Fixing 11 2016

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Anno XXIV - n.11 - 1,50 euro

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 18 Marzo 2016

E ditoriale Il FMI: “State uscendo S torie “L’IVA Capicchioni è una priorità”

L’introduzione dell’imposta generale sui consumi (IGC o, come è più comunemente conosciuta, IVA o VAT), programmata per il 2017 è una priorità, assieme al contenimento della spesa per le retribuzioni del settore pubblico e alla riforma del sistema pensionistico. L’IVA è una priorità per due motivi: in prima battuta perché molte imprese del territorio lavorano già da tempo con l’Italia, con l’Europa (la stessa Unione Europea che è al centro del percorso di Associazione avviato esattamente un anno fa) e con il resto del mondo, mercati che l’hanno adottata: questo andrebbe quindi a facilitare le relazioni e gli scambi internazionali. Giova ricordare come le imprese siano attualmente il vero volano dell’economia del Paese, avendo ancora grandi margini di crescita (il bollettino di febbraio dell’UPECEDS testimonia che il numero delle aziende è in aumento). Dal punto di vista “interno” invece il passaggio dalla monofase alla nuova imposta farà crescere le entrate nelle casse dello Stato. L’introduzione dell’IGC già dal prossimo anno (e su questa deadline il Segretario di Stato alle Finanze, Gian Carlo Capicchioni, si è detto fiducioso, confermando poi che il “differenziale con l’Italia sarà di circa 10 punti percentuali”) dovrebbe infatti favorire l’aumento del gettito di un 0,5-1% del PIL, semplicemente ponendo l’aliquota a un livello appena più basso rispetto a quella che manterrebbe invariato il gettito. E’ questo solo il pensiero dell’ANIS? No, lo sostiene (anche) il Fondo Monetario Internazionale. Un’organizzazione che ha sicuramente una visione più ampia di quelle che invece emergono quasi ogni giorno dal contesto locale. Alessandro Carli

da una lunga recessione”

tra Piano e Alighieri

Gli indicatori rivelano una stabilizzazione dell’economia nel 2015 Dal 2017 al 2020 si attende una crescita dell’1 per cento del PIL a pag.3

I dee

Centrale elettrica e depuratori

a pag.5

M edia

Dopo gli scenari poco confortanti degli anni passati, un raggio di sole. Nei giorni scorsi una delegazione del Fondo Monetario Internazionale si è recata sul Titano per l’annuale report. L’attenzione di San Marino al miglioramento della cooperazione internazionale ha prodotto i suoi frutti e, per il FMI, “dovrebbe essere mantenuta”. La decisione dell’Italia di inserire il Titano nella white list fiscale verso la fine del 2014 e la conclusione dell’accordo di cooperazione economica bilaterale, hanno costituito un importante passo verso l’apertura e la trasparenza. A partire dal 2017, ha proseguito l’organizzazione, “l’obiettivo dovrebbe essere quello di un quarto di punto percentuale di PIL su base annua tra il 2017 e il 2020”. Servizio a pag. 9

Italo Cucci Lezione di giornalismo

a pag.11

spazio riservato all’indirizzo


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F ocus

Questione di num3ri

Due mesi o poco più di “non lavoro” – dormire, leggere, rilassarsi – in cambio di 18 mila dollari. Non è un pesce d’aprile in anticipo, bensì la proposta lanciata dalla NASA nell’ambito di ricerca “Bed Test Studies”. Un po’ sorpresi dall’annuncio, anche noi aspettiamo di sapere quanti saranno i candidati… Dagli USA all’Italia, a cavallo di un (altro) 18. E’ il numero delle rate non pagate perché si possa dare il via alla procedura di vendita della casa del debitore inadempiente senza percorrere la strada delle aste giudiziarie. Sull’argomento, il Movimento Pentastellato ha già dato battaglia al Governo. Ma c’è un altro 18 che questa settimana vogliamo mettere in risalto, visto che – in qualche modo – riguarda anche una nuova moda che ha investito (positivamente) anche il Titano. Ci riferiamo ai mercatini dell’usato: in Italia, secondo una ricerca Doxa, genera un volume di affari pari a 18 miliardi di euro, l’1% del Pil. Il 38% delle vendite passa online e permette di guadagnare ai privati fino a 1.220 euro. Sul 18 invece si interroga la Germania: il surplus commerciale teutonico a gennaio è sceso a poco più di 18 miliardi di euro. A dicembre era oltre i 20,3 miliardi. Sempre il 18, ma questa volta proviene dal MEF: la spending review ha fruttato un due anni 18 miliardi di euro di risparmi. Ancora Italia, ma questa volta a parlare è l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana. Tra ottobre 2013 e dicembre 2015, riporta Il Sole 24 Ore, “sono state accolte complessivamente 52.095 domande di sospensione del pagamento delle rate per un controvalore complessivo di debito residuo pari a 18 miliardi di euro e una maggior liquidità a disposizione delle imprese di 2,2 miliardi di euro”. Infine, il dossier Open Polis, che fa il punto sulla presenza femminile nelle istituzioni italiane. “La tendenza a escludere le donne dagli incarichi economici si conferma nel dato dei tesorieri dei gruppi parlamentari: 18 su 18 sono uomini”.

F isco di Daniele Bartolucci

L’introduzione di un sistema IVA non comporterà sempre in automatico un aumento dei prezzi. Calcoli alla mano, anche alla Segreteria alle Finanze “continua a risultare di difficile comprensione come l’inserimento dell’IGC possa provocare un aumento dei prezzi”. Il calcolo banale con cui comporre un prezzo in regime IVA messo a confronto con quello del regime monofase, infatti, come è stato spiegato su San Marino Fixing nr 8, per la mera cessione di beni prefigurerebbe anche un abbassamento del prezzo finale, a patto che il ricarico applicato dall’operatore commerciale sia inferiore al 70% se l’aliquota IGC dovesse essere del 10% (come ipotizzato) e l’aliquota monofase dovesse rimanere il 17%. Di contro, per ricarichi superiori al 70% i prezzi - a parità di condizioni - potrebbero aumentare. E questo è difficilmente opinabile, per cui anche i critici dell’IGC hanno concesso l’eventualità: l’aumento dei prezzi non è più automatico sempre, ma secondo i loro calcoli riguarderà “sicuramente” tutta una serie di beni e servizi. IUS e UNAS: “Per gli industriali è utile” Al di là delle diverse posizioni sul tema dell’IGC, nell’ultima settimana si è registrato il via libera, seppur parziale, ad un sistema IVA da parte delle categorie imprenditoriali del commercio, servizi e anche artigianato. Lo IUS, la confederazione che unisce OSLA, USC e USOT, infatti, ha esplicitato durante la conferenza pubblica del 14 marzo, che “per loro (gli industriali, ndr) è conveniente un sistema IVA, perché può risolvere diversi problemi legati all’industria e alle esportazioni” (in foto la slide proposta durante la serata). Come noto, però, per lo IUS, ciò non varrebbe per le altre categorie economiche, in particolare per commercio e servizi. Per questo hanno sollecitato il Governo a ipotizzare anche un sistema misto: IVA per l’industria, monofase per gli altri. Dello stesso avviso pare ora anche l’UNAS, che ha depositato un’Istanza d’Arengo per chiedere che l’impresa non volta solo al mercato interno possa adottare un sistema riconducibile a quello Iva, mentre le altre, “specialmente quelle con patente d’esercizio artigiana e commerciale, volta al dettaglio e al consumo privato in territorio possano mantenere un sistema monofase identico o analogo all’attuale”.

FIXING - Anno XXIV - n.11 - Venerdì 18 Marzo 2016

Intanto la Segreteria alle Finanze smentisce i presunti aumenti automatici

IUS e UNAS concordano: l’IVA è utile alle industrie Ok a metà delle altre categorie, ma vogliono un sistema “misto”

“Aumenti delle utenze allarmi infondati” A questo punto la Segreteria di Stato competente ha dovuto smentire l’assunto per cui aumenteranno in automatico anche le utenze domestiche: “In relazione ai presunti aumenti di costi per le famiglie sammarinesi portando l’attenzione su un immediato aumento del loro costo”, la Segreteria “intende evidenziare che la gestione delle utenze sammarinesi risponde a precise scelte di politica economico-sociale, che hanno come risultato la non applicazione della monofase, rinunciando ad un introito per le casse pubbliche a favore degli utenti. Tale impostazione non mai stata e non è in discussione con l’IGC, pertanto si tratta di argomentazioni infondate”. Per quel che riguarda l’aumento delle aliquote nel tempo, invece, “è fin troppo evidente che il mantenimento delle condizioni dipende dall’andamento dell’economia e dalle scelte di politica economica, per qualsiasi sistema si adotti, sia che si tratti di monofase o di IGC. In altri termini nulla impedisce al governo di aumentare le aliquote monofase, se necessario”. In pratica, il richio è lo stesso sia che resti la monofase sia che si passi all’IVA.

“IVA vantaggiosa per l’export e il commercio” “E’ opportuno chiarire I punti di riferimento primari per la riforma”, spiega quindi la Segreteria alle Finanze. “Interfacciare il sistema interno con quello esterno per favorire la crescita degli investimenti, dei posti di lavoro, dell’indotto e conseguente allargamento della base imponibile; adottare aliquote competitive che producano vantaggio per gli acquirenti e per i commercianti; favorire un maggiore dinamismo commerciale che riporti San Marino ad essere vantaggioso per lo shopping”. “Obiettivo: prezzi più competitivi che in Italia” Come detto, la Segreteria alle Finanze punta molto sul fattore competitività, quindi ipotizza che il sistema IVA, oltre a garantire un maggiore gettito fiscale rispetto alla monofase, dovrebbe abbassare i prezzi rispetto ai competitor, in particolare rispetto all’Italia, al contrario di ciò che temono alcuni rappresentanti delle categorie sammarinesi. “Infatti l’aliquota ordinaria IGC attualmente ipotizzata sui beni è del 12%, (la forbice va dall’8 al 12, in verità, stando alle dichiarazioni ufficiali e ufficiose del Governo, comunque anche

così sarebbero 10 punti di scarto rispetto all’Italia, ndr) e per gli Operatoti Economici con piccoli fatturati sono previste franchigie (con un sistema semplificato per l’applicazione) e la tassazione diretta (IGR) delle imprese è di circa la metà rispetto all’esterno”. Insomma, “il combinato disposto di questi elementi porta a pensare esattamente il contrario”, calcola la Segreteria di Stato, “e cioè che i prezzi dei beni dovrebbero essere competitivi, senza penalizzare i margini”. Mentre già oggi in molti caso sono più alti che in Italia. Però “la preoccupazione del potere d’acquisto e dei posti lavoro è il punto di riferimento. San Marino ha bisogno di essere interfacciabile con i sistemi economici esterni per sviluppare investimenti che portino occupazione e indotto. L’introduzione dell’IGC, rappresenta un passaggio importante ed imprescindibile ai fini di un ampliamento della economia sammarinese”. Per questo la Segreteria di Stato ribadisce “la volontà e l’impegno di concordare con le categorie economiche le aliquote, comprese quelle per i servizi, le modalità di applicazione, il periodo transitorio e le sue gradualità in funzione del decreto che darà applicazione al nuovo sistema”.

F isco

Ecco tutte le scadenze di marzo

Sono cinque le scadenze fiscali di questo mese. Vediamole assieme. Entro il 30 marzo vanno presentate le domande per l’ammissione ai benefici previsti dalla Legge 134/1997 “Misura a sostegno della nuova imprenditoria giovanile e femminile”. Entro il giorno dopo invece scadono i termini per la presentazione della denuncia annuale per rimborso carburanti. Sempre entro il 31 marzo poi è in agenda il pagamento della tassa di licenza e della tassa sui provvedimenti societari per l’anno in corso, ma anche il versamento imposta speciale sul reddito - “Minimum tax” (articolo 150 della Legge numero 166 del 2013). Infine, sempre l’ultimo giorno di marzo va presentata la “Dichiarazione di Responsabilità” (per pensionati) da inviare all’ISS e relativa a “altri redditi” percepiti e non dichiarati prima (Art. 50 della Legge 150/2012).


S torie di imprenditori

FIXING - Anno XXIV - n.11 - Venerdì 18 Marzo 2016

di Alessandro Carli

C’è un fil rouge molto importante che collega e unisce idealmente il Nuovo Auditorium di Roma, ideato dall’architetto Renzo Piano, la Mole Antonelliana in Torino (Architetti Gianfranco Gritella e Antes Bortolotti), il Palazzo del Governo della Repubblica di San Marino (Architetto Gae Aulenti), il Casinò di Campione d’Italia (Architetto Mario Botta) e il Cantiere Impreme di Roma (Architetto Paolo Portoghesi), e che riporta a Gualdicciolo, una delle porte di entrata nella Repubblica di San Marino. Qui è ubicata Ali Parquets, azienda sammarinese specializzata nelle pavimentazioni in legno a posa tradizionale: suo è, per esempio, PreMass, il primo parquet prefinito in legno massello lavorato ad altissima precisione (1989). Il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, l’ingegner Franco Capicchioni, si sofferma sull’Auditorium di Piano, uno dei fiori all’occhiello dell’impresa ma soprattutto esempio di straordinario e riconosciuto “saper fare”. Torniamo indietro nel tempo, all’inizio del nuovo millennio. “Avevamo già alle spalle alcune esperienze molto importanti, come ad esempio quella che ci ha visto nel progetto della Mole Antonelliana, un edificio notevole. Nel 2001 vincemmo la prima gara d’appalto con l’azienda costruttrice: si trattava di mettere in opera oltre 10 mila metri quadrati di una tipologia molto particolare di legno, il ciliegio del Nord America, richiesto espressamente dall’architetto Renzo Piano. Lo stesso legno con cui vengono costruiti alcuni strumenti come la viola e il violoncello. Riuscimmo a procurarci l’enorme quantità di ciliegio attraverso un’azienda canadese. Avvenne però un contrattempo. L’azienda alla quale Ali Parquets si era ‘legata’, venne estromessa dalla gara d’appalto. “Il Comune di Roma ne fece subito un’altra e noi riuscimmo ad aggiudicarci anche la seconda con la nuova impresa. Corremmo, non lo posso negare, un gros-

Il Presidente del CdA di Ali Parquets e l’Auditorum di Renzo Piano

Franco Capicchioni e l’arte del “saper fare” “La Divina Commedia di Dante Alighieri è grande architettura”

so rischio: avevamo la metratura di ciliegio già pronta e avremmo avuto serie difficoltà a riciclarla, vista anche la precisa tipologia richiesta dall’architetto Piano”. Lavorammo con talmente tanta efficacia e rispetto delle tempistiche che Ali Parquets venne premiata più volte in quanto, ricordo, eravamo in grado di far recuperare il tempo che gli altri fornitori invece facevano ‘perdere’. Per un’opera di queste dimensioni e importanza, tutto deve essere calibrato: è come un’orchestra, ogni strumento deve essere sincronizzato con gli altri”. Nonostante l’imprevisto, e quasi a voler confermare gli eccellenti riconoscimenti ottenuti per la capacità di essere precisi sia per le tempistiche che per l’ottima fattura della messa in opera, “riuscimmo a finire i lavori perfettamente in tempo per l’inaugurazione”. Anche grazie a un lavoro di squadra. “Abbiamo un team commerciale molto professionale, serio e preparato. Grande attenzioni, durante la

fase dei lavori, sono state poste anche sul sottofondo: abbiamo supervisionato ogni dettaglio e ci siamo affidati, per la ‘base’ su cui è stato appoggiato il parquet, alla Mapei (il gruppo dell’attuale Presidente di Confindustria Italia, Giorgio Squinzi, ndr)”. Ma la matericità del legno e la professionalità di Ali Parquets la ritroviamo anche in una delle ultime commesse firmate dal gruppo sammarinese. “Recentemente abbiamo pavimentato la sede storica del museo Alfa Romeo ad Arese”. Legno in un mondo di acciaio, carbonio, penumatici? “Ripenso ai cruscotti delle auto d’epoca, che erano in radica. Il legno dà un tocco di naturalezza a un mondo fatto di supertecnologia”. Da Ali Parquets al Sacchificio Industriale Sammarinese (SIS), impresa che ha ereditato dal padre Dante e di cui oggi è amministratore unico. SIS rappresenta l’abbraccio ideale tra il padre e il figlio. “E’ l’impresa che racchiude idealmente tutti i pensieri e la

San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli a.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci d.bartolucci@fixing.sm Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm

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filosofia di mio padre: lavoro efficiente, grande attenzione verso la piena soddisfazione della clientela, ma anche l’im-

pegno costante nel far crescere e valorizzare le risorse umane e materiali interne. Per portare avanti questi asset, recentemente abbiamo acquisito un macchinario di prestampa a 8 colori, che migliora la qualità estetica dei sacchi”. Ma Dante, per l’ingegnere, è anche altro. E’ un nome che ci porta all’interno di un progetto di recupero della memoria e dell’identità del Paese: il Sommo Poeta. L’Associazione sammarinese “Dante Alighieri“, una delle più antiche e prestigiose associazioni culturali italiane, nata grazie a un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci nel 1889. Franco Ca-

picchioni ne è Presidente. “L’associazione ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. Tra gli appuntamenti di spicco, il “Mese Dantesco”, il ciclo di incontri in collaborazione con la Scuola Secondaria Superiore della Repubblica. Un appuntamento che riesce “a riallacciare un dialogo tra scuola e cittadinanza”. Perché l’Alighieri, conclude Capicchioni ricordando gli studi liceali, è ancora estremamente attuale: “La ‘Divina commedia’ è un’opera straordinaria, che sorprende ancora oggi per schiettezza e precisione: ogni terzina è ‘compiuta’ e non ha bisogno di altro. La costruzione del viaggio è ‘logica’, essenziale. La scrittura del Sommo Poeta è, in una parola, architettura”. La stessa che Ali Parquets ha aiutato, grazie alla professionalità e all’innovazione che mette in campo, a trasformarsi da rendering a qualcosa di vero, solido, esteticamente vero.

A lt(r)adefinizione Per condividere il significato delle parole senza dare nulla per scontato

di Annarita Gelasio Valutazione, dal latino valere, essere forte, esser capace, significare. La valutazione è un processo che implica una serie di fasi che devono essere concordate fra chi partecipa alla valutazione. Se non si rispettano queste fasi, la valutazione diventa uno sterile giudizio che può anche nuocere all’azienda. Se la valutazione della prestazione avviene solo tramite la compilazione di una scheda, senza un colloquio con la persona valutata, l’effetto sarà neutro se i punteggi sono positivi, negativo se i punteggi sono

bassi. È come dare un voto negativo in un compito in classe senza accompagnare il voto ad una verifica degli errori e una riflessione su come migliorare. A cosa serve? L’effetto del giudizio negativo colpisce la persona, la tramortisce e non offre indicazioni per relativizzarla e orientarla verso un miglioramento. Ogni valutazione, aziendale, scolastica, va accompagnata da un colloquio, ove si ragioni sui motivi che hanno condotto a quel giudizio, ove ciascuna delle due parti possa esprimere il proprio pensiero e spiegare come mai, in quel

periodo, in quel compito, i comportamenti siano stati quelli, cosa c’è che ha contributo a quella prestazione, cosa è possibile fare per migliorarla. Se manca questo passaggio, è meglio lasciar stare perché gli effetti negativi di una valutazione fatta attraverso un giudizio, spesso in forma di numero scritto su un software e non condiviso, sono maggiori dei vantaggi che derivano dal comprendere che un giudizio è solo un indicatore non stabile, non oggettivo, ma comprensibile, di una caratteristica che ha un valore e che può e, a volte, deve, crescere…


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F ormazione

FIXING - Anno XXIV - n.11 - Venerdì 18 Marzo 2016

Il 5 aprile presso la sala corsi di ANIS è previsto un seminario sulla nuova Normativa

La ISO 9001 edizione 2015: un’opportunità per le imprese “Si riafferma la gestione per processi con l’inserimento del risk-based thinking” di Roberto Parma

Il ruolo dei sistemi di gestione nelle organizzazioni sta cambiando. I confini si stanno allargando e sembrano interessare non solo l’organizzazione aziendale ma anche tutta la catena del valore, includendo anche la società nel suo complesso. Migliorare il coinvolgimento degli stakeholder e ridisegnare i processi aziendali con l’aiuto dei sistemi di gestione per venire incontro alle esigenze dei mercati è ormai fondamentale per le imprese che vogliono continuare ad aver successo. Il 15 settembre dello scorso anno è stata pubblicata la nuova versione dello standard di certificazione ISO più diffuso a livello internazionale, la ISO 9001 edizione 2015, che sostituisce la precedente versione del 2008 introducendo importanti novità. Per rispondere all’esigenza delle aziende sammarinesi che nei prossimi mesi dovranno affrontare l’adeguamento alla nuova norma, l’ANIS, in collaborazione con DNV GL Business Assurance, ha organizzato per il 5 di Aprile un incontro formativo di quattro ore dal titolo “ISO 9001 edizione 2015: un’opportunità per le aziende”. Il settimanale Fixing vuole offrire alcune anticipazioni di ciò che verrà trattato nel seminario ponendo alcune domande al dottor Alessandro Alessi, consulente senior di Assoservizi che assieme all’ingegner Stefano Amici di DNV GL condurrà l’incontro di aprile. Cosa succede alle aziende oggi certificate? E’ previsto un periodo di transizione? Come devono comportarsi le aziende che oggi decidono di implementare un Sistema di Gestione della Qualità? “Per le aziende già certificate ISO 9001 con la vecchia edizione 2008 è stato definito un periodo di transizione di 3 anni, da settembre 2015 a settembre 2018, dopo di che i certificati secondo la vecchia edizione cessano la loro validità. Per chi decide oggi di

implementare un Sistema di Gestione per la Qualità con l’obiettivo di certificarsi ISO 9001 consigliamo di muoversi secondo i requisiti della nuova edizione 2015 visto che rimangono solo pochi mesi di vita utile della vecchia edizione”. La Gestione dei processi rimane l’aspetto fondamentale per lo sviluppo, l’attuazione e il miglioramento del SGQ. Possiamo affermare che su questo aspetto non ci sono stravolgimenti particolari? “La gestione per processi è stata la vera grande innovazione del progetto Vision 2000 che portò all’emissione della ISO 9001 edizione 2000. A distanza di più di 15 anni con questa edizione si riafferma la centralità di questo concetto con l’inserimento del risk-based thinking che ne rafforza il significato. Le Organizzazioni per raggiungere gli obiettivi devono attentamente identificare i propri processi , i relativi rischi e le modalità per tenerli sotto controllo”. L’esplicito riferimento alla gestione dei rischi è da considerarsi un’assoluta novità? Oppure il concetto era già implicito anche nelle precedenti versioni? “La gestione dei rischi è una delle principali innovazioni insieme alla determinazione del contesto e delle parti interessate. La vera novità è che l’Organizzazione deve deter-

minare il proprio sistema qualità, pianificando azioni per affrontare i propri rischi. Una delle finalità essenziali del sistema qualità è che agirà come strumento preventivo. In questo senso, il concetto di rischio era in qualche modo già presente, attraverso strumenti quali la Pianificazione, le Azioni Preventive, eccetera”. La nuova Norma prevede meno requisiti prescrittivi e maggiore flessibilità rispetto alla documentazione. Il riferimento è esclusivamente rivolto alla possibilità di eliminare il Manuale della Qualità? “Per chi mal sopportava i documenti obbligatori (Manuale Qualità e 6 procedure documentate) il ‘regalo’ di questa edizione 2015 della ISO 9001 è la loro ‘totale eliminazione’! E come se non bastasse, non esiste più neanche l’Azione Preventiva, altro oggetto misterioso per molte Organizzazioni... Personalmente credo che anche questa modifica sia una opportunità per valutare liberamente quale e quanta documentazione del sistema qualità predisporre. Tuttavia ritengo che un documento di raccordo che ‘tenga’ insieme il sistema qualità sia necessario, come precedentemente veniva fatto con il manuale qualità”. Aumenta l’enfasi sul contesto dell’organizzazione. Che cosa si intende?

“Per contesto si intendono i fattori interni ed esterni rilevanti per le finalità di una Organizzazione. L’obiettivo è quello di comprendere l’impatto di tali fattori al fine di individuare una strategia di miglioramento. Per contesto

interno si considerano i fattori relativi a valori, cultura, conoscenza e prestazioni. Per contesto esterno invece si possono prendere in considerazione il fattore legale, tecnologico, competitivo, di mercato, culturale, sociale ed economico. Inoltre, per la determinazione del contesto occorre non dimenticarsi di comprendere le esigenze e le aspettative delle parti interessate (stakeholder), determinare il campo di applicazione del Sistema Qualità ed i relativi processi”. Siamo sicuri che la nuova norma sia davvero un’opportunità per le piccole aziende che oggi forse “subiscono” il proprio sistema qualità? Siamo sicuri che essere certificati è di per sé garanzia di qualità? “La nuova ISO 9001 è una grande opportunità per chi ne saprà e vorrà cogliere gli aspetti innovativi (contesto,

parti interessate e rischi). Da molti anni, come consulente di direzione, come formatore e come auditor mi sforzo di trasferire il valore e l’opportunità fornita dalle norme sui Sistemi di Gestione usando come un mantra il concetto che le norme vanno adeguate all’Organizzazione e non il contrario”. In Italia le aziende di alcuni settori merceologici sono “costrette” a certificarsi ISO 9001 per poter partecipare agli appalti pubblici. Perché la PA sammarinese richiede sempre più spesso questo requisito ai fornitori anche se non espressamente previsto dalla legge? “Implementare un Sistema di Gestione Qualità significa adeguarsi ai requisiti del modello organizzativo più diffuso nel mondo, che fino a prova contraria resiste da più di 20 anni! La PA ha bisogno di riferimenti oggettivi sulla base dei quali stabilire bandi di gara per selezionare prodotti e servizi con un buon rapporto qualità prezzo. Sicuramente da parte della PA di San Marino in questi ultimi anni c’è stata una rincorsa verso un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi erogati ai cittadini. Questo processo passa da una maggiore qualificazione dei propri fornitori, sia per quanto riguarda i prodotti che i servizi”. Per informazioni e iscrizioni: 0549. 873925 - 339.8016455 o via email al seguente indirizzo: informa@anis.


G reen economy

FIXING - Anno XXIV - n.11 - Venerdì 18 Marzo 2016

Intanto si annunciano auto elettriche statali e aiuti alle aziende energivore

Una centrale energetica per rendersi autonomi Il progetto è di Dundee, Mitsubishi-Hitachi e Amec Foster Wheeler di Daniele Bartolucci

Raggiungere la piena sostenibilità ambientale è un percorso su cui San Marino sembra finalmente essersi incamminato, mentre l’obiettivo di rendersi autonomi energeticamente è ancora molto ambizioso, visti i numeri del consumo di energia elettrica (ormai attestatosi sui 260 milioni di kWh), di gas (quasi 48 milioni di mc), di acqua (3,3 milioni di mc), senza dimenticare l’annosa questione dello smaltimento dei rifiuti. Ponendosi l’obiettivo di un sempre più corretto uso delle risorse energetiche, avendo partecipato al COP 21 di Parigi nel dicembre scorso, il Gruppo di lavoro sui cambiamenti climatici istituito appositamente si è riunito nelle scorse settimane per dare concretezza agli impegni presi a Parigi, ma soprattutto per “elaborare una progettualità che sia utile al Paese”. Il Gruppo, alla presenza del Segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni, ha convenuto di lavorare su due fronti, operativo e culturale. Sul primo fronte “si partirà col potenziamento della raccolta dei dati relativi al territorio sammarinese al fine di avere un quadro preciso della situazione attuale e di mettere il Paese in linea con le richieste che emergono dall’Accordo di Parigi, che sarà aperto alla firma a New York il 22 aprile, mediante azioni mirate ed efficaci”. Auto elettriche e aiuti alle aziende energivore “E’ giusto che lo Stato sia di esempio e cerchi di incentivare le migliori pratiche”, ha commentato il Segretario Mularoni, rifacendosi alla discussione in merito avvenuta in Consiglio Grande e Generale (vedi Fixing nr 6), “pertanto è in fase di valutazione un progetto di mobilità sostenibile attraverso l’utilizzo di auto elettriche sia per il settore pubblico che per il settore privato, con l’installazione di colonnine di ricarica ed incentivazioni di natura

CONSUMI COLLETTIVI Elettricità (in kWh)

Gas (in mc)

Acqua (in mc)

Rifiuti (in quintali)

2007

239.983.250

52.785.713

3.218.789

154.039

2008

249.713.051

55.133.255

3.516.957

156.949

2009

260.904.437

55.645.787

3.523.745

151.836

2010

267.358.463

59.978.795

3.056.567

158.460

2011

270.900.000

54.400.000

3.159.097

152.937

2012

263.895.688

45.582.449

3.065.107

146.603

2013

263.635.471

45.992.198

3.563.186

180.147

2014

259.895.934

47.786.143

3.330.240

168.740

Elaborazione grafica a cusa di San Marino Fixing. Fonte Relazione Economica Statistica 2015 e Bollettino Upcedes

fiscale, mentre prosegue il lavoro di ampliamento ed integrazione dei percorsi ciclo pedonali. Si sta anche spingendo verso l’acquisto di prodotti biologici, biodegradabili ed eco-compatibili da utilizzarsi nella Pubblica Amministrazione in sostituzione di quelli inquinanti”. Va aggiunto che proprio nei giorni scorsi la Segreteria al Territorio e quella al Turismo hanno ospitato i responsabili di Tesla Motors, a quanto pare interessati a investire in Repubblica. Inoltre “è allo studio un progetto per incentivare le valutazioni energetiche relative alle industrie maggiormente energivore”, ha annunciato Mularoni, “al fine di abbassare i consumi e valorizzare le fonti di energia rinnovabile ed i processi che riducano l’emissione di CO2 nell’atmosfera”. Informazione pubblica soprattutto a scuola Quanto al fronte culturale, “saranno intensificati gli incontri con la popolazione al fine di renderla consapevole degli effetti che il cambiamento climatico porteranno sulla vita di tutti i giorni e su come affrontarli, attraverso incontri pubblici e conferenze a tema al fine di diffondere un senso comune di appartenenza, di rispetto per l’ambiente, di risparmio energetico mediante le buone pratiche quotidiane anche in termini di sostenibilità”. Ma soprattutto si vuole pun-

tare ai giovani, “partendo dalla consapevolezza che saranno loro a dover affrontare le maggiori conseguenze dovute ai cambiamenti climatici e che sono gli insegnanti il veicolo privilegiato tramite il quale la cultura raggiunge lo studente. Pertanto si proporranno ai docenti corsi di aggiornamento e approfondimento delle tematiche ambientali e di sostenibilità”. Una centrale elettrica per rendersi autonomi Oltre al già citato incontro con Tesla Motors, anche altri

Il fabbisogno di energia elettrica è attualmente di 260 milioni di kWh tre gruppi economici industriali a livello mondiale sono saliti sul Titano per presentare una loro proposta in tema energetico. Si tratta del gruppo finanziario canadese Dundee appartenente al progetto San Marino Energia, del gruppo industriale giapponese Mitsubishi Hitachi Power Systems e del gruppo ingegneristico inglese Amec Foster Wheeler. L’incontro è avvenuto in “casa” del Consorzio Vini tipici, che ha avuto il piacere di ospitare anche una qualifica-

ta delegazione di Governo: ben cinque i Segretari di Stato presenti (agli Esteri Valentini, alle Finanze Capicchioni, agli Interni Venturini, al Territorio Mularoni e al lavoro Belluzzi), oltre al direttore del Dipartimento Turismo Testaj, in rappresentanza del Segretario di Stato Lonfernini. D’altra parte, il Consorzio aveva già avuto occasione di intraprendere relazioni di reciproca conoscenza con la realtà giapponese e la serata di ieri rafforzerà certamente le sue relazioni commerciali a livello internazionale. A testimoniare l’importanza della serata, oltre ai graditi ospiti stranieri, vero protagonista della serata è stato il progetto presentato dai tre gruppi internazionali, che riguarda un piano di fattibilità finalizzato al raggiungimento dell’autonomia energetica, attraverso la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e termica di ultimissima generazione, che potrà avere ricadute rilevanti sul futuro della Repubblica, sulla sua economia, sul consistente risparmio da parte de cittadini e degli imprenditori in fatto di costo dell’energia e sulla realizzazione di un nuovo modello di mobilità sostenibile. Ovvero, anche per “ricaricare” le auto elettriche che si ipotizzano essere il futuro della Repubblica, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico e i mezzi dello Stato, ma anche per i privati.

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I nfrastrutture

In arrivo due depuratori “Perché pagare tariffe fatte da altri all’estero?” “Perché pagare realtà che depurano le nostre acque? Depuriamole noi ed evitiamo di pagare tariffe determinate da altri”. E’ da questa considerazione che il Segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini, è partito per annunciare la previsione della realizzazione di impianti di depurazione a San Marino “su tutti e due i versanti principali, Acquaviva e Rovereta”. L’annuncio è stato dato in Commissione Territorio: “La mappatura fognaria del bacino San Marino è completata al 100%, per il 70% quella del bacino fognario dell’Ausa- versante Rovereta che sarà concluso entro luglio 2016, anche la mappatura del bacino del Marano che include due mila 2 mila punti di monitoraggio deve essere completato entro l’anno corrente. La prima ragione è sicuramente l’ammodernamento che passa attraverso l’attività in corso di completamento della mappatura di tutti i versanti. Quindi laddove sarà necessario, si interverrà con una ristrutturazione della rete o in alcuni casi con la sua realizzazione. Altro aspetto che ci fa continuare è una pura logica di spending review. Quella che fino ad oggi è stata una logica più comodaovvero pagare qualcuno di fuori per avere un servizio adeguato- è una logica da invertire. Depuriamo noi le acque ed evitiamo di pagare tariffe determinate da altri. La logica di investire oggi per essere più moderni ci porta quindi non solo ad essere al passo con i tempi, ma anche a risparmiare soldi. Inizialmente andranno spesi, ma in quel caso non saranno solo costi, ma un ottimo investimento per il futuro. Abbiamo predisposto un Piano triennale di investimenti in territorio interessante per tanti aspetti, che sarà presentato all’opinione pubblica e prevederà interventi da parte di imprese edili che potranno accedere a bandi pubblici per lavori che dovranno essere realizzati unitamente con l’Aass. Il piano sarà presentato prima o subito dopo Pasqua e riguarda investimenti

relativamente ai reflui, alla rete fognaria, alla stazione elettrica, a tutti i servizi erogati dall’Aass in esecuzione per i prossimi 3 anni”.sta è la soluzione”. “Quello che si fa oggi è sicuramente quello che si doveva fare in anni diversi, ma lo andiamo a mettere in pratica oggi, se questo urta qualcuno se ne dovrà fare una ragione”. Diversi i dubbi sollevati dai membri della Commissione, a cui Lonfernini ha risposto: “Lo sdoppiamento delle linee è nella logica degli interventi su cui stiamo già intervenendo. C’è una forte consapevolezza delle situazioni attuali che non sono risolvibili mettendoci una pezza, ma intervenendo in modo organico, distinguendo acque bianche e nere anche che escono da proprietà private. Quindi l’impianto di depurazione si deve fare su tutti e due i versanti principali, Acquaviva e Rovereta. Ognuno dei due presenta circostanze diverse, ma il fattore comune è che riescano a pulire le nostre acque in modo preventivo, nel momento in cui, una volta ripulite, se ne andranno fuori dai nostri confini”. Riguardo al concetto ‘chi inquina di più, paga di più’., invece, “per come lo concepisco io è un concetto transitorio, perché la logica deve essere che noi non vogliamo inquinare. Depurazione e misurazione dell’utilizzo delle nostre acque sono principi da mettere in campo e da far applicare a tutti gli operatori che sono utilizzatori di tale risorsa. Non è il concetto di tariffa e sanzione, ma la volontà di dialogare con questi operatori per essere tutti all’interno di un sistema compatibile”. Il riferimento non è quindi solo alle industrie più grandi, perché “tanti altri sono attivi nella produzione di un prodotto che porta acqua fuori dai confini. A volte poi fuori dalle tabelle c’è il mattatoio, la Centrale del latte, anche aziende che hanno responsabilità pubblica”. Insomma, il pianto annunciato “non rientra in una logica elettorale, ma di ammodernamento del Paese”.


I nnovazione

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FIXING - Anno XXIV - n.11 - Venerdì 18 Marzo 2016

E’ partita la nuova edizione dell’iniziativa che coinvolge Rimini e il Titano

15 volte “Nuove Idee Nuove Imprese” Le parole di Luigi Gambarini, Ruggero Frezza e Alessandro Giari a cura della Red. ec.

Convegno di apertura dell’edizione 2016 della business plan competition Nuove Idee Nuove Imprese, giunta alla quindicesima edizione, un’iniziativa che si avvale del sostegno di Enti e Associazioni dei territori di Rimini e San Marino (tra gli enti, anche l’Associazione Nazionale Industria San Marino) e che ha come main sponsor Banca Carim. Alla presentazione, che si è svolta presso Innovation Square di Rimini a metà settimama, sono intervenuti l’ingegner Ruggero Frezza, consulente di Innovation Square e Cofondatore e presidente dell’incubatore M31 Italia ed M31 USA, il dottor Alessandro Giari, presidente del Techno Science Park di San Marino, Luigi Gambarini, Presidente Comitato Organizzatore Nuove Idee Nuove Imprese. “Nuove Idee Nuove Imprese compie quindici anni: ed è un dato di longevità particolarmente significativo – ha spiegato Luigi Gambarini, Presidente Comitato Organizzatore Nuove Idee Nuove Imprese -. In questi anni 2.516 giovani hanno partecipato alla competizione; sono state proposte 1.015 Idee di Business; abbiamo avuto 326 Business Plan completati, da cui sono nate 58 aziende, tra nuove aziende e rivitalizzate dal Business Plan. I premi assegnati sono stati complessivamente 500mila Euro. Al di là di questi numeri, che sottolineano la vitalità di questo progetto, vorrei sottolineare come i due territori di San Marino e Rimini, a cui afferisce il progetto, sono due ‘carte’ importanti da giocare: una vicinanza strategica che consente un arricchimento di valori innovativi. Un dato molto importante per il successo della competition è che una volta terminata, Banca Carim finanzierà le imprese vincitrici e meritevoli concedendo agevolazioni a tasso zero.” Per Alessandro Giari, presi-

dente del Techno Science Park di San Marino, “la vera questione di fondo perché si

possa davvero creare sviluppo è dare vita ad un reale confronto sulle possibilità

innovative del territorio Rimini-San Marino. È da questo dialogo che passa lo svi-

luppo. Il Techno Science Park San Marino - Italia è un’occasione straordinaria:

esso nasce da un forte investimento dello Stato italiano che ha deciso di concentrare qui e non altrove risorse importanti, per creare un ‘caso’ esemplare; su questa spinta, in 18 mesi sono entrate nel Techno Science Park ben 23 imprese. Adesso siamo ad un punto di svolta. Dobbiamo pianificare e ragionare insieme: decidere su quali settori investire. Occorre uno scatto anche culturale da parte degli imprenditori e del territorio. E abbiamo un vantaggio specifico straordinario da giocare: ci possiamo appoggiare ad uno Stato come San Marino che ha relazioni internazionali con tutti i Paesi del mondo. Nessuno però da solo può farcela. Nuove Idee Nuove Imprese è un’occasione importante per promuovere e mettere in circolo idee innovative.” Ruggero Frezza, consulente di Innovation Square e Cofondatore e presidente dell’incubatore M31 Italia ed M31 USA, ha invece sottolineato che “Nuove Idee Nuove Imprese ha avuto risultati eccellenti sul panorama internazionale. Inoltre, il territorio su cui insiste è incredibile: l’Emilia-Romagna è una delle regioni più dinamiche e attive nell’innovazione, anche grazie alla presenza di Università importanti; e Rimini è un test case fantastico. Tutti questi plus vanno messi a fuoco. Le istituzioni del territorio e Banca Carim hanno fatto fin qui uno sforzo straordinario per sostenere Nuove Idee Nuove Imprese: adesso devono essere i privati ad investire”. “Le idee e le imprese nate dalla business plan competition - ha concluso - devono essere considerate un patrimonio che va osservato e studiato per costruirci sopra un progetto innovativo, magari unendo un’impresa ‘matura’ e una startup. In questo dialogo nuovo passa davvero il futuro di un territorio e dell’economia”.


S icurezza

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E negli USA, Obama si mette in guerra contro “cyber racket” e hackers

San Marino si difende dai reati informatici In Consiglio la nuova legge contro furto e manomissione di dati Il reato informatico, considerato oggi come uno dei principali problemi globali per la sicurezza dei cittadini e delle imprese, entra nell’ordinamento sammarinese. “Le economie mondiali e la società globalmente intesa hanno subito radicali trasformazioni per effetto dell’espansione della rete”, spiega il Segretario agli Interni, Gian Carlo Venturini, promotore della nuova legge approdata in prima lettura in Consiglio Grande e Generale, “che riveste ormai importanza strategica in ogni settore”. Ed “è evidente come la sicurezza delle reti e delle informazioni si elevi ad mteresse giuridico di primaria importanza per la stessa preservazione ed il progresso dell’umanità. La sicurezza informatica può addirittura declinarsi come un bene comune, ossia come un bene indispensabile per la collettività, al pari delle risorse naturali. D’altro canto, i reati informatici (computer crimes) costituiscono il risvolto negativo dello sviluppo tecnologico sul piano dell’informatica e della telematica” e “diventa necessario sviluppare idonee contromisure atte a contrastare o quantomeno limitare il progredire di tali forme criminose. Le caratteristiche del web, infatti, costituiscono un terreno fertile per la proliferazione dei reati: deterritorializzazione e ubiquità hanno comportato l’annientamento delle limitazioni temporali e dei confini spaziali sui quali si reggeva il principio di sovranità territoriale; la neutralità si atteggia a peculiarità strutturale di internet e, declinata come libertà di circolazione dei dati ed indifferenza verso i contenuti veicolati in rete, si è tradotta in un ricettacolo per i malintenzionati, a causa dell’assenza di controlli”, e di leggi. Per questo, spiega Venturini, “l’intervento del legislatore penale a tutela dei beni giuridici che rischiano di essere lesi attraverso i crimini informatici appare necessario, in considerazione della maggior ca-

rica lesiva delle violazioni commesse online. E’ noto che la Convenzione di Budapest del 23 novembre 2001 costituisce ancor oggi il prin-

cipale strumento giuridico di contrasto della criminalità informatica. La Convenzione di Budapest mira ad istituire, tra gli Stati aderenti,

una normativa penale e processuale omogenea, in grado di eliminare le zone franche per il crimine online e risolvere delicati problemi dì giu-

risdizione e perseguibilità da esso posti. Il presente progetto di legge - elaborato dal prof. Avv. Lucio Monaco, Ordinario di Diritto Penale

presso l’Università degli Studi di Urbino - introduce nell’ordinamento legislativo sammarinese una tutela penale contro accessi abusivi ad un sistema informatico o telematica; l’intercettazione o interferenze illecite in comunicazioni informatiche o telematiche; il danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici; frodi informatiche; frodi informatiche del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica; false dichiarazioni o attestazioni al certificatore di firma elettronica sull’identità o qualità personali proprie o di altri dati”. E’ la nuova battaglia di Obama negli USA Dopo gli attacchi cyber alla Sony e all’account @CENTCOM del Comando Centrale per il Medioriente delle Forze Armate Usa, per la Casa Bianca gli attacchi cyber sono diventati ormai una priorità allo stesso livello del terrorismo. La nuova legge, intitolata “Personal Data Notification and Protection Act” dovrebbe servire a difendere le istituzioni, le società private e i cittadini dagli assalti degli hacker. E metterli al sicuro dai furti di dati sensibili e delle loro identità nella rete. Va detto che una legge del genere non è mai esistita a livello federale negli Usa, lasciando ai singoli Stati l’onere di normare la questione. Il provvedimento prevede una serie di divieti (come la vendita dei dati degli studenti a terzi per attività non correlate alla formazione) e inasprisce le pene per chi vende questi dati dopo averli rubati; determinerà le modalità di condivisione di informazioni sensibili sulla sicurezza delle rete tra il governo e le aziende. Per gli USA e Obama in particolare, alla luce degli attacchi cyber contro apparati governativi, aziende multinazionali e anche siti militari, è questo uno dei pericoli maggiori per l’America. E anche per il mondo, San Marino compreso. Daniele Bartolucci


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di Alessandro Carli

Cresce il numero di imprese operanti sul territorio della Repubblica di San Marino. Siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi ma i dati dell’Ufficio di Statistica, riferiti a fine febbraio 2016 (e quindi piuttosto “freschi”), mettono in evidenza un trend di crescita. Complessivamente difatti il numero di imprese presente è di 5.202 unità. Numeri interessanti se comparati a quelli del 2013 (5.184), del 2014 (5.080) e del 2015 (5.141), ma anche rispetto ai mesi di dicembre 2015 (5.141) e di gennaio 2016 (5.157). Come già scritto da San Marino Fixing più volte, a trainare il sistema, soprattutto per il suo saper creare posti di lavori ed economia, è il comparto manifatturiero, mai così in salute dal 2013 (ultimo anno disponibile nel bollettino): al 29/2016 le imprese operanti in questo settore sono risultate essere 495 (nel 2013 erano 443, 445 nel 2014, 485 nel 2015). I numeri realizzati il mese scorso, a leggere i dati, sono in linea con la crescita registrata nel mesi precedenti: da luglio 2015 in poi difatti si è passati da 464 alle 471 unità di agosto, alle 472 di settembre, 479 di ottobre, 485 a novembre e dicembre, 492 a gennaio 2016. L’attività che vede il maggior numero di realtà è quella della fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) con 65 imprese. 50 sono quelle che si occupano di fabbricazione di macchinari e apparecchiature NCA, 45 le industrie alimentari, 41 le “altre industrie manifatturiere”, 29 per “riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature”, 28 rientrano nella sezione “Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici” e nella confezione di articoli di abbigliamento, pelle e pellicce, 27 quelle inserite nella “Fabbricazione di carta e prodotti di carta” e nella stampa e riproduzione di supporti registrati, 24 chi fabbrica “articoli di gomma e materie plastiche”, 22 per “Fabbricazione di mobili”, 20 le industrie del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili). Nove sono invece le aziende tessili. Le circa 500 aziende manifatturiere, sempre al 29/02, danno lavoro a 5.279 persone. La maggior parte dei dipendenti lavora nelle società manifatturiere (5.106), 161 invece sono quelli impiegati nelle imprese individuali, 9 nelle cooperative e 3 in “altre forme giuridiche”. In salita le attività professionali, scientifiche e tecniche (1.079 a febbraio quando a

L avoro

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Segno in su per il manifatturiero, la “locomotiva” dell’economia della Repubblica

Imprese, segnali positivi Raggiunte le 5.200 unità Crescono però i disoccupati. Meno di 100 i frontalieri, molti sono “alti profili” dicembre 2015 erano 1.056 e a gennaio 2016 una in meno rispetto al mese precedente, 1.055) e altre attività di servizi (596: nel 2013 erano 521, 564 l’anno successivo; 586 nel 2015). Più o meno in linea con i mesi e gli anni scorsi invece i numeri delle imprese che si occupano di agricoltura (a febbraio 2016 sono state contate 73 realtà), trasporto e magazzinaggio (99), attività di servizi di alloggio e ristorazione (179), attività finanziarie e assicurative (68), quelle immobiliari (262), il noleggio agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (189), istruzione (23), sanità e assistenza sociale (124). In sofferenza invece le costruzioni. Eccezion fatta per il 2013 (431 realtà), dal 2014 in poi i numeri oscillano tra le 415 unità e le attuali 417 (gennaio e febbraio 2016). Il comparto, al 29/02, dà lavoro a 850 persone, quasi tutte impiegate nelle “società” (759) mentre sono 91 quelli che lavorano nelle imprese individuali. Se guardiamo gli anni passati, vediamo che nel 2013 – periodo in cui la crisi era già assai presente anche a San Marino – le società che operavano sul territorio davano lavoro a 1.093 persone mentre l’anno successivo i dipendenti erano 1.027. La soglia psicologica dei “mille” è stata superata nel 2015 quando, al 31/12, i lavoratori sono risultati 930. I rami di attività economica Per numero di imprese, a far la parte del leone è il commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli con 1.173 aziende. Al secondo posto le attività professionali (1.079), al terzo posto le altre attività di servizi (596). Nonostante i grandi numeri espressi assieme (poco più di 2.500 realtà), il numero dei dipendenti complessivo è al di sotto di quello del manifatturiero: 4 mila unità in tutto, suddiviso tra “commercio all’ingrosso e al dettaglio…” (2.525), attività professionali (1.138) e altre attività e servizi (386). Se mettiamo a confronto i numeri di

quest’ultima voce, è facile notare una apparente “stortura”: il numero di attività presenti è di 596 unità mentre i lavoratori sono 386. Il bollettino di statistica riporta che i dipendenti che lavorano nelle società sono 151 (più o meno in linea con i numeri di ottobre, novembre, dicembre 2015 e gennaio 2016) mentre quelli delle imprese individuali sono 145. Forza lavoro e disoccupati Al 29 febbraio 2016 la forza lavoro complessiva (dipendenti + indipendenti + disoccupati) è risultata essere di 21.596 unità, in salita sia sui dati di dicembre 2015 (21.516) che su quelli di gennaio (21.404). Nello specifico, cresce il numero di dipendenti (18.095 quando a dicembre 2015 erano invece 18.082 e a gennaio 17.954) mentre cala quelli degli indipendenti (1.832 al 29/02; il mese prima erano 1.841). Preoccupanti i numeri dei disoccupati totali: 1.669, ma i così alti dal 2013. Dal 2013 sono sempre cresciuti, passando da 1.336 unità a 1.437 del 2014 e a 1.511 del 2015. Solo un anno fa (febbraio 2015) erano quasi 100 unità in meno rispetto ad oggi: 1.594. Nel dettaglio, nel totale dei disoccupati la fascia di età più colpita è quella tra i 20 e i 24 anni (303), seguita dai “25-29

anni” (233). Sopra le 200 unità anche le fasce “30-34” (203), “35-39” (213) e “40-44” (204). Sempre a fine febbraio 2016 i disoccupati totali “over 64” sono 4. Quelli “in senso stretto” invece sono precisamente 1.346, soprattutto “20-14enni” (220), ma anche “25-29enni” (203). Sipra le 100 unità risultano essere le persone comprese tra i 30 e i 54 anni. Frontalieri, sono meno di cento Sono soprattutto alti profili, quelli occupati dai frontalieri che lavorano a San Marino. Al 29 febbraio 2016 l’Ufficio di Statistica ne ha contati 98 alla voce “Dirigenti e assimilati” (più o meno stesso numero a gennaio 2015), 374 tra “Responsabili ed esperti di settore” (in calo di 10 unità rispetto a 12 mesi prima), 1.100 “Impiegati specializzati e tecnici” (+ 16 su febbraio 2015), 519 “Impiegati operativi” (erano 531), 26 “Operai caporeparto” (29 nel 2015), 1.157 “Operai specializzati e tecnici” (1.223 a febbraio 2015) e 1.057 “Operai qualificati” (febbraio 2015: 1.085). Il totale, che comprende anche la voce “altri” (13 unità al 01/16), si attesta a 5.081 lavoratori frontalieri, in calo rispetto a 12 mesi fa quando complessivamente i frontalieri che prestavano le proprie maestrie sul Titano erano 5.206.

I“Think nternazionalizzazione Global”: il futuro di San Marino nel mondo Il processo di internazionalizzazione di San Marino sarà il tema protagonista della serata intitolata “Think Global”, organizzata dalla Segreteria di Stato per il Territorio, l’Ambiente e la Cooperazione Economica Internazionale e che si svolgerà il 30 marzo alle 21 nella sala Montelupo a Domagnano. “La parola ‘internazionalizzazione’ può significare molte cose ed essere interpretata in modi diversi”, spiegano dalla Segreteria di Stato. “La declinazione della stessa rispetto alle esigenze di sostenibilità culturale ed economica del Paese rappresenta un aspetto fondamentale della delega alla Cooperazione Economica internazionale. L’organizzazione di questa serata pubblica rappresenta un ulteriore passo verso il perseguimento di uno degli obiettivi di detta delega, ovvero comunicare e discutere assieme ai presenti come la nostra Repubblica si sta preparando per affrontare al

meglio le sfide - sempre più numerose ed impellenti - poste dall’imporsi del fenomeno della globalizzazione economica e culturale. Nel corso della serata verranno meglio illustrate anche altre iniziative in fase di realizzazione o già completate da questa Segreteria di Stato, quali, ad esempio, quelle relative alla formazione al fine della collocazione nel mondo del lavoro a livello internazionale dei giovani sammarinesi. Un Paese che non investisse sui suoi giovani, un Paese che non cercasse di programmare il futuro dei suoi giovani all’interno di un mutato contesto internazionale sarebbe un Paese che si limita a subire il presentesenza prepararsi per il domani e sarebbe dunque un Paese senza futuro o con un futuro molto incerto. E’ quello che vogliamo evitare. Interverranno alla serata accademici, professionisti ed imprenditori di primo livello e, soprattutto, i nostri giovani!”.


E conomia

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Lo ha stimato il Fondo Monetario Internazionale, in visita a San Marino

Crescita dell’1% del PIL dal 2017 al 2020 La cooperazione internazionale “deve essere mantenuta” di Alessandro Carli

Buone notizie dal Fondo Monetario Internazionale, che si è fermato a San Marino per l’annuale visita di monitoraggio dello stato di salute del Titano. L’organizzazione ha spiegato che il Monte, dopo sei anni, “sta uscendo da un periodo di lunga recessione. Gli indicatori rivelano una stabilizzazione dell’economia nel 2015 mentre si attende una modesta crescita di circa ,1% per quest’anno e negli anni a venire. Tra gli aspetti positivi rimarcati dal FMI, è stato sottolineato che una maggior crescita in Europa e in Italia e la normalizzazione delle relazioni economiche bilaterali potrebbero stimolare l’attività economica più del previsto. Tuttavia, ha spiegato la delegazione del Fondo Monetario Internazionale, il prolungamento di una lenta crescita in Italia e nell’eurozona “pongono rischi addizionali”. Politiche di finanza pubblica San Marino dovrebbe gra-

quello di un quarto di punto percentuale di PIL su base annua tra il 2017 e il 2020”.

dualmente ricostituire le riserve di bilancio risultate così utili in passato. Riserve che, afferma il FMI, “hanno permesso allo Stato di ammortizzare la spesa sociale durante la crisi e le sue conseguenze e potrebbero essere necessarie in futuro per rispondere in modo simile a eventuali nuovi shock”. Seb-

bene le politiche attuali stabilizzino il debito al livello del 2016, un aggiustamento di bilancio complessivo dell’1% del Prodotto Interno Lordo in quattro anni porrebbe il debito su una traiettoria discendente e creerebbe spazio per affrontare gli alti costi di bilancio potenziale derivanti dal sistema bancario. Questo

“modesto aggiustamento di bilancio” dovrebbe iniziare nel 2017. La spesa pubblica aggiuntiva in conto capitale, iscritta in bilancio nella misura di 10 milioni di euro all’anno, a partire dal 2016 contribuirà a sostenere la ripresa. A partire dal 2017, ha proseguito l’organizzazione, “l’obiettivo dovrebbe essere

B anca Centrale di San Marino Il Presidente Wafik Grais: “C’è la necessità di ridefinire

la governance”, poi spazio a qualificati servizi finanziari All’incontro tra media locali e la delegazione del FMI, a San Marino per l’annuale report, anche il neo Presidente di Banca Centrale della Repubblica di San Marino, Wafik Grais, che ha risposto a una manciata di domande. In merito al Memorandum d’intesa con Bankitalia, Wafik Grais ha spiegato che “più che la forma, è importante la sostanza” e che le due Banche centrali già lavorano a contatto all’interno del “gruppo costituente del Fondo Monetario Internazionale”.Sugli obiettivi del proprio mandato, il Presidente, specificando la materia della sua risposta (“finanziaria”), ha sottolineato “la necessità di creare un’entità di

sorveglianza efficiente ed efficace” e che, assieme al futuro Direttore, verrà “ridefinita la governance”.

Lo staff dovrà individuare e portare avanti una serie di “strategie di sviluppo del settore”. Tra i pilastri, oltre

all’accordo di associazione con l’UE, anche la creazione di “altre attività qualificate per i servizi finanziari”.

Imprese e internazionalizzazione Per il FMI “il Governo ha adottato misure importanti per migliorare il contesto imprenditoriale e il mercato del lavoro”. Tra gli interventi messi in campo, “la semplificazione delle procedure per la creazione d’impresa e per l’intestazione degli immobili, l’introduzione di un salario d’ingresso, la riduzione temporanea dei contributi sociali per l’assunzione di lavoratori disoccupati”. Il Governo, ha proseguito la delegazione del FMI, “ha sperimentato procedure agevolate per l’assunzione di lavoratori qualificati non residenti per le startup” e dovrebbe applicare queste procedure “a tutta l’economia del Paese”. Accolto con grandi favori e altrettanti attenzioni il Parco scientifico e tecnologico, un luogo in cui “le prime startup sono già operative e in espansione”. La cooperazione con gli altri Paesi L’attenzione di San Marino al miglioramento della cooperazione internazionale ha prodotto i suoi frutti e, per il FMI, “dovrebbe essere mantenuta”. La decisione dell’Italia di inserire il Titano nella white list fiscale verso la fine del 2014 e la conclusione dell’accordo di cooperazione economica bilaterale, hanno costituito un importante passo verso l’apertura e la trasparenza. “E’ auspicabile – così si è espresso il FMI -, che l’attivazione della centrale dei rischi avvenga come previsto, facilitando la cooperazione con Bankitalia”. La delegazione poi ha accolto con favore l’apertura di un negoziato per un accordo di associazione con l’UE, l’imminente completamento della valutazione nazionale dei rischi e lo scambio di informazioni fiscali”, che partirà il prossimo anno.

I talia

Crescita già nel 2015 con +0,8%

Anche l’Italia è tornata a crescere: nel 2015 il Pil italiano è aumentato dello 0,8%, positivo dopo tre anni di cali. Lo ha comunicato l’Istat con riferimento al Prodotto interno lordo in volume. Una prima stima dell’Istituto, diffusa a metà febbraio e basata sui trimestri, aveva dato infatti il Pil a +0,7%. La previsione contenuta nella nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre indicava un +0,9%. Il rapporto deficit/Pil nel 2015 è stato pari al 2,6%, dopo il 3% del 2014. Lo comunica l’Istat sulla base delle sue stime provvisorie. L’indebitamento in rapporto al Pil è in linea con le stime del Documento di economia e finanza del governo ed è il più basso dal 2007, riportando l’orologio agli anni precedenti la crisi finanziaria. Il surplus primario (al netto degli interessi sul debito) si riduce invece all’1,5%, il più basso dal 2011. Nel 2015 il debito italiano è 132,6% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche (nel 2014 si attestava al 132,5%). Il dato è inferiore alle previsioni del Governo nella Nota di aggiornamento del Def, che indicavano un rapporto del 132,8%. In valore assoluto, il debito del 2015 si attesta a circa 2.170 miliardi di euro, un livello record. La pressione fiscale, però, nel 2015 si attesta al 43,3% del Pil, il livello più basso dal 2011 quando aveva segnato 41,6%. Lo ha certifcicato l’Istat notando il calo di tre decimali di Pil rispetto al 43,6% del 2014.


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Superata quota 33 mila. Al 31 gennaio 2016 la popolazione residente sul Titano era esattamente di 33.029 unità. Nello specifico, a far la parte del leone sono le donne (16.766) mentre gli uomini sono in minoranza, 16.263. Di questi 33 mila, 5.204 sono forensi (2.865 uomini e 2.339 donne). Residenti all’estero Sparsi per il mondo vivono oltre 13 mila sammarinesi. La comunità più numerosa di concittadini residenti all’estero si trova in Italia. Dati di gennaio 2016 dell’UPECEDES, complessivamente sono 5.642 (2.022 maschi e 3.620 femmine). Al secondo posto gli Stati Uniti d’America con 3.242 persone (1.501 maschi e 1.741 donne). Segue poi la Francia (1.989 in tutto, 886 uomini e 1.103 femmine) e l’Argentina, con 1.681 concittadini (708 uomini e 973 donne). 73 sammarinesi invece vivono in Belgio (28 uomini e 45 donne), 57 sono invece quelli che hanno scelto la Svizzera (26 maschi e 31 donne), 21 il Canada (12 m. e 9 f.), 19 la Germania (6+13), 18 l’Australia (10 m. e 8 f.), 17 la Spagna (rispettivamente 4 e 13), 16 il Brasile (11+5 ), 15 la Gran Bretagna (5+10), 14 la Svezia (7+7). Meno di 10 unità invece per altri Paesi: Grecia, Lussemburgo, Romania, Repubblica Ceca, Giappone, India, Kenia, Marocco, Mozambico, Sud Africa, Tunisia, Costarica, Santo Domingo, Bolivia, Cile, Perù, Paraguay, Venezuela e Slovenia. Turismo Rispetto al primo mese del 2015, gennaio 2016 ha visto una crescita dell’afflusso turistico nella Repubblica di San Marino: complessivamente difatti, si legge nell’anteprima del bollettino di Statistica dell’UPECEDS, il totale di visitatori è stato di 82.437 unità, + 363 rispetto ai numero di 12 mesi prima, che si erano attestati a 82.074 persone. A trainare i dati, i pullman e le corriere, passate da 199 a 211, e con loro i passeggeri, che da 8.955 sono arrivati a quasi 10 mila unità (9.495). Scendendo nei dettagli, vediamo invece che il numero di automobili, in 12 mesi, è sceso lievemente - da 24.373 (gennaio 2015) a 24.314 (gennaio 2016) – assieme, naturalmente, ai visitatori trasportati: 73.119 contro i 72.942 di due mesi fa. Matrimoni In attesa delle ricadute che avrà sul Titano il progetto sui matrimoni per stranieri (il Decreto Delegato numero 61 del 2015), anche in virtù della recente visita sul Monte (14

S istema Paese

FIXING - Anno XXIV - n.11 - Venerdì 18 Marzo 2016

E’ questo il numero dei sammarinesi. Le comunità più numerose in Italia e negli USA

33 mila sul Monte Titano 13 mila sparsi nel mondo Presenze anche in Kenia, Mozambico, Venezuela, Perù, Giappone, India e Cile marzo) di una delegazione di due tour operator cinesi di Shanghai (Jinjiang Travel) e Guangzhou (Guangdong Nanhu Travel), interessati ad

inserire, nei programmi anche destinazioni con particolare interesse a location per matrimoni, a gennaio 2016 l’eterno amore se lo sono pro-

messo sette coppie sammarinesi. Di queste, due persone si sono sposate con rito religioso, cinque invece con quello civi-

le e una “non specificato”. Dodici mesi prima, riporta il bollettino. le unioni erano state cinque. Tutte con rito civile. Alessandro Carli

C uriosità Maria al top sul Titano e a Rimini

Quanti Maria e Andrea conoscete? Di certo tantissimi, visto che sono i nomi più diffusi sul Titano. Ma anche nella vicina Rimini è la stessa cosa, a riprova che, per tradizioni, mode e tendenze San Marino è in Romagna e la Romagna è anche San Marino. Come pubblicato a inizio anno su Fixing, tra le curiosità rilevate dall’Ufficio Statistica nell’ultimo bollettino, c’è anche questa: “Il nome maschile più diffuso tra i residenti è Andrea con 527 persone (in assoluto il nome è presente in 535 individui, ma in 8 casi è utilizzato come nome femminile), che precede Marco (493)”. Mentre “il nome femminile più diffuso tra i residenti è Maria con 385 persone seguito da Sara (252) ed Elisa (250)”. A Rimini i dati sono molto simili: continua a essere Maria il nome preferito e più diffuso tra le riminesi, spiega il Bollettino statistico del Comune di Rimini. E da oltre dieci anni: anche nel 2005 Maria era il nome femminile più diffuso. Scendono invece le preferenze per Laura, che dal terzo posto scende al quinto, superata da Sara e Giulia. Maria è anche il nome femminile più diffuso tra le cittadine straniere residenti a Rimini, ben 142. Situazione analoga in campo maschile, dove Andrea e Marco confermano la prima e seconda posizione sia nel 2015 che dieci anni fa. Situazione cristallizzata tra i cognomi dei riminesi, dove rimane Fabbri quello più diffuso come pure, a seguire Rossi, Casadei (terzo come a San Marino), Bianchi. Perdono una posizione invece i Semprini (682).


M edia

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A “L’informazione nella Repubblica di San Marino” anche Antonio Farnè

“Instaurate un rapporto di credibilità col lettore” L’intervento di Italo Cucci tra carta stampata, web e lingua italiana di Alessandro Carli

Obbligo di legge (dal 2014 i giornalisti iscritti all’Ordine italiano devono acquisire tot crediti per la Formazione Professionale Continua) ma soprattutto piacere nell’ascoltare la lectio magistralis – perché, di fatto, di questo si è trattato – di Italo Cucci, una delle penne più importati del giornalismo sportivo italiano. Ad aprire “L’informazione nella Repubblica di San Marino”, che si è svolto sul Titano il 14 marzo, Antonio Farnè. Il Presidente del Consiglio dell’Emilia-Romagna ha parlato di “un nuovo inizio dei rapporti tra i due Ordini”, promettendo di “portare avanti un percorso parallelo” e di dare un contributo “per la nascita del contratto giornalistico” del Monte. Farnè si è soffermato sulla prima immagine che ha incrociato mentre saliva sul Monte: l’insegna ‘Antica terra della libertà’ che si incontra a Dogana “parla di libertà e diritti’, due elementi che stanno a cuore ai giornalisti”. L’articolo 21 della Costituzione italiana, ha ricordato, spiega che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo

scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Nel suo discorso poi ha menzionato il Codice deontologico (“E’ molto importante, ci indica quello che possiamo e non possiamo fare”), citando la definizione che ne diede il maestro Indro Montanelli, “la deontologia è racchiusa in una piccola, semplice parole: onestà”. Un giornalista, ha concluso, “per essere corretto, deve essere onesto”. “La carta stampata vivrà a lungo” Italo Cucci non ha dubbi: in

un periodo in cui la diatriba tra l’addio della carta stampata a favore del web è estremamente attuale, il direttore prende una netta posizione. Secondo il giornalista di Sassocorvaro, “la carta stampata” ha un futuro. Di questa “battaglia”, ha affermato, “se ne parlava anche 20 anni fa. La crisi si chiama internet”. Cucci poi ha trattato la faticosa salita che ha dovuto affrontare il giornalista sportivo. Oggi questa figura è stata pienamente acquisita all’interno della categoria, ma molti anni fa le pagine di sport “erano un fastidio che un direttore doveva soppor-

tare per far fronte alle esigenze dei lettori”. L’attualità però non è più così rosea come un tempo. “Oggi assistiamo a una crisi del mestiere e a una crisi nei guadagni. Il giornalista è sottopagato. Perlomeno cercate di divertirvi”. Il consiglio che il Direttore ha dato alla platea è quello di essere “modesti mercanti del nostro lavoro”. Cucci poi ha ricordato, “alcuni grandi scrittori del Novecento, per farsi leggere, hanno scritto di Mondiali e Olimpiadi, come ad esempio Mario Soldati e Pier Paolo Pasolini”. Il mito di quest’ultimo, ha rivelato, “non era Eugenio

R TV Il Direttore Generale Carlo Romeo: “Non esistono giornalisti obiettivi ma solamente quelli corretti” Il Direttore Generale di San Marino RTV Carlo Romeo, nel suo intervento, si è invece soffermato su come è cambiato, nel tempo, il mestiere del giornalista: “Nel 1983 ero in Libano per lavoro. Con me c’era una troupe composta da molte figure: operatore, assistente, eccetera. Oggi basta un buon telefonino cellulare”. Le nuove tecnologie permettono di dare “notizie in tempo reale”, ma “non vengono mai approfondite”. In merito ai giornalisti, Carlo Romeo ha spiegato che “non esistono

quello obiettivi”, ma esistono “quelli corretti”. Poi due curiosità gustose. La prima: “Durante la guerra nel Golfo i soldati inglesi ordinarono moltissi-

mi preservativi. Poi si scoprì che erano ottimi per coprire le canne dei fucili dalla sabbia”. La seconda: un giorno i militari impegnati in Afghanistan pranzarono

con le aragoste. “A quando lo champagne?” titolò qualche giornale. In realtà, ha spiegato Romeo, “quel giorno al mercato c’era una partita di aragoste che costava molto poco”. Infine, una “piccola stoccata” (“I fatti e le opinioni vanno separati”) e una fotografia sul “fare informazione” a San Marino: “Si ragiona in termini ‘nazionali’ ma il locale va sempre menzionato. Lo stesso giorno si può parlare della visita di Ban Ki-moon e dell’inaugurazione della nuova rotatoria di Domagnano”.

Montale ma forse Giacomo Bulgarelli”. “Pier Paolo Pasolini ha scritto tante pagine sui calciatori. Creò un ‘alfabeto dei piedi’: per ogni colpo, una lettera”. Pasolini difatti scrisse che “Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un ‘prosatore realista’; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un ‘poeta realista’. Corso gioca un calcio in poesia, ma non è un ‘poeta realista’: è un poeta un po’ maudit, extravagante. Rivera gioca un calcio in prosa: ma la sua è una prosa poetica, da elzeviro”. Già, il calcio. E il rapporto tra un giornale e il territorio. “Il futuro è la stampa locale”, che si dovrà adatta a vivere e dialogare con la Provincia di riferimento. Nel suo viaggio, il Direttore ha toccato alcuni punti nevralgici della professioni. “Si deve instaurare un rapporto di credibilità con chi ci legge. Se viene persa, è difficile da recuperare. Le grandi bugie fanno i titoli, ma se poi poco dopo – come accade – vengono smentite, ci tolgono il lavoro”. Tra aneddoti della sua lunga carriera (“Amedeo Montemaggi, all’inizio, mi faceva scrivere qualche nota sul Resto del Carlino”), le differenze tra le parole utilizzate nella lingua italiana rispetto a quella inglese (143 mila contro circa 1.500), l’importanza che ha avuto “Il Corriere dei piccoli” (“Fu il primo impatto con la lingua italiana per tanti bambini”), un po’ di stretta attualità (la fusioni tra i giornali) e un richiamo a uno straordinario cantautore (“Oggi non c’è più né destra né sinistra: il ‘profeta’ Giorgio Gaber va rivalutato”), Cucci ha consigliato vivamente alla platea di “non dimenticare l’importanza della lingua italiana”, di “difenderla e conoscerla”. Senza precludere i neologismi, come nel caso del recente (e discusso) “petaloso”. “Gli intellettuali hanno bocciato questo termine. Io sono favorevole a chi inventa nuove parole”.

B elluzzi

Il 3 maggio il Convegno sulla stampa

“Sino a poco tempo fa i giornalisti della Repubblica di San Marino erano dei 16enni non riconosciuti dalle istituzioni” ha affermato il Segretario di Stato Iro Belluzzi, artefice – assieme al suo staff – della Legge sull’editoria sammarinese. Iro Belluzzi ha rimarcato che “non si può diventare mercenario per conto di qualcuno. La legge impone la trasparenza sugli assetti proprietari, nel rispetto dei lettori e degli stessi operatori”. Spazio poi al percorso iniziato con l’Ordine italiano sul riconoscimento reciproco dei titoli (cosa che San Marino già fa, ndr), ai corsi di formazione (“ma non deve passare il messaggio che il Titano sia un luogo dove è più facile diventare giornalisti”) e al “diritto all’oblio”, già presente in Italia ma non in Repubblica. “Un giornalista deve sempre verificare le notizie”, anche in virtù del “ruolo sociale che riveste” ha raccontato alla platea, mentre, soffermandosi sulla la neonata Consulta, ha spiegato che “deve essere un luogo di confronto tra giornalisti ed editori”. In chiusura, il “lancio” del convegno “Libera stampa in libero Stato”, in programma al Centro Congressi Kursaal il 3 maggio.



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