ParliAMOne 12a edizione Novembre

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FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI 12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008

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UN NUOVO PARROCO PER LA NOSTRA PARROCCHIA

Padre Francesco Novara

TERZA CATEGORIA POL. BOMPENSERE:

“bisogna risalire la china”

“Personaggio del mese”

Cresime a Bompensiere con Mons.Mario Russotto

Vescovo della Diocesi di Caltanissetta. a pag. 5.

Speciale:

SAN MARTINO TRADIZIONI RICETTE E APPROFONDIMENTI. da pag, 10. a pag. 13. Il Giornalino è stato redatto a cura dell’Associazione :

In questa Edizione

SAL MIRABILRE GLAUBERI (sale mirabile di Glauber) a pagina 7.

Un fiore di loto nel bahr belà mà, una storia d’amore, una trama attuale e coinvolgente. pagina 4.

e tanto altro ancora...


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IL NUOVO PARROCO DI BOMPENSIERE A TU X TU CON “PADRE FRANCESCO” A seguito del triste episodio accaduto al nostro carissimo Padre S. C. Mantione, il Vescovo della Diocesi di Caltanissetta Mons. M. Russotto, ha nominato il Sacerdote FRANCESCO NOVARA di 33 anni, originario di Vallelunga Pratameno, alla guida della nostra parrocchia S.S. Crocifisso. E noi della redazione di ParliAMOne siamo andati a trovarlo per conoscerlo più da vicino. D. Quali sono state le sue prime impressioni su Bompensiere? R. Sono state impressioni positive di una comunità accogliente, calorosa, bisognosa di essere anche essa accolta con calore. D. Come e quando nata la vocazione di Presbitero? R. La mia vocazione è stata maturata nel tempo. Già da bambino c’erano le prime avvisaglie, ma si trattava del fascino del religioso. Ricordo la Prima Comunione e i mesi dopo… con la partecipazione alla Santa Messa, il fascino delle Messe e della figura del Sacerdote. Dopo una parentesi di sette anni, in cui non andavo più in chiesa, non mi importava più nulla né di Dio e né di altro che riguardava il sacro,verso l’età di 17 anni, mi sono iscritto al corso di Cresima e alla Confraternita del mio paese, detta “ Dei Sette Dolori” , di cui sono stato anche superiore. Da liceale mi sono occupato della cura e del decoro della Liturgia e della Chiesa del S.S.Crocifisso delle Grazie di Vallelunga Pratameno. Verso la fine del mio ultimo anno al Liceo Scientifico di Caltanissetta, ho preso la decisione di entrare in seminario e provare a diventare Sacerdote . Sentivo sempre più il fascino del Sacro e accanto la voce di Gesù che mi chiamava. D. Quali prospettive ha per la Chiesa di Bompensiere? R. Io non ritengo di essere il salvatore della situazione, però darò il contributo per continuare l’iter formativoeducativo dei miei predecessori. D. La “Pedofilia” è un problema forse non ancora affrontato seriamente dalla Chiesa, cosa ne pensa? R. Questo non è vero!!! Già a norma del Codice del Diritto Canonico, chi nei seminari mostra già queste inclinazioni insieme ad altre non è ammesso all’Ordine Sacro. E chi

mostra queste caratteristiche, da prima insospettabili, durante il Ministero viene ipso fatto sospeso dal Ministero. In seguito viene sottoposto alle leggi del Codice Civile e Penale. D. Quale approccio c’è stato con i giovani di Bompensiere? Sono stati loro a venirmi a cercare per primi!!!! Per quanto riguarda i ragazzi più grandi purtroppo, dato (Continua a pagina 3)


FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI 12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 che non ho avuto molta possibilità di uscire, non li ho potuti conoscere per bene tutti. D. Il suo predecessore ha denunciato fenomeni distorti riguardanti culti esoterici. Ne è a conoscenza? Se si, cosa intende fare? R. Sono al corrente di qualche cosa ma, a poco a poco vorrei indagare di persona e solo quando mi renderò conto di cosa si tratta, consigliandomi con altri miei Confratelli, vedrò cosa inventarmi per affrontare questo problema. D. Quali sono i libri che preferisce leggere normalmente? E quali generi musicali ascolta? R. A me piacciono tanto i romanzi ben articolati, con trame fitte e pieni di flashback. I generi di musica che ascolto volentieri sono: la musica leggera italiana e le musiche gotiche. D. Per quanto riguarda l’arte culinaria, qual è il suo piatto preferito? R. I miei due piatti preferiti sono: U Pitirri (farina sciolta

nell’acqua mentre bolle con aggiunta di verdura e di sale), U Biancu Mangiari (crema latte con biscotti e cannella). D. Qual è il suo sport preferito? Segue le partite di calcio? R. Il mio sport preferito è il ciclismo. No, non seguo le partite di calcio, seguo soltanto i Mondiali. D. Chiesa e Internet…quale rapporto? R. E’ certamente “l’enciclopedia che è entrata nelle nostre case”. Ma deve essere giustamente usata e con cautela, sceglierne adeguatamente i siti. Ci sono inoltre ottimi siti cattolici tra cui: www.maranatha.it e www.vatican.va.it . Io ho un ottimo rapporto con Internet. Tra l’altro, oltre ad avere inserito delle foto su Vallelunga, sono anche un modellista di Google Earth: ho realizzato monumenti chiesastici e civili di Vallelunga P., il Duomo di Orvieto e il Viadotto ferroviario sulla linea Caltanissetta Centrale – Caltanissetta Xirbi . Vanessa Calamera

Il grave incidente di cui parla l’introduzione dell’intervista al nuovo parroco di Bompensiere, don Francesco Novara, ha messo tutti in allarme. L’incidete ha visto coinvolti le autovettura condotte da Luca Vitellaro, 19 anni, un nostro compaesano che viaggiava, sulla SP 24, con la famiglia, facendo ritorno a Bompesiere e, come detto, don Salvatore Matione, che si recava a Milena con dei parenti. La situazione agli occhi dei soccorritori da subito è apparsa grave ed ad avere la peggio sono stati padre Matione, che ha riportato la rottura del femore e diverse ferite al capo, e Salvatore Vitellaro, padre di Luca. Tutti i coinvolti nell’incidente sono stati trasportati all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Ad oggi le condizione di tutti i feriti stanno migliorando, ma padre Mantione, per l’entità delle ferite riportate, avrà bisogno di un lungo periodo di convalescenza. Salvatore Virciglio

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Un fiore di loto nel bahr belà mà,

una storia d’amore, una trama attuale e coinvolgente

Nella foto a sinistra il Sindaco Salvatore Lo sardo con l’autore Nino Lacagnina, a destra un momento della manifestazione ed infine in basso a destra l’autrice Rosetta Bonomo. Un amore insoddisfatto e distante proprio perché non vissuto fino in fondo…un amore cosmopolita e quasi orientale riscaldato dal calore del sole nel bahr belà mà (letteralmente significa “grande mare senz’acqua”, ossia deserto)…un amore tecnologico, supportato dai mezzi dell’odierna tecnica, per permettere ai due amanti di conoscersi profondamente e tenersi in contatto…un amore smarrito ma desideroso di essere appagato…un amore che si alimenta dalla speranza di un avvenire condiviso…un amore, insomma, “a 360 gradi” così come ha affermato il nostro Sindaco nell’occasione della presentazione del romanzo in questione “Un fiore di loto nel bahr belà mà” di Bonomo Rosetta e Nino Lacagnina il 14 Novembre 2008 presso l’aula consiliare del palazzo comunale. L’incontro è aperto dal Sindaco Salvatore Losardo che, dopo aver ringraziato gli autori, espone la chiave di lettura che lui stesso ha colto nell’opera, spiegando che “l’amore di cui si parla nel romanzo è un amore globale e onnicomprensivo, poiché può estendesi a tutto, cioè ai figli, alla famiglia ed a tutti i valori in cui ogni uomo crede” . Sarà invece la mediatrice dell’incontro, prof. Manganaro, a presentare i due autori ed a raccontare la trama dell’opera. Rosetta Bonomo è un ex insegnante nelle scuole medie di Milena, oggi giornalista, professoressa e scrittrice; anche se residente a caltanissetta è particolarmente vicina a noi in quanto originaria di Milena. Nino Lacagnina, poeta e scultore, è originario della Libia. La storia narra di due amanti, Alì e Lhiao, che, dopo essersi allontanati, possono tenersi in contatto attraverso la scrittura e pubblicazione di post all’interno di un blog. E’ quindi la tecnologia a fare da tramite ai due amanti ed ad essere nello sfondo della trama; una tecnologia che annulla le distanze ed, in questo caso, riesce a mantenere vivo un amore corrisposto ma lontano. L’intreccio si sviluppa attraverso la tecnica della storia nella storia proprio perché è una giornalista che rovistando

nell’appartamento della zia e trovando una scatola in cui sono contenute tutte le poesie che i due amanti lontani si dedicavano, comincia ad indagare per scogliere e dileguare la sua curiosità. Chi sono Alì e Lhiao? Perché queste lettere sono così gelosamente conservate? La stessa autrice conferma che l’opera è “per tutti”, in quanto è stata scritta utilizzando un linguaggio scorrevole e semplice, ma ciò che incuriosisce il lettore è l’alternarsi di prosa e poesia, poiché la prima chiarisce il contesto e la seconda permette al lettore di immedesimarsi, sentendo direttamente le parole e, tramite queste ultime, gli stati d’animo dei protagonisti. Un pregio che all’opera non manca è sicuramente il riflettere problematiche attuali, non solo perché a fare da cornice è il mondo dell’informatica e di internet, ma soprattutto perché la trama tocca il tema scottante e perennemente discusso della diversità delle etnie che si trovano inseriti nel medesimo ambiente; la protagonista donna, infatti, è di origine asiatica, mentre il protagonista uomo appartiene alla dinastia dei tuaregh, dunque di provenienza africana. I due mostrano la possibilità di una convivenza pacifica e armoniosa tra popoli con culture differenti e confermano come di fronte a veri sentimenti ogni diversità è annullata. E’ un romanzo rosa che si tinge di giallo, afferma la Prof. Manganaro “poiché è solo alla fine dell’ opera e cioè nell’ultima poesia che si scorge velatamente la conclusione della loro storia d’amore”, ma, fino a quel punto, il lettore addentrato nell’opera e immedesimatosi nell’infelicità dei personaggi si trova costretto ed invogliato a chiedersi:i due amanti riusciranno mai ad incontrarsi?a voi la lettura per dissipare ogni dubbio! Maria Diliberto


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CRESIME A BOMPENSIERE E’ stato un giorno importante sabato 15 Novembre per sette giovani bompensierini: Marisa Salamone, Giusy Galante, Paolo Galante, Jennifer Radduso, Viviana Saia, Miriam Tona e Giusy Schillaci hanno infatti ricevuto il Sacramento della Cresima, conferito loro direttamente dal nostro Vescovo Mario Russotto e con il sostegno dei rispettivi padrini\madrine. La Cerimonia, che ha avuto luogo in serata, è stata molto partecipata e solenne, nonostante il nostro Pastore abbia saputo creare un’atmosfera veramente familiare. Ha sottolineato bene, nell’iniziare la Santa Messa, P. Francesco Novara: “Quando il Vescovo visita una parrocchia non bisogna mai dargli il benvenuto: è già a casa sua, tutta la diocesi è la sua casa!” . Dopo la liturgia della Parola, Mons. Russotto ha tenuto una vibrante omelia sul significato della nostro essere figli di Dio, sulla necessità di investire tempo ed energie nei doni che ognuno di noi ha ricevuto dal Padre, e sull’importanza che questo dovrebbe acquisire nella nostra vita quotidiana; il tutto prendendo spunto dalla “Parabola dei talenti”. Successivamente hanno avuto luogo il rito dell’unzione col Crisma e il rinnovo delle promesse battesimali da parte dei cresimandi, promesse che al momento del Battesimo erano state pronunciate a nome suo da genitori e padrini. Il Sacramento della Confermazione riveste un ruolo fondamentale per il Cristiano: è completamento, perfezionamento della grazia del Battesimo, ma anche irrobustimento, fortificazione; inoltre fa parte, insieme al Battesimo ed all’Eucaristia dei "sacramenti dell'iniziazione cristiana". Il Battesimo incorpora il fedele alla Chiesa, il "popolo di Dio", l'Eucaristia

Il nostro Vescovo Mons. Mario Russotto sostiene il fedele nel cammino verso la "Città celeste" mentre è ancora in quella "terrena", la Confermazione infine conferma l'impegno del credente nella fede e nell'essere testimone della Parola di Dio. Con grande affetto e paterno attaccamento il nostro Vescovo si è rivolto a noi bompensierini: “Siete sempre nei miei pensieri”, ha ricordato, salutandoci fino al prossimo incontro, “e il vostro è uno dei popoli più buoni della diocesi!”. Chiudo con un grosso augurio a tutti i neo-cresimati, affinché non perdano mai di vista il Cammino che Dio ha tracciato per loro. Katia Capobianco

Dai, collabora anche tu al nostro mensile Per informazioni e nuove collaborazioni, scriveteci all’indirizzo e-mail:

mensileparliamone@alice.it


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4 Novembre “BOLLETTINO DELLA VITTORIA Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita. DIAZ” Ad un anno esatto dalla disfida di Caporetto venne firmato l’armistizio tra il generale P. Badoglio e il generale austriaco V.von Webeaud fissando per l’indomani alle ore 15 la cessazione delle ostilità. Sono trascorsi esattamente novant’anni da quel comunicato, che sanciva la fine delle ostilità tra il nostro paese e l’Austria-Ungheria, l’offensiva iniziata il 24 ottobre dello stesso anno conclusasi con la vittoria a Vittorio Veneto delle nostre truppe. Vittoria che senza il sacrificio e l’unità del popolo italiano non sarebbe mai avvenuta; purtroppo come ogni battaglia il costo da pagare non è stao in denaro ma in vite umane ben 689.000 caddero durante i 41 mesi e 1.050.000 invece fecero ritorno a casa mutilati o feriti; cifre che devono far riflettere, numeri anzi nomi da ricordare. Ma questi numeri non sono bastati per evitare un’altra guerra ed ancora oggi le vite spezzate da eventi bellici, anche se soldati mandati in missione di pace, o agenti dell’ordine che perdono la vita durante il servizio di normale vigilanza, sono molti, basti pensare alla strage di Nassiriya o al poliziotto che si è trovato a fermare per caso un terrorista, o infine l’ispettore capo di Catania ucciso durante i tafferugli di un’incontro di calcio. Oggi in tutti i paesi e città d’Italia ,sullo sfondo della ormai celebre canzone che fu per qualche tempo l’inno nazionale”

La leggenda del Piave”si ricordano tutti i caduti delle forze armate, ed infine con le note del Silenzio si depone la ghirlanda. Un gesto piccolo che deve ricordarci ogni giorno il valore della vita dei militari. Voglio ricordare l’art. 11 della Costituzione Italiana che recita “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Anche a Bompensiere si è celebrata la funzione sia ecclesiastica che militare, alla presenza del primo cittadino e di alcuni consiglieri di maggioranza e minoranza, nonché di menbri della giunta, solo gli alunni della scuola dell’infanzia ed elementare, a causa dell’orario, del cattivo tempo e credo anche della mancanza di sensibilizzazione, non ha partecipato; spero che le prossime celebrazioni avvengano di mattina così da poter fare partecipare la scolaresca, poiché solo con l’insegnamento della nostra storia si può veramente capire quanto ci sia costata l’unità, inoltre come progetto di legalità che sta maturando nell’ambito di tutte le classi dei plessi Milena-Bompensiere e Montedoro, quale miglior applicazione ci può essere. Bisogna dire basta alla violenza intesa come solo mezzo di difesa, ma dialogare, l’unico mezzo che non può portare alla morte è il linguaggio. Dedico questo a mio nonno Rosario, deceduto a causa di guerra. Mariateresa Sambataro


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SAL MIRABILE GLAUBERI (Sale mirabile di Glauber) Glauber (1604-1670) chimico e alchimista tedesco, e dal quale ne ha preso il nome. Facilmente solubile in acqua, ha sapore amaro. Si tratta di un minerale composto principalmente da solfato di sodio decaidrato, così descritto da Johann Rudolf Glauber (1604-1670) chimico e alchimista tedesco, e dal quale ne ha preso il nome. Facilmente solubile in acqua, ha sapore amaro e salato. Colora la fiamma di giallo ed è solubile negli acidi. All'aria si disidrata e si decompone in polvere bianca. E’ utilizzato nella produzione della soda, nell’industria vetraia ed in quella delle vernice. Rinvenuto in contrada Mangiabue: la minera di Mangiammò! Si estraeva con “acqua calda” (non che l’avevano scoperta!) inserita nel sottosuolo e, una volta disciolto il sale, la stessa acqua, satura, veniva pompata in superficie e quindi fatta evaporare con conseguente rideposizione del sale nelle famose vasche bituminose di “Mangiammò”. Vasche a tutt’oggi visibili ed invasivamente indistruttibili, ma costituenti la sola testimonianza di un’archeologia industriale sulla inesorabile via del tramonto, nella memoria degli uomini. Un sito che si trova in ottima compagnia se tale minerale viene rinvenuto anche nel Great Salt Lake, nello Utah, negli Stati Uniti D’America, nel deposito salino di Ischl, presso Hallstatt, in Austria, nel Golfo di Kara-Bugas, nel mar Caspio. In Italia è segnalata anche nelle fumarole del Vesuvio. Ma ritornando alla nostra Miniera, la presenza della sottostante sorgente “Farcione” aveva sicuramente attirato le popolazioni che ne hanno scoperto, poi, il sito minerario. Tale sorgente drena acque che attraversano principalmente depositi gessosi che ne danno il caratteristico gusto amarognolo, quello

Johann Rudolf Glauber (1604-1670) dell’acqua che tutti abbiamo assaggiato, soprattutto nelle scorribande “esplorative” di bambini più “naturali” e non ancora “medianizzati”. Ed i nostri progenitori utilizzato per tutti gli usi potabili. Tutto ciò non ha impedito, in passato, di dare vita ad una prolifica colonia di granchi di “acqua dolce”, oggi completamente scomparsi, ma che ne sono stati, secondo la letteratura scientifica, testimoni di un alto indice ambientale di area ecologicamente non inquinata. Purtroppo non ho notizie su rinvenimenti attuali. La miniera è stata sicuramente sfruttata sin dall’epoca medievale, con gli arabi, abili geografi, che in qualche modo ne avranno scelta la denominazione per tutta l’area abitata, o più probabilmente anche in epoca romana. Ne sono labili testimoni alcuni cocci di vasi e suppellettili riscontrabili e riconoscibili come appartenenti alle popolazioni di quel periodo storico. Che la miniera sia antica, e più volte

sfruttata in periodi diversi, lo conferma anche Sebastiano Mottura, pioniere degli ingegneri minerari, che in un lavoro del 1870 osserva di non riuscire a visitarla per l’evidente stato di abbandono che ne testimonia l’essere “da molto tempo inattiva”! Nel 1916 la miniera viene “riesplorata”, ne è testimone una perizia giurata che trovai tra alcune carte di mio zio Giuseppe e che Peppino Giunta riporta per intero nel suo testo di storia su Bompensiere (pag. 230), per rientrare in produzione solo nel 1921 ad opera di una società di origine inglese che assunse il nome di “Glauberia”. A metà degli anni ’30, per difficoltà finanziarie, la proprietà non riesce a reggere il “mercato” e quindi viene definitivamente abbandonata. Avviata inesorabilmente verso un progressivo declino che ha visto anche ri-utilizzare il materiale delle costruzioni ivi esistenti per la realizzazione di abitazioni vicine ed anche per la preesistente originaria sede del Municipio di Bompensiere. Ricordo da bambino che, in occasione di eventi elettorali o ad ogni “visita” del politico di turno, si alzava qualche voce, sempre inascoltata, a chiederne la riapertura; soprattutto quando iniziarono con l’Ente Minerario Siciliano le ricerche minerarie degli anni ’50. Quelle che hanno interessato in maniera notevole il rinvenimento del salgemma, e di qualche affioramento di gas, nella zona di “Chiana di Pirri”, “Chianu di la Signura” e terreni circostanti. Una delle tante illusioni di potenziale sviluppo! E pensare che nel territorio vi sono anche evidenti segni di miniere di zolfo abbandonate! Ma questa è un’altra storia!

Salvatore Maria Saia


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CIASCUNO CRESCE SOLO SE SOGNATO…(DANILO DOLCI) A Bompensiere, la scuola primaria ha i giorni contati!!! Prescindendo dalle diatribe tra le famiglie, dalla competenza degli insegnanti, il dato di fatto è che il plesso “ De Amicis” per l’esiguo numero degli alunni costituisce un “ramo secco” che deve essere “tagliato”. (Riforma Gelmini) PECCATO! Peccato perché la struttura nuova ed adeguata diventerà l’ennesima cattedrale nel deserto. Il calo demografico in costante aumento con conseguente decremento della popolazione scolastica è un dato che da decenni ormai è costante e in aumento, pertanto ritengo che il problema è stato sottovalutato dal momento che in anni recenti è stato persino finanziato e costruito l’edificio destinato alla scuola dell’infanzia, si sperava forse in un miracolo e ad un’impennata del tasso di natalità? E’ palese che si è prestato attenzione alla “sostanza” trascurando la fondamentale importanza che l’istituzione scuola ha per la formazione culturale e sociale. Forse se qualcuno, in passato, avesse prestato attenzione a questo particolare e si fosse posto il problema del futuro della scuola del più piccolo comune della provincia avrei potuto scrivere un’altra storia “la scuola che tutti sognano”!! Probabilmente, si sarebbero potuti studiare interventi e

investire finanziamenti per creare una scuola di eccellenza, allestendo aule multimediali per laboratori informatici, scientifici, linguistici, creativi ecc…e far si che la struttura diventasse l’avanguardia dell’istituto comprensivo di cui fa parte. Si sarebbero potute avviare attività didattiche interessanti per favorire un naturale spostamento degli alunni da Bompensiere a Milena e viceversa per svolgere attività curriculari ed extracurriculari in spazi adeguatamente attrezzati. Sarebbe stata un’opportunità per ampliare l’offerta formativa dell’istituto comprensivo e favorire il potenziamento di una struttura evitandone il graduale ridimensionamento e l’inevitabile chiusura. Sarebbe stata un’opportunità importante per una piccola comunità che avrebbe dato l’esempio di gestione intelligente di beni e finanziamenti statali. Peccato! Peccato, perché nessuno ha sognato il futuro della scuola di Bompensiere, perché nessuno ha pensato che i bambini, potessero avere il diritto di “avere la SCUOLA”. ANTONELLA DILIBERTO


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La protesta degli universitari Il governo Berlusconi è sopravvissuto alla protesta sulla scuola. Il Decreto Legge di riforma è diventato legge dello stato. Adesso il Ministro Gelmini lavora al Decreto Legge di riforma dell’Università. Non mancano le proteste anche molto accese e molte facoltà di diverse Università italiane sono occupate. Gli studenti che protestano si sono dati il nome di Onda a imitazione della Pantera di fine anni ’80. Con gli studenti e docenti universitari la Gelmini sta dialogando pur senza retrocedere di un solo passo dagli obiettivi che si è prefissata. L’Università deve essere svecchiata e snellita sia a livello strutturale che didattico. Nei mesi di ottobre e novembre tutte le testate giornalistiche hanno reso pubblico il debito economico di varie Università cosi come hanno fatto conoscere le centinaia di corsi inutili che molte università hanno. Si è venuti a conoscenza di un corso di laurea in Benessere del cane e del gatto. In Italia ci si può laureare in 5.100 materie. Lo scorso anno accademico in 312 corsi di laurea hanno frequentato meno di venti studenti. Gli studenti protestano per i tagli ma avanzano anche molte proposte che si differenziano dal programma di governo solo per le definizioni. Chiunque ha frequentato l’uni-

versità è a conoscenza della confusione che regna per le lezioni o gli esami. Tanti studenti non hanno nemmeno il posto dove sedersi durante le lezioni per l’eccessivo numero. Molti sono costretti a cambiare programmi perché non superano i test d’ingresso selettivi nei corsi a numero chiuso. E se un neolaureato vuole intraprendere la carriera universitaria non ha vita facile. Il fenomeno di “parentopoli” adesso è di dominio pubblico. Parecchie cattedre universitarie sono a gestione familiare ed impenetrabili. Se questa è la situazione perché gli studenti protestano? Qualcuno ha parlato di strumentalizzazione politica. E, credo, che questo sia vero. A Destra ed a Sinistra gli studenti universitari sono divisi in organizzazioni che nulla hanno da invidiare ai partiti politici. Le sigle sono davvero tante: UDS; Rete degli studenti; Alternativa studentesca; Azione studentesca

a Sinistra. A Destra ci sono i cattolici: Movimento studenti cattolici; Liste per la Libertà nella scuola; Gioventù studentesca; Movimento studenti di Azione Cattolica. E poi ci sono quelli non schierati i cui nomi sono tutto un programma: Fgci; Lotta studentesca; Blocco studentesco; Giovani Comunisti. Una galassia di sigle ed una confusione di idee tra le quali è difficile districarsi. Ci sono, però, delle certezze. Anzitutto nessuna università italiana risulta tra i primi venti posti in una classifica europea. I nostri migliori “cervelli” lavorano in università estere. Pochi studenti raggiungono la laurea rispetto al numero degli iscritti. Magari si possono criticare i modi un po’ dittatoriali del Ministro Gelmini ma, penso, che a nessun italiano intellettualmente onesto possa dispiacere qualche necessario taglio. Prof. Salvatore Puma


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11 NOVEMBRE SAN MARTINO A Novembre, mese che conduce all’inverno, si effettua la svinatura e la produzione dell’olio, in Sicilia vi sono varie feste e sagre che quasi ogni giorno impazzano per i veri paesi. Dopo il Giorno di Ognissanti e dei Morti, un’altra festività ritenuta molto importante dai siciliani, è quella in onore di San Martino celebrata l’11 Novembre. A Bompensiere, non esiste una sagra in proposito, ma ogni famiglia o gruppo di amici, festeggia per conto proprio con le classiche ricette definite “povere”, come: “CARDUNA FRIUTI” (cardi fritti),” CICIRI” (ceci),” FASOLA” (fagioli),” FAVI” (fave), “UASTEDDI DI SAN MARTINU” (frittelle di S. martino) e da qualche tempo,ma non definito alimento povero, “BACCALÀ FRIUTU” (baccalà fritto), tutto condito con un ottimo Olio di Oliva e accompagnato da uno splendido Vino paesano.

IL VINO Il vino ha origine dalla fermentazione alcolica del succo dell'uva; le moderne tecniche enologiche hanno tuttavia individuato, per ciascun tipo di vino, diversi percorsi produttivi. Già dall'arrivo dell'uva in cantina si possono prevedere alcune delle caratteristiche del vino: i grappoli dovrebbero giungere alla pigiatura in cassette in modo che gli acini non vengano schiacciati o rotti, per evitare processi di fermentazione indesiderati. Le fasi della lavorazione del vino possono essere sintetizzate in quattro passaggi: pigiatura delle uve, il limpidimento del mosto, maturazione del vino in contenitori di vario genere e per tempi differenti secondo il prodotto che si intende ottenere, affinamento in bottiglia. Ciascuna tipologia di vino (rosso, bianco, rosato, ecc.) richiede però particolari accorgimenti. La cantina ideale per la conservazione del vino dovrebbe essere ben aerata ed asciutta ma non troppo (umidità intorno all'80%), avere temperatura costante (compresa tra 10 e 15 gradi) e pavimento di ghiaia o terra battuta, non far "passare" luce e rumori, non avere odore: praticamente un'utopia per la maggior parte degli italiani.Se non

disponete di garage o di spazi protetti ma non caldi, "sacrificate" gli scaffali più bassi della vostra libreria o la parte basse della credenza: poiché il caldo tende a salire, ed il legno è cattivo conduttore di calore, potrete così utilizzare uno spazio con caratteristiche più adatte alla conservazione del vino.


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L’OLIO

più l'olio di oliva è stabile all'ossidazione che comunque è inferiore a quella raggiungibile da altri oli. La composizione del grasso umano è invece così suddivisa: 65-87% di acido oleico; 17-21% di acido palmitico; 5-6,5% di acido stearico.

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L'origine della coltivazione dell'ulivo, pianta tipica del Mediterraneo, si colloca nella notte dei tempi. Ancora oggi l'olio si produce in Italia con gli stessi principi usati nell'età mesolitica anche se sono naturalmente cambiati gli strumenti di produzione. L'olio è assimilato molto facilmente dall'organismo ed è l'alimento base della dieta mediterranea. Nell'epoca mesolitica, servendosi di una pietra arrotondata, le olive venivano schiacciate a mano in piccoli mortai di pietra dotati di una cavità: se ne otteneva una pasta che, veniva poi collocata su una grossa pietra piatta e sottoposta al peso di altre pietre: il liquido che ne derivava scivolava poi verso una cavità anulare e si indirizzava verso i contenitori sottostanti sul cui fondo l'acqua si depositava lasciando galleggiare l'olio, I sistemi di raccolta delle olive incidono profondamente sulla qualità dell'olio che ne deriva. Nella maggior parte dei casi, specie con alberi di grandi dimensioni, le olive, man mano che maturano, cadono in terra e vengono poi raccolte per essere macinate. La pratica meccanica, infatti, richiede meno tempo delle pratiche manuali tradizionali e consente quindi di programmare la raccolta quando le olive sono nel giusto grado di maturazione ovvero all’invaiatura (quando l’oliva è metà verde e metà nera). Inoltre con i moderni sistemi di raccolta meccanica non si deve più attendere che le olive cadano né tantomeno che vengano raccolte da terra, pregiudicando la qualità dell’olio. più leggero. Le olive portate successivamente al frantoio devono essere Questo sistema, è stato usato per migliaia di anni: in scala molite nel più breve tempo possibile perché non ne vengaridotta per un fabbisogno elementare, in versione più mano alterate le qualità organolettiche. stodontica per la lavorazione di grosse quantità di olive. Una volta macinate, le olive lasciano la "sansa", che costiI frantoi tradizionali, fino al nostro secolo, erano infatti tuisce il 40% del peso originario e che nel passato veniva costituiti da una vasca circolare nella quale si versavano le usata per il riscaldamento ora invece, con l'aiuto di solventi olive e al cui centro agivano, come macina, da una a tre chimici, da questi resti viene estratto "l'olio di sansa", la grosse ruote di pietra. qualità più bassa. Fino a pochi decenni fa, quest'olio era Dal loro movimento rotatorio le olive erano trasformate in destinato quasi esclusivamente alla produzione di sapone e pasta olearia che veniva poi distribuita sui fiscoli e portata candele, ma da quando l'industria saponiera si è trasformata quindi al torchio; da qui usciva una emulsione di olio e ac- in industria chimica ed utilizza sostanze sintetiche, anche questo residuo della lavorazione delle olive viene sfruttato qua che, opportunamente incanalata, finiva nelle cisterne per produrre olio che, opportunamente trattato e mescolato sotterranee dove avveniva la decantazione. L'acqua, più pesante, veniva poi espulsa dai tubi di scarico con oli vergini, è reso commestibile. L'Italia detiene il 40% del mercato comunitario degli oli e nella cisterna restava l'olio. D.O.P. e I.G.P. e questo riconoscimento pone il nostro al La composizione dell'olio di oliva è costituita da: primo posto tra i paesi europei produttori di olio di alta 70-80% di acido oleico (grasso insaturo) qualità e pone l'olio a Denominazione di Origine Protetta 4-12% di acido linoleico (grasso insaturo) accanto agli altri grandi prodotti che rendono celebre nel 7-15% di acido palmitico (grasso saturo) mondo il made in Italy. 2-6% di acido stearico (grasso saturo) Giuseppe Licata (Chef) Quanto più basso è il contenuto di acido linoleico, tanto


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La Poesia: SAN MARTINO La nebbia a gl’ irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar. Gira su’ ceppi accesi lo spiedo scoppiettando; sta il cacciator fischiando su l’uscio a rimirar

«La nebbia, sciogliendosi in una leggera pioggerella, risale per le colline pungenti. Spinto dal vento freddo, il mare rumoreggia infrangendosi sulla scogliera, con onde dalla bianca spuma. Ma per le vie del piccolo paese si diffonde, dai tini tra le rossastre nubi dove fermenta il mosto, l’odore aspro del vino nuovo che ralstormi d’uccelli neri, legra i cuori. E intanto sulla brace del focolare scoppiettano com’esuli pensieri, le gocce di grasso che cadono dallo spiedo su cui cuoce la nel vespero migrar cacciagione; e il cacciatore se ne sta sull'uscio a guardare stormi di uccelli che, a contrasto con le rosse nubi del tramonto, sembrano neri, come quei brutti pensieri che si vorG. Carducci rebbero mandare via lontano» Ho scelto questa poesia perché la considero in tema con l’autunno e contiene dei versi che esprimono malinconia e allegria allo stesso tempo. Questa poesia, qualche anno fa, è stata cantata da Fiorello. Provate a cantarla con gli amici e poi a recitarla. Fatemi sapere se la preferite cantata o recitata. A me piace molto recitarla Simona Corrado Approfondimento San Martino aveva appena dodici anni quando, contro la volontà dei suoi genitori, che credevano negli dei di Roma, si fece battezzare e divenne cristiano. La legge romana lo obbligava a entrare nell' esercito come suo padre, così, malgrado fosse un tipo molto pacifico, dovette diventare soldato. Su di lui si raccontano molte leggende. La più famosa è questa. Un giorno d'autunno, mentre usciva da una delle porte della città francese di Amiens, dove viveva, vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo. Martino si impietosì e sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si mise a scaldare come in estate. Per questo, si chiama l'estate di San Martino quel periodo agli inizi di novembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite. Si dice che Martino parlasse con gli animali. Anche gli alberi gli volevano bene. Una volta, volle che fosse abbattuto un albero che i pagani avevano trasformato in un idolo. "Mettiti sotto l'albero mentre cade", lo sfidò uno di coloro che non volevano che fosse abbattuto, "e vedremo se il 'tuo' Dio ti salverà". Martino rimase in piedi sotto l'albero mentre le scuri dei boscaioli incidevano il tronco, proprio nella direzione in cui sarebbe dovuto cadere; al momento dello schianto, l'albero si drizzò su se stesso e cadde dalla parte opposta…


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Su “LA PRESA DI MACALLE’ ” di Andrea Camilleri

Caricatura di Antonio Gramsci

Il romanzo è ambientato nell’Italia fascista durante la campagna bellica mossa da Mussolini contro i “bissini”, ossia gli etiopi. Il creatore del famosissimo commissario Montalbano, vuole. con questo romanzo, rappresentarci la mentalità italiana, ed in particolare quella siciliana, diffusa tra il ’35 e il ’36 attravesro gli occhi di un bambino (Michelino) particolarmente precoce, nato da una famiglia molto legata al fascismo e alla reiligione. Miche lino, di cinque anni, riceve una forte educazione fascista e cristiana e, data la forte contrarietà fra i due ordinamenti che tuttavia in quel periodo non viene colta causa la dittatura, questi cerca in tutti i modi, attraverso ragionamenti logici che solo un bambino di cinque anni riesce a fare grazie alla sua normalissima innocenza, di conciliare le due filosofie, giungendo però a compiere gesti estremi senza rendersi conto della loro cruenta immoralità. Michelino scopre gradatamente i misteri della vita,scopre a pochi anni il sesso, grazie alla sua precoce intelligenza, e grazie alla sua dote sessuale, scopre cos’è giusto e che cos’ è sbagliato, e in su questa linea, Michelino, si trasforma in un soldato del Duce e del Signore, punendo tutti quelli che violano le regole del fascismo e del cristianesimo con la morte, unico modo per la liberazione

dal peccato. Come suo solito, lo scrittore empedoclano, utilizza un linguaggio estremamente forte e crudo, esclusivamente siciliano e quindi molto faticoso da comprendere per chi sta fuori dall’isola.non solo, anche alcune scene e alcune espressioni possono risultare difficilmente accettabili ma, sono convinto che lo scrittore di proposito abbia voluto contrapporre la volgarità e la crudezza di certi episodi con la brutalità, l’ignoranza e l’ipocrisia e il fanatismo che caratterizzava il pensiero fasci-cristiano della maggioranza degli italiani di quel tempo. Chi si dovesse soffermare sulla rozzezza - ripeto voluta- del linguaggio non può non fare lo stesso su ciò che è il pensiero deviato ma perfettamente logico secondo le regole di quel tempo, di Michelino, che in fin dei conti rappresenta il prototipo del perfetto fascista, anzi, sono del parere che tali pensieri come le azioni compiute dal protagonista/bambino sono di gran lunga peggiori del linguaggio non forbito e non aulico usato dal nostro Camilleri. Adriano Martorana


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Leonardo Sciascia, a due passi da Bompensiere Non sto qui a ricopiarvi la biografia di Leonardo Sciascia e neanche ad elencare le sue opere. Il lettore, dopo questa piccola riflessione, può informarsi sulla vita di questo nostro grande autore e, magari, leggere o iniziare a leggere alcuni dei suoi libri. Se apprezzate Camilleri, sicuramente apprezzerete anche Sciascia. Per lo stile, per le caratteristiche e le vicende affrontate da entrambi sembra quasi che nelle loro vene scorra lo stesso sangue. A volte penso che se fossi nato qualche anno prima, avrei potuto incontrare uno dei più grandi scrittori italiani degli ultimi decenni, che viveva a soli 8 chilometri dal mio paesino. La lettura delle sue opere non è solo fine a se stessa ma ci aiuta a cogliere tutte quelle sfumature utili a comprendere la complessa mentalità dei siciliani, ad analizzare la nostra cultura ed i problemi che ci affliggono da sempre. Egli ci ha consegnato una enorme eredità e noi dovremmo farci portatori di essa, con il vanto di vivere a due passi dal suo paese natale e che, inoltre, proprio lo scrittore era di origini Bompensierine. E’ un piccolo tesoro che il nostro paesino non ha mai saputo sfruttare. Dovremmo riscoprilo e non continuare ad affossare un tema molto importante, quale la cultura, a Bompensiere. Sarebbe bello riuscire a rivalutare questo autore ponendolo tra i gli interessi dei giovani, promuovere seminari di lettura e diffondere i suoi scritti. Sciascia era uno di noi. Con le nostre stesse origini e la nostra stessa storia. Durante la lettura delle sue opere si riesce ad aprire gli occhi su certe situazioni, su certi episodi, che magari viviamo nel quotidiano, che ci possono sembrare normali proprio perché questa è da sempre la nostra quotidianità, perché ci abbiamo sempre vissuto e probabilmente non abbiamo avuto la possibilità di confronto con altre realtà. Diverse e meno oscure delle nostre. Realtà, le altre, che non hanno bisogno di strane interpretazioni o di saper leggere tra le righe delle parole e dei fatti. Il nostro “quasi” compaesano riesce a raccontarci storie di vicende complicate, “sicilianamente” complicate, spesso con il sottofondo della mafia e dell’omertà. Della paura e della sottomissione. Dei compromessi con noi stessi, con il nostro vivere e con le vicende che ci circondano. Del rispetto forzato e

Nella foto: Bompensiere 1984 Presentazione libro del dott. Giuseppe Giunta con Leonardo Sciascia e l'assessore alla Pubblica Istruzione Giovanni Difalco.

dovuto. Dell’ingiustizia e degli imbrogli. Tutti noi riusciamo ad immedesimarci nei suoi racconti, nei suoi romanzi, immaginando paesaggi e luoghi come i nostri: case, piazze, chiese, strade… poiché Sciascia scriveva da Racalmuto, da quel paesino simile e vicino al nostro, da una realtà e su una realtà come la nostra. Le sue letture sono delle vere e proprie lezioni di vita e spesso si può realizzare che in fondo ciò che lui scrisse 30 anni fa non è poi così diverso da quello che succede ai nostri giorni. E può nascere anche qualche spunto di riflessione: riuscire a ragionare con la propria testa, a vedere l’oggettiva negatività delle cose e a cogliere quelle positive e a valorizzarle e chissà, se ci porti anche ad un cambiamento nel nostro modo di agire quotidiano. Enrico Saia enarcicen@gmail.com

Leonardo Sciascia


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L’ultima lezione “Non so come si fa a non divertirsi. Sto per morire e mi diverto. E ho intenzione di continuare a divertirmi per ogni singolo giorno che mi resta. Perché non c’è altro modo per vivere” Randy Pausch è nato il 23 ottobre 1960. Ha insegnato informatica presso la Carnegie Mellon University di Pitsburgh dove ha, da pioniere, studiato la realtà virtuale. Nell’agosto del 2007 scopre di essere ammalato di cancro e che non ha speranza. Sceglie di abbandonare l’insegnamento per trascorrere gli ultimi giorni con la famiglia. Ma prima di ritirarsi, il 18 settembre, tiene davanti a quattrocento studenti e colleghi la sua ultima lezione dal titolo Realizzare davvero i sogni dell’infanzia. La lezione è il suo testamento spirituale ai figli. Pausch ripercorre le tappe della sua vita a cominciare dalla lista dei desideri di quando aveva otto anni fino al giorno in cui gli viene diagnosticato il male che lo divora lentamente ma irreversibilmente. Leggere questo libro vuol dire riflettere per capirne il senso, la direzione e la bellezza della propria vita pur tra mille problemi. E’ un libro che può stimolare un radicale cambiamento di prospettiva non senza avere rivelato quanto valga la pena di vivere. SALVATORE PUMA NOTE BIOGRAFICHE Randy Pausch è nato il 23 ottobre 1960. Ha insegnato informatica presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, è uno dei pionieri della realtà virtuale, ha collaborato con la Disney. Al suo sito web, continuamente aggiornato, si accede dall’indirizzo www.randypausch.com.

Sono aperte le iscrizioni all’Associazione Per informazioni rivolgersi al sito:

http://sicilianimando.blogspot.com/ TUTTI

I N V I T A T I ! ! !!


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POLISPORTIVA BOMPENSIERE: bisogna risalire la china

E’ da poco cominciato il campionato di Terza categoria e la Pol. Bompensiere ha all’attivo solo 1 vittoria ( 2-0 con la Giovanni Paolo ll ) e 1 pareggio ( 3-3 nella partita inaugurale con la Chiaramontana) e al passivo 2 sconfitte (3-2 con l’A.C Milan Milena e 4-0 con il Club Airone sommatino). Le pesanti squalifiche inflitte nel campionato scorso di importanti giocatori come Pippo Anelli, Davide Difalco, Alba Antonio, Domenico Giglia, Massimiliano Lo Giudice stanno pesando sulle prime prestazione della squadra allenata da mister Antonio Mistretta. La società è fiduciosa perché con il rientro degli squalificati e il ritorno nelle fila bianco azzurre di elementi come Antonio Diliberto, approdato nel mercato estivo nel Campofranco, e di Salvatore Ferlisi , che era approdato nella squadra dell’A.C Milan Milena, si punta ad un campionato di alta classifica. Una classifica ancora corta, basta pensare che la prima in classifica il Vallelunga, ha soli 10 punti e un campionato lungo formato da ben 26 giornate permettono alla Pol. Bompensiere di poter puntare ancora in alto. Bisogna adesso risalire la china e cercare di far avverare quel sogno chiamato ll Categoria, svanito all’ultima giornata nel campionato precedente. Tona Vincenzo


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Socio della F.I.S.A.R. di Caltanissetta 2008 (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori)

Ricetta: Carpaccio di spada alle zucchine Ingredienti per 4 persone: 500g zucchine 150g spada affumicato 30g olive nere 2 cucchiai di olio di oliva Sale, pepe, aneto q.b.

Procedimento: Lavate le zucchine e spuntatele.Tagliatele a rondelle molto sottili. Mettete su un piatto di portata il carpaccio di spada, guarnite con le olive nere e le zucchine. Spolverizzate di aneto e condite con i cucchiai di olio, salare e pepare.

Ricetta: Cavati con rucola e pecorino Ingredienti per 4 persone: 300g di cavati 200gr rucola 100gr sedano 60gr di pecorino

2 pomodori 2 spicchi di aglio 1 cipolla 4 filetti di acciughe sott’olio

Procedimento: Togliete l’involucro esterno della cipolla che avete a disposizione e tagliatelo in piccoli pezzi, lavate poi la rucola e sminuzzatela per bene. Mettete ora un po’ di olio in una padella antiaderente e fate rosolare i pezzi di cipolla, regolate con un po’ di sale e cucinate il tutto per 10 minuti. Portate ad ebollizione un altro po’ di olio d’oliva, dorate uno spicchio d’aglio ed aggiungete i pomodori sminuzzati, le acciughe ed un pizzico di peperoncino. Cucinate il tutto per qualche minuto e mettete da parte. Prendete una pentola, riempitela d’acqua e salate leggermente. Mettete poi un po’ di rucola, calate i cavati e fate cucinare il tutto per 5 minuti. Unite i cavati e la rucola al sughetto che avete preparato, fate scaldare a fiamma bassa per qualche istante e servite in appositi piatti piani. Cospargete il tutto con il sugo di acciughe e spolverate sopra un po’ di pecorino grattugiato.

Ricetta: Spigola al vino bianco Ingredienti per 4 persone: 1 spigola media 30g di burro 20g di pane grattugiato

1 uovo sodo 1 cipollina fresca ½ bicchiere di vino bianco 2 rametti di prezzemolo

Procedimento: Sviscerare la spigola, lavarla per bene sotto il getto dell'acqua corrente, poi asciugarla. Aprire sul dorso per estrarre la lisca, stendere su un piatto e coprila con il pepe, nella quantità che si preferisce. Prendere una terrina, mettere il pane grattugiato, la cipollina fresca tritata, una noce di burro, il rosso dell'uovo sodo tritato e il prezzemolo tritato. Amalgamare bene il tutto e con questo composto riempire la spigola. Prendere una pirofila, disporre all'interno la spigola, bagnarla con il vino bianco, e mettere sul fuoco, fino a che il vino non sarà evaporato, poi toglierla dal fuoco. Preparare il brodo di pesce, mettere le lische e la coda del pesce rimasto, una foglia di alloro, un pezzetto di cipolla, il sedano, le carote, l’aglio in una pirofila e mettere in forno con un pò d’acqua, si utilizzerà così la cottura in forno. Ogni tanto bagnare il pesce con il brodo. Lasciare cuocere per 20 minuti circa e poi servire.


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Senza Parole

AVVISI E RINGRAZIAMENTI Il giornale è disponibile: al Bar Inglese, al Picchio Rosso, al Bar Roma, al Rivenditore tabacchi Tentazioni, al Panificio Spiga d’oro, al Market 2000 e alla Posta. Si ringrazia l’amministrazione comunale per la stampa del giornalino.

Un saluto particolare a tutti gli emigrati che ci seguono sul sito del Comune di Bompensiere e su:

http://sicilianimando.blogspot.com/

NUMERI UTILI Pronto Intervento (CARABINIERI)…...112

Guardia Medica (notturna e Festiva) ..0934/938158

Pubblica Emergenza (POLIZIA)……….113

Farmacia (dr. Sorce)………..……..0934/938090

Emergenza Sanitaria……………….…....118

Comune di Bompensiere..………....0934/938008

Vigili del Fuoco……………………….….115

Scuola Elementare…..………...…...0934/938146

Guardi di Finanza………………………..117

Scuola Materna…..…..…….………0934/938147


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