SLOW ECONOMY 23

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ANNO 7 - NUMERO 23 - Luglio / Agosto 2020

Speciale OLITALY Extra DiVino 2020

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Comune di Bari

Progetto realizzato con il contributo della Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo Rurale


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ANNO 6 - NUMERO 22 - Settembre / Ottobre 2019

Speciale OLITALY Extra DiVino 2020

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Comune di Bari

Progetto realizzato con il contributo della Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo Rurale

Slow Economy - Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo Anno 7 - Numero 23 - luglio / agosto 2020 - Reg. Tribunale in corso Direttore Responsabile: Stefano Masullo Direttore Editoriale: Saverio Buttiglione - Art Director: Daniele Colzani

FB: SlowEconomy - www.issuu.com/SlowEconomy - Youtube: Extra DiVino

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Prof. Stefano Masullo

Editoriale

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Il Golf come strumento strategico di marketing relazionale

I

l golf non è solo uno sport, non è solo un gioco, è un meraviglioso strumento educativo e terapeutico che stimola la mente e fa bene al corpo e all’anima oltre che a sviluppare relazioni personali, professionali ed accordi commerciali per sviluppare il fatturato ed aprire nuovi mercati.

o management delle relazioni è finalizzato a creare, mantenere e gestire un network di rapporti di lungo periodo, ed il Golf con oltre 60 milioni di giocatori a livello mondiale, costituiti da appartenenti ad una classe sociale, culturale e finanziaria di alto livello come ad esempio Donald Trump e Mario Draghi, ne rappresenta

“Per il successo e la crescita delle aziende è sempre più importante la capacità di costruire e alimentare nel tempo relazioni durevoli e intense con i propri clienti . Il marketing relazionale è finalizzato alla conoscenza, condivisione e soddisfazione di bisogni, passioni ed emozioni dei consumatori in modo diretto e personalizzato. Questa è la premessa sulla quale si basa il concetto strategico dell’utilizzo della disciplina sportiva golfistica come elemento strategico e fondamentale di marketing, comunicazione e relazioni esterne di cui Golf People Club Magazine è la massima espressione, in termini qualitativi e quantitativi, in Italia. Il marketing relazionale

lo strumento principe ed ineguagliabile per una azienda moderna e strutturata su di una organizzazione aziendale pianificata strategicamente e razionalmente. Il marketing

relazionale può definirsi una innovazione progettuale ovvero la capacità di instaurare con il cliente un rapporto finalizzato alla condivisione di un processo di “creazione di valore” duraturo nel tempo e comunque legato all’emozione, alla passione e al bisogno del consumatore, che permette di capire e conoscere il cliente e le sue preferenze:“comprendere non solo cosa vuole il cliente, ma chi è “. Le opportunità offerte dal digitale per la profilazione dei clienti e lo sviluppo di iniziative di marketing relazionale sono un’arma in più. Lo sviluppo delle tecnologie digitali ha favorito il cambiamento del rapporto tra brand e consumatore unitamente alle impensabili solo quale lustro addietro, opportunità per la profilazione dei clienti e lo sviluppo di iniziative di marketing relazionale. Il Digital CRM Customer Relationship Management è stata una vera e propria innovazione manageriale, ovviamente per quei professionisti in grado di


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utilizzarlo correttamente ed in chiave strategica, in quanto da un lato consente di abbattere le barriere nei confronti dei clienti, creando un rapporto più diretto tra azienda e consumatore e dall’altro, attraverso la sub azione di e il Profiling, consente di conoscere meglio il target, profilando la propria clientela: queste due opportunità sono imprescindibili l’una dall’altra per costruire una relazione di valore con il proprio target. L’avvento dell’ economia digitale 4.0 ha permesso inoltre alle aziende di intervenire con maggiore efficacia ed efficienza nell’innovazione nei mezzi e nei metodi per presentare e raccontare l’azienda, in quanto il raccontare storie è una modalità comunicativa nata insieme all’umanità per tramandare le proprie tradizioni, intrattenere e formare le nuove generazioni. Oggi, in una realtà complessa, esageratamente piena di messaggi e informazioni, lo storytelling è divenuto anche un efficace strumento di comunicazione e marketing, che punta a creare contenuti di alto valore, che facciano leva sull’immedesimazione e sull’emozione. Il marketing

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relazionale utilizza in modo strategico gli strumenti della comunicazione web col cliente creando, con gli utenti ed i nativi digitali, una relazione one to one, grazie ad una comunicazione pertinente, puntuale e personalizzata”. Golf People Club Magazine nello scorso mese di giugno quale sommo sacerdote della disciplina golfistica come strumento sovrano del Marketring Relazionale, sia off line che on line, ha introdotto per la prima volta nella propria storia aziendale Phain Promoter, struttura associativa di promozione che vanta oltre 40 aziende food e cantine vinicole appartenenti all’eccellenza del settore enogastronomico con marchi DOP - IGP - DOCG , nel settore editoriale golfistico italiano , infatti , grazie ai rapporti diretti ed alla professionalità dei vertici editoriali della rivista in particolare ed in funzione dei privilegiati rapporti vantati dal direttore responsabile Stefano Masullo con il fondatore Giuseppe Caramia, l’ organizzazione,

estremamente interessata ad entrare in contatto diretto con i lettori, ma soprattutto con gli amici personali della redazione, rappresentati dagli appartenenti alla speciale classe sociale degli High Net Wort Individuals, persone fisiche che posseggono, abitazione esclusa, un patrimonio personale di almeno un milione di dollari, inizialmente pianificherà una campagna pubblicitaria sulla rivista e successivamente parteciperà, in qualità di sponsor & partner, agli esclusivissimi e selezionatissimi eventi golfistici e sociali organizzati o supportati da Golf People Club Magazine, quale il circuito golfistico internazionale Green Velvet Travel Golf Cup 2019 giunto alla settima edizione guidato da Gian Carlo Nannini e da Sara Vicario, rispettivamente presidente e direttore operativo. Golf People Club Magazine, confermando ancora una volta la propria leadership assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di mercato, Golf, Arte, Solidarietà, Lifestyle & Business, rivolgendosi agli appartenenti alla specifica classe sociale degli high net worth individuals, durante la quarta tappa della settima edizione del circuito golfistico


Botromagno SocietĂ Agricola a.r.l. 70024 Gravina in Puglia (BA) - Via Archimede, 22 info@botromagnovini.it Tel. (+39) 080.3265865 - Fax (+39) 080.3269026

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internazionale Green Velvet Travel Golf Cup che si è disputeto al Castello di Tolcinasco Golf & Country Club in assoluta anteprima a livello nazionale ha fatto degustare a tutti gli iscritti alla gara ed agli ospiti presenti le prelibatezze offerte da aziende pluripremiate a livello mondiale per il livello eccelso dei propri prodotti enogastronomici utilizzate come materie prime dagli chef stellati di tutto il mondo, aziende pugliesi presentate da Phain Promoter e dal project manager di Extra DiVino (programma internazionale di marketing Food e Moda con città di Bari e Regione Puglia) Saverio Buttiglione : Azienda Capocollo di Martina Franca srl Cervellera (Capocollo presidio Slow Food, Soppressata, Lardo tipo Colonnata); Azienda Caseificio Fratelli Tarantino srl (Pallone di Gravina in Puglia Presidio Slow Food); Azienda Schiena Vini srl Villa Castelli (BR) Terra degli Imperiali (Primitivo Manduria DOP, Salice Salentino DOP, Negroamaro Rose’); Azienda Ambrogio Valentini - Martina Franca (Olio EVO Collina di Brindisi DOP); Azienda Pastificio Sbiroli srl Putignano (BA);

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A z i e n d a Panificio La Maggiore di Barile Pane DOP di Altamura; A z i e n d a Biscottificio Farinella Putignano (BA) - Prodotti da Forno; A z i e n d a Allegrinitaly srl (Biscotto Cegliese P r e s i d i o Slow Food); Azienda Monastero Santa Chiara srl - Altamura (BA) (Marzapane antica ricetta Clarisse); Azienda Acqua Orsini Sorgente di Puglia (BA); Azienda Vini Coppi /Turi; Azienda Vini Botromagno /Gravina in Puglia; Azienda Vini Polvanera / Acquaviva delle Fonti; Azienda Vini Tormaresca / San Pietro Vernotico; Azienda Oleificio Pantaleo /Fasano; Azienda Oleificio Nicchia /Noci; Azienda Oleificio Caroli /Martina Franca; Azienda Liquorificio Beltion/Merak /Putignano. Golf People Club Magazine promuove già Ristorante Savini 1867, Sartoria di Milano 1949, Borile Motocicli, SISAL Wincity, Chateau d’Ax, General Fix, Alter Ego by Pettenon Cosmetici, S p o r t i n g Leonardo da Vinci, RINA, IVRI, Lyoness Cash Back, Etihad, Ristopiù

Lombardia SpA, Faraone Casa d’Aste, Qatar Airways, 1 Invest Business Solutions, Ceramiche Musa, Cosmo Beauty Tech ed è desiderosa di qualificare sempre più a livello superiore la sua penetrazione e conseguente reputazione presso il segmento di mercato Premium, a conferma della propria vocazione professionale e missione aziendale, unica ed inimitabile, nel contribuire in maniera fondamentale al lancio ed al consolidamento della carriera di molti protagonisti attivi nei vari settori merceologici ed allo sviluppo di marchi aziendali con i relativi beni e servizi. Golf People Club Magazine in un solo lustro ha raggiunto la leadership assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di mercato poiché si caratterizza e si distingue, fin dalla fondazione per una serie di motivi particolari, unici, ineguagliabili, precisi ed oggettivi, riassumibili nel modo seguente: unica rivista italiana attiva, presente e conosciuta a livello mondiale; prima , unica ed esclusiva rivista italiana di Golf di tre manifestazioni mondiali come il World Sport Tourism Show , World Golf Awards, Global Golf Summit Dubai; rivista leader assoluta ed


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incontrastata nel settore del Golf & Business internazionale; unica rivista italiana che vanta un vertice editoriale proveniente dai mercati finanziari e conosciuto a livello internazionale, già nel mese di Ottobre del 1994, infatti , la rivista Class dedicava una speciale classifica di copertina intitolata “ Top 100 Manager Under 40 i Migliori in Italia“, nel cui elenco compariva proprio l’attuale direttore responsabile di Golf People Club Magazine . Al seguente link , https:// issuu.com/golfpeoplecm/docs/ golfpeople_clubmagazine_12 è possibile sfogliare comodamente come se si fosse in poltrona e scaricare direttamente sul proprio computer il dodicesimo numero della rivista. Golf People Club Magazine , il sistema editoriale integrato e convergente del golf italiano nonchè il punto di riferimento nazionale per gli operatori mondiali del golf , dove i golfisti si ritrovano per consolidare le conoscenze avviate sul green , in funzione del proprio vertice direttivo , espressione di ben 13 nazionalità diverse , con una diffusione di oltre 250.000

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copie tra la versione digitale e cartacea , consolida e conferma , la leadership assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di mercato , Golf – Arte – Solidarietà – Lifestyle & Business , risultando l ‘ ospite speciale più, disponibile , operativo , gradito ed ambito nei più esclusivi e prestigiosi avvenimenti sociali , sportivi , istituzionali , dove vengono elaborate concrete e reali sinergie al fine di concludere e rendere operativi contratti di partnership commerciale di importante rilevanza economica , destinate agli appartenenti alla specifica classe sociale degli high net worth individuals Golf People Club Magazine , www.golfpeople.eu , con la realizzazione del dodicesimo

numero , ed il raggiungimento dell’ ottavo anno di pubblicazioni, in un momento di crisi spaventosa per l ‘ editoria, continua a macinare e migliorare ogni record aziendale registrato da una singola pubblicazione, sia in termini di foliazione, considerata ormai un punto di riferimento inarrivabile ed oggetto prezioso da collezione, per qualità, contenuti, fattura ed eccellenza dei partner commerciali presenti, consta infatti di 295 pagine complessive, di cui 60 di pubblicità, una brossura con rilegatura filo refe, una grammatura della carta superiore a 100 e stampata patinata opaca, che, soprattutto, in termini di ricavi generati, sia direttamente, attraverso la raccolta pubblicitaria, la cui richiesta quotidiana di inserimento da parte di nuove aziende ha comportato l’aumento del numero di pagine totali, che indirettamente tramite la concretizzazione di numerosi ed importanti contratti di consulenza riguardanti progetti di marketing , comunicazione, sponsorizzazione, organizzazione di eventi, sales promotions, internazionalizzazione aziendale, lobbyng e relazioni istituzionali, finanza e fiscalità internazionale, creazione, gestione e posizionamento


di siti e portali internet, progettazione di cataloghi, servizi fotografici e video, azioni di guerrilla marketing e di web marketing per un controvalore commerciale superiore alle diverse centinaia di migliaia di euro il cui ammontare del primo trimestre è già in grado di coprire i costi dei prossimi tre anni di attività. Gaetano Simonato , appassionato golfista, master chef dal 2008 insignito della Stella Guida Michelin e fondatore del ristorante boutique, un lusso sui navigli milanesi per soli 24 coperti “ Tano Passami l’ Olio “, grande amico di Stefano Masullo, direttore responsabile Golf People Club Magazine e Slow Economy, è stato l’ospite speciale e partner della quarta tappa svoltasi al Castello di Tolcinasco Golf & Country Club della settima edizione del circuito golfistico internazionale Green Velvet Golf Cup 2019, fondato da Gian Carlo Nannini e diretto da Sara Vicario . Gaetano Simonato inizia la carriera di chef dopo aver lavorato come barman per quasi 17 anni, da sempre interessato al mondo culinario, con una mamma cuoca, coltiva la propria passione

continuando a studiare. Nel 1995 apre a Milano il ristorante Tano Passami l’ Olio (un ristorante intimo in cui le parole d’ordine sono ospitalità, affidabilità e qualità) che trae il suo nome dalla convinzione per cui l’olio è il miglior condimento possibile, l’essenza della cucina, tanto è vero che è dal 1991 che ne fa uso vietando l’uso del burro che pure nel nord Italia è un’ingrediente immancabile. L’amore per l’extravergine – sono oltre 50 le marche di olio evo che troneggiano nella bacheca del suo ristorante – è tale da dedicare a questo ingrediente il nome del suo locale oltre che a renderlo protagonista della sua cucina. Nel 2008 ottiene il tanto ambito riconoscimento della Guida Michelin, per la sua cucina creativa, di ricerca con note mediterranee; ama modificare i piatti della tradizione per renderli più adatti al suo pensiero culinario: leggerezza, digeribilità e freschezza. Vuole valorizzare gli ingredienti e per questo motivo le cotture sono fatte separatamente per far risaltare il sapore di ciascun alimento che viene poi esaltato da un filo d’olio a crudo che dà garanzie di

fragranza e di incontaminazione dei prodotti. L’uso del burro è quasi bandito , se non per mantecare pochissimi piatti a freddo, il soffritto (di cipolla, aglio, scalogno e affini) lo trova superfluo e superato, cioè per dare corpo e sapori trova non necessario appesantire con troppa struttura di tali ingredienti, ma cerca di conservare il più possibile l’integrità dei prodotti scelti, la panna non è neanche presa in considerazione. Il locale è in sintonia con lo stile della cucina: soft, caldo e moderato, una buona accoglienza da parte della moglie Nadia, da una brava collaboratrice e da Tano stesso mettono subito a proprio agio gli ospiti, che poco dopo credono di essere a casa propria. La carta vini comprende oltre 350 etichette cercate con cura e con buon rapporto qualità prezzo. La bacheca di sala degli olii ne contiene diversi, tutti dell’annata in corso e spesso non sono gli stessi dell’anno precedente perché purtroppo alcuni non riescono a mantenerne la qualità, troppo soggetti al cambiamento climatico.

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di Saverio Buttiglione

Focus

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“Assocastelli, le dimore storiche italiane fanno marketing territoriale”

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crive Benny Della Chiesa Migliorati “Puglia, castelli e nobili conquistano Venezia. La regione è stata protagonista in questa edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. La Puglia è considerata la regione più cinematografica d’Italia ed a lei è stato dedicato uno degli eventi più prestigiosi di tutta la rassegna che si è tenuto la sera del 31 agosto nella suggestiva cornice di Palazzo Cavanis e della Terrazza dei Nobili entrambi in Fondamenta Zattere Gesuati affacciati sul canale della Giudecca. Il tutto organizzato e promosso da Assocastelli in collaborazione con Assessorato Cultura e Turismo della Regione Puglia e Fondazione Apulia Film Commission per celebrare l’ingresso delle dimore storiche pugliesi nel grande cinema. L’occasione è stata quella di dare l’avvio all’iniziativa “Il Film più Bello: la Puglia” già presentata nelle scorse settimane a Bari e a Lecce. Si tratta della prima selezione delle 25 più belle dimore d’epoca e storiche della Puglia disponibili come location e set per le produzioni cinematografiche

e televisive. Alle 18,30 nella cornice del palazzo che fu dei conti Cavanis si è cominciato con la visita privata alla mostra dedicata all’artista Pino Pascali organizzata dalla Fondazione Pino Pascali di Polignano Mare. Ospiti d’onore il produttore Gian Gabriele “Giangi” Foschini, patron della Gika Productions, che è stato poi premiato con il riconoscimento “Cinema e Patrimonio” nella veste di produttore del film Stai Sereno – Stay Calm, girato in Puglia, che vede impegnato alla regia Davide Dapporto (rispettivamente figlio e nipote degli attori Massimo e Carlo Dapporto) e presente nel cast anche la star hollywoodiana Billy Zane (attore reso celebre per i suoi ruoli in pellicole come Ore 10 Calma Piatta e Titanic) e gli attori Samantha Capitoni, Francesco Meoni e Corrado Fortuna. Nella produzione è impegnato anche Guido De Angelis che in passato realizzò la serie cult Elisa di Rivaombrosa. Altri ospiti d’onore Nancy D e l l ’ O l i o

considerata la più prestigiosa ambasciatrice della Puglia nel mondo e Gianluca Mech, patron dell’omonimo gruppo vicentino leader nell’alimentazione del benessere. Proprio lui diventerà il quinto ambasciatore del patrimonio architettonico storico d’Italia, il riconoscimento nazionale più importante, insieme a Tommaso Dragotto presidente di Sicily By Car, Luca Iannarone amministratore delegato di Interflora, il cardinale Gianfranco Ravasi presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e sir Benjamin Slade rappresentante di Assocastelli nel Regno Unito. Il tutto con la presenza di alcune tra le più affascinanti “castellane” di Puglia: Lucia Cariati, Fabrizia Dentice di Frasso (con il marito il principe Giuliano Dentice di


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Frasso), Annarita Ingrosso e Susanna Mariani Sangiovanni accompagnata dalla figlia Allegra Sangiovanni. Presente anche il vertice del Turismo della Regione Puglia con a capo l’attivissima assessore Loredana Capone e il direttore del dipartimento cultura e turismo Aldo Patruno. E poi la Fondazione Apulia Film Commission, considerata la più attiva a livello nazionale, con il presidente Simonetta Dellomonaco e il direttore Antonio Parente con Cristina Piscitelli e Rocco Colangelo. Ed infine Assocastelli, promotore principale dell’iniziativa, con il suo presidente barone Ivan Drogo Inglese affiancato dal console per la Puglia Cristina Caiulo e dal neo designato console per il Veneto Alberto Rui, con loro anche la contessa Carolina Reviglio della Veneria, gli architetti Rodolfo Bigolin e Rochi Luigi Venezia e Giorgio Girelli proprietario dell’azienda veneziana che realizza i più accurati interventi con l’utilizzo del legno. Il barone Ivan Giuseppe Drogo Inglese è riuscito nell’impresa di dare visibilità alle dimore storiche nell’ambito della kermesse cinematografica e dichiara “Il patrimonio architettonico storico deve essere sempre

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il protagonista. Anche nel cinema”. Rigorosamente pugliese il vino che è stato servito alla cena nella Terrazza dei Nobili, fornito dall’associazione Puglia in Rosè diretta da Lucia Nettis. Pochi giorni prima del Festival del Cinema di Venezia mi sono incontrato col barone Ivan Drogo Inglese nel castello Marchione di Conversano e nella masseria fortificata Tagliente, Insieme all’economista Francesco Lenoci docente all’Università Cattolica di Milano, scendendo lungo la discesa che da Martina Franca arriva a Taranto, ho imboccato un sentiero (volutamente non asfaltato, infatti incontriamo 2 BMW di

ospiti tedeschi tutte impolverate) che attraversa un maestoso bosco di querce ed all’improvviso, accolto da una mandria di cavalli murgesi, siamo sbucati davanti alla cappella dedicata a San Martino, inizio della masseria fortificata Tagliente, arrivando nel piazzale assolato dove avevano fatto tappa le stupende Bugatti storiche. Accolti dal proprietario avv. Carlo Fumarola, dal giovane architetto Venezia e dal il barone Ivan Giuseppe Drogo Inglese, Presidente di Assocastelli, con 500 dimore storiche italiane messe in rete per importanti progetti di marketing territoriale, in pratica rendendole fruibili sia per soggiorni che per eventi. il nostro prossimo incontro di lavoro sarà nella dimora storica del barone Adolfo Collice a Camigliatello Silano, dove su incarico del Ministero ho prodotto spots pubblicitari e telepromozione per il Consorzio Formaggio Caciocavallo Silano DOP, poi trasmesse su Mediaset dopo che scelsi Emanuela Folliero in qualità di Testimonial. Con Assocastelli si può portare avanti un piano strategico utile alle eccellenze delle filiere eno agroalimentari e della moda pugliesi simile a


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quello cominciato nei circoli Golf grazie al professore universitario esperto di finanza internazionale Stefano Masullo che tra l’altro dirige “Golf People Club Magazine” (oltre a “Slow Economy”), sono imprese ed eventi che Extra DiVino, in collaborazione con Regione Puglia, organizza con piena soddisfazione dei turisti e buyers internazionali coinvolti, così raggiungendo anche l’obiettivo di essere volàno di importante incoming turistica di qualità. Per questo Extra DiVino si è fatto promotore anche del marchio “Luxury Brand”. Da pugliese mi ha fatto molto piacere che l’amico Presidente di Assocastelli Barone Ivan Giuseppe Drogo Inglese (tra l’altro sodale dell’economista milanese docente universitario Stefano Masullo direttore responsabile di “Golf People Club Magazine” e di “Slow Economy”), nel suo tour pugliese abbia visitato anche il Castello di Marchione, quello a me più vicino dove i miei mi portavano da bambino, ora anche set di numerosi films a cominciare dal campione d’incassi di Checco Zalone. Qui visse fino agli inizi del 2000 il

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principe Fabio Tomacelli Filomarino. Nel 1965 fu il set del film Casanova ’70 diretto da Mario Monicelli, interpretato da Marcello Mastroianni e prodotto da Carlo Ponti (marito di Sophia Loren). Dopo la moda, per esempio a Pitti Uomo 2019, alla recente Mostra Internazionale del Cinema di Venezia Assocastelli ha aperto alla enogastronomia, infatti il barone Ivan Giuseppe Drogo Inglese ha presentato 25 dimore storiche della Puglia, regione che ha visitato per tutto il mese di agosto, in una splendida serata con cena innaffiata dai vini rosati di Puglia. A Pitti Uomo il barone aveva affermato: “A Firenze inizia Pitti Immagine Uomo, la kermesse della moda maschile. Quale è il collegamento tra Assocastelli e Pitti Uomo? Eccolo… Alcuni degli espositori e buyers presenti hanno deciso di coniugare la loro permanenza “business” con la nostra ospitalità di “charme” delle dimore d’epoca e storiche di Firenze e dintorni. Assocastelli, per l’occasione, ha predisposto pacchetti da 3/5 notti che hanno destato buon interesse e che riproporremo anche

l’anno prossimo. Il personaggio ritratto nella foto e’ Gian Gastone de’ Medici, l’ultimo granduca di Toscana appartenente a questa illustre famiglia. A lui e alla sua sobria eleganza maschile è dedicata la nostra ospitalità”. Insieme ad altri illustri soci gli amici Stefano Masullo e Roberto Jonghi Lavarini Tre hanno favorito la nascita di ASSOCASTELLI eleggendo Drogo Inglese Presidente. I Nobili italiani si sono così si alleati contro la crisi economica per 2 motivi: continuare a custodire le dimore storiche italiane con nuove entrate ed al contempo questi Marchesi e Baroni rilanciano il turismo nelle nostre splendide regioni italiane favorendo innanzitutto eventi delle eccellenze di filiere Agroalimentari ospitando buyers e stake holders da tutto il mondo. Le nuove leve dell’aristocrazia terriera partono lancia in resta. Centinaio di nobili e ricchi borghesi si è unito in un’associazione per r i l a n c i a r e economicamente le rispettive proprietà immobiliari: i tempi sono duri per tutti e non si possono manutenere facilmente castelli e edifici storici. Per questo è nata a Milano Assocastelli dall’iniziativa delle nuove generazioni del bel mondo:


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l’età media degli aderenti, che possono contare su testimonial europei d’eccezione come l’Arciduca d’Austria Carlo d’Asburgo e il Granduca di Russia George Romanof, è di 45 anni. E in gran parte provengono dal Nord Ovest italiano, Piemonte e Lombardia in testa, proprio le stesse zone dove il Conte di Cavour e l’aristocrazia illuminata ottocentesca importarono dall’Inghilterra il modello del proprietario terriero imprenditore. Una figura opposta per valori a quella del nobile nella concezione spagnola, dove l’ideale era una persona il più distaccata possibile dalle cose materiali come la gestione dei propri fondi. E sull’esempio dell’artefice dell’Unità italiana anche i soci di Assocastelli, che ha tra i suoi fondatori i baroni Ivan Drogo Inglese e Roberto Jonghi Lavarini e l’avvocato Federico Filippo Oriana, vogliono «creare un sistema virtuoso e sinergico di accoglienza turistica,

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organizzazione di eventi pubblici e privati, e valorizzazione de territorio, della enogastronomia e dell’artigianato locale, attraverso una serie di iniziative sociali ed il lancio di una nuova piattaforma internet, con particolare attenzione alla possibile clientela americana, russa e cinese». Diventare cioè il motore economico per molte comunità. In alcuni casi si tratterà di potenziare quanto già iniziato: il Marchese Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano è proprietario dell’omonimo castello e produce vino, così come per il castello di Piovera del Conte Alessandro Calvi di Bergolo e Rocca Saporiti. O come per il barone Giulio Cesare Ferrari Ardicini, la cui famiglia è proprietaria di storici palazzi in Lombardia e Piemonte oltre che della tenuta agricola Colle Alberti nel Chianti. La nuova unione è nata tra gli aderenti dell’Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare (Aspesi) e circa il 70% dei soci appartiene a famiglie della aristocrazia storica, anche se vista l’età media parliamo delle nuove generazioni. Un gruppo che non ha finalità politiche, ma imprenditoriali e che punterà su alcuni mantra di oggi come la qualità del made in Italy. E che potrebbe rappresentare una leva economica per molte zone depresse della penisola visto che i timidi segnali di ripresa si avvertono soprattutto nelle grandi città e nei pochi centri industriali rimasti. Dallo stesso clima innescato dall’aristocrazia

imprenditoriale ottocentesca scaturirono le energie per grandi opere come il canale Cavour: con i suoi 83 chilometri è una delle più vaste opere di ingegneria idraulica in Italia e ha permesso lo sviluppo delle zone agricole di Vercelli e Novara. E, oltre che essere fondamentale tutt’oggi per l’economia del territorio, all’epoca fu costruito in tempi record: approvato dal Parlamento nel 1862, fu completato del 1866. Tre anni per un’opera di quasi cento chilometri e che attraversava diverse Amministrazioni e strade. Confrontarlo con qualsiasi cantiere statale odierno sarebbe impietoso. E comunque questi soci aderenti ad Assocastelli sono solo l’inizio: i fondatori non vogliono fermarsi qui, ma ampliare gradualmente i soci anche oltre i confini nazionali. Per questo i testimonial come Carlo d’Asburgo e George Romanoff sono più che un semplice volto. E sembra che saranno coinvolti anche i principi italiani Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone delle Due Sicilie. L’obiettivo finale è un network internazionale di attività in tutto il continente: «Si tratta di riprendere alcune buone tradizioni del feudalesimo spiega il barone Jonghi Lavarini - come il contatto con il territorio». Si torna indietro, per andare avanti. Ivan Drogo


Inglese, manager di importanti società, presidente dell’Istituto Benedetto XV (proprietario di immobili a Genova e a Roma), alla guida della Commissione Finanza di Aspesi nonché partner e presidente del

Comitato Scientifico di “Golf People Club Magazine” sta facendo un grosso lavoro in qualità di Presidente di ASSOCASTELLI, Associazione della Proprietà di Castelli , Palazzi e Ville d’Italia, visitando in lungo e largo tutto il territorio italiano. E’ affiancato dal Vice Presidente Alessandro Calvi di Bergolo (la famiglia è proprietaria del Castello di Piovera); nel Consiglio Direttivo siedono, tra gli altri, Giacomo Cattaneo Adorno (proprietario del Castello di Gabiano), Aldo Cichero (noto designer di yacht di lusso e proprietario del Castello di Morsasco), Ruggero Massimo Jannuzzelli (proprietario del Castello di Montesegale e dell’azienda Moto Morini), Roberto Jonghi Lavarini Tre (immobiliarista milanese), Giuseppe Lupis Rogges (imprenditore nel settore sanitario) e ovviamente Federico Filippo Oriana, Presidente di Aspesi. Golf People Club Magazine, la più prestigiosa, autorevole ed importante testata italiana di Golf & Lifestyle, destinata agli appartenenti della speciale

classe sociale degli High Net Wort Individuals, persone fisiche che posseggono, immobile di residenza escluso, un patrimonio personale di almeno un milione di dollari, consolida sempre di più la leadership assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di mercato in quanto sarà media partner delle attività di Assocastelli. Ivan Drogo I n g l e s e , caro amico personale del direttore responsabile Stefano Masullo da oltre tre lustri, ha incrociato con lui il percorso professionale attraverso il professor Gian Carlo Elia Valori in occasione dell‘OPA - Offerta Pubblica di Acquisto, lanciata da Schemaventotto controllata del Gruppo Benetton, su Autostrade per l’Italia, società quotata alla Borsa Valori di Milano e presieduta proprio da Gian Carlo Elia Valori. Ivan Drogo Inglese ha ricoperto e svolge tuttora importanti e prestigiosi incarichi tra cui è doveroso ricordare nel 2000 il ruolo di Coordinatore del gruppo di lavoro sul Decreto Legislativo 58/1998 “Testo Unico Finanza” presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati con Presidente l‘onorevole Giorgio La Malfa, quello di consigliere delegato della società Finesa, realizzatrice del Golf La Filanda ad Albisola Superiore, di presidente Multicon, uno dei principali consorzi industriali italiani con oltre 350 aziende aderenti. I CASTELLI DIVENTANO quindi BUSINESS fruibili oltre che ammirati per la loro bellezza architettonica. L’Italia

è considerato il paese con il più importante patrimonio architettonico e artistico del mondo, ma spesso poco sfruttato e non adeguatamente sviluppato come fonte di reddito e conseguentemente anche come forma di investimento profittevole. Per questi motivi è nata Assocastelli Associazione della Proprietà di Castelli , Palazzi e Ville d’Itali. Questa nuova realtà, che si pone come una influente lobby, rappresenta soprattutto una iniziativa che intende sostenere operativamente la creazione e la gestione di una innovativa piattaforma multimediale (i progetti si chiamano Guest Book e Regal Shop) alla quale verrà affidata la gestione delle attività commerciali e ricettive che vengono svolte nelle strutture associate .Incubatore

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della nuova iniziativa è Aspesi Associazione Nazionale delle Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare guidata da Federico Filippo Oriana. Poco prima dell’evento realizzato a Venezia in occasione del Festival Internazionale del Cinema il barone Ivan Giuseppe Drogo Inglese di San Giacomo del Pantano, Presidente MBC “Montenegro Business Center”, già amministratore delegato Hi Real, società quotata alla Borsa Valori di Milano, attualmente presidente Hospital Holding e consigliere nazionale della commissione finanza ASPESI

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“Associazione Nazionale tra Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare”, presieduta dal nostro direttore responsabile in Slow Economy prof. Stefano Masullo, Presidente di “Assocastelli” Associazione della Proprietà di Castelli, Palazzi e Ville d’Italia, nonché partner e presidente del Comitato Scientifico di “Golf People Club Magazine” (direttore responsabile Stefano Masullo), è stato il padrone di casa di un esclusivo, ambitissimo e selezionato cocktail dinner di affari a livello internazionale, con gli ospiti invitati uomini rigorosamente in smoking e signore in abito lungo, che si è svolto, organizzato e curato direttamente da Stefano Masullo, magnifico rettore della Libera e Privata Università Internazionale ISFOA nonché Luogotenente per il Nord Italia dell’ “Ordine Equestre dei Santi Contardo e Giuliano l’ Ospitaliere”, nella splendida e lussuosa residenza privata del barone Ivan Drogo Inglese, ubicata nel cuore della città di Milano, a pochi passi da Piazza Duomo, al fine di poter festeggiare il conferimento del Diploma di Laurea Honoris Causa in “Economia e Relazioni Internazionali”, rilasciata dalla Facoltà di Scienze Industriali della Libera e Privata Università Internazionale ISFOA . Ivan Drogo Inglese ha dichiarato in quell’occasione: “E’ ormai da

mesi che stiamo lavorando al progetto Assocastelli ovvero a promuovere e valorizzare il patrimonio architettonico storico italiano. Abbiamo creato un team unico che ho l’onore di coordinare e che vede coinvolto anche il principe Emanuele Filiberto di Savoia ed ora anche il principe Guglielmo Giovanelli Marconi (nipote del grande scienziato). Alcuni dei nomi più rappresentativi del nostro paese si sono resi disponibili per creare questo nuovo asset produttivo per il paese (con ottime opportunità di occupazione). E’ di oggi la conferma che i presidenti di Assocastelli e Association des Châteaux de la Loire incontreranno il Commissario Europeo per la Cultura Tibor Navracsics.” www.assocastelli.it Associazione della Proprietà di Castelli, Palazzi e Ville d’Italia Piazza Diaz 1, Milan, Italy Telefono 02 76011591 Dott. Benny Della Chiesa Migliorati Relazioni con le Istituzioni e la Stampa bennydellachiesa@ h o t m a i l . c o m


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di Antonella Primavera

Eventi

“Federico II e la sua presenza in Sila e Cosenza”

F

ederico II è figlio di Costanza d’Altavilla e di Enrico VI di Svevia. Enrico è figlio diretto di Federico Barbarossa, quindi l’erede della corona dell’Impero Tedesco. Costanza d’Altavilla, la madre, è una delle più belle monarchie del Mezzogiorno e d’Europa, proprio quella dinastia normanna che tanta storia ha costruito nel suo percorso illuminato. L’attesa di questo imperiale bambino, che dovrà riunire l’Impero Tedesco alla Sicilia, è travagliata. Costanza non è più giovane e quando rimane incinta tutti sono convinti di una finta maternità. Il Papa preoccupato e speranzoso di mettere mano sulla corona normanna e sulla Sicilia, invita Costanza a partorire nella marca anconitana, e precisamente nella cittadina di Jesi, sotto una regale tenda in pubblica piazza. Nella notte di Natale dell’anno 1194, Costanza diede alla luce un figlio a cui

Torre Federici e la falconeria

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venne imposto il nome di Federico Ruggero, in ricordo dei due grandi avi: Federico Barbarossa, sovrano del Sacro Romano Impero, e Ruggero II, il conquistatore della Sicilia. L’educazione del piccolo Federico è affidata al Papa, (Innocenzo III e poi Onorio III) ma appena possibile il ragazzo corre nella sua Sicilia per giocare a corte con i coetanei arabi, ebrei e siciliani. Federico già da bambino respira un’aria di eclettismo, di libertà, di ecumenismo, un’aria che fa sognare a questo giovane Imperatore la possibilità di riunificare l’Europa, questa volta però partendo dal Mezzogiorno. A tredici anni, il figlio di Costanza assume il potere come Federico II. Il padre era morto da dieci anni, nei quali l’anarchia baronale aveva ripreso vigore. Sebbene in tenera età, prese subito in mano la situazione. Ristabilì l’ordine e impose che i privilegi

feudali, l’amministrazione della giustizia, la maggior parte dei commerci e la sicurezza dipendessero esclusivamente dal sovrano, che regnava per volere di Dio ed era strumento della Sua Provvidenza. Con mirabile equilibrio, riuscì a fondere elementi della cultura greca e latina, araba e bizantina, normanna e sveva dando vita ad uno Stato accentratore ma illuminato, cattolico ma tollerante verso musulmani ed ebrei, fieramente autonomo dalla Chiesa di Roma, tanto che, per due volte, venne scomunicato. Il giovane Imperatore deve misurarsi proprio in Sila, dove circa mezzo secolo prima, aveva predicato l’Abate Gioacchino da Fiore. Il monaco, originario di Celico, ha più volte indicato nella persona di Federico, l’anticristo, la fine del mondo, l’apocalisse. Federico ha conosciuto direttamente da bambino il grande Abate, confessore della mamma Costanza d’Altavilla e suo stesso consigliere: ironia della sorte che poi si fa storia. Alla presenza della Regina Costanza d’Altavilla nessuno poteva accedere eretto, guardandola negli occhi, ma quasi in ginocchio, potevano avvicinarsi al suo cospetto; l’unico uomo che aveva libero accesso a corte e a cui era consentito baciare la mano della Regina era proprio il monaco silano. Un episodio


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può illuminare la grandezza e il rispetto che l’Abate portava con se in quel travagliato Medioevo. Un giorno, a Palermo, la regina Costanza è seduta sul suo trono nella grande sala del governo, e con svariati sudditi. Gioacchino entra umilmente nella sala e Costanza lo invita a sedersi accanto a se,

ricoverare i suoi proseliti, i suoi prediletti, creando un luogo riservato, qui chiunque chiedeva asilo poteva evitare la giustizia civile e penale, cioè un luogo franco, un luogo che Gioacchino battezza la Sila Badiale dalla badia, un territorio vastissimo, oltre trentamila ettari, che lui mandava a

tempo dello Spirito Santo che può salvare l’umanità. Il primo documento relativo alle concessioni fatte all’Abate Gioacchino è di Guglielmo II il Buono, risale al 1178 ed è antecedente a quello di Arrigo VI, del 20 ottobre 1195: “Dotazione della Badia di S. Giovanni in Fiore”. Questa

pregandolo di confessarla al cospetto di tutti. L’Abate senza indugio invita la Regina a mettersi in ginocchio ai suoi piedi perché in quel momento l’Abate rappresentava Dio e la Regina l’Uomo. E Costanza nella grandezza della sua intelligenza, e nell’umiltà della sua fede, si inginocchia. Gioacchino conoscendo, quindi, la sensibilità della regina nel dargli preghiere, consigli e confessione, spesso chiede concessioni. A Costanza, per esempio, Gioacchino chiede di allargare il grande territorio silano a San Giovanni in Fiore, dove aveva costituito il cenobio florense, ordine fondato dal grande Religioso. In questo territorio l’Abate poteva

coltura e da cui riceveva i prodotti e le rese con cui sosteneva il suo ordine florense che era diventato un ordine potente, intelligente, colto, di cui anche il Papa stesso aveva grande rispetto. Lo stesso Abate più volte è stato in odore di scomunica perché troppo intelligente, troppo avveniristico. L’intenzione del monaco era quella di voler riportare la chiesa allo stato della purezza, infatti Gioacchino predicava la purezza dell’acqua e del sole e sosteneva che il potere temporale del papato, all’epoca, era meno vicino a Cristo ma più vicino al denaro, quindi un fustigatore dei costumi. Insomma è solo lo Spirito Santo o meglio il

concessione e le successive vennero confermate da Federico II, il quale con il privilegio del marzo del 1200, consentì all’Abate di edificare nel luogo detto “Capalbo” (Lorica) una casa di religione, alla quale concesse un possedimento “per lo spazio di mille passi di longitudine e mille di latitudine”. “Guglielmus Dei gratia Rex Siciliae, ducatus Apuliae, et principatus Capuae……… etc.” “Guglielmo per grazia di Dio Re di Sicilia, del ducato di Puglia e del principato di Capua, a Gualtiero Ammirato, (figlio) del compianto Fortunato, capo diletto della regia casta dei Baroni, suo fedele, salute ed affetto. Il venerabile Abate


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di Santa Maria di Corazzo, venendo poco tempo fa a Palermo, ha mostrato nella nostra Corte due documenti sulle difese delle terre che noi da tempo abbiamo concesso per misericordia allo stesso monastero; sostiene che tu hai permesso che quelle stesse difese venissero ristrette e spezzettate dai suoi Camerari e delimitate nei confini. Lo stesso venerabile Abate chiese umilmente fino a qual punto noi riteniamo che le stesse difese divengano un privilegio per il suddetto monastero. Ma poiché la nostra Corte non sapeva in che modo di norma le stesse difese furono fatte, affidiamo alla tua lealtà e ordiniamo che le difese stesse, le quali tu per norma facesti fare in virtù della nostra concessione, divengano (ora) con il tuo intervento e secondo la nostra autorità, un privilegio per il monastero; e da parte tua allo stesso monastero perché tu l’abbia in mente e (tu abbia) la certezza della nostra concessione.” Nel 1198, in Messina, l’imperatrice Costanza confermava all’Abate Gioacchino tutte le precedenti concessioni con un documento nel quale era scritto: “Concedentes, et confirmantes ipsi monasterio libere et

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sine aliqua exactione s e r v i t i i granciam, quam habet in tenimento Cerentiae, ………etc.” “Concediamo e confermiamo allo stesso monastero liberamente e senza alcun tributo la grangia della servitù, che ha nella tenuta di Cerenzia, vicino al casale Verdò nella località detta Alba col mulino (che è) nel fiume Lepre, con le terre, con le vigne e con gli alberi che possiede nella tenuta della suddetta comunità e anche (confermiamo) tutti i privilegi, le masserizie, i benefici e tutte le esenzioni e anche tutti gli altri beni, secondo la concessione dei felici re nostri predecessori o a qualunque altro giusto titolo e dove lo stesso monastero si ritiene di prenderli (i beni) e di entrarne in possesso, anche prima di poterli conseguire. Stabiliamo etc.” Infine, il documento del 3 marzo 1200, firmato da Federico II. Con questo diploma, l’Imperatore confermava le donazioni precedenti, dando facoltà a Gioacchino da Fiore di costruire una casa in contrada Capalbo, attualmente località Ceci di Lorica (proprietà del barone Collice), con la concessione anche di un territorio esteso mille passi in longitudine ed in latitudine. “Inde est quod cum tu venerabilis Abbas Joachim de Flores venires ad Curiam nostram, exposuisti Majestati nostrae quod in loco qui dicitur Caput Album in extrema

parte Silae, ………etc.” “Da ciò è chiaro che quando tu, venerabile Abate Gioacchino da Fiore, venisti alla nostra corte, hai detto alla nostra Maestà che nella località chiamata Capalbo (Lorica) nella parte estrema della Sila, che è vicina alla città di Cosenza, a causa della grandissima quantità delle nevi, che lì si verifica ogni anno, proprio lì il passaggio diviene abbastanza difficile e pericoloso (e perciò) hai costruito un certo ricovero per il rifugio dei tuoi frati che per urgenti necessità sono costretti a passare di là più frequentemente degli altri, che motivi analoghi spingono a passare da quella parte. Poiché ne hai constatato la strettezza, hai ritenuto giusto del detto ricovero fare un ampliamento degno di Dio e utile per gli uomini ed hai chiesto, supplicando, alla nostra Altezza fino a qual punto ti diamo ampia facoltà di costruire lì una casa di religiosi esente da imposte e poiché ad altri nelle medesime zone se ne dà concessione in base alle rendite delle comunità dei frati che si metteranno al servizio di Dio (hai chiesto fino a qual punto) noi siamo disposti a concederti di essere libero da ogni esazione e dalle false denunzie di nostri pubblici funzionari. Perciò noi che, nel favorire il carattere sacro della tua casa, possediamo il diritto ereditario dell’amore e della generosità paterna e materna, abbiamo ritenuto che le tue preghiere, in questo caso, devono essere accolte sia per la nostra salvezza sia per il suffragio delle anime del defunto illustre Imperatore nostro padre e della serenissima Imperatrice nostra madre; (e perciò) concediamo a te e ai tuoi successori la libera facoltà di costruire, nel suddetto


“La bocca non serve solo per respirare e mangiare, ma è anche un importante organo di comunicazione, pertanto non stupisce che, denti bianchi, splendenti e regolari, sono riconosciuti come un segno di vitalità e di salute del corpo; inoltre, un sorriso accattivante influenza in modo decisivo la fiducia in se stessi.

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luogo che si chiama Capalbo (Lorica), una casa di religiosi ad onore di Dio e per l’utilità di molti; e per la medesima casa assegniamo un podere, libero da imposte, vicino allo stesso luogo, per uno spazio di mille passi sia in lunghezza sia nella sua larghezza, di modo che nessuno, per il futuro, osi sconsideratamente disturbare la quiete dello stesso luogo; infine noi prendiamo sotto la nostra particolare protezione e difesa sia quello stesso luogo, sia i frati che lì si metteranno al servizio di Dio, sia il Prelato che lì, secondo le circostanze, sarà stato costituito in base alla regola del vostro ordine, e tutti i loro beni.” Federico venne in Calabria più volte. L’Imperatore non può non tenere nella mente e nel suo cuore una presenza in Sila, dove esercita grande influenza l’Abate Gioacchino. L’Abate da Fiore nato a Celico intorno al 1130, venne unanimemente considerato un profeta, non nel senso di predizione del futuro, ma di annuncio della parola di Dio. Infatti nelle sue spiegazioni delle Scritture interpretava in modo originale i passi più oscuri, come quelli dell’apocalisse, e annunciava il terzo stato della rivelazione di Dio: quello del Regno dello Spirito Santo. Entrò nel monastero della Sambucina, poi fu abate a Corazzo e successivamente maturò l’idea della Congregazione Florense, che prese corpo nel 1191. Guardato con sospetto dalla Chiesa, che a tredici anni dalla sua morte lo condannò nel 1215 per la sua dottrina trinitaria, egli ebbe grande seguito perché propugnava una Chiesa spiritualis, ricordando che Dio abbatteva i superbi e premiava gli umili. Gioacchino alla morte lascia il cenobio e

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l’ordine all’allievo prediletto, il famoso Luca detto il Campano in quanto originario del paesino di Campagna marittima nei pressi di Frosinone. Da Casamari, dove Gioacchino lo incontra, se lo porta con sé per la sua bella calligrafia, la lucida mente, la grande memoria e per gli occhi puliti che aveva questo giovane che studiava da monaco. Gioacchino quasi tutta la vita lo ha vicino a sé, e soprattutto nei momenti più fertili delle sue scritture, e quando già vede poco, detta a lui quelle che sono le verità della vita e la purezza dell’animo che viene direttamente da Dio e dalla natura. Luca oramai è il capo dell’Ordine ed è Vescovo di Cosenza. L’Imperatore non può chiedere al Papa di evitare le crociate, pena la scomunica. Invece Luca essendo Vescovo ed essendo in parte sotto la giurisdizione dell’Imperatore può piegarlo ad alcuni suoi desideri e per tanto gli offre dei doni, cose preziose per la grande città di Cosenza, la città del consenso, la città nuova che è la capitale del Mezzogiorno insieme a Palermo. Vale la pena di ricordare che la città di Cosenza non è mai stata greca-bizantina ma latinaromana. Nel Pancrazio sotto il castello normanno, su un’ara pagana dedicata al Dio Pan e alla divinità del Crati, Pan

Cratis, cioè il Pancrazio, realizza una stupenda Cattedrale, l’attuale Duomo, che ancora oggi è una delle più belle opere d’arte medioevali del mezzogiorno. Questa la dona a Luca Campano insieme alla splendida ed inestimabile stauroteca, bellissima croce bizantina, intarsiata d’oro e di smalti che contiene una reliquia della croce di Cristo, fatta da artigiani eccezionali e nella quale viene raffigurato, su entrambi i lati, parte del vecchio testamento. Per molti il regalo imperiale rappresenta, insieme al Codex Purpureus, il tesoro più splendido della Calabria. Insomma, Federico II spera di far dire al Vescovo Luca che l’Abate non era convinto della necessità delle crociate perché comunque si sarebbe versato sangue fraterno. L’Imperatore Federico II vuole evitare le crociate perché veramente sente gli arabi, con cui è cresciuto insieme a Palermo, come fratelli ed è consapevole della grandezza della Loro cultura. Una riflessione che conta: la conquista e la presenza degli arabi in Sicilia dal ‘900 in poi. Il periodo più fulgido di questa cultura si ha con Averroè, detto anche Ibn Rushd, nato nel 1120 a Cordova, grande filosofo, medico, astronomo e giurista, che ha lasciato un


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segno importante nella civiltà del Mezzogiorno. Il grande Averroè però non conosceva il greco, mentre il suo primo discepolo, Alessandro, uomo di grande cultura aveva una preparazione sulla filosofia greca e soprattutto della lingua greca. Alessandro è detto “della Collicia”, perché la “Kulliyyāt” è l’opera in 23 volumi che Averroè scrive fra medicina e filosofia. Il maggiore studioso, traduttore dall’arabo in latino e greco è Alessandro della “Kulliyyāt”, in latino “Colliget”, “della Collicet”, Alessandro Collice. Alessandro viene studiato dall’Imperatore. Quando ha necessità di realizzare il Duomo si rivolge proprio ai discendenti Collice, che possedevano delle cavi di tufo rosa a Mendicino, materiale eccezionale per la costruzione della Cattedrale di Cosenza. La ristrutturazione-costruzione del Duomo non è altro che uno scambio: il Vescovo Luca deve “sussurrare” al Papa che l’Abate Gioacchino era contrario alle crociate. Di certo Federico, suo malgrado, è costretto a partire per la Terra Santa ma sicuramente non ha l’intenzione di portare lutti, morti e cerca di non fare bottino perché non vuole prendere niente ai fratelli arabi. Forse porta con se la Sacra Sindone, ma certamente porta una pietra d’altare con le autentiche reliquie della Croce di Cristo, che poi trasferisce dal Castello di Roseto Capo Spulico nella cappella di “Frederici”, oggi Sant’Anna dei Collice a Torre Federici. All’Imperatore gli è necessaria la frequentazione con Cosenza, e con San Giovanni in Fiore, in Sila. Qui può addestrare i suoi amati falchi, nel verde bosco perenne ed eterno dove i laghi e le acque sono

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copiose e dove la selvaggina a primavera scende nella valle ad abbeverarsi al mattino. Quindi la presenza a Cosenza di Federico è ormai certa, come anche quella verso la Sila, in un luogo a metà tra Cosenza e San Giovanni in Fiore, detto di “Frederico”, poi Federici. Chiama il figlio prediletto Enrico, detto “lo sciancato”, in Calabria e lo vuole Re di Cosenza. Ma l’Imperatore è sfortunato, l’adorato figlio Enrico è un uomo troppo intelligente e di idee liberali. Nella lotta fra l’Impero ed i Comuni Enrico sostiene le cause longobarde, sostenitori questi delle autonomie locali contro la feudalità. L’Imperatore non può accettare da nessuno che venga scalfito il progetto dell’Europa unita sotto una sola corona, la creazione dei Comuni significa una barriera, una difficoltà a costituire l’Impero sotto un unico dominio e i longobardi lui li lotta ma Enrico s’innamora di questa idee, delle autonomie e delle libertà e fomenta le rivolte dei longobardi, lui il figlio adorato, l’Imperatore voluto. Il padre da ordine a Pier delle Vigne, il consigliere politico del grande Imperatore Federico II, di convincere Enrico a desistere perché il padre non avrebbe mai potuto accettare tutto questo. Federico II, avendo visto che il figlio Enrico non seguiva le sue volontà, dopo averlo arrestato e poi perdonato più volte, da l’ordine a Pier delle Vigne, in una delle cavalcate di caccia sui crinali del Savuto, di spingere da cavallo Enrico “lo sciancato”, e così spinto da cavallo ruzzola nel Savuto e muore nei flutti del fiume. L’Imperatore è disperato perché adorava questo figlio e vuole la sua sepoltura nella cattedrale di Cosenza che lui stesso ha realizzato e donato

al Vescovo Luca Campano. Enrico VII viene sepolto in un magnifico sarcofago di marmo greco del III secolo, riutilizzato in epoca medievale, è istoriato magistralmente, in forma di bassorilievi, con il mito di Meleagro sulla caccia al cinghiale calidonio, rinvenuto tra i resti dell’ara pagana, esposto in bella vista nella navata destra dell’ingresso principale dove si apre una piccola porta laterale, così che chi entrava lo poteva ammirare. Ancora oggi è ben visibile. I cosentini dicono che Federico più volte viene a Cosenza e più volte lo si vede all’alba quando non c’è nessuno o a notte fonda andare a pregare e a piangere sul sarcofago del figlio Enrico che lui stesso ha ordinato di uccidere. Nel 1234 istituì, con privilegi, le fiere di Cosenza e di Reggio, che ben presto diventarono tra le più importanti del regno. Fu tra i boschi secolari della Sila, in località Federici di Camigliatello, dove fa costruire una torre, per cacciare con il falcone, il suo passatempo per il quale scrisse un trattato ancora oggi fondamentale, “De arte venandi cum avibus”, finemente miniato forse dallo stesso Imperatore. Favorì, così come in tutti i suoi domini, gli ebrei ed i loro commerci, tanto che colonie di israeliti si stabilirono o si consolidarono in numerose città della Calabria, quali Cosenza, Catanzaro e Reggio. Altri commercianti si insediarono in Calabria, provenendo da Amalfi, Nocera e da altre zone della Campania e da allora questi flussi sono stati tradizionali fino al Novecento. Si vivifica la “cultura materiale”, ricette arabe si mescolano alla tradizione alimentare greco-bizantina, romana, mediterranea: lo stesso Federico si diletta di cucina. Che


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meraviglia! poter approfondire ciò che ha scritto in materia. Venne incentivata la coltivazione degli agrumi, della canna da zucchero e la lavorazione della seta. Vi fu una consistente ripresa economica e culturale, con la creazione di nuove città, quale Monteleone, nei pressi della greca Ipponio, e la realizzazione dei famosi castelli federiciani. Infatti, vennero eretti o ricostruiti i castelli di Cosenza e di Nicastro, di Monteleone e di Roseto Capo Spulico, di Rocca Imperiale e di Belcastro e di Saracena. In quest’opera fu vicino a Federico anche l’architetto Nicolò da Cicala, che proveniva da quella Calabria dove, quattro secoli prima di Cristo, aveva dispiegato la sua dottrina Pitagora, il grande filosofo della matematica. E infatti, Federico credeva nel segreto dei numeri e nel suo significato occulto. I suoi castelli, a cominciare da quello pugliese di Castel del Monte, che egli disegnò personalmente, ne sono una testimonianza evidente e misteriosa. Anche una ragione di cuore spinge l’Imperatore a frequentare questa città, qui ha molto successo, anche con le belle dame di Cosenza.

Con le belle cosentine, l’Imperatore si dice abbia avuto parecchi rapporti, e in uno di questi genera una bambina, nata nel giorno di Santa Teresa, e perciò chiamata Teresa detta poi di Frederico perché sua figlia naturale. Successivamente questa figlia naturale verrà imposta in matrimonio a colui che gli aveva fornito il materiale per la costruzione del Duomo, Giulio Cesare Collice, discendente di Alessandro, il grande commentatore di Averroè. Federico morì improvvisamente a Lucera nel 1250, come voleva la profezia, e il regno che aveva suscitato l’ammirazione ed il timore dei contemporanei non gli sopravvisse. Infatti, i suoi discendenti non furono in grado di controllare né le mire della Chiesa, né le rivolte dei baroni. Ad esempio a nulla valse la nomina del pronipote Alberto Collice a vice-patriarca di Aquileia e a feudatario delle provincie di Udine e Pordenone: tenendo, inoltre, il feudo e la gastaldia di Meduna e relativo castello, uno dei più antichi d’Italia. Il patriarcato di Aquileia merita una piccola nota storica. Fin dalla sua origine, intorno al 1000, il patriarcato di Aquileia aveva

Bolla del 1255 custodita al Vescovato di Udine. Nomina a vice patriarca di D. Alberto Collice, vescovo della diocesi di ConcordiaPordenone 1260-1268

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insieme due nature: quella temporale e quella ecclesiale o divina che però venivano riunite in una sola persona. Il patriarca era un principe feudatario e contemporaneamente era la massima autorità ecclesiale, tanto che dall’origine e fino al 1250 tutti i principivescovi del patriarcato erano famiglie tedesche e cioè espressione del Sacro Romano Impero Germanico. Solo con la nomina di Gregorio di Montelongo, 1250, originario di Campobasso, e poi con la nomina nel 1255 a vicepatriarca da parte del Papa ad Alberto Collice, guelfo, nipote dell’Imperatore, si rompe il dominio tedesco nel patriarcato e si rafforza l’appartenenza guelfa da parte del papato nella scelta dei patriarchi. Bellissima la Bolla ancora intatta e custodita presso il Vescovato di Udine che lo stesso Francesco Di Manzano, autore degli Annali del Friuli, cita prelevandolo dal trattato sulla chiesa di Aquileia del XIV secolo del Thesaurus Ecclesiae Aquilejensis opus saeculi XIV. Purtroppo siamo già nel 1266, e la tragica battaglia di Benevento può considerarsi l’ultima pagina, ancora una volta scritta con il sangue, che chiude la stupenda era normanna. E a noi silani e cosentini cosa rimane di quell’era? Forse un ricordo struggente, ma certamente l’orgoglio che una parte della “Storia” è passata da qui. Noi ci viviamo. “La nuova genie loro gesta apprenda proprie radici furono, storia e legenda”.


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olio

OlItaly Extra DiVino 2020 Sessanta milioni di ulivi della regione invocano una fiera mondiale sull'EVO in Puglia. Location: il quartiere fieristico della Fiera del Levante di Saverio Buttiglione 34

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Piaceri d’Italia


L'economista Francesco Lenoci docente alla Cattolica di Milano alla presentazione di Olitaly 2020

L'

enogastronomia delle filiere d’eccellenza della PUGLIA, con particolare attenzione all’EVO (Extra Verfine Olio d’Oliva) è stata presentata dalla Associazione “Extra DiVino” a Milano TUTTOFOOD con un programma di promozione, degustazioni con esposizione in corners delle aziende pugliesi parteci-

panti, fruito da stake holders, media, buyers e pubblico. Nella Masseria Brancati di Ostuni in Puglia a fine estate è stato poi dato l’annuncio della Kermesse internazionale OLITALY 2020. In quest’occasione l’intervento principale è stata un’affabulazione dell'economista Francesco Lenoci, docente all'Università Cattolica del Sacro

Cuore di Milano, sull'Olio ExtraVergine d'Oliva nella Masseria Brancati di Corrado Rodio ad Ostuni, con interventi del medico Michele Bruno Presidente di Puglia Expò e del Senatore Piero Liuzzi, giornalista e manager di un grande gruppo industriale, dove i partecipanti hanno alla fine gustato Vini della Cantina Coppi, Birra artigianale Daniel's e latticini del caseificio “Sapori delle Masserie”. Fra di loro anche i fondatori della start-up enogastronomica digitale "Aueeè", tra 800 ULIVI millenari sopra antichi frantoi ipogei, uno di epoca romana ed uno medievale, sotto lo stesso patio dove pochi giorni prima aveva pranzato Sofia Loren. Ho presentato la Kermesse Internazionale B2B OLITALY 2020 Extra DiVino in qualità di project manager di Extra DiVino, programma di marketing internazionale Food e Moda in collaborazione con Città di Bari e Regione Puglia. OLITALY 2020, B2B tra buyers ed aziende pugliesi dell'EVO da Novembre 2019

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olio tenersi nei quartieri fieristici a Foggia e Fiera del Levante a Bari, è stata raccontata sotto un Ulivo di ben 3.000 anni, come certificato dall’Università Aldo Moro di Bari che ha fatto la datazione con l’analisi del carbonio14, quindi questo essere vivente che ancora produce olive è nato secoli prima di Gesù Cristo, infatti si trova fuori del reticolo squadrato degli ulivi di 2.000 anni piantati dai romani a distanze precise e si ritiene che sia nato 3 millenni fa in modo spontaneo. Silente alle nostre orecchie, se non per il fruscìo delle sue fronde mosse dal vento, cresciuto con movimenti così lenti che sono impercettibili se paragonati alla velocità con le quali i nostri sensi si confrontano, le velocità degli esseri viventi, noi e gli altri animali che osserviamo, questo albero d’ulivo è cresciuto per 30 secoli contorcendosi per adattarsi ai cambiamenti climatici anche violenti, terremoti e primo fra tutti il vento, dimostrando una resilienza ed un attaccamento alla vita eccezionali. Nella giornata evento, a Masseria Brancati, l'affabulazione sull'Olio Extra Vergine d'oliva, fatta dall'economista Francesco Lenoci, ha lasciato tutti gli intervenuti col fiato sospeso finchè non hanno assaggiato questo meraviglioso olio spalmato su fette di pane arrivato dagli antichi forni di Altamura, la Città del Pane. Il luogo scelto per la presentazione di OLITALY 2020 ha sbalordito i media e le personalità presenti per la cornice degli ULIVI millenari dai quali eravamo circondati, la masseria fortificata poi, col suo frantoio dell’800 sopra gli antichi frantoi ipogei è stata location di importanti reportages della televisione inglese BBC, di National Geographic e di Alberto Angela, che ne ha fatto uno speciale con immagini stupende prese coi droni e

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Piaceri d’Italia

Corrado Rodio proprietario di Masseria Brancati nel frantoio del 1800 col Senatore Piero Liuzzi ed il medico Michele Bruno Presidente di Puglia Expò


trasmesso su RAI2. Extra DiVino prosegue il percorso del programma internazionale di marketing Extra DiVino, con CittĂ di Bari e sostenuto dalla Regione Puglia, cominciato nel 2015 nella sala Murat di Piazza del Ferrarese Bari e nel Fortino di Sant’Antonio sul Lungomare Imperatore Augusto, dove ha fatto sempre incontrare aziende e buyers stranieri, portandoli anche in missione in Puglia per visitare le produzioni di eccellenza, nei territori e negli ambienti dove crescono le materie prime trasformate. Il programma è poi proseguito a Roma nel palazzo Ferrajoli di piazza Colonna di fronte a palazzo Chigi, dove i prodotti

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olio pugliesi sono stati apprezzati dai buyers arrivati dagli Stati Uniti d’America e nella Fiera di Shangai a fine 2018. Alcune delle aziende che hanno esposto i loro prodotti, nei corners allestiti, sono stati Pastificio Sbiroli (Putignano), Oleificio Pantaleo (Fasano), Biscottificio Farinella (Putignano), liquorificio Beltion/Merak (Putignano), cantina Polvanera (Acquaviva delle Fonti), cantina Tormaresca (San Pietro Verotico), caseificio Delizia (Noci), caseificio Sapori delle Masserie (Putignano), caseificio F.lli De Rosa (Gravina di Puglia), cantina Botromagno (Gravina di Puglia), cantina Coppi (Turi), Acqua Orsini (Poggiorsini), Oleificio Valentini (Martina Franca), azienda agricola Turco (Lesina), Panificio La Maggiore (Altamura), cantina Schiena, salumificio Cervellera Capocollo (Martina Franca), Le stesse aziende portate al Golf Club Castello di Tolcinasco questa estate per promuovere queste eccellenze anche nel circuito dei circoli del golf. Come era già successo per la Fiera Internazionale di Shangay in Cina, Sotto l'ulivo di 3.000 anni alla prentazione di OLITALY in masseria Brancati, a destra premio al Senatore Liuzzi per il lavoro fatto in Commissione Cultura del Senato

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con testi in lingua cinese/mandarino, i magazines milanesi “Slow Economy”, “Piaceri d’Italia” e “Golf People Club Magazine”, insieme alle TV locali, hanno comunicato ai buyers ed ai consumatori finali gli usi, la storia, le tradizioni, l’ambiente, il paesaggio, le architetture e le materie prime autoctone della Puglia, che vengono trasformate nel territorio. Ancora una volta l’associazione “Extra DiVino”, con l’obiettivo di OLITALY 2020 persegue la finalità della promozione dei prodotti regionali pugliesi a Marchio, “Prodotti di Qualità” e comunque aderenti ai sistemi di qualità (DOCG, DOP, IGP, biologici, tradizionali), affinchè i consumatori esigenti possano poter scegliere i migliori ingredienti per la loro cucina ed il loro gusto. Un grande chef di Milano, lo chef stellato Gaetano Simionato, con ristorante “Tano passami l’olio” (sui navigli), nostro ospite nel tour enogastronomico pugliese nel “Golf club Castello di Tolcinasco", mi diceva che ogni piatto è e deve sempre essere una sintesi di 5/6 saperi diversi, quello del frantoiano che produce il suo amato olio, quello del contadino che coltiva le materie prime, quello dell’allevatore che produce il latte, quello del panificatore (Tano è rimasto incantato nel gustare il gigantesco Pane DOP di Altamura) e quello dello chef che abbia studiato antichi saperi di processi culinari e nuovi saperi derivanti da dotte e gustose sperimentazioni. In un momento della storia umana nella quale tutti gli indicatori mi confortano nell’idea che ebbi nel 2012 di fondare Slow Economy, quella di cambiare “punto di vista” ed esortare gli stake holder a guardare anche all’economia (e soprattutto alla finanza) da una “diversa prospettiva”, da un inedito “angolo visuale” perché la

decennale crisi mondiale che era nata 5 anni prima negli USA coi mutui subprimes e che poi, da finanziaria si era trasformata in economica non permetteva più una futura ripresa senza abbandonare i vecchi schemi produttivi (vedi la auto mosse da energia derivante dagli idrocarburi o le case costruite ancora come nei precedenti 50 anni senza tener presente le nuove tecnologie antisismiche, con materiali ecocompatibili invece del cemento armato e soprattutto domotiche ed energicamente au-

tonome con sfruttamento dell’energia solare). Oggi finalmente tutti si stanno rendendo conto che il Pianeta Terra è fortemente a rischio, i cambiamenti climatici, lo scioglimento dei ghiacciai sono i sintomi tangibili che i vecchi schemi produttivi legati ad un consumismo di massa sfrenato sono superati, e per fortuna sono i giovanissimi adolescenti, vedi la sedicenne Greta, a gridare l’allarme. Tutto questo comporta che gli incrollabili valori dei decenni precedenti crollano uno ad uno, e mi

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olio viene in mente Dante Alighieri che si rendeva conto come tutto il mondo che conosceva crollava, ma non riusciva ad immaginare quali sarebbero stati i nuovi valori che avrebbero forgiato la nuova società. Infatti lui, uomo medievale, non fece in tempo a vedere che per fortuna questa nuova socialità sarebbe stata il Rinascimento. Nel mio caso pur essendo fautore delle nuove tecnologie avverto però un pericolo derivante in special modo dalla Intelligenza Artificiale, uno dei motivi per i quali abbandonai la mia professione di programmatore/sistemista su mainframe IBM e capo centro nel CNI Consorzio Nazionale Informatica, un pericolo per la libertà. Alla piacevolezza che ci consentiranno le nuove app, implementate con l’AI, il rovescio della medaglia è l’insidia nascosta nei big data che saranno padroni della nostra privacy. Per esempio inviare (addirittura a pagamento acquistandone il kit) alle aziende specializzate il nostro DNA per ottenere l’analisi del nostro genoma, utile a diete

personalizzate o alla ricerca di malattie ereditarie per cure anch’esse personalizzate, significa dare libero accesso alla nostra privacy biologica che qualcuno potrebbe poi usare contro di noi, a fini assicura-

tivi per esempio, piuttosto che in un colloquio di lavoro o per la concessione di un mutuo essendo pure prevedibile il numero d’anni ancora restanti della nostra vita. Altro esempio è la nostra “profilaMasseria Brancati da sinistra Michele Bruno, Francesco Lenoci, Piero Liuzzi, Anna Fiorenza e Romano Daniele del birrificio Daniel's

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zione” grazie ai dati che concediamo “gratis” quando chattiamo sui social media, oppure la nostra “schedatura” con l’ultima trovata, la app cinese Zoa, che permette, dopo il nostro riconoscimento facciale ottenuto scannerizzando il nostro volto con lo smartphone, di sostituirci in modo perfetto ad un attore protagonista in un film, ben oltre la manipolazione delle immagini fotografiche con l’uso di programmi grafici come photoshop. L’intelligenza artificiale (AI) ci consente oggi di creare delle fake news perfettamente realistiche, per esempio registrando la voce di chi vogliamo, possiamo poi scrivere un testo e prendendo un qualsiasi video di quella stessa persona farglielo dire con tutti i movimenti del volto opportuni al falso testo da noi inventato. In Zao nulla di male nel software in sé, creato per permettere di sostituire il volto dei personaggi famosi con il proprio all’interno di veri e propri videoclip. Insomma è un’app per

giocare con la propria immagine ma è proprio questa che si rischia di perdere caricando le foto nell’app. Secondo quanto riportano alcuni utenti su Reuters, in questo contesto Zao non sarebbe poi così diversa da FaceApp, l’app di cui si è parlato molto negli scorsi mesi in merito alla perdita dei diritti sulla propria faccia, tanto da richiedere perfino l’intervento della FBI, qualora fosse stata utilizzata per provare ad invecchiarla, ringiovanirla, truccarla o modificarla con nuove acconciature. In quell’occasione l’azienda spiegò che le foto venivano caricate sui propri server per velocizzare l’elaborazione delle singole immagini qualora venisse applicata più di una modifica sulla stessa fotografia e che «La maggior parte» Novembre 2019

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veniva eliminata entro 48 ore. A quanto pare con Zao le condizioni d’uso sono perfino peggiori: specificano infatti che nel momento in cui i consumatori caricano le proprie immagini nell’applicazione. in automatico accettano di rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale sul proprio volto e consentono a Zao di utilizzare queste immagini per scopi di marketing. Quindi non lo si fa per migliorare le prestazioni del servizio o far risparmiare traffico dati. Il punto è che le condizioni d’uso di app e software risultano spesso lunghe e tediose e perciò vengono accettate senza essere lette. Questa volta però, chiaramente complici anche le recenti polemiche scatenate dalle medesime condizioni d’uso di FaceApp, hanno fatto sì

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che gli utenti se ne accorgessero con sufficiente anticipo. Di conseguenza sono partite subito le segnalazioni nei foeum degli utenti, con domande dirette all’azienda stessa, che ha dichiarato di comprendere lo stato di ansia che si viene a creare quando c’è di mezzo la privacy: «We thoroughly understand the anxiety people have toward privacy concerns. We have received the questions you have sent us. We will correct the areas we have not considered and require some time». Sinceramente non si capisce se stanno dicendo che renderanno più chiare le condizioni, se le modificheranno o se smetteranno di appropriarsene. Se non desiderate vedere la vostra faccia stampata sulla confezione di cartone di una sconosciu-

ta marca di latte non fatevi tentare dal fatto che Zao è gratuita, ed evitate proprio di scaricarla rinunciando al piacere di essere protagonisti del vostro film preferito. La linea editoriale di Slow Economy, come sicuramente si evince da questo articolo, è di perseguire l’uso delle nuove tecnologie, soprattutto a difesa dell’ambiente o per la cura delle malattie con forti investimenti nell’economia circolare per uno sviluppo sostenibile ma conservando alcuni “vecchi” valori. come la buona cucina con materie prime non modificate geneticamente secondo le antiche tradizioni, oppure la tutela e valorizzazione dei paesaggi e delle architetture che tanti secoli di storia ci hanno tramandato, particolarmente nella nostra penisola..


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UltrasUoni nEl procEsso Di EstrazionE DEll'olio Nuove tecnologie estrattive per far conoscere al consumatore consapevole dove viene raccolta l'oliva del nostro olio di Saverio Buttiglione 44

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Stefano Caroli Presidente frantoiani di Puglia

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aria Lisa Clodoveo è Ricercatore Confermato e Professore Aggregato in Scienze e Tecnologie Alimentari presso il Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.È membro dell’Accademia dei Georgofili e dell’Accademia Na-

zionale dell’Olivo e dell’Olio. È divulgatore scientifico nonché componente del comitato scientifico della rivista internazionale Grasas y Aceites. È Fondatore e membro del Comitato Organizzativo del Centro di Studi sull’Olivo, l’Olio e le Olive da Mensa dell’Università degli Studi di Bari. È risultata vincitrice del

prestigioso Premio Antico Fattore 2015 dell’Accademia dei Georgofili. È Direttore dello Short Master in “Strategie produttive e di marketing per la valorizzazione dell’Olio Extra Vergine ad elevato valore salutistico”, organizzato dall’Università degli Studi di Bari in collaborazione con il Comune di Bitonto. I suoi interessi di ricerca si orientano verso lo sviluppo di impianti innovativi basati anche su tecnologie emergenti nel processo di estrazione dell’olio vergine di oliva. È autore e inventore di due brevetti nel campo dell’impiantistica olearia ed è autore di più di cento articoli scientifici, pubblicati su riviste nazionali e internazionali, principalmente focalizzate sullo studio delle tecnologie olearie. Nella Sala degli Affreschi dell'Università "Aldo Moro" di Bari, la dottoressa Clodoveo ha presentato il convegno OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA in collaborazione con Novembre 2019

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olio l’Associazione dei Frantoiani di Puglia (A.F.P.) rappresentati dal Presidente Stefano Caroli e con l’Unione Regionale Cuochi Puglia rappresentata da Chef Pasquale Fatalino. È la prima volta in assoluto che una Università, con un approccio bottom-up, intende realizzare una offerta formativa tagliata su misura per soddisfare i bisogni espressi dai produttori di olio extravergine di elevata qualità del territorio pugliese. Anche i professionisti della ristorazione hanno accolto con entusiasmo la sfida di diventare profondi conoscitori delle caratteristiche organolettiche che la biodiversità nazionale offre, anche per sperimentare le interazioni delle singole cultivar con le differenti matrici alimentari e tecniche di cottura. Lo Short Master, progettato in collaborazione con la dott.ssa Elisa Deblasi ed il dott. Alfredo Marasciulo, esperti di analisi sensoriale, è rivolto ai titolari di ristoranti, Chef, personale di sala, responsabili acquisti e consulenti della ristorazione. Il corso si realizza attraverso una serie di attività teoriche e pratiche con l’obiettivo di acquisire consapevolezza sul valore millenario dell’Olio Extravergine di Oliva di pregio e di comprenderne e comunicarne ai propri clienti il valore salutistico, nutrizionale ed organolettico di uno degli ingredienti principe del menù Mediterraneo. L’offerta formativa prevede anche un corso per assaggiatori diretto da un Capo Panel riconosciuto dal MIPAAF, alla fine del quale ogni partecipante avrà un attestato di idoneità fisiologica all’assaggio degli oli di oliva vergini“. È necessario un cambio di para-

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digma nel mondo della cultura dell’olio. Molti ristoratori acquistano il prodotto informandosi solo sul prezzo, poiché l’olio, considerato una commodity, non rientra nelle voci di spesa pagate dal cliente. Il che spiega come mai piatti eccezionali siano bistrattati da oli difettosi. Un piatto che richiama i valori di autenticità di un territorio non deve essere condito da un olio proveniente da altre aree

geografiche che viola, di per sé, il concetto di tipicità. Anche il consumatore deve essere educato. Nessuno di noi accetterebbe a tavola una bottiglia d’acqua smezzata o un vino già in parte consumato dai clienti del tavolo accanto. Eppure, nel caso dell’olio, purché sia gratis, accettiamo di tutto, oliere anonime, bottiglie unte, rabboccate, provenienza e qualità incerta!” queste le riflessioni della Prof.


ssa Maria Lisa Clodoveo, Direttore dello short master. La giornata di presentazione, intitolata “Sapori di Saperi”, aperta dai saluti istituzionali del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, prof Antonio Uricchio, del Direttore del Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali (DISAAT), prof. Giacomo Scarascia Mugnozza, del Direttore del Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e tutela dell’ambiente – Regione Puglia, Prof Gianluca Nardone, del Presidente AFP - Associazione Frantoiani di Puglia, Sig. Stefano Caroli, e del Presidente Unione Cuochi Puglia della FIC, Michele D'Agostino. I dettagli tecnici ed organizzativi del master sono stati al centro dell’intervento della Prof.ssa Maria Lisa Clodoveo, del prof. Bernardo De Gennaro, del Prof. Salvatore Camposeo. Le conclusioni affidate al prof. Carlo Franchini, Delegato ai Master Universitari, Corsi di Perfezionamento e Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. L’evento è patrocinato dall’Accademia dei Georgofili, sezione sud-est, dall’Accademia Pugliese delle Scienze, Dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio, dallo spin-off Med&Food, dall’Associazione culturale Passione Extravergine e da Olivehealth. Per informazioni si può contattare la dott.ssa Maria Lisa Clodoveo (marialisa.clodoveo@uniba.it) Centro di Ricerca sull’Olivo, l'Olio e le Olive da Mensa - Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali - Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Maria Lisa Amirante Clodoveo ricercatrice dell'Università di Bari

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pUglia campionE DEl monDo DEll'olio Extra VErginE D'oliVa Una regione che merita una fiera internazionale sull'EVO. L'Olio Extravergine d'Oliva è indubbiamente il miglior testimonial della Puglia nel mondo di Saverio Buttiglione 48

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Il personaggio televisivo Cino Tortorella grande sostenitore dell'olio pugliese

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a Puglia nonostante la Xjlella batterio portato da piante ornamentali estere che viene inoculato sugli ulivi dalla mosca sputacchina è ancora la zona di più alta produzione d’Olio vantando ben 60 milioni di piante, molte centenarie ed alcune millenarie. Nel rispetto del consumatore consapevole, affinchè possa

scegliere l’EVO che più gli aggrada per costo e qualità, va però posta attenzione sia nelle indicazioni in etichetta dell’origine delle olive favorendo l’integrazione coi territori di appartenenza, accompagnando i giovani nel post laurea, facendo accedere all'alta formazione accademica anche i diplomati e non solo, per una complessa

operazione culturale come quella che abbiamo svolto con l’Associazione Extra DiVino lo scorso anno a Shangai, dove la cultura dell’olio era sconosciuta ed ancor di più il territorio della Puglia. coprendo così tutta la filiera dell'Olio, dalla produzione al marketing. Importante incontro a tal fine ho avuto all'Università del Salento col prof. Francesco Paolo Fanizzi, che col suo staff è stato più volte interpellato da aziende americane perchè utilizza un innovativo metodo di tracciabilità dell'Olio utilizzando la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare. Ma la mia storia d'incontro con EVO nasce da quando ho raccolto il testimone dal milanese (per stima nei miei confronti ma forse semplicemente perchè sono pugliese) Cino Tortorella (attore, autore e regista RAI e Mediaset ma sopratutto giornalista enogastronomo già direttore del magazine "Gran Gourmet", iniziato all'amore per il gusto in tavola dall'attore Aldo Fabrizi in via Veneto a Roma, che gli insegnò a saper scegliere a tavola, fondamentale per la salute degli attori che son costretti a vivere viaggiando) il quale a sua volta aveva ricevuto Novembre 2019

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questo testimone in una ipotetica staffetta dal grande Luigi Veronelli. Ancor giovane Cino fu portato da Veronelli in Puglia a bloccare nel porto di Monopoli una nave con Olio taroccato e convocò la stampa e le TV facendo distribuire a tutti "vero olio extravergine d'oliva" su fette di Pane di Altamura. Non ne scrisse nessuno tranne il New York Time e solo dopo mesi il quotidiano La Repubblica ne riprese la notizia. Tortorella amava il cibo pugliese e l’olio in particolare ma deplorava il fatto che fossimo carenti in promozione e marke-

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ting spesso svendendo il nostro olio alle multinazionali invece di imbottigliarlo e venderlo ad un prezzo adeguato. Una volta in un ristorante pugliese si è alzato e mi ha invitato ad andar via perchè l'Olio in tavola era in un'anonima brocca di vetro, ricordandomi che per esempio sul Lago di Garda ogni ristorante espone orgogliosamente eleganti bottigliette di EVO del Garda. Tortorella veniva spesso in Puglia a stimolare i produttori di olio, 4 anni fa alla soglia dei 90 anni venne da solo in auto da Milano per convocare

una riunione ad Andria e mi chiese di raggiungerlo in un ristorante di quella cittadina la sera non appena arrivato a mia insaputa. A lui anch’io sollecitato a questo problema lo stesso anno sono andato a Bruxelles ad incontrare l'amico prof. Paolo De Castro, già Ministro alle Politiche Agricole e poi Presidente della analoga Commissione Europea, per intervistarlo televisivamente sull'ottima notizia dell'obbligatorietà in etichetta della zona di raccolta delle olive oltre a quella di molitura. Più recentemente ho voluto all'annuale Evento Extra DiVino al Fortino Sant’Antonio di Bari il prof. Francesco Schittulli, oncologo e Presidente della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, a relazionare sui benefici antiossidanti ed anche antitumorali che derivano da questo ottimo ed antichissimo prodotto della natura, evidenziando che oltre che buono il nostro prodotto testimonial della Puglia fa anche bene alla salute. La LILT ha scelto proprio una bottiglia di extravergine d’oliva per le sue campagne di prevenzione, è importante sapersi nutrire con una dieta ricca di frutta fresca, di verdura e povera di grassi, qual è la Dieta Mediterranea, come sempre “regina della prevenzione”. Non a caso, infatti, nel 2010 è stata riconosciuta dall’ UNESCO “patrimonio immateriale dell’umanità” e la LILT, con la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, ne condivide e ne celebra l’eccellenza e i valori. Il tutto, avuto


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olio particolare riguardo all’elemento principe della dieta mediterranea, nonché simbolo della SNPO: l’olio extra vergine di oliva. Anticamente definito “oro verde”, è oggi più che mai “prezioso” per le sue qualità protettive nei confronti dei vari tipi di tumore, grazie alle sue indiscusse caratteristiche nutrizionali ed organolettiche. Con estremo piacere non potevo quindi che scegliere la Masseria Brancati di Ostuni dove Corrado Rodio custodisce antichi Ulivi, ancora viventi e produttori, nati prima di Gesù Cristo, come hanno stabilito i tecnici dell'Università analizzando le radici col carbonio14, ed in questa location fra il frantoio del 1800 e quelli ipogei sotterranei del medioevo e degli antichi romani, ho presentato la kermesse Extra DiVino OLITALY 2020.Tornando all’esperienza accademica del ricercatore dell’Università di Lecce prof. Francesco Paolo Fanizzi parliamo della Risonanza Magnetica Nucleare. E’ possibile fotografare gli alberi di ulivo nel loro contesto naturale? Si nei paesaggi di Puglia e Toscana per esempio li troviamo spesso in immagini spettacolari. E l’Olio Extra Vergine (EVO) che da essi si ottiene possiamo fotografarlo? La risposta a questa domanda non è semplice. Significa forse fotografare la bottiglia che lo contiene e magari catalogarne il colore o il grado di trasparenza che lo contraddistingue. Si può pensare di fare delle analisi specifiche che accompagnino la fotografia della bottiglia e servano a chiarire se si tratta di un extravergine o di un olio di minor valore. Ma il punto è se si può fotografare un olio nel suo contesto naturale, ovvero se si può certificarne la sua provenienza geografica. Al momento non esiste uno specifico regolamento della Comunità Europea che obbliga all'etichet-

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tatura con l’indicazione di origine geografica dell’origine delle olive molite. La stessa Comunità Europea non ha ancora chiarito come dirimere le controversie in caso di contestazione sull’autenticità dell’origine dichiarata. Solo per gli extravergini di origine protetta esistono delle procedure di certificazione che legano il prodotto ad una determinata area geografica. Anche in questo caso comunque la garanzia è solo su base cartacea. Non ci sono metodi scientifici ufficialmente riconosciuti dalla Comunità Europea (e neppure dalla legislazione italiana) per dirimere le controversie in caso di contestazione. E’ per questo che molti chimici che si occupavano di alimenti ma anche di tutt’altro hanno cominciato una ventina d’anni fa ad analizzare campioni di olio con la risonanza magnetica nucleare (NMR dall’inglese Nuclear Magnetic Reserche). Questa tecnica oggi nota per le immagini che riesce a dare delle parti molli del corpo umano ma nata proprio

per fotografare le molecole. E così anche all’olio extravergine d’oliva possiamo oggi assegnare una carta di identità con tanto di foto, utilizzando qualche decina di microlitri d’olio. Esattamente come avviene per l’identificazione delle persone che è passata dalla descrizione sommaria dei lineamenti del volto nei passaporti rilasciati prima dell’avvento della fotografia al passaporto elettronico con foto a colori e chip contenente tutti i dati dell’individuo a partire dalle sue impronte digitali. Ed esattamente come fa la polizia a riconoscere qualcuno analizzando una banca dati di foto segnaletiche si possono riconoscere gli oli e la loro provenienza dalle loro fotografie molecolari. Queste fotografie o "profili metabolici" si ottengono con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e rappresentano l'insieme di tutte le molecole che contiene un olio. Proprio tutte, non solo quelle che si cercherebbero con le classiche analisi di laboratorio. E così, come


in una fotografia, dopo anni ci si può accorgere di un dettaglio trascurato anche in uno spettro di risonanza magnetica di un olio si può esaminare, dopo anni qualsiasi dettaglio, qualsiasi molecola di interesse. I profili metabolici ottenuti con gli spettri di risonanza magnetica nucleare sono caratteristici non solo delle cultivar delle olive utilizzate per produrre un olio ma anche dell'ambiente in cui quelle cultivar sono cresciute Olive coratine coltivate in Toscana producono un olio diverso da quelle della stessa cultivar coltivate in Puglia perché risentono delle cosiddette "condizioni pedoclimatiche diverse” (crescono in un clima ed in un terreno diversi). Ciò esattamente come nel caso di due gemelli omozigoti che pur avendo lo stesso DNA avranno plasma o urine diversi se seguono diete diverse. Immaginate le differenze tra la "fotografia" di un olio spagnolo, greco o tunisino ed uno italiano. Saranno dovute non solo a cultivar diverse ma anche ad effetti

A lato, il Prof. Francesco Paolo Fanizzi. Sotto, la piattaforma di metabolica dell'Università del Salento. Spettrometri NMR 400 (a sinistra) e 600 (a destra) MHz

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olio pedoclimatici diversi. Le differenze sono tutte facilmente evidenziabili e costruendo delle banche dati o "album fotografici" di tali oli sarà anche semplice verificare a quale album può appartenere la "fotografia" di un olio incognito. Le "fotografie" dell'olio ovvero i profili metabolici che si ottengono utilizzando la spettro-scopia di risonanza magnetica nucleare sono come le moderne foto digitali, ad altissima risoluzione. Altre tecniche spettro scopie, magari più comuni e disponibili, danno risultati molto meno soddisfacenti, proprio come avveniva con le prime macchine fotografiche digitali a bassa risoluzione. E veniamo al dunque, l'Italia è il secondo produttore al mondo di olio extravergine di oliva e la produzione è essenzialmente concentrata nel mezzogiorno in Puglia, Calabria e Sicilia che da sole producono circa il 90% del totale (la Puglia è prima con circa il 40%). Nel nostro paese gli elevati livelli di import (l'Italia è primo importatore al mondo di extravergine) ed export (siamo i secondi esportatori al mondo dopo la Spagna) rendono necessaria la tracciabilità del prodotto 100% italiano per la difesa degli interessi di produttori e consumatori. Il problema della tracciabilità dell'olio di oliva extravergine italiano e della sua autenticità è stato sollevato recentemente in una famosa serie di vignette del New York Times in cui si denunciava che su dieci bottiglie di olio italiano presenti sul mer-cato solo tre, forse, lo erano davvero. Gli Stati Uniti di America, i maggiori clienti extra UE dell’Italia per olio di oliva extravergine, hanno fatto rilevare una domanda interna per questo prodotto che ha superato quella della Grecia e che è in continua crescita. Metodi analitici basati sulla risonanza magnetica nu-

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cleare (NMR) e analisi statistiche sono stati messi a punto ormai da tempo, anche presso l'Università del Salento nel gruppo di Metabolomica del Professor Francesco Paolo Fanizzi ordinario di Chimica Generale ed Inorganica ed utilizzati per identificare la qualità e l'origine geografica dell'olio extravergine. Proprio dagli USA una importante Compagnia di import ne ha chiesto il supporto per analizzare gli extravergini mondiali prima di acquistarli. I risultati ottenuti in Puglia, in particolare anche su oli extra vergini venduti come italiani sul mercato americano, sono stati sottolineati anche in occasione della polemica suscitata dal New York Times. In una mail in dirizzata all'autore delle vignet-te satiriche sulla autenticità dell'olio extravergine italiano si evidenziava che i metodi per risolvere i problemi di corretta attribuzione dell'origine geografica non solo

esistono ma sono già pubblicati da tempo nella letteratura scientifica e si possono usare (se si vuole). Il vignettista del New York Times rispose con un tweet dicendo di aver ricevuto dall'Italia mail che parlavano di risonanza magnetica nucleare ma di essere, appunto, solo un vignettista. Il Governo Italiano ha accolto l'ordine del giorno del MSS (ODG 9/01864A/008) che prevede la creazione di una banca dati per confrontare le produzioni di olio extravergine di oliva su tutto il territorio nazionale utilizzando nuove tecnologie. Questi moderni metodi si basano sulla NMR (spettroscopia di risonanza magnetica nucleare) e sono complementari alle analisi convenzionali attualmente previste dai regolamenti dell'UE. Gli stessi metodi possono essere applicati anche per altri prodotti per tutelare traccìabilità ed origine in campo agroali-mentare.


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VErginE ED ExtraVErginE

Tutto quello che dall'origine avremmo voluto conoscere sull'EVO. La grande storia dell'Olio Extra Vergine d'Oliva di Saverio Buttiglione 56

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il project manager di Extra DiVino, programma internazionale di marketing col supporto di città di Bari e Regione Puglia Saverio Buttiglione

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ono nato nell’era della televisione, della plastica e del petrolio. Chi è nato dopo di me si trova nell’era della comunicazione globale e della crisi economica planetaria, della plastica (l’innovazione principale del secolo scorso) e del petrolio (il grande traguardo dell’energia facile del secolo scorso) ne riceve le conseguenze ne-

gative in termini di disastro ambientale. Quando la metà degli studi professionali di ogni genere usava ancora solo penna e calcolatrice, prima di occuparmi di comunicazione e marketing, il mio primo lavoro, per anni, è stato programmatore analista su grossi computers (mainframes) IBM nel Consorzio Nazionale Informatica

(CNI), perciò intuii subito dove saremmo andati a parare e che alcune generazioni sarebbero state nelle condizioni in cui si sentiva Dante Alighieri, di passaggio tra un’epoca e l’altra, ma nemmeno io potevo immaginare che persino il valore ed il prezzo del cibo in tutto il pianeta, come per il grano o per il latte, un giorno si sarebbe potuto determinare anche con speculazioni di Borsa proprio grazie ai computers, che in pochi nanosecondi acquistano e vendono titoli online. Chi nasce oggi si trova invece nell’era della trasformazione biologica del genere umano in piena estensione nelle sue capacità sensoriali, con protesi del nostro fragile corpo sempre più sofisticate e fatte di materiali più resistenti.mEdifici che da case si Novembre 2019

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olio trasformano in estensione della pelle, auto e aerei in estensione delle gambe, computers, tablet e smartphone in estensione della vista e dell’udito, resterà forse intatto il palato per gustare i cibi, sempre che sapremo conservarli degni di essere apprezzati per gusto e salubrità. Gli scienziati stanno progettando anche nuove protesi di quasi tutte le parti interne del corpo, che potranno sostituire quelle malate in maniera anche più efficace di quelle originali, alcuni di loro dicono che si arriverà anche a trasferire tutto l’insieme dei dati dei singoli cervelli in una macchina (in casi estremi). La TV della mia epoca viene sostituita da Internet, la plastica per fortuna da quella biodegradabile (la produce proprio in Italia la emiliana Bio-On di Marco Astorri), il petrolio dalle fonti energetiche pulite e rinnovabili (proprio la mia Puglia è la maggiore produttrice in Europa di eolico e solare). Questi esempi suggeriscono che la crisi economica planetaria potrebbe essere risolta se tutti, ciascuno per le proprie competenze a tutti i livelli, usassimo più intelligenza e creatività mettendo in campo nuove idee realizzandole, a volte rischiando l’insuccesso. Ma alcuni prodotti che derivano dal passato ritengo debbano essere salvaguardati ed anzi ancor di più valorizzati. Mi riferisco senz’altro ai prodotti culturali ed artistici, che nella nostra penisola significano monumenti e ritrovamenti archeologici i quali, uniti alle opere d’arte scultorea e pittorica, rendono l’Italia il paese primo al mondo nella filiera della cultura, che ci renderebbe incredibilmente ricchi se la sapessimo vendere adeguatamente al resto del mondo, e l’occasione dell’EXPO 2015 a Milano è stata una chance irripetibile. Mi riferisco poi ai prodotti agroalimentari,

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anch’essi unici al mondo per gusto e salubrità, se è vero che anche l’Unesco ha riconosciuto la Dieta Mediterranea, scoperta più di sessant’anni fa dal medico Ancel Keys e da lui studiata nel SudItalia a Pollica, degna di essere riconosciuta Patrimonio dell’umanità. In questa particolare dieta alimentare, che il medico americano dichiarò eccellente dopo aver studiando le popolazioni di sette regioni del mondo, indagando l’età media di vita e le malattie degli abitanti di ciascuna di esse, la fa da padrone l’Olio Extra Vergine di Oliva. Il noto oncologo Francesco Schittulli ne ha accertato anche le proprietà antitumorali, per cui l’olio extravergine d’oliva è salubre oltre che buono, al nord da tradizione si usano per condimento

grassi saturi come lo strutto ed il burro in gran quantità, al sud è l’olio che la fa da padrone. L’Olio d’Oliva sappiamo essere anche un ottimo antiossidante ed alla fine in qualunque minestra è pure ottimo al gusto, persino su di una semplice fetta di pane. Perciò alto e rumoroso deve essere il grido di allarme per la tutela del vero olio d’oliva, spesso sofisticato e taroccato da potenti multinazionali. Il consumatore trova l’extravergine a 3 euro a litro nei supermercati, ma non è olio extravergine d’oliva, e bisogna renderglielo noto. Quello italiano, dalle colline toscane alle pianure della puglia, con i suoi alberi secolari, ormai è un “brand” famoso nel mondo e perciò anche le etichette degli olii tarocchi vengono taroccate usan-


do il nome “Italia” e le immagini dei nostri luoghi di produzione. Anni fa Luigi Veronelli chiamò Cino Tortorella, che me lo ha riferito, e lo portò con sé a Brindisi, convocò la stampa e la televisione, fece arrivare da Altamura il pane, distribuendolo dopo avervi versato il vero olio extravergine d’oliva, mentre nel porto attraccava una nave cargo estera con olio taroccato. Ne parlò il New York Time con stime di questo traffico simile a quelle del traffico di cocaina, in Italia ne parlò solo il quotidiano Repubblica. Sono perciò stato contento della inchiesta fatta in prima serata dalla RAI nella trasmissione di “Presa diretta”. L’olio può essere ricavato da semi di varia natura (girasole, mais) oppure dalla spremitura delle OLIVE,

è contenuto nei lipovacuoli del mesocarpo (polpa). Si estrae la fase liquida dalle cellule, si separano le frazioni solide lipidica (oleosa) da quella acquosa. Gli olii d’oliva vergini si distinguono da altri olii per la materia prima, rappresentata dalla polpa delle olive e per il metodo di estrazione con processi di natura esclusivamente meccanica (non chimica dunque), con l’urto, la pressione, la centrifugazione, la decantazione, la filtrazione, la tensione superficiale ed il trattamento meccanico delle emulsioni, meglio se a freddo anche se è ammesso il riscaldamento con temperature “moderatamente” alte al fine di incrementare la resa in olio. I metodi fisico/ c h i m i c i sono invece processi attuati in impianti industriali per rettificare olii non commestibili. L’Olio Extravergine è il prodotto migliore del mercato degli olii da olive e le sue analisi chimiche e fisiche devono soddisfare una lunga serie di parametri richiesti per legge (regola-

menti CE 2568/91,1989/03, 640/08) tra i quali l’acidità (acidi grassi liberi) che deve essere inferiore allo 0,8% e all’esame organolettico effettuato da gruppi di assaggiatori selezionati riuniti in panel test, devono rilevare l’assenza di difetti e la presenza del “fruttato”, come ho personalmente sperimentato quando fui chiamato in una giuria di Olio Biologico nella masseria Quis Ut Deus di Crispiano vicino Taranto. Il Fruttato dell’olio d’oliva è l’insieme di sensazioni olfattive e gustative (flavor) che ricorda l’odore ed il gusto del frutto sano (che deriva dal terreno dove sono impiantati gli alberi d’oliva e dalla cultivar (la genetica) dell’albero stesso), fresco e colto al punto ottimale di maturazione. Se un olio all’assaggio presenta difetti, non sa di fruttato oppure le sue analisi chimiche non soddisfano i parametri richiesti dalla legge per gli extravergini, anche se è stato prodotto in frantoio e ottenuto da Novembre 2019

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olio olive e solo con procedimenti meccanici, non può essere catalogato come “extravergine”, ma come “vergine” o “lampante”. L’olio lampante non è commestibile, perché ha elevati livelli di acidità e risulta sgradevole al gusto e all’odore e si chiama così perché centinaia di anni fa era impiegato come combustibile per le lampade, dopo la scoperta del fuoco da parte dell’uomo fu la prima fonte di energia per ottenere luce e calore, veniva e viene usato anche nella cosmetica. Purtroppo l’olio lampante, pur degno prodotto genuino, trattato in raffineria (deodorato), una volta tolti odori e sapori cattivi, viene miscelato con olio extravergine e poi spacciato per esso. Ecco perché si trovano in commercio olii cosiddetti extravergini venduti a 3 euro per litro. Carlo Petrini, con la sua organizzazione Slow Food, si sforza con ogni

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mezzo di salvare l’equa sostenibilità (soprattutto economica dei contadini produttori) dei prodotti agroalimentari, la loro salubrità e gustosità, soprattutto la loro biodiversità, ma diventa tutto inutile davanti ad un prezzo di extravergine di tre euro a litro, che chiaramente non può essere olio. Nella puntata di “Presa diretta” l’ottimo Riccardo Iacona ha fatto parlare da Siena Franco Bardi del Consorzio “Terre di Siena olio DOP” che ha mostrato come, nella sua azienda “La Carraia” per esempio, anche la raccolta delle olive viene fatta a mano per evitare gli urti che generino “ematomi interni alla polpa prima di essere messa in pressa”. Anche il senese Luigi Fanciulli, giovane olivicoltore, ha sostenuto l’impossibilità di competere con le multinazionali dell’olio, con i loro prezzi impossibili quando si vuole perseguire la qua-

lità, non trattandosi spesso di economie di scala derivanti dalla massiccia produzione (che naturalmente genera prezzi più bassi), ma di vere e proprie truffe o di produzioni estere scadenti, con l’indicazione del “nome Italia” in etichetta (il cosiddetto “italian sounding”). Carlo Alberto Bindi, nella sua Antica Fattoria “La Romita” di Montisi di Siena si è preso la briga di collezionare i manifesti pubblicitari degli olii taroccati che invogliano i consumatori coi bassi prezzi, ed anche tutte le locandine di promozione della GDO che gli fanno concorrenza sul prezzo. Grande olivicoltore il Bindi, nel laboratorio i suoi esperti chimici hanno messo a punto un’analisi a raggi ultravioletti che mostra immediatamente una variazione di colore rosa quando nella provetta è contenuto un olio extravergine, invece un colore bianco quando in


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olio provetta vi è un olio vergine “raffinato”. Il giornalista svizzero Andrea Smartz, che ha deciso di vivere a Siena fra gli olivi, a causa delle suoi articoli contro le grandi marche di olio che truffano i consumatori, è stato minacciato ed anche denunciato per diffamazione, ma poi in tribunale i giudici gli hanno dato ragione, davanti alla puzza dell’olio rancido portato in prova (evidente anche ai non esperti). Il programma di Iacona ha parlato a lungo per esempio della multinazionale italiana Valpesana, il cui amministratore Francesco Fusi è indagato per truffa, ed ha intervistato l’avvocato del Consorzio “Olio DOP Terra di Bari”, una delle tante parti civili offese costituitesi in processo. Tutto è nato da una semplice ispezione fiscale della Guardia di Finanza che trovò per caso degli appunti su “strane miscelazioni”, per le quali si sono ipotizzate 2 tipi di frodi, come ha spiegato il colonnello intervistato, si tratta di ottomila tonnellate di olio sequestra-

to, un’inchiesta seguita dal PM Aldo Natalini. L’inviata di “Presa diretta” ha seguito le vie dell’olio deodorato nelle grandi raffinerie della Spagna, a Malaga ed in Andalusia dove le industrie del colosso “De Olio” per giornalisti e telecamere sono più impenetrabili del Pentagono degli Stati Uniti. La beffa è che queste costose raffinerie sono impiantate in mezzo a sterminate praterie di alberi d’ulivo, dove i contadini devono accontentarsi di vendere le olive a prezzi da fame. Dalla Spagna in genere arriva nell’Italia grande produttore di olio gran parte di quello estero, anche buono, specie nel porto di Livorno (20.000 tonnellate già a partire da 6 anni fa) ed infatti alcuni marchi storici come Carapelli e Bertolli sono stati acquistati da “De Olio”, anche se gli spots pubblicitari relativi mostrano pur sempre paesaggi toscani. Cerchiamo perciò di salvare il nostro olio italiano, cominciando dai piccoli produttori, acquistando da loro al giusto prezzo, e guar-

diamo bene quello che è scritto sui prodotti alimentari che scegliamo anche nei supermercati. Una recente legge europea impone in etichetta anche il luogo di raccolta delle olive, oltre a quello di trasformazione, speriamo che possa servire, anche se alla fine è sempre e solo il consu-

lE città DEll'olio Domenica 27 ottobre con le Città dell’Olio e gli itinerari nei paesaggi d’Italia, raccomandato dalle Strade dell’Olivo del Consiglio d’Europa, oltre 100 Città dell’Olio pronte alla terza edizione della Giornata nazionale dell’Italia extravergine, con la Camminata tra gli olivi, fra colline, sentieri, terrazze e borghi di fascino. Insieme all’Associazione Nazionale Città dell’Olio, saremo in cammino per scoprire nuovi itinerari e nuove suggestive passeggiate nell’Italia dell’olio extravergine d'oliva e anche per festeggiare i 25 anni delle Città dell’olio. E proprio nell’anno di questo importante anniversario la Camminata tra gli olivi ha ottenuto un prestigioso riconoscimento dalla Fondazione "The Routes of the Olive Tree" che ha sede a Kalamata in Grecia: il premio onorario Raccomandato dalle Strade dell’Olivo del Consiglio d’Europa. È l’inizio di una collaborazione che punta a iniziative comuni finalizzate alla promozione della cultura dell’olivo nel Mediterraneo. “La Camminata tra gli Olivi è un evento che continua a

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sorprendere per la capacità che ha di coinvolgere migliaia di persone a dimostrazione del fatto che il turismo dell’olio è un asset strategico delle nostre economie locali”, sottolinea Enrico Lupi, presidente delle Città dell’Olio. Ogni Comune si è rimesso al lavoro e ha selezionato un percorso tra gli olivi con caratteristiche uniche storiche e ambientali e per la terza volta dal Trentino alla Sicilia saranno tante le opportunità per camminare circondati dal suggestivo paesaggio degli olivi, con eventi dedicati a famiglie e appassionati, attraverso paesaggi legati alla storia ed alla cultura dell’oro verde. L’Associazione Nazionale Città dell’Olio, con i suoi oltre 320 soci tutti enti pubblici (Comuni, Province, CCIAA, Parchi e GAL) tutela il territorio olivicolo e si batte per la valorizzazione dei paesaggi e per l’inserimento di aree territoriali olivicole nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Ministero delle Politiche Agricole.Info www.camminatatragliolivi.it


matore che sceglie in tutta libertà. Ma se si ha la certezza dell’origine delle olive e della loro trasformazione corretta in olio, se poi questo è pure biologico, se poi gli alberi sono stati piantati addirittura prima della nascita di Gesù Cristo,

come hanno verificato i ricercatori dell’Università di Bari, analizzando col carbonio 14 pezzi di radici fossili prelevate sotto gli stupendi Ulivi della Masseria Brancati di Ostuni in Puglia, tenuti in vita ben produttivi dopo 2000 anni grazie a passione, amore, tempo e sacrifici, il prezzo non può essere tre euro a litro! Il biologico ha formidabili caratteristiche di salubrità, dall’azione antiossidante alla re-

golazione del colesterolo cattivo a favore del colesterolo buono, con grandi benefici a livello cardiocircolatorio, ma deve essere prodotto solo da olive locali, autoctone (senza che siano mischiate con olive importate e quindi di origine incerta e non rintracciabile) coltivate con totale assenza di sostanze chimiche di sintesi (concimi e pesticidi), poi trattate in frantoio con tecniche che non alterino le loro proprietà salutari ed organolettiche. La raccolta delle olive deve avvenire, a seconda delle condizioni atmosferiche e del luogo, tra fine ottobre e novembre, quando cominciano a passare dal colore verde al nero, ritardandola l’olio aumenta l’acidità per cui diventa più dolce ma meno fruttato. Deve avvenire sulla pianta per garantire le migliori caratteristiche organolettiche e preferibilmente a mano, sempre su reti e mai a terra. Il trasporto in frantoio deve essere sollecito per evitare le fermentazioni ed in cassette sfinestrate per garantire una buona aerazione, poi anche in frantoio bisogna evitare l’ammasso sul piazzale o nei sacchi. Bisogna defoliare e lavare le olive prima di molirle entro 48 ore dall’arrivo, meglio con macine o molazze da Novembre 2019

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olio frantoio (anche se più ingombranti e discontinue nell’azione) che con frangitori (a cilindro o a martello) che portano al surriscaldamento delle paste deteriorando le caratteristiche dell’olio. La gramolatura, che nella pasta di olive separa l’olio dall’acqua, favorendo l’aggregazione delle singole gocce di olio, non deve superare i 27 gradi centigradi. Gli incrementi di temperatura e la durata di questa operazione (che aumenterebbe la resa in olio) influiscono negativamente sul tenore degli antiossidanti naturali aumentando il numero di perossidi mentre la prolungata permanenza della pasta all’interno della gramola manda i benefici polifenoli incontro ad una elevata ossidazione, determinando una passaggio dalla fase oleosa a quella acquosa, creando un impoverimento dell’olio relativamente a questi componenti. L’estrazione dell’olio dalla pasta oleosa per “pressione” si fa ancora in alcuni antichi frantoi con presse manuali, più spesso con presse idrauliche. L’estrazione per “percolamento” invece consente la separazione attraverso lamelle di acciaio inossidabile alle quali l’olio aderisce più dell’acqua cadendo

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poi in un apposito contenitore, questo procedimento ha tempi lunghi quindi costi maggiori, ma l’olio ottenuto ha caratteristiche organolettiche superiori. Altra tecnica di estrazione è per “centrifugazione”, con costi di mano d’o-

pera bassi, maggiore resa d’olio e minor durata del processo. Tra i tre sistemi di estrazione si riscontrano più valori antiossidanti, cioè maggiori quantità di sostanze come i polifenoli ed i fenoli, nell’olio biologico ottenuto per pressione o per percolamento, mentre non si notano grandi differenze da un punto di vista organolettico (gusto e profumo dell’olio). La conservazione dell’olio è infine tutt’altro che marginale (il biologico per non più di un anno), perché assorbe facilmente le sostanze odorose, volatili e liposolubili, aumentando caratteristiche organolettiche sgradevoli. Ci possono essere cessioni di metalli da parte delle superfici che contengono l’olio, sia nello stoccaggio che nel confezionamento, bisogna perciò evitare alterazioni con materiali non idonei ed ossidative, oltre che da contatto prolungato con impu-


rezze acquose. Questi problemi sono esclusi quando lo stoccaggio avviene in serbatoi di acciaio inox ed il confezionamento in bottiglie di vetro evitando le lattine metalliche. Le alterazioni ossidative dell’olio derivano dall’autossidazione che può essere ritardata con opportune tecniche ma non evitata, non esponendolo alla luce, all’aria ed a temperature superiori a 15/20 gradi centigradi. Le alterazioni da contatto con l’acqua di vegetazione (morchia) che, anche se in minima quantità, resta ancora anche dopo l’estrazione, derivano dai processi fermentativi a carico delle sostanze idrosolubili presenti in questo strato acquoso. Se questo contatto si prolunga l’olio presenterà un difetto di morchia (tipico odore delle acque di vegetazione fermentate), un difetto di putrido (la fermentazione anaerobica dei

fondami), un innalzamento dell’acidità libera dovuta all’azione lipolitica degli enzimi che ci sono nella fase acquosa. Questi inconvenienti si evitano allontanando subito i fondami dall’olio ricorrendo ai travasi ed a operazioni di filtrazione con prodotti idrofili. Può quindi un vero olio extravergine di oliva, per di più italiano e biologico, costare tre euro a litro? Sono stato sul Gargano, a San Giovanni Rotondo, ospite del dott. Angelo Marino che, oltre che presidente della locale Proloco e promotore del Consorzio Gargano, amministra il frantoio “L’Olio Ritrovato” della moglie, l’avvocato Mariaelena Ritrovato. Mi sono innamorato di questa azienda, perché coltiva biologicamente una sola cultivar (100% Ogliarola del Gargano), ne ricava un olio extravergine inimitabile (mettendo la bottiglia controluce mi sembra miele) con il metodo tradizionale di spremitura a freddo, un olio buono e dalle alte capacità salutistiche. Per questo motivo ne ho regalato una bottiglia ad ognuna delle indossatrici che sfileranno quest’anno durante i galà di Extra Divino nei castelli d’Italia sulle passerelle di “il Vino si sposa Extravergine”, perché a queste ragazze così giovani e belle, questo olio consentirà certamente di crescere in salute, così come olii d’oliva di questa qualità aiutano anche gli sportivi, gli anziani e tutti noi. Ho ricambiato l’invito portando il dott. Marino e l’avvocatessa

Ritrovato, insieme al professore dell’Accademia alle Belle Arti di Torino, presidente delle “Vie Francigene” Pietro Guerra, in un posto particolare. Nell’osteria “Chi va piano” a Putignano dove tutto è “slow”, poi al museo del Carnevale e della Cartapesta, pregando il prof. Pietro Sisto, docente all’Università di Bari, di fare da “Cicerone”. L’amico Albano Carrisi, che viene osannato anche e soprattutto dai giovani quando canta nei teatri di Mosca, famoso per le sue cantine di vino a Cellino San Marco in Puglia, produce anche lui un ottimo olio extravergine, per competenza quindi, e non solo perché famoso divo della canzone, ha accettato di essere testimonial delle giornate della LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori) insieme al testimonial “Olio” e perciò gli faccio tutti i miei complimenti. Come dicevo all’inizio, parlando del passato dell’umanità, mi ha colpito la notizia apparsa su Current Antrhropology, dove il dott. Jeff Rose, archeologo e ricercatore dell’Università di Birmingham, sostiene che la specie umana, potrebbe essere partita dall’Africa, per poi espandersi su tutta la terra, al

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olio nord del mondo mutando geneticamente in biondi con occhi azzurri, proprio quando era spinta da necessità di condizioni invivibili in quel continente dove si era evoluta. La glaciazione di circa 70.000 anni fa ridusse lo spazio marino tra Africa e penisola Arabica da circa 30 chilometri ad 11 e permise questo passaggio pericoloso. Per i pochi che ce la fecero l’acqua fresca, fornita dai fiumi Tigri ed Eufrate, dal Karun e dal Wadi Baton con sorgenti sotterranee di acqua dolce e potabile, si rivelò un rifugio ideale in mezzo ai deserti che circondavano questa oasi, un santuario di vita nell’Era Glaciale, quando dovunque la terra fu resa inabitabile a causa dell’iper aridità, ed infatti quella la zona fu chiamata Eden (paradiso), nome poi ripreso nella Bibbia. Il futuro dell’umanità, dicono gli scienziati, potrebbe essere un ipercervello, con memorie gigantesche che conservi le capacità e le

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esperienze di ognuno di noi, trasferite nel computer di un robot, che potrebbe viaggiare nell’Universo quando la Terra fosse resa inospitale del tutto, una macchina che non avrebbe bisogno di cibo come energia vitale. Ma tutti noi vogliamo e dobbiamo preoccuparci soprattutto del presente nel

quale viviamo, e quindi cerchiamo di usare al meglio le capacità del nostro caro vecchio cervello biologico, anche nel scegliere ciò che mangiamo, controllando che sia salubre e tracciato, oltre che buono, soprattutto quando scegliamo l’Olio Extra Vergine d’Oliva da acquistare.


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olio Caroli

EVo Di pUglia Stefano Caroli da Martina Franca Presidente dei frantoiani di Puglia, l'Olio Caroli è una eccellenza del territorio di Saverio Buttiglione 68

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Stefano Caroli e Saverio Buttiglione in un convegno all'Università di Bari

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ncontrato Stefano Caroli, Presidente dei frantoiani di Puglia, all’Università Aldo Moro di Bari in occasione dei programmi futuri dell’EVO, Olio Extravergine d’Oliva, nel territorio pugliese. In tutte le civiltà sorte nel bacino Mediterraneo, l'olivo è sempre stato ritenuto un albero sacro e l'olio estratto dai suoi frutti veniva uti-

lizzato non solo come alimento ma anche a scopo religioso e rituale. La Puglia, la regione del sud Italia baciata dal sole, dal mare, contraddistinta dal clima mediterraneo, dalle tipiche costruzioni rurali “Masserie” e dai tipici “Trulli, con i suoi oltre 50 milioni di alberi di ulivo, detiene il primato in Italia con la sua produzione, che

rappresenta circa il 40% dell’olio extravergine di oliva prodotto in Italia. Stefano Caroli, uno dei tanti produttori oleari presenti in Puglia, grazie alla passione e all’esperienza tramandata da tre generazioni, produce una vasta gamma di oli extravergine di oliva di alta qualità. La sua azienda è localizzata a Martina Franca (TA), in una grande masseria agricola, situata in collina ad una altitudine di 420mt. nella zona dei Trulli e delle Masserie. Così Stefano, avvalendosi dell'esperienza secolare della sua famiglia, seleziona oltre alle olive delle sue Masserie "Monte Trazzonara" e “Pizzo Mammarelle", anche olive delle zone limitrofe, producendo così diverse tipologie di olio extravergine di oliva, che si differenziano tra loro grazie ad un'attenta selezione dei vari cultivars di olive e alla scelta dei vari olivaggi per la trasformazione. Sempre nel rispetto del territorio e attento alla qualità del prodotto, propone, accanto alle sue varietà di oli, una ricercata selezione di altri prodotti tipici: vini, pasta artigianale fresca e secca trafilata al bronzo a lenta essiccazione, conserve vegetali prodotte dal fresco Novembre 2019

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olio Caroli in olio extravergine di oliva, cotto d'uva, condimenti vari e cosmesi a base di olio extravergine di oliva. L’azienda Caroli attualmente vende circa il 70% del fatturato all’estero, ma Stefano vuole fare molto di più anche grazie all’ingresso nella stessa dei suoi figli Giuseppe e Antonella, consci dell’importanza di difendere l’olivicoltura pugliese e i prodotti dell’ eccellenza pugliese, al fine di salvaguardare il nostro territorio e continuare a far gustare ancora gli antichi sapori della nostra Puglia. Notevoli e diversi sono gli Oli Caroli della gamma che costituisce il bouquet dei prodotti di questa storica azienda: Olio extravergine di oliva da agricoltura biologica nop usda “La casa di Caroli” (100% prodotto italiano) L’olio extravergine di oliva da agricoltura Biologica “LA CASA DI CAROLI” è ottenuto dalla trasformazione delle olive coltivate nei 40 ettari dei terreni ubicati a Martina Franca di proprietà della famiglia “CAROLI”. Il mancato uso di fertilizzanti e pesticidi chimici permette di ottenere un olio dalle

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elevate qualità organolettiche e rispondenti alle esigenze dei consumatori riguardo alla difesa della salute e dell’ambiente. Le varietà utilizzate sono: Picholine, Carolea, Leccino, Nociara, Cellino e Olivastra tipica di Martina Franca. L a raccolta avviene con brucatura a mano o con reti a scuotitore e le olive vengono stoccate in bins; la trasformazione avviene entro 24 ore dalla raccolta delle olive e la produzione è effettuata a freddo (23-25 C°) a ciclo continuo a due fasi (frantumazione con martelli e successiva centrifugazione). Dopo la produzione l’olio viene stoccato in silos coibendati sotto battente di azoto. L’acidità varia a seconda dell’annata dai 0,20 ai 0,45 gradi all’imbottigliamento. L’olio extravergine di oliva Biologico , dal profumo

netto di oliva delicatamente fruttato, ha un sapore fruttato rotondo con retrogusto di carciofo e mandorla. E’ ideale per il condimento di verdure cotte e crude, minestre, pesce, ma soprattutto è molto indicato per l’alimentazione della prima infanzia. Olio extravergine di oliva “classico” Caroli – Tipico pugliese (100% prodotto italiano) L’olio extravergine di oliva classico “CAROLI” rappresenta l’olio extravergine tipico pugliese per eccellenza, dal profumo fruttato medio e con sapore leggermente amarognolo e un po’ piccante. E’ ottenuto mediante la selezione di cultivar miste della Puglia. L a raccolta avviene con brucatura a mano o con reti a scuotitore e le olive vengono stoccate in bins; la trasformazione avviene entro 24 ore dalla raccolta delle olive e la produzione è effettuata a freddo (23-25 C°) a ciclo continuo a due fasi (frantumazione con martelli e successiva centrifugazione). Dopo


Antonella Caroli in Fiera a Tuttofood Milano

la produzione l’olio viene stoccato in silos coibendati sotto battente di azoto. L’acidità varia a seconda dell’annata dai 0,20 ai 0,45 gradi all’imbottigliamento. L’olio extravergine di oliva classico “CAROLI” è ideale per la preparazione di piatti cotti e crudi. Olio extravergine di oliva “Antica Masseria Caroli” – Olive mature (100% prodotto italiano) L’olio extravergine di oliva GUSTO DELICATO è ricavato dalle migliori varietà di olive pugliesi: Frantoio, Leccino, Ogliarola e Olivastra nostrana tipica di Martina Franca. La raccolta avviene con brucatura a mano o con reti a scuotitore e le olive vengono stoccate in bins; la trasformazione avviene entro 24 ore dalla raccolta delle olive e la produzione è effettuata a freddo (23-25 C°) a ciclo continuo a due fasi (frantumazione con martelli e successiva centrifugazione). Dopo la produzione l’olio viene stoccato

in silos coibendati sotto battente di azoto. L’acidità varia a seconda dell’annata dai 0,20 ai 0,45 gradi all’imbottigliamento. Il suo sapore di frutto raccolto al giusto grado di maturazione lo rendono un condimento ideale per verdure cotte o crude, antipasti di mare e pesce alla griglia. Olio extravergine di oliva “Antica Masseria Caroli” – Olive verdi (100% prodotto italiano) L’olio extravergine di oliva GUSTO FRUTTATO è ricavato dalle seguenti varietà di olive pugliesi: Ogliarola, Coratina, Picholine e Olivastra nostrana tipica di Martina Franca. La raccolta avviene con brucatura a mano o con reti a scuotitore e le olive vengono stoccate in bins; la trasformazione avviene entro 24 ore dalla raccolta delle oli-

ve e la produzione è effettuata a freddo (23-25 C°) a ciclo continuo a due fasi (frantumazione con martelli e successiva centrifugazione). Dopo la produzione l’olio viene stoccato in silos coibendati sotto battente di azoto. L’acidità varia a seconda dell’annata dai 0,20 ai 0,45 gradi all’im-

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olio Caroli bottigliamento. L'Olio Extravergine di Oliva "FRUTTATO", dal sapore intenso e dal gusto pieno, con persistenti richiami erbacei e di carciofo, è l'ideale per la preparazione di sughi e minestre o per il condimento di bruschette, legumi e arrosti di carne. Olio extravergine di oliva “Monti del Duca” – Aroma tenue (100% prodotto italiano) L’olio extravergine di oliva “MONTI DEL DUCA” è ricavato dalle migliori varietà di olive pugliesi: Maiatica, Leccino, Coratina e Olivastra nostrana tipica di Martina Franca. La raccolta avviene con brucatura a mano o con reti a scuotitore e le olive vengono stoccate in bins; la trasformazione avviene entro 24 ore dalla raccolta delle olive e la produzione è effettuata a freddo (23-25 C°) a ciclo continuo a due fasi (frantumazione con martelli e successiva centrifugazione). Dopo la produzione l’olio viene stoccato in silos coibendati sotto battente di azoto. L’acidità varia a seconda dell’annata dai 0,20 ai 0,45 gradi all’imbottigliamento. L'Olio Extravergine di Oliva "Monti del Duca" è caratterizzato da un sapore fruttato con aroma tenue, fragrante, delicato ed armonico, con richiamo al carciofo e alla mandorla dolce. In virtù del suo profumo netto di oliva con sentori erbacei, di mandorla, di fiori e frutta fresca, si sposa particolarmente bene con pesce e con verdure cotte e crude. Olio extravergine di oliva D.O.P. Terra d’Otranto “La casa di Caroli” (100% prodotto italiano) L’olio extravergine di oliva D.O.P. TERRA D’OTRANTO è contraddistinto dal marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta), il

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quale ha il fine di certificare la provenienza del prodotto da un'area riconosciuta legislativamente a livello comunitario (Reg. 2081/92) come fulcro delle eccellentissime produzioni olearie. Come da regolamento, l'olio Dop “Terra d'Otranto” è ottenuto dalle seguenti varietà di olivo presenti, da sole o congiuntamente negli oliveti: Cellina di Nardò e Ogliarola per almeno il 60%. Possono, altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 40%. La zona di produzione comprende l'intero territorio amministrativo dei comuni della provincia di Lecce e Taranto, nonchè, nei seguenti comuni della provincia di Brindisi: Brindisi, Cellino S. Marco, Erchie, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Oria, San Donaci, S. Pancrazio Salentino, S. Pietro Vernotico, Torchiarolo e Torre S. Susanna; La raccolta avviene con brucatura a mano o con reti a scuotitore e le olive vengono stoccate in bins; la trasformazione avviene entro 24 ore dalla raccolta delle olive e la produzione è effettuata a freddo (23-25 C°) a ciclo continuo a due fasi (frantumazione con martelli e successiva centrifugazione). Dopo la produzione l’olio viene stoccato in silos coibendati sotto battente di azoto. L’acidità varia a seconda dell’annata dai 0,20 ai 0,45 gradi all’imbottigliamento. L’olio extravergine di oliva D.O.P “TERRA D’OTRANTO”, dal profumo netto di oliva delicatamente fruttato, ha un sapore delicato con sentore erbaceo di foglia verde. E’ ideale per la preparazione di sughi e minestre, nonché per il condimento di bruschette, zuppe, legumi, verdure cotte e arrosti di carne. L’azienda Antica Masseria Caroli

situata a Martina Franca, in Provincia di Taranto, in collina ad una altitudine di 420mt., è una delle realtà imprenditoriali più innovative e di successo nel ricco e variegato mondo dell’olio pugliese. Stefano Caroli , timoniere dell’azienda, aveva soli 23 anni quando nel 1976 aprì il suo frantoio e oggi in collaborazione con la sua fami-


glia e i suoi collaboratori, e soprattutto grazie all’esperienza secolare di tre generazioni nonché ad un’attenta selezione delle migliori olive, l’azienda Caroli produce una vasta gamma di oli extravergine di oliva di alta qualità. Stefano seleziona le migliori olive, oltre che dagli uliveti di proprietà, “Monte Trazzonara” e “Pezze Mammarelle”, anche da uliveti di aziende agricole e Masserie limitrofe. Le masserie di Martina Franca sono im-

ponenti e suggestive come è straordinario il centro storico della città, un dedalo di viuzze, slarghi e piazzette, un centro importante dell’arte barocca, con pregevoli palazzi e antiche chiese, ma anche il centro di un sistema agricolo ed economico dove quasi tutto si svolge attorno al lavoro delle masserie. Oggi girando per i padiglioni delle fiere del mondo capita spesso di imbattersi in un signore alto, sempre sorridente, con delle giacche coloratissime: è proprio lui, Stefano Caroli, il “dandy” dell’olio! Tutti lo conoscono, lui che il mestiere di frantoiano lo ha imparato dal nonno materno Stefano Albanese che all’inizio del ‘900 in contrada San Marco di Locorotondo aveva impiantato un frantoio a molazze azionato da un asino. Ed è grazie a questa antica passione e a questo mestiere di famiglia che oggi l’Antica Masseria Caroli è conosciuta non solo in Italia, ma anche in Europa ed oltre oceano poiché esporta il 70% della sua produzione all’estero dove propone oltre diverse varietà di oli, una ricercata selezione di altri prodotti tipici della sua terra: vini, pasta artigianale fresca e secca trafilata al bronzo a lenta essiccazione, conserve vegetali prodotte dal fresco in olio extravergine di oliva , cotto d’uva, condimenti vari , cosmesi a base di olio extravergine di oliva, e il rinomato “Capocollo di Martina Franca” Presidio SLOW FOOD. Il terreno e l ambiente da cui prendono nutrimento le piante è particolarmente adatto alla crescita delle cultivar più pregiate che giungono a maturazione nelle migliori condizioni. Ci racconta Stefano infatti “Il territorio è una grande ricchezza ed è stato la grande scommessa su cui ho puntato. Oggi più di ieri sono convinto che quello

pugliese gode di una prosperità non quantificabile e che, quando l’uomo non lo rovina ottiene grandi prodotti da valorizzare.” Il rispetto per la natura è l’obiettivo che Stefano Caroli ha introdotto nell’azienda e che persegue con la coltivazione biologica. La scelta è soprattutto rivolta alla qualità dell’olio poiché la resa quantitativa è soggetta al cambiamento climatico e all’attacco di parassiti che non possono essere respinti con pesticidi chimici, fertilizzanti e antiparassitari . Capita a volte di poter perdere anche il 40 o il 50% del raccolto. I molti riconoscimenti e premi, nazionali e internazionali, ottenuti dall’olio extravergine di oliva Caroli durante i concorsi sono, come racconta lo stesso Stefano Caroli, “non solo un motivo di crescita e confronto ma anche un bigliettino da visita per i nostri interlocutori che hanno un approccio immediato con l’azienda e la sua trasparenza”. Ricerca, tradizione e innovazione sono i tre dictat di Stefano Caroli attraverso cui riesce a portare avanti l’aspirazione più grande: “fare un prodotto di alta qualità al massimo delle mie capacità”. Da qualche mese, a due passi dal centro storico di Martina Franca, scrigno del barocco pugliese, l’Antica Masseria Caroli ha inaugurato un nuovo stile di “bottega” a km.0, dove è possibile trovare, oltre ad un’ampia gamma di prodotti tipici pugliesi del nostro territorio, anche altre specialità, prodotti IGP e presidi SLOW FOOD provenienti da tutta Italia. Inoltre per coloro interessati a conoscere più da vicino il mondo produttivo, su richiesta e previa prenotazione, l’Antica Masseria Caroli organizzerà delle visite guidate nelle proprie aziende di produzione, ove sarà possibile vedere l’intero ciclo produttivo e degustare i vari prodotti. Novembre 2019

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Punti di distribuzione Bruxelles • Petit rue au beurre, 12 - Ristorante “La Capannina” a due piani nel centro storico, strada che immette nella fantastica “Grand Place” della città belga sede del Parlamento Europeo, con cucina italiana rivisitata al gusto francese e clientela internazionale, primo ristorante italiano in città fondato 50 anni fa da una giovanissima e tenace Anna Bianco emigrante da Noci in Puglia.

Dublino • 208 Lower Rarhmines Road, Dublin 6 - ristorante pizzeria “Il Manifesto”. Infotel: 353 1 496 8096 - m a n i f e s t o r e s t a u r a n t @ gmail.com - www. manifestorestaurant.ie - In Irlanda una vera pizza napoletana, fatta da Salvatore di Salerno che, se è in vena, fa pure il giocoliere con l’impasto, è un miraggio che pure in Italia sarebbe raro.

• Lower Ormonde Quay, Dublin 1 - ristorante pizzeria “Bar Italia”. Infotel: 353 1 874 1000 info@baritalia.ie www. baritalia.ie. Fa onore alla cucina italiana nel mondo, ottimi primi, ottima piz-

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za, squisita la frittura di calamari e gamberi.

ogni stanza dedicata ad un paese del mondo che produce cioccolata, un museo incredibile. Milano • Ristorante l’”Osteria dei Pirati” - via Fogazzaro, 9 del noto presentatore TV Marco Predolin che offre fantastici menù a base di pesce con musica dal vivo

• Upper Merrion Street, Dublin 2 - “Merrion Hotel” - www.merrionhotel.com. Nel centro storico si nota l’eleganza già dal portale d’ingresso, di fronte al palazzo di governo irlandese. Creato dalla fusione di 4 antiche case in stile georgiano si sviluppa attorno a 2 giardini del XVIII secolo.

Torino • via Santa Chiara, 54 - Ristorante “Asian Fusion”. infotel: 338 8194846. Nel quadrilatero romano non lontano dalla Mole Antoneliana ottime cucine tipiche malese, cinese, giapponese ed Italiana, con pietanze fedeli alle tradizioni ed ai gusti originali, crocevia culinario tra oriente ed occidente. Cuneo • Santuario di Vicoforte - Ristorante albergo “CioccoLocanda” - via F. Gallo,19. infotel: 0174 563312. Website: www.cioccolocanda.it. Del grande artigiano della cioccolata Silvio Bessone

• Residence “Abbadesse Resort” - via Oldofredi e via Abbadesse antico monastero fra i grattacieli del nuovo Quartiere della Moda, Isola di Porta Nuova, magistralmente gestito dal proprietario ing. Antonio Savia.

“Pola Residence” - via Pola Milano. Di fronte al nuovo grattacielo sede della Regione Lombardia, al centro del nuovo quartiere della moda meneghina, e vicino alla Stazione Centrale


Panificio La Maggiore - Via Matera, 184 - 70022 Altamura (BA) Tel. 080/3112357 - Fax 080/3104686 - info@panificiolamaggiore.it - www.panificiolamaggiore.it 39 75


Camisano Vicentino (VI) • Ristorante Locanda “Alla Torre da Zemin” - via Torerossa, 39/41 locale n.407 zona 4est infotel: 049 9065621. Nella torre di avvistamento del 1270 sul confine Vicenza/Padova, nei due piani della locanda un incredibile Gianfranco Zemin propone una cucina solo con prodotti di stagione e ingredienti del territorio, dalla “piramide di tartare di tonno su battuta di mango e avocado con salsa di limoni caramellati” alla “suprema di faraona”, indimenticabili i suoi risotti. Se lo si prega Gianfranco, forse, racconterà la storia di Occhi d’Oro e del cavaliere misterioso. Padova • “Q Bar” - vicolo dei Dotto, 3 infotel: 049 8751680. Nella centralissima piazza Insurrezione è elegantissima meta della movida chic padovana e ritrovo dei calciatori del Padova calcio. Dinner&Dance, cucina mediterranea e sofisticata musica live • “Osteria Barabba” - via Vicenza, 47. Marco offre la cucina delle osterie venete in un lounge space, a cominciare dall’ora dell’aperitivo, memorabile quello del mercoledì con ricco buffet, ottimo winebar infotel: 049 8716845 Parma • Ristorante “ I Tri Siochett” strada Farnese, 74/a. Squisiti “tortelli all’erbetta” piatto tipico parmense (grandi ravioli ripieni di spinaci annegati in burro fuso con Parmigiano) e torta fritta (detta anche “gnocchi fritti” nel modenese e nel reggiano, di origine longobarda, semplici sfoglie di pasta per pane fritte in olio che si gonfiano come pan-

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zerottini vuoti all’interno) ottima per accompagnare il salame di Felino, il culatello di Zibello ed il prosciutto di Parma, oppure il Parmigiano Reggiano sorseggiando Lambrusco di alta qualità. Collecchio (PR) • Agenzia Viaggi “Tra le nuvole” - via Giardinetto, 6/I. Condotta con competenza e professionalità da Elena Bizzi. Città di Castello (PG) • Ristorante “La Taverna di Mastro Dante” - via Montecastelli Umbro/ Promano in località Coldipozzo, 45. E’ la patria dei prosciutti di montagna di Norcia infotel: 075 8648133

Soliera (MO) • “Hotel Marchi” - via Modena/ Carpi. Situato tra la patria dell’aceto Balsamico e la più bella piazza d’Italia (Carpi), all’incrocio fra l’autostrada adriatica nord/ sud e l’autostrada del Brennero che collega l’Austria ed il nord Europa . Quattro Castella (RE) • Ristorante Albergo “La Madda-

lena” - via Pasteur, 5. Emilio ed Emiliano Montanari accolgono con simpatia ospiti da tutta Italia deliziandoli con salumi parmensi e Parmigiano Reggiano. • Resort B&B “Quattrocolli“ - Via Lenin, 81. Sulla collina tra Parma e Reggio Emilia offre una discreta raffinata ospitalità di lusso San Polo d’Enza (RE) • Ristorante “La Grotta” - via della Resistenza, 2/B. Sulla collina reggiana, fra stalattiti e stalagmiti in grotta con cucina tipica reggiana. Roma • Golf & Country Club “Parco di Roma” - quartiere Cassia, via dei due ponti, 110. Progettista P.B.Dye per un 18 buche “par72” infotel: 06 33653396, direttore architetto Giuseppe Miliè, progettista di campi da golf in tutto il mondo. • Ristorante “Ristovino” quartiere Prati - via Durazzo, 19. Nei pressi dell’emittente televisiva nazionale LA7, è anche caffetteria per ottime colazioni mattutine ed enoteca ben fornita per pranzi o cene che vanno dai tipici piatti romani come gli “gnocchi freschi ai 4 formaggi” a quelli napoletani. Sant’Agata sui due Golfi (NA) • Ristorante albergo “Don Alfonso dal 1890” - corso Sant’Agata, 11/13. Nel cuore della penisola sorrentina si affaccia sul Golfo di Salerno, è considerato tra i primi dieci migliori ristoranti d’Italia, condotto da Alfonso Iaccarino, chef internazionale, che vi ha aggiunto un albergo e la scuola di cucina con showcooking.

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Orsara di Puglia (FG) • “Piano Paradiso” ristorante. Peppe Zullo noto chef internazionale, riceve ospiti da tutto il mondo. Infotel: 0881 964763 Torre Canne (BR) • Masseria San Domenico e Golf Club. Struttura composta dalla prestigiosa masseria San Domenico e da Borgo Egnazia, resort di alta qualità apprezzata anche da importanti clienti arabi e russi e dai divi di Hollywood, è munita di campo da golf a 18 buche fra gli ulivi secolari ed è affacciato sul mare

da Mosca di pellegrini cristiani ortodossi e, nel quartiere Palese hotel Parco dei Principi, di fronte al nuovo aeroporto Karol Wojtyla, modernissimo e dotato di tutti i confort per clientela business, entrambi della famiglia del vicepresidente Federalberghi di Bari, Antonio Vasile. • Villa Romanazzi Carducci - via Capruzzi, 326. Albergo resort elegante e con architettura di prestigio circondata da splendido parco in pieno centro cittadino, diretto dalla famiglia dell’imprenditore ing. Lorenzo Ranieri, è dotato di suggestive sale convegni sparse nel giardino ed offre la cucina del noto chef prof. De Rosa. • Ristorante Terranima - via Putignani. Nella strada delle banche e della movida, è l’unico ristorante che conserva l’architettura antica, dalle “basole” del pavimento alla coorte che ricorda le piazzette degli artigiani dei secoli scorsi (presenti ancora solo nel centro storico) offre l’inimitabile cucina tipica barese, dalle “strascinate alle patate e cozze”, dalle mozzarelle ai dolci caldi con crema “sporcamuss”

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Polignano a Mare (BA) • Resort & SPA Borgobianco - Contrada Casello Favuzzi. Moderni arredi interni in una struttura esterna a masseria, intonacata a calce bianchissima che si specchia su di una immensa piscina con idromassaggio, che compone la “Salus per acquam” insieme al centro benessere interno “Unica”. Cinque stelle meritate come meritata è stata l’elezione a presidente “Associazione Albergatori Polignano” di Roberto Frugis socio e marketing manager. Tel: 080-8870001 • B&B dei Serafini - piazza Vittorio Emanuele, 43. Riduttivo chiamarlo B&B perché si tratta di un eccezionale albergo diffuso nel centro storico della città di Domenico Modugno. Sporgendosi dalle case costruite sulla scogliera a picco sul

Bari • Barialto Golf Club. Storica club house pugliese con importante campo da golf.

• Hotel Boston - via Piccinni, 155. A 5 minuti dal centro storico e dalla Basilica di San Nicola, meta

• Hotel Oriente, nel centralissimo Corso Cavour al numero 32, un 4 stelle di lussuosa eleganza, ospita da gennaio 2013 la Golf Club House “Porta d’Oriente”, punto d’incontro al Sud Italia di giocatori ed eccellenze della moda e dell’enogastronomia.

• Radicci Automobili S.p.A. - Via Amendola, 146. Concessionaria Ferrari e Maserati per il Sud Italia ora Concessionaria anche per la dorsale adriatica con la nuova sede di Ancona. Il Gruppo Radicci a Bari, è anche prestigiosa Concessionaria Jaguar e Land Rover.

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mare sembra proprio di ascoltare “Volare” o “Nel blu dipinto di blu” onde sonore che da Polignano hanno raggiunto ogni angolo del globo. Putignano (BA) • Proloco - piazza Plebiscito,1. Nel centro storico della città patria degli abiti da sposa e del Carnevale più antico e lungo del mondo. • Fondazione Carnevale di Putignano. via Conversano, 3. • Osteria “Chi va piano” - Via Monache, Putignano, 0802373445 - cell. 3932378898. In un vicolo nascosto di Putignano, Stefano Guglielmi, ex macellaio, ha creato una locanda di eccellenza. Con il suo staff cucina solo teglie di terracotta in un enorme camino utilizzando solo eccellenze enogastronomiche fresche di giornata. Il suo motto è “cibo e vino per andare lontano”.

• B&B “San Domenico” - Estramurale a Levante, 4 - 70017 Putignano (BA) - Cell. 3332284769 - info@bebsandomenico.com. La struttura è in un angolo pittoresco della città, a pochi passi dalla Chiesa di San Domenico con vista sul campanile,

nei pressi di Porta Barsento e dell’interessante centro storico. La struttura è gestita in maniera esemplare da Vincenzo Gigante: la sua gentilezza e le sue attenzioni vi metteranno a vostro agio, facendovi sentire in famiglia. • Agenzia Viaggi Netti - via Tripoli, 63. La signora Netti organizza viaggi in tutto il mondo, pur in tempi del “fai da te via internet”, con una costante ricerca del prezzo più basso col massimo della qualità e della garanzia, facendo inoltre incoming turistica in Puglia con educationals tours, showcooking ed itinerari guidati in posti unici ancora sconosciuti ai grandi tours operators. Noci (BA) • Ristorante “L’antica Locanda” - via S.Santo, 49. In una “gnostra” del centro storico meta di turismo internazionale a novembre per “Bacco nelle gnostre”, di Pasquale Fatalino, chef noto in trasmissioni RAI, che prepara orecchiette con fave e cime di rape ed incantevoli braciole di carne al sugo. in-

Da sinistra: Ignazio Capasso (imprenditore nel campo della plastica), Saverio Buttiglione, lo chef Pasquale Fatalino e Pino Sguera (Presidente di Teleregione) davanti al ristorante Antica Locanda di Noci

dimenticabili come dimostrato dai personaggi del mondo dello spettacolo che lo raggiungono apposta in ogni momento dell’anno.

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• Ristorante “Il falco Pellegrino” in località Montedoro a Noci, immerso nella campagna della Murgia pugliese, fra antiche masserie, nel quale lo chef Natale Martucci prepara primi indimenticabili, secondi di pesce fresco o tagliate di manzo podolico, con attenta scelta dei migliori vini regionali.

Conversano (BA) • Ristorante “Savì” - via San Giacomo. Condotto dallo chef Nicola Savino, già chef a Dallas dove ha servito al presidente Bush ed al famoso cantante Frank Sinatra le polpette al sugo pugliesi. Qui ha inventato le crepès pugliesi, panzerottoni (dolci o salati) ripieni di leccornie regionali. Turi (BA) • Ristorante “Menelao” - via Sedile, 46. A Santa Chiara in un palazzo signorile del 1600 nella cittadina custode dell’”oro rosso”, la Ciliegia Ferrovia. Aperto da Michele Boccardi che dopo la laurea in economia e commercio e l’abilitazione di commercialista è diventato Marketing Manager alla Scuola di Economia & Turismo di Londra. Visto il successo ottenuto dall’aver trasformato

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la masseria fortificata di famiglia “Menelao”, sulla strada per Rutigliano, in eccellenza per la banchettistica, i ricevimenti, le cene di gala ed i meeting, con “Santa Chiara” affronta la sfida della cucina di alta classe internazionale. Dispone di un’ottima cantina di vini ed offre prodotti tipici, sia nazionali che d’oltremare, dai cappelletti con cicoriella campestre su letto di fave alla costata di manzo podolico della Murgia non disdegnando però il salmone Balik norvegese o la costata di manzo della val di Chiano della Toscana. Infotel: 080-8911897. Castellana Grotte (BA) • “Palace Hotel Semiramide” via Conversano. Affascinante albergo immerso nella natura, accanto al parco dei dinosauri in cartapesta, ospita anche la sede italiana dell’Università Europea per il Turismo, a cinque minuti dalle famose Grotte che richiamano visitatori da tutto il mondo per gli affascinanti percorsi carsici sotterranei lunghi chilometri, famose per le eccezionali stalattiti e le stalagmiti della “grotta bianca”. • Ristorante e braceria “Le Jardin Bleu Belle” - via Firenze. Affascinante struttura in legno costruita su quella in pietra dell’antico bar della villa comunale, creandone un unico ambiente che guarda dalle vetrate le cime degli alberi che la circondano mentre si gustano squisiti piatti tipici pugliesi. Alberobello (BA) • Ristorante “Casanova” - via Monte San Marco, 13. Ricavato in un antico frantoio ipogeo sotterraneo in pieno centro fra i trulli patrimonio UNESCO. I soci Ignazio Spinetti (presidente

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sostenibile. Questo GAL comprende i comuni di Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Turi, Sammichele, Noci, Gioia del Colle.

Associazione Ristoratori Alberobello) e lo chef Martino Convertino offrono l’ottima cucina tipica pugliese indescrivibile a parole perché semplicemente da gustare in silenzio. • Museo del vino Antica Cantina Albea - via Due Macelli, 8. Unico completo museo del vino pugliese produce vino anche per il Vaticano, è la storica cantina che prima dell’unità d’Italia inviava, dalla vicina e collegata stazione ferroviaria, i propri vini per tagliaree migliorare quelli di Bordeaux in Francia. Produce “Lui” negramaro in purezza affinato in barrique primi 12 mesi. • Condotta Slowfood “Alberobello e Valle d’Itria” - via Sisto Sante, 5. Fiduciario Francesco Biasi, promotore dei presidi “salame Capocollo di Marina Franca” (ingrediente delle famose “bombette”), “Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti” e “Pomodorino di oasi protetta Torre Guaceto”. • GAL Terra dei Trulli e di Barsento - Via Bligny, 23. Il primo Gruppo di Azione Locale fra quelli in cui, per zone omogenee, è stata diviso il territorio d’Europa, ad essere partito operativamente con gemellaggi in tutto il continente. I GAL sono un’iniziativa UE, che li finanzia col programma “Leader”, al fine di valorizzare le potenzialità dei territori integrando produzioni agricole, artigianali e di piccola industria per uno sviluppo

Andria (BAT) • Ristorante “Antichi Sapori” contrada Montegrosso. Pietro Zito importante chef internazionale offre la cucina tradizionale pugliese e le antiche erbe ed ortaggi riscoperti e curati nell’immenso orto che ha costruito e nel quale lavora tutta la contrada.

• Cantina Rivera con annessa sala di degustazione, condotta dal presidente di “Movimento Turismo del Vino” Sebastiano De Corato, produce il famoso “Falcone Rivera”. Corato (BA) • Cantina Torrevento condotta dal prof. Francesco Liantonio presidente della “Strada dei vini Castel del Monte” guarda lo splendido maniero ottagonale dell’imperatore Federico II di Svevia “Stupor Mundi” patrimonio UNESCO, dove produce eccellenti vini. Crispiano (TA) • Masseria Resort “Quis Ut Deus”. Una delle inimitabili “Cento Masserie di Crispiano”, affascinanti masserie in pietra e tufo, ristrutturate per resort di livello e aziende agricole di prodotti tipici quali olio extravergine d’oliva e prodotti caseari.


Fasano (BR) • Tenuta Monacelle - Selva di Fasano. Antico monastero di monache del 1700 fatto di trulli, ognuno adibito a stanza d’hotel, con affianco parco nel quale sono ricavate modernissime stanze d’albergo costruite in tufo. Si affaccia dal monte Selva sui sei milioni di ulivi secolari che lo distanziano dal mare di Fasano. Savelletri di Fasano (BR) • Masseria Resort Torre Coccaro - contrada Coccaro, 8. Infotel.:080 4827992. Bianca e splendida sul mare, antica torre

di avvistamento della linea difensiva dalle scorribande dei Saraceni del XVI secolo, che andava dal Gargano al “finibus terrae” Santa Maria di Leuca. Non ci sono parole per descriverla, guardare sul web! La stessa famiglia Muolo possiede la collegata Masseria Torre Maizza infotel: 080 4827838. Un hotel a 5 stelle con campo da golf 9 buche executive “par27” costruito fra gli ulivi secolari ed affacciato sul mare. A Coccaro Golf Club il 4 novembre, festa della Vittoria dell’Italia nella grande guerra, l’Apulia Golf District dell’architetto Giuseppe Germano e Do You Golf di Ester Monacelli hanno organizzato per il Circuito “Eccellenza di Puglia 2012” la 2a edizione della gara Pitch&Putt, 18 buche stableford con 18 squadre e 36 giocatori.

Il buffet preparato dagli chefs della struttura è stato inimitabile. Masseria Torre Coccaro è risultata per il 2012 tra i migliori 10 Beach Hotel nella classifica di “Conde Nast Travel”. Ostuni (BR) • Grand Hotel Masseria Santa Lucia SS.39, km 23.5 località Costa Merlata. Incantevole resort sul mare sotto la città bianca di Ostuni, diretto da Bartolo D’Amico, presidente ADA Puglia, associazione direttori d’albergo. Cellino San Marco (BR) • Cantina Tenuta Albano Carrisi. Prestigioso albergo e ristorante ricavati nella masseria del padre del famoso cantante, don Carmelo, che da il nome al vino più prestigioso qui prodotto. • Cantina Due Palme. Con avveniristica sala convegni ricavata nella bottaia produce vini ormai famosi nel mondo e vincitori di primi premi al Vinitaly di Verona come il “Selva Rossa”. Salice Salentino (BR) • Cantina Conti Leone De Castris. Cantina ricavata nel palazzo dei conti Leone De Castris, dove è nato il primo vino rosè del mondo settant’anni fa,il “Five Roses”. E’ annessa al prestigioso albergo e ristorante di proprietà della famiglia. Lecce • Acaya Golf Resort - Strada per Acaya, km.2 località masseria S.Pietro. Infotel: 0832 861385. Splendido campo da golf rivisto e ristrutturato, anche agronomicamente, dallo studio di architetti “Hurdzan

Fry” per un 18 buche “par71” di 6192 metri, con ben sette ettari di specchi d’acqua, accanto al “Castello di Acaya”, costruito seguendo le nuove esigenze fortificatorie dell’epoca dovute all’affermarsi delle armi da fuoco ed ora esempio di moderno restauro. L’albergo resort della catena Hilton è costruito nel ricordo stilistico degli antichi monasteri con una grande piscina esterna ed un’importante SPA di ben 1200 metri quadri. Bari • Eataly Bari - Lungomare, ingresso monumentale Fiera del Levate: Oscar Farinetti ha voluto portare in Puglia Eataly per il sudItalia, affittando e ristrutturando la parte monumentale della Fiera del Levante, facendo affacciare i ristoranti sul lungomare di Bari, offrendo nel capoluogo pugliese le migliori specialità enogastronomiche italiane, così come Eataly fa ormai in tutto il mondo.

Oscar Farinetti tra il Presidente del Consorzio DOP Pane di Altamura Giuseppe Barile ed il direttore Saverio Buttiglione

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Miss Slow Economy Ottobre della redazione

Valeria Castagna

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aleria Castagna, modella già nostra miss Slow Economy a vent’anni, dopo la malattia ora a 30 anni madre felice di tre splendidi bambini.


Puoi tornare a sorridere... in un solo giorno! La mancanza dei denti può avere un notevole impatto sull’autostima e sulla qualità di vita. Una dentiera può alleviare solo in parte questo disagio. Le protesi mobili causano nel tempo perdita ossea, un problema che potrebbe progredire e comportare una diminuzione della stabilità della dentiera stessa. Fortunatamente, l’odontoiatria moderna offre una soluzione semplice e definitiva per fissare la protesi in modo saldo e resistente. Rivolgiti con fiducia al tuo dentista e chiedigli di parlarti del trattamento originale All-on-4®. Potrai scoprire come compiere il primo passo per recuperare la normale funzionalità e ottenere un sorriso capace di trasmettere sicurezza.

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