Fixing 15 2016

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Anno XXIV - n.15 - 1,50 euro

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 15 Aprile 2016

E ditoriale Welfare al top: tutelarlo S torie La storia Terenzi ci deve insegnare

E’ bastato che qualche sammarinese abbia notato una famiglia di stranieri in visita al Pianello per far scatenare – sull’onda emotiva che sta affliggendo l’Europa (non da ultimo, la costruzione di un muro di 250 metri sul Brennero) – un’autentica caccia alle streghe lì dove, chiaramente, le streghe sono gli immigrati. Complice Facebook, il sasso lanciato nello stagno della rete (e prontamente ripreso da alcuni media locali) ha alimentato un’autentica alzata di scudi. Forse il tempo ha cancellato la memoria collettiva, eppure basta sfogliare un libro di storia, aver seguito qualche evento pubblico o ascoltato un racconto dei propri nonni tornare a quel lontano 26 giugno del 1944 quando il trenino che collegava San Marino a Rimini fu bombardato dagli inglesi provocando oltre 60 vittime (su questo fatto, in occasione del 72esimo anniversario, il 26 giugno del 2016 gli attori Elena Ferrari e Mariano Arenella metteranno in scena uno spettacolo che mette in scena il diario personale di una concittadina) e che le 17 gallerie della linea ferroviaria si trasformarono in rifugi occasionali. Lì, sotto la pietra di San Marino, vennero accolte 100 mila persone: italiani ma anche ebrei. 72 anni fa, qui da noi, c’era un rapporto di ben sette rifugiati per ogni sammarinese. Nonostante la forte prevalenza di “non sammarinesi” però, la popolazione locale si seppe distinguere per grandissimo senso di umanità. Perché si crea un allarme per un nucleo familiare (o due, o 10, che verrebbero comunque ospitati dalla Caritas) quando, davanti a 100 mila sfollati, il Titano scrisse una delle pagine umanitarie più importanti della sua storia millenaria? Alessandro Carli

ma rendendolo più equo

tra lo sci e il sociale

Avviata la riforma degli ammortizzatori sociali per renderli sostenibili Fondamentali l’introduzione dell’ISE e l’uscita dalle liste disoccupati a pag.3

S ocietà

Piace il doppio cognome

a pag.9

I AM

La riforma degli ammortizzatori sociali è stata formalmente avviata, dopo la presentazione alle parti sociali della relazione del Gruppo Tecnico incaricato un anno fa. Relazione che, al pari di quelle per le altre riforme (in primis quella in corso d’opera sul sistema previdenziale), impone un’accelerazione all’introduzione dell’ISE, strumento indispensabile per rendere più equa l’erogazione delle risorse pubbliche a chi ne abbia bisogno. Si è partiti dal disegnare il quadro della situazione, sfida ardua nel reperire tutti i dati, ma vinta. L’altra sfida, che la riforma ha accettato, è quella di finalizzare tali risorse al reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro, evitando che restino troppo tempo nelle liste. Bartolucci alle pagg. 6-7

Il porta a porta per le imprese

a pag.4

spazio riservato all’indirizzo


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F ocus

Questione di num3ri

Piacciono, e tanto, le classifiche. Un po’ per curiosità, un po’ per fare i fatti degli altri, un po’ per avere argomenti frivoli per fare conversazione. Quindi diamo qualche spunto su cui intrattenere. Il primo arriva dagli USA: nei giorni scorsi la società di elaborazione dati Wealth-X ha dato a Business Insider la lista delle 15 donne più ricche del mondo. Al decimo posto un’italiana, Giuliana Benetton, con 2,7 miliardi di dollari. Sempre dagli USA arriva la notizia – più seria – che FCA richiamerà 15 mila SUV (perlopiù Jeep Grand Cherokee e Dodge Durango) per esaminare ed eventualmente sostituire le pinze dei freni anteriori di sinistra. Nel frattempo Uniplaces si è presa la briga di fare “di conto” sulle case che vengono affittate ai circa 55 mila studenti stranieri che decidono di recarsi nel Belpaese: i proprietari degli immobili si mettono in tasca 15 milioni di euro. Dal mattone alla terra, ma con qualche allarme in più. Coldiretti ha lanciato l’allarme. L’Italia ha perso il 15% delle campagne. Per effetto dell’abbandono e della cementificazione, provocati da un modello di sviluppo sbagliato, negli ultimi 20 anni, sono scomparsi 2,6 milioni di ettari di terra coltivata. Ma torniamo agli argomenti da dibattito. Sapevate per esempio che il 15% degli occupati, in Italia, lavora al di sotto delle proprie competenze? Lo ha annunciato la Camera di commercio di Milano. Gli over-qualificati italiani hanno perlopiù un diploma di scuola superiore (53%), ma una quota importante riguarda anche le persone con laurea (40%). Infine oggi si festeggiano due nascite e due eventi: il 15 aprile del 1981 ha aperto gli occhi il calciatore sammarinese Nicola Albani. Stesso giorno ma qualche anno prima (1452) il mondo ha accolto il primo vagito di Leonarda da Vinci, con ogni probabilità il massimo genio mai vissuto. Oggi poi ricorrono gli anniversari della prima mostra degli Impressionisti (Parigi, 1874) e della tragedia del Titanic (1912).

F ormazione L’importanza della formazione del personale è ormai riconosciuta ad ogni livello, sia che si tratti di imprese private, sia che esse siano aziende pubbliche. A maggior ragione se si tratta di dipendenti che occupano posizioni dirigenziali. Per questo ANIS, in collaborazione con la Direzione Generale della Funzione Pubblica (DGFP), che si è attivata in attuazione del mandato ricevuto dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni, ha ideato un percorso di formazione dedicato a dirigenti pubblici e privati. Assieme, quindi, ed è la prima volta che questo accade. Ma potrebbe essere anche la prima di una lunga e fruttuosa serie. La nuova pianificazione formativa della PA L’iniziativa si innesta, per quanto riguarda la parte pubblica, nell’ambito del più ampio progetto di formazione annuale e pluriennale di dirigenti, funzionari e dipendenti del Settore Pubblico Allargato promosso dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni e definito con la delibera congressuale n.16 del 10 novembre 2015; tale delibera dispone la pianificazione di iniziative formative sia specifiche che trasversali tese alla qualificazione del personale dell’Amministrazione, individuandone i principali ambiti di intervento tra i quali, appunto, quello della formazione di dirigenti e responsabili di unità organizzativa. La formula innovativa: il confronto in aula L’iniziativa formativa organizzata da ANIS e DGFP assume, inoltre, un particolare valore aggiunto, ovvero il confronto tra le diverse culture organizzative su temi comunque comuni alle diverse aziende, pubblico e privato appunto, come sono quelli sintetizzati nel titolo del percorso: “Sviluppo Organizzativo e Gestione della Risorsa Umana”. Dopo diversi anni di esperienza in alcune delle più grandi aziende di San Marino e avendo ricoperto ruoli apicali anche nella gestione delle risorse umane, l’Ing. Tassitano aveva già intuito l’importanza della formazione nel settore privato, facendo parte della struttura dedicata a tale scopo e contribuendo alla crescita di INforma e all’ideazione dei corsi più importanti, fino al Master in General Management, a cui si sono aggiunti da qualche anno altri Ma-

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L’attività formativa di ANIS ideata con la Direzione della Funzione Pubblica

L’analisi dei processi nel pubblico e nel privato Il primo corso dedicato ai Dirigenti della PA e delle imprese, assieme ster in Business Controll e in Gestione Risorse Umane. Imminente, infine, l’avvio anche di un nuovo Master in Area Operation. Oggi INforma è una grande realtà, arricchita da un gruppo di docenti sempre più di alto profilo, in grado di soddisfare tutte le esigenze delle aziende private, ma anche quelle pubbliche. La gestione del tempo o il “problem solving”, così come la capacità di fare squadra o quella di gestire delle riunioni sono infatti temi comuni a qualsiasi modello organizzativo, che necessita di un aggiornamento continuo, come è quello studiato appositamente da ANIS e condiviso con la Direzione Generale della Funzione Pubblica, con docenti selezionati e provenienti da precedenti esperienze formative e di consulenza sia nel settore privato che in quello pubblico. Un percorso con quel plus, come detto, dato dall’incontro e confronto tra dirigenti pubblici e dirigenti privati. Infatti, l’esperienza maturata dal sistema di formazione di ANIS nel corso degli anni, come il confronto in aula tra i partecipanti (fino a questo momento, personale di imprese differenti sia per tipologia che dimensione) costituisce un significativo valore aggiunto. Lo scopo di questa innovativa formula è l’avvio di un progetto che ponga le basi per avvicinare le diverse culture organizzative, anche nell’ottica di un nuovo sistema di relazioni fra Stato ed imprese che assicuri un programma di aggiornamento più ampio, su base pluriennale. Analisi dei processi valutazione dei carichi Il docente, formatore esperto e portatore della propria esperienza lavorativa, è sicuramente una componente fondamentale per la buona realizzazione di un percorso di crescita e aggiornamento professionale, ma non rappresenta l’unico fattore di successo di un’attività formativa. La sua efficacia

dipende, infatti, anche dalla scelta di un valido approccio didattico, pratico e dinamico, in grado di alternare lezioni frontali a momenti di riflessione e confronto, avvalendosi spesso di role playing e di esercitazioni individuali e di gruppo. Per questo i temi sviluppati nei primi quattro incontri (la gestione del tempo; i processi di decision making e problem solving, la creatività; il Team Building e la gestione delle riunioni) sono trasversali e indipendenti dalla funzione svolta, a maggior ragione dal settore svolto, pubblico o privato che sia, e saranno propedeutici per affrontare l’argomento cruciale del percorso: l’analisi dei processi e gli strumenti per valutare i carichi di lavoro, che verrà trattato nell’appuntamento conclusivo. Daniele Bartolucci

ICinque l programma incontri di 8 ore a partire dal 20 aprile Il progetto consiste in due percorsi di formazione costituiti ciascuno da 5 incontri di 8 ore ciascuno (dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00) rivolto ai dirigenti della PA e delle principali aziende associate ANIS. Al fine di coinvolgere tutti gli interessati, il percorso verrà duplicato. I corsi si terranno nell’aula corsi presso la nuova sede ANIS, in Piazzetta Bramante 2 a Città. Di seguito i nomi dei docenti e il calendario dei seminari: “Il time management”, 20 e 21 aprile a cura di Maurizio Bo-

schini; “Problem solving e creatività”, 11 e 12 maggio a cura di Davide Pivi e Maurizia Mancini; “Team building”, 8 e 9 giugno a cura di Stefano Pasqui, “La gestione delle riunioni”, 21 e 22 settembre a cura di Steve Benedettini; “Analisi dei processi e strumenti per valutare i carichi di lavoro”, 12 e 13 ottobre a cura di Paolo Finozzi. Per iscrizioni e informazioni è possibile rivolgersi al Coordinatore del progetto, il Dott. Roberto Parma al numero 0549/873925 oppure via email informa@anis.sm

P innevoluzione

Discendiamo tutti dai pesci: abitudini appetiti, difetti e capacità comuni

di Daniele Bartolucci La Carpa erbivora è originaria dei grandi fiumi dell’Asia Orientale, fra lo Chang Jiang e l’Amur, da cui prende il nome volgare. Ed è proprio per i pescatori che questo potente pesce è stato introdotto anche in Italia negli ultimi decenni. La conseguenza diretta è l’incapacità di riprodursi negli ambienti acquatici nostrani, per cui quelle presenti sono frutto solo del periodico rilascio dagli allevamenti. Se la riproduzione è un fattore negativo,

non lo è l’alimentazione: un esemplare adulto può ingerire fino al 50% del proprio peso e visto che può superare abbondantemente i 10 chili, è facile intuire di quanto si stia parlando. Predilige alghe e vegetazione sommersa, ma la sua voracità la porta ad essere preda facile, anche con il comune bigattino. Preferibilmente con esche in movimento e staccate dal fondo. Questo pesce accelera la propria attività in primavera-estate ed è una delle prede preferite nelle competizioni, re-

galando soddisfazioni ai pescatori che le cacciano a galla La facilità con cui abboccano le Amur staccando l’esca dal fondo, non a caso, ha portato molti gestori a limitare il valore garistico tra i 2 e i 3 chili a esemplare, indipendentemente da quanto pesino realmente. Per cui, ogni pescatore ha di fronte una scelta: puntare alle affamate erbivore, pur sapendo di perderci in termini di peso a fine gara, oppure insidiare gli altri pesci, più difficili, ma, una volta nella nassa, dalla qualità più elevata.


S torie di imprenditori

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di Alessandro Carli

Pier Giovanni Terenzi, 53 anni compiuti il 13 aprile, amministratore unico della Cotes spa e Presidente della Camera di Commercio della Repubblica di San Marino. Sposato con Angela, tre figli, ha conseguito il diploma di perito e ha, confida, un piccolo rimpianto, quello “di non aver frequentato l’università”. E’ entrato in azienda molto presto. “Durante le vacanze estive facevo ‘la stagione’ in Cotes – spiega -. Ho iniziato dai cosiddetti ‘lavori bassa manovalanza’ assieme agli operai. Da ‘bocia’ ho capito le basi dell’azienda, le attività pratiche, quelle sul campo. E’ stata un’esperienza molto utile perché mi ha permesso di avere una visione globale dell’impresa”. Dopo il diploma, ha iniziato ad affiancare il padre Gilberto, entrando nel settore amministrativo. “In quegli anni ho cercato di assorbire tutto quello che potevo imparare”. Sia professionalmente che umanamente: “Era un uomo molto modesto, che non ha avuto la possibilità di studiare ma che aveva una grande certezza: la famiglia. Per lui, come per me, è un caposaldo”. Il suo primo, grande impegno istituzionale è stato quello di Presidente di ANIS, giunto dopo un triennio da Consigliere e un altro da Vicepresidente. “Sono entrato nell’Associazione da giovane: avevo ancora ‘i calzoncini corti’. In ANIS ho avuto l’onore di conoscere molti grandi imprenditori ‘vecchio stampo’ che hanno fatto la storia e l’economia della nostra Repubblica, uomini che avevano molti tratti in comune con mio padre. Persone semplici, che si erano fatte da sole e che erano molto essenziali: non erano dei raccontastorie, ma precisi, misurati e molto decisi. Andavano subito al punto. In alcuni di loro visto quel quid, quella capacità di saper intercettare il futuro, di essere lungimirante. Se solo un decimo delle loro affermazioni e ‘visioni’ fossero state ascoltate e applicate, oggi a San Marino avremmo tanti giovani molto preparati, ca-

Dal 2009 è impegnato nel sociale attraverso una onlus che aiuta la ricerca medica e scientifica

Dalla “bassa manovalanza” ad amministratore unico Pier Giovanni Terenzi (Cotes) si racconta: la scuola, l’università, l’azienda e lo sci

paci di portare avanti le sorti del nostro Paese”. Pier Giovanni Terenzi fu nominato Presidente di ANIS esattamente 10 anni fa, nel 2006. “Da un punto di vista personale – ricorda - si è trattato di un incarico estremamente gratificante, che mi ha permesso di contribuire attivamente alla crescita del sistema ma anche di vivere una serie di esperienze la cui valenza, da fuori, difficilmente si può comprendere pienamente. Sin dal primo Consiglio Direttivo abbiamo deciso di impegnarci a evidenziare il vero volto dell’economia sammarinese, un volto sano, fatto di aziende che producono economia reale, che si impegnano con etica e professionalità e riescono ad emergere nel contesto nazionale italiano e internazionale”. Una mission sfociata nelle tre edizioni del forum Ambrosetti, uno dei momenti – sotto il punto di vista del con-

fronto e dei relatori intervenuti - più fertili per il Paese. Una vita piena di impegni di lavoro, quella dell’amministratore unico di Cotes. Eppure – quasi a voler confermare il celebre detto “volere è potere” - riesce a trovare tempo da dedicare anche ad altre iniziative. “Da sempre, ossia da quando mi ricordo, ho sempre praticato sport. Da giovane mi sono dedicato la tennis, al calcio, al nuoto, eccetera. Oggi corro a piedi e scio, una disciplina, quest’ultima, che ho conosciuto quando avevo circa 20 anni e che ancora oggi, qualche volta all’anno, riesco a praticare assieme a un gruppo di amici”. Nel gruppo di appassionati della neve, anche alcuni imprenditori associati ANIS. “Amo molto la montagna. Anche nei momenti di risalita con la seggiovia, anche per soli cinque minuti, trovo un grande relax. La natura, l’aria, il bianco della neve, la pace riescono a farmi ‘staccare’

San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli a.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci d.bartolucci@fixing.sm Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm

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e a darmi molta energia”. Insomma, mens sana in corpore sano. “Lo sport, nella mia visione,

deve unire divertimento e fatica perché alcuni risultati si possono ottenere solo attraverso l’allenamento. Ci vuole metodo e costanza”. Anche nel lavoro. “Sì, certo. Occorre dedicare tempo ai progetti, pianificare nei dettagli ogni passaggio. Un successo che arriva dopo un percorso anche faticoso ti dà molte più soddisfazioni perché te lo sei guadagnato e sai gli sforzi che hai dovuto affrontare e superare”. E il suo lavoro ha un nome, Cotes appunto. “E’ stata fondata da mio padre. Dopo aver lavorato come dipendente per un’azienda di Rimini che si occupava di telefonia, alla fine degli anni Settanta ha deciso di mettersi in proprio e realizzando sul territorio sammarinese impianti d’u-

tente e piccoli interventi di rete per conto della SIP. Non è facile definire la nostra attività. Faccio un esempio concreto: un’azienda di produzione crea un prodotto x e lo esporta. Noi non costruiamo manufatti ma reti. E le reti vanno fatte in loco”. Come in Toscana, in Emilia Romagna, in Umbria. Tutte regioni nelle quali Cotes è presente da tempo. L’imprenditore poi è anche impegnato in ambito sociale attraverso la Fondazione Gilberto Terenzi – onlus, fondata nel 2009 assieme alla moglie Angela e alla madre Teresina Mussoni per aiutare la ricerca scientifica e medica. Un aspetto umanitario che gli ha fatto accettare la prova, due anni fa, dell’Ice bucket Challenge.

A lt(r)adefinizione Per condividere il significato delle parole senza dare nulla per scontato

di Roberto Parma La condivisione di un sistema valoriale rappresenta la “costituzione morale” del convivere civile. Una nazione, un’impresa, una qualsiasi comunità è, o dovrebbe, prima di tutto essere questo. Purtroppo però non è così facile condividere valori. E non è detto poi, che questa condivisione sia di per sé portatrice di “cose buone”. Il concetto di valore è per sua natura relativo, soggettivo. A San Marino, in Italia così come

nella costruenda Europa lo scontro su questo terreno è quotidiano. Per le imprese produttrici di beni o servizi individuare i propri valori ed esplicitarli per condividerli con i clienti è indispensabile, strategico. Allo stesso modo anche le persone, nelle scelte di consumo sono guidate dal proprio sistema di valori. Il marketing e la pubblicità possono solo indurre a modificare le preferenze di acquisto. Le aziende saranno in grado di creare valore quando troveranno un pubblico capace e so-

prattutto disposto economicamente a riconoscerlo. Questo riconoscimento avviene unicamente quando si acquista qualcosa che rispecchia chi siamo o chi vogliamo diventare, o anche semplicemente come desideriamo apparire. Il compito di ciascuno è decidere quali valori ci rappresentano, avendo sempre presente che il valore non ha niente a che fare con costi o prezzi. Le persone, così come le cose, “contano” per quanto valgono e non per quanto costano.


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I mprese

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Mattia Marinelli (IAM srl): “Ci stiamo attivando con mezzi e personale”

Arriva il porta a porta anche per le imprese Lo Stato avvierà progetto di cambiare il servizio dei cassonetti Uno dei segreti per riuscire a competere è quello di sapersi trovare pronti alle novità, saperle intercettare e allo stesso tempo essere propositivi, facendo parlare i fatti. Ora, per quel che concerne i rifiuti, è fatto pubblicamente noto che la Repubblica di San Marino stia spingendo in maniera sempre più consistente verso un progressivo abbandono dei cassonetti per far spazio alla raccolta porta a porta. La “novità” è che, oltre ai privati, questo modus operandi interesserà direttamente anche le aziende del territorio. Attraverso la società di consulenza Expert difatti lo Stato sammarinese ha avviato il progetto di commutare il “classico” servizio dei contenitori che si trovano lungo le strade (e sul qualche, circa un mese fa, San Marino Fixing ha dedicato un servizio ad hoc nel quale è stato messo in rilievo la pericolosità per l’incolumità delle persone: molti bidoni sono ubicati proprio a ridosso della Superstrada, ndr) in un servizio di raccolta decisamente più green. Per questo, verrà con ogni probabilità lanciata una gara d’appalto. Un’opportunità raccolta al volo da IAM srl. “La nostra azienda – spiega Mattia Marinelli – sta seguendo con grande attenzione l’evoluzione e le dinamiche che si stanno sviluppando sul nostro territorio. In questo senso ci stiamo attivando con mezzi e personale qualificato per poter finalmente convertire il servizio di raccolta pubblica attualmente svolto nel ‘meno impattante per l’ambiente’ porta a porta”. Dalla loro, la IAM ha un pedigree cristallino, una conoscenza diretta e approfondita delle aree industriali e una grande esperienza maturata nel campo e le competenze tecniche per poter svolgere a regola d’arte questo cambiamento epocale. “Si tratta di una politica certamente importante per il nostro Paese che, se da un lato favorirà la tutela dell’ambiente, in quanto consentirà di poter selezionare più attentamente mate-

riali riciclabili quali carta, plastica, ferro e vetro, incrementando la percentuale complessiva di riciclo delle varie frazioni, dall’altra parte

obbligherà le tante aziende delle aree industriali ad adeguarsi al nuovo sistema di raccolta e ostacolerà la cattiva abitudine, ampiamente dif-

fusa, di conferire nei cassonetti ingenti quantitativi di materiali che andrebbero, invece, smaltiti diversamente”. Già, perché la normativa

sammarinese che le aziende della Repubblica possono conferire nei cassonetti, in ottemperanza al “Regolamento di gestione dei rifiuti”,

quantitativi giornalieri ben definiti: rifiuto indifferenziato, 10 chilogrammi; carta e cartone, 4 chilogrammi; vetro, 2 chilogrammi; plastica, 2 chilogrammi. Mattia Marinelli scioglie un dubbio che, con grande naturalezza, potrebbe essersi già annidato nelle mente degli imprenditori, che suona più o meno così: “Senza i cassonetti, dove buttiamo i nostri rifiuti?”. Di fatto, i cassonetti non verranno completamente eliminati ma cambieranno posizione. “Non più nelle aree pubbliche o nei luoghi preposti dove abitualmente ancora oggi li vediamo – spiega il professionista - ma dentro le aziende. La IAM è già pronta ad affiancare l’introduzione di questo nuovo sistema di raccolta con i propri servizi e le proposte di porta a porta dedicati alle aziende e alle piccole attività”. La seconda, legittima domanda, è legata ai costi. E la risposta di Mattia Marinelli, senza citare cifre, è chiarificatrice: “Un riciclare consapevole e gentile con l’ambiente è una filosofia di vita, credo anche un dovere di tutti. Poiché, come si dice in gergo, ‘facciamo il giro’ e quindi quando ci rechiamo in una zona produttiva ‘andiamo a trovare più aziende’, i costi di trasporto si annullano”. I numeri della IAM srl “Siamo in grado di fornire piccoli e comodi contenitori impilabili, della capienza di uno o due metri cubi, che possono essere sistemati in pianta stabile, in aree dedicate, all’esterno delle aziende e venire svuotati regolarmente dagli stessi automezzi che quest’azienda utilizzerà per la raccolta urbana, riuscendo comunque a mantenere separati i rifiuti privati da quelli industriali” chiarisce Mattia Marinelli. “In alternativa – conclude -, i privati e le aziende che abbiano la bisogno di alleggerirsi dei propri rifiuti e volessero portarli in maniera autonoma da noi, ci possono contattare”. Alessandro Carli


L eggi e Normative

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Intanto è stato aggiornato il piano d’azione a livello comunitario (CoRAP)

Classificazione sostanze Partono le consultazioni Centro REACH: scadenze, attività e novità sui prodotti chimici Come ogni anno, è stato aggiornato il piano d’azione a rotazione a livello comunitario (CoRAP). E’ una delle novità inserite nella newsletter del Centro REACH, che poi chiarisce che “al momento il piano, che si riferisce al triennio 2016-2018, contiene 138 sostanze, di cui 54 inserite recentemente e 84 provenienti dal CoRAP pubblicato nel 2015”. Le sostanze sono riportate con i numeri CAS ed EC, l’anno in cui è prevista la valutazione ed i riferimenti dello Stato membro preposto alla valutazione. Dal 22 marzo 2016, data di pubblicazione del CoRAP, gli Stati membri hanno 12 mesi di tempo per valutare le 39 sostanze indicate per il 2016. L’ECHA ha pubblicato una news in cui avvisa che, nell’ultima settimana di aprile, invierà le “draft decision” ai registranti di 32 sostanze coinvolte nel processo di valutazione, nelle quali chiederà ulteriori informazioni necessarie per valutare la sicurezza della sostanza. Il registrante, ha a disposizione 30 giorni di tempo per inviare commenti. Sempre l’ECHA ha aperto la consultazione pubblica sulle proposte di classificazione ed etichettatura armonizzata per alcune sostanze. Vediamole nel dettaglio, con relative scadenze. Per propane-1,2diol (EC 200-338-0; CAS 5755- 6); reaction mass of 1-[2-(2aminobutoxy)ethoxy]but2-ylamine and 1- ({[2-(2- aminobutoxy)ethoxy]methyl} propoxy)bu t-2-ylamine (EC 447-920-2); thifensulfuronmethyl (ISO); methyl 3-(4methoxy- 6 -methyl1,3,5-triazin-2ylcarbamoylsulfamoyl)thiophene-2carboxylate (CAS 79277-27-3) la consultazione pubblica si chiuderà il 21 aprile 2016. Invece per propiconazole (ISO); (2RS,4RS;2RS,4SR)-1{[2-(2,4-dichlorophenyl)-4propyl-1,3dioxolan-2-yl] methyl}-1H-1,2,4-triazole (EC 262-104-4; CAS 60207-90-1) la consultazione pubblica si chiuderà il 16 maggio 2016. L’ECHA infine ha pubblicato le “mappe”, chiamate “Sector

Use Maps Package” per fornire le informazioni sugli usi e le condizioni d’uso ai dichiaranti. Ricordiamo infine che il cen-

tro REACH ed il suo network (inclusa la rete dei laboratori) è in grado di assistere le Imprese nella preparazione dei dossier di autorizzazione dei

prodotti biocidi secondo il nuovo Regolamento (BPR, Regolamento n. 528/2012). Centro REACH può assistere le Imprese nella creazione di

consorzi, al fine di sviluppare in comune dei dossier di autorizzazione dei prodotti biocidi e riguardo la partecipazione a Consorzi Europei

costituiti in altri Paesi per i prodotti biocidi (assistenza a livello individuale o per un gruppo di Imprese). Info: www.centroreach.it

A limenti L’UE boccia le etichette UK

MODULI

1a lezione

2a lezione

3a lezione

4a lezione

GIORNI

Excel I°livello

26/04/2015

28/04/2015

3/05/2015

5/05/2015

martedì - giovedì

Excel II°livello

09/05/2016

11/05/2016

16/05/2016

18/05/2016

lunedì - mercoledì

Excel III°livello

23/05/2016

25/05/2016

30/05/2016

01/06/2016

lunedì - mercoledì

Excel IV°livello

06/06/2016

08/06/2016

13/06/2016

15/06/2016

lunedì - mercoledì

Il sistema inglese non va bene. Negli ultimi giorni il Parlamento europeo si è espresso sul sistema di etichettatura “a semaforo” sugli alimenti, che prevede bollini verdi, gialli o rossi sulla base del contenuto di nutrienti critici per la salute, ma non sulla quantità. La Coldiretti, che non si è mai schierata favorevolmente rispetto a questo sistema così gettonato in Gran Bretagna, spiega che “la segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri non si basa sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze. Il sistema finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale”. La bocciatura dell’etichetta a semaforo, sottolinea la Coldiretti, “salva le esportazioni delle principali denominazioni Made in Italy, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, ma anche gli oli extravergine di oliva, la mozzarella o le nocciole che sono tra le vittime illustri della normativa adottata ingiustamente dal Regno Unito che colpisce il 60% delle produzioni italiane”. “Si tratta di un primo passo per porre fine ad una ingiustificata discriminazione dei prodotti italiani su mercati esteri che non trova alcun riscontro sul piano scientifico” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.


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A ttualità W elfare

S egreteria Lavoro

Belluzzi: “Il cantiere ora è avviato, ma avere tutti i dati è stato impegnativo” La riforma delle norme in materia di ammortizzatori sociali è uno degli obiettivi di questo Governo, un lavoro avviato un anno fa con l’istituzione di un Gruppo Tecnico di Lavoro a fine maggio 2015. Un gruppo trasversale coordinato da Sabrina Fantini (Segreteria Lavoro) e a cui hanno partecipato Lidia Bacciocchi (Finanze), Marco Burgagni (Sanità), Filippo Francini (ISS) e l’avvocato Alessandro Bugli in qualità di consulente della Segreteria al Lavoro. Dopo mesi di incontri, analisi e, come si vedrà, raccolta dati, il Gruppo ha presentato una prima relazione tecnica al Governo e nei giorni scorsi anche alle parti sociali, per condividerne i contenuti. “E’ stato un lavoro impegnativo”, commenta il Segretario al Lavoro, Iro Belluzzi, “soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei dati che, obiettivamente, ha sempre comportato delle difficoltà a San Marino. Ora il quadro della situazione è completo e possiamo avviare i cantieri di lavoro e mettere mano alla riforma vera e propria”. “Siamo partiti dai dati per un motivo molto semplice ma non per questo banale”, spiega Bugli: “Ogni decisione che la politica dovrà prendere deve basarsi sulla situazione oggettiva, per cui la relazione che abbiamo presentato mette tutti i soggetti partecipanti alla fase decisionale nelle condizioni di ragionare sui dati reali”. I quali come si evince dalle conclusioni del gruppo tecnico, a volte non coincidono con l’idea che si potrebbe avere in merito a tante situazioni. Una su tutte il rapporto tra PIL e disoccupazione: a fronte di un calo drastico del primo, infatti, l’economia sammarinese e, in particolare l’occupazione, non ha avuto una caduta paragonabile. La riduzione dei dipendenti, dal 2008 al 2015 è infatti stata pari a 1.763 unità, ma è anche vero che il 75,4% di questi erano lavoratori frontalieri, che hanno “pagato” per primi e probabilmente più marcatamente, la crisi economica che ha investito la Repubblica di

FIXING FIXING- -Anno AnnoXXII XXIV- -n.21 n.15- -Venerdì Venerdì3015Maggio Aprile 2016 2014

La relazione del Gruppo tecnico “pesa” il welfare state, che vale oggi oltre la met

Dagli ammortizzatori socia

Dall’analisi dell’utilizzo di questi strumenti (CIG, ma non solo) si evidenzie dello Stato, migliorare tutti i controlli, ma anche rinegoziare l’accordo con FONDO AMMORTIZZATORI SOCIALI

San Marino. Al di là dei numeri, però, perché questa riforma? Da una parte “c’è la necessità di analizzare ciò che è accaduto fino ad oggi”, spiega il Segretario Belluzzi, “evidenziando carenze se ci sono, ma soprattutto come e dove sono state utilizzate le risorse a disposizione, per evitare che siano state usate male o che ci siano sovrapposizioni o duplicazioni”. Dall’altra parte “c’è l’esigenza di rendere sostenibile l’intero sistema degli ammortizzatori sociali e dell’assistenza e del welfare in generale, di ottimizzare quindi le risorse previste dalla Legge 71 del 2014”, spiega sempre Belluzzi, “soprattutto nei confronti delle future generazioni, grantendo loro le necessarie tutele se dovessero averne bisogno”. E’ questo infatti uno degli obiettivi principali dell’azione intrapresa sul tema degli ammortizzatori sociali, ben specificata anche nella relazione appena presentata: “Si rende necessario un ripensamento del sistema di ammortizzatori sociali (propri ed impropri) così come congeniato pre e durante la crisi per affrontare i tempi a venire, garantendo una sostenibilità (quanto più possibile) piena del sistema, proprio nell’interesse delle giovani generazioni che domani potrebbero avere necessità di fruire di tali strumenti, senza che la progressiva erosione e dissesto del fonto ammortizzatori porti a interventi estremi quando la situazione complessiva dovesse tornare ad acuirsi”. Il rischio, senza un intervento rapido e senza l’introduzione dell’ISE rischia, di contro, di portare ad un esborso più massiccio dello Stato, ma anche di “insoddisfazione dei beneficiari”. DB

2008

2009

2010

2011

2012

Entrate (datori di lavoro)

10.617.927 €

11.194.297 €

12.494.039 €

12.850.811 €

12.119.123 €

1

Uscite

12.014.218 €

20.317.957 €

18.408.285 €

19.197.060 €

23.110.761 €

2

Disavanzo

-1.396.290 €

-9.123.659 €

-5.914.246 €

-6.346.248 €

-10.991.637 €

-1

Contributo Stato

2.101.380 €

2.496.855 €

1.953.763 €

1.192.826 €

1.023.512 €

Cassa Compensazione

0€

6.626.803 €

3.960.482 €

5.153.422 €

9.968.125 €

9

PROVVIDENZE, ASSISTENZA SOCIALE, PREVIDENZA E SANITA’ Edilizia Sovvenzionata

7.130.000 €

3.966.000 €

3.476.000 €

4.293.000 €

3.585.000 €

2

Int. spec. Fondo Occupazione

818.939 €

803.868 €

843.013 €

4.203.389 €

1.261.750 €

1

Sgravi badanti

162.000 €

187.000 €

228.000 €

255.000 €

269.000 €

Credito Sociale

536.000 €

516.740 €

681.940 €

563.536 €

428.700 €

Diritto allo studio*

960.727 €

970.062 €

815.170 €

737.958 €

677.278 €

Previdenza

197.144.428 €

209.159.308 €

213.049.682 €

211.659.776 €

225.000.801 €

22

Ass. Sociale

22.211.629 €

22.991.048 €

23.194.055 €

24.130.021 €

23.629.923 €

2

Sanità

65.857.377 €

69.288.574 €

76.982.452 €

71.733.004 €

72.193.524 €

6

Elaborazione grafica a cura di San Marino Fixing. *Il dato è calcolato senza tenere conto delle borse di studio. Dal 2012 si è aggiunta anche la voce “Al

Il welfare della Repubblica di San Marino si conferma tra i più evoluti al mondo, capace di compensare se non mantenere costante, il livello di benessere dei sammarinesi. Questo non significa, però, che l’insieme degli strumenti messi in campo negli anni sia immodificabile e migliorabile. Anzi, la sfida a cui l’antica Repubblica si sta approcciando, fatta di riforme con evidente rilevanza sociale ed economica, parte da questo presupposto: l’attuale livello di welfare, invidiato da buona parte degli altri Paesi, anche di quelli più grandi e industrializzati, è una conquista e per tale motivo va difesa e resa sostenibile. Ma in maniera più equa. Per questo ogni ragionamento in tema

di welfare, previdenza, assistenza o ammortizzatori sociali – oggetto dell’attuale indagine, frutto dell’elaborazione dei dati da parte del Gruppo Tecnico di lavoro sulla riforma degli stessi – ha come obiettivo strumentale l’introduzione dell’ISE. L’Indicatore dello Stato Economico, ipotizzato fin dal 2012 e oggi oggetto di lavoro di un Gruppo Tecnico incaricato ad hoc, emerge infatti tra gli step fondamentali di tutte le riforme annunciate o già in corso d’opera in questi giorni. Il concetto di equità, infatti, non può svilupparsi a San Marino senza una chiara e trasparente distinzione tra chi ha effettivamente necessità di un aiuto (economico e non solo) e chi invece non ne ha. La discriminante,

ovviamente, non può essere solo il reddito familiare (si pensi ad altri fattori, come l’anzianità o la disabilità), ma l’utilizzo delle risorse senza questa distinzione basilare rischia di darne anche a chi, oggettivamente, non ne avrebbe bisogno, con la conseguenza di darne sempre meno a chi invece non può farne a meno. Proprio per questo il Governo ha deliberato a fine febbraio che i due Gruppi Tecnici, quello per la riforma degli ammortizzatori sociali e quello per l’istituzione dell’ISE, lavorino ora assieme, per arrivare ad un progetto organico e condiviso. E lo stesso dicasi per l’annunciata riforma delle pensioni, dove l’ISE potrebbe rivelarsi altrettanto utile per rimodulare (co-

me vorrebbe fare l’Italia per le pensioni di reversibilità) le prestazioni previdenziali. In welfare “pesa” tanto nella spesa pubblica La relazione del Gruppo Tecnico, come ha spiegato il Segretario al Lavoro Iro Belluzzi, è partita dalla situazione attuale, mettendo assieme tutti gli ammortizzatori sociali e le prestazioni che lo Stato eroga a favore dei cittadini nell’ambito dell’assistenza e del welfare in generale (dalla sanità alla previdenza, due delle voci più consistenti in assoluto), comprese le cosiddette provvidenze, che comprendono il diritto allo studio, ad esempio, ma anche gli sgravi per le badanti, fino all’edilizia sovvenzionata, che non a ca-


A Wttualità elfare

FIXING - Anno XXIV XXII -- n.21 n.15 -- Venerdì Venerdì 30 15 Maggio Aprile 2016 2014

tà del totale della spesa pubblica. Una conquista che va difesa, ma resa più equa

dello Stato. Più coordinamento e anche più controlli Se la “linea guida” per la riforma è “l’utilizzo maggiormente proficuo delle risorse esistenti, evitando duplicazioni o sovrapposizioni tra diverse misure di assistenza”, va rilevato – e la relazione lo conferma – che l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, in particolar modo della CIG, ha comunque avuto l’effetto positivo di contrastare la caduta del PIL riducendo l’impatto che questo ha avuto sull’economia in generale, evitando una proporzionale perdita di posti di lavoro. Cosa che in parte è avvenuta, ma non così come ci si sarebbe potuti aspettare. Insomma, il sistema ha funzionato, ma nei numeri e nei dati si possono comunque rilevare alcune zone di intervento, che spingono il gruppo tecnico a ipotizzare sia una riorganizzazione degli strumenti, per renderli

ali all’introduzione dell’ISE

eranno sprechi, duplicazioni o carenze. Poi si dovrà limitare l’intervento n l’Italia. Fondamentale, però, è il reinserimento nel mondo del lavoro

2013

2014

12.301.426 €

12.089.363 €

22.563.215 €

20.550.267 €

10.261.789 €

-8.460.904 €

874.175 €

1.002.058 €

9.387.614 €

7.458.845 €

2.809.000 €

3.060.000 €

1.342.219 €

1.594.599 €

265.000 €

197.402 €

349.160 €

318.200 €

842.360 €

797.196 €

20.320.515 €

222.880.631 €

23.059.122 €

23.079.121 €

69.264.066 €

68.944.568 €

lta formazione all’estero”, non inserita in tabella

so è già stata oggetto di una piccola riforma e conseguente rimodulazione dei requisiti degli aventi diritto e dei costi che dovrà sostenere lo Stato. Tutto questo viene sintetizzato in un dato, secondo il Gruppo Tecnico, ovvero che il costo del welfare state è in linea con l’Italia, ovvero che è pari a circa il 50% dei costi complessivi dello Stato. Più precisamente il 51% nel 2013, salito però al 62,5% nel 2014, pur rimanendo la cifra totale più o meno stabile, tra i 313 e i 314 milioni di euro. Come noto, è in questi anni che la spesa pubblica complessiva si è ridotta notevolmente, passando da 613 milioni a 502 milioni negli anni citati, tornando a crescere nel 2015 (anno per il quale ancora non si può

avere una stima precisa del costo del welfare state). Fondo Ammortizzatori in sofferenza da sempre La crisi economica e le difficoltà di molte imprese a reggerne l’urto, unita ad una storica “dipendenza” dall’Italia come unico o comunque predominante sbocco commerciale, hanno costretto moltissime aziende a ricorrere agli strumenti previsti dal legislatore per evitare di chiudere l’attività e al tem-

po stesso per mantenere per quanto possibile la maggior parte dei posti di lavoro. Questo si vede nei bilanci del Fondo Ammortizzatori Sociali, che da un disavanzo di 1,3 milioni di euro nel 2008 è passato a prima a 9 milioni, poi a 5, 6 tra il 209 e il 2011, per attestarsi sui 10 milioni nel 2012 e 2013, scendendo a quasi 8 e mezzo nel 2014. Una cifra comunque imponente, se si considera che il disavanzo tra quanto versato annualmente dalle aziende (di

media circa 12 milioni di euro) e quanto viene erogato in ammortizzatori (soprattutto CIG), viene poi coperto dall’intervento dello Stato (circa 1 milione di media di contributo) e la Cassa Compensazione (dal 2009 al 2014 per un totale di quasi 40 milioni di euro). Anche per questo l’obiettivo dichiarato della riforma degli ammortizzatori è quello di rendere più sostenibile tale bilancio, senza, se possibile, ricorrere all’intervento sistematico

7 più efficaci e mirati, sia dei controlli. Per questo motivo il tavolo di lavoro è stato allargato anche alle altre Segreterie, in particolare quella alla Sanità (ISS e pensioni) e Finanze. A proposito di controlli, va rilevato anche anche il peso dei frontalieri dismessi ricade indirettamente sul sistema sammarinese, in base all’accordo con l’Italia, per cui quest’ultima riconosce ai suoi cittadini misure di ammortizzazione sociale, ma è anche vero che ne recupera integralmente l’importo chiedendolo a San Marino. Il problema è però l’impossibilità dei controlli, da parte sammarinese, sugli ex frontalieri, che lascia spazio a probabili sprechi ma anche a fenomeni fraudolenti. Una collaborazione bilaterale tra i servizi ispettivi dei due Paesi (in particolare quello sammarinese che sarà oggetto di implementazione a breve), diventa ora fondamentale. Daniele Bartolucci

A nomalie o abusi? Disoccupazione e mobilità: “Evitare che le tutele diventino un reddito”

Più spinta alla ricerca dell’occupazione: troppi in lista per oltre 12 mesi Gli ammortizzatori sociali, per definizione, sono interventi temporanei, atti a preservare la forza lavoro delle aziende in difficoltà in un dato momento o periodo, perché possano superarlo e riprendere l’attività a pieno ritmo in futuro. Questa definizione parte quindi da un presupposto: mantenere in attività le imprese perché queste possano mantenere i livelli di occupazione attuali e aumentarli. Per questo motivo la relazione del Gruppo Tecnico fa espressamente riferimento all’obiettivo di “finalizzare tutti gli interventi (ove possibile) alla riqualificazione professionale dell’individuo che versi in stato di disoccupazione e stimoli, in ogni modo e quanto prima, un suo rientro nel mercato del lavoro”. I dati infatti rilevano diverse dinamiche, alcune positive, altre negative. Mentre è evidente che negli ultimi anni sia aumentata la percentuale di lavoratori over 50 e di donne, questo grazie anche alle politiche attive introdotte per tempo, più difficoltoso è l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani, degli under 30. Questo per quanto riguarda gli indicatori classici, rilevabili in tutte le analisi statistiche riguardanti il mondo del lavoro. Quando però si entra nel campo delle politiche attive, il discorso cambia. E’ vero che San Marino

OCCUPATI E DISOCCUPATI: I DATI 2008-2015 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Popolazione

32.578

32.969

33.163

33.376

33.562

33.540

33.738

34.006

Forza lavoro

22.652

22.808

22.712

22.329

22.072

21.963

21.736

21.721

Forza lavoro esclusi indipendenti

20.603

20.810

20.764

20.396

20.157

20.073

19.845

19.845

Dipendenti totali

20.103

20.082

19.956

19.500

19.013

18.738

18.407

18.340

Disoccupati in senso stretto

258

435

516

617

861

1.057

1.176

1.250

Dipendenti under 30

3.836

3.502

3.244

2.952

2.704

2.489

2.382

2.313

Dipendenti under 30 sul totale

19,0%

17,4%

16,2%

15,1%

14,2%

13,2%

12,4%

12,6%

Dipendenti donne

8.563

8.651

8.713

8.651

8.490

8.400

8.269

8.223

Dipendenti donne sul totale

42,6%

43,1%

43,7%

44,4%

44,7%

44,8%

44,9%

44,8%

Dipendenti over 50

3.233

3.445

3.671

3.864

4.061

4.283

4.441

4.676

Dipendenti over 50 sul totale

13,1%

17,1%

18,4%

19,8%

21,3%

22,8%

24,1%

25,5%

Elaborazione dati a cura San Marino Fixing sta investendo finalmente nella formazione professionale e nell’aggiornamento continuo delle competenze (anche ANIS contribuisce in questo senso con corsi di formazione per i disoccupati, assieme alla CSU), ma i numeri raccolti dal Gruppo Tecnico che si occupa della

riforma degli ammortizzatori sociali palesano un fenomeno che, forse, pur essendo presente già da anni, diventa oggi un problema vero e proprio per via dei numeri, non più trascurabili. Stiamo parlando dei disoccupati, ma anche degli inoccupati. La distinzione tra disoccupati in

senso stretto e “altri”, che ha generato più volte un misunderstanding dei dati forniti dall’UPECEDS, è solo una parte del problema. L’altra, più interessante ai fini di una più corretta gestione delle risorse disponibili, è quella data dalle liste disoccupati: pur essendo migliorato il

rapporto tra iscritti e assunti entro i 50 giorni dalla fine della mobilità, “si scopre che un numero non trascurabile di lavoratori risulta ivi iscritto da lungo tempo”, si legge nella relazione: 681 su 1.319 nel 2014, 299 su 1.336 nel 2015. E di questi “una quota non trascurabile, pur se iscritta da lungo tempo, non ha mai ricevuto un avvio al lavoro o gli avvii al lavoro risultano in numero non superiore a 1 o 2 occasioni”. Il problema è dato dal contributo che comunque queste persone possono percepire e “dobbiamo quindi evitare che la permanenza in queste liste diventi un reddito vero e proprio”, anticipa il Segretario Iro Belluzzi. Per il Gruppo Tecnico, infatti, “devono essere ragionevolmente rivedute le regole di amministrazione, iscrizione e tenuta del registro stesso”, ricordando che attualmente sono iscritti anche coloro che non stanno cercando un lavoro. Come intervenire? Le ipotesi sono diverse, ma non possono prescindere dall’evitare “fenomeni antibeveridgiani di arrendevolezza (consapevole o meno) nella ricerca di una nuova occupazione”. Tradotto: riduzione progressiva dei benefici al decorrere del tempo, vincoli più stringenti alla formazione e sanzioni a chi rifiuta l’occasione di lavoro che si presenta.


8

F isco

FIXING - Anno XXIV - n.15 - Venerdì 15 Aprile 2016

SMaC, deducibilità delle donazioni e i contributi previdenziali volontari

Dichiarazione dei redditi l’applicativo informatico E’ attivo dall’11 aprile: ecco come muoversi per evitare gli errori di Alessandro Carli

Dichiarazione dei redditi, è operativo l’applicativo informatico per la compilazione e trasmissione dei dati per il periodo d’imposta 2015. Diamo seguito all’articolo pubblicato su Fixing l’8 aprile (che, tra le altre cose, ricorda che la deadline è fissata per il 30 giugno) portando all’attenzione dei contribuenti i passi più salienti contenuti nella circolare dell’Ufficio Tributario e soffermandoci su alcune “voci”. Quota SMaC da documentare I titolari di reddito da lavoro dipendente, che nel 2015 abbiano ricevuto più dichiarazioni, anche per il servizio prestato presso lo stesso datore di lavoro, sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi MOD IGR-L. Per quel che concerne i lavoratori dipendenti e pensionati transfrontalieri, ma anche i soggetti residenti, percettori dei predetti redditi e che non possiedono altri redditi o passività o deduzioni da dichiarare e che quindi non devono o intendono compilare la dichiarazione MOD - IGR L, ricordiamo che il certificato Mod. IGR G è stato direttamente caricato dagli Uffici contabili dello Stato, dall’ISS e dai datori di lavoro del settore privato sull’applicativo informatico web dell’Ufficio Tributario per l’acquisizione delle dichiarazioni dei redditi. In riferimento alla deducibilità della cosiddetta “quota spese SMaC da documentare”, posto l’esonero di documentazione nella misura del 5%

della predetta quota, si ricorda che il lavoratore dipendente o pensionato che ha optato in busta paga per la predetta deduzione, è tenuto ad accertarsi dell’effettivo raggiungimento della propria quota da documentare e, qualora sia stata effettivamente raggiunta e il dipendente/pensionato non utilizzi la procedura per la dichiarazione dei redditi IGR – L (non avendo altri redditi, o passività e deduzioni da dichiarare), il Mod IGR - G - decorsa la scadenza del 30 giugno 2016, si considererà consegnato definitivamente. L’Ufficio Tributario, a partire dal 15 aprile 2016 (data ultima di consegna dell’IGR G da parte dei datori di lavoro), ai lavoratori dipendenti e pensionati residenti e transfrontalieri - che da controlli eseguiti - non risultino aver raggiunto la quota SMaC (dati che il lavoratore/pensionato deve opportunamente ricontrollare sul sito www.sanmarinocard.sm) “trasmetterà una comunicazione, via mail o sms telefonico tramite Ufficio Smac o attraverso il datore di lavoro, con il saldo a debito del MOD IGR - G - e relativo modulo di pagamento. Esenzione dei redditi catastali Le modifiche apportate alla Legge n. 166/2013 dal D.D. 24 febbraio 2016 n.19 e di grande interesse per la compilazione della dichiarazione dei redditi vengono applicate dal periodo d’imposta 2015. Le esenzioni principali riguardano quelle dei redditi catastali da terreni e da fabbricati

S cadenze mensili

sino a 1.500 euro; esenzione generalizzata, ossia senza più limite alla sola abitazione principale del contribuente. E’ stata poi introdotta la tassazione separata, su opzione del contribuente sui redditi corrisposti in dipendenza di contratti di assicurazione stipulati dal 1 gennaio 2016 e sulle prestazioni pensionistiche complementari al netto dei redditi già assoggettati ad imposta e dei contributi non dedotti fiscalmente, erogate in forma di reddito o di capitale. La tassazione separata sul netto frontiera (su opzione del contribuente) è la seguente: su redditi corrisposti in dipendenza di contratti di assicurazione aliquota dell’8% mentre sulle prestazioni pensionistiche complementari del 5%. SMaC più leggera per i diplomatici Altra novità, il personale residente anagraficamente in Repubblica, che ricopre incarichi diplomatici ed amministrativi per l’intero anno fiscale e per attività a tempo pieno e in via esclusiva presso le Missioni Diplomatiche a New York, Ginevra, Bruxelles, Vienna , Strasburgo e l’Ambasciata a Roma. A loro è stata riconosciuta una quota forfettaria e senza oneri di documentazione nella misura del 50% della cosiddetta “quota spese SMaC” annuale da documentare. Donazioni e relativa deducibilità Le donazioni e liberalità effettuate dalla persone giuridiche a favore dello Stato e di

Entro il 30 aprile la consegna del listino dei prezzi per l’anno in corso Con l’avvicinarsi della fine del mese, ricordiamo che entro il 30 aprile va consegnato all’Ufficio Industria Commercio Artigianato il

listino prezzi dell’anno in corso, vanno versate le ritenute a titolo d’imposta imposta speciale di bollo sull’acquisto di servizi di

agenzia pubblicità ed elaborazione dati riferito al bimestre gennaio febbraio e l’imposta sulle assicurazioni riguardante il I° trimestre.

degli Enti pubblici di diritto sammarinese sono deducibili dal reddito d’impresa, nell’esercizio in cui sono erogate, nella misura dell’importo in denaro o del valore normale dei beni o delle prestazioni oggetto della donazione. “Le donazioni e liberalità effettuate sempre dalla persone giuridiche destinate a progetti di recupero, conservazione e valorizzazione degli elementi costitutivi del Centro Storico di San Marino e del Monte Titano quali parti integranti del Patrimonio UNESCO e delle rilevanze artistiche, architettoniche, archeologiche e paesaggistiche sottoposte a tutela, sono deducibili nella misura del 200% dell’importo in denaro o del valore normale dei beni o delle prestazioni oggetto della donazione”. Sono inoltre deducibili le donazioni e liberalità effettuate dalle persone giuridiche a fa-

vore della Chiesa Cattolica e di associazioni od enti con finalità culturali, sociali. umanitarie, ricreative sportive non aventi scopo di lucro in misura non superiore a 1.600 euro. Aerei, barche e somme di denaro E’ previsto inoltre l’obbligo di dichiarare la disponibilità diretta o indiretta anche per interposta persona di aeromobili da turismo, imbarcazioni da diporto, autoveicoli, immobili e terreni anche fuori del territorio dello Stato ad esclusione dei beni mobili ed immobili iscritti nei pubblici registri di San Marino; azioni o quote di società detenute a San Marino e all’estero; somme di denaro e strumenti finanziari detenuti all’estero, di importo complessivamente superiore a 10.000 euro. “Detenuti sia direttamente che indirettamente per in in-

terposta persona – chiarisce la circolare dell’Ufficio Tributario - ossia anche tramite mandato fiduciario”. Contributi previdenziali volontari Per i periodi d’imposta 2015 e 2016, i contribuenti esercenti attività d’impresa che installano l’applicativo cosiddetto “scambio importo” ai fini della certificazione telematica dei ricavi hanno diritto di detrarre dall’imposta IGR dovuta nell’anno fiscale in cui installano l’applicativo l’importo di 200 euro (nel Mod. IGR L, quadro P rigo 120). Infine, la soglia dei contributi previdenziali volontari corrisposti all’ISS ed agli enti previdenziali nonché le somme corrisposte ad enti e società ai fini della previdenza integrativa, in base a rapporti contrattuali di durata non inferiore ai 5 anni, è elevato sino a 4.000 euro.

Radio 24 News - 24 Mattino

Gutgeld: “Le pensioni di reversibilità non verranno toccate” Radio 24 Il Sole 24 Ore www.radio24.ilsole24ore.com

“Le pensioni di reversibilità non verranno toccate”. È categorico Yoram Gutgeld, Commissario alla spending review a 24 Mattino su Radio 24 sull’ipotesi di un taglio nel Def alle pensioni di reversibilità, (Documento di Economia e Finanza) aggiungendo: “Non posso rispondere io dei ‘gialli’ giornalistici e mediatici”. Per quanto riguarda le novità contenute nel Def relative agli acquisti di beni e servizi per la pubblica amministrazione, Gutgeld ha poi aggiunto: “Abbiamo operato dei cambiamenti importanti nella gestione degli acquisti di beni e servizi nella pubblica amministrazione che ammon-

tano a circa 130 miliardi. La cosa più importante e il meccanismo per cui si passerà, gradualmente, da acquisti fatti da 50 mila centri di spesa ad uno dove i centri che comprano sono al massimo 35. Questo meccanismo è già operativo dal 9 febbraio, quest’anno attraverso questo meccanismo passano circa 15 miliardi di spesa. Questa riduzione semplifica il controllo, diminuendo gli sprechi”. Sul tavolo della revisione della spesa a tema anche l’efficienza della centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, la Consip: “Stiamo cercando di accentrare su

quest’ente acquisti ad oggi frammentati - ha concluso Yoram Gutgeld alla trasmissione condotta da Alessandro Milan e Oscar Giannino - utilizzando i suoi servizi per comprare meglio, senza sprechi. I risparmi preventivati sono non dell’ordine di centinaia di milioni ma nell’ordine di miliardi”.


S ocietà

FIXING - Anno XXIV - n.15 - Venerdì 15 Aprile 2016

9

Il 30 marzo è entrato il vigore il Regolamento sulla modalità paritaria

Ai sammarinesi piace il doppio cognome L’Ufficio di Stato Civile: “Abbiamo già ricevuto molte domande” Il primo nato che si è potuto fregiare del doppio cognome (paterno e materno) è un bambino che ha aperto gli occhi nel Titano ma che ha genitori non sammarinesi. A circa due settimane dall’entrata in vigore della Regolamento 19 febbraio 2016 n. 3 (che dà seguito alla Legge 173/2015) e che norma la “Modalità paritaria di trasmissione del cognome”, l’Ufficio di Stato Civile, Servizi demografici ed Elettorali della Repubblica di San Marino fa il punto sulla novità partita ufficialmente il 30 marzo e in linea con la nuova disciplina civilistica e con le disposizioni contenute nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. La Legge 173/2015 inoltre prevede anche che per il periodo di “un anno (…) le domande di aggiunta del cognome materno nei confronti dei figli minori già nati possono essere direttamente presentate all’Ufficiale di Stato Civile che provvede all’inoltro al Commissario della Legge”. Questa possibilità sta interessando il Monte: l’Ufficio difatti spiega che “le richieste pervenute da parte di famiglie sammarinesi sono già numerose”. Per far conoscere ai cittadini questa disposizione, l’Ufficio racconta che “sono già stati distribuiti alle ostetriche i moduli da far compilare ai genitori e tutte le note informative”. Espressione del consenso Nel certificato di assistenza al parto rilasciato dal personale sanitario che ha assistito al parto o che ha controllato l’avvenuto espletamento del parto, è inserito uno specifico spazio dedicato all’espressione del consenso di entrambi i genitori per l’attribuzione del cognome ai figli. La scelta operata, la prima volta, prevale rispetto ad altra eventuale diversa scelta contenuta nei certificati ostetrici di assistenza al parto relativi a figli nati successivamente dalla medesima coppia genitoriale. L’Ufficiale di Stato Civile è tenuto a non dar conto della scelta operata dai genitori e contenuta nel certificato

qualora sia diversa dalla scelta operata per la prima volta. Cognome di famiglia Il figlio nato da genitori co-

niugati assume il cognome del padre, ovvero in caso di richiesta congiunta dei genitori espressa nel certificato di assistenza al parto, il solo co-

gnome della madre o il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dagli stessi attribuito. I genitori di comune accordo possono quindi sce-

gliere di attribuire ai figli che sono nati dal 30 marzo 2016 il solo cognome materno o il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dagli stessi

attribuito, pur in presenza di figli già nati dalla stessa unione e con cognome diverso. Nel caso in cui non venga esplicitata alcuna scelta e/o nel caso in cui i genitori non siano concordi, verrà attribuito d’ufficio il cognome paterno. Qualora i genitori decidano di attribuire entrambi i cognomi, il cognome del figlio non potrà essere composto da più di due elementi. Ciascun genitore - nel caso di cognome composto - potrà quindi trasmettere un solo elemento a sua scelta. l genitori decidono, altresì, l’ordine di attribuzione. Se i genitori non si accordano sulla scelta di quale elemento del proprio cognome intendono trasmettere e sull’ordine da attribuire agli stessi, l’Ufficiale di Stato Civile attribuisce il primo elemento del cognome paterno ed il primo elemento di quello materno. Il figlio nato da genitori non coniugati assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto; in caso di riconoscimento congiunto avvenuto in sede di dichiarazione di nascita oppure in caso di riconoscimento successivo che interviene entro sei mesi dalla nascita si applicano le disposizioni dell’articolo 1. Per i figli nati da genitori non coniugati valgono pertanto le stesse disposizioni, salvo il caso di riconoscimento da parte di un solo genitore. Il cognome, prevede Legge, scelto per il primo figlio è attribuito d’ufficio dall’Ufficiale di Stato Civile agli altri figli generati dagli stessi genitori. La scelta quindi effettuata dai genitori la prima volta o l’attribuzione del cognome paterno da parte dell’Ufficiale di Stato Civile, si estende d’ufficio anche ai figli che nasceranno successivamente. Il figlio maggiorenne che non abbia superato i venticinque anni di età e sia convivente con almeno uno dei genitori, può presentare personalmente la richiesta di aggiunta del cognome materno. Alessandro Carli


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I nnovazione

FIXING - Anno XXIV - n.15 - Venerdì 15 Aprile 2016

Andreini: “Vendere con i social non è così semplice, serve una strategia”

In “vetrina” su Facebook ma l’e-commerce è altro La doppia faccia della nuova applicazione: utile o controproducente Facebook ha deciso di implementare le funzioni delle pagine aziendali, dando la possibilità di vendere direttamente tramite una pagina, trasformandola in una sorta di negozio virtuale. “Ma l’ecommerce è un’altra cosa”, avverte Fabio Andreini, professionista di strategie digitali per aziende. Tornando al social più famoso del piante, “prima di adesso, esistevano altri servizi esterni che offrono possibilità di vendere tramite una pagina Facebook, ma ovviamente non erano servizi nativi ed erano integrati tramite Tab, non visibili da mobile e quindi non ottimizzati. Un po’ a sorpresa”, si legge sul suo sito www.fabioandreini.com, “Facebook ha rilasciato questa funzione “Vetrina” che permette di creare una vetrina/catalogo e vendere senza uscire dalla pagina”. Proviamo a capire come funziona. “Facebook sta rilasciando la funzione molto lentamente e solo poche pagine hanno già questa funzione attiva. La vetrina apparirà come una qualsiasi tab, ma essendo nativa, sarà visibile anche da mobile. Il catalogo è illimitato e si possono inserire prezzi, foto e descrizioni e i prodotti po-

tranno essere condivisi come qualsiasi altro post. La vetrina avrà anche i suoi Insights con varie statistiche. In pratica si tratta di un vero e proprio sistema di eCommerce e sarà anche possibile gestire gli ordini e i pagamenti, nonché comunicare con i clienti. Il merchant o gateway di riferimento sarà Stripe (a mio avviso migliore di Paypal) in

T lc Connessione superveloce anche per l’Università L’Università degli Studi della Repubblica di San Marino può contare da qualche giorno sull’accesso a internet a banda ultralarga, in fibra ottica, con la connessione superveloce fino a 100 Megabit al secondo. Il servizio, attivo dalla scorsa settimana, viene fornito da Telecom Italia San Marino nella cornice dell’accordo che lega l’operatore all’Ateneo sammarinese, sottoscritto nel dicembre scorso dal Rettore, Corrado Petrocelli, e dall’amministratore delegato della società, Cesare Pisani.

Al centro del documento, va ricordato in prima istanza, c’è la realizzazione di progetti ad alto contenuto innovativo e l’implementazione degli strumenti per accrescere l’offerta dei servizi rivolti all’Università e agli utenti. L’intervento di Telecom Italia San Marino rappresenta quindi un miglioramento del servizio per studenti, docenti e personale amministrativo, e precede l’imminente passo avanti sul fronte del wi-fi, che aprirà quindi le porte della connessione superveloce anche senza fili.

partnership con Facebook e per ogni ordine, le commissioni saranno del 2,9% + 30 centesimi per ogni transazione”. La volontà di Facebook è quindi quella di “andare incontro alle molte richieste da parte delle aziende, ma anche alla volontà di diventare sempre più immersivo nella vita delle persone e di offrire servizi a 360 gradi. Non posso dire se questa feature funzionerà veramente, l’unica cosa è osservare attentamente l’evoluzione di questo nuovo strumento e di come gli amministratori delle varie pagine lo utilizzeranno. Il rischio è che condividano loro stessi i prodotti in vetrina (i loro, ndr), riempiendo la propria home di annunci di vendita: questo sarebbe controproducente perché nessuno resterebbe sulla loro pagina per più di qualche secondo, e probabilmente una volta uscito non ci tornerebbe mai più”. Di qui la definizione di “vetrina”, differente da un sito di ecommerce: “Non è solo questo, anche perché i social network sono importanti per raggiungere il proprio target commerciale, ma sono funzionali alla strategia digitale che si vuole impostare, non basta quindi avere una pagi-

na su Facebook, e ora una vetrina col proprio catalogo, per arrivare a vendere e dire di avere un proprio e-commerce. Soprattutto se tutti questi strumenti vengono messi in mano ad operatori amatoriali e non a dei professionisti”. “Il mondo è cambiato”, prosegue Andreini, che è anche membro del direttivo di ASI, “e la tecnologia ha ridotto distanze e tempi, ma le dinamiche commerciali esistono comunque, per questo si parla di strategia digitale e di presenza sul web. Pensare che certi passaggi si possano saltare o che lo possano fare tutti da soli è sbagliato e fa parte di una cultura del passato probabilmente. Spesso uso questo esempio per spiegarmi meglio: in Formula 1 la tecnologia è avanzata a ritmi vertiginosi, riducendo il tempo dei pit stop a pochissimi secondi, ma non per questo lo staff tecnico si è ridotto, anzi, se prima c’erano due meccanici al cambio gomme, oggi sono triplicati, certi staff arrivano a oltre 10 persone. E così è nel mercato digitale, perché il prodotto che si vede è come un iceberg: il 30% si vede perché fuori dall’acqua, ma il 70% è invisibile”. Il lavoro dei professionisti dietro a un sito

o una piattaforma di e-commerce, quindi non si vede sempre ma c’è: “Diciamo che per pianificare un business di un certo livello il 30% del budget va investito nella piattaforma online, il resto in marketing, comunicazione e logistica. Tutto però deve essere studiato e pianificato a dovere, per non azzerare tutti gli sforzi fatti per attirare gli utenti sul proprio sito commettendo errori o facendo anche danni alla propria azienda. Danni d’immagine, in questo caso, perché la condivisione di esperienze, positive o negative, è il pane quotidiano dei social network e i feedback sono velocissimi ad arrivare, ma difficili da cancellare”. Detto questo, l’e-commerce ormai è la nuova Mecca o c’è ancora tempo per chi ancora non ha aperto un sito online? “Sicuramente internet offre possibilità fino ad oggi inimmaginabili, con l’azzeramento delle distanze tra venditore e compratore, anche si trovassero ai due estremi della Terra. Per chi vuole aprirsi a mercati più ampi di quello italiano ed europeo, è probabilmente una scelta giusta, se non ovvia. Le transazioni online continuano ad aumentare di anno in anno e il punto di equilibrio tra commercio online e quello in sede fissa è o sarà ben presto a favore del primo”. E San Marino? “Abbiamo una legislazione all’avanguardia in materia, a cui abbiamo contribuito anche come ASI, ma i vincoli dell’export restano quelli di ogni altra attività: il rappresentante fiscale per volumi importanti, il T1 e T2, la distribuzione in UE e soprattutto fuori dalla UE. Occorrono accordi internazionali per agevolare l’export sammarinese e, quindi, anche la crescita del settore online. Settore dove stanno andando fortissimo non solo beni di consumo come abbigliamento ed elettronica, ma soprattutto il food, dai vini ai prodotti tipici, cosa che anche a San Marino non mancano”. Daniele Bartolucci

I TC

Ben 16 candidati per l’ASDI

Un altro passo avanti verso la creazione dell’Agenzia per lo sviluppo digitale: dopo aver raccolto i curriculum dei candidati – pubblicati sul sito www. industria.sm -, è stata fissata per il 20 aprile la riunione del Comitato di valutazione, che verificherà i profili e permetterà al Consiglio Grande e Generale di nominare i membri dell’Agenzia con criteri di meritocrazia. Il Comitato si riunirà presso la sede dell’Incubatore d’impresa a Rovereta ed è formato da: Corrado Petrocelli, Rettore UNIRSM; Alessandro Giari, Presidente PST; Diego Ercolani, ANIS; William Casali, ASI; Fabio De Biagi, OSLA; Claudio Gennari, PID. Sette esperti, tre dal settore pubblico e quattro dal privato, con competenze ed esperienze specifiche nei diversi settori di intervento dell’Agenzia: questo sarà il team che verrà selezionato grazie al lavoro del Comitato sulla base dei 16 curriculum ricevuti. Istituita con il Decreto Delegato n. 179 del 9 dicembre 2015, scopo dell’Agenzia è la progettazione, la promozione, lo sviluppo, il monitoraggio e il controllo dell’evoluzione strategica del sistema informatico, delle comunicazioni elettroniche e del digitale in genere. Sarà consulente del governo per la definizione e il raggiungimento degli obiettivi in materia di informatizzazione e digitalizzazione. Alcuni obiettivi: piattaforme digitali, standard tecnologici, sicurezza informatica, infrastrutture e reti, ricerca e innovazione, alfabetizzazione digitale.


S port

FIXING - Anno XXIV - n.15 - Venerdì 15 Aprile 2016

di Alessandro Carli

Se guardiamo l’età anagrafica, milita nella categoria “pulcini”: nato nel 2006, il futsal targato RSM quest’anno compie 10 anni. Non parliamo di un nuovo talento, di un Messi in erba o di un CR7 che sta iniziando a dare i primi calcio a un pallone, ma di un campionato, più esattamente quello di calcio a 5, che a San Marino oggi conta di ben 13 squadre, suddivise in due gruppi, “A” e “B”. Un mondo popolato da ragazzi giovanissimi – i più “verdi” hanno tra i 17 e i 18 anni – ma anche da persone un po’ più grandi: alcuni calciatori hanno superato gli “anta”. In parte è questo il segreto del futsal, carriera ben più lunga di quelle dei calciatori tradizionali (quelli dell’11 contro 11, per essere chiari), forse anche perché gli allenamenti sono meno intensi e frequenti, ma soprattutto perché alla base del gioco, quasi una regola non scritta, c’è una parola: “hobby”, come conferma Davide Zafferani, laterale del Juvenes Dogana e che quest’anno, all’ultima partita della regular season, ha mancato l’accesso ai play off. “Rispetto al campionato più conosciu-

C hi è chi

Iscritte ben 13 squadre, si gioca soprattutto per “hobby”. Ma quando l’arbitro fischia...

Una “puntata” sul Futsal tra bi-zona e dogmi ribaltati Il calcio a 5 sta prendendo sempre più piede a San Marino: campionato e nazionale to, quello che vede 22 giocatori in campo – racconta –, l’approccio è diverso: la base di partenza è il divertimento, lo stare con gli amici. Poi però è vero che appena l’arbitro fischia l’inizio della partita, l’agonismo non manca”. Dopo aver spiegato le differenze – a livello di regole – tra i 5vs5 e l’11vs11 (“Nel futsal le rimesse laterali si battono con i piedi e non con le mani, i tempi di gioco sono di 30 minuti più altri 30 minuti, ogni squadra ha diritto a due time out”), Davide si sofferma su alcuni aspetti e chiarisce qualche dubbio. “Anche se non sembra, nel calcio a 5 ci si muove di più rispetto al calcio a 11”. E non ingannino le dimensioni ridotte dei cam-

pi: “Se si esclude il portiere, sul campo si gioca 4 contro 4. Si attacca e si difende tutti insieme e se un compagno per-

Il “laterale” Davide Zafferani, impiegato ANIS e tifoso del Parma (e di Crespo) In stile “Le Iene”, facciamo qualche domanda secca a Davide Zafferani, tra il serio e il faceto. Nome? “Davide”. Cognome: “Zafferani”. Nato? “Sì”. Ok, ma dove e quando? “A San Marino il 27 ottobre del 1984”. Altezza? “Un metro e ottantadue”. Ruolo? “Laterale”. In che quadre hai giocato? “Per tre anni nella Folgore, poi sono passato alla Juvenes Dogana”. Fiuto per il gol? “Il primo anno ne ho realizzati 32, il secondo

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20, il terzo 18 e quest’anno 7. Ma non ho il raffreddore: sono stato fermato dagli infortuni”. Impiego nella vita? “Lavoro da più di 10 anni all’Associazione

Nazionale Industria San Marino, mi occupo di paghe e contabilità”. Squadra del cuore? “Parma”. Calciatore? “Hernan Crespo”. Hobby? “Futsal”. Naturalmente…

de palla, deve ritornare subito in difesa a dare man forte”. Quindi possiamo parlare di perfezionamento della “bizona”, di sublimazione del leggendario schema “5-5-5” inventato dal mitico Oronzo Canà, allenatore della Longobarda nel film più amato sul calcio, che sul campo, nonostante la salvezza raggiunta, mostrò comunque qualche falla. Il futsal poi è più “gentile” rispetto al calcio tradizionale. Anche nei colpi. “Beh, sì, è vero - aggiunge -. Nel calcio a 11 il tiro di punta fa torcere il naso ai puristi, ma non nel calcio a 5, anzi: con la ‘puntata’ si riesce a rubare il tempo al difensore e a fare un tiro imprevedibile”. Ah, povero Franz Beckenbauer e il suo “tocco” elegante, ah, povero Franz e quel suo termine tutto teutonico (e forse detto un po’ prendendo le distanze) pronunciato a ca-

vallo del Duemila quando, intervistato, disse che “Rumpelfüßler” è quel tronco d’albero umano che pur non avendo mai passato la palla

E’ la sublimazione della bi-zona creata 30 anni fa dal mitico Oronzo Canà nella direzione giusta e avendo i piedi non esattamente fatati (dire “quadrati” è troppo?), è allegramente riuscito a partecipare sia ai mondiali che agli europei. Con il “papà” 11 versus 11 (o 10 versus 11, o 9 versus 11 se pensiamo alla una delle ultime partite dell’Inter) ha – oltre alla forma del pallone (“Quello del futsal è più pic-

colo e ha un rimbalzo controllato cioè rimbalza di meno” spiega) – anche un’altra sostanziale differenza. Parliamo di tattica. “I dogmi ‘palla lunga e pedalare’ oppure il lancio verso la torre che poi spizzica il pallone di testa ai compagni nel calcio a 5 non esistono. Si lavora molto sugli schemi: calcio d’angolo, punizioni, eccetera. Anche se non sempre funzionano”. Ora: il calcio a 5 non ha letteratura di quello a 11: non pensate di trovare un “Bar sport” di Stefano Benni declinato al futsal, però alcuni luoghi (bar e ristoranti) sono più o meno gli stessi. Forse mancheranno i “tennici da bar” ma non i commenti, le discussioni, le delusioni e i momenti di gioia. Il movimento, in Repubblica, è in espansione: in 10 anni sono aumentati i praticanti e i tifosi. E dal 2009 c’è anche una Nazionale.



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