La Stadera n. 103 Mar/Apr 2016

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auditorium diocesano Come un evento di grazia che ha soffiato sulla nostra Chiesa, il Sinodo diocesano non è stata l’occasione per celebrazioni retoriche e autoreferenziali in cui la Chiesa ha celebrato se stessa, ma ha fatto avvertire “la gioia di appartenere al popolo di Dio e l’irresistibile spinta ad inondare ambienti, persone e luoghi della Gioia del Vangelo”. Con queste parole il segretario del Sinodo diocesano Don Mimmo Marrone sottolinea il valore del Sinodo oggi, cammino faticoso ed esaltante fatto di confronti, preghiera e discernimento che “ha fatto emergere il valore della ecclesialità declinato nella sua dimensione di diocesanità, suscitando in tutte le componenti del popolo di Dio un afflato ecclesiale, teso a produrre frutti di comunione e missione”. Quali prospettive di rinnovamento ci sono per la nostra Chiesa locale affinché, mistero di comunione e missione, si instauri un dialogo con le vicende umane del nostro territorio?

Una prospettiva fondamentale di rinnovamento che il Sinodo deve promuovere è nei processi decisionali e nei metodi di guida delle comunità cristiane. Deve essere prima di tutto un rinnovamento di stile. Si tratta di attivare uno stile di comunione e dialogico che sappia superare la stagnazione del “così si è sempre fatto”, del clericalismo dirigista e dell’autoritarismo sacrale. Si auspica altresì uno stile di essere chiesa che superi la tentazione mondana dell’attivismo. Urge una chiesa che sia prima di tutto auditorium, luogo di ascolto e di dialogo, e non semplicemente posto in cui si celebrano in modo consumistico eventi e iniziative. In occasione della consegna del libro sinodale concomitante con il venticinquesimo di episcopato del nostro pastore, quali risultati il Sinodo ha raggiunto? Direttore editoriale: don Ruggiero Caporusso Direttore responsabile: Ruggiero Dimonte Vicedirettore: Angela Rizzi, Ruggiero Rutigliano Redazione: Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, don Alessandro Brandi,

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I risultati, o meglio i frutti, del sinodo, come di ogni lavoro per il Regno, non sempre vengono goduti da chi ha affrontato la laboriosa stagione della semina. Ma già gli “aranci olezzano”, cioè s’avverte nell’aria il profumo di una Chiesa che intende mostrarsi allo Sposo con tutto il fascino che le deriva da un volto trasfigurato sul quale appaiono non più le rughe scavate dagli anni, ma l’abbagliante luce del Risorto. Dal momento che Lei è stato segretario del Sinodo diocesano, quali momenti belli e significativi si sente di condividere? E quali i momenti più difficoltosi?

I momenti salienti del cammino sinodale sono stati gli appuntamenti assembleari sia della fase preparatoria che di quella celebrativa. Ho avvertito una chiesa che profumava di popolo, affascinata dal suo Signore, con gli occhi fissi su di Lui, in trepidante attesa di veder lo Sposo versare nella brocca della sua ordinarietà la straordinarietà del vino nuovo per continuare la festa della vita in un mondo assetato di senso.

Come il Sinodo diocesano può essere espressione di missionarietà ad intra e ad extra?

7 lunedì ore 19.30 Preghiera di lode (RnS) (ogni lunedì) ore 18.00 Gruppo Villaggio Paradiso (ogni lunedì e giovedì) ore 20.30 Gruppo Giovanile “P. Frassati” (Percorsi di spiritualità) 9 mercoledì SOLENNI QUARANTORE ATTIMI DI PACE ore 16.00 S. Messa ed Esposizione ore 18.00 Adorazione 3ª e 4ª elementare. Consegna dei Doni ore 19.00 Rosario eucaristico meditato dal RnS ore 19.30 Vespri Solenni e meditazione con don Rino ore 20.00 Preghiera di lode RnS e Adorazione ore 21.00 Compieta e reposizione

Sicuramente i tempi di Dio e della Chiesa sono accompagnati sempre da coincidenze provvidenziali. L’inizio del giubileo della misericordia e la conclusione del sinodo rappresentano una sorta di scambio di staffetta in cui al termine di un cammino orientato a ridisegnare un nuovo volto di Chiesa, il giubileo ci ha indicato i lineamenti del volto: la misericordia. Il giubileo ci invita a presentarci al mondo come chiesa che non ha paura della tenerezza e gioisce per la smisurata misericordia del suo Sposo che mentre la invita alla continua riforma, la trasfigura con la forza rigeneratrice del suo perdono.

Mons. Luigi Mansi nel nostro salone parrocchiale con il nostro parroco

Hanno collaborato: don Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

6 domenica IV DOMENICA DI QUARESIMA ore 17.30 Corso Genitori Battezzandi (ogni 2ª e 4ª del mese) ore 17.30 Corso in preparazione al Matrimonio ore 17.30 Catechesi Biblica (1ª e 3ª del mese - Dimarcantonio) ore 20.00 Catechesi giovani coppie (ogni 2ª del mese) ore 20.00 Incontro accoliti, lettori e ministri straordinari

Possiamo trovare provvidenziale e di continuità la fine del Sinodo diocesano e quasi l'inizio dell'anno giubilare? In che modo?

Premio “Fallani” Miglior Testata 2007 LA STADERA Mensile di informazione e formazione della Parrocchia SS. Crocifisso - Barletta Anno XIII - n. 103 mar/apr 2016 Registrazione n. 4 del 5/2/2007 presso il Tribunale di Trani

10 giovedì ore 8.30 S. Messa ed Esposizione ore 12.00 Angelus, Ora Media e Reposizione ore 16.00 S. Messa ed Esposizione ore 19.00 Rosario eucaristico meditato dagli Associati e famiglie ore 19.30 Vespri solenni e meditazione con don Vincenzo Misuriello ore 20.00 Adorazione animata dagli Associati e devoti ore 21.00 Compieta e Reposizione 11 venerdì ore 8.30 Esposizione ore 11.30 Santa Messa ore 12.00 Coroncina della D. Misericordia (5° giorno). Esposizione continua ore 19.00 Rosario eucaristico meditato dai Catechisti e Corale ore 19.30 Vespri solenni e meditazione con don Vincenzo Misuriello ore 20.00 Adorazione animata dai giovani/issimi ore 21.00 Compieta e Reposizione

Silvia Giannella silviagiannella2012@gmail.com

Lo scorso 29 gennaio Mons. Luigi Mansi è stato nominato da Papa Francesco nuovo vescovo della diocesi di Andria. Figura di riferimento e guida spirituale per i seminaristi della Puglia presso il Seminario Regionale di Molfetta. Sono proprio gli attuali sacerdoti di nostra conoscenza come don Nicola, don Alessandro, don Massimo, don Marcellino, don Salvatore, a tracciare i suoi tratti di benevolenza e prudenza umano-pastorale. A don Luigi che è stato collaboratore di questo mensile, il nostro parroco don Rino Caporusso e l’intera redazione della “Stadera” porgono il più fruttuoso augurio di Bene e Misericordia dell’amore di Gesù e per Gesù. Maria Santissima e il beato Paolo VI veglino sul suo cammino. Mons. Mansi sarà consacrato vescovo il 12 marzo a Cerignola.

Liana Caputo, Alberto Cassano, Sabrina Catapano, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Silvia Giannella, Francesca Leone, don Nicola Salvemini, don Massimo Serio, Mariagrazia Spadaro, Fausta Torre

MARZO

Il Sinodo è stato un tempo fecondo per avvertire l’urgenza dell’apertura al mondo, di essere “chiesa in uscita”, con occhi capaci di guadare verso orizzonti alti e altri. Ha acceso nel cuore di tutti un rinnovato fuoco per la missione. Lo Spirito metta nella carne della nostra chiesa diocesana una struggente nostalgia dei lontani e una lancinante insoddisfazione di giocarsi la partita del Regno solo tra quelli di casa nostra.

Il nuovo vescovo di Andria

Fausta Torre, fausta.fausta@outlook.it Direzione, redazione e ammin.: Parrocchia SS. Crocifisso Via Zanardelli, 33 76121 Barletta Tel. e fax 0883.333382 Impaginazione e stampa: Editrice Rotas - Barletta

“All’amore che non fu e sarà mai parlo”

marzo / aprile 2016

IN… BREVE

Sinodo diocesano

IL SINODO

agenda

IN… BREVE

12 sabato ore 8.30 S. Messa ed Esposizione ore 12.00 Angelus, Ora Media. Esposizione continua ore 17.30 Adorazione animata dagli adolescenti e cresimandi ore 19.00 S. Messa ore 20.00 Plenaria Giovani/issimi, Post-Cresima (cena ebraica) 13 domenica V DOMENICA DI QUARESIMA ore 11.00 Catechesi genitori 1ª e 2ª elementare (ogni 2ª del mese) 14 lunedì ore 20.30 Gruppo Giovanile “P. Frassati” (Educazione all’affettività) 16 mercoledì Anniversario Ordinazione Sacerdotale S.Em. Sig. Cardinale Francesco Monterisi (1957) Giubileo Catechizzandi e genitori in Cattedrale (raduno ore 18.00 a S. Cataldo) 17 giovedì ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa 18 venerdì ore 11.30 Santa Messa ore 12.00 Coroncina della Divina Misericordia (6° giorno) ore 17.30 Via Crucis esterna dal Villaggio del fanciullo ore 18.30 S. Messa solo al Crocifissino di campagna 19 sabato ore 18.45 Benedizione delle palme 20 domenica DOMENICA DELLE PALME Benedizione delle Palme 8.15 – 9.45 21 lunedì santo ore 18.00 Liturgia Penitenziale: confessioni 22 martedì santo ore 10.00/12.00 Confessioni ore 19.45 Confessioni presso la parrocchia SS. Trinità 23 mercoledì santo ore 10.00/12.00 Confessioni ore 18.00 Liturgia Penitenziale: confessioni

24 giovedì santo GIORNATA DI PREGHIERA DEI MARTIRI MISSIONARI ore 09.30 S. Messa Crismale in Cattedrale a Trani ore 19.00 S. Messa in Coena Domini, Lavanda dei piedi ore 22.00 Adorazione Comunitaria guidata dai giovani 25 venerdì santo Compleanno del Diacono don Abramo Ferrara ore 8.30 Ufficio delle Letture, Lodi e Coroncina (7° giorno) ore 13.30 Processione eucaristico-penitenziale cittadina ore 19.00 Adorazione della Croce 26 sabato santo ore 8.30 L’Ora della Madre ore 22.00 Veglia Pasquale 27 domenica PASQUA DI RESURREZIONE Orari Ss. Messe: 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00 29 martedì Ritiro Spirituale a Lanciano per bambini e genitori della 1ª Comunione 30 mercoledì ore 19.30 Consiglio Pastorale parrocchiale 31 giovedì ore 22.00 Rito dell’Incubatio e Adorazione notturna

APRILE 1 venerdì (primo del mese) ore 11.30 S. Messa ore 12.00 Coroncina della Divina Misericordia (7° giorno) ore 18.00 Catechesi 5ª elementare e 1ª media ore 19.00 S. Messa in riparazione al Cuore di Gesù e Adorazione Eucaristica ore 19.00 Catechesi Giovanissimi (educazione all’affettività) 2 sabato Onomastico di S.Em Sig. Cardinale Francesco Monterisi ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e cresimandi ore 20.00 Catechesi Post-Cresima 3 domenica ore 11.00 Catechesi 1ª e 2ª elementare (ogni 2ª domenica del mese) ore 17.30 Corso Genitori Battezzandi (ogni 2ª e 4ª del mese) ore 17.30 Corso in preparazione al Matrimonio ore 17.30 Catechesi Biblica (1ª e 3ª del mese Dimarcantonio) ore 20.00 Catechesi giovani coppie (ogni 2ª del mese) 4 lunedì ore 20.30 Gruppo Giovanile “P. Frassati” (percorsi di spiritualità) 6 mercoledì ore 19.30 Formazione Catechisti 7 giovedì ore 8.00 Gruppo Volontario Decoro della Chiesa ore 9.00 Sportello Caritas ore 17.00 Gruppo Epasss (laboratorio scolastico). ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica guidata dai giovani/ issimi 8 venerdì ore 11.30 Santa Messa ore 12.00 Coroncina della Divina Misericordia (8° giorno) 9 sabato ore 20.00 Plenaria Giovani/issimi, Post-Cresima

anno XIII

"REVENANT" REDIVIVO

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA

Tratto da una storia vera, il film racconta il calvario di una spedizione di cacciatori di pelli nel nord degli Stati Uniti nell'inverno del 1823. Braccata e decimata dagli indiani, la spedizione si avvia verso il proprio fortino quando la guida del gruppo, Hugh Glass (Dicaprio), un uomo bianco che ha sposato una donna indiana uccisa anni prima durante un attacco di soldati americani al loro villaggio indiano e che ha con sé il loro figlio adolescente, viene attaccato da un orso e ridotto in fin di vita. Il comandante della missione, pur soccorrendolo, medicandolo e cercando in tutti i modi di curarlo, lo crede in punto di morte, non essendo trasportabile lo lascia in compagnia del figlio, di un amico e dello spietato cacciatore Fitzgerald… Revenant è un film spettacolare sia nel senso riflessivo, con il protagonista solo e immerso negli spazi a perdita d'occhio, sia per le scene d'azione, soprattutto nella sequenza dell'attacco degli indiani. Il film è apertamente dalla parte della natura e dei nativi, tanto che il suo eroe e protagonista è un mezzonativo, un uomo che ha in sé la conoscenza della terra insegnatagli dai Pawnee, la tribù cui apparteneva sua moglie. Il film desidera anche, ricordare agli statunitensi la natura della loro nazione che si è andata costruendo perpetrando il più grande genocidio mai avvenuto. REVENANT, sicuramente un capolavoro, si è aggiudicato il Premio BAFTA 2016, 3 GOLDEN GLOBES su 4 nomination, e 3 premi Oscar su 12 candidature ottenute, incluso il premio come miglior attore protagonista a Leonardo Di Caprio, che con questo film ottiene, finalmente, la sua prima vittoria agli Oscar. Gli altri due premi sono stati per la miglior regia e per la miglior fotografia: è sicuramente un film da non perdere! Liana Caputo, liana.caputo@gmail.com 17 domenica ore 10.00 S. Messa di ringraziamento del Gruppo di Isa e Caterina ore 11.30 S. Messa di 1ª Comunione del gruppo di Gianna e Enza

11 lunedì ore 20.30 Gruppo Giovanile “P. Frassati” (Percorsi di spiritualità)

18 lunedì ore 20.30 Gruppo Giovanile “P. Frassati” (Educazione all’affettività)

14 giovedì ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica guidata dal RnS

21 giovedì ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa

15 venerdì ore 11.30 S. Messa ore 12.00 Coroncina della Divina Misericordia (9° giorno) ore 19.00 Incontro Gruppo Giovanissimi/Post-Cresima (Educazione all’affettività)

22 venerdì ore 19.00 Incontro Gruppo Giovanissimi/Post-Cresima (Percorsi di spiritualità) 24 domenica ore 10.00 S. Messa di Ringraziamento di Gianna e Enza ore 11.30 S. Messa di 1ª Comunione del gruppo di Giovanna e Cristina 28 giovedì ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 Rito dell’Incubatio e Adorazione notturna

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MAR-APR

2016

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me

diretto da Alejandro Gonzales Inarritu

10 domenica ore 11.30 S. Messa di 1ª Comunione del gruppo di Isa e Caterina

16 sabato Giubileo Parrocchiale nella Basilica S. Maria Maggiore (ore 18.00 raduno a S. Cataldo) ore 19.00 S. Messa in suffragio di don Salvatore Mellone nella Basilica S. Maria Maggiore

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n.

Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta

(Gv 12,32)

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nnalzato da terra, Cristo attira tutti a sé. Nella vita del cristiano la Croce racchiude in sé tutto il mistero di Cristo, incarnato, morto e risorto per noi. Tutta la liturgia si nutre del mistero della Croce e della Risurrezione e questo giustifica l’onnipresenza di questo simbolo nelle celebrazioni e materialmente in ogni chiesa, all’interno e all’esterno, perfino in cima al campanile. È da lì che parte la voce delle campane che richiama i fedeli ad innalzare lo sguardo, a guardare alla Croce di Cristo, unica speranza e àncora di salvezza. Al loro invito la comunità si raduna per celebrare la Risurrezione e la Croce nella Pasqua settimanale, nel Dies Dominicus, il giorno nuovo. È la croce il vero albero della vita piantato al centro del giardino dell’Eden (cfr. Gen 2,9), l’albero al centro della piazza della città che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese (cfr. Ap 22,1-2). A partire da brani della Sacra Scrittura come questi, sono tanti i titoli con cui i Padri della Chiesa si sono rivolti alla Croce in questo senso: Albero fiorito, Legno che fa fiorire la Vita, Legno fruttuoso, Albero vivificante, Legno che sostiene il Grappolo divino, Albero del Cibo immortale, Albero del Cibo dell’incorruttibilità… È a quest’immagine che ci si è ispirati per la Croce che sormonta il nuovo campanile della nostra Chiesa parrocchiale, quale segno di speranza per la comunità e per ogni persona che innalza lo sguardo verso di essa. La croce gemmata. Nel punto più alto della chiesa, al centro del nostro quartiere e, ancora di più, al centro della nostra esistenza, la Croce di Cristo sia il cuore della nostra vita e, quale faro luminoso, ci indichi sempre la giusta via da seguire, che non porta alla disperazione o alla morte, ma che attraverso la sofferenza e la morte conduce alla gloria della vita nuova e piena in Cristo Signore Risorto. La croce del nostro campanile ha quattro bracci orizzontali, anziché due, perché sia visibile a tutto tondo da ogni parte la si guardi. Alle estremità presenta delle sfere, stilizzazione delle gemme, dei germogli che ci ricordano la straordinaria carica vitale e rinnovatrice che il sacrificio di Cristo ha portato nella vita di tutti coloro che, uniti alla sua morte mediante il lavacro battesimale, sono stati resi partecipi della sua risurrezione. Come il legno secco, divenendo il trono del Re dell’Universo, ger-

moglia e si riapre alla vita, allo stesso modo la nostra esistenza irrigata dalla grazia di Cristo ritrova la forza di portare frutti buoni per noi e per gli altri. Al centro della croce, all’incrocio dei bracci, vediamo brillare una sfera luminosa: è la luce della Pasqua che illumina e dà senso alla sofferenza e alla morte in croce di Cristo e diventa per noi fiaccola ardente che riscalda e illumina, «perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (1Cor 1,4). Gli otto lati del campanile rafforzano ulteriormente questo atto di fede nella Pasqua di Cristo. Il numero otto richiama il giorno nuovo della risurrezione. Gesù è risuscitato dalla morte «il primo giorno della settimana» (Gv 20,1), l’ottavo, il giorno dopo il sabato, settimo giorno. Così Gesù, passando attraverso il sacrificio della Croce, inaugura in modo definitivo la nuova creazione che non invecchia più e diventa primogenito di tutti coloro che risuscitano dai morti (cfr. Col 1,15.18 e 2Cor 5,17). È la Pasqua di Cristo che rende luminosa la Croce, la fa brillare nelle nostre liturgie, nella nostra vita, tra le nostre case, e ci attira a sé per condurci a Dio, vincendo ogni timore, oltrepassando il terrore che talvolta ci assale da dentro e da fuori, sconfiggendo la vana tentazione di una vita vissuta solo alla ricerca del proprio piacere che ci rende aridi e sterili. Mentre la Chiesa ci richiama a celebrare la Misericordia di Dio, accogliamo l’invito di Gesù stesso: «Risollevatevi e alzate il capo» (Lc 21,28). Alziamo gli occhi nostri al cielo: ridestati dal suono delle campane, lasciamoci attirare dal faro della Croce e poniamo tutta la nostra vita sotto la sua ombra come ha fatto Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Noi comunità del Crocifisso, nelle nostre famiglie, tra gli amici, a lavoro, a scuola, nella vita sociale e politica possiamo sempre più essere cruciferi: portatori della speranza, della pace e della salvezza della Croce di Gesù, attraverso i frutti buoni che germogliano nella nostra vita fecondata dal mistero del Signore Incarnato, Morto e Risorto per tutti noi. Buon Cammino. Don Alessandro Brandi alexander_bra@hotmail.com


Una voce per chi non ha voce La terra dei fuochi secondo lei è solo il territorio campano?

Assolutamente no, forse se un contributo abbiamo dato aldilà dei risultati che sono sempre pochi, credo sia quello di aver suonato la sveglia anche per gli altri. Alla fine di Gennaio scorso, Toni Mira su Avvenire ha pubblicato due puntate di un’intervista a Gaetano Vassallo, uno dei pentiti del clan dei camorristi, su tutto quello che egli ha combinato. Contemporaneamente in questi giorni è stato pubblicato un libro di Daniela De Crescenzo de Il Mattino, una giornalista che fa parlare Gaetano Vassallo in prima persona: “così vi ho avvelenato”. Egli racconta delle cose assurde. Ho scritto una lettera pubblicata su Avvenire che dice proprio di tutto l’intreccio che c’è stato tra la camorra dei casalesi, tra le industrie disoneste, gli intrallazzi vari, e dei politici che in tutto questo ci hanno sguazzato in modo incredibile. Con grande chiarezza egli dice che non hanno mai avuto nessun controllo da parte della regione, hanno sempre ottenuto tutti i permessi che chiedevano, non hanno mai messo nemmeno un telo di protezione. Tutto questo era in quel territorio, era un sistema che è arrivato soprattutto in Campania per la presenza della camorra che ha fatto da spalla. Credo che noi siamo legati, perché Schiavone diceva che anche nella nostra provincia c’è un interramento di rifiuti tossici, difatti i casi di leucemia sono aumentati soprattutto in Andria. Il dottor Veronesi

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ha dichiarato che questi casi, negli ultimi anni sono fortemente aumentati.

Hai toccato adesso, un aspetto molto importante che trova proprio da parte delle istituzioni una forte resistenza, perché quello che non si vuole ammettere è il nesso di causalità rifiuti-tumori e per fare questo logicamente vendono tirati in ballo scienziati che ammettono, altri non concordano, poi ci sono sempre studi da fare, da approfondire. Il discorso è uno solo: mentre per la tubercolosi è stato scoperto il bacillo di Koch ed abbiamo sconfitto la tubercolosi, per il tumore no. Il tumore ha una serie di concause, difatti si dice: “Vabbè, però, hanno ragione, si muore perché si fuma troppo, si muore perché si mangia male, però questa è qualche cosa che si aggiunge a tutti gli altri problemi che noi abbiamo”. È una mezza verità e come tutte le mezze verità è una mezza bugia, perché è vero che ci sono tante cause, però è vero anche che a tutte queste cause vengono aggiunge anche queste altre. Ultimamente l’istituto superiore di sanità, non so se avete letto, ha ribadito che nella terra dei fuochi c’è stata un’anomalia soprattutto per quanto riguarda i bambini 0-14 anni nei quali si notano un aumento di tutti i tumori, in particolare quelli del sistema nervoso centrale. Poiché c’è stata una grande alzata di polverone, anche i giornali, anche quelli più negazionisti si sono allarmati. L’istituto ha sentito il bisogno di ritornare su questo discorso e la direttrice Loredana Musumeci ha detto: “Vabbè si è vero, però dai”, cioè

quel dire e quel non dire, ed ha affermato una cosa che fa comprendere bene la gravità della situazione. Dice che nella terra dei fuochi ci si ammala come negli altri siti inquinati d’Italia, facendo i nomi di Taranto, Gela, Porto Torres e Porto Marghera. Manco a farlo apposta questi quattro siti sono tra i più inquinati d’Italia, però c’è un motivo, a Taranto c’è l’Ilva, a Gela c’è la petrolchimica. Noi abbiamo invece le malattie da industrie senza avere le industrie. Oltre al danno c’è stata la beffa, perché abbiamo una disoccupazione terribile, abbiamo le malattie delle industrie. e questo automaticamente; quindi direttamente o indirettamente, gli scarti di quelle industrie sono finite in un modo o nell’altro nelle nostre zone. Mi chiedo perché la direttrice dell’istituto superiore di sanità sente il bisogno di fare quattro esempi, quattro esempi con queste quattro città d’Italia, ma non sono presi in riferimento Treviso o Capri? No! Si parla di Taranto, Gela, Porto Torres e Porto Marghera. Lei oggi parlerà a molti giornalisti anche professionisti. Il connubio, il triangolo mafia, politica, giornale, la spaventa?

Più che spaventarmi, mi addolora. Nell’ultimo libro di Isaia Sales, che ho iniziato a leggere, ma non ho ancora terminato, egli dice una cosa che noi abbiamo sempre pensato, sempre creduto, però ora egli la dice in modo un po’ più organica. Dice non è possibile che la mafia, la camorra, potessero rimanere in vita per tanti anni se non avessero avuto pezzi dello Stato e con lo Stato

un rapporto più o meno armonico. Noi abbiamo avuto le brigate rosse in Italia negli anni 70/80 e le abbiamo sconfitte, quando lo Stato si è reso conto che esse erano un corpo estraneo allo Stato stesso. C’è stata una presa di posizione forte. Non ci riusciamo, quindi, con la ‘ndrangheta, con la sacra corona unita o con la mafia o con la camorra. Isaia Sales dice che non riusciamo perché si è creato qualcosa di organico allo stato, non è più un tumore esterno, che aggredisce l’organismo sano, è qualche cosa di malato all’interno. I giornali (sono giornalista anch’io) hanno i padroni. Io scrivo per Avvenire e questo giornale mi paga più o meno in modo decente. Quando chiedo a colleghi sul loro guadagno, mi meraviglio perché è da spavento: ma com’è possibile fare i moralizzatori degli altri quando noi al nostro interno abbiamo questi problemi? Un giornalista, poi, è così libero di scrivere? Considera che i giornalisti veramente grandi in Italia sono pochi! Ma anche loro, nel momento in cui le reti televisive non ti fanno più apparire o come i grandi giornali non ti pubblicano più, può essere grande quanto vuoi, però la tua voce come farà ad essere amplificata? Ecco allora i padroni ci sono. Chi sono i padroni? I giornalisti di Berlusconi, i giornali di Confindustria, ecc. In un modo o in un altro, la notizia arriva sempre, diciamo così, deturpata. Poche volte arriva la notizia. Gli spiriti veramente liberi sono pochi, poi la gente…. deve pur campare! Angela Rizzi a.rizzi87@gmail.com

Ruggiero Dimonte dimonte.ruggiero@libero.it

Ma cos’è Pasqua? È sentire il domani. E il domani si costruisce a partire dalle scelte che oggi decidi di compiere. Lievito. Come il gesto di quella bambina che imbottita di esplosivo dai terroristi di Boko Haram per farsi esplodere e provocare distruzione, si è ribellata a questo triste destino consegnando quella cintura di morte riprendendo sentieri di vita. Questa è Pasqua. Fatti di speranza e sogno di una vita diversa. E allora Pasqua non è solo ciò che è stato, né tanto meno ciò che sarà. Non è un nostalgico evento del passato. E neanche il desiderio di un avvenimento futuro. Pensando alla Pasqua pensi all’esodo dei nostri fratelli maggiori nella fede, gli ebrei appunto. Pensando alla Pasqua pensi alla risurrezione di Gesù. E questo evento certamente fonda la Pasqua che noi celebriamo. La irrora di linfa e la cosparge di verità. Ma la Pasqua che celebriamo non può essere soltanto un ingenuo riflesso di quel che è stato o un barlume infinitesimale di ciò che sarà. Perché la Pasqua di Gesù, la sua risurrezione ad opera di tutta la Santissima Trinità è il segno di un grandissimo terremoto. Perché la morte sconfitta che si arrende alla vita è un terremoto i cui effetti sismici dovrebbero farsi sentire fino a noi e superarci. Eppure un tale terremoto rischia di non far tremare la terra posta sotto i nostri piedi. Come mai? Forse perché preferisco rimanere fuori senza lasciarmi coinvolgere da queste onde gravitazionali e perché in fondo l’acqua stagnante mi rassicura di più. Ma così relego in un angolo anche la voglia di trasformare le mie morti in vita, le mie menzogne in verità, le mie tristezze in gioie. Ed inquino la verità stessa della Pasqua. Che è un evento unico nella storia ed efficace di per se stesso. Ma a cui Dio chiede di partecipare. E vi partecipiamo ogni volta che proviamo a rendere più bella e realizzata la nostra vita. Ogni volta che trasfiguriamo e compiamo capolavori. Ogni volta che non ci arrendiamo alla disperazione. Gesù nonostante la morte imminente non ha disperato perché ha colto la forza dallo sguardo puntato in avanti. Al dono che stava facendo all’umanità. Alle porte della vita che si stavano aprendo. Per lui e per noi. Allora Pasqua di risurrezione è storia di un evento, memoria viva di una presenza in mezzo a noi e speranza della prefigurazione futura. Dimensioni che offrono la forza e il coraggio per guardare avanti senza paura. “Cos’è la speranza? È sentire il domani” (Papa Francesco).

Don Massimo Serio massimo.serio82@libero.it

GIUBILEO D’ARGENTO per il nostro Vescovo

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ra il 10 dicembre del 1990, quando nella Chiesa parrocchiale della SS. Trinità in Manduria, dove esercitava il ministero di Arciprete-Parroco, apprese dal vescovo di Oria la nomina a vescovo. L’ordinazione episcopale, poi, il 26 gennaio del 1991 con ingresso nella diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Ed è in questa data che, nel 2000, ha voluto fare l’ingresso ufficiale nell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Durante la celebrazione del suo giubileo episcopale è stato reso noto il Libro Sinodale, documento nel quale sono confluiti i tre anni di anni di preghiera, discernimento e confronto del Sinodo Diocesano, a cui la comunità diocesana dovrà guardare per compiere il proprio cammino di rinnovamento. In questa circostanza ha inviato una lettera al Popolo di Dio nella ricorrenza del 25° di ordinazione episcopale (1991 – 26 gennaio – 2016) ed in prossimità del 50° dell’ordinazione sacerdotale (1967 – 30 agosto – 2017) per rendere grazie alla SS. Trinità. In essa, S.E. Mons. Pichierri ripercorre i suoi 25 anni di episcopato. Di seguito, si propone un profilo biografico. Nato a Sava il 12 febbraio 1943, è stato ordinato sacerdote il 30 agosto 1967 dopo aver frequentato il ginnasio nel Seminario diocesano di Oria e gli studi filosofici e teologici nel Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta. Nel 1970 ha conseguito la Licenza in Teologia Ecumenica presso l'Istituto di Teologia Ecumenico–Patristica Greco–Bizantina, San Nicola, in Bari. È stato Padre Spirituale nel Seminario diocesano di Oria e animatore, nonché Rettore nel Seminario liceale regionale di Taranto. Dal 1982, Mons. Armando Franco, nominandolo Arciprete, gli affida la cura pastorale della parrocchia della SS. Trinità in Manduria, dove svolge il suo servizio sino al 12 marzo 1991. Nel 1986, lo stesso vescovo Mons. Franco lo chiama a collaborare in maniera più diretta nella guida della diocesi affidandogli l'incarico di Vicario generale e Moderatore di Curia. Lungo tutto l'arco degli anni di ministero ha insegnato Religione Cattolica nelle scuole medie e superiori. E poi finalmente vescovo… Il suo motto episcopale è Oportet Illum Crescere: bisogna che egli cresca! Segni importanti di crescita sono gli 80 presbiteri ordinati, di cui 20 sono

… Facci il dono di diventare

est non est

Il terremoto della Pasqua

Pubblichiamo l’intervista esclusiva rilasciata alla nostra redazione da don Maurizio Patriciello il 28 gennaio scorso in occasione della sua conferenza al V Meeting delle testate giornalistiche locali.

strabici Non esiste - ce lo ricorda l'antico testamento - speculare sulla vita dei deboli, sulla vita dell'orfano, della vedova, dello straniero, del debole; anzi, già l'antico testamento ci diceva che queste categorie, queste persone afflitte dalla debolezza dovevano essere il primo luogo, la prima casa di preghiera per tutti coloro che volevano fare azioni di carità. Stiamo parlando di 3.500 anni fa. A 3.500 anni di distanza sembra che nulla è cambiato: la sanità è diventata commercio, l'istruzione è diventata commercio, la politica è diventata commercio, e ampi strati della chiesa diventano giorno per giorno sempre più commercio. Non commercio di anime da portare a Cristo Signore, ma commercio di posizioni, denaro e cattiveria pura che si camuffa dietro ad un colletto, un camice, una scrivania. Gesù ci dice che possiamo fare tutto il contrario.

religiosi, i 10 diaconi permanenti, circa 20 professioni religiose femminili, una consacrata nell’ordo virginum e 9 consacrate nell’ordo viduarum. Senza dimenticare le due visite pastorali alle 66 parrocchie, il sinodo diocesano dei giovani (2003-2005) e i convegni ecclesiali annuali. Durante il suo episcopato nella chiesa di Trani-Barletta-Bisceglie si è continuata la cooperazione con le altre chiese come la diocesi di Pinheiro in Brasile, dove il nostro parroco Don Rino Caporusso ha prestato servizio per ben 5 anni, ha visitato sia l’arcidiocesi di Gulu in Uganda, dove fu ucciso Padre Raffaele Di Bari nel 2000, che una parrocchia in Albania. Il suo impegno è stato profuso nella istituzione di nuove parrocchie e nel campo dei beni culturali mediante la costruzione e il restauro delle chiese, l’istituzione di musei-biblioteche-archivi, promotore, inoltre, del progetto culturale con l’istituzione delle sale della comunità, e animatore dell’ecumenismo con l’accoglienza della Chiesa Ortodossa Romena sul territorio diocesano mediante la chiesa di S. Martino in Trani e di S. Antonio in Barletta. Ed è proprio nell’anno straordinario della Misericordia, aperto l'8 dicembre u.s. da papa Francesco, a chiusura del Sinodo Diocesano, che si inserisce l’Udienza di Papa Francesco tenuta a Roma con la partecipazione di circa quattromila fedeli della nostra Arcidiocesi, lo scorso 20 febbraio per ringraziare Iddio del giubileo d’Argento di S.E. Mons. G.B. Pichierri. Ad Maiora! Francesca Leone professoressaleone@gmail.it

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don Salvatore Mellone, seminarista

don Maurizio raggiunge tutta Italia per denunciare quello che succede, ed è successo nella “terra dei fuochi”. Don Maurizio denuncia la connivenza delle istituzioni, dei giornali, ma anche della gente stessa che per anni non si è ribellata al fenomeCon queste parole, tratte da un’omelia di don Salvatore no dello smaltimento illegale dei rifiuti. “La camorra ha fatto i Mellone e lette da sua sorella Adele, è cominciato il V meeting suoi affari. Con l’industria disonesta!” delle testate giornalistiche organizzato dalla collaborazione tra Nell’intervista concessaci poco prima dell’inizio del dibatil nostro giornale e la Commissione Cultura e comunicazioni tito, don Maurizio tratta tutti questi temi. Quello che vogliamo sociali della diocesi. Questo evento da quest’anno è dedicasottolineare qui è il grande senso di giustizia e di speranza verto al nostro caro amico don Salvatore, per ricordare l’amore e so il prossimo che don Patriciello nutre. Le parole di don Salval’impegno per la cultura, la letteratura e il giornalismo. Ospite e tore sulla “mercificazione” del nostro mondo si inseriscono alla relatore della serata, al quale è stato fatto dono del riconosciperfezione in questo contesto; proprio don Maurizio rivolgenmento della “Cattedra degli Anàrgiri”, don Maurizio Patriciello dosi ai giornalisti presenti dice: “Non scrivete cose non vere a che ha portato la sua coraggiosa testimonianza di denuncia costo di essere licenziati dai vostri padroni…perché ogni mezza nei confronti del malaffare e del crimine organizzato. Dalla sua verità è sempre una mezza bugia!”. terra, Caivano nella diocesi di Aversa, All’assemblea, numerosa, presente don Maurizio si congeda con una preghiera – esortazione: “Signoore: at lv Sa n do in memoria di cato e di ril de ap i lu di a re, facci il dono di diventare STRABICI… perché con e et es enti nel m l sito intern facebook e de importanti mom e na gi du pa o un occhio possiamo vedere le cose di casa nostra e m lla 2) ia de al li, ge Segn entazione gio onna degli an e 19,30: Pres r il Pellegrinag pe onio (via Mad con l’altro le cose del mondo”. nt do al ’A at nt • 15 aprile or C sa S. ità un essa no a lla Com 0 la S. M .00 Radu c/o la Sala de guirà alle 19.0 rdotale. Ore 18 Cattedrale. Se versario sace ni in a An di e: or ril ric ap Mise • 16 l Giubileo della parrocchiale de lsi. ta ni U ll’ de za con la presen

Ruggiero Dimonte, dimonte.ruggiero@libero.it Angela Rizzi, a.rizzi87@gmail.com

2016: Trentacinquesimo e Ventesimo Questo è un anno importante per la nostra Parrocchia del SS. Crocifisso, in quanto festeggerà il 35° anniversario dalla sua istituzione e 20° dalla costruzione dell’attuale tempio. I motivi che hanno ispirato l’istituzione della parrocchia furono determinati dalle grandi urgenze pastorali che il rapido sviluppo edilizio e demografico del nuovo quartiere Patalini aveva imposto alla fine degli anni ’70. La parrocchia, infatti, viene istituita il 14 settembre 1981 ed intitolata, poi, “Santissimo Crocifisso” avente come primo parroco don Michele Dicataldo. Per circa 15 anni la chiesa è ubicata in diversi locali del quartiere, dapprima in un locale in via Dante Alighieri poi nel garage di via Patalini, fino a quando il Consiglio Comunale assegna il suolo per la sua costruzione su via Petrarca. Nel 1992 viene nominato parroco, succedendo a don Michele, don Luigi Filannino, un sacerdote a pieno servizio del popolo affidatogli, in grado di donare affetto e di arrivare al cuore di tutti, che prosegue il lavoro cominciato dal suo predecessore,

riuscendo nell’impresa di sviluppare e completare il nuovo tempio con la Dedicazione e Consacrazione dell’altare avvenuti il 5 ottobre 1996. Grazie alla continuità del nostro parroco don Ruggiero Caporusso, infatti, è stato possibile far divenire la nostra parrocchia centro propulsore del quartiere, non solo luogo di preghiera, ma anche centro di incontri, di formazione di giovani, bambini e famiglie. Inoltre si è potuto realizzare la meravigliosa pittura artistica dell’abside, il completamento delle sale di catechismo, della sala di comunità, del campetto di calcio, portare a termine il progetto del campanile, inaugurato lo scorso 28 novembre 2015. Non si può dimenticare e ringraziare il lodevole apostolato dei vari vice parroci passati in questi anni: don Francesco Piazzolla, don Emanuele Tupputi, don Alessandro Brandi e attualmente don Nicola Salvemini. Mariagrazia Spadaro, mariagrazia.spadaro2110@gmail.com

Sabrina Catapano, sabrycatapano89@hotmail.it

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IN… BREVE

V Meeting testate giornalistiche

l’appunto


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