Santi Faustino e Giovita

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Cesare Augusto diede impulso ad abbellire la nostra città e v’impresse segni del romano splendore. A lui si deve l’acquedotto che dalla valle di Lumezzane veniva a rallegrare di vivide fontane la Colonia Augusta Civica di Brescia, come allora chiamavasi, del quale acquedotto rimangono ancora maestosi avanzi a Pregno e Costalunga; a lui l’allargamento della cerchia di Brescia, le cui mura fece correre da porta Bruciata in diretta via verso le rive del Garza e quivi, ripiegando verso l’attuale teatro, seguire la via delle Antiche Mura, che ancora sussiste, con prolungamento a levante nei pressi di Santa Maria di Pace (ora direbbesi in via Tosio), di Santo Spirito e di San Siro vicino a porta Venezia. Quattro erano le sue porte; la porta Milanese ora porta Bruciata, la porta Cremonese o Matolfa sul limitar della via che conduceva a Cremona, la porta Orientale, la quale aprivasi allo sbocco di quell’angusta via che ha nome dal Roverotto, e la porta Pagana, al volto ancora detto di Paganora. Tra gli edifici che adornavano Brescia ricordasi il Campidoglio, che sorgeva sulla vetta del colle Cidneo, sacro al Genio della colonia civica di Brescia; il Teatro, alle falde del medesimo colle, il quale svolgevasi a tal giro che il più lontano emiciclo rispondeva ad un raggio di quarantadue metri. Più vasto di quello d’Ercolano, agguagliava in ampiezza quello di Taormina. Pochi anni or sono additavansi ancora robusti ruderi dei vomitori, del proscenio, dei corridoi. Né vi mancavano un Anfiteatro, ove il popolo corrotto pascevasi di sanguinosi divertimenti; il Foro, ove raccoglievansi i tribuni ed i senatori a concionare la plebe, comprendeva tutta la piazzetta del Novarino e prolungavasi fin quasi alla piazzetta del Beveratore, nella quale vedonsi resti d’un edificio romano, riputato la Curia. Tra i templi innalzati alle pagane divinità merita il primo posto quello di Vespasiano, di cui ogni giorno vediamo gli splendidi avanzi sull’ingresso del Patrio Museo, e quello del Sole, eretto forse verso S. Giulia, alla chiesetta medioevale del Solario. L’Odorici ed il Brunati sono d’avviso, che l’ara, la quale ne sostiene le volte, portante impresse le parole: SOLI DEO RESPVBL. fosse un’ara dedicata al Sole, forse quella che i nostri Santi Martiri sdegnarono di riconoscere.


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