Il teatro della luna poi Angel Dal Foco

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guerre d’Indipendenza, vollero dedicare il Teatro ad Angel Dalfoco, la massima gloria pergolese nelle armi, quale valoroso condottiero e capitano di Ventura del secolo XV, e rimasto celebre per tutto il ‘500 e ‘600, e, come dice lo storico Cimarelli, “ da Flavio Biondo storiografo innalzato alle stelle quale glorioso Capitano dei suoi tempi”. Ogni impresario teatrale allestiva numerosi spettacoli. Da una ricevuta del 1861, risulta che l’abbonamento per 15 recite a Teatro, era di bajocchi 25 e mezzo. Incaricato dell’Impresa a riscuotere: Nicola Vitali. Il 21 dicembre 1862 fu redatto un nuovo Statuto della “Società Filodrammatica pergolese” aggiornato in base alle nuove esigenze culturali progressiste. Sono sette articoli che impongono il rispetto di esso, cioè di onorare ogni impegno preso, di essere puntuali alle prove, di avvertire la Direzione in caso di mancata presenza per impedimento forzato, di prepararsi idoneamente per il debutto. I promotori di tale rinnovamento statutario, furono: Tito Lattanzi Taide Rossi Vespasiano Amatori Elvira Padovani Levi Assunta Ginevri Maria Sensi Nobile Guazzugli Rinaldo Natalini Nereo Natalini Domenico Albertini. Alla Società aderirono complessivamente 44 cittadini d’ambo i sessi, che sottoscrissero lo Statuto e si impegnarono a sostenere le parti assegnate dai promotori e direttori dell’Ente artistico. La Direzione fu composta come segue: Ispettrici: Virginia Guazzugli Ginevri, Giulia Guazzugli e Maria Ginevri. Direttori dei dilettanti: Prof. Bellini Leopoldo, Gadani dott. Angelo e prof. Massimino Giustiniani. Deputati al palco: Agostino Simili e Alessandro Guazzugli. Amministratori: Luzi Gaetano e Brunori Orazio. Cassiere: dott. Achille Levi (di religione ebraica, più tardi ebbe la carica di Rabbino). Anche la Comunità ebraica locale d’ambo i sessi partecipò attivamente alla esecuzione degli spettacoli come protagonisti assai apprezzati, quali Elisa Padovani Levi brillantissima, Mario, Bianca ed Olga Levi, David Cagli, e in tempi più recenti, Vitale Camerini e la consorte Palmira Lattes, Elena Camerini violinista. Le recite ebbero inizio nel Carnevale del 1863 e proseguirono per alcuni decenni, con grande affluenza di pubblico locale e dei centri limitrofi. Dopo il 1862 e sino alla fine del secolo, il Teatro fu sede di comizi elettorali, dove gli esponenti dei vari Partiti, con efficace ed abile arte oratoria, esponevano i loro programmi per ottenere alle urne il voto e conseguire un prestigioso seggio al Senato o Camera dei Deputati. I più eminenti oratori furono gli onorevoli Carlo Luigi Farini, Gaspare Finali, generale Giovanni Corvetto, generale Augusto Elia, padre del Senatore Raffaele e nonno dell’attuale giurista Leopoldo, Giacomo Mattei Baldini, Andrea Costa ed altri. Gli oratori erano presentati dagli esponenti politici locali, quali Ascanio 50

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