Fixing 18 2016

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Anno XXIV - n.18 - 1,50 euro

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 6 Maggio 2016

C ontratti Le imprese risparmiano S torie Relazioni Ercolani Volta industriali: la nuova era

Una nuova era per le relazioni industriali a San Marino. Il Consiglio Grande e Generale ha infatti approvato in seconda lettura la Legge che introduce il principio della rappresentatività nella contrattazione collettiva, decretando che l’unico contratto con validità erga omnes in un determinato settore sia quello sottoscritto dalla maggioranza. Si tratta di un’importante riforma che rinnova la Legge 17 febbraio 1961, allineandola al contesto economico e sociale, fortemente cambiato in oltre mezzo secolo. La nuova normativa, che entrerà in vigore quindici giorni dopo la sua pubblicazione (il testo è stato emendato in alcuni articoli, per cui occorre attendere qualche giorno per la versione ufficiale), fa infatti chiarezza su diversi aspetti, in particolare sui requisiti che le associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro devono possedere per essere registrate e quali per poter partecipare ai diversi tavoli della contrattazione collettiva, anche se la parte che più interessa agli imprenditori è ovviamente che solo un contratto di lavoro può avere efficacia erga omnes in quel settore. L’altro aspetto importante per le imprese e la gestione del proprio lavoro, è che sono state formalizzate anche le nuove regole per i permessi e le ore di assemblea: d’ora in avanti dovranno essere ripartiti tra le Organizzazioni sindacali in misura proporzionale al numero totale degli iscritti nel settore di riferimento. Anche in questo caso si può parlare di intervento chiarificatore, come quello sulla contrattazione collettiva. Segue a pag. 2

aiutando i beni culturali

Equitazione e impresa

Si chiama “Pro Cultura” l’art bonus sammarinese: deducibile il 200% di quanto investito nei progetti stabiliti dallo Stato. Pronto l’elenco a pag.2

A breve

Incentivi alla Green Economy

a pag.4

C ultura

Il patrimonio artistico di San Marino è enorme e la sua valorizzazione potrebbe aprire scenari del tutto nuovi, soprattutto in chiave turistica. Il problema però sono sempre le risorse, che lo Stato oggi non ha. “Per questo abbiamo ideato un modo per coinvolgere maggiormente l’intervento dei privati”, spiega il Segretario di Stato Giuseppe Morganti, “dando un’agevolazione importante a chi investirà nei progetti che individueremo di anno in anno: la possibilità di dedurre il 200% di quanto erogato”. Dopo il Decreto di qualche mese fa è pronto finalmente il Regolamento, contenente i primi otto progetti finanziabili per l’anno 2016. L’auspicio è di replicare il successo dell’Art Bonus italiano, che ha già raccolto oltre 34 milioni di euro. Bartolucci alle pagg. 4-5

La Divina Commedia sul Titano

alle pag.8-11

spazio riservato all’ indirizzo


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F ocus

Questione di num3ri

Un po’ tutti ci siamo accorti come quello che andava bene ieri, oggi è vetusto oppure non funziona. Così il sito manageritalia. it ha stilato una sorta di vademecum – sei punti in tutto – sui trend che nel 2016 avranno forte effetto negli ambienti di lavoro: Business, il remoto in primo piano; la crescita dei consulenti; meno Powerpoint, più video; il work-life balance rivisitato; nuove aspettative dalla leadership; il design entra in azienda. Intanto arriva un po’ di aria fresca in Sardegna dove il sito della Regione ha pubblicato il bando “Aiuti alle imprese in fase di avviamento e sviluppo, Piano Sulcis Area di intervento Incentivi”: sono oltre sei i milioni di euro di incentivi a sportello per aiutare le imprese. Edilizia in crisi a San Marino (in questo senso, il polo del lusso, anzi: il “polo del lavoro” potrebbe dare linfa vitale al comparto e all’intera economia del Paese) ma anche in Sicilia dove, negli ultimi sei anni, sono andati persi oltre 100 mila posti di lavoro nel settore edile e nello stesso 13 mila imprese sono state costrette a chiudere. Viene preso (colpevolmente) sottogamba il cybercrime, lo ammettiamo. Eppure da un’analisi di Trend Micro condotta con il Centro europeo per il cybercrime (Ec3), una costola dell’Europol, si legge che nei primi sei mesi del 2015 i danni creati agli Atm (Automated Teller Machine o casse bancarie automatiche), hanno raggiunto la cifra monstre di 150 milioni di euro. I Paesi più colpiti, sempre secondo il report, sono Usa, Filippine e Indonesia. Ma il 6, se legato al mese corrente, è anche una sfilza di celebri compleanni: da quello del politico inglese Tony Blair (1953) a quello di George Clooney (1961), senza dimenticare il padre della psicoanalisi Sigmund Freud (1856), l’attore Rodolfo Valentino, icona di bellezza (1895) e il grandissimo regista Orson Welles (1915), indimenticato Cesare Borgia nel film “Il principe delle volpi”, girato nella Repubblica di San Marino nel lontano 1949.

L avoro Segue dalla prima

(...) Da alcuni anni infatti in alcuni settori, fra i quali l’Industria e l’Artigianato, esistevano due contratti, entrambi con efficacia erga omnes, fatto che creava incertezza, turbativa e conflitti. Con questa nuova legge, che abroga diverse norme previgenti, i lavoratori non possono più richiedere l’applicazione delle clausole di miglior favore contenute nei diversi contratti esistenti: il cosiddetto “contratto spezzatino” con parti di un contratto e parti di un altro, non sarà dunque più possibile, dando la possibilità finalmente agli imprenditori di pianificare al meglio il loro business facendo i conti sulla sicurezza dell’unico contratto vigente. Non solo, con l’introduzione del principio della maggiore rappresentatività è chiaro che nei vari settori, da ora in poi, l’unico contratto di settore con validità erga omnes sarà quello che rappresenta la maggioranza dei lavoratori di quel determinato settore (rappresentati dai sindacati) e delle imprese che li occupano, evitando che quella stessa maggioranza debba sottostare indirettamente alle condizioni imposte dalla minoranza (perché il lavoratore poteva prendere le clausole di miglior favore, appunto, dall’altro contratto). E viene meno il rischio, previsto invece dalla precedente nor-

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Si apre una nuova era per le relazioni industriali, votata alla chiarezza

La rappresentatività è finalmente Legge Ci sarà un unico contratto con efficacia erga omnes in ogni settore mativa probabilmente perché al tempo i numeri erano ben diversi, che un eventuale altro contratto anch’esso con validità erga omnes sia sottoscritto da associazioni che in quel settore specifico non rappresentano né una sola impresa, né tantomeno un solo lavoratore. Paradossalmente questa stortura si verificava anche nella situazione opposta, ovvero laddove un’associazione di imprese rappresenti il cento per cento delle imprese e dei lavoratori occupati in quel settore, non poteva sottoscrivere il proprio contratto perché magari i numeri erano talmente piccoli da non rientrare nei requisiti fissati dalla Legge del ’61. E settori con poche decine di imprese, ma magari centinaia di dipendenti, a San Marino ce ne sono: per non tirare in ballo tutti e nessuno, citiamo quello a cui siamo più affini professio-

LPresentazione avoro richiesta

numerica, nuova procedura Presentazione della richiesta numerica di personale iscritto alle liste di avviamento al lavoro per il settore privato, è cambiata la procedura. L’Ufficio del Lavoro della Repubblica di San Marino spiega, attraverso una circolare, che dal 2 maggio è partita una nuova procedura che dovrà essere eseguita, da parte dell’operatore economico interessato (o altro soggetto delegato) con i nuovi moduli esclusivamente tramite il Portale della Pubblica Amministrazione (Funzione Labor). Più precisamente, l’interessato dovrà cliccare sul Modulo RN “Richiesta Numerica di Personale” (attualmente disponibile al link http://www. ufficiodellavoro.sm/online/home/modulistica/ collocamentolrichiesta-

numerica.html). Dall’inizio di maggio quindi l’utilizzo da parte degli operatori economici di ogni altro modello o modalità utilizzata per la presentazione di una richiesta numerica di personale non sarà ritenuta conforme alla procedura amministrativa e quindi l’Ufficio del Lavoro - Sezione Collocamento non ne darà seguito. Vista la delicatezza e l’elemento di novità, ma anche in grande interesse per le imprese del territorio e i lavoratori, ogni informazione utile a comprendere la nuova procedura amministrativa è disponibile sul sito www.ufficiodellavoro. sm o telefonando alla Sezione Informativa Ufficio del Lavoro al numero 0549882590 o inviando e-mail a informativa.udl@ pa.sm.

nalmente e che si sta concretizzando proprio in questi mesi, ovvero quello dei giornali e dei giornalisti, che dovranno a breve imbastire il tavolo della contrattazione. La Legge approvata in Consiglio Grande e Generale prevede infatti una deroga in tal senso ai requisiti minimi, proprio per quei settori più piccoli per natura, lasciando più o meno invariati quelli per la registrazione di sindacati e associazioni di imprese, che comunque avranno un periodo transitorio di 10 anni per rientrare nelle nuove soglie di iscritti. Con questa serie di modifiche alla vecchia normativa, infatti, anche associazioni piccole ma altamente rappresentative del proprio settore di riferimento avranno la possibilità di fare un proprio contratto, così come altre associazioni si troveranno ad essere grandi e maggiormente rap-

presentative in determinati settori e per questo avranno diritto di sottoscrivere il contratto, ma al tempo stesso piccole e poco rappresentative in altri settori, in cui gli interessi sono probabilmente minori. La rappresentatività, principio democratico riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro, è in sintesi questo: si premia chi realmente rappresenta quel settore, siano essi i lavoratori occupati (e quindi i sindacati) o le imprese (quindi le loro associazioni o le coalizioni di associazioni, visto che in pochissimi settori un’unica associazione avrà da sola il 51%) che in un determinato settore hanno più iscritti e perciò hanno anche più interessi ed esperienza, ma soprattutto generano più posti di lavoro. L’obiettivo della Legge è infatti quello di agevolare, per quanto di competenza, le relazioni in-

P innevoluzione

dustriali e favorire il rilancio dell’occupazione, rilancio che passa attraverso un più generale sviluppo dell’economia sammarinese. Economia che sta lentamente cercando di ripartire e che, grazie ad esempio alle assunzioni nel settore manifatturiero, ha chiuso un 2015 finalmente con il segno positivo dopo tanti anni di rosso. Motivo per cui, dopo aver dimostrato una buona dose di concretezza sull’attesa riforma della contrattazione collettiva, dalla politica ora ci si attende la stessa speditezza nel portare a compimento tutte le altre riforme sul tavolo, dall’introduzione dell’IVA alla sostenibilità del sistema previdenziale, fino all’accordo di associazione con l’Unione Europea che permetta una sempre maggiore operatività delle imprese sammarinese sul mercato continentale. Daniele Bartolucci

Discendiamo tutti dai pesci: abitudini appetiti, difetti e capacità comuni

di Daniele Bartolucci Il muggine o cefalo è il pesce più conosciuto dei nostri mari, grazie alla sua adattabilità agli ambienti e ad ogni tipo di acqua, salata e dolce. Talmente comune che è facile pensare sia anche di scarso valore, specialmente in tavola. Invece è preda ambita dai pescatori, ma non è così semplice ingannarlo con l’esca. La sua bocca infatti è molto piccola, nonostante sia vorace e finché c’è cibo resta in zona. Tanto che

viene etichettato come lo “spazzino dei porti”, visto che si ciba anche di rifiuti. Per questo la qualità delle sue carni è spesso messa in dubbio, mentre è molto ricercata, specialmente quella del gaggia d’oro. Ma non è solo dall’uomo che si deve difendere, perché in acqua tutti i predatori lo cercano, nonostante la sua velocità e mole. Può infatti arrivare a pesare anche 4 chilogrammi per un metro di lunghezza, ma la natura insegna che c’è sempre uno più grosso di te. Forse

anche per questo il nostro non ha una tana fissa, ma si sposta in continuazione, anche per procreare: le femmine disseminano in acqua milioni di uova che vengono fecondate dai maschi e i figli sono lasciati liberi di colonizzare il mondo. E lo fanno: è un classico vederli tra le barche ormeggiate nei porti, ma oltre al mare possono risalire per diversi chilometri i corsi dei fiumi e non di rado vivono anche in laghi isolati. In definitiva ovunque c’è acqua, lui ci può essere.


S toria di imprenditori

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“Nonostante la crisi, con tenacia siamo riusciti a mantenere l’occupazione”

“Per saltare gli ostacoli ci vuole sintonia” Veronica Ercolani Volta: le analogie tra equitazione e impresa di Alessandro Carli

Donne e motori. Nessuna ironia e nessuna facile battuta: lo scriviamo in senso letterale, “alto”. Ai vertici della Ercolani Trasporti spa, storica azienda sammarinese che opera da 60 anni, c’è Veronica Ercolani Volta, una ragazza di 28 anni che assieme al fratello Andrea, gestisce un’attività che occupa 50 persone e che conta un parco mezzi composto da oltre 50 camion. Veronica ripercorre la storia dell’impresa leader nei trasporti (“Siamo partiti a metà del secolo scorso con un solo camion”) ma anche quella personale, dolorosa, che l’ha portata a diventare, nel 2010, amministratore unico. “Nell’agosto del 2009 mio babbo Massimo se n’è andato prematuramente. Avevo 21 anni, mio fratello solamente 14. Sono entrata in azienda in punta di piedi, cercando di imparare il più possibile. Ancora adesso, giorno dopo giorno, arricchisco il mio bagaglio. Mio padre ci ha insegnato ad avere un senso di responsabilità, di correttezza, ma anche di saper fare squadra”. Una squadra che, lo possiamo affermare tranquillamente, è “storica”. “Esatto – prosegue Veronica -. In azienda ci sono dipendenti che lavorano con noi da 25, 30 anni, che mi hanno aiutato ad inserirmi in un settore che era per me sconosciuto”. Le fotografie di Massimo dentro le automobili da rally e i tanti trofei presenti nell’ufficio raccontano la storia di un grande uomo. Veronica, le guarda con un sorriso:

“Non ho toccato nulla, ho aggiunto solo qualcosa di mio”. “Mio babbo mi ha sempre detto che la cosa più gratificante per un imprenditore è creare un buon clima di lavoro, accontentandosi di utili anche minimi pur di garantire un buon tenore di vita ai propri dipendenti e conservare una buona immagine dell’azienda: grande attenzione quindi per gli automezzi sempre all’avanguardia, alla qualità del servizio e al personale più che mai motivato”. E’ un discorso di cavalli Ci si può girare anche attorno per minuti e minuti, ma poi la domanda arriva. E riguarda i “motori”. Non quelli dei camion, ma quelli delle automobili rally, la grande passione di Massimo Ercolani. “Cavalli insomma, senza no-

me ma sempre di cavalli si tratta. Anche Andrea è un potenziale pilota, due anni fa, ha gareggiato nel ‘Rally Legend’ di San Marino con una ‘storica’ Opel Kadett GTE facendo riconoscere il proprio talento. È proprio vero... il dna è quello, non ci scappi!”. Uno invece, con tanto di nome, quello del suo cuore. Veronica difatti è fin da bambina appassionata di equitazione. “Vado a cavallo da 20 anni. Tutte le mattine mi sveglio molto presto per andare al maneggio ed allenarmi prima di arrivare in azienda”. Il suo partner, anzi, la sua partner da quattro anni (“L’ho presa a cinque anni, ora ne ha nove” racconta) è una magnifica cavalla olandese dal nome nobile, Bereedom Vdl. Con lei gareggia, a livelli professionistici nella

San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli a.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci d.bartolucci@fixing.sm Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm

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categoria C 135, sostenendo di fondersi in un affiatato binomio. Ma prima di affrontare la di-

sciplina sportiva, una riflessione sulla pet terapy: “Gli animali ma ancora di più i cavalli, ti responsabilizzano: un bimbo o una bimba si devono occupare del proprio animale. La loro presenza, il contatto ma anche una carezza, danno grandi benefici. I pony, per esempio, vengono impiegati anche come cura per le persone che soffrono di disturbi”. Dal pet alle gare, agli ostacoli. “A Cattolica, nel dicembre 2015, alla mia quinta gara disputata di alto livello sono arrivata prima”. E mentre sta accumulando i punti che le permetteranno di ottenere la patente di secondo grado, ci soffermiamo a parlare di ostacoli. Quelli che incontra nelle gare. “Per saltarli è necessario essere in grande sintonia con il cavallo. Per eseguirli bene

A lt(r)adefinizione

bisogna essere molto preparati e concentrati. Occorre azione, motore e impulso, direzione, determinazione, freddezza, autocontrollo e preparazione”. Un po’ come avviene in azienda. “Sì, certo, i punti di contatto tra l’equitazione e l’impresa sono tantissimi”. Stesso approccio anche se gli ostacoli sono diversi. “La forte sintonia che ho con la mia cavalla, la ricerco costantemente, anche se in maniera diversa con le persone con le quali lavoro creando delle buone relazioni”. “Abbiamo dovuto affrontare anni difficili, tante imprese del settore hanno chiuso a causa della crisi – conclude -. Con tenacia e sacrifici, ricordando sempre quello che mi ha detto mio padre, siamo comunque riusciti a mantenere sia l’occupazione che la solidità del Gruppo”.

Per condividere il significato delle parole senza dare nulla per scontato

di Pellegrino Verruso Durante gli studi universitari, a domanda precisa: “Cos’è la resilienza?”. Avrei pensato alla tecnologia dei materiali e avrei risposto: “E’ la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto”. In altre parole, è l’inverso della fragilità. Durante la vita di azienda, pensando ai filati o ai tessuti, avrei anche

potuto rispondere che si tratta dell’attitudine di questi a riprendere, dopo una deformazione, l’aspetto originale. Se la stessa domanda mi venisse rivolta oggi, in questo momento di grande precarietà, ricorderei che resilienza viene dal latino resalio, iterativo di salio, che significa saltare, rimbalzare, per estensione danzare e risponderei che la resilienza è la capacità

di un individuo di adattarsi alle avversità resistendo all’impatto senza “frantumarsi”, mantenendo e potenziando le proprie capacità affidandosi alle proprie risorse che emergono nel momento di maggiore difficoltà. La resilienza, quindi, è la capacità di superare le difficoltà e di uscirne rinforzati. Aggiungerei di non confondere la resilienza con l’invulnerabilità…


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T erritorio

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Alla 18esima Fiera agricola anche un convegno sulla “Green economy”

Incentivi, in arrivo la modifica al Decreto Procedure più semplici per l’accesso e certezza alla committenza di Alessandro Carli

Persone sedute, ma anche tante in piedi, sabato pomeriggio 30 aprile alla Casa di Fabbrica per il Convegno sulla “Green economy”, a testimoniare il grande interesse che stanno riscuotendo sul Titano i “cantieri” aperti dalla Segreteria di Stato per il territorio e presentati all’interno della cornice della 18esima edizione della Fiera agricola (sulla tre giorni, tra una settimana, i nostri lettori potranno sfogliare lo speciale di quattro pagine del Consorzio Terra di San Marino). “Ci siamo concentrati su tre progetti – spiega la Segreteria di Stato al territorio –, ovvero gli incentivi sulle energie alternative, la mobilità sostenibile e il bio e la filiera corta”. Sul primo tema è stato annunciato a stretto giro di posta (giugno) la modifica al decreto. In estrema sintesi, si introdurrà una procedura più semplice per l’accesso agli incentivi e si darà certezza alla committenza che deve affrontare tutti i lavori conoscendo la quota di incentivi a fondo perduto alla quale potrà accedere. A tal fine l’incentivo verrà approvato e accantonato in fase concessoria sulla base delle stime preliminari effettuate dal professionista, in maniera che il cliente sappia esattamente la cifra a cui avrà diritto. Si verificherà a fine lavori (tramite le fatture, i pagamenti effettuati e le contabilità di cantiere) che la cifra stanziata non sia da modificare. L’erogazione

dell’incentivo avverrà a fine lavori dopo la verifica finale di contabilità. Al tempo stesso si amplierà l’accesso agli incentivi anche agli edifici non residenziali. Per quel che concerne gli impianti fotovoltaici, com’è noto è terminato il Conto Energia ma non gli incentivi. Per gli impianti fotovoltaici di potenza nominale fino a 6 kW è attualmente richiedibile l’incentivo per mezzo di detrazione d’imposta per una percentuale pari al 50% delle spese sostenute fino ad

Fotovoltaico: detrazione d’imposta per il 50% delle spese una spesa massima complessiva di 10.000 euro, da suddividere in 10 anni con un massimo di 500 euro per periodo d’imposta. In alternativa al suddetto incentivo, l’impianto fotovoltaico, se inserito nell’ambito di una ristrutturazione volta alla riqualificazione energetica, può accedere al fondo perduto. Le imprese che installano impianti fotovoltaici possono accedere al contributo in conto interessi. In merito alla mobilità sostenibile (tema già trattato a più puntate su Fixing), spazio al “cambio” del parco auto dello Stato con un accenno a Tesla, ma anche alle “colonni-

ne” delle batterie che alimentano i motori elettrici. Durante l’incontro difatti è emerso che, “valutando eventuali sponsorizzazioni da parte di enti o società”, l’amministrazione sta progettando il posizionamento di colonnine pubbliche per la ricarica gratuita di auto elettriche con parcheggio dedicato (in centro storico, al parcheggio della funivia, nei centri commerciali) al fine di attivare un turismo legato alla mobilità elettrica e i relativi network. E’ allo studio invece una Legge per l’acquisto di auto elettriche che preveda la monofase agevolata per l’acquisto di auto a zero emissioni da parte dei privati, eliminazione del bollo, introduzione di un ecobonus per auto a basse emissioni. L’obiettivo, hanno spiegato i relatori, è di avvicinare San Marino agli standard dei Paesi europei più virtuosi ed attenti all’ambiente. Sulla carta più attinente alla location e al pubblico che ha frequentato la Fiera agricola, il bio e la filiera corta. In linea con gli obiettivi europei di “Europa 2020”, San Marino si è impegnato ad allineare la normativa interna a quella comunitaria, aggiornando e integrando il quadro vigente. Gli agricoltori, i trasformatori, gli importatori e tutti gli operatori della filiera dovranno sottostare alla normativa specifica se vorranno utilizzare, nella commercializzazione del prodotto, le diciture e i riferimenti al biologico.

G estione Rifiuti

Rubrica a cura di: Sgombero per fallimento Attenzione ai rifiuti

“Storage Wars Canada”, il popolare programma visibile sul canale Dmax, racconta una vera e propria caccia al tesoro quotidiana, cioè quella che vede coinvolti i cacciatori di affari che partecipano alle aste dei magazzini di stoccaggio. Quando si solleva una saracinesca, i contendenti hanno pochissimi istanti per valutare se davanti a loro c’è un potenziale tesoro oppure un mucchio di robaccia inutile. Capita spesso anche alla IAM srl (ma senza la telecamera della televisione), visto che siamo autorizzati e specializzati anche in questa gestione, di aprire le serrande o di entrare nei capannoni di aziende che, a causa della grande crisi internazionale che si è abbattuta anche nella nostra Repubblica, hanno dovuto “chiudere”. Tra le varie tipologie di intervento che mettiamo in campo, vi è anche quello del cosiddetto “sgombero” per fallimento. Non lo possiamo negare perché, in un certo qual modo, per noi è comunque lavoro, ma c’è sempre un pizzico di dolore quando ci chiamano per questa tipologia di intervento: vorremmo che ci fosse più stabilità imprenditoriale, e che l’economia girasse

ancora in maniera positiva. Ma, ahinoi, questa è la realtà, e quindi va affrontata, cercando di dare qualche “pillola”, qualche consiglio ai proprietari degli immobili che, oltre al danno economico (quando per un’impresa si apre il procedimento fallimentare, c’è una “coda” di voci che colpisce chi ha affittato: mensilità non riscosse, eccetera), potrebbero subire la classica beffa. Difatti, oltre ai debiti, tutto quello che si trova dentro gli stabili – e parliamo di rifiuti sia non pericolosi che pericolosi – è a suo carico. Con una certe frequenza i capannoni sono vuoti. Accade però – e non sporadicamente – che all’interno, una volta alzata la serranda o aperta la porta, ci si trovi davanti a uno spettacolo poco edificante: cataste di rifiuti mescolati e buttati alla rinfusa. Il “pericolo”, al di là dei rifiuti pericolosi, è che si rimanga incagliati in una “mal gestione” e che quindi ci sia molto storico, ovvero rifiuti che giacciono lì anche da tre o quattro anni. Lo traduco in spese da sostenere, per essere più chiaro: qualche sgombero può costare due o tre mila euro, ma si può arrivare, e lo possiamo testimoniare in prima persona, anche a 20

o 30 mila euro. Una “voce” che, lo ricordo, ricade sul proprietario. Per evitare spiacevoli sorpresa quindi il mio consiglio è, nei limiti del possibile, quello di “dare una sistemata” anche grossolana, magari raggruppando i rifiuti speciali non pericolosi secondo “tipologia”: carta con carta, legno con legno, plastica con plastica, eccetera. In questo modo, i costi vengono comunque abbattuti. In attesa di sapere se lo Stato sammarinese metterà in campo qualche normativa che tuteli i proprietari degli immobili, a questi ultimi suggerisco vivamente di stipulare un’assicurazione ad hoc che, in caso di fallimento dell’affittuario, riduca sensibilmente le spese, spesso non calcolate, del “post” chiusura. Perlomeno quelle legate alla gestione dei rifiuti. Mattia Marinelli


E conomia

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di Alessandro Carli

Nell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale (fine aprile - primi di maggio) è stato definito, tra le altre cose, anche lo spread massimo e il tasso di interesse nominale di applicarsi sino al 30 aprile 2017 ai prestiti assistiti dal contributo statale (Decreto Delegato numero 47 del 2016). “Lo spread massimo – si legge nella relazione del Segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi - è determinato tenuto conto delle finalità sociali della Legge numero 44 del 2015 e sulla base dell’andamento dei tassi effettivi di mercato comunicato da Banca Centrale della Repubblica di San Marino, sentite le associazioni di categoria del settore bancario e finanziario e le associazioni dei consumatori giuridicamente riconosciute”. In particolare, nel rispetto della Legge che prevede una differenziazione del contributo a seconda della durata del finanziamento, è stato definito lo spread massimo applicabile indicando il 4,50% per mutui di durata fino a 15 anni, il 5,25% per mutui di durata da 16 a 20 anni e il 5,75% per mutui di durata da 21 ai 25 anni. “Il Decreto Delegato – così ancora nella relazione del Segretario di Stato Iro Belluzzi - in applicazione dell’articolo 6 della Legge

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Il DD di riferimento (47/2016) è stato ratificato nell’ultima seduta del Consiglio Grande

Prestiti assistiti dallo Stato Definito lo spread massimo Oscilla tra il 4,5% per i mutui a 15 anni e il 5,75% per quelli tra 21 e 25 anni numero 44 del 2015 modificato dall’articolo 20 della Legge di Bilancio numero 189 del 2015, visto quanto comunicato da Banca Centrale, indica il tasso effettivo medio pari a 4,5872% che permette di determinare l’importo del contributo statale per mutui stipulati, sia tasso fisso che variabile per l’anno 2016. Per quel concerne invece le “Emissione di titoli del debito pubblico – Repubblica di San Marino, tasso misto con cap, 31 maggio 2026” rimandiamo il lettore al Decreto Delegato numero 48 del 2016 scaricabile sul sito del Consiglio Grande e Generale e ratificato sempre nell’ultima sessione consiliare non prima di soffermarci su alcuni aspetto, ovvero sulle caratteristiche. Quelli emessi dallo Stato sono titoli del debito pubblico a tasso misto, fisso per i primi

2 anni e variabile per i successivi 8 anni fino alla scadenza, con applicazione di un massimo (cap) al tasso variabile riconosciuto, con pagamento periodico di interessi in forma di cedole semestrali posticipate e con rimborso del capitale in un’unica soluzione alla scadenza, ovvero anticipatamente, in caso di esercizio della facoltà di rimborso anticipato totale o parziale da parte dell’Emittente, l’Eccellentissima Camera della Repubblica di San Marino. Il valore nominale complessivo massimo dell’emissione è stata stabilita in 10.000.000 euro, il valore nominale unitario del titolo non frazionabile 1.000 euro. Il numero massimo di titoli oggetto di emissione è di 10.000; la data di godimento iniziale è stata fissata al 31 maggio 2016; quella di scadenza al 31 maggio 2026 (du-

rata 10 anni). Il prezzo di emissione è del 100 per cento del valore nominale unitario, così come il prezzo di rimborso a scadenza. Due le date di pagamento della cedola: 31 maggio e 30 novembre di ogni anno di durata dell’emissione, o, se non lavorativo, primo giorno lavorativo immediatamente successivo, senza riconoscimento di alcuna maggiorazione di interessi. Il tasso cedolare nominale annuo lordo è così stabilito: tasso fisso per le prime quattro cedole semestrali pari al 2,00 per cento annuo lordo; tasso variabile per le successive cedole semestrali fino alla data di scadenza pari al tasso Euribor 6 mesi (base 360) aumentato di uno spread positivo pari all’1,50 per cento su base annua, con tasso corrisposto comunque non inferiore allo 0 per cento

e non superiore al 4,50 per cento su base annua. “Banca Centrale della Repubblica di San Marino – così chiarisce la relazione che ha accompagnato la ratifica del Decreto Delegato - assume la qualità di agente pagatore, interviene per conto dell’Ecc.ma Camera nel regolamento delle operazioni di sottoscrizione, di pagamento delle cedole e di rimborso dei titoli del debito pubblico. Banca Centrale assume inoltre il ruolo di agente di calcolo ai fini della determinazione del tasso di cedole semestrali variabili”. I titoli del debito pubblico sono emessi e circolano ‘al portatore’ e sono gestiti in regime di dematerializzazione ai sensi del Decreto Legge 21 gennaio 2016 n. 4. E’ affidato sempre a Banca Centrale il servizio di gestione accentrata dei titoli de materializzati.

F isco

Scadenze del mese

Riepiloghiamo le principali scadenze fiscali di questo mese: entro il 9 maggio va depositato presso la Cancelleria il bilancio civile e la nota integrativa delle società dell’anno precedente (L. 47/2006). Medesima deadline, in Tribunale, per il bilancio e il prospetto riassuntivo di finanziamenti e impieghi. Entro il 31 maggio invece troviamo l’approvazione del bilancio civile dell’anno precedente (L.47/2006) e la presentazione della dichiarazione dell’imposta sulle assicurazioni e versamento del relativo conguaglio (Legge 150/2012 e DD 89/2013).

Radio 24 News - “Cuore e denari”

Telemarketing, Busia: “Ecco perché il registro opposizioni non funziona” Radio 24 Il Sole 24 Ore www.radio24.ilsole24ore.com

Il registro delle opposizioni, che dovrebbe difendere i cittadini dalle chiamate indesiderate a fini commerciali, è nato con due “peccati originali”. Così Giuseppe Busia - Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali - ha presentato, intervenendo alla trasmissione “Cuore e denari” condotta da Nicoletta Carbone e Debora Rosciani su Radio 24, quelle che sono a suo parere le criticità di questo strumento, e i possibili miglioramenti auspicati dal Garante stesso. “Il registro delle opposizioni è nato con una legge che ha rovesciato l’onere in capo al consumatore e a vantaggio di chi chiama. Prima dell’istituzione per potermi chiamare a

casa era necessario avere un mio espresso consenso, attraverso l’istituzione si è detto ‘se vuoi evitare che ti chiamino sei tu a doverti iscrivere’” ha sottolineato. Il Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali , durante il suo intervento ha evidenziato la scarsa incidenza del Registro sul numero complessivo delle linee telefoniche italiane: “Su oltre 115 milioni di linee telefoniche attive - comprendendo anche quelle mobili - negli elenchi ci sono solo 13 milioni di linee fisse, e queste sono le uniche a potersi iscrivere al Registro. Di queste, oltretutto, solo l’1 o il 2% si sono iscritti, è chiaro che in questo modo non possa funzionare”.

Tra le cause dei disagi arrecati dal telemarketing, però, Giuseppe Busia riscontra anche una “disattenzione generale” da parte dei cittadini: “Troppo facilmente diamo il consenso senza pensarci e senza leggere informative troppo lunghe. In questi casi - ha concluso - autorizziamo gli operatori a chiamarci anche se ci siamo iscritti al Registro delle opposizioni”.


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Aultura C ttualitàd’impresa

R omagna già avanti A Rimini già tre progetti finanziati. E Cesenatico apre i bandi specifici

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I primi 8 progetti finanziabili: dall’Oratorio Valloni ai siti archeologici di Domagn

Nuovi Mecenate cercans

Sulla falsariga dell’Art Bonus italiano, anche il Governo sammarinese pu interessanti: si potrà portare in deduzione il 200% di quanto erogato. Il di Daniele Bartolucci

Anche nella vicina Rimini l’Art Bonus inizia a fare effetto: con un finanziamento di 710.000 euro Sgr Rimini ha contribuito alla realizzazione di tre progetti del Comune di Rimini destinati alla riqualificazione di tre luoghi simbolo della Città di Rimini come la piazza Malatesta, l’area del Ponte di Tiberio, la Biblioteca Civica Gambalunga. Una compartecipazione che per la prima volta a Rimini ha raccolto e attuato le opportunità dell’ Art Bonus, il sistema premiante introdotto dal Governo per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura e per consentire ai cittadini e alle imprese di contribuire alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della propria città acquisendo nel contempo un credito d’imposta dallo Stato. “Un’opportunità – ha detto il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi – che mette a sistema, finalmente all’altezza dei tempi, un modo nuovo di concepire il rapporto tra pubblico e privato a favore della cultura nella città di Rimini e che ha trovato nei fatti un partner importante come Sgr che ringraziamo”. “Per il nostro Gruppo – afferma Micaela Dionigi, Presidente di SGR - si tratta di un impegno che non vuole essere assolutamente sporadico, come testimonia la nascita del progetto SGR per la cultura, creato per accompagnare le nostre attività in ambito culturale negli anni a venire”. “Finanzieremo con 710.000 euro – ha detto Demis Diotallevi, Vicedirettore Generale di SGR – gli interventi di riqualificazione che restituiranno alla città spazi maggiormente fruibili e notevolmente valorizzati. La città di Rimini è nel DNA del Gruppo ed il nuovo progetto SGR per la cultura rafforzerà ancora di più questo rapporto”.

L’intervento finanziario di Sgr è relativo ai costi per gli scavi archeologici di Piazza Malatesta, per la realizzazione di un giardino e un percorso archeologico nell’area del Ponte di Tiberio e per il sostegno alla Biblioteca Gambalunga, sia attraverso un intervento di riqualificazione energetica e miglioramento funzionale sia attraverso un sostegno alla sua attività. “Si tratta di interventi - chiosa Bruno Tani, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo SGR – a cui teniamo moltissimo e che testimoniano ancora una volta la volontà di migliorare la vita di tutti i giorni dei cittadini e dei turisti che frequentano la riviera adriatica, offrendo servizi di livello europeo. Volevamo festeggiare adeguatamente i nostri 60 anni: crediamo di avere individuato correttamente le iniziative da sostenere. In periodi di grande difficoltà e scarse risorse per le amministrazioni locali, ci fa molto piacere poter dare una mano”. Nel frattempo, anche a Cesenatico arriva l’Art Bonus: la Giunta comunale ha infatti individuato 3 destinazioni che potranno usufruire dell’Art Bonus. Si tratta degli interventi di manutenzione straordinaria e restauro dei siti archeologici e monumentali delle fornaci romane di Ca’ Turchi, del Parco della Rocca e della piazzetta delle Conserve; degli interventi destinati alla digitalizzazione e fruizione tramite internet del patrimonio fotografico e multimediale conservato dagli istituti culturali del Comune di Cesenatico; degli interventi destinati alle attività didattiche da svolgersi a favore delle scuole locali e riferite ai beni culturali del territorio comunale (musei, siti archeologici…).

Recuperare e valorizzare il grande patrimonio storico, culturale e artistico di San Marino, rendendo più semplice e vantaggioso per il privato mettere a disposizione le risorse economiche, trasformando queste elargizioni in veri e propri investimenti sul territorio legando il proprio nome ad un bene dall’inestimabile valore identitario, per la comunità e per le imprese stesse. Se la storia millenaria della più antica Repubblica del mondo è un valore straordinario per la comunità sammarinese, il patrimonio artistico e culturale dello Stato, se ben valorizzato, può sicuramente rappresentare un plus per sviluppare gli asset strategici, in primis il turismo. “Abbiamo tantissimi siti e opere capaci di intercettare l’interesse del pubblico locale e internazionale”, spiega il Segretario alla Cultura, Giuseppe Maria Morganti, “ma resta il problema delle risorse per renderli fruibili”. Primo obiettivo: trovare le risorse necessarie Come detto, poche risorse pubbliche disponibili, un problema acuito dalla crisi economica, che si è tradotta anche in minori entrate per lo Stato: “Nell’ottica di una spending review comunque necessaria a tutti i livelli, abbiamo comunque evitato tagli all’Istruzione, ma per la cultura e, in particolare per le ristrutturazioni, i restauri e le opere di valorizzazione dei siti archeologici, le risorse sono pochissime. Non che prima fossero enormi”, ammette Morganti, “ma oggi non permettono di mettere in cantiere grandi progetti”. Di qui l’idea di coinvolgere maggiormente il mondo privato, prima con i “bandi per progetti creativi” perché associazioni e imprese possano recuperare e gestire alcuni spazi e luoghi dall’alto valore storico, culturale e artistico, quindi con uno specifico intervento normativo per raccogliere le risorse necessarie ai piccoli e grandi progetti dello Stato. “L’art bonus

promosso in Italia dal Ministro Franceschini è molto interessante e i risultati stanno arrivando. A San Marino l’intervento è molto diverso e si chiama “Pro Cultura”. L’idea è quella di dare finalmente ai privati, cittadini o imprese, la possibilità di de-

durre dal reddito imponibile le donazioni a favore di progetti di recupero, conservazione e valorizzazione dei beni culturali. “Una possibilità che il nostro ordinamento, purtroppo, non prevedeva per le imprese” ammette Morganti. “Di-

co purtroppo perché probabilmente quando le risorse c’erano e l’economia andava meglio di oggi, qualche progetto in più si sarebbe potuto realizzare anche in ambito culturale. Ma resto ottimista, e sono convinto che grazie a questa


C ulturaA d’impresa ttualità

FIXING - Anno XXIV XXII -- n.22 n.18 -- Venerdì Venerdì 66 Giugno Maggio2014 2016

nano e di Montecerreto, fino alla Carrozza Reggenziale del treno bianco-azzurro

si: pronto il “Pro Cultura”

unta a coinvolgere il privato concedendo loro agevolazioni fiscali molto Segretario Morganti: “Il 34% per le imprese, fino al 70% per i privati”

nuova opportunità non mancheranno gli investimenti”.

Deduzione raddoppiata rispetto all’elargizione Il progetto Pro Cultura, come

ha spiegato Morganti è stato approvato in via definitiva dal Consiglio Grande e Generale con la ratifica del Decreto Delegato 24 febbraio 2016 n. 19, in particolare dell’art. 6, che ha aggiunto un articolo 60-bis alla Legge di riforma fiscale, la 166 del 2013 sull’Imposta Generale sui Redditi. “L’ambito in cui si interviene è prettamente fiscale”, rileva Morganti, “per cui il vantaggio che abbiamo deciso di creare è di questa natura”. Di quanto stiamo parlando? “La persona fisica o giuridica che eroga la donazione a favore dei progetti che individueremo di anno in anno, ha facoltà di dedurre dal proprio reddito il 200% dell’importo in denaro o del valore normale dei beni o delle prestazioni oggetto di

donazione, il doppio di quanto erogato”. Ciò significa che le imposte da pagare subiranno una riduzione in proporzione all’aliquota che si deve corrispondere. “Per le imprese di fatto il ‘risparmio di imposta è del 34% per le persone fisiche può raggiungere anche il 70%”. Progetti prestabiliti e risorse “bloccate” Come funziona quindi il Pro Cultura e cosa possono finanziare i privati? “Stiamo concludendo l’elaborazione del Regolamento, in cui sono fissati alcuni principi”, annuncia il Segretario Morganti. “Quello più originale è che le risorse incamerate dallo Stato verranno legate, indissolubilmente, al progetto scelto dal cittadino o dall’im-

presa. In pratica lo Stato si impegna a utilizzarle solo a per quel bene. Questo perché si arrivi sempre a completare i progetti ideati così da non tradire la fiducia di quanti faranno donazioni”. Non solo, “La Segreteria di Stato si impegna ad aggiornare le informazioni relative allo stato di avanzamento della raccolta delle donazioni, ai finanziatori che contribuiscono al progetto, allo stato di avanzamento del progetto”. E “monitoreremo con regolarità l’andamento delle donazioni per ciascun progetto prioritario per darne informazione ai donatori e alla collettività in un’ottica di piena osservanza del principio di trasparenza”. I primi otto obiettivi mecenati cercansi Come detto, ogni anno, “la Segreteria di Stato Istruzione e Cultura pubblicherà sul suo proprio sito web e attraverso altri organi d’informazione l’elenco dei progetti finanziabili, accuratamente descritti attraverso una scheda tecnica che evidenzia lo stato di fatto, la storia del bene culturale, l’intervento da eseguire, i fondi necessari”, spiega Morganti. “Siamo partiti dai progetti in corso,

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coinvolgendo la Commissione per la Conservazione dei Monumenti e degli oggetti di Antichità e d’Arte per individuare un primo elenco per il 2016. I progetti finanziabili saranno quindi otto”, annuncia Morganti, “ed essi riguardano sia siti che opere d’arte e strutture architettoniche”. L’elenco completo, che sarà inserito nel Regolamento citato, è il seguente: Oratorio Valloni-Chiesa San Giovanni, Complesso monumentale dei Mulini di Canepa, Sito archeologico di Domagnano Paradiso, Santuario rupestre della Tanaccia, Percorso di accesso al sito archeologico di Montecerreto, Organo chiesa di San Francesco, Carrozza Reggenziale Treno bianco-azzurro ed Ex-chiesetta di Sant’Anna. “Come è facile intuire ci sono progetti grandi ed altri più piccoli, comunque ognuno legato a luoghi e zone diversi, che speriamo incontrino l’interesse di tanti e si possano recuperare per tutti le risorse necessarie. Siamo fiduciosi”, auspica infine Morganti, “che i sammarinesi sapranno cogliere questa opportunità di dare un contributo sostanziale alla valorizzazione del proprio territorio, al di là del vantaggio fiscale”.

IIntalia, il bilancio provvisorio del Governo Renzi L ’idea di Cucinelli 15 mesi ben 790 “mecenati” hanno finanziato subito Ai dipendenti un bonus 225 enti pubblici per un totale di 34 milioni di euro Dopo aver lanciato l’Art Bonus nel 2014, il Ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, ha iniziato a raccogliere i primi risultati e subito 790 mecenati hanno risposto in massa all’appello in soccorso della cultura, donando ben 34 milioni nei primi 15 mesi. Cifra che il Ministero punta a raddoppiare grazie all’interesse di sempre più enti locali che non hanno effettivamente le risorse per realizzare tanti progetti, e le imprese, avvantaggiate dagli sgravi fiscali del 65%. In Italia, dopo anni di polemiche sul patrimonio artistico un po’ abbandonato a se stesso (o allo Stato che non sempre riesce a farsene carico), pubblico e privato hanno trovato finalmente un accordo, introducendo il principio per cui, oggi, “restaurare conviene”. La versione contemporanea di Mecenate è attratta dal beneficio fiscale, la detrazione del 65%, sulle erogazioni in denaro a favore di monumenti, istituti, biblioteche, teatri pubblici. A comunicare i dati è stato qualche settimana fa il

Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, insieme con il sindaco di Torino e presidente dell’Anci, Piero Fassino: gli enti beneficiari delle erogazioni liberali sono stati 225, di cui 134 comuni, 16 teatri di tradizione, 11 fondazioni lirico-sinfoniche. “Per introdurre la cultura del mecenatismo nel nostro Paese serve tempo, ma i risultati dell’Art Bonus per noi sono straordinari – ha commentato Franceschini -. In una fase sperimentale e senza la minima promozione ci sono state piccole e medie donazioni”. Infatti, ad eccezione di Unicredit che ha donato milioni di euro per l’Arena di Verona non c’è stata una ressa da parte delle grandi aziende. Per

questo il Governo (come ha “stabilizzato l’Art Bonus al 65% e reso permanente, quindi le grandi imprese non hanno davvero più alibi”. Secondo i dettami della cultura d’impresa “la valutazione sull’impatto sociale di una grande impresa va misurato anche in base a quanto dona per il recupero e la tutela del patrimonio”. I moderni epigoni di Mecenate sono stati prevalentemente persone fisiche (il 73%), seguite dalle imprese (20%) e dagli enti (6%). Le persone fisiche hanno donato in media 1670 euro, le imprese 167.290 euro e gli enti 132.152 euro. Tra gli interventi finanziati c’è quello per l’Arena di Verona (costo complessivo 14 milioni) per il quale Unicredit

ha versato 7 milioni. Ma anche quello per la basilica della Santissima Annunziata. E, sempre a Firenze, alcune sale degli Uffizi sono state riallestite grazie alla donazione di 600 mila euro del Gruppo Ferragamo. In provincia di Lecce, rinascerà l’abbazia di Santa Maria di Cerrate. Come detto il Governo si attende molto di più: “Siamo solo alla punta dell’iceberg”, ha commentato Franceschini, che ha ricordato come bisognerà attendere le dichiarazioni dei redditi per conoscere i dati che potrebbero essere di tre, quattro volte superiori. Se poi ci fossero anche le grandi imprese sarebbe un successo senza precedenti, di qui l’appello del premier Matteo Renzi agli industriali: “Investite in cultura, perché la nostra ricchezza che ci rende una superpotenza è la cultura che è stata sviluppata con i mecenati, cioè con quegli imprenditori del passato che hanno sentito il dovere di restituire parte dei loro beni realizzando quanto ci è invidiato da tutti”.

per libri, musei e teatro

Oltre all’Art Bonus vero e proprio, ce ne sono – per fortuna – anche altri di portata più piccola, ma non per questo meno importanti. Emblematico il caso di Brunello Cucinelli, che ha promosso un bonus cultura tra i suoi dipendenti. Alla vigilia della Pasqua, ha convocato i collaboratori (non i giornalisti e le tv, ndr) e ha fatto l’annuncio: “Da oggi le spese per libri, cinema, teatro e gite al museo verranno interamente rimborsate dall’azienda”. Il benefit prevede un fondo di 500 euro per i single e 1.000 euro per chi ha famiglia. Per usufruirne basterà portare in azienda lo scontrino e tutte le spese e le attività culturali verranno

rimborsate. Un’idea forte coerente con la filosofia del manager italiano, ormai considerato nel mondo un esempio tangibile di un nuovo umanesimo, al pari del compianto Michele Ferrero, altro grande pioniere della cultura d’impresa. L’imprenditore umbro è stato infatti tra i primi a sollevare il problema della dignità del lavoro dell’operaio “oggi non adeguatamente riconosciuto e sottopagato”, per questo nell’intenzione di Cucinelli “il bonus cultura contribuisce anche a incentivare la riscoperta dell’immenso patrimonio culturale e artistico italiano” e contribuisce all’evoluzione dell’artigiano: “Perché la creatività è dove c’è bellezza”.


A ttualità

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FIXING - Anno XXII - n.22 - Venerdì 6 Giugno 2014

Mazzoni, mi manda il Divin Poeta Nel 1921 San Marino gli conferì la cittadinanza onoraria per acclamazione. Oltre a due distici intensi dedicati al Titano, dal fronte elogiò il lavoro fatto dal “personale di San Marino” nell’ospedale di guerra di Alessandro Carli

Il rapporto tra il Sommo Poeta Dante Alighieri e la Repubblica di San Marino parte da molto lontano. Mentre è partita il 20 aprile la decima edizione del “Mese Dantesco”, il tradizionale ciclo di quattro conferenze letterarie promosso dalla Associazione Sammarinese Dante Alighieri, nell’elenco cronologico delle persone ascritte alla cittadinanza onoraria di San Marino emerge una figura di spicco, il professor Guido Mazzoni (Firenze, 12 giugno 1859 – Firenze, 29 maggio 1943), patriota, politico italiano ma soprattutto docente, legato alle opere dell’Alighieri e, chiaramente, al Titano. Vita, studi e libri di Guido Mazzoni Nel 1887 Guido Mazzoni, ventottenne, vinse il concorso per una cattedra di letteratura italiana all’Università di Padova, non senza polemiche. Accese polemiche che “il giovane professore fiorentino troncò rapidamente, conquistando di slancio colleghi e scolari” (così si espresse il Folena). Nel 1892 pubblicò la prima edizione del fortunato “Avviamento allo studio critico delle lettere italiane” (Verona-Padova, Drucker), la cui terza edizione, emendata e accresciuta dal 1907 con appendici di Pio Rajna (Testi critici), di Giuseppe Vandelli (Il testo dei Reali di Francia, L’Edizione critica della Divina Commedia) e in seguito del Mazzoni stesso, fu edita a Firenze da Sansoni nel 1923. Nel 1894 passò al R. Istituto di Studi Superiori pratici e di perfezionamento in Firenze, ricoprendo la cattedra rimasta vacante per la prematura morte di Adolfo Bartoli. Il 3 novembre di quell’anno tenne il discorso inaugurale nell’Aula Magna intitolato “Della storia letteraria”: “Armati del metodo storico, e col proprio gusto [...] moveremo sicuri, non cavalieri erranti, sì civili esploratori, tra le boscaglie e le rovine del tempo,

in cerca della verità”. Pagine poi rimeditate, sul piano del metodo, un trentennio dopo discutendo le critiche mosse da Benedetto Croce al vallardiano Ottocento: “Concepisco questa, la storia letteraria, come un’esposizione precisa e documentata delle relazioni corse tra le singole opere di una data arte in una data età, e tra esse opere e l’età medesima [...]; relazioni tra le opere d’arte e le condizioni, le idee, i gusti, della società in cui nacquero: dentro la quale sistematica esposizione devono essere intese e valutate esteticamente quelle singole opere che per la loro bellezza o per la loro fortuna risultino le massime o le più caratteristiche produzioni dell’arte in quell’età”. Della didattica di Mazzoni negli anni fiorentini ha trasmesso un ricordo vivo un suo scolaro, Luigi M. Personè: “Non faceva una lezione ordinaria. Teneva una conferenza di un brillantio inusitato per un professore universitario. Su Michelangiolo, sul Leopardi, sul Foscolo. Parlava con la gradevolezza e la scioltezza di un Innocenzo Cappa, oratore strepitoso. Guido Mazzoni, più elegante, quasi profumato”. Nel 1897 divenne segretario dell’Accademia della Crusca, di cui fu presidente dal 1930 al 1942, mentre dal 1910 fu senatore. Se nel 1907 venivano pubblicate con prefazione e puntuali note di Mazzoni le goldoniane memorie riprodotte integralmente dalla edizione originale francese (Firenze, G. Barbèra, 2 voll.), nel 19111913 vedevano luce per Vallardi i due ponderosi volumi dedicati al già ricordato Ottocento, frutto metodologico rigoroso della cosiddetta scuola storica: volumi ridisegnati dall’autore per l’edizione 1934 e ristampati, rivisti e aggiornati, anche dopo la morte dello studioso. Durante la prima guerra mondiale, a cinquantasei anni, Mazzoni andò volontario

al fronte, dopo che il figlio Carlo, ufficiale degli alpini e medaglia d’argento al valor militare, era stato fatto prigioniero dagli austriaci. Un olio su tavola di Alessandro Milesi ritrae Guido Mazzoni con la divisa da ufficiale degli alpini. Dal 1920 Mazzoni fu socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei di Roma e dal 1927 Socio nazionale della medesima accademia. Dal 1931 al 1943 fu presidente della Società Dantesca Italiana. Autore di acuti saggi su Dante li raccolse nel volume “Almae luces, malae cruces” (Bologna, Zanichelli,1941). Il 27 aprile 1899, in Firenze, proprio Guido Mazzoni aveva iniziato la bellissima Lectura Dantis nella chiesa di Orsanmichele. Nel 2012 - quasi a voler rimarcare il suo impegno costate per le opere del Divin Poeta - è stata fondata a Firenze l’Associazione Guido e Francesco per gli studi medievali e danteschi. Guido Mazzoni e San Marino Il libro “Guido Mazzoni: cit-

tadino onorario della Repubblica di San Marino”, scritto da Onofrio Fattori e custodito all’interno della biblioteca di Stato, recupera con grande minuzia e attenzione il rapporto tra lo studioso fiorentino e il Titano. Il 30 settembre del 1894, scrisse Giosuè Carducci, si apriva “alla solennità degli offici la sede nova della Repubblica” e si “inaugurava la nuova Era della sua Storia” (Palazzo Pubblico, ndr). Il 27 agosto dello stesso anno Guido Mazzoni scrisse due distici dedicati a San Marino: “Abbiansi gli altri il piano che tutto di messi biondeggia; / la facil copia tu de’ fratelli ammiri / ma non invidii. A te su le ardue balze, ne’ tempi / più raro frutto la Libertà matura”. Queste parole furono accompagnate da una breve prefazione: “Alla festa di codesta Repubblica, che ogni italiano non può non ritenere un onore per la penisola nostra, vorrei recare miglior fiore che non i quattro versi che qui unisco. Mi scusino della pochezza dell’offerta”. L’orazione con la quale il Car-

ducci in quel 30 settembre consacrava la storia della “antica repubblica, virtuosa, generosa, fidente”, vero inno alla libertà perpetua che destò l’ammirazione universale, non venne accolta dal Mazzoni nelle varie edizioni dell’Antologia carducciana. Ma, scrive il Fattori, ha fatto di meglio: “Ha dettato un commento estetico di questo magistrale discorso e di altri due discorsi, quello pronunciato il 1 ottobre seguente da Marino Fattori sulle buone leggi e sui buoni costumi, che è una disamina della nostra Costituzione, e dell’altro recitato tredici anni appresso da Giovanni Pascoli ‘Alla gloria di Giosuè Carducci e di Giuseppe Garibaldi’. Una trilogia (…) utile agli studiosi delle cose nostre”. Dal fronte, il Mazzoni, Tenente degli alpini presso il comando della 26.a Divisione in Zona di guerra, in un breve scritto inviato dal fronte in data 25 gennaio 1917, plaudiva “ai gagliardi San Marinesi” che riscattavano la bandiera della prima Legione Garibaldina del MDCCCXLIX, “perforata da quello stesso piombi austrico che allora uccideva gl’indomiti nostri fratelli e che inviavano un ospedale di guerra, con personale di San Marino, in soccorso ai prodi feriti”. Nel maggio del 1919 il Mazzoni si rallegrava “delle pagine che così nobilmente ricongiungono le alte memorie dalmate con le Sammarinesi”, formando l’augurio che l’isola di Arbe permanesse unita alla Madre – Patria Italia”. Nel carteggio che intrattenne per molti lustri con le autorità e gli amici del Titano, si trovano con grande frequenza espressioni di grande e profondissimo affetto per la “anche sua Repubblica”. Con un senso di nostalgia per il Monte, inviò anche questi versi così toccanti e sinceri: “Forse non m’avverrà che a te rimonti /Arduo Titano, dove l’uom s’acquista / lena al polmone, e ammira,

di tanta vista / di terra e mare, ludici orizzonti; / ma sempre che lo spirito mi s’adonti / de’ rei costumi, fra la gente trista / mal battezzata in San Giovanni Battista, / tornerò, per placarmi, a’ tuoi racconti”. Parole bellissime, che risuonano ancora più intime in quanto scritte da un non sammarinese. Parole bellissime di un percorso di studi che lo vide impegnato per molti anni nell’opera di Dante. E lo Stato gli riconobbe talento, amore e affetto. Il Consiglio Grande e Generale con Senato - Consulto, il 13 ottobre dal 1921, “in segno di vivo gradimento per la sua nobile solenne orazione in commemorazione del Divino Poeta” gli conferì, per acclamazione, la cittadinanza onoraria decretando la stampa del discorso a cura e spese dello Stato. La risposta che scrisse il Mazzoni al Consiglio tocca corde altissime: “Il Diploma di Cittadino Onorario di Codesta antichissima e italicamente nobilissima Repubblica resterà documento di un onore che mi è caro altamente, sebbene io lo reputi superiore d’assai al merito mio”. Ma già ad agosto del 1921 il Mazzoni era stato segnalato alla riconoscenza del Governo Sammarinese per l’assidua autorevole opera data, in collaborazione con il Venerando Luigi Luzzatti, a patrocinio della causa di San Marino mediante la quale soltanto, scrive il Fattori, “si riusciva a far approvare senza discussione dalla Camera Alta le due Convenzioni Addizionali 5 febbraio 1920 e 24 giugno 1921, intese a sistemare le più gravi necessità del momento e a risanare più stabilmente il bilancio della Repubblica”. Il 25 novembre del 1922 infine, “d’incarico dell’Ecc.mo Governo, degnamente rappresentava la Repubblica ai solenni funerali” dell’insigne statista “Sidney Sonnino”, e ne dava relazione ufficiale.


S peciale Cultura

FIXING - Anno XXIV - n.18 - Venerdì 6 Maggio 2016

E’, per dirla alla maniera del poeta sammarinese Checco Guidi, “Un granel ad sabia”. Dieci anni (quelli della rassegna “Mese Dantesco”, il ciclo di conferenze dell’Associazione Sammarinese Dante Alighieri) contro i secoli che ci separano dalla scrittura dell’opera (composta, secondo i critici, tra il 1304 e il 1321) sembrano un’infinità. Eppure è anche grazie al lavoro dell’Associazione che i nostri cittadini hanno la possibilità di riscoprire la grande modernità di pensiero del Divin Poeta. In attesa dell’ultimo incontro del cartellone di quest’anno, il 10 maggio al Cinema Concordia con Luca Pasquale che esplorerà “L’opera di Dante nel Cinema Italiano”, ripercorriamo due appuntamenti che fanno ben capire la raffinatezza di pensiero dell’Alighieri. Il primo appuntamento della rassegna ha visto il professor Maurizio Gobbi – che, come non ha mancato di sottolineare il Presidente della Dante Franco Capicchioni, è una “vera e propria colonna”– tenere un’interessante conferenza su un canto, poco noto ma estremamente significativo per i rapporti tra la poesia dantesca e la storia locale romagnola: Purgatorio XIV. Protagonisti di quello che – insieme ai celeberrimi Inf., Purg. e Par. VI – è uno dei canti politici per eccellenzadell’opus magnum dell’Alighieri, sono due nobili romagnoli: Guido del Duca, giudice ravennate, e Rinieri da Calboli, podestà di varie città della penisola, puniti nella seconda cornice del Purgatorio, dove espiano il loro peccato gli invidiosi, che, se in vita scrutarono astiosamente il prossimo, ora si aggirano ciechi, con le palpebre cucite. Se nella prima parte del canto Dante rimprovera aspramente il malcostume della valle dell’Arno – i cui abitanti sono stati tramutati in belve dalla forza abbruttente del peccato –, nella seconda si scaglia contro la Romagna del suo tempo e contro i suoi abitanti, che – imbastarditi dalle tre grandi colpe che, per dirla con Ciacco (Inf. X) hanno acceso i cuori dei cives (superbia, invidia e cupidigia) e corrotti dai “subiti guadagni” della mercatura – hanno dimenticato il loro glorioso passato di nobiltà e cortesia. Dante, agguerrito laudator temporis acti al tramonto del Medioevo ma anche ispirato profeta civile, inveisce con toni di fuoco contro la distruttiva invidia e l’ingegnosa fraudolenza della borghesia mercantile (che, egoista e

La grande attualità del pensiero del Poeta Fiorentino anche a San Marino

Intrallazzi politici e amori, ieri come oggi Decimo anno della rassegna “Mese Dantesco” organizzata dall’ASDA litigiosa, lotta senza esclusione di colpi per la supremazia economica e politica) nonché contro l’insaziabile sete di potere e la crudele avidità

della classe dirigente toscana e romagnola, inestirpabili disvalori, questi, incarnati dal nipote degenere di Rinieri, Fulcieri da Calboli.

Rimpiange, invece, l’antica rettitudine delle famiglie gentilizie e, soprattutto, in un afflato di elegiaca nostalgia, gli splendori morali ed esteti-

ci – compresi gli onorevoli divertimenti dei tornei e delle liete brigate – di quell’universo cavalleresco ormai scomparso.

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Un’analisi, quella del professor Maurizio Gobbi, che ha non ha mancato di mettere in luce l’immensa attualità della galvanizzate tensione politico-morale di Dante Alighieri, che, con toni così ispirati e violenti da sconfinare nella profezia, rinnova nel lettore di ogni tempo la sete di giustizia, l’indignazione per la corruzione della mala politica, l’aspirazione all’armonia civile e l’amore – giustamente critico e passionale – per la cosa pubblica. Non poteva poi mancare l’amore, quello più celebre: in occasione del terzo appuntamento difatti il professor Ferruccio Farina ha trattato l’amore, entrando in “Francesca da Rimini, un mito senza confini: oltre Dante, oltre la Commedia”. Uno dei personaggi più amati, affascinanti e celebri di tutta l’opera dantesca: la figlia di Guido da Polenta, sposa di Gianciotto Malatesta e amante del fratello di lui, il cui tragico e fatale amore il Sommo Poeta immortalò nel quinto canto dell’Inferno. “Francesca da Rimini – ha spiegato Ferruccio Farina - è tra i miti più diffusi, popolari, radicati e longevi della cultura occidentale. A lei, a partire dalla fine del Settecento, una schiera di oltre mille artisti, tra i quali basti ricordare Byron, Pellico, Boker, D’Annunzio, Ingres, Scheffer, Rodin e Tchaikovsky, ha dedicato opere in ogni forma d’espressione e in ogni lingua: poesie, commedie, tragedie, melodrammi, film, musiche, dipinti, sculture e incisioni. Opere, spesso, di grande valore e di grande successo che, in due secoli, l’hanno trasformata nell’immaginario collettivo da peccatrice in eroina, da adultera in vittima di un inganno nuziale e di intrighi di potere, fino a farne il simbolo della fedeltà eterna al primo amore e della passione che tutto vince. Un’eroina, un personaggio letterario che, dalla prima opera a lei dedicata da un giacobino errante, vive di vita propria fuori dalla Commedia attraversando con fascino costante le mode e le sensibilità che mutano. Indiscussa icona dell’amore e del bacio, ha commosso i romantici d’ogni paese, ha infiammato i patrioti e i libertari di ogni continente, ha accompagnato e ancora accompagna le pulsioni degli innamorati d’ogni età. Un mito ha concluso il professor Farina - che sa affermare ancor oggi valori positivi: la bellezza, l’amore eterno, la fedeltà, la libertà e il rispetto della vita, della persona e dei sentimenti”.


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E’ ancora negli occhi e nelle orecchie della platea di Villa Manzoni la serata, organizzata da Ente Cassa di Faetano – fondazione Banca di San Marino che ha visto salire in cattedra il professor Franco Nembrini, impegnato – era il novembre del 2014 - in “Ad Sidera: Dante e l’Inferno”. Tra i passaggi più sentiti, il suo primo incontro con il poeta fiorentino: “A 11 anni ho dovuto lavorare come garzone in un negozio. Avevo legittime ragioni per essere in difficoltà: la malattia del papà, la condizione della mia famiglia, la fatica del lavoro. Era molto tardi, mi avevano chiesto di scaricare fuori orario un camion con delle casse di acqua e di vino. Piangevo, alle 11 di sera, mi si chiede di fare un’ulteriore fatica, ero lontano da casa, la nostalgia… A un certo punto, mentre portavo le mie casse su questa ripida scala che andava al magazzino, mi sono ricordato di una terzina che avevo studiato: è una terzina del Paradiso dove Dante si fa profetizzare dal suo trisavolo il destino di esule, con queste parole: ‘proverai si come sa di sale lo pane altrui e com’è duro calle lo scendere

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FIXING - Anno XXIV - n.18 - Venerdì 6 Maggio 2016

Ha conosciuto Dante a 11 anni e grazie a una terzina e si è commosso

Nembrini, dalle stelle giù sino agli inferi Il professore è stato ospite, nel novembre 2014, di Villa Manzoni e ‘l salire per l’altrui scale’. E io a 11 anni mi sono messo a piangere di commozione perché ho fatto questa scoperta: che Dante parlava di me e che descriveva la mia fatica, il mio dolore, la mia nostalgia con parole che perfino chiarivano a me stesso quello che stavo vivendo”. Per Dante e per gli uomini medievali era normale sentire consapevolmente di essere capaci di un desiderio infinito di bene, di bellezza e di verità. “E’ a questo punto – ha proseguito il professore - che Dante ha un’intuizione speciale, ad un certo punto sente che questo grande desiderio

potrebbe realizzarsi nel rapporto amoroso con una ragazza. Ad un certo punto nel rapporto con lei sembra che questa felicità possa davvero realizzarsi su questa terra. E invece sul più bello Beatrice muore. Questa morte è l’origine vera della Divina Commedia”. Franco Nembrini poi ha affrontato il dualismo tra la vita e la morte: “Capire l’esperienza che Dante fa di questa morte è indispensabile per entrare con lui nella Divina Commedia, perché è anche la nostra, bisogna solo rendersene conto. Sentiamo tutti la vita come una promessa di felicità, da quando siamo

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nati, ma tutti facciamo anche l’esperienza della contraddizione, della morte, del dolore, della fatica”. Dante Alighieri, quando muore l’amata Beatrice, accetta la sfida e afferma che deve capire come funziona la vita, perché la vita non può essere questo inganno. “Se Beatrice gli ha fatto intravedere la felicità, e poi sembra tradire questa promessa - così si è espresso davanti al pubblico di Villa Manzoni -, vuol dire che lui della vita ha ancora tanto da capire e da imparare. Vuol dire che in verità non sa davvero chi è Beatrice e dedicherà la vita a cercare di capirlo Per lui, cer-

care di capire chi è Beatrice è cercare di capire l’enigma della vita sua e di tutti gli uomini. Sente che la sua vicenda ha un valore universale”. E sul finale, quei celebri versi che scandiscono l’incipit della Divina Commedia, con quella selva oscura che è la condizione in cui ci troviamo tutti. Perché “Dante mette a tema proprio questa paura dell’uomo di fronte alla vita. Tutti la sentiamo a volte come un’incomprensibile contraddizione. Tutti vorremmo invece che la vita fosse piena, bella, nella luce. Il problema è sapere se la luce esiste, cioè conoscere la verità, raggiungerla per vivere nella luce.

Con Alberto Naso e Graziano Serrandre alla (ri)scoperta del Frassineto Un grano antico che sino a 50 anni fa era presente sul Monte Titano

“Getta i semi nella terra il contadino / poi si riposa e guarda tutto intorno; / guarda il campo, la casa e il mulino, / pensa che i semi saran pane un giorno”. Non sappiamo se Del Soldato, autore di questa poesia, abbia partecipato alla 18esima fiera agricola. Di certo avrà sorriso nel leggere che circa 3.500 persone, dal 29 al 1 maggio, hanno visitato la Casa di Fabbrica e che una buona parte di loro si è soffermato davanti a una piccola costruzione rivestita di juta che, con la sua gentile lentezza, ha macinato circa un quintale di farina. Farina particolare, o meglio: farina di grano antico, più precisamente di una tipologia che a molte persone oggi può risultare sconosciuto ma che sino a 40-50 anni fa era presente in Repubblica, il Frassineto. “Durante la Fiera – spiega Graziano Serrandrei, Presidente della Cooperativa C.A.P.A. – le persone hanno potuto conoscere da vicino il sistema di ‘farina espressa’: si presentavano vicino al ‘mulino portatile’ (le dimensioni sono comunque

raccolte anche se le sue funzioni sono di assoluto livello: si tratta di una macchina professionale con macine a pietra, ndr) e sceglievano quanto grano macinare. “Alla fine dei tre giorni, abbiamo prodotto circa un quintale di farina integrale”. Mentre il “pocket mulino” è stato già trasferito alla CAPA e quindi è pienamente in funzione per i clienti, con il Direttore della Cooperativa Ammasso Prodotti Agricoli, Alberto Naso, ripercorriamo le tappe che hanno portato il Frassineto a presentarsi alla Fiera.

“Il Frassineto è un seme non facile da recuperare in certe quantità, nonostante in passato sia stato utilizzato sul territorio. Dopo una serie di ricerche, lo abbiamo trovato presso un’azienda in provincia di Volterra che, nella precedente campagna 2014-2015, ci ha permesso di seminare circa due ettari di terra in zona Falciano. Si è optato per due terreni distinti, più o meno della medesima estensione, in vicinanza delle zone abitate in modo da scoraggiare il più possibile i cinghiali che ne vanno ghiotti in quanto

è un grano molto profumato e con spiga mutica (priva di reste). Nell’attuale campagna 2015-2016 abbiamo deciso di raddoppiare la superficie portandola a quattro ettari circa, scegliendo gli appezzamenti con i medesimi criteri”. Alberto Naso poi ci accompagna in un viaggio visivo e sensoriale. “Parliamo di un frumento ‘alto e vigoroso’, che può raggiungere e superare il metro e mezzo di altezza”. Una statura davvero imponente se si considera che le varietà più “moderne” di grano non arrivano al me-

tro. Questa altezza però ha i suoi pro e i suoi contro. In caso di vento o di pioggia, quando la spiga inizia a pesare, si ‘alletta’ facilmente, ovvero si ‘stende’, si sdraia; d’altro canto la sua altezza lo aiuta a difendersi dalle infestanti dominandole, contrariamente alle varietà attuali, dove si rende necessaria la pratica del diserbo mediante l’utilizzo di erbicidi”. Al secondo anno di coltivazione, si possono trarre le prime considerazioni sulla coltura che, per le sue caratteristiche, si presterebbe ad una tecnica di coltivazione biologica anche se ancora non si può parlare di bio certificato sul Titano. L’auspicio è che anche San Marino adotti quanto prima un regolamento ad hoc, come in Italia e Unione Europea. “Nella campagna 2014-2015 la produzione è stata discreta – spiega – considerando che a San Marino abbiamo terreni ‘stanchi’ e argillosi, con poca sostanza organica. Nonostante le rese siano ridotte rispetto alle varietà convenzionali nelle suddette condizioni di coltivazione, il Frassineto resta un grano

Dante è nella selva oscura, vede un raggio di sole in alto, cerca di raggiungere la luce, ma gli è impossibile perché un leone, una lonza e una lupa lo fermano e lo ricacciano nel fondo della selva. Sta per morire, quando gli compare di fronte un’ombra, che è il grande Virgilio. Vi faccio notare che il percorso che fa Dante parte dalla selva, da un’oscurità, intuisce l’esistenza della luce, cerca di raggiungerla con le sue forze, ma il tentativo fallisce. Questa parabola tragica che lui ripercorre nel primo canto della Divina Commedia, è quella in cui era stata sintetizzata tutta la concezione antica dell’uomo, il mito di Icaro. La vita è un incomprensibile labirinto, si cerca con le ali di cera di volare verso il sole, ma lo strumento è troppo debole ed è inefficace: si fallisce. Questa è l’antichità, ma Dante è un cristiano, e quindi introduce una possibilità prima impossibile. Cioè proprio quando tutto sembra perduto, quando il tentativo personale e solitario è fallito, un incontro improvviso, una presenza, quella di Virgilio, rende possibile ripartire”.

Rubrica periodica a cura del Consorzio terra di San Marino tel.(00378)0549-902617 Fax.(00378)0549-906278 mail to: consorzioterradisanmarino@ omniway.sm

nobile. “Si tratta di un grano con alto valore proteico e con ottime caratteristiche organolettiche così come altri grani antichi”. Presto (anche se Alberto Naso non dà una data precisa) il Frassineto potrebbe trovare nuovi “compagni di campo”. “Il Frassineto è un punto di partenza. Il mondo dei grani antichi è interessante e variegato: penso al ‘Gentilrosso’ ad esempio, o al ‘Baffone’, che potrebbero trovare terreno fertile nel nostro territorio”. Guardare al vecchio che non è vecchio ma è futuro. Sembra questo il motto della C.A.P.A. Per recuperare le proprie tradizioni, gli antichi sapori. Nel segno della genuinità.


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di Simona Bisacchi Pironi

Nella “Divina commedia” Dante ci insegna che la meta del viaggio è il paradiso, ma il punto di partenza è l’inferno. Per affrontarlo ci vuole un poeta che accompagni i nostri passi. Non un valoroso condottiero, non un vecchio saggio vissuto di teorie e concetti, ma l’anima gentile di chi racconta la vita in versi. Qualcuno che sappia spiegare all’uomo il senso di tanto dolore e tormento, aiutandolo a non lasciarsi travolgere, né dal giudizio di condanna sugli obbrobri del mondo né dalla pietà per destini ormai senza scampo. Secondo Roberto Benigni, “Dante ci invi-

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La meta del viaggio è il paradiso ma il punto di partenza è l’inferno. E ci vuole un poeta...

Il grande insegnamento della Divina Commedia Saliamo sulla barca a inseguire la virtù e la conoscenza fuori dalle terre conosciute ta a guardare in alto, ma ci spinge anche a vedere quanto siamo schifosi”. Le anime dei dannati sfilano sotto gli occhi del lettore, che si ritrova a

camminare in un corridoio di specchi. E ogni specchio riflette parti di sé che mai si ammetterà di avere. Si svelano con violenza e infinita poesia

le mille sfaccettature dell’anima, che è una ma contiene in sé interi mondi. Si inorridisce davanti agli ignavi, prendendo le distan-

ze da chi non sceglie da che parte stare, come se non si avesse mai fatto l’esperienza di servire “Dio e Mammona” (Luca 16, 13). Si piange davanti alla sorte di Paolo e Francesca, che nessuno accetta davvero siano destinati alla dannazione eterna. E si è pronti a varcare le Colonne di Ercole, per seguire Ulisse che in eterno ci ammonisce: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza” (Canto XXVI, versi 118-120). Davanti a questi versi l’anima fa sempre un balzo. Come se all’improvviso si ritrovasse di fronte a qualcosa che aveva dimenticato. Un ricordo che sta lì, sulla punta del cuore, ma non si riesce a sviluppare appieno e alla fine si mette da parte, accatastandolo tra i sogni fatti in qualche notte scura. Ma non è un sogno ciò che quella frase risveglia. È un ricordo di cui non si ha più coscienza. Il ricordo delle proprie radici, del seme senza tempo da cui si proviene. Il ricordo di un momento in cui si erano scelte virtù e conoscenza come mete del proprio cammino. E mentre si legge, ci si stupisce che l’inferno possa scate-

nare tanta meraviglia. Come ci si stupisce ci possa essere contentezza anche nel buio dei giorni. E per quanto ci abbiano insegnato che all’inferno ci stanno i cattivi, ci si ritrova a fare il tifo per questi condannati, a cogliere il perché delle loro azioni, fino a provare qualcosa di sublime come la compassione. Per il tempo di un verso siamo anche noi accanto a Ulisse, sulla sua barca, a decidere se sfidare i confini del mondo. E no... Non siamo così sicuri che ci saremmo fermati. E non siamo nemmeno sicuri che fermarsi fosse l’azione giusta da fare. Vediamo che sono finiti all’inferno, ma pensiamo che in fondo non se lo meritavano davvero. E allora saliamo sulla barca. A inseguire quella virtù e quella conoscenza fuori dal mondo, fuori dalle terre conosciute, per capire un istante dopo, un istante troppo tardi - che quella virtù e quella conoscenza erano alla portata d’anima. Non là fuori. Ma qui dentro. Non in alto, ma in profondità. Perché non c’è avventura più ricca di peripezie, insidie e rivelazioni del conoscere se stessi, per raggiungere virtù e conoscenza. E salutare finalmente l’inferno.

Simona B. Lenic scrittrice, autrice di “Setalux” libro candidato al 51° Premio Bancarellino Su San Marino Fixing scrive di libri, letture e lettori.

La TOP FIVE di Fixing

1

Cobane calling (Zerocalcare) Bao publishing € 20

2

La battaglia navale (M. Malvaldi) Sellerio € 13

3

Notti in bianco, baci a colazione (M. Bussola) Einaudi € 17

4

Uomini nudi (A. Gimenez Bartlett) Sellerio € 16

5

Sotto le ciglia chissà. I diari (F. De André) Mondadori € 19,50



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