilo Italia 4 Vloet Rai Olanda ATTACCANTI 99 Ardaiz Joaquin Matias Uruguay 29 Campbell Joel Nathaniel Costa Rica 28 Ciano Camillo Italia 9 Ciofani Daniel Italia 18 Dionisi Federico Italia 19 Matarese Luca Italia 7 Paganini Luca Italia 11 Perica Stipe Croazia 89 Pinamonti Andrea Italia

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

0

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

data di nascita 18/01/1992 03/06/1991 10/05/1992 11/06/1989 01/08/1989 14/10/1991 02/02/1997 02/11/1993 19/09/1994 30/07/1983 01/05/1991 30/09/1993 11/10/1994 15/04/1997 16/07/1997 10/03/1993 20/01/1993 01/01/1999 04/02/1993 29/06/1984 10/07/1991 17/03/1983 27/09/1987 08/05/1995 11/01/1999 26/06/1992 22/02/1990 31/07/1985 16/06/1987 16/04/1998 08/06/1993 07/07/1995 19/05/1999

champions league

0

29


IL GRIFONE STRAVOLTO IlDopo TEAM la tranquilla salvezza della scorsa stagione, Pre-

ziosi ha rivoluzionato, come al solito, la squadra. Ceduti due elementi fondamentali come Perin e Laxalt, il Genoa ha ingaggiato una folta schiera di giocatori più o meno conosciuti. L’ingaggio più importante è sicuramente quello di Criscito, tornato a casa dopo gli anni in terra russa. La porta sarà affidata a Marchetti in cerca di rilancio. Mazzitelli, Romulo, Sandro e Piatek dovrebbero garantire qualità e quantità. Intrigante l’inserimento di Favilli in avanti.

LA STELLA Arrivato alla soglia dei 32 anni, Criscito è senz’altro il

giocatore di spicco del Genoa. Dotato di buona tecnica è capace di svolgere più ruoli, senza dimenticare un’intelligenza tattica che gli consente di farsi trovare sempre pronto in fase difensiva. Il suo passato in maglia rossoblù e la conseguente conoscenza dell’ambiente, insieme all’esperienza maturata ad alti livelli in Italia e in Europa, lo rendono un giocatore vitale per Ballardini e le ambizioni del Grifone.

ILLa GIOVANE sua estate è stata da applausi. Si è fatto notare nelle prestigiose amichevoli estive della Juventus e ora è pronto al grande calcio. Favilli ha trascorso due anni in Serie B (Ascoli), maturando esperienza e dimostrando di essere una punta con una buona media realizzativa, tanto da meritarsi la convocazione in tutte le selezioni nazionali giovanili. Al Genoa potrebbe trovare lo spazio giusto per mettersi in mostra, se non come titolare, sicuramente come alternativa di lusso.

LA SORPRESA Inseguito senza successo da Preziosi la scorsa estate,

vo t

Rolón, centrocampista argentino di 23 anni proveniente dal Malaga (in prestito), è un giocatore di enormi potenzialità. Classico mediano, abilissimo nel recupero del pallone e nelle ripartenze, in patria è stato indicato come l’erede di Cambiasso. Con Ballardini, avrà modo e tempo di avere quello spazio in campo che, al Malaga, non ha trovato. Una delle tante scommesse del presidente Preziosi.

o

6

genoa


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (3-5-2)

n.

MARCHETTI

Zukanovic

Spolli

L. LOPEZ

ROMULO

SANDRO

MAZZITELLI

LAZOVIC

Pandev

CRISCITO

PIATEK

All: Ballardini (confermato)

“Sono contento soprattutto di avere la possibilità di dimostrare di essere ancora un portiere di alto livello”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 1 Marchetti Federico Italia 97 Radu Ionut Andrei Romania 25 Vodisek Rok Slovenia DIFENSORI 14 Biraschi Davide Italia 4 Criscito Domenico Italia 3 Gunter Koray Germania 33 Lakicevic Ivan Serbia 5 Lisandro Lopez Ezequiel Argentina 32 Pedro Pereira Miguel Portogallo 17 Romero Cristian Gabriel Argentina 2 Spolli Nicolas Federico Argentina 87 Zukanovic Ervin Bosnia Erz. CERTOCAMPISTI 24 Bessa Daniel Brasile 27 Callegari Lorenzo Francia 88 Hiljemark Oscar Svezia 22 Lazovic Darko Serbia 15 Mazzitelli Luca Italia 45 Medeiros Iuri Josè Portogallo 40 Omeonga Stephane Belgio 18 Rolon Esteban Argentina 8 Romulo Orestes Caldeira Italia 30 Sandro Ranieri Guimaraes Brasile ATTACCANTI 26 Dalmonte Nicola Italia 39 Favilli Andrea Italia 11 Kouame Christian Kouakou Costa d’Avorio 10 Lapadula Gianluca Italia 19 Pandev Goran Macedonia 9 Piatek Krzysztof Polonia

07/02/1983 28/06/1997 05/12/1998 02/07/1994 30/12/1986 16/08/1994 27/07/1993 01/09/1989 22/01/1998 27/04/1998 20/02/1983 11/02/1987 14/01/1993 27/02/1998 28/06/1992 15/09/1990 15/11/1995 10/07/1994 27/03/1996 25/09/1995 22/05/1987 15/03/1989 13/09/1997 17/05/1997 06/12/1997 07/02/1990 27/07/1983 01/07/1995

Marchetti

scudetto

coppa italia

9

1

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

6

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

31


RUGGITO NERAZZURRO IlConquistata, TEAM finalmente, la Champions League, l’Inter

si è mossa con grande accortezza sul mercato, mettendo a segno colpi funzionali al progetto. Spalletti ha avuto il centrale che cercava per la possibile difesa a tre (de Vrij) e il centrocampista di quantità e qualità che bramava (Nainggolan). Le mancate conferme di Cancelo e Rafinha non hanno lasciato il segno. La rosa è decisamente interessante con valide alternative in ogni reparto. Intriga particolarmente l’attacco. Salutato Eder, è arrivato Lautaro Martinez, giovane di notevole prospettiva

LA STELLA La conferma di Icardi è una vittoria del gruppo Suning.

Il capitano è rimasto convinto e determinato a portare l’Inter ancora più in alto. Fresco di titolo di capocannoniere, ha tanta voglia di dimostrare il suo valore anche in Champions League, torneo che inseguiva da tempo immemore. A soli 25 anni, Maurito è maturo per guidare la Beneamata verso traguardi ambiziosi. Nei suoi cinque anni nerazzurri, ha segnato 100 reti in campionato e il tassametro è destinato ad aumentare in maniera importante. Icardi è l’anima dell’Inter di Spalletti.

ILClasse GIOVANE 1997, Lautaro Martinez è stato voluto, fortemen-

te, dall’Inter. Il Principe Milito, uno che di attaccanti se ne intende, l’ha “benedetto”, bollandolo come un sicuro crack. L’argentino, per nulla timoroso, ha scelto la maglia numero 10, a dimostrazione del solido carattere che lo contraddistingue. Abile in zona gol, ha anche un’eccellente visione di gioco che lo rende temibilissimo con la palla tra i piedi. L’intesa con Icardi è sembrata subito straordinaria. La coppia potrebbe davvero far decollare l’Inter. I tifosi ci sperano e già stravedono per Lautaro Martinez.

vederlo in maglia nerazzurra. Nainggolan è il grande colpo del mercato nerazzurro. Spalletti lo stima dai tempi della sua avventura alla Roma e il belga, con il tecnico toscano, ha raggiunto livelli di rendimento da applausi. Ora si ritrovano nuovamente insieme, nel segno dell’Inter. Nainggolan ha una gran voglia di vincere. L’aver perso il Mondiale l’ha reso ancor più determinato a zittire tutti coloro che l’hanno criticato per i comportamenti extra campo. A Spalletti interessa solo il Ninja calciatore.

vo t

LA SORPRESA Chiamarlo sorpresa è riduttivo ma, alla fine, stupisce

o

9

Inter


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-2-3-1)

n.

Handanovic

D’Ambrosio

Skriniar

DE VRIJ

Brozovic

Vecino

KEITA

ASAMOAH

NAINGGOLAN

Perisic

Icardi

All: Spalletti (confermato)

“Spero di vincere qualcosa qui all’Inter. Ho ritrovato un allenatore con cui mi sono trovato bene”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 46 Berni Tommaso Italia 1 Handanovic Samir Slovenia 27 Padelli Daniele Italia DIFENSORI 18 Asamoah Kwadwo Ghana 33 D’Ambrosio Danilo Italia 29 Dalbert Henrique Chagas Brasile 6 De Vrij Stefan Olanda 23 Miranda Joao De Souza Brasile 13 Ranocchia Andrea Italia 37 Skriniar Milan Slovacchia 2 Vrsaljko Sime Croazia CENTROCAMPISTI 20 Borja Valero Iglesias Spagna 77 Brozovic Marcelo Croazia 87 Candreva Antonio Italia 5 Gagliardini Roberto Italia 15 Joao Mario Portogallo 14 Nainggolan Radja Belgio 8 Vecino Matias Falero Uruguay ATTACCANTI 32 Colidio Facundo Argentina 9 Icardi Mauro Argentina 7 Karamoh Yann Francia 11 Keita Balde Diao Senegal 10 Martinez Lautaro Javier Argentina 44 Perisic Ivan Croazia 16 Politano Matteo Italia 74 Salcedo Eddy Mora Italia

data di nascita 06/03/1983 14/07/1984 25/10/1985 09/12/1988 09/09/1988 08/09/1993 05/02/1992 07/09/1984 16/02/1988 11/02/1995 10/01/1992 12/01/1985 16/11/1992 28/02/1987 07/04/1994 19/01/1993 04/05/1988 24/08/1991 04/01/2000 19/02/1993 08/07/1998 08/03/1995 22/08/1997 02/02/1989 03/08/1993 01/10/2001

Nainggolan

scudetto

coppa italia

18

7

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

5

0

0

mondiale per club

3

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

3

champions league

3

33


NEL SEGNO DI CR7 IlUnaTEAM rosa stellare per provare a vincere tutto. Il riconfer-

mato Allegri ha per le mani un top team. Salutati alcuni vecchi senatori, in primis Buffon, la Juventus ha mantenuto l’intelaiatura della passata stagione, aggiungendo tanti campioni e un alieno, ossia Cristiano Ronaldo. Ogni reparto è estremamente valido, con alternative importanti in panchina. Impressionante il reparto offensivo. Oltre al trio Douglas Costa-Cristiano Ronaldo-Dybala, sono a disposizione giocatori del calibro di Mandzukic, perfetto per ogni occasione, e i vari Bernardeschi e Cuadrado. Sulla carta, l’abbondanza di talento in casa bianconera non ha eguali in Serie A.

LA STELLA Quando hai vinto per cinque volte il Pallone d’Oro e altret-

tante Champions League, non serve altro per presentarti. Cristiano Ronaldo, il colpo del secolo, è la nuova stella della Juventus e, in generale, del calcio italiano. Arriva in Italia con la voglia di continuare a vincere e a disintegrare ogni avversario. Dopo nove anni al Real Madrid, il portoghese, nonostante i 33 anni, è in forma smagliante e, soprattutto, desideroso di trascinare, la sua nuova squadra, a trionfare in ogni competizione, in particolare in Champions League, il vero sogno del popolo bianconero. L’alieno è stato acquistato apposta…

ILNonostante GIOVANEnon sia un vero giovanissimo (classe 1993),

Spinazzola è alla prima grande ribalta calcistica della propria carriera. Con alle spalle un’eccellente avventura all’Atalanta, l’esterno difensivo sta recuperando da un infortunio che ne ha condizionato la scorsa stagione. Molto diligente, è abile nel proporsi in fase offensiva e sa difendere con notevole attenzione. Alla Juventus avrà la possibilità di crescere ulteriormente e cimentarsi con palcoscenici d’élite.

Inter ma, alla fine, Cancelo si è vestito di bianconero. Definirlo sorpresa può sembrare azzardato ma, in effetti, di sorpresa si tratta. La Juventus ha sbaragliato tutta la concorrenza per portarlo a casa, investendo una cifra decisamente elevata. Le doti sono indiscutibili, ha già anche sperimentato il calcio italiano. Sulla fascia è devastante e, in un sistema collaudato come quello bianconero, potrebbe davvero essere la sorpresa della stagione. Dovesse diventare un po’ più cinico in area di rigore, sarebbe ancor più pericolo. Ci penserà Allegri ad istruirlo a dovere…

vo t

LA SORPRESA I tifosi nerazzurri l’avrebbero voluto rivedere in maglia

o

10

juventus


così in campo Formazione tipo (4-3-3)

n.

Szczesny

CANCELO

BONUCCI

Chiellini

Pjanic

EMRE CAN

Douglas Costa

C. RONALDO

LA ROSA 2018/2019

Alex Sandro

Matuidi

Dybala

All: Allegri (confermato)

“Sarà una sfida dura, difficile, ma mi sento meravigliosamente. Sono pronto, la Juve è pronta. L’età non conta”

giocatore

nazionalità

data di nascita

Portieri 22 Perin Mattia Italia 21 Pinsoglio Carlo Italia 1 Szczesny Wojciech Polonia DIFENSORI 12 Alex Sandro Lobo Silva Brasile 15 Barzagli Andrea Italia 4 Benatia Mehdi Marocco 19 Bonucci Leonardo Italia 20 Cancelo Joao Pedro Portogallo 3 Chiellini Giorgio Italia 2 De Sciglio Mattia Italia 24 Rugani Daniele Italia 37 Spinazzola Leonardo Italia CENTROCAMPISTI 30 Bentancur Rodrigo Uruguay 23 Can Emre Germania 16 Cuadrado Juan Guillermo Colombia 6 Khedira Sami Germania 14 Matuidi Blaise Francia 5 Pjanic Miralem Bosnia Erz. ATTACCANTI 33 Bernardeschi Federico Italia 11 Douglas Costa De Souza Brasile 10 Dybala Paulo Argentina 34 Kean Moise Bioty Italia 17 Mandzukic Mario Croazia 7 Ronaldo Cristiano Portogallo

10/11/1992 16/03/1990 18/04/1990 26/01/1991 08/05/1981 17/04/1987 01/05/1987 27/05/1994 14/08/1984 20/10/1992 29/07/1994 25/03/1993 05/06/1997 12/01/1994 26/05/1988 04/04/1987 09/04/1987 02/04/1990 16/02/1994 14/09/1990 15/11/1993 28/02/2000 21/05/1986 05/02/1985

Cristiano Ronaldo

scudetto

34

coppa italia

12

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

7

2

1

mondiale per club

2

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

1

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champions league

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IL GRANDE CALCIO

IN ESCLUSIVA TUTTI I GIORNI Su Sky, 7 giorni su 7 di partite in diretta in Italia e in Europa

Tutti i campioni e tutti i top club: su Sky è calcio in esclusiva tutti i giorni. Dal lunedì alla domenica, i gol e le emozioni delle più prestigiose competizioni, e almeno un match al giorno nelle settimane di coppe. Anche per la stagione 2018/19, il grande calcio è solo su Sky Sport, rinnovato nel look e nei canali proprio per garantire ai suoi appassionati un’offerta di sport ineguagliabile, mai così forte,la migliore possibile per numero di eventi e varietà di contenuti. Sky conferma il

suo impegno nel calcio italiano e nella Serie A con l’esclusiva di 266 partite, di cui 16 big match su 20, 7 su 10 per ogni giornata, visibili sul nuovo canale dedicato Sky Sport Serie A. Anche tutto il meglio del calcio internazionale in campo su Sky, che per il triennio 2018/21 torna ad essere la tv delle coppe europee: in diretta tutta la nuova UEFA Champions League (138 incontri, compresa la SuperCoppa Europea) con Ilaria d’Amico, accompagnata da Alessan-

dro Costacurta e tanti campioni che si alterneranno in studio: Alessandro Del Piero, Esteban Cambiasso, Luca Vialli e una grande new entry, il Maestro Andrea Pirlo. Per allenare un tale dream team, non poteva che esserci un allenatore leggendario: Fabio Capello. E per raccontare le magie della Champions, anche Paolo Condò. In esclusiva su Sky anche la UEFA Europa League: padrona di casa del giovedì sera sarà ancora Anna Billò, con la sua eleganza e competen-


za. Spazio anche alla Premier League, anche quest’anno affidata alla conduzione di Federica Lodi, al racconto appassionato di Paolo Di Canio e all’inconfondibile voce di Massimo Marianella. Novità: torna la Bundesliga, che insieme alla Premier è visibile sul nuovo canale Sky Sport Football. Per la Serie A, si alterneran-

no alla guida degli studi di approfondimento delle partite del weekend Marco Cattaneo (“Sky Calcio Live” per la “maratona” del sabato dalle 14) e Fabio Caressa con il suo “Sky Calcio Club”, per tutti i commenti della giornata nell’imperdibile studio della domenica sera. Il pomeriggio della domenica, invece, è tutto nuovo, ma con un vol-

to noto e molto apprezzato: Alessandro Bonan. Nel rinnovato “Sky Calcio Show” ci saranno anche Gianluca Di Marzio e Marco Bucciantini, oltre ad altri commentatori della squadra di Sky. Senza dimenticarsi di Sky Sport 24, che il 30 agosto festeggia dieci anni di dirette nel nuovo studio ancora più tecnologico.

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“ALL IN” MILINKOVIC SAVIC IlDopo TEAM la tremenda beffa finale della scorsa stagione con la

qualificazione alla Champions sfuggita proprio all’ultimo respiro, la Lazio di mister Inzaghi riparte dalle stesse identiche ambizioni: essere la squadra che spariglia le carte e sovverte i pronostici, candidandosi come outsider anche del prossimo campionato. E a guardare la rosa, non c’è nulla che possa ostacolare l’ascesa di una squadra che per gran parte è rimasta immutata, che ha confermato gli elementi fondamentali e avrà un anno di esperienza in più con un tecnico tra i più promettenti in circolazione. E che potrà contare ancora su un giocatore da 120 milioni di euro…

LA STELLA Non può non essere quel Milinkovic-Savic quotato più di

Cristiano Ronaldo da un Lotito che sa di avere tra le mani una pepita d’oro. Dopo aver fatto intravedere qualità da fuoriclasse assoluto, il 23enne serbo quest’anno è chiamato a fare il definitivo salto di qualità, dimostrando innanzitutto di valere certe cifre e, poi, di poter realmente essere annoverato tra i più grandi del calcio attuale. Essere riusciti a trattenerlo in rosa dà alla squadra di Inzaghi un valore aggiunto importante, forse anche maggiore rispetto a quello di un grande colpo di mercato, perché Milinkovic-Savic conosce già l’ambiente e gli schemi di Simone Inzaghi.

ILLa GIOVANE scorsa stagione era iniziata sotto i migliori auspici per

Alessandro Murgia: il gol nel finale della Supercoppa italiana contro la Juve, aveva regalato il trofeo alla Lazio. Il fatto che a decidere una gara così importante fosse stato un prodotto del settore giovanile biancoceleste era un ulteriore orgoglio per il club e tutto l’ambiente. Diciamo che questa stagione non è cominciata altrettanto bene per il 22enne considerata la frattura di un dito della mano che in qualche modo ne ha inficiato la preparazione. Un problema che non può rallentare la crescita di una delle potenziali colonne del centrocampo della nostra nazionale dei prossimi anni.

tutto il mercato: l’ex centrocampista della Fiorentina è stato a lungo nel mirino di club come Juventus, Milan, Inter e molti altri. Alla fine, però, la Lazio è stata la più decisa ad affondare il colpo: un altro affare sottotraccia che potrebbe fare la fortuna del Presidente Lotito. Il 29enne centrocampista della nazionale croata vice-campione del Mondo può rappresentare molto di più di una semplice alternativa a Lucas Lleiva o Parolo, perché “metronomi” della mediana come lui ce ne sono pochi nel panorama mondiale. E Simone Inzaghi sembra già essersene innamorato…

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LA SORPRESA Milan Badelj è stato uno dei parametri zero più ambiti di

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7

LAZIO


così in campo Formazione tipo (3-5-1-1)

n.

Strakosha

ACERBI

Caceres

Parolo

Luiz Felipe

Milinkovic-Savic Lucas Leiva

Marusic

Lulic

Luis Alberto

Immobile

All: Inzaghi (confermato)

“Alla Lazio sono arrivati ottimi giocatori: non facciamo promesse né proclami, ma il nostro obiettivo è fare una grande cavalcata come quella dell’anno scorso” S. Inzaghi scudetto

coppa italia

2

6

LA ROSA 2018/2019 giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 31 Adamonis Marius Lituania 23 Guerrieri Guido Italia 24 Proto Silvio Belgio 1 Strakosha Thomas Albania DEFENSORI 33 Acerbi Francesco Italia 8 Basta Dusan Serbia 15 Bastos Jacinto Angola 22 Caceres Martin Uruguay 14 Durmisi Riza Danimarca 48 Filippini Lorenzo Italia 3 Luiz Felipe Brasile 5 Lukaku Jordan Belgio 77 Marusic Adam Montenegro 4 Patric Patricio Spagna 26 Radu Stefan Andrei Romania 13 Wallace Fortuna Brasile CENTROCAMPISTI 25 Badelj Milan Croazia 7 Berisha Valon Svezia 32 Cataldi Danilo Italia 11 Correa Carlos Joaquin Argentina 66 Jordao Bruno Portogallo 6 Lucas Leiva Pezzini Brasile 10 Luis Alberto Spagna 19 Lulic Senad Bosnia Erz. 21 Milinkovic-Savic Sergej Serbia 28 Minala Joseph Mari Camerun 96 Murgia Alessandro Italia 16 Parolo Marco Italia ATTACCANTI 20 Felipe Caicedo Ecuador 17 Immobile Ciro Italia 87 Lombardi Cristiano Italia 30 Neto Pedro Lomba Portogallo 9 Rossi Alessandro Italia

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

4

1

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

1

0

13/05/1997 25/02/1996 23/05/1983 19/03/1995 10/02/1988 18/08/1984 27/03/1991 07/04/1987 08/01/1994 28/07/1995 22/03/1997 25/07/1994 17/10/1992 17/04/1993 22/10/1986 14/10/1994 25/02/1989 07/02/1993 06/08/1994 13/08/1994 12/10/1998 09/01/1987 28/09/1992 18/01/1986 27/02/1995 24/08/1996 09/08/1996 25/01/1985 05/09/1988 20/02/1990 19/08/1995 09/03/2000 03/01/1997

champions league

0

39


RIVOLUZIONE BIS IlDueTEAM mesi fa si parlava di default e di esclusione dall’Eu-

ropa League, poi è cambiato tutto. Via la fumosa proprietà cinese, dentro Elliott e con esso Leonardo e Maldini, che, col fiato sul collo, hanno tentato di riorganizzare una squadra ancora debole nonostante i 250 milioni spesi l’estate scorsa. Ceduto anche capitan Bonucci, soltanto la guida tecnica non è variata. Gattuso è concentratissimo a far rendere al meglio il proprio 4-3-3, il cui reparto più solido sembra essere la difesa, seguita dall’attacco, mentre il centrocampo manca di un fulcro tecnico.

LA STELLA 111 reti in 177 presenze in Serie A: Gonzalo Higuaín si

prepara a rivoluzionare il gioco offensivo del Milan. Nelle ultime stagioni i rossoneri avevano trovato il loro miglior bomber in Lapadula, constatazione che è la cifra di un problema, quello realizzativo, diventato di primaria gravità. “El Pipita” ha già dimostrato di essere in perfetta tensione fisica e mentale, pronto a finalizzare le imbucate degli esterni e a diventare il nuovo punto di riferimento tattico offensivo. Higuaín vuole tornare leader, carismatico e tecnico, come ai tempi di Napoli.

IL24 anni GIOVANE e una maturità precoce che lo accomuna al nuo-

vo collega di reparto Romagnoli, Caldara è giunto alla stagione della consacrazione. Reduce da due ottime annate vissute da protagonista, l’ex orobico ha soltanto accarezzato la Juve, che lo ha sacrificato per Bonucci. Così, avremo la possibilità di ammirare la coppia centrale più promettente della Serie A, un intrigante mix di classe ed intelligenza pronto a ridare al Milan la solidità difensiva dei bei tempi. Inoltre, torneranno comode le sortite offensive del bergamasco, già autore di 10 goal in A.

za sinistro, proveniente dal Villareal potrebbe risultare più di un’alternativa a Suso. Mancino come lui, “El Fideo” è veloce e tecnico, capace di saltare l’uomo e utilissimo in contropiede, anche se le sue giocate possono talvolta risultare prevedibili. Il classe ’95 non è un amante del goal, anche se ne ha firmati di pregevoli, ma è in costante servizio della squadra. Ha scelto la numero 7 con l’intento di rinverdirne i fasti e dimostrare finalmente di essere uno dei migliori prospetti spagnoli.

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LA SORPRESA Attenti a Samu Castillejo. L’esterno destro, all’occorren-

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7,5

MILAN


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-3)

n.

Donnarumma

Conti

CALDARA

Kessié

Romagnoli

LAXALT

Biglia Bonaventura

HIGUAIN

Suso

Çalhanoglu

All: Gattuso (confermato)

“Non esiste una squadra che vince senza una società che comanda. La corsa scudetto non è scontata, i cicli finiscono: la Juve sarà molto concentrata sulla Champions”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 90 Donnarumma Antonio Italia 99 Donnarumma Gianluigi Italia 35 Plizzari Alessandro Italia 25 Reina Josè Manuel Paez Spagna DIFENSORI 20 Abate Ignazio Italia 2 Calabria Davide Italia 33 Caldara Mattia Italia 12 Conti Andrea Italia 22 Musacchio Mateo Pablo Argentina 68 Rodriguez Ricardo Svizzera 13 Romagnoli Alessio Italia 56 Simic Stefan Rep. Ceca 23 Strinic Ivan Croazia 17 Zapata Cristian Colombia CENTROCAMPISTI 14 Bakayoko Tiemouè Francia 91 Bertolacci Andrea Italia 21 Biglia Lucas Rodrigo Argentina 5 Bonaventura Giacomo Italia 10 Calhanoglu Hakan Turchia 7 Castillejo Samuel Azuaga Spagna 46 Gabbia Matteo Italia 77 Halilovic Alen Croazia 79 Kessiè Franck Yannick Costa d’Avorio 93 Laxalt Diego Uruguay 4 Mauri Josè Agustin Italia 18 Montolivo Riccardo Italia ATTACCANTI 11 Borini Fabio Italia 63 Cutrone Patrick Italia 9 Higuain Gonzalo Gerardo Argentina 8 Suso Jesus Fernandez Spagna

07/07/1990 25/02/1999 12/03/2000 31/08/1982 12/11/1986 06/12/1996 05/05/1994 02/03/1994 26/08/1990 25/02/1992 12/01/1995 20/01/1995 17/07/1987 30/09/1986 17/08/1994 11/01/1991 30/01/1986 22/08/1989 08/02/1994 18/01/1995 21/10/1999 18/06/1996 19/12/1996 07/02/1993 16/05/1996 18/01/1985 23/03/1991 03/01/1998 10/12/1987 19/11/1993

Leonardo

scudetto

coppa italia

18

5

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

7

5

2

mondiale per club

4

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

2

0

champions league

7

41


NUOVO MISTER, VECCHIO NAPOLI IlÈ laTEAM stagione dell’addio di Sarri, innegabile, ma è anche

quella dell’arrivo di un certo Carlo Ancelotti. Dopo il record di punti dello scorso campionato, non sarà facile migliorarsi. La cessione di Jorginho obbliga i partenopei a riequilibrare la costruzione del gioco, che nelle intenzioni dell’ex tecnico di Milan e Real dovrebbe interessare maggiormente le fasce. In ottica turnover, tasto dolente delle ultime annate, sono importanti gli arrivi di giocatori come Verdi, Younes e Malcuit. È un Napoli nuovo, ma con una mentalità più matura e vincente.

LA STELLA Leader carismatico e tecnico, oltre che napoletano d’a-

dozione, Marek Hamšik ha la fascia di capitano sempre più stretta al braccio. Ancelotti ha già previsto per lui una stagione diversa, in quanto lo sposterà dalla sua comfort zone per collocarlo come regista basso. Una soluzione che incuriosisce e che, se confermata, garantirà un gioco intelligente e geometrico nonostante l’assenza di Jorginho. Certo, la presenza offensiva dello slovacco, spesso decisiva (100 reti in 395 presenze), diminuirà, ma il gioco potrebbe valere la candela.

ILGiuntoli GIOVANE ha individuato nel ventiduenne Fabián Ruiz l’uomo capace di migliorare il già ottimo centrocampo del Napoli. Giocatore imponente (1.90 m di altezza) e tecnico, Ruiz è capace di spendere ogni pallone con intelligenza, agendo con piena coscienza dello spazio circostante, da cui riesce a trarre il massimo profitto attraverso un approccio spiccatamente dialogico con i compagni. L’andaluso è in grado di offrire stabilità e soluzioni diversificate alla trequarti, senza mai tralasciare i compiti difensivi fino alla propria area.

toria da calciatore ed è chiamato alla definitiva consacrazione. Probabilmente non partirà titolare, ma l’ex Bologna è un jolly preziosissimo per Ancelotti. Le sue qualità gli permetteranno, infatti, di essere efficace non solo in attacco, ma anche come collante tra centrocampo e reparto offensivo. Con il tempo, il tecnico di Reggiolo potrebbe affidargli un ruolo cruciale nel suo sistema di gioco, considerata la storica passione ancelottiana per i giocatori bravi tra le linee.

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LA SORPRESA Simone Verdi a 26 anni è al massimo della sua traiet-

o

8

NAPOLI


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-3)

n.

OSPINA

Hysaj

R. Albiol

Koulibaly

Ghoulam

Allan

Hamsik

F. RUIZ

Callejon

Mertens

Insigne

All: ANCELOTTI (nuovo)

“Qui mi sto divertendo e io, quando mi diverto, divento pericoloso. Sono qui per perfezionare il grande lavoro di Sarri: se pensavo di far peggio restavo a casa”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 12 Contini Nikita Ucraina 27 Karnezis Orestis Spiridon Grecia 22 Marfella Davide Italia 1 Meret Alex Italia 25 Ospina David Ramirez Colombia DIFENSORI 33 Albiol Raul Tortajada Spagna 21 Chiriches Vlad Romania 31 Ghoulam Faouzi Algeria 23 Hysaj Elseid Albania 26 Koulibaly Kalidou Senegal 13 Luperto Sebastiano Italia 19 Maksimovic Nikola Serbia 2 Malcuit Kevin Francia 6 Mario Rui Silva Duarte Portogallo CENTROCAPISTI 5 Allan Marques Loureiro Brasile 42 Diawara Amadou Guinea 8 Fabian Ruiz Pena Spagna 17 Hamsik Marek Slovacchia 11 Ounas Adam Algeria 30 Rog Marko Croazia 20 Zielinski Piotr Sebastian Polonia ATTACCANTI 7 Callejon Josè Spagna 24 Insigne Lorenzo Italia 14 Mertens Dries Belgio 99 Milik Arkadiusz Polonia 9 Verdi Simone Italia 95 Vinicius Carlos Alves Brasile 34 Younes Amin Germania

data di nascita 21/05/1996 11/07/1985 15/09/1999 22/03/1997 31/08/1985 04/09/1985 14/11/1989 01/02/1991 02/02/1994 20/06/1991 06/09/1996 25/11/1991 31/07/1991 27/05/1991 08/01/1991 17/07/1997 03/04/1996 27/07/1987 11/11/1996 19/07/1995 20/05/1994 11/02/1987 04/06/1991 06/05/1987 28/02/1994 12/07/1992 25/03/1995 06/08/1993

Ancelotti

scudetto

coppa italia

2

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supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

2

0

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

1

champions league

0

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DOVE ERAVAMO RIMASTI? IlDopo TEAM una cavalcata trionfale il Parma ritrova la Serie A, nonostante la paura di un’inchiesta che ha messo a rischio il coronamento di un sogno. Dalla D alla massima divisione nel minor tempo possibile e ora per i ragazzi di D’Aversa è tempo di godersi quanto fatto, senza però poter dormire sugli allori. La squadra è un mix di giovani ed esperti ed è stata rinforzata per reggere l’impatto con un campionato impegnativo e – di fatto – nuovo per club e gran parte della rosa, incluso lo staff tecnico. Questa è la principale lacuna da colmare il più presto possibile per partire col piede giusto e poi – chissà - sognare di nuovo in grande.

LA STELLA Gervais Lombe Yao Kouassi potrebbe sembrare il classi-

co carneade arrivato da paesi lontani, invece parliamo di un certo Gervinho, la ciliegina sulla torta di una campagna acquisti del Parma di grande livello: dopo l’addio alla Roma del 2016, il 31enne ivoriano ha rimpinguato il suo conto in banca all’Hebei Fortune in Cina, ma la nostalgia del grande calcio lo ha riportato in Italia. Alla Roma è stato prima osteggiato e poi idolatrato, tanto che la sua cessione è stata una delle operazioni di mercato più contestate alla dirigenza giallorossa dei tempi. Può rappresentare la variabile impazzita in grado di far saltare le difese avversarie.

ILIl florido GIOVANE vivaio dell’Atalanta sta facendo la fortuna delle

nazionali giovanili. Da Bergamo continuano a sfornare campioncini e questo non può che essere beneaugurante per il nostro calcio. A quanto pare dalle parti delle valli bergamasche si stanno specializzando in difensori: Caldara potrebbe essere solo la “chioccia” di una nidiata di ottimi baluardi. Tra questi anche Alessandro Bastoni, classe 1999, che dopo aver esordito proprio con l’Atalanta nello scorso campionato ed essere stato acquistato dall’Inter, è stato girato al Parma per – come si diceva una volta – farsi le ossa. Per lui un’occasione assolutamente da sfruttare.

aver vestito il gialloblù emiliano già nel 2009-2010 e dal 2011 al 2015, e dopo aver vagato per la Serie A con anche un’esperienza tutt’altro che indimenticabile nel campionato ceco, il 30enne francese ritrova probabilmente il club ed i colori con i quali ha fatto meglio. La società che ha dimostrato maggiormente di credere in lui cercherà di rilanciarlo ancora una volta. Dal canto suo Biabiany cercherà di ripagare la fiducia dando a Mister D’Aversa un’alternativa tattica importante con la sua velocità in campo aperto che tornerà particolarmente utile in fase di ripartenza.

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LA SORPRESA Toh chi si rivede! Jonathan Biabiany torna a casa. Dopo o

6,5

parma


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-3)

n.

SEPE

Gazzola

BASTONI BRUNO ALVES

STULAC

GRASSI

INGLESE

BIABIANY

DIMARCO

RIGONI

GERVINHO

All: D’Aversa (confermato)

“La squadra è un mix di giocatori giovani ed elementi esperti. Quando il tuo obiettivo è quello di salvarti, più esperienza c’è e meglio è” A. Lucarelli

scudetto

coppa italia

0

3

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 56 Bagheria Fabrizio Italia 1 Frattali Pierluigi Italia 55 Sepe Luigi Italia DIFENSORI 95 Bastoni Alessandro Italia 22 Bruno Alves Eduardo Portogallo 59 Di Cesare Valerio Italia 3 Dimarco Federico Italia 28 Gagliolo Riccardo Italia 23 Gazzola Marcello Italia 18 Gobbi Massimo Italia 2 Iacoponi Simone Italia 61 Scaglia Luigi Alberto Italia 13 Sierralta Francisco Cile CENTROCAMPISTI 17 Barilla’ Antonino Italia 71 Carriero Giuseppe Italia 10 Ciciretti Amato Italia 8 Deiola Alessandro Italia 33 Dezi Jacopo Italia 20 Di Gaudio Antonio Italia 88 Grassi Alberto Italia 11 Munari Gianni Italia 32 Rigoni Luca Italia 21 Scozzarella Matteo Italia 5 Stulac Leo Slovenia 70 Vacca Antonio Junior Italia ATTACCANTI 99 Baraye Bertrand Yves Senegal 77 Biabiany Jonathan Francia 72 Calaio’ Emanuele Italia 9 Ceravolo Fabio Italia 7 Da Cruz Alessio Olanda 27 Gervinho Kouassi Costa d’Avorio 45 Inglese Roberto Italia 26 Siligardi Luca Italia 93 Sprocati Mattia Italia

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

1

0

0

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

05/04/2001 01/12/1985 08/05/1991 13/04/1999 27/11/1981 23/05/1983 10/11/1997 28/04/1990 03/04/1985 31/10/1980 30/04/1987 23/11/1986 06/05/1997 01/04/1988 04/09/1997 31/12/1993 01/08/1995 10/02/1992 16/08/1989 07/03/1995 24/06/1983 07/12/1984 05/06/1988 26/09/1994 13/05/1990 22/06/1992 28/04/1988 08/01/1982 05/03/1987 18/01/1997 27/05/1987 12/11/1991 26/01/1988 28/04/1993

champions league

0

45


RICOMINCIO DA TRE IlCome TEAMspesso è capitato negli ultimi anni per ragioni di bilancio e fair-play finanziario, la Roma si ritrova di fatto stravolta dal mercato estivo. Partito Nainggolan, anima della squadra delle ultime stagioni, il DS Monchi ha puntato sulla forza di Nzonzi e sulla qualità di Pastore per non far sentire la mancanza del Ninja. Non sarà facile, ma Di Francesco può comunque contare su una colonna vertebrale rimasta intatta (Manolas-De Rossi-Dzeko) sulla quale (ri)costruire i propri successi. La Roma nella passata stagione – seppur a tratti – ha offerto prestazioni eccezionali, soprattutto in Champions. E da lì si vuole ripartire.

LA STELLA La Serie A è probabilmente l’ambiente in cui si esprime

meglio, quella che riesce a tirar fuori le sue migliori qualità: per questo Javier Pastore, dopo l’esperienza da giovanissimo al Palermo, torna nel campionato che più l’ha visto protagonista. A 29 anni forse è il momento migliore per togliersi di dosso l’etichetta di potenziale ma inespresso fenomeno, per vestire i panni del predestinato che gli erano stati cuciti addosso all’inizio della sua carriera. Quello della Roma può essere l’ambiente ideale per esaltare – con continuità - le sue infinite doti tecniche, che finora il talento argentino ha mostrato solo ad intermittenza.

ILNonGIOVANE è facile crescere all’ombra di un padre così ingom-

brante come Patrick Kluivert, eppure il giovane Justin non si è fatto minimamente intimorire o schiacciare. Anzi, la sensazione è che a livello caratteriale Kluivert Junior non abbia nulla da invidiare al famoso genitore. Attaccante come papà, Justin può rappresentare una variabile tattica importante per Di Francesco, potendo agire sia come centravanti classico, sia come seconda punta o addirittura esterno nel 4-3-3, qualora il mister abruzzese decidesse di confermare il suo modulo preferito. A soli 19 anni l’olandese è uno dei più interessanti prospetti a livello mondiale.

do il DS Monchi ha sconvolto tutti annunciando la cessione di Alisson. In pochi, però, ricordano lo scetticismo con il quale era stato accolto lo “sconosciuto” portiere brasiliano al suo arrivo a Roma. E prima di lui Szczesny. Negli ultimi tempi gli scout giallorossi hanno dimostrato di avere un sesto senso per gli estremi difensori e meritano fiducia. A 28 anni lo svedese è nel pieno della sua carriera, quell’esperienza che serviva in questo momento di “rivoluzione” tecnica. La società è andata sull’usato sicuro: si parla pur sempre del portiere titolare della nazionale svedese.

vo t

LA SORPRESA Robin Olsen non è il nome che i tifosi si aspettavano quan-

o

7,5

roma


così in campo Formazione tipo (4-3-3)

n.

OLSEN

Florenzi

Manolas

Fazio

De Rossi

NZONZI

Dzeko

Under

LA ROSA 2018/2019

Kolarov

PASTORE

Perotti

All: Di Francesco (confermato)

“La squadra è completa: stiamo provando a costruire qualcosa per il presente, ma soprattutto per il futuro. Avevamo bisogno di questa piccola rivoluzione”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 63 Fuzato Daniel Cerantola Brasile 83 Mirante Antonio Italia 1 Olsen Robin Svezia DIFENSORI 28 Bianda William Francia 20 Fazio Federico Julian Argentina 24 Florenzi Alessandro Italia 5 Juan Jesus Guilherme Brasile 2 Karsdorp Rick Olanda 11 Kolarov Aleksandar Serbia 44 Manolas Kostas Grecia 15 Marcano Ivan Sierra Spagna 3 Pellegrini Luca Italia 18 Santon Davide Italia CENTROCAMPISTI 19 Coric Ante Croazia 4 Cristante Bryan Italia 16 De Rossi Daniele Italia 42 Nzonzi Steven Mike Francia 27 Pastore Javier Matias Argentina 7 Pellegrini Lorenzo Italia 6 Strootman Kevin Olanda 17 Under Cengiz Turchia 22 Zaniolo Nicolo’ Italia ATTACCANTI 9 Dzeko Edin Bosnia Erz. 92 El Shaarawy Stephan Italia 34 Kluivert Justin Olanda 8 Perotti Diego Argentina 14 Schick Patrik Rep. Ceca

04/07/1997 08/07/1983 08/01/1990 30/04/2000 17/03/1987 11/03/1991 10/06/1991 11/02/1995 10/11/1985 14/06/1991 23/06/1987 07/03/1999 02/01/1991 14/04/1997 03/03/1995 24/07/1983 15/12/1988 20/06/1989 19/06/1996 13/02/1990 14/07/1997 02/07/1999 17/03/1986 27/10/1992 05/05/1999 26/07/1988 24/01/1996

Monchi scudetto

coppa italia

3

9

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

2

0

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

1

champions league

0

47


UNA SAMP TUTTA DA SCOPRIRE IlI tifosi TEAM blucerchiati non hanno nascosto un po’ di sconforto

a fine mercato: si aspettavano il grande colpo, che invece sul gong non si è concretizzato. Anzi, la “beffa” Zaza ha ulteriormente accresciuto la delusione. La sensazione è che la partenza di Duvan Zapata in direzione Bergamo abbia lasciato un grande vuoto là davanti, anche perché non si può chiedere al pur ottimo Quagliarella (36 anni a gennaio) di cantare e portare la croce ancora a lungo. A Ramirez, Caprari, Defrel, Jankto e Kownacki e l’ultimo arrivato Saponara, il compito di nascondere le (teoriche) lacune della rosa a disposizione di mister Marco Giampaolo.

LA STELLA Ci verrebbe da dire proprio Marco Giampaolo, perché uni-

versalmente riconosciuto come uno dei tecnici più bravi del panorama italiano. Non a caso, a lui De Laurentiis aveva pensato per la sostituzione di Sarri prima di preferirgli l’esperienza (e il palmares) di Carletto Ancelotti. Tornando ai calciatori, la Sampdoria ha tanti giocatori in ascesa e molto interessanti, come Ramirez, Praet, Caprari, Kownacki per citare i “vecchi”, e Jankto, Defrel e Saponara parlando dei nuovi arrivati. È indubbio, però, che Capitan Quagliarella, con la sua esperienza, dovrà fare da chioccia e guida. È ancora lui l’idolo del popolo blucerchiato.

ILNonGIOVANE è consueto nel panorama della Serie A affidarsi ad un giovane nel delicato ruolo di portiere. La Sampdoria non ha avuto dubbi e quando c’è stato da sostituire Viviano, si è fiondata su Emil Audero: il 21enne prodotto del vivaio della Juve ha fatto benissimo la scorsa stagione nel Venezia di Pippo Inzaghi (che l’avrebbe voluto nel suo Bologna) ed è considerato in prospettiva uno dei migliori estremi difensori del nostro movimento. E il fatto che la Juve si sia riservata il diritto del contro-riscatto (o opzione di “recompra” per dirla alla spagnola) la dice lunga della considerazione di cui ancora gode dalle parti di Torino.

ta d’identità, non potremmo più considerare potenziale sorpresa uno come Riccardo Saponara. Eppure, dopo le esperienze nel Milan e nella Fiorentina, per il fantasista di Forlì permane la sensazione del talento ancora inespresso. A 27 anni, c’è ancora tutto il tempo di affermarsi e chissà che non siano proprio Genova e la Sampdoria gli ambienti ideali per favorirne la definitiva consacrazione. Il fatto che a volerlo fortemente sia stato quel Marco Giampaolo suo mentore nella stagione dell’Empoli 2015-2016, non può che rappresentare un’ulteriore rassicurazione per gli scettici.

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LA SORPRESA Se guardassimo esclusivamente al curriculum o alla car-

o

6

SAMPDORIA


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-1-2)

n.

AUDERO

Bereszynski

TONELLI

Praet

COLLEY

Barreto

Murru

JANKTO

SAPONARA Quagliarella

DEFREL

All: Giampaolo (confermato)

“Il mancato arrivo di Zaza? Zero rimpianti. Il nostro mercato è stato ottimo, questa Sampdoria è più forte di quella dello scorso anno. Abbiamo venduto due giocatori e ne abbiamo presi nove”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 1 Audero Emil Mulyadi Italia 72 Belec Vid Slovenia 33 Rafael Cabral Barbosa Brasile DIFENSORI 3 Andersen Joachim Danimarca 24 Bereszynski Bartosz Polonia 15 Colley Omar Gambia 25 Ferrari Alex Italia 18 Leverbe Maxime Francia 29 Murru Nicola Italia 19 Regini Vasco Italia 95 Rolando Gabriele Italia 7 Sala Jacopo Italia 22 Tavares Junior Brasile 26 Tonelli Lorenzo Italia CENTROCAMPISTI 8 Barreto Edgar Osvaldo Paraguay 6 Ekdal Albin Svezia 14 Jankto Jakub Rep. Ceca 16 Linetty Karol Polonia 10 Praet Dennis Belgio 11 Ramirez Gaston Uruguay 5 Saponara Riccardo Italia 4 Vieira Ronaldo Guinea Bissau ATTACCANTI 17 Caprari Gianluca Italia 92 Defrel Gregoire Francia 99 Kownacki Dawid Polonia 27 Quagliarella Fabio Italia 40 Stijepovic Ognjen Montenegro

18/01/1997 06/06/1990 20/05/1990 31/05/1996 12/07/1992 24/10/1992 01/07/1994 15/02/1997 16/12/1994 09/09/1990 02/04/1995 05/12/1991 07/08/1996 17/01/1990 15/07/1984 28/07/1989 19/01/1996 02/02/1995 14/05/1994 02/12/1990 21/12/1991 19/07/1998 30/07/1993 17/06/1991 14/03/1997 31/01/1983 22/10/1999

Ferrero scudetto

coppa italia

1

4

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

1

0

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

1

0

champions league

0

49


UN SASSUOLO “PRINCIPESCO” IlUnaTEAM valutazione del Sassuolo che vedremo non può pre-

scindere, prima di tutto, dalla guida tecnica. L’arrivo di De Zerbi e del suo gioco veloce e scompigliante, talvolta avveniristico, è un ritorno ai principi difranceschiani, una volontà di riconsegnare al pubblico emiliano un bel vedere sacrificato negli ultimi mesi alla causa salvezza. Sono partite colonne come Acerbi e Politano, ma sono arrivati molti giocatori interessanti, con la consueta preferenza per la sfrontatezza giovanile: all’allenatore, allievo di Zeman, il compito di valorizzarla.

LA STELLA Arrivato a sorpresa, Kevin-Prince Boateng è un lusso

per i neroverdi. Profilo dal passato glorioso, a 31 anni il ghanese ha ancora tanto da dare. Le ultime due stagioni al Las Palmas e all’Eintracht Francoforte hanno dimostrato che il giocatore è in forma e, soprattutto, riesce ad essere leader più che mai. De Zerbi ha intenzione di farlo giocare prima punta nel suo 4-3-3 totale, scelta che vuole capitalizzare al massimo le note doti sotto porta del “Boa” e rendere più organico il gioco offensivo sassolese.

ILC’èGIOVANE l’imbarazzo della scelta, ma le statistiche dicono

Domenico Berardi. Reduce da mesi piuttosto deludenti, per lui è l’annata del giudizio. Il classe ‘94 (ricordiamo, miglior marcatore della storia neroverde con 66 reti) sembra galvanizzato dal cambio alla guida tecnica e in quest’alba di stagione ha dimostrato di volersi prendere la squadra sulle spalle. Anche Locatelli, appena arrivato, è animato da una grande voglia di scrollarsi di dosso le recenti difficoltà milanesi: dovesse confermare le aspettative, potrebbe trasformare la mediana neroverde.

Sensi, ma noi optiamo per Brignola. Non ancora ventenne, è un uomo di De Zerbi grazie al quale, nonostante il disastroso campionato del Benevento, è riuscito a mettersi in mostra come ala rapida e tecnica, siglando 3 reti e 2 assist in 17 presenze. Parte dalla panchina, ma con il tempo potrebbe insidiare la titolarità di Di Francesco. Il casertano, infatti, oltre al talento, è dotato di grande consapevolezza tattica, qualità che lo rende calcisticamente più maturo di altri coetanei.

vo t

LA SORPRESA Anche qui ci sarebbero diversi nomi, come Lemos e

o

6,5

SASSUOLO


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-3)

n.

Consigli

Lirola

Lemos

LOCATELLI

FERRARI

Sensi

Berardi

Rogério

Duncan

BOATENG

Di Francesco

All: De Zerbi (nuovo)

“Sono felicissimo di essere qui, a convincermi è stato De Zerbi. Il progetto mi ha fatto una grandissima impressione, il Sassuolo è la squadra più simpatica della Serie A”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 47 Consigli Andrea Italia 79 Pegolo Gianluca Italia 28 Satalino Giacomo Italia DIFENSORI 98 Adjapong Claud Italia 39 Dell’Orco Cristian Italia 31 Ferrari Gianmarco Italia 5 Lemos Mauricio Uruguay 21 Lirola Pol Mikel Kosok Spagna 23 Magnani Giangiacomo Italia 2 Marlon Santos Brasile 13 Peluso Federico Italia 6 Rogerio Oliveira Da Silva Brasile 17 Sernicola Leonardo Italia 3 Tripaldelli Alessandro Italia CENTROCAMPISTI 27 Boateng Kevin Prince Germania 20 Boga Jeremie Francia 68 Bourabia Mehdi Francia 9 Djuricic Filip Serbia 32 Duncan Alfred Joseph Ghana 73 Locatelli Manuel Italia 4 Magnanelli Francesco Italia 12 Sensi Stefano Italia ATTACCANTI 30 Babacar Khouma Senegal 25 Berardi Domenico Italia 99 Brignola Enrico Italia 34 Di Francesco Federico Italia 10 Matri Alessandro Italia 19 Odgaard Jens Danimarca 11 Scamacca Gianluca Italia 29 Trotta Marcello Italia

27/01/1987 25/03/1981 25/05/1999 06/05/1998 10/02/1994 15/05/1992 28/12/1995 13/08/1997 04/10/1995 07/09/1995 20/01/1984 13/01/1998 30/03/1997 09/02/1999 06/03/1987 03/01/1997 07/08/1991 30/01/1992 10/03/1993 08/01/1998 12/11/1984 05/08/1995 17/03/1993 01/08/1994 08/07/1999 14/06/1994 19/08/1984 31/03/1999 01/01/1999 29/09/1992

Boateng

scudetto

coppa italia

0

0

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

1

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

51


A caccia del miracolo “bis” IlDopo TEAM l’ottima salvezza conquistata lo scorso anno con-

tro ogni pronostico iniziale, la Spal ci riprova. Ad una squadra già organizzata e completa in ogni reparto, la società ha aggiunto elementi di spessore e di esperienza per rinforzare ulteriormente una rosa che, oggi, almeno sulla carta, vale forse di più della lotta per non retrocedere. Sono partiti Meret e Grassi, è vero, ma l’arrivo di Petagna, Missiroli, Valdifiori (solo per citarne alcuni), sono un segnale importante sulle reali ambizioni di questa Spal. A Semplici il compito di assemblare il tutto e cercare di fare addirittura meglio della scorsa stagione.

LA STELLA Fino all’anno scorso Andrea Petagna sembrava in pro-

cinto di spiccare il grande salto: in particolare, Milan, Lazio, Inter e molte altre sembravano avergli messo gli occhi addosso. Una stagione in chiaro-scuro all’Atalanta ha fatto scemare queste voci, ma non ha condizionato la Spal, che ha deciso di investire seriamente sul bomber 23enne di origini triestine. E così, dopo il nonno Francesco (centrocampista degli Anni ’60), un altro Petagna vestirà la maglia biancazzurra. Al di là dei ricorsi storici, però, a Ferrara Andrea ha tutto (spazio, ambiente, squadra, fiducia) per fare il definitivo salto di qualità.

ILLorenzo GIOVANE Dickmann è un nome che forse dirà poco ai non addetti ai lavori, ma conviene segnarselo. Al di là del suono esotico del cognome, Lorenzo è italianissimo, tanto da essere già nel giro della Nazionale Under 21. Nato a Milano, il classe 1996 è cresciuto in società dilettantistiche del capoluogo lombardo prima di essere adocchiato dagli osservatori del Novara. Il suo ruolo è quello di terzino fluidificante – come si diceva una volta – cioè quello di un laterale basso che ha capacità e qualità per offendere. Caratteristiche sempre più rare e ricercate nel calcio moderno. E per questo il suo nome è già finito su taccuini importanti.

agli appassionati di calcio estero. Difensore dalle enormi potenzialità, lo svizzero di origini ivoriane era stato voluto fortemente niente di meno che da Wenger all’Arsenal. Con i Gunners è rimasto una decina d’anni (incluso un prestito al Birmingham) prima di cominciare a girovagare per l’Europa in cerca di maggior fortuna. La sua bussola ora lo ha portato alla Spal e chissà che non sia proprio Ferrara l’ambiente ideale che stava cercando. Attenzione: si parla comunque di un 31enne, nazionale svizzero, con più di 70 presenze a referto…

vo t

LA SORPRESA Quello di Johan Djourou, invece, dirà qualcosa di più

o

6

SPAL


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (3-5-2)

n.

Gomis

DJOUROU

Vicari

Lazzari Kurtic

Felipe

VALDIFIORI MISSIROLI FARES

PETAGNA

Antenucci

All: Semplici (confermato)

“Abbiamo dato continuità al lavoro dello scorso anno, sono arrivati giocatori nuovi che porteranno qualità ed esperienza. Il campionato è lungo e difficile, ma ho buone sensazioni”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 1 Gomis Alfred Senegal 32 Milinkovic-Savic Vanja Serbia 17 Poluzzi Giacomo Italia 22 Thiam Demba Ngagne Senegal DIFENSORI 14 Bonifazi Kevin Italia 4 Cionek Thiago Rangel Polonia 33 Costa Filippo Italia 24 Dickmann Lorenzo Italia 3 Djourou Johan Svizzera 27 Felipe Dal Bello Brasile 5 Simic Lorenco Croazia 23 Vicari Francesco Italia CENTROCAMPISTI 5 Esposito Salvatore Italia 25 Everton Luiz Brasile 93 Fares Mohamed Salim Algeria 19 Kurtic Jasmin Slovenia 29 Lazzari Manuel Italia 6 Missiroli Simone Italia 45 Nikolic Lazar Serbia 28 Schiattarella Pasquale Italia 16 Valdifiori Mirko Italia 8 Valoti Mattia Italia 97 Vitale Mattia Italia 77 Viviani Federico Italia ATTACCANTI 7 Antenucci Mirko Italia 10 Floccari Sergio Italia 11 Moncini Gabriele Italia 90 Murano Jacopo Italia 43 Paloschi Alberto Italia 37 Petagna Andrea Italia

data di nascita 05/09/1993 20/02/1997 25/02/1988 09/03/1998 19/05/1996 21/04/1986 21/05/1995 24/09/1996 18/01/1987 31/07/1984 15/07/1996 03/08/1994 07/10/2000 24/05/1988 15/02/1996 10/01/1989 29/11/1993 23/05/1986 01/08/1999 30/05/1987 21/04/1986 06/09/1993 01/10/1997 24/03/1992 08/09/1984 12/11/1981 26/04/1996 14/02/1990 04/01/1990 30/06/1995

Semplici

scudetto

coppa italia

0

0

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

2

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

53


TORO FURIOSO IlIl mercato TEAM del Torino è stato di quelli veramente impor-

tanti. Ad una intelaiatura già chiara e consolidata, il Presidente Cairo ha inteso aggiungere elementi di spessore come Izzo, Zaza e Soriano con l’evidente obiettivo di elevare il tasso tecnico e di personalità della squadra. Il sogno neanche troppo velato è quello di riportare il Toro ai fasti di un tempo. Ora ci sono tutte le condizioni per aspirare a grandi traguardi, perché la rosa è completa e di qualità e in panchina c’è un allenatore consumato e pronto per trascinare i suoi ragazzi verso l’Europa.

LA STELLA Dopo le esperienze in Inghilterra e Spagna, Simone

Zaza sembra veramente il profilo di giocatore perfetto per guidare i compagni al raggiungimento di obiettivi internazionali. A 27 anni, anche per l’ex “giovane” bomber che si era fatto apprezzare ad Ascoli e a Sassuolo prima di spiccare il grande salto alla Juventus, è venuto il momento di raccogliere quanto seminato. La coppia col “gallo” Belotti, poi, è una delle più intriganti e potenzialmente devastanti del campionato. I paragoni con Pulici e Graziani già si sprecano…

ILSimone GIOVANE Edera è uno dei prospetti più interessanti del

nostro calcio. Cresciuto nel settore giovanile del Torino, l’attaccante/ala classe ’97 era già finito sul taccuino dei più importanti club italiani ed europei. Il Presidente Cairo, però, lo ha blindato e ne vuole fare la bandiera del club granata. Intanto il giocatore è già nel giro dell’Under 21 e spera di guadagnarsi quest’anno quello spazio necessario per esplodere definitivamente. Finora 14 presenze ed un gol “tra i grandi” ma l’obiettivo è di fare molto, molto meglio. Le qualità per riuscirci, ci sono.

Meité all’alba dei suoi esordi: centrocampista di buoni doti atletiche e tecniche, prodotto del floridissimo settore giovanile dell’Auxerre, il classe 1994 ha esordito in Ligue 1 a soli 17 anni, attirando immediatamente le attenzioni dei grandi club. Arrivato a Torino nell’ambito dell’operazione Barreca-Monaco, Meité spera che il Toro lo aiuti a riconquistare la maglia della nazionale francese già vestita a partire dall’Under 16 e fino all’Under 20. A dimostrazione che la qualità non si discute.

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LA SORPRESA In molti disegnavano un radioso futuro per Soualiho

o

7

torino


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (3-5-2)

n.

Sirigu

IZZO

N’Kolou

Moretti

SORIANO De Silvestri

Baselli Berenguer

Rincon

Zaza

Belotti

All: Mazzarri (confermato)

“Abbiamo fatto la campagna acquisti che ci prefiggevamo, non abbiamo mai investito così tanto, Zaza lo seguivamo da tempo e con Belotti forma un attacco fantasmagorico”

giocatore

nazionalità

PORTIERI 1 Ichazo Salvador Uruguay 25 Rosati Antonio Italia 39 Sirigu Salvatore Italia DIFENSORI 34 Aina Ola Temitayo Nigeria 15 Ansaldi Cristian Daniel Argentina 36 Bremer Gleison Brasile 29 De Silvestri Lorenzo Italia 30 Djidji Koffi Levy Francia 99 Ferigra Erick Steven Colombia 5 Izzo Armando Italia 3 Lyanco Evangelista Brasile 24 Moretti Emiliano Italia 33 N’Koulou Nicolas Camerun CENTROCAMPISTI 28 Aramu Mattia Italia 8 Baselli Daniele Italia 21 Berenguer Alex Remiro Spagna 14 Iago Falque Silva Spagna 10 Ljajic Adem Serbia 7 Lukic Sasa Serbia 23 Meite Soualiho Francia 88 Rincon Tomas Venezuela 6 Soriano Roberto Germania ATTACCANTI 9 Belotti Andrea Italia 52 Butic Karlo Croazia 19 Damascan Vitalie Moldova 20 Edera Simone Italia 11 Niang M’Baye Senegal 27 Parigini Vittorio Italia 91 Zaza Simone Italia

data di nascita 26/01/1992 26/03/1983 12/01/1987 08/10/1996 20/09/1986 18/03/1997 23/05/1988 30/11/1992 07/02/1999 02/03/1992 01/02/1997 11/06/1981 27/03/1990 14/05/1995 12/03/1992 04/07/1995 04/01/1990 29/09/1991 13/08/1996 17/03/1994 13/01/1988 08/02/1991 20/12/1993 21/08/1998 24/01/1999 09/01/1997 19/12/1994 25/03/1996 25/06/1991

Cairo scudetto

coppa italia

7

5

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

3

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

0

55


SCOMMESSA UDINESE IlCome TEAM spesso è capitato negli ultimi anni, la formazio-

ne dell’Udinese è davvero un rebus, almeno alla vigilia del campionato, quando i giocatori sono ancora degli semi-sconosciuti pescati in giro per il mondo dall’ottimo servizio scouting friulano. Questa stagione, poi, inizia con la grande incognita di un allenatore anche lui praticamente ignoto ai più, anche a gran parte degli stessi addetti ai lavori. L’Udinese si affida alle sue certezze Barak, Fofana, De Paul e Lasagna, ai quali è stata aggiunta la gioventù e la qualità di Mandragora.

LA STELLA Nelle sue prime stagioni in bianconero Rodrigo De Paul

(classe 1994) ha mostrato alcune giocate da campione, ma non è mai riuscito a dare continuità alle sue prestazioni. C’è da risolvere anche l’annoso equivoco tattico che lo insegue da anni e che spesso condiziona i giocatori argentini definiti “volante”: centrocampista, trequartista, seconda punta, attaccante esterno? Al nuovo tecnico Julio Velazquez l’intrigante compito di dirimere la matassa e far fare il definitivo salto di qualità ad un potenziale “crack”.

ILRolando GIOVANE Mandragora ha le stigmate del fuoriclasse: il

giovane prodotto del settore giovanile del Genoa è stato il “colpo” del calciomercato dell’Udinese, che lo ha strappato ad agguerritissime concorrenti. I 20 milioni messi sul piatto dai Pozzo danno già la dimensione della fiducia che il club friuliano ripone sul 21enne di origini napoletane. Nella scorsa stagione a Crotone ha già fatto vedere qualità importanti, a Udine può crescere ulteriormente. Mancini e la Juve (che si è riservata l’opzione di riacquisto) osservano interessati.

ciatori, ma in questo caso non possiamo esimerci dal citare proprio quel Julio Velazquez arrivato sulla panchina dell’Udinese tra lo stupore generale. I Pozzo ci hanno abituati a scelte quanto meno coraggiose e inusuali, ma davvero in pochi si aspettavano che potessero affidare la guida tecnica ad un allenatore senza alcuna esperienza di calcio italiano (e di alto livello in generale). Dall’Alcorcon all’Udinese è davvero un salto triplo, al mister spagnolo il compito di zittire gli scettici.

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LA SORPRESA Finora ci eravamo concentrati esclusivamente su cal-

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5,5

UDINESE


così in campo

LA ROSA 2018/2019

Formazione tipo (4-3-3)

n.

Scuffet

Larsen

Fofana

Nuytinck TROOST-EKONG

MANDRAGORA

Lasagna

MACHIS

Samir

Barak

De Paul

All: Velazquez (nuovo)

“Ho scelto l’Udinese per conquistare la Nazionale, questo deve essere l’anno della mia consacrazione in Serie A. Essere l’acquisto più oneroso della storia del club è un onore”

giocatore

nazionalità

data di nascita

PORTIERI 40 Gasparini Manuel Italia 1 Musso Juan Agustin Argentina 88 Nicolas David Andrade Brasile 22 Scuffet Simone Italia DIFENSORI 17 Nuytinck Bram Olanda 4 Opoku Nicholas Ghana 7 Pezzella Giuseppe Italia 3 Samir Caetano Brasile 19 Stryger Larsen Jens Danimarca 18 Ter Avest Hidde Olanda 5 Troost-Ekong William Olanda 2 Waguè Molla Mali CENTROCAMPISTI 8 Badu Emmanuel Ghana 99 Balic Andrija Croazia 72 Barak Antonin Rep. Ceca 11 Behrami Valon Svizzera 98 Coulibaly Mamadou Senegal 77 D’Alessandro Marco Italia 10 De Paul Rodrigo Javier Argentina 6 Fofana Seko Costa d’Avorio 13 Ingelsson Svante Svezia 38 Mandragora Rolando Italia 14 Micin Petar Serbia 21 Pontisso Simone Italia ATTACCANTI 15 Lasagna Kevin Italia 16 Machis Darwin Venezuela 23 Pussetto Ignacio Argentina 91 Teodorczyk Lukasz Polonia 9 Vizeu Felipe Do Carmo Brasile

19/05/2002 06/05/1994 12/04/1988 31/05/1996 04/05/1990 08/11/1997 29/11/1997 05/12/1994 21/02/1991 20/05/1997 01/09/1993 21/02/1991 02/12/1990 11/08/1997 03/12/1994 19/04/1985 03/02/1999 17/02/1991 24/05/1994 07/05/1995 14/06/1998 29/06/1997 29/09/1998 20/03/1997 10/08/1992 07/02/1993 21/12/1995 03/06/1991 12/03/1997

Mandragora scudetto

0

coppa italia

0

supercoppa italiana

supercoppa EUROPEA

campionato serie b

0

0

2

mondiale per club

0

coppa delle coppe

Coppa UEFA/ EuROPA LEAGUE

0

0

champions league

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SERIE A

ione

I record della scorsa stag si ringrazia Tetractis

le reti DELLO SCORSO CAMPIONATO SQUADRA PARTITE totale media Attaccanti centrocampisti difensori Autoreti ATALANTA 38 57 1,5 16 31 10 0 BENEVENTO 38 33 0,87 19 9 3 1 BOLOGNA 38 40 1,05 24 10 3 3 CAGLIARI 38 33 0,87 14 16 3 0 CHIEVO 38 36 0,95 20 14 2 0 CROTONE 38 40 1,05 26 10 2 2 FIORENTINA 38 54 1,42 23 26 4 1 GENOA 38 33 0,87 17 13 1 2 HELLAS VERONA 38 30 0,79 12 11 7 0 INTER 38 66 1,74 33 22 9 2 JUVENTUS 38 86 2,26 47 25 10 4 LAZIO 38 89 2,34 35 39 12 3 MILAN 38 56 1,47 24 23 7 2 NAPOLI 38 77 2,03 41 19 13 4 ROMA 38 61 1,61 31 19 6 5 SAMPDORIA 38 56 1,47 40 13 3 0 SASSUOLO 38 29 0,76 21 4 3 1 SPAL 38 39 1,03 22 12 3 2 TORINO 38 54 1,42 21 24 8 1 UDINESE 38 48 1,26 17 21 7 3

I FALLI

I DRIBBLING

SQUADRA PARTITE FATTI SUBITI ATALANTA 38 482 485 BENEVENTO 38 487 467 BOLOGNA 38 470 491 CAGLIARI 38 599 482 CHIEVO 38 469 465 CROTONE 38 498 485 FIORENTINA 38 544 458 GENOA 38 552 495 HELLAS VERONA 38 495 423 INTER 38 448 414 JUVENTUS 38 433 508 LAZIO 38 430 375 MILAN 38 486 512 NAPOLI 38 340 390 ROMA 38 389 457 SAMPDORIA 38 419 503 SASSUOLO 38 478 573 SPAL 38 473 655 TORINO 38 566 536 UDINESE 38 520 404

SQUADRA PARTITE TOTALI RIUSCITI SBAGLIATI ATALANTA 38 371 268 103 BENEVENTO 38 388 239 149 BOLOGNA 38 330 242 88 CAGLIARI 38 249 177 72 CHIEVO 38 253 142 111 CROTONE 38 263 162 101 FIORENTINA 38 320 219 101 GENOA 38 323 221 102 HELLAS VERONA 38 327 226 101 INTER 38 358 256 102 JUVENTUS 38 385 296 89 LAZIO 38 382 248 134 MILAN 38 298 216 82 NAPOLI 38 364 254 110 ROMA 38 374 263 111 SAMPDORIA 38 275 192 83 SASSUOLO 38 317 190 127 SPAL 38 252 169 83 TORINO 38 471 300 171 UDINESE 38 243 171 72

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i c l a c l e d i i gigant Massimo Rastelli di Fabrizio Ponciroli

Una passione autentica per il calcio per Rastelli, uno che si è fatto da solo‌

IL RAGAZZO DI scafati

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a fortuna, Massimo Rastelli, se l’è andata a cercare. Nato a Torre del Greco, ma cresciuto a Scafati, è arrivato alla Serie A, prima da calciatore e poi da allenatore. Lo abbiamo incontrato, insieme alla sua bellissima consorte, a Castiglion Fiorentino, sede della XXII edizione del Premio Fair Play Internazionale Menarini. Tra i premiati, c’era anche Massimo. Ne abbiamo approfittato per saperne di più sul suo conto… Apriamo il libro dei ricordi. Come nasce la tua passione per il pallone? “Nasce da bambino. Giocavo con il pallone dalla mattina alla sera. Abitavo in un quartiere abbastanza tranquillo dove, all’epoca, c’erano pochissime macchine. Giocavamo sempre. Ricordo che, in estate, tornavo a casa anche a mezzanotte. Merito di un lampione che ci permetteva di fare anche le partite in notturna”. Chi era il tuo idolo quando eri ancora un ragazzino? “Guarda, a me piaceva molto Bruno Conti. In quel periodo, era davvero il massimo. Giocavo nel suo stesso ruolo. Poi avevo un debole anche per Laudrup. Direi che questi due sono stati i giocatori che più ho ammirato da piccolo”. Poi sei cresciuto e sei diventato professionista… Ma quando hai capito che avevi le doti per fare del calcio il tuo mestiere? “Ho sempre avuto il desiderio di giocare a calcio ma sapevo anche che non sarebbe fatto facile, soprattutto per uno come me che non ha fatto le giovanili in una squadra professionistica. Diciamo che ho fatto il percorso più difficile. Sono partito dalla Terza Categoria. Direi che quando sono approdato al Catanzaro, in Serie B (stagione 1988/89, ndr), ho capito che potevo davvero coronare il mio sogno, anche se ho sempre mantenuto i piedi ben saldi per terra”. Mi racconti i tre momenti, da calciatore, ai quali sei più legato? “Sicuramente il primo anno da professionista

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lc i giganti de Massimo Rastelli

a Catanzaro perché quello è stato un grande salto per me. Poi metto la vittoria del campionato di Serie B con il Piacenza. Una cavalcata bellissima, alla quale sono molto legato e poi direi la promozione in Serie B conquistata con l’Avellino, battendo il Napoli nei play-off con anche un mio gol. Aggiungerei anche la vittoria del campionato di Serie C2 con il Sorrento. Un’altra bella soddisfazione, considerato che la C1 mancava a Sorrento da circa 20 anni”. Hai giocato con tanti compagni di qualità, chi ti è rimasto nel cuore? “Vero, ho giocato con tanti giocatori di grande qualità. Mi ricordo, ai tempi della Lucchese, di Paci e Simonetta. Il primo sapeva smarcarsi come pochi altri e il secondo aveva tanta qualità. A Piacenza ho avuto la fortuna di giocare con Caccia, grandissimo attaccante con intuizioni incredibili, e con Stroppa, giocatore con tantissimo talento. E aggiungo Vierchowod. L’ho avuto, come compagno, a Piacenza. Aveva 40 anni ma era di una meticolosità e di una professionalità senza eguali. Un esempio per tutti”. Poi, appesi gli scarpini al chiodo, diventi allenatore. Era già scritto nel tuo destino? “No, sinceramente no. E’ normale che, quando superi i 30 anni, inizi, naturalmente, a ragionare da allenatore. Dai consigli e indicazioni ai compagni in campo. Poi, nel corso del mio ultimo anno da calciatore alla Juve Stabia, il presidente, che conoscevo dai tempi di Sorrento, mi ha offerto la possibilità di scegliere cosa fare e io ho capito che ero uno da campo e ho iniziato ad allenare”. Che tipo di allenatore è Massimo Rastelli? “Mi piace sperimentare. Ogni allenatore ha la sua visione del calcio. Personalmente, avendo avuto tante esperienze, ho imparato ad adattarmi ai giocatori che avevo e a scegliere il modulo che più esaltasse i giocatori che avevo a disposizione. Alla Juve Stabia, nel mio primo anno da allenatore, ho cominciato con il 4-4-2 poi mi sono spostato sul 4-2-3-1 poi, nel corso degli anni, ho sperimentato al-

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Sempre elegante e con una passione viscerale per il calcio

tre soluzioni, cercando sempre di migliorare, attingendo dalle esperienze passate. Non ho problemi anche a cambiare il modulo a gara in corso. Non ho nulla contro gli integralisti, a me piace cambiare in base alle esigenze”. Dopo tante esperienze in Italia, è giunto il momento di mettersi in gioco anche all’estero? “Mi piacerebbe molto perché credo che un’esperienza all’estero potrebbe arricchirmi molto, sia sotto il profilo umano che tecnico. C’è sempre da migliorarsi e imparare dagli altri”. Tra allenatori top del momento, chi stimi maggiormente? “Mi piace tantissimo Allegri. Quando guardo il suo modo di allenare, mi sento molto vicino al suo modo di vedere il calcio. E’ un tecnico che adora moltissimo sorprendere e fare scelte che, all’inizio, possono sembrare rischiose ma che, alla fine, portano grandi risultati”. Allegri, con questa Juventus, ha già vinto il campionato? “Sai, ogni campionato si vince sul campo e non sulle pagine dei giornali. E’ normale che la Juventus domina da sette anni ma credo che non sarà tutto scontato come si crede”. Ma come si gestisce un fenomeno come Cristiano Ronaldo? “Allegri ha dimostrato di saper gestire le pro-


UN PREMIO SPECIALE Tra i premiati della XXII edizione del Premio Internazionale Fair Play – Menarini c’era anche Massimo Rastelli. Insieme ad Antonio Di Gennaro, è stato insignito del riconoscimento Carriera nel Fair Play: “E’ sempre un onore ricevere dei premi ma, in particolare, sono orgoglioso di ricevere questo premio che ha un significato morale elevatissimo. Ho sempre cercato, sia da calciatore che da allenatore, di trasmettere un esempio positivo. Sono felice per questo prestigioso riconoscimento”, le parole del tecnico al termine dell’evento. Sempre accompagnato dall’incantevole moglie Giusi, Massimo si è concesso a tutti: “Credo sia importante il contatto con la gente e rispettare tutti. Ogni calciatore, anche il più famoso, dovrebbe sempre ricordarsi che, se è così famoso, il merito è dell’amore incondizionato dei tifosi e degli appassionati di calcio. Essere un esempio positivo deve far parte del DNA di ogni calciatore. Bisogna sempre ricordarsi che, soprattutto i bambini, vedono i loro beniamini come dei veri e propri idoli. Per questo è fondamentale dare, in ogni circostanza, il buon esempio”.

Credit Ufficio Stampa Premio Fair Play 2018

prie rose al meglio. Sono certo che lo farà rendere al meglio e saprà motivarlo e gestirlo nella maniera più opportuna. Parliamo di un calciatore che sa fare tutto in attacco. Lo puoi mettere ovunque. Allegri gli cucirà addosso il vestito migliore”. Oltre alla Juventus, chi ha i numeri giusti per far bene in questo nuovo campionato? “Direi che Inter e Roma si sono mosse piuttosto bene sul mercato e il Napoli ha ingaggiato un grande allenatore come Ancelotti. Credo che la Juventus avrà il suo bel da fare per restare al vertice del nostro calcio”. Tanti arrivi importanti quest’estate nel nostro campionato ma anche qualche addio rimarchevole, come quello di Alisson… “Guarda, sono sincero. Lo scorso anno Alisson mi ha impressionato. Ha fatto vedere cose pazzesche. è bravo a far tutto, è un portiere moderno. Mi spiace davvero tanto che sia andato via dalla Roma ma capisco anche le logiche del mercato. A quelle cifre, era impossibile trattenerlo. Comunque ci sono tanti altri grandi portieri”. Anche Buffon è andato altrove… “Discorso diverso. Buffon è andato a Parigi perché cercava altre motivazioni. Ha ancora una gran voglia di giocare, ha fatto la scelta giusta. Quando ti senti ancora un calciatore, è corretto continuare. Te lo dice uno che ha giocato per tanti anni, come Buffon praticamente (Ride, ndr)”. Mentre si chiacchiera, scopriamo che Massimo Rastelli ha un debole per i cani, in particolare per il suo labrador Mattia, amatissimo da tutta la famiglia, in particolare dalla moglie Giusi… “Fa parte della famiglia. Ha quattro anni, è una gioia averlo con noi. Mi hanno detto del suo arrivo mentre mi trovavo in ritiro ma, quando sono tornato a casa e l’ho visto, non ho resistito. è un giocherellone nato, non si ferma mai”. Ci si trasferisce anche sull’argomento cucina: “No, anche dopo aver smesso di giocare, sono uno che non esagera quasi mai a tavola. Non

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lc i giganti de Massimo Rastelli

64 Rastelli in gol con la casacca del Piacenza ai danni della Roma nel 1999 - Credit Foto: Liverani


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lc i giganti de Massimo Rastelli

CHE CARRIERA Massimo Rastelli si è dato un gran da fare per arrivare ai massimi livelli del calcio italiano. Inizia a giocare nelle categorie inferiori. Nel 1987 viene ingaggiato dal Solofra, società che milita in Serie D. Gli basta una sola annata per essere notato da Catanzaro con cui fa il suo esordio nella serie cadetta. Dopo 24 presenze e una rete con le Aquile del Sud, si trasferisce al Mantova. Poi, nel 1990, va alla Lucchese dove resta per ben sette stagioni, collezionando 222 presenze, con ben 50 reti all’attivo. Nell’estate del 1997 arriva, finalmente, la chiamata tanto attesa: il Piacenza lo porta in Serie A. Fa il suo esordio nel massimo campionato italiano il 31 agosto 1997: Piacenza-Milan 1-1. Entra, al 76’, al posto di Murgita. Da buon campano, segna, la sua prima rete in campionato, all’11.a giornata, proprio contro il Napoli (1-0, rete di Rastelli all’87’). Resta con i biancorossi fino al 2001, contribuendo, in maniera decisiva, alla risalita in Serie A dei Lupi (campionato cadetto vinto nella stagione 2000/01). Poi passa al Napoli dove si fa notare: 32 presenze, con sei reti all’attivo. Seguono due fugaci passaggi alla Reggina e al Como, prima dell’approdo all’Avellino dove resta per due stagioni (dal 2004 al 2006), conquistando la cadetteria grazie al successo, nei play-off, contro, guarda caso, il Napoli (segna anche un gol). Ha ancora le energie per giocare con Sorrento (fascia da capitano) e Juve Stabia, prima di chiudere la carriera da calciatore e cominciare quella da allenatore. La prima esperienza è proprio alla guida delle Vespe (2009/10) che riporta in Prima Divisione. Seguono le avventure a Brindisi e Portogruaro. Nel 2012 si siede sulla panchina dell’Avellino. Con gli irpini mostra di saperci fare. Arrivare sino alle semifinali play-off, eliminato solo dalla corazzata Bologna. Viene notato dal Cagliari che lo mette sotto contratto nell’estate del 2015. Al suo primo anno al comando dei sardi, riesce a conquistare la Serie A. Anche il successivo anno nella massima serie lo vede protagonista assoluto: chiude il torneo con 47 punti e l’11esimo posto in classifica. Nella stagione 2017/18, complici quattro sconfitte consecutive in un momento poco fortunato, viene esonerato. Ma la sua storia è appena cominciata…

Massimo Rastelli con il Direttore Fabrizio Ponciroli

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sono un grande amante dei dolci, per fortuna, anche se, alla mattina, mi piace fare colazione con una brioche, accompagnata da due tazze di caffè”. Siparietto terminato, si torna a parlare di calcio… Non ha intenzione di restare troppo fermo, dopo la fine del suo rapporto con il Cagliari, anche Massimo… “La voglia di tornare su una panchina è tanta. Credo di aver dimostrato, con i risultati conseguiti sia da calciatore che da allenatore, di avere una gran dedizione per questo lavoro. Mi auguro di rientrare al più presto, a me piace stare in campo ad allenare”. Siamo certi che, uno come Massimo Rastelli, sarà presto in sella per una nuova avventura. Quando parti da Torre del Greco e arrivi in Serie A, non hai paura di niente e nessuno…


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» RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

IL NUOVO CAMPO DI IDRO Al cospetto di due ospiti d’eccezione come Roberto Pruzzo e Beppe Baresi, in quel di Idro, comune in provincia di Brescia, è stato inaugurato il nuovo impianto sportivo comunale. Completamente riqualificato, con tanto di moderno abito in erba sintetica, l’impianto è stato realizzato grazie al finanziamento dei Fondi dei Comuni Confinanti (ex Odi), all’interno di un progetto più complesso studiato per il rilancio del turismo nel Comune idrense. Tantissime le presenze alla giornata d’inaugurazione, a conferma della buona riuscita del progetto, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale di Idro guidata dal sindaco Giuseppe Nabaffa. Le due superstar della giornata hanno trascorso del tempo a giocare con i tanti ragazzi presenti, tra autografi e consigli: “Questo tipo di progetti sono la conferma di come si possa fare di tutto, se c’è la giusta passione e motivate persone. E’ stato un piacere e un onore essere presente all’inaugurazione di un impianto che farà la felicità di tanti giovani ragazzi. Le infrastrutture moderne sono importantissime per dare un’occasione soprattutto ai giovani”, le parole dell’ex bomber della Roma Roberto Pruzzo. Gli fa eco l’ex bandiera nerazzurra Beppe Baresi: “Un progetto vincente. Vedere

così tanti ragazzi felici è davvero stimolante. Sarà un punto d’incontro per tanti giovani, una possibilità in più per crescere. Ho trovato tanto entusiasmo e persone competenti”, chiosa l’ex difensore. Il rinnovato impianto sportivo verrà gestito, come da accordi con l’Amministrazione comunale, dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo.


IO C L A C I D E I STOR Admiral Kit

di Gianfranco Giordano

LA NASCITA DEL MERCHANDISING La grande intuizione commerciale di Bert Patrick…

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entre a Londra si vedevano le prime minigonne e a Brighton Mods e Rocker se le davano di santa ragione, cominciava l’età d’oro del calcio britannico compresa tra la Coppa Rimet del 1966 e la tragedia dell’Heysel. Vent’anni in cui il calcio britannico dominò l’Europa grazie ad un mix di genio e sregolatezza, corse folli in campo e bevute altrettanto folli nei locali notturni, grinta e talento, capelli lunghi e basettoni e una serie di maglie bellissime che vestivano club e Nazionali. Christopher Cook e Harold Hurst fondarono nel 1908 a Leicester la società Cook & Hurst Ltd. per la produzione di calze, nel 1914 crearono il marchio Admiral per la produzione di una linea di biancheria intima. A metà anni ‘60 cominciarono a diffondersi nel Regno Unito i grandi magazzini, la Admiral distribuiva i propri prodotti tramite la piccola distribuzione e cominciò a registrare un calo delle vendite. Bert Patrick, che nel frattempo era diventato proprietario della società, decise di puntare sull’abbigliamento sportivo per superare la crisi, era convito che sull’onda del successo dell’Inghilterra nella Coppa del Mondo e con l’avvento della televisione a colori fosse il momento propizio per puntare sul calcio. Fino a quel momento le squadre di calcio indossavano divise di cotone più o meno pesante a seconda del clima, una maglia bianca andava bene per Inghilterra, Tottenham e Fulham, una rossa con collo bianco rappresentava Manchester United, Liverpool ed Aberdeen, una a righe verticali biancorosse simboleggiava Stoke City, Sunderland e Southampton. Le principali ditte di abbigliamento sportivo, che rifornivano i club da decenni, cominciarono a mettere un piccolo logo sulle maglie sul finire degli anni ‘60, senza però sfruttare la miniera d’oro che avevano in mano. Bert Patrick capì che i tempi erano maturi per avviare la produzione di kit personalizzati per i club, con l’intenzione di rendere le divise più

accattivanti ed iniziare la vendita ai tifosi, soprattutto quelli più giovani, di repliche esatte delle maglie che vedevano indossate il sabato pomeriggio dai loro eroi. Bisognava solo allacciare contatti con i manager dei club e convincerli ad avviare una collaborazione con la Admiral. Il primo contatto fu con Don Revie, il manager del Leeds United. La base operativa della Admiral era a Leicester città nella quale Revie aveva cominciato la carriera professionale come calciatore nel 1944 e dove aveva conosciuto sua moglie Elsie, figlia di Johnny Duncan manager del club. Revie aveva inoltre una mentalità piuttosto aperta riguardo al look delle divise, nel 1961 aveva cambiato le uniformi del Leeds United da gialloblù a completamente bianche, sperando di imitare i successi del Real Madrid, aveva fatto inserire dei fiocchetti colorati con i numeri dei giocatori ai calzettoni e nel 1973 aveva cambiato lo stemma del club, adottato lo smiley badge per rendere la squadra più simpatica ai tifosi più giovani. Patrick e Revie trovarono presto un accordo, si mormora che la Admiral avesse dato una mazzetta al manager, ma Patrick ha sempre smentito queste illazioni, a partire dal dicembre 1973 il Leeds United indossò divise con il logo dell’Admiral per un compenso di 7.000 sterline all’anno più premi in caso di vittorie nelle competizioni a cui partecipava la squadra. Il Leeds United all’epoca era uno squadrone che coglieva successi in patria ed in Europa, un gran colpo per la Admiral. Nel luglio 1974 Don Revie venne nominato commissario tecnico della Nazionale inglese, contattò Bert Patrick e gli suggerì di parlare con i vertici della FA per un eventuale contratto di sponsorizzazione. Le idee di Patrick vennero accettate ed il 30 ottobre 1974 l’Inghilterra sconfisse a Wembley la Cecoslovacchia per 3-0 con delle nuove e bellissime divise, maglia bianca con bordini e strisce rossoblù sulle maniche, pantaloncini blu con strisce laterali biancorosse e calzettoni bianchi con bordini rossoblù. Il contratto prevedeva, oltre alla for-

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STORIE DI C Admiral Kit

nitura del materiale, un pagamento di 15.000 sterline annue, il 5% sulle vendite del materiale sportivo ed un bonus in caso di vittoria in un torneo internazionale. Il passo successivo fu il Manchester United, squadra in crisi di risultati ma con un appeal incredibile sia in Inghilterra che all’estero. L’ostacolo principale era che i vertici del club volevano mantenere lo stile della maglia, Patrick si impegnò a disegnare una maglia classica ottenendo però di avere mano libera per la divisa alternativa e per le tute, dal gennaio 1976 i Red Devils scesero in campo con maglie marchiate Admiral. Questo contratto spalancò le porte del mercato asiatico ed australiano alla Admiral, ogni anno il Manchester United era impegnato in lunghe tournée precampionato dando una visibilità incredibile al marchio. Non andò a buon fine invece il tentativo di sponsorizzazione con il Liverpool, che si apprestava a diventare la squadra dominatrice del calcio inglese. Patrick sottopose a Bill Shankly il suo campionario, venne presto trovato un accordo tra il manager dei Reds ed il proprietario della Admiral, ma il board del club sconfessò Shankly ed annullò il contratto. Pochi mesi dopo Shankly lasciò il club. Nel 1976 il Galles organizzò una seduta di allenamento a Filber Street, stadio del Leicester City, Patrick approfittò dell’evento nella sua zona per allacciare un contatto con la federazione gallese, dal colloquio nacque il contratto che portò a vestire il Galles con le famose divise rosse con strisce gialloverdi sul davanti, i mitici tramline kits. Ormai la Admiral era entrata nel calcio britannico a vele spiegate, nel periodo tra la seconda metà degli anni ‘70 e la prima metà degli anni ‘80 molte squadre del Regno indossarono divise griffate con il logo della casa di Leicester. La diffusione virale delle maglie Admiral, vestite dai calciatori di centinaia di club e da migliaia di fans avvenne con il minimo sindacale di pubblicità, solo spazio sui giornali sportivi con le fotografie delle maglie indossate da modelle e calciatori. La miglior

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pubblicità la facevano i giocatori quando scendevano in campo con la scritta Admiral sulle tute, nel 1976 le finaliste di FA Cup erano Southampton, che vincerà la coppa, e Manchester United, qualche giorno prima della partita Patrick ricevette una telefonata dalla BBC nel corso della quale venne chiesto allo sponsor di togliere la scritta che campeggiava sul petto delle tute, alla fine di una lunga conversazione venne deciso che le scritte sarebbero state spostate sulla schiena per venire incontro alle richieste televisive. Quando le squadre entrarono in campo, dopo un’iniziale ripresa frontale le telecamere inquadrarono i 22 giocatori sfilare verso il centro del campo offrendo una lunga ripresa di spalle delle squadre inquadrando a lungo il nome dello sponsor. Una pubblicità inattesa e di impatto incredibile. Patrick ed i suoi collaboratori ebbero anche la geniale idea di fornire alle squadre le borse mediche con il logo aziendale, ogni volta che il massaggiatore entrava in campo per soccorrere un giocatore acciaccato poggiava la borsa a terra e la telecamera riprendeva a lungo il logo, queste borse andarono letteralmente a ruba nei campionati di ogni livello. Un’altra pubblicità inattesa quanto efficace arrivò dal Brasile, nel 1977 la Nazionale inglese giocò tre partite amichevoli durante una tournée in Sud America e Ronnie Biggs, l’organizzatore della celebre rapina al treno Glasgow-Londra dell’8 agosto 1963, si fece immortalare sulla spiaggia di Copacabana, il rapinatore era latitante in Brasile da anni, con la maglia dell’Inghilterra ed il logo Admiral in bella mostra. La Admiral rifiutò sempre contratti pubblicitari con calciatori, unica eccezione la sponsorizzazione di Peter Shilton che vestiva una divisa completamente bianca con un logo, contenente lo stemma Admiral e le iniziali del giocatore, creato ad hoc. Al momento di stilare il contratto tra la Admiral e i club o le nazionali venivano esaminati vari parametri, quali i recenti successi della squadra, il seguito di tifosi, la copertura televisiva, le aspettative di vendita


delle maglie ai tifosi e la disponibilità del club ad accettare divise più innovative e quindi più appetibili per i fans. Inoltre nel contratto c’era sempre un bonus a favore del club nel caso di successi nazionali o internazionali. La Admiral arrivò ad offrire un milione di dollari di Singapore alla nazionale di quel paese in caso di vittoria nella Coppa del Mondo del 1978, ovviamente Singapore non aveva nessuna possibilità di vincere la Coppa e neanche di arrivare alla fase finale, ma quando si sparse la notizia i giornali di mezzo mondo diedero spazio all’evento. Dopo aver invaso i campi di gioco britannici la Admiral cercò nuovi mercati all’estero, in Europa e negli altri continenti. Negli stati Uniti nel 1966, sull’onda dell’entusiasmo per i mondiali di calcio, venne fondata la North American Soccer League. Dopo i primi anni di scarso successo a metà degli anni ‘70, grazie all’interesse di grossi gruppi imprenditoriali ed al conseguente ingaggio di stelle straniere (Pelè, Cruyff e Best tra gli altri), la NASL conobbe un periodo di grande interesse sia negli Stati Uniti che all’estero, gli stadi erano pieni mentre i giornali e le televisioni davano ampio risalto alle partite. La Admiral si inserì in questo mercato arrivando per una stagione a fornire le proprie divise a tutte le squadre partecipanti al campionato, e fornendo molti club per diversi anni. La predisposizione americana allo sport-spettacolo si abbinava bene alle idee innovative di Bert Patrick, la sua ditta confezionò maglie molto belle e colorate che vendettero bene, purtroppo il fenomeno NASL crollò in fretta e anche la Admiral dovette ritirarsi dal mercato nord americano. In Europa la Admiral rifornì diversi club in tutto il continente, Eintracht Francoforte, Malmoe, Stella Rossa e Servette tra gli altri, le leggi restrittive presenti all’epoca in alcuni paesi come la Germania, la presenza massiccia di colossi come Adidas e Puma, la scarsa immaginazione di tanti dirigenti calcistici che non condividevano le idee e la voglia di cambiamento di Bert Patrick non permisero la diffusione che Admiral

Credit Foto: Admiral

aveva avuto nel Regno Unito. In Italia la Admiral rifornì diverse squadre, il Bologna era la più forte dell’epoca e sfoggiava come away kit la divisa dell’Inghilterra, tra le altre ricordiamo Monza, Cremonese, Livorno, Sanremese che giocava con la divisa del Coventry, Piacenza e Ascoli. Anche in Italia i tempi non erano maturi e la Admiral scomparve dal mercato. Nel 1980 venne lanciata una nuova divisa per la Nazionale Inglese che rimarrà legata al marchio di Leicester fino ai mondiali di Spagna, pochi mesi dopo i mondiali la Admiral - che nel frattempo soffriva l’inserimento nel mercato di colossi quali Umbro e Adidas - dichiarò bancarotta. Era finito un capitolo glorioso per la ditta ma anche per il calcio, negli anni seguenti altri marchi si affacceranno al mondo del merchandising sportivo producendo divise più o meno belle, ma il fascino degli Admiral Kit rimarrà inalterato nel tempo. Negli anni ‘70 la popolarità dell’azienda di Bert Patrick era talmente grande da provocare un’interrogazione parlamentare, presentata il 4 febbraio 1977 da Roy Hughes, contro i profitti troppo elevati dei produttori di abbigliamento sportivo che rovinavano i bilanci delle famiglie. Il marchio Admiral verrà rilevato da una nuova proprietà e continuerà a vestire squadre di calcio e di cricket, pur senza essere un’azienda leader del settore. Il brand è apparso, ad esempio, sulle casacche del Wimbledon.

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reportage MIDDLESBROUGH di Luca Manes, foto di Luca Manes

ALLA SCOPERTA DEL BORO Storia di una società di grande fascino, con tanti italiani protagonisti…

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ndiamo a Eindhoven, andiamo a Eindhoven, il Boro ce l’ha fatta, in una delle più belle notti della storia del calcio!”. Arrivando al Riverside Stadium dalla stazione di Middlesbrough non potete non imbattervi in un parcheggio costeggiato da un muro in mattoncini rossi con vergata questa scritta un pizzico enfatica. Per carità, se siete tifosi del Middlesbrough FC quelle parole al miele ci stanno tutte, eccome. Ricordano il momento più fulgido del cammino ultra-centennale del club biancorosso, quando nella primavera del 2006 il Boro raggiunse la finale di Coppa Uefa, in programma per l’appunto nella città olandese. Proseguendo il cammino in direzione dello stadio, il ricordo dei bei tempi andati, rappre-

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sentato dal vecchio cancello in ferro battuto trasportato qui dal defunto Ayresome Park e dalle statue dei campioni degli anni Trenta e Cinquanta George Hardwick e Wilf Mannion, si mescola con il simbolo del presente, l’arena moderna e spaziosa che dal 1995 fa da sfondo alle gesta dei ragazzi in rosso. Fu proprio al Riverside Stadium che si disputò quella semifinale pazzesca contro lo Steaua, il cui racconto è di quelli che va obbligatoriamente tramandato di generazione in generazione. Sconfitto per 1-0 all’andata a Bucarest, il Middlesbrough si ritrovò sotto di due reti al 24esimo minuto del match casalingo. Roba da abbattere un elefante, ma non una squadra inglese, dal momento che una delle cifre distintive del Beautiful Game sono sem-


LA MAGIA DI AYRESOME PARK The Turnstile (il tornello) e The Midfield (il centrocampo) sono i nomi di alcune stradine situate a poche centinaia di metri dal centro di Middlesbrough. Chiari segni che qui, una volta, sorgeva uno stadio. Girovagando in questo dedalo di viuzze costeggiate dalle classiche casette a due piani si trovano anche altri indizi dei fasti del passato. In uno dei rettangoli d’erba che separano il marciapiede e un’abitazione c’è un pallone di ferro, che sta lì a contrassegnare il punto dove si batteva il calcio d’inizio delle partite. In fondo al parchetto dove un paio di signori attempati portano a spasso i loro cani si innalza un lungo muro dipinto di bianco, sebbene la vernice ormai scrostata in vari punti lasci intravedere il rosso dei mattoncini di chiara epoca vittoriana. Decenni fa in quel punto sorgeva la Holgate End, la “curva” dei supporter locali. Insieme al vecchio cancello d’ingresso, il muro è l’unica reliquia dell’Ayresome Park. In quello che era uno dei vanti del calcio del Nord-Est inglese si è consumata una delle più grandi tragedie in termini sportivi della storia d’Italia. Il 19 luglio 1966 davanti a 17.829 spettatori – fu tra le gare meno seguite del Mondiale inglese – gli 11 presunti carneadi della sconosciutissima Corea del Nord sconfissero per 1-0 l’Italia allenata da Edmondo Fabbri e con stelle del calibro di Mazzola, Facchetti e Albertosi, buttandola fuori dalla Coppa del Mondo. Da quel giorno “Corea” è diventato sinonimo di umiliazione, vergogna, disfatta.

pre state le rimonte. Il Middlesbrough non fece eccezione, anche se per la verità servì un ragazzo italiano per ribaltare una contesa apparsa ormai compromessa. Servì Massimo Maccarone da Galliate che, spedito in campo subito dopo il raddoppio dei romeni, accorciò le distanze nello spazio di pochi minuti, donando al Boro una speranza. Al riposo la squadra di casa era ancora sotto nel punteggio, ma ben determinata a fare fuoco e fiamme nella ripresa. E così fu, visto che con uno sforzo collettivo che da queste parti

non dimenticheranno mai i tre gol necessari per il passaggio del turno si materializzarono a dispetto della strenua resistenza dei romeni. Nemmeno a dirlo, il gol decisivo fu opera di Maccarone, con una splendida incornata in tuffo su un cross del nazionale inglese Downing. Era l’89esimo minuto ed è facile immaginare che cosa accadde sugli spalti del Riverside Stadium, pieno nei suoi quasi 35mila posti. Delirio, esaltazione ed entusiasmo che tracimarono fino in Olanda per la finale, che però si tramutò in uno sgraditis-

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reportage MIDDLESBROUGH simo anticlimax. L’avversario, che rispondeva al nome di Siviglia FC, si rivelò troppo forte per i biancorossi. Approdati anch’essi all’appuntamento decisivo per il rotto della cuffia – gol del compianto Antonio Puerta nei tempi supplementari contro lo Shalke 04 – gli andalusi vinsero contro il Boro la prima delle loro cinque coppe Uefa/Europa League. Protagonista fu un altro italiano, Enzo Maresca, autore di una doppietta nel nettissimo 4-0 (divario più ampio nella storia delle finali a partita secca della competizione) maturato però nel finale – al 78esimo si era ancora 1-0. Va detto che la superiorità del team allenato da Juande Ramos fu netta in tutti i 90 minuti. Maccarone partì anche quella volta dalla panchina – entrò a inizio secondo tempo – e sebbene si procurò un paio di buone chance non incise sul risultato finale. L’arma non tanto segreta della compagine del nord-est dell’Inghilterra non riuscì a confermare il detto “non c’è due senza tre”, dal momento che l’impresa con lo Steaua aveva fatto seguito a un altro gol nei secondi finali di una combattutissima doppia sfida con il Basilea. La seconda stagione in Coppa Uefa di sempre del Boro si rivelò un percorso appagante quanto lungo e difficile. I colpi di scena a raffica iniziarono ancor prima dell’agone internazionale, poiché la qualificazione fu raggiunta

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solo grazie a un rigore parato all’ultimo minuto dal portiere australiano Mark Schwarzer in una sorta di spareggio contro il Manchester City. Poi in Coppa, oltre a quelle già citate, si registrarono vittorie di prestigio sullo Stoccarda e sulla Roma, eliminata agli ottavi da finale con un 1-0 casalingo e una sconfitta di misura all’Olimpico per 2-1, in cui risultò di fondamentale importanza un grande gol di testa del bomber Jimmy Floyd Hasselbaink. L’olandese faceva coppia in attacco con l’australiano Mark Viduka, piedi raffinati a dispetto di una stazza imponente. Altri nomi di spicco di quella squadra erano il sempiterno Schwarzer, i brasiliani Rochemback e Doriva (nel 1999-00 passato per la Sampdoria) e l’ex Lazio Gaizka Mendieta. Tra gli inglesi spiccava Gareth Southgate. L’attuale CT dell’Inghilterra si apprestava ad appendere gli scarpini al chiodo e a iniziare la carriera di allenatore proprio al Middlesbrough. Una parentesi iniziata benino, ma conclusasi con la caduta nel limbo della Championship che gli costò il posto. Se la prima parte degli anni 2000 fu contraddistinta dalla vittoria in Coppa di Lega (unico successo in una competizione nazionale dal 1876 a oggi) e dall’esaltante cavalcata in Coppa Uefa, gli anni successivi fecero registrare una fase di grande appannamento. La fugace apparizione in Premier nel 2016-17


TUTTI GLI ITALIANI Tra gli italiani, non c’è solo Big Mac Maccarone ad aver vestito la maglia del Middlesbrough. Prima di lui fu il turno addirittura di Fabrizio Ravanelli, strappato alla Juventus nell’estate del 1996 per l’allora cifrone di 7 milioni di sterline. Penna bianca inaugurò la sua carriera in Premier con il botto, rifilando una tripletta al Liverpool. Il suo rendimento in Inghilterra fu eccellente, nonostante una crescente insoddisfazione nei confronti del club e della città, non proprio tra le più belle e stimolanti del Regno Unito. Come visto, i 32 gol di Ravanelli collezionati in 50 presenze non evitarono una sanguinosa retrocessione. Curioso come, una volta partito per Marsiglia il buon Fabrizio, il testimone fu poi preso da Gianluca Festa, che a sua volta “lasciò il posto” a Maccarone. Questi ultimi due sono rimasti a lungo in riva al Tees, cinque stagioni l’uno dal 1997 al 2007. Se Festa sarà ricordato per la sua solidità e per un discreto bottino di reti per un difensore (12), Maccarone non riuscì a tenere fede alle grandi aspettative riposte su di lui. Segnò col contagocce (24 reti), finendo spesso in panchina o addirittura in prestito – Siena e Parma. Eppure era amatissimo dai tifosi anche prima degli exploit in Coppa Uefa, perché considerato un grande professionista, che dava sempre il 100 per cento in campo. E da quelle parti conta tanto, a prescindere dal risultato.

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reportage MIDDLESBROUGH rimane un’eccezione in un mare di stagioni in Championship. Non a caso la nostra visita è coincisa con un match infrasettimanale molto importante per la rincorsa ai play-off, finiti però con l’eliminazione in semifinale per mano dell’Aston Villa. Ma anche in Championship la dirigenza non ha lesinato a investire quattrini, un po’ come era accaduto verso la metà degli anni Novanta. In una singola estate arrivarono Ravanelli, Juninho ed Emerson (centrocampista granitico, come il suo omonimo ex Roma e Juventus). Non furono i soli, i giocatori stranieri approdati sulla Teeside furono ancora di più (anche un Branco in evidente sovrappeso), quasi a dettare la linea di quella che sarà la crescente esterofilia della Premier League. All’epoca sulla panchina del Boro sedeva Bryan Robson, ritenuto, purtroppo per lui a torto, uno degli allenatori più promettenti della sua generazione. Il 1996-97 fu una stagione vietata ai deboli di cuore. Il Boro si qualificò per le finali delle due coppe nazionali, perdendole però entrambe. La FA Cup se l’aggiudicò il Chelsea, con un celeberrimo gol di Roberto Di Matteo dopo 43 secondi dal fischio iniziale, mentre la Coppa di Lega sfumò ai tempi supplementari del replay contro il Leicester City. Delusione ancor più cocente in campionato, terminato con un’inaspettata caduta nella serie cadetta. Su quella clamo-

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rosa mazzata incisero molto gli sfiancanti cammini in coppa e tre punti di penalizzazione inflitti per non essere riusciti a giocare una partita contro il Blackburn. Un incidente di percorso subito sanato con un’immediata risalita e altre campagne di alto profilo, ricordate pure per altri acquisti di alto spessore – Alen Boksic e Christian Karembeu, tanto per citare due passati dalle nostre parti. Il miglior piazzamento in campionato, il settimo posto nel 2004-05 raggiunto come detto in maniera rocambolesca, valse di fatto anche la finale in Coppa Uefa e fu raggiunto grazie alla conduzione tecnica di Steve McLaren – a Robson era già stato dato il benservito. Gli ottimi risultati al Riverside Stadium regalarono a McLaren la chance della vita: il posto da allenatore dell’Inghilterra. Come al suo ex giocatore Southgate nelle semifinali dei recenti Mondiali, gli furono fatali i croati, con la differenza che contro la nazionale balcanica perse, in casa, la gara decisiva per la qualificazione a Euro 2008. Se Southgate ora agli occhi degli inglesi è lo stesso un eroe nazionale, il povero Steve diventò “lo scemo con l’ombrello”, perché ebbe pure la malaugurata idea di seguire la partita sotto un vistoso paracqua. Forse gli unici che non lo insultarono troppo furono i tifosi del Boro, memori di vibranti serate europee.



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ti i n i f o n o s Dove Mirko Taccola di Stefano Borgi

MIRKO

IL GRECO

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Credit Foto: Liverani


È stato il primo calciatore italiano a giocare in Grecia. Nel 1992 vince l’Europeo con l’Under 21, ma la gente lo ricorda per quel gol di Gullit nel derby...

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icordate il film: “Il mio grosso grasso matrimonio greco”? Anno 2002, record d’incassi, prodotto nientemeno che da Tom Hanks. Bene, ricorderete allora quanto fosse orgoglioso e fiero il capofamiglia Gus: di essere greco (in primis), di essere un rappresentante (in quel di Chicago) della Magna Grecia. Uomo tutto d’un pezzo, poco incline al compromesso, totalmente refrattario a qualsiasi aspetto che non riguardasse il mondo ellenico. Ecco... Mirko Taccola, nato a Calci in provincia di Pisa, incarna quel prototipo di persona: che non si piega, capisce ma non si adegua, che rinuncia a qualcosa pur di salvare onore e dignità. Proprio come Gus, greco dalla nascita e protagonista del film di cui sopra. Corre l’anno ‘98, il procuratore Imborgia prospetta a Mirko l’ipotesi Grecia, lui che ha da sempre il sogno di giocare all’estero... accetta (anni prima sfuma una trattativa che lo avrebbe portato in Inghilterra, al Middlesbrough). “Venivo da due anni alla Lucchese - racconta Mirko -. Il mio procuratore mi prospetta la possibilità di andare in Grecia, al Paok di Salonicco. Secondo lei, potevo rifiutare? Squadra storica, grande palmares, ottimo ingaggio. Accettai, anche se non conoscevo la lingua”. Appunto, come vi capivate? “Grazie al medico della squadra, che sape-

va l’italiano. E meno male, perché l’inizio fu tutt’altro che facile. Arrivo e come allenatore trovo Oleg Blokin (ex calciatore ucraino, Pallone d’oro nel 1975 ndr.) persona squisita, che dopo due partite viene esonerato. Subentra un certo Angelo Anastasiadis, e subito mi dice: ‘E tu chi sei? (eufemismo, in realtà gli dice di peggio ndr.) Con me non giochi, stai sicuro’. Al che mi alzo e a muso duro gli dico: ‘ascoltami, tra sei-sette partite sarò io il titolare’. Appunto: fiero, orgoglioso, determinato come Gus... “Vuol dire che era nel mio destino. Tra l’altro, ed è un primato al quale tengo particolarmente, sono stato il primo calciatore italiano che è andato a giocare in Grecia. Dopo di me Cirillo, Savini, Dalla Bona, Maresca... Ma il primo sono stato io”. E com’è finita con Anastasiadis? “È finita che, addirittura, mi offrirono metà ingaggio per andarmene subito. Ma io, per orgoglio, tenni duro. Poi ci fu un’amichevole contro una squadra bulgara, davanti a 10.000 persone, e lì ci fu la svolta. Feci un partitone, segnai anche un gol. E a quel punto feci una cosa che non ho mai fatto e che non avrei voluto fare: baciare la maglia sotto i tifosi. Le maglie vanno onorate, non baciate, ma quella volta lo feci apposta: mi arruffiano i tifosi, pensai, così ti faccio vedere. E tutti impazzirono per l’italiano che baciava la maglia. Mi urlavano: ‘ine trelos o italos’ (pazzo l’italiano ndr.) La domenica dopo si infortuna un difensore, e da lì non esco più”. Quando ha capito che sarebbe diventato un calciatore? “Io ho sempre pensato che sarei diventato un calciatore. Ho un diploma di ragioneria, ma di essere un ragioniere non mi è mai passato per la testa. Diciamo che sono un figlio d’arte: mio padre giocava libero nelle squadrette del pisano (Uliveto, Calci...) ed io lo seguivo ovunque. La passione è nata lì, seguendo mio padre”.

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dove sono

finiti?

Mirko Taccola Da libero a stopper, il passo è breve... “In verità nasco attaccante. Feci addirittura un provino nelle giovanili del Torino come centravanti. Solo dopo diventai un difensore. Mi cercò anche la Fiorentina, mi venne a vedere Egisto Pandolfini, un’istituzione come talent scout. Poi scelsi il Torino perché mi sembrava più organizzato”. A chi deve dire grazie Mirko Taccola? “Allora, partiamo dall’inizio. Io sono sempre stato rispettoso delle gerarchie, a differenza di altri sono orgoglioso di aver portato la borsa ai compagni di squadra più anziani. Per questo dico grazie a Mario Faccenda, difensore come me, che mi ha insegnato tanto. Anche fuori dal campo. E dico grazie a Lamberto Piovanelli, col quale mi sento ancora. Però se devo dirne uno sopra tutti, dico Romeo Anconetani”. Anconetani, un personaggio a 360°... “Anconetani era il padre padrone del Pisa. All’esterno poteva sembrare un po’ pittoresco, ma aveva due p... non quadrate, di più. E poi era un grandissimo talent scout: Dunga, Kieft, Bergreen, Chamot, Simeone... Gli dico grazie perché mi ha difeso nei momenti difficili. Come nel ‘91, quando sbagliai un Pisa-Casertana e l’Arena Garibaldi mi fischiò sonoramente. Io uscii distrutto, non mi aspettavo di essere contestato dalla mia gente. La stampa chiedeva a gran voce un nuovo difensore, Romeo invece si mise di mezzo e mi difese contro tutti. “Lui è il nostro difensore”, urlava con quella voce gracchiante. E così fu. Stetti fuori sei-sette partite, mi ripresi, e dopo non sbagliai più”. Ternana, Pescara, ancora Pisa, e poi il salto nella Milano (nerazzurra) da bere... “A Terni, in serie C, fu una bella palestra. A Pescara, con Mazzone, iniziai titolare. Poi venne Galeone e fui accantonato. Però, a Pe-

“...è la legge del calcio: fai bene per anni, e poi basta un errore” scara conobbi mia moglie Gabriella, quindi mettendo tutto sulla bilancia... non male direi. Poi il trasferimento all’Inter di Bagnoli, e forse lì feci un errore decisivo...” Si spieghi meglio... “Ci arrivai troppo presto: Zenga, Bergomi, Riccardo Ferri, Nicola Berti, Ruben Sousa, grandissimi calciatori... Non c’era spazio. Io avevo bisogno di giocare, ed invece feci appena sei presenze. Se poi di quelle sei ne sbagli una...” Mi faccia indovinare: derby di ritorno, Inter in vantaggio, pareggio di Gullit... “Si, si, quella lì... pareggio di Gullit su mio errore. Salii per metterlo in fuorigioco, e invece qualcosa andò storto. Ha presente Zenga con Caniggia? Ecco, oggi la gente si ricorda di me solo per quell’episodio. Purtroppo è la legge del calcio: fai bene per anni, e poi basta un errore...” Che successe dopo? “Successe che la stampa mi dette addosso, sembrava che per colpa mia si fosse perso lo scudetto (in verità, anche in caso di vittoria, l’Inter sarebbe rimasta distante dal Milan 5 punti ndr.) Io accusai il colpo anche psicologicamente, insomma... dopo cambiarono un sacco di cose”. Meno male che arrivò l’Under 21... “Fu una cosa improvvisa, ed ancora una volta devo ringraziare Anconetani. Romeo contava anche a livello federale, Maldini cercava uno stopper alto, forte di testa per marcare un certo Simpson. E così saltò fuori il mio nome. Io giocavo in Serie B nel Pisa, era squalificato Luzzardi, insomma... giocai una sola

Si ringrazia Panini per la gentile concessione delle immagini

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partita (la finale di ritorno contro la Svezia ndr.) ma sono comunque campione d’Europa”. E poi le Olimpiadi a Barcellona... “Esperienza indimenticabile. Soprattutto ricordo il villaggio olimpico, sembrava un mondo parallelo. Capitava di veder passare gente come Carl Lewis, oppure mangiare accanto a Ben Johnson... Peccato non feci in tempo a scendere in campo, perdemmo contro la Spagna padrona di casa e andammo a casa”. Di quella nazionale faceva parte Albertini. Mentre all’Inter ha conosciuto Zenga e Nicolino Berti. Personaggi, possiamo dire all’opposto... “Beh, Albertini era come lo vediamo oggi: pacato, riflessivo, non mi sorprende sia diventato dirigente federale. Gli altri due erano ragazzi che se la godevano. Nei limiti, si intende, però le porte per noi erano sempre aperte. Ricordo una sera, ero in compagnia di mia moglie, andammo in un privè. Insieme a noi arrivò Jovanotti, che non era ancora famosissimo, però... Insomma, la vuol sapere tutta? Noi entrammo, e Jovanotti restò fuori. Cioè, un calciatore dell’Inter, seppur non tra i più famosi, contava più di Jovanotti. Non so se mi spiego...” Dopo Milano, altre esperienze importanti: Napoli e Cagliari... “A Napoli c’era una situazione strana. Era il post-Maradona, ed ancora l’influenza del Pibe si sentiva. A Cagliari, invece, sono stato benissimo. Gente stupenda, anche se finì con la retrocessione. Tra l’altro il trasferimento a Cagliari fu “colpa” di Mazzone che mi chiamò mentre stavo per firmare per il Middlesbrough di Ravanelli. Con Mazzone ero stato bene a Pescara, e mi feci convincere”. Lei ha avuto grandissimi allenatori: se la sente di definire ognuno di loro con un aggettivo? “Mi faccia pensare... Osvaldo Bagnoli, la saggezza. Carlo Mazzone, vulcano controllato. Sembrava esplodesse da un momento all’al-

tro, ma poi si fermava in tempo. Gigi Simoni, un signore. Boskov, la simpatia fatta persona. Fascetti, un toscano autentico. Battuta sempre pronta, non arretrava di un passo”. Perché Mirko Taccola non è rimasto nel calcio? “Perché il mondo del calcio non fa per me. Compromessi, accordi, chi ti impone quello, chi ti impone quell’altro... Io sono uno spirito libero. No, non fa per me. Oggi gioco nel Barga, in terza categoria, mi diverto, mi pagano, cosa voglio di più? E nel tempo libero? “Ho due figli, Niccolò di 24 anni, Rebecca di 21. A Lucca, con mia moglie Gabriella, gestisco un negozio di giocattoli e comics...”

“Sono sempre stato rispettoso delle gerarchie, sono orgoglioso di aver portato la borsa ai compagni di squadra più anziani” A proposito, i bambini. La sua grande passione... “Si, lo può dire forte. Sono un sostenitore della fondazione ‘Cure 2 the children’, appena posso mi presto a giocare per beneficenza. E poi qualcuno ancora mi riconosce. O meglio, mi riconoscono i genitori. Domenica ero al mare, una bambina si avvicina, tutta timida, col padre tifoso interista che le dice: ‘questo signore ha giocato nell’Inter, è uno importante’... La bambina era al settimo cielo, io più di lei. È bellissimo vedere un bambino che si emoziona per il gioco del calcio. Però il gioco che dico io...” Mirko Taccola (documenti alla mano) è nato a Calci di Pisa il 18 aprile 1970. Ma per orgoglio, determinazione, senso della famiglia, amore per i bambini... siamo sicuri che non sia nato in Grecia?

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bocca del leone

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ANCELOTTI BASTA? Direttore Ponciroli, spero mi risponderà. Leggo sempre di lei e le chiedo da tifoso del Napoli se Ancelotti sarà abbastanza per vincere quello Scudetto che noi stiamo aspettando dai tempi di Maradona. Io credo che non sia abbastanza ma lei magari la pensa diversamente. Io vedo il Napoli da terzo posto, non di più. Grazie Severino, mail firmata Caro Severino, Ancelotti è una garanzia ma nessuno, da solo, è sufficiente per vincere lo Scudetto, neppure Cristiano Ronaldo. Il Napoli mi sembra una squadra molto forte. Ancelotti ha l’esperienza necessaria per rendere questo Napoli competitivo. Credo che, dopo la Juventus, sia tra le papabili a vincere il tricolore. Io credo in Ancelotti e, soprattutto, in questo Napoli. Ritengo che sarà divertente vederlo giocare…

ALISSON, CHE FOLLIA Egregio Direttore, sono sempre più schifato dai soldi che girano nel calcio. Alisson, un portiere che ha fatto una buona stagione e basta e che al Mondiale ha deluso, è stato pagato 75 milioni di euro. Ma stiamo scherzando? Ma quanto varrebbe allora un Buffon di 10 anni fa o un Tancredi al meglio della forma? Stiamo esagerando, sembra che non ci sia un limite all’indecenza di certi club. Fossi un presidente, lascerei questo calcio malato e gonfio di soldi. Anche i giornali. Più uno viene pagato tanto, più ne parlate. Non si fa così, è mancanza di rispetto nei confronti dei veri tifosi. Bisogna ribellarsi a tutto questo, si è perso il vero senso del calcio. Michele, mail firmata Ciao Michele, a dire il vero non ho ben capito perché hai voluto scrivere a me… Noi “non par-

liamo di mercato” ma la tua riflessione è comunque stimolante. Credo che il prezzo di un qualsiasi calciatore lo faccia il mercato. Nessuno ha obbligato il Liverpool a spendere, per l’esattezza, 62,5 milioni di euro (più 10 di bonus) per Alisson. Se li ha investiti, è perché ha ritenuto che il brasiliano valesse tanto. Non è possibile fare un paragone con le valutazioni del passato. Il calcio si è evoluto, così come le quotazioni dei calciatori. Non penso che si stia tradendo lo spirito del gioco perché, alla fine, se sei stato pagato 1, 10 o 100 milioni, alla fine, in campo, devi comunque andarci e, a quel punto, i soldi non contano nulla… SOLITO GIOCHINO Direttore, sono Carmine e, come sempre, le chiedo di fare i pronostici sul-

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di Fabrizio Ponciroli

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» RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Quando ho ricevuto il messaggio su WhatsApp che la Juventus aveva preso Cristiano Ronaldo ho acceso su Sport Italia e c’era lei. Stava complimentandosi con la Juventus per il grandissimo colpo. Ho capito che era tutto vero, è stato un momento emozionante, forse il più emozionante della mia vita. Ho 16 anni e ho sempre pensato che Cristiano Ronaldo fosse il top. Il mio regalo per quest’anno doveva essere quello di andare a Madrid a vederlo giocare e invece lo vedrò nella Juventus, la squadra del mio cuore. E’ stato incredibile, qualcosa di indescrivibile. Non ho mai provato tanta gioia, neanche per il primo Scudetto di Conte che ancora ricordo. Non vedo l’ora di vederlo dal vivo con la maglia della Juventus. E io che pensavo che fosse uno scherzo. Mattia, mail firmata

la nuova stagione. Chi vincerà lo Scudetto? Chi andrà in Champions League? Chi sarà la più delusa? Chi vincerà la Champions League e chi l’Europa League? Grazie in anticipo Carmine, mail firmata Eccomi Carmine… Come sempre non ne azzeccherò una ma ci provo. Lo Scudetto lo vincerà l’Inter ma solo perché la Juventus trionferà in Champions League. Si qualificheranno alla prossima Champions League, oltre all’Inter, la Juventus, la Roma e il Napoli. Ritengo che la Lazio possa avere qualche difficoltà quest’anno. Mi piacerebbe veder vincere l’Europa League dal Milan. Come vedi, sono per il Made in Italy…

di Cristiano Ronaldo fatta contro la Juventus. Perché non fate uno speciale su questo gesto tecnico. Quale è stata la più bella di sempre? Io voto quella di Van Basten contro il Goteborg. Lei ha una sua preferita? Grazie dell’eventuale risposta Piero, mail firmata Saluti Piero… In passato avevamo fatto uno speciale dedicato a questo sublime gesto tecnico.

Tralasciando la rovesciata di Holly (cartone animato), mi ricordo della “chilena” di Hugo Sanchez, leggenda del Real Madrid, contro il Logrones (10 aprile 1988). Se la vada a vedere magari su YouTube… Certo, quella di Van Basten non era affatto male ma quello di Sanchez mi è rimasta nella mente, forse perché, a quei tempi, fecero un servizio alla Rai sulla “chilena” del messicano che mi folgorò…

ROVESCIATE Direttore, innanzitutto complimenti per la rivista che leggo sempre con grande piacere. Mi è piaciuto molto lo speciale sugli stranieri in Italia, davvero ben fatto. In questi giorni mi sono sorbito, da milanista, mille e più volte la rovesciata

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IO C L A C I D E I STOR Speciale Intertoto di Luca Gandini

1° parte

INTERTOTO, LA COPPA DEI SENZA-COPPA 82 Credit Foto: Museo del Málaga Club de Fútbol


Seconda puntata del nostro viaggio alla riscoperta della Coppa Intertoto UEFA. Sfide vibranti sotto il solleone con le italiane spesso protagoniste.

2000: UDINESE, CELTA VIGO E STOCCARDA L’estate del 2000 è monopolizzata dal Campionato Europeo in Belgio e Olanda e vede ancora una volta ergersi a protagonista la Nazionale francese, che dopo il titolo mondiale conquistato due anni prima, è ora anche regina del vecchio continente. Esattamente come accaduto nel 1998, la Coppa Intertoto UEFA non vede però imporsi nessun club transalpino; anzi, per una curiosa coincidenza, ad aggiudicarsi il trofeo sono di nuovo una formazione italiana, una spagnola e una tedesca. La formula è ormai consolidata: 5 turni ad eliminazione diretta con sfide di andata e ritorno e 114 partite promuovono le 3 vincitrici al primo turno della Coppa UEFA 2000/01. Si parte il 17 giugno e si finisce il 22 agosto. Partecipano complessivamente 60 club in rappresentanza di 45 Paesi. L’Aston Villa, forte della Coppa dei Campioni conquistata nel 1981/82, è la società più blasonata, ma meritano attenzione anche i francesi del Lens, campioni nazionali nel 1997/98 e semifinalisti in Coppa UEFA nel 1999/2000, gli spagnoli del Maiorca, finalisti sconfitti dalla Lazio nella Coppa delle Coppe 1998/99, e la nobile decaduta Dinamo Tbilisi, compagine

De Canio ha trascinato l’Udinese al successo nel 2000

georgiana che vanta nel proprio palmarès la Coppa delle Coppe edizione 1980/81. Dopo i successi di Bologna e Juventus, l’Italia punta al tris iscrivendo Udinese e Perugia. Gli umbri hanno concluso al 10° posto l’ultimo campionato e sono una buona squadra. Hanno al centro della difesa quel Marco Materazzi che sarà trascinatore azzurro al Mondiale 2006 nonché pilastro dell’Inter morattiana; hanno sulla trequarti il russo Dmitri Alenichev, lo stesso che qualche anno dopo segnerà gol decisivi in finale di Coppa UEFA e Champions League con la maglia del Porto; hanno tutta la voglia di emergere dell’allenatore Serse Cosmi e di un manipolo di giovani prelevati dalle serie minori. L’esordio nel secondo turno dell’Intertoto è però subito da dimenticare. Dopo gli incidenti dell’anno prima, il “Renato Curi” è chiuso per squalifica; si gioca al

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ALCIO

STORIE DI C

Speciale Intertoto “Brianteo” di Monza nel disinteresse generale e così i rivali dello Standard Liegi, allenati dal celebre Tomislav Ivić, ne approfittano vincendo 2-1. Nella gara di ritorno in Belgio l’euforia del Perugia dura solo un tempo grazie al rigore di Alenichev; poi, nella ripresa, lo Standard agguanta l’1-1 che mette fine al breve volo del Grifone. Più convincente è invece l’avventura dell’Udinese. I bianconeri sono ormai da qualche anno presenza fissa in Coppa UEFA, tuttavia l’8° posto conseguito nel campionato 1999/2000 li costringe a partire dal terzo turno dell’Intertoto. Qui soffrono e non poco contro i danesi dell’Aalborg, che all’andata in casa si arrendono alla doppietta del bomber argentino “Pampa” Sosa, ma che al ritorno espugnano il “Friuli” con un decoroso 2-1 che promuove comunque in semifinale la squadra di Gigi De Canio. Nemmeno il blasone dell’Austria Vienna, società già detentrice di 21 titoli nazionali, stavolta impensierisce l’Udinese, che con un 3-0 complessivo archivia la pratica senza troppi problemi. La semifinale di lusso è però quella che vede l’Aston Villa inchinarsi al Celta Vigo, brillante formazione spagnola che nell’ultima Coppa UEFA ha raggiunto i quarti di finale dopo aver superato nettamente agli ottavi la Juventus. I galiziani sono perciò i candidati alla vittoria e difatti in finale hanno la meglio anche sui russi dello Zenit San Pietroburgo. Ironia della sorte, due dei migliori giocatori del Celta sono proprio russi, l’ala destra Valeri Karpin e il geniale trequartista Aleksandr Mostovoj. Fa festa anche lo Stoccarda. Il club tedesco, già medaglia d’argento nell’edizione 1997/98 della Coppa delle Coppe alle spalle del Chelsea, dopo aver superato al secondo turno il Neuchâtel Xamax, al terzo turno il Lens e in semifinale lo Standard Liegi, in finale affronta l’insidioso Auxerre del campione del mondo Stéphane Guivarc’h e dei giovanotti terribili Philippe Mexès, Olivier Kapo e Djibril Cissé. L’andata in Francia è però subito decisiva, poiché lo Stoccarda trova il prezioso 2-0 che

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Nel 2002 vittoria del Fulham con Van Der Sar tra i pali

in pratica chiude il discorso, visto che al ritorno in Germania l’1-1 è di fatto ininfluente ai fini del successo finale. I gioielli della squadra sono il portiere Timo Hildebrand, destinato alla Nazionale, e l’esperto regista bulgaro Krasimir Balakov. Conquista il trofeo anche l’Udinese, al termine di due finali da cardiopalma con il Sigma Olomouc. In Repubblica Ceca i padroni di casa si portano sul momentaneo 2-0, ma i friulani non demordono e raggiungono il pareggio grazie al belga Johan Walem e al solito Sosa. Al ritorno l’Udinese può finalmente schierare la sua stella, il centrocampista Stefano Fiore, appena rientrato dall’Europeo con la Nazionale, tuttavia la gara rimane in bilico fino al 91°, quando un’autorete del ceco Tomáš Ujfaluši, futuro difensore di Fiorentina e Atlético Madrid, regala ai bianconeri l’insperato 2-2. Nei


supplementari sono gli uomini di De Canio a dare il colpo di reni vincente, con il puntuale centro di Sosa e con il poderoso colpo di testa di Massimo Margiotta in un “Friuli” in visibilio. Peccato che poi in Coppa UEFA la marcia dell’Udinese si arenerà già al secondo turno contro i greci del PAOK Salonicco. Farà meglio il Celta Vigo, eliminato solo ai quarti di finale dal Barcellona di Xavi e Rivaldo. Lo Stoccarda, dal canto suo, saluterà la Coppa agli ottavi, estromesso proprio dalla spumeggiante formazione galiziana.

2001: ASTON VILLA, TROYES E PSG I successi del Valencia nel 1998 e del Celta Vigo nel 2000 non sono bastati per far sbocciare l’amore verso la Coppa Intertoto. Nel 2001, infatti, la Spagna non iscrive nessun club alla manifestazione estiva. Anche l’entusiasmo dell’Italia, nonostante il trittico di vittorie centrato da Bologna, Juventus e Udinese, è piuttosto contenuto, visto che solo il Brescia decide di partecipare. Per il club lombardo, 8° nell’ultimo campionato di Serie A, è l’esordio assoluto nelle competizioni UEFA, ma sia il debutto nel terzo turno contro gli ungheresi del Tatabánya che la semifinale contro i cechi del Chmel Blšany vengono superati senza grossi problemi e consentono così di guardare con fiducia alla difficile finale con il Paris Saint-Germain. Anche perché, dopo aver schierato una formazione rimaneggiata nelle prime 4 partite, mister Carletto Mazzone decide di puntare sull’immensa classe di Roberto Baggio e sulla vena realizzativa di Luca Toni sin dal primo minuto nella sfida di andata al “Parco dei Principi”. Il PSG ha una rosa complessivamente più attrezzata, con l’affidabile coppia difensiva formata dagli argentini Gabriel Heinze e Mauricio Pochettino e con il fantasista nigeriano Jay-Jay Okocha ad ispirare il sempre temibile Nicolas Anelka. Il vero fenomeno della squadra è in realtà il brasiliano Ronaldinho, il quale però non è stato iscritto nella lista UEFA ed è per-

ciò inutilizzabile in Intertoto. Lo 0-0 di Parigi favorisce i francesi, che al ritorno possono anche accontentarsi di un pareggio con gol. I 24mila del “Rigamonti” credono però all’impresa e non smettono di sostenere il Brescia nemmeno quando al 74° il destro vincente di Aloísio sembrerebbe tarpare le ali alle Rondinelle. Pochi minuti dopo Baggio trasforma il rigore dell’1-1, ma purtroppo per gli uomini di Mazzone il sogno della rimonta si infrange sul maggior blasone degli avversari. Il Brescia conclude il torneo da imbattuto, ma in Coppa UEFA va il Paris Saint-Germain, in un’avventura in realtà non esaltante perché interrotta ai sedicesimi dai Rangers. Belle anche le altre finali. Gli inglesi dell’Aston Villa, forti dell’esperienza del leggendario portiere danese Peter Schmeichel, del lunatico asso francese David Ginola e dell’emergente bomber colombiano Juan Pablo Ángel, regolano con un complessivo 5-2 il Basilea, compagine che nel 2001/02 si consolerà vincendo campionato e Coppa di Svizzera. I sorprendenti francesi del Troyes, alla prima esperienza internazionale, beffano invece il Newcastle dopo un clamoroso 4-4 conseguito sul campo degli inglesi nella gara di ritorno. Per i Magpies allenati da Bobby Robson l’epilogo sarebbe stato probabilmente diverso se avessero avuto a disposizione il bomber Alan Shearer, costretto invece a saltare tutto il torneo a causa di un infortunio. Il Troyes va dunque dritto in Coppa UEFA, ma non farà molta strada, visto che al secondo turno dovrà cedere agli inglesi del Leeds. Il già citato Aston Villa, invece, deluderà ancora di più, uscendo già al primo turno contro i croati del Varteks.

2002: FULHAM, STOCCARDA E MÁLAGA Per la prima e unica volta nella storia della Coppa Intertoto UEFA, l’Italia si presenta con 3 club, Bologna, Perugia e Torino, piazzatisi rispettivamente al 7°, all’8° e all’11° posto nell’ultimo campionato. Sono buone squadre

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ALCIO

STORIE DI C

Speciale Intertoto che potrebbero anche lottare per la vittoria. Il Bologna di Francesco Guidolin, con in attacco assi come Beppe Signori e Julio Cruz e in porta il veterano Gianluca Pagliuca, arriva a giocarsi la finale dopo aver eliminato d’autorità al terzo turno i bielorussi del BATE Borisov e in semifinale i cechi del Teplice. L’avversario dell’ultimo atto, il Fulham del magnate Mohamed Al-Fayed, all’esordio nelle competizioni UEFA, sembrerebbe alla portata dei felsinei, i quali però al “Dall’Ara” non sanno andare oltre il 2-2. Al ritorno a Londra, Edwin van der Sar e compagni ringraziano lo scatenato giapponese Junichi Inamoto, che con una strepitosa tripletta vanifica la rete bolognese di Tomas Locatelli. È invece tradito da un sorteggio malandrino il Perugia di Serse Cosmi. Nell’esordio al terzo turno i forti tedeschi dello Stoccarda si impongono con un secco 3-1 già all’andata in Germania. Al ritorno sul campo neutro di Bolzano (il “Curi” è ancora squalificato), il futuro eroe dell’Italia campione del mondo Fabio Grosso, l’estroso fantasista Fabrizio Miccoli e il prolifico attaccante ex Juventus Nicola Amoruso le provano tutte, ma l’inutile 2-1 segna l’ennesima delusione europea del Grifone. Per la grande riscossa, i tifosi umbri dovranno attendere la torrida estate 2003. E il Torino? Il Torino è già in pista a inizio luglio, con il secondo turno superato senza infamia e senza lode a spese degli austriaci del Bregenz. Il difficile per gli uomini di Giancarlo Camolese arriva nel terzo turno contro l’ambizioso Villarreal. I gol di Gianluca Comotto e Marco Ferrante illudono i granata al “Delle Alpi”, ma al ritorno in Spagna il Sottomarino Giallo agguanta il 2-0 che porta la sfida ai supplementari e poi ai rigori. Qui, il giovane Pepe Reina neutralizza i tentativi di Ferrante e di Daniele Delli Carri e per il Toro è notte fonda. A peggiorare ulteriormente le cose, a fine stagione arriverà pure una disastrosa retrocessione in Serie B. Nella finale tutta spagnola con il Málaga, il Villarreal si inchina alla squadra allenata

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dall’ex centravanti della Grande Inter Joaquín Peiró, che può contare su due vecchie conoscenze del Cagliari, il panamense Julio César Dely Valdés e l’uruguayano Darío Silva. Così come il già citato Fulham, anche il Málaga è all’esordio nelle competizioni europee, ma mentre per gli inglesi la Coppa UEFA 2002/03 sfumerà già ai sedicesimi di finale, gli andalusi sfioreranno l’impresa uscendo ai quarti, e solo dopo i calci di rigore, contro i portoghesi del Boavista. Vince quest’edizione (e sono 2 successi complessivi) anche lo Stoccarda, che dopo aver domato nell’ordine Lokeren, Perugia e Slaven Belupo, in finale liquida anche il Lille grazie al provvidenziale 2-0 del ritorno firmato dal solito Krasimir Balakov e dal promettente bomber Kevin Kurányi. In Coppa UEFA i tedeschi non andranno oltre gli ottavi, ma in Bundesliga centreranno un ottimo 2° posto alle spalle del Bayern Monaco.

2003: PERUGIA, VILLARREAL E SCHALKE 04 Grandi novità in questa torrida estate 2003. In primo luogo il nuovo trofeo assegnato ai vincitori dell’Intertoto: la mini-coppetta consegnata alle squadre campioni tra il 1995 e il 2002 è da quest’edizione sostituita da un altrettanto elegante targa. Inoltre, a seguito dell’adesione alla UEFA della Federcalcio kazaka, le partecipanti salgono da 60 a 61. La formula rimane però invariata: i soliti 5 turni eliminatori in programma tra fine giugno e fine agosto promuovono in Coppa UEFA le 3 regine dell’estate. Aumenta solo il numero delle partite complessive, da 114 a 116, visto che nel primo turno è previsto un accoppiamento in più. Fa notizia l’assenza delle inglesi, ma le francesi e le tedesche (con 3 club iscritti a testa) e le spagnole e le italiane (rappresentate rispettivamente da Racing Santander e Villarreal e da Brescia e Perugia) rispondono presente e godono dei favori del pronostico. Il Villarreal, in particolare, schiera una squadra con ottime individualità


come il portiere Pepe Reina, l’esterno destro campione del mondo col Brasile Juliano Belletti, lo stopper argentino Fabricio Coloccini, il centrocampista Marcos Senna, brasiliano di nascita ma futuro re d’Europa con la Spagna nel 2008, e il temibile attaccante Sonny Anderson, pure lui brasiliano. È una marcia trionfale, quella degli spagnoli, che al terzo turno superano un deludente Brescia, in semifinale i cechi del Brno e in finale gli olandesi dell’Heerenveen. Anche la successiva avventura in Coppa UEFA confermerà il valore del Sottomarino Giallo, con l’approdo in semifinale, poi persa contro i futuri vincitori del Valencia, dopo un esaltante successo sulla Roma di Fabio Capello, Francesco Totti e Antonio Cassano agli ottavi. Positiva anche la Coppa Intertoto delle tedesche: il Werder Brema esce in semifinale ma si consolerà

Fabio Grosso ha vinto l’edizione 2003 con la casacca del Perugia

vincendo la Bundesliga e la Coppa di Germania 2003/04; il Wolfsburg cede solo in finale al Perugia, mentre lo Schalke 04 centra la vittoria. Per la compagine di Gelsenkirchen, allenata da un fuoriclasse della panchina come Jupp Heynckes e trascinata dalle prodezze dell’attaccante della Germania vice-campione del mondo, Gerald Asamoah, si tratta del secondo titolo internazionale dopo la Coppa UEFA strappata all’Inter nel 1996/97. Molto meno brillante sarà invece la partecipazione alla Coppa UEFA 2003/04, con l’addio già al secondo turno a opera dei danesi del Brøndby. Dopo le delusioni delle edizioni 1999, 2000 e 2002, fa finalmente festa anche il Perugia, che coglie un meritato successo totalizzando 5 vittorie su 6 partite giocate, con 8 gol fatti e nessuno subito. Dopo il facile esordio del terzo turno con i finlandesi dell’Allianssi, regolati con un doppio 2-0, gli uomini di Serse Cosmi sorprendono in semifinale i francesi del Nantes, a cui non basta il carisma del difensore colombiano Mario Yepes: l’1-0 centrato in trasferta grazie al gol di Marco Di Loreto è sufficiente per mandare il Grifone in finale. Nemmeno il Wolfsburg del reclamizzato talento argentino Andrés D’Alessandro spaventa gli umbri, che già nell’andata del “Curi” la spuntano di misura con il colpo di testa vincente dell’attaccante inglese Jay Bothroyd. Il ritorno in Germania è trionfale: il futuro campione del mondo Fabio Grosso e il futuro re d’Europa con la Grecia Zisis Vryzas sono inarrestabili; capitan Giovanni Tedesco e il giovane Emanuele Berrettoni segnano un gol per tempo e così, tre mesi dopo la finale di Champions League tra Milan e Juventus, il calcio italiano può applaudire anche il piccolo capolavoro del Perugia. Una soddisfazione che per il club di Luciano Gaucci rappresenterà però il canto del cigno, visto che in Coppa UEFA arriverà una prematura eliminazione ai sedicesimi e in campionato un’inaspettata e dolorosa retrocessione in Serie B. Fine seconda parte

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c l a c l e d i n i bido Hugo Enyinnaya di Thomas Saccani

18 dicembre 1999, il Bari batte l’Inter con Enyinnaya protagonista ma…

L’AMICO DI CASSANO Credit Foto - Liverani

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vete presente il film “Sliding Doors”? È un film che focalizza l’attenzione sul destino e su quanta incidenza abbia, nella vita di una persona, una singola scelta… Con la mente dobbiamo tornare al 18 dicembre 1999. Il Bari ospita, al San Nicola, la corazzata Inter allenata da un certo Lippi e guidata, in avanti, dal temibile duo Vieri-Zamorano. Fascetti, complice il forfait dell’intero attacco titolare (out Osmanovski e Masinga), manda in campo due ragazzini. Uno è Antonio Cassano, l’altro risponde al nome di Hugo Enyinnaya. Il primo non è ancora maggiorenne, il secondo ha raggiunto l’età adulta da qualche mese. Quella partita è diventata leggendaria. I biancorossi l’hanno vinta 2-1 con le due reti baresi firmate proprio dai due giovinastri. Il giorno seguente, la Gazzetta dello Sport, apre con un “Fenomeni a Bari” che la dice lunga sull’eco che ha avuto la grande prova dei due giovanissimi prospetti pugliesi. Tuttavia, se Cassano, grazie al gol rifilato all’allora portiere nerazzurro Peruzzi, è entrato, di diritto, nel gotha del calcio, per Hugo la strada del successo si è rivelata impervia e assolutamente impraticabile. Il nigeriano, acquistato dall’allora ds pugliese Regalia dall’Anderlecht per circa 100 milioni di vecchie lire, ha fatto a pugni col destino. Il suo meraviglioso gol all’Inter (una sassata da circa 40 metri) avrebbe potuto aprirgli le porte del grande calcio ma non è stato così. A causa di una serie di infortuni (e, probabilmente, di mezzi tecnici non all’altezza delle aspettative), Hugo non è più riuscito a brillare come in quel mitico match. In tre anni in biancorosso, solo 28 presenze con la miseria di tre reti. La musica non cambia sia Livorno che a Foggia. Enyinnaya non decolla, anzi sprofonda nell’anonimato. Di lui si perdono le tracce. Finisce in Polonia. Prima firma con il Gornik Zabre, club della massima serie polacca con cui gioca solo una mancia-

ta di partite (“Non ho capito cosa c’era scritto sul contratto”, spiegherà in seguito). Il motivo dell’addio? Non lo pagavano e, sue parole, gli lanciavano le banane… Si trasferisce nella Seconda Divisione polacca, al Lechia Zielona Góra. Segue un’esperienza, sempre in Polonia, con l’Opra Opole. Mette insieme anche un discreto numero di reti (31 in due annate) ma non è proprio ciò che stava cercando per rilanciarsi a certi livelli. Ha nostalgia dell’Italia, di quel Paese che, in una fredda serata di dicembre, l’aveva osannato come un vero campione. Fa di tutto per regalarsi un’altra chance in Italia ma la fortuna non è mai dalla sua parte. Tante squadre minori, poche gioie (c’è anche l’amara esperienza del fallimento del Meda nel suo curriculum). Nel 2010 torna protagonista ma come ospite del programma televisivo Gnok Calcio Show. È il segnale che la sua avventura italiana non è destinata a durare oltre. Decide di fare nuovamente le valigie ma, questa volta, per tornare in Nigeria, il suo Paese natale, là dove era partito alla volta dell’Europa con tanti sogni nel cassetto, sogni rimasti tali. Di fatto, non si hanno più sue notizie (si vocifera che si sia ritirato da tempo ma, in realtà, è una sorta di fantasma)… Ciccio (così era chiamato ai tempi del Bari) non ha avuto fortuna. In quel 18 dicembre 1999, un ragazzino è diventato una star (FantAntonio), l’altro si è perso per sempre (Ciccio)… Colpa di un gol strepitoso che ne ha condizionato l’intera carriera: “Credo con quel gol di essere entrato per sempre nei ricordi dei tifosi baresi. Mi ha portato tanta gioia e mi ha fatto guadagnare anche un po’ di soldi. Però, non mi piace rivederlo e nemmeno ricordarlo. È un misto di amore e odio. Penso a quello che, forse, poteva essere il mio destino e che invece non è stato. Sono stato troppo impulsivo nelle mie scelte e l’ho pagato”, dirà, al Secolo XIX, 10 anni più tardi… Sliding Doors.

Si ringrazia Panini per la gentile concessione delle immagini

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Genoa - Sampdoria di Luca Savarese

MILITO - SAMP 3-1 3 maggio 2009, derby di ritorno… Quella volta che il Principe fece le cose in grande…

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olo il mare ed i marinai possono davvero comprendere il Derby della Lanterna. Genova, terra di approdi, acque mai ferme, gente che salpa, tradizioni che arrivano, sempre sotto lo sguardo vigile di quel faro portuale, detto appunto Lanterna, 77 metri di altezza, di dominio, di veglie e sguardi. E sotto quel faro quante vite, quante storie. Sì perché puoi scegliere se guardare quella Lanterna con occhi rossoblù/grifone oppure vederla con sguardo sampdoriano/blucerchiato. Benvenuti nel cuore del Derby della Lanterna. Qui c’è aria di mare, qui c’è un mare di avventure. Il primo che si registra in città ha una data: 3 novembre 1946. Al Luigi Ferraris accorrono 45mila spettatori. C’è addirittura uno che nessuno si aspetta: magari è facile trovare un ex giocatore, un allenatore ma ad un certo punto, prima che la partita ha inizio, nella zona riservata alle autorità, si scorge Enrico De Nicola, proprio lui, primo presidente della neonata Repubblica Italiana. Cosa disse il campo? Bhè, fu un trionfo blucerchiato netto. Segnarono Baldini, Frugali e Fiorini. Ma, al termine della partita, accade una cosa particolare, l’ala genoana Verdeal va spontaneamente

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verso l’autore del vantaggio doriano, Giuseppe Baldini, lo guarda, lo rispetta, gli stringe la mano. Fu una scena di Fair Play ante litteram, nessuno poteva prevederla. Il pubblico di fede rossoblù applaude a Juan Carlos Verdeal, da Puerto Madryn, Patagonia argentina. Il Genoa, aveva preso tre sonori schiaffoni dai cugini doriani ma, in quell’ultimo frangente, aveva vinto lui, riuscendo ad andare, da vinto, con coraggio e lealtà, a stringere la mano al vincitore. Il Genoa trovò un nuovo simbolo. Il gesto non passò inosservato. Il carisma generoso di Verdeal riuscì addirittura a folgorare un bimbo di sette anni che era allo stadio in occasione di un Genoa-Torino: altra sconfitta per il grifone ma una vittoria per quel bimbo, che scelse di diventare da lì e per il resto dei suoi giorni, tifoso genoano. Quel bimbo era Fabrizio De Andrè. Ma anche la fazione blucerchiata ha avuto i suoi cantori: come Paolo Villaggio, che sperava che la sua Samp non facesse figure alla Fantozzi. Popolo e arte, porto e caruggi, persino la cattedrale di San Lorenzo, nella sua maestosità, vive sapori da stracittadina. Il Derby della Lanterna non si può quindi che leggerlo così, tra note e colonne sonore, strim-


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Genoa - Sampdoria

pelli di sfottò. Nella cartella dei numerosissimi derby balza all’occhio uno. Guarda un po’, il protagonista è un altro argentino, come Verdeal nel primo derby. Ma, in questo caso, non dovette complimentarsi con nessuno, perché tutto il Genoa cadde, innamorato ed ebbro, ai suoi piedi. Prima di essere stato l’eroe del Triplete nerazzurro, Diego Alberto Milito, detto il Principe, è stato il paladino di una tripletta, unica, rara, che ancora vibra benedetta tra i quartieri rossoblù ed ancora si sente, ferita maledetta, tra le zone blucerchiate di Zena. 3 maggio 2009, sono passati 63 anni da quel primo derby, eppure, ogni derby sembra ed in qualche modo è, il primo in assoluto. Nelle gare precedenti la Samp aveva impattato per 3 a 3 contro il Cagliari, mentre il Genoa era reduce dalla sconfitta, all’inglese, colta in quel di Bologna. Il Genoa stava lottando per un posto, storico, in Uefa, la Samp veleggiava, appagata nella seconda metà della classifica. Preziosi e il figlio mettono su una rosa competitiva, c’è un grimaldello italo-brasiliano in mezzo al campo, arriva dall’Atletico Madrid, si chiama Thiago Motta. C’è un puntero argentino che col Genoa ha già giocato dal 2003 al 2005 in B, e che con la maglia del Real Saragozza ha fatto incetta di gol. Poi sono rimasti tanti pilastri come Rubinho tra i pali, Milanetto a calibrare lanci nelle terre di mezzo, Marco Rossi e Ivan Juric, corsari come pochi. Biava e Matteo Ferrari centraloni, Giandomenico Mesto cursore di fascia. Identità, personalità e quella sana voglia di stupire. Ma tutti questi attori ri-

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schierebbero la scena muta se a guidarli non ci fosse il regista scelto: Gianpiero Gasperini. È sulla panca rossoblù dal 2006, dopo essersi fatto le ossa a Crotone ed aver allenato il settore giovanile della Juventus. Da giocatore era un centrocampista sempre molto sul pezzo del Pescara di Galeone. Egli ha un metodo ben preciso: “Il mio intento non è quello di stressare i giocatori, ma di farli divertire. Faticano, ma nella fatica si esaltano”. Con lui si fanno magari tre sessioni alla settimana, ma di un’intensità mostruosa. Ci sono annate dove tutto sembra fatto per te. Ci sono annate dove quel tutto, lo respiri, lo vivi, lo tocchi, di partita in partita. Per il Genoa, quella era una di quelle annate. Intanto si prende la briga di infrangere un record: ottiene 19 vittorie contro le 14 che risalivano alla stagione 1947/48. Ma, eccone un altro: ottiene il maggior numero di punti da quando esistono i tre punti per una squadra genovese: con 68 lunghezze batte le 61 ottenute dalla Samp del 2004-2005. Gasperini è senza dubbio il Michelangelo di questo Genoa: col suo scalpellino non plasma il marmo ma la continuità: il Grifone viaggia spedito e quando s’imbatte in due passi falsi consecutivi, il k.o. interno contro la Lazio e la sconfitta a Bologna, mica si perde d’animo, anzi tutto il contrario. E la Samp? Va a corrente alternata anche se i generatori di questa corrente si chiamano Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini. Walter Mazzarri si scuote, forse anche troppo, ma i suoi sono lì tra color che son sospesi. E sospesi come belle statuine lo sono nel derby d’andata. Nessuno riesce a prevedere lo stac-


co aereo di Milito che salta più in alto di tutti e trafigge Castellazzi. Se il buongiorno si vede dal primo derby...Se la Samp fa affidamento al talento dei suoi novelli gemelli del gol, il Genoa propone un gioco di squadra, capace di andare a tamburo battente, che sa esaltare le caratteristiche del suo fromboliere nato Diego Alberto Milito. Il ragazzo nasce il 12 giugno del 1979 a Bernal, città situata a nord-est della provincia di Buenos Aires, da una famiglia originaria di Terranova da Sibari ed emigrata in Argentina. E chissà che dai sibariti, gente raffinata dal passato greco illustre, il piccolo non abbia preso le finezze giuste per usarle, un giorno, sotto porta. Da ragazzo però gli piace far di conto: infatti s’iscrive alla facoltà di economia

e commercio. Basta però un anno, il 2001, per fargli credere che i veri calcoli non li deve fare lui ma lasciarli fare ai portieri, ogni volta che li ridicolizza. Infatti con la maglia del Racing di Avellaneda gli bastano 34 centri per ottenere il Torneo di Apertura. Però, a 22 anni, capisce che il commercio non sarà la sua materia di studio ma la quantità di gol che potrà segnare. Gioca in modo pulito, è un attaccante che si muove leggero, fa bene le cose semplici e poi anche quelle difficili gli risultano semplici, non ha grilli per la testa, ricorda lo stile del bomber uruguagio Enzo Francescoli detto il Principe, così diviene presto anche lui il Principe e per differenziarlo e riportarlo al suo luogo d’origine, il Principe del Bernal. Non perde tempo in

L’esultanza a fine gara, il Derby della Lanterna è tinto di rossoblù

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IL RICORDO DI OLIVA Ignazio Oliva è un attore romano brillante e poliedrico, di cinema, di teatro e di televisione. Per il grande schermo lo troviamo giovanissimo in “Io ballo da sola” di Bernardo Bertolucci. Ultimamente è stato padre Valente nella fortunata serie tv Sky “The Young Pope”. Nato però a Genova, il 26 settembre 1970, dove è diventato un fedelissimo tifoso del grifone rossoblù. Ospite spesso come tifoso genoano della trasmissione Rai Quelli che il Calcio. Ascoltiamo i suoi ricordi su quella particolare stracittadina. Ignazio, 3 maggio 2009, il calendario dice san Filippo, ma quel giorno il calendario genoano fu meravigliosamente irradiato dalla tripletta di san Milito alla Samp nel derby numero 100? “Sì poi tra l’altro noi in quella stagione lottavamo anche per un posto Champions che poi andò alla Fiorentina ma solo per gli scontri diretti perché finimmo entrambe a 68 punti. In quella notte poi i doriani speravano di interrompere la nostra corsa verso l’Uefa e invece non andò così, appunto San Milito ebbe le idee un pochino diverse, e noi a San Milito, siamo devoti”. La tua prima reazione allo stadio? Dopo il primo Il Principe mostra il numero di reti rifilate ai doriani

inutili scenate, non lo si trova in bagarre di bassa lega, è un ragazzo tranquillo che però con la palla al piede, in area di rigore, tranquilli, i suoi diretti marcatori, non li fa proprio stare. Il Genoa ci aveva messo gli occhi addosso nella sessione invernale del mercato 2003: lo preleva dal Racing, in tempo per far due campionati cadetti e vendere la sua merce preferita, il gol. 12 al primo anno e 21 al secondo. Però, questo ci sa fare. Se ne accorge il Real Saragozza che lo accasa. Sono tre anni spagnoli, dal 2005 al 2008. Preziosi, nel frattempo ritornato in A nel 2007, però si ricorda di lui, capisce che per metter su una squadra competitiva ha bisogno di quel ragazzo, scovato qualche anno prima. Poi accade qualcosa che mette a posto tutti i

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pezzi del puzzle: Milito rifiuta addirittura un’offerta del Tottenham pur di ritornare a Genoa. Se prima, appena arrivato era una barchetta interessante, ora il popolo rossoblù ha trovato il suo galeone. La prova è la rete che permette, ad inizio settembre alla banda genoana, di battere a Marassi il Milan. Se il buongiorno si vede dal Milito... Nel 3-4-3 di Gasp è la punta centrale, che se sente una palla arrivargli tra i piedi, se la porta avanti, poi dribbla e tira. Molto spesso, spara in gol. Non chiedetegli giocate roboanti, lui rende spettacolare l’utile, come se avesse una mission particolare: rendere straordinario l’ordinario. La Samp lo teme, non sa come imbrigliarlo, questo sfugge, questo furbescamente


gol pensavi fosse uno dei suoi sigilli o in fondo capivi che il puntero argentino sarebbe stato in giornata di grazia? “Nei derby non si può mai fare nessun genere di previsioni sia da una parte che dall’altra, poi a Genova sono e siamo super scaramantici, anche se eravamo davvero una bellissima formazione, Gasp in panca, Criscito, capitan Rossi, Juric, Thiago Motta, Mesto e tanti altri validissimi elementi, ma no non avevo sinceramente la certezza che dopo il primo gol del principe, ci fosse poi quel tripudio e fosse una serata così entusiasmante”. Anatomia di quell’apoteosi: quella zampata sotto porta al 28’, poi Campagnaro trovò il pari, quel sinistro potente al 27’ della ripresa e poi quel dolce contropiede finale al 47’, tre timbri, tre tatuaggi, tre versi più innamorati di una poesia di Pablo Neruda? “Si per quanto riguarda la terza rete, in netto contropiede, mi ricordo il commento di Sky e quel famoso “Due contro zero”, riferito a Palladino e Milito. Poi mi ricordo e mi tengo stretta un’immagine, una foto meravigliosa: Diego Milito con le tre dita alzate, al termine della sua fatica e della sua gioia, che indica semplicemente tre, una sorta di San Nicola benedicente mentre va sotto la curva”. Dal Milite ignoto di Plauto a quel Milito notissimo a quella malcapitata Samp. Nella tua personale pinacoteca di brividi rossoblù quel derby che posto occupano? “Questo di Milito è il terzo nella mia pinacoteca. Al secondo colloco il derby vinto dal Genoa grazie ai gol di Branco nel 1990 (sul quale venne creata anche una canzoncina...), ma al primo posto metto il derby del 2011 in cui mandammo in B la Doria. Grazie al gol di Boselli. Il Lecce nel pomeriggio vinse contro il Napoli, la Samp quindi non doveva perdere. A me piace entrare con largo anticipo a Marassi. In quell’occasione un genio genoano diffuse un simpatico coretto che faceva: “... Din don din don intervengo qui da Lecce ha segnato Chevanton...”. La Samp aveva un sacco di pressione addosso. Quando all’ultimo secondo Milanetto dettò quel passaggio e Boselli trovò il gol credo di aver rischiato l’infarto. Ricordo anche il coretto: “Boselli non lo sapeva...”. Da tifoso del Genoa la tripla di Milito mi ha fatto felice ma il gol di Boselli fu qualcosa di più”.

sa come mandarti in ambasce. Manna per le mani della torcida del grifo che trova e si coccola il suo Militico. Le sue biografie di gol aumentano, facilitate dal gioco di Gasp e dai compagni che giocano anche per lui. Dall’autunno alla primavera il passo a volte è molto breve. Come dal derby d’andata a quello di ritorno. È il derby numero 100. Ora è il Genoa a giocare in casa. Non solo. Grazie alla semina copiosa ed oculata di mister Gasp ora può raccogliere il meglio: provare a lottare con la Fiorentina per un piazzamento in Champions e assicurarsi un posto in Uefa. Il primo maggio è passato da un giorno, ora si torna a lavorare, a guerreggiare, a metter sui balconcini delle case bandiere rossoblù e striscioni blucerchiati. Il Derby

della Lanterna inizia nei quartieri, respira nei vicoli, vive nei sapori delle trattorie e finisce a Marassi. Come se anche il mare volesse dire la sua, insomma rivelare, sommessamente ma non troppo, da che parte, questa volta ha deciso di stare. Baciccia, il simpatico marinaio simbolo doriano o il fiero Grifone? Alle mareggiate, l’ardua sentenza... Derby di sera, gran risultato si spera. Marassi, è un fortino di colori, una finestra di suoni. Parte di gran carriera la Samp, possesso palla, pressione asfissiante, Mazzarri inizia così la sua battaglia. Pazzini ha quelle che in gergo vengono chiamate occasionissime, ma spara alto. Brutto segno per la Doria. Il Genoa ha però il merito di reagire piuttosto presto ed inizia a dire la sua. Sculli

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Genoa - Sampdoria

sembra un cavallo del palio di Siena e viaggia sulla sua fascia di competenza con la bava alla bocca. Alla mezzora un preludio, piccolo antipasto della fame genoana: tiro al volo in spaccata di Milito, Castellazzi respinge. Chi è allo stadio non si annoia ma si diverte un mondo. La Samp pimpante d’inizio gara sembra non capirci più granché. Dalle parti di Castellazzi piovano palloni e pericoli. Su uno di questi prima c’è la deviazione di Biava poi sotto porta è lesto Milito a trovare il vantaggio rossoblù, proprio sotto la Nord. Il Genoa ha rotto gli indugi, sventolano i bandieroni, la serata del principe del Bernal, è appena cominciata. Se Milito mette paura alla retroguardia blucerchiata, non riesce a crearne al Genoa più di tanta Antonio Cassano, sul quale la Gasperini band applica una sorta di gabbia, che indebolisce e di

molto l’estro del talento barese. La Samp però non è morta. Mazzarri sa che alle volte basta prendere le misure, trovare le contromisure e tutto può ancora essere riacciuffato. Palombo tira, rimpallo, Campagnaro è lì, più sveglio di tutti. Uno a uno. La Samp trova il salvagente, il Genoa va a riposo con l’amaro in bocca. Ma appena riprende il secondo tempo ricomincia il bailamme di occasioni, rincorse, salti, lotte, insomma normale fenomenologia da derby. Sammarco può far gioire la Doria, ma spara alto. Ahi, altro brutto segno per la banda blucerchiata. Alla mezzora il fiuto di Milito ripiomba sul match, ne fa le spese un Raggi non proprio attento, che forse per nomen omen viene raggirato. Sinistro angolato, velenoso, Castellazzi fa in tempo solo a vederla. Il Genoa ha firmato il 2 a 1 e lo ha fatto col suo Principe,

La zampata di Diego Milito, uno dei tre gol che hanno affossato la Samp

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Si ringrazia Panini per la gentile concessione delle immagini

perentorio ed elegante, algido come uno sposo sull’altare, famelico come un cane da caccia. Il Genoa sente che ora la pratica può portarla a casa, ma è ancora troppo presto per cantar vittoria e poi si sa i derby sono più lunghi di ogni gara, che diventa una guerra quando l’arbitro Morganti è costretto ad espellere Ferrari, Motta e Campagnaro. Samp in 10, Genoa in 9 ma ai titoli di coda Palladino s’invola sulla destra, sente

Milito, lo serve: rete. Il Principe di Macchiavelli? No di Diego Milito, il fine giustifica i mezzi? No, la fine, 3 a 1, giustifica la sua tripletta storica. Nel primo derby nel 1946, l’argentino Verdeal andò a complimentarsi con la vittoriosa Samp. In questa stracittadina un altro argentino, Diego Alberto Milito, ha consolato tutta la Genoa rossoblù. Anche la Lanterna, quella sera, al Principe, sembrò strizzargli l’occhio.

IL RICORDO DI MESTO Giandomenico Mesto, terzino destro e all’occorrenza anche esterno destro alto, ha giocato col Genoa dal 2008 al 2012. 3 maggio 2009, sei al primo anno in rossoblù, entri al 60’ in tempo per vedere il secondo ed il terzo gol di Milito e la sua epifania? Insomma, uno spettacolo? “Si come sono stati molti derby vissuti a Genoa, è stato un giorno di quelli che si ricordano, sai te lo descrivono, ne senti parlare, ma quando entri in campo è solo e tutto tuo. Poi quella fu una seratona, abbiamo riportato una netta vittoria, e Diego, si scatenò” Avevate vinto anche il derby d’andata sempre con la firma del principe. Quindi eravate già carichi ma quanto contribuì mister Gasperini per farvi vivere un derby di ritorno quasi infiammati? “Premetto che io stravedo per Gasperini, è stato il mio mister più importante, quella volta fu bravo a preparare la partita anche perché bisogna stare anche attenti a non caricarsi troppo, il derby ti dà già di per sé stesso la carica e il mister contribuì ad allentare la tensione e poi i suoi consigli tecnicotattici, erano unici”. Quello che così subito ti colpiva, a prima vista e poi gustandolo in ritiro e durante la settimana del principe? “Era implacabile sotto porta, poi davvero sapeva spendersi molto per la causa genoana, dando sempre qualcosa in più come esempio. Poi, ed anche quello che ottenne dopo lo ha dimostrato, davanti faceva reparto da solo”. 2008-2012, una grande storia rossoblù la tua. Ecco c’è un’immagine che ancora ti porti nel cuore di quell’esperienza della tua carriera? “Mi porto dentro l’intensità, i singoli episodi, i miei gol, è un’escalation di ricordi, uno più intenso dell’altro”.

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