Santi Faustino e Giovita

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CVI

stampato dallo Zaccaria, nel martirologio metrico di Wandelberto scritto verso l’anno 840, in quello di Fulda tratto da un codice del secolo IX, nei martirologi manoscritti di Colonia, di Treviri, di Utrecht, indicati dai Bollandisti, e nel calendario vaticano del sec. XII. Così s’incontrano i nomi dei nostri Santi anche nelle Litanie di varie chiese, inserite in codici dei secoli X, XI e XII, come in Bologna e nella vicina Bergamo. Le città nelle quali rimisero i prodigi e la santità de’ Santi Faustino e Giovita viaggianti da Brescia a Roma e viceversa vollero fino dai primi tempi consacrar chiese al loro nome. Né sarà superfluo enumerarne alcune a prova. Nel sobborgo di San Francesco di Modena fu intorno al 1200 eretta la parrocchiale, in cui conservasi anche la bellissima ancona coll’effigie de’ Santi, opera di Ercole dell’Abate; in Magreta, provincia modenese, intorno all’epoca medesima vedevasi un tempio, già rovinato da un incendio e poi ricostruito, ad essi intitolato; altro del secolo XI in Monfestino, luogo della montagna modenese. Ne sorgono in Reggio d’Emilia, in Roarolo dell’agro reggiano; altro anteriore al secolo X in Rubiera, celebre castello del reggiano, in Denavolo contado dei colli piacentini, sulla riviera di Genova e in Colle di Val d’Elsa, città vescovile nella provincia di Siena. E per dimostrare quanto in Colle si prestassero culto e amore ai Santi Faustino e Giovita, riferirò il sunto di una lettera scritta nel 1873 da un Canonico di quella Cattedrale al defunto Prevosto di Sant’Agata, Mons. Onofri. Quel Canonico scrive la memoria del passaggio de’ Santi Faustino e Giovita per colà esservi non solo tradizionale, ma anche convalidata da antichi documenti, citanti altri documenti anteriori, ora sgraziatamente perduti; e aggiunge che le antiche provvisioni o statuti di quel Comune prescrivevano feriato, che vuol dire festivo, il giorno della loro festa, 15 febbraio, alla quale i Priori in gran pompa assistevano. Che l’antichissima Collegiata avea per Contitolari i Santi medesimi e, quando ricostruita intorno al 1500 ebbe il titolo di Cattedrale, fu ad essi votata congiuntamente a San Marziale patrono della diocesi. Finalmente che nella Cattedrale di Colle fino da tempi remotissimi i Santi Martiri bresciani ebbero officiatura doppia di prima classe e l’ottavario romano e che ora, per ispeciale concessione della Santa Sede, sono adottati la messa e l’officio bresciani.


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