GP POCKET APRILE 2012

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Copia omaggio

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GP MAGAZINE ANNO 13 NUMERO 128 WWW.GPMAGAZINE.IT

FEDERICA VINCENTI Laura Laura Adriani Adriani •• Elena Elena Arvigo Arvigo •• Rimi Rimi Beqiri Beqiri •• Marco Marco Falaguasta Falaguasta Maria Maria Grazia Grazia Mattei Mattei •• Enrico Enrico Silvestrin Silvestrin •• Tatiana Tatiana Sorokina Sorokina


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16 FEDERICA VINCENTI Scopriamo un’attrice unica nel suo genere. E’ in onda nella serie tv “Nero Wolfe” e sta girando un altro film. E’ anche produttrice cinematografica

26 BERLINO

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MERYL STREEP

E’ l’attrice che detiene il record di candidature al Premio Oscar, ben 17, e 3 vinti, l’ultimo quest’anno grazie all’interpretazione di Margaret Thatcher nel film “The Iron Lady”

46 AN IMPERFECT MURDER


76 86 ENRICO SILVESTRIN

MARIA GRAZIA MATTEI

E’ protagonista al cinema con “Good as you”, la prima gay comedy tutta italiana. “Ho accettato con entusiasmo perché mi piaceva molto la sceneggiatura”, dice

88 MARCO FALAGUASTA

93 ELENA ARVIGO

E’ un momento importante per questa giovane attrice. Dopo averla vista ne “Il Restauratore”, ha iniziato le riprese del film “Se chiudi gli occhi sono qui” con Beppe Fiorello

96 LAURA ADRIANI

E’ reduce al teatro con “So tutto sulle Donne”. In questo momento è impegnato con le riprese di “Come un Delfino 2”

Ha appena compiuto diciotto anni. E’ Miriam de “I Cesaroni”. Nonostante la giovane età, ha le idee chiarissime sulla sua vita e sul suo futuro. Il suo sogno è Broadway


ZOOM di Alessandro Cerreoni

Italiani e italioti ////////////////////////////////////////////////// e certezze di Monti su un 2012 (anche un 2013 aggiungiamo noi) austero. Le lacrime di coccodrillo della Fornero. I vertici italiani che si riuniscono su quel ramo del lago di Como alla faccia della gente che non può permettersi nemmeno una mezza gita fuori porta a Zagarolo. Le scelte discutibili in materia di lavoro che non c'è e che, forse, non ci sarà mai. E' l'Italia degli Italiani e degli Italioti. E' l'Italia dei “toccabili” e degli “intoccabili”. E' l'Italia dove nulla è cambiato e nulla cambierà. E' l'Italia dove c'è ancora troppa connivenza tra politica e imprenditoria (da non confondere con quella piccola e sana). Dove la prima esiste se la seconda finanzia e la seconda esiste se la prima appoggia. Ed entrambe, politica ed imprenditoria, sguazzano, amministrano e “amminestrano” a proprio piacimento. Tutti lo pensano, molti lo dicono, pochi lo scrivono. Ci avevano detto che serviva una manovra salva-Italia da lacrime e sangue. Tutte balle da far mandare giù ai cittadini, volutamente trasformati in Italioti, per tenerli a bada in silenzio con il portafoglio in mano per costringerli a rimediare agli errori di decenni di sperperi da parte della politica e della pubblica amministrazione. Gli Italiani pagano e continuano a subire disservizi. Le vie delle città sono piene di immondizia, gli ospedali straboccano, le scuole cadono a pezzi, le strade sono piene di crateri. Ma chi provoca e ha provocato tutto questo non paga mai. Invece tu povero italiano prova a non pagare una multa da 50 euro! Arriva Equitalia e ti porta via la macchina e la casa, facendoti sentire il peggiore dei ladri. Perché questa è diventata l'Italia. Dove non si ha il coraggio di fare nomi e cognomi, da Bolzano a Trapani, passando per i Grandi Palazzi romani, di chi ha ridotto ai minimi termini il nostro Paese e i nostri Comuni. E' l'Italia dove le lobby e i partiti si servono dell'informazione e degli showman per confondere la testa alle persone. Dove anche chi si erge a paladino della giustizia sociale, facendo assurdi sermoni in tv, viaggia in prima classe, fa tournée in giro per ingrassare le proprie casse, ha sempre una casa editrice pronta a pubblicargli un inutile libro, che qualcuno poi compra per sentirsi figo e di sinistra (o di destra, dipende). E ricordate, la crisi è il più grande alibi di chi ha voglia di non fare nulla e il più facile appiglio quando non si hanno idee, dai politici fino all'ultimo dei cittadini. A noi la scelta di essere Italiani o Italioti. Democraticamente.

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www.gpmagazine.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 421/2000 - del 6 Ottobre 2000 DIRETTORE EDITORIALE E RESPONSABILE Alessandro Cerreoni - a.cerreoni@gpmagazine.it REDAZIONE Via V. Pacifici, 20 00019 Tivoli (Roma) Tel. e fax 0774.314093 e-mail: redazione@gpmagazine.it PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Simone Ruiti - s.ruiti@gpmagazine.it REDAZIONE Fabiola Di Giov Angelo Silvia Giansanti HANNO COLLABORATO Costanza Cambriani, Cristiano De Masi, Marco De Murtas, Bibi Gismondi, Véronique Haentjens, Ettore Luttazi, Camilla Rubin Si ringraziano: Alessio Piccirillo, Sara Battelli, Mara Fux, Kika Press (crediti fotografici), Pino Polesi (foto) PUBBLICITA’ PUNTO A CAPO Srl Info spazi e costi: adv@puntoacapo.org Claudio Testi - c.testi@gpmagazine.it Gionata A. Mattioli - g.mattioli@gpmagazine.it Claudia Della Ratta (wedding) - c.dellaratta@gpmagazine.it STAMPA Fotolito Moggio - Strada Galli 5 - Villa Adriana (Roma) info 0774.381922 - 0774.382426 - Fax 0774.509504 fotolitomoggio@fotolitomoggio.it Chiuso in redazione il 28/03/2012 Copie distribuite 20.000

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LUCIO DALLA EREDITÀ INESTIMABILI Preziosa l’eredità artistica e musicale lasciata dal celebre cantautore scomparso lo scorso marzo. Lucio Dalla ha lasciato nelle mani, e soprattutto nei cuori, dei suoi fans un patrimonio artistico al quale tutti potranno sempre attingere e che ognuno potrà condividere senza diminuirne il valore. on si può dire la stessa cosa dell’immenso patrimonio economico, ancora da quantificare, per il quale parecchi eredi si stanno mettendo in fila e al quale molti mirano in maniera esclusiva, senza alcun desiderio di condivisione. Tra gli eredi oltre a quelli legittimi che sono alcuni nipoti e cugini, spuntano altri parenti e addirittura un padre biologico ed i suoi presunti eredi. E poi c’è la questione della Fondazione che pare essere a cuore in particolar modo agli amici di Dalla i quali vogliono difendere la volontà dell’artista di dar vita ad una fondazione che portasse il suo nome.

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IL LEGO SI TINGE DI ROSA Sono approdate nei negozi di giocattoli di tutto il mondo le “lego friends”, l’ultima creazione dell’azienda Lego, famosa finora per aver inventato i celebri mattoncini colorati. ra invece l’azienda ha lanciato sul mercato una nuova proposta tutta al femminile, abbandonando il suo ruolo neutrale, finora il lego era l’unico gioco che poteva essere regalato sia alle bambine che ai bambini, e prendendo una posizione ben precisa nella questione dell’eccessiva caratterizzazione di genere dei giocattoli. Da qualche tempo, infatti, psicologi, neuroscienziati e genitori stanno riflettendo sull’opportunità di continuare con la distinzione netta tra i giochi azzurri e i giochi rosa ed alcuni hanno iniziato una vera e propria battaglia contro la cosiddetta 'pinkification' dell'infanzia, convinti che l'ossessione per il rosa inculchi stereotipi dannosi nei cervelli delle bambine. E intanto la Lego va controcorrente e lancia sul mercato Olivia, Stephanie, Mia, Emma e Andrea, trendissime e irresistibili bamboline dalla vita sottile, boccoli e occhi da cerbiatta circondate da mattoncini rosa e fucsia.

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L’AVANZATA DELLE SEXY-BARISTE In tempo di crisi ogni occasione è buona per incrementare gli affari. E così nei bar iniziano ad andare di moda le sexy-bariste. ualche settimana fa i riflettori sono stati accesi su Laura Maggi che, nel suo bar in provincia di Brescia, ha richiamato tantissimi clienti esibendo un abbigliamento alquanto sensuale e provocante. Adesso è la volta di Micol Giacomello. Lavora in Friuli, a Fontanafredda, paesino in provincia di Pordenone. Come la Maggi, anche lei serve aperitivi in mise hard. Sul web è partita addirittura una sfida tra fan dell’una e dell’altra barista. Dunque, Micol come Laura. Anche lei, accorciando gli orli della minigonna e allargando le prospettive di generose scollature, ha fatto salire l’incasso del suo locale. Micol Giacomello sfodera sorrisi e curve mozzafiato da dietro il bancone del Caffè Nuovo. A questo punto, fiutato l’affare, si attendono “proseliti”…

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BENZINA ROBA DA RICCHI L’avevano previsto e ci siamo arrivati. Ormai un litro di verde costa quasi 2 euro ovunque. “Un furto legalizzato”, urlano gli automobilisti italiani. Un salasso pesantissimo per le famiglie italiane. unque con i carburanti ai prezzi massimi di sempre, meglio lasciare l'auto sotto casa. Il rapporto degli italiani con l'auto ha iniziato a vacillare con l'inizio della inarrestabile corsa dei prezzi dei carburanti. E così la scelta cade sul mezzo pubblico. Un'alternativa scomoda, certo, ma economica. Al punto che romani, torinesi, milanesi e fiorentini si mettono in fila per acquistare abbonamenti e biglietti con un boom di richieste fino al 30 per cento in più rispetto al 2010. La prima conferma di questa evoluzione, viene proprio dal crollo verticale dei consumi di benzina e gasolio. Ogni pieno di carburante, rispetto ad un anno fa, costa, fino a 30 euro in più, pari a circa 120 euro di aggravio mensile che si aggiungono ai costi già proibitivi dell'automobile: dalla Rc auto (costo medio 500 euro l'anno, oltre 40 euro al mese), al bollo, fino alla manutenzione.

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cuRIOsITY di Cristiano De Masi

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CANADA:

PALLA PRIGIONIERA DA RECORD Quasi cinquemila giocatori di palla prigioniera, ben 4.979, si sono sfidati nella palestra dell'università di Alberta, in Canada, lanciandosi l'un l'altro ben 1250 palle rosse per stabilire il nuovo record mondiale del gioco conosciuto nei paesi anglofoni con il nome di dodgeball. A convalidare il primato è stato Philip Robertson, giudice del libro del Guinness dei Primati volato apposta da New York, che dopo un'ora di gioco ha confermato la riuscita dell'impresa: "Che cosa posso dire. Non ho mai visto così" tante persone schivare e lanciare palle uno contro l'altro prima d'ora. E 'stato un vero divertimento. Le linee guida sono state tutte rispettate. E con questo, sono felice di annunciare che l'Università di Alberta, in Canada, ha un nuovo Guinness World Record".

GERMANIA:

SCARPE BESTIALI “These boots are made for walking”, recitava un famoso brano cantato da Nancy Sinatra. Quegli stivali erano fatti per camminare... quelli realizzati dalla fashion designer Iris Schieferatein, invece, sono creati per stupire. La stilista tedesca ha dato vita a una collezione di scarpe alquanto bizzarra, costituita da sandali bianchi addobbati da colombi, stivali fatti con zoccoli di cavallo, décolleté di pitone con due revolver al posto dei tacchi. Tutte le calzature sono realizzate utilizzando animali impagliati, ma nonostante l'aspetto sono, a quanto pare, molto comode da indossare e offrono ai clienti che avranno il coraggio di acquistarle l'opportunità di trascorrere con loro giornate bestiali.

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HAWAI:

IL BACIO APPASSIONATO DEL MARINE Un bacio appassionato, l'abbraccio che sa di casa tra un soldato appena tornato dal fronte e il suo compagno che lo attende con impazienza e apprensione nella base militare delle Hawaii. Questa è l'immagine postata al suo ritorno sulla pagina Facebook Gay Marines dal sergente Brandon, marine americano impegnato per il suo Paese in una missione in Afghanistan, che in pochi minuti ha fatto il giro della rete spopolando sui principali social network e sulle testate giornalistiche americane e britanniche. La foto è stata subito paragonata allo scatto di Albert Eisenstaedt, intitolato 'The Kiss', che nel 1945 ritrasse il bacio tra un marinaio e un'infermiera a Times Square, New York, diventando una delle immagini simbolo del '900.


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KATHMANDU:

MEZZO METRO DI UOMO L'uomo più basso del mondo si chiama Chandra Bahadur Dangi: lo ha annunciato Craig Glenday, boss della Guinness Records, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Kathmandu, in Nepal. Dangi, 72 anni, che con i suoi 54,6 centimetri di altezza ha conquistato il primato scalzando il filippino Junrey Balawing, ha dichiarato ai reporter durante la consegna dell'onorificenza: "Sono davvero felice e ho intenzione di viaggiare in tutto il mondo per fare pubblicità al mio Paese". Rispondendo alle domande dei cronisti, Dangi ha fatto presente di non avere particolare interesse nello sposarsi, mentre ha manifestato invece il desiderio di incontrare il Primo Ministro nepalese.

NEW YORK:

DAVID BECKAM “GIGANTE” OVUNQUE Gigantografie di David Beckham ricoperto soltanto dai suoi numerosi tatuaggi e dagli slip della collezione di intimo H&M, da lui stesso disegnata, sono apparse sulle fiancate di alcuni autobus a New York. Dopo la pubblicazione dei manifesti su un palazzo dalla Fifth Avenue di Manhattan le donne newyorkesi, saranno ormai ossessionate dalla presenza del calciatore inglese marito di Victoria Beckham, ma soprattutto gli uomini che devono confrontarsi con il fisico mozzafiato del marito di Victoria Beckham.

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GRAN BRETAGNA:

ALL’ASTA IL CALCO DI ELVIS 15.000 dollari: questo è il prezzo di partenza del calco in gesso della dentatura di Elvis Presley e di una corona in porcellana, realizzata da Henry J. Weiss, dentista di Memphis, per The Pelvis. Il dottor Weiss era vicino di casa della madre di Presley, e proprio a lui si rivolse la leggenda del rock, prima di diventare tale, per far realizzare un dente e colmare un antiestetico vuoto nel suo sorriso. Lo scrupoloso dottor Weiss tenne sempre con sé una copia del calco e della corona, in caso Presley rompesse l'originale. Cosa che avvenne durante un'esibizione all'International Hotel, oggi Hilton Hotel, di Las Vegas, nel febbraio del 1971. Il dente sostitutivo, soprannominato "la corona del Re", venne portata a Elvis dal figlio del dentista, che ne fece un'ulteriore copia e la conservò.

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cOVER STORY di Silvia Giansanti

FEDERICA VINCENTI UNA VITA, TRE RUOLI ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Alla scoperta di un’attrice unica nel suo genere. Federica Vincenti è in onda nella serie tv “Nero Wolfe” e sta girando un altro film. E’ un personaggio impegnato su più fronti, compreso quello di mamma, e non ultimo nella produzione cinematografica, grazie ad un’idea del suo compagno Michele Placido

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Foto e copertina: Azzurra Primavera Abito: La Perla Styling: FP Media Relation Location: Ristorante “Angelina” - Roma

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e volete farvela amica, non identificatela come la compagna di Michele Placido, perché a Federica non interessa “reclamizzare” questo suo legame sentimentale e farsi vedere pubblicamente con lui. Anzi, preferisce perfino lavorare da sola. Federica Vincenti, salentina doc, da quando ha lasciato il suo paesino ha una vita che è diventata piena. Una vita che lei stessa definisce “multitasking” tra il ruolo di attrice, quello di produttrice e quello di mamma. Un’altra cosa per lei importante è affermare il fatto che svolge semplicemente il suo lavoro, piuttosto che riempirsi la bocca con il termine di attrice, visto che oggi in tante, anche le poco capaci o le sconosciute, si definiscono tali. E’ una donna molto preparata nel suo lavoro, precisa, organizzata e soprattutto quadrata, caratteristiche innate, ma che si porta dietro anche da studi prettamente tecnici. Federica, quand’è che hai iniziato? “Ho fatto l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e da lì è partito il mio percorso artistico. Dopo gli studi, ho iniziato a fare i primi spettacoli teatrali e quello con cui ho debuttato è stato ‘Il Romanzo di Ferrara’. Ho sempre stabilito un rapporto preciso con il teatro e avendo studiato anche canto, ho pensato di unire gli spettacoli alla prosa e alla musica. Sono emersa esattamente intorno al 2008, dopo la mia gravidanza”. Dove vi siete incontrati per la prima volta, tu e Michele? “Michele faceva uno spettacolo estivo vicino al mio Paese natale, e quell’anno lo andai a vedere. Dopo mi sono ritrovata a cena con lui e con il sindaco. Ho notato che era un ‘provolone’ e all’inizio non avrei mai immaginato che potessimo avere una storia, anche perché avevo solo diciotto anni. Oggi devo dire che a ventotto anni, vivo la storia più tranquillamente perché sono passati ormai dieci anni e sono più adulta”. Per quale tua caratteristica si è innamorato Michele? “Forse per il fatto che a diciotto anni avevo già una grande maturità. Mettiamoci anche il fatto che ero un’appassionata di poesia e a lui piaceva da morire sentirmi leggere le poesie, una cosa insolita per una ragazza così giovane”.

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A cosa era dovuta questa tua maturità precoce? “Probabilmente perché nei paesini come quello in cui sono nata, si respira molta cultura nelle cose. C’è un modo di vivere talmente riflessivo rispetto alle città, che porta ad una rapida formazione di alcuni lati del carattere. Da adolescente ho sempre rifiutato il fumo perché lo ritenevo nocivo già all’epoca e non ho mai sentito il bisogno di andare in discoteca”. Ti manca il tuo paesino? “Mi manca solo per gli affetti e per la vita tranquilla che svolgevo. Ci torno spesso, specie d’estate”. Tornando alla tua carriera, era davvero questo ciò che volevi fare nella vita? “Assolutamente. Considera che ho studiato ragioneria solo per volontà di mio padre, il quale mi vedeva una futura commercialista. Però, mi rendevo conto che ero molto portata per la lingua italiana, scrivevo in un modo molto particolare ed avevo una memoria molto forte. Mi ricordavo tutto proprio come un testo teatrale, destando stupore tra i professori”. Quando capita, ti piace l’idea di lavorare con Michele? “No, preferisco che ognuno lavori per conto suo. Finiremmo per litigare, come la Guerritore con Lavia quando lavoravano a teatro. Per carità insieme nascono sempre belle cose, ma quando posso evitare lo faccio anche perché stare dietro a lui risulta molto faticoso”. Hai girato la serie tv “Nero Wolfe”. Hai avuto modo di vedere tutte le serie tv del passato? “Onestamente non ho avuto modo e comunque ho un mio percorso. Se devo fare uno spettacolo teatrale, tendo a guardare per seguire una certa linea di un personaggio che cambia, visto che i personaggi teatrali sono più ricchi di sfumature. Invece dei personaggi tv, preferisco non cogliere quelle poche sfumature che hanno perché ho paura di farne una copia, specie quando si presentano personaggi che non sono particolarmente difficili. In questo caso preferisco fare da me, non approfondisco per guardare il lavoro degli altri, è una personale libera scelta”. Ci puoi parlare del tuo ruolo? “Si tratta di Elena Frost, una modella diciannovenne che si ritrova coinvolta in

CHI È FEDERICA VINCENTI Federica Vincenti è nata a Parabita (Lecce) l’8 novembre del 1983 sotto il segno dello Scorpione. Federica si definisce determinata, romantica e dolcemente arrogante. Nel passato ha giocato a pallavolo a buoni livelli e oggi come “hobby” ha quello di fare la mamma. Simpatizza per la Juve e il suo piatto preferito è la carbonara. Vive a Roma con il suo compagno Michele Placido e con il loro bimbo Gabriele. La città dove le piacerebbe trasferirsi è Trieste. Al momento non possiede animali domestici per paura di soffrire un domani. Il suo anno fortunato è stato il 2006 quando è venuto al mondo suo figlio. Federica Vincenti si è diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico a Roma. Nel 2005 ha iniziato a partecipare a numerose produzioni teatrali tra cui spiccavano tra gli altri: “I Tre Moschettieri”, “Crimini e Misfatti”, “Satyricon”, “Il romanzo di Ferrara”, “Il mercante di Venezia in prova”, “Troilo e Cressida” e “Italia mia”. Per il cinema segnaliamo “Vallanzasca Gli angeli del male” e per la tv “Il Pirata, l’orgoglio ritrovato” e “Nero Wolfe”.

una serie di omicidi e in storie che s’intrecciano. Colgo l’occasione per ringraziare e salutare Francesco Pannofino che è stato un compagno di lavoro delizioso e il regista Riccardo Donna, un uomo ironico. Crediamo di aver fatto un buon prodotto molto ben curato in ogni dettaglio”. Sei anche una produttrice. Com’è nata quest’idea? “L’idea è nata sei anni fa, in quanto Michele ama dare spazio ai giovani nell’ambito cinematografico e allora mi ha proposto di produrre un film. Posso assicurare che è un’esperienza per nulla facile, per via di una serie di situazioni che si devono intrecciare. La produzione è

molto complessa, è la scelta di tutto quello che c’è dietro, assemblare molti elementi cercando di farli combaciare alla perfezione. Non è una cosa semplice. Occorre essere presenti sul posto e guardare attentamente, specie nel campo cinematografico. Inoltre, non dimentichiamoci che siamo in Italia e in questo Paese a differenza di quelli esteri, s’incontrano più complicazioni. Inoltre una cosa importante è che non bisogna mai partire col presupposto di fare i soldi; il cinema autoriale è un grande punto interrogativo. Esistono dei produttori che hanno la voglia di investire sui giovani, senza avere un riscontro economico, ma solo per il gusto di mettere in piedi una sceneggiatura e farla vivere attraverso un film”. Sei un personaggio preparato, in grado di interpretare più ruoli. Ecco, come ti trovi in quello di mamma? “Sono uguale a come sono in ufficio di produzione e sul set, ovvero fiscale e precisa. Mentre Michele tende a concedere a nostro figlio quei famosi dieci minuti in più, io concedo poco. Ho però dei giorni in cui magari gli faccio fare qualche piccolo strappo alla regola, come ad esempio mangiare una volta sola a settimana hamburger e patatine. Sono una madre molto attenta, soprattutto da un anno circa, da quando ho terminato una lunga tournée”. Da dove prendi tutte queste energie? Qual è il segreto? “Dormire poco, perché se dormi troppo non hai il tempo di fare tante cose. Del resto noi donne siamo piene di energia e Michele afferma sempre che siamo un passo davanti all’uomo per capacità manageriali e di gestione. Anzi, vorrebbe che il prossimo premier fosse donna per risolvere i problemi di questo Paese”. Chi ammiri di più del cinema? “Guarda, non voglio dire personaggi come Meryl Streep, perché la loro bravura è assodata. Vorrei restare in Italia, citando Kim Rossi Stuart, Massimo Ranieri, Mariangela Melato e Margherita Buy. Anzi, alle ultime due attrici così diverse tra loro, farei presentare perfino il prossimo Festival di Sanremo, in modo da risparmiarci la bella visione di statuine che non sanno fare nulla di artistico”.

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LO sAPEVATE CHE di Cristiano De Masi

MERYL STREEP LA NUMERO UNO E' una rubrica che ha lo scopo di farvi conoscere in maniera diversa i personaggi che ogni giorno sono acclamati da folle di ammiratori. Questa volta dedichiamo il nostro spazio ad una delle pi첫 grandi attrici statunitensi di sempre

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@ Foto gentilmente concesse da Kika Press

Lo sapevate che… Mary Louise Streep, nota come Meryl Streep (Summit, 22 giugno 1949), è un'attrice, doppiatrice e produttrice cinematografica statunitense. È l'attrice che detiene il record di candidature al Premio Oscar, ben 17, e 3 vinti: uno come attrice non protagonista per “Kramer contro Kramer” e due come attrice protagonista per “La scelta di Sophie” e “The Iron Lady”. Con 26 nomination e 8 vittorie, è l'attrice che detiene anche il record sia di candidature che di vittorie al Premio Golden Globe. Lo sapevate che… Nasce a Summit, Stati Uniti da padre di origini olandesi e madre di origini svizzere, irlandesi e inglesi. Cresce a Bernardsville, New Jersey. Inizia col desiderio di diventare soprano e a 12 anni prende lezioni di canto. Durante gli anni di studio al Vassar College studia recitazione e poco tempo dopo riceve il Bachelor of Arts in dramma. Nel 1971 si iscrive alla Yale Drama School laureandosi in arte drammatica e debuttando come attrice teatrale. Lo sapevate che… La Streep è stata fidanzata con John Cazale, suo co-protagonista in “Il cacciatore”, fino alla sua morte, sopraggiunta per un cancro alle ossa il 12 marzo 1978. Il 15 settembre 1978 ha sposato lo scultore Don Gummer. Hanno quattro figli: Henry (nato nel 1979), Mamie (nata nel 1983) che recita insieme alla madre in Un amore senza tempo, Grace (nata nel 1986) e Louisa (nata nel 1991). Mamie e Grace Gummer hanno scelto di intraprendere la stessa carriera della madre. Henry è un musicista conosciuto col nome di Henry Wolfe. Lo sapevate che… Dopo essere apparsa in “Mamma Mia!”, è stata resa la Meryl Streep della canzone in Portogallo, dove ha raggiunto la posizione 8 nel mese di ottobre 2008. Al 35° People's Choice Awards, la sua versione di Mamma Mia! ha vinto un premio per "Favorite Song From A Soundtrack". Sempre nel 2008, Meryl Streep è stata nominata al Grammy Award per il lavoro sulla colonna sonora del film. Lo sapevate che… Meryl Streep detiene il record per il maggior numero di nomination al Premio Oscar; infatti, è stata nominata 17 volte, dalla sua prima candidatura nel 1979 per Il cacciatore. In totale ne ha 14 per la migliore attrice protagonista e 3 per la migliore attrice non protagonista. Inoltre è l'interprete più nominata al Premio Golden Globe; 26 sono infatti le nomination, e 8 le sue vittorie. Lo sapevate che… Nel 2009 ha ricevuto un dottorato onorario di Belle Arti alla Princeton University. Nel 2010 è stata eletta alla "American Academy of Arts and Letters", e le è stato assegnato un onorario Doctor of Arts dalla Harvard University. Lo sapevate che… Secondo una stima l'attrice dovrebbe avere guadagnato complessivamente 1,66 miliardi di dollari dai suoi film, con una media di 38,6 milioni di dollari a film. Lo sapevate che… Grazie alla sua eccellente interpretazione del personaggio di Margaret Thatcher nel film “The Iron Lady“, la strepitosa attrice Meryl Streep è riuscita ad accaparrarsi per la terza volta la statuetta della prestigiosa cerimonia! Ebbene si, all’età di 63 anni, la celebre diva ha letteralmente trionfato durante la serata degli Academy Awards, e dal palco della cerimonia tenutasi proprio ieri sera, ha dichiarato: “Mi sono immaginata mezza America dire ora: oh no, ancora una volta lei!”.

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MAPPAMONDO di Vèronique Haentjens

BERLINO UNA CITTÀ SEGNATA DALLA STORIA //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Perché andare a Berlino? Semplicemente per capire una pagina di storia del passato ingombrante. Girando per la città si respira ancora un’atmosfera austera con i suoi monumenti imponenti, spesso sede del potere, dalla valenza storica difficile da dimenticare

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servizio fotografico di Véronique Haentjens

niziare la visita dal Reichstag, un monumento dall’estetica controversa e dall’incontestabile ruolo primario nella storia tedesca. Divenne famoso soprattutto nel marzo del 1933 quando divampò un vasto incendio che fu il pretesto per adottare misure drastiche quali la sospensione di alcuni diritti civili e la pena di morte per certi reati politici. Ristrutturata per anni, il Reichstag conserva la sua facciata neoclassica e fu aggiunta una cupola di vetro ultramoderna sorretta da una colonna di specchi, progettata dall’architetto britannico Norman Foster. E’ proprio la cupola ad attrarre milioni di visitatori che si arrampicano sulla rampa circolare godendo di una vista spettacolare sulla città a 360 gradi. Ora è la sede permanente del parlamento tedesco. Mettersi in fila ed aspettare pazientemente il proprio turno per entrare: ne vale la pena!

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La Porta di Brandeburgo Andando verso la Porta di Brandeburgo e dietro al Reichstag si può notare, sulla strada, una linea di ciottoli lasciati di proposito per ricordare il Tracciato del Muro di Berlino che divise la città per 28 anni. Eretto senza logica nella notte del 13 agosto 1961 per rinchiudere il settore sovietico, tagliò in due palazzi, piazze e fiumi. Sul marciapiede opposto si possono vedere delle croci con i nomi di coloro che furono uccisi nel tentativo di passare ad ovest attraversando il fiume Sprea. L’ultimo perse la vita pochi giorni prima della caduta del muro. Un luogo che potrebbe passare inosservato ma commovente! La Porta di Brandeburgo è densa di significati storici. Da Napoleone che si prese la Quadriga posta sulla sommità della Porta (restituita anni dopo) alle marce delle torce naziste che passavano sotto gli archi… All’epoca della divisione di Berlino, la Porta rimase ad ovest e si poteva dare uno sguardo dalla parte berlinese murata attraverso le sue arcate. Persino Margaret Thatcher, durante una sua visita, versò qualche lacrima dall’emozione. Ora rimane il simbolo della riunificazione lasciando un sentimento di inquietudine per alcuni e di una semplice Porta affacciata sulla vasta piazza pedonale Pariser Platz per altri. Under den Linden: il più grande viale Oltrepassando Pariser Platz si prende la Unter den Linden, il più grande viale di Berlino. Dopo la caduta del muro, il viale si è rianimato e ha ripreso ad essere una delle strade più importante della città. Una lunga passeggiata che offre tantissime soste per visitare il Museo Guggenheim (la succursale del Guggenheim Museum di New York) e il Museo di Storia Tedesca, la Biblioteca di Stato, il Teatro dell’Opera, l’Università, la Bebelplatz e tanti altri luoghi molto interessanti. Il Monumento Equestre a Federico il Grande, posto in mezzo alla Unter den Linden ritrae Federico a ca-

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vallo di un destriero con i suoi generali ritratti intorno alla base. Dopo anni di esilio a Potsdam, la statua ritornò nel luogo originario proprio perché venne riconosciuto lo status di personaggio storico da commemorare, come tante altre figure storiche considerate allora indegne da rievocare. L’Università Humboldt Ha ospitato personaggi famosi sia come docenti, i fratelli Grimm (Jacob e Wilhelm) e Albert Einstein, sia come studenti, Karl Marx e Friedrich Engels. Prende il nome di Wilhelm Humboldt che, nel 1809, fondò una scuola che diventò poi l’università di Berlino. Interessanti le due statue all’ingresso che rappresentano da una parte Wilhelm Humboldt con un libro in mano e dall’altra parte il fratello Alexander seduto su un globo (era noto per le sue esplorazioni in America). Un bel edificio neoclassico che merita una sosta. La Bebelplatz, di fronte all’Università, è tristemente nota per essere il luogo dove sono stati bruciati i libri che contrastavano

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l’ideologia nazista. Oggi, il suo aspetto assomiglia a qualunque altra piazza se non fosse per un recente monumento “ La biblioteca vuota” di Micha Ullmann eretto a ricordo del rogo. Sul lato della piazza, il Teatro dell’Opera costruito da Federico il Grande nel 1742 fu bombardato nel 1941, ricostruito e di nuovo distrutto nel 1945. Ricostruito infine nel 1955, pur non rimanendo nulla dell’originale rimane uno dei più importanti teatri dell’opera con un interno grandioso. Il Checkpoint Charlie Tra la Leipziger Strasse e Friedrichstrasse, è l’emblema della guerra fredda all’epoca della Cortina di Ferro. Un presidio militare alleato istituito come linea di frontiera tra Berlino Est e Berlino Ovest. Ovviamente è stato smantellato nel luglio 1990 dopo la caduta del Muro ed una ricostruzione con tanto di militari, più che altro ad uso e consumo dei turisti, non toglie nulla alla tragicità di ciò che ha rappresentato. Il solo annuncio dal carattere drammatico, “State

lasciando il settore americano”, che rimbombava al momento del passaggio di frontiera doveva essere un’esperienza straziante. Purtroppo, oggi, quei pochi metri quadrati sono diventati il fulcro di un business per turisti dove si vende di tutto e di più, compreso pezzi del Muro che, ben inteso, sono falsi. Di originale rimane solo una torre di guardia che è diventata un monumento storico. Nel Museum Haus am Checkpoint Charlie si può capire meglio la storia del Muro. Fotografie e filmati raccontano i tentativi di fuga, riusciti o falliti, di coloro che cercarono di attraversare il confine e la storia di alcune delle 230 persone uccise dalle guardie. La Topografia del Terrore E’ una mostra all’aperto da vedere assolutamente. Sorge sopra quelle che erano un tempo le celle del quartier generale della Gestapo (la polizia segreta) e delle SS e dove venivano interrogati e torturati i prigionieri. Rende l’idea di cosa fosse l’organizzazione nazista e fu il luogo dove


Himmler pianificò la deportazione degli ebrei europei. La mostra è vicina ad uno dei pochi tratti di Muro rimasti e si capisce il senso d’impotenza e di disperazione nel tentativo di passare ad ovest. La Potsdamer Platz non ha più nulla del dinamismo di un tempo. Con il Muro perse la vivacità e l’allegria che regnava giorno e notte con i suoi negozi, pub e ristorantini. Una piattaforma dava l’opportunità di dare uno sguardo ad est che, probabilmente, lasciava un velo di tristezza negli occhi di chi ci si avventurava. Ora, la grande piazza nel centro di Berlino non è altro che una vasta area commerciale progettata da colossi stranieri: Daimler-Chrysler che chiamò Renzo Piano e Sony. Uno squarcio di modernità in mezzo ad austeri fantasmi del passato. Alexanderplatz è, a prima vista, deludente e triste. Alti palazzi in cemento, residui della Germania dell’Est, troneggiano intorno alla piazza. Le stradine esistenti

prima della guerra sono sparite e l’atmosfera cupa e grigia del piazzale lascia un senso di malessere. Persino la Weltzeituhr (l’orologio del mondo) e luogo di incontro di molti berlinesi rispecchia la rigidità dell’epoca. Se è cosi famosa ci sarà un motivo! Saranno le manifestazioni storiche che avranno dato lustro ad Alexanderplatz e l’ambiente del XIII secolo dove si teneva un importante mercato del bestiame e della lana. Sicuramente la sua nomea non è usurpata, semplicemente bisogna posare un secondo sguardo sulla piazza, più attento. Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche, La (chiesa della rimembranza dell’Imperatore Guglielmo) nella zona del Ku’damm è rimasta distrutta dai bombardamenti. La Torre, rimasta in piedi, è stata lasciata a ricordo della guerra. All’interno,una piccola mostra presenta fotografie della chiesa originale e del quartiere prima e dopo le bombe. A fianco, una Cappella moderna contrasta con la Torre e ospita la “Ma-

donna di Stalingrado” dedicata ai morti di entrambe le parti caduti durante l’assedio di Stalingrado. Un pezzo particolare di Berlino interessante da visitare. Non lontano, i “Grandi Magazzini dell’Ovest” KaDeVe possono essere un’evasione piacevole dopo la visita di Berlino impregnata di malinconia e di tanti perché ai quali non ci sono risposte. Tutti i piani del magazzino assomigliano ai nostri tranne l’ultimo dove è possibile fare uno spuntino nell’angolo francese con ostriche e champagne o cinese con cibi asiatici, ecc., nonché acquistare prodotti alimentari di tutto il mondo. Berlino merita un’attenzione particolare e quindi un soggiorno di almeno una settimana. C’è molto altro da vedere. Una città in continua trasformazione, intenta a riprendersi il ruolo che svolgeva prima della guerra: la capitale dello Stato più potente d’Europa. Un viaggio che non si intraprende a cuor leggero ma che serve per dare un senso, semmai ce ne sia uno, alla storia tedesca del secolo scorso.

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FASHION di Barbara Molinario

TRA MINIMALISMO E FIORI Il bianco è stato il Re delle passerelle di AltaRoma AltaModa per le collezioni primavera-estate 2013

tilisti italiani e internazionali hanno anticipato la stagione calda attraverso capi interamente bianchi. Giada Curti ha scelto il Grand Hotel St Regis per la sua collezione e ha lanciato una provocazione, una modella ha sfilato con un vassoio d’argento contenente una protesi di silicone per il seno. Il messaggio è chiaro: Donne, siete belle così come siete, scegliete un bel vestito che vi valorizza e lasciate perdere il resto. Anche le new entry nel calendario di AltaRoma Luigi Borbone ha scelto il total white per i suoi capi dal mood personalissimo; puro esercizio di stile, ricerca e tecnologia. Belli i bijoux abbinati ai capi di Borbone, accessori firmati Alecci e Di Paola realizzati interamente in plastica riciclata proveniente da bottiglie di acqua e flaconi di detersivo. La iena Lucci ha invaso il back stage della sfilata con il suo solito umorismo irriverente! Lucci ha anche “visitato” la passerella di Fausto Sarli, trattenendo Carlo Alberto Terranova, erede del grande Maestro, con una stretta di mano ferrea per massacrarlo di domande. Anche Rocco Palermo, disegnatore di Fausto Sarli, propone per la primavera tanto bianco. Fiori di loto, calle splendide, tessuti preziosi, colori del deserto costruiscono abiti sontuosi e lussuosi dall’allure fiabesco. Il bianco è stato protagonista anche sotto gli archi del Conser-

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vatorio di Santa Cecilia con Nino Lettieri ed i suoi abiti dalle trasparenze seducenti. La visione romantica delle cose ce la regala Renato Balestra, con una collezione bucolica, piena di fiori dalle tonalità violetto, indaco, lilla, glicine. Sprazzi di glicine anche sulla passerella di Gattinoni che dipinge fiori sulla seta. Raffaella Curiel come sempre si ispira all’arte, e disegna sui tessuti i dipinti magnifici della volta della Sala degli Scrittori nel Salone Sistino. L’Alta Moda internazionale di Jack Guisso è opu-

lenta e piena di tessuti ricamatissimi dai colori polvere, cipria, oro. Tony Ward abbandona le giacche ed i tailleur che lo hanno reso famoso per mini dress ed abiti decolleté di tessuti leggerissimi multistrato dai toni del verde. Fuori da ogni regola la couture di Gianni Molaro, napoletano visionario che ha della moda un’immagine onirica definita “Art Couture” con cui ha raccontato tutte le crisi che fanno parte della vita, dalla Crisi d’Amore alla Crisi di Pianto fino alla Crisi Economica.



FASHION di Fabiola Di Giov Angelo

LE 100 CANDELINE DEL REGGISENO E’ uno dei capi d’abbigliamento più seduttivi, amato sia dagli uomini che dalle donne, quest’anno il reggiseno compie 100 anni. Ripercorriamone la storia dalla prima sua rudimentale idea fino ai nostri giorni

embra che l’invenzione del reggiseno risalga al 1912 e sia da attribuirsi ad una giovane ereditiera americana, Mary Phelps Jacob. 100 anni sono passati da quella straordinaria idea che ebbe la capacità di rivoluzionare il concetto di intimo femminile. Da un punto di vista estetico quel primo “reggipetto”, così veniva chiamato, non era granché, si trattava di una tracolla in grado di separare il seno per mezzo di due fazzoletti e fasce per neonato. Ma a quel modello, che all’inizio stentò a prender piede, ne seguirono altri fino ad arrivare all’indumento sexy, elegante e confortevole che oggi noi tutti conosciamo.

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In un secolo di vita il reggiseno ha conosciuto momenti di fortuna come quello degli anni ’50 in cui very secret regalò a tutte le donne una fisionomia da pin-up, ma anche di scarsa popolarità che sono coincisi con le battaglie per l’emancipazione femminile e sfociati in eventi rivoluzionari come quello del ’68 in cui le femministe bruciarono migliaia di reggiseni in piazza, come segnale di protesta. Ha legato la sua fortuna alla scoperta di tessuti sintetici, come il nylon e il rayon prima e la lycra negli anni cinquanta, che ebbero il pregio di rendere i reggiseni leggeri e belli al tatto oltre che alla portata di tutte le tasche. Ed ha raggiunto la sua piena maturità negli ultimi quaranta anni, con il primo

modello senza cuciture lanciato in Francia negli anni settanta, con la grande invenzione del Wonderbra, che con il sistema push up permise a tutte di sfoggiare curve prosperose, e con il modernissimo reggiseno intelligente che grazie ad alcuni sensori è capace di assecondare il movimento sussultorio del seno. Questo per citare alcune delle tappe fondamentali, mentre il resto della storia è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo assistito ad un susseguirsi di modelli sempre più belli ed eleganti, declinati nei vari colori e tessuti di moda, lanciati da aziende storiche di lingerie, ma anche da marchi low cost, capaci di rispondere ad ogni esigenza, anche la più capricciosa.



FASHION di Costanza Cambriani

CHIC & CHOC Guida ai must have: per questa primavera-estate la tendenza è osare tra eleganza e colore

olore, colore, colore! Il dicktat per la bella stagione è proprio questo. Abbandonati i grigi e i neri dell’inverno, per questa primavera-estate la paletta di colori a nostra disposizione spazia tantissimo. Gli opposti si attraggono e mai come quest’anno i contrasti la fanno da padrone. Colori pastello contrapposti ai fluo più accesi, o rigorosamente abbinati tra loro diventano il must supremo della primavera-estate 2012. Guardando le vetrine non si può fare a meno di notare che tutti, ma proprio tutti, hanno “aderito” a questo imperativo che tanto diverte e mette allegria. Ricompare prepotentemente l’arancione, vestito di una nuova nuance,

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“Tangerine Tango” tinta leader della moda 2012, una sorta di color mandarino vivace. Borse ed accessori nei colori fluo diventano immancabili in qualsiasi guardaroba. Ecco allora Leghilà, marchio italiano che propone divertenti rivisitazioni in neoprene delle più famose “it bag”, e Cambridge Satchel Company, azienda inglese divenuta famosa per aver rielaborato le classiche cartelle, salire alla ribalta con creazioni fluorescenti, pezzi immancabili per tutte le fashion victim. Herve Gujel, che della stravaganza ha fatto una ragione di vita, propone scarpe e borse in plastica colorata, da abbinare in contrasto agli smalti OPI, che per la sua nuova collezione non ha tralasciato nes-

suna nuance di tendenza. In netta contrapposizione ai colori fosforescenti abbiamo i pastello, delicati e dal sapore bon ton, che rivivono quest’anno una gloria passata. J Brand, il marchio di jeans più in voga al momento, propone un’intera collezione alle tonalità dei menta, dei rosa cipria e del giallo paglierino. La stessa Zara, impronta tutta la nuova linea su questi toni. Per chi è sempre al passo con le nuove tendenze ecco gli occhiali marchiati “Glassing”: divertenti e sbarazzini, si rivelano il vero must have della nuova stagione. Spaziano dalle tonalità più calde fino ad arrivare ai rosa shocking e l’originale e divertente effetto pelle li rende unici nel loro genere.





fashion ////////////////////////////////////

di Cristiano De Masi

TATIANA SOROKINA MODELLA PER CASO //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ un’affermata modella internazionale. Vive e lavora a Milano e calca le passerelle più importanti. Ci parla del suo lavoro, della sua famiglia e del problema dell’anoressia

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i chiama Tatiana Sorokina, ha 23 anni ed è nata in Belorussia, a Vitebsk. E’ arrivata in Italia, a Milano, nel 2007, per lavorare nel mondo della moda, per l’agenzia Model Plus; poi per un periodo si è trasferita ed è andata lavorare a Parigi, per poi tornare a Milano successivamente. Ha lavorato per Givenchy, Gianfranco Ferré e molti altri marchi illustri e per molti magazine. Nel 2008 è diventata mamma di uno splendido bambino di nome Daniel, e per l’anno prossimo è in previsione il matrimonio… Una vita niente male per questa giovane e quotata modella internazionale. Tatiana, come sei arrivata alle passerelle? “E’ stato un caso. Accompagnavo un’amica ad un casting. Il cliente, però, dopo avermi vista mi ha chiesto di posare per qualche scatto, fatto con una vecchia Polaroid. Dopo soli tre giorni da quell’incontro mi sono ritrovata sul set per il mio primo shooting”. Il ricordo più bello che hai da modella? “Quando ho visto le foto del primo lavoro. Non riuscivo a credere che potessi essere davvero io quella ragazza. E’ stato pazzesco vedere come il fotografo, la stylist e il make-up artist mi avessero trasformata da una giovane e spensierata ragazzina ad una modella da rivista di moda”. Nel tuo trascorso da modella sono state più le difficoltà o le soddisfazioni? “Entrambe. Di certo però le soddisfazioni si gustano di più se raggiunte con impegno e sforzo”. Qual è lo stilista a cui sei più affezionata e perché? “Qui vado sul sicuro e dico che è Olga Sorokina, mia sorella, ma soprattutto designer della Maison Irfé Paris. Comunque amo tanto Lanve, che ha un mood che rispecchia in pieno il mio modo di essere”.

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Modella di successo, sicuramente una cittadina del mondo. Dove vivi e dove ami passare il tempo? “Vivo e lavoro a Milano, ma appena posso scappo sul lago di Como per rilassarmi e godermi la mia famiglia. Non posso trascurare il lavoro però e per questo motivo faccio spesso la spola con Parigi”. Giovane, bella e molto attiva, oltre alla moda quali sono i tuoi interessi? “Sembrerà banale ma il mio interesse principale è la mia famiglia, e dopo

viene il lavoro. Ho avuto la fortuna di ricominciare subito a lavorare dopo la maternità ed ora cerco di conciliare al meglio le due cose. Poi amo praticare sport e fare diving. Insomma, potrei vivere in fondo al mare!”. Modella, ma anche madre, come concili il tuo lavoro con un figlio? “Mio marito mi aiuta molto e poi ci sono i nonni, che ritengo fondamentali. Mi permettono di lavorare serena e sicura.

So che in ogni momento mio figlio Daniel è in buone mani, soprattutto ora che ha iniziato ad andare all’asilo”. Quali sono le tue ambizioni per il futuro? “Poter continuare a fare il lavoro che amo e poi restare nel settore. Conosco il mondo della moda e adoro tutto ciò che concerne il fashion. E poi vorrei fare un fratellino o una sorellina per il mio Daniel”. Una domanda attuale anche viste le ultime polemiche, tu credi che esista l’anoressia nel tuo mondo? “Purtroppo sì, anche se non è così diffusa come si crede. Negli ultimi anni c’è molta attenzione verso questo problema e tutti gli addetti ai lavori, con in testa gli stilisti stessi, stanno cercando di combatterlo realizzando delle collezioni diciamo più ‘comode’, non vincolandosi alla taglia 36 com’era sino a qualche anno fa. La cosa importante secondo me è non smettere di parlarne, e se qualcuno ha il sospetto che una parente o un’amica possa avere questo problema si rivolga subito ad un medico, senza paura. Il fai da te non aiuta mai!”. Credi che le aziende debbano imporre la taglia 40 come minimo di partenza per le modelle? “Molti già lo fanno, 40 e 42 sono le taglie più diffuse nei campionari. Io sono una 40 e vesto tranquillamente tutte le collezioni”. Cosa pensi dell’Italia? “Amo l’Italia per la gente calda e simpatica che ci vive. Ormai la considero la mia ‘prima’ casa. Ma amo l’Italia soprattutto perché come qui con pochi minuti di viaggio si possa veder cambiare totalmente il panorama. Penso anche solo al tratto da Milano a Como, che mi capita di fare spesso. In soli 30 minuti sembra di essere in un altro mondo. E poi, non parliamo della cucina: semplicemente deliziosa!”.

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FASHION di Adriana Soares

AVERE UNA BUONA VOCE Con l'importanza sempre crescente della comunicazione nella nostra società, riuscire ad esprimersi in modo corretto, dominare i propri mezzi vocali, diventa determinante per ogni professione

a voce è il mezzo del primo avvicinarsi al prossimo, lo strumento di ogni tentativo di comunicare qualcosa, la più efficace forma di trasmissione di un messaggio. E' per questo che la cura e l'uso corretto della voce sono fondamentali per meglio identificarci agli altri, per far capire il nostro ruolo, per interpretarlo in maniera credibile e convincente. Importante è determinare le finalità per le quali si intraprende la strada dello studio vocale, poiché è evidente che un insegnante od un avvocato, avranno esigenze ed obbiettivi assai diversi rispetto ad un attore o ad un cantante e diversi saranno i loro modi di pensare e di apprendere. Scopo del laboratorio è quello di insegnare a parlare bene, a respirare bene e a pronunciare bene frasi e parole, dando gli strumenti necessari ad eliminare quelli che sono considerati i difetti vocali più pericolosi e sedimentati, come la cantilena e la cadenza regionale. Il tutto nella speranza che il parlar bene, operazione complessa, che implica abilità cognitive, muscolari, musicali e di intonazione, accentuative, ritmiche e respiratorie, possa diventare un obiettivo perseguibile e concretamente praticabile. La seconda tappa del laboratorio stimola i

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partecipanti ad attingere alle energie emotive, a vincere timidezze e paure, a diventare padroni delle proprie emozioni, trovando maggior disinvoltura e intensità nel leggere in pubblico, diventando maggiormente consapevoli di ciò che, non solo la parola comunica, ma anche dell’importanza della gestualità che l’accompagna. LE FINALITÀ Le finalità sono: acquisire fiducia nelle proprie capacita e conquistare abilita sociali;

migliorare le proprie capacita di comunicazione; sapersi inserire in un diverso contesto in modo positivo e attivo; migliorare le proprie capacita di relazione e di autocontrollo; conoscere l’importanza di esprimersi, di comunicare chiaramente, utilizzando il movimento e la voce con sicurezza; conoscere e controllare meglio le proprie emozioni; prendere coscienza dei proprio corpo e accettarlo; acquisire fiducia in se stessi e nella proprie possibilità e qualità; passare dell’esperienza corporea alla rappresentazione. IL CORSO Adriana Soares Studios- Scuola di Portamento Materie: Portamento, Linguaggio del Corpo, Image consulting, Galateo, Dizione e Recitazione, Teorie e Tecniche del Linguaggio Radio Televisivo, Trucco, Tecnica di Sfilata, Posa Fotografica, Seminari sul miglioramento dell'Autostima, Seminario sulla Storia del Costume e della Moda. Valutazione di un medico Posturale e di un Dietologo. Saggio di fine anno. Info: Centro Flaminia Sette Via Tuscania, 12 (Corso Francia, Fleming, Roma) - www.adrianasoares.com Cell. 342.1664199

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ART&fashion /////////////////////////////////////////////////////

AN IMPERFECT MURDER 46 GP MAGAZINE


l monito di hitchcockiana memoria ci ricorda che non esiste il delitto perfetto, soprattutto se si è in possesso di armi giocattolo. Non è detto poi che si voglia nascondere l’intento criminoso. Anche qui l’intera sequenza si svolge in una casa: c’è una donna che medita vendetta e molte suggestioni cinematografiche. Prima fra tutte l’idea della femme fatale, il senso di pericolo che accompagna un erotismo lussurioso e prepotente. Una novella Anna Mouglalis di “Romanzo Criminale” ,con uno spiccato gusto retrò per la moda francese anni ’60 e ’70, ricerca la mise più adatta per raggiungere il suo scopo, rievocando scene dei film di De Palma come “Vestito per uccidere” e “Omicidio a luci rosse”, che pure sono omaggi al Maestro del brivido. Si compiace di vedersi così avvenente e si vuole fotografare, ma poi ironizza sull’immagine di vamp sciogliendosi il trucco in un pianto posticcio. In fondo fra tutte le icone di femminilità preferisce la sconfinata eleganza di Grace Kelly, l’antidoto sicuro all’eccesso e al cattivo gusto. Alla fine il vero delitto si consuma ai danni dello stereotipo stesso della donna fatale, frutto di una visione sessista dell’eros al femminile. Se qualche vitellone nazionale ne risulterà infastidito, può provare a vendicarsi con una collana di caramelle: lei saprà restituire pan per focaccia. (Giovanni Merone)

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Photo: Antonio Guzzardo Assistente di produzione: Lucio Duca Model: Teresa Paola Battaglia Stylist: Maela Leporati Make-up/hair: Valentina Pintus Roma 2011 Thanks to: Luisa Quattrini, Marco Di Nardo, Valeria Gaetano, Michela Di Stefano

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eROS di Fabiola Di Giov Angelo

UOMINI E DONNE QUESTIONE DI AUTOSTIMA Una ricerca americana ci racconta la tendenza dell’uomo a sovrastimare il proprio fascino. Questo fraintendimento, pur non deponendo a favore dell’intelligenza maschile, avrebbe risvolti evoluzionistici positivi determinando il successo riproduttivo dell’uomo

no studio del Williams College di Williamstown in Massachusetts condotto dalla psicologa Carin Perilloux ha affrontato per la prima volta il problema dell’interpretazione dei segnali erotico-amorosi tra i sessi. Lo studio, condotto su 96 uomini e 103 donne, ha coinvolto alcuni studenti e li ha fatti incontrare per brevi chiacchierate di tre o cinque minuti con un volontario del sesso opposto. Poi è stato chiesto loro di dare un voto alla propria capacità di attrarre, di valutare l'interesse sessuale provato nei confronti del partecipante con cui avevano appena parlato e di esprimere un giudizio sull'interesse che credevano di aver suscitato. Dai risultati è emerso che si creano migliaia di fraintendimenti e che tali equivoci non sempre sarebbero nocivi. Infatti, la forte autostima di cui gli uomini sono dotati li porterebbe a sopravvalutare le proprie capacità, inducendoli ad essere più forti e combattivi, più audaci, e permettendo loro di lanciarsi in imprese amorose impegnative. Al contrario le donne di fronte ad un rifiuto da parte dell’altro sesso interpreterebbero questo come un segnale negativo da imputare ad un proprio errore. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco

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Rossi, psicologo e psicoterapeuta. “L’uomo – risponde il dottor Rossi – si pone rispetto alla donna essenzialmente con due macro-modalità: con la classica ansia da prestazione e con un’ipertonica sicurezza di sé. Fortunatamente l’ansia da prestazione riguarda pochi uomini, mentre è superiore il numero di uomini che ostenta un’ipertonica sicurezza di sé. Con questo termine si intende l’illusione che l’uomo si crea per apparire sicuro anche quando non è così e che sfodera quando è di fronte al suo nemico-amico: la donna. Quest’ultima al contrario – spiega Marco

Rossi – è insicura soprattutto per quel che riguarda il suo aspetto fisico, e teme che il giudizio che le viene dal partner possa essere così impietoso e accurato come quello che lei stessa è abituata a dare a sé e alle altre donne. Mentre l’uomo – conclude il dottor Rossi - pur dando una valutazione estetica alla donna che ha di fronte, sorvola su dettagli e piccoli difetti, soprattutto quando è innamorato”. Scarica gratuitamente su www.medicinasessuale.it le applicazioni “Impotenza, istruzioni per l’uso” e “Eiaculazione precoce, istruzioni per l’uso”



HeALTH & WELLnEss ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

ESTETICI CORRETTIVI E PER TUTTI /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// I trattamenti di trucco semipermanente e correttivo di Maura Celanetti sono rivolti a donne e uomini che vogliono sistemare le loro imperfezioni estetiche correggendone i difetti

tare bene con se stessi spesso dipende anche da un volto gradevole e piacevole, che si può ottenere soprattutto grazie ad alcuni semplici ma efficaci trattamenti di trucco semipermanente e correttivo. Maura Celanetti è specializzata in questo, oltre ad essere una professionista abilitata in tatuaggi, piercing e tatuaggi semipermanenti. Ciò nasce dalla sua passione per il “bello” come donna e come esteta. Maura, a chi sono rivolti i tuoi trattamenti? “Alle donne e agli uomini che vogliono sistemare le loro eventuali imperfezioni estetiche correggendone i difetti”. Nello specifico, cosa chiedono le persone che si rivolgono a te? “Le donne chiedono soprattutto di intervenire sulle sopraciglia, gli occhi e le labbra; gli uomini, sulla calvizie, l’alopecia e la vi-

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tiligine. Entrambi i sessi desiderano coprire gli inestetismi e le cicatrici. La configurazione delle sopracciglia e delle labbra possono cambiare in modo evidente il volto di una persona, in modo positivo se accuratamente studiati e progettati, prima di effettuarne le applicazioni, adatte per tutte le età. Fino a poco tempo fa andavano di moda sopracciglia ad ‘ali di gabbiano’, oggi vengono studiate in rapporto alla propria fisicità, affidandosi ad una consulenza specializzata”. Ci sono controindicazioni? “Tutte le applicazioni non hanno controindicazioni perché sono tecnologicamente testate in laboratorio e ‘non invasive’. Un tatuaggio semipermanente può rimanere dagli 8 ai 12 mesi e dipende da molteplici fattori come ad esempio, l’età, il tipo di pelle, la tecnica usata nell’esposizione al sole e alla lampada abbronzante, il po-

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tere di ‘fagocitosi’ dell’individuo, in ogni caso, dopo 40 giorni dal trattamento è prevista una seconda seduta ‘di rinforzo’. E’ consigliabile, anzi è fondamentale, per tutti i trattamenti, affidarsi a personale specializzato e autorizzato, per evitare delle problematiche che possono trasformarsi in vere e proprie malattie con ripercussioni estetiche e sulla sfera psicologica della persona”.

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HOMe & DEsiGn di Fabiola Di Giov Angelo

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LA PRIMAVERA È DI CASA Nel nome dell’eco-originalità i motivi floreali in primavera riempiono le nostre case, arredando e vivacizzando l’ambiente

nche l’arredamento della casa ama seguire l’avvicendarsi delle stagioni e non c’è primavera se non ci sono fiori e motivi floreali. Per cui spuntano in ogni angolo della casa oggetti, stampe e complementi d’arredo che prendendo ispirazione dai colori dei fiori e del prato e, utilizzando sempre più spesso materiali organici, eco-compatibili e riciclati ci regalano

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Twils pouf www.twils.it

la percezione dell’aria fresca della primavera. Romantiche, esotiche, astratte o stilizzate le fantasie floreali danno la sensazione di sfidare il freddo invernale e ci accompagnano verso la nuova stagione primaverile, più mite e calda, con tappeti e cuscini dai decori floreali, vasi e ceramiche in fresche tinte primaverili e oggetti originali ecofriendly sparsi armonicamente in giro per la casa.


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Arredano con eleganza, regalano luce e profondità alla stanza, coniugano bellezza e funzionalità

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Cornici L’oggetto di vanità per eccellenza interpreta perfettamente la sua funzione nelle stanze da bagno, arricchendo con eleganza e rappresentando con gusto decorativo l’arredo più chic. www.artceram.it

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CITY /////////////////////////////

TIRO A SEGNO: TRA PASSIONE E MEDAGLIE Per il Tiro a segno di Tivoli il 2011 è stato un anno pieno di soddisfazioni e di grandi risultati sportivi. Innanzitutto per i risultati raggiunti durante i Campionati Italiani dove sono state conquistate una medaglia d’oro nella carabina a m.10 Donne B, una medaglia di bronzo nella carabina a squadre a m.10 Donne e una di bronzo nella pistola a m.10 Juniores Donne B. Inoltre per il Campionato Regionale che si è rivelato un ottimo campo di gara nel quale sono stati conquistati ben otto ori e tre bronzi. Un anno importante che si è concluso con la qualificazione della squadra di pistola a m.10 alla finale della

Team Cup 2011/2012, gara che si disputerà a Brescia, nel mese di aprile, all’interno della fiera EXA. Ma i successi sportivi non sono tardati ad arrivare anche quest’anno, infatti il Tiro a segno ha ottenuto l’ammissione ai Campionati Italiani e ha iniziato a prepararsi per i Campionati Regionali, gare sportive prestigiose per le quali spera di portare a casa ottimi risultati e importanti medaglie. Per il rilascio dei certificati maneggio armi, attestazione di frequenza dei corsi di tiro, allenamenti soci volontari, gli orari sono: Lunedì 17.30-20.00 Martedì 9.00-11.30 e 17.30-20.00

Mercoledì 9.00-11.30 e 17.3020.00 Giovedì 9.00-11.30 Venerdì 17.30-20.00 Sabato 9.00-13.00 Tel. 0774.313918 Fax. 0774.313553 www.tsntivoli.it info@tsntivoli.it

GRAZIA DELEDDA: SARDEGNA IN TAVOLA Rinnovarsi ma mantenere sempre elevati i suoi punti di forza. E’ un anno ormai che il noto ristorante di via di Sacco Pastore (nel quartiere Nomentano a Roma) ha cambiato veste e si presenta totalmente rinnovato e ancora più accogliente. Una scelta che sta dando grandi soddisfazioni ai due soci Paolo Porcu e Andrea Sanna. “Avevamo l’esigenza di ampliare gli spazi, compresa la cucina – afferma Paolo – e da qui è nata l’idea di rinnovare il locale. Siamo molto soddisfatti del risultato ed ora i nostri clienti hanno come la sensazione di mangiare dentro la ‘pancia’ di un galeone”. In effetti l’impatto che si ha entrando

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dentro Grazia Deledda è proprio questo. Dopo 14 anni era giusto cambiare look. E in tutto questo rimangono inalterate le caratteristiche vincenti del ristorante. Dal pesce fresco appena pescato all’infinita cordialità dei proprietari e del personale, passando per una cucina semplice e mediterranea, che fa sì che dal 1997 Grazia Deledda è uno dei più apprezzati ristoranti esistenti. Il locale è aperto tutti i giorni, a pranzo e a cena, ad eccezione della seconda metà di agosto e delle festività natalizie. Il punto di forza è il pesce fresco ma c’è anche un’ottima cucina alternativa: dal prosciutto alla bresaola, dalle salsicce

sarde alla carne, dai ravioli sardi agli gnocchetti sardi, senza trascurare l’eccellente maialino sardo. E su richiesta lo chef è pronto a preparare le tipiche cene sarde. Via di Sacco Pastore, 14-16-18 – ROMA Tel. 06.8604333 www.graziadeledda.com


TENUTA I FAURI: PRIMA DI TUTTO UNA FAMIGLIA

Una storia italiana di altri tempi, in cui la passione per la famiglia e per la natura, in particolare per la viticoltura rappresentano un esempio e un modello di positività. Tutto nasce tanti anni fa in Abruzzo, a Chieti, da un ricco e benestante proprietario terriero che affida “al mezzadro” il compito di lavorare la terra e di ricavarne i “frutti”. E’ il bisnonno di Valentina , ragazza dagli occhi colmi di energia, passione e determinazione già profusa nei suoi studi universitari nell’ottenimento della laurea in Chimica Farmaceutica, e così vicina alle radici familiari e della propria terra, tanto da rifiutare un lavoro e il trasferimento a L’Aquila. Oltre al coltivare la sua passione per il pianoforte con tanto di studi al conservatorio di Pescara, Valentina per sfatare il tabù del nepotismo e della mentalità esistente in alcune zone d’Italia, secondo la quale “la donna non è compatibile con l’enologia e il lavoro nella cantina”, decide di riprendere gli studi in enologia e viticoltura e in tre anni ottiene la laurea. La sua “vocazione naturale” prosegue verso quella che è la “Tenuta i

Fauri”, un’azienda agrituristica, incoraggiata dal nonno ma in particolare dal papà Domenico che ha l’intuizione di trasformarla nella produzione esclusiva di vini quelli realizzati in Abruzzo quasi del tutto autoctona. Come dice Valentina: “I nostri vini rappresentano quello che realmente siamo, il risultato dell’amore costante per la famiglia, per la terra, per la sincerità e onestà per quello che facciamo.

Produciamo circa 150.000 bottiglie l’anno, distribuite in enoteche e negozi specializzati, nell’alta ristorazione nel nord e centro Italia e all’estero, oltre che in Europa, negli Stati Uniti, Giappone e Cina. Nelle nostre bottiglie vogliamo dare e garantire al consumatore al 100% la purezza ‘senza codice a barre’ del nostro essere naturalmente viticoltori”. “Dopo una riuscitissima rievocazione storica della vendemmia nel 2011 – prosegue Valentina Di Camillo - con l’ausilio delle attrezzature e le tecniche dalla storia ai giorni nostri, per il prossimo futuro oltre ad una sempre maggiore e accurata strategia di marketing, vogliamo ampliare la nostra offerta attraverso la ristrutturazione di un grande casolare, per una maggiore accoglienza agrituristica dei clienti e per ospitare visite guidate anche di bambini e studenti, in particolare nel periodo della vendemmia, dalla raccolta delle uve alla vinificazione”. Tenuta I Fauri Via Grotte, 65 – Chieti Info. 0871.332627 www.tenutaifauri.it

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FOOD di Claudio Testi

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BUON COMPLEANNO CON ARTE & GUSTO /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Tutto nasce dalla determinazione di Loredana Paolesse, nobildonna di origini reatine che ha girato il mondo, dalla California a Beirut, facendo conoscenza di tante persone e personaggi come lo scià di Persia

bbiamo letto nei suoi occhi e nel suo cuore la passione che serba per l’arte come pittrice e per la cucina, quest’ultima come ci racconta, “trasmessa” dai ricordi e dai profumi dei “manicaretti” che il papà e il nonno amavano preparare per i loro amici, e delle specialità di chiara origine romanesca come i “rigatoni con la pajata”. Dai ricordi, dai profumi di quei manicaretti e dal piacevolissimo contrasto

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fra la nobiltà e i sapori forti caratteristici romani, la Paolesse ha l’idea di aprire un ristorante a l’Aquila, frenata dal terremoto. Arriva così a Fontenuova nella splendida terra della sabina, dove nel febbraio 2011 dà alla luce il ristorante Arte & Gusto. Da qui cresce la sua voglia di proporre una cucina italiana semplice ma raffinata, con ingredienti ricercati di alta qualità, dal pane ai grissini, dalla pasta, come il raviolo ripieno, alla

coda alla vaccinara, la tagliatella fatta in casa con gamberi rossi, guanciale di Amatrice, zucchine e pachino, ai dolci fatti in casa come il tirami su Arte & Gusto, i salumi e i formaggi dell’Abruzzo e naturalmente i prelibati menù con piatti a base di carne come l’eccellente “chianina” e pesce selezionato, ideati dallo chef e innaffiati da eccellenti vini di “una cantina” della migliore tradizione vitivinicola italiana, dal Trentino alla Sicilia e chiaramente quella del Lazio come la “Tenuta tre Cancelli” di Cerveteri. L’ospitalità di Loredana Paolesse riesce a mettere i graditi ospiti a proprio agio come nel “salotto di casa” in modo familiare, amichevole, culturale, artistico e divertente, con un trattamento fatto di grande cortesia, garbo, semplicità, simpatia, questo grazie anche all’organizzazione di numerose ed interessanti degustazioni, mostre ed eventi mirati, allietati anche da momenti di sana comicità e musica live, che sanno incarnare “l’arte al gusto” e che spesso vengono “riportati” dagli organi di informazione nazionali e regionali come i servizi del TGR della Rai.



arTE di Albamaria Moro

MAURO STAMPATORI TECNICA E GENIALITÁ ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ uno degli artisti romani più originali. Le sue opere sono apprezzate attraverso una serie di mostre che negli anni ha tenuto nella Capitale e in Toscana. Famosi sono i tetti di Roma, esaltati dalla luce e dai colori

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a tecnica pittorica di Mauro Stampatori, nell'attento dosaggio del colore, è generosa, nella corposità delle tinte, spatolate, rullate, pennellate con robustezza, quasi a voler stratificare i fondi sulle tele, per accogliere successivamente, i temi dei dipinti. Difficile intravedere un disegno di base, soggetto precedentemente pensato, per divenire poi, forma geometrica. Stampatori parte unicamente dal colore, come fondo sulla tela, senza alcun disegno, diventando esso stesso, successivamente, forme e figure. Stratificando le tinte forti, spesso contrastanti, ogni pennellata diventa soggetto individuale, quasi a volersi "disegnare" da solo, come avesse già una propria identità precedentemente ignorata dall'artista, che via via, fuoriesce sulla tela. E man mano, si delinea l'opera, che magicamente, si concretizza con la materia. A guardar bene, questa ricerca della tecnica pittorica, in Mauro Stampatori, è visibile nel fondo delle sue opere. Strati di colore, che richiamano alla memoria, affreschi sovrapposti, come se il tempo, rivelasse pennellate segrete, apposte in fasi successive sulle tele. Opere che a volte, appaiono screpolate, graffiate, come bagnate dalla pioggia, sprigionando l'anima del colore, in tutta la sua irruenza, come a voler prepotentemente, uscire dagli strati delle tinte, amalgamate sulla tela. Ciò nonostante, nulla risulta disordinatamente sovrapposto, ma evidenzia una spontanea prospettiva, che lascia intravedere delicatamente, tutto il retroscena dell'opera, fino al fondo, ove traspare talora, la bianca trama della tela. La forza, la potenza della pittura di Stampatori, sono percepibili anche da un "occhio" meno attento ed avvezzo alla sua pittura, in quanto trasmette spontaneamente, vivacità, emozioni, benessere interiore e forti stimoli emotivi, come riflessi di luce, che dalla tela, risvegliano la quiete della coscienza. Ogni colore, dal pennello di Mauro Stampatori, diventa protagonista della sua scena, come un prodotto generosamente offerto da "Madre Natura": il giallo del sole, il rosso del fuoco, l'azzurro del cielo, il blu degli oceani, il verde dei prati, il muschio dei boschi, il nero dell'ignoto... e l'oro, fonte di ricchezza per l'anima.

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I TETTI DI ROMA I "tetti" è il soggetto tra i preferiti dall'artista, in cui è possibile intravedere la "città ideale", nella sua storicità, modernità e realismo. Visibili le facciate, l'orizzonte, il sovrapporsi di strutture, con ideali finestre aperte su un panorama retrostante, in cui ciascuno, può intravedere il proprio inconscio, quasi a scrutarvi dentro, con una propria fantasia e chiave di lettura. Il colore, interprete principale sulla tela, delinea forme e movimenti, dando vita a vivaci scene ideali, di piazze, vicoli, scandite da intensi cromatismi, che ne delineano tutta la visibilità, nonostante non siano, immediatamente percepibili e figurativi. Ciascuno può intravedere un panorama multiforme, sui "tetti" di Mauro Stampatori, con tutta la storicità e la personalità che trasmettono, stimolando l'immaginario dell'interpretazione personale, che diventa realtà, visibile e percepibile, con intense emozioni, generate dalla sensibilità artistica di Mauro Stampatori. www.mauro-stampatori.com

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arTE di Fabiola Di Giov Angelo

Robert Kondo and Randy Berrett. Ego, Ratatouille 2007. Digital Painting.

opo il MOMA a New York e un tour internazionale, dall’Australia all’Estremo Oriente, è arrivata finalmente in Europa, prima tappa Milano, la mostra “PIXAR, 25 anni di animazione”. Un percorso espositivo che parte dal primo lungometraggio dedicato a Luxo Jr. nel 1986 e prosegue con i grandi capolavori come Monster & Co, Toy Story (1, 2 e 3), Ratatouille, WALL·E, Up, Cars 2, per concludersi con un’anticipazione di Brave, in uscita nel 2012. Noi abbiamo parlato con la curatrice della mostra Maria Grazia Mattei, critica d’arte ed esperta di cultura digitale. Si è da poco conclusa a Milano la mostra “PIXAR 25 anni di animazione”, che tipo di lavoro ha dovuto fare? “Il mio è stato un lavoro di raccordo con la Pixar, di visione dei materiali e scelta dei contenuti, soprattutto per trovare il modo di organizzare il percorso e trasmettere il messaggio della mostra al pubblico italiano ancora poco avvezzo ai temi dell’arte e della cultura digitale.

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MARIA GRAZIA MATTEI IL “DIETRO LE QUINTE” DELLA PIXAR Nel mio lavoro curatoriale ho cercato, insieme all’architetto Fabio Fornasari, soluzioni per ‘localizzare’ i contenuti e i materiali, perché lo stile deve cambiare rispetto al pubblico e al paese che accoglie la mostra e, con esso, anche le modalità comunicative”. Come è nata l’idea della mostra? “L’idea è nata nel 2009 a Venezia quando ho incontrato John Lasseter per il suo Leone d’Oro alla carriera. Mi pro-

pose di portare a Milano la mostra e l’idea mi sembrò calzasse a pennello con il momento storico che stiamo vivendo. Siamo nella fase della costruzione di senso, in cui bisogna uscire dalle traiettorie solo tecnologiche e vedere la tecnologia con un approccio culturale”. Che tipo di opere sono state presentate? “La mostra presenta il ‘dietro le quinte’ della produzione dei film Pixar e permette di capire come dietro l’elaborazione sintetica c’è una conoscenza dell’arte, un expertise creativo e manuale. Il percorso vive ed è arricchito di immagini, disegni, sculture, colorscript che raccontano i processi ‘nascosti’ di realizzazione di un’opera frutto dell’ingegno e della mano collettiva di un team”. Che cosa l’ha colpita del mondo Pixar? “Innanzitutto la loro forte attitudine all’innovazione presente dalla fase di elaborazione delle idee a quella del processo produttivo e poi l’ispirazione e il richiamo costante al mondo dell’arte clas-


Una mostra realizzata in collaborazione con The Walt Disney Company Italia, presenta al grande pubblico la fase creativa nascosta dei maestri dell’animazione mondiale e il ruolo essenziale che l’arte e il design tradizionale rivestono nei prodotti Pixar che, seppur tecnologicamente complessi, hanno sempre inizio con il semplice gesto di un tratto di matita su un foglio di carta

Bob Pauley, Woody and Buzz. Toy Story, 1995. Reproduction of marker and pencil.

sica e rinascimentale”. Come è stato fare la conoscenza di John Lasseter, il Direttore creativo di Pixar e Walt Disney? “Ho conosciuto John negli anni ’80, è stato sicuramente uno degli incontri più affascinanti fatti durante i miei viaggi oltre Europa. La prima volta che vidi il suo cortometraggio Luxo Jr. nel 1986, capii che era un genio e gli dissi che sarebbe diventato un maestro nel cinema d’animazione. In effetti, così è stato! Da lì è nata poi una bella amicizia che portiamo avanti tuttora e che ha visto nella sinergia creata per la mostra Pixar il suo più alto compimento”. Da alcuni anni dirige il progetto ‘Meet The Media Guru’. Ce ne vuole parlare? “Meet the Media Guru è nato a Milano 7 anni fa con l’obiettivo di rompere il discorso autoreferenziale della cultura digitale ed aprire la conoscenza ad un pubblico più vasto di non addetti ai lavori. Non è solo un programma di incontri sulla diffusione della cultura digitale, ma un format immersivo che vuole creare

Pete Docter, Sullivan and Mike. Monster, inc, 2001. Reproduction of marker.

un legame e una continuità tra mondo reale e virtuale: lo fa mettendo in scena questa continuità, in modo teatrale e attivando in ogni evento tutti i canali di comunicazione intorno alla presenza di un personaggio propulsore di idee”. Come si è trasformata l’arte confrontandosi con la rete? “La rete va concepita come una piattaforma aperta che mette in circolazione opere, idee e contenuti. Questo da una parte favorisce l’emergere dei talenti, dall’altra comunica al mondo dell’arte, che da sempre ha le sue regole e i suoi confini ben delineati, di rivedere il suo modello, anche rispetto al mercato”. E come è cambiata la figura dell’artista? “L’artista contemporaneo si deve misurare oggi con nuovi parametri, l’interazione, la partecipazione, la dematerializzazione delle opere. L’artista è diventato sempre più ‘sociale’, quindi è come dire che l’arte grazie alla rete torna ad una delle sue funzioni principali, quella sociale, di comunicare con un pubblico il più ampio possibile”.

Queste trasformazioni hanno prodotto cambiamenti sociali e culturali? “Certo. Non c’è mai stata un’epoca precedente che avesse a disposizione uno strumento così potente e pervasivo come la rete, da mettere in connessione l’intero mondo. Oggi le figure professionali si ridefiniscono così come il ruolo stesso dell’arte e la cultura attuale si sta formando e definendo sulla base di questi processi in atto”. E quindi? “Possiamo dire che è finita la società di massa e siamo dentro processi di comunicazione individuali e collettivi, mediatici e mediati. Questa è certamente una svolta. Il processo è ancora in transizione, ma è importante capire e sintonizzarsi con tutti questi cambiamenti, non dimenticando però le proprie radici. Da più versanti scientifici si studiano queste trasformazioni che sono sociali, antropologiche e culturali, oltre che comunicative. Non è più il tempo del broadcast ma quello della comunicazione policentrica e interattiva”.

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LIBrI DEL MESE

QUELLO CHE NON TI ASPETTI di Claudia Simonetti – Ed. Libellula E’ un romanzo piacevole, vivace, avvincente, così nella trama come nella scrittura. Giorgia Nardi, trentenne giornalista free-lance, è protagonista di una storia, di una vita che accomuna molte donne del nostro tempo e della sua generazione. E’ protagonista di una o più storie d’amicizia, dove non mancano le incomprensioni, i distacchi e la forza e la voglia di perdonarsi e riappacificarsi. E’ protagonista di una vita lavorativa intensa, alla ricerca dell’affermazione e del successo con impegno, determinazione, con l’onestà che vince contro chi usa tutti i mezzi per centrare l’obiettivo…

A VOLTE RITORNANNO

LA FAMIGLIA VUOTA

EREMITI

di John Niven – Ed. Einaudi Dio è appena tornato nel suo ufficio in Paradiso dopo una settimana di vacanza, che corrisponde a 500 anni terrestri. E’ di buon umore. Ma San Pietro e gli altri sanno che durerà poco, basterà aggiornarlo sugli ultimi avvenimenti della Terra. Quando Dio era partito, aveva lasciato la sua creazione in pieno Rinascimento, in un’epoca in cui il fermento culturale e artistico stava emergendo e in cui l’uomo, dopo il buio del Medioevo, stava finalmente evolvendo. Ma al suo ritorno trova un pianeta devastato dalle discriminazioni, dagli odi, dagli stermini. “Cosa cazzo sta succedendo sulla Terra?”, chiede durante la riunione organizzata in tutta fretta con i suoi collaboratori.

di Colm Toibin – Ed. Bompiani Un’antologia di racconti a più sfaccettature, ma il nodo centrale o forse uno dei tanti sembra essere il significato che ognuno riesce a dare alla propria vita. Un’antologia composita di uomini e donne che vivono à rebours, i ricordi del passato assalgono in momenti imprevisti le loro menti ed è un ritornare indietro nel tempo e rivivere rimpianti, dolori, delusioni, pensieri, sentimenti, stati d’animo intensi ed intimi quasi implosi dentro. Il passato non è finito, concluso, ma ritorna come qualcosa che è stato e doveva essere quasi una prefigurazione della vita presente.

di Espedita Fisher – Ed. Castelvecchi “Eremiti” è un saggio sullo spirito, serissimo, che si legge come un romanzo di formazione, intessuto com’è di vita autentica, ascese e cadute, sacri furori, ripensamenti e “rivelazioni”. Un viaggio fuori dalle rotte convenzionali della fede, con una giornalista che a tratti sembra uscita dalle pagine del diario di Bridget Jones e diversi coprotagonisti da quelle di “Vite dei santi”. Un libro a cui credere o non credere. E sta al lettore la scelta di identificarsi con le tante ontologie estreme qui raccolte oppure interpretarle come sintomi di delirio a sfondo mistico.

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FILM DEL MESE

THE CABIN IN THE WOODS E’ in arrivo nelle sale italiane, distribuito da M2 Picture, l’atteso horror mozzafiato di Drew Goddard

pera prima di Drew Goddard (già produttore e sceneggiatore di “Cloverfield” e delle serie tv “Alias e Lost”), scritto a quattro mani con Joss Whedon (padre di “Buffy l’ammazzavampiri” e “Angel”, regista di “The Avengers”) che ne è anche produttore, l’attesissimo, allucinante horror “The Cabin in the Woods” uscirà nelle sale italiane il 13 aprile in contempora-

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nea con gli USA, distribuito da M2 Pictures. Nel cast Chris Hemsworth (“Thor”), Jesse Williams (star di “Gray’s Anatomy”), Richard Jenkins, Bradley Whitford, Kristen Connolly e in un cameo anche Sigourney Weaver. Un gruppo di amici, in vacanza in un cottage isolato fra i boschi, deve improvvisamente affrontare una minaccia di origine sconosciuta.

Una pellicola che, dichiara Goddard: “metterà la parola fine a tutti gli altri horror sulle case stregate”. Diretto da: Drew Goddard Scritto da: Drew Goddard e Joss Whedon Con: Richard Jenkins, Bradley Whitford, Fran Kranz, Chris Hemsworth, Kristen Connolly, Anna Hutchinson, Jesse Williams Uscita nelle sale: 13 aprile

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CINEMA di Silvia Giansanti

ENRICO SILVESTRIN ”VI PRESENTO CLAUDIO” /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Il noto conduttore e attore è protagonista al cinema con “Good as you”, la prima gay comedy tutta italiana. “E’ un film che merita di essere visto, ho accettato con entusiasmo perché mi piaceva la sceneggiatura”, dice Enrico

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ood as you” è la Come vedi l’esternazione dell’omosessuaprima commedia lità attraverso le grandi manifestazioni? gay che fa impaz- “Credo che siano una specie di risposte zire anche gli etero. Liberamente tratto ad un tentativo di non legittimazione di dall’omonima commedia teatrale, il film di una sessualità diversa, quindi è una rivenMariano Lamberti vede un ricco cast di at- dicazione. Sarebbe meglio vivere in un tori e racconta con semplicità ed ironia gli mondo più equilibrato nei confronti delle intrecci e le storie di otto amici tutti rigoro- diversità, ammesso che si possano definire samente gay alle prese con amori, impre- tali”. visti, sorprese, gioie e dolori, nevrosi Perché è definita “la prima commedia gay sentimentali, frustrazioni lavorative e tradi- che fa impazzire anche gli etero”? menti. “Good as you” è uno sguardo non (Sorride) “Bisognerebbe chiederlo a chi ha coniato lo slogan. A parte gli scherzi, sul mondo gay ma dal mondo gay, un qualcosa di veramente inedito per il no- perché è un film che indistintamente può piacere sia ad un pubblico omosessuale stro Paese. Il personaggio di Claudio è interpretato da Enrico Silvestrin con il quale abbiamo condiviso questa sua esperienza unica facendocela raccontare. Quando ti è stato proposto di prendere parte a “Good as you”, la prima comedy gay in Italia, hai accettato con entusiasmo? “L’entusiasmo è venuto dalla sceneggiatura. Sono un artista che decide in base alla qualità di quello che mi viene offerto. Questo film mi ha convinto da subito per la sua gioia interiore e il suo ritmo”. Ti è piaciuto interpretare il personaggio? “Claudio, il mio personaggio, mi è piaciuto molto perché rispetto agli altri presenti nel film è più scuro, più cupo e un po’ meno comico di natura ma con delle sfaccettature davvero interessanti”. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza? Enrico Silvestrin (Claudio) “Sicuramente ho avuto l’occasione di con Lorenzo Balducci (Adelchi) interpretare un ruolo particolare che non avevo mai fatto. Ho dovuto mettere da parte alcune mie caratteristiche quando recito, come la durezza. che eterosessuale, proprio per come è Comunque è stata una bella esperienza strutturato e per le sue storie”. di gruppo, credo che sia venuto fuori un Com’è avvenuto il passaggio da condutbel film e spero che abbia una sua degna tore ad attore e soprattutto com’è nata vita nelle sale cinematografiche”. l’idea di recitare? Cosa hai scoperto e cosa ti ha colpito di più del mondo gay? “Le due cose sono collegate, perché quando mi trovavo a Londra a lavorare “E’ un film molto colorato. Quello che mi nel 1997 per MTV, avevo iniziato a fare colpisce è l’universalità dei temi, il fatto delle cose più recitate e meno da presenche non ci siano fondamentalmente diffetatore, mi riferisco ad alcuni personaggi renze sulle problematiche di coppia tra le all’interno di un programma. Questa cosa storie etero e quelle omosessuali. Il film mi dava una certa soddisfazione e quindi tratta problemi che sono di tutti, visti solda quel momento si è sviluppata in me la tanto con occhi diversi”.

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voglia di intraprendere questa carriera che non era mai stata la mia prerogativa. Così quando sono tornato a Roma ho mosso i primi passi nel mondo del cinema accanto ad un esordiente Gabriele Muccino e da lì sono andato avanti con vari lavori. Ho smesso l’attività di conduttore musicale, anche perché mi vedevo cresciuto e così mi sono dedicato a tempo pieno alla carriera di attore, tranne l’esperienza del 2008 con il Festivalbar che ho voluto provare in quanto mi dava molti stimoli”. Ti manca la conduzione? “Devo essere sincero, ultimamente mi sta tornando la voglia di condurre. Mi manca qualcosa, mi manca un pezzo. Magari mi piacerebbe riprovare in radio con un programma giusto”. Visto che hai lavorato molto nel campo musicale, quali sono i tuoi generi musicali e i tuoi artisti preferiti? “Il rock è il mio genere per eccellenza. A seguire c’è l’elettronica ma poi ascolto tutto ciò che mi trasmette emozioni. Potrei essere un accanito amante del reggae, così come potrei esserlo del folk. Riguardo agli artisti potrei citare solo i grandi nomi, in quanto ce ne sono sempre meno dalle carriere longeve. Oggi faccio prima a dirti i dischi dell’anno. Ad esempio, tra i tanti, quello della Band of Skulls è stato un disco dell’anno”. Qual è stato il periodo più emozionante della tua carriera? “E’ stato sicuramente il triennio di Londra a MTV Europe e il periodo di Radio Dee Jay in Italia”. E il periodo in cui hai dovuto sudare molto? “Forse questo. E’ un periodo complicato per i professionisti, di lavoro ce n’è sempre meno. E’un periodo troppo particolare, ci vorrebbe un’iniezione di fiducia per andare avanti”. So che la donna che ti è accanto ti ha dato uno splendido bambino. Com’è la tua nuova vita da papà? “Forse ho atteso un po’troppo per diventare papà. Ho sempre avuto la paura che un figlio potesse condizionare l’esistenza. La risposta è affermativa ma è un bel cambiamento di vita, è l’esperienza più bella che si possa fare. Sono stracontento”.

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TV di Silvia Giansanti

MARCO FALAGUASTA “LE DONNE, UN AFFASCINANTE MISTERO” /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ reduce dal successo a teatro con “So tutto sulle Donne”, di cui è stato anche autore. L’abbiamo visto nella fiction tv “Il Restauratore”, di cui si accinge a girare la seconda serie e in questo momento è impegnato con le riprese di “Come un Delfino 2”, in cui veste i panni del preparatore atletico di Raoul Bova

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arco è un apprezzabile personaggio dall’animo gentile e dotato di uno spiccato senso dell’ottimismo, per questo fa breccia nel cuore della gente che segue con entusiasmo i suoi spettacoli e i suoi lavori in genere. Romano doc, è venuto al mondo già con il sorriso il 29 settembre del 1970, sotto il segno della Bilancia. E’ una di quelle persone che a fatica hanno conquistato quel che si meritano e non a caso i suoi sudori sono stati ampiamente premiati. Sta attraversando un periodo denso di impegni artistici, sta girando alcuni lavori e con l’approssimarsi della bella stagione, non mancherà di riempire le serate teatrali della calda estate romana . Marco, come si è presentato il tuo percorso artistico, in discesa o con la strada piena di ostacoli? “Direi un percorso duro fatto di ostacoli”. Sei una persona molto simpatica ed ottimista. Queste tue caratteristiche ti hanno aiutato a superare le difficoltà nel tuo campo? “Assolutamente sì, ma anche perché ho avuto la fortuna di capire quale fosse la mia felicità e quando si combatte per essa non si vivono le difficoltà come delle ingiustizie. Battendomi in una cosa che mi piaceva molto, ho capito che il tutto faceva parte del gioco e che andava messo in conto”. Da chi è apprezzato un personaggio come te? “Credo da tutti coloro che pongono il merito in cima alla scala gerarchica dei valori”. Cosa piace di più nella vita a Marco Falaguasta? “Le emozioni”. E nel tuo lavoro? “Idem”. A proposito di emozioni, cosa ricordi dell’esperienza di “Centovetrine”? “Ricordo che, televisivamente parlando, è stata la prima esperienza professionale importante, poiché mi ha consentito di uscire dall’anonimato e di propormi ad un altro livello e da lì è iniziata la bella favola che mi ha portato a lavorare con continuità in televisione”. Sei andato di recente in scena con lo spettacolo teatrale “So tutto sulle

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Donne”. Ecco, cosa conosci realmente del mondo femminile e cosa ne apprezzi? “Il bello è che non conosco proprio nulla. La donna deve rimanere un affascinante mistero. Se un uomo conoscesse tutto della donna, non ci sarebbe neanche più l’emozione nell’incontrarla. E’ giusto che l’uomo mantenga nei con-

fronti della donna una sorta di enigma persistente e che la continui a vedere come un mistero destinato a non avere soluzioni, in modo che ogni volta ci possa essere il gusto della scoperta”.

Sei impegnato nelle riprese della fiction “Come un Delfino”, accanto a Raoul Bova. Com’è il tuo rapporto con lui? “Con Raoul ho un rapporto eccezionale perché oltre ad essere un grande professionista è una persona molto piacevole e simpatica. E’ un ragazzo che fa di tutto per mettere le persone a proprio agio in modo tale da poter dare il meglio di sé sul set”. Che tipo di personaggio che interpreti? “Interpreto il ruolo dell’allenatore di Raoul Bova, una persona priva di scrupoli, che pone la vittoria al primo posto nella scala dei valori. E’ sicuramente un vincente ma con un modo discutibile di gestire l’allenamento e la vita”. Invece ne “Il Restauratore” hai vestito i panni di un commissario. C’è un nome di un famoso commissario del cinema o della tv che ti ha affascinato nella storia? “Di commissari della storia del cinema e della tv che mi sono piaciuti ce ne sono tanti, non saprei fare un nome su tutti e comunque non mitizzo nessuno”. Ti è capitato ultimamente di consigliare un giovane artista? “Mi capita quasi tutti i giorni ma non credo che si possano dare consigli, l’unica cosa in cui credo è che si possano trasmettere le proprie esperienze di vita, sperando che chi ascolta possa trarre qualcosa di buono. Trovo che i consigli siano relativi, tanto poi ognuno ha il proprio percorso, il proprio modo di stare in questo mondo e ognuno ha una personale considerazione di sé”. Toccando il discorso tecnologico, in che modo usi internet? “Ne faccio un uso medio e non smodato, non sono un internauta ma non sono neanche un profano. Ne faccio ricorso solo per acquisire le informazioni che mi servono e non mi ritengo un fanatico di internet”. Se non avessi avuto la possibilità di fare questo mestiere, cosa avresti fatto nella vita? “Sicuramente il mestiere di medico, perché mi affascina la medicina e mi piace molto poter essere utile agli altri. Sono dotato di un’umanità particolarmente spiccata per svolgere questo mestiere delicato. Mi rispecchio in pieno nel mio segno zodiacale della Bilancia, un segno generoso e altruista”.

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TV //////////////////////////////////////////////////

di Costanza Cambriani

ELENA ARVIGO “FACCIO QUELLO CHE MI PIACE” //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ un momento importante per questa giovane attrice. A febbraio l’abbiamo vista ne “Il Restauratore” a fianco di Lando Buzzanca, mentre a marzo ha iniziato le riprese del film “Se chiudi gli occhi sono qui” insieme a Beppe Fiorello

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© Foto di Gregory Macera

enovese di nascita e cittadina del mondo di adozione. Elena Arvigo, giovanissima attrice, si destreggia egregiamente tra cinema, televisione e teatro. Parla inglese, francese e tedesco e vanta un curriculum di tutto rispetto. Ha recitato a fianco di Julia Roberts nel film "Eat, Pray, Love", ma non si sente assolutamente una diva. In questo periodo di crisi l’Italia sta cambiando. In cosa sta cambiando il mondo degli attori? “In tantissime cose, da molteplici punti di vista. La crisi nello spettacolo c’è sicuramente da più tempo, quello che adesso è più concreta è la paura che porta inevitabilmente alla prudenza. I produttori, anche quelli degli enti, vanno più cauti e devono essere rassicurati. Non ci si prende la responsabilità che una cosa possa andare male. Questa paura però

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abbassa il livello. Si cercano nomi che diano sicurezza che spesso però non portano in alto. Secondo me il primo riscontro lo si ha dalla gente, a loro bisogna dare fiducia, non bisogna sottovalutare il pubblico, è lui che poi decide, non noi”. Quindi un brutto periodo per gli esordienti? “Chi inizia ora, chi si affaccia in questo mondo in questo periodo si trova a dover affrontare veramente un brutto momento. Ogni cosa che si fa è il fine, non lo strumento. Non bisogna ricercare la visibilità perché non basta quella. Bisogna mettersi nella posizione di scegliere e mantenere la lucidità”. Tu hai iniziato anni fa come ballerina, com’è avvenuto il passaggio alla recitazione? “Frequentavo una scuola di danza, poi fui presa alla Scala ma la mia famiglia che non vedeva la vita da ‘artista’ come qual-

cosa di concreto , voleva che io studiassi. A 18 anni andai a Londra per amore. Il mio fidanzato seguiva una scuola di recitazione ed io per stargli vicino feci lo stesso, mi coinvolse completamente! Tornata in italia, un po’ per gioco, un po’ per sfida tentai un provino al Piccolo dove c’era Strehler, e mi presero. Iniziai con molta inconsapevolezza, ero molto inquieta in quel periodo e facevo un po’ di tutto. Con il passare del tempo mi appassionai sempre più alla recitazione fino a farla diventare la mia vita”. Hai lavorato con molti nomi illustri, che rapporti c’erano sul set e fuori? “Fuori dal set tendenzialmente pochi. Con la Roberts per esempio c’è stato subito feeling, è stata adorabile. Nonostante la sua fama sia diversa devo dire che con me c’era molta sintonia. Siamo entrambe amanti dei cani e questo punto in comune ci ha aiutato molto. Questi grandi nomi sono persone che vanno molto d’istinto. Devo dire che l’atteggiamento più di tono l’ho trovato altre volte, ma con lei proprio no. Non ha bisogno di mettersi in vetrina, a differenza di altri”. C’è un ruolo al quale sei affezionata particolarmente? “Sicuramente due. Il primo è quello di Petrovska, con Negrin e Zingaretti, è stato il mio approccio fuori dal teatro. Il raccontare una storia vera sulla Seconda Guerra Mondiale, con i costumi, l’ho vissuta come una missione, sentivo una grande responsabilità. La seconda è ‘Psicosi delle 4:48’, un ruolo che mi resterà sempre nel cuore. Lo spettacolo è una celebrazione della vita, sentivo anche qua la responsabilità di esprimere le sue parole nel modo più consono”. Nel privato come sei? “Sono un po’ orso. Vivo tranquilla con il mio fidanzato ed i miei animali, amo i cani, sono la mia debolezza. Non ho un carattere facile. Ma chi lo ha? Tendo a cercare sempre la possibilità di scegliere, non solo sul lavoro ma in tutte le cose. Sono emotiva e come tutti ho le mie fragilità”. Hai un sogno nel cassetto? “Continuare a fare le cose che mi piacciono, averne la possibilità intesa come salute e forza di poter stare bene e rendermi sempre conto di quanto sono fortunata”.



TV //////////////////////////////////////////////////

di Giulia Pascucci

LAURA ADRIANI “UN MUSICAL A BROADWAY E POI POTREI MORIRE” /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Ha appena compiuto diciotto anni. E’ Miriam de “I Cesaroni”, la ragazzina che ha fatto breccia nel cuore di Rudy. Nonostante la giovane età, ha le idee chiarissime sulla vita e sul futuro. Conosciamola meglio attraverso questa originale intervista alfabetica

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Amicizia “Per me è molto importante, ho due amiche del cuore che sono come due sorelle. Sono una persona che agli amici dà tantissimo, ma ho avuto molte delusioni, una questa estate, e ciò mi ha portato a ridimensionare i miei rapporti, soprattutto perché ho paura di soffrire nuovamente” Bellezza “Dò molta più importanza sia alla bellezza interiore che esteriore”. Casa “E’ il sogno degli ultimi anni quello di avere una casa mia, di arredarla… la immagino tutta bianca e nera”. Diciotto anni “Li attendo da circa sette anni! Avrò molta più indipendenza, andrò a vivere da sola. Molti mi dicono che a diciotto anni non cambia niente, ma a me cambierà tutto. E voglio che tutti lo festeggino con me!”. Emozione “Sono una persona emotiva, mi faccio trasportare molto dalle emozioni”. Fortuna “Ne ho avuta tanta. Già nascere in una famiglia benestante, onesta, con dei valori è stato importante; ho avuto la fortuna di entrare in questo fantastico mondo, dove oltre alla bravura anche la fortuna gioca un ruolo essenziale”. Gioia “Sono momenti. Sono gioiosa, solare, mi piace rapportarmi con le persone, fare nuove conoscenze, la vita è una e ce la dobbiamo far bastare. Non bisogna essere tristi. Odio le persone con il muso sempre tristi e insoddisfatte”. Harry Potter “Ero molto piccola quando è uscito il primo libro e non me lo sono letto, ma mio fratello sì ed è stato lui a trasmettermi all’inizio questa passione. Ho visto tutti i film, ma ovviamente crescendo è scemato questo mito”. Idolo “Facendo l’attrice, ovviamente, i miei idoli sono attrici. Mi piace molto Julia Roberts, Audrey Hepburn, Romy Schneider, che ha fatto Sissi, il mio sogno è fare un film su Sissi. Lady Gaga mi piace soprattutto per le sue idee, che sono molto contemporanee, molto rivoluzionarie e sta smovendo la società grazie alla sua musica”. Jolly “La mia prima passione è la recitazione, come jolly ho il canto. Mi piace fin da

quando ero piccola; quando mi voglio sfogare canto”. K.O. “Ti mette ko essere delusa da qualcuno a cui hai dato tanto. E’ stata dura riprendermi, ridare fiducia alle persone. Mi mette ko essere tradita, in tutti i sensi. Mi mette ko anche vedere la delusione negli occhi dei miei genitori. Poi quello che dice la gente non mi tocca”. Limite “Non ci sono limiti. Niente è impossibile, se veramente vuoi qualcosa, prima o poi ci riesci”.

Miriam “Mi ha cambiata, ho convissuto e convivo con lei, ed è bellissimo. Sul set Laura scompare. Inizialmente c’erano poche cose in comune tra noi due ma adesso Miriam si è presa degli aspetti di Laura e Laura si è presa degli aspetti di Miriam. Mi piace molto è tenace e sensibile allo stesso tempo”. Obiettivi “Quello principale è la ricerca della felicità, arrivare a cinquanta anni, guardarmi indietro e poter dire di essere soddisfatta. Se il mio sogno di attrice non dovesse avverarsi vorrei iscrivermi alla facoltà di Giurisprudenza o di Medicina”. Paura “Ce l’avevo dei film horror, ma l’ho battuta. Questo periodo particolare della mia vita mi ha portato a non vedere film romantici,

commedie, ma film horror, perché volevo battere le mie paure. Ho tanta paura di cadere e non riuscirmi a rialzare”. Quinqueremi “E’ la scuola dove mia madre insegna, dove io sono andata alla materna, alle elementari, dove sono cresciuta”. Roma “E’ la città più bella del mondo. Ci vivo da sempre, ma quando mi capita di uscire in centro e mi guarda intorno rimango sempre colpita, ovunque ti giri c’è qualcosa di maestoso. Il mio sogno, come penso quello di tutti, è avere un attico a Piazza di Spagna, così mi sveglierei ogni giorno con il sorriso”. Stati Uniti “Fino ai quindici anni erano la mia meta ambita. Anche adesso mi piacerebbe trasferirmi lì e fare una scuola di musical a New York e di recitazione a Los Angeles, ma solo perché purtroppo adesso il cinema italiano non è più come una volta. L’Italia era il paese del cinema, con grandi attori. Qui non riesco ad esprimere quello che vorrei, non mi sento soddisfatta. A me poi piace il teatro, avere un contatto con il pubblico, ma qui non si vive di teatro”. Tempo “Ce ne ho ancora tanto. Ma ho paura, non della morte, ma di non godermi il mio tempo, di lasciarmi qualcosa non fatto, ho paura di non realizzarmi. Non vedo l’ora di arrivare ai diciotto anni, ma mi fermerei lì”. Uomini “Non riesco ad aspettarmi nulla dagli uomini, pretendo poco, per mia esperienza non posso dargli fiducia. Questo è il mio giudizio per ora. Sbaglio poi a generalizzare perché non è sempre così; ne è un esempio mio padre che è un uomo fantastico e non tradisce. Anche le donne non sono sante, c’è sempre qualcuno che soffre ed un altro che fa soffrire”. Viaggi “Vorrei girarmi tutto il mondo. Mi piacerebbe fare un viaggio on the road con le mie amiche. Se potessi, prenderei un aereo ogni venerdì. Adesso il mio sogno è New York, l’ho sempre vista nei film e nei telefilm. Voglio vederla dal vivo!”. Zingara “Mi fa pensare a ‘Notre Dame de Paris’, quindi ai Musical, che sono una mia grande passione, e conseguentemente a Broadway. Dopo aver fatto un musical a Broadway potrei morire felice!”.

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TV & TEATRO di Alessandro Cerreoni

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imi ha grande fantasia. Rimi sogna di diventare attore. Rimi ha undici anni e frequenta le scuole medie. In classe è uno spasso per tutti i suoi compagni, si diverte a “rifare” le scene viste nei film in tv la sera prima e si becca anche qualche ceffone dai professori. Rimi è un adolescente, dorme insieme ad altri stranieri nelle fabbriche abbandonate. E’ un clandestino minorenne. Rimi oggi è diventato grande e sta coronando il suo sogno. E’ un attore, ha frequentato scuole di recitazione importanti ed è pronto a spiccare il volo. Dalla sua ha tanta voglia di sfondare e quella “fame” tipica di chi ha sofferto in un Paese governato dalla dittatura. Per lui l’Albania era troppo stretta e frenava le sue ambizioni. Lì ha lasciato i suoi ricordi e il suo cuore, certo che un giorno lì si parlerà anche di lui. Signore e signori, a voi Rimi Beqiri, ovvero l’esempio di “credere e non mollare mai”. Rimi, che persona sei? “Mi ritengo una persona romantica e affettuosa”. Cosa ricordi della tua vita in Albania? “Era caratterizzata dai problemi economici che sorgevano a casa e nel mio Paese. Non è stato facile, nel senso che

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i miei genitori lavoravano e faticavano per due soldi nelle cooperative di Stato, a causa di quel sistema politico dittatoriale che c’era. Ed io non mi potevo permettere di giocare sempre con i miei giocattoli, perché dovevo crescere e diventare grande in fretta. Poi, col passare del tempo, grazie al cambiamento del sistema politico e di vita in Albania, si sono aperte molte strade e cosi ho iniziato a sognare. Mi ricordo quando tornavo da scuola - avevo sugli 11-12 anni - mi mettevo davanti alla tv e mi perdevo a guardare i film di ogni genere. In quel periodo ricordo che guardavo anche la televisione Italiana, che mi ha aiutato ad imparare la vostra lingua”. E' stato difficile ambientarti in Italia? “Nei primi anni sì, nel senso che mi confrontavo con un altra cultura, un'altra mentalità, un'altra lingua, un altro luogo. E poi avevo solo 16 anni quando sono arrivato in Italia e non conoscevo molte cose. Quando sono giunto qui ero un clandestino minorenne e mi sono trovato a vivere con tante altre persone straniere nelle fabbriche abbandonate, dove, per guadagnarti il letto per dormire, ogni sera dovevi lottare e dovevi dare spazio sempre ai più forti. A volte rischiavi anche di non dormire proprio”. Quand'è che hai capito di avere la capacità di recitare? “Erano gli anni in cui frequentavo le scuole medie. Guardavo i film in tv, ripetevo e imitavo gli attori. E il giorno dopo con il mio amico di banco facevamo divertire tutta la classe ‘rifacendo’ le scene del film visto la sera prima. I professori però si arrabbiavano e qualche volta mi davano anche qualche ceffone”. Qual è stata la tua formazione? “E’ partita da Firenze nel 2004 con un corso di recitazione presso la Scuola Internazionale di Cinema Indipendente. Poi sempre a Firenze, nell’anno successivo, ho frequentato un laboratorio teatrale al Teatro Tedavi98, per poi trasferirmi qui a Roma nel 2008, per frequentare la Scuola Internazionale di

Teatro, un’accademia di recitazione, dove mi sono anche diplomato come attore e aiuto-regista”. Quali sono state le tue esperienze professionali più importanti? “Sicuramente la partecipazione in vari film indipendenti importanti e numerosi cortometraggi prodotti dalla Scuola Nazionale di Cinema Indipendente di Firenze e la S.A.L.E.T Film. Poi ho avuto una partecipazione nella fiction ‘I Cesaroni 3’ ed infine ho preso parte a vari spettacoli teatrali”. Il tuo rapporto con il teatro? “Molto buono, mi piace tanto lo frequento e per il futuro ho tanti progetti che spero di realizzare presto”. L'attore, italiano o straniero, a cui va la tua particolare ammirazione e perché? “Ce ne sono tanti di bravissimi attori ma ho una particolare ammirazione per Robert De Niro. Un altro che stimo molto è Toni Servillo. Credo che in questi due grandi attori si possano trovare tante qualità artistiche e tecniche, fantasia e dedizione maniacale sulla parte fino a diventare tutt’uno con il personaggio interpretato”. Il regista da cui sogni di essere diretto? “Penso che essere diretto un giorno da Martin Scorzese o da Paolo Sorrentino sarebbe il massimo del massimo per me”. Tirana, la tua città di nascita, ospita un importante festival del cinema. L'hai mai seguito? “Sì lo seguo continuamente, mi aggiorno sui vari film in concorso, sui personaggi e sugli ospiti internazionali e nazionali”. La tua terra ha dato i natali a diversi registi e attori. Puoi spiegarci il perché? “Perché da noi c’è sempre stata e ci sarà sempre un’impronta artistica, che abbiamo ereditato dalla scuola russa”. So che hai fatto spot pubblicitari. Ce n'è qualcuno di importante che merita di essere citato? “In particolare quello riguardante la campagna per la non violenza negli stadi. Credo che abbia dato un buon messaggio educativo ai tifosi”.


RIMI BEQIRI IERI, OGGI, DOMANI //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// E’ un giovane attore nato in Albania, dove ha vissuto un’infanzia difficile e incerta. Ma lui non ha mollato e oggi mostra fiero ciò che sta facendo, anche se la strada è ancora molto lunga…

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SHOW /////////////////////////////

LAURA LUONGO IL SOGNO DELLA MODA /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Sin da bambina insegue questo sogno. Ha vinto diversi concorsi di bellezza e ai set fotografici è riuscita ad abbinare lo studio laureandosi in Economia e Commercio

a bambina sognava di calcare le passerelle più importanti. Oggi Laura Luongo si sta avvicinando a grandi passi verso questo obiettivo. E’ giovanissima ed è considerata una delle più accreditate fotomodelle romane. Tant’è che questa intervista è realizzato in un backstage di una importante sfilata… Laura, dove nasce questa tua passione per il mondo della moda? “Nasce da quando avevo circa sei anni. Sin da bambina ho sempre sognato di cavalcare le passerelle dei più noti stilisti, fare tante pubblicità, servizi fotografici, vincere concorsi di bellezza. Infatti, ho vinto diverse fasce come prima classificata in importanti concorsi di bellezza a livello nazionale come: Miss Moda, Miss Fotogenia, Miss Eleganza, Miss Cinema, Miss Ragazza In, Miss Bellissima, La Modella Della Capitale e tanti altri. Ho fatto diverse pubblicità per note marche di abbigliamento e gioielli ed ho sfilato per noti stilisti e atelier di moda, posando infine per celebri fotografi. A diciannove anni, ad esempio, ho partecipato al famoso concorso fotografico di Oliviero Toscani “Tu Top Model”. Complimenti per la tua carriera. Hai studiato per realizzare il tuo sogno? “Certamente, ho studiato molto. Il mio percorso è iniziato iscrivendomi ad alcune note agenzie di moda e da quel momento ho incominciato a studiare recitazione, portamento, posa fotografica, presentazione

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televisiva e dizione. Ovviamente, sapendo quanto è labile il mondo dello spettacolo e avendo la consapevolezza che non è un mondo che assicura longevità lavorativa, ho trovato anche il tempo per raggiungere la maturità classica e una laurea in Economia e Commercio. Infatti, lavoro come consulente finanziario”. Come sei riuscita a conciliare il tutto? “Con molta passione e dedizione, tenendo sempre a mente che la moda è importante ma è solo una passione. Lo studio invece è il futuro…”. Usa tre parole per descriverti. “Solare, determinata e forte”. Progetti futuri nella moda? “Il mio prossimo lavoro sarà un bellissimo calendario ed un servizio fotografico con meravigliosi abiti da principessa, ovviamente siete tutti invitati sul set fotografico a vedermi”.

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MUSICA

CHARTS CLASSIFICHE TOP TEN EUROPA 1 “SOMEBODY THAT I USED TO KNOW” – GOTYE FT. KIMBRA 2 “ROCK STAR” – DAPPY FT. BRIAN MAY 3 “STARSHIPS” – NICKI MINAJ 4 “TWENTY SEVEN MILLION” – MATT REDMANN FT. LZ7 5 “RAY CHARLES” – CHIDDY BANG 6 “NEXT TO ME” – EMELI SANDÈ 7 “ASS BACK HOME” – GYM CLASS HEROES FT. NEON HITCH 8 “MIRROR” – LIL WAYNE FT. BRUNO MARS 9 “HOT RIGHT NOW” – DJ. FRESH FT. RITA ORA 10 “WILD ONES” – FLO.RIDA FT. SIA

TOP 10 USA 1 “WE ARE YOUNG” – FUN FT. JANELLE MONAE 2 “STRONGER” – KELLY CLARKSON 3”GLAD YOU CAME” – THE WANTED 4 “SET FIRE TO THE RAIN (LIVE) – ADELE 5 “STARSHIPS” – NICKI MINAJ 6 “TAKE CARE” – DRAKE FT. RIHANNA 7 “SOMEBODY THAT I USED TO KNOW” – GOTYE FT. KIMBRA 8 “WILD ONES” – FLO.RIDA FT. SIA 9 “SATELLITE” – RISE AGAINST 10 “DON’T STOP (COLORS ON THE WALLS) – FOSTER THE PEOPLE

TOP TEN ITALIA 1 “SONO SOLO PAROLE” – NOEMI 2 “LA NOTTE” – ARISA 3 “PER SEMPRE” – NINA ZILLI 4 “NON È L’INFERNO” – EMMA MARRONE 5 “RESPIRARE” – GIGI D’ALESSIO FT. LOREDANA BERTÈ 6 “M’ABITUERÒ” – LIGABUE 7 “TI DEDICO TUTTO” – BIAGIO ANTONACCI 8 “CI VEDIAMO A CASA” – DOLCENERA 9 “NANÌ” – PIERDAVIDE CARONE 10 “L’UNICA COSA CHE RESTA” – PACIFICO FT. MALIKA AYANE

DAPPY Si tratta di un rapper ventiquattrenne inglese che faceva parte del trio N-Dubz. Al momento è conosciuto solo nella sua patria e il singolo in questione si avvale della collaborazione del chitarrista dei Queen Brian May. DJ FRESH Produttore electro-dubstep inglese, nato nel 1977, si è avvalso della collaborazione di un mezzo soprano di origini albanesi che a breve debutterà da solista. Il suo primo album è uscito nel 2006. DRAKE Canzone estratta dalla nuova fatica del noto rapper che porta lo stesso titolo del singolo. In questo cd sono racchiuse numerose collaborazioni. Oltre a Rihanna figurano Nicky Minaj, Lil Wayne e Andre degli Outkast. FOSTER THE PEOPLE Direttamente da Los Angeles, riecco protagonista in classifica la band capitanata da Mark Foster. Hanno raggiunto la popolarità grazie al pezzo d’esordio “Pumped up kicks”. Sono molto apprezzati in Paesi come il Regno Unito, il Belgio, il Canada e gli States.una cantante neozelandese.

NINA ZILLI Registrata all’anagrafe come Maria Chiara Fraschetta, è nata a Piacenza ed è venuta alla ribalta nel 2010 con il brano “L’uomo che amava le donne”. Il nuovo album è “L’amore è femmina”, in cui è racchiuso anche un pezzo in collaborazione con Carmen Consoli. PIERDAVIDE CARONE Proviene dalla provincia di Taranto e dal talentshow “Amici”, edizione 2010. Questo pezzo è stato cantato in coppia con Lucio Dalla all’ultimo Festival di Sanremo. E’ al suo terzo album.


di Silvia Giansanti in collaborazione con la Foxy John Production - www.foxyjohnproduction.com

SPECIAL GUEST STRAOR DINARIA MENTE M.I.A. athangi Maya Arulpragasam, al secolo M.I.A. è nata a Hounslow il 18 luglio del 1975. Cantante britannica di origini tamil, il suo nome d’arte deriva da un gioco di parole tra “Missing in Action” e Acton, un sobborgo londinese. Da piccola ha vissuto tra lo Sri Lanka e Londra e alla fine degli anni ottanta Maya ha cominciato ad interessarsi particolarmente all’inglese e alla cultura occidentale con un amore verso l’hip hop e il rap. Ha studiato belle arti, cinema e video al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra. Ha fatto in seguito una bellissima mostra, tanto che gli Elastica le hanno commissionato la copertina del loro album. Proprio attraverso questa esperienza, è entrata a contatto col mondo musicale, iniziando a registrare alcune demo da inviare a etichette discografiche e suonando in alcuni locali nordamericani. Il suo primo singolo è stato “Galang”, seguito dall’album “Arular” e la critica l’ha subito accolta a braccia aperte. Nel 2005 ha effettuato il primo tour, accompagnata da Gwen Stefani. L’anno seguente è arrivato il suo secondo album intitolato “Kala”, trainato dal singolo “Paper Planes”, ottenendo larghi consensi internazionali. Il suo terzo album “Maya” è uscito nel 2010, in cui figura un singolo in duetto con Jay-Z. L’ultimo singolo estratto è “Bad Girls”, che sta ottenendo successo sia negli States che in Inghilterra.

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NEWS Adele ha battuto il record detenuto finora da Michael Jackson. La grande cantautrice britannica è riuscita a superare con l’album “21” le vendite di “Bad”, pubblicato dal Re del pop nel 1987. I Muse, il celebre trio inglese capitanato da Matthew Bellamy, sono attualmente chiusi in sala di registrazione per dar vita al nuovo disco, la cui pubblicazione è prevista per il mese di ottobre. La loro ultima fatica risale oramai al 2009. Umberto Tozzi ha compiuto sessant’anni il 4 marzo, giorno in cui li avrebbe compiuti anche Lucio Dalla e per l’occasione esce nel mese di maggio il suo ultimo doppio cd. La

pubblicazione è prevista in tutta Europa e contiene dodici inediti. Celine Dion è stata costretta a cancellare diverse tappe del suo tour a causa di un virus che le ha intaccato le corde vocali. Celine non potrà riprendere le esibizioni previste a Las Vegas prima del mese di giugno. I Keane pubblicheranno a maggio il nuovo disco intitolato “Strangeland”. La band britannica torna dopo quattro anni di silenzio. Secondo alcune anticipazioni dovrebbero essere due i singoli lanciati immediatamente, di cui uno destinato al mercato statunitense e l’altro a quello inglese.

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VITA DI NOTTE di Roberto Gismondi

LA PRIMAVERA DELLE NOTTI ROMANE Messo alla spalle l’inverno, le serate più tiepide addolciscono la Capitale e il nostro viaggiatore notturno ci porta come sempre all’interno degli eventi più esclusivi

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otti di festa e allegria nella mondana Capitale tiepidamente riscaldata dalla temperatura. La città dal clima ideale non è quasi mai costretta ad accendere il riscaldamento, casomai le temperature si alzano nei grandi palazzi del governo, dove tutto si può e nulla si deve. Ma il termometro si alza anche, stranamente, durante la notte con le feste che ogni tanto vi raccontiamo. Tante le serate che ricominciano ad essere segnalate in attesa del grande boom della primavera inoltrata. La Capitale è da sempre cinema e arte, ma anche nella moda riesce spesso a regalare perle di bellezza. Un grande evento per celebrare la moda attraverso le nuove piattaforme del web, è stato organizzato nelle settimane successive a quelle della moda e di AltaRoma. Dedicato all’universo femminile e ideata dai direttori Massimiliano Piccinno ed Erika Gottardi, la mondanità si è riunita per W&B Party. Un’occasione per lanciare il W&B Site, il nuovo portale fashion rivolto al mondo della donna, infatti, amplia l’impegno dell’omonimo magazine patinato. Gli eleganti saloni dell’Hotel Regina Baglioni di Via Veneto sono stati teatro di una grande festa ad invito per circa duecento invitati, appartenenti al mondo della cultura, del giornalismo, dello spettacolo e ovviamente della moda. Samya Abbary, conduttrice di “Non Solo Moda” su Canale 5, ha voluto celebrare le donne e la bellezza insieme alla presenza di Miss Cinema Mara Dall’Armellina e Miss Eleganza Ludovica Perissinotto, direttamente dal concorso di Miss Italia. Un grazie agli ideatori dell’evento da parte di Patrizia Mirigliani, che ha accolto con gioia l’invito, sottolineando che ogni anno il concorso di Miss Italia non ha un’unica vincitrice, ma sono molte le giovani, belle, che grazie alla manifestazione hanno l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro. Tanti i volti noti avvistati tra cui: Linda Batista, Nadia Bengala, Elena Bonelli, Metis Di Meo, Livio Beshir, Alex Partexano, Maria Grazia Nazzari, lo chef Alessandro Circiello, Adriana Russo, la stilista Giada Curti, Stefania Giacomini del TG3, il Principe Guglielmo Giovanelli Marconi, la Marchesa Dani Del Secco D’Aragona in abito color perla con strati di tulle e il pr Umberto Masci.

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elebrazione della donna e dell’universo femminile anche attraverso il Premio Venere, dove eccellenze del gentil sesso che si sono rese protagoniste per merito e talento ognuna nel proprio campo,sono state premiate con il riconoscimento. Lina Wertmuller, Mara Venier, Enrica Bonaccorti, Lavinia Biagiotti, Patrizia Mirigliani, Mary Garrett, Elena Bonelli, Laura Comi, Maria Rita Parsi, Rossella Izzo, Anna Maria Ciuffa, Patrizia De Rose, Cristiana del Melle, Paola Mainetti, Daniela Amadei, Antonella Magagnini, Lella Golfo, Maria Rizzotti, Maria Rosaria Gianni, Ludovica Rossi Purini, Tiziana Luxardo, Marilù Simoneschi, Josette Sheeran. A loro è stata donata una preziosa creazione orafa realizzata dal Maestro Michele Affidato raffigurante il simbolo della Dea Venere, presso i Musei Capitolini a Roma, in concomitanza con la Festa della Donna. Sul palco le donne e tanti uomini chiamati a consegnare il premio alle signore. Tra loro: Santo Versace, l’Ambasciatore D’Austria Christian BerlaKovits, l’Ambasciatore di Thailandia Somsakdi Suriawongse, gli attori Antonio Tallura e Vincenzo Bocciarelli.

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Dalla pagina a fianco: la torta di W&B Party; Patrizia Mirigliani. Dall’alto: Antonella Freno, Giada Curti, Valeria Mangani, Ludovica Rossi Purini, Domenico Naccari; V. Mangani, l’Ambasciatore di Thailandia, Maria Rita Parsi; Santo Versace e Lavinia Biagiotti

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WEDDING di Claudia Della Ratta

SPOSARSI A... LAS VEGAS //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// La Capitale mondiale dei casinò celebra ogni anno 150 mila matrimoni. Ecco alcuni consigli per chi volesse fare il “grande passo” in questa fantastica città

as Vegas è la capitale mondiale dei Casinò, ma soprattutto è l'unica città che celebra ogni anno 150.000 matrimoni! Certo, per raggiungerla è necessaria qualche ora di viaggio, ma una volta arrivati, in poco più di 24 ore si può fare "il grande salto". Sposarsi a Las Vegas, oltre a essere un'operazione molto rapida, è anche molto divertente.

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PRIMA COSA: LA CAPPELLA L’intera città è disseminata di 'Wedding Chapel', di tutti i colori e per tutti i gusti. Per gli sposi più impazienti esiste la Little White Wedding Chapel. Basta scendere dall’auto lasciando il motore acceso, precipitarsi all’interno della Cappella muniti di 60 dollari (circa 130 mila lire italiane) e come per magia il prete comparirà alla finestra per celebrare una cerimonia di 10 minuti, completa di scambio di anelli, un fiore, una foto e la musica. Una volta sposati, si sale nuovamente in auto e si percorre un romantico tunnel affrescato con immagini di angeli e slogan poetici. Una delle cappelle più gettonate è Graceland Wedding Chapel, subito dopo c’è "Viva Las Vegas". Anche le 'Star' si sposano a Las Vegas, quindi se volete promettervi amore eterno nella “chapel” dove si sono sposati Michael Jordan o Joan Collins, optate per la “A Little White Cha-

pel”. Se invece preferite quella in cui si è sposato Jon Bon Jovi, andate alla 'Graceland Wedding Chapel'. Se avete gusti più tradizionali (e più soldi da spendere) sappiate che la maggior parte dei grandi hotel dello Strip (la zona più recente di Las Vegas, caratterizzata da numerosi hotel di lusso, dotati di oltre 3.000 camere), mette a disposizione almeno una cappella. I costi variano dall'esclusivissimo Bellagio Hotel, al più ragionevole MGM Grand, dove si spendono tra i 499 dollari e 1.899 dollari. LA LIMOUSINE Un’ altra componente divertente di un matrimonio a Las Vegas è la “limousine con autista”. Il lussuoso macchinone viene spesso offerto gratuitamente dalla cappella prescelta e, come servizio aggiuntivo, accompagna gli sposi in tribunale per le formalità burocratiche Ma la cosa più trasgressiva e più divertente in assoluto a Las Vegas è che si possono noleggiare testimoni, amici, familiari, ecc. con estrema facilità… LA BUROCRAZIA Per sancire ufficialmente il matrimonio occorre prevedere un rapido passaggio negli Uffici del Comune. Le formalità burocratiche si possono liquidare in circa 30 minuti presso il tribunale della contea Clark. Lo sportello è aperto dal lunedì al giovedì, dalle 8 a mezzanotte e il ve-

nerdì dalle 8 alla mezzanotte di domenica. Il pagamento di 35 dollari (circa 75.000 delle vecchie lire) va effettuato in contanti. Per procedere, è necessario presentare uno dei seguenti documenti: patente o carta d'identità; Certificato di nascita (con timbro notarile e tradotto in inglese); passaporto. Tutti i documenti presentati devono essere tradotti in inglese. Se siete divorziati, è sufficiente comunicare la data del divorzio, le procedure non richiedono nessun documento. Per essere certi di poter trascrivere il vostro matrimonio in Italia, verificate le modalità previste nel vostro Comune di residenza.

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FEDERICA VINCENTI Laura Laura Adriani Adriani •• Elena Elena Arvigo Arvigo •• Rimi Rimi Beqiri Beqiri •• Marco Marco Falaguasta Falaguasta Maria Maria Grazia Grazia Mattei Mattei •• Enrico Enrico Silvestrin Silvestrin •• Tatiana Tatiana Sorokina Sorokina


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