Settentrionale Sicula N°2 Novembre 2011

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SettentrionaleSicula

Paolo Pino

mensile _ anno 1 _ numero 2 _ Novembre 2011 free press

Paolo Pino

_Saldi di fine mandato _lo stoccaggio delle idee _Collasso demografico _L’uomo e la natura


A.A.A. CERCASI S

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collaboratori, inviati, giornalisti, grafici, fotografi, per il progetto

SettentrionaleSicula

Cheeta Tattoos Studio di Puglisi Filippo Piazza Zizzo, 1 - Villafranca T. (Me) Tel. 3477990098

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Ric. Lotto/ Rosticceria/ Pasticceria. via C.Colombo n69 Pellegrino fraz. Monforte S.G.. Tel. 090/9933040

Polito

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Novembre 2011

Mensile n° 2 Direttore Mauro Mondello Redazione Antonino Giorgianni Isidora Scaglione Rita Lorena Paone Santo Gringeri Igor Cosimo Mento Cettina Casella Giuseppe Cassone Annalisa Saccà Nino Formica Emanuela Sciarrone Ramona Mondì Giovanni De Gaetano Progetto Grafico Nunzio Gringeri Paolo Pino Daniele D’Agostino Editore e Stampa Ass. Centopassi Arci Via XXI Ottobre 419 98040 Torregrotta (Me)

Stampa flyeralarm SrL Viale Druso 265, 39100 Bolzano Contatti facebook: settentrionale sicula www.youtube.com/user/SettentrionaleSicula settentrionalesicula@gmail.com http://settentrionalesicula.blogspot.com “In attesa di registrazione presso il Tribunale di Messina”.

L’editoriale

“Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci

di Annalisa Saccà

L’uomo che ama definirsi “occidentale” ha, fin dai secoli più remoti, “camuffato” con presunzione guerre mosse da interessi puramente economici: e così, se un tempo si combattevano infinite battaglie per convertire gli infedeli in Terra Santa, oggi si prendono le armi per esportare la Democrazia, ma solo in alcuni tipi di territori. Sforziamoci di immaginare per qualche istante (capisco che è abbastanza complicato) che tali motivazioni contemporanee siano vere … Fatto?... una domanda allora può sorgere spontanea: i popoli occidentali, in balia della videocrazia, che tipo di valori democratici possono divulgare nei Paesi che tanto si ostinano a voler “salvare”? Prima di travestirci da paladini della giustizia e portare, con le armi in tasca, il vessillo della pace, dovremmo renderci conto che la nostra Democrazia è seriamente malata, e le vittime, e contemporaneamente gli artefici, di questo deterioramento, siamo proprio noi. Alla videocrazia è stato affidato il compito di annullare, o meglio, di “narcotizzare” il senso critico. I metodi di distrazione di massa utilizzati possono apparire banali, ma il banale contiene in sé tutta la malvagità necessaria per neutralizzare la ragione umana. Gli uomini, con la loro illogicità – ben curata da media e istituzioni educative e formative – con la loro non voglia di partecipare attivamente alla vita politica, costituiscono l’arma migliore per i guerriglieri in giacca e cravatta.

Sommario Saldi di fine mandato pag. 4 di Santo Gringeri e Isidora Scaglione Lo Stoccaggio delle idee pag. 6 di Emanuela Sciarrone e Giuseppe Cassone Modelli di Sviluppo dal 1990 al 2011 pag. 8 di Cettina Casella e Igor Mento L’uomo e la natura pag. 10 di Giovanni de Gaetano Post-it pag. 11


Torregrotta

Saldi di fine mandato di Santo Gringeri e Isidora Scaglione Qualcuno di voi ha mai desiderato acquistare la striscia di marciapiede prospiciente la propria abitazione o una parte del suo giardino che da tempo ha già –abusivamente?- occupato? Qualcuno di voi ha mai pensato di comprare un pezzo di terreno ricadente in una zona artigianale magari con l’intenzione di erigerci su un capiente, funzionale ma, ahimè, triangolare capannone? Qualcuno di voi ha mai ardentemente sognato di essere il proprietario di una particella di terreno ricadente in una zona, sì residenziale, ma non autonomamente edificabile e racchiusa, quasi “protetta”, tra terreni di proprietà altrui? Ebbene signori, presto a Torregrotta i sogni di “pochi eletti” potrebbero diventare realtà. Infatti, mentre il paese si accingeva a scegliere, tra innumerevoli perplessità, i futuri amministratori, il 19-05-2011, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, l’ultimo consiglio comunale, con carattere di urgenza e improrogabilità (requisito fondamentale per l’adozione di atti nei 60 giorni precedenti la data delle elezioni), deliberava il “piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari -anno 2011-”.

singoli beni immobili, di proprietà del Comune stesso e ricadenti nel territorio di competenza, redigendo un apposito elenco di beni alienabili, purché non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzioCon riferimento alla Legge n.133 del 6 nali. Ma, ci chiediamo, può una simile deliagosto 2008 un Comune, con delibera bera considerarsi urgente e improrogabile? dell’organo di Governo, può individuare Il dubbio sorse anche ai consiglieri dell’al-

lora gruppo misto, i quali, in merito all’impellente convocazione del consiglio, posero ufficialmente una questione pregiudiziale, messa ai voti e bocciata dalla maggioranza. Quest’ultima adduceva discutibili giustificazioni in merito al punto all’ordine del giorno che ha destato la nostra curiosità, ritenendo cioè la proposta deliberata urgente in vista dell’approvazione dello schema di bilancio per l’esercizio finanziario da parte della Giunta Comunale. Difatti i beni alienabili in questione costituiscono oggetto del titolo IV del bilancio di previsione 2011 approvato in sede di consiglio comunale in data 29-07-2011 per un importo di € 171.600, quindi il ricavo proveniente dalla loro vendita costituirebbe un’importante entrata per le casse comunali, o almeno questo è quello che sembra... infatti a nostro giudizio l’anomalia non riguarda soltanto il carattere di urgenza della delibera, ma il suo stesso contenuto. Nella fattispecie, il piano delle alienazioni è costituito da un elenco di particelle di terreno indicate dall’amministrazione comunale e il cui valore viene stimato da una relazione redatta dall’ufficio tecnico. Tale elenco individua 14 beni alienabili dislocati in tre diverse aree del territorio comunale: Relitti residuati lungo il Viale Europa: trattasi di una superficie di terreno di mq 458 prospiciente le corti dei fabbricati di privati, che nel 1998 passa da proprietà demaniale a proprietà comunale e che nell’anno 2000, a seguito della volontà dell’allora amministrazione di cederle ai relativi proprietari limitro-


fi, viene frazionata in 13 particelle (in verità la delibera ne prende in considerazione solo Immobile sito in via Galileo Galilei: tratta12, dalla n. si di terreno di 2330 alla mq 1128 a forn.2341 del ma di triangolo foglio 3 rettangolo deomettendo finito libero ma erroneapraticamente mente la tutto occupato n.2342). da privati, che Nel corso lo utilizzano degli anni rispettivamente le particelcome accesso le in queai terreni listione hanmitrofi, come no assunto orto e come diverse fidiscarica di sionomie: materiali inerti. qualcuna è Dalla relazione diventata tecnica neanche in parte questo terreno marciarisulta utilizzap i e d e , bile autonomaqualche mente ai fini altra è stata letteralmente occupata e edificatori, ma potrebbe far parte dell’area delimitata dai privati con muri o siepi. limitrofa libera da edificazione e di maggiore estensione, previo deRelitto in via Cesare Pavese: trattasi di bellamento delle coltivazioni un terreno libero di mq 146 a sei lati, con- agricole, bonifica dalla discafinante con il retro della scuola elemen- rica e sfratto degli occupanti. tare di via Mezzasalma e altre 5 proprietà private. Il relitto in oggetto, fungendo da Tra poco chiunque fosse elemento divisorio, è posto in mezzo a 2 interessato potrebbe rivolparticelle che risultano essere di proprietà gersi agli uffici comunali della signora Cocivera e del marito, il sin- per avviare l’iter burocratico daco Antonino Caselli, nonché firmatario di acquisto delle particelle della proposta n. 49 del 19-04-2011 deli- alienabili, ma consigliamo, berata nel suddetto consiglio comunale. non appena possibile, di Etica vorrebbe che in analoghe situazioni affrettarsi, giacché i beni in un amministratore non fosse il firmatario questione pare siano assai apdi una proposta che potrebbe interessarlo. petibili: per ampliare i propri

possedimenti, per collocare una panchina privata su un esclusivo tratto di marciapiede privato con vista sul meraviglioso alberato e recentemente piastrellato viale Europa o ancora per non permettere che la scuola elementare di via Mezzasalma, che potrebbe costituire “un’area limitrofa libera da edificazione e di maggiore estensione”, possa arrogarsi il diritto di utilizzare la particella alienabile per ingrandire il proprio cortile e offrire uno spazio maggiore ai bambini. Tra l’altro, un aspetto affatto trascurabile è costituito dall’irrisorio valore che all’ufficio tecnico comunale è parso congruo stabilire, rispettivamente di euro 120,00 a mq per l’immobile ricadente in zona artigianale e di euro 60,00 a mq per tutti gli altri relitti in elenco, pur presentando essi notevoli differenze di ricadenza urbanistica e pur essendo questi parametri economici lontani dall’attuale valore reale di mercato. Quindi signori, continuano i saldi di fine mandato a prezzi fuori mercato, per chi lo vorrebbe o per chi lo ha già occupato, ciò che era pubblico presto sarà privato…


Rometta

Lo stoccaggio delle idee di Emanuela Sciarrone e Giuseppe Cassone

I cittadini di Rometta sono ansiosi di conoscere come, e soprattutto se, l’ennesimo consiglio comunale si pronuncerà riguardo alla possibilità di installazione di un’area di stoccaggio rifiuti nel sito di Contrada Filari. Nonostante gli innumerevoli scontri di posizione registratisi durante i recenti consigli comunali romettesi, l’unico aspetto realmente chiaro che si evince è infatti la terribile inconcludenza manifestata sia da quella che dovrebbe essere la maggioranza, sia dall’opposizione. A quanto pare la paralisi burocratica sembra insomma colpire non soltanto i ponti, ma anche diversi altri progetti, tra i quali quello inerente al fantomatico “impianto di recupero messa in sicurezza trattamento rifiuti, centro comunale di raccolta e centro RAEE”, presentato dalla Siculcoop (cooperative produzione, lavoro e servizi). Con l’istanza del 9 Settembre 2010 la ditta richiedeva l’approvazione del progetto, da realizzarsi nel proprio terreno, ubicato in Contrada Filari del Comune di Rometta, in ampliamento di un’area at-

mendo peraltro la loro disapprovazione convinta in merito a tutta l’operazione. Tra i vari motivi del disappunto spiccano la vocazione prettamente agricola in cui ricade l’area e il fatto che questa fascia di territorio dovrebbe essere servita dalla strada provinciale Rometta Marea – Rapano – Rometta, che difficilmente potrebbe supportare il previsto aumento del traffico veicolare. Da non trascurare inoltre gli aspetti idrogeologici negativi, manifestati nella stessa istanza, tualmente destinata a deposito di inerti considerata la presenza di numerose falde e ricovero di autocompattatori: per dare freatiche sub-superficiali, che da tempo il via alla costruzione dell’opera sareb- forniscono acqua agli abitanti della zona. be necessario, inoltre, effettuare alcune modifiche all’attuale piano regolatore. Un passo avanti sembrava potesse comA circa un anno di distanza dalla richiesta piersi alla Conferenza dei Servizi svoltasi di Siculcoop, il 2 Agosto 2011, 151 residenti il 4 maggio 2011 presso l’Assessorato Redell’area in questione hanno presentato al gionale all’Energia, alla quale il Comune consiglio comunale di Rometta una propo- di Rometta partecipava come ente nella sta di deliberazione, citando una preceden- persona del primo cittadino Roberto Abte istanza, da loro già recapitata al Comune badessa, il quale, nonostante potesse imdi Rometta il 27 Dicembre 2010, con la quale mediatamente manifestare il suo parere chiedevano di impedire qualunque abuso riguardo l’opera, sceglieva di inviare al di carattere ambientale nella zona, espri- Consiglio Comunale un atto di indirizzo,


attendendo di conoscerne la posizione. È ormai risaputo, però, che le preoccupazioni dei cittadini romettesi non rientrano tra le priorità dei loro politici, che fino ad oggi non hanno infatti nemmeno lontanamente pensato di esprimere il loro parere riguardo il progetto in questione. Insomma, la tanto apparente quanto reale condizione di “stasi” in cui riversano le diverse amministrazioni (tutte, locali e non!) sembra essere la condicio sine qua non per far politica. L’unico dissenso pervenuto è quello del consigliere di minoranza Giovanni Olivo, che oltre a condividere le paure dei cittadini si dichiara preoccupato dal fatto che a gestire l’opera sia un’impresa privata, la cui attuale condotta viene tra l’altro criticata. Nonostante il sindaco smentisca la notizia, fornendo a riguardo diversi rapporti di servizio della polizia municipale, l’ultimo dei quali datato 16 luglio 2011, sembrerebbe, infatti, che gli autocompattatori che al momento la Siculcoop custodisce nell’area rimangano spesso colmi di rifiuti. Difendendo l’operato dell’amministrazione romettese, il sindaco Abbadessa parla invece di cattivo uso della terminologia per definire il progetto, spesso infatti si discute di “stazione di trasferimento” o addirittura di “discarica”,

quando in realtà, ci spiega, “si tratterebbe di Questa non è, e non può essere, una critica selettiva a chi deve prendere delle decisioni, bensì è una strigliata nei confronti di coloro i quali (maggioranza, minoranza e, visto che ci siamo, anche uguaglianza) non collaborano al fine di dinamicizzare (in meglio, si spera) lo status delle cose attuali che ormai da tempo può esser descritto invertendo il rapporto di causa-effetto della celebre frase di Tancredi Falconeri ne “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Il problema è che l’inversione del “viceversa” è valida solo per piattaforme in cemento con container per una ristretta serie di enunciati logici, di cui ovlo stoccaggio di materiale solo ed esclusi- viamente la precedente frase non vi fa parte. vamente differenziato (non tossico), che verrebbe poi mandato alle filiere”. “Da non trascurare”, aggiunge, “non sono nemmeno gli sconti che la comunità romettese avrebbe sulle bollette”. Davanti alla quasi sfacciata noncuranza del Consiglio Comunale, inoltre, il sindaco sta ultimamente valutando l’ipotesi di creare un comitato per comunicare in maniera diretta con i cittadini interessati.


Monforte San Giorgio Modelli di sviluppo dal 1990 al 2011 di Cettina Casella e Igor Mento

Dagli anni ‘50 in avanti il fenome- deficit nelle casse di circa 700 milioni delle no dello spopolamento ha colpito vecchie lire, il famoso “Ammanco Coraci”, e molti paesi dell’entroterra tirrenico. con un centro storico distrutto e dequalifiPolitiche di sviluppo inesistenti, cato: circostanze causate dall’assenza di un incompetenza di una classe po- piano regolatore serio e da un’economia rulitica che pensa al proprio torna- rale basata su equilibri di sviluppo obsoleti. Non abbiamo purconto personatroppo potuto intervile, impossibiliPopolazione Monforte San Giorgio stare l’ex onorevole Pavone 1950-2010 tà di riuscire a a causa delle sue precarie portare a tercondizioni fisiche, pertanto, mine progetti. Anno Residenti Variazione Note sulla base di tali premesse, la Saranno forse nostra attenzione sarà foca1951 5.105 7,7% queste le cause lizzata sull’ultimo ventennio di una spirale 1961 4.301 -15,7% di amministrazione a partire negativa che 1971 4.001 -7,0% dal 1990. Riferiamo, quindi, sta portando al 1981 3.611 -9,7% quanto ci è stato detto dai collasso piccoli 1991 3.226 -10,7% sindaci che si sono succecentri urbani 2001 3.088 -4,3% duti nell’ultimo ventennio. quali Monforte 2010 2.911 -5,7% Minimo San Giorgio? ind Come si può noTABELLA n°1 1990-1994 tare dalla tabella Amministrazione in alto infatti, Vincenzo Galeano in base agli ultimi dati ISTAT riguar- L‘amministrazione Galeano ha segnadanti l’andamento demografico, nel to una svolta gestionale della conce2010 il numero della popolazione zione politica, poiché il prototipo sviha raggiunto i livelli minimi storici. luppatosi nelle precedenti gestioni si Per capire quale sia stata l’evoluzione temporale di questo fenomeno, è necessario fare una breve descrizione di ciò che è avvenuto dal punto di vista politico. Dopo un trentennio di amministrazione conservatrice e paternalistica dell’onorevole Vincenzo Pavone (1960-1990), il comune di Monforte San Giorgio si è ritrovato con un

improntava su fattori clientelistici e parziali. Tale condizione di cambiamento è stata improntata sulla mobilitazione giovanile e sulla sensibilità sociale e politica, un nuovo modello mostratosi fallimentare nei primi anni ‘90 a Monforte. Le idee innovative, volte al riscatto di un’arcaica generazione politica e anche allo sviluppo del tessuto sociale, coinvolto a sua volta da un nuovo modello strutturale, hanno

trovato riscontro nella progettazione di nuovi punti ricreativi e nella pianificazione di un piano regolatore mai esistito. Il rinnovamento politico, risultato talvolta idealistico, si dovette confrontare, però, con i debiti e gli scempi ereditati dalle amministrazioni precedenti. Ciò non solo ha rallentato tanti progetti di fatto realizzatisi soltanto moltissimi anni dopo, ma ha costretto un’amministrazione decisa a stravolgere il sistema ad adottare una consultazione della spesa restrittiva per la copertura dei deficit. Come si può evincere dalle stesse dichiarazioni dell’ex sindaco Galeano, non c’è stata ad ogni modo quella forte spinta innovativa che ci si aspettava da questa amministrazione, dopo un trentennio di totale staticità. Ciò è probabilmente da attribuire alla mancanza di una fattiva collaborazione, di una forte motivazione, che avrebbero dovuto esserci alla base, e che, in particolar modo, ci si aspettava dai giovani monfortesi.

1994-2003 Amministrazione Francesco Giorgianni

Le responsabilità cui la vecchia guardia dirigenziale aveva rinunciato per una politica di interessi hanno gravato sulle gestioni successive dalla stipulazione del programma alla fine del mandato. La prospettiva principale difatti diventava sempre più spesso la revisione dei conti e non lo sviluppo in sé, delimitando il quadro generale dell’amministrazione e della cittadinanza. L’ex sindaco Giorgianni, su queste premesse, ha guidato il comprensorio dal vecchio al nuovo millennio, accettando il passaggio di testimone della vecchia amministra-


zione, attivando una politica di dialogo ormai scemata. Si puntava alla rivalutazione dei beni comunali o alla dismessa totale per la copertura degli ammanchi, colmabili anche con la tassazione inflitta al cittadino. Lo scenario totale in tale contesto promuoveva le strutture e le attività locali per un vantaggio culturale e tradizionale, l’investimento economico interessava le aree centrali da ripristinare, come la costruzione di un nuovo serbatoio per la distribuzione dell’acqua. Pare insomma evidente come Giorgianni, da buon ragioniere, abbia incentrato la politica del suo mandato sul risanamento delle casse comunali e su opere e infrastrutture volte ad un complessivo miglioramento strutturale del paese. Anno Si può pertanto parlare di una politica molto concreta, anche se poco appa2001 rente, una caratteristica che probabil2002 mente non ha contribuito alla crescita politica di Giorgianni né in termini di 2003 visibilità, né tanto meno di popolarità.

Dal 2003 a oggi Amministrazione Antonino Romanzo

L’amministrazione Romanzo ha intrapreso una politica di rapporti commerciali e industriali che punta sulle realtà del luogo, a discapito della

rivalutazione culturale su cui si era mossa la Giunta precedente. Così facendo, per motivi strettamente legati alla dislocazione urbanistica, ne è scaturita una delocalizzazione demografica che ha portato un concreto svantaggio alle frazioni collinari del paese. Contemporaneamente, è pur vero che si lavora in un scenario disomogeneo, in quanto le esigenze delle singole realtà sono talvolta opposte. Si tratta, infatti, di contesti promossi attraverso progetti che curano problematiche antiche, ma diverse. Dalla salvaguardia del territorio con recupero del centro storico per Pellegrino e Monforte centro, all’interessamento industriale per il territorio pianeggiante della zona marina. Nel complesso possiamo affermare che l’attuale amministrazione abbia solo in parte mantenuto la linea politica avviata da Giorgianni e che, oltre ad essersi concentrata più sulla zona marina, abbia privilegiato la politica elettorale ai fatti Popolazione Monforte San Giorgio 2001 – 2010 Residenti

Variazione

Famiglie

Componenti per famiglia

3.085 3.085

-0,0%

3.078

-0,2%

1.375

2,24

2004

3.039

-1,3%

1.370

2,22

2005

3.000

-1,3%

1.372

2,19

2006

2.993

-0,2%

1.387

2,16

2007

3.000

0,2%

1.379

2,18

2008

2.961

-1,3%

1.374

2,15

2009

2.948

-0,4%

1.375

2,14

2010

2.911

-1,3%

1.363

2,13

TABELLA n°2

concreti, coltivando le relazioni con l’elettorato, e curando soprattutto l’immagine del paese al di fuori dei propri confini.

Conclusioni

Ciò che emerge dalle interviste e dai dati relativi a quest’ultimo ventennio è la grande difficoltà di trovare fondi da destinare ai progetti, in quanto le amministrazioni si sono ritrovate con un ammanco di circa 750 milioni di lire da colmare dopo il trentennio di amministrazione Pavone. La macchina burocratica è molto lenta e la realizzazione dei progetti richiede un lasso di tempo troppo lungo, per questo è da rimproverare alle tre amministrazioni che si sono succedute in questo ventennio una mancanza di continuità nelle politiche di sviluppo ed il non aver portato avanti un progetto, anche uno soltanto, già avanzato dall’amministrazione precedente. Si può notare un assente spirito d’iniziativa da parte dei sindaci, che non sono riusciti a sviluppare progetti alternativi che includessero benefici % pluriennali ed investimenti minimi, Maschi preferendo invece aspettare l’arrivo di finanziamenti mai andati in porto. Le politiche di incentivazione alla 46,9% partecipazione comunitaria da parte 47,0% dei cittadini sono state quasi inesistenti, creando una diffidenza da 47,1% parte di questi ultimi che ha portato 47,4% ad una conseguente disaggregazio47,7% ne all’interno della comunità stessa. 47,7% Purtroppo la politica regionale e nazionale è poco attenta alle piccole 47,9% realtà e spetta quindi alle ammini47,8% strazioni capire quali siano i fattori 47,8% di sviluppo chiave di cui potranno beneficiare le generazioni future.


Torregrotta

L’uomo e la natura di Giovanni De Gaetano

È stato uno degli argomenti più pregnanti della scorsa campagna elettorale. Reciproche accuse sono state sollevate dalle opposte coalizioni nell’indicare le responsabilità su quanto accade nel nostro territorio ogniqualvolta la natura decide di versare un quantitativo di acqua leggermente al di sopra della media stagionale.

dondanti, che vengono tirati fuori quando si vuole evidenziare il senso della incuria. Uno di questi è il vecchio cavalcavia delle ferrovie dello Stato, in prossimità della statale 113, nel cui pantano più di una volta sono andate a finire numerose auto: soltanto il caso ha voluto che non ci sia ancora scappato il morto.

Il problema delle Per anni si è costruito risacche di pioggia senza adottare alcun nell’area del cavalPiano Regolatore, con cavia ferroviario un utilizzo ad libitum di Torregrotta del territorio. Inoltre, da non costituisce più parti, eminenti scieninfatti una circoziati, adducendo valustanza occasioFonte: www.omniapress.net tazioni complesse che nale, ma avviene vanno dal buco nell’ozono sempre, sistematicamente, ogni volta che alla variazione dell’inclinazione dell’asse le feritoie non riescono a smaltire l’acterrestre, ci fanno rilevare che le precipiqua ed i detriti che il maltempo produce. tazioni abbondanti di tipo temporalesco o tropicale, nella nostra realtà, non rappresenteranno l’eccezione, ma fenomeni Un’economia di scala, portata avanti da con i quali dovremo abituarci a convivere. amministratori che gestiscono la cosa pubDa qui nasce natura- blica da buoni padri di famiglia, riflettereble la domanda: siamo pronti? bero sull’opportunità della demolizione del cavalcavia e del relativo riempimento Si avvicina l’inverno, non mi pare che dell’avvallamento della strada, progettando su Torregrotta o nei paesi limitrofi si sia queste attività all’interno di un più ampio sentita l’esigenza di dotarci di opportuni intervento che portasse migliorie anche accorgimenti che possano salvaguardare alla viabilità, inglobando, ad esempio, il le persone, il territorio, le case e la viabilità. vecchio tracciato della ferrovia all’interno Esistono degli esempi eclatanti, palesi e ri- della rete stradale comunale, magari tra-

sformandolo in pista ciclabile, una proposta di cui la cittadinanza ha già più volte discusso, esprimendo parere favorevole. La questione di quelle che potremmo definire “inondazioni invernali” non finisce peraltro qui, un’altra grossa problematica è rappresentata infatti dai canali di gronda insufficienti, dalle antiche saie raramente manutenzionate e da un impianto fognante la cui costruzione risale agli anni ‘50, quando gli abitanti erano molto meno di quelli attuali: nel tempo sono stati effettuati solo interventi tampone, aleatori e scarsamente efficaci. In data 13/10/2011 il consiglio Comunale di Torregrotta ha votato a maggioranza, con l’astensione della minoranza, una delibera che mira ad ottenere finanziamenti per la realizzazione di un collegamento tra la stazione di pompaggio delle acque nere situata alla fine del corso Sicilia di Scala ed il depuratore del Consorzio ASI, situato nel territorio di Giammoro, nel comune di Pace del Mela. Il tentativo di regolarizzare lo smaltimento dei liquami ci è stato imposto da una diffida della comunità Europea, che ci fa rilevare l’ inadeguatezza dell’impianto fognario esistente. Sarebbe auspicabile che in fase di realizzazione di questo collegamento si provvedesse quantomeno a potenziare anche la dorsale principale della raccolta delle acque nere, per potere ovviare alla spiacevole visione di tombini che si sollevano e dai quali sgorgano liquami maleodoranti ogni volta che aumenta il flusso nella sottodimensionata rete esistente. Il maltempo è alle porte: che Dio ce la mandi buona.


Post-it

IL FUTURISTA di P. Daveru In un paese immaginario che chiamiamo “Papiland” a causa di numerose contingenze, congiunzioni astrali, magie nere, persuasori occulti, giochi, lotterie, racconti favolosi e un destino beffardo, una gang di gente dai pochi scrupoli, adita alle malversazioni, al puttanesimo e al volgare mercimonio, s’ impadroni’ delle Istituzioni. Sicura delle impunità, forte di un potere impenetrabile, fece sfoggio di barbarie, di volgarità, di cattive azioni, del disprezzo della legge, del furto, della prostituzione, di bestemmie, arroganza, menzogne e razzismo. Dal palazzo l’odore nauseabondo del putridume si espanse e la popolazione tutta ne venne investita. Per una strana metamorfosi, talmente la situazione andava deteriorandosi dal punto di vista della morale, dell’etica e della decenza, tutti, anche chi era lontano dai giochi di potere, emanavano un lezzo insopportabile. Chiunque lasciava Papiland veniva scansato, additato, deriso per quel puzzo che sapeva di escrementi umani. Nella nazione fu proclamato uno stato di crisi e attorno alle frontiere venne eretto un vero e proprio cordone sanitario. Vennero mobilitate tutte le teste d’uovo del paese, economisti, psichiatri, psicologi, sociologi, sessuologi, maghi ed astrologi. La situazione divenne sempre più disperata, cominciarono a finire le scorte alimentari, i viveri e i medicinali. Data la natura del problema venne chiamato un noto

coprologo,“Medda Maniu”, che, dopo un’attenta analisi dei ceppi della popolazione, scoprì che nelle feci del gruppo dei governativi si trovavano batteri P2, P3, P4, G8, Ruby e Mills, responsabili dell’odore insopportabile. Esautorato il governo e messi in quarantena gli esponenti governativi, in poco tempo tutto ritornò alla normalità, cioè nel solito tran tran dell’italianità’.

FAME

(Saranno affamati)

de “La Casa degli Appesi” A proposito di salto nel buio le luci si spensero proprio prima di sentirmi dire: “Hey tu, se hai il coraggio, guardami negli occhi…”. Non sono mai stato una persona scaramantica, quasi mai scostante. Colleziono fumetti fatti in casa. Mi appassionano le strisce, o le strip che dicono gli yankees o come dicono gli italiani che sfottono gli italiani che non sanno che chi li sfotte il più delle volte ha una pessima pronuncia. Colleziono fumetti inediti, quelli mai pubblicati. Posseggo alcune bozze di disegnatori prima che diventassero famosi e qualche autografo di gente famosa copiato alla perfezione durante le distrazioni concesse nei momenti migliori della lezione del Prof. Ned Hermayer. Non avevo mai messo in discussione la mia voglia di essere adulto. Non ho mai venduto a nessuno le mie fobie ma non ho mai, dico mai e intendo in nessun modo, voluto riempire la vita degli altri con la mia. Baffo, Moustache nella versione originale di Beat

the Dog, era il mio personaggio preferito perché mi ci ritrovavo proprio. Parlava solo di cibo. In nessuno dei 19 episodi Baffo si era concesso alla discussione che fosse estranea al gusto sopraffino del pollo alla birra, nel numero 4, o dell’insalata di polpo, nella puntata dell’omicidio del produttore di vino bianco. Se non stava mangiando, pensava a cosa avrebbe voluto mangiare. Appena ventiquattrenne ero alto uno e ottantadue. Pesavo centotrentuno chili. Tutto merito mio, le ghiandole erano funzionanti. Dopo una breve esperienza giovanile con un collettivo di preninisti, il mio amico Ponzio, romano de Roma, mi presentò ai suoi amichetti di Casa Penny, se non ricordo male. Mi allontanai da queste persone perché mi parlavano, a tinte rossonere, della rivoluzione, della riappropriazione e della circoncisione. No forse quelli erano gli ebrei. Fatto sta che nessuno ha organizzato un banchetto che fosse uno ed io non avevo argomenti. Avevo fame. A ventsei anni mi candidai con L’Italia dei Malori e fu un clamoroso successo per uno che come me viveva volgarmente, possiamo dirlo, la sua passione per i fumetti e quella per i cazzi propri. Circa dieci anni dopo, il segretario regionale dell’Italia dei Malori mi propose un posto nella capitale. Le liste furono fatte, decise, prestabilite ed entrai in Parlamento. Pesavo oramai centosettantatre chili. Ma pagavo gente perché fosse i miei piedi. Gli altri erano ai miei piedi. Stamattina ho deciso di far cadere il governo. Falco tiratore mi chiameranno. Baffo se ne sarebbe fottuto perché continuare così sarebbe un ulteriore salto nel buio. E nel buio il menù non si legge bene. A proposito di salto nel buio…


Ăˆ partita la campagna tesseramenti ARCI per l’anno 2012. chi fosse interessato e volesse avere maggiori informazioni:

arci.centopassi@gmail.com


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